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INTRODUZIONE pag.
CAPITOLO PRIMO
PSICOLOGIA SCIENTIFICA
10
10
18
28
34
43
50
CAPITOLO SECONDO
62
64
70
70
71
77
78
81
84
87
CAPITOLO TERZO
100
3.1. Introduzione..
100
104
3.3. Uccelli.
110
117
125
130
132
136
140
145
PSICOLOGIA SCIENTIFICA.
che
della
soggettivit
umana
lesigenza
di
fermamente
alla
dottrina
delle
idee
innate,
Francia,
Condillac
(1715-1780)
abbandon
Fu Buffon (1707-1788) ad
10
11
lintrospezione
potevano
descrivere
le
12
13
furono
naturalmente
anche
delle
reazioni
agli
chiaramente
unopposizione
alla
procedura
14
seguirono
le
impostazioni
sperimentali
tedesche,
15
vecchia
metodologia
sulla
validit,
al
contrario,
16
17
scientifica
che
adoperasse
metodi
scientifici.
18
19
comportamento.
Alcune
strutture
interne
che
20
21
22
23
24
25
teoria,
per
comportamentali
definizione
osservabili.
non
osservabili,
In
breve
ad
deve
eventi
essere
osservabili,
quella
determinata
variabile
26
oltremodo
operazionalizzate,
generalizzate
mentre
ipotesi
non
possono
troppo
ristrette
essere
possono
27
descrittiva
ha
lo
scopo
di
fornire
una
28
29
30
31
varie
strategie
di
ricerca
che
presentano,
32
sullattaccamento
madre-
bambino;
ancora
le
33
interessato,
soprattutto,
determinati
processi
con
il
paradigma
del
comportamentismo
S-R,
34
influenzino
la
ricerca,
possiamo
accennare
anche
35
36
37
38
conclusioni
esatte;
altra
minaccia
costante
39
40
41
entra
in diretto contatto
con
lintervistato,
rappresentato
dal
fatto
che
la
presenza
42
43
44
45
46
47
dei
veri
esperimenti.
Abbiamo
gi
tracciato
Assegnazione
Condizione 1 Tutti i soggetti
(sperimentale) sono sottoposti
a entrambe le
in
Condizione 2 condizioni
(di controllo) ordine
controbilanciato
Trattamento
Prova
Condizione 1
(trattamento
sperimentale)
Condizione 2
(trattamento
di controllo)
SI
SI
48
Assegnazione
Condizione 1 Tutti i soggetti
sono sottoposti
Condizione 2
a
tutte
le
in
Condizione 3 condizioni
ordine casuale o
controbilanciato
Trattamento Prova
1
Si
Si
Si
49
Assegnazione
Gruppo 1
Gruppo 2
Gruppo 3
Assegnazione
casuale
dei
soggetti
ai
gruppi
Trattamento Prova
1
2
Si
Si
Si
50
X= X/n
51
X1 X2
t=
SQ1+SQ2
(n1 1)+(n2 2)
1 +1
n1 n2
52
53
FATTORE A
B1
B2
FATTORE B
A1
A1B1
A1B2
A2
A2B1
A2B2
considerate.
Linterazione
tra
due
variabili
54
55
2.1. Introduzione.
56
57
58
funzionali
della
corteccia
cerebrale
che
dovevano
59
60
localizzazione,
ma
era
necessario
prima
uno
studio
61
62
specifiche
preposte
al
suo
svolgimento,
cellule
63
elettrico
libera
spazio
sinaptico
un
64
65
66
67
schematico,
visto
che
il
cervello
non
68
essendo
responsabile
della
programmazione,
69
70
71
72
73
74
75
erano
presenti
altri
disturbi
oltre
lepilessia,
riferiti
Si pu,
76
degli
oggetti,
nellesposizione
del
proprio
77
Le
aree
cerebrali
che
costituiscono
lobi
frontali
se
successive
ricerche
non
riscontrarono
alcun
78
79
80
81
pazienti
epilettici,
recidendo
le
connessioni
interemisferiche.
Nei casi di epilessia indomabile, infatti, quando la
localizzazione dellarea malata, coincideva con una regione
importante, non essendo possibile lasportazione, si interveniva con
la resezione del corpo calloso; si pensava, in tal modo, di far
scatenare lattivit convulsiva solo in un emisfero, lasciando laltro
in grado di controllare il corpo. Akelaitas e alcuni colleghi si
chiesero quali fossero le conseguenze di tale intervento sulle altre
facolt cerebrali; con una serie di articoli nel corso degli anni
quaranta, giunsero alla conclusione che dopo tale tipo di intervento
non erano evidenziabili disturbi prassici o di linguaggio. Questi
risultati erano, per, da attribuirsi probabilmente alla mancanza di
raffinatezza nelle tecniche sperimentali adoperate (Miller, 1973); gli
82
una
commisserectomia
parziale.
La
mancanza
di
83
84
85
cartoncini,
che
rappresentavano
un
collegamento
con
86
87
88
89
90
91
92
CAPITOLO TERZO
3.1. Introduzione.
93
iniziali
vennero
successivamente
analizzate
94
95
evidenze
sperimentali
supportano
tali
96
pi
recenti
ricerche
di
tipo
comparativo
sulle
97
Nei
Coregoni
(Coregonus
nasus
Coregonus
98
99
100
tetto
ottico
del
cervelletto).
Inducendo
quindi
la
101
vocalizzazione
in
gruppo
di
rane
con
lesione
allarea
la
lesione
interessava
larea
sinistra.
Gli
anfibi
102
3.3. Uccelli.
103
104
105
106
107
che
con
quello
sinistro.
Sicuramente
simili
108
dopo
poche
beccate,
ma
che
perdeva
se
la
stesse
conclusioni
si
ottenevano
occludendo
109
110
111
112
altri
studiosi
hanno
riscontrato
una
113
114
115
116
117
118
probabilmente,
dellasimmetria
cerebrale,
ma
119
120
121
PRIMATI
PROSCIMMIE
122
Lemuridi
Indridi
Lorisidi
Tarsidi
SCIMMIE ANTROPOIDI
Scimmie
Scimmie
Scimmie
Nuovo Mondo
Vecchio Mondo
Antropomorfe
Callitrichidi
Cebidi
Cercopitecidi
Ilobatidi
Pongidi Ominidi
Oranghi
Homo
Scimpanz
Gorilla
studi
comparativi
perch
rappresentano
lo
stadio
123
124
125
126
legata
alle
diverse
condizioni
alimentari
di
Resi,
grazie
ad
una
moderna
tecnologia
127
gi
esaminate;
utilizzando
la
tecnologia
128
S S=D D
50
0
33
2
17
10
Scimpanz
Orango
Lobo frontale
Lobo temporale
1
0
0
5
4
5
1
25
4
2
6
Scimpanz
Gorilla
Babbuini
Scimmie V. Mondo
SPECIE
129
130
131
la
struttura
che
maggiormente
contribuisce
substrato
anatomico
della
lateralizzazione
linguistica
temporali,
parietali
di
soggetti
destri
sinistri
132
DESTRI
STRUTTURE
S S=D
9
21
D
70
N
49
S
21
S=D
40
D
39
63
30
58
21
60
19
56
36
25
16
56
28
64
20
16
50
22
32
16
69
22
62
56
24
20
50
60
20
20
25
44
36
20
87
60
30
10
13
38
31
31
44
86
18
11
72
17
100
26
67
28
71
22
38
21
21
58
20
15
35
50
N
174
Lobo frontale
(larghezza)
LeMay, 1976
206
Lobo frontale
LeMay, 1976
50
Lobo frontale
Chui, 1980
Lobo occipitale 150
(larghezza)
LeMay, 1976
Lobo occipitale 269
LeMay, 1976
Lobo occipitale
Chui, 1980
Lobo occipitale
(lunghezza)
McRae, 1968
Fessura Silvana
LeMay, 1972
Fessura Silvana
Ratcliff, 1980
Fessura Silvana
Ratcliff, 1980
MANCINI
La tabella n.6 illustra alcuni studi condotti per rilevare asimmetrie anatomiche
in cervelli umani, con la differenza tra soggetti destri e mancini. D si riferisce
alla parte destra del cervello, S a quella sinistra, mentre N indica il numero
dei soggetti esaminati.
Da: Geschwind e Galaburda, 1985.
133
134
135
136
137
138
139
e,
dunque,
lhandedness
un
artefatto
140
141
142
143
144
145
146
147
148
dallasimmetria
emisferica.
Un
interessante
149
preferenza
laterale,
la
maggior
parte
no,
150
alcuni
esemplari
potrebbero
ricevere
particolari
151
152
STUDIO
16
6
6
6
0
4
0
2
1
1
4
2
?
1
0
0
0
16
0
2
0
67
15
5
1
4
4
4
3
27
0
5
0
10
?
1
2
0
8
31
2
0
0
122
0
27
1
0
0
0
0
0
0
2
0
0
?
0
0
1
0
0
0
0
1
32
16
22
6
7
1
2
3
11
1
1
4
5
?
1
0
0
0
10
2
2
0
94
15
11
1
1
0
0
0
14
0
0
0
3
?
1
2
0
0
15
0
0
0
63
0
0
1
0
3
6
0
4
0
7
0
4
?
0
0
1
?
22
0
0
1
49
Tabella n.7:
Illustra una serie di studi condotti sulla lateralit delluso della mano nei
gorilla. S rappresenta il numero dei soggetti che mostrano pi del 50% duso
della sinistra; D quelli che usano la destra; ? indica inoltre il numero dei
soggetti che mostrano una lateralit non chiara.
Da: McGrew, 1993.
153
154
155
Legenda
rs +rs - rs ++
-2
-1
156
che
la
divisione
dei
soggetti
in
gruppi
non
era
157
158
BIBLIOGRAFIA
159
160
161
162
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165
166
167
168
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