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INDICE
DEFINIZIONE DI MARKETING..................................................................................... 3
LORIENTAMENTO DI MARKETING.............................................................................3
1. ORIENTAMENTO ALLA PRODUZIONE...............................................................4
2. ORIENTAMENTO AL PRODOTTO.......................................................................4
3. ORIENTAMENTO ALLA VENDITA.......................................................................4
4. ORIENTAMENTO AL MERCATO..........................................................................4
IL PROCESSO DI MARKETING..................................................................................... 5
FASE DI ANALISI....................................................................................................... 6
1.ANALISI INTERNA............................................................................................... 6
2.ANALISI MICRO.................................................................................................. 7
3.ANALISI MACRO................................................................................................. 8
4.LANALISI SWOT................................................................................................. 8
FASE DI PIANIFICAZIONE......................................................................................... 9
1. LA SEGMENTAZIONE..................................................................................... 10
2. IL TARGETING................................................................................................ 12
3. IL POSIZIONAMENTO (O POSITIONING).....................................................13
4. LA CREAZIONE DI VALORE...........................................................................14
5. IL CUSTOMER RELATIONSHIP MANAGEMENT...........................................18
FASE DI ATTUAZIONE O REALIZZAZIONE............................................................21
1. IL PRODOTTO E/O SERVIZIO (PRODUCT)...................................................21
2. IL PREZZO (PRICE)........................................................................................ 34
3. IL PUNTO VENDITA (PLACE)........................................................................41
5. LA PROMOZIONE (PROMOTION)..................................................................51
FASE DI CONTROLLO.............................................................................................. 64
LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA............................................................................ 65
LA FUNZIONE DI MARKETING..................................................................................66
IL SISTEMA INFORMATIVO DI MARKETING (SIM)...............................................66
1. RILEVAZIONI INTERNE..................................................................................66
2. ATTIVIT DI MARKETING INTELLIGENCE (O RILEVAZIONI DI MERCATO)
67
3. RICERCHE DI MARKETING............................................................................ 67
LA RICERCA DI MARKETING..................................................................................... 67
LAMBIENTE DI MARKETING..................................................................................... 70
1
IL MICROAMBIENTE................................................................................................ 70
IL MACROAMBIENTE............................................................................................... 70
IL COMPORTAMENTO DACQUISTO DEL CONSUMATORE.....................................72
LA PIRAMIDE DEI BISOGNI DI MASLOW..............................................................72
VALORE E SODDISFAZIONE PER IL CLIENTE.......................................................74
IL MERCATO GLOBALE............................................................................................... 76
DEFINIZIONE DI MARKETING
In un significato ampio il Marketing pu essere inteso come LINSIEME DI ANALISI,
DECISIONI E AZIONI RIGUARDANTI IL RAPPORTO FRA LOFFERTA DI UNIMPRESA E LA
DOMANDA DEL MERCATO.
Secondo una recente e generale definizione IL MARKETING infatti definibile come IL
PROCESSO MEDIANTE IL QUALE LE IMPRESE CREANO VALORE PER I CLIENTI E
INSTAURANO CON LORO SOLIDE RELAZIONI AL FINE DI OTTENERE IN CAMBIO UN
ULTERIORE VALORE.
In altre parole, limpresa offre valore al mercato, sotto forma di beni e servizi, per
ottenere in cambio altro valore, normalmente in forma monetaria.
EFFETTIVI
LORIENTAMENTO DI MARKETING
IL MARKETING perci lorientamento dellimpresa a conseguire i propri obiettivi
attraverso il soddisfacimento dei bisogni e dei consumatori.
Le imprese che seguono questo criterio si definiscono MARKETING ORIENTED.
Non c' un modo uniforme di rapportarsi con il mercato, infatti esso dipende dal
contesto geografico, dal momento storico che ogni sistema si trova ad attraversare,
nello stesso contesto storico-geografico dalla capacit delle singole imprese di
rapportarsi in un modo pi o meno innovativo nei confronti della domanda, ecc.
Quali sono i diversi modi (orientamenti) con cui le imprese possono entrare in rapporto
con il mercato di destinazione dei prodotti?
Al riguardo, la letteratura di marketing propone l'analisi evolutiva di questo rapporto
con l'individuazione di 4 orientamenti:
1. ORIENTAMENTO ALLA PRODUZIONE
L'impresa vende ci che sa produrre: concentra cio la propria attenzione sul
miglioramento della
produzione e sull'efficienza distributiva. Tale orientamento si adatta bene quando:
la domanda di un prodotto supera l'offerta (l'impresa deve accrescere il volume
produttivo, anche
per cercare economie di scala, abbassare quindi i costi unitari ed essere pi
competitiva dei
concorrenti);
il costo del prodotto troppo elevato e va quindi ridotto tramite un aumento della
produttivit
(anche in presenza di domanda superiore allofferta, ma spesso si rischia di non
produrre un
prodotto attraente).
2. ORIENTAMENTO AL PRODOTTO
L'azienda si dedica alla ricerca di continui miglioramenti del prodotto.
Tale orientamento genera unattenzione eccessiva per gli aspetti tecnologici. Si rischia
la
cosiddetta "miopia di marketing": limpresa focalizza la propria attenzione su un
prodotto, ma
forse il bisogno del consumatore pu essere soddisfatto con una soluzione
completamente
diversa, proveniente anche da una differente realt settoriale.
3. ORIENTAMENTO ALLA VENDITA
Quando lazienda non riesce a vendere in misura adeguata ai suoi obiettivi pu
cercare di adottare
azioni di vendita su larga scala e aggressive campagne promozionali.
Lorientamento alla vendita tipico dei periodi in cui lofferta supera
quantitativamente la
domanda e di aziende che hanno problemi di eccesso di capacit produttiva.
Limportante in tali
situazioni riuscire a vendere ci che si produce. Cos facendo lazienda si concentra
per su
risultati di breve termine (con la conclusioni di transazioni di vendita) piuttosto che
sullo
sviluppo di durevoli e profittevoli relazioni di lungo termine con i clienti. Per lazienda
4
importante trovare nuovi clienti a cui vendere il prodotto, senza preoccuparsi troppo
della
soddisfazione dei clienti stessi. Il rischio per che il cliente insoddisfatto generi un
passaparola
negativo, con peggioramento dei risultati aziendali nel lungo termine.
4. ORIENTAMENTO AL MERCATO
L'orientamento al mercato (detto anche orientamento di marketing) caratterizzato
dal fatto che
"il raggiungimento degli obiettivi d'impresa presuppone la determinazione dei bisogni
e dei
desideri dei mercati obiettivo, nonch il loro soddisfacimento in modo pi efficace ed
efficiente
dei concorrenti" (Kotler, Armstrong, Saunders e Wong, 2001, p. 17).
Per lorientamento al mercato, presupposto per operare in una logica di marketing, il
punto di
partenza per le decisioni gestionali sta quindi nellindividuazione e nella soddisfazione
dei
bisogni dei clienti.
IL PROCESSO DI MARKETING
Il processo di marketing pu essere sintetizzato in 4 fasi:
1.
2.
3.
4.
FASE DI ANALISI
Il concetto fondamentale alla base del marketing quello dei BISOGNI, cio le
condizioni in cui si percepisce uno stato di privazione. Essi, se plasmati dalla cultura e
dalla personalit individuale si trasformano in DESIDERI, e se supportati dalla potere
dacquisto danno origine alla DOMANDA DI MERCATO. Perci, i bisogni e i desideri dei
consumatori possono essere soddisfatti attraverso le OFFERTE DI MERCATO, cio una
6
1.ANALISI INTERNA
NellANALISI INTERNA vengono analizzati:
- LE RISORSE
- I FATTURATI
- I COSTI DI PRODUZIONE
- GLI OBIETTIVI
Lanalisi interna riguarda soprattutto obiettivi, risorse e organizzazione dellazienda.
Cosa
intende fare lazienda? Quali obiettivi vuole raggiungere? Con quali risorse finanziarie,
umane,
tecnologiche, culturali? Come le organizza? Quali funzioni e processi aziendali?
2.ANALISI MICRO
NellANALISI MICR0 vengono analizzati:
- I CLIENTI
- I FORNITORI
- I PRINCIPALI INTERMEDIARI O STAKEHOLDER DI RIFERIMENTO
- I CONCORRENTI
Lanalisi dei concorrenti detta ANALISI COMPETITIVA ALLARGATA, e secondo
Porter esistono 5 tipi principali di concorrenti, dette LE 5 FORZE COMPETITIVE DI
PORTER (O MODELLO DI PORTER).
Il modello si propone di individuare le forze (e di studiarne intensit ed importanza)
che operano nell'ambiente economico e che, con la loro azione, erodono la redditivit
a lungo termine delle imprese. Tali forze agiscono infatti con continuit, e, se non
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3.ANALISI MACRO
LANALISI MACRO detta PEST O PESTEL ANALYSIS, che un acronimo dei vari
tipi di informazione che analizza:
- P OLITICO
- E CONOMICO
- S OCIALE
- T ECNOLOGICO
- E COLOGICO
- L EGALE
4.LANALISI SWOT
Lanalisi interna ed esterna confluiscono insieme allANALISI SWOT.
L'analisi SWOT, conosciuta anche come Matrice SWOT, uno strumento di
pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza (STRENGTHS), debolezza
(WEAKNESSES), le opportunit (OPPORTUNITIES) e le minacce (THREATS) di un
8
I punti di forza e i punti di debolezza sono elementi indogeni, ossia interni allazienda;
mentre le opportunit e le minacce sono elementi esogeni, ossia esterni allazienda
che possono favorire o ostacolare il mio business.
Una buona analisi swot deve essere sintetica e non contenere pi di tre elementi per
punto:
FASE DI PIANIFICAZIONE
Una Strategia di Marketing il disegno strategico in base al quale limpresa intende
creare valore per il cliente e costruire relazioni profittevoli con questultimo.
In questa fase vengono decisi GLI OBIETTIVI E UNA STRATEGIA DI MARKETING
coerentemente con i risultati della precedente valutazione. Gli elementi della strategia
da definire sono: i mercati obiettivo, a cui rivolgere lofferta; i benefici da offrire; i
vantaggi competitivi (ricorrendo alle generali strategie competitive di differenziazione
o di leadership di costo).
A tal proposito si parla di MARKETING MANAGEMENT che consiste nell'analizzare,
programmare, realizzare e controllare progetti volti all'attuazione di scambi con
mercati-obiettivo per realizzare obiettivi aziendali.
I concetti che guidano il marketing management sono:
Il CONCETTO DI PRODUZIONE (orientamento alla produzione), i consumatori
prediligono i prodotti facilmente accessibili e pi economici, pertanto il management
dovrebbe focalizzare i propri sforzi su una maggiore efficienza delle attivit di
produzione e distribuzione.
Il CONCETTO DI PRODOTTO (orientamento al prodotto) in base al quale i
consumatori preferiscono i prodotti di migliore qualit, caratterizzati da prestazioni
elevate e caratteristiche innovative. Questo implica una strategia di marketing
focalizzata sul continuo miglioramento del prodotto (attenzione allapproccio miope).
Il CONCETTO DI VENDITA (orientamento alla vendita) secondo il quale i consumatori
non acquistano una quantit sufficiente si prodotti a meno che limpresa non
intraprenda sforzi di promozione e vendita su larga scala.
In base al CONCETTO DI MARKETING (orientamento al mercato) il raggiungimento
degli obiettivi aziendali dipende dalla conoscenza dei bisogni e dei desideri dei
mercati obiettivo e della capacit di soddisfare il cliente meglio dei concorrenti. Il
concetto di marketing focalizzato sul cliente in base al meccanismo percezionereazione e si affida a una prospettiva outside-in, cio parte dalla scelta di un
mercato ben definito, si concentra su bisogni del cliente, generando infine un
profitto grazie alla creazione di relazioni durature basate sul valore e sulla
soddisfazione del cliente stesso.
IL CONCETTO DI MARKETING SOCIALE mette in discussione la capacit del concetto
di marketing di valutare i possibili conflitti tra i desideri a breve termine del
consumatore e il suo benessere a lungo termine. In base al concetto di marketing
sociale la strategia di marketing dovrebbe fornire un valore capace di conservare o
migliorare sia la condizione del cliente sia quella della collettivit.
4. LA CREAZIONE DI VALORE
Limpresa pu scegliere diverse potenziali differenziazioni che offrono diversi
vantaggi competitivi:
- LA SCELTA QUANTITATIVA: esistono due scuole di pensiero, la prima ritiene
che limpresa dovrebbe puntare sulla promozione di un unico beneficio
allinterno del mercato obiettivo. La seconda che ritiene che, se due o pi
imprese si contendano il primato per la medesima caratteristica, limpresa
dovrebbe posizionarsi in base a pi elementi di differenziazione;
- LA SCELTA QUALITATIVA: non tutti i fattori di differenziazione presentano la
stessa validit ai fini del posizionamento. Ciascuna differenza pu generare
costi per limpresa e benefici per il cliente. Un attributo merita di essere
sottolineato solo se risulta:
Significativo: lelemento di differenziazione rappresenta un beneficio con un
valore elevato per i consumatori obiettivo
- UNICO: i concorrenti non offrono questa caratteristica
- SUPERIORE: la differenziazione superiore rispetto allofferta della
concorrenza
- COMUNICABILE: la differenza pu essere comunicata e visibile
allacquirente
- ORIGINALE: la differenza non facilmente imitabile
- ACCESSIBILE: gli acquirenti possono permettersi il sovrapprezzo dovuto alla
differenziazione
- PROFITTEVOLE: la differenziazione rappresenta una fonte di profitto per
limpresa
Il posizionamento comporta quindi una PROPOSTA DI VALORE dellimpresa,
ossia linsieme dei benefici e dei valori promessi ai consumatori per il
soddisfacimento dei loro bisogni. La proposta di valore differenzia le marche tra
loro e permette al consumatore di effettuare la propria scelta dacquisto.
Le POSSIBILI PROPOSTE DI VALORE in base alle quali limpresa pu posizionare i
propri prodotti sono:
- BENEFICI ELEVATI A PREZZI ELEVATI: questo tipo di posizionamento consiste
nelloffrire un prodotto o servizio di fascia alta a un prezzo elevato,
proporzionale ai costi sostenuti. Si tratta di unofferta di marketing che non
solo propone una qualit elevata, ma conferisce anche prestigio
allacquirente. In questi casi, spesso la differenza di prezzo supera leffettiva
differenza in termini di qualit.
- BENEFICI ELEVATI A PREZZI MEDI: le imprese possono attaccare il
posizionamento dei concorrenti che puntano su benefici elevati a un prezzo
elevato introducendo una marca di qualit analoga a prezzi pi contenuti.
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LANALISI COMPETITIVA
1. INDIVIDUARE LA CONCORRENZA
Ad un primo livello limpresa pu definire come concorrenti le
imprese che offrono prodotti e servizi analoghi a prezzi simili e alla
stessa clientela.
16
LE STRATEGIE COMPETITIVE
Ogni organizzazione deve stabilire quale approccio sia pi opportuno
in base alla propria posizione allinterno del settore e agli obiettivi, le
opportunit del momento e le risorse disponibili. Persino allinterno
della stessa impresa possono essere necessarie pi strategie per
prodotti o attivit diversi.
Le imprese differiscono tra loro anche nel modo di rapportarsi al
processo di pianificazione di strategia: molte organizzazioni
sviluppano strategie competitive formali che vi si attengono con
rigore, altre invece le elaborano in modo meno formale e scrupoloso.
Gli orientamenti alla strategia e alle pratiche di marketing spesso
attraversano TRE FASI:
1. MARKETING IMPRENDITORIALE: i fondatori colgono unopportunit,
costruiscono strategie flessibili parendo da zero e bussano a ogni
porta cercando lattenzione necessaria.
2. MARKETING CODIFICATO: con il successo le piccole imprese si
orientano inevitabilmente a un marketing pi codificato, sviluppando
strategie formali e attenendovisi rigorosamente
3. MARKETING NEOIMPRENDITORIALE: imprese mature e di grandi
dimensioni cercano di ridefinire continuamente le strategie e i
programmi competitivi incoraggiando liniziativa e lo spirito
imprenditoriale allinterno dellimpresa.
Michael Porter ha definito TRE STRATEGIE VINCENTI DI
POSIZIONAMENTO COMPETITIVO DI BASE:
1. LEADERSHIP GENERALE DI COSTO, con cui limpresa cerca di
ridurre quanto pi possibile i costi di produzione e distribuzione, col
fine di poter praticare prezzi inferiori.
2. DIFFERENZIAZIONE, con cui limpresa si concentra sulla creazione
di una linea di prodotto e un programma di marketing altamente
differenzianti, che la rendano leader di un particolare segmento di
mercato
3. SPECIALIZZAZIONE, con cui limpresa fa convergere i propri sforzi
su un servizio migliore di pochi segmenti, invece di cercare di
soddisfare lintero mercato.
Michael Treacy e Fred Wiersema hanno proposto invece strategie
competitive incentrate sul cliente, in base alle quali le imprese
possono guadagnare la leadership del settore offendo un valore
superiore al cliente (DISCIPLINE DEL VALORE).
1. Superiorit operativa, per cui limpresa offre un valore superiore
dominando il settore in termini di prezzo e praticit per il cliente.
2. Personalizzazione, con cui limpresa offre un valore superiore
grazie ad unattenta segmentazione dei propri mercati e a una
personalizzazione dei prodotti o servizi che consente di soddisfare
esattamente i bisogni dei clienti obiettivo
3. Leadership del prodotto, in cui limpresa offre un valore superiore
tramite un continuo flusso si prodotti o servizio allavanguardia,
18
22
o
o
30
DI COMMERCIALIZZAZIONE.
E. Una volta stabilito il concetto di prodotto e la strategia di marketing,
limpresa pu VALUTARE LATTRATTIVIT ECONOMICA DELLA PROPOS
Lanalisi economica prevede una verifica delle previsioni delle vendit
dei costi e dei profitti per il nuovo prodotto mirata a scoprire se tali
fattori rispondano agli obiettivi dellimpresa. Se i risultati dellanalisi
sono positivi, possibile procedere allo stadio dei sviluppo del prodo
F. Durante la fase di sviluppo del prodotto la Ricerca & Sviluppo o la
progettazione trasformano il concetto di prodotto in un PRODOTTO
FISICO. Questo stadio comporta un notevole incremento degli
investimenti e mostrer se lidea di prodotto possa essere trasforma
in un prodotto realizzabile. Lunit R&S svilupper e sperimenter un
pi versioni fisiche del concetto di prodotto nella speranza di realizza
un prototipo in grado di soddisfare ed entusiasmare i consumatori, c
possa essere sviluppato in fretta e con costi contenuti.
G. Se supera i test funzionali e del consumatore, il prodotto viene
sottoposto alla SPERIMENTAZIONE DI MARKETING, lo stadio in cui il
prodotto e il programma di marketing vengono inseriti in contesti di
mercato pi realistici. La sperimentazione di marketing offre allimpr
unesperienza della commercializzazione del prodotto prima di
affrontare le ingenti spese dellintroduzione definitiva sul mercato e
consente di verificare la validit del prodotto e dellintero programm
marketing.
Con il ricorso ai test di mercato standard limpresa sceglie un piccolo
numero di citt campione nelle quali svolge una campagna di
marketing completa, effettua rilevazioni delle vendite nei vari negoz
sondaggi su consumatori e distributori. I test di mercato standard
possono comportare costi molto elevati e richiedere tempi lunghi, in
la concorrenza pu monitorare i risultati e persino interferire con la
sperimentazione.
I sistemi di test di mercato controllati consentono di controllare il
comportamento dei singoli consumatori rispetto ai nuovi prodotti,
mediante unapposita configurazione, attraverso le pubblicit televis
e le casse dei punti vendita.
I TEST DI MERCATO CONTROLLATI in genere presentano costi pi
contenuti e tempi pi rapidi.
Con I TEST DI MERCATO SIMULATI limpresa mostra a un campione d
consumatori pubblicit e promozioni di una serie di prodotti, fra cui i
nuovo prodotto in prova. In seguito questi consumatori ricevono un
piccolo importo in denaro con linvito a recarsi presso un determinat
punto vendita dove potranno acquistare ci che desiderano e i
ricercatori prendono nota di quanti consumatori acquistano il nuovo
prodotto. In un secondo momento i ricercatori domandano ai
consumatori le motivazioni delle loro decisioni dacquisto e li
intervistano per scoprire latteggiamento nei confronti del prodotto,
loro grado di soddisfazione ed eventuali intenzioni di ripetere lacqui
I test di mercato forniscono alle imprese le informazioni necessarie a
stabilire se sia opportuno proceder al lancio del nuovo prodotto.
H. Se limpresa procede alla COMMERCIALIZZAZIONE, ossia
allintroduzione del nuovo prodotto sul mercato, deve prepararsi ad
affrontare costi molto elevati. La commercializzazione pu comporta
la costruzione o laffitto di uno stabilimento di produzione, ingenti
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34
Ma ovviamente
esistono diversi cicli di
di prodotto.
Per esempio, i prodotti
vita
di
pi
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RETI DI VENDITA
La rete di vendita composta dai soggetti fisici che vendono il prodotto.
Le reti di vendita possono essere:
o RETI DI VENDITA DIRETTE: sono le persone stipendiate e assunte
dallazienda produttrice (essi rappresentano un costo fisso per
lazienda)
o RETI DI VENDITA INDIRETTE: sono gli agenti di vendita (essi
rappresentano un costo variabile per lazienda a seconda del fatturato
che producono. Questi si dividono in: agenti monomandato (sono
mandati da una sola azienda, ossia lazienda produttrice: su questi
lazienda ha un maggior livello di controllo, ma anche maggiori costi)
e agenti plurimandato (sono mandati da una pluralit di aziende: su
questi lazienda produttrice ha minori spesi, ma anche un minor livello
di controllo. Inoltre questi agenti vendono altri prodotti oltre a quelli
dellazienda produttrice).
CANALI DI VENDITA
Il canale di vendita un passaggio che il bene o servizio deve percorrere dal
produttore al consumatore.
45
scopo
commerciale.
impegnate
Per GROSSISTI si
prevalentemente
nella
intendono
vendita
tutte
le
allingrosso,
imprese
cio
che
ai
dettaglianti
ai
consumatori
perch
grossisti
clienti
sulla
concorrenza
sui
nuovi
prodotti
5. LA PROMOZIONE (PROMOTION)
La Promozione consiste nelle attivit mirate a comunicare ai clienti lobiettivo e i
pregi del prodotto.
La COMUNICAZIONE INTEGRATA DI MARKETING, (Integrated Marketing
Communication IMC) costituita dal coordinamento degli strumenti
promozionali (PUBBLICIT, VENDITA PERSONALE, PROMOZIONE DELLE VENDITE,
RELAZIONI PUBBLICHE E DIRECT MARKETING) finalizzato a garantire il massimo
impatto informativo e persuasivo sui clienti. La comunicazione integrata ha lo
scopo di trasmettere un messaggio chiaro, coerente e convincente sulla propria
organizzazione e le relative marche. Perci, la comunicazione integrata di
marketing lega insieme tutti i messaggi e le immagini dellimpresa.
55
64
65
66
IL MODELLO DAGMAR
Un altro degli schemi organici per misurare gli effetti dellazione
pubblicitaria noto come DAGMAR (Defining Advertising Goals for
Measured Advertising Results).
Secondo questo modello, lazione della pubblicit deve fare in modo
che il consumatore diventi innanzitutto consapevole dellesistenza di
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FASE DI CONTROLLO
La fase di controllo prevede il confronto fra risultati raggiunti e programmati, la
rilevazione e lanalisi di eventuali scostamenti. I risultati raggiunti sono conformi alle
attese? Ci sono scostamenti negativi? Quali cause possono averli determinate? Errori
di analisi? Fattori imprevisti e imprevedibili? E possibile definire azioni correttive?
Perci, la fase di controllo di marketing UN PROCESSO DI MISURAZIONE E
VALUTAZIONE DEI RISULTATI DELLE STRATEGIE E DEI PIANI DI MARKETING, CHE
PREVEDE EVENTUALI AZIONI CORRETTIVE VOLTE AL RAGGIUNGIMENTO DEGLI
OBIETTIVI.
I controlli possono essere OPERATIVI, che consistono nella verifica delle performance
attuale dellimpresa a confronto con il piano annuale e, dove necessario, prevedono
della azioni correttive e STRATEGICI, che consistono invece nel verificare laderenza
delle strategie di base dellimpresa alle opportunit offerte dal mercato.
I responsabili di marketing devono garantire che le spese di marketing siano un
investimento profittevole per limpresa. Per far fronte a questa richiesta gli operatori
stanno sviluppando parametri sempre pi efficaci per la misurazione del RETURN ON
INVESTMENTS (ROI: indice di redditivit del capitale investito o ritorno sugli
investimenti), ossia il calcolo del tasso di ritorno sullinvestimento iniziale.
Per valutare la redditivit del marketing stanno perci aumentando i parametri della
performance di marketing, ossia gli indici che monitorano l'andamento di un processo
aziendale.
Essi possono essere principalmente di quattro tipi:
- indicatori generali: misurano il volume del lavoro del processo;
- indicatori di qualit: valutano la qualit dell'output di processo, in base a determinati
standard ( p.e. rapporto con un modello di output, o soddisfazione del cliente);
70
- indicatori di costo;
- indicatori di servizio, o di tempo: misurano il tempo di risposta, a partire dall'avvio
del processo fino alla sua conclusione.
IL PIANO MARKETING perci il risultato delle scelte fatte in tutte queste fasi del
processo di marketing, e cio la strategia che viene adottata da unazienda per il
suo/suoi prodotti.
LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA
Le migliori organizzazioni di marketing impiegano strategie e programmi di marketing
orientati ai clienti, che creano valore per i clienti e relazioni con loro.
La PIANIFICAZIONE STRATEGICA dimpresa il processo di sviluppo e
mantenimento di unaderenza strategica fra gli obiettivi e le capacit
dellorganizzazione e il cambiamento delle opportunit di mercato. La pianificazione
strategica pone le basi per tutte le altre attivit di pianificazione allinterno
dellimpresa.
A livello aziendale il processo di pianificazione strategica si apre con la definizione
dellobiettivo e della missione generale dellimpresa. In un secondo momento la
missione aziendale viene tradotta in dettagliati obiettivi di supporto, che guidano
lorientamento dellintera organizzazione. Successivamente i dirigenti definiscono il
portafoglio di attivit e di prodotti pi indicato per limpresa e stabiliscono la
ripartizione delle risorse.
Molte aziende elaborano una definizione formale della propria MISSIONE AZIENDALE
per esprimere lo scopo dellorganizzazione, ossia gli obiettivi che intendono
raggiungere nel pi vasto ambiente esterno. Le imprese non dovrebbero definire la
propria missione aziendale in base a quello che fanno o producono, ma in base al
modo in cui creano valore per i clienti.
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Sulla base della missione aziendale e degli obiettivi aziendali viene pianificato IL
PORTAFOGLIO DI ATTIVIT, ossia la combinazione di attivit e prodotti sui quali si
regge limpresa. Perch sia efficace il portafogli attivit deve saper sfruttare i punti di
forza e di debolezza dellimpresa per cogliere e opportunit dellambiente esterno. La
pianificazione del portafoglio di attivit prevede unanalisi del portafoglio attuale che
consenta di decidere se e quanto investire nelle attivit esistenti e in un secondo
momento una definizione del portafoglio futuro, con le opportune strategie di crescita
o di riduzione.
Lanalisi del portafoglio di attivit permette ai dirigenti di effettuare una valutazione
dei prodotti e delle attivit attuali dellimpresa. Lobiettivo finale destinare risorse
consistenti alle attivit pi redditizie e ridimensionare o tagliare le attivit pi deboli.
Quindi necessario individuare le SBU (strategic business units o ASA, aree
strategiche di affari) e valutare le potenzialit di ciascuna area.
Dopo aver classificato tutte le SBU, grazie alla matrice BCG, dellimpresa i dirigenti
devono stabilire il ruolo futuro di ciascuna unit: aumentare gli investimenti per
accrescere la quota di mercato, investire quanto basta per mantenere la quota attuale,
eliminare la SBU vendendo o cessando lattivit.
Oltre alla valutazione delle attivit esistenti, la progettazione del portafoglio di attivit
prevede anche lindividuazione dei prodotti e delle attivit da considerare per il futuro.
LA MATRICE PRODOTTO/MERCATO O MATRICE DI ANSOFF, uno strumento utile
per lindividuazione delle opportunit di crescita dellimpresa attraverso le strategie di:
1. Penetrazione del mercato, ossia un aumento delle vendite senza modificare il
prodotto originario, solo attraverso miglioramenti di marketing
2. Sviluppo del mercato, cio individuare e sviluppare nuovi mercati per i prodotti
gi esistenti
3. Sviluppo del prodotto, ossia una modifica dei prodotti esistenti o il lancio di
nuovi prodotti da porre nei mercati esistenti. (per evitare il rapido calo delle
vendite che spesso caratterizza i prodotti di moda)
4. Diversificazione, ossia lapertura o lacquisizione di attivit incentrate su
rapporti e mercati diversi da quelli esistenti
LA FUNZIONE DI MARKETING
LA FUNZIONE DI MARKETING UNA FUNZIONE AZIENDALE COSTITUITA DALLINSIEME
DI RISORSE E ATTIVIT FINALIZZATE ALLA GESTIONE DEL RAPPORTO TRA OFFERTA E
DOMANDA DI PRODOTTI (BENI O SERVIZI).
Uno dei compiti di primaria importanza, nellambito del ruolo svolto dalla funzione di
marketing, riguarda LA RACCOLTA, LELABORAZIONE E LA TRASMISSIONE DELLE
INFORMAZIONI. Esso infatti un REQUISITO ESSENZIALE PER IL SUCCESSO DELLA
PIANIFICAZIONE STRATEGICA DI MARKETING.
LA RICERCA DI MARKETING
La ricerca di marketing sono studi sistematici ad hoc rivolti a raccogliere, analizzare,
valutare e presentare dati e informazioni rilevanti per lassunzione di specifiche
decisioni da parte degli operatori di marketing, ossia di dati pertinenti a un
determinato scenario di marketing dellimpresa.
Il processo della ricerca di marketing si compone di 5 fasi:
1. LA DEFINIZIONE DEL PROBLEMA E DEGLI OBIETTIVI DI RICERCA
10.
LA NATURA DEL PROBLEMA
11.
TIPOLOGIE DI OBIETTIVO: RICERCA ESPLORATIVA / RICERCA DESCRITTIVA /
RICERCA CAUSALE
Lobiettivo della RICERCA ESPLORATIVA consiste nella raccolta preliminare di
informazioni al fine di definire il problema e formulare lipotesi. Lobiettivo della
RICERCA DESCRITTIVA risiede nella descrizione di aspetti quali il potenziale di
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LAMBIENTE DI MARKETING
Il marketing non opera in una realt a s e autosufficiente, ma in ununit pi ampia,
ossia lambiente nel suo complesso: lAMBIENTE DI MARKETING. Lambiente di
marketing si compone di un microambiente e di un macroambiente.
IL MICROAMBIENTE
comprende, oltre allimpresa stessa, tutti i soggetti che influenzano la sua capacit di
servire il cliente:
28.i settori che compongono LIMPRESA (lalta dirigenza, la finanza, la ricerca e
sviluppo, gli acquisti, la produzione e la contabilit),
29.I FORNITORI (che procurano le risorse necessarie alla produzione dei beni e
servizi dellimpresa),
30.GLI INTERMEDIARI DI MARKETING (che collaborano con limpresa per la
promozione, la vendita e la distribuzione dei prodotti agli acquirenti finali),
31.I CONCORRENTI,
32.IL PUBBLICO (ossia un gruppo di individui che possiede uninfluenza o un
interesse effettivo o potenziale sulla capacit dellimpresa di raggiungere i
propri obiettivi).
possibile distinguere sette tipologie di pubblico: GLI OPERATORI FINANZIARI
(banche, societ finanziarie, azionisti) che influenzano la capacit
dellimpresa di ottenere fondi; I MEZZI DINFORMAZIONE; IL GOVERNO,
infatti limpresa deve tenere conto degli sviluppi istituzionali, delle normative
in materia di sicurezza dei prodotti e di trasparenza degli annunci
pubblicitari; LE ASSOCIAZIONI DEI CITTADINI, come le associazioni di
76
causa del forte inquinamento e del riscaldamento globale, nasce perci una
nuova generazione di consumatori molto pi attenta ai problemi e alle
preoccupazioni di natura ambientale, e sempre pi interessata allacquisto di
prodotti green. Si diffondono cos espressioni come eco-marketing,
marketing olistico, green marketing e sustainable marketing.
37.FORZE TECNOLOGICHE: lambiente tecnologico la forza che sembra incidere
maggiormente sulle nostre vite. Lambiente tecnologico soggetto a una rapida
trasformazione e crea nuovi mercati e opportunit. Le normative che regolano la
sicurezza dei nuovi prodotti, frutto dello sviluppo tecnologico, portano ad un
aumento dei costi della ricerca e del tempo che intercorre tra lideazione di un
nuovo prodotto e la sua introduzione sul mercato.
38.FORZE POLITICHE E SOCIALI: Il mercato , per, fortemente influenzato anche
dallambiente politico. In riferimento a questo tipo di forze, si sviluppa
lorientamento definito da Kotler megamarketing, fortemente basato sulla
gestione di elementi esterni allazienda come il governo o i media. Le decisioni
di marketing sono infatti fortemente influenzate dallambiente politico e sociale,
ossia dalla legislazione, dagli organi politico-istituzionali e dai gruppi di
pressione che esercitano la propria influenza o impongono restrizioni alle
organizzazioni e ai singoli individui che compongono la societ. Le ragioni per
lintroduzione di leggi che regloino lattivit commerciale sono molteplici: il
primo motivo la tutela delle imprese dai concorrenti (leggi per la definizione e
prevenzione della concorrenza sleale), il secondo motivo risiede nella tutela del
consumatore dalle pratiche commerciali scorrette come pubblicit ingannevoli o
azioni che potrebbero ledere la privacy del consumatore, e la terza finalit dei
provvedimenti legislativi risiede nella tutela degli interessi della collettivit da
un comportamento privo di regole (costi sociali).
Le imprese allavanguardia nellimpegno sociale incoraggiano i propri
dirigenti ad andare oltre il dettato delle norme scritte. Lasciandosi guidare
dai principi delletica. Queste imprese socialmente responsabili si impegnano
attivamente per tutelare gli interessi a lungo termine di consumatori e la
difesa dellambiente.
Per dimostrare il proprio impegno scoiale e creare unimmagine positiva agli
occhi dei consumatori molte imprese collegano la propria attivit a progetti
di beneficenza. Il cause-related marketing associa lacquisto di prodotti e
servizi alla raccolta di fondi per cause umanitarie o in favore di
organizzazioni benefiche, ed diventato una delle principali formule di
donazione da parte delle imprese.
39.FORZE CULTURALI: infine, da non dimenticare anche limportanza
dellambiente culturale, che porta alla diffusione del cosiddetto trend marketing.
Lambiente culturale si compone delle istituzioni e delle altre forze che
influenzano i valori di base, le percezioni, le preferenze e i comportamenti della
societ. Gli individui crescono in un ambiente sociale che plasma i loro valori e
le loro credenze fondamentali e acquistano una visione del mondo in base alla
quale impostano i rapporti con gli altri. I valori e le credenze che assume un
individuo influenzano poi la sua visione di s, degli altri, della societ e della
natura.
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oggetto di una forte influenza di gruppo devono capire come raggiungere i leader di
opinione, cio le persone che grazie a particolari capacit conoscenze, personalit o
altre caratteristiche esercitano uninfluenza sociale sulle altre. Le decisioni dacquisto
sono influenzate anche da caratteristiche personali quali let, lo stadio allinterno del
ciclo di vita, loccupazione, la condizione economica, lo stile di vita ecc.
Le scelte dacquisto sono cos influenzate da quattro fattori psicologici; motivazione,
percezione, apprendimento e convinzioni.
VALORE E SODDISFAZIONE PER IL CLIENTE
Si detto che il Marketing pu essere interpretato come un processo mediante il quale
le imprese creano valore per i clienti al fine di ottenere in cambio ulteriore valore.
Infatti i consumatori domandano beni e servizi perch ne possono ricavare valore. Ma
quale valore? Che cos il valore per il cliente? Non si pu parlare di valore in termini
oggettivi, perch il valore percepito soggettivamente dai diversi consumatori. Uno
stesso bene pu avere valore per un consumatore e pu non averne per un altro.
Stiamo perci parlando del VALORE PERCEPITO.
Il valore percepito del prodotto - e quindi la decisione di acquisto DERIVA DAL
CONFRONTO (DIFFERENZA O RAPPORTO) FRA ELEMENTI POSITIVI, PREVALENTEMENTE
NON MONETARI (BENEFICI qualit, siccome i benefici sono soggettivi e non
oggettivi), CHE IL CONSUMATORE RICONOSCE AD UNA CERTA OFFERTA ED ELEMENTI
NEGATIVI (MONETARI E NON MONETARI come i costi di tempo, i costi fisici ecc.),
DERIVANTI DALLA STESSA OFFERTA. Solo se dal confronto ne emerge un risultato netto
nullo o positivo per il consumatore (cio solo se i benefici sono uguali o superiori ai
costi), questi decider di acquistare.
Ogni individuo pu avere percezioni diverse del medesimo stimolo per via di tre
processi percettivi: lattenzione selettiva, la distorsione selettiva e la ritenzione
selettiva.
40.LATTENZIONE SELETTIVA la tendenza a ignorare la maggior parte delle
informazioni a cui si esposti.
41. La DISTORSIONE SELETTIVA la tendenza a interpretarle le informazioni in
modo che confermino le proprie opinioni gi esistenti.
42.La RITENZIONE SELETTIVA il processo per cui i consumatori ricordano gli
aspetti positivi di una marca che piace e dimenticano gli aspetti positivi delle
marche concorrenti.
Che cosa determina gli elementi positivi del valore? Quali elementi aumentano i
benefici percepiti? Tra gli elementi negativi del valore, cosa si pu essere oltre al
prezzo? Il processo di valutazione per il cliente una complessa operazione
psicologica, percettiva e cognitiva, che il consumatore / acquirente mette in atto a
partire dallentrata in contatto con una determinata offerta aziendale.
Il CONTATTO CON cui il consumatore entra in rapporto con LOFFERTA AZIENDALE pu
essere:
- DIRETTO (ad esempio nel punto vendita)
- INDIRETTO (tramite lesposizione pubblicitaria, ad esempio)
Per giungere allattribuzione di valore ad una determinata offerta, e quindi per
decidere se acquistarla o meno, il consumatore fa un confronto fra gli elementi positivi
e quelli negativi connessi allofferta stessa. In termini razionali, il consumatore
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acquista il prodotto solo se gli elementi positivi superano o almeno eguagliano quelli
negativi. In pratica lattribuzione del valore e quindi il valore netto percepito deriva da
un processo implicito (valore percepito come sintesi soggettiva delle componenti
positive e negative).
LA VALUTAZIONE del prodotto da parte del cliente avviene:
- EX ANTE, cio prima di fare lacquisto: in tal caso la valutazione necessaria per
valutare se acquistare o meno; si acquista se c unaspettativa di componenti positive
maggiori o uguali a quelle negative;
- EX POST, cio dopo lacquisto: in tal caso il cliente esprime il suo grado di
soddisfazione-insoddisfazione mediante un implicito confronto fra aspettative
precedenti e prestazioni effettivamente percepite dopo lacquisto del prodotto.
Dal confronto successivo allacquisto si possono verificare le seguenti situazioni:
43.ELEVATA SODDISFAZIONE: PRESTAZIONI VALUTATE EX-POST > PRESTAZIONI
ATTESE EX-ANTE
44.SODDISFAZIONE: PRESTAZIONI VALUTATE EX-POST = PRESTAZIONI ATTESE EXANTE
45.INSODDISFAZIONE: PRESTAZIONI VALUTATE EX-POST < PRESTAZIONI ATTESE EXANTE
Le aspettative del cliente assumono quindi una rilevanza fondamentale: per un dato
prodotto, lacquisto avviene solo se le aspettative (cio il valore atteso) sono superiori
a quelle relative ad altri prodotti; tuttavia, pi alte sono le aspettative pi alto il
rischio di andare incontro a insoddisfazione post-acquisto.
LE ASPETTATIVE SONO INFLUENZATE DA DIVERSI FATTORI:
- ESPERIENZE PRECEDENTI DEL CLIENTE
- OPINIONI DI ALTRI (AMICI, COLLEGHI, )
- INFORMAZIONI E CONOSCENZA DEL PRODOTTO
- PROMESSE DELLE IMPRESE
Si comprende facilmente la rilevanza del ruolo dellazienda nellinfluenzare in vario
modo le aspettative del cliente (ad esempio attraverso la pubblicit o la vendita
personale).
Ma evidente anche che unazienda non deve solo soddisfare i bisogni e le
aspettative dei suoi clienti, ma deve anche guadagnare un margine di contribuzione
per sopravvivere, ossia raggiungere il cosiddetto BEP, ovvero quando i costi variabili
superano quelli fissi. Quindi, IL MARGINE DI CONTRIBUZIONE LA DIFFERENZA FRA
I COSTI VARIABILI E QUELLI FISSI.
Siccome, ovviamente, se non raggiungo un certo margine di contribuzione non posso
soddisfare i clienti, e viceversa.
Perci, gli operatori di marketing sono interessati alle convinzioni dei consumatori sui
prodotti in quanto queste rappresentano la base delle immagini di prodotto e di marca
che influenzano il comportamento dacquisto.
Esistono infine diverse TIPOLOGIE DI COMPORTAMENTO DACQUISTO:
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IL MERCATO GLOBALE
LIMPRESA GLOBALE
Unimpresa globale unorganizzazione che, operando in pi paesi, acquisisce
vantaggi di marketing, produzione R&S e finanziati non disponibili ai concorrenti che si
limitano al mercato nazionale. Limpresa globale vede il mondo come un unico
mercato, supera i confini nazionali e sviluppa marche transnazionali.
Prima di decidere se operare a livello internazionale, limpresa deve COMPRENDERE
LAMBIENTE DI MARKETING INTERNAZIONALE, comprendere le nuove opportunit ma
anche i nuovi problemi.
IL SISTEMA COMMERCIALE INTERNAZIONALE
Le imprese devono per prima cosa comprendere il sistema commerciale
internazionale: i governi stranieri potrebbero applicare a certi prodotti importati dazi o
imposte finalizzate a incrementare le entrate o a proteggere le imprese locali dalla
concorrenza, oppure potrebbero definire una quota delle importazioni di beni stranieri
nel paese per proteggere, oppure imporre controlli valutari che limitano la quantit di
valuta estera e controllano i tassi di cambio. A tutto questo si aggiungono le barriere
commerciali non tariffarie come discriminazioni negli appalti per imprese di
determinati paesi.
IL GENERAL AGREEMENT ON TARIFFS AND TRADE (GATT) un trattato del 1947 per
promuovere il commercio mondiale tramite la riduzione delle tariffe e di altre barriere
commerciali internazionali. Laccordo promuove una crescita commerciale globale di
lungo periodo ed ha contribuito ad una riduzione delle tariffe doganali e a rafforzare la
protezione internazionale dei diritti dautore, dei brevetti, dei marchi commerciali e di
altre forme di propriet intellettuale.
LA WORLD TRADE ORGANIZATION (WTO) un organizzazione la cui finalit
lapplicazione delle regole emanate dal GATT, in linea generale la WTO svolge una
funzione di controllo.
Alcuni paesi hanno istituito delle AREE DI LIBERO SCAMBIO O COMUNIT
ECONOMICHE, ossia gruppi di nazioni tese a realizzare obiettivi comuni nella
regolamentazione del commercio internazionale. Prima fra tutte vi lUnione Europea,
istituita nel 1957. Nel 1994 il NORTH AMERICA FREE TRADE AGREEMENT (NAFTA) ha
istituito unarea di libero scambio che comprende gli Stati Uniti, il Canada e il Messico
e sin seguito al successo del NAFTA nel 2005 stato istituito il CAFTA, unarea di
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libero scambio tra Stati Uniti, Costa Rica, Repubblica Domenicana, El Salvador,
Guatemala, Honduras e Nicaragua.
LAMBIENTE ECONOMICO
DUE FATTORI ECONOMICI RIFLETTONO IL GRADO DI ATTRATTIVIT DI UN MERCATO:
LA STRUTTURA INDUSTRIALE DEL PAESE E LA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO.
-
LA STRUTTURA INDUSTRIALE
possibile distinguere quattro tipologie di strutture industriali:
1. ECONOMIE D I SUSSISTENZA, in cui la maggioranza della popolazione
si dedica ad attivit agricole e consuma la maggior parte della
produzione e il rimanente viene barattato.
2. ECONOMIE DI ESPORTAZIONE DELLE MATERIE PRIME, ricche di
risorse ma povere sotto altri aspetti, dove la maggior parte delle entrate
deriva appunto dallesportazione di tali risorse.
3. ECONOMIE IN VIA DI INDUSTRIALIZZAZIONE sono paesi in cui la
produzione industriale rappresenta il 10 o 20% delleconomia. Con
lincremento della produzione il paese necessit di una maggiore
importazione di materie prime e attrezzature pesanti.
4. ECONOMIE INDUSTRIALI, ossia paesi grandi esportatori di prodotti
industriali, servizi e beni di investimento, che scambiano i prodotti finiti
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LAMBIENTE POLITICO-LEGALE
Lambiente politico- legale dei vari mercati estremamente eterogeneo. Nel
considerare si portare o meno il proprio business in un dato paese, unimpresa deve
considerare fattori quali latteggiamento nei confronti dellacquisto internazionale, la
burocrazia della pubblica amministrazione, la stabilit politica e la legislazione
monetaria.
Le imprese devono tenere presente la regolamentazione monetaria dei paesi in cui
operano, infatti i venditori generalmente vogliono trarre profitto da una VALUTA
FORTE.
Molte nazioni per non dispongono di una valuta forte in misura sufficiente a pagare le
importazioni, quindi preferiscono pagare con altri beni praticando una formula di
scambio detta COUNTERTRADE, che pu assumere diverse forme:
-
LAMBIENTE CULTURALE
Le imprese devono considerare anche linfluenza del contesto culturale sulle reazioni
del consumatore in ciascuno dei mercati in cui operano, nonch limpatto delle proprie
strategie sulle culture locali. Prima di strutturare un programma di marketing, il
venditore deve comprendere il modo in cui i consumatori dei vari paesi considerano e
utilizzano determinati prodotti.
LE MODALIT DI INGRESSO
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Dopo aver deciso in che mercato estero operare, limpresa deve stabilire le modalit di
ingresso pi appropriata. Le alternative sono LESPORTAZIONE, LA JOINT VENTURE E
LINVESTIMENTO.
-
LESPORTAZIONE
Il modo pi semplice per entrare in un mercato straniero consiste
nellesportazione. Limpresa pu limitarsi a un approccio passivo,
caratterizzato dallesportazione sporadica degli eccessi di produzione,
oppure pu impegnarsi attivamente per espandersi in un determinato
mercato. I beni prodotti nel paese di origine possono essere modificati per il
mercato estero o rimanere invariati. Lesportazione una strategia che
richiede i minori cambiamenti nelle linee di prodotto, nellorganizzazione,
negli investimenti e nella missione dellimpresa. In genere le imprese
iniziano con unesportazione indiretta, operando tramite intermediati di
marketing indipendenti che mettono a diposizione le proprie competenze e
servizi necessari, quindi il margine di errore e il rischi sono limitati.
Lesportazione diretta, invece, prevede la gestione autonoma delle attivit di
esportazione e i rischi sono molto pi elevati ma lo stesso vale per i benefici.
LA JOINT VENTURE
Il secondo metodo per entrare in un mercato estero consiste nella creazione
di una joint venture, ossia nellassociazione con imprese straniere per la
realizzazione o la commercializzazione di prodotti o servizi.
Esistono quattro tipologie di joint venture: LA CONCESSIONE DI LICENZE, I
CONTRATTI DI LAVORAZIONE PER CONTO, I CONTRATTI DI MANAGEMENT E LE
SOCIET MISTE.
1. La CONCESSIONE DI LICENZE consente di entrare facilmente nel
marketing internazionale: limpresa strine un accorso con un licenziatario,
il quale, impegnandosi a corrispondere un compenso o una royality,
acquisisce il diritto di impiegare il processo di produzione, il marchio
commerciale, il brevetto, il segreto commerciale o altri elementi di valore
dellimpresa. Con questa formula limpresa pu entrare nel nuovo
mercato facilmente e con un basso rischio, per detiene un controllo
inferiore.
2. Unaltra opzione consiste nei CONTRATTI DI LAVORAZIONE per conto, cio
accordi stipulati dallimpresa con produttori esteri per la realizzazione di
prodotti o la fornitura di servizi. Gli svantaggi sono un basso grado di
controllo sul processo di produzione e sulla perdita di profitti potenziali
sulla produzione. I benedici sono invece un ingresso rapido e poco
rischioso.
3. Con i CONTRATTI DI MANAGEMENT limpresa mette le proprie competenze
gestionali a disposizione di unimpresa estera che, invece, fornisce il
capitale operativo.
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LINVESTIMENTO
Linvestimento diretto consiste nello sviluppo di stabilimenti di produzione o
di assemblaggio in territorio straniero. Se limpresa possiede gi
unesperienza di esportazione e se il mercato sufficientemente vasto,
lapertura di stabilimenti di produzione allestero presenta numerosi
vantaggi. Limpresa pu godere di una riduzione dei costi di una riduzione
dei costi in termini di manodopera, materie prime o spese di spedizione e di
incentivi da parte del governo straniero. Il principale svantaggio dato
dallelevato livello di rischio.
IL MARKETING GLOBALE
Le imprese che operano in uno o pi mercati esteri devono stabilire se e in che misura
adeguare le strategie e i programmi di marketing alle condizioni locali. A un estremo
troviamo le imprese globali che si attengono a un MARKETING GLOBALE
STANDARDIZZATO, adottando approcci strategici e un marketing mix pressoch
invariati in tutto il mondo. Allestremo opposto c il MARKETING GLOBALE
LOCALIZZATO in cui il produttore adegua i elementi della strategia e i programmi di
marketing a ciascun mercato obiettivo.
Alcuni operatori di marketing ritengono che la tecnologia stia avvicinando tutti i paesi
del mondo, rendendo le esigenze dei consumatori sempre pi simili. Nonostante la
convergenza globale i consumatori di paesi diversi possiedono comunque un bagaglio
culturale molto eterogeneo, QUINDI PREFERIBILE PENSARE GLOBALMENTE E AGIRE
LOCALMENTE, CERANDO UN EQUILIBRIO FRA STANDARDIZZAZIONE E ADATTAMENTO
ALLE SINGOLE REALT.
ESISTONO CINQUE STRATEGIE PER LADEGUAMENTO DEL PRODOTTO ALLE
STRATEGIE DI COMUNICAZIONE DI MARKETING AL MERCATO GLOBALE.
-
LESTENSIONE
DI
PRODOTTO DIRETTA consiste
nella
commercializzazione del prodotto in un mercato estero senza apportarvi
alcuna modifica. Lestensione diretta una strategia interessante in quanto
non implica alcun costo aggiuntivo in termini di sviluppo del prodotto,
cambiamenti nella produzione o nuove attivit promozionale. Nel lungo
periodo per pu dimostrarsi costosa se i prodotti non riescono a soddisfare i
consumatori stranieri.
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