Sei sulla pagina 1di 16

RICERCA DEL SILENZIO INTERIORE

Praticare una qualsiasi delle tecniche contenute nella sezione dedicata alla sospensione del dialogo
interno (capitolo VI, libro "Gli Insegnamenti di Don Carlos", di Victor Sanchez.).

Modifica del dialogo interno


Cambiare i pensieri logoranti in uno dei seguenti modi:
- Senza cercare di cambiarne il contenuto, pensarli in rima.
- Farne una canzone.
- Pensarli al rovescio.
- Pensarli in una lingua che non ci sia familiare.
- Pensarli attribuendo un numero ad ogni lettera, sommando poi lettere e parole per conoscere il
risultato numerico dei propri pensieri.
- Ripetere le tabelline di moltiplicazione.
- Ripetere una preghiera di una religione che non sia la propria.
- Pensarli imitando lo stile di qualche comico televisivo.
- Inventarsi le proprie varianti.

TECNICA PER IL RISPARMIO DI ENERGIA E


IL BENESSERE
Praticare strettamente, per un periodo di tre giorni o pi una
regola d'oro: non criticare, non condannare, non lamentarsi.
Passato questo periodo, se ne pu iniziare un altro, o lasciar trascorrere un po' di tempo prima di
ricominciare.

TECNICA DEL SILENZIO


Dato che molte delle nostre abitudini logoranti sono in rapporto con il parlare, interrompere
queste attivit normalmente risulta molto benefico, specialmente per i chiacchieroni. Si
raccomanda di essere molto attivi e di entrare il pi possibile in relazione con altre persone
(parlatori o meno) durante l'esecuzione della tecnica.

IL DIALOGO INTERNO
II dialogo interno la conversazione mentale che sosteniamo costantemente con noi stessi e
rappresenta l'espressione pi immediata della descrizione assimilata da ciascuno di noi.
In pratica si tratta di un guardiano, il cui compito fondamentale quello di proteggere la
descrizione, alimentandola con il suo stesso contenuto (i pensieri) e generando inoltre il "fare" che
la rinforza.
A causa delle cose che ognuno racconta a se stesso, percepiamo il mondo nella maniera in cui siamo
soliti farlo e ci comportiamo di conseguenza.
Questo a sua volta tende a confermare il contenuto del dialogo interno e della descrizione stessa,

fino ad arrivare a sostituire la realt intorno a noi con i nostri pensieri.


A forza di formulare pensieri su ci che stiamo vedendo (il mondo, le cose, le persone o noi stessi),
finiamo con lo scambiare i nostri pensieri per la cosa reale.
Ci raccontiamo che il mondo come lo pensiamo e restiamo convinti che quel racconto sia la realt
stessa. Naturalmente, tutto ci che accade come conseguenza del chiacchiericcio interno si ferma
quando riusciamo a far star buono il pensiero.
La capacit di fermare il dialogo interno la chiave del mondo degli stregoni, che, per poter
percepire il mondo in termini diversi dalla descrizione ordinaria, utilizzano un secondo anello di
potere, che permette loro di costruire un altro mondo (l'anello del "non-fare").
Bench tutti possiedano questo secondo anello, utilizzarlo diventa possibile solo bloccando la
funzione del primo, il che nella vita della gente normale capita molto di rado.

IL "NON-FARE"
La descrizione ordinaria del mondo ci costringe a comportarci sempre secondo le sue indicazioni,
quindi tutte le nostre azioni emanano dalla descrizione e a loro volta la convalidano. Queste azioni
sono conosciute come il "fare" e combinate con la descrizione costituiscono un sistema che si
autoalimenta da solo. Il non-fare qualsiasi tipo di azione che non sia coerente con la nostra
descrizione del mondo o di noi stessi.
Il non-fare interrompe il flusso della descrizione e tale interruzione a sua volta sospende il fare
del mondo conosciuto. Quindi il non-fare il mezzo che apre il cammino verso il lato ignoto della
realt.
la porta di accesso al nagual, la realt separata e per ci che riguarda la persona, la
consapevolezza dell'altro io. Il non-fare praticato nella consapevolezza del lato destro possiede la
facolt di portarci verso il lato sinistro.
Praticandolo in modo costante si creano dei punti di contatto tra i due lati e poco a poco tali contatti
possono avvicinarci all'integrazione tra le due forme di consapevolezza, risultando nella "totalit di
se stessi".

L'EGO COME PARTE DELLA DESCRIZIONE


Tutto ci a cui ci riferiamo quando diciamo "io" fa parte della descrizione che abbiamo assimilato e
crea il sistema di pensiero chiamato Ego (o mente della scarsit e della paura).
LEgo ci mantiene incatenati a un determinato modo di percepirci e di comportarci. Questo modo,
malgrado sembri assoluto e definitivo, pu essere interrotto o sospeso del tutto, aprendo possibilit
illimitate rispetto a ci che possiamo essere o fare. In tal senso il non-fare, che sospende il flusso
della descrizione, una porta verso la libert e il cambiamento.
Quando, per mezzo dei non-fare interrompiamo il flusso della descrizione della nostra persona, ci
liberiamo dall'incantesimo dell'Ego, che consiste nel farci credere di essere lui a costituire la nostra
unica realt.
Possiamo riconoscere allora la nostra natura di campi di energia, liberi e fluidi, e possiamo
dedicarci al compito di reinventare noi stessi, in un modo volontario e intenzionale, che ci permetta
di rispondere liberamente alle situazioni che ci si presentano di momento in momento.

INTRODUZIONE AGLI ESERCIZI

RELATIVI AL CANCELLARE LA STORIA


PERSONALE
Ogni essere umano viene al mondo con determinate caratteristiche ereditate dai suoi antenati.
Principalmente dai genitori, bench di fatto l'eredit venga da molto pi indietro, includendo i
nonni, i bisnonni e cos via (l'influenza degli antenati tuttavia tanto minore quanto pi lontana la
generazione in questione).
I genitori ci trasmettono non soltanto la loro eredit biologica, ma anche un'eredit "energetica",
quanta dipende da quanta energia possiedono e quanta ne cedono al nuovo essere al momento del
concepimento.
Se la persona viene concepita con un alto grado di passione il nascituro viene alla luce "forte". Se al
contrario la persona viene concepita in un alto livello di "civilizzazione" (sesso molto noioso),
nascer con un livello di energia molto basso.
Fortunatamente, l'eredit energetica non l'unico fattore che determina il nostro livello di energia
nella vita, ma conta molto anche la forma in cui la utilizziamo.
Cos chi ha poca energia, ma la utilizza in maniera ottimale, si trover sicuramente in una
situazione migliore di chi possiede molta energia superflua e fuori controllo.
Chi nato con poca energia, ma lavora per utilizzarla in modo adeguato (impeccabilit),
necessariamente la incrementa.
Chi nato con un alto livello energetico spesso diventa pigro e debole, a causa delle facilitazioni
che tale livello gli offre.
In ogni modo non esiste una regola generale e il risultato dipende solo dallo sforzo personale di
ciascuno, nessuno condannato dalla sua nascita o dal suo passato, pu cambiare l'uso della sua
energia, restaurarla o incrementarla.

LA DESTRUTTURAZIONE DELL'EGO
I non-fare dell'io personale sono un'area specifica di lavoro, inclusa all'interno dell'area pi grande
dell'Agguato. Le sue mirano alla destrutturazione dell'ego individuale del guerriero e quindi della
sua visione ordinaria del mondo, poich, come gi sappiamo, le due cose sono reciproche.
Si notano tre forme principali d non-fare dell'io personale:
usare la morte come consigliera,
perdere l'importanza
cancellare la storia personale.
Tutte insieme, tendono a produrre quella che potremmo definire destrutturazione dell'ego. Tale
destrutturazione, in chi ha lottato per ottenerla, una porta verso la libert, mentre nella vita della
gente comune, che a volte vi giunge a causa di una forte crisi emotiva, pu essere la porta della
pazzia.

SCHIAVI DI UNA DESCRIZIONE


Quando dico ego, voglio significare tutto ci a cui ci riferiamo quando pronunciamo la parola "io".
L'ego pi o meno sentiamo che si trova nella testa, dietro gli occhi, non il mio corpo ", sentiamo il
corpo ma qualcosa che "io" possiede e usa, per spostarsi, per mostrarsi agli altri e per varie altre
cose. Per questo dico: il "mio" corpo. Non la mia energia, non si identifica col campo di energia che

il nostro essere e che si estende al di l dei limiti della nostra pelle. Come gente comune, non
possiamo nemmeno concepire una cosa del genere, figuriamoci considerare questo campo parte
dell`io".
Di cosa fatto allora questo io? La risposta assurda ma vera: di niente. Ecco alcune risposte
tipiche di una persona normale:
- Bene, io, in realt, come dire... ah, ecco! - Sono una persona molto sincera.
- Sono il figlio di mia madre. - Sono un buon marito.
- Sono un po' pigro.
- Sono timido con le donne.
- Sono, bla, bla, bla.
- Sono, eccetera, eccetera.
Esatto. L'ego tutte queste cose. questa descrizione. Precisamente. L'ego una descrizione.
Nient'altro. Parole, solo parole. Non ha una realt specifica. O meglio, l'ego una massa specifica di
nulla, la cui quasi-realt deriva dalla nostra insistenza nel comportarci come se fosse reale. La verit
che un essere umano non nulla di ci che contenuto nella descrizione del suo ego, bench
creda di esserlo e per quanto si comporta in accordo a quella descrizione.
Le sue abitudini, sono l'espressione attiva del contenuto della descrizione che si chiama ego: per
provarlo basta praticare i non-fare dell'io personale. Praticando il non-fare ci si scopre capaci di
realizzare una quantit enorme di azioni considerate impossibili dalla descrizione. E questa
certamente una buona notizia.

AGIRE CON SCOPO


Qualunque atto compiuto da una persona in disaccordo con il contenuto della descrizione che
chiama "io", un "non fare dell'io personale" che pu essere realizzato.
Siamo stati addestrati a considerare l'ego come la nostra unica realt, a credere che davvero siamo
"lui" e che continueremo ad esserlo fino alla fine. Siamo stati addestrati a dimenticare che non lo
siamo stati sempre, che una volta eravamo "senza forma" e che questo ci permetteva di
meravigliarci, di sentire ogni
cosa e ogni essere come una scoperta, un mistero.
Abbiamo perso queste capacit perch ci hanno insegnato a credere di essere qualcosa di definito e
delimitato (1'ego) e noi abbiamo fatto con il mondo e con gli altri.
Cos siamo riusciti a dare realt all'incantesimo di magia nera che la vita dell'uomo moderno:
ridurre l'inconcepibile, il mistero e la meraviglia di essere vivi a una
stupidaggine.
Ci rinchiudiamo in una prigione e la chiamiamo "io". Ma ci sono buone notizie. Non siamo
condannati a vivere per sempre intrappolati in questa descrizione. Possiamo destrutturarci.
Possiamo cancellare la storia personale. Possiamo essere liberi un'altra volta.

LA DETERMINAZIONE DEL PASSATO


La maniera in cui l'uomo comune utilizza la sua energia non frutto del caso o di una scelta, ma
determinata dal suo passato.
Anche se l'uomo moderno crede di essere libero, in realt la possibilit di scegliere si applica solo a
una piccola parte delle sue azioni. Determinano il nostro esistere quotidiano il condizionamento
biologico, e quello della nostra storia (classe sociale, nazionalit, sesso, carattere, personalit,
religione, ideologia politica, complessi e traumi). In realt, quando crediamo di decidere, non

stiamo facendo altro che compiere le azioni per le quali il nostro passato ci ha programmato, come
una macchina che effettua solo le operazioni per le quali stata progettata. Cos vengono
determinate le nostre credenze, i desideri, le scelte, le limitazioni, le debolezze e i talenti. Non
scegliamo con chi parlare, con chi entrare in rapporto, i luoghi che
frequentiamo o quelli che evitiamo, perch dietro ognuna di queste scelte sta la nostra storia
personale, il nostro ego ne lespressione.
Ego e storia personale sono intimamente connessi, lEgo l'espressione operativa della storia
personale. infatti il nostro Ego che ci costringe quotidianamente a sostenere la storia personale e
ad agire secondo i suoi dettami. Cos la storia si rinnova e lEgo ne risulta rafforzato. L'uso che
facciamo della nostra energia come persone comuni, cio le azioni che realizziamo, risponde a una
determinazione del nostro passato, nella quale normalmente non interviene la volont.
Cancellare la storia personale il pi generale dei non-fare dell'io personale, perch in qualche
modo ingloba tutti gli altri. Suppone la fine della relazione di causa ed effetto tra il nostro passato e
il nostro
presente. Questa possibilit di solito ci sembra strana, forse per la nostra tendenza a supporre che il
passato sia non solo la base del presente, ma anche qualcosa di inamovibile. Ragion per cui si
converte nella scusa perfetta per non cambiare. Le persone affermano di voler cambiare, mentre allo
stesso tempo fanno tutto il possibile per mantenersi uguali. Generalmente si giustificano con il
passato. " che non ho mai imparato a essere disciplinato...", " che sono debole... ", " che in casa
mi hanno protetto troppo...", che, che, che... sempre in relazione al passato.
D'altra parte cancellare la storia personale una possibilit magica, che difficilmente entra nella
logica razionale. La possibilit non riguarda il potere di cancellare le azioni passate, ma la capacit
di rinunciare alla relazione che abbiamo stabilito con esse, la cui espressione il nostro modo di
essere e il nostro modo di vivere. Se la mia storia personale l'ostacolo principale al cambiamento e
alla libert, allora il poterla cancellare rappresenta anche l'opportunit di essere libero. Resistiamo al
cambiamento perch ci crediamo incapaci di realizzare qualunque cosa che non sia inclusa
nell'inventario delle nostre azioni passate. Quando lottiamo per cambiare, la nostra storia personale
diventa il maggior ostacolo da vincere.
Le persone che ci conoscono tendono a opporsi, dato che, essendosi familiarizzate con la nostra
storia personale, non ammettono che agiamo in disaccordo con essa.
L'incontro con l'ignoto li pone di fronte al problema di non sapere come comportarsi, di fronte a
qualcosa per cui non sono stati addestrati e quindi tenteranno di evitarlo. "Che ti succede? Sei
diventato pazzo, non riesco a capirti. Eri meglio prima, meglio alcolizzato e drogato che pazzo...".
La storia personale ci dota di una o pi etichette in base alle quali riduciamo la nostra persona al
dettato di alcune caratteristiche. Allo stesso modo classifichiamo tutti coloro che conosciamo,
secondo etichette simili che deriviamo dalla loro storia personale, reale o immaginaria. Poich non
possiamo trattare con il mistero, preferiamo trattare con delle etichette. per questo che nessuno ci
sorprende. Pi siamo rapidi nell'appiccicare etichette, pi ci crediamo sicuri di noi stessi. Se volete
liberarvi dal fardello di ci che gli altri pensano di voi cancellatevi, create intorno a voi una nebbia
che vi trasformi in un essere misterioso e imprevedibile. Lo stratagemma non diretto solo verso gli
altri. Bisogna cancellarsi fino a diventare sconosciuti anche per se stessi. Secondo il terzo principio
dell'agguato:
il praticante deve considerare s come un mistero in pi tra i misteri del mondo. Perdita le certezze
rispetto a ci che supponiamo di essere, coincide con la perdita di certezza rispetto a ci che
normalmente consideriamo il mondo reale. La realt dell'Ego e la realt esterna non sono altro che
descrizioni. Da ci consegue che il processo di cancellazione non si applica solo alla storia
personale, ma anche alla descrizione ordinaria del mondo. Il campo di coscienza che si apre oltre la
descrizione il campo dell'ignoto, dove niente scritto, n il mondo n noi stessi. Per questo il
campo dove possiamo creare, scegliere, essere qualunque cosa vogliamo. il campo della libert.

EGO: IL RITRATTO VERBALE


Consiste di un ritratto scritto, il pi fedele possibile, di noi stessi e del nostro modo di vivere, ma in
terza persona, come se si trattasse di qualcun altro.
Dovr contenere:
- Nome. Et.
- Tratti fisici.
- Modo di vestire.
- Modo di essere.
- Stato di salute.
- Luoghi che frequenta.
- Luoghi che evita.
- Stati d'animo pi comuni.
- Tipo di gente che frequenta.
- Tipo di gente che evita.
- I suoi tipi di lavoro e quello attuale
- Caratteristiche della vita emotiva.
- L'immagine che proietta verso gli altri.
- Routines quotidiane.
- Routines strutturali interne (cicliche)
- Modo di parlare.
- Temi di conversazione preferiti.
- Come e dove passa il tempo libero.
- Modo in cui vive la sessualit.
- Situazione economica.
- Maggiori virt.
- Maggiori difetti.
- Le migliori cose che ha fatto.
- Le peggiori cose che ha fatto.
- Il meglio che gli capitato.
- Il peggio che gli capitato.
COMMENTI ALLA TECNICA
molto importante scrivere la descrizione in terza persona, elaborandola con freddezza, come se si
trattasse di qualcuno di cui non c'importa nulla n a favore n contro. Se eseguiamo l'esercizio con
coscienza, arriveremo ad avere, semplicemente, la descrizione che si chiama Ego ed Ego non altro
che questa descrizione. Ci che conoscevamo come "Io" assume la sua vera dimensione: una
descrizione che, come quella scritta sulla carta, possiamo modificare o gettare nella spazzatura.

ATTINGERE ENERGIA DAL SOLE


Perch questa tecnica sia efficace, necessario che chi la esegue disponga di un po' di energia libera
e sappia scegliere con sensibilit il momento adeguato per creare un contatto.
Potete Catturare l'energia del Sole sia al tramonto che all'alba... Le braccia vanno sollevate poco a
poco, con le palme verso il sole, concentrandosi sulla sensazione di calore, nell'atteggiamento di
ricevere energia.

L'esercizio si prolungher fino al ricevimento di un "avviso" dal corpo, come per esempio una
sensazione di catarsi, un'esplosione interna, un totale esaurimento, la sensazione di bruciare senza
dolore, un'estasi, o qualsiasi altro tipo di sensazione soggettiva che ci fa capire di aver raggiunto la
massima intensit.
Non ritirarsi dal luogo dell'esercizio finch la respirazione e le funzioni vitali non siano tornate
completamente normali.

LA MORTE COME CONSIGLIERE


Quando vi sentite consumare dal vivere o che siete sul punto di crollare, ricordatevi della vostra
morte.
La tecnica consiste nel prendersi un momento fuori dalla dinamica degli avvenimenti quotidiani, per
verificare la situazione in cui ci troviamo alla luce della nostra morte imminente.
specialmente utile nei momenti in cui l'importanza personale, in qualcuna delle sue varianti, si sta
impossessando della nostra persona e del nostro momento. Quando ci stiamo compatendo, quando
sentiamo che stiamo perdendo qualcosa di grande valore, quando sentiamo che ci offendono,
quando proviamo rancore o desiderio di vendetta, quando ci stiamo aggrappando a qualcosa che in
realt abbiamo gi perso, quando siamo meschini e ci neghiamo all'amore, quando abbiamo paura o
non abbiamo il coraggio di agire come in fondo vorremmo. In momenti come questi, bisogna
prendersi un istante per guardare gli occhi bui della morte e chiederle che ci consigli.
La morte elimina la meschinit e la paura e mette ogni cosa al suo posto, nella giusta prospettiva.
Allora potremo vedere che, confrontate dalla morte, anche le situazioni pi tremende del mondo
quotidiano, in realt sono insignificanti.
Siamo vivi. La morte ci aspetta.
Questa l'unica cosa che davvero importa. Il resto sono sciocchezze.

ENERGIA E POTERE PERSONALE


Riguardo alla nostra natura di campi di forza, possiamo delineare alcune premesse
fondamentali:
- Tutto quanto un essere vivente fa e tutto quanto gli accade, determinato dal suo livello di energia
(potere personale).
Il livello di energia di ogni essere dipende da tre fattori fondamentali:
- la quantit di energia con cui stato concepito
- la maniera in cui ha incrementato o diminuito tale energia
- il modo in cui la usa nella sua vita presente.
Il modo in cui l'uomo comune utilizza la propria energia non frutto del caso o di una scelta ma
determinato dal suo passato.
Sebbene normalmente gli uomini consumino la loro energia eseguendo le azioni abitudinarie
dettate dalla loro storia personale, possono tuttavia realizzare i seguenti cambiamenti fondamentali
nella loro condizione di campi di energia:
- ricanalizzazione dell'uso dell'energia,
- risparmio dell'energia,
- incremento dell'energia.

Tutto quanto un essere vivente fa e tutto quanto gli accade, determinatodal suo livello di energia,
o potere personale. Normalmente, le persone credono che le cose che accadono loro siano
determinate da fattori che sfuggono al controllo, o perch sono esterni, oppure perch sembrano
essere caratteristiche intrinseche della loro personalit (ego). Cos capita spesso di sentire qualcuno
parlare della sfortuna come di qualcosa che si verifica indipendentemente da s.
frequente anche il caso di persone convinte che le cose (particolarmente quelle spiacevoli)
accadano loro perch qualcun altro gli ha fatto qualcosa, o, se
ammettono che dipende da loro, ne parleranno di nuovo come di qualcosa che non possono
controllare: "Il fatto che io sono cos...", "Non ho forza di volont...", "Ho un carattere
collerico...", ecc.
In realt tutto quanto ci accade (la fortuna o la sfortuna, la buona o la cattiva salute,il successo o il
fallimento nelle imprese, la disponibilit affettiva e gli amori, le porte che si aprono o quelle che si
chiudono al nostro passaggio) tutto dipende dal nostro potere personale e avere o non avere potere
dipende da noi.
Inutile dire che chi possiede un alto livello di energia di solito ha una buona vita (a meno che
lenergia si trovi fuori controllo), mentre quelli la cui energia bassa (la maggior parte dell'umanit)
tendono ad avere vite grigie e spesso piene di dolore. Non esagerato dire che chi possiede energia
ha tutto e pu fare tutto, mentre chi ne carente sar sempre povero, anche se nuota nella ricchezza
materiale.
Sebbene normalmente gli uomini consumino la loro energia eseguendo le azioni abitudinarie dettate
dalla loro storia personale, possono tuttavia realizzare i seguenti cambiamenti fondamentali nella
loro condizione di campi di energia:
- ricanalizzazione dell'uso dell'energia,
- risparmio dell'energia,
- incremento dell'energia.
Si comincia con una forma specializzata della condotta, scegliendo di compiere azioni che, pur
rientrando nel campo delle nostre possibilit come ego, sono tuttavia completamente inusuali, come
se si trovassero al limite delle nostre possibilit.
Tali atti finalizzati che non nascono dal condizionamento del nostro passato, sono il non-fare, che
apre a poco a poco il nostro campo di possibilit. A forza di insistere nell'eseguire azioni insolite,
creiamo una specie di scompenso nei nostri schemi d'uso dell'energia, che di conseguenza si
"indeboliscono". Lindebolimento dei nostri schemi ci mette in condizione di ridirigere
(ricanalizzare) l'energia che prima
utilizzavamo in azioni logoranti verso nuove azioni pi convenienti, questo comincia a produrre un
eccesso di energia, che a sua volta ci permetter di avanzare ancora di pi nella ridirezione iniziata.
Tutto questo si esprime concretamente nell'aumento graduale delle cose che - nella nostra vita passano dal campo dell'impossibile a quello del possibile. Gli esempi sono infiniti. Smettere di
fumare
o di bere, smettere di arrabbiarci, prendersi il tempo di ascoltare il canto degli alberi o il messaggio
degli uccelli. Se insistiamo nell'eseguire strategicamente le nuove azioni che derivano dagli atti
finalizzati, le nostre possibilit di vita e di percezione si amplieranno ancora di pi, finch a un
certo punto la tendenza ad agire secondo la storia personale sparisce del tutto. Allora si dice che un
uomo ha cancellato la sua storia personale e quindi si liberato della sua influenza.
Tutti i cambiamenti sono condizionati, naturalmente, dal livello di energia di chi li realizza.
Nessuno pu effettuare un cambiamento per il quale non possieda l'energia necessaria. Qualsiasi
azione nuova pu realizzarsi solo se troviamo il modo di incrementare la nostra energia. Questo pu
essere fatto eliminando gli atti abitudinari - preferibilmente quelli pi logoranti - e quindi
applicando l'energia risparmiata agli atti finalizzati.
Non possibile intraprendere nulla di nuovo o di sconosciuto senza prima disporre dell'energia in
pi necessaria, poich quella che abbiamo si trova gi ripartita secondo i dettami della storia
personale. possibile ottenere questa energia in pi dal Sole e dalla Terra, che rappresentano le

nostre fonti principali di rifornimento energetico. E non solo attraverso gli alimenti. Possiamo
assorbire energia addizionale anche in modo diretto, mediante vari speciali esercizi che per sono
inutili se chi li esegue non dispone dell'energia necessaria per farli funzionare. Ci significa che se
si vuol avere pi energia, prima bisogna disporre di energia. Come diceva Ges di Nazareth: "A
colui che ha sar dato e a colui che non ha, sar tolto anche quel che crede di avere ...".
Ora, se per accumulare energia necessario in primo luogo possedere energia disponibile, come
otterremo questa prima energia? La risposta : "risparmiandola".
La porta di cui dispone qualsiasi essere umano per ottenere energia "libera" il risparmio
dell'energia che normalmente impiega nelle azioni della sua vita. Se possiamo sospendere alcune
delle azioni interne o esterne che eseguiamo in modo ripetitivo, l'energia che usavamo per
compierle si "libera" e si trasforma in energia disponibile, che pu essere utilizzata per penetrare
l'ignoto, cio quello che si trova
fuori dai limiti del nostro ego. Tuttavia, non tutte le azioni della nostra vita possono essere sospese e
all'interno di quelle che potremmo sospendere, non tutte sono negative da un punto di vista
energetico. Per questo motivo i guerrieri realizzano un inventario personale del dispendio di
energia, che permette loro di sapere come stanno utilizzando la loro energia e quindi di elaborare
una strategia per ridirigerne
l'uso e conseguire un risparmio che li doti di energia disponibile. Con questo inventario, il
praticante pu selezionare dall'enorme cumulo delle sue azioni quotidiane quelle che non gli sono
indispensabili per vivere e che sono particolarmente dispendiose e distruttive (antienergetiche) e
lavorare per sospenderle in modo temporaneo o definitivo. Come persone comuni, difficilmente
potremo sospendere in modo immediato abitudini come quelle di fumare, irritarci o autocompatirci.
Per possiamo, per esempio, addormentarci in una posizione
diversa, oppure sul pavimento. Possiamo anche osservare per due settimane qual il nostro primo
pensiero al risveglio e l'ultimo prima di addormentarci e se scopriamo (come accade di solito) che
influiscono negativamente sull'uso quotidiano della nostra energia, durante le prossime due
settimane ci applicheremo allora a pensare intenzionalmente a qualcosa di diverso. Esempi comuni
di abitudini dispendiose e ripetitive sono, per non citarne che alcuni:
il fumo, il consumo di alcool, le discussioni, dormire troppo, pensare troppo, giudicare gli altri,
criticare, condannare, lamentarsi e l'identificazione immaginaria con situazioni di violenza, come
quelle di cui sono pieni il cinema, la televisione e la cronaca nera dei giornali. Le emozioni e
l'importanza personale, sono in rapporto tra loro e rappresentano i due modi fondamentali in cui
consumiamo l'energia.

INVENTARIO DELL'USO DI ENERGIA


L'idea generale dell'inventario consiste nell'elaborare una lista, che ci permetter di rispondere alla
domanda: in che cosa consumo la mia energia? La risposta pi generale che la consumiamo in
tutto ci che facciamo, sia a livello interiore che verso l'esterno. Pertanto, un inventario di energia
la lista particolareggiata di tutte le nostre azioni. importante comprendere che non si tratta
riferendo a un
esercizio di analisi mentale, o a un processo di riflessione. Questo non ci darebbe altro che un
semplice rapporto dell'ego su se stesso, nel quale, naturalmente, cercherebbe di giustificarsi e quindi
non ci riporterebbe un'accurata immagine della realt. un esercizio di agguato, che come tale
basato sull'osservazione.
La tecnica richiede i seguenti strumenti:
- Penna o matita e un taccuino.
- Un segnale scelto in anticipo, che richiami la nostra attenzione a vari intervalli (come la suoneria
di un orologio che scatti ogni quindici minuti o qualsiasi tipo di segnale che tenda a prodursi ad
intervalli pi o meno costanti).

Passi da seguire:
1. Dividete le pagine del taccuino in tre colonne, intitolando ciascuna di esse con le seguenti
domande, in quest'ordine:
- Che stavo pensando?
- Che stavo facendo?
- questo ci che voglio fare?
2. Programmate l'orologio in modo che squilli ogni quindici minuti (o trenta minuti). Programmare
l'allarme a intervalli non facilmente prevedibili (non iniziare programmandolo a un'ora in punto).
3. Ogni volta che suona l'allarme, osservatevi per un momento e rispondete per iscritto sul quaderno
a ciascuna delle domande. Non dovete analizzare, ma limitarvi a registrare i fatti. Le risposte
devono essere brevi e concrete. Annotate anche l'ora dell'osservazione. Sforzatevi di farlo dovunque
vi troviate. Ovviamente le domande si riferiscono al momento appena precedente a quello di
annotare le risposte.
4. Prima di andare a letto, osservate le annotazioni del giorno e rispondete per iscritto su un altro
foglio alle seguenti domande:
- I miei pensieri sono stati molto vari o ripetitivi?
- Qual era il contenuto dei pensieri pi ricorrenti?
- Le mie azioni sono state varie o ripetitive?
- Quali sono state le pi ripetitive?
- C' stata una relazione tra pensieri e azioni?
- Che percentuale delle mie azioni corrispondeva a ci che volevo fare?
Rispondendo a queste domande dal punto di vista del praticante dell'agguato ci dar un'idea di come
abbiamo impiegato la nostra energia durante quel giorno.
5. Ripetete il procedimento per una settimana. Alla fine osservate le tre risposte di fine giornata di
tutti e sette i giorni e usatele per rispondere alle domande del punto 4, ma applicandole alla
settimana. Questo vi mostrer come avete usato la vostra energia durante la settimana.
6. Ripetete il procedimento per quattro settimane, quindi osservate le risposte che avete dato alle
domande settimanalmente usandole per rispondere alle domande del punto 4 applicandole al mese.
Questo vi mostrer come avete usato la vostra energia
in quel mese.
7. Con i dati risultanti dalle annotazioni fate una lista il pi dettagliata possibile delle azioni esterne
(attivit, routines, abitudini fisiche, dipendenze, eccetera) e interne (pensieri ripetitivi, abitudini
emotive, malattie, stati d'animo, eccetera) che compongono la vostra vita. Questa lista il vostro
inventario di uso dell'energia.
8. Dividete gli elementi della lista in due colonne:
- Quello che indispensabile per la sopravvivenza (mangiare, dormire, respirare, ecc.).
-Quello che non indispensabile per la sopravvivenza (irritarsi, criticare, correre, disegnare, ecc.).
9. Dividete gli elementi della seconda colonna in altre due:
- Quello che fa bene e\o conveniente continuare a fare (attivit sportive, artistiche o culturali, un
lavoro che piace, ecc.).
- Quello che non fa bene e\o non conveniente continuare a fare (leggere la cronaca nera dei
giornali, vedere film violenti, parlare di malattie, fumare, bere, discutere, irritarsi, autocompatirsi,
tentare di essere accettato, ecc.).
10. Di nuovo, dividete gli elementi della seconda colonna (del punto 9) in altre due:
- Quello che non possibile eliminare.
- Quello che senza difficolt, o facendo uno sforzo non eccessivo, possibile eliminare.
11. Scegliete alcuni tra gli elementi della seconda colonna del punto 10 e cominciate a sospenderli
per un periodo specifico. Immediatamente, l'energia che veniva utilizzata in tali azioni si convertir
in energia extra. A1 termine del periodo, decidete se prolungarlo temporaneamente, indefinitamente
o se smettere.
COMMENTI ALLA TECNICA

Durante il periodo di osservazione tendono a prodursi degli stati acuti di attenzione, che rientrano
nella cosiddetta "consapevolezza intensa" e che possono avere vari livelli di profondit. Non
bisogna spaventarsi, dato che sono molto utili.
Va ricordato che l'esercizio di osservazione punta alla registrazione dei fatti, non alla loro analisi.
Bisogna realizzarlo nel modo pi obiettivo e freddo possibile.
una condizione comune tra le persone normali avere pensieri e abitudini ripetitive, che
costituiscono l'asse della loro vita. La modifica di queste condizioni comporta perci un
cambiamento completo dell'esperienza di vita. I criteri per definire ci che ci indispensabile o che
ci fa bene possono essere molto
diversi, tuttavia ciascuno applichi il proprio, senza preoccuparsi troppo.
Riguardo alle azioni da sospendere per risparmiare energia, si pu iniziare dalle pi facili o dalle pi
difficili. Tutto dipende dall'intensit del lavoro che il praticante disposto ad affrontare.
importante che i periodi di sospensione delle attivit logoranti siano stabiliti con precisione ed
meglio che all'inizio non siano molto lunghi. Questo perch la decisione di smettere di fare qualcosa
"per sempre" comporta un carico psicologico molto maggiore che decidere di smettere "per qualche
giorno''. Inoltre i periodi definiti permettono di valutare periodicamente i risultati ottenuti e decidere
se continuare o no con l'impegno.

PRECETTI DELL'AGGUATO
- Tutto quello che ci circonda un mistero imperscrutabile.
- Noi dobbiamo cercare di svelare i misteri, ma senza sperare di riuscirvi mai.
- Un guerriero prende il posto che gli dovuto tra gli altri misteri e si considera uno di loro.

IL CONTROLLO DELLA CONDOTTA NEL MONDO


QUOTIDIANO
L'arte dell'agguato un'arte da praticare nel lato destro, consistente in un uso specializzato ed
estremamente attento della realt ordinaria, il cui fine l'accesso alla realt separata.
L'agguato in realt il controllo strategico della propria condotta. Il suo campo privilegiato quello
in cui ha luogo l'interazione con altri esseri umani. Per questo il praticante, lungi dal separarsi dal
normale contesto sociale, vi resta dentro, nel centro stesso dell'azione, utilizzandolo per temprare il
suo spirito, aumentare la sua energia e spingersi oltre i limiti della sua storia personale.

AGGUATO E CACCIA
Il cacciatore all'agguato una persona che osserva, che si comporta in modo riservato. Un vero
cacciatore conosce necessariamente l'agguato e trasforma ogni cosa in una preda, persino se stesso e
le sue debolezze. II vero cacciatore all'agguato ha molto chiara la differenza tra osservare e
giudicare, tra prestare attenzione e pensare. Se vuole catturare la sua preda deve osservarla: deve
percepire silenziosamente tutto ci che fa, per conoscere le sue abitudini: dove mangia, dove dorme

e a che ora, i suoi punti di passaggio preferiti, ecc. Se la sua osservazione efficace, imparer le
abitudini della preda e potr servirsene per prenderla in trappola. In tali circostanze, la preda non ha
scampo.
L'uomo comune invece, incapace di distinguere tra i suoi pensieri e la realt, confonde
l'osservazione con il giudizio. Passa il tempo immerso in pensieri (negativi) sulla gente che lo
circonda o su se stesso e chiama questo osservazione.
L'osservazione del cacciatore non ha niente a che vedere con la critica. Se un cacciatore, invece di
osservare silenziosamente le azioni della sua preda, si mettesse a speculare sulle sue qualit o
difetti, giudicandola bella o brutta, interessante o noiosa, o se, al posto di osservare dove o a che ora
beve, cercasse di immaginarlo: "Penso che questo animale avr sete a mezzogiorno e che
sicuramente andr a bere alla pozza. Inoltre sembra stupido, non mi sar difficile catturarlo...".
finirebbe per prendere sul serio questi pensieri e poi di irritarsi scoprendo che a mezzogiorno
l'animale sta facendo tutt'altro che bere alla pozza. Nell'osservazione del cacciatore non c' spazio
per i pensieri e per il dialogo interno. una cosa diretta e semplice, un puro e semplice osservare.
L'osservazione una delle materie prime con cui si costruisce l'agguato. Un'altra la condotta
insolita. Cos come il dialogo interno e la condotta ordinaria mantengono il punto di unione al suo
posto, qualsiasi condotta insolita, praticata in modo continuo e sistematico, tende a portarlo fuori
dalla sua posizione abituale. Se vero che esistono parecchi modi di far muovere il punto di unione,
anche vero che molti di essi possono mettere in pericolo la salute mentale del soggetto, il quale
addestrato a credere che la realt che percepisce sia unica e immutabile. Esempi di questo tipo
possono essere l'uso indiscriminato di piante psicotropiche, o le crisi emotive che portano alla
schizofrenia. L'agguato invece, nella misura in cui comporta il controllo sistematico della propria
condotta, permette che il punto di unione si muova in modo lento e armonioso, facendo s che il
contatto con mondi sconosciuti si realizzi con sobriet ed efficienza.

AGGUATO E SUCCESSO
Praticare l'agguato anche la maniera pi efficace di muoversi nel mondo della gente comune,
all'interno della societ. Poich il praticante dell'agguato agisce a partire da ci che osserva e non da
ci che pensa, poich il suo mondo diventa pi ampio man mano che il punto di unione si muove,
poich i suoi atti sono motivati dalla strategia e non dai capricci dell'ego, egli viene a trovarsi in una
posizione molto vantaggiosa rispetto ai suoi simili, per quanto riguarda la capacit di muoversi nel
mondo delle faccende umane. Nella pratica penetrare nuove realt non significa sperimentare
fenomeni psichici, come il corpo del sogno, la comuni-cazione senza parole, o la capacit di vedere
gli esseri viventi sotto forma di uova luminose, ma significa anche scoprire che non siamo
condannati ad obbedire al nostro vecchio ego e che possiamo cambiare e reinventarci, che possiamo
creare forme nuove e pi sane di amare, che il nostro mondo personale pu essere
diretto dall'interno di noi stessi e non essere subordinato a fattori esterni come la crisi economica,
l'opinione degli altri, ecc.
Imparare e praticare l'arte dell'agguato ci dota di strumenti poderosi per muoverci nel miglior modo
possibile all'interno del nostro mondo quotidiano, spinti e sostenuti da una forza che viene da
altrove, dall`altro, la cui potenza, debitamente diretta, devastante nel mondo della gente che
conosce soltanto il lato destro della realt.
Riassumendo: l'Agguato osservazione, il controllo strategico della propria condotta, l'arte di
fare di se stessi la propria preda, il modo pi efficace per affrontare i problemi quotidiani e per
ottenere uno spostamento del punto di unione, mantenendo sobriet ed equilibrio.
Si tratta di costruire un ponte, partendo da questo lato della realt, per arrivare all'altro io.

PRINCIPI DELL'AGGUATO
1. Sta al guerriero scegliere il proprio campo di scontro.
2. Abbandonare tutto quel che non necessario.
3. Un guerriero deve essere pronto e desideroso di battersi fino in fondo, in ogni momento.
4. Rilassarsi, lasciarsi andare, non aver paura di nulla. Solo allora le potenze che ci guidano ci
apriranno il cammino e ci aiuteranno.
5. Quando sono di fronte a circostanze che non riescono a controllare, i guerrieri si ritirano un
attimo.
6. I guerrieri comprimono il tempo. Anche un istante ha la sua importanza.
7. Un cacciatore non si spinge mai in prima fila.

I QUATTRO MODI DELL'AGGUATO


Essere spietato. Non avere compassione di se stessi. La compassione non che una delle varianti
dell'importanza personale. Ma l'implacabile risolutezza non ha nulla a che fare con un
comportamento rude o grossolano.
Essere astuto. Una pi vicina all'intuizione che all'intelligenza. Non crudelt.
Essere paziente. Fa' ogni cosa al giusto tempo. Per ogni cosa c' il momento giusto. Si deve avere
pazienza ma essere attivi. Non ha nulla a che fare con la negligenza.
Essere gentile. Poich non si prende troppo sul serio e sa ridere di se stesso, il guerriero riesce a
essere gentile, affascinante e allo stesso tempo estremamente efficiente. La simpatia non ha nulla a
che fare con l'essere stupido.

RICAPITOLAZIONE
La ricapitolazione ricordare, o pi precisamente, rivivere. il recupero corporeo di tutte le
esperienze passate. La ricapitolazione un metodo estremamente efficace per muovere il punto di
unione e conduce alla coscienza dell'altro io.

LA RICAPITOLAZIONE DEL MORIBONDO


La ricapitolazione un atto naturale, che tutti gli esseri umani realizzano prima di morire. Di fatto
l'ultima azione compiuta dagli esseri viventi, appena prima di quella disintegrazione
dell'individualit che la morte. Ricapitolazione ricordare, o pi precisamente rivivere. il
momento in cui il corpo recupera ogni esperienza passata. Molte persone, resuscitate dopo alcuni
minuti di morte clinica, raccontano che vedevano passare tutto quello che avevano vissuto. Non
tanto assurdo. Siamo perch ricordiamo. la nostra capacit di associare e di ricordare che ci d un
senso di identit individuale e di continuit. naturale che nel momento in cui stiamo per smettere
di esistere, ricordiamo tutto ci che ci ha permesso di essere noi stessi, per tutta la vita. il
momento in cui 1'io si congeda, rivivendo per l'ultima volta quello che in seguito non potr pi
ricordare, quello che non sar pi, in nessun modo. Questo ripasso della vita la ricapitolazione.
Tornando al caso dei resuscitati, dopo tale esperienza parecchi di loro sono in grado di apprezzare
l'esistenza con un equilibrio, una forza e una decisione molto maggiori di prima. Questo non
dovuto solo al fatto di aver visto la morte da vicino, cosa che senza dubbio nutre la coscienza della
vita, ma anche al fatto di aver ricapitolato, per quanto in modo parziale, la loro vita.

L'ESPLOSIONE DELLA CONSAPEVOLEZZA


Quando il corpo ha completato la sua ricapitolazione finale, si produce un'esplosione di
consapevolezza, che dura solo un istante prima della morte definitiva. In quell'unico istante, grazie
alla ricapitolazione e nel momento della nostra morte, siamo consapevolezza pura.
Non necessario aspettare il momento della morte per realizzare la ricapitolazione, si pu
ricapitolare prima e usare quella supercoscienza per ampliare la vita. Esattamente per questo
motivo, la ricapitolazione rappresenta la tecnica fondamentale dell'agguato.

LA MEMORIA DEL CORPO


La ricapitolazione un fenomeno corporale che ha luogo nella totalit del nostro essere che ci
permette di rivivere i sentimenti provati durante gli eventi che si ricapitolano. L'informazione che
ne ricaviamo, generalmente non concorda con ci che la nostra memoria ordinaria - quella mentale ci racconta sulla nostra esistenza. Ricapitolare non memoria ordinaria: la ricapitolazione il nonfare della memoria. La memoria ordinaria ha a che fare solo con i pensieri, la ricapitolazione una
memoria sensibile che ha pi a che fare con i sentimenti.
Quando ricordiamo, il nostro ego che ricorda per mezzo del dialogo interno, al quale aggiungiamo
delle immagini. Nella ricapitolazione invece il corpo che ricorda e lo fa liberando i sentimenti che
ha immagazzinato. La maggior parte della gente molto attaccata al proprio passato, perch il
passato il supporto fondamentale con il quale l'ego giustifica se stesso. Il passato determina ci che
siamo ed a causa sua che ci sentiamo giustificati se continuiamo a comportarci come sempre,
anche sapendo che non ci fa bene. Trascorriamo una gran parte del nostro tempo ricordando il
passato. Ma ricordando ci che ci capitato, in realt ricordiamo il discorso che abbiamo elaborato
su quanto ci accaduto. Non ricordiamo fatti, ma interpretazioni. Possediamo una memoria
alternativa, nascosta nella consapevolezza dell'altro io, che non ha niente da spartire con le
interpretazioni dell'ego. Ed possibile recuperarla.

IL PICCOLO TIRANNO
Questa tecnica costituisce una delle espressioni pi raffinate dell'Arte dell'Agguato, combinando
pragmatismo e senso dell'umorismo. Nella sua forma pi generale, applicabile a qualunque
situazione in cui la persona si trovi a dover sottostare a circostanze contrarie alla sua volont,
specialmente quelle in cui l'ego si sente colpito: situazioni di offesa, umiliazione, maltrattamenti,
eccetera.
Larte dell'Agguato, stata sviluppata durante il periodo della conquista spagnola, quando stregoni e
uomini di conoscenza si trovarono sottoposti a una tremenda pressione, sotto il giogo degli
spagnoli. La maggior parte di essi morirono, ma altri approfittarono della situazione per sviluppare
l'arte del agguato, grazie alla quale riuscivano a trarre vantaggio persino dalle circostanze pi
avverse,
Arrivarono all'estremo di approfittare della persecuzione, della dominazione e dei maltrattamenti
per sviluppare la loro arte, imparando a passare inosservati e a manipolare le situazioni in modo che
- se non morivano - ne uscivano- alla fine vittoriosi.
Trasformarono il rapporto con i tiranni in una questione di strategia. Ma la cosa pi importante fu la
scoperta che il rapporto strategico con i tiranni era estremamente efficace per sradicare l'importanza
personale, l'attivit che consuma pi energia nella vita dell'individuo. Un piccolo tiranno: "... un
torturatore, (...) qualcuno che ha il potere di vita e di morte sui guerrieri, o che semplicemente gli
rende la vita impossibile." I tiranni si dividono in pi categorie, secondo il livello di influenza. In

cima alla classifica vi quella forza inesorabile che sostiene tutto ci che esiste, la fonte primaria
dell'energia di tutto l'universo e la chiamarono:
1) "Il Tiranno. In confronto a tale forza, anche i torturatori pi potenti e terribili non sono altro che:
2) piccoli tiranni che si suddividno in ordine di inflenza in:
2.1) - Tiranni meschini. Hanno il potere di togliere la vita alle loro vittime secondo il loro capriccio.
2.2) - Piccoli tiranni meschini. Tormentano e infliggono danni senza arrivare a causare la morte
delle loro vittime.
2.3)- Insignificanti tiranni meschini. Producono fastidi ed esasperazioni senza fine. - Il Tiranno
meschino. un torturatore che rende la vita impossibile. I guerrieri lo utilizzano per eliminare la
loro importanza personale e imparare a essere impeccabili.
I guerrieri di oggigiorno generalmente devono accontentarsi di insignificanti tiranni meschini, i
quali a loro volta si dividono in quattro categorie:
2.3.1) - Quelli che tormentano con brutalit e violenza.
2.3.2) - Quelli che tormentano creando insopportabile apprensione.
2.3.3.) - Quelli che tormentano generando tristezza.
2.3.4) - Quelli che tormentano facendo infuriare.
I cacciatori si servono dei sei elementi della STRATEGIA DELL'AGGUATO :
1) - Controllo. Si ottiene sintonizzandosi sullo spirito in situazioni in cui il piccolo tiranno ci
calpesta, o in qualche situazione specifica di avversit.
2) - Disciplina. Si ottiene raccogliendo informazioni sul tiranno mentre questo ci colpisce, o
raccogliendo informazioni sulla situazione avversa (agguato) mentre la si subisce.
3) - Sopportazione. Aspettare senza angoscia n fretta il risultato che deve arrivare. Un semplice e
gioioso temporeggiare.
4) - Abilit di scegliere il momento opportuno. Mette in libert tutto quello che controllo, disciplina
e contenimento hanno preparato. come aprire la chiusa di una diga.
5) - Volont. L'unico elemento della strategia che appartiene all'ambito dell'ignoto.
COMMENTI ALLA TECNICA
L'incontro con un tiranno meschino, o anche con un insignificante tiranno meschino, causa di solito
alla gente normale danno e soprattutto offesa. Quello che realmente consuma chi deve affrontare
una persona insopportabile che si trova in posizione di potere, non tanto il danno reale che gli
viene inflitto, ma il sentimento di offesa e di umiliazione che deriva dal prendersi troppo sul serio.
Esaminiamo i tiranni meschini della nostra vita: che danno reale ci causano? Se abbiamo la sobriet
necessaria per osservare ci che ci fanno, scopriremo che il vero nemico si trova dentro noi stessi.
l'importanza personale che ci punge dall'interno quando ci vediamo sottoposti a qualche
circostanza sgradevole per l'ego. Un guerriero invece potr essere danneggiato, ma non offeso.
Potranno colpirlo, ma non si sentir umiliato.
Questa energia extra, che non spende nell'importanza personale, precisamente il vantaggio che il
guerriero ha sopra il tiranno, la cui caratteristica - e debolezza - principale quella di prendersi
mortalmente sul serio. Con tale energia il guerriero sostiene una strategia, si controlla, osserva,
sistema le sue trappole, aspetta e alla fine esce vittorioso dalla situazione, riuscendo cos ad affinare
il suo spirito.
Un simile atteggiamento, attento, strategico, pronto ad affrontare ogni situazione come una sfida,
utile non solo per trattare con i tiranni meschini, ma applicabile a qualunque situazione in cui
tendiamo a sentirci aggrediti, umiliati o offesi.
Risulta evidente che quando una persona non occupata nella tortura mentale di sentirsi offesa, si
trova nelle migliori condizioni per evitare danni. Bisogna non applicare questa tecnica a tiranni
improrpi: un tiranno meschino un nemico che esercita un potere, non la moglie" (o il marito).
Una tale situazione
probabilmente richiede solo onest e comprensione e portarla sul terreno dello scontro, sia pure
strategico, potrebbe essere controproducente. La decisione del cacciatore di non arrendersi

all'importanza personale applicabile a ogni situazione avversa, ma bisogna ricordare che il tiranno,
per essere tale, deve
trovarsi in una situazione di potere reale rispetto al praticante. Esso pertanto un elemento
esterno, che in condizioni ordinarie non sotto il nostro controllo. Non si tratta di applicare la
categoria a tutti quelli che semplicemente ci sono antipatici.

Potrebbero piacerti anche