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La prima tornata di indagini stata finalizzata alla conoscenza delle caratteristiche tecnologiche del calcestruzzo che compone alcune
strutture portanti visibili al piano terra.
La seconda tornata di indagini, si resa necessaria oltre che per approfondire la conoscenza del calcestruzzo, anche per poter conoscere le
caratteristiche delle armature presenti in alcuni pilastri scelti a campione.
In particolare si sono ottenute le collocazioni e l'entit delle staffe e dei ferri longitudinali.
La metodologia delle indagini eseguite la seguente:
per il calcestruzzo, prove sclerometriche, ultrasuoni, schiacciamento di carote e profondit di carbonatazione.
per gli acciai, prove pacometriche per determinare la posizione e l'entit delle armature presenti.
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Il Laboratorio, avendo accertato per il calcestruzzo una notevole discrepanza tra i valori di resistenza ottenuti nei tre metodi di indagine, ha
calcolato un valore della resistenza a compressione a rottura ottenuto facendo ricorso ad una formula teorica che attribuisce un valore
probabile alla resistenza del materiale.
Altri metodi di valutazione, in questi casi, tendono ad annullare i valori che si discostano eccessivamente dagli altri; in questo modo si
ottengono, statisticamente, valori sensibilmente pi alti. In quest'ottica si ritenuto di poter incrementare i valori suggeriti dal Laboratorio del
10%.
1.4 Statica
Le visite effettuate e l'esito delle indagini di laboratorio hanno portato alle seguenti deduzioni:
Il pilastro d'angolo gi descritto si trova in condizioni di precariet seriamente preoccupanti (anche perch si alleggerita la puntellatura
precedentemente messa in opera).
la lesione nel solaio, risalente a molto tempo fa, pu causare qualche danno, dovuto a caduta di calcinacci e di pezzi di laterizio, ma
appare abbastanza stabilizzato, considerato che non se ne trova traccia nell'appartamento sovrastante. La causa da ascriversi a fenomeni
elastici, molto frequenti in strutture dell'epoca, e non a specifici motivi di degrado strutturale.
Le lesioni delle murature sono riconducibili a cedimenti delle loro fondazioni e non sono collegate alla eventuale instabilit delle strutture
di cemento armato dell'edificio.
1.5 Rinforzi strutturali
Pilastro d'angolo
Questo pilastro necessita di lavori urgenti di rafforzamento consistenti essenzialmente in una fasciatura armata che collegher la fondazione
al piano sovrastante. Tale fasciatura, composta da armature filanti, staffe, retina di contenimento e da uno strato spesso alcuni centimetri di
materiale cementizio speciale. Ci permette di considerare, ai fini statici, un nuovo elemento strutturale composto in grado di assorbire tutte
le sollecitazioni provenienti dall'alto.
Altri pilastri
Bench, per questi pilastri, lo stato fessurativo non denoti una sofferenza strutturale particolare, gli esami di laboratorio (eseguiti a campione)
evidenziano una carenza qualitativa e quantitativa dei materiali molto diffusa.
Si ricorda che la resistenza di calcolo di un materiale da costruzione, per legge, deve essere sensibilmente inferiore rispetto alla resistenza che
il materiale oppone alla rottura.
La norma finalizzata ad assicurare all'opera un ragionevole grado di sicurezza per ovviare ad eventuali errori di calcolo, sovraccarichi non
previsti, errori costruttivi, aggrssioni chimiche, ecc. .
Ebbene, alcuni pilastri del nostro edificio, confrontando i dati di laboratorio con quelli del calcolo di verifica effettuato, al piano terra
presentano un grado di sicurezza molto basso per quanto attiene al calcestruzzo che li compone.
Gli esami pacometrici, eseguiti a campione su alcuni pilastri, mostrano che le armature longitudinali sono generalmente adeguate e ben
disposte; le staffature, invece, particolarmente nelle zone di attacco delle travi, sono spesso mal disposte e carenti per numero e diametro.
Questo difetto costruttivo particolarmente gravoso per dei pilastri che gi lavorano al limite, infatti l'effetto cerchiante limita il rischio di
rottura del calcestruzzo per schiacciamento.
Fermo restando la necessit di un continuo monitoraggio di tutti i pilastri del piano terra da effettuarsi almeno con cadenza annuale si ritiene che
in tempi brevi sia necessario intervenire su quasi tutti i pilastri posti nel locale officina, in quanto verosimilmente sono state eseguite
contemporaneamente al pilastro d'angolo con gli stessi materiali scadenti e con le stesse modalit costruttive. Ipotesi avvalorata anche dagli
esami di laboratorio eseguiti.
Inoltre, a differenza delle altre zone dove ai pilastri sono sempre addossate murature che ne limitano il rischio di inflessione laterale, in questa
zona i pilastri sono pi liberi e quindi pi esposti a tale rischio.
I pilastri per i quali sar necessario intervenire verranno trattati con una tecnica simile a quelle descritte per il pilastro d'angolo ma con
particolare attenzione alla cerchiatura pi che all'armatura longitudinale.
Lesione nel solaio
Si gi detto che tale lesione non motivo di particolare allarme per la statica in quanto dovuta ad un diverso abbassamento elastico di due
elementi strutturali contigui: una fila di laterizi solidale con una porzione di solaio liberamente elastica e, un travetto adiacente, bloccato nel
suo abbassamento in quanto solidale con una struttura pi rigida (trave pi muratura sottostante).
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Poich all'epoca della costruzione i solai non erano armati trasversalmente ai travetti i due elementi si sono staccati. Nel distacco si sono rotti
alcuni laterizi ed caduto qualche tratto di intonaco.
La riparazione consister nella risarcitura della lesione utilizzando una resina tixotropica ed una retina metallica.
1.6 Carbonatazione
Il fenomeno della carbonatazione del calcestruzzo favorisce l'arrugginimento delle armature. Gli esami di laboratorio mostrano che questo
rischio reale e probabile, pertanto sar necessario eseguire su tutti i pilastri dei saggi atti ad accertare la eventuale presenza di ruggine sulle
armature.
In caso affermativo si dovr provvedere, a seconda della gravit del fenomeno, ad eliminarne le conseguenze.
Nei casi meno pericolosi sar sufficiente un trattamento superficiale finalizzato a far penetrare, per capillarit idonei prodotti che a contatto con
le armature ne inibiscono l'arrugginimento. Nei casi peggiori sar necessario asportare il copriferro, raggiungere le armature, proteggerle con
passivanti e ricostruire il copriferro. A volte potrebbe essere addirittura necessario sostituire le barre troppo arrugginite.
1.7 Conclusioni
La presente relazione rappresenta solo un primo approccio alla soluzione del nostro problema che si presenta particolarmente ostico sia dal
punto di vista delle soluzioni tecniche che per quanto attiene gli elevati costi che questa tipologia di interventi comporta.
In questi casi la difficolt maggiore consiste nell'individuare il minimo di opere necessarie ad assicurare un adeguato grado di sicurezza
mantenendo i costi ad un livello accettabile.
Va inoltre ricordato che le opere previste nel progetto potranno subire varianti in corso d'opera poich solo dopo aver eseguito le demolizioni
delle murature adiacenti ai pilastri e l'asportazione degli intonaci, sar possibile accertare se le previsioni sono state corrette e se eventualmente
sar necessario prevedere altri lavori.
2 - NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Le fasi di analisi e verifica della struttura sono state condotte in accordo alle seguenti disposizioni normative, per quanto applicabili in relazione
al criterio di calcolo adottato dal progettista, evidenziato nel prosieguo della presente relazione:
Legge 5 novembre 1971 n. 1086 (G. U. 21 dicembre 1971 n. 321) Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio
armato, normale e precompresso ed a struttura metallica.
Legge 2 febbraio 1974 n. 64 (G. U. 21 marzo 1974 n. 76) Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone
sismiche.
Decreto Ministero Infrastrutture Trasporti 14 gennaio 2008 (G. U. 4 febbraio 2008, n. 29 - Suppl.Ord.) Norme tecniche per le
Costruzioni.
Inoltre, in mancanza di specifiche indicazioni, ad integrazione della norma precedente e per quanto con esse non in contrasto, sono state
utilizzate le indicazioni contenute nella:
Circolare 2 febbraio 2009 n. 617 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (G.U. 26 febbraio 2009 n. 27 Suppl. Ord.)
Istruzioni per l'applicazione delle 'Norme Tecniche delle Costruzioni' di cui al D.M. 14 gennaio 2008.
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con riferimento alla Tabella C8A.1.1 (Circolare 02-02-2009 n. 617) sono stati acquisiti il LIVELLO DI CONOSCENZA (LC - C8.A.1.A.4 Circolare 02-02-2009 n. 617) [LC3] Estese ed Esaustive ed il FATTORE DI CONFIDENZA (FC - C8.A.1.A.4 - Circolare 02-02-2009 n.
617) [FC=1.00].
4.5 AZIONI
In fase di schematizzazione degli elementi da verificare si tenuto conto dei carichi su di essi gravanti considerando gli elementi costruttivi
sovrastanti. Lo scopo del presente intervento quello di ripristinare la condizione di piena sicurezza a carichi verticali (non sismici) degli
elementi su cui si interviene. Naturalmente con il rinforzo si ottenuto anche un lieve miglioramento sismico, che per non raggiunge mai la
sicurezza prevista dalla normativa vigente per i nuovi fabbricati e per gli interventi di adeguamenti.
Si quindi provveduto ad eseguire le verifiche per i carichi verticali, cos come venivano eseguite all'epoca del manufatto, ma tenendo conto
dei criteri di verifica della nuova normativa, eseguendo un calcolo di verifica prima e dopo l'intervento con il metodo semiprobalilistico agli
stati limite e con l'applicazione dei coefficienti di sicurezza attualmente in vigore.
5 - TERRENO DI FONDAZIONE
Visto il tipo di lavoro che si vuole eseguire, gi ampiamente esposto in precedenza, che non implica interventi in fondazione e/o aumento dei
carichi, non necessario eseguire indagini geologiche e tantomeno eseguire un'analisi geotecnica.
250 kg/mq
(G1)
150 kg/mq
(G2)
200 kg/mq
(Q)
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