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Verifica di comprensione e analisi del testo.

Catullo, Carme CI.


Multas per gentes et multa per aequora vectus
advenio has miseras, frater, ad inferias,
ut te postremo donarem munere mortis
et mutam nequiquam alloquerer cinerem.
quandoquidem fortuna mihi tete abstulit ipsum.
heu miser indigne frater adempte mihi,
nunc tamen interea haec, prisco quae more parentum
tradita sunt tristi munere ad inferias,
accipe fraterno multum manantia fletu,
atque in perpetuum, frater, ave atque vale.
1) Sintetizza in max.100 parole il contenuto del carme di Catullo.
2) Indica di quale sezione del liber catulliano fa parte il componimento.
3) Il testo scritto in distici elegiaci, illustra questo tipo di metro in base alle informazioni in tuo
possesso. Quali altri testi ricordi in questo metro?
4) Dove sepolto il fratello di Catullo in base ai riferimenti presenti nel testo e a quanto si conosce
dalla biografia del poeta?
5) Multas permulta per: indica le due figure retoriche presenti in queste espressioni.
6) Vectus: individua da dove viene la parola e costruisci una mappa lessicale ad essa collegata con i
termini che ricordi (anche italiani).
7) Advenio has miseras inferias: spiega cosa vuol dire questa espressione.
8) Cosa erano propriamente inferiae e perch qui sono dette miserae?
9) Qual lo scopo per cui il poeta fa visita al fratello defunto?
10) Spiega il costrutto del verbo dono presente nel testo.
11) Che frase introduce ut (donarem) e in quali altri modi potresti esprimerla in latino?
12) Perch il poeta parla di nequiquam adloqui?
13) Individua tutti i verbi che sottolineano a tuo avviso la condizione di dolore per il distacco della
morte.
14) Quali parole si ripetono nel testo e a che scopo?
15) Spiega grammaticalmente il termine adempte.
16) Traduci il penultimo verso del componimento accipe fraterno multum manantia fletu,
17) Cos a tuo avviso il mos parentum?
18) Spiega laccostamento ave atque vale e prova a darne una traduzione.
19) In quali altri testi a te noti il poeta rievoca la morte del fratello e con quali differenze?
20) Componi un breve elaborato (max. 200 parole) in cui confronti il testo catulliano con il celebre
sonetto foscoliano che ad esso si ispira:
Un d, s'io non andr sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de' tuoi gentil anni caduto.
La Madre or sol suo d tardo traendo
parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse a voi le palme tendo
e sol da lunge i miei tetti saluto.
Sento gli avversi numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch'io nel tuo porto quiete.
Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, almen le ossa rendete
allora al petto della madre mesta.

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