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Fotocamera digitale
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Indice
1 Storia
2 Le differenze
3 Le caratteristiche
3.1 Risoluzione
3.2 Il sensore
3.2.1 Interpolazione
3.2.2 Risoluzioni e Megapixel
3.2.3 Dimensioni fisiche del
sensore
4 Le memorie
5 I formati di salvataggio delle immagini
5.1 Vantaggi dei file Raw
6 Fotocamere usate come videocamere
7 Note
8 Voci correlate
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni
Storia
Il primo prototipo si ha nel 1975 e venne ideato da Steven Sasson, un ingegnere della Kodak, sfruttando un
sensore CCD[1][2]; mentre la presentazione ufficiale di una macchina digitale si ha nel 1981 con la Sony
Mavica, la quale registra le immagini su floppy-disk[3]; mentre la prima macchina completamente digitale si
ha nel 1988 con la Fuji DS-1P, che registra le immagini su flash card removibli e usa un sensore CCD[4]
Le differenze
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Le caratteristiche
Risoluzione
Secondo le regole attuali di mercato un parametro distintivo delle fotocamere quello del numero di pixel.
Per ottenere una buona fotografia risulta essere importante un'ottica di qualit, un sensore che abbia un buon
rapporto segnale/rumore, una buona gamma dinamica ed infine in funzione delle esigenze di stampa si
sceglier la risoluzione del sensore.
Una macchina fotografica non "ha" una "sua risoluzione". Si definisce tale la quantit di pixel prodotti in
uscita dal sensore. In fotografica invece spesso conta la profondit di risoluzione, che data dal numero di
punti per pollice lineare, e che viene decisa in fase di stampa. Ovviamente fotocamere con sensori pi
sofisticati, produrranno immagini con pi informazioni e che quindi potranno essere stampate con un
numero di pixel per pollice maggiore, a parit di dimensioni di stampa, delle immagini prodotte da un
sensore meno efficiente.
Il sensore
Il sensore, analogo a quello utilizzato nelle videocamere portatili. Sempre e comunque si tratta di dispositivi
fotosensibili costituiti da una matrice di fotodiodi in grado di trasformare un segnale luminoso in uno
elettrico. Impiegando il CCD, la conversione del livello di luce in dato digitale avviene necessariamente
all'esterno del sensore ad opera di un chip dedicato, nel CMOS la conversione avviene direttamente
all'interno del chip/sensore, ogni fotodiodo ha il proprio amplificatore e convertitore A/D. In termini di
qualit, riferita a prodotti di consumo, una tecnologia non prevale sull'altra, solo su sistemi ai massimi livelli
il CCD risulta qualitativamente ancora superiore, responsabili sono gli innumerevoli amplificatori e
convertitori implementati nella matrice del chip CMOS insieme ai fotodiodi, i parametri dei quali possono
discostarsi anche di pochissimo uno dall'altro, cosa che non succede nel CCD, avendo la possibilit di
convertire gli innumerevoli livelli del segnale luminoso tramite un chip dedicato, ottimizzato per questa
funzione. Gli svantaggi del CCD rispetto al CMOS sono i maggiori costi di produzione, una maggiore
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Elevata gamma dinamica. Questo parametro indica l'ampiezza dell'intervallo di luminosit dal
minimo registrabile al massimo registrabile prima che l'elemento fotosensibile vada in saturazione.
Elevato numero di pixel. L'elevata quantit di elementi fotosensibili garantisce un elevato dettaglio di
immagine, ma sorgono problemi di velocit nel trasferimento dei dati al processore d'immagine.
Maggiore la risoluzione, maggiore il numero di pixel, maggiore sar quindi la quantit di dati da
trasferire e dunque, a parit di velocit di trasmissione, maggiore sar il tempo necessario a trasferire i
dati al processore d'immagine e la successiva registrazione dell'immagine. Alcuni produttori hanno
studiato sensori con 4 bus dati di uscita dal sensore che trasmettono in parallelo i dati di immagine al
processore della fotocamera.
Capacit di non trattenere ombre sul sensore relative a riprese precedenti. Questo problema si incontra
prevalentemente nei sensori di tipo CMOS e richiede che i costruttori adottino strategie per ottenere
una sorta di cancellazione elettronica del sensore fra la ripresa di un'immagine e l'altra;
Capacit del sensore di non produrre artefatti derivanti da interferenze (effetto moir) fra i pixel in
particolari condizioni di ripresa;
Dimensione fisica del sensore a parit di pixel (e quindi a parit di risoluzione). Se la dimensione
fisica del sensore elevata a parit di numero di pixel questo comporta ovviamente una maggiore
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dimensione fisica dei pixel o dei photosite (per un chiarimento sui termini photosite, pixel e elemento
fotosensibile vedi il paragrafo "Numero di Pixel e qualit delle immagini" della voce correlata
Fotografia digitale). Tale fatto rende maggiormente sensibili gli elementi dei photosite (pixel)
garantendo un miglior rapporto segnale/rumore. Ad esempio vi sono sensori da 6 MP (f.to 4:3) con
dimensione 1/2,7 che hanno una dimensione di 5,371 mm x 4,035 mm (diagonale = 6,721 mm),
mentre altri sensori da 6 MP hanno dimensioni 1/1,8 e dimensione di 7,176 mm x 5,319 mm
(diagonale = 8,933 mm). In termini di rumore e di sensibilit la qualit del sensore normalmente
maggiore nel sensore pi grande.
I sensori di alcune fotocamere REFLEX professionali hanno il sensore di formato 3:2 ed un rapporto 1:1
con il fotogramma della pellicola (Full-Frame), una dimensione quindi di 24x36 mm. Con queste
dimensioni oltre ad avere un basso rumore, risulta possibile garantire che l'angolo di campo delle ottiche
non sia alterato (rapporto 1:1 fra angolo di campo della fotocamera con sensore e quella a pellicola).
La qualit dell'immagine tuttavia importante relativamente alla modalit di fruizione: se le immagini si
utilizzano a video non ha molta rilevanza la risoluzione, ma se si intendono realizzare stampe di grande
formato allora la risoluzione diventa un parametro da tenere presente. Tanto pi si vorr effettuare una
stampa grande di una foto digitale, tanto pi la fotocamera dovr produrre immagini ad una risoluzione
elevata. Ecco alcuni esempi:
Una foto in formato standard da 14 cm di larghezza necessita di 1.2-2 megapixel di risoluzione per
risultare pari ad un prodotto di una macchina fotografica tradizionale;
Per stampare su di un foglio A4 sono necessari dai 2 ai 3 megapixel;
Per realizzare un poster da 6070 cm sono consigliabili risoluzioni non interpolate di pi di 5
megapixel;
Interpolazione
Altro parametro a cui andrebbe rivolta una certa importanza da chi della fotografia vuol fare qualcosa pi di
un hobby la questione dell'interpolazione. Tale tecnica matematica viene infatti utilizzata in due modalit
diverse a volte contemporaneamente sulla stessa fotocamera:
nelle fotocamere a bassa risoluzione si utilizza per generare dei pixel ulteriori a quelli catturati dal
sensore generandone il valore di cromia per portare ad esempio una risoluzione di una fotocamera da
3 Mpixel a 4 Mpixel. Il procedimento in realt non aggiunge informazioni vere all'immagine, ma
rende meno evidente la quadrettatura dovuta al pixel se si volesse ingrandire l'immagine oltre il
consentito. un procedimento usato anche negli scanner attraverso un'elaborazione software.
In tutte le fotocamere che adottano un sensore con Color Filter Array si usa l'interpolazione per
generare in ogni pixel le due componenti cromatiche mancanti, in questo caso si tratta propriamente di
interpolazione cromatica.
In merito a quest'ultima modalit infatti va detto che il sensore - composto da milioni di elementi
fotosensibili - solo nel suo complesso cattura informazioni riguardanti le tre componenti RGB
(Red-Green-Blue) (Rosso-Verde Blu) che compongono la luce della scena focalizzata sulla sua superficie.
Quasi tutti i sensori, anche se con modalit diverse, hanno i photosite (che normalmente hanno un solo
photodetector per photosite) che catturano una sola componente cromatica della luce. Sulla superficie del
sensore infatti collocato un filtro a mosaico denominato Color Filter Array (CFA), il pi diffuso di tipo
Bayer che a sua volta pu presentare diverse varianti sul numero dei colori che vengono filtrati (3 o 4) e
sulla disposizione dei colori sul mosaico. Il pi comune quello denominato GRGB che ha il 50% dei
photodetector che catturano il Verde (G), il 25% che catturano il Rosso (R) ed il rimanente 25 % che
catturano il Blu (B). Per ottenere una adeguata fedelt cromatica dell'intera immagine, ogni pixel registrato
in un file grafico a colori (fa eccezione il file di tipo Raw) deve contenere le informazioni cromatiche di
tutte e tre le componenti RGB della luce incidente su ogni pixel. Questo perch la riproduzione delle
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immagini luminose avviene per mescolanza additiva delle tre componenti primarie della luce. Poich ogni
photodetector ne cattura solo una di queste (R, G o B), non pu fornire tutti i dati per la formazione del
pixel, cos le altre due informazioni cromatiche vengono calcolate dal processore d'immagine attraverso un
procedimento matematico (algoritmo di demosaicizzazione demosaicing). Solo cos il pixel, inteso come
raggruppamento dei dati cromatici della pi piccola porzione che forma l'immagine, pu concorrere ad una
rappresentazione fedele dei colori dell'immagine.
Diversamente avviene per. es. in alcuni scanner ed in alcune fotocamere dove:
l'interpolazione serve ad aumentare in modo artificiale il numero di pixel senza che vi sia riferimento
a nessun oggetto reale;
e nei quali la risoluzione vera quella ottica, non quella ottenibile via software,
nelle fotocamere digitali il processo interpolazione cromatica comune a tutte quelle dotate di CFA consiste
nel calcolare il valore delle due componenti cromatiche mancanti su ogni pixel a partire normalmente dai
valori contigui al pixel in questione aventi la stessa componente cromatica che si intende calcolare.
L'approssimazione peraltro abbastanza precisa - quindi sul dettaglio cromatico dell'immagine e si
consideri che comunque una delle tre componenti realmente rilevata da ogni pixel. Al momento (aprile
2009) in commercio risulta esservi un solo sensore, prodotto da Foveon, che cattura le tre componenti RGB
su un unico photosite. Questo viene montato su alcuni modelli di fotocamere, ma la sua diffusione pi
ridotta rispetto ai sensori dotati di C.F.A. Una precisa distinzione fra pixel, photosite e elemento unitario
fotosensibile=photodetector) si trova nel paragrafo Numero di Pixel e qualit delle immagini della voce
correlata fotografia digitale. Invece un approfondimento sulle diverse modalit di formazione delle
immagini nelle fotocamere digitali, sulla formazione dei file delle immagini per interpolazione in base alle
esigenze di profondit colore e sulla elaborazione dei file Raw, si trova alla voce Raw (fotografia)
Risoluzioni e Megapixel
In tabella alcune delle risoluzioni pi diffuse, con alcune delle fotocamere che li utilizzano:
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Dimensioni
immagine
(pixel)
Megapixel
Fotocamere di esempio
320
240
76.800
0,08
570
490
279.300
0,28
640
480
307.200
0,3
832
608
505.856
0,5
1.024
768
786.432
0,8
1.280
960
1.228.800
1,3
1.310.720
1,3
1.280
1.024
5:4
1.600
1.200
1.920.000
2.012
1.324
2.663.888
2,74
Nikon D1
2.048
1.536
3.145.728
2.272
1.704
3.871.488
2.464
1.648
4.060.672
4,1
Canon 1D
2.640
1.760
4.646.400
4,7
2.560
1.920
4.915.200
2.816
2.112
5.947.392
3.008
2.000
6.016.000
3.072
2.048
6.291.456
6,3
3.072
2.304
7.077.888
Olympus FE-210
3.456
2.304
7.962.624
Canon 350D
3.264
2.448
7.990.272
3.504
2.336
8.185.344
8,2
3.520
2.344
8.250.880
8,25
Canon 20D
3.648
2.736
9.980.928
10
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3.872
2.592
10.036.224
10
3.888
2.592
10,077,696
10,1
4.064
2.704
10.989.056
11
Canon 1Ds
4.000
3.000
12.000.000
12
4.256
2.832
12.052.992
12,1
4.272
2.848
12.166.656
12,2
Canon 450D
4.288
2.848
12.212.224
12,2
4.368
2.912
12.719.616
12,7
Canon 5D
4.672
3.104
14.501.888
14,5
Pentax K20D
4.928
3.264
16.084.992
16,3
Pentax K-5 II
4.992
3.328
16.613.376
16,6
5.184
3.456
19.200.000
18
5.616
3.744
21.026.304
21
6.048
4.032
24.385.536
24,4
7.360
4.912
36.152.320
36,2
7.212
5.142
39.031.344
39
Hasselblad H3D-39
7.264
5.440
39.516.160
40
Pentax 645D
8.176
6.132
50.135.232
50,1
Hasselblad H3D-50
8.984
6.732
60.480.288
60,5
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Le memorie
Una volta convertito il segnale in arrivo dal sensore
(CCD o C-MOS) ed elaborato dal processore
d'immagine, la fotocamera registra un file contenente
l'immagine scattata su una memoria gestibile
dall'utente. Alcune fotocamere economiche
dispongono di una memoria interna di salvataggio
immagini, alla quale normalmente sempre possibile
aggiungerne una esterna.
Dal punto di vista tecnologico - quel punto di vista che
specificamente si occupa di conoscere la modalit di
immagazzinamento dei dati elementari su un supporto
di memoria - va detto che il tipo di memorie
prevalentemente usato di tipo EEPROM flash
(Electrically Erasable and Programmable Read Only
Memory - flash). La tecnologia "flash" consente di
accedere alle celle di memoria per blocchi, o aree,
rendendo pi rapido il processo di lettura-scritturacancellazione). Per questo occorre distinguere fra la
tecnologia costruttiva degli elementi di
memorizzazione (per tutte le schede di memoria si
tratta, come visto, di EEPROM-flash) e i formati con
Le dimensioni dei sensori pi diffusi a confronto
cui vengono prodotte le schede di memoria. I formati
di scheda di memoria realizzati con celle a
semiconduttore utilizzati dalle case costruttrici di fotocamere digitali, sono principalmente:
CompactFlash
Compactflash Extreme III
Compactflash Ultra
Compactflash Ultra II
Compactflash Ultra Speed
Memory Stick
MultiMedia (MMC)
SD (secure digital)
mini-SD
TransFlash (o micro-SD)
SmartMedia
XD - xD tipo M - xD tipo H (foto panoramiche per le Olympus e Fujifilm)
Vi sono poi schede di memoria come la seguente:
Microdrive
le quali non sono riconducibili a celle a semiconduttore, bens a supporti magnetici dello stesso tipo degli
hard disk dei PC, ma che per contro adottano lo stesso formato delle memorie a semiconduttore. Nel caso
delle Microdrive il formato quello delle C.F. CompactFlash
Invece altri formati, inoltre, come il:
miniCD-ROM
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successione (chiamata anche "funzione di scatto a raffica" delle fotocamere), anche perch tale funzione
delle fotocamere viene svolta molto pi rapidamente con altri formati come il JPG. Usando questa funzione
infatti la fotocamera ha necessit di tenere in memoria i dati delle immagini scattate nella raffica. Quindi,
per questo, occorre integrare nella fotocamera una sorta di memoria di servizio (buffer) dove parcheggiare le
immagini prima della loro scrittura nella scheda di memoria. Poich le immagini JPG, anche se composte in
alta qualit, hanno una dimensione di circa 1/4 della stessa immagine in Raw, lo svolgimento di tale
funzione non comporta l'impiego di una grande quantit di memoria interna. Quindi tale funzione in JPG
molto frequente trovarla nelle fotocamere anche di fascia medio-bassa. A questo proposito si consideri che il
tempo di registrazione dell'immagine nella scheda di memoria normalmente molto superiore a quello che
impiega il processore d'immagine ad elaborare i dati grezzi in arrivo del sensore per formare l'immagine
JPG. Dunque, complessivamente, il tempo impiegato dalla fotocamera per svolgere la funzione di scatto a
raffica comunque minore in JPG rispetto al formato Raw.
Nonostante queste caratteristiche della funzione che permette scatti in rapida successione, vi sono
fotocamere professionali, semi-pro, e compatte-prosumer di fascia alta, che presentano questa possibilit di
registrare immagini in Raw con scatto a raffica. Tale diffusione stata agevolata dal progressivo calo di
costo delle celle di memoria che ha reso economicamente vantaggioso aumentare questa memoria buffer
interna alle fotocamere. Questo fatto ha reso disponibile la funzione di scatto in rapida successione anche in
fotocamere digitali non professionali che comunque possiedono prestazioni tali da far valutare
positivamente tale funzione. Va detto tuttavia che nonostante l'uso dello scatto a raffica non sia cos
frequente come lo scatto singolo, tale funzione apprezzata dai professionisti e dai fotoamatori evoluti.
Inoltre tale funzione di scatto a raffica in Raw conseguenza anche del miglioramento dell'elettronica delle
fotocamere che ha reso pi veloce le procedure di elaborazione e di trasferimento delle immagini.
Nell'utilizzo dei file Raw occorre tenere presente che:
la memorizzazione di un file Raw ha una dimensione elevata dunque richiede pi tempo per la sua
registrazione nella scheda di memoria. Molto pi rapida la memorizzazione di un file JPG, registrato
anche in alta quali (dimensioni elevate del file). Questo comporta l'effetto finale secondo cui il tempo
per registrare un file JPG molto pi basso rispetto a quello necessario per registrare un file Raw. E
questo valido anche se si considera che il processore d'immagine interno alla fotocamera spende un
po' pi di tempo per la formazione del file JPG a partire dai dati grezzi d'immagine.
nel caso invece dello scatto a raffica (da tre in poi) i dati Raw delle immagini scattate in rapida
successione vengono trattenuti in una memoria interna "di servizio" della fotocamera (buffer). Per
svolgere questa funzione occorre per dotare la fotocamera di una sufficiente quantit di memoria
interna che dovr essere tanto maggiore quanto maggiore la dimensione del file Raw e quanto
maggiore il numero degli scatti della raffica.
Una descrizione dettagliata dei file Raw si trova nella voce correlata Raw.
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televisive), e un audio spesso con frequenze di campionamento molto ridotte, indicano un impiego pensato
pi per l'informatica e la pubblicazione via web che la produzione audiovisiva.
Tale limitazioni, seppur ancora molto diffuse, sono per in fase di riduzione: in alcuni dispositivi stato
predisposto un sistema di codifica tale per cui i filmati vengono direttamente compressi con algoritmi pi
efficienti (come il DivX), in grado quindi di rendere il sistema adatto a registrare filmati di maggiore durata.
L'aumento delle dimensioni delle memorie esterne allo stesso tempo garantisce maggiore spazio a
disposizione per i file video, indipendentemente che questi usino un algoritmo efficiente o meno
(ovviamente nel primo caso il guadagno in tempo di registrazione ancora maggiore). Recentemente si
stanno diffondendo fotocamere di fascia alta in grado di riprendere in full HD nel codec H.264, con un
bit/rate di 46Mb/s massima. I limiti sono ancora nella durata della registrazione (con simili bitrate anche le
memorie di dimensioni maggiori sono insufficienti per filmati di lunga durata) e nell'ergonomia
dell'impugnatura, non ideale per la stabilit di ripresa.
Prova del fatto che le fotocamere siano diventate quasi intercambiabili con le videocamere il fatto che si
cominciano a vedere le prime serie TV riprese in digitale con fotocamere, come stato per esempio per
l'ultimo episodio della sesta stagione di Dr. House - Medical Division, che stato girato con una Canon 5D
Mark II[5][6].
Note
1. ^ The Visual Dictionary of Photography, AVA Publishing.
2. ^ Steven Sasson named to CE Hall of Fame, Let's Go Digital.
3. ^ Storia della fotografia (http://www.photogallery.it/storia/icrono.html)
4. ^ 1988: FUJI DS-1P - 1988 (http://www.digicamhistory.com/1988.html)
5. ^ (EN) Intervista esclusiva a Greg Yaitanes, regista e produttore esecutivo dell'episodio finale di House, Philip
Bloom, 19 aprile 2010. URL consultato il 15 maggio 2010.
6. ^ Dr. House girato con la Canon 5D Mark II, Dphoto.it, 15 aprile 2010. URL consultato il 18 maggio 2010.
Voci correlate
Raw (fotografia)
Fotografia digitale
Fotocamera
Exif
Portafoto digitale
Raw (formato di file)
EVIL
Altri progetti
Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/?uselang=it) contiene immagini o
altri file su fotocamera digitale (https://commons.wikimedia.org
/wiki/Category:Digital_cameras?uselang=it)
Collegamenti esterni
CMOS vs CCD, imageconsult.it.
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Categorie: Fotocamere digitali Apparecchiature fotografiche Dispositivi mobili
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