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Fotocamera digitale - Wikipedia

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Fotocamera digitale
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Una fotocamera digitale una fotocamera che


utilizza, al posto della pellicola fotosensibile, un
sensore (CCD o CMOS) in grado di catturare
l'immagine e trasformarla in un segnale elettrico di
tipo analogico. Gli impulsi elettrici vengono convertiti
in digitale da un convertitore A/D, nel caso del CCD
in un chip di elaborazione esterno al sensore, nel caso
del CMOS, direttamente dal sensore, avendo
implementato al suo interno anche il convertitore A/D,
in entrambi i casi viene generato un flusso di dati
digitali atti ad essere immagazzinati in vari formati su
supporti di memoria.
Schema di una fotocamera digitale

Indice
1 Storia
2 Le differenze
3 Le caratteristiche
3.1 Risoluzione
3.2 Il sensore
3.2.1 Interpolazione
3.2.2 Risoluzioni e Megapixel
3.2.3 Dimensioni fisiche del
sensore
4 Le memorie
5 I formati di salvataggio delle immagini
5.1 Vantaggi dei file Raw
6 Fotocamere usate come videocamere
7 Note
8 Voci correlate
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni

Storia
Il primo prototipo si ha nel 1975 e venne ideato da Steven Sasson, un ingegnere della Kodak, sfruttando un
sensore CCD[1][2]; mentre la presentazione ufficiale di una macchina digitale si ha nel 1981 con la Sony
Mavica, la quale registra le immagini su floppy-disk[3]; mentre la prima macchina completamente digitale si
ha nel 1988 con la Fuji DS-1P, che registra le immagini su flash card removibli e usa un sensore CCD[4]

Le differenze

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Una fotocamera digitale in quasi tutti gli aspetti esattamente


identica ad una fotocamera convenzionale, se non per il fatto che
invece della pellicola fotografica in rullino usa un sensore
elettronico che pu essere di diversi tipi. Questo acquisisce
l'immagine che successivamente viene convertita in una sequenza di
informazioni digitali ed adeguatamente elaborate andranno a
formare un file (archivio).
In particolare per le macchine digitali vale come per quelle
analogiche, e con lo stesso significato, la distinzione fra fotocamera
compatta e reflex. Vi sono comunque formati di fotocamera chiamati
Fotocamera digitale di tipo reflex
"bridge che hanno caratteristiche funzionali e di qualit immagine
estremamente vicine, o a volte superiori alle fotocamere reflex
digitali di fascia bassa, pur avendo un obiettivo fisso come le compatte. All'inconveniente dell'ottica non
intercambiabile alcuni produttori hanno ovviato introducendo in commercio fotocamere "bridge" con ottiche
zoom con ampia escursione focale (da 28 mm equiv. fino a 400 mm equiv.) bench la qualit intrinseca di
queste ottiche non possa raggiungere quella delle ottiche di maggior prestigio dedicate agli usi professionali.
La presenza di un obiettivo fisso rende dunque sicuramente meno flessibile l'uso della fotocamera in
contesti applicativi diversi, ma in positivo c' da registrare il fatto che non esponendo l'interno della
fotocamera (e quindi il sensore) all'aria durante il cambio di obiettivo, si evita l'accumulo di polvere sul
sensore, fatto questo che porta ad avere un degrado della qualit delle immagini riprese.

Le caratteristiche
Risoluzione
Secondo le regole attuali di mercato un parametro distintivo delle fotocamere quello del numero di pixel.
Per ottenere una buona fotografia risulta essere importante un'ottica di qualit, un sensore che abbia un buon
rapporto segnale/rumore, una buona gamma dinamica ed infine in funzione delle esigenze di stampa si
sceglier la risoluzione del sensore.
Una macchina fotografica non "ha" una "sua risoluzione". Si definisce tale la quantit di pixel prodotti in
uscita dal sensore. In fotografica invece spesso conta la profondit di risoluzione, che data dal numero di
punti per pollice lineare, e che viene decisa in fase di stampa. Ovviamente fotocamere con sensori pi
sofisticati, produrranno immagini con pi informazioni e che quindi potranno essere stampate con un
numero di pixel per pollice maggiore, a parit di dimensioni di stampa, delle immagini prodotte da un
sensore meno efficiente.

Il sensore
Il sensore, analogo a quello utilizzato nelle videocamere portatili. Sempre e comunque si tratta di dispositivi
fotosensibili costituiti da una matrice di fotodiodi in grado di trasformare un segnale luminoso in uno
elettrico. Impiegando il CCD, la conversione del livello di luce in dato digitale avviene necessariamente
all'esterno del sensore ad opera di un chip dedicato, nel CMOS la conversione avviene direttamente
all'interno del chip/sensore, ogni fotodiodo ha il proprio amplificatore e convertitore A/D. In termini di
qualit, riferita a prodotti di consumo, una tecnologia non prevale sull'altra, solo su sistemi ai massimi livelli
il CCD risulta qualitativamente ancora superiore, responsabili sono gli innumerevoli amplificatori e
convertitori implementati nella matrice del chip CMOS insieme ai fotodiodi, i parametri dei quali possono
discostarsi anche di pochissimo uno dall'altro, cosa che non succede nel CCD, avendo la possibilit di
convertire gli innumerevoli livelli del segnale luminoso tramite un chip dedicato, ottimizzato per questa
funzione. Gli svantaggi del CCD rispetto al CMOS sono i maggiori costi di produzione, una maggiore

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lentezza di lavoro, il maggiore ingombro e un maggior consumo di energia.


Nella fotocamera digitale, l'immagine viene messa a fuoco sul piano del sensore. I segnali cos catturati
vengono amplificati e convertiti in digitale. A questo punto i dati digitali sono in forma grezza (raw) e - cos
come sono - possono essere memorizzati su un file per una successiva elaborazione in studio, con altri
apparecchi informatici. Successivamente il processore di immagine interno alla fotocamera trasforma questi
dati, cio calcola le componenti primarie mancanti su ogni pixel (RGB) e rende compatibili i dati di
immagine con i normali sistemi di visualizzazione di immagini (generalmente nel formato JPEG o TIFF a
seconda delle esigenze per le quali destinata la fotocamera) ed infine immagazzina il file elaborato in una
memoria a stato solido (ordinariamente dal punto di vista tecnologico si tratta di EEPROM di tipo Flash,
mentre i formati con cui sono messe in commercio sono diversi (CF, XD, SD, MMC, Memory stick, ecc).
Le schede contengono generalmente un rilevante numero di immagini, la quantit dipende dalle dimensioni
della singola immagine, dalla modalit di registrazione e dalle dimensioni della memoria.
La risoluzione totale del sensore si misura in milioni di pixel totali. Un pixel l'unit di cattura dell'File:
rappresenta cio la pi piccola porzione dell'immagine che la fotocamera in grado di catturare su una
matrice ideale costruita sul sensore CCD.
Le proporzioni delle immagini che si ottengono con gli attuali sensori (o attraverso elaborazioni del
processore d'immagine interno alla fotocamera), sono indicate nella figura seguente:
Moltiplicando il valore in pixel della risoluzione
orizzontale per quello della risoluzione verticale si
ottiene il numero totale di pixel che la fotocamera
in grado di distinguere in una immagine.
Le caratteristiche che attribuiscono qualit ai
sensori sono:
Elevato rapporto segnale rumore.
Questo fenomeno si evidenzia in modo particolare
nelle riprese a bassa luminosit dove possono
comparire degli artefatti di immagine dovuti a
segnali derivanti dal rumore elettrico di fondo degli
elementi fotosensibili;

Proporzioni delle immagini che si ottengono con gli


attuali sensori

Elevata gamma dinamica. Questo parametro indica l'ampiezza dell'intervallo di luminosit dal
minimo registrabile al massimo registrabile prima che l'elemento fotosensibile vada in saturazione.
Elevato numero di pixel. L'elevata quantit di elementi fotosensibili garantisce un elevato dettaglio di
immagine, ma sorgono problemi di velocit nel trasferimento dei dati al processore d'immagine.
Maggiore la risoluzione, maggiore il numero di pixel, maggiore sar quindi la quantit di dati da
trasferire e dunque, a parit di velocit di trasmissione, maggiore sar il tempo necessario a trasferire i
dati al processore d'immagine e la successiva registrazione dell'immagine. Alcuni produttori hanno
studiato sensori con 4 bus dati di uscita dal sensore che trasmettono in parallelo i dati di immagine al
processore della fotocamera.
Capacit di non trattenere ombre sul sensore relative a riprese precedenti. Questo problema si incontra
prevalentemente nei sensori di tipo CMOS e richiede che i costruttori adottino strategie per ottenere
una sorta di cancellazione elettronica del sensore fra la ripresa di un'immagine e l'altra;
Capacit del sensore di non produrre artefatti derivanti da interferenze (effetto moir) fra i pixel in
particolari condizioni di ripresa;
Dimensione fisica del sensore a parit di pixel (e quindi a parit di risoluzione). Se la dimensione
fisica del sensore elevata a parit di numero di pixel questo comporta ovviamente una maggiore

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dimensione fisica dei pixel o dei photosite (per un chiarimento sui termini photosite, pixel e elemento
fotosensibile vedi il paragrafo "Numero di Pixel e qualit delle immagini" della voce correlata
Fotografia digitale). Tale fatto rende maggiormente sensibili gli elementi dei photosite (pixel)
garantendo un miglior rapporto segnale/rumore. Ad esempio vi sono sensori da 6 MP (f.to 4:3) con
dimensione 1/2,7 che hanno una dimensione di 5,371 mm x 4,035 mm (diagonale = 6,721 mm),
mentre altri sensori da 6 MP hanno dimensioni 1/1,8 e dimensione di 7,176 mm x 5,319 mm
(diagonale = 8,933 mm). In termini di rumore e di sensibilit la qualit del sensore normalmente
maggiore nel sensore pi grande.
I sensori di alcune fotocamere REFLEX professionali hanno il sensore di formato 3:2 ed un rapporto 1:1
con il fotogramma della pellicola (Full-Frame), una dimensione quindi di 24x36 mm. Con queste
dimensioni oltre ad avere un basso rumore, risulta possibile garantire che l'angolo di campo delle ottiche
non sia alterato (rapporto 1:1 fra angolo di campo della fotocamera con sensore e quella a pellicola).
La qualit dell'immagine tuttavia importante relativamente alla modalit di fruizione: se le immagini si
utilizzano a video non ha molta rilevanza la risoluzione, ma se si intendono realizzare stampe di grande
formato allora la risoluzione diventa un parametro da tenere presente. Tanto pi si vorr effettuare una
stampa grande di una foto digitale, tanto pi la fotocamera dovr produrre immagini ad una risoluzione
elevata. Ecco alcuni esempi:
Una foto in formato standard da 14 cm di larghezza necessita di 1.2-2 megapixel di risoluzione per
risultare pari ad un prodotto di una macchina fotografica tradizionale;
Per stampare su di un foglio A4 sono necessari dai 2 ai 3 megapixel;
Per realizzare un poster da 6070 cm sono consigliabili risoluzioni non interpolate di pi di 5
megapixel;
Interpolazione
Altro parametro a cui andrebbe rivolta una certa importanza da chi della fotografia vuol fare qualcosa pi di
un hobby la questione dell'interpolazione. Tale tecnica matematica viene infatti utilizzata in due modalit
diverse a volte contemporaneamente sulla stessa fotocamera:
nelle fotocamere a bassa risoluzione si utilizza per generare dei pixel ulteriori a quelli catturati dal
sensore generandone il valore di cromia per portare ad esempio una risoluzione di una fotocamera da
3 Mpixel a 4 Mpixel. Il procedimento in realt non aggiunge informazioni vere all'immagine, ma
rende meno evidente la quadrettatura dovuta al pixel se si volesse ingrandire l'immagine oltre il
consentito. un procedimento usato anche negli scanner attraverso un'elaborazione software.
In tutte le fotocamere che adottano un sensore con Color Filter Array si usa l'interpolazione per
generare in ogni pixel le due componenti cromatiche mancanti, in questo caso si tratta propriamente di
interpolazione cromatica.
In merito a quest'ultima modalit infatti va detto che il sensore - composto da milioni di elementi
fotosensibili - solo nel suo complesso cattura informazioni riguardanti le tre componenti RGB
(Red-Green-Blue) (Rosso-Verde Blu) che compongono la luce della scena focalizzata sulla sua superficie.
Quasi tutti i sensori, anche se con modalit diverse, hanno i photosite (che normalmente hanno un solo
photodetector per photosite) che catturano una sola componente cromatica della luce. Sulla superficie del
sensore infatti collocato un filtro a mosaico denominato Color Filter Array (CFA), il pi diffuso di tipo
Bayer che a sua volta pu presentare diverse varianti sul numero dei colori che vengono filtrati (3 o 4) e
sulla disposizione dei colori sul mosaico. Il pi comune quello denominato GRGB che ha il 50% dei
photodetector che catturano il Verde (G), il 25% che catturano il Rosso (R) ed il rimanente 25 % che
catturano il Blu (B). Per ottenere una adeguata fedelt cromatica dell'intera immagine, ogni pixel registrato
in un file grafico a colori (fa eccezione il file di tipo Raw) deve contenere le informazioni cromatiche di
tutte e tre le componenti RGB della luce incidente su ogni pixel. Questo perch la riproduzione delle
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immagini luminose avviene per mescolanza additiva delle tre componenti primarie della luce. Poich ogni
photodetector ne cattura solo una di queste (R, G o B), non pu fornire tutti i dati per la formazione del
pixel, cos le altre due informazioni cromatiche vengono calcolate dal processore d'immagine attraverso un
procedimento matematico (algoritmo di demosaicizzazione demosaicing). Solo cos il pixel, inteso come
raggruppamento dei dati cromatici della pi piccola porzione che forma l'immagine, pu concorrere ad una
rappresentazione fedele dei colori dell'immagine.
Diversamente avviene per. es. in alcuni scanner ed in alcune fotocamere dove:
l'interpolazione serve ad aumentare in modo artificiale il numero di pixel senza che vi sia riferimento
a nessun oggetto reale;
e nei quali la risoluzione vera quella ottica, non quella ottenibile via software,
nelle fotocamere digitali il processo interpolazione cromatica comune a tutte quelle dotate di CFA consiste
nel calcolare il valore delle due componenti cromatiche mancanti su ogni pixel a partire normalmente dai
valori contigui al pixel in questione aventi la stessa componente cromatica che si intende calcolare.
L'approssimazione peraltro abbastanza precisa - quindi sul dettaglio cromatico dell'immagine e si
consideri che comunque una delle tre componenti realmente rilevata da ogni pixel. Al momento (aprile
2009) in commercio risulta esservi un solo sensore, prodotto da Foveon, che cattura le tre componenti RGB
su un unico photosite. Questo viene montato su alcuni modelli di fotocamere, ma la sua diffusione pi
ridotta rispetto ai sensori dotati di C.F.A. Una precisa distinzione fra pixel, photosite e elemento unitario
fotosensibile=photodetector) si trova nel paragrafo Numero di Pixel e qualit delle immagini della voce
correlata fotografia digitale. Invece un approfondimento sulle diverse modalit di formazione delle
immagini nelle fotocamere digitali, sulla formazione dei file delle immagini per interpolazione in base alle
esigenze di profondit colore e sulla elaborazione dei file Raw, si trova alla voce Raw (fotografia)
Risoluzioni e Megapixel
In tabella alcune delle risoluzioni pi diffuse, con alcune delle fotocamere che li utilizzano:

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Larghezza Altezza Aspect


(pixel)
(pixel) ratio

Dimensioni
immagine
(pixel)

Megapixel

Fotocamere di esempio

320

240

76.800

0,08

Prototipo di fotocamera digitale di


Steven Sasson (1975)

570

490

279.300

0,28

Sony Mavica su floppy disk (1981)

640

480

307.200

0,3

Apple QuickTake 100 (1994)

832

608

505.856

0,5

Canon Powershot 600 (1996)

1.024

768

786.432

0,8

Olympus D-300L (1996)

1.280

960

1.228.800

1,3

Fujifilm DS-300 (1997)

1.310.720

1,3

Fujifilm MX-700 / Leica Digilux


(1998), Fujifilm MX-1700 (1999) /
Leica Digilux Zoom (2000)

1.280

1.024

5:4

1.600

1.200

1.920.000

Nikon Coolpix 950

2.012

1.324

2.663.888

2,74

Nikon D1

2.048

1.536

3.145.728

Canon PowerShot A75, Nikon Coolpix


995 Epson 3100z

2.272

1.704

3.871.488

Olympus Stylus 410

2.464

1.648

4.060.672

4,1

Canon 1D

2.640

1.760

4.646.400

4,7

Sigma SD14, Sigma DP1 (4.646.400


photosite, 14 Mega photodetector, 3
photodetector per photosite, ogni
photosite fornisce i 3 dati RGB che
costituiscono un pixel; sensore Foveon
X3)

2.560

1.920

4.915.200

Olympus E-1, Sony Cyber-shot


DSC-F707, Canon PowerShot A460

2.816

2.112

5.947.392

Olympus Stylus 600 Digital

3.008

2.000

6.016.000

Nikon D40, D50, D70, D70s, Pentax


K100D

3.072

2.048

6.291.456

6,3

Canon 300D, Canon 10D

3.072

2.304

7.077.888

Olympus FE-210

3.456

2.304

7.962.624

Canon 350D

3.264

2.448

7.990.272

Olympus E-500, Olympus SP-350,


Canon PowerShot A720 IS

3.504

2.336

8.185.344

8,2

Canon 30D, Canon 1D II, Canon 1D II


N

3.520

2.344

8.250.880

8,25

Canon 20D

3.648

2.736

9.980.928

10

Olympus E-410, Olympus E-510,


Panasonic FZ50

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3.872

2.592

10.036.224

10

Nikon D40x, Nikon D60, Nikon D200,


Nikon D80, Pentax K10D, Pentax
K200D, Sony Alpha A100

3.888

2.592

10,077,696

10,1

Canon 400D, Canon 40D

4.064

2.704

10.989.056

11

Canon 1Ds

4.000

3.000

12.000.000

12

Canon Powershot G9, Fujifilm FinePix


F100fd, Canon Digital IXUS 960 IS

4.256

2.832

12.052.992

12,1

Nikon D3, Nikon D700

4.272

2.848

12.166.656

12,2

Canon 450D

4.288

2.848

12.212.224

12,2

Nikon D2Xs/D2X, Nikon D300, Nikon


D90

4.368

2.912

12.719.616

12,7

Canon 5D

4.672

3.104

14.501.888

14,5

Pentax K20D

4.928

3.264

16.084.992

16,3

Pentax K-5 II

4.992

3.328

16.613.376

16,6

Canon 1Ds II, Nikon D4

5.184

3.456

19.200.000

18

Canon EOS 7D, Canon EOS 550D,


Canon EOS 60D

5.616

3.744

21.026.304

21

Canon 1Ds III, Canon 5D Mark II

6.048

4.032

24.385.536

24,4

Sony Alpha 900, Nikon D3X

7.360

4.912

36.152.320

36,2

Nikon D800, Nikon D800E

7.212

5.142

39.031.344

39

Hasselblad H3D-39

7.264

5.440

39.516.160

40

Pentax 645D

8.176

6.132

50.135.232

50,1

Hasselblad H3D-50

8.984

6.732

60.480.288

60,5

Phase One P65+ Hasselblad H4D-60

Dimensioni fisiche del sensore


Il sensore ottico digitale ha determinate misure, che non sono proporzionali con la risoluzione del sensore,
anche se determinate dimensioni del sensore ne limitano la risoluzione massima.
I Sensori possono avere dimensioni fisiche paragonabili al sistema analogico su pellicola 35 mm (Full
Frame di 24x36 mm), ma anche di tipo APS Advanced Photo System con i corrispettivi digitali APS-C
(24x16 mm) e APS-H (27x18 mm), tipicamente usati nelle fotocamere Reflex e Mirrorless. Esistono anche
altri Sensori con dimensioni inferiori: quello pi conosciuto circa 1/4 della superficie Full, ma con un
formato 4/3 (17.3x13 mm), infatti vengono nominati Micro Quattro Terzi (MTF), mentre l'altro con
dimensione 1" (13,2x8.8 mm) in formato 3/2 o Fotografico. La maggior parte dei sensori per le
"Compatte" (o tascabili) vengono classificati in frazioni di pollice (1/2,5", 1/1,8", 1/1,7" e 1/1,6") in quanto
derivati dalla Video-ripresa CRT di qualche anno fa (1980) e dove il formato 4/3, ma la dimensione reale
circa 2/3 della dimensione nominale in Pollici: un sensore nominale da 1/2,5" in realt misura circa 5.4x4
mm ed quello con le dimensioni minori. Ad un livello Professionale si trovano i Sensori Medio Formato
con dimensioni da 33x44 mm a 56x42 mm in vari formati: 1/1, 3/2 e 4/3.

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Le memorie
Una volta convertito il segnale in arrivo dal sensore
(CCD o C-MOS) ed elaborato dal processore
d'immagine, la fotocamera registra un file contenente
l'immagine scattata su una memoria gestibile
dall'utente. Alcune fotocamere economiche
dispongono di una memoria interna di salvataggio
immagini, alla quale normalmente sempre possibile
aggiungerne una esterna.
Dal punto di vista tecnologico - quel punto di vista che
specificamente si occupa di conoscere la modalit di
immagazzinamento dei dati elementari su un supporto
di memoria - va detto che il tipo di memorie
prevalentemente usato di tipo EEPROM flash
(Electrically Erasable and Programmable Read Only
Memory - flash). La tecnologia "flash" consente di
accedere alle celle di memoria per blocchi, o aree,
rendendo pi rapido il processo di lettura-scritturacancellazione). Per questo occorre distinguere fra la
tecnologia costruttiva degli elementi di
memorizzazione (per tutte le schede di memoria si
tratta, come visto, di EEPROM-flash) e i formati con
Le dimensioni dei sensori pi diffusi a confronto
cui vengono prodotte le schede di memoria. I formati
di scheda di memoria realizzati con celle a
semiconduttore utilizzati dalle case costruttrici di fotocamere digitali, sono principalmente:
CompactFlash
Compactflash Extreme III
Compactflash Ultra
Compactflash Ultra II
Compactflash Ultra Speed
Memory Stick
MultiMedia (MMC)
SD (secure digital)
mini-SD
TransFlash (o micro-SD)
SmartMedia
XD - xD tipo M - xD tipo H (foto panoramiche per le Olympus e Fujifilm)
Vi sono poi schede di memoria come la seguente:
Microdrive
le quali non sono riconducibili a celle a semiconduttore, bens a supporti magnetici dello stesso tipo degli
hard disk dei PC, ma che per contro adottano lo stesso formato delle memorie a semiconduttore. Nel caso
delle Microdrive il formato quello delle C.F. CompactFlash
Invece altri formati, inoltre, come il:
miniCD-ROM

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fanno riferimento ad un supporto ottico di memorizzazione (mini-CD). Tecnica di memorizzazione oggi


sostanzialmente abbandonata, ma che prevedeva nelle fotocamere l'incorporazione di un masterizzatore per
mini-CD.
Un elenco completo pu essere trovato alla voce Scheda di memoria.

I formati di salvataggio delle immagini


I formati utilizzati nelle fotocamere digitali per il salvataggio delle immagini sono:
JPG: il pi usato nelle fotocamere economiche. Permette di salvare grandi immagini in file di piccole
dimensioni, pur perdendo dettagli all'occhio impercettibili ma che rischiano di diventare evidenti in
caso sia necessario effettuare successive manipolazioni di fotoritocco all'immagine salvata. Si tratta di
un formato compresso di tipo LOSSY, ovvero con perdita di dati.
TIFF: formato in grado di salvare immagini senza perdita di informazioni. Il salvataggio pu essere
non compresso o compresso di tipo LOSSLESS. Si pu osservare come questo formato, se si sfrutta
la compressione, produca immagini identiche alle BMP ma della dimensione di una BMP compressa
con ZIP.
BMP: formato di salvataggio poco utilizzato, per via del fatto che il file di dimensioni piuttosto
elevate. Le immagini possono essere salvate con una profondit di colore di 16, 24 e 32 bit senza
nessun tipo di compressione.
Raw: formato utilizzato dai professionisti e dai fotoamatori evoluti. Una fotocamera settata per
salvare il formato Raw di una istantanea salver nella memoria utente esattamente l'output
digitalizzato ottenuto dal sensore della fotocamera stessa, senza alcun tipo di modifica se non la
conversione Analogico/Digitale (conversione A/D). I dati dovranno essere quindi ricomposti su un
computer secondo specifici protocolli della casa madre definiti per lo specifico sensore utilizzato.
Solo successivamente le immagini cos ricomposte ed eventualmente regolate in luminosit ed altro,
saranno convertibili ed utilizzabili in qualsiasi formato conosciuto.

Vantaggi dei file Raw


Il principale vantaggio del Raw va ricercato nella modalit di registrazione del file e nelle possibilit di
elaborazione che esso offre successivamente allo scatto. Un file Raw durante la conversione da analogico a
digitale normalmente campionato almeno a 12 bit per canale (R,G o B). Ognuno dei canali cromatici a
questo livello della elaborazione ancora incompleto avendo solo i segnali raccolti dai photodetectors e non
anche quelli generati per interpolazione. Alcune fotocamere di alto livello producono file Raw con
campionamento a 16 bpp (bpp=bit-per-pixel o, meglio, bit-per-photodetector) e, come si visto, questa
una sola delle tre componenti del pixel. I software di elaborazione dei file RAW hanno la possibilit quindi
di produrre file grafici RGB a 48 bpp (qui perfettamente corretto ritenere b.p.p. come bit-per-pixel, perch,
quando il file grafico elaborato, ogni pixel contiene tutte e tre le componenti RGB necessarie per definire
ogni elemento del pixel). Per questa elevatissima profondit colore il file si presta ad elaborazioni anche
abbastanza spinte senza che la qualit e dettaglio di immagine degradino troppo. Si consideri che
normalmente la generazione del file TIFF o del file JPG avviene a profondit colore di 24 bpp (che equivale
ad 8 bpp per ognuno dei canali RGB) quindi per la stampa normalmente richiesto un dettaglio cromatico
(=profondit colore) molto minore. Tale caratteristica tecnica dei file Raw permette una lavorazione in
studio delle immagini senza alterarne la qualit. Ma non solo. L'utilizzo dei file RAW consente addirittura di
apportare in un secondo momento con elaborazioni in studio dei miglioramenti significativi alla qualit
dell'immagine scattata, potendo per esempio aggiustare il bilanciamento del bianco, ridurre eventuali
aberrazioni cromatiche degli obiettivi, ottimizzare l'esposizione con un campo di variazione abbastanza
elevato, applicare filtri antirumore, ecc.
invece secondaria e fuorviante la ragione che vede nel file Raw la possibilit di compiere scatti in rapida

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successione (chiamata anche "funzione di scatto a raffica" delle fotocamere), anche perch tale funzione
delle fotocamere viene svolta molto pi rapidamente con altri formati come il JPG. Usando questa funzione
infatti la fotocamera ha necessit di tenere in memoria i dati delle immagini scattate nella raffica. Quindi,
per questo, occorre integrare nella fotocamera una sorta di memoria di servizio (buffer) dove parcheggiare le
immagini prima della loro scrittura nella scheda di memoria. Poich le immagini JPG, anche se composte in
alta qualit, hanno una dimensione di circa 1/4 della stessa immagine in Raw, lo svolgimento di tale
funzione non comporta l'impiego di una grande quantit di memoria interna. Quindi tale funzione in JPG
molto frequente trovarla nelle fotocamere anche di fascia medio-bassa. A questo proposito si consideri che il
tempo di registrazione dell'immagine nella scheda di memoria normalmente molto superiore a quello che
impiega il processore d'immagine ad elaborare i dati grezzi in arrivo del sensore per formare l'immagine
JPG. Dunque, complessivamente, il tempo impiegato dalla fotocamera per svolgere la funzione di scatto a
raffica comunque minore in JPG rispetto al formato Raw.
Nonostante queste caratteristiche della funzione che permette scatti in rapida successione, vi sono
fotocamere professionali, semi-pro, e compatte-prosumer di fascia alta, che presentano questa possibilit di
registrare immagini in Raw con scatto a raffica. Tale diffusione stata agevolata dal progressivo calo di
costo delle celle di memoria che ha reso economicamente vantaggioso aumentare questa memoria buffer
interna alle fotocamere. Questo fatto ha reso disponibile la funzione di scatto in rapida successione anche in
fotocamere digitali non professionali che comunque possiedono prestazioni tali da far valutare
positivamente tale funzione. Va detto tuttavia che nonostante l'uso dello scatto a raffica non sia cos
frequente come lo scatto singolo, tale funzione apprezzata dai professionisti e dai fotoamatori evoluti.
Inoltre tale funzione di scatto a raffica in Raw conseguenza anche del miglioramento dell'elettronica delle
fotocamere che ha reso pi veloce le procedure di elaborazione e di trasferimento delle immagini.
Nell'utilizzo dei file Raw occorre tenere presente che:
la memorizzazione di un file Raw ha una dimensione elevata dunque richiede pi tempo per la sua
registrazione nella scheda di memoria. Molto pi rapida la memorizzazione di un file JPG, registrato
anche in alta quali (dimensioni elevate del file). Questo comporta l'effetto finale secondo cui il tempo
per registrare un file JPG molto pi basso rispetto a quello necessario per registrare un file Raw. E
questo valido anche se si considera che il processore d'immagine interno alla fotocamera spende un
po' pi di tempo per la formazione del file JPG a partire dai dati grezzi d'immagine.
nel caso invece dello scatto a raffica (da tre in poi) i dati Raw delle immagini scattate in rapida
successione vengono trattenuti in una memoria interna "di servizio" della fotocamera (buffer). Per
svolgere questa funzione occorre per dotare la fotocamera di una sufficiente quantit di memoria
interna che dovr essere tanto maggiore quanto maggiore la dimensione del file Raw e quanto
maggiore il numero degli scatti della raffica.
Una descrizione dettagliata dei file Raw si trova nella voce correlata Raw.

Fotocamere usate come videocamere


AVI, MOV, RealMedia: questi formati di file vengono utilizzati dalla maggior parte delle fotocamere in
commercio per realizzare piccole sequenze video. La durata dei video cos prodotti solitamente limitata
(difficilmente superiore ad alcuni minuti se si impiega la limitata memoria interna), a causa degli algoritmi
di compressione e dei codec video impiegati, semplici e quindi veloci (viste le ridotte capacit di calcolo
dell'hardware presente), ma non particolarmente performanti in termini di compressione. Tale caratteristica
di facile realizzazione data la natura dell'architettura delle fotocamere digitali, ma non si deve pensare che
tali filmati possano essere equiparabili a quelli prodotti da videocamere digitali o analogiche: le modalit di
otturazione, il buffer utilizzato dal CCD, la natura del software della fotocamera e le tipologie di ottiche
impiegate nelle prime generalmente non consentono di realizzare filmati comparabili con quelli prodotti
dalle seconde. Le stesse risoluzioni dei filmati, solitamente derivati dalle risoluzioni VGA dei computer o da
loro frazioni (640x480, 320x200, ecc.), rispetto a quelle delle videocamere (derivate dalle risoluzioni
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televisive), e un audio spesso con frequenze di campionamento molto ridotte, indicano un impiego pensato
pi per l'informatica e la pubblicazione via web che la produzione audiovisiva.
Tale limitazioni, seppur ancora molto diffuse, sono per in fase di riduzione: in alcuni dispositivi stato
predisposto un sistema di codifica tale per cui i filmati vengono direttamente compressi con algoritmi pi
efficienti (come il DivX), in grado quindi di rendere il sistema adatto a registrare filmati di maggiore durata.
L'aumento delle dimensioni delle memorie esterne allo stesso tempo garantisce maggiore spazio a
disposizione per i file video, indipendentemente che questi usino un algoritmo efficiente o meno
(ovviamente nel primo caso il guadagno in tempo di registrazione ancora maggiore). Recentemente si
stanno diffondendo fotocamere di fascia alta in grado di riprendere in full HD nel codec H.264, con un
bit/rate di 46Mb/s massima. I limiti sono ancora nella durata della registrazione (con simili bitrate anche le
memorie di dimensioni maggiori sono insufficienti per filmati di lunga durata) e nell'ergonomia
dell'impugnatura, non ideale per la stabilit di ripresa.
Prova del fatto che le fotocamere siano diventate quasi intercambiabili con le videocamere il fatto che si
cominciano a vedere le prime serie TV riprese in digitale con fotocamere, come stato per esempio per
l'ultimo episodio della sesta stagione di Dr. House - Medical Division, che stato girato con una Canon 5D
Mark II[5][6].

Note
1. ^ The Visual Dictionary of Photography, AVA Publishing.
2. ^ Steven Sasson named to CE Hall of Fame, Let's Go Digital.
3. ^ Storia della fotografia (http://www.photogallery.it/storia/icrono.html)
4. ^ 1988: FUJI DS-1P - 1988 (http://www.digicamhistory.com/1988.html)
5. ^ (EN) Intervista esclusiva a Greg Yaitanes, regista e produttore esecutivo dell'episodio finale di House, Philip
Bloom, 19 aprile 2010. URL consultato il 15 maggio 2010.
6. ^ Dr. House girato con la Canon 5D Mark II, Dphoto.it, 15 aprile 2010. URL consultato il 18 maggio 2010.

Voci correlate
Raw (fotografia)
Fotografia digitale
Fotocamera
Exif
Portafoto digitale
Raw (formato di file)
EVIL

Altri progetti
Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/?uselang=it) contiene immagini o
altri file su fotocamera digitale (https://commons.wikimedia.org
/wiki/Category:Digital_cameras?uselang=it)

Collegamenti esterni
CMOS vs CCD, imageconsult.it.

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