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Cap. 9
` ISOMETRIE, PROIETTIVITA
`
AFFINITA,
9.1
Affinit`
a.
Definizione 1. Sia
= ( , VK , ) uno spazio affine. Unaffinit`
a f su
`e una
coppia (f, ) formata da unapplicazione biunivoca f :
e da un automorfismo : VK VK , tali che risulti:
()
(P Q) = f (P )f (Q), P, Q .
Linsieme Aff( ) delle affinit`
a su
costituisce un gruppo, rispetto alla composizione di applicazioni. Infatti (f g, ) `e unaffinit`
a [se (f, ) e (g, ) lo
1
1
sono]; inoltre (1 , 1V ) `e laffinit`
a identica di Aff( ); infine (f , ) `e unaffinit`
a ed `e linversa di (f, ).
Si noti inoltre che unaffinit`
a (f, ) `e completamente individuata se sono assegnati lautomorfismo e limmagine f (P0 ) di un arbitrario punto P0 . Infatti, per
ogni P , f (P ) `e univocamente determinato dalla condizione:
f (P0 )f (P ) = (P0 P ).
Infine, due sottoinsiemi di
sono detti affinemente equivalenti se esiste unaffinit`
a f che trasforma luno nellaltro. Poiche Aff( ) `e un gruppo, tale relazione `e
una relazione dequivalenza (tra i sottoinsiemi di ).
Proposizione 1. Sia f = (f, ) unaffinit`
a su
e sia S = S(P0 , U ) un sottospazio affine di . Risulta:
!
"
f (S) = S f (P0 ), (U ) .
Ne segue che unaffinit`a f trasforma un sottospazio affine in un altro sottospazio affine della stessa dimensione; in particolare f conserva lallineamento di punti di .
Dim. Per ogni Q , risulta (essendo f una biiezione e un automorfismo):
, VK ,
"
Cap. IX
` ISOMETRIE, PROIETTIVITA`
AFFINITA,
c 88-7999-008-X
!
unaffinit`
a su . Vogliamo scrivere le equazioni di f rispetto ad un riferimento affine RA(O, ) di . Da () segue che:
(OP ) = f (O)f (P ), P .
OP = x, Of (P ) = x" , Of (O) = c.
Risulta quindi:
()
Osservazione 1. Sia f = (f, ) Aff( ) e sia RA(O, ) un riferimento affine. Se f ha equazioni (), denoteremo f con fA,c . In particolare laffinit`
a identica 1 corrisponde a fIn ,0 . Se poi f = fA,c e g = fB,d , risulta:
g f = fBA,Bc+d
[infatti: (g f )(x) = g(f (x)) = B(f (x)) + d = B(Ax + c) + d = BAx + Bc + d].
Analogamente:
f g = fAB,Ad+c .
Infine, se f = fA,c , risulta:
f
1
=f
1
1
A
,A
c
9.1 Afnit
a`
c 88-7999-008-X
!
Sia
=
e sia RA(O, ) un riferimento affine fissato. Sia P0 = (x0 ) [rispetto ad RA(O, )]. Risulta:
n
f = fA,c Aff( )P
Ax0 + c = x 0 c = x0 Ax 0 .
#
Aff( )P0 = fA,x
Ax
0
0
$
, A GLn(K) .
Ne segue subito che esiste una corrispondenza biunivoca tra Aff( )P0 e GLn(K),
data dallapplicazione
tale che:
0Ax0
, A GLn (K).
P0 P1 , P0 P2 , . . . , P0 Pn
n
10
` ISOMETRIE, PROIETTIVITA`
AFFINITA,
Cap. IX
c 88-7999-008-X
!
f (Pi ) = Qi , i = 0, . . . , n.
!
!
"
"
Dim. Posto
= P0 P 1 . . . P0 Pn e
= Q0 Q1 . . . Q0 Qn , esiste un unico automorfismo : V V tale che ( ) = . Definiamo ora la seguente applicazione f : :
P , f (P ) `e il punto di
tale che Q0 f (P ) = (P0 P ).
Dallassioma SA1 segue che f `e una biiezione. Inoltre, P, Q :
Q0 f (Pi ) = (P0 Pi ) = Q0 Qi
e dunque f (Pi ) = Qi , i = 0, . . . , n.
Resta ora soltanto da verificare lunicit`
a di (f, ). Se infatti (g, ) `e unaltra
affinit`
a tale che g(Pi ) = Qi ( i = 0, . . . , n), si ha:
* * *
Soluzione. Siano
!
!
"
"
= P0 P1 . . . P0 Pn = C e
= Q0 Q1 . . . Q0 Qn = D,
!
"
!
"
con C = x 1 x 0 . . . x n x 0 , D = y 1 y 0 . . . y n y 0 GLn(K).
Laffinit`
a (f, ) cercata ha automorfismo associato : V V definito dalle
condizioni: ( ) = . Risulta:
( ) = ( C
1
)=
= DC
Dunque ha matrice A = DC
(in base ).
Se f = fA,c (rispetto ad RA), dalle condizioni f (Pi ) = Qi segue che:
11
xi .
9.2
Traslazioni e omotetie.
Definizione 3. Sia
= ( , VK , ) uno spazio affine e sia u un vettore fissato in
V = VK . Si chiama traslazione (di vettore u) lapplicazione
t = tu :
tale che P t(P ) = u, P .
Osservazione 4. Si verifica subito che t `e unaffinit`
a, il cui automorfismo associato `e lidentit`
a 1V . Viceversa ogni affinit`
a (f, ), con = 1V , `e una trasla
zione [di vettore u = P f (P ), P ].
Linsieme T delle traslazioni di
costituisce un sottogruppo di Aff( ) [si osservi infatti che tu tv = tu+v ]. Tale sottogruppo `e isomorfo al gruppo additivo di VK (ed `e quindi commutativo).
Osservazione 5. Sia
=
e sia RA(O, ) un riferimento affine. Vogliamo scrivere le equazioni della traslazione t = tu . Supponiamo che, nel riferimento assegnato, sia:
n
Da P t(P ) = u, segue
Pertanto tu = fIn ,u .
Definizione 4. Sia
= ( , VK , ) uno spazio affine. Sia P0 un punto di
e sia K [= K {0}]. Si chiama omotetia di centro P0 e valore lapplicazione = P , : tale che
0
P0 (P ) = P0 P , P .
12
Cap. IX
` ISOMETRIE, PROIETTIVITA`
AFFINITA,
c 88-7999-008-X
!
Osservazione 7. Sia
=
e sia RA(O, ) un riferimento affine. Vogliamo scrivere le equazioni dellomotetia = P , . Supponiamo che, nel riferimento asse0
gnato, sia:
n
Dalluguaglianza P0 (P ) = P0 P , segue:
(x " x 0 ) = (x x0 )
0 ,
x" = x + (1 )x 0 .
= fIn ,(1)x .
0
(i ) Determinare t T
(ii ) Determinare t T
"
e g Aff( )P
e g Aff( )P
"
tali che f = g t.
[Si noti che da (i ) e (ii ) segue che il gruppo Aff( ) `e prodotto dei suoi sottogruppi
T e Aff( )P ].
0
* * *
Soluzione. (i ) In base alle Oss. 2, 5, risulta:
g = fB,x
0 Bx0
con B GLn(K) ed y
e t = fIn ,y ,
n,1
g t = fB,x
Bx
0
0 Bx0
Bx
0
= fA,c e quindi:
BIn = A e By + x0 Bx 0 = c.
1
Pertanto B = A e y = x0 + A (c x0 ). Quindi:
g = fA,x
Ax
0
e t=f
In ,x0 +A
(cx0 )
Ax
0
x
0
13
9.3 Isometrie
c 88-7999-008-X
!
Esercizio 3. Verificare che, P0
P
risulta:
T =T
P .
0
`e un sottogruppo di Aff(
)].
* * *
Soluzione. Si fissi un riferimento affine RA(O, ) e siano
= fIn ,(1)x P
0
e t = fIn ,y T
Si verifica su-
t = t" .
Da ci`o segue che P T T P .
0
0
Viceversa, si verifica che, posto t"" = fI
1
n , y0
, risulta:
t = t"" .
Da ci`o segue linclusione opposta T
9.3
P P
T .
Isometrie.
Poiche O(V ) `e un sottogruppo di GL(V ), le isometrie formano un sottogruppo di Aff(E), che denoteremo Isom(E). Unisometria (f, ) `e detta isometria diretta se det() = +1; se invece det() = 1, (f, ) `e detta isometria inversa. Le isometrie dirette formano un sottogruppo di Isom(E), deno+
tato Isom (E). Si noti inoltre che il prodotto di due isometrie inverse `e unisometria diretta.
Infine, due sottoinsiemi di E sono detti congruenti o isometricamente equivalenti se esiste unisometria di E che trasforma luno nellaltro.
Osservazione 8. Ogni isometria (f, ) conserva la distanza tra punti di E. Infatti,
P, Q E, risulta:
Vale anche il viceversa: se cio`e h : E E `e unapplicazione biunivoca che conserva la distanza, allora h `e unisometria (cfr. [S], pag. 249).
14
` ISOMETRIE, PROIETTIVITA`
AFFINITA,
Cap. IX
c 88-7999-008-X
!
Isom (E)Aff(E)P ,
0
f = fA,x
0 Ax0
, con A SOn( ).
h
S
N
N
O
O
P " =(P )
P = (P )
"
(n=2)
(n=3)
1
15
9.3 Isometrie
c 88-7999-008-X
!
(P ) = P " se P P0 = P0 P " .
P
h
P0
N
S
R(P0 P )
P " = (P )
Essendo R un operatore unitario con det(R) = 1, f `e unisometria inversa. Per concludere baster`
a verificare che = f . Infatti, indicato con n un vettore normale di S, risulta, P E:
= P0 P + 2P N = P0 P + P N + P N = P0 N + N P " = P0 P " = P0 (P ).
Dunque f (P ) = (P ), P E, cio`e f = .
2
` assegnata la retta r di equazione
Esercizio 4. E , RC(O, ). E
x 2y = 1.
Scrivere le equazioni della riflessione = r di asse la retta r e determinare la matrice delloperatore di simmetria R associato a .
*
16
` ISOMETRIE, PROIETTIVITA`
AFFINITA,
Cap. IX
c 88-7999-008-X
!
2
&
x" = 15 (3x + 4y + 2)
= 1V , con O(V ) e
n
`e una simili-
Si pu`
o verificare [cfr. Eserc. 12] che una similitudine `e la composizione di unomotetia (di centro un punto arbitrario) con unisometria. In particolare, ogni isometria `e una similitudine.
Osservazione 9. (i ) Le similitudini (e quindi anche le isometrie) conservano gli angoli. Sia infatti (f, ) una similitudine, con = 1V e siano u, v due vettori non nulli di V : basta verificare che (u, v) = ((u), (v)). Infatti:
cos ((u), (v)) =
2
,u, v,u, v=
= cos (u, v).
2
|| || u || || v ||
|| u || || v ||
}.
9.4 Isometrie di E
c 88-7999-008-X
!
17
Simil(E) = P
9.4
Isom(E).
Isometrie di E2 .
2
Ricordando la definizione di angolo orientato [cfr. Def. VI.6], si ha che in entrambi i casi langolo orientato tra i vettori e1 e (e1) coincide con []. Tale angolo `e detto angolo (orientato) dellisometria (f, ) rispetto ad RC. Se in particolare 0 < 2, `e la determinazione principale di tale angolo.
Osservazione 10. Si osserva subito che lautomorfismo di unisometria inversa
2
(f, ) di E ammette sempre i due autovalori 1. Infatti ha polinomio caratteristico:
!
"
det S xI2 = (x 1)(x + 1).
Ne segue che `e diagonalizzabile ed i due autospazi E1 , E1 sono rette (vettoriali) ortogonali tra loro [cfr. Oss. VII.5(iii )].
2
Invece, se `e lautomorfismo di unisometria diretta (f, ) di E , il polinomio caratteristico `e
!
"
2
det R xI2 = x 2(cos )x + 1.
Si osserva subito che, se .= k [cio`e R .= I2, ovvero .= 1V ], tale polinomio `e irriducibile in [x]. Dunque `e privo di autovalori e pertanto non `e diagonalizzabile.
18
` ISOMETRIE, PROIETTIVITA`
AFFINITA,
Cap. IX
c 88-7999-008-X
!
2
Verificheremo che:
,c#
rispetto ad RC " .
Risulta:
C = S (con ), se
ed
"
ed
"
( " ) = ( )C = R C =
( CR C) =
" t
"
"
R# . Se
R#
R# = tR R R = R , se C = R e
'
(
cos sen
t
R# = S R S =
= R2 , se C = S .
sen cos
2
In base a quanto visto nel paragrafo precedente, esistono in E almeno tre differenti tipi di isometrie:
le traslazioni [isometrie dirette con automorfismo associato di matrice I2 = R0 ];
le rotazioni di centro un punto P0 [isometrie dirette che fissano P0 ];
le riflessioni di asse una retta r [isometrie inverse che fissano tutti e soli i punti
di r].
Un quarto tipo di isometrie si ottiene componendo una traslazione con una riflessione. Precisamente:
2
del tipo:
9.4 Isometrie di E
c 88-7999-008-X
!
19
tr(P )
f (P )
r(P )
2
Lemma 1. Unisometria inversa (f, ) di E con un punto fisso P0 `e una riflessione avente per asse una retta r passante per P0 .
Dim. DallOss. 10, ha autovalori 1 ed autospazi E1 , E1 : si tratta di due rette
(vettoriali) ortogonali tra loro. In base allOss. 3, f fissa tutti i punti della retta
r = S(P0 , E1 ). Sia = r la riflessione di asse r. Per concludere, dobbiamo verifi2
care che f = , cio`e che f (P ) = (P ), P E .
Sia h la retta per P ortogonale ad r e sia N = h r. Per definizione di ,
P N = (P N ) = f (P )f (N ) = f (P )N , cio`e P N = N f (P ).
Ne segue che f (P ) = (P ).
20
` ISOMETRIE, PROIETTIVITA`
AFFINITA,
Cap. IX
c 88-7999-008-X
!
2
Per concludere, basta verificare che R = I2 . Poiche (f, ) non ha punti fissi, lequazione x = R x + c non ha soluzioni. Pertanto il sistema lineare
!
"
I2 R X = c
!
"
`e incompatibile e dunque det I2 R = 0. Ne segue:
%
%
% 1 cos
sen %%
%
0=%
= 2 2cos ,
sen 1 cos %
e quindi cos = 1, cio`e = 2k. Pertanto R = I2.
Lemma 3.
flessione.
` evidente che t g = f . Per concludere basta allora verificare che g `e una riflesE
r
sione di asse parallelo al vettore r. Ovviamente g `e unisometria inversa (come f )
ed ha equazioni:
x" = S x 12 Sc + 12 c.
9.5 Isometrie di E
c 88-7999-008-X
!
21
Isometrie di E3 .
9.5
Inoltre
'
b22
b32
0
b23 .
b33
(
!
"
b23
`e la matrice di " rispetto alla base f
f di u . Pertanto:
2
3
b33
%
%
%b
b23 %%
det() = det(B) = %% 22
= det(" ).
b32 b33 %
( ) = B, con B = 0
0
0
b22
b32
det(" ) = det() = .
22
Cap. IX
` ISOMETRIE, PROIETTIVITA`
AFFINITA,
c 88-7999-008-X
!
Se = 1, allora det(" ) = 1 e dunque (in base allOss. 10) " `e diagonalizzabile, con (" ) = {1, 1}. Ne segue che `e diagonalizzabile, con
() = {1, 1}, h1 = d1 = 1 [e h1 = d1 = 2].
e dunque P0 P E1 , cio`e P r. Pertanto r" = r, cio`e r `e lunica retta fissata (punto per punto) da .
3
Infatti P Q E
e dunque [poiche (E
) E
]:
1
1
1
9.5 Isometrie di E
c 88-7999-008-X
!
23
P (Q) = (P )(Q) = (P Q) E
.
1
Poiche (p) = p, `e definita la restrizione " : p p. Tale applicazione `e unisometria, con automorfismo associato la restrizione " di su E
. Sceglien1
3
do per V una base ortonormale
avente primo vettore in E1 e gli altri due in
E
(formanti una base di " ), risulta:
1
%
%
%1 0 0%
%
%
1 = det() = %% 0 .. .. %% = 1 det(" )
% 0 .. .. %
e dunque det(" ) = 1. Pertanto " `e unisometria diretta. Poiche infine " (P ) =
P , allora " `e una rotazione di p (di centro P ).
3
r
r
p
P
e3
e2
e1
24
Cap. IX
` ISOMETRIE, PROIETTIVITA`
AFFINITA,
c 88-7999-008-X
!
3
` assegnata la retta r di equazioni
Esercizio 5. E , RC(O, ). E
&
x=2
y + z = 0,
1
0
0
1
1
[ SO3( )].
= (f f f ) = C, con C = 0 2
2
1
2
3
1
1
0 2 2
Lautomorfismo definisce su W loperatore di rotazione " tale che
-
.
'
(
3
1
!
"
cos
sen
6
6
2
" (f f ) = (f f )
= (f f ) 21
.
3
1
2
1
2
1
2
sen 6
cos 6
2
Poiche (f ) = (f ), (f ) = (f ) e (f ) = f , si ha:
1
1
2
2
3
3
3
1
2 0
2
3
( ) = D, con D = 1
0 ( SO3 ( )).
2
2
0
0 1
"
"
Segue allora:
( ) = ( tC) = ( )tC = D tC = CD tC = A.
Si ha:
9.5 Isometrie di E
c 88-7999-008-X
!
A = CD tC =
25
3
21
2 2
1
2
2
2 2
2+ 3
4
2+ 3
4
2
2
2+ 3
4
2+ 3
4
2 3
e x Ax = 12 .
0
0
Pertanto ha equazioni:
1
1
x" = 23 x + 2
y
+
z
+
2
2
2 2
1
2+
3
2+
3
y " = 22 x + 4 y + 4 z + 12
"
1
2+ 3
2+ 3
z = 2
x
+
y
+
z + 12 .
4
4
2
glisso-
Definizione 10. (i ) Una glissoriflessione f di E `e la composizione di una riflessione p , di asse un piano p, con una traslazione tr di vettore r parallelo a
p. Dunque
f = tr p .
[Si tratta di unisometria inversa, senza punti fissi (se r .= 0)].
3
(ii ) Una glissorotazione f di E `e la composizione di una rotazione , di
asse una retta r, con una traslazione tr di vettore r parallelo a r. Dunque
f = tr .
[Si tratta di unisometria diretta senza punti fissi (se r .= 0)].
3
(iii ) Una riflessione rotatoria f di E `e la composizione di una rotazione
, di asse una retta r, con una riflessione p di asse un piano p ortogonale ad r.
Dunque
f = p .
[Si tratta di unisometria inversa, con un unico punto fisso (se .= 1E3 ): `e il punto
P = r p].
3
Osservazione 13. Si osservi che i tre tipi di isometrie inverse di E si distinguono dai loro punti fissi. Infatti le riflessioni, le glissoriflessioni e le riflessioni rotatorie hanno rispettivamente un piano di punti fissi, nessun punto fisso ed un solo
punto fisso.
Invece, per le isometrie dirette si ha che le traslazioni e le glissorotazioni sono
prive di punti fissi, mentre le rotazioni hanno una retta di punti fissi.
26
Cap. IX
` ISOMETRIE, PROIETTIVITA`
AFFINITA,
c 88-7999-008-X
!
9.6
Proiettivit`
a.
Si verifica immediatamente che f `e ben definita [se cio`e [u] = [v], allora f ([u]) =
f ([v])] e che f `e biiettiva, con inversa lapplicazione g : (V ) (V ) tale che
1
g([u]) = [ (v)]. Lapplicazione f `e detta proiettivit`
a (definita da ) e sar`a denotata anche con [].
Osservazione 14. (i ) Si verifica subito che: [1V ] = 1 ; inoltre [] [] = [ ],
1
1
, GL(V ); infine [] = [ ], GL(V ). Ne segue che le proiettivit`a di
(V ) formano un gruppo [di applicazioni biunivoche di (V )] chiamato gruppo proiettivo di (V ) e denotato PGL( (V )). Due sottoinsiemi di (V ) sono proiettivamente equivalenti se esiste una proiettivit`a che trasforma luno nellaltro.
(ii ) Vogliamo confrontare PGL( (V )) con GL(V ). Osserviamo che per ogni
K , gli automorfismi e di GL(V ) definiscono la stessa proiettivit`
a. Infatti [v] (V ):
[]([v]) = [(v)] = [(v)] = []([v]).
tale che:
: GL(V ) PGL( (V ))
() = [], GL(V ).
[Si noti che, dal teorema fondamentale di omomorfismo (tra gruppi), segue che
PGL( (V ))
= GL(V )/ ].
K
n+1
27
9.6 Proiettivit`a
c 88-7999-008-X
!
( ) = A, con A GLn+1(K).
. Se P " = f (P ), si
(V )
!
(V ) una proiettivit`
a. Risulta, per ogni
"
!
"
(U ) = (U ) .
Dim. Si ha infatti:
!
" #
$ #
$
!
"
f (U ) = f ([u]), u U = [(u)], u U = (U ) .
Risulta:
!
"
!
"
!
"
L f (P1 ), ... , f (Pt ) = ,(u1 ), ... , (ut )- = (,u1 , ... , ut -)
!
"
Osservazione 15. Vogliamo scrivere le equazioni cartesiane di f (U ) , in funzione delle equazioni di f e di (U ).
Fissato RP ( ), supponiamo che f abbia equazioni x" = Ax e che (U )
abbia equazioni cartesiane date dal SL(m, n + 1, K) BX = 0. Osserviamo che, se
P = [x] `e un generico punto di , risulta:
!
"
1
P f (U ) f (P ) (U ).
La proiettivit`
a f
(BA )X = 0.
28
Cap. IX
` ISOMETRIE, PROIETTIVITA`
AFFINITA,
c 88-7999-008-X
!
Dim. Risulta:
f (P ) = P [(v)] = [v] K tale che (v) = v
v `e un autovettore di associato ad un autovalore .= 0.
Si noti che = 0 non pu`
o mai essere autovalore di un automorfismo [infatti
0 () Ker() .= ,0-]. Si conclude quindi che f (P ) = P v un autovettore di . Lultima affermazione `e ovvia.
Teorema 4. (Teorema fondamentale delle proiettivit`
a). In
= (VKn+1 ) siano (P0 , . . . , Pn+1 ) e (Q0 , . . . , Qn+1 ) due (n + 2)ple di punti in posizione genen
rale. Esiste ununica proiettivit`
a f PGL( ) tale che:
n
i=0
i=0
, si ha:
T (v i ) =
In particolare:
(v i ) = i v i .
29
9.6 Proiettivit`a
c 88-7999-008-X
!
T (v n+1 ) =
n
n
!6
" 6
i v i =
i n+1 v i
= n+1 v n+1 = n+1
i=0
i=0
n
n
n
" 6
!6
6
=T
i v i =
i T (v i ) =
i i v i .
i=0
i=0
i=0
i n+1 = i i (per i = 0, . . . , n)
e quindi
0 = . . . = n = n+1 .
Allora, posto = 0 , T `e la moltiplicazione per . Pertanto 1V = T =
dunque = , come richiesto.
) = ( )C
= DC
Pertanto ha equazioni:
x" = (DC
)x, con K .
30
` ISOMETRIE, PROIETTIVITA`
AFFINITA,
Cap. IX
c 88-7999-008-X
!
Pertanto ( ) =
= D e dunque f ha equazioni:
x " = Dx, con K ,
cio`e
&
x"0 = x0
x"1 = (x0 x1 )
(con K ).
9.7
Affinit`
a e proiettivit`
a.
n+1
Sia
= (VK ) uno spazio proiettivo ndimensionale e sia H un suo ipern
` gi`
piano. E
a stato detto [cfr. Teor. VIII.1] che linsieme
H `e dotato di struttun
` quindi naturale confrontare le affira di spazio affine ndimensionale
. E
n
n
nit`
a di
con le proiettivit`
a di
che fissano H. Vale il seguente risultato:
n
Le affinit`
a di
sono in corrispondenza biunivoca con le proiettivit`
a di
fissano liperpiano H.
che
Ci limiteremo per`o [come gi`a fatto in Cap. VIII. 3] a dimostrare tale risultato in un caso particolare: considereremo soltanto spazi affine e proiettivo numen
n
rici K e K e su di essi sceglieremo i riferimenti standard RA(0, ) ed RP ( ) [indichiamo qui con
= (f . . . f ) la base canonica di K n e con
= (e0 . . . en+1 )
1
n
n+1
la base canonica di K
]. Sceglieremo inoltre come iperpiano H lo 0esimo ipern
piano fondamentale H0 di K (di equazione x0 = 0).
La richiesta biunivocit`
a tra affinit`
a e proiettivit`
a, sar`
a ottenuta tramite due costruzioni (che risulteranno inverse luna dellaltra): la proiettificazione di unaffinit`
a e laffinizzazione di una proiettivit`
a.
(A) Sia f Aff(
Sia
K ).
n
U0 =
H0
(K).
n,1
31
9.7 Afnit
a` e proiettivit`a
c 88-7999-008-X
!
la 0esima omogeneizzazione di
tale che:
K.
n
(i ) f fissa H0 ;
(ii ) j0 f = f j0 .
(K).
1,n
Verifichiamo ora per f le condizioni (i ) e (ii ). Per quanto riguarda (i ) basta osservare che i punti P ed f (P ) hanno la prima coordinata uguale [e dunque P H0 f (P ) H0 ]. Per verificare (ii ) basta osservare che per ogni punto
n
(y) K risulta:
f j0 (y) = f ([1, y]) = [1, Ay + c] = j0 (Ay + c) = j0 f (y).
(,e1 , . . . , en -) = ,e1 , . . . , en -.
32
Cap. IX
` ISOMETRIE, PROIETTIVITA`
AFFINITA,
c 88-7999-008-X
!
(K) e c
1,n
(K).
n,1
Le due costruzioni descritte sopra sono inverse luna dellaltra. Infatti si verifica immediatamente che
! "
Fa = F , e f a = f .
Esiste quindi, come preannunciato allinizio del paragrafo, una corrispondenza biunin
n
voca tra il gruppo Aff( K ) e linsieme delle proiettivit`
a di K che fissano liperpiano H0 .
Osservazione 17. Se si sostituisce ad H0 li-esimo iperpiano fondamentale Hi e,
assegnata laffinit`
a f = fA,c , se ne vuole costruire la proiettificazione f , occorre definire [procedendo come fatto in (A)] la seguente matrice B:
a11
...
a1i
c1
a1 i+1 . . .
a1n
..
..
..
..
..
.
.
.
.
.
.
.
.
a
c
a
.
.
.
a
ii
i
i i+1
in
i1
0
.
.
.
.
0
1
0
.
.
.
0
.
.
.
a
c
a
.
.
.
a
i+1 i
i+1
i+1 i+1
i+1 n
i+1 1
.
.
.
.
.
..
..
..
..
..
an1
...
ani
cn
ani+1
...
ann