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La balistica

Pessima impressione ha fatto la decisione della magistratura indiana di non


ammettere nell'indagine i due ufficiali dei Carabinieri esperti balistici inviati dal
governo italiano. (Sembra siano ammessi come osservatori, quindi senza
poter chiedere analisi o firmare le carte, in sostanza spettatori delle decisioni
altrui)
L'analisi balistica fondamentale per stabilire se i colpi che hanno raggiunto i
St. Antony e le due vittime sono partiti dalle armi dei due militari italiani o
meno.
In situazioni come questa i risultati non lascerebbero dubbi stante la specificit
dell'armamento dei militari italiani, invece come vedremo i primi risultati
indicati dai periti balistici indiani sono del tutto inattendibili dal punto di vista
tecnico, e comunque avrebbero gi dovuto scagionare, in istruttoria, i due
nostri militari.
Il sottoscritto possiede un minimo di esperienza in materia, sia per aver
prodotto per anni (1984/90) periscopi per carri armati e visori balistici per
autoblindo per conto dell'Esercito Italiano, sia per aver partecipato a inchieste
giudiziarie dove era presente questa materia, per cui tenter una analisi pur
con i pochi elementi filtrati attraverso l'utilissimo lavoro dei giornalisti.
In questo caso stiamo parlando di balistica terminale, quindi di quella scienza
che studia i fenomeni connessi agli impatti dei proiettili sui bersagli, che si pu
dividere concettualmente in due branche:

impatti hard, su corpi duri (metalli, corazze, muri etc)


impatti soft, su corpi molli (esseri umani, animali)

Dalle autorit indiane sono venute delle indicazioni ufficiali in quanto


espresse da funzionari governativi e riportate dalla stampa col nome di questi,
e relative al calibro dei proiettili repertati nei corpi delle vittime.
La materia praticamente infinita, ma si pu dire che generalmente un
proiettile ritenuto in un corpo umano permette all'esperto balistico di risalire al
calibro, alla cartuccia e al tipo di arma che lo ha sparato.
Nel nostro caso i militari italiani erano armati di fucile Beretta70/90, in calibro
5,56 NATO.
Quindi nei corpi delle vittime e sul St. Antony dovranno essere ritrovati
proiettili sparati da questa arma, o significative signature da questi lasciate.
Concettualmente si pu indicare che dalle guerre napoleoniche in poi il calibro
dei fucili militari si sempre andato riducendo sia per evoluzione tecnologica
che per dottrina operativa. Se ai primi dell'800 potevamo trovare proiettili di

calibro 12 o 13mm oggi si arrivati appunto al 5,56mm, e nel mezzo ci sono


una infinit di misure diverse.
Il calibro il diametro nominale della pallottola e pu essere espresso in mm
(millimetri) secondo la consuetudine europea continentale, o in pollici
secondo la consuetudine anglosassone. Dire calibro .22 significa un diametro
di 22 centesimi di pollice, ove 1 pollice (Inch) pari a 25,4mm.
Poich i fucili mitragliatori dei nostri militari sparavano la cartuccia (e relativo
proiettile) calibro5,56x45 NATO la possiamo esaminare in dettaglio (click x
ingrandire)

Come si vede il diametro del proiettile (la cartuccia tutto l'assieme)


leggermente maggiore (5,70 mm) rispetto al calibro nominale (5,56 mm)
Questo normale, perch il "forzamento" sulle rigature della canna detemina
la rotazione del proiettile ed evita, durante il volo movimenti di nutazione,
precessione etc. L'imagine sotto esplicativa.

Chi vuole vedere alcune dinamiche di impatti pu aprire questo link, dove lo
stesso proiettile impatta su lastre di alluminio e di acciaio.
Come si pu notare gli effetti dell'impatto sono molto diversi in base al
materiale del target.

1 million fps Slow Motion video of bullet impacts


L'alluminio viene attraversato con fusione localizzata e craterizzazione sul lato
di entrata, mentre l'impatto sull'acciaio determina la distruzione e la parziale
fusione del proiettile.
In questo caso dipende dal fatto che questo proiettile "subsonico nel mezzo"
(viaggia a una velocit inferiore alla velocit del suono nell'alluminio o
nell'acciaio) per cui le onde di pressione nel mezzo viaggiano molto pi veloci
del proiettile. E quindi trasportano energia, che diventa calore.
Mentre l'alluminio fonde a circa 500^C l'acciaio fonde a 1.700^C, e quindi nel
primo caso l'alluminio si liquefa mentre il proiettile avanza, nel secondo caso
il proiettile, (che subisce la stessa trasmissione delle onde di pressione) a
liquefarsi per primo.
Diverso nel caso in cui il proiettile sia "supersonico nel mezzo". In questo
caso la penetrazione avviene per "ablazione" (il proiettile avanza nel target
consumando il target mentre consuma se stesso)
Nel nostro caso, essendo la velocit del suono nell'acqua di 1.480 mt/sec il
nostro proiettile sicuramente subsonico nel mezzo "corpo umano", per cui si
generano le onde di pressione che si trasformano in calore, e quindi aumento
della temperatura.
Questo calore provocher tipiche signature: la cavit, fenomeni di
vaporizzazione dell'acqua contenuta nei tessuti, iperpressioni nei tessuti
adiacenti all'impatto, etc. etc. (ovviamente le leggeremo sul referto dello
specialista incaricato dal tribunale indiano di eseguire le autopsie)

Questo per dire che una "analisi balistica" non pu limitarsi a repertare un
proiettile, ma uno studio complesso che va fatto da specialisti e dovrebbe
comprendere l'analisi autoptica.
Fatto sfoggio di esperienza, andiamo avanti :-)
(pensate che l'uomo primitivo mette gli impennaggi alle frecce proprio per
evitare i movimenti di nutazione, precessione etc. Primitivo, ma intelligente!)
Le cartucce: cal. 5,56x45 e 7,62x39
Da considerazioni fatte sulla stampa sembrerebbe che il ritrovamento di un
proiettile calibro 5,56 nel corpo delle vittime sarebbe sicura prova della
colpevolezza dei militari italiani.
Non affatto cos.
Infatti, mentre ritrovando un proiettile diverso dal 5,56 essi sarebbero
completamente scagionati dobbiamo considerare che la cartuccia 5,56x45
viene usata da una delle armi pi diffuse sul pianeta, il fucile americano M16
(nell'immagine quello in alto)

L'utilizzo di queste due armi e la loro diffusione viene indicata in queste


immagini tratte da:
http://en.wikipedia.org/wiki/Comparison_of_the_AK-47_and_M16
Come si pu verificare esse sono ampiamente ed entrambe utilizzate in India e
nel vicino Sri Lanka (con il quale esiste un contenzioso circa le zone di pesca
che ha dato vita a scontri ed aggressioni contro i pescatori indiani da parte
delle forze armate dello Sri Lanka (l'ultima il 13 marzo scorso con 16 feriti) e
che secondo articoli della stampa indiana hanno causato nel tempo circa 530
morti fra i pescatori indiani, che vanno abitualmente a pescare tonni nello
stretto di Palk. E il peschereccio St. Antony era uscito in mare il 7 febbraio
proprio per andare a pescare tonni, e rientrava il 15 febbraio dopo una battuta
di pesca di una settimana.

In alto la diffusione del fucile ex sovietico AK47 che utilizza la cartuccia


7,62x39 (costruito su licenza in diversi paesi)

In alto la diffusione nel fucile M16, che utilizza la cartuccia 5,56x45. (costruito

su licenza in diversi paesi)


Quindi anche ritrovando nei corpi delle vittime un proiettile calibro 5,56mm
solo una analisi scientifica del proiettile potrebbe determinare il nome del
produttore, il lotto di produzione, l'arma che lo ha sparato e infine verificare
che lo stesso proiettile era in dotazione alle Forze Armate italiane.
Questa analisi scientifica sul proiettile la norma in un caso giudiziario, e
tiene conto di tutti i fattori (fisici, chimici, geometrici, rigature etc) che
permettono di identificare gli elementi desiderati.
E poich come abbiamo visto il St. Antony era andato a pescare proprio in una
zona dove innumerevoli sono le aggressioni da parte delle forze armate dello
Sri Lanka, e che queste utilizzano armi in calibro 5,56mm (che viene
comunque utilizzato anche in India) ovvio che non basta semplicemente
misurare col calibro il diametro del proiettile per avere la prova della
colpevolezza italiana.
Questo se si vuole fare una indagine.
Nell'immagine sotto possiamo vedere la zona dove sono avvenuti i fatti e lo
stretto di Palk.

In basso, segnato col marcapunto rosso, si vede la cittadina di Poothurai che


la base del peschereccio St. Antony e il luogo dove vive capitano ed
equipaggio. Il punto dell'aggressione circa 80 miglia pi a nord, davanti alla
citt di Kollam. 27 miglia pi a nord vediamo la posizione della Enrica Lexie e
dello "aggressor", e ancora 50 miglia a nord il punto in cui viene tentato
l'assalto alla petroliera greca Olympic Flair (marcapunto celeste)

La prima notizia indiana, il calibro 5,56 NATO


Last Updated : 21 Feb 2012 11:56:12 AM IST
KOCHI: The police, who are yet to seize the weapons used by Latorre
Massimilano and Salvatore Girone to kill the two fishermen, suspect that rifle
they used could be Berretta AR-70/90. The postmortem report has confirmed
that the rifle, used for firing around 20 rounds at the trawlers, had a caliber
with a 5.56 mm NATO bore. Trails of 15 bullets were also found on the boat,
the police said.
http://expressbuzz.com/states/kerala/the-rifle-could-be-berretta-ar7090/365470.html
Secondo questo giornale indiano on line, citando fonti di polizia, il referto
sull'autopsia ha permesso di recuperare proiettili in calibro 5,56mm, come
quelli usati dai militari italiani.
Inoltre sarebbero stati sparati 20 colpi di cui 15 recuperati sul peschereccio St.
Antony.
La notizia non ha trovato conferme, non sono indicate le fonti della polizia (i
nomi dei funzionari che l'avrebbero data), non sono stati esibiti i proiettili, le
immagini del peschereccio mostrano i segni di solo 5 colpi.
La prima indicazione indiana, il calibro .54
Riporto da corsera del 24/02/2012, pag. 17, Esteri
Ieri il Corriere ha pubblicato la risposta ottenuta (e ricontrollata diverse volte)
davanti al Tribunale di Kollam, dall'assistente commissario di polizia Shajadan
Firoz, Val la pena ricordarne l'estratto fondamentale: nei corpi dei pescatori
abbiamo recuperato due pallottole calibro 0,54 pollici (.54 nel linguaggio
tecnico ndr) compatibili con diverse armi
http://www.corriere.it/esteri/12_febbraio_24/india-maro-arrestati_4036beee5ebd-11e1-9f4b-893d7a56e4a4.shtml
http://www.difesa.it/Sala_Stampa/rassegna_stampa_online/Pagine/PdfNavigat
or.aspx?d=25-02-2012&pdfIndex=9
Oppure a conferma su Repubblica
http://www.difesa.it/Sala_Stampa/rassegna_stampa_online/Pagine/PdfNavigat
or.aspx?d=25-02-2012&pdfIndex=10
Vediamo cosa pu fare l'esperto balistico con questa informazione.
Il "calibro .54" corrisponde a 13,7 mm e non esiste come calibro NATO.
Il calibro .54 si pu ritrovare ancora oggi nelle repliche dei fucili storici ad
avancarica (repliche delle armi dell'800).

Escluso che i Mar del San Marco siano equipaggiati con l'archibugio del
bisnonno garibaldino, possiamo proseguire.
Il calibro .54 indicato dall'assistente commissario di polizia Shajadan Firoz
pu essere assimilato al calibro .55 (13,9mm) (un centesimo di Inch di
differenza, due decimi di millimetro), che esiste (pallino rosso)

Un solo fucile al mondo pu sparare questa cartuccia, il Boys MK1 AT Rifle, in


servizio durante la II Guerra mondiale nell'esercito britannico e di cui cessata
la produzione nel 1940 e ritirato dal servizio nel 1943.
Si tratta di un fucilone controcarro e il proiettile, mantellato e con il nucleo in
metallo duro (credo di carburo di tungsteno) in grado di perforare a 100mt
una lastra di acciaio spessa oltre 20mm.
http://en.wikipedia.org/wiki/Rifle,_Anti-Tank,_.55_in,_Boys

Si tratta quindi di un'arma residuato bellico inglese, che per vie ovvie pu
essere venuta in mano ad organizzazioni criminali nel mercato nero dei
residuati bellici, e che la si potrebbe usare in atti di pirateria (buca senz'altro le
lamiere delle navi, se sparata a distanza operativa)
Trattandosi di una cartuccia molto potente, perforante, per poter essere
ritenuto il proiettile da un corpo umano si deve concludere che sia stata
sparata da molto lontano, al limite della gittata (diciamo 1km, forse pi, e
considerando che si tratta di un'arma concepita per colpire un carro armato a
100mt il tiratore che riuscisse a colpire un uomo a 1km potrebbe fare le
olimpiadi di tiro a segno)

In questa immagine si apprezza la differenza dimensionale fra la cartuccia che


equipaggia i fucili italiani e quella controcarro.
Chi volesse approfondire su questa arma e relativa cartuccia pu vedere qui.
http://www.rifleman.org.uk/Enfield_Boys_Anti-Tank_Rifle.htm
Comunque, se pure fosse questo il proiettile,di nuovo possiamo escludere che
sia stato sparato dai nostri militari, che se non hanno in dotazione l'archibugio
del bisnonno garibaldino tantomeno hanno il fucilone controcarro inglese della
II guerra mondiale.
La seconda indicazione indiana, la circonferenza 24
Riporto il brano da un articolo di Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera del
4 marzo 2012, relativo all'autopsia di una delle vittime e alla repertazione del
proiettile ritenuto.
Anche la lettura diretta dell' autopsia eseguita il 16 febbraio sul cadavere di
Valentine lascia perplessi. Il documento (consultato grazie a una fonte indiana)
contiene due passaggi interessanti, ma che sembrano difficilmente conciliabili

tra loro. Primo punto: si legge che i proiettili hanno seguito una traiettoria dall'
alto verso il basso (e questo potrebbe essere compatibile con un tiro a distanza
dalla monumentale Lexie verso il peschereccio di nove metri). Secondo: il
referto, firmato da K. Sasikala, professore di Medicina e Chirurgia legale a
Trivandrum, sostiene che il proiettile metallico a punta ritrovato nel cranio
del pescatore misura 3,1 centimetri di lunghezza, due centimetri di
circonferenza sulla punta e 2,4 sopra la base. Secondo esperti balistici
consultati in Italia, queste dimensioni farebbero pensare a un calibro pi
grande rispetto al 5,56 usato dalla Nato (e quindi dai mar). Ma gli stessi
tecnici avvertono che un proiettile del genere avrebbe avuto effetti molto pi
devastanti sulla testa di Valentine rispetto a quelli riscontrati dall' autopsia, a
meno che il colpo non fosse partito a una distanza di 1.000-1.500 metri
(ipotesi per ora non considerata dalle indagini). Come si vede, per quanti sforzi
si possano fare, senza la prova balistica non se ne esce.
http://archiviostorico.corriere.it/2012/marzo/04/Maro_doppia_verita_anche_d
all_co_8_120304026.shtml
A prima vista sembra che il Prof. Sasikala ci stia indicando una enorme
proiettile calibro 20mm, a sinistra nella foto e confrontato ad un calibro
12,7mm (che gi un proiettile da mitragliatrice contraerea!)

Nella immagine seguente possiamo apprezzare meglio la differenza di


dimensioni fra il calibro 5,56 mm e il calibro 20 mm.

A sinistra il 5,56 NATO in dotazione ai nostri militari, a destra il potentissimo


calibro 20mm, ma che gi considerato munizione di artiglieria. Un cannone!
Impensabile che possa essere stato ritenuto nella testa della povera vittima.
Quindi le repertazioni del Prof. Sasikala devono essere considerate

inattendibili? E' necessario valutarle meglio, perch c' qualcosa che ci sta
sfuggendo.
Evidenze
Il Prof. Sasikala che esegue l'autopsia ovviamente un anatomopatologo, non
un esperto balistico, e usa parametri di misura che gli sono propri. Ma poich
stiamo indagando dovremo prendere in considerazione tutti i possibili spunti
investigativi (la prima dote dell'investigatore la pazienza)
Rileggiamo: - il referto, firmato da K. Sasikala, professore di Medicina e
Chirurgia legale a Trivandrum, sostiene che il proiettile metallico a punta
ritrovato nel cranio del pescatore misura 3,1 centimetri di lunghezza, due
centimetri di circonferenza sulla punta e 2,4 sopra la base
La circonferenza, non il diametro.
In sostanza il Prof. Sasikala ci sta descrivendo
una classica pallottola di fucile.
Partendo dalla circonferenza (24mm) C facile
calcolare il raggio R, con la formula R=C/2 , e
quindi il diametro del nostro proiettile sar:
- 7,64mm
Che pu identificarsi facilmente con un calibro
nominale(+) di 7,62mm, un classico calibro che
esiste sia in versione occidentale (NATO) che
orientale (ex URSS, tipico lo AK47)
Quindi il calibro del proiettile esce dall'autopsia
fatta dall'anatomopatologo Prof. Sasikala
incaricato dalla magistratura indiana. E questo
scagiona completamente i nostri militari.

Ora esaminiamo una possibile colpevole, la cartuccia ex Urss 7,62x54R.


Sasikala ci dice "lunghezza 3,1cm", sarebbe 31mm.
La "palla" pi comune risulta lunga 32mm, 1 millimetro in pi della misura
indicata dal Prof. Sasikala.

Queste sono tutte cartucce 7,62x54R, ma ognuna ha una "palla" (proiettile


differente) da sinistra a destra:

7.62mm x 54R Ball Type L (7,62 LGL) (Russia)


7.62mm x 54R Ball Type L (7,62 LGL) (Russia)
7.62mm x 54R Ball Type L (7,62 LGJ) (Russia)
7.62mm x 54R Ball Type D (7,62 DGL) (Russia)
7.62mm x 54R Ball Type D (7,62 DGJ) (Russia)
7.62mm x 54R Ball Type D (7,62 DGS) (Russia)
7.62mm x 54R Ball Type LPS (7,62 LPSGJ) (Russia)
7.62mm x 54R Ball Type LPS (7,62 LPSGJ) (Russia)
E naturalmente ce ne sono molte altre, sempre con palle diverse.
E si possono anche facilmente comprare, anche per corrispondenza

Nota sugli utlizzatori della cartuccia 7,62x54R


E' notorio che questa antica cartuccia ( stata progettata ai primi del '900)
utilizzata da molti paesi e da diverse armi.
Ma in tempi recenti possiamo citare soprattutto il fucile di precisione Dragunov,
di fabbricazione sovietica (con replica cinese) (sotto)

E dalla mitragliatrice di fabbricazione sovietica tipo "PK" (sotto)

Questa mitragliatrice montata ad esempio sul barchino "Arrow Boat"della


guardia costiera dello Sri Lanka. (sotto)

Questo barchino (progettato e costruito nello Sri Lanka) viene usato proprio
per il controllo delle acque territoriali e la repressione della pesca illegale. E'
sicuramente uno dei protagonisti deli scontri coi pescatori indiani che
sconfinano nelle acque territoriali dello Sri Lanka per andare a pescare tonni
nel Golfo di Palk.

Possiamo apprezzare che:


- A prua armato con un cannone da 23mm.
- A poppa con un lanciagranate da 40mm
- Al centro con una mitragliatrice PK in calibro 7,62x54R

In questa immagine si apprezza bene, in primo piano, la mitragliatrice PKin


calibro 7,62x54R (sopra)

http://www.dailynews.lk/2006/12/08/fea03.asp

Nell'immagine sopra la mappa degli scontri della guardia costiera dello Sri
Lanka nel 2006. Sono attribuiti tutti a scontri armati con i separatisti Tamil
(LTTE) ma si vede chiaramente che avvengono praticamente tutti sulla linea di
confine fra le acque territoriali dello Sri Lanka e quelle indiane.

La cartuccia 7,62x51 NATO

Vediamo un altro potenziale colpevole: la cartuccia 7,62x51 NATO;


In questo caso il proiettile risulta pi corto della misura indicata da Sasikala
(28mm contro 31mm)
Ma anche in questo caso esistono decine di "palle" diverse che possono
comporre questa cartuccia.
Insomma, sar compito dei periti balistici che hanno il proiettile repertato a
disposizione dichiarare a quale cartuccia appartiene.

A noi basta sapere che i due militari italiani avevano in dotazione unicamente il
calibro 5,56mm sia sui 6 fucili Beretta AR70/90 sia sulle due mitragliatrici FN
Minimi.
Un'ultima osservazione a conforto della soluzione evidenziata possiamo farla
con un esame visivo di uno dei corpi delle vittime, dove in un filmato presente
su youtube, durante lo sbarco (la salma ha ancora addosso la coperta che lo
ricopriva sull'imbarcazione) per un momento si vede il foro d'entrata lasciato
dal proiettile.
E' evidente che non si tratta di un forellino da calibro 5,56mm, ma quello di un
proiettile molto pi grosso.
http://www.youtube.com/watch?v=HPdvQ0q5oXk

Aggiornamento del 11/04/2012


La terza indicazione indiana: la "compatibilit delle rigature"

Mar, per la perizia armi compatibili


"Quei fucili hanno ucciso i pescatori"
Gli inquirenti: proiettili collegati
ai Beretta sequestrati sulla nave

...............
Parlando telefonicamente allANSA, la responsabile del dipartimento di balistica N.G. Nisha ha
confermato i risultati delle prove condotte su otto armi (oltre ai sei fucili Beretta, due mitragliette
FN Minimi di fabbricazione belga) e precisato che il rapporto sui test di tiro, la balistica e le
impronte digitali stato consegnato al magistrato. Dopo aver esaminato i proiettili recuperati dai
cadaveri delle vittime abbiamo stabilito che sono compatibili con le rigature delle canne di due
fucili, ha detto.
http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/449578/
Poich, come nei casi precedenti, viene citato il nome di un funzionario indiano
(e quindi l'informazione ha carattere di ufficialit, e infatti stata ripresa dai
media di mezzo mondo come "la prova" della responsabilit dei marinai italiani,
doveroso analizzare le dichiarazioni della Dott.ssa N.G. Nisha.
- Dopo aver esaminato i proiettili recuperati dai cadaveri delle vittime
abbiamo stabilito che sono compatibili con le rigature delle canne di due fucili

Le "rigature" sono i segni impressi dalla canna sui proiettili nel momento in cui
questi la attraversano.

Come si vede la "rigatura" ha un andamento elicoidale, e serve ad imprimere


al proiettile un moto rotatorio sull'asse longitudinale che lo stabilizza per
effetto giroscopico.
Quindi apparentemente le dichiarazioni della Dott.ssa N.G. Nisha lasciano
supporre al lettore poco esperto di balistica che avendo rilevato una
"compatibilit della rigatura" si sia identificato il proiettile repertato nel corpo
della vittima come sparato da uno dei due fucili in dotazione ai militari italiani.
Ma questa una deduzione fatta dal lettore, "immaginifica"!
Per su questa induzione all'immaginazione qualche miliardo di persone si
convinta della responsabilit dei militari italiani. C' anche la prova!
Per cui dopo aver analizzato il "calibro .54" e la "circonferenza 24" dovremo
necessariamente analizzare anche la "compatibilit della rigatura"
Discussione
Poich la rigatura elicoiadale della canna provvede ad imprimere al proiettile
una rotazione con funzioni stabilizzanti la velocit di rotazione impressa al
proiettile sar diversa secondo le caratteristiche del proiettile e dell'arma che lo
spara.
La rigatura della canna avr quindi un "passo", che sta ad indicare la
"lunghezza dell'elica", cio la distanza sulla quale il proiettile attraversando la
canna compie 1 giro (ad esempio dire passo 1:10 significa che il proiettile
compie un giro di 360^ su una lunghezza di 10 pollici (254 mm).
Dalla tabella seguente (tratta dalla rivista Tiro Pratico) si pu facilmente
rilevare che uno stesso proiettile (qui prendiamo ad esempio il .223
Remington, versione civile del 5.56x45 NATO in dotazione ai nostri militari)

pu essere sparato con canne di fucile a diverso passo, e quindi con diversa
rigatura.

Ma allo stesso modo possiamo verificare nella tabella seguente che proiettili di
calibro diverso (ad esempio il .223 Remington, versione civile del 5.56x45
NATO, e il .308 Winchester versione civile del 7.62x51 NATO) possono essere
sparati da canne di fucile che hanno lo stesso passo, e quindi la stessa
rigatura.

ad esempio nell'immagine seguente possiamo dire trovando lo stesso passo di


rigatura sul proiettile a sinistra (5.56x45 NATO) e sul proiettile a destra
(7.62x51 NATO) avremmo comunque il calibro completamente diverso.

Per cui possiamo dire che una informazione corretta non deve limitarsi a
fornire fumose indicazioni sulla "compatibilit delle rigature", ma indicare le
misure del proiettile, calibro e lunghezza (poi volendo essere professionali
magari il peso in grani, la cartuccia che lo spara etc. etc.
Anche dalla immagine a seguire si pu verificare che su uno stesso diametro
(calibro) abbiamo proiettili di lunghezza e peso diversi!

Dall'immagine a seguire possiamo vedere a confronto i proiettili (bullet) di


calibro e lunghezza diversi.

Le misure indicate dal Prof. Sasikala nell'autopsia sono "circonferenza 24mm" e


"lunghezza 31mm".
Posto che un proiettile che colpisce un bersaglio si pu solo accorciare e non
allungare, risulta evidente che l'unico compatibile col referto dell'autopsia
proprio il 7,62x54R sparato dalla mitragliatrice PK, che ci ritorna per
circonferenza e per lunghezza.

Beretta SC 70/90 o Beretta ARX 160?


Nell'annuncio fatto dagli inquirenti indiani di aver rilevato la "compatibilit delle
rigature" su due dei fucili sequestrati ai militari italiani, stato indicato il tipo
di fucili: Beretta ARX 160.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-10/indiscrezioni-esamibalistici-maro-195424.shtml?uuid=Ab07H6LF
In realt i militari italiani erano armati con il fucile Beretta SC 70/90 ed un
comunicato della Marina Militare italiana ha chiarito che il fucile Beretta ARX
160 non in dotazione ai reparti imbarcati in operazioni anti pirateria e
nemmeno a quelli imbarcati sulla Enrica Lexie.

Il fucile Beretta ARX 160 un'arma nuova che in corso di valutazione nelle
Forze Armate italiane, ma ancora non distribuita ai reparti. E che quindi non
pu essere stata sequestrata sulla Enrica Lexie e quindi fra quelle a
disposizione degli inquirenti indiani.

Beretta SC 70/90

Beretta ARX 160

Conclusioni: il proiettile repertato intracorpore su una delle vittime


non quello del fucile Beretta in dotazione ai militari italiani, come da
referto eseguito dal perito del tribunale indiano.

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