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La scheda, il fucile e Dallas

Io non credo che possiamo essere contenti di quello che sta succedendo a Dallas in queste ore. In
primo luogo, perch ci sono dei morti, e questo non mai fonte di gioia. In secondo luogo perch
sul piano della lotta armata, a vincere saranno inevitabilmente gli altri, difficilmente vinceremo, e ci
saranno altri morti. Non questione di retorica della non-violenza: le sue vittorie il movimento di
liberazione afroamericano le ha conquistate con altri mezzi, con la mobilitazione di massa, e non
chiaro quali saranno gli effetti della strage di Dallas su questo piano. Ma credo che, come sempre
accade, dobbiamo leggere gesti estremi e disperati come questo come sintomo e segno di qualcosa
di pi ampio, pi profondo, e pi nostro. Diceva Langston Hughes, il grande poeta afroamericano:
Che ne di un sogno differito? Si inacidisce come un acino duva al sole, o sinfetta come una
piaga e marcisce?... Forse si affloscia come un grosso peso. Oppure esplode? In questa America
che ti permette di ricercare e inseguire la felicit ma ti impedisce di raggiungerla, il fuggiasco sogno
afroamericano delluguaglianza diventa sempre pi differito e frustrante quando sembra pi vicino.
Malcolm X diceva: the ballot or the bullet, la scheda o il fucile. Gli afroamericani la scheda
lhanno usata, e hanno eletto Barak Obama. Il sogno sembrava a portata di mano, abbiamo letto
editoriali sulla fine del razzismo, e invece stato solo un nuovo inizio: labisso che per quattro
secoli ha separato bianchi e neri, il vuoto su cui si strutturava lAmerica, parso per un attimo
ridursi, ma avvicinamento non ha creato armonia, bens attrito, e lattrito sanguina. Sanguina anche
perch dallaltra parte dalla parte di istituzioni intrise la vittoria afroamericana con la scheda ha
subito additato a unopinione pubblica spaventata e a istituzioni intrise di razzismo la strada del
fucile. E le pallottole hanno continuato a volare, come fanno da secoli di schiavit, linciaggi,
segregazione, razzismo. Il sogno sembrava a portata di mano, ed sfuggito di nuovo. Che cosa
allora questa promessa sempre rinnovata e sempre mancata? E una menzogna, che inacidisce e
marcisce il sogno e produce disincanto, sfiducia, crisi della partecipazione e della democrazia? O
una maledizione, che produce rabbia e paura e infine, in gesti come quello di ieri a Dallas, esplode?
Direi che luno il segno dellaltro: lesplosione minoritaria e disperata lo specchio della
delusione e della rabbia impotente della maggioranza in una democrazia che ha fallito il suo
compito.

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