Sei sulla pagina 1di 13

NEWSLETTER T&P N°36 ANNO IV

MAGGIO 2010

NEWSLETTER
Trifirò & Partners Avvocati

Editoriale
La nostra newsletter raggiunge e supera il terzo compleanno!
Siamo al N° 36: un bel traguardo, che ci stimola a proseguire.
In questi anni la newsletter ha sempre cercato di migliorarsi e si è arricchita di
novità, offrendo ai propri lettori un contributo di contenuti di qualità, sia in tema di
Diritto del Lavoro, che in tema di Diritto Civile e Assicurativo.
Con la stessa filosofia opera il nostro Studio, ampliando i propri servizi, anche
attraverso l’istituzione di nuove sedi (ultima quella di Trento, oramai una realtà),
sempre all’insegna dell’attenzione alle esigenze dei clienti, alla qualità e alla
tempestività dell’attività professionale prestata.
Vorremmo poter trovare riscontri di analoga qualità nella nostra legislazione.
Nella scorsa newsletter abbiamo ripercorso l’iter legislativo del cosiddetto
“Collegato Lavoro”: un iter travagliato, che in questo mese si è ulteriormente
complicato con emendamenti e contro emendamenti, come ricordiamo in un
intervento sul blog JOBtalk. Dopo il passaggio alla Camera, se ne sta discutendo
in Senato e, poiché - verosimilmente - il testo sarà modificato, dovrà esservi un
nuovo passaggio alla Camera dei Deputati per la definitiva approvazione, prima
SOMMARIO che il provvedimento sia promulgato dal Presidente della Repubblica e
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Ne riparleremo nella prossima newsletter.
✦ EDITORIALE Venendo al contenuto di questo numero della nostra newsletter, Vi proponiamo
nell’Attualità della sezione dedicata al Diritto del Lavoro una riflessione sulle
✦ DIRITTO DEL LAVORO nuove regole relative alla videosorveglianza, emanate dal Garante per la
privacy con il provvedimento 8 Aprile 2010.
✦ ATTUALITÀ 2
Segue la “Sentenza del mese”, che tratta un interessante caso in tema di
✦ LE NOSTRE SENTENZE 4 licenziamento intimato per il rifiuto di svolgere le proprie mansioni; fra
“Le Nostre sentenze” riprendiamo la tematica del licenziamento ed
✦ RAPPORTO DI AGENZIA 6 aggiungiamo due sentenze in tema di lavoro straordinario. Segue il
“Rapporto di Agenzia”, in cui si propone un caso relativo alla indennità di
✦ CIVILE, COMMERCIALE, incasso.
ASSICURATIVO Nella sezione del Diritto Civile si commenta una sentenza della Suprema Corte
in tema di concorrenza sleale tra imprese e storno di dipendenti, mentre fra
✦ ATTUALITÀ 7 le “Nostre sentenze” abbiamo scelto una pronuncia della Suprema Corte in
materia assicurativa. E sempre in tale materia vi è l’usuale sezione con
✦ LE NOSTRE SENTENZE 8 interessanti casi riguardanti le assicurazioni.
“Il Punto su…” ci propone un intervento in tema di rischio da stress, che a
✦ ASSICURAZIONI 8
partire dal prossimo mese di agosto dovrà obbligatoriamente essere valutato, così
come disposto dal testo Unico in materia di sicurezza del lavoro (D.Lgs. n.
✦ IL PUNTO SU... 10
81/2008).
✦ EVENTI 11 A concludere la sezione Eventi e l’usuale rassegna stampa.
Buona lettura e arrivederci al prossimo numero.
✦ RASSEGNA STAMPA 12
Stefano Beretta e il Comitato di Redazione composto da: Stefano Trifirò,
✦ CONTATTI 13 Marina Tona, Francesco Autelitano, Luca D’Arco, Teresa Cofano, Claudio
Ponari, Tommaso Targa e Diego Meucci

TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°36 ANNO IV PAG. 2

Diritto del Lavoro


Attualità
A cura di Stefano Trifirò

NUOVA VIDEOSORVEGLIANZA ripresa e dislocazione, nonché nelle varie fasi del


trattamento che deve comportare, comunque,
un trattamento di dati pertinenti e non eccedenti
Il Garante per la Protezione dei Dati
rispetto alle finalità perseguite (art. 11, comma
Personali ha emesso, in data 8 aprile 2010, il
1, lett. d) del Codice).
n u o v o P ro v v e d i m e n t o i n m a t e r i a d i
videosorveglianza, che sostituisce quello del
Con riferimento ai rapporti di lavoro, il
29 aprile 2004.
Garante vi dedica una parte specifica (art.
Questo nuovo Provvedimento individua le 4.1. Rapporti di lavoro).
condizioni e i limiti del trattamento dei dati
personali effettuato mediante videosorveglianza Il Garante precisa che nelle attività di
per perseguire legittimi interessi, senza sorveglianza occorre rispettare il divieto di
richiedere il consenso degli interessati. controllo a distanza dell'attività lavorativa e,
pertanto, è vietata l'installazione di
I principi generali sono fissati nell’art 2: apparecchiature che abbiano lo specifico fine di
verificare l'osservanza dei doveri di diligenza
✦il trattamento dei dati attraverso sistemi di stabiliti per il rispetto dell'orario di lavoro e la
videosorveglianza deve essere fondato su uno correttezza nell'esecuzione della prestazione
dei presupposti di liceità che il Codice prevede lavorativa (ad es. orientando la telecamera sul
espressamente per i soggetti pubblici e per badge).
soggetti privati ed enti pubblici economici.
Si tratta di presupposti operanti in settori diversi Il Garante aggiunge che vanno poi osservate le
e che sono pertanto richiamati separatamente garanzie previste in materia di lavoro quando la
nei successivi paragrafi del provvedimento videosorveglianza è resa necessaria da
relativi, rispettivamente, all'ambito pubblico e a esigenze organizzative o produttive, ovvero è
quello privato; richiesta per la sicurezza del lavoro: in tali casi,
ai sensi dell'art. 4 della l. n. 300/1970, gli impianti
✦ciascun sistema informativo ed il relativo e le apparecchiature, “dai quali può derivare
programma informatico devono essere anche la possibilità di controllo a distanza
conformati già in origine in modo da non dell'attività dei lavoratori, possono essere installati
soltanto previo accordo con le rappresentanze
utilizzare dati relativi a persone identificabili
sindacali aziendali, oppure, in mancanza di
quando le finalità del trattamento possono queste, con la commissione interna. In difetto di
essere realizzate impiegando solo dati anonimi. accordo, su istanza del datore di lavoro, provvede
Lo impone il principio di necessità, comportante l'Ispettorato del Lavoro, dettando, ove occorra, le
un obbligo di attenta configurazione di sistemi modalità per l'uso di tali impianti” (v., altresì, artt.
informativi e di programmi informatici per ridurre 113 e 114 del Codice; art. 8 l. n. 300/1970 cit.;
al minimo l'utilizzazione di dati personali (art. 3 art. 2 d.lg. n. 165/2001).
del Codice);
Tali garanzie vanno osservate sia all'interno degli
✦l'attivitàdi videosorveglianza deve essere edifici, sia in altri contesti in cui è resa la
effettuata nel rispetto del c.d. principio di prestazione di lavoro, come, ad esempio, nei
proporzionalità nella scelta delle modalità di cantieri edili o con riferimento alle telecamere

TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°36 ANNO IV PAG. 3

installate su veicoli adibiti al servizio di linea per il vedano coinvolto il personale dipendente,
trasporto di persone (artt. 82, 85-87, d.lg. 30 possono essere assimilati ai trattamenti
aprile 1992, n. 285, “Nuovo codice della strada”) temporanei finalizzati alla pubblicazione
o su veicoli addetti al servizio di noleggio con o c c a s i o n a l e d i a r t i c o l i , s a g g i e d a l t re
conducente e servizio di piazza (taxi) per trasporto manifestazioni del pensiero.
di persone (le quali non devono riprendere in
modo stabile la postazione di guida, e le cui In tal caso, alle stesse si applicano le disposizioni
immagini, raccolte per finalità di sicurezza e di sull'attività giornalistica contenute nel Codice (artt.
eventuale accertamento di illeciti, non possono 136 e ss.), fermi restando, comunque, i limiti al
essere utilizzate per controlli, anche indiretti, diritto di cronaca posti a tutela della riservatezza,
sull'attività lavorativa degli addetti v. punto 4.4. nonché l'osservanza del codice deontologico per
“Sicurezza nel trasporto pubblico”) l'attività giornalistica ed il diritto del lavoratore a
tutelare la propria immagine opponendosi, per
Il mancato rispetto di quanto sopra motivi legittimi, alla sua diffusione (art. 7, comma
prescritto comporta l'applicazione della 4, lett. a), del Codice).
sanzione amministrativa stabilita dall'art.
162, comma 2-ter, del Codice. L'utilizzo di
sistemi di videosorveglianza preordinati al
controllo a distanza dei lavoratori o ad effettuare Link: www.garanteprivacy.it
indagini sulle loro opinioni integra la fattispecie
✦Provvedimento in materia di
di reato prevista dall'art. 171 del Codice.
videosorveglianza - 8 Aprile 2010
Sotto un diverso profilo, eventuali riprese televisive ✦Vademecum
sui luoghi di lavoro per documentare attività od Gazzetta Ufficiale n. 99 del 29 Aprile 2010
operazioni solo per scopi divulgativi o di
comunicazione istituzionale o aziendale, e che

TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°36 ANNO IV PAG. 4

Le Nostre Sentenze
LA SENTENZA DEL MESE
RIFIUTO SVOLGIMENTO NUOVE MANSIONI – LEGITTIMITÀ LICENZIAMENTO
(Tribunale di Busto Arsizio, 12 aprile 2010)

Un lavoratore era stato licenziato per giusta causa perché si era rifiutato di svolgere la
prestazione che gli era stata assegnata, sostenendo di non essere tenuto a svolgere l’attività
richiesta, in quanto la Società non avrebbe, preventivamente, adempiuto agli obblighi di
sicurezza e ad una adeguata formazione.
Il lavoratore lamentava che il datore di lavoro aveva realizzato un’innovazione nella propria
organizzazione produttiva, introducendo nuove attrezzature, senza però svolgere nuova
formazione nei confronti del personale ed aveva, pertanto, preteso che gli venissero fornite
indicazioni scritte sulle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa. Il datore di lavoro,
per contro, rilevava come il dipendente avesse ricevuto la formazione necessaria allo
svolgimento della mansione sin dal momento della sua assunzione, precisando che
l’introduzione di nuove attrezzature aveva realizzato una modificazione migliorativa delle
condizioni di lavoro del personale, senza modificare la tecnica di svolgimento della
prestazione.

Il dipendente replicava che il proprio comportamento era da considerarsi legittimo, non


potendo essere qualificato come rifiuto di prestazione, trattandosi di un ordine illegittimo;
infine, il dipendente aveva contestato la presunta sproporzione della sanzione espulsiva
adottata. La Società evidenziava la legittimità del proprio operato e la proporzionalità della
reazione anche avuto riguardo al fatto che il prestatore era recidivo, essendo già stato
sanzionato per comportamenti della medesima natura nell’anno precedente l’ultima
contestazione. Il Tribunale, svolta un’articolata istruttoria, ha rigettato l’impugnativa proposta
dal dipendente rilevando che:

• le evidenze probatorie avevano evidenziato come nel caso trattato non fosse necessaria una
specifica attività di formazione, perché l’operazione che il lavoratore doveva svolgere non
era cambiata a seguito dell’innovazione realizzata dalla Società che, peraltro, integrava un
significativo miglioramento delle condizioni lavorative, laddove l’obbligo di nuova formazione
scattava solo in caso – non ricorrente nella specie – di insorgenza di nuovi rischi per la
salute dei prestatori;

• la pretesa del lavoratore di ricevere istruzioni scritte in merito alle modalità di svolgimento
della prestazione era del tutto illegittima non sussistendo alcun obbligo del datore di lavoro
in tal senso;

• la sanzione del licenziamento per giusta causa adottata dalla Società era da ritenersi
congrua attese le concrete modalità del rifiuto della prestazione perpetrate dal lavoratore
che aveva reiterato il suo diniego a più di un superiore gerarchico e la presenza di una
recidiva specifica presa in considerazione dalla contrattazione collettiva applicabile e
sanzionata appunto con il licenziamento per giusta causa.

(Causa curata da Giorgio Molteni e Claudio Ponari)

TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°36 ANNO IV PAG. 5

ALTRE SENTENZE

LICENZIAMENTO – GIUSTA CAUSA – ESEMPLIFICAZIONI CONTENUTE NEL CCNL


(Tribunale di Lanciano, 9 aprile 2010)
In una causa di impugnazione di licenziamento intimato per giusta causa, il lavoratore contestava il
provvedimento espulsivo, sostenendo che la mancanza contestata non fosse ricompresa fra quelle
previste dalla contrattazione collettiva. Il Giudice, aderendo all’orientamento della Corte di Cassazione, ha
ritenuto che l’esemplificazione delle condotte che legittimano la più grave sanzione disciplinare (il
licenziamento senza preavviso) desumibile dal CCNL di categoria non è né vincolante, né tassativa,
permanendo comunque in capo al datore di lavoro la facoltà di recesso di cui all’articolo 2119 cod. civ..
Essendo infatti la nozione di giusta causa una nozione legale (articolo 2119 c.c.), il Giudice non è
vincolato alle previsioni di condotte integranti giusta causa contenute nei contratti collettivi, pur potendovi
– ovviamente – fare riferimento in ordine alla valutazione della gravità di determinati comportamenti.
(Causa curata da Mario Cammarata)

LAVORO STRAORDINARIO - PROVA


(Corte d’Appello di Napoli, 17 marzo 2010)
La Corte d’Appello di Napoli ha rigettato, per difetto di prova, l’impugnazione promossa da un lavoratore
che sosteneva di aver effettuato lavoro straordinario, notturno e festivo, senza essere stato retribuito,
nonché di aver eseguito prestazioni lavorative oltre il sesto giorno lavorativo consecutivo, subendo un
danno per il tardivo recupero del riposo. La Corte, confermando la sentenza di primo grado, ha rilevato
che la prova non poteva essere data dai fogli presenza prodotti dall’attore e che, viceversa, dovevano
essere da questi dimostrati “i fatti costitutivi della domanda” inerente lo svolgimento delle prestazioni
straordinarie ed eseguite oltre il sesto giorno lavorativo consecutivo e del conseguente danno lamentato
per il tardivo recupero del riposo; in altri termini, era onere del lavoratore dedurre e provare rigorosamente
le circostanze utili per la dimostrazione dello svolgimento delle suddette prestazioni e della loro entità.
(Causa curata da Marina Olgiati)

DIFFERENZE RETRIBUTIVE – LAVORO STRAORDINARIO E FESTIVO – INDENNITÀ


(Tribunale di Padova, 23 febbraio 2010)
Un “Quadro” ha proposto ricorso avanti il Tribunale di Padova, asserendo di avere diritto alla
corresponsione di differenze retributive per le ore di lavoro straordinario e festivo prestato nel corso del
rapporto di lavoro, pur laddove allo stesso era riconosciuta contrattualmente una “indennità” di funzioni
direttive, in ragione appunto del di lui inquadramento e delle mansioni svolte.
Il Giudice ha rigettato la domanda di corresponsione delle suddette differenze retributive, ritenendo che la
natura della suddetta “indennità” percepita dal lavoratore era certamente diretta a compensare anche “le
prestazioni effettuate oltre la durata normale dell’orario di lavoro”, seppure limitatamente al lavoro
straordinario feriale. In particolare, il Giudice ha rilevato che tale regime contrattuale “si pone in sintonia
con le norme di legge regolatrici della fattispecie, le quali, per il personale direttivo avente potere di
decisione autonomo, per i quali la durata del rapporto di lavoro non è misurata o predeterminata, o può
essere determinata dai lavoratori stessi, escludono il diritto al compenso per il lavoro prestato oltre l’orario
normale di lavoro, nella giornata di riposo o nella festività settimanale (v. art. 1 comma 2 del R.D. n. 692
del 1923, art. 17 comma 5 lett. a del D.Lgs. n. 66 del 2003)”.
(Causa curata da Giacinto Favalli e Valentina Ruzzenenti)

TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°36 ANNO IV PAG. 6

Rapporto di agenzia
A cura di Luca Peron

L’INDENNITÀ DI INCASSO NON SPETTA OVE L’AGENTE NON PROVI


RIGOROSAMENTE LA SUSSISTENZA DEI REQUISITI STABILITI
DALL’ART. 6 DELL’AEC
(Tribunale di Viterbo, 12 maggio 2010)

Nella sentenza in commento, il Giudice ha affermato il principio per cui un’azione di ingiustificato
arricchimento (quale quella esercitata dall’agente in virtù del riferimento all’art. 2041 cod. civ.) è da
escludere allorché il diritto possa essere fatto valere con altra azione (art. 2042 cod. civ.). Di conseguenza,
per conseguire l’indennità connessa all’attività di incasso, l’agente avrebbe dovuto agire con l’azione
contrattuale, facendo valere allo scopo le disposizioni del contratto di agenzia, ove esistenti, o quelle
eventualmente di carattere integrativo previste dagli accordi economici collettivi. Sotto tale profilo,
dunque, la domanda fondata sull’art. 2041 cod. civ. è da ritenersi inammissibile. Il Giudice ha altresì
soggiunto, con riferimento all’onere della prova, che l’agente non aveva comunque fornito prova di quella
diminuzione patrimoniale in ragione della quale aveva inteso chiedere di essere indennizzato (nei limiti
dell’arricchimento); sicché, anche sotto tale profilo, la domanda sarebbe comunque infondata. Il Giudice
ha rilevato, inoltre, che il contratto di agenzia sottoscritto dalle parti nulla prevedeva né in ordine allo
svolgimento di incasso da parte dell’agente, né in ordine al correlativo compenso, con la conseguenza
che troverebbe in ogni caso applicazione l’insegnamento giurisprudenziale secondo cui è da escludere il
diritto ad un compenso per l’attività di incasso quando manchi una pattuizione negoziale per l’attribuzione
di un incarico di riscossione, da intendersi come obbligo particolare ed ulteriore dell’agente e non come
attività meramente facoltativa di riscossione che l’agente può svolgere nel proprio interesse. In ultimo, il
Giudice ha rilevato che l’art. 6 dell’AEC fa specifico riferimento all’ipotesi in cui all’agente sia affidato un
incarico continuativo di provvedere agli incassi (sempre che non si tratti di casi presso clienti morosi,
giacché in tale ipotesi l’indennità non spetta) e alla necessità che sull’agente gravi una specifica
responsabilità per errore contabile; circostanze che, nel caso di specie, non erano state nemmeno
dedotte dall’agente. In altre parole, viene confermato l’orientamento rigoroso in punto di diritto dell’agente
ad un’indennità ulteriore per l’eventuale attività di incasso.
(Causa curata da Luca Peron)

TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°36 ANNO IV PAG. 7

Civile, Commerciale,
Assicurativo
Attualità
CONCORRENZA SLEALE TRA risolvendosi in censure di merito, non potevano
IMPRESE E STORNO DI essere valutati in sede di legittimità. Ciò premesso –
secondo la Cassazione - gli elementi indicati da Alfa
DIPENDENTI non potevano comprovare univocamente l’assunto
A cura di Francesco Autelitano e sul quale la ricorrente fondava la sua pretesa
Francesco Cristiano risarcitoria, ovverosia che l’attività concorrenziale di
Beta si era sviluppata grazie alla rivelazione di segreti
(Cassazione civile sez. I, 30 ottobre 2009, n. industriali da parte di Tizio e non semplicemente
23045) nell’ambito del lecito vantaggio conseguito da un
concorrente nell’avvalersi di una persona esperta, le
La Società Alfa conveniva in giudizio la società Beta e cui competenze tecnologiche si erano affinate presso
i sig.ri Tizio e Caio, asserendo che essi, già dipendenti altra azienda, operante nel medesimo settore di
dell’attrice e poi assunti dalla convenuta, avevano attività.
rivelato a quest’ultima segreti industriali utilizzati da
Alfa e ciò aveva permesso a Beta di Le regole della concorrenza – osserva la Corte di
commercializzare, in breve tempo, un prodotto Cassazione – consentono infatti all’impresa di
concorrenziale, con sottrazione di clientela e relativo scegliere sul mercato i collaboratori e dipendenti che
pregiudizio patrimoniale. Alfa chiedeva, pertanto, abbiano le maggiori conoscenze e le più approfondite
l’inibitoria in capo ai convenuti della rivelazione a e s p e r i e n z e n e l l o s p e c i fi c o s e t t o r e .
terzi di segreti industriali e dell’attuazione del Conseguentemente, l’esistenza di segreti industriali e
procedimento industriale, nonché la distruzione degli la conoscenza, o quantomeno la conoscibilità, di essi
impianti destinati all’attuazione del procedimento in da parte di Tizio, non significava poter considerare
questione, la condanna al risarcimento del danno e la accertato che costui si fosse fatto latore di
pubblicazione della sentenza su quotidiani nazionali. rivelazioni in proposito a favore di Beta, sua nuova
datrice di lavoro. Tali rivelazioni non erano, invero,
Soccombente in entrambi i gradi di merito, Alfa emerse chiaramente dagli atti di causa, sicché le
ricorreva per cassazione, in particolare, asserendo argomentazioni addotte da Alfa non potevano
che non era stato considerato che: vi era stata ritenersi idonee a provare la concorrenza sleale.
concomitanza tra l’attività di ricerca presso Beta e
l’assunzione di Tizio; il nuovo procedimento
industriale di Beta era stato realizzato con estrema Quanto ai rilievi svolti con riferimento allo storno
rapidità; i prodotti di Alfa e Beta erano del personale dipendente, la Cassazione ha ritenuto
sostanzialmente corrispondenti, pur a fronte di una condivisibile l’assunto fatto proprio dalla pronuncia
coincidenza solo parziale tra i rispettivi procedimenti gravata, secondo cui l’assunzione di Tizio e Caio era
di fabbricazione. da imputare all’elevato livello professionale dei due
dipendenti, di modo che difettava in capo a Beta
La Suprema Corte, nel respingere il ricorso, ha l’animus nocendi necessario ai fini dell’integrazione
evidenziato anzitutto che i rilievi della ricorrente, dell’illecito concorrenziale.

TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°36 ANNO IV PAG. 8

Le Nostre Sentenze
RICHIESTA DI INDENNIZZO DANNI SUBITI IN OCCASIONE DI UNA
RAPINA - INOPERATIVITÀ DELLA COPERTURA ASSICURATIVA
(Tribunale di Roma, 22 gennaio 2010)
Un assicurato chiedeva alla Compagnia di assicurazione con la quale aveva stipulato una polizza
danni (furto e rapina) di essere indennizzato dei danni subiti in occasione di una rapina avvenuta
presso la propria abitazione. La Compagnia si opponeva alla richiesta, eccependo la inoperatività della
copertura assicurativa, in quanto, in precedenza, l’assicurato aveva subito analogo sinistro a seguito
del quale era stato indennizzato con la liquidazione, in suo favore, dell’intero massimale di polizza, ma
non aveva provveduto, contestualmente, a pagare il rateo di premio in modo da consentire il reintegro
del capitale assicurato. La polizza prevedeva, infatti, una clausola in virtù della quale il contraente si
impegnava a corrispondere il rateo di premio in occasione della riscossione dell’indennizzo, pena, in
caso contrario, la non operatività del reintegro e, conseguentemente, della garanzia. L’assicurato
replicava che il mancato pagamento del rateo di premio era dipeso dalla mancata comunicazione, da
parte della Compagnia, dell’esatto ammontare del rateo dovuto. Con sentenza n. 1598 del 22
gennaio 2010 il Tribunale di Roma ha ritenuto che l’interpretazione letterale della clausola contrattuale
subordina la liquidazione dell’indennizzo per il (secondo) sinistro all’avvenuto reintegro del capitale
assicurato, in mancanza del quale la Compagnia non è tenuta al pagamento, essendo esaurito il
massimale. Il Tribunale ha, inoltre, precisato che la mancata comunicazione all’assicurato, da parte
della Compagnia, dell’importo del rateo da pagare, non comporta la reviviscenza dell’obbligo di
indennizzo. Sotto tale ultimo profilo, la sentenza è di particolare interesse in quanto suggerisce
all’attore un possibile strumento alternativo di azione. Vi è, tuttavia, da considerare che nessuna
clausola di polizza prevedeva, a carico della Compagnia, l’obbligo di richiedere all’assicurato il
reintegro del capitale dopo il sinistro; per percorrere la strada prospettata dal Tribunale occorrerebbe
individuare il fondamento normativo di un obbligo siffatto ricorrendo ai principi generali di cui agli artt.
1375 c.c. e 1175 c.c.. Tuttavia, secondo la Corte di Cassazione (Sent. 30.12.1997 n. 13131), i principi
di correttezza e buona fede, di cui agli art. 1175 e 1375, sono stati codificati dal legislatore come
regulae iuris di carattere generale con esclusivo riferimento ai rapporti precontrattuali  ed
all’interpretazione del negozio medesimo e non anche con riguardo al contenuto del negozio
medesimo, nel senso che i contraenti possono comporre i loro interessi concordando del tutto
liberamente il contenuto del contratto.
(Causa curata da Bonaventura Minutolo e Teresa Cofano)

Assicurazioni
A cura di Bonaventura Minutolo e Teresa Cofano

La determinazione del premio nei contratti di assicurazione contro i danni, fissata


ASSICURAZIONE
convenzionalmente in base ad elementi variabili (cosiddetta assicurazione con clausola di
CONTRO I DANNI –
regolamento del premio assicurativo), comporta che l'adempimento dell'assicurato è
CLAUSOLA DI
adempimento di una obbligazione civile diversa dalle obbligazioni indicate nell'art. 1901
REGOLAZIONE DEL
c.c. e come tale deve essere valutata, tenendo conto del comportamento di buona fede
PREMIO –
tenuta dalle parti nell'esecuzione del contratto, del tempo in cui la prestazione è effettuata
INADEMPIMENTO
e dell'importanza dell'inadempimento. (Cassazione civile sez. III, 8 aprile 2010, n. 8368)

TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°36 ANNO IV PAG. 9

In tema di assicurazione, l'onere imposto dall'art. 1892 c.c. all'istituto


assicuratore di manifestare, allo scopo di evitare la decadenza, la propria
volontà di esercitare l'azione di annullamento del contratto entro tre mesi dal
giorno in cui ha conosciuto la causa dell'annullabilità per le dichiarazioni
inesatte o reticenti dell'assicurato non sussiste qualora il sinistro si verifichi
CONTRATTO DI ASSICURAZIONE –
prima che sia decorso il termine suddetto o che l'assicuratore venga a
DICHIARAZIONI DEL CONTRAENTE
conoscenza dell'inesattezza o della reticenza: in questi casi, per non pagare
IN ORDINE AL RISCHIO ASSICURATO
l'indennizzo, alla compagnia basta eccepire la violazione colposa (oppure
dolosa) da parte dell'assicurato, che deve rappresentare il rischio oggetto
della polizza in modo completo e veritiero, senza la necessità di una formale
dichiarazione di impugnazione del contratto di assicurazione.
(Cassazione civile sez. III, 28 aprile 2010, n. 10194)

In tema di assicurazione, quando le parti del contratto subordinano


l'operatività della garanzia assicurativa all'adozione, da parte dell'assicurato,
di determinate misure di sicurezza, il giudice non può sindacare la loro
concreta idoneità ad evitare l'evento dannoso, e quindi - ove l'evento si sia
CONTRATTO DI ASSICURAZIONE – verificato indipendentemente da tale inosservanza - non può giungere alla
CLAUSOLA DI ESONERO conclusione per cui, pur a fronte della loro inosservanza, l'assicuratore debba
comunque corrispondere l'indennizzo. Dette clausole, infatti, subordinando il
diritto dell'assicurato all'indennizzo all'adozione di specifiche misure di difesa
del bene protetto, non realizzano una limitazione di responsabilità
dell'assicuratore, ma individuano e delimitano l'oggetto stesso del contratto
ed il rischio dell'assicuratore.
(Cassazione civile sez. III, 28 aprile 2010, n. 10194)

TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°36 ANNO IV PAG. 10

Il Punto su...
A cura di Vittorio Provera

IL RISCHIO DA STRESS DOVRÀ ESSERE OBBLIGATORIAMENTE


VALUTATO

A partire dal prossimo mese di agosto diviene obbligatorio, per ogni datore di lavoro (azienda
piccola o grande che sia), porre in essere la valutazione del rischio stress da lavoro – correlato.

Infatti, all’art. 28 del Testo Unico in materia di sicurezza (Decreto legislativo 81/2008) - in conformità ai
principi dell’Accordo Europeo 8 ottobre 2004 ed a fronte delle modifiche introdotte dal decreto legislativo
106/2009 - è stato imposto di procedere alla valutazione del rischio da stress da lavoro correlato, nel
rispetto di quelle che dovrebbero essere le esplicite indicazioni previste dalla Commissione Consultiva
Permanente. Sempre il citato art. 28 prevede che, in assenza di tali indicazioni (come è nella fattispecie),
l’obbligo di valutazione decorra comunque dal 1 agosto 2010. In questo quadro, piuttosto
frequente nel nostro sistema, è stata approvata il 25 marzo u.s., dal Coordinamento Tecnico
Interregionale della Prevenzione nei luoghi di lavoro (un organismo tecnico interregionale), una vera e
propria guida operativa per la valutazione e gestione di questo fenomeno. Il Documento affronta, fra gli
altri, gli aspetti generali della valutazione del rischio; il percorso di valutazione e gestione del
medesimo; i criteri e metodi di valutazione; la sorveglianza sanitaria ed il ruolo dei servizi di
prevenzione e vigilanza.

Non è questa la sede per una illustrazione di questo complesso studio; tuttavia è cosa utile fornire alcuni
dati estrapolati dal medesimo, assai significativi per comprendere l’importanza, a livello globale, del
problema. Infatti, lo stress legato al lavoro (che ricomprende anche diversi fenomeni quali, ad esempio, il
burnout, patologia stressogena che colpisce le persone che esercitano professioni di aiuto/assistenza/
insegnamento, allorché detti operatori non sono più in grado di rispondere in modo adeguato ai carichi
eccessivi di stress derivanti dal loro lavoro; il mobbing, ecc..) è attualmente responsabile di una
percentuale tra il 50 ed il 60% delle giornate lavorative perse nell’arco di un anno.

Recenti ricerche effettuate nei Paesi dell’Unione Europea mettono in evidenza come il disagio
lavorativo e le relative patologie occupano il secondo posto tra i problemi di salute indicati dai
lavoratori ed interessa circa il 22% dei lavoratori in Europa. In Italia la percentuale si attesta al 27%
(peraltro è, purtroppo, noto che, almeno nel nostro Paese, vi sono anche non rari episodi di abuso del
richiamo a presunte patologie stressogene a fini meramente economici, con pregiudizio anche per la
valutazione delle reali situazioni di sofferenza). Nel 2002 l’Unione Europea valutava che il costo economico
dello stress legato all’attività lavorativa era pari a 20 miliardi di euro. Tutti gli Enti specializzati e di ricerca,
pubblici e privati, sono concordi nel ritenere che il fenomeno sia in fase di progresso e di aggravamento a
causa dei cambiamenti nell’attività e nel mondo del lavoro; in particolare sono state individuate cinque
aree che possono influire negativamente sui rischi psicosociali:

✦utilizzodi nuove forme di contratti di lavoro (contratti precari), nonché l’attuale incertezza ed insicurezza
del lavoro;
✦incremento dell’età media della forza lavoro impiegata (con l’aumento dell’età la stessa diviene poco
flessibile e poco adattabile ai cambiamenti);
✦glialti carichi di lavoro, anche a fronte della introduzione di nuove tecnologie (nei settori del terziario e/o
nelle attività amministrative e finanziarie, ad esempio, internet e posta elettronica hanno contribuito a
moltiplicare le funzioni richieste e ad abbreviare i tempi di risposta), con possibili pressioni sugli addetti;

TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°36 ANNO IV PAG. 11

✦la
tensione emotiva per comportamenti violenti e patologie, impongono un sistema organizzativo di
molesti sul lavoro; rilevazione degli indicatori di rischio e dei
comportamenti riconducibili a stress che possa
✦interferenze e squilibrio tra lavoro e vita privata
operare costantemente nel tempo e che sia
(anche in questo caso le moderne tecnologie
possono aver determinato una ingerenza sensibile alle variazioni delle situazioni e delle
sempre maggiore dell’attività anche durante condizioni oggettive e soggettive. In altre parole,
periodi di cosiddetta vita privata). anche seguendo le conclusioni contenute nel
predetto Documento del Coordinamento Tecnico
Da ciò consegue la necessità, per rispondere Interregionale, la valutazione del rischio di stress
alle prescrizioni normative e per valutare e lavoro correlato, non può concludersi con una
fronteggiare i diversi fattori, che le Aziende generica attestazione di assenza di rischio, poiché
analizzino puntualmente la loro organizzazione in questo caso il pericolo potenziale esiste
secondo un percorso che prenda in esame tutte sempre, anche se vi sono ovviamente attività e
le diverse variabili e che permetta, fra gli altri, di mansioni con maggiore esposizione.
adottare un processo di valutazione dei rischi
che sia dinamico e non statico.

In altre parole si dovrà considerare che mentre, in


generale, il modello di valutazione dei rischi da
>> Guida operativa:
attività lavorativa adottato sulla base del decreto
Valutazione e Gestione del rischio
legislativo 626/94 era finalizzato ad attestare una
da stress lavoro-correlato (PDF)
condizione di assenza di rischio o di rischio
accettabile, ora le esigenze sono mutate.
La nuova normativa e le caratteristiche peculiari
del fenomeno e dei pericoli connessi a queste

Eventi & Rassegna Stampa


✦Milano, Hotel Hilton, 14 Giugno 2010
S E M I N A R I O Pa r a d i g m a : “ V I D E O S O R V E G L I A N Z A : I L N U O VO
PROVVEDIMENTO GENERALE DEL GARANTE”

“I controlli a distanza e i controlli tecnologici nello Statuto dei Lavoratori e nella recente
evoluzione giurisprudenziale”
✦Il coordinamento tra le disposizioni dello Statuto dei Lavoratori, le altre discipline di settore e le disposizioni del
Codice della privacy
✦La necessità di un accordo sindacale specifico sulle apparecchiature di controllo a distanza dei lavoratori
✦I contenuti degli accordi sindacali ex Art. 4 dello Statuto dei Lavoratori
✦Le facoltà di controllo sull’utilizzo degli strumenti di lavoro. Controlli a distanza e controlli diretti

Relatore: Avv. Giorgio Molteni

Programma
www.paradigma.it

TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°36 ANNO IV PAG. 12

RASSEGNA
STAMPA ✦BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 18/05/10
twitter 24job http://twitter.com/24job
“Arbitrato e lavoro precario: il tormentato iter del collegato lavoro
prosegue..”
di Stefano Beretta

✦HR On Line - AIDP: N°10 Maggio 2010


“Se il lavoratore sceglie la via arbitrale, il successivo ricorso
davanti al Giudice del Lavoro è improponibile”
di Giacinto Favalli e Angelo Di Gioia

✦BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 04/05/10


twitter 24job http://twitter.com/24job
“Quis custodiet custodes? Spetta al datore di lavoro il potere di
controllo (disciplinare) nei confronti del dipendente controllore.
Ma poi chi controlla il datore?”
di Stefano Beretta

✦HR On Line - AIDP: N°8 Aprile 2010


“L'utilizzo giudiziale delle dichiarazioni del lavoratore”
di Giorgio Molteni e Claudio Ponari

✦AIDP Newsletter: N°3 Aprile 2010


Per ora “scollegato” il collegato lavoro
di Salvatore Trifirò

✦BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 31/03/10


twitter 24job http://twitter.com/24job
“Mobbing: chi rompe paga...direttamente, anche se coperto da
polizza assicurativa per la responsabilità civile verso i dipendenti”
di Stefano Beretta

Trifirò & Partners su twitter


http://twitter.com/TrifiroPartners

Per richiedere la Newsletter T&P (versione in lingua italiana o inglese) scrivere a: newsletter@trifiro.it
L’archivio delle Newsletter T&P è consultabile nella sezione Newsletter del sito www.trifiro.it

TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI

Realizzazione Newsletter: Emanuela Zocchi


Trifirò & Partners ha sede a Milano e filiali a Roma, Genova, Torino e
Trento. Fondato negli anni ‘60 dall’Avvocato Salvatore Trifirò, oggi
annovera 80 professionisti e collaboratori coordinati dai Partners.
Leader nel Diritto del Lavoro, Trifirò & Partners fornisce assistenza
anche in numerose aree del Diritto Civile, e in particolare del Diritto
Societario, Assicurativo, Commerciale, Finanziario, Industriale e
Amministrativo.

Lo Studio, interlocutore delle più importanti aziende nazionali e


multinazionali, dispone di una rete di qualificati corrispondenti in tutta
Italia, Europa, Asia e Stati Uniti, assicurando la presenza diretta dei
propri avvocati in tutto il territorio nazionale e estero.
Dotato di tutti i più moderni sistemi di comunicazione, con tecnologie di
supporto continuamente aggiornate, Trifirò & Partners dispone di una
fra le più prestigiose biblioteche giuridiche, sia cartacee che
multimediali. Lo Studio è centro di riferimento per la formazione
professionale, la partecipazione a convegni, la redazione di articoli per i maggiori quotidiani e le riviste
specializzate e la redazione di pubblicazioni e libri.

DIPARTIMENTI:
Lavoro, Agenzia, Previdenza e Sindacale
Commerciale, Industriale, Fallimentare
Assicurativo, Bancario, Societario, Contrattuale
Amministrativo
Arbitrati, Famiglia e Successioni

STUDI CORRISPONDENTI:
Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Gran
Bretagna, Cina, Emirati Arabi Uniti

Milano
20122, Via S. Barnaba 32
Tel.: + 39 02 55 00 11 Fax.: + 39 02 54 60 391; + 39 02 55 185 052; + 39 02 55 013 295

Roma
00192, Lungotevere Michelangelo 9
Tel.: + 39 06 32 04 744 Fax.: + 39 06 36 000 362; + 39 06 32 12 849

Genova
16121, Piazza della Vittoria 12
Tel.: + 39 010 58 01 39; + 39 010 56 22 62 Fax.: + 39 010 58 28 71

Torino
10121, Via Raimondo Montecuccoli 9
Tel.: + 39 011 52 10 266 Fax.: + 39 011 51 19 137

Trento
38122, Via Galileo Galilei 24
Tel.: + 39 0461 26 06 37 Fax.: + 39 0461 26 44 41

trifiro.partners@trifiro.it www.trifiro.it http://twitter.com/TrifiroPartners

TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT

Potrebbero piacerti anche