ono 12.658 i bambini nati dalla procreazione medicalmente assistita in
Italia e rappresentano il 2,5% dei nati nel 2014. Lo si apprende dallannuale relazione del ministro della salute sullo stato di attuazione della legge 40/2004, consegnata al parlamento il 30 giugno scorso. Il numero di coppie trattate, in aumento fino al 2011, continua a diminuire (70.589 nel 2014), mentre il numero complessivo delle gravidanze lievemente aumento, malgrado la diminuzione delle inseminazioni semplici, grazie a quelle ottenute con tecniche di scongelamento. Continua, infatti, ad aumentare la quota dei cicli in cui si effettua la crioconservazione di embrioni dal 17,5% nel 2013 al 20,9% nel 2014 mentre diminuisce quella del congelamento degli ovociti, dal 4,7% nel 2013 al 4,2% nel 2014. La lettura della relazione suscita perplessit sul modo in cui lItalia affronta il tema dellinfertilit. Analizzandola dalla prospettiva del concepito, i cui diritti sono per la Legge 40 da tutelare, si osserva anzitutto che aumenta del 2,3% il numero di embrioni formati e trasferibili, salito a 112.563 nel 2014. Rispetto a essi sono soltanto 10.966 i bambini nati con tecniche in vitro. La differenza dovuta alla perdita embrionaria e o al forte aumento degli embrioni formati e crioconservati (+29,9%) conseguente allapplicazione della sentenza 151/2009 con cui la Corte Costituzionale ha eliminato il numero massimo di tre embrioni, da formare e trasferire in un unico impianto. Dai 763 embrioni crioconservati nel 2008, ultimo anno di applicazione della Legge 40 nella forma originale, siamo cos arrivati a 28.757 nel 2014. Laumento ripropone un dibattito urgente sulla possibilit di adozione per la nascita, evitando una permanenza indefinita nei congelatori. I centri autorizzati alla PMA nel 2014 sono 362, dei quali oltre il 62 % privati. Allinverso, il 64,4% dei cicli di trattamento stato effettuato in strutture convenzionate col SSN. Mentre il 39,4% dei centri europei svolge pi di 500 cicli allanno, in Italia questo livello di attivit si registra solo nel 12.5% dei centri che effettuano fecondazione in vitro, il 27% dei quali, soprattutto privati, non ha trattato pi di 50 coppie. Si conferma dunque il business della PMA, con troppi centri privati a bassa specializzazione e ridotta casistica, in contrasto con ogni logica di razionalizzazione delle risorse, di centralizzazione e di qualificazione dei servizi sanitari. Per valutare laspetto commerciale, mancano tuttavia dati sul percorso delle coppie per accedere alle tecniche di fecondazione in vitro.
(Foto Siciliani)
La legge 40 infatti autorizza la procreazione
assistita quando sia stata esclusa la possibilit di fertilit naturale e comunque secondo criteri di gradualit. In assenza di linee guida sulliter diagnostico-terapeutico, lecito chiedersi se tali criteri siano rispettati. Il sospetto lecito, se si considera la riduzione del numero di cicli dinseminazione semplice, a vantaggio delle tecniche in vitro. Sarebbe interessante sapere se il ricorso alle tecniche in vitro, pi remunerative, sia maggiore nelle strutture private. Considerando le sole tecniche in vitro senza congelamento di embrioni (II e III livello "a fresco"), la possibilit per la coppia di arrivare al parto del 13,0%. Un dato non esaltante, inferiore a quello del 15% ottenuto dallIstituto Internazionale "Paolo VI" del Policlinico "A. Gemelli" di Roma, lunico centro italiano che persegue il ripristino della fertilit naturale, senza ricorso a tecniche di fecondazione in vitro. Continua ad aumentare let delle donne che accedono alla PMA, arrivata 36,7 anni per le tecniche a fresco di II e III livello, e soprattutto la percentuale di donne oltre 40 anni, che del 32,9%, rispetto al 31,0% nel 2013, e al 20,7% del 2005. Si tratta di un dato molto elevato rispetto ad
altri Paesi europei: il Registro Europeo (2011)
riporta una percentuale inferiore al 20% di donne trattate dopo i 40 anni per i paesi confrontabili con lItalia per numero di cicli iniziati. Diminuiscono le pazienti con meno di 34 anni: sono il 27,1% nel 2014, erano il 39,3% nel 2005. Laccesso alle tecniche di PMA di donne in et sempre pi avanzata dovuto alla tendenza a ricercare il figlio quando la fertilit ridotta, ma quando anche lefficacia delle tecniche di PMA limitata. noto, infatti, che la probabilit di ottenere una gravidanza in rapporto allet delle donne, riducendosi fino al 5,3% per le tecniche a fresco di II e III livello nelle ultra 43enni. Allinverso, lesito negativo della gravidanza (aborti, gravidanze ectopiche) aumenta con laumentare dellet (49,5% nelle ultra 43enni), con un tasso di parti di poco superiore al 2%. Il dato riguardante il progressivo aumento di et delle donne che ricorrono alle tecniche di PMA, da leggere insieme a quello della denatalit, interroga la societ sulle risposte da dare al gelo dellinverno demografico. Si tratta di risposte culturali sul valore della maternit e sulla prevenzione degli stili di vita sessuale che favoriscono linfertilit. certamente positiva a questo scopo liniziativa del Piano Nazionale per la Fertilit. Essa tuttavia non pu compensare il ritardo del nostro Paese nelle politiche familiari, che non affrontano la penalizzazione economica e fiscale delle famiglie con figli e la difficolt crescente di mettere su famiglia in et Sulla procreazione giovanile, quando la fermedicalmente assistita tilit al massimo. Dola Relazione ministeriale veroso dunque interrogarsi sul pregiudizio poevidenzia gravi che preferisce decontraddizioni: non risolve litico stinare cifre ingenti alla linverno demograco fecondazione in vitro, e assorbe enormi piuttosto che a interventi in favore della natalit. La risorse economiche relazione ministeriale non fornisce dati sui costi della PMA. Tenuto conto che vengono effettuati circa 81.00 cicli di trattamento allanno, crediamo tuttavia di non peccare per eccesso nello stimarli ad almeno un miliardo di euro allanno. Considerando le percentuali di successo molto basse, doveroso chiedersi se il SSN stia davvero garantendo una "terapia" o se stia sostenendo spese molto onerose in un momento di crisi, per assecondare un desiderio di genitorialit ad ogni costo. Infine, per quanto riguarda leterologa, sdoganata solo alla met del 2014, bisogner attendere il prossimo anno i dati relativi al 2015. Suggeriamo al ministero di integrarli con quelli riguardanti i costi e il percorso effettuato per risolvere la sterilit. RIPRODUZIONE RISERVATA