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La comunicazione scritta

"Chi ha da dire qualcosa di nuovo e di importante, ci tiene a farsi capire. Farà


perciò tutto il possibile per scrivere in modo semplice e comprensibile.

Niente è più facile dello scrivere difficile." Karl R. Popper

Avete mai prestato attenzione a quanti testi produciamo ogni giorno?

Sms, email, lettere, preventivi, relazioni, presentazioni... che lista, e potrebbe continuare.

Quante volte vi capita di ricevere in risposta una ulteriore richiesta di chiarimento e di


pensare "mi sembrava di essere stato fin troppo chiaro..."

Non è così: avete dato per scontato qualcosa.

La comunicazione scritta, al contrario di quella orale, ci lascia tempo per riflettere e pensare,
per riscrivere e riformulare, per fare la "brutta" e poi la "bella".

Scrivere non è come parlare, c'è sempre tempo per tornare indietro e rifare e nessuno lo saprà
mai.

Una volta pronunciata una frase, questa assume un tono definitivo: certo volevamo esprimere
un concetto, ma il nostro interlocutore ne ha recepito un altro.

La comunicazione scritta, ci aiuta in questo, possiamo scrivere la frase, rileggerla,


ripensanrla, riformularla e quando siamo sicuri, sottoporla al destinatario.

Siamo stressati e sempre di corsa, spesso scriviamo di fretta e non rileggiamo: proviamo a
fare un piccolo sforzo a non andare sempre a tavoletta, fermiamoci a rileggere quello che
abbiamo scritto, facciamo le opportune correzioni del caso (ci sono sempre!) e poi... il testo è
pronto!
Come seguire alcune regole per una buona comunicazione
scritta

La comunicazione scritta si basa su un semplice criterio secondo il quale: tutte le frasi


devono essere strutturate in modo logico secondo criteri temporali, spaziali, di causa/effetto,
di interpretazione induttiva e deduttiva, ecc.
L'intero testo deve possedere i requisiti essenziali di: coerenza, coesione, autonomia,
completezza, informatività (in quanto mostrano chiaramente le reali intenzioni
dell'emittente), accettabilità (il destinatario deve comprenderlo in modocongruente allo scopo
per cui sono scritti), situazionalità (in quanto sono appropriati al contesto storico e sociale
in cui sono emessi), intertestualità (in quanto conformi al genere e al codice utilizzati per la
stessa tipologia di testi).
L'efficacia di una campagna di comunicazione e informazione, per esempio, non dipende
soltanto dalla correttezza del percorso metodologico seguito, ma anche dall'efficacia e dalla
chiarezza dei messaggi trasmessi, quindi dalla coerenza delle tecniche di scrittura e di stilistica
applicate, rispetto agli obiettivi comunicativi prefissati.

Tipologie di scrittura
A livello concettuale possiamo distinguere tre tipologie di scrittura:
1) scrittura tecnica: si utilizza per redigere modulistica, atti amministrativi, ecc.
2) scrittura estetica: si applica nella stesura di brochure, opuscoli, depliant, pagine
pubblicitarie, ecc
3) scrittura giornalistica: si utilizza per elaborare articoli giornalistici, comunicati stampa,
ecc.

1) Scrittura tecnica
La scrittura tecnica ha lo scopo di semplificare la comprensione del proprio obiettivo
comunicativo.
E' dunque caratterizzata da semplicità stilistica, essenzialità e chiarezza di linguaggio. A tal
fine, è possibile individuare alcune semplici regole da seguire, relative alla costruzione del
testo, l'utilizzo dei segni di interpunzione, degli elenchi e degli acronimi.

• Struttura del testo: un testo si suddivide in cartelle, ognuna delle quali è


costituita da periodi distinti l'uno dall'altro. Ogni periodo a sua volta si compone di
frasi, che mediamente sono composte da una principale e due secondarie. Sempre ai
fini di una maggiore efficacia comunicativa, è opportuno evitare il ricorso ad incisi e a
frasi tra parentesi. Interpunzioni: seppure la lingua italiana possiede molteplici
tipologie di interpunzione, in virtù della semplicità, quelle maggiormente utilizzate
sono:
Il ''punto'' rappresenta una pausa lunga, il ''punto e virgola'' rappresenta una pausa
intermedia, mai del tutto adeguata: o troppo lunga, oppure troppo breve.
Sotto il profilo quantitativo, è buona norma fare ricorso a molti punti fermi, a pochi
''due punti'' e ad una buona dose di virgole. L'utilizzo dei due punti deve essere il più
possibile limitato, poiché in genere prelude un elenco, elemento non particolarmente
funzionale dal punto di vista estetico.
• Elenchi: all'interno di un testo le liste vanno impiegate con parsimonia,
soprattutto nella scrittura estetica e giornalistica, prima ancora che in quella tecnica.
Se dobbiamo redigere un modulo amministrativo, utilizzare un elenco per indicare
l'insieme dei documenti necessari per l'effettuazione della pratica rappresenta una
scelta estremamente chiara dal punto di vista stilistico ed efficace sotto il profilo
comunicativo. Altre volte, invece, la medesima scelta può produrre un effetto
contrario ed ostacolare la comprensione del testo, soprattutto se nell'elenco sono
presenti molti riferimenti normativi, rimandi, abbreviazioni, sigle ed acronimi In ogni
caso, gli elenchi, essendo sequenze di frasi, non devono essere interrotte da punti
fermi, ma soltanto da virgole.
• Acronimi: se occorre utilizzare parole, nomi o frasi esplicative molto lunghe, non
è opportuno riportare in tutto il testo l'intera dicitura, altrimenti si rischia di
appesantirne la lettura. Il metodo più efficace consiste nel riportare la dicitura per
esteso una prima volta, apponendo tra parentesi l'acronimo (es. da ora in poi
''acronimo'') che verrà successivamente utilizzato come sostituto. Se il testo è molto
lungo, tuttavia, conviene riportare nuovamente la dicitura per esteso anche altrove (es.
all'inizio di un nuovo capitolo).Per quanto riguarda la modalità di scrittura (ad es.
ASL, oppure A.S.L., o anche Asl) non ne esiste una più corretta di altre in senso
assoluto. L'importante è sceglierne una ed utilizzare sempre la medesima. Molto
spesso, infatti, nella scelta di un opzione linguistica il problema non è caratterizzato
dalla adeguatezza, bensì dalla coerenza dell'opzione prescelta.

2) Scrittura estetica
La scrittura estetica solitamente svolge una funzione pubblicitaria, identificando, ad esempio,
brochure, depliant, pagine pubblicitarie, ecc.
Essa tuttavia può trovare applicazione anche nella stesura di moduli amministrativi e tecnici,
allo scopo di ottenere una migliore configurazione estetica del modello e di associare alla
funzione primaria di semplificazione anche una funzione secondaria di ''promozione'' .

3) Scrittura giornalistica
La scrittura giornalistica generalmente fa ricorso a sei differenti stili, oppure ad una
combinazione di uno o più di essi.
• Spettacolo: è un tipo di giornalismo che utilizza la notizia per fare spettacolo. Di
per sé non ha una connotazione positiva, ma neppure negativa. Di certo, è una delle
tipologie che, in un contesto in cui la disinformazione per eccesso è ormai un
fenomeno diffuso, riesce comunque a catturare l'attenzione del pubblico.
• Conflitto: è uno stile di giornalismo che tende a spaccare l'opinione pubblica in
due segmenti contrapposti: destra contro sinistra, bianco contro nero. Anche se questa
rappresentazione non rispecchia quasi mai la realtà (più spesso caratterizzata, infatti,
da differenti tonalità di grigio) questo tipo di giornalismo è in grado comunque di
fidelizzare una parte di pubblico e quindi di ''fare audience'', in un'ottica di risparmio
cognitivo. Insieme al ''giornalismo spettacolo'' rappresenta, infatti, lo stile giornalistico
che più di altri riesce a catturare l'attenzione.
• Scoop: è uno stile che racchiude in sé le medesime peculiarità del ''giornalismo
spettacolo'' con la differenza sostanziale di essere caratterizzato anche da una aura di
segreto, derivante dalla sua funzione di rendere noto il privato di una persona, contro
la volontà dell'interessato.
• Improbabilità: è uno stile che si fonda sulla pubblicazione di notizie improbabili
che, tuttavia, attraverso successive manipolazioni, diventano casi mediatici Questi sei
stili di giornalismo, naturalmente, posso essere applicati, non tanto quando occorre
predisporre un modulo amministrativo, bensì quando si vuole costruire l'immagine
dell'ente.

Dunque la comunicazione è efficace quando:

• I termini sono chiari. Se devo usare per forza termini tecnici, ne spiego subito il
significato, usando anche metafore che si avvicinano alla vita quotidiana. Esempio:
empatia, cioè la capacità di mettersi nei panni dell’altro.

• Meglio usare parole corte. Esempio: sostituire approssimativamente con “è


approssimativo”.

• Usare verbi al presente. Sono più diretti e rendono subito, l’idea dell’azione che
vogliamo far immaginare e magari intraprendere a chi ci legge.

• I periodi sono corti. Usare bene la punteggiatura. Le frasi corte sono più d’effetto.

• Usiamo termini “positivi”.

• Usiamo le immagini. Facciamo vivere la fantasia.

• Per far colpo, iniziare con una frase provocatoria può aiutare.

LA COMUNICAZIONE EFFICACE IN TRE PUNTI

• Chiara
• Semplice
• Diretta

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