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Prefazione

Fin da quando Sally, una nuova madre aveva portato sua figlia neonata , Jessie,
a casa dall'ospedale aveva sempre piu paura di stare sola con lei un pochino. Ora
, quando lei si prende cura di sua figlia da sola, pensa a come sarebbe facile p
er lei tirare la sua Jessie indifesa contro un muro e fracassargli il cranio, o
come lei potrebbe soffocarla rapidamente sotto il suo cuscino.
Se Sally vede un coltello sulla cucina, l'immagine di pugnalare Jessie inonda la
sua mente, disgustandola e riempiendola di sensi di colpa. Suo marito Jack trov
a strano che Sally preferisce che sia sempre lui a cambiare il pannolino di Jess
ie, e che lui le faccia il bagno, mentre Sally cerca di starle lontano il pi possi
bile. Ma finora lei non pu ammettere a Jack i pensieri terribili, si sente vergogn
osa e disgustata."nessuna altra madre potrebbe avere pensieri come questi devo e
ssere pazza lei mi dice attraverso le sue lacrime.
Quando l'assicuro che i suoi pensieri non sono rari come lei crede e che io non
sono per niente preoccupato sul fatto che lei li metter in atto ,Sally si sente le
ggermente sollevata ma anche confusa come pu essere cos sicuro che io non sono in
fondo un assassina che un giorno con uno scatto uccida Jassie? Lei mi chiede.
Ma da molti fatti, che lei si sente colpevole e si preoccupa di avere pensieri c
os terribili e che lei prima non ha danneggiato mai fisicamente nessuno, sono tut
ti indizi che io ho per essere in grado di riassicurarla che lei non un'assassin
a, ma piuttosto una tra milioni di persone che soffrono in silenzio di cattivi p
ensieri.
Cosa intendo dire con "cattivi pensieri?" vogliono dire qualche cosa di specific
o: Pensare le cose pi inadeguate nei momenti pi inappropriati. .Questi continui pe
nsieri ed immagini quasi sempre rientrano in queste tre categorie: pensieri aggr
essivi ed impropri pensieri sessuali ed impropri o pensieri religiosi e blasfemi
.
Questi cattivi pensieri talvolta riguardano il danneggiamento di un bambino inno
cente, talvolta esortano a saltare dalla cima di un edificio alto, talvolta esor
tano a saltare di fronte ad un treno in arrivo, o esortano a spingere un'altra p
ersona sotto un treno o automobile.
Alcuni soffrono di pensieri sessuali li trovano inaccettabili sia verso persone
che conoscono sia verso estranei-o forse anche verso figure religiose come Dio,
Ges o Maria.
Altri si risvegliano domandandosi se hanno stimoli incestuosi, o si preoccupano
se hanno impulsi a dire cose razziste totalmente contrarie alle loro credenze.
Poich state leggendo questo libro, suppongo che come me siete curioso di sapere pe
rch si abbiano tali pensieri-. le ultime cose che noi vorremmo- cos io esplorer dett
agliatamente lo stato attuale delle conoscenze e perch abbiamo questi pensieri, in
particolare quello che li provoca, e quello che succede nel nostro cervello men
tre noi li sperimentiamo.
Nelle pagine che seguono spiego la variet dei cattivi pensieri che i miei pazient
i sperimentano, ed i disturbi che possono elevarli a problemi seri (particolarme
nte disturbo ossessivo-compulsivo e depressione post-partum e altri).
Questi pensieri sono molto pi comuni di quello che solitamente possiamo credere,
mentre varia da cattivi pensieri miti che quasi ognuno ammette di avere di
quando in quando, a cattivi pensieri severi (la ricerca che io discuter pi tardi s
uggerisce che pu essere sopportato da milioni di adulti).
Sfortunatamente molti adolescenti soffrono anche di cattivi pensieri seri, convi
ncendoli spesso che loro sono persone moralmente cattive e che realmente hanno i
mpulsi sessuali verso i loro genitori o a fare qualche cosa ugualmente detestabi
le .Purtroppo da bambini raramente impariamo, circa come
le nostre menti funzionano, o a scuola o in famiglia, lasciandoci cosi dopo a mal
intesi. Forse voi o qualcuno che voi amate ha sofferto di " cattivi pensieri" br
evemente in passato o continuamente durante il corso di molti anni. In caso affe
rmativo probabilmente non avete mai detto a nessuno, ne a un amico fidato ne al co
niuge dei vostri cattivi pensieri terrifica dalla probabilit che potessero
pensare che lei fosse matta (e probabilmente avrete pensato molte volte questa c
osa!).

Probabilmente evitare la situazione che scatena i pensieri e provare vergogna pe


r avere questi pensieri in primo luogo. Se Lei proviene da un sfondo religioso e
severo,si pu preoccupare se e gi condannato allinferno, specialmente se Lei crede c
he il solo pensiero sia gi un peccato grave come nelleseguirlo.
Questi non sono evidentemente quel genere di pensieri che uno discute a una fest
a ma semplicemente apprendendo che questi pensieri fanno parte dellessere umano,
e che altri simili stanno probabilmente girando nelle menti delle persone che in
contra sulla strada ogni giorno, questo dovrebbe rassicurarla sul fatto che non
e diversa da come lei e preoccupata di essere.
C' aiuto per i suoi pensieri, e loro non devono rovinare la Sua qualit della vita;
loro possono essere addomesticati (un sinonimo per domestico addomesticare, ent
rambi significano conviverci).
Nella seconda parte di questo libro, spiego i trattamenti all'avanguardia che Le
i pu sperimentare da solo o con un professionista per convivere con i Suoi cattiv
i pensieri (incluso una serie affascinante di esperimenti che mostrano che pi Lei
tenta di fermare i Suoi cattivi pensieri, pi li rafforza).
Non sarebbe strano per Lei avere dubbi sul fatto che un giorno agir sui Suoi pens
ieri, e che nel profondo Lei un criminale. Perci io affronter il tema impegnativo d
i come si pu essere sicuri che non si agir mai su questi pensieri; cio se si soffre di
ossessioni che cosa ti rende diverso da un Susanna Smith o un Jeffrey Dahmer ch
e realmente hanno fatto le cose che ti preoccupi di
fare..Forse pi importante, spero di farvi sentire meno soli ed indifesi, e darvi
la speranza che si pu ancora trovare la pace nella mente.
Come psicologo autorizzato io sono eticamente obbligato ad adottare provvediment
i in caso credo che la mia paziente sia un pericolo per gli altri. Eppure ogni s
ettimana qualche madre mi dice che ha pensieri di danneggiare il suo bambino, un
padre mi dice che si preoccupa se lui molester sua figlia, e uomini e donne mi d
icono che loro pensano di sterzare la loro automobile contro un pedone innocente
o spingere un pendolare sotto un treno in arrivo e di fronte a questo non inten
to nessuna
causa, perch? Perch lesperienza e la ricerca mi hanno insegnato che queste persone
non sono veramente pericolose per gli altri. I loro pensieri li lasceranno senti
re colpevoli e depressi e, troppo spesso, impediti, ma i loro cattivi pensieri r
imarranno quasi certamente solo quello-cattivi pensieri.
Durante il corso dei venti anni passati io sono divenuto un esperto nel trattame
nto di disturbo ossessivo-compulsivo (OCD per brevemente) che un disturbo neurop
sichiatrico caratterizzato da ossessione mentale sconvolgenti e compulsioni come
lavare continuamente le mani o controllare la serratura della porta. Durante qu
esto periodo la nostra clinica OCD presso il Massachussetts General Hospital e cr
esciuta fino a diventare il pi grande e il pi conosciuto al mondo per i
pazienti passati e presenti che ammontano a un totale di quasi 2000.
I miei colleghi Drs.. Michael Jenike e William Minichiello ed io abbiamo collabo
rato con cura al libro principale sul ODC e relativo disturbo che e attualmente a
lla sua terza revisione e e utilizzato da medici e studenti di medicina di tutto
il mondo.
Ho anche scritto ottenere il controllo un libro che descrive leffettivo comportamen
to-trattamento della terapia per lODC, che e ora disponibile in 4 lingue.
Nel parlare coi miei propri pazienti e corrispondendo per posta e E-mail con chi
soffre di OCD che e lontano come Meridionale Africa, Asia ed Australia, sono sta
to affascinato dal grande numero di pazienti che hanno cercato il mio aiuto , il
mio aiuto per i loro problemi e poi, in risposta alle mie domande,hanno ammesso
di soffrire da tanti anni di ossessioni aggressive,ossessioni sessuali o
blasfeme.
Io ora sono convinto che questo un problema sottovalutato, per esempio, mezzo mi
lione di donne americane all'anno soffrono di pensieri orribili sul danneggiamen
to dei loro neonati - anche se loro non faranno mai questo! Purtroppo la maggior
parte di queste donne non cercano un trattamento, probabilmente perch sono cosi im
barazzate da questi pensieri che non vogliono parlarne ne con
il medico ne con la famiglia.
Anche se le persone con pensieri inaccettabili come questi, oggi,gli sarebbe dia

gnosticato il DOC, la maggior parte di loro non si sentono identificati con ques
to disturbo perch loro non si lavano le mani o controllano serrature di porta. Ne
ssuno dei libri che sono pubblicati sul DOC negli ultimi dieci anni (incluso il
mio ottenere il controllo) si sono focalizzati su questi particolari sintomimental
i.
Studi epidemiologici in tutto il mondo suggeriscono che pu essere il genere pi com
une di DOC. Questo particolarmente infelice in quanto negli ultimi dieci anni ab
biamo sviluppato trattamenti potenti per trattare efficacemente questi pensieri
intrusivi.
Durante il corso dei due anni passati io ho condotto un gruppo di appoggio setti
manale allOspedale di McLean per tentare di aiutare chi soffre di cattivi pensier
i.
E stato gratificante per me sentire partecipanti affermare che grazie a questo gr
uppo hanno appreso di non essere da soli, e che c' speranza per il recupero. Nell
o stesso tempo io ho imparato molto dai partecipanti ascoltando le loro storie m
olte delle quali descrivo in questo libro.
A oggi ho incontrato o ricevuto diverse centinaia di persone coi cattivi pensier
i, ed ho notato due paradossi intriganti fra loro:
1- quasi tutti color che vengono da me per un aiuto coi cattivi pensieri pensano
che lui o lei siano l'unica persona con questi pensieri , eppure se negli Stati
Uniti tutti quelli che soffrono di questi cattivi pensieri si riunissero, forme
rebbero la quarta citt pi grande degli Stati Uniti, con una popolazione superiore
a quella i di New York, Los Angeles, e Chicago.
2- coloro che soffrono di cattivi pensieri sono spesso pi tormentati rispetto alle
altre persone con qualsiasi altro disturbo psichiatrico che ho conosciuto e mol
ti hanno contemplato o hanno tentato il suicidio. Eppure loro non hanno quasi ma
i detto ad un altro essere vivente del disturbo, soffrendo invece in privato.
Si potrebbe dire che ho dovuto scrivere questo libro per aiutare a risolvere que
ste due spiacevoli situazioni, ma correggibili.
Le informazioni contenute nelle pagine che seguono raccontano il genere di infor
mazioni che io darei a Sally e a pazienti simili durante i nostri incontri:il pr
imo per aiutarla a comprendere appieno il suo problema coi "cattivi pensieri", e
quindi insegnarle ad addomesticare questi pensieri in modo che cos non la faccia
no pi stare male.
I casi che io descrivo nelle pagine seguenti sono esperienze di pazienti reali,
o gruppi di molti pazienti, con tutti i nomi cambiati e le identit mascherate per
proteggere la riservatezza.
Li ringrazio per avere diviso le loro storie di vita con me.
Capitolo Primo
Lo Spirito di Perversit
Lo ammetto. Non posso guidare dietro un camioncino con un cane a bordo nella par
te posteriore del veicolo. Ogniqualvolta lo faccio, i pensieri mi assalgono di n
uovo. Mi immagino che il cane venga sbalzato via, sulla strada, e successivament
e investito dalla mia auto.
Io cerco di allontanare dalla mia mente l'immagine del cane stritolato sotto le
ruote ma non ci riesco.
Per bloccare questi pensieri o devo accelerare e superare il camion oppure devo
rallentare, farmi superare da altre macchine fino a quando il cane non fuori dal
la mia visuale, e non mi resta che sperare che il camion cambi direzione presto
(deviando in altre strade).
Perch ho certi pensieri?
Io conosco tutte le teorie psicologiche e fisiologiche - che discuter in dettagli
o pi tardi - ma una descrizione letteraria spesso cattura in maniera pi vivida ci c
he sta accadendo: Non altro che il mio personale "spirito di perversit", arrampic
ato magari proprio sulla mia spalla destra, che sta sussurrando e suggerendo que
sti pensieri inerenti il cane all'orecchio della mia mente.
Esattamente

chi questo "spirito"?


Per quanto mi riguarda Edgar Allan Poe l'ha raffigurato perfettamente nel suo br
eve racconto "Spirito di Perversit":
"Un principio innato e primitivo dellazione umana, un qualche cosa di paradossale
, che noi possiamo chiamare Perversit in mancanza di un termine pi adeguato, nel sen
so che intendo io.
Sotto la sua influenza noi agiamo solo perch non dovremmo, in teoria,...non ci pu
essere ragione pi irragionevole di questo perch ma in realt non ne esiste qualcuna pi
forte.
Per certi spiriti, in certe condizioni, essa diventa del tutto irresistibile.
Io non sono tanto sicuro di respirare quanto lo sono del fatto che la certezza d
el male e dellerrore, di una data azione, di solito lunica forza invincibile che c
i spinge, essa e nientaltro che essa a condurre a fondo quellazione. N codesto prep
otente impulso di fare il male per il male tollera di venire analizzato o scompo
sto in elementi ulteriori, un impulso radicale, primitivo, di per se stesso
elementare.
Siamo sullorlo di un precipizio, vi gettiamo dentro unocchiata e malessere e verti
gini ci colgono.
Il nostro primo impulso di tirarci via dal pericolo, ma non di meno inesplicabil
mente restiamo.
A poco a poco il nostro malessere, la vertigine, lorrore, sfumano dentro la nuvol
a di una sensazione ineffabile, a gradi ancora + impercettibili questa nuvola as
sume una forma come il vapore di quella bottiglia dalla quale uscii un genio nel
le Mille e una Notte, ma questa nostra nuvola sullorlo del precipizio si condensa
in una forma assai pi terribile di qualsiasi genio o demonio da racconto.
E nientaltro che unidea, una paurosa idea, unidea che ci agghiaccia il midollo delle
ossa con la ferocia volutt del suo orrore, semplicemente lidea delle sensazioni c
he proveremmo durante il rovinoso precipitare di una caduta da simile altezza.
Questa caduta e lannientamento fulmineo che ne conseguirebbe, noi cominciamo a de
siderarle ardentemente e perch?
Perch per lappunto implica la pi spaventevole e odiosa tra le + odiose e spaventevo
li immagini di morte e agonia che mai si siano presentate alla nostra immaginazi
one, e siccome la ragione ci distoglie con violenza dall orlo dellabisso ecco che
con tanto pi impeto lo avviciniamo.
Esaminiamo tutte le azioni di questo genere e troveremo che derivano sempre unic
amente dallo spirito di perversit e cio noi le commettiamo solo in quanto sentiamo
che non dovremmo commetterle.
Al di fuori di questo non c alcun principio intellegibile...."
Basandomi sulla mia ricerca ed esperienza clinica con i miei pazienti, sono conv
into che Poe abbia catturato una condizione umana universale con la descrizione
di tale spirito.
Questo fenomeno stato descritto da altri, da vari nomi e in varie epoche: dal ne
urologo francese Pierre Janet chiamato associazione per contrasto.
Nel quale il paziente si sente spinto a fare esattamente lopposto di ci che intend
e fare.
Ma queste descrizioni per me mancano delleleganza di Poe.
Come ho gi ammesso, talora il mio personale spirito fa la sua comparsa attraverso p
ensieri e impulsi non intenzionali, non voluti, che sono in contrasto con le nor
me della societ in cui
viviamo: sbandare con la macchina andando fuori strada, oppure urlare oscenit in
pubblico, ad esempio.
E sono pochi coloro che possono affermare con onest di non aver mai riconosciuto
questo spirito allopera dentro di loro.
Pensieri clinici intrusivi
Fortunatamente per me e per molte persone questi occasionali "brutti pensieri" n
on sono null'altro che seccature momentanee.
Ma alcune persone, che sono in cura da me, non sono cos fortunate.
I loro "cattivi pensieri" possono vertere su tematiche di violenza o sessuali o

blasfeme e possono bombardarli praticamente ogni ora.


Questi cattivi pensieri - chiamate vere e proprie ossessioni se manifestate in f
orma grave - possono compromettere quanto di pi caro le persone hanno nella vita:
alcune persone hanno paura ad avere figli o stare insieme a loro, altri non rie
scono ad avere delle normali relazioni, altri ancora sono cos paralizzati da non
riuscire neppure a portare avanti quelle che sono le normali attivit, i normali i
mpegni quotidiani- hanno paura, ad esempio, ad uscire fuori di casa - sempre a c
ausa di questi cattivi pensieri.
A volte alcuni arrivano addirittura a prendere in considerazione il suicidio.
Si tratta di ossessioni di una certa rilevanza clinica e richiedono un trattamen
to mirato.
Circa due anni fa ho iniziato ad occuparmi delle problematiche di un gruppo comp
osto di uomini e donne che soffrono di questo tipo di pensieri intrusivi, presso
l' Ospedale McLean.
Da allora ho avuto modo di parlare con dozzine di pazienti che soffrono di tale
disturbo e che non sono mai riusciti a confidarsi con nessuno, costoro si sono s
entiti sollevati dal fatto di non essere soli e di sapere che molte altre person
e soffrono del loro stesso e identico problema.
Sono davvero rimasto sbalordito dal modo in cui pensieri cos intrusivi e penosi p
ossano aver letteralmente compromesso la qualit della vita di queste persone.
Quasi tutti coloro che si sono uniti al mio gruppo, per una serie di ossessioni
dal contenuto violento o di tipo sessuale, hanno pensato al suicidio come soluzi
one (alcuni hanno provato davvero a metterlo in pratica), altri, pur non essendo
ci arrivati, hanno visto completamente distrutti i loro rapporti sociali.
Alcuni non riescono a frequentare nessuno a causa di essi, altri sono addirittur
a costretti a divorziare.
Molti evitano di avere dei bambini intorno, altri devono tenersi alla larga da p
rogrammi televisivi, film, libri, riviste, e giornali che trattano temi inerenti
episodi di violenza, di tipo sessuale, per timore di essere nuovamente bombarda
ti da simili pensieri.
In teoria lo "Spirito di Perversit" ci fa visita saltuariamente, e di fronte ad e
sso noi possiamo reagire in due modi diversi:
- Diamo a questi pensieri poca attenzione, non gli diamo credito, e quindi vanno
e vengono dalla
nostra vita, oppure----->
- Rimaniamo talmente scossi da questi pensieri, gli diamo un peso eccessivo, e q
uesto fa s che essi si ripresentino pi e pi volte, durante il giorno, finendo con i
l compromettere i nostri impegni quotidiani, lavoro compreso.
Per quanto riguarda quest'ultimo punto mi ricordo di Isaac, un mio paziente tra
i venti e i trent'anni, che ha sempre amato gli animali.
Nel periodo in cui l'avevo in cura, lui rabbrividiva ogni volta che per strada v
edeva passare un cane o un gatto.
Bastava un'occhiata alla parte posteriore dell'animale a provocargli un bombarda
mento di cattivi pensieri - lui si sentiva costretto a fissare l'ano del cane e
da l ripartivano tali ossessioni..
Il contenuto di questa ossessione era sempre lo stesso: avere un rapporto sessua
le con l'animale, e la preoccupazione conseguente di essere "sul serio" un perve
rtito.
Spesso lui stesso si convinceva che era vero e si interrogava in questo modo: "P
erch mai dovrei guardare un cane o un gatto per strada sentendo l'impulso di fiss
are le parti intime dell'animale e immaginare di avere un rapporto sessuale con
loro se non per il fatto che, a questo punto, davvero ci che desidero fare?" (spi
ego meglio: lui si sta chiedendo questo "se ho questi pensieri allora
Perch, forse, in fondo, lo desidero veramente, ergo sono un pervertito!").
Dopo che Isaac mi ha raccontato la sua storia durante il nostro primo incontro,
gli ho detto che se era seriamente intenzionato a guarire da questo disturbo, la
prima cosa da fare era capire e credere fermamente in questa mia affermazione:
Tu non sei anormale come credi di essere, non sei un pervertito.
Ogni essere umano saltuariamente prova questo "Spirito di Perversit", che ti prov
oca dei pensieri inappropriati nei momenti pi inappropriati!

Per aiutare Isaac a convincersi di questo, gli ho mostrato una lista di pensieri
intrusivi che fanno parte di un questionario dato a degli studenti di un corso
di studi, a Londra, da un certo psicologo, il Dr. Stanley Rachman, e i suoi asso
ciati.
Isaac rimasto sorpreso quando gli ho rivelato che in realt tutti gli studenti han
no ammesso di aver avuto, ogni tanto, dei pensieri simili.
TABELLA 1:
IMPULSI O OSSESSIONI SESSUALI
-Pensieri inerenti atti di violenza riguardo la sfera sessuale
-Pensieri di punizioni di tipo sessuale nei confronti del proprio compagno/a
-Pensieri di atti sessuali "contro natura" (incluso il sesso con animali)
-Impulso a prendere parte a pratiche sessuali che possono causare sofferenza al
proprio partner
-Impulsi sessuali nei confronti di donne attraenti, conosciute e non
-Impulso a violentare una donna, conosciuta e non
-Immagini ripetitive, dal contenuto blasfemo e osceno, che hanno per oggetto la
Vergine Maria
IMPULSI VIOLENTI O OSSESSIONI
- Pensieri inerenti il far del male a persone anziane
- Desiderare o immaginare che una persona cara venga ferita o le venga fatto del
male
- Impulso a aggredire e uccidere in maniera cruenta un cane
- Impulso ad aggredire e uccidere in maniera cruenta qualcuno
- Pensare o desiderare che qualcuno scompaia dalla faccia della terra
- Impulso a colpire improvvisamente e ferire qualcuno
- Pensieri di grande rabbia nei confronti di qualche parente del passato
- Impulso a far del male o a usare violenza nei confronti dei bambini, specie di
quelli pi piccoli e
indifesi
- Impulso di gridare contro e di abusare di qualcuno
FORTE DESIDERIO O PENSIERI RIGUARDANTI IL FARE COSE SCONVENIENTI IN
PUBBLICO
- Impulso a attaccare e punire violentemente qualcuno (ad es, scagliare un bambi
no fuori
dall'autobus)
- Impulso a dire qualcosa di sconveniente e di dannoso verso qualcuno
- Impulso a dire cose inappropriate e sgarbate - "impulso a fare la cosa sbaglia
ta al momento
sbagliato)
- Impulso a spingere la gente tra la folla
- Pensieri di carattere blasfemo durante le preghiere
Successivamente, ho detto ad Isaac che questo genere di pensiero intrusivo non s
olo comune a tutti gli esseri viventi nella nostra epoca, ma ha sempre fatto par
te della condizione di "esseri umani", perlomeno a partire dal momento in cui l'
uomo ha dapprima sviluppato il linguaggio e poi si dato delle regole di comporta
mento, quando ha iniziato ad uscire dalla sua individualit e organizzarsi in grup
pi.
Un qualcosa di molto lontano nel tempo che vagamente somiglia a questo "Spirito
di Perversit" (la curiosit tipica dell'uomo, quella sua incapacit di fermare un pen
siero, una cosa, maggiormente quando questa proibita) il mito greco di Pandora:
nell'offrire tutti quei doni a Pandora, gli dei dell'Olimpo le avevano dato appu
nto un vaso, un contenitore, mettendola per in guardia sul fatto
che non avrebbe mai dovuto aprirlo.
Ma, inevitabilmente, proprio questa curiosit (alimentata proprio dal divieto e da

lla proibizione) che domina Pandora, essa ha avuto il sopravvento e cos lei non h
a resistito ed ha aperto il misterioso vaso, dal quale sono volate via, diffonde
ndosi per il mondo, innumerevoli mali, piaghe e dispiaceri per gli uomini.
Presa dal terrore, Pandora ha cercato di chiudere immediatamente il vaso, ma sol
o la Speranza, l'ultima a morire, rimasta dentro a confortare l'umanit dai nuovi
mali.
In maniera non dissimile, secondo la tradizione giudaico-cristiana, la storia na
rrata dalla Bibbia riguardante Eva nel Giardino dell'Eden e il serpente, qui rap
presentazione di Satana.
Eva, come Pandora, incarna questo "Spirito di Perversit" (curiosit, gusto x il pro
ibito, pi una cosa ci dicono che proibita pi noi se non c'avevamo fatto un pensier
ino ora ce lo facciamo!)
Appena Dio mette in guardia Adamo ed Eva del fatto che, in tutto il Giardino, c'
solo un albero i cui frutti loro non devono pensare nemmeno x un attimo di mangi
are, ecco che, ancora una volta, come nel mito di Pandora, inevitabilmente l'ord
ine viene trasgredito e i mali si diffondono per l'umanit.
Il Dr. Ian Osborne, uno psichiatra dello Stato della Pennsylvania, autore di un
libro straordinario "Pensieri che angosciano e Segreti Rituali", recentemente ha
portato alla luce due esempi di Spirito di Perversit, che appartengono al passat
o.
Per prima cosa, c' stato il caso di una donna del XVI secolo che ha ammesso di av
er avuto pensieri diabolici mentre teneva in braccio i propri bambini o era acca
nto a suo marito, ed ha seriamente rischiato di essere arsa viva per aver ammess
o di avere simili pensieri.
Questa povera donna si , suo malgrado, trovata a vivere in un periodo storico in
cui questo Spirito della Perversit veniva interpretato, non metaforicamente parla
ndo ma proprio in senso letterale, come un chiaro esempio di possessione demonia
ca.
E' stato solo grazie all'intervento di una parte dei membri di questa giuria, pi
moderata, pi comprensiva, che ha riconosciuto il significato di questi pensieri i
ntrusivi che hanno colpito una donna buona e dall'indole un p triste, malinconica
, che lei riuscita a cavarsela per un pelo, evitando di venire arsa per espeller
e il Demonio che si credeva albergasse in lei.
Pi vicino alla nostra epoca, nel XVIII secolo, c' il caso della Santa Patrona dell
a Francia, Teresa di Lisieux, la quale ricevette una lettera di sua cugina in cu
i quest'ultima le confidava di essere tormentata da terribili ossessioni sessual
i e richiedeva l'aiuto della Santa.
E il Dr. Osborne ritiene che la Santa stessa fosse a sua volta ossessionata dal
momento che ha replicato alla cugina, cercando di rassicurarla, in questo modo :
"Tu non hai commesso assolutamente alcun peccato. Conosco molto bene questo gen
ere di ossessioni e ti posso assicurare che non hai proprio nulla da temere.....
Noi dobbiamo ignorare tutte queste tentazioni, questi tranelli della mente, e no
n prestare ad essi alcun tipo di attenzione....Non prestiamo ascolto al Diavolo.
Canzoniamolo!".
Ancora una volta, questo "spiritello" considerato una sorta di demonietto, Teres
a lo affronta considerandolo solo una seccatura e lo combatte con un atteggiamen
to canzonatorio.
Nessuno dovr mai esserne terrorizzato.
Come lo spiritello seleziona i suoi pensieri:
Un principio empirico molto utile che ho sviluppato parlando con centinaio di pa
zienti con cattivi pensieri :
Lo spiritello della perversit cercher di tormentarti con pensieri relativi a quals
iasi cosa tu consideri la pi inappropriata o orribile cosa che tu possa fare.
A supporto di questo punto, tutti i miei pazienti, i cui pensieri sono riassunti
sotto, e che ritroverete nel proseguio in altri capitoli, mi hanno detto che i
loro cattivi pensieri erano perfettamente centrati su qualsiasi cosa lui o lei r
itenessero la pi inappropriata, orribile e vergognosa cosa che essi
potessero fare o pensare:
Luomo che pensava di aver ucciso qualcuno con la macchina,
La donna che temeva di poter gettare il nipotino da un ponte,

La neo mamma che temeva di voler avvelenare il suo bambino,


Linsegnate che temeva che avrebbe ucciso i suoi studenti,
Il dottore che era terrorizzato dal poter mutilare i bambini col bisturi,
Il prete che era angosciato dal fissarsi sulle parti intime delle donne,
La donna tormentata dallidea di avere rapporti sessuali lesbici con la sorella,
Luomo che temeva di aver avuto rapporti sessuali con gente che passava per strada

Luomo che temeva che di poter pugnalare i bambino con un coltello,


Luomo che temeva di voler fare sesso con gli animali,
La suora che pensava che sarebbe stata dannata in eterno per aver avuto pensieri
impuri,
La donna che temeva di andare a dormire perch il diavolo lavrebbe presa dal suo le
tto per i suoi pensieri sessuali.
Pu la cosa che noi riteniamo la peggiore possibile cambiare col tempo? Certo! Ed
un pi stretta analisi al caso di Isaac ce lo dimostra chiaramente.
A seguito di una pi accurata analisi sono venuto a conoscenza del fatto che lo sp
iritello aveva attaccato Isaac su altri aspetti nei periodi precedenti della sua
vita.
Quando era adolescente, nonostante fosse eterosessuale, la peggiore cosa che Isa
ac pensava potesse capitargli fosse di essere gay, che avrebbe causato sfiancant
i prese in giro dai suoi compagni di classe.
E su questo che lo spiritello inizi a tormentare Isaac. Magari lui stava osservand
o una sua attraente compagna di classe e si sentiva piacevolmente eccitato: ma l
o spiritello lo indusse a pensare che in realt era il ragazzo seduto accanto alla
ragazza quello dai cui Isaac era realmente attratto. Da quel momento, ogni volt
a che egli incontrava un ragazzo attraente a scuole, per strada o in palestra, s
i ritrovava a scannerizzare il proprio corpo per trovare la certezza di non esse
rne
sessualmente attratto.
Sar mica questa sensazione la prima avvisagli di una erezione? si chiedeva.
Ovviamente, il semplice fatto di focalizzarsi su quellarea del suo corpo, la sens
ibilizzava, e lui considerava quella sensazione sufficiente a convincerlo di ess
ere omosessuale.
Poteva cos tornare a casa e giacere nel suo letto, avendo anche pensieri suicidi,
certo che i suoi compagni di classe presto avrebbero scoperto la verit ed inizia
to a prenderlo in giro senza piet.
Ma dopo un anno o due di questo tormento, successe una cosa incredibile: Isaac s
i rese conto di avere diversi amici gay e che essere presi in giro per questo no
n era poi tutta questa tragedia, e siccome lessere gay non era pi la cosa che egli
riteneva la pi terribile che potesse accadergli, lo spiritello cambi il suo piano
di attacco: era giunto il momento di tormentare Isaac con un altro cattivo pens
iero.
A quel punto della sua vita, Isaac era uno studente di college progressista e li
berale, la cosa peggiore che poteva pensare di essere, era di essere un razzista
cos adesso, nel momento in cui vedeva un afro-americano venirgli incontro lungo
al strada, sentiva lirrefrenabile impulso di urlargli Negro!.
Nonostante fosse in grado di impedirsi di farlo effettivamente, il pensiero rima
neva nella sua testa, tormentandolo.
Leva forse dire che, in fondo, lui era un razzista? Non ci voleva credere, ma fo
rse era vero. Odiava quei pensieri, che durarono un paio di anni.
Finalmente, un giorno, Isaac si rese conto di non essere effettivamente un razzi
sta e quei pensieri non sembravano pi reali, fino a che sparirono del tutto. Ma L
o spiritello della perversit non aveva ancora finito con Isaac.
A quel punto della sua vita, chiunque facesse sesso con animale era considerato
da lui la pi bassa forma di vita, degno di qualsiasi disprezzo, ed ovviamente, l c
he lo spiritello lo colp. E cos che lossessione che lo aveva portato alla nostra Cli
nica.
E sembrava la peggiore di tutte. Finora, lunica cosa che gli sembrava sicura era
semplicemente rimanere nella sua casa e non avere altra scelta. Lo spiritello av
eva quasi battuto Isaac.

Fortunatamente, egli fu in grado di cambiare le carte in tavola, malo vedremo ne


l preseguio della nostra storia.
Soppressione del pensiero
Per alcune persone, il modo in cui reagiscono allo spirito della perversit pu conc
orrere a rendere questi pensieri intrusivi di rilevanza clinica e quindi necessi
tanti di un trattamento.
Ad esempio, Padre Jack, un prete sul finire della cinquantina, giunto presso la
nostra clinica alcuni anni fa per chiedere aiuto riguardo ad alcune sconvenienti
ossessioni sessuali che hanno davvero rischiato di distruggere la sua carriera
e la sua vita privata.
Per lui, la cosa pi terribile che avrebbe mai potuto immaginare sarebbe stata que
lla di fissare le parti intime di una giovane donna.
Naturalmente, come al solito, il suo personale spirito di perversit ha deciso di
tormentare quest'uomo proprio sul punto in cui era maggiormente vulnerabile.
Nel notare una giovane ed attraente ragazza camminare su e gi per la citt o nel fe
rmarsi a dialogare a tu per tu con una giovane frequentatrice della parrocchia,
il prete iniziava ad avere dei pensieri e sentiva l'impulso a fissare le natiche
, il seno e gli organi genitali.
Via via negli anni ha tentato disperatamente di combattere queste ossessioni con
tutta la sua forza, ma sempre con scarsi risultati.
Cos finalmente si rivolto alla nostra clinica per ricevere un trattamento.
Questi sono alcuni stralci della storia che lui mi ha raccontato.
A dispetto di tutti i suoi tentativi, il prete si scoperto, una volta, a fissare
il seno della donna che camminava dirimpetto a lui per strada.
Ha cercato di distogliere lo sguardo, ma come al solito, pi si sforzava di farlo
pi otteneva l'effetto contrario, finendo con il fissare ancora di pi il seno, man
mano che quella ragazza gli si avvicinava.
Finalmente lui, per un attimo, riuscito ad allontanare lo sguardo ma non appena
la donna l'ha sorpassato, egli, contro la sua volont, si voltato indietro per fis
sare le curve formose della ragazza in questione.
Egli pregava dentro di s che nessuna persona avesse assistito a questa scena, che
nessuno avesse notato il suo comportamento sconveniente. Ma davvero (si chiedev
a) non stato notato mentre fissava la donna? Se la gente lo avesse visto che cos
a avrebbe pensato di lui? Un uomo di Dio che si mangia letteralmente con gli occ
hi una sconosciuta per strada, guardandole le parti intime?
Avrebbero pensato che fosse un pervertito o uno stupratore?
Ha continuato ad andare avanti, prendendo la drastica soluzione di focalizzare l
o sguardo solo sul pavimento.
Cos arrivato presso il mio Ospedale, per discutere con me di questi pensieri intr
usivi che lo hanno afflitto cos tanto.
"E' la soluzione migliore" ha pensato "se cammino con lo sguardo abbassato andr t
utto bene".
Questa soluzione ha funzionato per qualche isolato, fino a quando lui ha di nuov
o alzato lo sguardo e si ritrovato a fissare un'altra giovane donna, e precisame
nte ha preso a fissarla tra il seno e le parti intime.
A questo punto l'immagine di avere un rapporto sessuale con lei ha completamente
invaso la sua mente, lasciandolo con sensi di colpa e disgusto verso se stesso.
A dispetto di tutti i suoi sforzi, ancora una volta tornato a fissarla e si acco
rto che anche lei, a sua volta, se n'era accorta.
La donna, si chiedeva, avrebbe ora chiamato la polizia? Sarebbe scappata? Se sol
o fosse riuscito a fuggire da lei! Ma non ci riusciva: era completamente preso,
coinvolto, si sentiva forzato a fissare le parti intime della donna.
Facendo appello a tutti i suoi sforzi, egli riuscito a resistere a quell'attrazi
one e all'impulso di guardarla ancora.
Altri due isolati e sarebbe stato salvo, nel mio studio, e avrebbe potuto confid
arsi con qualcuno.
Padre Jack mi ha detto che ha provato a soffocare tali pensieri, in passato, bev
endo.

Ma dal momento che ci richiedeva dosi sempre pi massicce di alcool ha dovuto smett
ere di bere qualche anno fa.
Oramai per non riusciva pi a difendersi di fronte a tali pensieri, non aveva pi arm
i. A volte si chiedeva "Forse il diavolo che si prende gioco di me?". A volte lu
i si davvero convinto di ci.
Chi altro se non il demonio avrebbe potuto provocargli pensieri e sensazioni cos
forti?
Era solo un ragazzino quando le prime ossessioni hanno fatto la loro comparsa.
Quando lui si confidato con un suo superiore riguardo ad esse, quest'ultimo gli
ha risposto che sarebbero scomparse da sole con il tempo, bastava solo avere un
p di pazienza.
Solo che cos non stato.
Non si trattava tanto di venir meno al voto di castit, egli era sicuro di poterlo
mantenere.
Piuttosto si trattava unicamente di pensieri, immagini intrusive che gli venivan
o in continuazione in mente, e di quell'impulso irrazionale di non riuscire a fa
re a meno di fissare le parti intime delle donne.
Ci che pi di ogni altra cosa lo spaventava, ci che veramente lo disgustava, era il
non riuscire a capire Perch aveva questi pensieri, questi impulsi cos forti.
Nessuno tra coloro che lo hanno visto officiare durante una cerimonia ha mai pot
uto intuire i tormenti mentali di quest'uomo.
Sebbene lui avesse fatto voto di castit, la sua mente si rifiutava di collaborare
.
Finalmente un giorno riuscito a confidarsi con un parrocchiano riguardo a questi
pensieri e a queste immagini che, involontariamente e con forza, lo assalivano
ogniqualvolta si trovava a vedere una donna attraente per strada o in Chiesa.
Ma presto si pent di averlo fatto.
Ricevette una chiamata da un suo superiore, che gli raccont di una lamentela rice
vuta da un parrocchiano.
In pratica, il parrocchiano aveva fatto presente che in realt il prete poteva ess
ere un uomo pericoloso.
Ma questo si rivel provvidenziale Perch il suo superiore, ascoltati i pensieri int
rusivi di Padre Jack, lo convinse a chiedere aiuto, a ricevere un trattamento pr
esso la nostra clinica.
Padre Jack stato invitato, nella nostra clinica, a partecipare ad una ricerca su
i farmaci da utilizzare proprio nella cura del disturbo ossessivo-compulsivo.
Gli stato cos spiegato che avrebbe avuto il 50% delle possibilit di ricevere o un
farmaco vero e proprio o una preparazione inerte, a base di zucchero (un placebo
).
Al termine del nostro incontro, non appena gli ho consegnato la bottiglietta di
pillole che gli era stata assegnata a caso dal computer, egli mi ha fatto una do
manda che mi ha preso in contropiede.
Lui mi ha detto che aveva letto il mio libro e altri testi che parlavano del mod
o in cui trattare il disturbo, e ora voleva una conferma del fatto che avesse co
mpreso tutto correttamente: "Era vero che la soluzione migliore consisteva nel n
on resistere alle ossessioni e addirittura esporsi volontariamente ad esse anzic
h evitarle?".
La difficolt nel rispondergli per me consisteva nel fatto che non mi era consenti
to (a causa del fatto che nello studio ognuno svolgeva il proprio ruolo) dare a
nessuno istruzioni riguardo la terapia comportamentale di questi sintomi (dal mo
mento che la terapia comportamentale il trattamento preferito, indubbiamente ha
degli effetti migliori, contro le ossessioni e le compulsioni e avrebbe potuto i
nvalidare i risultati della ricerca farmacologica).
Tuttavia, mi sono sentito obbligato per correttezza a rispondergli e a fargli ca
pire che in effetti i principi che stanno alla base della terapia comportamental
e sono corretti - sebbene non sono stato in grado di dargli nessun aiuto specifi
co riguardo a tali tecniche mentre gli studi sui farmaci erano ancora in corso.
(praticamente, questa ricerca non poteva essere inficiata dal trattamento terape
utico, in quanto era mirata ad appurare il successo unicamente dei farmaci).
Quando Padre Jack tornato per la sua consueta visita, prima settimanale e poi bi

settimanale, sono stato felice di apprendere che stava molto meglio.


Apparentemente i medicinali avevano iniziato a funzionare e lui stesso mi ha con
fidato che non aveva pi bisogno di combattere contro queste ossessioni o di evita
re di incontrare donne affascinanti per le strade di Boston, dal momento che que
sti pensieri gli passavano rapidamente per la mente e, cos come erano venuti, and
avano via.
Al termine di questa ricerca in cui egli era coinvolto, durata 3 mesi, quando ho
valutato i sintomi di Padre Jack usando la scala di Yale-Brown, entrambi siamo
rimasti piacevolmente colpiti dal fatto che egli era stata la prima persona in t
utte le nostre ricerche sui farmaci a quel tempo ad aver raggiunto un punteggio
di zero sintomi.
Padre Jack ritornato a cerimoniare nella sua parrocchia e solo dopo, in seguito
ad un controllo, entrambi abbiamo appreso che gli erano stati assegnati delle pr
eparazioni a base di zucchero (effetto placebo!) durante la ricerca.
Con mia sorpresa, Padre Jack non si lasciato sconvolgere affatto da questa notiz
ia, lui mi ha confidato di avere gi sospettato che il suo successo fosse in largh
issima parte dovuto alla sua ferma decisione, maturata dopo il nostro primo inco
ntro, di sforzarsi di applicare quanto pi possibile i principi che stanno alla ba
se della teoria comportamentale che io avevo gi spiegato nel mio libro.
Esponendosi, consentendo a se stesso di guardare ci che voleva guardare, lasciand
o liberi i pensieri di circolare nella sua mente, senza trattenerli, etichettand
oli come null' altro che semplici pensieri, egli riuscito a curare da solo le su
e ossessioni.
Durante altri incontri, ho spiegato a Padre Jack le solide basi scientifiche di
quella che stata la sua esperienza.
Essa chiamata l' effetto della "soppressione del pensiero" ed stata introdotta d
allo psicologo Daniel Wegner e viene spiegata molto bene nel suo ottimo libro "O
rsi bianchi e altri pensieri automatici".
Alcuni studenti di un college sono stati invitati a sforzarsi di non pensare a d
egli orsi bianchi durante l'esperimento.
Non c' bisogno di aggiungere che la maggior parte degli studenti hanno avuto dell
e difficolt nell'evitare di pensare a degli orsi bianchi, malgrado tutti i loro s
forzi.
Quello che pi interessante notare che c' stato un effetto "di rimbalzo".
Pi si sforzavano di non pensare agli orsi bianchi pi questo pensiero assaliva la l
oro mente molto pi che se fosse stato chiesto loro di pensarci.
Questo meccanismo, senza ombra di dubbio, stato una parte del problema di Padre
Jack. Pi lui si sforzava di combattere l'impulso a fissare delle donne attraenti
pi egli si sentiva costretto a fissarne le parti intime. Questo l'ha portato ad e
vitare tutte quelle strade dove potenzialmente avrebbe potuto vedere delle donne
attraenti e, come spiegher pi tardi, proprio questo evitamento a rinforzare
tutte le paure.
In breve, Padre Jack stato trascinato in una spirale, in un circolo vizioso, com
une a molti nostri pazienti.
Fortunatamente per Padre Jack, semplicemente interrompendo ogni tentativo di sop
primere, bloccare i pensieri, e mettendo fine ad ogni evitamento (evitava, lo ri
peto, strade frequentate da belle donne) gli stato possibile domare questi pensi
eri intrusivi.
Cosa ci spinge a sopprimere i cattivi pensieri?
Molti covano, ma pochi lo ammettono, il vago sospetto che in profondit, sotto sot
to, ciascuno di noi sia in realt un'altra persona, con un lato molto pi cupo ed os
curo di quello rassicurante e civileche siamo soliti mostrare a coloro che ci ci
rcondano.
Alcune persone, quando lo spirito di perversit fa la sua comparsa e si rendono co
nto che stanno per essere assillati da cattivi pensieri, interpretano questi ste
ssi pensieri come il segnale del risveglio di una parte "diabolica", "perversa",
insita in loro stessi.
Una descrizione classica, letteraria, di questa paura diventata realt ci viene da

l romanzo di Robert Louis Stevenson Lo strano caso del dottor Jekyll e del signo
r Hyde.
Verso la fine del romanzo, nel confessare i suoi ignobili esperimenti ai suoi am
ici, Dr. Jekyll scrive: "Nella fattispecie, fui indotto a profonde e inveterate
riflessioni su quella dura legge della vita, che sta alla radice della religione
ed una delle pi notevoli fonti di dolore.
Pur cos profondamente doppiogiochista, non ero in nessun modo un ipocrita; entram
bi i miei due lati erano in perfetta buona fede; io ero sempre me stesso, sia ch
e mettessi da parte ogni ritegno e sprofondassi nella vergogna, sia che mi adope
rassi, alla luce del giorno, a promuovere la scienza o ad alleviare dolori e sof
ferenze. E avvenne che la direzione dei miei studi scientifici, interamente
rivolti al mistico e al trascendentale, si ribellasse e gettasse una viva luce s
u questa coscienza della perenne lotta fra le mie componenti. Cos, di giorno in g
iorno, e con entrambe le facce, morale e intellettuale, del mio essere senziente
, sempre pi mi avvicinavo a quella verit, la cui parziale scoperta mi ha condannat
o a un cos orribile naufragio: che l'uomo non uno, in verit, ma due.
Dico due, perch lo stadio della mia conoscenza non va oltre questo punto. Altri v
erranno, altri su questa stessa strada mi supereranno; e io arrischio l'ipotesi
che l'uomo verr infine riconosciuto non altrimenti che come comunit dei pi svariati
, discordi e indipendenti membri. Io, da parte mia, per la natura della mia vita
, ho progredito infallibilmente in una direzione, e in quella soltanto. Fu dal
lato morale, e sulla mia stessa persona, che imparai a riconoscere la profonda e
fondamentale dualit dell'uomo; mi accorsi che, delle due nature in lizza nel cam
po della mia coscienza, anche se potevo a buon diritto dire di essere l'una e l'
altra, cosa che era dovuta soltanto al fatto di essere ambedue radicalmente; e f
in dagli inizi, prima ancora che il corso delle mie scoperte scientifiche avesse
cominciato a suggerirmi la pi concreta possibilit di un simile miracolo, avevo im
parato a
vagheggiare, con la predilezione di un sogno a occhi aperti, l'idea della separa
zione di quegli elementi. Se ciascuno di essi, mi dicevo, potesse solo essere co
llocato in identit separate, la vita sarebbe alleviata di tutto quanto ha d'insop
portabile: il malvagio se ne andrebbe per la sua strada, liberato dalle aspirazi
oni e dai rimorsi del gemello pi virtuoso; e il giusto potrebbe progredire con co
stanza e sicurezza lungo il suo sentiero in salita, compiendo le buone cose in c
ui trova il suo
piacere, e non pi esposto all'ignominia e alla penitenza a causa di quel male che
gli estraneo. Era la maledizione del genere umano che simili incongrui sviluppi
fossero tanto vincolati, che nel grembo tormentato della coscienza quei gemelli
antitetici dovessero scontrarsi continuamente.
Come fare, dunque, a dissociarli?"
E' una cosa molto triste ma alcuni dei miei pazienti, durante le prime manifesta
zioni di pensieri dal contenuto violento, sessuale o blasfemo, ritengono che in
loro, in profondit, ci sia davvero qualcosa che non va - esattamente come lo spie
tato Mr. Hyde vive all'interno del Dr. Jekyll e aspetta solo di essere portato a
lla luce- ritengono di essere davvero un diabolico omicida o un molestatore, rit
engono che quella sia davvero la loro reale natura, e i pensieri non siano altro
che un presagio di questa stessa loro natura.
Per i pazienti che giungono a siffatte conclusioni, la soppressione del pensiero
appare davvero l'unica, logica, soluzione, Perch, nella loro mente, ritengono di
dover bloccare tutti i tentativi di questa loro seconda diabolica natura che st
a cercando di uscire fuori allo scoperto, di imporsi alla parte cosciente.
Quello che ancor pi triste che, come ora capiremo, questo comportamento non fa al
tro che peggiorare la loro situazione (cos come sbagliato, ad esempio, compiere t
entativi disperati di sopprimere i pensieri facendo uso di alcool o droghe varie
).
Di conseguenza, un'altra regola empirica, utile per domare i cattivi pensieri la
seguente:
Questi cattivi pensieri non significano assolutamente che voi abbiate davvero un
a natura diabolica e la soppressione volontaria, il tentare volontariamente di b
loccarli, non fa altro che rafforzarli.

Un esempio tangibile di come si possano ottenere risultati completamente diversi


semplicemente cambiando prospettiva, ci viene dalla reazione ai propri pensieri
negativi da parte di Padre Jack e del Presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carte
r.
Mentre Padre Jack ha guardato ai suoi pensieri e ai suoi impulsi intrusivi di na
tura sessuale come ad un qualcosa di diabolico e di vergognoso, e di conseguenza
ha sentito il bisogno di sopprimerli a tutti i costi, Jimmy Carter ha guardato
ai suoi pensieri in maniera completamente differente.
In una famosa intervista rilasciata alla rivista Playboy, a Carter stato domanda
to se le sue forti credenze religiose avrebbero fatto di lui un presidente rigid
o e inflessibile.
Questa stata la sua risposta: "Ho guardato molte donne con desiderio. Nel mio cu
ore pi volte ho commesso un adulterio. Ma questo rientra in quella categoria di c
ose che Dio ha previsto che io potessi fare - e infatti l'ho fatto - e mi ha per
donato per questo. Ma ci non significa che io condanni qualcuno che non solo si l
imitato a desiderare ardentemente una donna ma che arrivato addirittura a lascia
re sua moglie per andare a convivere con un'altra. Cristo dice, "non considerart
i migliore di qualcun'altro", sia nel caso in cui quel qualcun altro ha avuto de
lle storie con un sacco di donne sia che invece sia rimasto fedele a sua moglie"
.
Questo era Carter, un uomo profondamente religioso, stato anche un insegnante di
scuola, che ha tranquillamente ammesso di aver avuto dei pensieri sessuali inap
propriati in momenti inappropriati e che ha ammesso di essere venuto meno ad uno
dei dieci comandamenti.
Egli non ha mai considerato questi suoi pensieri come motivo di vergogna, o come
qualcosa per cui Dio potrebbe mai punirlo.
La conseguenza stata che lui non li ha soppressi n ha mai evitato situazioni che
avrebbero potuto scatenaglierli.
Avesse sofferto di una qualche forma di depressione o di disturbo ossessivo comp
ulsivo gli effetti di questi cattivi pensieri nella sua vita, e nella storia deg
li Stati Uniti d'America, sarebbero stati completamenti diversi.
Capitolo Secondo
Pensieri intrusivi di far del male ai bambini
Per molte neo mamme la cosa pi orribile, il pensiero pi atroce che possono provare
riguarda il far del male al proprio bimbo appena nato, del resto coloro che ucc
idono i bambini vengono rinchiusi in un braccio carcerario apposito, quello che
ospita i criminali che si sono macchiati dei delitti pi turpi nella nostra societ.
Non deve sorprendere, pertanto, il fatto che questo Spirito di Perversit si diver
te ad assillare proprio con pensieri cos atroci queste donne.
All'inizio avete incontrato Sally, che stata duramente messa alla prova dalla pr
esenza di cattivi pensieri concentrati sul far del male alla bambina appena nata
, ma che si vergognava troppo a raccontare tali pensieri al marito o al dottore.
Infatti, una delle prime domande che Sally mi ha posto quando ci siamo incontrat
i per la prima volta era se io avessi mai udito simili racconti da parte di altr
e mamme nei confronti dei loro bambini.
Era visibilmente sollevata quando le ho confidato che questi stessi pensieri int
rusivi sono, in realt, molto comuni tra le persone, sicuramente molto pi di quanto
in relt lei non avesse creduto; tuttavia, molte persone che ne soffrono, esattam
ente come Sally, si vergognano troppo a raccontarli in giro.
Perch alcune neo mamme riescono a liberarsi immediatamente di certi pensieri mome
ntanei che riguardano il far del male al loro bambino mentre altre sono tormenta
te e arrivano persino ad evitare di occuparsi di quest'ultimo?
Apparentemente, se una neo-mamma sta soffrendo di depressione molto pi vulnerabil
e ed esposta allo Spirito di Perversit; probabilmente il cervello meno in grado d
i svolgere la sua normale funzione di filtraggio di pensieri intrusivi come ques
ti, oppure addirittura possibile che la visione negativa di s, che accompagna sem
pre la depressione, la rende pi incline a credere che simili pensieri non stiano

a significare altro se non che lei davvero una cattiva madre.


Cattivi pensieri e Depressione post-partum
Quando le neo mamme soffrono di depressione, questa forma di depressione viene c
hiamata "depressione post-partum" se si manifesta nelle prime quattro settimane
dal parto; se, invece, la depressione colpisce pi tardi (dopo quattro settimane)
chiamata semplicemente "depressione maggiore".
I pensieri che assalgono le madri quando tengono in braccio il loro bambino sono
talmente comuni nelle depressioni post-partum che in alcune descrizioni sul dis
turbo vengono proprio indicati come elementi tipici del disturbo.
Ad esempio: "La depressione post-partum un vero incubo che provoca attacchi inco
ntrollati di ansia, senso di colpa logorante e pensieri ossessivi.
Le mamme colpite da questa forma di depressione contemplano non solo l'idea di f
are del male ai propri bambini ma anche a loro stesse".
Uno dei primi studi , volti ad analizzare questi pensieri, ebbe inizio diversi a
nni fa quando ricevetti una lettera dalla Dottoressa Katherine Wisner, una psich
iatra dell' Universit Case Western Reserve di Cleveland, specializzata nel tratta
re i disturbi dell'umore delle donne che si trovano nel periodo della "depressio
ne post-partum" (che , come detto, quello immediatamente successivo alla nascita
del bambino).
La Dtt.ssa Wisner mi ha spiegato, in questa sua lettera, che nel corso del lavor
o da lei condotto, riguardante donne che hanno sofferto di depressione post-part
um, incappata spesso in casi di donne che, quando stato chiesto loro con delicat
ezza e fornendo il massimo supporto, se avessero mai accusato tali disturbi, han
no ammesso di avere talora avuto ossessioni di far del male al loro bimbo.
Molte di queste donne, lei mi ha detto, si vergognavano troppo per simili pensie
ri, talmente tanto da non riuscire a confidarsi con il proprio marito o con i me
dici.
Cos la Dtt.ssa Wisner ha voluto condurre uno studio scientifico per valutare quan
to comuni sono questi pensieri intrusivi tra le donne che hanno sofferto e soffr
ono di depressione post-partum.
Perci mi ha scritto per chiedermi il permesso di utilizzare il questionario delle
ossessioni pi comuni tratto dal mio libro Come Raggiungere la Padronanza e il Co
ntrollo di S.
Lei ha pensato che se avesse mostrato a queste donne il questionario dove vengon
o elencate le maggiori ossessioni aggressive e sessuali, le donne in questione s
i sarebbero sentite pi incoraggiate ad ammettere di avere sofferto di certi pensi
eri, laddove realmente presenti.
A quel tempo, ho avuto modo di visitare alcune donne come Sally e mi stavo inizi
ando ad interessare a questo tipo di pensieri intrusivi: cos ho risposto alla Dtt
. Wisner fornendole volentieri l'autorizzazione per usare il mio questionario ai
fini del suo studio, e le ho chiesto se poteva tenermi aggiornato sui risultati
della sua ricerca.
Ero interessato a questo suo studio soprattutto Perch la dottoressa stava visitan
do i suoi pazienti alla Clinica dei disturbi sull' umore a Cleveland, dove le do
nne non arrivano per ricevere specificatamente dei trattamenti per le ossessioni
e le compulsioni come nel caso della Clinica sul disturbo ossessivo-compulsivo
in cui io lavoro.
Questa sua ricerca pu fornirci ulteriori indicazioni riguardo a questi pensieri i
ntrusivi.
Gli studi condotti hanno necessitato di tempi lunghi, pertanto sono trascorsi 2
anni prima che la Dr. Wisner mi inviasse un primo, embrionale abbozzo.
La ricerca ha dimostrato che i pensieri intrusivi che hanno come oggetto il far
del male ai bambini molto pi comune tra le donne che soffrono di depressione post
-partum di quanto io potessi immaginare.
Esempi specifici di queste ossessioni sono riportati nella tabella numero 2:
Ossessioni di far del male ai propri figli nella depressione post-partum

- mettere il bambino nel microonde


- annegare il bambino
- accoltellare il bambino
- spingerlo gi per le scale o buttarlo gi dalla ringhiera del balcone
- immagini del bambino che giace morto in una bara
- la vista della testa del bambino insanguinata, fracassata magari dalla caduta
del ventilatore da
soffitto
- immagini del bambino divorato dagli squali
Come avere la certezza che questi pensieri siano semplicemente delle ossessioni
irrazionali anzich dei veri e propri istinti omicidi che fanno parte di queste st
esse donne? O, come chiede una delle mie pazienti,: "Come posso fare ad avere la
massima sicurezza di non comportarmi come Susan Smith, la donna che ha ucciso i
propri figli chiudendoli nell'auto e buttandoli in fondo al lago ?"
Questa domanda cruciale verr affrontata nel prossimo capitolo.
Per ora, tuttavia, analizzeremo alcuni importanti indizi che dicono chiaramente
che dietro a questi terribili pensieri si nasconde solo ed unicamente lo Spirito
di Perversit.
Le donne colpite da depressione post-partum non hanno solo avuto pensieri ineren
ti il far del male al proprio bambino ma anche altri tipi di pensieri, come i se
guenti: paura di commettere atti sconvenienti ed imbarazzanti (32%), paura che p
ossano accadere delle cose terribili (22%), ossessioni blasfeme (19%), paura che
ci sia qualcosa di deforme e sbagliato nel loro corpo (16%), paura di fare del
male a se stesse (11%), paura di uscirsene con delle frasi oscene (11%), ossessi
oni
sessuali (8%) e la paura di rubare (3%).
Questi sono indubbiamente pensieri di donne che hanno il terrore di compiere l'a
tto pi sconveniente nella situazione pi sconveniente!
Per avere un'idea pi chiara di cosa queste donne abbiano raccontato alla Dtt.ssa
Wisner riguardo alla loro situazione, ho chiesto alla dtt.ssa in questione se es
se hanno descritto i loro pensieri intrusivi come impulsi di far del male al lor
o bambino o se li hanno descritti terrorizzate dal fatto di poter potenzialmente
farlo davvero.
Le donne coinvolte nella sua ricerca le hanno risposto che loro non hanno assolu
tamente avvertito l'impulso a far del male al bambino, ma piuttosto hanno avvert
ito la paura di poter potenzialmente perdere il controllo e quindi fare del male
.
Ad esempio, una donna era terrorizzata dal fatto che, mentre pelava i pomodori c
on accanto il suo bambino, potesse in qualche modo perdere il controllo delle su
e azioni e accoltellare il bimbo, un'altra, invece, era terrorizzata dal fatto d
i poter avere una "perdita di coscienza" e non ricordare di aver avvelenato la s
ua bambina.
Le conclusioni a cui giunta la Dtt.ssa Wisner hanno consentito di avanzare una s
tima parziale di quali possano essere questi pensieri intrusivi.
Usando come stima approssimativa il 10%, che riguarda la depressione post-partum
, e stabilendo che met di queste donne hanno ossessioni di natura violenta e aggr
essiva, possiamo stimare che probabilmente il 5% delle neo mamme soffrono di pen
sieri ossessivi di natura aggressiva verso i loro bambini.
Perci, negli Stati Uniti, dove all'incirca nascono ogni anno 4 milioni di bambini
, 200.000 neo mamme possono sviluppare il disturbo (ossessioni di far male al pr
oprio bambino).
Basata sull'esperienza, questa stima, e la Dtt.ssa lo conferma, realistica.
Ma di certo, attenzione!, questa stima non tiene conto delle donne che ugualment
e sono afflitte da simili ossessioni ma che non soffrono di depressione post-par
tum (il caso di queste donne verr affrontato nei capitoli successivi).
A ci per dobbiamo aggiungere una considerazione, e cio il fatto che alcune donne ch
e soffrono di simili ossessioni non si confidano con i loro mariti o con i dotto
ri, e preferiscono soffrire in silenzio.
Per quella che la mia esperienza, ho constatato che alcune donne sono molto reste

a confidarsi o mai neppure con i medici perch hanno paura di essere considerate
"pazze". Spessissimo poi non ne parlano neppure con noi
direttamente, ma aspettano che siamo noi ad introdurre l'argomento, quindi inizi
ano a piangere e ci chiedono "Come fa a saperlo?".
La Dtt.ssa Wisner mi ha raccontato di alcune donne che sono diventate ancora pi d
epresse per il fatto di aver male interpretato queste ossessioni.
Chiedono spesso "Ho queste ossessioni Perch sono una cattiva madre?", "Questo sig
nifica che non ho mai desiderato avere il mio bambino?", "Ho qualche problema ir
risolto legato all'infanzia che mi rende predisposta a far del male al mio bambi
no?", "Se ne parlo con qualcuno, mi porteranno via mio figlio?".
Errate interpretazioni di questo tipo possono davvero peggiorare la depressione
post-partum, e rendono queste donne sempre pi predisposte a soffrire di ossession
i di aggressivit nei confronti dei loro bambini.
Depressione dopo il periodo postpartum
Di certo, lo Spiritello non smette di assillare le neo mamme dopo il periodo con
venzionale dei tre mesi dopo il parto.
Molti studi recenti hanno confermato che questi pensieri intrusivi di nuocere al
proprio bambino si manifestano anche nel corso dei 3 anni successivi.
Ultimamente il Dr. Jennings ed i suoi associati presso l' Istituto e la Clinica
Psichiatrica a Pittsburgh hanno condotto degli studi su un centinaio di donne cl
inicamente depresse con almeno un bimbo al di sotto dei 3 anni di et, per studiar
ne proprio le ossessioni che hanno come contenuto quello di far
del male ai figli.
Di queste donne depresse il 41% ha ammesso di avere pensieri simili.
Alcune di queste donne, inoltre, hanno anche ammesso di aver paura di restare so
le con il proprio bambino e per questo stesso motivo spesso non riescono a prend
ersene cura e finiscono con il trascurarlo.
I ricercatori, poi, per attuare un confronto, hanno rivolto le stesse identiche
domande ad un gruppo di 46 donne non depresse e hanno appreso che "solo" il 7% d
i costoro ha ammesso di avere simili ossessioni verso i loro bambini.
(Sebbene questa percentuale sia notevolmente pi bassa rispetto a a quella delle d
onne vittime di depressione, comunque significativa Perch significa che ogni anno
, una buona parte delle donne americane non depresse, circa 280.000, soffre di q
uesto tipo di ossessioni).
E, comunque, non ne soffrono soltanto le madri di bambini molto piccoli.
Kay, una professionista di 40 anni, giunta da me in clinica x trovare sostegno e
conforto riguardo ad alcuni pensieri che la terrorizzano e la sconvolgono e che
consistono nel pensare ossessivamente di accoltellare i suoi figli, adolescenti
, mentre stanno dormendo.
Kay, in particolar modo, si soffermata su un episodio, il seguente.
Una volta si trovata sola di notte in casa mentre i suoi figli stavano dormendo.
I suoi figli stavano riposando al piano superiore quando Kay stata improvvisamen
te assalita dall'idea che avrebbe potuto pugnalarli.
Lo sguardo della donna ha iniziato a fissarsi su un lungo coltello affilato posa
to sul bancone della cucina, ha come sentito dentro di s il freddo colare del san
gue non appena si raffigurata la scena di affondare sempre pi in profondit il colt
ello su una delle sue innocenti figlie.
Mi ha confidato di essersi raffigurata tutta la scena: il sangue che fuoriusciva
dal corpo della figlia, di un rosso intenso, diventava sempre pi scuro e iniziav
a a macchiare le bianche lenzuola.
Riusciva, nella sua mente, a vedere gli occhi sbarrati della figlia che, inerme,
la guardava senza capire e poi semichiusi a fissare quella donna, sua madre, la
persona di cui pi si fidava al mondo, mentre la colpiva a tradimento.
Malgrado tutti i suoi sforzi di cacciare immediatamente quei terribili pensieri
dalla sua mente, Kay non ci riusciva e la sua mente si accaniva di pi: ora immagi
nava di spostarsi nella camera dell'altro figlio, che nel frattempo si era svegl
iato ed era rimasto paralizzato dal terrore nel sentire i pianti e le urla prove
nire dalla camera della sorella.

Un'altra immagine, invece, vedeva Kay correre rapidamente verso la sua camera, o
ra la lama del lungo coltello era puntato verso il suo petto, era pronta e decis
a ad affondarlo e poi......Kay tornata con i piedi per terra.
Ferma in cucina a fissare il coltello che le aveva provocato quegli atroci filmi
ni, Kay era scoppiata a piangere.
Lei si ripromessa di non dover mai pi pensare a queste cose, almeno intendeva sfo
rzarsi di non farlo tutte le volte in cui suo marito era fuori casa e lei rimane
va sola con i figli.
Kay mi ha anche parlato di alcune somatizzazioni che aveva: sudore freddo sulla
fronte, sul labbro superiore che spesso la portava ad asciugarsi con mano treman
te.
Dopo che Kay ha finito di raccontarmi questo episodio e che mi ha confidato il t
errore che provava nel rimanere sola in casa con i figli, abbiamo discusso del s
uo problema in maniera pi approfondita.
Avevamo fin'ora parlato di queste paure e dei pensieri intrusivi del momento, or
a che i suoi figli erano degli adolescenti, ma non avevamo parlato del prima, ci
o di quando i ragazzi erano pi giovani e quindi pi vulnerabili ed indifesi.
Kay mi ha raccontato che quando i suoi figli erano pi giovani, lei divorzi dal suo
primo marito, il padre naturale dei ragazzi, mettendo cos fine ad un matrimonio
in cui lei aveva subito degli abusi fisici e mentali.
Le ossessioni di far del male ai suoi figli sono iniziate solo quando la donna s
i risposata ed ha dato inizio ad un rapporto equilibrato con un uomo che amava d
avvero.
Kay, una donna perspicace, ha concluso "Pare che quando le cose per me sembrano
andare bene, perfino troppo bene, la mia mente debba sempre andare a scovare qua
lcosa per rovinare tutto, qualcosa che mi faccia preoccupare e mi tenga in ansia
. Come se non avessi diritto ad essere felice, e ho il terrore di poter fare qua
lcosa di orribile, che roviner tutto".
Sebbene noi non avremo mai la certezza del Perch le ossessioni di Kay siano inizi
ate quando i suoi figli erano gi adolescenti, il loro comparire occasionalmente q
uando finalmente riuscita a trovare un p di pace e di serenit collima perfettament
e con il caso di altri miei pazienti, a cui accaduta una cosa simile.
Con gli anni, ho avuto modo di parlare con altre persone come Kay, le cui ossess
ioni hanno iniziato a fare capolino quando, secondo le loro precise parole, tutt
o "andava troppo bene".
I cattivi pensieri di nonne e zie
Lo spiritello di perversit non ha particolare preferenza su chi attaccare con la
paura di ferire i bambini. Apparentemente esso attacca chiunque abbia dei bambin
i intorno e particolari responsabilit nei loro riguardi.
Ginni era una affermata professionista intorno ai 50 anni. Ha confidato al suo d
ottore i suoi pensieri di far del male i sui nipotini, ed il dottore la ha indir
izzata a me.
Nonostante Ginni amasse la sua nipotina e non chiedesse altro di farle da babysi
tter, adesso per lei farlo voleva dire non riuscire a dormire tutta la notte pre
cedente per il pensiero di farle del male, togliendole ogni piacere nel accudire
i bambini.
Nel nostro primo incontro ginni mi disse che ogni volta che si trovava da sola c
on i nipotini, le sue ossessioni cominciavano. Se si trovava fuori, spingendoli
nel suo passeggino, i pensieri arrivavano: E se provassi limpulso di spingere la c
arrozzina sotto una macchina, uccidendolo? Se si trovava passeggiare su un ponte
vicino casa sua, il pensiero era di gettarli e lasciarli morire affogati nelle a
cqua sottostanti.
Se invece restava tappata in casa, proprio per paura di poter provare quei pensi
eri, veniva assalita dalla paura di poterli gettare dalla finestra, causandone l
a morte, o soffocarli nella culla (lo spiritello del perversit non si pu dire che
non sia pieno di risorse.).
Questi pensieri erano uno stillicidio per Ginni, che era psicologicamente sofist

icata e aveva un buon insight relativamente alle cause delle sue ossessioni.
Ginni mi disse che, come i pazienti del dott. Winsner, il suo problema non era t
anto sentire limpulso di uccidere i nipotini, quanto piuttosto la paura di poter
perdere improvvisamente il controllo delle sue azioni. Lei pose la questione in
questi termini La paura non che nel mio stato corrente io possa fare cose del gen
ere, quanto piuttosto che io possa scivolare in uno stato in cui ne sarei capace
. Ma nonostante questo esso si incancrenisce, si incancrenisce e d insite, e pic
chia nella tua testa e continua a picchiare, come se fosse il cattivo, il nemico
, il mostro, il demonio, un
demone senza volto.
Con il mio incoraggiamento, Ginni disse tutto al marito, e si sent sollevata dall
a sua relazione egli semplicemente non poteva credere a quello che sentiva, tanto
era sicuro che non avrei mai fatto nulla del genere e che erano solo cattivi pe
nsieri.
Quando le chiesi perch suo marito avesse tanta fiducia in lei, mi rispose perch lui
mi vede tutti i giorno trattare con le persone, e ha detto che si innamor di me
proprio perch sono sempre gentile.
Per esempio mi ha ricordato di una volta che eravamo insieme in una baita e io v
idi una ape intrappolata dietro una moschiera e gli dissi che non volevo che lape
morisse. Cos lui passo la prima ora del nostro primo week end insieme a smontare
al moschiera per liberare lape. E mi ha detto Ti pare questo il modo di fare di
qualcuno che ucciderebbe i propri nipotini? Mi ha anche ricordato che io sono mo
rbida, calorosa e molto coccolona, e che lui non potrebbe mai preoccuparsi
che io possa davvero fare le terribili cose che penso.
Inutile dire che Ginni era sollevata dalla reazione del marito, visto che aveva
temuto che la potesse considerare pazza.
Spiegher nei capitolo successivi come Ginni fu capace di liberarsi dei suoi catti
vi pensieri al punto che adesso pu tranquillamente frequentare i suoi nipotini se
nza nessuna ossessione. Questo sar pi avanti nella storia, per adesso mi preme far
capire che non sono solo le madri ad avere cattivi pensieri sul far del male ai
bambini.
Ginni mi ha recentemente fornito una latro esempio di quanto detto, quando mi ah
raccontato della sua breve visita alla sorella ed al suo bambino, quando, con s
ua grande sorpresa, i cattivi pensieri ritornarono. Mi raccont in dettagli cosa a
ccadde quando lei resto da sola e, ai propri occhi, responsabile per questo neon
ato che aveva visto per la prima volta solo pochi minuti prima.
Stavo portando il bambino fuori per una passeggiata nel passeggino.
Il parasole era aperto ed lui indossava una copertina ed un cappellino mentre do
rmiva. Ad un tratto mi preoccupai che non riuscisse respirare cos imbaccuccato e
mi venne in mente che la sindrome da morte nella culla viene spesso scambiata pe
r soffocamento volontario del bambino da parte qualcuno.
E se qualcosa scattasse nella mia testa, e questi cattivi pensieri passassero dal
lessere solo pensieri, a soffocare davvero il bambino? Per il resto del tempo che
stetti con lui, se le coperte o il cappellino cadevano un p sul suo viso, mi prec
ipitavo a toglierli perch non potessero soffocarlo.
Io non avevo immagini che mi ritraevano mentre lo soffocavo, ne tanto meno senti
vo limpulso di farlo, cera solo quella ignobile voce che diceva e se tu lo facessi
davvero? oppure Sarebbe davvero cos terribile se tu lo soffocassi?, ma a livello raz
ionale io sapevo che non lo avrei mai fatto. Non lho detto a mia sorella perch lei
probabilmente sarebbe rimasta inorridita e probabilmente non mi avrebbe mai pi v
oluta vicino al suo bambino. Che mi crediate o meno, quando scesi dallaereo e tor
nai a casa, rimasi per diverso tempo in attesa di una telefonata che mi dicesse
che il bambino era stato soffocato
Ginni pensava che la mai metafora dello spiritello di perversit descrivesse bene la
sua situazione.
Ed esso lei ricord anche di altri due cattivi pensieri che lavevano angosciata:
Recentemente, mentre ordinava una torta da portare ad una festa per una mamma in
attesa, aveva sentito limpulso di chiedere al pasticciere di scrivere sopra Spero
che tu abbia un bambino anormale
Quando cambiava i pannolini dei suoi nipotini pensava: non voglio guardare ai lor

o genitali, non sia mai che qualcosa scatti nella mai testa ed io li molesti ses
sualmente.
Ancora una volta, pensieri come questi erano il biglietto da visita dello spirit
ello della perversit.
Non erano certo i pensieri omicidi di una donna pericolosa, ma piuttosto la paur
a di fare la cosa meno appropriata nel momento meno appropriato.
Anche se le ossessioni sessuali verso il proprio bambino sono molto meno confess
ate di quelle aggressive, io ho visto un diverso numero di donne con questi catt
ivi pensieri.
Marty, una donna sui 25 anni, mi disse che lei doveva forzare se stessa per pote
r fare il bagnetto al suo bambino di due anni. Temeva che vederlo nudo potesse f
arle perdere il controllo e toccare i suoi genitali in modo improprio.
Come molti altri pazienti che mi hanno parlato della loro paura di abusare dei b
ambini, Marty temeva anche di poter nuocere al figlio in altro modi, tipo soffoc
arlo con un cuscino o colpirlo con un pugnale. Le sue ossessioni sessuali sembra
vano essere nullaltro che una ulteriore manifestazione dello spiritello della per
versit: siccome lei pensava abusare sessualmente del figlio fosse esattamente orr
ibile in egual misura che ucciderlo, questo fu esattamente quello che lo spirite
llo selezion per tormentarla.
Per moltissimo tempo non ci furono studi su questo tipo di ossessione, ossia que
lla di poter abusare sessualmente dei propri figli, perch questi pensieri sono ad
dirittura meno ammessi dalle persone che non quelli violenti. Recentemente, comu
nque, due ricercatori inglesi hanno descritto due nuove madri che soffro nodi qu
esti disturbi. I dott.ri Brockinton e Filer dellUnit per Madri e Bambini dellOspeda
le Psichiatrico Queen Elizabeth di Birmingham, hanno notato che , siccome le oss
di tutte le persone che soffrono di DOC,
essioni sessuali sono presenti in pi di
ci dovremmo aspettare che almeno alcune madri possano essere ossessionate dal fa
tto di poter abusare sessualmente dei loro figli. Essi poi passano a descrivere
i soli due casi di giovani madri, ricercabili nella letteratura medica, che hann
o sperimentato pensieri di abuso sessuale sui loro figli.
Per dimostrare quanto bizzarre queste ossessioni sessuali possano diventare in alc
une madri, il Dr. Brockington mi ha raccontato di un caso che lui ed il suo coll
ega hanno esaminato, di uan donna incinta ossessionata da poter commettere abusi
sessuali sul suo feto ancora non nato. Come le ossessioni sul far del male ai p
ropri figli, anche in questi casi i pazienti ammettono che questi pensieri sono
ridicoli, sono quando sono calmi e lontani dai bambini.
Ma, quando sono soli con i loro figli cosa che tentano di evitare essi sentono u
na terribile paura che qualcosa possa scattare in loro e agire in base a questi
pensieri.
I pensieri intrusivi degli uomini riguardo ai bambini
Sebbene io abbia dato maggiore enfasi, in questo capitolo, ai pensieri e agli im
pulsi delle donne di far del male o abusare sessualmente dei loro bambini, non i
ntendo dare l'impressione che gli uomini siano immuni da simili pensieri.
Ho avuto modo di visitare diversi uomini, insieme ai propri figli ma anche soli,
che sono stati appunto tormentati da ossessioni simili.
Diversi uomini sposati mi hanno confidato che, sebbene non l'abbiano mai confess
ato alle proprie mogli, hanno spesso continuato a rimandare il momento di prende
re in braccio il proprio bambino a causa proprio della paura di fargli del male.
Gary, un uomo profondamente religioso di circa 30 anni, mi ha fatto visita propr
io per chiedere aiuto riguardo a delle ossessioni che lo assillavano, incentrate
sul fatto di poter abusare sessualmente di sua figlia o delle sue amiche.
Mi ha fornito una descrizione accurata di questi pensieri ed la seguente:
Stavo accompagnando a casa mia figlia Jane e la sua amichetta Katie, ed entrambe
le ragazzine, di 7 anni circa, stavano scherzando tra di loro, ridendo e divert
endosi. Era meraviglioso. Ma proprio in quel momento sono stato assalito, ancora
una volta, da un pensiero atroce e mi sono chiesto: "Come posso essere sicuro c
he io non voglia davvero violentare Katie?".
Questa domanda mi ha angosciato. Ho detto a me stesso "Ma io non voglio molestar

la!". Ma il mio pensiero continuava a chiedermi, in maniera assillante "Ma in ch


e modo posso esserne assolutamente certo? Chi mi da la garanzia che io in realt n
on lo faccia davvero?" e addirittura "Come posso, inoltre, essere sicuro che io
non lo abbia gi fatto?".
Ho iniziato veramente ad andare fuori di testa.
Non prestavo attenzione a ci che le bambine mi stavano chiedendo in quel momento
("Perch stai guidando cos piano?" chiedevano) ed ero troppo agitato per rispondere
.
Non appena mi sforzavo disperatamente di ricordare che in realt non avevo violent
ato Katie, immediatamente l'immagine di me che abusavo sessualmente della bambin
a ritornava a tormentarmi!
Cercavo di allontanare l'immagine dalla mia mente, ma questa, tenace, continuava
ad assillarmi, e ho iniziato ad avere nausea e mal di stomaco.
Ancora non era finita, dopo questo pensiero, un altro spaventoso ha iniziato ad
assalirmi, l'immagine pi atroce che io potessi avere: nella mia mente ora stavo v
iolentando mia figlia.
Ma Perch capita proprio a me?
A me che ha sempre ripugnato qualsiasi tipo di violenza o abuso di tipo sessuale
?
Sicuramente, sarei marcito all'inferno per avere avuto pensieri simili.
Finalmente, il pensiero riusc ad andarsene ma sapevo che sarei rimasto scosso per
diversi giorni, tenendomi alla larga dalla mia bambina, fino a quando lo shock
di aver avuto pensieri tanto orrendi lentamente si sarebbe attenuato.
Che sarebbe successo se mia moglie l'avesse scoperto?
Gary, come molti uomini che hanno sofferto di questo tipo di ossessioni, ha pati
to in silenzio per anni prima di decidersi a chiedere aiuto. Quando mi ha confid
ato queste cose, egli non aveva detto nulla a sua moglie di tutto ci per paura ch
e lei potesse chiedere il divorzio e impedirgli di vedere ancora una volta sua f
iglia.
E' impossibile quantificare quanti siano in realt gli uomini che soffrono di simi
li ossessioni sessuali nei confronti dei loro bambini piccoli, dal momento che n
on sono molto inclini ad aprirsi e a chiedere aiuto rispetto alle donne.
In molti casi che ho potuto vedere, gli uomini, semmai, vengono curati per abuso
di alcool o di droghe, Perch in questo modo che, spesso, loro cercano di bloccar
e le ossessioni.
Solo molto pi tardi, quando apprendono che questo genere di ossessioni riconducib
ile ad un disturbo ed molto comune tra le persone allora decidono di ammettere d
i averli e curarli.
In un gruppo che ho avuto di recente, c'erano un paio di uomini che hanno fatto
uso di alcool per bloccare le loro ossessioni.
Uno era, in particolare, un insegnante che era terrorizzato dal fatto di poter a
busare, o addirittura si chiedeva se non l'avesse gi fatto, di alcuni suoi studen
ti; un altro, invece, era preoccupato di poter pugnalare il bimbo piccolo con cu
i spesso rimaneva solo (in un caso eccezionale, quando quest'uomo si confidato c
on la moglie raccontandole ci che lo affliggeva, la donna non ha assolutamente ac
cettato questi suoi pensieri e ha chiesto il divorzio, dicendogli che non si sar
ebbe mai pi potuta fidare di lui e lasciarlo solo con il bimbo. Solitamente le co
nsorti non riescono a
comprendere le ossessioni dei loro partners).
Nel prossimo capitolo affronteremo la questione cruciale del come possiamo esser
e certi che i cattivi pensieri di cui soffriamo sono, in realt, delle semplici pa
ure irrazionali dettate dal nostro Spirito di Perversit.
Del resto, chiunque guardi i telegiornali o legga i quotidiani sa che ci sono pe
rsone (grazie a Dio non moltissime) che uccidono o violentano i bambini.
Se nessuno ha mai commesso queste cose, allora non c' ragione di aver paura di pe
nsieri simili.
Come Freud ha puntualizzato, non ci sarebbe bisogno della formula "Non commetter
e...." nei tab o nei Dieci Comandamenti se l'essere umano non mettesse occasional
mente in atto i suoi istinti primordiali.
Fortunatamente, come avrete modo di vedere, questi due punti importanti:

- il fatto che voi proviate del disgusto e dell'agitazione verso certi pensieri
e
- il fatto che voi non li avete mai messi in pratica sono segnali certi e sicuri
, che testimoniano che voi non potreste mai metterli in pratica.
Capitolo Terzo
Come essere sicuri che si tratti solo di pensieri?
Sebbene provi spesso a rassicurare i miei pazienti sul fatto che le persone che
soffrono di questo disturbo non metteranno mai in pratica il contenuto delle lor
o ossessioni, riesco a comprendere l'orrore e il disgusto che provano di fronte
a pensieri simili.
Del resto se i bambini di cui hanno timore non sono mai stati uccisi dai loro ge
nitori, e pertanto i pensieri intrusivi di far loro del male facilmente possono
essere etichettati come ridicoli, purtroppo vero che viviamo in un mondo in cui
spesso vengono compiuti omicidi ai danni di bambini indifesi e molto spesso ci ac
cade per mano degli stessi genitori.
Ad esempio, una notizia apparsa su un noto quotidiano parlava appunto di una rag
azza madre che stata accusata di aver ucciso il proprio bambino di un mese mette
ndolo dentro il microonde e facendolo funzionare.
In attesa di giudizio, la ragazza stata trattenuta in un ospedale psichiatrico.
E' facile immaginare il terrore nel leggere un articolo come questo che verament
e pu colpire profondamente il cuore di una neo mamma come Sally, di cui abbiamo a
ccennato qualcosa all'inizio, che ha affrontato da sola la paura di poter fare d
el male al proprio neonato.
I nuovi mezzi di comunicazione rappresentano delle fonti ricche di storie sensaz
ionali riguardo ai pericoli che ci circondano.
Ad esempio, una recente copertina di una rivista dedicata allo sport porta quest
o titolo "Conosci chi sta allenando tuo figlio? La spaventosa verit dei ragazzini
molestati nello sport" e nella rivista viene affrontato il tema degli abusi che
sono stati compiuti ad opera di otto allenatori nei confronti degli adolescenti
che erano stati a loro affidati.
Questo articolo intendeva mettere in guardia i genitori sul fatto che esistono d
elle persone pericolose che possono prendere come preda, come bersaglio, i loro
stessi bambini.
Incredibilmente, l'articolo riportava che in media il molestatore tipico, che ab
usa di questi ragazzi approfittando degli sport giovanili, ha brutalizzato circa
120 ragazzi prima di venire catturato.
Come genitore (e allenatore del Little League) ho preso a cuore le informazioni
suggerite dalla rivista per controllare i nomi degli allenatori e assicurarmi di
aver affidato mio figlio alla persona giusta.
D'altra parte, ho avuto anche modo di appurare l' impatto che questa storia pu av
er avuto su un uomo tormentato dalla paura di poter, un giorno, essere in grado
di abusare sessualmente di un bambino, quando, invece, l'evidenza suggerisce che
mai e poi mai egli potr mettere in atto il contenuto dei suoi pensieri.
Non stupisce che la maggior parte dei pazienti che frequentano i miei gruppi a c
ausa di una serie di pensieri intrusivi che li affliggono mi hanno raccontato di
aver contemplato davvero l'idea del suicidio.
"A volte ho la certezza di non essere adatto a vivere in questa societ" il ritorn
ello di molti miei pazienti.
Mentre concordo sul fatto che questa sensazione certamente risulta vera per colo
ro che hanno sul serio abusato di ragazzini, come riportato dalla rivista (alcun
i dei quali ora stanno scontando la pena in prigione), questa stessa sensazione
non va applicata a quegli uomini tormentati dal dubbio e divorati dai sensi di c
olpa riguardo a questi pensieri, pensieri che, ripeto, queste persone non metter
anno mai in pratica.
I pazienti che soffrono di questo disturbo non sono in grado di cogliere questa
importante distinzione.
Senza alcuna eccezione, quest'ultimi non riescono, tuttavia, mai a convincersi d

el fatto che non metteranno mai in pratica ci che li tormenta, in quanto sono con
vinti di poter perdere in controllo e aggredire qualcuno.
Dopo la sparatoria in una scuola del Colorado alcuni dei miei pazienti che soffr
ono di ossessioni pure di aggressivit erano terrorizzati dal fatto di poter un gi
orno mettere in atto il contenuto di questi loro pensieri aggressivi diventando
i prossimi killer di questa stessa scuola.
Diversi anni fa, quando il processo di Susan Smith era argomento di scottante at
tualit, molte donne tormentate da ossessioni di poter fare del male ai propri fig
li erano letteralmente terrorizzate dall'apprendere che una donna, apparentement
e normale, avesse potuto chiudere i propri figli nell'auto, mettere loro le cint
ure di sicurezza in modo da impedirgli di slegarsi e gettarli con tutta l'auto n
elle acque del lago.
La domanda che avr sentito un miliardo di volte la seguente "Come posso essere as
solutamente sicura che io non mi comporter come Susan Smith?".
Un recente testo che tratta di una serie di atti atroci compiuti dagli stessi uo
mini, La Natura Oscura, ha descritto lo scenario agghiacciante dellastoria in qu
esto modo:
La notte del 25 Ottobre del 1994 Susan Smith prepara accuratamente l'auto con i
propri figli a bordo, toglie il freno amano, chiude a chiave la macchina e la la
scia scivolare in discesa lungo la rampa x le barche nelle acque gelide del Sout
h Carolina.
Nel sedile posteriore allaccia le cinture di sicurezza ai suoi bambini.
Un'ora pi tardi accuser uno sconosciuto, un uomo di colore, di aver rubato la sua
auto, di aver sequestrato a bordo i suoi bambini dopo averla minacciata con un'a
rma, e ha continuato ad accusarlo fissando le telecamere ed implorando che fosse
fatta giustizia, in televisione, piangendo calde lacrime.
Ma quando non venne trovata neppure una prova a carico dell'uomo, la polizia int
errog la donna che, alla fine, rilasci una sconvolgente confessione.
Lei stessa indic alla polizia il luogo dove, poi, venne ritrovata la macchina e i
corpi senza vita dei suoi due bambini.
Le bugie dette e l'inganno ordito da questa donna ha provocato molto shock e sca
ndalo in un pubblico abituato a puntare l'attenzione solo ed esclusivamente sull
e azioni cruente effettuate da sconosciuti sui bambini, mentre a partire da ques
to fatto si , in realt, rivelato che, in base a delle statistiche fatte e valide l
imitatamente agli Stati Uniti, un migliaio di bambini all'anno vengono uccisi da
i loro stessi genitori o da parenti prossimi.
La met delle vittime hanno meno di un anno, e molte di queste sono state uccise d
alle proprie madri.
Similarmente, alcuni pazienti di sesso maschile che soffrono di ossessioni di ag
gressivit, e che sono delle persone rispettabilissime della comunit, oltre che paz
ienti che non metteranno mai in pratica ci che pensano, sono preoccupati di poter
un giorno perdere il controllo e diventare veri assassini come Jeffrey Dahmer.
Questo argomento ci porta proprio alla domanda cruciale di questo capitolo: "Com
e essere sicuri che si tratti solo di pensieri?"
Un caso clinico: l'accettazione del rischio nel caso dei pensieri intrusivi
Frank, un ragazzo che frequentava il mio gruppo di circa 20 anni, mi ha descritt
o molto bene i pensieri intrusivi e penosi di cui soffriva.
Essenzialmente il suo problema pi grande riguardava il fatto di non riuscire a co
nvincersi del tutto di non essere in grado di compiere effettivamente ci che i pe
nsieri gli suggerivano, pertanto aveva paura di fare la stessa fine di Jeffrey D
ahmer.
Nel periodo in cui Frank si unito al mio gruppo (che, appunto, raccoglieva perso
ne che soffrivano di DOC) era gi stato seguito da un mio collega e aveva fatto de
i significativi passi avanti.
Frank soffriva di aggressioni di aggressivit che avevano come contenuto quello di
pensare in continuazione di poter pugnalare le persone.
Evitava i coltelli e qualsiasi oggetto appuntito e la sua paura peggiore era que
lla di poter un giorno diventare, appunto, come Jeffrey Dahmer.

Frank proveniva da una famiglia molto religiosa e gli era stato insegnato, o per
lomeno aveva imparato, che non avrebbe mai dovuto, per nessun motivo al mondo, m
anifestare la propria rabbia verso nessuno.
Le sue ossessioni violente hanno avuto inizio alcuni anni prima, e si sono manif
estate come preoccupazioni eccessive di poter pugnalare qualcuno della sua famig
lia.
Come molti dei mei pazienti che hanno sofferto di questo specifico tipo di osses
sioni e che provenivano, come Frank, da famiglie estremamente religiose, Frank e
ra terrorizzato dall'idea di aver gi commesso una colpa imperdonabile per il solo
fatto di aver avuto pensieri simili e era altres terrorizzato di essere destinat
o all'inferno per questo.
Ma per fortuna, grazie all'esposizione guidata a cui partecipava nella nostra cl
inica, e che consisteva nel maneggiare dei coltelli e nell' ascoltare delle regi
strazioni su nastro fatte da lui stesso di quelle che erano le sue peggiori osse
ssioni e grazie soprattutto all'apprendimento di come poter gestire la sua rabbi
a, Frank riuscito a stare molto meglio.
Non era in grado di lavorare, se non occasionalmente, di tanto in tanto, proprio
a causa di simili pensieri.
Ma nonostante tutti i suoi progressi continuava, in Frank, ad albergare questo a
troce dubbio "non si sentiva ancora del tutto convinto di non poter diventare un
giorno come questo brutale assassino, Jeffrey Dahmer".
Una parte del trattamento a cui stato sottoposto Frank consisteva nel fargli ved
ere in videocassetta in continuazione, avanti e indietro, un film riguardante pr
oprio la biografia di Jeffrey Dahmer, fino a quando questo ragazzo da solo non r
iuscito a ridimensionare la propria paura ed riuscito a ridimensionarla provando
di fronte al film, oramai, solo sensazioni di grande noia.
Soffrendo di questo disturbo e tendendo a vedere le cose o bianche o nere ed in
termini meramente perfezionistici, e ancora a causa di questo suo eccessivo sens
o di responsabilit e di ultracoscienziosit, egli era troppo rigido e severo con se
stesso, e insisteva, a tutti i costi, di poter trovare, in qualunque maniera, i
l modo di essere sicuro al 100% che non avrebbe mai potuto perdere il controllo,
pugnalare qualcuno e mettere in atto i suoi pensieri.
Arrivati a questo punto, Frank era arrivato ad un'altra atroce conclusione: dato
che, con l'esposizione si sentiva molto meno ansioso e quindi l'ansia stava sce
mando, temeva di essere sul serio una persona pericolosa, ora che non aveva i fr
eni dell'ansia, e appunto temeva ancora di pi di fare la fine di Jeffrey Dahmer!
Quando qualcuno del gruppo ha ricordato a Frank che nessuno, tormentato o meno c
he fosse da pensieri intrusivi, avrebbe mai potuto avere la garanzia assoluta di
non mettere in pratica ci di cui aveva terrore, lui rispondeva che era logico, c
he anche lui riusciva ad arrivare a quella conclusione, ma solo quando si trovav
a in clinica, Perch, al contrario, quando era da solo sentiva molto spesso il bis
ogno di doversene convincere a tutti i costi.
Solo seguendo una terapia, oltre che comportamentale, anche cognitiva, come desc
river pi avanti nel libro, Frank riuscir ad interrompere definitivamente questa sua
ricerca ossessiva di sicurezza al 100 % .
Fino a quel momento, Frank ha continuato a lavorare su se stesso, imparando a es
primere in maniera appropriata la sua rabbia ed iniziando davvero a vivere, per
la prima volta dopo tanti anni.
La ricerca incessante di una certezza , per molti pazienti, un qualcosa di molto
dannoso e precario.
Da una parte, molti di essi sono ossessionati dal bisogno di avere l'assoluta ce
rtezza di non poter mettere in pratica il contenuto delle loro ossessioni e sono
angosciati dall'esistenza di quella infinitesimale possibilit.
Costoro non riescono ad accettare la presenza del minimo dubbio al riguardo.
Ma questa sempre una battaglia persa, dal momento che noi non possiamo essere si
curi al 100% di nulla, cos come non si certi del fatto che domani il sole sorger a
ncora allo stesso modo non sicuro che io un giorno non commetta davvero un omici
dio (tuttavia si pu essere perfettamente in grado di vivere una vita relativament
e sana anche sapendo che esiste questa minima, irrilevante
eventualit ma non vale la pena di preoccuparsi al riguardo).

Nel caso di pazienti come Isaac, che ha paura di voler sul serio avere dei rappo
rti sessuali con degli animali, e Martie, che ha paura, invece, di voler sul ser
io avere dei rapporti sessuali con il suo bambino, questa ossessiva ricerca di u
na sicurezza li porta a controllare in continuazione il proprio corpo, a monitor
arlo, per provare a loro stessi di non essere eccitati alla sola idea.
Entrambi mi hanno confidato che quando li assale l'ossessione di poter effettiva
mente mettere in pratica il contenuto dei loro pensieri, tendono a controllare i
l proprio corpo, stanno attenti al minimo riflesso che queste ossessioni hanno s
ul loro corpo in termini di reazione fisica, per essere sicuri al 100% di non av
vertire la pi piccola forma di eccitazione sessuale o formicolio lungo il corpo.
In ogni caso questo non fa altro che aumentare la loro ansia, la loro preoccupaz
ione Perch spesso costoro falliscono la prova e si rendono conto che proprio quel
la parte del corpo su cui stanno focalizzando l'attenzione in realt prova qualcos
a, ma non per qualche reale motivazione recondita che sta sotto, bens semplicemen
te Perch hanno spostato esageratamente l'attenzione proprio su quella parte!
Ora fate questo esperimento: provate per un attimo, all'insorgere delle ossessio
ni, a focalizzare tutta la vostra attenzione sui vostri genitali per alcuni seco
ndi e sforzatevi con tutti voi stessi di dimostrare che non avvertite assolutame
nte alcuna sensazione in quella parte.
Dovrebbe essere ormai chiaro che il punto cruciale della terapia per chi, come I
saac e Martie, soffre di simili ossessioni, consiste proprio nell'interrompere q
ualsiasi tentativo di monitoraggio, a scopo rassicurativo, delle proprie sensazi
oni corporee, Perch il controllo delle sensazioni provoca una diminuzione della f
iducia in se stessi ed un aumento progressivo della paura di potersi davvero sen
tire come i pensieri intrusivi dicono che siamo.
Alla domanda "Come essere sicuri che si tratti solo di pensieri?" la mia rispost
a chiara e semplice "Non potrai mai esserne sicuro".
Infatti il tentativo stesso di avere la sicurezza totale il modo peggiore di aff
rontare i peensieri intrusivi, violenti, sessuali o blasfemi.
Non una coincidenza se il termine francese per chiamare il "disturbo ossessivo-c
ompulsivo" "malattia del dubbio", per questo motivo il loop dei miei pazienti ca
usato da una ricerca spasmodica e senza fine di rassicurazione e dal dover esser
e sempre e in continuazioni certi al 100% di qualsiasi cosa.
Ora, chiunque soffre di pensieri intrusivi violenti, sessuali o blasfemi soffre
anche di disturbo ossessivo-compulsivo?
Tecnicamente s.
Basandoci su criteri ufficiali dell'Associazione Psichiatrica Americana, per chi
unque vittima di pensieri intrusivi che si ripresentano in continuazione e che i
nterferiscono pi o meno pesantemente sulla propria vita, cos come fino ad ora sono
stati descritti, la diagnosi pi certa che si tratti di disturbo ossessivo compul
sivo.
Caratteristiche del disturbo ossessivo compulsivo (DOC)
Elenco delle maggiori ossessioni e compulsioni particolarmente penose, che occup
ano pi di un'ora al giorno, o interferiscono con il lavoro, lo studio e le normal
i attivit.
Ossessioni: pensieri intrusivi e penosi, impulsi o immagini mentali che non rigu
ardano le effettive e reali preoccupazioni della vita di tutti i giorni
Esempi:
--ossessioni
--ossessioni
--ossessioni
--ossessioni
--ossessioni
--ossessioni
--ossessioni

di aggressivit
sessuali
blasfeme
dubitative
di contaminazione
di simmetria
di perfezionismo estremo

Compulsioni: azioni che la persona non pu fare a meno di eseguire, o per il sorge

re di un'ossessione o a causa di una forma mentis eccessivamente rigida


-azioni tese a contrastare l'ansia delle ossessioni o a prevenire quella che si
ritiene essere una vera catastrofe
Esempi:
--lavare
--controllare
--ripetere
--pregare
--toccare
--contare
--accumulare oggetti
--riordinare e mettere a posto gli oggetti in continuazione
--richiedere sempre rassicurazioni
Questo elenco ci permettere di avere un quadro un p pi chiaro di quelli che sono i
pi comuni pensieri intrusivi del Doc.
In quasi tutti i luoghi in cui sono state condotte delle ricerche in merito, il
disturbo ossessivo compulsivo mostra di avere una prevalenza pari al 2% dell'int
era popolazione.
Inoltre, in questi sondaggi condotti porta-a-porta, diversamente che nei pazient
i che giungono nella nostra clinica per richiedere una cura, la maggior parte de
lle persone hanno solamente delle ossessioni (dette anche "pensieri intrusivi")
e non anche compulsioni.
Stabiliti questi due punti importanti, possiamo stimare, con molta prudenza, che
l' 1% della popolazione soffre di ossessioni pure, e 2 milioni di persone ne so
ffrono solo negli Stati Uniti.
Sebbene questo spiritello, con i suoi malefici dubbi e domande, metta scaltramen
te le sue radici in posti dove non possibile sradicarlo completamente (Perch ness
uno, ripeto, pu avere la certezza del 100% su alcun argomento) io, quando mi trov
o con pazienti che hanno appena iniziato la terapia, ci tengo molto a rassicurar
e quest'ultimi sul fatto che possibile convivere con questa incertezza e ritener
e quella ipotetica e remota probabilit solo un qualcosa di molto trascurabile, ch
e non merita di essere presa in considerazione.
In particolare ho spiegato loro la profonda differenza che intercorre tra chi so
ffre di Doc e coloro che, deviati e pericolosi, hanno veramente commesso crimini
atroci.
Faccio un esempio: sottolineo sempre il fatto che dal momento che chi soffre di
doc non ha mai messo in atto, fino ad ora, nessuno di questi atroci pensieri e n
on ha mai agito in base a questi terribili impulsi, questo di per s sufficiente p
er dimostrare che non lo faranno mai.
Un solido assioma della psicologia e della criminologia il seguente: per capire
quale sar il nostro comportamento futuro dobbiamo vedere qual stato il nostro com
portamento in passato.
Ugualmente, non si pu neppure trascurare il fatto che chi soffre di doc si senta
profondamente in colpa riguardo ai propri pensieri: pertanto anche la presenza d
i sensi di colpa una lampadina, un segnale del fatto che costoro non rappresenta
no n rappresenteranno mai un reale pericolo per nessuno e che, di conseguenza, no
n metteranno mai in pratica il contenuto delle loro ossessioni.
D'altra parte, come accennato all'inizio del capitolo, io non sono tanto ingenuo
e sprovveduto da credere a priori che i miei pazienti non commetteranno mai sim
ili atti.
Perci mio compito e dovere spiegare quali siano i segnali e gli indizi allarmanti
che mi fanno, invece, ritenere che alcuni pazienti siano sul serio pericolosi.
Alcuni segnali preoccupanti
Ho gi scritto, precedentemente, che sebbene i miei pazienti spesso mi confessano
di essere assillati dall'idea di far del male ai propri figli o alla propria con
sorte, io non credo assolutamente che essi possano davvero farlo e che rappresen

tino, di conseguenza, una minaccia.


Questo significa che davvero nessuno di loro mi preoccupa? Assolutamente no.
Su un centinaio di pazienti che sono arrivati nella nostra clinica negli anni pa
ssati, appena una manciata mi hanno seriamente preoccupato.
Eccovi un esempio: un giovane uomo, proveniente da un altro Stato, era stato con
dotto nella mia clinica dal suo psichiatra per iniziare con me una terapia compo
rtamentale che lo esponesse al contenuto dei suoi pensieri intrusivi e che rigua
rdava il fatto di poter far del male alle persone.
Tuttavia, quando ho incontrato quest'uomo, e lui stesso ha iniziato a parlarmi d
ei suoi brutti pensieri, ho iniziato a preoccuparmi seriamente.
Ho cercato di stare calmo e di chiedergli via via maggiori dettagli per stabilir
e se la terapia comportamentale fosse indicata al suo caso. Ma le risposte che i
l ragazzo mi dava non facevano altro che aumentare la mia preoccupazione.
Il ragazzo ha iniziato a raccontarmi che gli piaceva seguire l'apparizione in tv
di personaggi pubblici, ad esempio il Papa e il Presidente, e mentre li guardav
a immaginava di essere tra la folla e sparare all'improvviso ad una di queste fi
gure di spicco!
C'era qualcosa nella sua voce e nel suo comportamento mentre raccontava queste a
trocit che non mi convincevano del tutto sul fatto che ne fosse poi cos disgustato
.
Mi ha anche raccontato di avere avuto ogni tanto dei pensieri inerenti il fucila
re o il pugnalare i suoi genitori. Ha anche affermato che ogni tanto era solito
testare se stesso restando in piedi sulla porta della camera da letto dei suoi g
enitori e puntando un fucile ad aria compressa verso quest'ultimi che erano addo
rmentati. Tutto questo lo faceva per provare a se stesso che non sarebbe mai sta
to capace
di premere il grilletto.
Alla fine del nostro colloquio gli ho comunicato che la terapia comportamentale
non era assolutamente indicata nel suo caso e proprio per questo ho preferito ma
ndarlo di nuovo dal suo psichiatra per ulteriori accertamenti.
In seguito telefonai al medico in questione per avvertirlo che avevo il forte so
spetto che il suo paziente, quel giovane ragazzo, potesse essere davvero pericol
oso e l'ho consigliato di sottoporlo da una serie di ulteriori test per valutarn
e il potenziale psicotico e criminale.
Cosa in particolare mi aveva indotto in allarme?
In parte il fatto che il ragazzo non si sentiva assolutamente tormentato o parti
colarmente in colpa per la presenza di simili pensieri, in parte il fatto che, o
gniqualvolta parlava dei suoi genitori o della gente che conosceva in paese, sem
brava covare verso costoro troppa rabbia per una serie di offese che lui credeva
gli fossero state rivolte e in parte Perch aveva effettivamente preso un fucile
e lo aveva puntato contro coloro per cui nutriva una rabbia repressa.
Per tutti questi motivi mi sono sentito allarmato ed ho seriamente reputato che
questo giovane potesse rappresentare un vero pericolo per gli altri.
Ho pensato, pertanto, che il suo disturbo fosse molto pi grave e serio rispetto a
d una diagnosi di Doc.
Come ho scritto in questo capitolo, una nuova informazione emersa riguardo a que
i ragazzi che hanno fatto fuoco contro alcuni studenti, in un vero blitz armato,
nella Scuola della Columbia.
Nei video che riprendono la sparatoria, alcune sequenze mostrano questi ragazzi
che sono completamente accecati da un desiderio di vendetta, per rancori persona
li, nei confronti degli altri studenti.
Questa insieme di rabbia, rancore puro verso i compagni di classe che li deridev
ano e li escludevano dal gruppo, e la facilit di reperire delle armi hanno determ
inato una combinazione mortale.
D'altra parte, i pazienti che chiedono di essere da me visitati, e che presentan
o pensieri violenti e sessuali, sono persone completamente diverse.
Sono persone molto coscienziose, responsabili ed in loro simili pensieri sono fo
nte di pesanti sensi di colpa e li inducono a pensare di essere dei veri peccato
ri.
A questi pazienti dico sempre che proprio il fatto di sentirsi cos agitati, cos in

colpa, cos immersi nel panico pi assoluto, che da a loro la sicurezza di non pote
r mai mettere in pratica ci che pi temono.
E nonostante io dica loro questo pi e pi volte, non riescono mai a convincersene d
el tutto.
Quando mi chiedono "Come posso essere certo al 100% di non compiere mai delitti
atroci come quelli compiuti da Jeffrey Dahmer o da Susan Smith o dai ragazzi del
la Scuola della Columbia?" io rispondo sempre loro che coloro che si macchiano d
i crimini cos atroci provano emozioni completamente diverse dalle loro, emozioni
di rabbia repressa, di assoluta mancanza di senso di colpa e di pericolosit socia
le.
La storia della criminologia praticamente dominata da individui che sono dei ver
i sociopatici, degli psicopatici o semplicemente dei criminali sanguinari, e que
sti termini, in psicologia, vengono utilizzati proprio per indicare la personali
t di soggetti che non nutrono affatto n sensi di colpa n rimorsi per i loro comport
amenti anti-sociali e criminali.
Il punto chiave proprio questo, lo ripeto: il fatto che costoro non provano n sen
si di colpa n alcun tipo di rimorso per i loro comportamenti violenti.
Alcuni individui presentano le caratteristiche enunciate dalla Tabella 4, ineren
te, se adulti, il Disturbo da Personalit Anti-sociale, e il Disturbo della Condot
ta se prima del raggiungimento del diciottesimo anno di et.
Vediamo la Tabella 4.
Tabella 4
Disordini della Condotta
(fino ai 14 anni e pi giovani)
-violenza o crudelt verso persone o animali
--maltrattamenti o minacce nei confronti delle persone
--provocare risse
--usare un' arma (mazza, pistola, bottiglia rotta, pietra, coltello)
--derubare
-atti vandalici
--appiccare il fuoco
--distruggere deliberatamente la propriet altrui
-mentire o rubare--forzare una casa o una macchina
--mentire o fregare il prossimo
--rubare nei negozi o contraffare degli articoli
-disobbedienza grave verso i propri genitori (prima dei 13 anni)
--stare fuori tutta la notte
--scappare di casa pi di una volta
--marinare spesso la scuola
Disturbo Di Personalit Anti-sociale
(fino ai 15 anni o pi grandi)
-compiere con frequenza atti per cui si potrebbe rischiare il carcere
-mentire ripetutamente, cercare di fregare il prossimo, nascondere la propria id
entit
-agire in maniera impulsiva e non progettare il futuro
-essere spesso coinvolti in risse
-essere spavaldi, non avere riguardo per la propria sicurezza e quella altrui
-agire in maniera irresponsabile (non pagare le tasse, non riuscire a tenersi un
lavoro)
-non provare rimorso, non sentirsi in colpa, compiere atti che possono danneggia
re il prossimo.
Questi pazienti sono esattamente l'opposto dei pazienti che ho in cura e che sof
frono di doc.
Quest'ultimi, infatti, sono estremamente coscienziosi, provano laceranti sensi d
i colpa e sono tremendamente angosciati dal fatto di avere pensieri simili.

Ad alcuni pazienti che soffrono di Doc stato diagnosticato anche il Disturbo Oss
essivo Compulsivo di Personalit (che, come indicato dalla Tabella 5 caratterizzat
o anch'esso da un livello molto elevato di coscienziosit)
Tabella 5
Caratteristiche del Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalit
-sono eccessivamente responsabili ed inflessibili riguardo a questioni etiche e
morali
-sono profondamente preoccupati da piccoli dettagli (perdono di vista l'intera f
oresta Perch notano
solo i singoli salberi)
-sono molto perfezionisti nel fare le cose
-sono eccessivamente dediti al lavoro
-non si disfano facilmente delle cose, anche di poco conto
-non tollerano che gli altri facciano le cose a modo loro e non tollerano infraz
ioni alle regole
-mancano di generosit
-risultano rigidi e testardi
Il forte senso di colpa e l'angoscia che molti pazienti provano sono dovuti ad u
na parte del cervello chiamata "corteccia pre-frontale" e stanno a significare c
he questa stessa parte sta compiendo correttamente il suo lavoro nella soppressi
one di simili pensieri.
Recentemente ho chiesto ad un mio collega, il Dr. Cary Savage, un esperto dell'a
spetto neuropsicologico nel Doc, di poter in un certo senso rassicurare i miei p
azienti che temono, un giorno, di poter mette in atto il contenuto delle loro os
sessioni.
Lui ha detto loro "Il fatto stesso di sentire dei forti sensi di colpa e l'angos
cia che deriva dall'essere assaliti involontariamente da simili pensieri gi di pe
r se stessa la prova che non metterete mai in atto ci che temete, ed altres la pro
va che la corteccia del vostro cervello sta funzionando correttamente nel suo co
mpito di inibire e sopprimere certi impulsi. Nel fare questo essa vi provoca ang
oscia".
Pertanto, c' una notevole differenza tra i miei pazienti che provano tanta vergog
na e si sentono cos in colpa nell'avere certi pensieri di natura violenta e sessu
ale e coloro che, invece, commettono crimini a sangue freddo, senza provare n col
pa n rimorso.
Per rendere questa differenza ancora pi chiara, pensiamo alla storia di Sally, di
cui ho parlato nella prefazione.
Lei era terrorizzata dall'idea di poter afferrare e colpire il suo bimbo e quest
o pensiero le provocava vergogna e senso di colpa.
Se facciamo il confronto tra Sally e Susan Smith, notiamo che i casi sono molto
diversi: Susan ha bloccato nei sedili posteriori della sua auto i suoi stessi fi
gli e li ha guardati a sangue freddo mentre venivano inghiottiti dalle fredde ac
que del lago, seguendoli addirittura con lo sguardo mentre, come racconter poi, t
errorizzati, cercavano di liberarsi e invocare il suo aiuto, fino a quando non l
i ha visti annegare completamente con tutta l'auto.
Poi, senza neppure un briciolo di senso di colpa e a sangue freddo, la donna si
presentata, poche ore dopo il fatto, davanti alle telecamere di tutta la nazione
e, mentendo spudoratamente, ha accusato un uomo di colore di aver rapito i prop
ri figli, infine ha invocato l'aiuto di tutti affinch la aiutassero a riavere i f
igli che amava.
In maniera molto simile, Jeffrey Dahmer, all'inizio dei suoi festini sanguinari,
apparso davanti alla corte (intervengo un attimo x spiegare l'antefatto, sono t
unnel: Jeffrey era stato arrestato Perch sospettato di un omicidio in particolare
ma poi, per mancanza di prove e per la sua incredibile capacit di risultare semp
re credibile, stato rilasciato) ed riuscito a mentire cos spudoratamente da riusc
ire a convincere il giudice e l'intera corte che l'unica mancanza che lui aveva
avuto era stata quella di bere qualche bicchiere di troppo, quando invece in rea

lt si era macchiato gi da tempo di crimini atroci.


Questo sangue freddo, questa totale mancanza di senso di colpa, e l'inganno ordi
to da questi due personaggi non sono assolutamente presenti nei miei pazienti, c
he provano emozioni assolutamente diverse. Quest'ultimi soffrono delle pene atro
ci, e si sentono colpevoli solo per il fatto di aver avuto simili pensieri, e ad
dirittura qualche volta hanno confessato crimini che non hanno mai commesso.
Simon, ad esempio, era un mio paziente affetto da pensieri terribili di investir
e dei pedoni tutte le volte in cui guidava l'auto.
Questi pensieri gli causavano intensi sensi di colpa e lo angosciavano talmente
tanto che oramai guidava sempre meno.
Una volta, poi, a causa di una manovra azzardata (stava andando troppo veloce) v
enne assalito da pensieri intrusivi.
Erano talmente forti che aveva iniziato a guardare ossessivamente nello specchie
tto retrovisore per accertarsi che alle sue spalle non giacesse morto qualcuno c
he sentiva di aver investito.
Una volta dovette fare inversione pi volte per esserne del tutto certo, ma ancora
non riusciva a convincersene.
Una volta a casa, segu ossessivamente tutti i telegiornali della sera, la radio,
le ultime notizie, alla ricerca disperata della notizia che lo incolpasse di ave
r investito, uccidendolo, un pedone.
Una volta, il senso di colpa fu cos intenso, e Simon cos angosciato, che, pur non
sentendone notizia in tv, chiam egli stesso la polizia e confess un crimini che no
n solo non aveva mai commesso ma che neppure era mai accaduto.
Chi potenzialmente pu rappresentare un serio pericolo per i bambini?
Esistono dei segnali che possono dire se una donna pu veramente rappresentare un
pericolo per suo figlio?
S, ci sono.
Una ridotta percentuale di donne che soffrono di depressione post-partum pu svilu
ppare un disturbo molto serio chiamato "psicosi post-partum".
Sebbene non conosca nello specifico i dettagli riguardanti quella donna che stat
a accusata di aver ucciso il proprio figlioletto mettendolo nel forno microonde,
credo vi siano elementi sufficienti per sostenere che soffrisse di psicosi post
-partum.
Le donne che presentano questo tipo di disturbo perdono qualsiasi contatto con l
a realt.
Riporto l'esempio di una neo mamma che credeva di aver "visto" uscire del fumo g
iallo dalle narici e dalle orecchie del suo bambino piccolo e l'ha interpretato
come un segnale di possessione demoniaca.
Cos ha deciso che l'unico modo per cacciare Satana fosse quello di far morire il
bimbo nel secchio della spazzatura.
Fortunatamente il marito torn da lavoro in tempo e, udite le urla del povero figl
io provenire dal cestino, riuscito a salvarlo.
La madre stata ospedalizzata e la sua psicosi post-partum stata affrontata con s
uccesso tanto che oggi la donna tornata a vivere una vita normale.
I casi in cui i pensieri intrusivi rappresentano un pericolo reale
Sotto vengono riportate alcune situazioni che hanno a che fare con l'insorgere d
i pensieri intrusivi potenzialmente pericolosi e viene indicato il rispettivo tr
attamento.
Il caso in cui non vi sentiate assolutamente agitati per i pensieri che vi assal
gono e, anzi, ne provate piacere
Prima ho descritto il caso di un uomo che era solito guardare in Tv i discorsi e
le udienze del Papa e del Presidente degli Stati Uniti, per poi immaginarsi di
essere l tra la folla e sparare contro costoro.
Quando questo ragazzo parlava si dimostrava a dir poco esaltato e divertito all'
idea, in lui non vi era traccia alcuna di senso di colpa o di angoscia.
In questo caso sarebbe indicato rivolgersi ad uno specialista per appurare il po

tenziale effettivo e reale di questi pensieri.


Il caso in cui avete avuto in passato atteggiamenti aggressivi e di devianza ses
suale, anche sotto l'effetto di alcool o droghe varie,
Ho visto diversi pazienti che, sotto l'effetto di alcool o droghe, hanno tenuto
comportamenti aggressivi che hanno provocato loro seri guai con la legge.
Quando questi individui sentono l'impulso irrefrenabile a compiere simili gesti
di vitale importanza seguirli e aiutarli Perch il rischio che compiano quanto sug
gerito dalla loro mente troppo alto.
Ricordate sempre che ci che vi dice come vi comporterete in futuro il comportamen
to che avete tenuto in passato.
Cos se vi guardate dietro e ricordate di aver gi, almeno una volta, agito in manie
ra inappropriata e violenta nei confronti delle persone e degli animali, dovrest
e prendere sul serio i pensieri intrusivi.
Pu darsi che voi non siate in grado da soli di inibire, come fa la maggior parte
della gente, simili impulsi e che abbiate bisogno di intraprendere una terapia p
er imparare a farlo.
Il caso in cui vi capita di udire delle voci o di ritenere che le persone ce l'a
bbiano con voi oppure ancora di vedere cose che gli altri non vedono.
Come ho detto in precedenza (la storia della madre che soffriva di psicosi postpartum) le allucinazioni possono essere pericolose Perch non ti consentono di per
cepire correttamente la realt.
Se questo accade anche a voi, contattate al pi presto un centro di salute mentale
Perch ci sono dei trattamenti molto validi ed efficaci che vi potranno consentir
e di stare meglio e condurre una vita normale.
Il caso in cui provate una rabbia incontrollabile e fate sempre pi fatica a resis
tere agli impulsi aggressivi e violenti che vi spingono ad agire
Gli studenti che hanno fatto fuoco sui propri compagni di classe alla Scuola gi c
itata rientrano in questo caso.
Si sentite di provare un rancore ed una rabbia esplosiva repressa verso una part
icolare persona o un gruppo di persone, dovete rivolgervi al pi presto ad un cent
ro di salute mentale Perch anche in questo caso ci sono delle terapie molto valid
e ed efficaci.
Ad ogni modo, non finir mai di ripetere che la maggior parte delle persone che so
ffrono di pensieri intrusivi non metteranno mai in pratica il contenuto delle lo
ro ossessioni.
CAPITOLO QUARTO
Cosa provoca i pensieri intrusivi?
Anche se nessuno sa spiegare con precisione il Perch partoriamo simili pensieri,
esistono diverse teorie che a loro modo avanzano delle ipotesi (sebbene io conti
nui a ritenere la teoria dello Spirito della Perversit di Poe la pi accreditata).
Queste teorie sono s diverse ma non si escludono a vicenda, semmai possono tranqu
illamente convivere assieme.
Proprio Perch i pensieri intrusivi si sono manifestati in tutte le culture, in tu
tti i luoghi e in tutte le epoche, sembra che sia un dato certo il fatto che ess
i siano stati scritti nella nostra mappa genetica.
Questo concetto alla base della teoria evoluzionistica che, assieme alle altre,
cerca di fornire una valida spiegazione al fenomeno.
Cosa provoca l'insorgere di pensieri intrusivi?
La Teoria Evoluzionistica
Dal punto di vista evoluzionistico, la tendenza a partorire pensieri ed impulsi
violenti e di natura sessuale si sviluppata negli essere umani all'origine della
specie stessa, quando era in atto il processo che ha portato allo sviluppo comp
leto del corpo e della mente, per consentire ai "primi umani" di sopravvivere e
riprodursi.

Ad esempio, la teoria evoluzionistica sostiene che i geni degli antenati che rar
amente nutrivano pensieri di natura sessuale nei confronti dell'altro sesso, con
il tempo, sono stati sostituiti e superati dai geni di coloro che invece pensav
ano al sesso pi frequentemente, e questo avvenuto per l' istinto di sopravvivenza
e di riproduzione tipico dell'uomo, che portava coloro che pensavano spesso al
sesso ad agire in questo senso e dunque ad avere una prole pi numerosa rispetto a
gli altri,
pi inibiti e fragili.
La teoria evoluzionistica spiega anche il Perch il sesso maschile rispetto a quel
lo femminile tende ad avere un numero pi elevato di pensieri aggressivi ed un com
portamento pi aggressivo.
Gli antenati maschi che avevano sviluppato una forma di pensiero e dei comportam
enti pi aggressivi riuscivano a diventare dei veri e propri leader del gruppo e,
come risultato, riuscivano pi degli altri a conquistare le donne e a renderle gra
vide, facendo cos in modo che i loro geni (aggressivi e primordiali) si trasmette
ssero di generazione in generazione a discapito dei geni di
individui pi fragili e meno aggressivi.
Queste teorie evoluzionistiche, in parte molto controverse, sono state avanzate
anche per cercare di spiegare gli stupri e gli infanticidi.
Per quanto riguarda le aggressioni sessuali e gli stupri, la teoria evoluzionist
ica sostiene che i nostri antenati maschi violenti, quelli che violentavano le d
onne e le ingravidavano, abbiano trasmesso i loro geni (violenti) alla prole e a
lle generazioni successive, provocando una vera predisposizione dell'uomo alla v
iolenza sessuale.
Per quanto riguarda, invece, l'infanticidio, studi condotti negli Stati Uniti e
in Canada hanno confermato la raccapricciante verit che i genitori non biologici
(patrigni e matrigne), che non hanno alcun rapporto di sangue con i bambini che
devono accudire, sono di gran lunga pi inclini ad uccidere i loro figliastri risp
etto ai genitori naturali (il che, probabilmente, spiega la presenza massiccia,
anche nelle fiabe e nei racconti per bambini, di patrigni e matrigne).
La teoria evoluzionistica offre anche in questo caso una sua spiegazione: i nost
ri antenati maschi erano soliti raccogliere il cibo e altri mezzi di sussistenza
solo ed esclusivamente (dati di natura archeologica) per i propri figli natural
i e poco si curavano dei figli, ad esempio, degli altri maschi del gruppo, verso
i quali non avevano alcun rapporto privilegiato.
Da qui, ancora una volta, il gene dell'accudire solo i propri figli e meno gli a
ltri stato trasmesso alle generazioni successive.
Simili fenomeni sono stati osservati, oltre che negli ominidi, anche nei primati
.
Nel caso, ad esempio, di Susan Smith c' stato chi si riallacciato a questi echi d
ella teoria evoluzionistica: "Il suo un caso tipico. Rimasta incinta a 19 anni,
sposatasi in fretta, Smith si separata all'et di 23 anni. Era incapace di badare
a se stessa finita con il cercare l'appoggio e con il dipendere, anche nelle sce
lte, da un
uomo ricco che per non era assolutamente intenzionato a farsi carico anche dei su
oi bambini".
Il punto di vista evoluzionistico stato anche utilizzato per capire il Perch le n
eo mamme vengono assalite dai pensieri intrusivi di far del male ai propri bambi
ni.
Nello scritto dedicato all'insorgere dei pensieri intrusivi nella depressione po
st-partum, la Dr. Katherine Wisner ha sottolineato che pi queste madri hanno oggi
pensieri di natura violenta, filmini mentali che ruotano intorno ad eventi che
eventi che potrebbero accadere ai loro bambini, pi tendono a controllarli incessa
ntemente durante il giorno per assicurarsi che siano sani e salvi.
Questa scoperta ha indotto la Dottoressa Wisner a ritenere che forse questi pens
ieri sono stati selezionati e scelti dall'evoluzione della specie Perch un tempo,
nella preistoria, i bambini erano molto pi esposti rispetto ad oggi a situazioni
pericolose e pertanto le madri dovevano vigilare continuamente su di loro, per
consentire che non perissero e potessero cos avere maggiori changes di sopravvive
nza.

Da qui passato il gene della "vigilanza e dell'eccessivo controllo".


La Dottoressa ritiene che la teoria evoluzionistica spieghi, alla luce di questo
eccessivo controllo, anche il Perch le neo mamme oggi sono tormentate da pensier
i aggressivi: abbiamo detto che secoli fa le madri erano molto vigili nei confro
nti dei loro bambini, questo ha consentito ai piccoli di svilupparsi e di non mo
rire precocemente, trasmettendo cos i loro geni a coloro che sarebbero venuti dop
o. Con tutta questa "iper-vigilanza" le donne in particolar modo hanno provocato
una
modifica nella chimica del loro cervello, rendendolo particolarmente sensibile a
i reali segnali d'allarme. Cambiando le condizioni ambientali tutto quel control
lo non era pi necessario e, diconseguenza, molte donne hanno rallentato questa ip
er-vigilanza, ma non tutte, alcune infatti, per una serie di motivi, ancora cons
ervano questi "ricordi" ancestrali anche quando i reali pericoli sono scomparsi.
Questi impulsi e questi pensieri di natura violenta o sessuale che un tempo serv
ivano dunque a prevedere qualsiasi tipo di pericolo per il bambino vengono contr
ollati dalle zone inferiori del nostro cervello (la parte che abbiamo in comune
con gli altri mammiferi).
Dal momento che l'uomo nato per stare in comunit c'era bisogno di una parte del c
ervello che inibisse certi impulsi, che li tenesse sotto controllo e questa part
e, con l'andare del tempo e con l'evoluzione della specie, stata svolta da una z
ona precisa del nostro cervello.
Il compito principale della corteccia orbitale-frontale (la parte del cervello s
ituata sopra gli occhi, da qui il termine "orbitale" e dietro alla fronte) quell
o di valutare se certi impulsi e certi istinti debbano trovare una valvola di sf
ogo e quindi debbano essere "agiti" o se, invece, il caso di sopprimerli ed inib
irli.
Per riepilogare questa breve digressione evoluzionistica che cerca di spiegare i
pensieri intrusivi, vorrei aggiungere una mia personale teoria: i problemi che
i miei pazienti hanno riguardo a simili pensieri derivano principalmente da 2 ra
gioni:
-non riescono ad accettare che questi pensieri violenti e aggressivi siano in re
alt parte integrante e
fondamentale dell'essere umano
-temono che la corteccia orbito-frontale del loro cervello non funzioni corretta
mente e non riesca a inibire certi pensieri, hanno ci paura che il loro cervello
non riesca a capire quali pensieri siano accettabili e quindi agibili e quali in
vece da frenare Perch inappropriati.
Nel primo caso pensiamo ad Isaac, l'umo che era era terrorizzato dall'idea di po
ter aver rapporti sessuali con degli animali, non stato in grado di progredire c
on la terapia fino a quando non riuscito a capire che i suoi pensieri sono pensi
eri che davvero tutti noi abbiamo, anche se non ce ne accorgiamo, sono pensieri
che tutti noi almeno una volta hanno elaborato, e questo non fa di tutti noi dei
pervertiti, delle persone da collocare ai margini della societ, questo fa di noi
semplicemente
degli esseri umani, cos come siamo stati creati.
Tanto che alla fine lui non stava male per il pensiero in s ma per il senso di co
lpa che si attribuiva per averli avuti, per la sua reazione, rigida ed inflessib
ile, ad un semplice ed innocuo pensiero.
Kay, che aveva il terrore di far male ai propri bambini, , invece, un esempio del
secondo caso: non riuscita ad andare avanti con la terapia fino a quando non si
convinta che il suo cervello funziona correttamente, che da solo sa il fatto su
o e sa perfettamente, prima di lei, quali pensieri far passare e quali inibire.
Freud e lo Spirito di Perversit
Un apparente paradosso deriva tuttavia proprio dalla teoria evoluzionistica.
Come gi spiegato, la teoria evoluzionistica sostiene che gran parte della cortecc
ia orbito-frontale (o xlo- una buona parte di essa) serve a inibire quei comport
amenti di natura sessuale violenta o semplicemente aggressiva che non consentono
all'uomo di integrarsi come si deve in una societ civile.

Ma l'uomo ha comunque tenuto spesso, fin dall'antichit, dei comportamenti sconven


ienti, aggressivi, che per non sono stati inibiti dal cervello.
Il problema, pertanto, non pu essere analizzato con l'ausilio della sola teoria e
voluzionistica.
Sigmund Freud ha affrontato questo argomento nel suo libro Totem e Tab, sottoline
ando il fatto che i tab non sarebbero necessari se la gente non desiderasse fare
proprio quelle cose ritenute cos sconvenienti in una societ civile.
Ad esempio, i Comandamenti che dicono "Non uccidere", "Non commettere adulterio"
non sarebbero stati necessari se queste cose non fossero mai accadute.
Freud sottolinea il conflitto che noi avvertiamo quando i nostri pensieri di nat
ura sessuale e violenta (tracce del nostro passato secondo la teoria evoluzionis
tica, che Freud chiama l' "Io") si scontrano di petto con le recenti, rigide reg
ole che regolano la nostra societ, come quell'era dell' era vittoriana in cui viv
eva).
Freud ha anche teorizzato che nel momento stesso in cui l'uomo entra a far parte
di un gruppo, di una societ, fa proprie anche le regole e restrizioni sociali de
lla propria comunit, che lui chiama "Super-io" (alcuni sostengono che ci sia una
grande somiglianza tra le funzioni svolte dalla corteccia orbito-frontale e il S
uper-io freudiano).
Anche a rischio di mettere in bocca a Freud parole non sue, potremo dire che lo
Spirito di Perversit sorto proprio da questo scontro tra questo lato biologico, p
roprio dell'uomo, e le regole nelle quali l'uomo inserito, tra i suoi pensieri e
d impulsi sessuali ed aggressivi e le restrizioni sociali che mirano a sottrarre
libert all'individuo, frenandone i comportamenti).
In altri scritti, Freud stesso parla proprio del concetto di "ironia", sostenend
o che quest'ultima si in parte sviluppata come convenzione sociale approvata dal
la comunit per cercare di appianare questa tensione.
Soppressione del pensiero e pensieri intrusivi
Entrambe queste due teorie, questa evoluzionistica e quella freudiana, risultano
per non sperimentate.
Tuttavia sono molto utili principalmente a darci un'idea di dove questi pensieri
siano arrivati.
Una teoria un p pi recente, chiamata "soppressione del pensiero", stata proposta d
al Dr. Daniel Wegner.
Essa presenta il vantaggio di essere stata testata e di aver suggerito anche un
metodo per contrastare e ridurre i pensieri intrusivi.
Nella prefazione originale del libro Orsi bianchi e altri pensieri intrusivi il
Dr. Wegner spiegata la scelta del titolo:
"Si potrebbe pensare che il libro tratti veramente di orsi bianchi, dato il tito
lo e il resto. E in un certo modo vero! Sebbene l'argomento riguardi proprio i p
ensieri intrusivi non voluti e il modo in cui la gente pu contrastarli, gli orsi
bianchi in qualche modo c'entrano Perch sono tratti da un episodio biografico del
giovane Tolstoy.
Sembra che una volta egli fosse stato costretto dal fratello a restare in un ang
olo fino a quando non fosse riuscito a smettere di pensare ad un orso bianco.
Sicuramente Tolstoy non vi riusc ed il punto proprio questo: non abbiamo il contr
ollo totale della nostra mente, specialmente quando si tratta di dover sopprimer
e e bloccare dei pensieri intrusivi non voluti."
Semplificando, la teoria di Wegner si basa sul fatto che tutte le volte che ci s
forziamo di non pensare ad una cosa in particolare, il pensiero paradossalmente
si impone alla nostra mente pi di quanto non lo farebbe se noi non cercassimo di
evitarlo.
Inoltre, non solo non siamo in grado di bloccare certi pensieri ma il fallimento
di ogni tentativo produce anche una sorta di effetto a rimbalzo per cui quegli
stessi pensieri ritornano sempre pi frequentemente anche dopo che noi abbiamo sme
sso di bloccarli.
E questo accade tutte le volte in cui ci sforziamo disperatamente di bloccare un
certo pensiero.

Come Freud ha puntualizzato, la societ cerca di punire e regolare i pensieri di n


atura sessuale e violenta che potrebbero essere potenzialmente distruttivi in un
a comunit.
Wegner potrebbe obiettare che, a causa di certi tab che la societ impone, validi a
d esempio in casa come in Chiesa, noi impariamo a farli nostri e ci monitoriamo
in continuazione e tutte le volte in cui percepiamo l'arrivo di un certo pensier
o e lo etichettiamo come "sbagliato", noi ci sforziamo immediatamente di bloccar
lo.
Ma, come Wegner ha puntualizzato, comportandoci in questo modo non facciamo altr
o che diventare i peggiori nemici di noi stessi, Perch stiamo entrando in un circ
olo vizioso che ci porta a pensare di pi a certe cose (Perch ci sforziamo di non p
ensarle) e a pensarle sempre pi frequentemente anche quando non blocchiamo pi il p
ensiero (per l'effetto rimbalzo di cui si detto).
La teoria di Wegner ci ha dato un valido strumento da utilizzare durante la tera
pia con i nostri pazienti.
Un punto cruciale infatti il seguente: dire ai nostri pazienti che perfettamente
normale avere certi pensieri, per quanto disgustosi e violenti essi siano, e ch
e proprio il tentativo disperato di bloccarli che invece ce li ripresentano in c
ontinuazione.
Dobbiamo comportarci come Padre Jack che abbiamo gi incontrato e come lui dobbiam
o consentire al nostro cervello di accettare che quel pensiero ci attraversi nel
la mente, non dobbiamo caricarlo di significati o dargli importanza, solo cos div
enter meno aggressivo, fino a quando non lo noteremo neppure.
D'altra parte c' da considerare quest'altro punto: sebbene la soppressione del pe
nsiero giochi un ruolo molto importante nella lotta al disturbo, non sono d'acco
rdo nel ritenere che tale soppressione sia decisiva nello sviluppo delle ossessi
oni cliniche.
Infatti, tutti i miei pazienti hanno cercato di sopprimere il pensiero ma solo u
na parte di essi sono stati gravemente tormentati e paralizzati dalle proprie os
sessioni.
Gli altri, pur tentando di sopprimerli, sono cmq riusciti a non esserne poi cos s
convolti.
Perci cosa fa s che i pensieri intrusivi, cmq e sempre spiacevoli, si trasformino
per da semplici fastidi a pensieri cos penosi e invalidanti?
Perch questi pensieri sfuggono ad ogni tipo di controllo?
Le ricerche suggeriscono che un disturbo psichiatrico come la depressione, il di
sturbo ossessivocompulsivo, il disturbo ossessivo compulsivo di personalit, la si
ndrome di Tourette o il disturbo post-traumatico da stress quasi sempre presente
in persone che soffrono di pesanti pensieri intrusivi.
Depressione
Come ho gi detto alcune mamme soffrono di depressione, sia nel periodo di tempo
immediatamente successivo alla nascita del bambino sia pi tardi, e sono pertanto
pi vulnerabili all'insorgere di pensieri intrusivi di far del male ai propri figl
i rispetto alle donne che non soffrono di depressione.
Ad esempio, il Dr Jennings e associati, di Pittsburgh, hanno intervistato un cen
tinaio di donne depresse con a carico un bimbo al di sotto dei tre anni di et ed
hanno scoperto che il 41% ha ammesso di aver avuto pensieri aggressivi e violent
i verso i loro stessi figli, di contro al solo 6% di 46 donne non depresse.
Quando si depressi si tende a guardare a noi stessi e al mondo intero attraverso
delle lenti scure e ci si predispone maggiormente a sviluppare pensieri pericol
osi di morte.
Un gruppo di ricercatori in Inghilterra ha recentemente effettuato degli studi s
u 4 donne che soffrivano della cosiddetta paura della "morte nel lettino" (a vol
te chiamata negli Stati Uniti la "sindrome da morte improvvisa del neonato", o S
IDS).
Tutte queste donne erano depresse e tutte si sentivano spinte a controllare osse
ssivamente il respiro del bambino durante la notte, mentre riposava nel suo lett
ino.

Le caratteristiche della depressione clinica sono elencate nella Tabella 6.


Come potete vedere dalle caratteristiche finali, quando si depressi spesso si va
nno a pensare le cose pi atroci.
Tabella 6
Caratteristiche della depressione clinica:
-sentirsi gi, tristi, vuoti, in lacrime la maggior parte del tempo
-perdita di interesse o di piacere nelle attivit che normalmente coinvolgevano
-perdere appetito e peso, o avere pi appetito e aumentare di peso
-avere problemi nel dormire o dormire troppo
-sentirsi rallentati per la maggior parte del tempo o sentirsi nervosi
-sentirsi molto stanchi e privi di energia per la maggior parte del tempo
-avere problemi di concentrazione o, al contrario, sentire il bisogno di prender
e delle decisioni per
la maggior parte del tempo
-pensare spesso alla morte e al suicidio
-perdere interesse sessuale
-sentirsi privi di valore o in colpa per errori fatti in passato.
E' molto importante a questo punto fare una chiara distinzione tra i pensieri in
trusivi, oggetto di questo testo, e i pensieri suicidi che sono molto comuni nel
la depressione.
Se tu hai dei pensieri molto forti e persistenti come il:
-fantasticare su come potresti ucciderti
-immaginare te stesso disteso dentro una bara
-forte impulso a tagliarsi
-forse impulso a spararsi
-forte impulso a impasticcarsi
-forte impulso ad impiccarsi
-forte impulso a buttarsi dalla finestra
-forte impulso ad andare a sbattere con l'automobile
-forte impulso a fantasticare di compiere questi gesti
allora dovresti preoccuparti seriamente e rivolgerti ad un centro di salute ment
ale appena possibile.
Questi pensieri potrebbero essere pericolosi e sono completamente differenti dag
li innocui pensieri di natura sessuale, aggressiva e religiosa che sono oggetto
di questo testo.
Sindrome di Tourette
La Sindrome di Tourette un disturbo neuropsichiatrico che si basa proprio su que
sto conflitto tra i nostri impulsi di natura sessuale ed aggressiva e i tab della
societ.
In nessun altro disturbo, oltre il Doc, lo Spirito di Perversit svolge cos bene il
suo compito!
In questo caso, dietro i vari movimenti involontari del corpo e/o facciali e gli
strani suoni emessi che stanno alla base del disturbo, coloro che ne sono colpi
ti sentono a volte l'impulso di urlare oscenit in pubblico, oppure possono inizia
re a masturbarsi davanti a sconosciuti e anch'essi iniziano ad essere assillati
da pensieri ed impulsi intrusivi di natura violenta o sessuale.
Riporto un caso di un uomo che ha sofferto della sindrome in questione:
"Verso la met del XV secolo un padre, seriamente preoccupato per lo stato mentale
del figlio, in compagnia del figlio fece un viaggio dall' Europa centrale a Rom
a per sentire il parere di un esorcista. Il padre dichiar che il figlio, fino a p
oco tempo prima, aveva un' ottima reputazione ed era uno stimato predicatore.
Ma con suo grande orrore, aveva di recente sviluppato uno strano e incontrollabi
le impulso a bestemmiare e a maledire a voce alta tutte le volte in cui si trova

va in una Chiesa.
Il figlio stesso era terrorizzato da tutto questo Perch a quell'epoca questi comp
ortamenti venivano severamente puniti con la condanna a morte (pensiamo all'esec
uzione sommaria di quelle donne che venivano reputate delle "streghe").
Quando al ragazzo gli si chiese di spiegare cosa gli prendeva in quei momenti, i
l giovane diceva che gli sembrava di avere una specie di demone dentro che si im
possessava del suo corpo contro la sua volont.
"Non posso farci nella" diceva " come se si impossessasse di tutto il mio corpo..
.. lui che mi fa parlare o piangere. Sento le parole che mi suggerisce, non sono
io a volerle, cerco di resistere ma non riesco mai a trattenerle".
Ipotizzando e temendo una possessione demoniaca il padre decise pertanto di cond
urlo al cospetto di un esorcista per estirpare dal corpo del figlio il demonio".
Ogni cosa che un malato di questo disturbo sa di non dover fare, ecco! proprio q
uella cosa diventa la mira, il bersaglio del demonietto.
I pazienti che ne soffrono mi dicono di sentirsi costretti, ad esempio, a fare g
esti assurdi, come quello di affondare i coltelli nelle prese elettriche, cercar
e di strapparsi i bulbi oculari, attivare sistemi di allarme, toccare le persone
, urlare frasi razziste o parole blasfeme in Chiesa.
E a differenza di chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo, i malati di Sindr
ome di Tourette mettono sempre in pratica ci che pensano.
Il neurologo Oliver Sacks ha brillantemente spiegato alcuni casi di pazienti che
soffrono di questa sindrome, dando una visione molto accurata ed approfondita d
el fenomeno.
Recentemente egli ha raccontato la storia di un chirurgo che ne era affetto, mos
trando proprio come questo demonietto si divertiva alle spalle del pover'uomo.
In questi scenari che ora vediamo, notiamo che tutte le volte in cui un determin
ato comportamento viene proibito e considerato "sconveniente", proprio quello ch
e viene preso di mira dal demonietto:
Esempio: Una paziente di Bennet (il chirurgo) era una donna robusta con un melan
oma al gluteo che necessitava di essere reciso in profondit. Bennett si lav le man
i e indoss dei guanti sterilizzati.
Appena pens al fatto di essere obbligato ad indossare dei guanti sterili, il demo
nietto inizi a tormentarlo, tanto che il chirurgo si sent costretto all'improvviso
a strofinare il guanto destro, gi indossato e sterilizzato, su una parte del bra
ccio sinistro dove non era arrivata l'acqua e, pertanto, a "sporcare" il guanto.
La paziente lo guard completamente privo di espressione.
Simili episodi sono sempre accaduti a Bennet.
Esattamente come il chirurgo descritto da Oliver Sacks, molti dei miei pazienti
che soffrono di sindrome di Tourette hanno sentito il forte impulso a fare le co
se pi sconvenienti nei momenti meno adatti.
Per un chirurgo questo pu riguardare la sterilizzazione degli oggetti chirurgici
e delle mani, ma per un mio paziente, Brad, un rappresentante di commercio di ap
pena quarant'anni che solito spostarsi in macchina, questo pu riguardare l'impuls
o fortissimo a sbandare con la macchina e andare volontariamente fuori strada.
Sebbene, l' Haldol, il farmaco che assume, riuscito a controllare molti dei suoi
tic e delle sue contrazioni muscolari e facciali, lui mi ha confidato, la prima
volta che ci siamo visti, che gli erano rimaste delle fissazioni che lo spingev
ano a mettere in atto delle manovre pericolose, come quella di cambiare bruscame
nte marcia mentre viaggiava ad altissima velocit in autostrada! (devo confessarlo
: quando lui mi ha raccontato ci mi sono chiesto, per tutti i giorni a seguire, c
ome sarebbe stato fare una cosa simile, anch'io ho provato un forte impulso a ve
dere cosa si provassevedete bene che lo Spirito di Perversit sempre in agguato, c
on tutti!).
Brad mi ha spiegato che quando quest'impulso cos pericoloso lo pungolava, riusciv
a a contrastarlo e a bloccarlo solo fino a quando non rientrava in qualche strad
ina laterale sano e salvo, rallentando e assicurandosi che nessuna macchina lo s
tesse seguendo.
Dopo non ci riusciva pi.
L, infatti.....BUM! Non resisteva: doveva far leva sul cambio per cambiare marcia
, sentiva la marcia stessa grattare fortemente, quindi sterzava e andava fuori s

trada fino a quando la macchina per un ostacolo non si fermava da sola.


"Oh s, dottore, lo penso e lo faccio ed per questo che mi muovo solo con macchine
noleggiate".
Si ritiene che il disturbo ossessivo-compulsivo e la Sindrome di Tourette possan
o essere, in certi casi, dei disturbi geneticamente collegati tra di loro.
Da alcune ricerche effettuate stato messo in luce che chi soffre di disturbo oss
essivo-compulsivo meno incline a soffrire di pensieri particolarmente violenti e
di natura sessuale a meno che non soffra anche di tic e contrazioni muscolari t
ipici della sindrome di Tourette.
Ad esempio, il Dr. Leckman e suoi associati all'Universit di Yale hanno scoperto
che coloro che hanno dei tic nervosi correlati al disturbo ossessivo-compulsivo
presentano anche pensieri intrusivi molto pi violenti, aggressivi e blasfemi risp
etto a coloro che soffrono di Doc ma senza tic.
Similarmente, il Dr. Zohar e suoi associati all' Universit ebraica di Israele han
no condotto delle ricerche sugli adolescenti che soffrono di Doc e hanno scopert
o che coloro che presentano anche dei tic nervosi hanno pensieri intrusivi ed im
magini mentali molto pi gravi e penose di coloro che soffrono di Doc senza per pre
sentare tic.
Tabella 7
Caratteristiche della Sindrome di Tourette:
-prima dei 18 anni possono essere presenti tic sonori (suono o rumore vocale)
-i tic sono frequenti, quotidiani, e possono durare anche per qualche anno, i ba
mbini, in particolare,
non riescono ad avere periodi di remissione completa superiori ai 3 mesi consecu
tivi.
Esempi di tic muscolari:
-Faccia--le palpebre, ruotare gli occhi, arricciare all'indietro le palpebre, fi
ssare, toccare le sopracciglia,
--aggrottare il viso, aggrottare le sopracciglia, arricciare il naso, muovere le
narici, aprire la bocca,
--fare smorfie con il viso, ghignare, atteggiamento imbronciato, muovere le labb
ra, sputare per terra,
--muovere la lingua, mordicchiarsi le labbra, leccarsi le labbra, digrignare i d
enti, picchiettarsi le guance, protendere la mandibola, succhiare, strofinarsi i
l mento, testa o collo
--girare la testa, piegare la testa, muovere di scatto la testa, abbassarla di s
catto, ruotarla, girarla, stringere le spalle, ingobbirsi con le spalle, stirars
i il collo
-Braccia--muovere bruscamente le braccia, serrare i pugni, stirarsi le dita, bat
tere le braccia, muoversi lentamente, stendere le braccia, piegarle, allungare l
e braccia dietro la schiena
-Corpo--muovere il bacino, sobbalzare l'addome, contrarre il busto, protendere l
'addome, stringere le natiche, gonfiare il petto, stringere lo sfintere, fremere
-Gambe--agitare piedi e dita, flettere le anche, scalciare, protendere all'indie
tro le dita, stendere e flettere le ginocchia.
Esempi di tic sonori:
-schiarirsi la gola
-ringhiare
-odorare
-sbuffare
-grugnire
-imprecare
-ripetere cose appena dette da altri
-deglutire
-emettere vari suoni
-strillare

-singhiozzare
-scattare
-emettere pernacchie
-respirare forte
-respirare profondamente
-fischiettare
-canticchiare senza parole
-sibilare
-tirare su con il naso
-grugnire
-dire "yahoo"
-fare qua qua
-dire "ha, ha, ha"
-ansimare
-ripetere certi suoni tipo: Sh, Sh, Sh, T, T, T, T, Ooh, Ugh
Disturbo ossessivo compulsivo di personalit
Ad alcune persone che soffrono di pensieri intrusivi pu essere anche diagnosticat
o un Disturbo ossessivo-compulsivo di personalit (DOCP).
Le caratteristiche di questo disturbo le troviamo indicate pi avanti.
Come potete capire gi da soli, queste persone tendono ad essere particolarmente i
nflessibili e perfezionistiche riguardo a questioni soprattutto di carattere mor
ale o religioso.
Per loro assolutamente difficile dimenticare l'esperienza di aver avuto anche un
solo blando pensiero ossessivo, anche quando vengono messe al corrente del fatt
o che tutti gli esseri umani hanno pensieri di questo tipo.
Specialmente se costoro hanno con il tempo sviluppato un punto di vista religios
o molto forte, assolutistico, basato sull' esistenza di un Dio vendicativo e pun
itivo.
Lui o lei mal tollerano il fatto di aver avuto per la testa pensieri intrusivi d
i qualsiasi tipo (e sto parlando anche di pensieri molto blandi, che vengono tol
lerati anche da coloro che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo).
Tempo fa le persone che soffrivano di DOCP erano considerate persone dalle "cosc
ienze" e dal "senso di responsabilit" fortissimi, e questi termini probabilmente
descrivono i loro problemi e le loro vulnerabilit molto meglio del termine modern
o DOCP.
Disturbo ossessivo-compulsivo
Coloro che soffrono di Doc hanno possono avere o pensieri intrusivi che non ries
cono a tenere lontani dalla loro mente o compulsioni che mettono in pratica in m
aniera molto frequente e penosa, oppure entrambi (ossessioni e compulsioni).
Anche in questo caso le caratteristiche esatte le trovate in seguito.
I miei colleghi, Drs. Cary Savage e Scott Rauch (nonch il nostro gruppo di ricerc
a dell' Ospedale del Massachusetts e della Scuola Medica di Harvard), hanno rece
ntemente scoperto che coloro che soffrono di Doc sono molto spesso incapaci di p
restare un'adeguata attenzione agli eventi e alle situazioni su cui non si sono
attivamente e coscientemente focalizzati (anche a causa di una situazione di gra
nde ansia e agitazione).
La conseguenza che questi eventi, queste situazioni non sono allocati nella loro
memoria come, invece, accade automaticamente a tutti noi (Perch vi prestiamo sol
itamente una maggiore attenzione).
Faccio un esempio e vi faccio vedere cosa accade quando non si presta particolar
e attenzione alle cose che si fanno (il discorso valido per tutti coloro che non
prestano attenzione nel compiere un determinato atto, malati o meno di Doc).
Sebbene non abbia in mente, in questo momento, l'immagine di me stesso mentre st
amattina chiudevo l'auto (atto meccanico) alcune parti del mio cervello, ben att
ive e funzionanti, hanno registrato quel momento.
Questo viene in psicologia chiamato "apprendimento implicito, consapevolezza imp

licita", implicito Perch, pur avendo fatto quel gesto, in quel momento l'ho fatto
meccanicamente, non ero attivo e cosciente mentre lo facevo, non mi ero focaliz
zato sul gesto in s, implicito dunque il fatto che io l'abbia fatto.
Ora: a me resta la sensazione di averlo sicuramente fatto, anche se non posso di
re di avere un'immagine limpida e chiara di me che lo sto facendo.
Ma i pazienti che soffrono di Doc fissano per diversi minuti l'interruttore dell
a luce e ancora provano la sensazione di "non aver registrato nella loro mente i
l dato secondo cui l'interruttore spento".
Perch io non provo questa sensazione e loro s?
Vediamolo.
Si detto che coloro che soffrono di Doc spesso non riescono ad essere sicuri di
non aver fatto qualcosa di sconveniente e di dannoso in quanto non riescono a ri
cordare neppure di non averlo fatto!
Sebbene io non riesca, in maniera chiara e specifica, a ricordare di non aver mo
lestato sessualmente nessuno per strada ieri mattina,sebbene io non abbia in que
sto momento l'immagine fotografica chiara di me mentre cammina per strada, il mi
o cervello, in quel momento, sta funzionando correttamente, sta monitorando le m
ie azioni ed automaticamente ha raccolto quell'informazione che mi ha lasciato l
a rassicurante sensazione di non aver fatto assolutamente nulla di sbagliato.
Questo , invece, ci che accade in chi soffre di doc e che gli provoca quella terri
bile sensazione di ritenere di avere forse commesso inavvertitamente, senza rico
rdare, qualcosa di sconveniente nei confronti di un passante:
Quando pi tardi, preso dall'ansia e dall'agitazione, il paziente cerca di convinc
ersi al 100% di non avere molestato nessuno (o di non essere stato molestato) lu
i va alla ricerca ossessiva di una "prova" ma, non trovandola (ripeto: nessuno d
i noi, malato o meno di Doc, di un evento passato pu avere in mente l'immagine FO
TOGRAFICA precisa dell'evento) inizia a spaventarsi via via, ad accumulare ansia
su ansia, fino al momento in cui, nel panico pi totale, essendo un individuo ult
ra-coscienzioso, pieno di sensi di colpa, ricoprendosi di giudizi morali e prete
ndendo dal cervello una prova schiacciante di non colpevolezza e di assoluta cer
tezza, prova che il cervello non pu fornire a nessuno, allora cade nell'errore op
posto che il motivo per cui non ricorda solo ed esclusivamente uno: "se non sono
in grado di ricordare di
non averlo fatto solo Perch allora devo averlo fatto davvero!"(apprenderete in se
guito che imparare a smascherare e a correggere i pensieri disfunzionali e irraz
ionali il cuore di quella parte della terapia chiamata "terapia cognitiva").
Molte delle nostre ricerche effettuate nell'ultimo decennio sono state finalizza
te a scoprire cosa accade nel cervello di una persona che soffre di Doc causando
gli pensieri intrusivi e relative compulsioni.
Grazie all'utilizzo di strumenti tecnologici che hanno consentito di scansionare
il cervello e grazie alle relative considerazioni a cui siamo giunti per mezzo
di test neuro-psiciologici basati sull'attenzione e sulla memoria, il nostro gru
ppo di ricerca ha iniziato a tracciare, con sempre maggiore precisione, alcuni p
unti chiave di questo "misterioso" disturbo.
Per la prima volta nella storia, siamo stati in grado di vedere da vicino cosa a
ccade nel cervello delle persone nell'attimo stesso in cui sono attraversate da
un pensiero intrusivo.
Il Dr. Savage ha spiegato che i nostri studi, che utilizzano immagini del cervel
lo scansionato, mostrano che quando le persone vengono assalite da pensieri intr
usivi, particolari zone del loro cervello diventano progressivamente pi spesse e
pi attive: queste parti sono la corteccia orbitofrontale, il nucleo caudato, il c
ingolato anteriore, tutta quella parte strettamente connessa al nostro sistema l
imbico, insomma tutta la zona del cervello interessata dall'elaborazione di emoz
ioni forti e
dal forte impatto.
Questo spiega Perch la gente di solito si ossessiona su cose che implicano il per
icolo di far del male o cose simili (Perch quella parte che si occupa delle emozi
oni forti ad essere stimolata).
Come dimostrazione, il Dr. Savage ci fa l'esempio di una donna terrorizzata dai
coltelli.

Se, nonostante tutti gli sforzi effettuati per evitarli, la donna vede un coltel
lo, la visione attiva il sistema limbico del suo cervello (il sistema che si occ
upa delle emozioni forti) e lei progressivamente inizia a percepire sensazioni d
i paura e terrore.
Quindi, se a causa del Doc, le parti del cervello descritte sopra, nonostante si
ano costantemente in funzione, non riescono a sopprimere completamente questa se
nsazione, lei probabilmente soffrir di ossessioni inerenti il coltello e inerenti
il pericolo che esso rappresenta.
Pensiamo alla mia paziente Kay, la madre terrorizzata dal fatto di poter uccider
e i suoi due figli durante la notte.
In che modo un neuropsicologo come il Dr. Savage potrebbe rassicurare Kay del fa
tto che non metter mai in pratica l'ossessione di accoltellare i suoi bambini?
Egli potrebbe dirle "Anche se lei teme che il suo cervello non funzioni corretta
mente e che quindi non sia in grado di inibire le azioni sulla scia delle ossess
ioni che ti tormentano, le posso assicurare che la scansione del suo cervello mo
stra che, in realt, le parti preposte (soprattutto la corteccia orbito-frontale)
stanno continuando a lavorare correttamente, anzi addirittura di pi! e stanno ini
bendo i suoi impulsi. Infatti, l'attivit del suo cervello monitorata e registrata
sta lavorando esattamente all'opposto rispetto a quella di una persona che agis
ce sul serio, impulsivamente e
pericolosamente.
Nelle stesse aree in cui il suo cervello sta lavorando correttamente (e lo ripet
o: anzi: di pi di correttamente) il cervello di un reale assassino presenta parti
completamente inattive".
Alla fine, il Dr. Savage potrebbe anche spiegarle che lei sta davvero guastando
il suo tempo dando importanza a questi pensieri, preoccupandosi in maniera cos ec
cessiva del suo cervello, perch quest'ultimo sa molto meglio di lei quello che de
ve fare!
Le parti interessate del cervello, mentre Kay si logora in questo modo, si sono
gi attivate automaticamente ad impedire che ci avvenga, e stanno funzionando alla
perfezione!
Si sta preoccupando per nulla!
In che modo sono correlati il disturbo ossessivo-compulsivo e la sindrome di Tou
rette?
Il Dr. Savage ci fa vedere quali parti del cervello sono interessate.
Parla della sindrome di Tourette, e ci indica le varie parti del cervello intere
ssate (e i nervi connessi ai vari muscoli) sostenendo che sono quelle ad essere
maggiormente colpite.
Come risultato otteniamo una serie di tic muscolari, contrazioni facciali, movim
enti improvvisi e accanto ad essi una serie di suoni prodotti dalla muscolatura.
Nel Doc, invece, il Dr. Savage ritiene che la zona cognitiva prefrontale, quella
che riguarda i pensieri e non i nervi e i vari muscoli, sia quella maggiormente
coinvolta e questo il motivo per cui i sintomi sono tutti concentrati in ossess
ioni mentali e non in tic e contrazioni muscolari.
Ma Perch chi soffre della sindrome di Tourette solito dire le cose sbagliate nel
momento meno opportuno?
Prendo come esempio quanto scrive Lowell Handler, un uomo che soffre di questo d
isturbo.
Egli in un recente libro "Contrazioni muscolari e grida" parla di una sua conosc
ente lesbica, anch'essa affetta dalla sindrome "Viveva con i suoi genitori ed er
a terrorizzata dal timore che i suoi scoprissero il suo orientamento sessuale. L
'unica parola che di tanto in tanto si lasciava sfuggire, a volte urlandola, era
"gay". "
Eccolo l: lo Spirito della perversit in ottima forma!
Ma cosa accade al cervello in quel momento?
Il Dr. Savage crede che l'impulso di dire o fare cose sia strettamente connesso
al sistema limbico o emozionale dei cervello Perch, come gi detto, questa parte ch
e "gestisce" i pensieri pericolosi, provocatori e scioccanti.
Pertanto, come egli spiega, non un caso che le parole urlate tendano ad essere p
roprio quelle di cui il malato si vergogna profondamente e non vorrebbe mai dire

.
Molti di noi hanno degli amici che bevono molto alcool e, poi, agiscono di conse
guenza, mettendo in atto comportamenti scorretti, quelle famose azioni imbarazza
nti e pericolose che una persona colpita da Doc teme di fare.
Perch accade questo?
Cosa accade al cervello in queste circostanze?
Il Dr. Savage spiega che l' alcool e l' assunzione di droghe (come ad esempio i
barbiturici) agiscono sull'attivit della corteccia frontale del cervello, che ha
la funzione di sopprimere sul nascere gli impulsi aggressivi e sessuali che prov
engono dalla parte bassa del cervello.
Quando noi beviamo o usiamo delle droghe, la nostra corteccia frontale non pi in
grado di svolgere il suo lavoro correttamente e ci rende pi inclini a mettere in
atto comportamenti che il cervello non percepisce pi come pericolosi.
Proprio per questo motivo, per tutti coloro che temono di fare qualcosa di peric
oloso e di imbarazzante, e tanto pi per chi soffre di Doc, non una buona idea int
ossicare il proprio organismo con sostanze simili.
Alcuni miei pazienti che soffrono di Doc mi hanno confidato di aver bevuto un p t
roppo a volte, cancellando i ricordi, e la mattina successiva sono stati lettera
lmente tormentati dai disperati tentativi di ricordare cosa avessero fatto la no
tte prima (si va dall'idea di aver molestato sessualmente qualcuno a casa all'av
er orinato nel succo d'arancia).
Sono tutti concordi nell'ammettere che questa paura terribile di "avere o meno f
atto qualcosa", di non averne la "certezza assoluta" ancora peggio della sbornia
in se stessa.
All'inizio abbiamo incontrato Gary, il pap ossessionato dall'eventualit di avere m
olestato sessualmente la sua giovane figlioletta e la sua amichetta.
Nel disperato tentativo di trovare una prova certa dentro di s, egli non riusciva
a fare altro che ammettere di non ricordare di non aver fatto qualcosa di sbagl
iato e questo faceva galoppare la sua ansia.
Cosa stava accadendo nel suo cervello da fare s che non riuscisse a venire fuori
da questo circolo vizioso?
Quando queste due condizioni persistono, gli affetti da Doc come Gary tendono a
dare un'eccessiva importanza ai loro pensieri e si preoccupano per questi stessi
pensieri eccessivamente.
A peggiorare le cose contribuisce un altro fattore: questi 2 problemi sono corre
lati ad altri problemi che si verificano nel cervello di Gary e che riguardano u
n particolare tipo di memoria chiamata "memoria episodica".
La "memoria episodica" la vostra abilit di "ri-creare", "ri-costruire" nella vost
ra mente eventi passati (ovviamente ricostruiti sulla base di pensieri disfunzio
nali e irrazionali, perch chi soffre di doc ha alla base dei pensieri appunto dis
funzionali!).
Se mescoliamo tutti questi fattori assieme, non difficile capacitarsi del fatto
che Gary si senta ansioso e profondamente preoccupato di aver fatto qualcosa di
sbagliato nel passato ma di non poterlo ricordare con certezza.
In lui si genera un totale scombussolamento.
Il Dr. Savage fa un'analogia:
"Sebbene io non riesca a ricordare se questa mattina abbia chiuso la mia auto, q
uesta preoccupazione solo un blando fastidio e non ha importanza per me, Perch es
sa non va ad attivare il mio sistema limbico nella stessa maniera in cui farebbe
con qualcuno che soffre di Doc, dal momento che queste persone sono eccessivame
nte preoccupate da argomenti come la "sicurezza", la "certezza", sono terrorizza
ti dal fatto di poter compiere un errore e di essere condannati per questo".
Hanno dunque alla base dei pensieri disfunzionali e/o irrazionali che inviano al
sistema limbico un falso messaggio di errore, il quale si attiva come si attive
rebbe qualora ci fosse un reale senso di pericolo, Perch il nostro sistema lo cap
ta come dannoso e lo capta come dannoso Perch alla base ci sono delle distorsioni
cognitive su cui occorre assolutamente lavorare.
Alcuni dei miei pazienti non hanno solo pensieri intrusivi ma ritengono di riusc
ire a visualizzare delle immagini cruenti molto vivide, come se esistessero davv
ero.

Mi hanno confidato che quando temono che qualcosa possa avvenire, questa stessa
cosa sono anche in grado di vederla, quasi come se fosse davanti ai loro occhi.
Ad esempio, se hanno paura di investire qualcuno con la propria auto, tendono a
guardare ripetutamente nello specchietto retrovisore e sembra loro di vedere dav
vero un corpo disteso per terra, sulla strada, dietro di loro.
Un paziente mi ha descritto immagini molto vivide di animali che corrono su e gi
per la strada, un altro ha "visto" pezzi di corpi sparpagliati per terra come in
un campo di battaglia.
Avere immagini forti di questo tipo pu rendere ancora pi aggressivi certi pensieri
.
Che cosa accade nel cervello di queste persone al punto tale da far vedere loro
cose che non esistono?
Il Dr. Savage afferma che, sebbene le persone che soffrono di Doc non siano chia
ramente schizofreniche, possono soffrire di vere e proprie allucinazioni.
Il mio collega di Harvard, il Dr. Stephen Kosslyn, ha effettuato numerosi studi
sulle immagini visuali ed ha stabilito che quando io immagino una scena nella mi
a mente vado ad attivare esattamente quella stessa area del mio cervello che vie
ne attivata automaticamente tutte le volte in cui vedo davvero, nella realt dei f
atti, una scena reale.
Di conseguenza, il Dr. Savage afferma che coloro che soffrono, come Gary, di Doc
tendendo a pensare e ripensare nella loro mente ad una data scena (inesistente
nella realt), vanno a stimolare troppo quella parte del cervello che si attiva qu
alora la scena esistesse davvero, s da rendere sempre pi difficile differenziare l
e 2 immagini (quella mentale e quella reale).
Dunque, un sofferente di Doc come Gray, controllando incessantemente la propria
memoria, tornando e ritornando in continuazione con il pensiero ad una data imma
gine, stimola, pungola quella parte del cervello che si attiva di fronte alle im
magini reali, si auto-provoca un fortissimo stress cerebrale e questo gli rende
sempre pi difficile distinguere tra una cosa immaginata ed una cosa realmente acc
aduta.
In quanto appassionato di questioni neuroscientifiche, sono davvero molto colpit
o dalla similitudine tra i risultati degli studi sulle immagini cerebrali e alcu
ne idee che gi Freud aveva elaborato, soprattutto quelle riguardanti il tentativo
del Super-Io di inibire gli impulsi crescenti che nascevano dall' originario Io
.
La corteccia orbito-frontale assolve esattamente lo stesso ruolo del Super-Io me
ntre il sistema limbico, come detto, rappresenta l' Io.
Dal secondo (sistema limbico-Io) arrivano gli impulsi, dal primo (corteccia orbi
to-frontale-Super-Io) questi impulsi vengono inibiti.
Freud sosteneva, intuendolo senza strumenti, che il Super-Io era ultra-attivo ne
i malati di Doc- beh, a me sarebbe piaciuto molto mostrargli le immagini al comp
uter per fargli vedere quanto la corteccia orbito-frontale sia ultra-attiva in c
oloro che soffrono di Doc!
E' proprio vero quanto sostiene il vecchio detto......"niente di nuovo sotto il
sole".
Disturbo post-traumatico da Stress (DPTS)
Il disturbo post-traumatico da stress (DPTS) caratterizzato dal ricorrere persis
tente ed angosciante di ricordi, flashbacks ed incubi inerenti un preciso evento
drammatico.
La differenza cruciale tra il disturbo post-traumatico da stress e il disturbo o
ssessivo-compulsivo consiste nel fatto che nel primo caso si soffre di ossession
i inerenti un fatto del passato, gi accaduto, (quindi reale e immodificabile), me
ntre nel secondo caso si soffre di ossessioni che riguardano una catastrofe futu
ra o un avvenimento che potrebbe semmai manifestarsi nel futuro.
Nella Tabella 8 sono elencate le caratteristiche del disturbo.
Tabella 8

Caratteristiche del Disturbo Post-traumatico da Stress (DPTS):


la persona stata esposta ad un evento traumatico
la persona pu essere stata coinvolta in prima persona o come testimone di un even
to che ne
ha leso la dignit fisica e morale (umiliazioni, soprusi) o ne ha messo in pericol
o la vita
il soggetto in questione spesso terrorizzato, si sente indifeso e in preda al pa
nico
la persona tende spesso a rivivere l' evento
ha ricordi frequenti e intrusivi dell'evento (immagini, pensieri, sensazioni)
fa sogni frequenti e angoscianti che hanno per oggetto l'evento in questione
ha spesso l'impressione di rivivere l'episodio
prova una profonda sofferenza e paura a relazionarsi con ci che le ricorda il tra
uma
la persona tende ad evitare tutto ci che le ricordi il trauma
evita pensieri, sensazioni o si rifiuta semplicemente di affrontare l'argomento
evita luoghi o persone che possano ricordarle il trauma
non riesce a ricordare parti importanti dell'evento traumatico
la persona si sente ancora pietrificata
dimostra un calo di interesse nello svolgimento di attivit che un tempo le piacev
a svolgere
si sente spesso distaccata ed estraniata rispetto alle altre persone
non riesce a provare sentimenti di amore o rabbia verso nessuno
non crede alla possibilit di poter un giorno avere un impiego, un matrimonio, dei
figli o una
vita serena
la persona si sente spesso ansiosa e preoccupata
ha problemi a lasciarsi andare o a restare sveglia
spesso irritabile o arrabbiata
ha problemi di concentrazione
sta spesso sulla difensiva
sobbalza tutte le volte in cui avverte rumori sonori o improvvisi.
E' fondamentale tenere ben distinti i pensieri intrusivi di violenza, di natura
sessuale o di blasfemia tipici del Doc da quelli che derivano da un evento traum
atico vissuto in passato.
Questo tanto pi importante quanto pi il trauma stato grave ed importante, Perch le
sofferenze patite da persone traumatizzate possono essere veramente molto profon
de e necessitano, quindi, di un trattamento specifico.
In un libro intitolato "Trauma e guarigione: La conseguenza della violenza-dagli
abusi sessuali alla politica del terrore", la Dr. Judith Herman parla del caso
di alcuni suoi pazienti che hanno sofferto di DPTS.
Si parla di coloro che sono stati vittime di crimini politici per periodi di tem
po anche prolungati (mesi o anni): ostaggi di guerra, prigionieri, sopravvissuti
ai campi di concentramento, superstiti di sette religiose.
Ma vengono affrontati anche i casi di coloro che sono stati costretti a subire a
busi fisici e psichici (domestici e non), dei bambini vittime di abusi e di colo
ro che sono stati sfruttati sessualmente.
Gli individui che sono stati esposti ad eventi traumativi, lesivi della propria
dignit ed integrit fisica e morale, presentano quasi sempre una serie di sintomi c
he sono profondamente diversi dai pensieri intrusivi di natura violenta, sessual
e o blasfema che vengono affrontati in questo libro.
Vediamoli:
-pensieri frequenti di suicidio
-pensieri frequenti di farsi del male
-flashback del passato che fanno loro rivivere in continuazione il trauma subito
-grande paura di manifestare i propri sentimenti e la propria rabbia
-fortissima rabbia repressa
-immagini improvvise della persona che ha abusato di loro e dei particolari pi di

sgustosi del
trauma
-terrore verso il sesso, sessuofobia e disgusto verso l'atto sessuale
-tendenza ad agitarsi di fronte a tutto ci che abbia a che fare con il sesso (fra
si, immagini, battute)
Il Dr. Herman ha spiegato le caratteristiche del disturbo nel seguente modo:
"L'evento traumatico viene allocato in una parte della memoria che lo tiene in u
na forma di oblio, ma pu irrompere improvvisamente, varcando la soglia dello stat
o cosciente e lo fa sottoforma di flashback ad occhi aperti durante il giorno o
attraverso penosi incubi notturni.
Anche i particolari pi insignificanti possono riportare alla memoria simili ricor
di obliterati e vengono rivissuti in forma di immagini vivide, reali e fortement
e angoscianti.
Anche quando il soggetto si trova in ambienti sicuri pu sentirsi in pericolo Perc
h i ricordi del trauma sono sempre, perennemente, in agguato".
Ci sono dei trattamenti studiati appositamente per questo tipo di disturbo e ven
gono descritti in questo libro del Dr. Herman.
Se ritenete di soffrire di questo disturbo, consigliabile leggere ed approfondir
e tutto ci che lo riguarda e parlarne in un centro di salute mentale.
Un caso clinico: sovrapposizione di pensieri intrusivi e di DPTS
Lo stretto e a volte confuso rapporto che sussiste tra pensieri intrusivi e DPTS
uscito fuori quando una paziente di nome Janie venuta a farmi visita.
Janie una giovane professionista che mi ha immediatamente colpito per la sua inc
redibile timidezza.
Sebbene fosse una persona molto cortese ed educata, notavo che non mi guardava m
ai negli occhi, ma teneva sempre lo sguardo fisso a terra.
Solo nel corso della seconda visita ho iniziato a sentirmi un p pi a mio agio con
lei, e lei con me, cos sono riuscito a chiederle il motivo per cui evitava sempre
il contatto con i miei occhi.
Con molta riluttanza ha cercato di rispondermi ma, senza fornirmi alcuna rispost
a pertinente, ha cambiato subito argomento dicendomi che era venuta Perch torment
ata da una serie di pensieri violenti e di natura sessuale, che l'assalivano in
molte situazioni, non ultime il tragitto in autobus o in treno.
Sapendo che Janie, come moltissimi altri miei pazienti, era molto sensibile e te
rrorizzata da pensieri simili, ho cercato con la maggior delicatezza possibile d
i chiederle "Janie, sta cercando di evitare il mio sguardo Perch teme di poter av
ere pensieri simili su di me?".
La giovane donna, sempre con lo sguardo fisso per terra, mi ha fatto cenno di s c
on la testa.
"S, in parte anche per questo", ha aggiunto con gran difficolt.
Dal momento che si era chiusa nuovamente nel suo silenzio impenetrabile ed enigm
atico, le ho chiesto quale fosse l' "altra parte".
Janie non riusciva a parlare, poi, sempre fissando il pavimento del mio studio,
ha aggiunto "Se lei guardasse nei miei occhi vedrebbe in essi le cose orribili e
disgustose che ho fatto".
Stimolata dalle mie domande, Janie mi ha confidato di essere spesso tormentata d
a immagini violente di natura sessuale verso bambini, immagini che lei teme sian
o accadute davvero in passato, probabilmente quando era solo una ragazzina.
Janie riteneva di avere subito degli abusi molto violenti di carattere sessuale.
Era la prima volta che mi trovavo a che fare con questa relazione stretta e intr
icata tra pensieri intrusivi e DPTS.
Questo nesso iniziava via via ad apparirmi pi evidente, specie quando le consigli
ai di mettere per iscritto il contenuto delle sue ossessioni che, come detto, av
evano come oggetto dei bambini.
Le consigliai altres di registrare queste ossessioni su cassetta e di ascoltarle
la notte successiva.
Janie lo fece ma, mentre stava ascoltando il nastro, dovette fermarsi sconvolta.
Mi chiam e mi disse che le era accaduto qualcosa di "strano".
Dopo aver ascoltato per un p il nastro, nel quale raccontava il filmino mentale d

i molestare un bambino piccolo sotto la doccia, Janie mi confid che aveva sentito
crescere in lei una profonda rabbia, di essersi pietrificata e di aver provato
una sensazione di estraniamento.
In quel mentre ha avuto questo flashback: lei, piccolina, era al posto di quel b
ambino e stava facendo la doccia, quando qualcuno entrato e l'ha violentata.
Durante questo ricordo, chiamato appunto "flashback" nel DPTS, Janie mi ha racco
ntato di aver provato delle sensazioni di dolore fisico proprio come se qualcuno
la stesse violentando in quel momento.
Questo, dal mio punto di vista, era un segnale molto preoccupante.
Ho immediatamente risposto a Janie che avremmo dovuto procedere con l'esposizion
e molto pi gradatamente, Perch i suoi potevano essere dei ricordi di un abuso real
e.
Come molti miei pazienti, anche Janie voleva avere l'assoluta certezza che simil
i fatti le fossero accaduti sul serio, io le ho risposto che per ora erano solo
"ricordi vaghi", "memorie", e che era molto il lavoro da fare per confermare o m
eno la veridicit dei fatti.
Ma fu solo in uno degli incontri successivi che la sovrapposizione tra pensieri
intrusivi e ricordi intrusivi divenne realt.
Janie stava mettendo per iscritto alcune ossessioni di natura violenta e blasfem
a che la assalivano tutte le volte in cui entrava in una Chiesa e, in questi suo
i scritti, era andata anche oltre, arrivando a parlare di una fortissima rabbia
repressa che provava verso la Chiesa in generale ed un prete in particolare, reo
di non averla incoraggiata a parlare dell'abuso che lei, da piccola, gli aveva
confidato.
La mente di Jane aveva incanalato tutta la sua rabbia per l'abuso subito nei con
fronti della Chiesa ed per questo che in tarda et era stata assalita da pensieri
di natura blasfema (pertanto, dietro a questi pensieri intrusivi di natura relig
iosa c'erano dei motivi, delle cause!).
Gi Freud aveva parlato di un fenomeno chiamato "spostamento".
Ho capito, infine, che si trattava di DPTS e che Janie era stata davvero abusata
da piccola quando mi sono accorto che la giovane donna non rispondeva positivam
ente a quel tipo di terapia.
Le settimane che seguirono questi primi flashbacks furono per lei atroci.
Spesso mi chiamava terrorizzata per dirmi che si sentiva profondamente in colpa,
che a volte pensava al suicidio, che non riusciva ad accettare ci che le era acc
aduto.
Queste, purtroppo, sono sensazioni che tutti provano quando l'abuso sessuale sta
to
particolarmente cruento e violento.
Anche se con molta difficolt, i sintomi sono riusciti a regredire, anche se ancor
a oggi Janie deve combattere contro stati di forte angoscia ed ansia: spesso avv
erte delle reazioni fisiche che la disgustano, spesso si sente depressa, quando
ricorda alcuni dettagli prova nausea e vomito, spesso si sente soffocare.
Il lavoro sar lungo e niente affatto facile ma Janie intenzionata a farcela.
Ai pazienti che soffrono di pensieri intrusivi ma che non rispondono positivamen
te alla terapia, ora sono sempre solito chiedere se in passato abbiano o meno su
bito esperienze traumatiche.
Sebbene siano esperienze molto sofferte ed angoscianti e i nostri risultati non
siano conclusivi, siamo ottimistici riguardo ai benefici di una terapia per chi
soffre di DPTS.
Persone particolarmente sensibili
Un ultimo tassello, tuttavia, manca a queste spiegazioni che ho appena fornito:
per quale motivo i miei pazienti si preoccupano cos tanto dei loro pensieri?
Nessuna delle teorie sopra descritte fornisce una valida una risponda a questa d
omanda cruciale.
Ho cercato di osservare attentamente le persone che fanno parte del gruppo che h
o in terapia, per provare a stilare un "identikit" in particolare e per cercare
di vedere quali elementi caratteriali queste persone abbiano in comune.

Finalmente, dopo circa un anno, sono riuscito ad arrivare ad una tipologia speci
fica.
A parte 1 o 2 eccezioni, tutti i partecipanti hanno affermato che fin da bambini
sono stati esageratamente sensibili, specialmente nei rapporti sociali, e che g
li capitava spesso (come ora) di provare delle emozioni molto forti.
Da giovani erano particolarmente timidi, spesso venivano fatti oggetto di burle
e scherzi da parte degli altri bambini e non erano in grado di a sfogare tutta l
a loro rabbia.
Queste considerazioni mi hanno portato a compiere delle vere e proprie ricerche
in campo letterario sulle persone colpite da una particolare sensibilit.
La mia ricerca all'inizio si concentrata su un best-seller destinato ad un pubbl
ico ampio, La persona iper-sensibile, del Dr. Elaine Aron.
In questo testo ben spiegato in che modo gli esseri umani reagiscono in modo dif
ferente ai diversi stimoli dello stesso ambiente in cui sono calati.
Il Dr. Aron ha affermato che in media le persone particolarmente sensibili (poss
iamo riferirci a loro con il termine HSP) si aggirano intorno al 15-20% della po
polazione.
Egli, dunque, ha intervistato diverse persone (un centinaio circa) "altamente se
nsibili" per cercare di studiarle pi da vicino e per cercare di sapere in che mod
o la sensibilit del loro sistema nervoso li condizioni positivamente e negativame
nte.
Due risultati della sua ricerca a mio avviso sono degni di nota:
1) queste persone sono fortemente responsabili
2) e danno troppo peso ai propri pensieri, a tutti i pensieri.
Questo "identikit" si avvicina molto a quello dei pazienti che fanno parte del m
io gruppo.
Sempre per quanto riguarda quest'argomento ho inoltre trovato un valido rifermin
ento nel pensiero di un grande fisiologo russo, Ivan Pavlov (il quale ha sempre
usato il termine di "fragile sistema nervoso" e "neuroticismo") e nel pensiero d
el seguace di Freud, lo svizzero Carl Jung (che ha usato il termine di introvers
ione e ha sempre descritto queste persone come persone molto sensibili all'ambia
nte circostante, a tal punto da essere completamente calate nel loro mare di pen
sieri).
Il mio collega di Harvard, il Dr. Jerome Kagan, ha praticamente dedicato tutta l
a sua carriera a studiare lo sviluppo di questo dato caratteriale nei bambini pi
ccoli (addirittura dai 4 anni di et in su).
Ho riletto la Profezia di Galen, un testo molto valido scritto da Kagan in merit
o a quest'argomento, e ho trovato un passo del libro che sembra calzare alla per
fezione anche nei confronti dei miei pazienti:
"La grande ansia ed il pesante senso di colpa che derivano dalla violazione degl
i standard morali della societ vengono gestiti dalle zone degli stessi circuiti l
imbici che gestiscono l'eccessiva sensibilit e l'inibizione (questa una descrizio
ne comportamentale di ci che noi solitamente chiamiamo con il nome di timidezza-d
isagio riguardo situazioni a cui non siamo abituati oppure inusuali).
A causa di ci, i bambini timidi diventano estremamente suscettibili a provare for
ti stati emotivi e vengono predisposti, a livello biologico, ad avvertire pi degl
i altri intensi sensi di colpa o stati di grande ansia, che possono portare addi
rittura alla fobia sociale.
Se questi bambini crescessero in ambienti dominati da regole severe e dal concet
to rigido di "obbedienza" potrebbero mostrare segni di eccessivo rigore e perfez
ionismo.
Questa ipotesi di una connessione tra coloro che soffrono di pensieri intrusivi
e coloro che fin da bambini sono stati molto timidi o piuttosto sensibili un'ipo
tesi che ho formulato solo recentemente
ed in attesa di essere ancora testata a livello scientifico.
Almeno finora il collegamento sembra calzante e, cosa pi importante, sembra calza
nte per molti dei miei pazienti.
Per alcuni di loro, questa discussione stata il punto di partenza per aprirsi e
raccontare la loro vita, fin dalla primissima infanzia: mi hanno parlato di quan
to siano sempre stati sensibili, inclini a forte emozioni, come la paura, il ter

rore, hanno continuato dicendo che sono sempre stati molto coscienziosi, eccessi
vamente responsabili, sempre "obbligati" in un certo senso a sopprimere e
bloccare determinati pensieri.
Mi hanno altres confidato che molte delle loro ossessioni possono riguardare argo
menti che per loro sono vitali, importantissimi, ma che possono essere considera
ti anche banali dalla gente comune, e che, in generale, sono cose su cui loro te
ndano a prestare molta attenzione, nonch un'importanza esagerata.
Capitolo Quinto
Guardare in faccia la paura: l' esposizione.
"La vera forza, il vero coraggio si ottiene solo quando ti fermi, decidi di non
scappare, e guardi
in faccia la paura.
Solo cos sarai in grado di dire a te stesso: "Sono passato attraverso questo orro
re. Non c' pi
nulla al mondo che non sapr affrontare"
Anna Eleanor Roosevelt (1884-1962)
Alcuni dei miei pazienti rimangono scioccati quando dico loro che l'unico modo p
ossibile per avere la meglio sui pensieri intrusivi quello di affrontarli faccia
a faccia.
"Ma non ci sarebbe un modo un p pi indolore?", spesso mi chiedono, ricordandomi ch
e hanno passato una vita intera a cercare di evitarli e a nascondersi.
La mia risposta che non esiste altro metodo altrettanto rapido ed efficace quant
o lo quello dell'esposizione diretta ai fattori ansiogeni.
Difatti, gli studi che sono stati condotti in tutto il mondo a partire dagli ann
i 60" e fino ai nostri giorni hanno confermato che esporsi in maniera continuata
e frequente, da una a due ore al giorno, assolutamente vitale per poter iniziar
e a ridurre le peggiori ossessioni, in tutti i sofferenti di Doc.
I principi di questa terapia che si basa sull'esposizione sono semplicissimi:
Esponetevi alla situazione che pi vi provoca ansia, paura, forte disagio, per una
o due ore al giorno, resistete all' inevitabile tentazione di cedere e all'iniz
io, mentre la state vivendo, non fate assolutamente nulla per distrarvi o rassic
urarvi.
Non fatevi, tuttavia, ingannare dalla semplicit di questa affermazione perch essa
contiene in s una potentissima medicina.
Ad esempio, due recenti studi sulle neuro-immagini eseguite all' UCLA hanno scie
ntificamente confermato che queste istruzioni, apparentemente semplicistiche,rap
presentano il primo trattamento non farmacologico che pu provocare una modifica n
ella chimica del cervello e un conseguente, netto, miglioramento.
Allo stesso modo, un mio collega, il Dr. Isaac Marks dell' Ospedale Maudsley di
Londra, ha tenuto una serie di conferenze in tutto il mondo riguardo all'importa
nza di diffondere tutta una serie di informazioni mediche (relativamente molto s
emplici) e ad ampio raggio.
In una bellissima analogia egli ci ricorda che, a dispetto di tutti i milioni di
dollari che sono stati spesi per attrezzature mediche all'avanguardia, a volte
bastano anche delle semplici indicazioni (che ora vedremo), come quelle diffuse
dall'Organizzazione Mondiale della Sanit (WHO) alla madri dei paesi del terzo mon
do, che sono riuscite a salvare moltissime vite.
Si consiglia a queste povere donne di bollire una pentola d'acqua, mettere dentro
un pizzico di sale, mescolare il tutto, assaggiarlo, e quando il liquido non tr
oppo caldo, versarlo con un cucchiaino sul corpo del loro bimbo, aspettando che
piano piano venga assorbito dal corpo".
Dietro queste semplici indicazioni, il Professor Marks ci ricorda che ci sono be
n 2 secoli di studi e ricerche, inerenti il fenomeno della disidratazione e dell
a osmolarit del sangue e il modo per combatterlo.
In definitiva, egli, psichiatra esperto anche di disturbo ossessivo-compulsivo,
ci sta dicendo, con questa analogia tra le indicazioni per guarire dal Doc e que

lle dell'WHO per combattere il problema della disidratazione nel terzo mondo, ch
e a volte dietro un problema importante ci possono essere delle soluzioni sempli
ci, ma non semplicistiche, come quelle indicate dalla terapia che si basa sull'e
sposizione diretta alla paura.
Entrambe dipendono moltissimo dalla capacit individuale di accettare questo metod
o e riconoscerlo per ci che : un metodo che vale la pena di applicare e che non pe
ricoloso.
Al contrario risulta essere molto efficace.
L'Abitudine: la chiave dell'Esposizione
Per avere chiaro il motivo per cui una terapia basata sull'esposizione risulta e
ssere cos efficace necessario prima avere chiaro un elemento che sta alla base di
essa: l'abitudine.
I pazienti che ho in cura mi hanno detto di aver molto apprezzato il modo in cui
parlo di questo argomento nel mio precedente libro (sempre dedicato al disturbo
ossessivo-compulsivo), Come raggiungere la padronanza e il controllo di s:
Avete mai fatto visita ad un vostro amico che abita vicino ad un aeroporto o ad
una stazione?
Certamente vi venuto da chiedervi come caspita faccia a vivere con tutto quel ba
ccano intorno. Al contrario, il vostro amico neppure ci fa pi caso.
Oppure avete mai provato a infilarvi la mattina un paio di scarpe un p pi strette
e, accorgervi a sera, di non averle ancora tolte?
Se vi sono mai capitate situazioni simili, ebbene avete toccato con mano cosa si
gnifichi, anche a livello fisico, abituarsi ad un qualcosa.
L'abitudine, che viene dal termine latino "habitus" significa: "assuefazione ada
ttamento a qualcosa fino al punto di non sentirne pi gli effetti".
In altre parole, dopo le prime sofferte esposizioni ad un qualcosa che ci scaten
a una serie di emozioni intense e molto forti, piano piano il nostro corpo e la
nostra mente si abitua e impara a gestirle con tranquillit oppure semplicemente a
d ignorarle.
L'abitudine un concetto importantissimo per capire come contrastare, mediante l'
esposizione, le peggiori ossessioni e compulsioni.
I nostri studi e le nostre ricerche, compiute su centinaia di pazienti, mostrano
che se voi vi esponete con regolarit ed impegno a ci che vi terrorizza, prevenend
one la risposta, questa stessa paura, questo terrore si attenuer piano piano, por
tandosi via le connesse compulsioni.
Certamente, per, il modo in cui le ossessioni e le compulsioni regrediscono diver
so da persona a persona.
L'ansia di un soggetto pu diminuire nel giro di mezz'ora, mentre su un altro il t
empo pu essere maggiore (addirittura i primi miglioramenti si possono vedere dopo
intere settimane di pratica).
Non c' niente che voi possiate fare per impedirlo: potete solo accettare il fatto
di essere diversi rispetto agli altri (ciascuno di noi unico!), che i vostri te
mpi di risposta non sono standardizzati, esattamente come accettate il fatto che
ci sono persone diverse, per colore di capelli, per peso, per costituzione.
Ci che fondamentale riuscire a guarire, non il tempo impiegato per farlo.
Il concetto di "abitudine" un concetto molto utilizzato in psicologia, non solo
quando si parla di disturbo ossessivo compulsivo.
Ad esempio, molti di noi da bambini avevano paura del buio.
Questo ci faceva sentire terrorizzati, a volte ci capitava di urlare o di piange
re, altre ancora eravamo spaventatissimi di vedere l'uomo nero o una serie di mo
stri spaventosi sotto il letto.
Come conseguenza, ci ritrovavamo a implorare i nostri genitori di non spegnere l
a luce oppure di dormire con loro, in letti ultra-affollati!
Con il passare dei mesi imparavamo per a farcela da soli, piano piano ci siamo ab
ituati al buio, fino a quando la paura, e con essa le immagini spaventose dell'u
omo nero, ci hanno abbandonato.
Cosa accaduto?
Cambiando il nostro comportamento (consistente nello sforzarci di stare il pi pos

sibile con la luce spenta nel nostro letto), indirettamente abbiamo modificato i
nostri pensieri (i mostri) e le nostre sensazioni (paura).
Ebbene, questo esattamente quello che dobbiamo fare nei confronti delle nostre o
ssessioni e compulsioni.
La terapia basata sull'esposizione, che la migliore nel caso di disturbo ossessi
vo-compulsivo, pu essere facilmente adattata da ciascuno per contrastare questo d
isturbo.
E' bene sottolineare che essa deve essere personalizzata ed adattata a seconda d
ei sintomi manifestati e delle situazioni che provocano l'assalto di simili pens
ieri.
Ad esempio: un paziente che soffre solo di ossessioni pure (anche senza che ques
te vengano scaturite da alcunch) e non anche di compulsioni o rituali, deve espor
si alle sole ossessioni.
Queste, e non atti materiali, saranno il bersaglio principale.
Spesso, invece, i miei pazienti vengono assaliti dai pensieri intrusivi a seguit
o di particolari circostanze (mentre stanno viaggiando o sono in spiaggia oppure
stanno facendo acquisti in un grande magazzino).
Per questi pazienti il trattamento consister nell'esporsi direttamente proprio a
queste situazioni reali.
Alcune volte, tuttavia, senza necessariamente dover ritornare sulla "scena del d
elitto", utile per queste persone rivivere mentalmente quelle circostanze ("espo
sizione mentale"), spesso con l'ausilio di un registratore in cui avranno regist
rato tutte le loro paure.
Sia l'esposizione diretta che quella indotta mentalmente sono affrontate nei par
agrafi che seguono e sono state utilissime nel processo di guarigione delle pers
one interessate.
Esposizione diretta alle ossessioni sessuali
Il Dr. Joseph Ciarrocchi, un esperto nel trattare le ossessioni religiose al Loy
ola College del Maryland, ha recentemente descritto il suo trattamento basato su
ll' esposizione di un paziente cresciuto in un clima molto rigido di precetti re
ligiosi.
Quest' uomo soffriva di ossessioni sessuali.
Vediamo il suo caso.
Baptis un ragazzo omosessuale di 36 anni, celibe, sofferente di pensieri intrusi
vi di natura sessuale, specialmente durante le funzioni religiose.
Sebbene egli fosse fisicamente attratto da uomini adulti, spesso era vittima di
penose ossessioni pedofile.
Appena vedeva un ragazzo giovane, iniziava a farsi il problema se fosse o meno m
aggiorenne.
Era talmente terrorizzato di poter provare attrazione per i ragazzi molto giovan
i che alla fine era arrivato ad evitare di guardare tutti coloro che oggettivame
nte non dimostrassero all'incirca 30 anni.
Queste ossessioni erano particolarmente penose quando si trovava in Chiesa: l cer
cava di non guardare nessuno, per evitare di incrociare lo sguardo di qualche mi
nore, di conseguenza restava fisso in direzione del prete per timore che i suoi
occhi vagassero per la Chiesa e si scatenassero quelle terribili ossessioni di p
edofilia.
Trattamento
Il Primo Passo di questo programma basato sull'esposizione riguardava il raccogl
iere del materiale (come ad esempio un catalogo di moda maschile) su cui, appunt
o, esporsi.
Il terapeuta ed il paziente selezionavano da questo catalogo tutta una serie di
immagini (una decina all'incirca) in cui apparivano diversi modelli (uomini adul
ti) fotografati con abbigliamento elegante, sportivo, da spiaggia.
Il paziente classificava le immagini dando ad esse un valore (da 1 a 10), corris
pondente al livello di ansia provato di fronte ad esse, ciascuna doveva avere un

suo preciso valore (non erano dunque consentite ripetizioni).


L' esposizione aveva inizio nello studio del terapeuta: il paziente doveva obbli
garsi a fissare quelle immagini, doveva indursi l'ansia senza smettere di guarda
re, fino a quando essa non riusciva a calare.
Questo trattamento continuava fino a quando il paziente non riusciva a devitaliz
zare il contenuto di quell'ossessione, passando in rassegna tutte e dieci le imm
agini.
Il Secondo Passo consisteva, invece, nel prendere dallo stesso catalogo immagini
questa volta inerenti a degli adolescenti.
Ancora una volta, questi modelli erano fotografati con indosso abiti eleganti, s
portivi e da spiaggia e l'esposizione consisteva nel compiere esattamente tutta
la procedura di prima.
Il paziente continuava questo tipo di lavoro anche a casa propria e ci sono volu
te intere settimane prima che riuscisse ad ottenere dei miglioramenti significat
ivi.
Il Terzo Passo consisteva nell'esporsi fuori dallo studio, direttamente, cercand
o di evitare di evitare, cercando cio di non abbassare gli occhi di fronte agli u
omini che si incontravano per strada. Il paziente doveva evitare di fissarli con
tinuamente ma di guardare loro nella maniera pi naturale possibile.
Il Quarto Passo consisteva, ancora una volta, nell'esporsi fuori dallo studio, d
irettamente, ma questa volta cercando di guardare gli adolescenti.
Il Quinto Passo consisteva, invece, nel guardare gli adolescenti durante la cele
brazione della Messa (ad ogni modo, i programmi televisivi possono offrire una q
uantit incredibile di esercizi di esposizione!).
Quello che stato descritto un esempio classico di trattamento di pensieri intrus
ivi basato sulla tecnica dell'esposizione.
L'argomento religioso viene ad ogni modo affrontato in maniera pi approfondita in
uno dei prossimi capitoli.
Esposizione diretta nel caso delle ossessioni di aggressivit
Il trattamento per i pensieri intrusivi di natura violenta in tutto simile al tr
attamento visto per le ossessioni religiose portato avanti dal Dr. Chiarrocchi.
Nel caso che esporr a breve stato necessario individuare le situazioni che la per
sona in questione evitava per paura di essere assalita da pesanti pensieri aggre
ssivi.
L'ho aiutata ad esporsi gradualmente fino a quando non subentrata l'abitudine.
La prima volta che incontrai Rick era completamente sconvolto, ho di lui il rico
rdo di un ragazzo di circa 25 anni estremamente agitato e disperato.
Ci che lo affliggeva riguardava una serie di pensieri, molto pesanti, riguardanti
il far del male ai suoi genitori e alla sua ragazza.
Durante il nostro primo incontro, mi ha confidato che ha sempre cercato con ogni
mezzo di resistere a questi pensieri e pi cercava di bloccarli pi aggressivi e vi
olenti essi diventavano.
Mi ha detto che era arrivato, oramai, ad evitare qualsiasi tipo di situazione ch
e glieli potesse scatenare.
Quando inevitabilmente si trovava in compagnia dei propri genitori e della propr
ia ragazza, doveva assicurarsi continuamente che non ci fossero in giro oggetti
appuntiti o contundenti, come penne, matite o oggetti pesanti perch aveva il terr
ore di poter perdere il controllo e, contro la sua volont, scagliarsi contro di l
oro e colpirli.
Premetto che quando, in seguito, ebbi modo di contattare i suoi genitori e la fi
danzata (completamente all'oscuro dei problemi del ragazzo), tutti furono d'acco
rdo nel confermare che Rick era sempre stato un ragazzo molto pacato e gentile e
che non avrebbe mai fatto del male neppure ad una mosca. Si fidavano ciecamente
di lui.
Il problema di Rick era iniziato l'anno prima, quando completamente ubriaco assi
eme ai suoi compagni, aveva avuto questo pensiero "in che modo posso essere sicu
ro che io ora non perda il controllo e non li aggredisca?".
Questo pensiero inizi a tormentarlo e sebbene non raccont mai a nessuno di averlo

avuto e cerc il pi possibile di bloccarlo, questo stesso pensiero mise in lui le r


adici e cominci a presentarsi pi volte per la mente.
Presto, il fenomeno dilag ed egli si trov a fare simili pensieri anche nei confron
ti dei propri genitori (con i quali viveva), spesso veniva assalito soprattutto
dal timore di poterli colpire con un paio di forbici o con un coltello.
La stessa cosa inizi a dilagare anche verso la propria ragazza.
A questo punto, Rick inizi ad evitare di stare in mezzo alla gente e, piano piano
, non fu pi in grado n in condizione di lavorare.
Mi disse che aveva completamente perso le speranze e che mai pi avrebbe potuto vi
vere una vita normale, come quella spensierata che aveva vissuto fino ad un ista
nte prima.
Quando gli ho comunicato che con un adeguato trattamento avrebbe potuto uscirne
sicuramente e ritornare a condurre una vita serena, lui non riusciva a crederci
ma mi ha promesso che anche se il trattamento lo terrorizzava avrebbe cercato in
tutti i modi di essere forte e di affrontarlo.
Ho spiegato a Rick che il motivo principale per cui i pensieri non lo mollavano
mai era proprio dovuto al tentativo (estremamente dannoso e stressante per il ce
rvello) di bloccarli e di impedire che arrivassero.
La prima cosa da fare era iniziare a smascherare tutte le situazioni che potenzi
almente provocavano il bombardamento di simili pensieri.
Lo incitai, quindi, ad esporsi sistematicamente a tutte queste situazioni, dopo
avergli spiegato ci che ho detto sopra: studi e ricerche validissime hanno dimost
rato che il modo migliore per vincere pensieri ed impulsi quello di guardarli in
faccia, senza nascondersi.
Gli ho spiegato il concetto di "abitudine", ossia quell'assuefarsi ed abituarsi
a situazioni che all'inizio provocano picchi altissimi di ansia e che poi, invec
e, aiutano a metabolizzare quell'ansia fino a lasciarsela alle spalle in quanto
inizia a subentrare il concetto di "noia", abitudine, il gi detto e gi visto.
Questo porta ad una regressione di ossessioni e, se esistenti, relative compulsi
oni.
Pertanto, prima di qualsiasi altro incontro, Rick inizi a stilare una vera e prop
ria lista delle situazioni pi ansiogene, ad attribuire ad esse un valore per deci
dere da quale partire (sempre dalla situazione che provoca minore ansia e soffer
enza!).
Questa lista includeva: restare in compagnia dei propri genitori, tenere a porta
ta di mano oggi appuntiti e/o potenzialmente pericolosi (penne o forbici), resta
re solo con la sua fidanzata, specialmente maneggiando simili oggetti.
Lo scopo era quello di "vivere direttamente" queste situazioni e di non cedere M
AI di fronte all'inevitabile tentazione di mollare tutto e a scappare.
Quando Rick ritorn da me mi raccont di essere spesso rimasto in compagnia dei prop
ri genitori, situazione che, come detto, fino a quel giorno non riusciva a gesti
re.
Dopo un paio di giorni ha iniziato ad introdurre durante questa esposizione gli
oggetti tanto temuti (matite, penne, coltelli e forbici), ancora pi tardi ha iniz
iato a maneggiarli mentre discorreva con i suoi cari, fino a ripetere queste ope
razioni per circa un'ora al giorno.
Mi ha ovviamente confidato che all'inizio l'ansia era a 1000, ma che con la freq
uente e continuata esposizione la sentiva via via sempre pi diminuire.
Il prossimo step riguardava il restare accanto, e poi in presenza di oggetti var
i, alla sua ragazza.
Anche qui questa fu la sequenza: prima restare accanto a lei, il pi vicino possib
ile, poi introdurre gradualmente forbici, coltelli, penne e matite.
La sua ragazza era stata messa al corrente del trattamento terapeutico e fu per
lui un valido aiuto durante l'esposizione.
Il ruolo della giovane era quello di ricordare a Rick, di tanto in tanto, che qu
esti suoi pensieri erano pensieri assolutamente normali, che tutti avevano nella
vita, ma che, appunto, erano solo dei pensieri, e che a lui facevano male solo
perch di carattere era molto coscienzioso e responsabile.
Dopo 3 settimane di esposizione, Rick mi confid che si sentiva molto meglio e che
era in grado di buttarsi nuovamente nella vita di tutti i giorni.

Tuttavia, a volte i pensieri tornavano ed questo il motivo per cui mi chiese com
e potesse fare per sconfiggere anche le ultime angosce.
Gli risposi che se era seriamente intenzionato a compiere altri progressi avrebb
e ora dovuto affrontare le sue paure peggiori.
E lo avrebbe dovuto fare buttando fuori tutte le sue angosce, descrivendole con
dovizia di particolari, fin nei dettagli pi aberranti.
Eccoli: di scatto afferrava la sua ragazza e iniziava ad infierire sul suo corpo
con parecchie coltellate, i suoi genitori, terrorizzati dalle urla, accorrevano
e lo bloccavano dandogli del "pazzo", subito dopo accorreva la polizia che lo s
trattonava impedendogli di muoversi e mettendogli le manette, poi il carcere, i
giornali che riportavano la notizia descrivendolo come un "sadico e psicotico as
sassino".
Avrebbe cos disonorato la sua famiglia, sarebbe stato rinchiuso in carcere e sare
bbe morto l dentro dimenticato da tutti.
Come la maggior parte dei miei pazienti la primissima cosa che Rick mi chiese fu
"potrei mai fare questo?".
Gli consigliai anche di usare un registratore ed egli acconsent.
Quando torn da me aveva buttato gi uno scritto (avrebbe poi dovuto leggerlo al reg
istratore) in cui raccontava per filo e per segno tutta questa catastrofe.
Io lo lessi ma cancellai tutte le frasi in cui Rick, non volendo, chiedeva delle
rassicurazioni o iniziava il rito delle compulsioni (frasi come "questo non acc
adr mai" oppure "Dio mi perdoni per averlo fatto").
Si trattava di rassicurazioni che non potevano fornire alcun beneficio alla tera
pia in questione.
Quando lo scritto fu accuratamente corretto, lo lesse ad alta voce registrandolo
su cassetta e inizi ad ascoltarlo una volta al giorno (e altre volte quando arri
vavano i pensieri).
Infatti, quando li sentiva nuovamente tornare, si sedeva, accendeva il registrat
ore e si metteva in ascolto.
Dopo due settimane di ascolto, Rick ammise che andava sempre meglio, le ossessio
ni non c'erano quasi pi e le poche che ritornavano riusciva ora ad accettarle, co
n la conseguenza che anch'esse iniziarono a sparire.
Le aveva oramai devitalizzate.
Riprese a tutti gli effetti il lavoro e continu a relazionarsi con i propri genit
ori e con la propria ragazza.
Il caso di Rick dimostra e conferma, pertanto, l' efficacia non solo dell'esposi
zione diretta ma anche di quella mentale, indotta, dove un ottimo alleato sicura
mente l'uso del registratore.
Ma andiamo a vedere questa tecnica un po pi da vicino.
L'uso di audiocassette e videocassette nella terapia basata sull'esposizione
Le catastrofi che i vostri pensieri intrusivi vi presentano sicuramente non avve
rranno mai.
Di certo non si pu fare esposizione "in vivo" riguardo alla paura di pugnalare un
bambino o di investire con la propria auto un passante!
Ma anche provare ad immaginare nella nostra mente simili tragedie potrebbe non e
ssere fattibile (n tanto meno utile), innanzitutto perch solo pochi di noi hanno u
n'immaginazione sufficientemente vivida e, anche se l'avessimo, la tentazione di
distrarci da simili immagini atroci sarebbe troppo alta.
Invece, alcuni dei miei pazienti trovano molto utile usare videocassette per sba
razzarsi delle maggiori ossessioni ed audiocassette per tenerle continuamente so
tto controllo.
Se siete assillati da pensieri di natura sessuale o violenta, probabilmente avet
e la tendenza ad evitare determinati programmi televisivi o film dal forte conte
nuto violento/sessuale.
Come sapete, proprio questo evitamento che causa un'aggressione del doc molto fo
rte, quando vi si presenter la prima occasione.
Per molti miei pazienti semplicemente guardando e ri-guardando certi film in cas
setta o in dvd (e esattamente quei film che contengono scene in grado di risvegl

iare il demonietto) si riusciti a superare molte ossessioni, proprio grazie all'


effetto "abitudine" di cui abbiamo parlato.
Ad esempio, se la vostra grande preoccupazione quella di poter uccidere qualcuno
, potreste noleggiare un dvd che tratta appunto la storia di qualche assassino o
serial killer in modo da risvegliare le vostre ossessioni pi angoscianti (potreb
be essere un film su Jeffrey Dahmer o su Charles Manson): potreste sedervi e gua
rdare il film in continuazione, fino a quando l'ansia e il disagio provato non i
nizier a scemare (ovviamente, sottinteso che dovrete sforzarvi di non
distrarvi dalla visione).
Oppure, se soffrite di ossessioni da possessione demoniaca, potreste noleggiare
un film che vi scateni delle ossessioni riguardo il campo dell'occulto e del sov
rannaturale (ad esempio L' esorcismo di Rosemary's baby), potreste, anche in que
sto caso, sedervi, guardarlo pi volte e smettere solo quando avvertite che l'ansi
a sta scemando.
Capisco sempre che la terapia sta funzionando quando il paziente mi dice "Non mi
chieda di vederlo ancora una volta perch non ce la faccio pi, mi sto davvero anno
iando!".
Mi limito a sorridere, congratularmi con lui e ricordare che la noia l'opposto d
ella paura e significa che si sta completamente abituando a certi pensieri.
D'altra parte, le situazioni che fanno scatenare i pensieri intrusivi possono es
sere personali e fortemente particolari.
Anna era preoccupata di poter uccidere il proprio bambino toccandolo con le mani
contaminate dai batteri della carne non cucinata o delle uova.
Questo la terrorizzava a tal punto che quando procedeva con la terapia, la donna
si rifiutava di dargli la pappa o di cambiargli il pannolino.
Sebbene l'esposizione "in vivo" le permettesse di dargli da mangiare e di accudi
rlo, le ossessioni rimanevano, non andavano via.
Ad Anna fu utile solo l'uso del registratore.
La convinsi a mettere prima per iscritto la vera catastrofe che lei temeva accad
esse al bambino e Anna lo fece.
Scese nei minimi particolari, riuscendo a esprimere perfettamente la paura peggi
ore che sarebbe potuta accadere al proprio bambino.
Nell'incontro successivo, al solito, corressi lo scritto.
Si trattava di due pagine fitte fitte, vi riporto soltanto alcuni passi:
"Ho il terrore di non riuscire a lavarmi le mani nel modo "pi giusto" dopo aver c
ucinato.
Do da mangiare al mio bambino e pi tardi mi accorgo che non riesce a respirare be
ne, ha dei problemi alla trachea.
Gli misuro la temperatura e mi accorgo che ha la febbre molto alta.
Lo porto in pronto soccorso e racconto al dottore cos' accaduto. Mi dice che prob
abilmente gli ho trasmesso un'infezione a causa dei batteri della carne e delle
uova e che sicuramente non potr farcela.
Mi siedo accanto alla sua culletta, in ospedale. Lo sento ansimare con difficolt,
sento che non ce la fa a respirare. Ad un certo punto apre gli occhietti, sono
piccoli e mi stanno implorando. Io so che mi sta chiedendo di salvarlo, sta chie
dendo il mio aiuto.
Vuole che io lo protegga e non lo lasci morire in tutta quella sofferenza. Ma so
anche che non c' niente oramai che io possa fare per lui.
Non riesco a smettere di piangere, non sono in grado di fare altro. Posso solo p
iangere. Il senso di colpa cos devastante.
Passano le ore e lui continua a peggiorare. lo vedo mentre agonizzante, sento ch
e il corpicino si sta lasciando andare a causa del veleno, si sta spegnendo. All
a fine muore tra atroci sofferenze.
Una morte orribile. Mio marito arriva in ospedale in quel momento e quando si re
nde conto di ci che accaduto inizia ad urlare istericamente.
Ce l'ha con me. Dice che sono l'unica responsabile di ci che accaduto. Dice che m
i sono macchiata del crimine pi atroce: una madre non pu uccidere suo figlio.
Anche i miei genitori ci sono. Mi dicono che non vogliono pi saperne nulla di me
perch non sono stata in grado di badare a mio figlio. Mio marito mi lascia. Non h
o pi una casa, non so dove andare. Vivo in un rifugio, la disperazione fa di me u

n'alcolista. Passano gli anni e realizzo che non c' niente per cui valga la pena
vivere. Mi suicido".
Quando ho letto lo scritto di Anna, mi sono accorto che qua e l aveva introdotto
una serie di rassicurazioni che subito ho provveduto ad eliminare (frasi tipo "m
a allo stesso tempo mi dico che nulla di tutto ci sta accadendo", oppure "Dio far
in modo che tutto ci non accada").
Ho subito provveduto ad avvertire Anna che all'inizio sarebbe stata molto dura a
scoltare il nastro che avrebbe registrato ma l'ho anche rassicurata sul fatto ch
e a lungo andare c'avrebbe fatto l'abitudine e non avrebbe avvertito pi quelle em
ozioni cos forti.
In quel periodo Anna ottenne un primissimo successo: riusc a divertirsi in compag
nia del suo bambino, a prendersi cura di lui.
La giovane donna registr su cassetta quello scritto, lo ascolt tutti i giorni per
3/4 volte, la durata del racconto era circa di un'ora.
Finalmente, nel giro di una settimana Anna mi comunic che l'ansia iniziale stava
regredendo e, con essa, anche le ossessioni che prima non la lasciavano vivere n
eppure per un istante.
Ora, a distanza di un anno, mi ha confidato che sta molto meglio, e anche il bim
bo sta bene, riesce ad occuparsi di lui senza problemi e adora vederlo crescere
sano.
Riporto ora un altro esempio di registrazione su nastro relativo ad una donna ch
e era sempre terrorizzata dal pensiero di poter far del male al suo bambino.
Frieda partor in tarda et il suo bambino e venne da me perch temeva di potergli far
e del male (il bimbo aveva 3 mesi).
La sua pi grande paura era quella di colpirlo con le forbici o con dei coltelli e
per questo motivo non riusciva a prendersi cura di lui.
Pi tardi la donna non riusc neppure a sentirsi tranquilla quando lo portava a fare
una passeggiata dato che inizi a soffrire di immagini molto violente in cui si v
edeva spingere la carrozzina sotto qualche auto oppure si vedeva gettarlo gi dal
ponte in cui prima era solita passeggiare con lui.
Possiamo ben immaginare (non c' neppure bisogno di dirlo) quando Frieda fosse sco
nvolta da simili pensieri, essendo, come la maggior parte dei miei pazienti, est
remamente coscienziosa e sensibile.
Lei mi confid che fin dalla sua primissima infanzia era sempre stata angustiata d
al terrore di non fare la cosa giusta e ora la sua unica preoccupazione era quel
la di diventare una madre modello, di proteggere il suo bambino, specialmente or
a che aveva dovuto aspettare cos tanto per averlo.
Negli anni precedenti la donna aveva anche assunto degli antidepressivi e dei fa
rmaci per contrastare l'ansia, ma nessuno di questi era riuscito a contrastarle
le ossessioni, o almeno questo quanto il suo psichiatra mi ha comunicato.
Appena mi ha descritto questi pensieri intrusivi (era la prima volta che lo face
va, non si era mai confidata con nessuno) l'ho ascoltata attentamente e mi sono
assicurato del fatto che non avesse una reale intenzione di nuocere a suo figlio
.
Non aveva alle spalle una storia segnata da comportamenti aggressivi e violenti,
non aveva problemi di rabbia repressa.
Di certo non era affetta da psicosi.
Si trattava solo di ossessioni pure e di certo non stata l'unica che ne ha soffe
rto.
Le ho immediatamente comunicato che il modo migliore per vincere quel tipo di os
sessioni era la terapia basata sull' esposizione.
L' avrei aiutata a smascherare tutti i pensieri intrusivi e le immagini pi violen
te che fino ad ora aveva cercato di bloccare e di evitare, tutto quello che all'
inizio doveva impegnarsi a fare era non bloccare questi pensieri perch altrimenti
non sarebbe riuscita ad abituarsi ad essi.
Non ero affatto sorpreso quando la donna si mostr sconvolta all'idea di dover pri
ma mettere per iscritto la "conseguenza ultima", l'atroce catastrofe che aveva p
aura accadesse a suo figlio.
Le chiesi espressamente di non edulcorare il racconto, di non ammorbidirlo: dove
va scandagliarlo nei suoi particolari pi terribili, pi vividi, pi atroci, quasi com

e se stesse scrivendo un romando alla Stephen King.


La settimana dopo, Frieda si present con 3 pagine intere scritte a mano, accurata
mente ripiegate in una busta che non presentava segni particolari all'esterno e
nascosta in borsa per assicurarsi che nessuno accidentalmente potesse trovarla.
Non vi preoccupate mai se, come Frieda, vi sentite in colpa o vi vergognate di b
uttare gi i vostri pensieri su carta o su cassetta.
Molti dei miei pazienti fanno fatica.
Alcuni mi hanno confidato di aver bruciato ogni cosa al termine della terapia pe
r paura che queste "prove" finissero nelle mani sbagliate.
Leggendo il suo scritto mi sono accorto che non aveva inserito alcuna rassicuraz
ione n aveva cercato di addolcire il racconto.
Lei mi disse che pi volte era scoppiata in lacrime mentre metteva per iscritto qu
esto terribile scenario (la prima volta davvero molto dura).
Il suo racconto verteva su una passeggiata con il piccolo sul ponte di cui abbia
mo parlato, improvvisamente lei sentiva l'impulso a gettare il bimbo di sotto, n
on riusciva ad imporsi all'impulso, prendeva il corpicino cos leggero in braccio
e lo scagliava di sotto.
Riusciva a seguire con lo sguardo il volo del piccolo che, agitando spasmodicame
nte le manine e urlando in aria ricadeva in acqua. L'acqua era fredda e nera.
Alcuni passanti la stavano guardando e urlavano "Prendetela!" mentre lei iniziav
a a ridere istericamente guardando in basso.
La gente la circondava, la spintonava, la colpiva.
Subito accorreva la polizia.
Ora era in televisione, tutto il mondo la stava guardando.
Suo marito le stava di fronte, la guardava pieno d'odio.
Si vergognava molto, provava disgusto di se stessa. Aveva commesso il crimine pi
abominevole.
Veniva imprigionata. Era in carcere. Altri detenuti la stavano violentando perch
si era macchiata della colpa pi atroce. Era disonorata, la famiglia l'aveva lasci
ata sola. Aveva fallito come madre.
Era diventata il mostro che aveva sempre avuto paura di essere. Aveva contratto
il virus dell'AIDS in carcere.
E l, infine, era morta.
Grazie al mio aiuto, Frieda registr lo scritto su cassetta. Io le chiesi di ascol
tarlo per circa un'ora e mezza al giorno e tutte le vote in cui improvvisamente
veniva assalita dai pensieri intrusivi.
La prima volta che ascolt lo scritto era nel mio studio, fu molto dura: la donna
scoppi a piangere ma cerc di farsi forza.
Doveva ascoltare.
Mi rassicur sul fatto che non avrebbe ceduto e che avrebbe ascoltato il nastro co
me promesso.
Finalmente l'ansia regred e con essa i brutti pensieri che fino a quel momento l'
avevano tenuta in pugno.
All'inizio, Frieda dovette forzarsi di ascoltare il nastro, ma mantenne sempre l
a sua promessa e riusc a farlo con regolarit e costanza.
Alla fine della prima settimana not una diminuzione sempre pi netta dell'ansia.
E cos sempre di pi, anche nella seconda settimana.
Nella terza, infine, anche Frieda mi comunic che ora il nastro la stava annoiando
!
Pi tardi l'ho aiutata a registrare un altro nastro, questa volta incentrato sulla
sua paura di spingere il bambino sotto le ruote di un' auto.
Non appena riusc ad abituarsi completamente a queste due registrazioni la incorag
giai a fare qualche passeggiata con il bimbo.
Combinando queste due strategie (la registrazione e l'esposizione diretta) alla
fine della sesta settimana Frieda riuscita a non evitare pi nessun tipo di situaz
ione, ha ritrovato il piacere di stare sola con il figlio, senza soffrire pi per
quei terribili pensieri intrusivi.
Ogni tanto qualche pensiero intrusivo le attraversa la mente ma ora in grado di
dirsi da sola " solo un pensiero" e non gli da pi una grande importanza.
Semplicemente lo accetta, senza opporre alcuna resistenza.

Sono stato molto lieto di averla vista migliorare moltissimo e stare bene in 2 a
nni.
Si pu guarire completamente con la sola terapia comportamentale basata sull'espos
izione?
No.
Pochi pazienti mi hanno confidato di essere completamente guariti.
La maggior parte ritiene che questi pensieri intrusivi siano significativamente
diminuiti con questo tipo di terapia a tal punto che essi non interferiscono pi c
on lo svolgimento delle loro normali attivit.
Se decidete di esporvi alla terapia comportamentale basata sull'esposizione, pot
ete fare affidamento alle Tabelle 9 e 10 che riportano alcuni esempi
di esposizione "in vivo" ed esposizioni mediante nastro, elaborate da me e da al
cuni miei colleghi.
Potrebbero ritornarvi utili nel mettere in pratica l'esposizione.
Premetto subito che alcuni di questi esempi potrebbero urtare la vostra sensibil
it e la vostra moralit.
Se ci dovesse avvenire vi ricordo che nel capitolo 7 potrete imparare cosa fare,
come agire qualora un esercizio di esposizione, necessario e vitale per uscirne,
dovesse sembrarvi particolarmente duro da digerire a livello morale.
Tabella 9
Esercizi di esposizione "in vivo" per i pensieri intrusivi
Pensieri di far del male ai bambini
- offrirsi di fare da baby-sitter ad un bambino
- offrirsi di fargli il bagnetto e di cambiargli il pannolino
- non controllare il cestino della spazzatura o il bagno (se si ha timore di ave
r gettato il bambino l
dentro)
- leggere storie inerenti l'aborto
- visitare una clinica dove vengono eseguiti gli aborti
- leggere un articolo di giornale che parla di genitori che hanno abusato del lo
ro bambino
- cercare il numero di una clinica che esegue aborti
Ossessioni religiose
(riguardo Satana e culti satanici)
- scrivere la parola "Satana" e "Demonio"
- immaginare di far parte di una setta satanica
- leggere libri che parlano di sette sataniche
- cercare su internet informazioni riguardo a sette sataniche
Ossessioni di poter diventare omosessuali
- camminare in strade solitamente frequentate
- leggere le autobiografie di omosessuali
- frequentare feste (raduni) gay
- guardare immagini di uomini nudi o seminudi
- tenere (se presenti) le porte aperte mentre
camerino di un negozio
- guardare dei nudi scultorei nei musei e nei

da omosessuali
su riviste tipo Playboy
ci si cambia in palestra o si nel
cataloghi

Ossessioni di incesto
- fare commenti lusinghieri ad un componente della famiglia ("Indossi una maglia
molto aderente")
- baciare spesso un familiare e abbracciarlo
- toccare la biancheria intima di vostro padre e le cose intime che lui ha tocca
to
Ossessioni sessuali

- guardare in faccia le persone


- mangiare cibi "ambigui" (ad esempio, quelli a forma di pene: banana, zucchina,
cetriolo)
- scrivere parole che alludono all'atto sessuale (ad esempio, venire, avere un o
rgasmo, penetrare,
inghiottire)
- frequentare ambienti frequentati da bambini (centri commerciali, strade) per s
catenare paure
sessuali nei loro confronti
- ascoltare una cassetta dove sono state registrate le proprie ossessioni sessua
li e violente (si pu
aumentare la difficolt ascoltando il nastro nei pressi di una Chiesa o all'intern
o, oppure in presenza
di bambini, in cuffia)
Tabella 10
Esercizi di esposizione mediante audiocassette dove vengono registrati i pensier
i intrusivi
Pensieri intrusivi di avere rapporti sessuali con uno sconosciuto:
Potrei avere un'erezione. Potrei prendermi l'AIDS.
Potrei prendermi l'AIDS. Non sono sicuro di indossare o meno gli slip.
Potrei togliermi gli slip. Non sono sicuro di indossare o meno gli slip. Potrei
prendere l'AIDS.
Probabilmente sto contraendo l'AIDS in questo momento. Sto per violentare qualcu
no.
Mi sto per masturbare. Mi sto per spogliare. Sento l'impulso irresistibile a far
e tutto questo. Sto andando in bagno. Sto per essere scoperto. Potrei avere l'AI
DS.
Sto contraendo l'AIDS in questo momento. S, sto prendendo l'AIDS proprio in quest
o momento.
Non sono sicuro se sono stato scoperto mentre mi stavo vestendo o mentre ero in
bagno o mentre mi stavo masturbando. Potrei davvero ora avere l'AIDS. S, potrei a
vere proprio l'AIDS. Potrei avere l'AIDS.
Pensieri intrusivi riguardanti l'uccidere un bambino:
Sto camminando sopra un ponte.
Sento l'impulso irresistibile a scaraventare la mia bambina di sotto, in acqua.
La alzo dal passeggino.
Lei mi sta guardando con i suoi occhietti fiduciosi.
Io la scaravento di sotto. La vedo precipitare e venire risucchiata dall'acqua.
Alcuni testimoni mi vedono. Urlano "Fermate quella pazza!". Provano a salvarla m
a tutto inutile.
Pensieri intrusivi di perdere il controllo e pugnalare la persona amata
Sono seduto accanto alla mia ragazza. Vedo un coltello sul tavolo. Lo prendo e l
a colpiscono.
Infierisco sul suo corpo ripetutamente.
La mia peggior paura ora diventata realt, lo sto facendo davvero. Continuo a colp
irla fino a quando non mi accorgo che morta.
Pensieri intrusivi di blasfemia:
Sono in Chiesa. Inizio ad urlare oscenit verso Dio e Ges. Afferro il crocifisso da
l muro, lo spacco in mille pezzi, mentre tutti i fedeli mi guardano stupiti.
Pensieri intrusivi di avere rapporti sessuali con gli animali:
Vedo il cane.
Guardo i suoi genitali. Sono eccitato, me ne accorgo con orrore. Sento l'impulso
ad avere un rapporto sessuale.
Lo afferro, lo tengo fermo e inizio a penetrarlo nell'ano. Sono in camera, mia m

adre entra all'improvviso. Non crede ai suoi occhi. E' paralizzata. Ma io contin
uo a fare quello che sto facendo.
La paura di poter fare una cosa simile, quella paura che mi ha terrorizzato per
molti anni, ora diventata realt.
Pensieri intrusivi riguardo all'incesto:
Sto facendo sesso con mia sorella. Ho perso completamente ogni forma di controll
o, esattamente come temevo che accadesse.
Ora le sto facendo la cosa pi disgustosa che avessi mai potuto immaginare (contin
uate a descrivere ogni singolo dettaglio)
Pensieri intrusivi di far del male o molestare un membro della famiglia
Voglio soffocare mio figlio con il cuscino mentre sta dormendo. Voglio sparargli
con una pistola nella nuca, nel punto in cui la testolina calva. Voglio accolte
llare mia madre. Voglio pugnalare mio padre. Voglio avere un rapporto sessuale c
on mio padre. Voglio baciare mia sorella nella sua parte intima e avere con lei
un rapporto orale.
Voglio uccidere mio marito. Sto per avere un rapporto sessuale con un bambino. M
i sento eccitato e mi masturbo al pensiero di avere dei rapporti sessuali con de
i bambini. Credo di voler far del male ad un bambino.
Potrei ucciderlo. Sono una cattiva madre. Non merito piet alcuna.
Purtroppo alcune persone non rispondono positivamente alla terapia basata sull'e
sposizione, anche quando sono pienamente collaborativi, mentre altri non sono ne
ppure disposti a tentare.
Per altri risultano essere molto utili altri trattamenti, come la terapia cognit
iva e quella farmacologica.
Prima che voi iniziate ad esporvi, vorrei ricordarvi di leggere ancora il capito
lo 3 in cui do delle indicazioni su quali pensieri intrusivi siano innocui e qua
li potenzialmente pericolosi, in modo che voi foste sicuri il pi possibile su cos
a fare e in che modo procedere.
Se non siete sicuri del fatto che i vostri pensieri siano o meno pericolosi o se
avete provato ad esporvi per un totale di oltre 10 ore ma non ne avete tratto b
eneficio alcuno (l'ansia non riuscita a calare) dovreste provare anche alcune te
cniche di terapia cognitiva di cui parler nei capitoli successivi.
Se pur essendovi esposti come indicato non avete notato una regressione dei sint
omi, allora fareste bene a consultare un centro mentale che sia in grado di aiut
arvi.
Potreste necessitare anche di una cura farmacologica (di cui parler nel capitolo
8).
Per fortuna, invece, molte persone che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo
sono state in grado di trarne degli ottimi benefici (grazie appunto alla terapi
a basata sull'esposizione).
Diversi studi hanno dimostrato che questo tipo di terapia molto efficace, sia se
eseguita da soli, sia se fatta in compagnia di un terapeuta.
Tuttavia, necessario svolgerla con regolarit e frequenza (ovviamente resistendo a
lla tentazione di compiere rituali e distrazioni varie) per consentire di "abitu
are" corpo e mente all'esposizione.
Sarebbe ottimale contare sull'appoggio di un amico fidato o su un componente del
la famiglia, soprattutto se non ce la si fa a fare tutto da soli.
Infatti, anche se riuscite ad esporvi, la vergogna e il senso di colpa potrebber
o essere cos forti da sentire il bisogno di sfogarsi con qualcuno.
Io suggerisco sempre, laddove possibile, di confidarsi con qualcuno.
Parlare di questo problema pu rendere ancora pi efficace la terapia e pu decisament
e contribuire a far decrescere progressivamente il vostro senso di colpa.
Se conoscete un gruppo di sostegno nella vostra zona che si occupa di problemi s
imili, non esitate a rivolgervi.
Sicuramente, se il vostro disturbo particolarmente grave e pesante, dovreste riv
olgervi ad un centro di salute mentale fidato e professionale.
Capitolo Sesto

La Terapia Cognitiva
"Non fatevi travolgere da una convinzione a priori, ma ditevi sempre "Convenzion
e, credenza, aspetta un attimo. Lascia che prima io veda chi sei e cosa per me r
appresenti"
Epicteto (55-135 circa)
Mentre la terapia comportamentale rimane il trattamento preferenziale per debell
are i pensieri intrusivi, con il passare del tempo stato messo a punto un approc
cio che va a completare la terapia stessa.
Viene chiamata "Terapia Cognitiva" ed necessaria come completamento alla "Compor
tamentale" oppure come scelta unica all'inizio per tutti coloro che non sono in
grado o non se la sentono di sottoporsi all'esposizione.
Il punto questo: "Dal momento che le ossessioni si nutrono di pensieri e di cred
enze sbagliate che stanno alla base di esse, e che posso arrivare al massimo gra
do di irrazionalit, perch allora non lavorare su questi pensieri, scardinarli e so
stituirli con pensieri pi funzionali?".
Ma, al solito, un conto dirlo in forma teorica, un altro , invece, farlo nella pr
atica.
I primissimi tentativi avanzati dalla terapia cognitiva, efficaci per combattere
la depressione, si rivelarono inutili per coloro che, invece, soffrivano di dis
turbo ossessivo-compulsivo.
Ma poi nuove ricerche sono state portate avanti.
All'inizio i ricercatori hanno cercato di applicare i metodi sviluppati dal Dr.
Aaron Beck
dell'Universit della Pennsylvania, per insegnare ai loro pazienti in che modo sma
scherare i pensieri irrazionali che nutrivano la depressione.
Dopo una serie di studi, ed i primissimi risultati, la Drs. Patricia van Oppen P
aul Emmelkamp, dell' Universit olandese, iniziarono a chiedersi se la terapia cog
nitiva avesse potuto mai risultare efficace anche per coloro che soffrivano di D
oc dal momento che la presenza di credenze e convinzioni sbagliate non sussistev
a solo per i fenomeni depressivi ma anche per il disturbo ossessivo-compulsivo.
Di conseguenza, non fecero altro che usare lo stesso programma previsto per colo
ro che soffrivano di depressione, anche nei confronti di coloro che soffrivano d
i Doc.
Questo non era mai stato fatto prima.
I ricercatori hanno cos studiato i casi di molte persone affette da Doc e hanno i
nfatti trovato un numero elevato di pensieri e di credenze disfunzionali, pi o me
no logiche o pi e meno irrazionali, includendo quella tendenza (tipica di un dock
er) di sovrastimare la sensazione di pericolo e quel senso davvero eccessivo di
responsabilit per le loro azioni.
Basandosi su questi casi, i ricercatori hanno poi elaborato un programma pensato
proprio per queste persone (appunto quello cognitivo), hanno creato due gruppi
di pazienti: il primo gruppo stato trattato solo con i fondamenti di questa nuov
a terapia (quella cognitiva), mentre il secondo gruppo stato trattato solo con u
n trattamento comportamentale e un qualsiasi placebo.
Con stupore (fino a quel momento la terapia comportamentale era considerata l'un
ica e la sola) si sono resi conto che la terapia cognitiva, che insegna al pazie
nte in che modo agire direttamente sui pensieri per modificarli, aveva dato risu
ltati efficaci e duraturi tanto quella comportamentale ed entrambe, pertanto, se
usate in sinergia, sarebbero state ovviamente pi risolutive di un qualsiasi plac
ebo.
Dal momento che la terapia cognitiva sembrava promettere seri miglioramenti a tu
tti quei pazienti che non erano in grado (o si rifiutavano) di esporsi alla tera
pia comportamentale con prevenzione della risposta, diversi miei colleghi dell'O
spedale del Massachusetts, diretti dal Dr. Sabine Wilhelm, hanno tradotto dal te
desco all'inglese l'intero manuale che trattava di terapia cognitiva e hanno ini
ziato ad applicarne i fondamenti ai nostri pazienti che soffrivano di Doc in una
clinica di Boston.

Questo trattamento stato utilissimo per aiutare le persone che soffrono di pensi
eri intrusivi, oggetto di questo libro che sto scrivendo.
Insegnando ai pazienti in che modo smascherare i pensieri disfunzionali (che son
o sempre alla base di questo disturbo) molte persone sono state in grado di tene
re sotto controllo il disturbo e dunque esporsi.
Prima di darvi un esempio del modo in cui la terapia viene usata per trattare de
terminati pensieri disfunzionali (il caso che affronteremo parla dell'incesto) i
mportante capire i fondamenti di questo tipo di approccio cognitivo.
La Terapia Cognitiva riguardo alle ossessioni
La Terapia Cognitiva si basa proprio sulla consapevolezza che i pensieri intrusi
vi sono pensieri comuni a tutto quanto il genere umano.
In pratica, le persone che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo non differi
scono
assolutamente da coloro che non ne soffrono per quanto riguarda il contenuto dei
loro pensieri (tutti gli esseri umani hanno pensieri di tipo sessuale o violent
o o di altro genere) ma differiscono da quest'ultimi solo ed esclusivamente nel
modo in cui reagiscono a questi pensieri.
Questa reazione provoca il disturbo ossessivo-compulsivo.
La conseguenza e non la causa provoca il disturbo in questione.
Mentre molte persone sono perfettamente in grado di ignorare simili pensieri e r
iconoscerli per quello che davvero sono, cio pensieri privi di importanza e signi
ficato, coloro che, invece, soffrono di Doc prestano ad essi un'importanza assol
utamente esagerata che provoca l'esplosione del disturbo
e la sua stabilit nel tempo.
Tutti i terapeuti cognitivisti sono concordi nell'affermare che il motivo di tan
ta importanza e di questa esagerata attenzione ai pensieri va ricercata principa
lmente in tutta quella serie di credenze che il soggetto assimila come una spugn
a nel processo di maturazione e di crescita, a contatto con ambienti come la Chi
esa, la scuola, la famiglia, l'educazione familiare.
Se si continua ad essere succubi di queste credenze che comunque vengono dal di
fuori e che pi o meno inconsciamente vengono imposte all'individuo, allora automa
ticamente si tende a riconoscere
questi pensieri come "sbagliati" e cercare di sopprimerli e questa soppressione,
come gi detto nella prima parte, non fa altro che rinforzarli e renderli sempre
pi aggressivi ed intrusivi.
Come se ci non bastasse la situazione continua via via, inesorabilmente, a peggio
rare con lo step successivo: non solo la persona non li accetta come normali, no
n solo si sforza con tutta se stessa di bloccarli nella mente (e gi qui provoca s
eri danni con questo comportamento), ma inizia progressivamente ad evitare tutte
le situazioni che possono scatenarli, finendo con il ritenere davvero che siano
sbagliati e sintomo di un qualcosa che non va (perversione, malvagit, etc).
Evitare significa auto-convincersi che una cosa sia sbagliata quando in realt non
lo affatto ("se io evito allora perch ho ragione di farlo", questo il messaggio
che arriva al cervello, che si mette in allarme come se davvero avesse motivo pe
r farlo. ma il motivo non esiste, perch il pensiero normale, non "sbagliato").
Questo comportamento peggiora terribilmente la situazione. Sopprimere in questo
modo pu dare un sollievo solo momentaneo, perch in realt tutto dopo si ritorce cont
ro e si ritorce con maggiore intrusivit e sofferenza.
Ricercatori di tutto il mondo hanno recentemente elencato quelli che sono i prin
cipali errori cognitivi di coloro che soffrono di Doc.
Tabella 11
Principali errori cognitivi che si nascondono dietro queste ossessioni
- attribuire un'importanza esagerata ad un pensiero in particolare
- pensare di dover avere un controllo totale sui pensieri
- ritenere che una situazione sia molto pi pericolosa di quanto in realt non sia

- intolleranza all'incertezza, essere convinti di poter prevedere sempre tutto


- perfezionismo, aspettare prima di agire per cercare di raggiungere prima un co
ncetto di
"perfezione", evitando cos critiche esterne
- eccessivo senso di responsabilit, credere di avere sempre l'ultima parola in fa
tto di responsabilit, nonch il potere di prevenire ogni singola situazione
Nel trattamento cognitivo il terapista valuta quali sono i pensieri disfunzional
i che l'individuo si porta dietro e cosa fare nei singoli casi.
Eccessiva importanza data ai pensieri e bisogno di dover controllare sempre ogni
cosa
Questo errore cognitivo sopraggiunge tutte le volte in cui noi arriviamo alla se
guente conclusione:
dato che abbiamo fatto un simile pensiero, allora certo che questo accadr. Per un
docker, pensare uguale ad agire.
Se erroneamente si ritiene che un pensiero "importante" allora crediamo di poter
lo dominare e di poter avere, sforzandoci, il controllo totale su di esso (salvo
il fatto che, in quanto umani, non ci riusciremo mai! nessun uomo mai riuscito!
)
Eccessivo senso del pericolo
Le persone che soffrono di Doc danno troppa importanza alla probabilit che un eve
nto accada e hanno un eccessivo (ed immotivato!) senso del pericolo. Cercano sem
pre di accertarsi che una situazione non possa nuocere, e vogliono la sicurezza
all 100%.
Molte persone reputano una situazione sicura solo fino a quando non compare il p
ensiero che "forse pericolosa", anche se il motivo di tale pericolo non sussiste
affatto (pensiero irrazionale).
Intolleranza all'incertezza
Proprio perch danno un eccessivo peso al pericolo, non sopportano non poter preve
dere a priori un accadimento, non tollerano il "non sapere come andr una determin
ata situazione". Detestano l'incertezza, il non essere sicuri se una data cosa a
vverr al 100%.
Diverse ricerche hanno altres dimostrato una stretta connessione tra perfezionism
o, eccessiva importanza data al concetto di errore, dubbi e sintomi di Doc.
Perfezionismo
Diversi studi condotti sul disturbo ossessivo-compulsivo hanno trovato un nesso
tra incapacit a sopportare l'incertezza e perfezionismo.
Coloro che soffrono di Doc ritengono che le loro azioni debbano essere perfette
in tutto se si vuole evitare la critica altrui.
Eccessivo senso di responsabilit
Se credete di avere il potere di fare in modo che la cosa che temi non accada ma
i e se ritenete che qualora accadesse sarebbe completamente colpa vostra, allora
avete un pensiero disfunzionale di base.
Moltissimi eventi della nostra vita sono fuori dal nostro controllo, non abbiamo
poteri su di essi, e se ci impuntiamo a ritenerci responsabili per tutto allora
peggioriamo la nostra situazione, perch alimentiamo i nostri sensi di colpa quan
do inevitabilmente le cose negative colpiscono noi o le persone che amiamo.
In realt (pensiero funzionale) noi non possiamo avere il controllo su tutto e anc
he quando possiamo non controllare, la responsabilit non mai completamente e tota
lmente nostra.
Un caso clinico: la terapia cognitiva in caso di ossessioni sessuali
Per conoscere meglio in che modo la terapia cognitiva agisce sui pensieri disfun
zionali, ho chiesto alla Dtt.ssa Wilhelm di parlarmi di un caso concreto, ossia

di qualcuno che mettendone in pratica gli insegnamenti sia riuscito a farcela.


Mi ha parlato di un giovane ragazzo che ha tratto numerosi benefici dalla terapi
a.
Charles si era rivolto alla Dr.ssa. Wilhelm per chiedere aiuto riguardo ad una s
erie di ossessioni che riguardavano pensieri incestuosi verso la madre.
Questi sintomi erano peggiorati negli anni al punto tale che il ragazzo non rius
civa pi a fare nulla.
Il bombardamento e l'intrusivit di questi pensieri non lo lasciavano un istante.
Quando giunse per la prima volta in clinica, era nella fase in cui si sforzava c
on tutto se stesso di resistere ai pensieri, erano due giorni che non riusciva a
mangiare perch per punirsi aveva deciso di non concedersi neppure un piacere ed
inoltre perch pensava che se avesse fatto qualcosa di piacevole (dall'acquisto di
nuovi abiti all'attivit sessuale) sarebbe stato assillato da simili pensieri.
La Dtt.ssa. Wilhelm aveva a disposizione solo 2 mesi per farlo stare meglio perc
h Charles sarebbe dovuto partire per ritornare al suo pase d'origine.
Dopo sole 8 sedute di terapia cognitiva, Charles si accorto di avere una vera e
propria regressione riguardo l'ossessione di incesto, ossessione che ora riusciv
a a tenere a bada anche quando si recava a far visita alla sua famiglia, mentre
un tempo il solo fatto di restare in compagnia della madre lo metteva profondame
nte a disagio.
La Dtt.ssa Wilhelm mi ha fatto notare che il motivo principale del netto miglior
amento di Charles stato quello di rendersi conto che ciascun essere umano ha di
volta in volta pensieri (violenti, di natura sessuale) di questo tipo.
Solo la consapevolezza che questi pensieri sono comuni a tutti e che l'unica dif
ferenza risiede nella reazione che una persona ha all'insorgere di questi, basta
ta a Charles per motivarsi ed uscirne.
Per lui questa stata una vera rivoluzione.
Per troppi anni aveva ritenuto di essere un persona disgustosa, un mostro, a cau
sa di questi pensieri.
Ora sapeva che le cose non stavano cos.
In pratica, si era convinto che, per il solo fatto di avere simili pensieri ince
stuosi, un giorno li avrebbe messi in pratica, ma grazie alla terapia cognitiva
ha imparato a smascherare queste credenze assurde e a sostituirle con nuove.
Queste consapevolezze aiutarono Charles ad uscire dalla prigione che si era auto
-costruito.
Prima del trattamento la sua vita era completamente assorbita dagli sforzi e dai
tentativi immani di bloccare simili pensieri, anche attraverso l'evitamento: in
particolar modo, quando inizi il trattamento era arrivato ad evitare tutte le do
nne.
La Dtt.ssa Wilhelm cerc di spiegare a Charles, nell'intento di tranquillizzarlo,
che ci che lo portava a rimanere vittima del disturbo non era tanto e solo il fat
to che lui si sforzava di non avere simili pensieri (ricordiamo: pensieri di inc
esto che passano per la mente di tantissime persone!) quanto quei giudizi morali
, pesanti, spietati, che lui si attribuiva dopo che il pensiero l'aveva sfiorato
.
Accettare il pensiero senza darsi necessariamente un giudizio di tipo morale un
punto cruciale della terapia cognitiva, ecco perch rappresent il leit-motiv di tut
te le 8 sedute che Charles ebbe con il dottore.
La prima volta che charles si rivolse alla Dtt.ssa Wilhelm, il ragazzo si trovav
a in un periodo molto difficile, in cui non riusciva neppure ad andare in giro p
er negozi, poteva mangiare solo in compagnia della moglie e non aveva alcun rapp
orto sociale, alcun contatto con l'esterno.
Se un pensiero intrusivo lo assaliva mentre stava facendo qualcosa di piacevole,
tutto ci che stava facendo veniva "rovinato", "invalidato", "contaminato".
In questo caso smetteva di farlo ed evitava.
Durante il primo colloquio, Charles disse alla Dtt.ssa Wilhelm di avere oramai p
ensieri simili sempre, in continuazione, tutto il giorno, tutti i giorni.
I pensieri lo assalivano al punto tale che tutto stava diventando difficile e pe
noso: stare al lavoro e, ora, persino in casa.
Le ossessioni iniziarono a dilagare, a coinvolgere contenuti sempre nuovi: ora,

dall'iniziale ossessione di incesto, era arrivato a doversi lavare continuamente


per ossessioni di contaminazione.
Era disgustato dagli escrementi corporei, dagli insetti ed evitava oramai ogni c
osa.
Tuttavia, Charles confid alla Dtt.ssa Wilhelm che queste nuove ossessioni non era
no riuscite a fargli superare quella di sempre: l'ossessione di incesto.
Charles non si era mai rivolto ad uno psichiatra e si rifiutava di assumere farm
aci.
Il suo matrimonio era ancora in piedi ma sua moglie stava iniziando a stancarsi
di tutte queste ossessioni.
Charles desciveva suo padre come un uomo "dagli standard morali troppo elevati"
e sua madre, la persona che pi amava e che pi rispettava, come una "santa".
Com' era normale nel suo paese di appartenenza, le questioni inerenti il sesso i
n casa erano assolutamente tab.
I rigidi precetti religiosi che da piccolo aveva assimilato gli facevano credere
che avere pensieri
strani di natura sessuale era un peccato molto grave, di conseguenza ora si sent
iva profondamente in colpa e si vergognava talmente tanto di queste ossessioni i
ncestuose, che non riguardavano pi solo sua madre ma anche sua sorella.
Confid alla Dtt.ssa Wilhelm che se solo fosse riuscito ad avere un maggior contro
llo e una maggiore forza di volont ce l'avrebbe fatta a tenerli a bada, che per no
n ci riusciva mai e questo lo gettava nello sconforto pi totale.
Charles era davvero convinto che partorire simili pensieri non poteva essere alt
ro che indice di "perversione", di "amoralit", di "malvagit" e che se non li avess
e immediatamente bloccati una catastrofe sarebbe presto accaduta.
Da ultimo si era oramai convinto che non ne sarebbe mai pi uscito, era "destinato
" a soffrire.
A peggiorare ulteriormente le cose si aggiungeva il fatto che riteneva peccato a
nche auto-indursi questi pensieri come terapia per contrastarli.
Non accettava assolutamente la loro presenza.
Era fermamente intenzionato a bloccarli.
La Dtt.ssa Wilhelm allora decise di intervenire subito: lo fece parlare e ascolt
tutta la storia del ragazzo.
Ovviamente la ascolt con le orecchie di una terapeuta cognitivista e, pertanto, n
on le fu difficile scovare e smascherare tutti quei pensieri disfunzionali che g
li provocavano ossessioni, vergogna e profondi sensi di colpa.
Nel prossimo paragrafo riporto una descrizione dettagliata del trattamento a cui
venne sottoposto Charles, un trattamento, come detto, mirato a portare a galla
le errate credenze che stavano alla base del disturbo e che sono state progressi
vamente sostituite da altre pi sane.
Il trattamento
All'inizio, quando la Dtt.ssa gli chiese di parlarle un po' di questi pensieri,
Charles era veramente molto imbarazzato.
La terapeuta ha cercato di tranquillizzarlo, di incoraggiarlo, assicurandogli ch
e mai e poi mai l'avrebbe giudicato per il contenuto dei suoi pensieri.
E' importantissimo (nonch vitale per l'efficacia della terapia) che tra paziente
e terapeuta si instauri sempre un rapporto di collaborazione e di fiducia recipr
oca.
Durante la prima seduta, gli illustr i fondamenti della terapia cognitiva e il modo
in cui gli sarebbero stati utili a contrastare questo tipo di disturbo.
Gli fece vedere i pensieri intrusivi sotto un'ottica completamente diversa: eran
o solo pensieri, tra l'altro assai comuni in tutto il genere umano (anche quelli p
i incresciosi e/o eccessivamente irrazionali).
Per convincerlo ancora di pi, la Dtt.ssa gli parl della ricerca che vi ho esposto
precedentemente, quella che venne portata avanti interrogando un campione di stu
denti di diverse parti del mondo (tutti, ricordiamo, avevano ammesso di avere av
uto simili pensieri).
Aiut il ragazzo a capire, inoltre, cosa poteva aver provocato in lui la presenza

di errate credenze, false convinzioni, pensieri disfunzionali che stavano dietro


quei pensieri intrusivi (l'educazione familiare, uno stato eccessivo di ansia,
di stress) e gli spieg il meccanismo (deleterio e dannoso) che scatta tutte le vo
lte in cui si cerca di sopprimere simili pensieri e di evitare le circostanze ch
e li innescano.
Durante le sedute successive, Charles divenne molto abile a riconoscere e smasch
erare da solo i pensieri disfunzionali, il modo di sostituirli e inizi a riconsid
erare per un dato evento ed una data situazione diversi punti di vista, quelli c
he lui solitamente non aveva mai preso in considerazione.
Nel fare questo tipo di lavoro si avvalse del classico metodo socratico (maieuti
ca).
Esempi: la tua credenza una credenza realistica? che cosa diresti ad una persona
che soffre di doc ed ha maturato questa stessa credenza? razionale?.
In pratica, Charles impar a smascherare tutte queste convinzioni errate (di cui s
i nutriva il Doc) e a sostituirle prendendo in considerazione altre alternative,
guardando ad esse da un altro punto di vista.
Lavor su questo punto tanto durante le sedute quanto a casa, da solo.
Vennero cos portate a galla tutte quelle deformazioni del pensiero che a livello
cognitivo gli provocavano terribili ossessioni.
Fatta questa operazione, paziente e terapeuta si concentrarono sulla questione d
ell' eccessiva importanza data ai pensieri, sull'altissimo senso di responsabili
t, sull'esagerata sensazione di pericolo e sull'incapacit di ammettere incertezze,
veri e propri punti deboli del ragazzo.
Nel corso di tutte e 8 le sessioni, la Dtt.ssa Wilhelm insegn a Charles una molte
plicit di tecniche messe a punto dalla terapia cognitiva.
Alcune di queste tecniche consistevano nello stilare delle liste dove il ragazzo
avrebbe dovuto scrivere i pro e i contro di una stessa situazione, i vantaggi e
gli svantaggi.
Altre, invece, si concentravano solo su singoli pensieri disfunzionali, quelli p
i radicati.
Alla fine Charles fu assolutamente in grado da solo di portare avanti un discors
o di tipo cognitivo su se stesso.
L'ultima seduta si bas sul come comportarsi in caso di ricadute, qualora si verif
icassero in futuro.
La Dtt.ssa gli spieg che ogni tanto le ossessioni fanno capolino, ma che una volt
a fatti propri gli strumenti per combatterle, le si imparava a gestire, in manie
ra viva sempre pi automatica.
Gli consigli di tenersi sempre allenato e di non abbassare mai la guardia.
Sotto riporto una descrizione pi dettagliata delle tecniche cognitive che Charles
apprese durante tutte le 8 sedute.
Se soffrite anche voi di penosi pensieri intrusivi, impegnatevi a metterle in pr
atica, vi saranno sicuramente di grande aiuto.
Lesperimento della soppressione del pensiero
Secondo i criteri della teoria cognitiva, i pensieri intrusivi di natura sessual
e di Charles iniziavano a diventare un problema proprio nel momento in cui egli
rispondeva ad essi con una reazione sbagliata.
Dal momento che il ragazzo era fortemente convinto che questi pensieri fossero i
mportanti e inaccettabili, faceva tutto il possibile per sopprimerli e questo at
teggiamento li rendeva ancora pi aggressivi.
Non sapeva che in realt quasi impossibile sopprimere un pensiero e avere un contr
ollo totale su di esso.
Per fargli capire quanto sia difficile controllare i nostri pensieri, la Dtt.ssa
Wilhelm gli chiese di pensare ad una giraffa in maniera continuativa per circa
1 minuto (se state eseguendo l'esercizio da soli munitevi di un orologio).
Gli venne chiesto di alzare un dito tutte le volte in cui l'immagine della giraf
fa non si presentava alla sua mente.
Come la terapeuta aveva previsto, il ragazzo faceva difficolt a concentrarsi sull
'immagine della giraffa per 1 minuto intero, ecco perch si ritrov ad alzare il dit

o pi e pi volte.
Allora la dottoressa gli fece invertire l'esperimento: ora non avrebbe dovuto pe
nsare all'immagine di una giraffa per 1 minuto intero.
Come risultato, Charles si trov a pensare all'animale quasi per l'intero minuto,
ecco perch continuava ad alzare ancora una volta il dito pi e pi volte.
Quindi, pi il ragazzo si sforzava di sopprimere l'immagine della giraffa, pi quest
a stessa immagine gli si ripresentava in continuazione, senza dargli tregua.
La Dtt.ssa allora gli spieg il motivo per cui ci accadeva (e che noi abbiamo gi con
siderato nei capitoli precedenti).
Charles si convinse che il metodo della soppressione del pensiero non avrebbe ma
i potuto essere una soluzione definitiva perch non solo non consentiva di non pen
sare ad una determinata cosa ma permetteva che quest'ultima ritornasse in futuro
con una maggiore frequenza, intrusivit e penosit.
Educazione su come i nostri pensieri, e le relative emozioni, funzionano (psicoe
ducazione)
Le distorsioni cognitive che stavano alla base delle ossessioni di Charles erano
sicuramente imputabili ad una educazione familiare troppo chiusa e rigida rigua
rdo ai pensieri di natura sessuale, fantasie, eccitazione.
Egli impar che tutti noi facciamo in continuazione pensieri di carattere sessuale
che possiamo trovare eccitazione per moltissime cose, non necessariamente le pi
usuali e consuete.
La dottoressa gli consigli di acquistare alcuni libri sull'educazione sessuale in
modo da potersi informare su quali fossero le comuni fantasie degli esseri uman
i e come leccitazione.
Allinizio il ragazzo era troppo imbarazzato per approfondire l'argomento ma pre
sto riusc a superare questo blocco psicologico e inizi a leggere vari libri e rivi
ste che lo aiutarono a razionalizzare questa visione catastrofica, che lui attri
buiva alle proprie fantasie sessuali.
La tecnica della freccia discendente
Charles trasse ottimi benefici dalla tecnica della freccia discendente", uno str
umento importantissimo di cui si avvale la terapia cognitiva.
Dopo aver identificato un determinato pensiero intrusivo, la dottoressa gli chie
se di indagare che cosa in realt questo per lui significasse e perch ne avesse cos
tanta paura.
Cosa significa per lei avere questo pensiero? Perch la terrorizza cos tanto?, inizi a
chiedergli. Charles rispose a queste domande e questo gli consent di indicare qu
ella che lui considerava la catastrofe finale, la grande paura che si celava die
tro a questo pensiero.
Tabella12
La tecnica della freccia discendente
Immagini e pensieri intrusivi di avere un rapporto sessuale con la propria madre
--------- questi pensieri mi disgustano------- mi devo assolutamente sbarazzare
di questi pensieri-----se non riesco a controllarli allora significa che li vogl
io mettere in pratica --------- io sono il demonio.
Valutazione dei vantaggi e degli svantaggi del tentativo di controllare un pensi
ero intrusivo
Charles fu invitato ad indicare i vantaggi e gli svantaggi, i pro e i contro che
derivano dal tentativo di controllare un pensiero intrusivo.
La dottoressa lo aiut in questo esercizio facendo leva su un sistema che viene ch
iamato il sistema socratico: riusc ad avvalorare tutti gli svantaggi che una tale
pratica implicava e scardinare tutti i vantaggi che il ragazzo aveva indicato.
Questa tecnica lo convinse sempre di pi che era sbagliatissimo tentare di control
lare e di sopprimere i propri pensieri (si trattava veramente di una battaglia p

ersa, che gli arrecava a pi svantaggi che vantaggi).


Questa considerazione, riusc, da sola, a consentire una regressione dellossessione
di incesto.
Esame dell'evidenza
La tecnica della freccia discendente aveva evidenziato che una delle peggiori pa
ure di Charles consisteva nel fatto che forse un giorno egli avrebbe potuto mett
ere in pratica il contenuto dell'ossessione, perdendo cos qualsiasi tipo di contr
ollo.
La dottoressa lo aiut a scardinare questa distorsione cognitiva spingendolo a rif
lettere che nella vita, nella quotidianit di tutti giorni, ci troviamo spesso a p
ensare alle cose pi assurde, senza che questo implichi il fatto di doverle metter
e in pratica.
Ci pu capitare ad esempio di trovarci nella sala d'attesa di uno studio medico e
avere il pensiero bizzarro di prendere le riviste disponibili e buttarle nel ces
tino della spazzatura.
Charles ne conven e inizi a ricordarsi che molto spesso anche a lui capitava di av
ere dei pensieri assurdi, che non gli veniva in mente di mettere in pratica e ch
e riusciva tranquillamente a superare.
Ad esempio si ricord di quando pens a come sarebbe stato spogliarsi e mettersi a b
allare nudo nella sala d'attesa di uno studio medico, ma ricord anche di non aver
lo fatto e di aver superato tranquillamente questo tipo di pensiero.
Gli viene anche chiesto di immedesimarsi nella figura di uno scienziato razional
ista, chiamato a valutare la veridicit o meno delle sue ipotesi.
Cos, come un perfetto scienziato, Charles inizio a lavorare su questa affermazion
e (in realt una vera e propria profezia!): "Se ho un pensiero di natura sessuale,
immorale o imbarazzante, non sar in grado di resistere allimpulso di agirlo.
Dopo aver portato a termine questo lavoro di natura scientificae razionale, paziente
e terapeuta si resero conto che questa affermazione non poggiava assolutamente
su basi certe, di conseguenza non poteva essere n provata n confermata.
Il pensiero corretto, che sostituiva il precedente, dunque era pensare a qualcos
a non significa assolutamente volerla fare.
Errate convinzioni
Nell'usare la tecnica della freccia discendente, era uscita questa affermazione S
ono il diavolo.
La terapeuta gli insegn a cambiare anche questo tipo di pensiero disfunzionale, s
ostenendo che l'evidenza dei fatti faceva emergere un altro tipo di verit, ossia
sono estremamente preoccupato di compiere una atto immorale e di far del male a
mia madre".
Lo scopo sempre quello di instaurare uno scenario razionale e reale e di allonta
nare ogni tipo di distorsione o deformazione.
Tutto remava a favore di Charles, pertanto egli non era assolutamente il demonio
che credeva di essere.
Questo tipo di lavoro lo aiut a considerare i fatti, dunque, da un punto di vista
e equilibrato e razionale.
Tecnica cognitiva del continuum
Un'altra tecnica cognitiva molto utile, che aiuta a scardinare il pensiero " sol
o il diavolo la cosiddetta tecnica del continuum.
Avvalendosi di una scala da 0 (persona estremamente morale) a 100 (persona estre
mamente immorale) Charles valut che valore avesse, in termini di gravit, immaginar
e di avere un rapporto sessuale con la propria madre.
Come collocare, allora, un omicidio efferato o uno stupro violento?
Questo aiut il ragazzo a ridimensionare il grave peccato che immaginava fosse l'ave
re un rapporto sessuale con la propria madre: in definitiva, era un pensiero non
eccessivamente atroce, diabolico, quindi di conseguenza quella frase io sono il
diavolo non aveva motivo di essere.
Calcolare la probabilit effettiva del pericolo

Come ho gi spiegato, Charles non soffriva soltanto per questa ossessione di natur
a sessuale ma anche per tutta una serie di ossessioni di contaminazione, compres
a anche la paura di poter contrarre qualche malattia letale.
Le tecniche e gli esercizi comportamentali che abbiamo spiegato nel capitolo pro
cedente sono pressoch efficaci per risolvere questo tipo di disturbo.
Ma il lavoro che Charles svolse fu, come abbiamo detto, soprattutto di tipo cogn
itivo.
La dottoressa gli chiese di indicare dapprima la percentuale che lui attribuiva
all eventualit di poter contrarre il virus dellAIDS durante una seduta dal dentista
(e Charles indic il 30%), poi gli chiese di indicare tutti i co-fattori che, mes
si insieme, gli avrebbero potuto provocare appunto la contrazione del virus e di
stabilire per ciascuno di essi un valore di probabilit.
Tabella 13
Calcolo delleffettiva probabilit che si verifichi una catastrofe
Evento:
Il dentista ha l AIDS
Probabilit che ci sia vero: 1/1,000
Probabilit cumulativa tra questo e gli altri eventi: 1/1,000
Evento:
Contraggo il virus
Probabilit che ci sia vero: 1/10
Probabilit cumulativa tra questo e gli altri eventi: 1/10,000
Evento:
Ho unescoriazione nel punto di contatto tra una sua ferita e la mia: 1/10
Probabilit che ci sia vero: 1/1,000
Probabilit cumulativa tra questo e gli altri eventi: 1/100,000
Evento:
Il virus genera HIV
Probabilit che ci sia vero: 1/10
Probabilit cumulativa tra questo e gli altri eventi: 1/1,000,000
Evento:
HIV si evolve in AIDS
Probabilit che ci sia vero: 1/10
Probabilit cumulativa tra questo e gli altri eventi: 1/10,000,000
Risultato del trattamento
Il punteggio iniziale di Charles, calcolato sulla base della scala YBOCS, era 35
, e questo indicava che il disturbo ossessivo compulsivo era piuttosto serio.
Immediatamente dopo il trattamento, il punteggio era sceso a 18: c'era dunque st
ato un notevole miglioramento.
Aveva ottenuto una riduzione dei sintomi pari al 5%, e questo risultato signific
a che stava rispondendo positivamente alla terapia.
Charles ritorno due mesi dopo la fine del trattamento e stava continuando a migl
iorare.
Ora il punteggio calcolato sulla base della scala YBOCS era sceso a otto, il dis
turbo ormai era molto lieve.
Si era ottenuta una regressione nelle ossessioni assolutamente considerevole.
Sebbene i risultati della terapia cognitiva siano veramente ottimi, possiamo per
affermare che il metodo non farmacologico per eccellenza resta sempre la terapia
comportamentale basata sull'esposizione con prevenzione della risposta.
Per anche vero che questo dato non valido per tutti: ci sono persone che non poss
ono esporsi se prima non hanno fatto un lavoro di tipo cognitivo, se non hanno r
azionalizzato le loro paure e scardinato le credenze pi radicate.

Esistono addirittura persone, come Charles, che si rifiutano categoricamente di


esporsi: la dottoressa ha infatti mi ha detto che sicuramente sarebbe stato util
e al ragazzo esporsi alle situazioni temute (magari facendo leva anche sul metod
o del registratore) ma che nel suo caso era sconsigliato perch c'era un rifiuto n
etto a questo tipo di approccio da parte del paziente.
Di conseguenza, non solo l'esposizione non avrebbe funzionato ma avrebbe fatto a
nche danni ulteriori.
In linea di massima, se le convinzioni di una persona sono veramente molto radic
ate e profonde, l'esposizione pu risultare dannosa, ed assolutamente indicato pro
cedere prima da un punto di vista cognitivo, e solo successivamente con l'esposi
zione diretta.
Infatti, in alcuni casi solo dopo lo scardinamento delle distorsioni cognitive c
he si pronti per l'esposizione.
Ci sono anche persone che hanno fatto leva solo sulla terapia cognitiva (come Ch
arles) ed hanno ottenuto degli ottimi risultati: posso fare anche l'esempio di u
na paziente della dottoressa Wilheilm, che soffriva di ossessioni intrusive di n
atura omosessuale.
La donna era terrorizzata dai pensieri di poter provare attrazione verso persone
dello stesso sesso: questa donna riuscita ad ottenere una regressione totale di
questo tipo di ossessione solo attraverso la terapia cognitiva.
Ovviamente, potreste, ora, replicare che impossibile fare terapia cognitiva senz
a includere anche alcuni elementi di esposizione: nel caso di Charles, infatti,
il semplice parlare alla dottoressa di questo tipo di pensieri stata una forma d
i esposizione, a cui si abituato e che ha consentito di diminuire l'ansia e la v
ergogna.
Un minimo di esposizione necessaria (non fosse altro perch si parla di ci che si t
eme) e questa l'unica ragione che mi porta a dire che possibilmente un percorso
di guarigione deve sempre implicare un rapporto a due; Spesso sconsiglio di agir
e da soli, non fosse altro per il fatto che parlando con una persona fidata (un
medico, un terapeuta, un amico, un religioso) non solo si possono smascherare me
glio certe distorsioni cognitive ma anche contemporaneamente esporsi ad esse per
ch come detto il parlare una forma di esposizione.
Ad ogni modo, ricerche condotte in campo di terapia cognitiva hanno dimostrato l
a validit e l'efficacia a tutto campo di questo trattamento.
Tuttavia, non si hanno ancora risultati effettivi di questo tipo di trattamento
in auto-terapia.
Cos, se ritenete di poterne trarre dei benefici, sarebbe consigliabile rivolgersi
ad un centro di salute mentale, esperto in questo tipo di approccio.
Capitolo Settimo
Cattivi pensieri blasfemi
"Nessun disturbo dellimmaginazione cos difficile da curare come quello che aggrava
to dal terrore della colpa:la fantasia e la coscienza in quel momento agiscono i
n modo intercambiabile su di noi i superstiziosi sono spesso melanconici e la ma
linconia sempre superstiziosa"
Samuel Johnson (1709 1784)
Martin Lutero era tormentato dallimpulso di maledire Dio e Ges, e mentre pregava e
ra ossessionato dalle immagini del Diavolo alle sue spalle.
SantIgnazio non riusciva a camminare su due rametti a terra se essi formavano cas
ualmente un a forma a croce, per timore che ci potesse essere una mancanza di ris
petto per il Crocifisso. Robert Burton, nel suo classico Anatomia di una Malincon
ia scrisse, nel 1621, di un poveruomo che se si trovava in mezzo ad una sala silenz
iosa e raccolta, ascoltando un sermone, avere paura che sarebbe stato capace di
dire ad alta voce e inconsapevolmente, qualcosa di indecente, indegno di
essere detto. E John Moore, il vescovo di Norwich, predic davanti alla Regina Mari
a II nel 1691 in religiosa malinconia descrivendo dei credenti di grande morale ch

e erano tormentati da maliziosi ed a volte blasfemi pensieri nonostante i loro sfo


rzi di soffocarli e sopprimerli.
Quando i cattivi pensieri hanno implicazioni religiose, la sofferenza spesso mol
to pi grande, ed il trattamento pi complicato del solito. Per questo ho aspettato
di parlare di questi complicati casi particolari di cattivi pensieri dopo aver des
critto i trattamenti standard.
Nessuno ha pi esperienza nel trattamento dei cattivi pensieri religiosi del dotto
r William E. Minnichiello, mio amico di lunga data e mentore al Massachusetts Ge
neral Ospital. Con un background come prete cattolico, nonch decennale esperienza
nel trattare pazienti con ossessioni, il dott. Minichiello ha un singolare pros
pettiva su questo problema. Conseguentemente io indirizzo a lui i miei pazienti
con ossessioni a tema religioso, per un ulteriore parere. Il pi grande problema c
he egli riscontra nei pazienti con ossessioni blasfeme una visione di Dio totalm
ente non
teologica.
Non molto tempo fa gli indirizzai Janie la giovane donna affetta contemporaneame
nte da cattivi pensieri e deja-vue dovuti al PTSD per parlare col dottor Minichi
ello della sua convinzione di essere destinata a passare tutta leternit allinferno.
Janie era stata allevata da una famiglia cattolica praticante, andava a messa co
n loro tutte le domeniche mattina, e le era stato insegnato che i pensieri malva
gi erano peccaminosi esattamente come le azioni malvagie.
A causa de suoi cattivi pensieri lei era stata certa, sin da quando era in grado
di ricordare, di essere destinata allInferno dopo la sua.
Per far sentire Jenie pi a suo agio col Dottor Mincihiello, la accompagnai alla s
ua prima seduta, sedendomi con loro per presentarli, ed ascoltando poi la conver
sazione.
Il calore, la gentilezza e la saggezza del dottor. Minichello riuscirono a mette
re Jenie gradualmente a suoi agio, e cos si ritrov chiedergli domande che aveva de
siderato poter fare da anni.
Per correggere quella che il Dott. Minichiello chiam la non teologica idea di Dio
che Jenie aveva, egli cerc prima di tutto di convincerla che Dio non un mostro.
Non come un essere umano, che si arrabbia e poi si vendica. Al contrario,il dott
or Minichiello enfatizzo a Jenie tutti i centinaia di passi delle Sacre Scrittur
e dove Egli descritto come un Dio dAmore . Siccome Jenie era cristiana, lui le ch
iese Come facciamo noi a conoscere Dio? Noi conosciamo Dio attraverso Ges e quel la
descrizione di Ges relativamente al Padre? Un Dio DAmore.
Le fece degli esempi, come la parabola del figliol prodigo: Nonostante tutte le
cose sbagliate che il figliol prodigo fece, il padre lo perdon completamente e or
din una grande festa per il ritorno del figlio che lui credeva perso per sempre.
Il messaggio del Dott. Minichiello a Jenie era che Lui un Dio DAmore, un amore se
nza lacci, un amore incondizionato. ( teologicamente corretto, non una rassicuraz
ione. Ndr)
Il Dott. Minichiello rispose pazientemente a tute le domande di Jenie, rassicura
ndola continuamente che lei non avrebbe perso lamore di Dio a meno che lei non av
esse fatto la scelta consapevole di commettere un azione che lei sapeva essere c
attiva, e non se ne fosse mai pentita.
Mise in contrapposizione questa affermazione con i cattivi pensieri di Jenie che
non
rispondevano assolutamente a questi criteri ma erano il risultato di un disturbo
cerebrale, il DOC.
Quando lei gli raccont uno per uno tutti i suoi cattivi pensieri, Il Dottore le a
ssicur che non era peccato averli , neanche i pi atroci e perversi. Nulla, le diss
e, avrebbe mai potuto spezzare la sua relazione con Dio.
(anche questo teologicamente corretto, e non detto tanto per, basta ricordare Sa
n Paolo Chi accuser gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condanner? Cristo Ges, ch
e morto, anzi, che risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? Chi
ci separer dunque dall'amore di Cristo?
Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudit, il pericol
o, la spada?Ma in tutte queste cose noi siamo pi che vincitori per virt di colui c
he ci ha amati. Io sono infatti persuaso che n morte n vita, n angeli n principati,

n presente n avvenire, n potenze, n altezza n profondit, n alcun'altra creatura potr


separarci dall'amore di Dio, in Cristo Ges, Nostro Signore. Ndr.)
Ma la cosa pi importane che il Dott. Minichiello assicur a Jenie che i suoi cattiv
i pensieri non avevano assolutamente nulla a che con lei come persona- erano sem
plicemente il sintomo del disturbo di cui soffriva.
Sottolineo che le persone davvero violente e crudeli non hanno affatto questo ge
nere di cattivi pensieri.
Possiamo definire quello che il Dott. Minichiello ha fatto con Jenie uno special
e tipo di Terapia cognitiva, fatta spesso dai consiglieri spirituali nella stori
a passata dellumanit.
Ho rincontrato Jenie dopo il suo consulto col dott. Minichiello, e mi ha detto c
he era un p meno certa di essere destinata allinferno, e meno impaurita.
Nelle settimane che seguirono, lei ha incominciato a discutere delle sue paure c
on un prete che il Dott. Mincihiello le aveva consigliato, ed adesso si sente ab
bastanza sicure da riuscire ad affrontare i suoi cattivi pensieri direttamente c
on l'esposizione con prevenzione della risposta, senza considerarli peccati.
Anche se ha ancora molta strada da fare, Jenie mi ha detto che adesso speranzosa
, dopo tantissimo tempo!
Quando, pi tardi, ho discusso il caso di Janie con il Dr. Minichiello, egli mi ha
ricordato di tenere sempre presente il fatto che le persone come Janie in gener
e sono delle persone molto sensibili, e lo sono ancora di pi quando si parla di D
io.
Come ho gi spiegato nel capitolo 4, molte delle persone che ho avuto in cura hann
o dichiarato di aver sofferto per questa eccessiva sensibilit durante la loro inf
anzia e adolescenza.
Pertanto, i pezzi sembrano combaciare perfettamente.
Le ossessioni religiose hanno una caratteristica cos peculiare che, come sostiene
il Dr. Minichiello, quando si parla di trattamento, bisogna prendere le dovute
precauzioni.
Il dottore in questione mi ha fatto un esempio inerente un paziente di religione
cristiana che soffriva per penosi impulsi e ossessioni blasfemi.
Il paziente era fortemente convinto che fosse Satana a suggerirgli simili pensie
ri (ad es: Odio Dio), e che fosse sempre il demonio a indurgli delle immagini in c
ui comparivano scene di sesso che avevano come protagonisti le maggiori figure r
eligiose, oppure in cui veniva profanato il pane e il vino dell'eucaristia, oppu
re l'impulso fortissimo ad afferrare il crocifisso, staccarlo dalla parete e
distruggerlo.
Di solito quando applico la terapia comportamentale basata sull'esposizione, dic
o al paziente che necessario esporsi perch solo cos si ha la prova che in realt non
succede assolutamente nulla.
Ma quando si parla di ossessioni religiose il discorso un po' diverso perch, per
un credente, la prova che in realt non succede assolutamente nulla , per ovvi motiv
i, verificabile solo dopo la morte.
Il punto che, riguardando un evento che accadr solo nella vita ultraterrena, null
a pu essere testato, pertanto ci che si chiede al paziente un grande, infinito, at
to di fede.
Questanno di profonda fede, come sostiene il Dr. Minichiello, assolutamente neces
sario prima di qualsiasi tipo di esposizione.
D altra parte, il dottore fa notare che se Janie non avesse fede e continuasse a
ritenere che il pensare involontariamente certe cose (e poi volontariamente seco
ndo i dettami della terapia comportamentale basata sull'esposizione) fosse in re
alt un peccato o un qualcosa da attribuire ad una possessione demoniaca, ovvio ch
e non ce la farebbe mai ad esporsi.
Al contrario, il Dr. Minichiello ha avuto diversi casi di pazienti che, forzati
ad esporsi, hanno manifestato un peggioramento del disturbo.
Il primo lavoro in assoluto da fare quando si parla di ossessioni religiose, per
tanto, non di tipo comportamentale, bens di tipo cognitivo: il terapeuta deve aiu
tare il paziente a capire che non c' assolutamente nulla di peccaminoso nellavere
e nello stimolarsi simili pensieri, e lo deve fare non solo per il paziente in s
ma anche perch ha prestato il giuramento di Ippocrate e quindi ha lobbligo ed il d

overe morale di salvaguardare la salute ed il benessere del soggetto in question


e.
La prima domanda in assoluto che lui rivolge a persone affette da ossessioni rel
igiose la seguente "Lei crede davvero che Dio possa un giorno punirla per simili
pensieri?.
Un altro esperto di ossessioni religiose il Dr. Joseph Ciarrocchi, del Loyola Co
llege del Maryland, il quale ha ripreso, all'interno del suo libro dedicato al d
isturbo ossessivo compulsivo, alcune osservazioni fatte dal Dr. Minichiello.
I sintomi di Doc pi difficili da trattare sono spesso quelli che si annidano in di
storsioni cognitive esasperate. Queste distorsioni si trovano a met strada tra lar
ealt e l incertezza, laddove il concetto di incertezza assume una valenza ancora pi a
a rispetto alle altre ossessioni. Le ossessioni e compulsioni religiose, proprio
perch coinvolgono la sfera etica e morale dell'individuo, si vanno a collocare p
roprio in questa via di mezzo.
In altre parole, i pensieri intrusivi di natura religiosa sono i pi difficili da
trattare perch la paura, non provata, che la punizione divina possa abbattersi su
ll'individuo dopo la morte, veramente troppo elevata.
C inoltre da aggiungere che le persone affette da questo tipo di ossessioni si ver
gognano moltissimo di averle, e il profondo imbarazzo, la vergogna, il grande se
nso di colpa provato impedisce loro di confidarsi con chiunque.
Inoltre, quando riescono ad aprirsi, trovano molta sofferenza perch ingaggiano un
a battaglia innanzitutto contro penosi sensi di colpa.
Il Dr. Ciarrocchi mi ha confidato che alcuni pazienti, a causa di queste errate
credenze religiose troppo radicate, non sono stati in grado di affrontare la ter
apia basata sull'esposizione, di cui per avevano bisogno per stare meglio.
Alcuni di loro considerano i loro pensieri e i loro impulsi (e rabbia, gelosia,
eccitazione sessuale) non come stati mentali, ma direttamente come pensieri ed i
mpulsi gi agiti, per il solo fatto di pensarli.
Ad esempio, se stimolati a guardare immagini di persone seminude nei cataloghi d
i moda dei grandi magazzini, loro sono convinti di avere gi tradito il proprio pa
rtner, con il pensiero, con il cuore.
Di conseguenza, si rifiutano di guardare.
Per aggirare lostacolo, il Dr. Ciarrocchi spesso realizza una vera e propria list
a, in cui elenca una serie di circostanze (passibili di esposizione) che il pazi
ente poi deve consegnare ad un esperto religioso, una persona di fiducia, in mod
o da appurare quali situazioni siano maggiormente accettabili e quali meno.
Lo scopo quello di esporsi solo alle situazioni ritenute maggiormente accettabili.
Nel capitolo 5 ho descritto il caso di un uomo che soffriva di ossessioni religi
ose e che stato trattato con successo proprio dal Dr. Ciarrocchi (ed il caso di
un paziente vittima di credenze religiose molto profonde e radicate).
A volte, tuttavia, anche questo non sufficiente.
Il Dr. Ciarrocchi mi ha fatto notare che alcuni pazienti tuttora rifiutano di es
porsi, e questo anche quando hanno ricevuto il benestare di un esperto religioso
.
Luomo che era riuscito ad esporsi con successo ai cataloghi di moda sopracitati n
on avrebbe mai potuto farlo se fosse stato profondamente convinto della peccamin
osit degli istinti sessuali che avrebbe provato nel guardare.
Alcune credenze radicate sono le seguenti.
Quelle solitamente trasmesse da sottogruppi religiosi che pongono l'accento sull
a necessit di conformarsi a delle regole e a delle credenze eccessivamente rigide
.
Questi sottogruppi enfatizzano troppo quelle direttive che sono s presenti nella
concezione religiosa maggioritaria ma che, tuttavia, debbono essere sempre consi
derate nella loro umanit, normalit.
Ad esempio, in Italia esistono delle congregazioni di monaci che consentono di f
arsi la doccia solo utilizzando delle spazzole di setola dura in modo da impedir
e a coloro che ne fanno parte di indugiare a lungo, sotto la doccia, nelle loro
parti intime.
Una donna, invece, aveva dellatto sessuale una visione eccessivamente rigida, lo
considerava un atto sporco, disgustoso, anche se avuto all'interno di un rapport

o matrimoniale: quando faceva l'amore con suo marito era solita mettere la Bibbi
a in un cassetto per evitare che nella sua mente si mescolassero immagini religi
ose e immagini dell'atto sessuale.
Cosa si pu fare per sradicare simili credenze, profonde e deformate?
Cosa potrebbe fare un esperto di ossessioni e compulsioni sessuali come il Dr. M
inichiello, per convincere un paziente che avere questi pensieri, impulsi, immag
ini, non significa assolutamente andare incontro alla punizione divina?
Alla fine egli sostiene tutto un lavoro di tipo cognitivo. Bisogna lavorare con cos
tanza ed impegno per raddrizzare queste distorsioni cognitive e, purtroppo, non
tutti i terapeuti possono farlo, perch non tutti hanno lo stesso background di ba
se. Io posso provare a farlo, con laiuto di un esperto religioso ma mi rendo cont
o che molto importante trovare un religioso che sia in grado di capire. La scelt
a di un esperto religioso importante. E necessario che sia informato sul Doc e su
lla
tematica delle ossessioni religiose.
Se il paziente dovesse, infatti, rivolgersi alla persona sbagliata, e ascoltare
un qualcosa che pu, potenzialmente, rafforzargli la convinzione della dannazione
eterna, allora quella convinzione si radicherebbe sempre di pi e diventerebbe, a
quel punto, sempre pi difficile contrastarla.
Il Dr. Minichiello invita, pertanto, i pazienti cattolici con ossessioni religio
se a visitare il Centro Paolino o il Centro Newman al college e alluniversit, per
avere delle direttive di tipo spirituale.
L si trovano alcuni sacerdoti di mentalit aperta e di stampo ecumenico, che si son
o formati sull'ideologia, un po' pi liberale, delle riforme del post-Vaticano II.
Chi di religione ebraica potrebbe ad esempio parlare con un rabbino progressista
e riformatore, dal momento che un rabbino ortodosso, che non ha familiarit con i
l tema delle ossessioni religiose, potrebbe rinforzare determinate credenze e qu
indi aggravarle.
Fortunatamente, sulla base della mia esperienza posso dire che molti esperti rel
igiosi si sono dimostrati sensibili al tema e hanno compreso perfettamente la na
tura di queste ossessioni e compulsioni religiose.
Spesso utile che queste figure religiose parlino con il terapeuta in modo da chi
arire qualsiasi dubbio e raccogliere qualsiasi tipo di informazione che riguardi
il disturbo ossessivo-compulsivo.
I pensieri intrusivi nelle altre religioni
Perch questo capitolo si focalizza soprattutto sulle ossessioni religiose inerent
i il cristianesimo?
Perch (mi baso sulla mia esperienza e su quella del Dr. Minichiello) i pensieri b
lasfemi e la paura della dannazione eterna sono i fattori pi comuni che si sono m
anifestati soprattutto nella mente dei cristiani prima del concilio ecumenico Va
ticano II, e sono altres presenti nei Protestanti evangelici.
In seno alle confessioni religiose (ebraismo e Islam) possono svilupparsi simili
ossessioni?
S, anche se ci accade per lo pi in forme diverse.
Mi ricordo il caso di un giovane ragazzo di religione ebraica, che era stato ric
overato perch molto emaciato e debilitato e veniva alimentato per mezzo di un tub
o.
Non soffriva di nulla di fisico.
Il suo era un problema di tipo psicologico: era ossessionato dai divieti aliment
ari che la sua religione imponeva, era terrorizzato dallidea di contravvenire a d
eterminate norme in fatto alimentare, sebbene un rabbino gli avesse chiaramente
detto che i suoi timori fossero irrazionali e che stava davvero portando alle es
treme conseguenze un discorso religioso che era completamente diverso.
Molte persone di religione ebraica sono colpite dal disturbo ossessivo-compulsiv
o.
Il Dr. David Greenberg e il Dr. Eliezer Witztum, dell Ospedale Herzog di Gerusale
mme, hanno parlato di 34 casi di persone affette da Doc in generale: 19 sono ult

ra-ortodosse e 30 hanno ossessioni religiose.


Costoro hanno pensieri di mangiare carne di maiale allinterno della Sinagoga o di
profanare i rotoli della Torah dall'Arca, cos come abbiamo gi visto che agisce lo
Spiritello della perversit?
Non so.
Ma non mi stupirei affatto se un giorno dovessi avere un paziente con simili pro
blematiche.
In base a quella che la mia esperienza, anche i musulmani hanno il terrore di no
n svolgere alla perfezione i rituali previsti dallo loro religione: ad esempio,
il timore di non essere perfettamente rivolti verso la Mecca durante la preghier
a, oppure di non riuscire a pregare nel modo giusto.
Il Dr. Greenberg e il Dr. Witztum, parlano di Waswas (il sussurratore, praticament
e lequivalente del demonio nella religione islamica), come colui che, in una sura
del Corano, stimola linsorgere di dubbi e domande riguardo a come svolgere perfe
ttamente e correttamente i rituali di abluzione prima della preghiera.
Infine, ricordo due recenti studi sul Protestantesimo che hanno riportato una ba
ssa prevalenza di ossessioni religiose in pazienti che soffrono di Doc: 2 su 41
in uno studio, e nessuno dei 45 nellaltro.
Perch cos pochi?
Il Dr. Greenberg e il Dr. Witztum hanno ipotizzato che la motivazione debba esse
re trovata nel fatto che la religione protestante non ha una centralit nella vita
di tutti i giorni, non ne condizione eccessivamente lo svolgersi.
Allo stesso modo, in una mia recente visita a Londra mi stato riferito che allOsp
edale Maudsley, dove vengono trattati i casi di Doc, sono rari di casi di person
e che soffrono di ossessioni religiose e blasfeme.
Apparentemente, nel caso delle ossessioni religiose (ma anche in tutti gli altri
tipi di ossessioni) lo Spiritello della perversit opera come suo solito, torment
ando le persone con pensieri che vanno contro al sentire pi profondo di una comun
it, portandoli a pensare sempre alle cose pi inappropriate e sconvenienti che un u
omo o una donna siano in grado di pensare.
Ma il concetto del pensare a cose inappropriate sconvenienti molto relativo e sogg
ettivo, dipende dalla comunit nel quale si inseriti e si vive, da religione a rel
igione, ecco perch ciascuno matura ossessioni su contenuti diversi, solitamente s
i tratta dei contenuti pi importanti e vitali per quel tipo di comunit, per quel t
ipo di soggetto, nato e cresciuto in quella determinata comunit.
Capitolo Ottavo
Piano d'azione
"Arrivano alla meta solo gli uomini che hanno uno scopo"
Henry David Thoreau (1817-1862)
Maimonide, filosofo del XII secolo, divide i mali dell'essere umano in tre categ
orie:
1) I problemi che possono presentarsi per il fatto stesso di possedere un corpo.
In quanto fisico, Maimonide, sosteneva che il fatto stesso di essere umani gener
ava una naturale predisposizione alla malattia e alla presenza di deformit fisich
e fin dalla nascita.
Egli comunque considerava questi mali abbastanza rari.
Oggi possiamo includere in questa categoria i problemi che necessitano di cure a
deguate e di interventi chirurgici.
2) I mali che l' essere umano causa ad un suo simile, come guerre e atrocit.
Sebbene reputasse i mali di questa categoria pi frequenti rispetto a quelli visti
nel primo punto, comunque li riteneva non frequentissimi.
In questa categoria collochiamo, oggi, i problemi che insorgono nel disturbo pos
t-traumatico da stress (di cui abbiamo gi parlato): violenze, stupri, da parte di
familiari (genitori o compagni) o sconosciuti.
3) I problemi di cui soffriamo e che sono unicamente conseguenza delle nostre az

ioni.
"Questi mali sono i pi frequenti in assoluto", sosteneva Maimonide.
Sono i problemi che confluiscono nell'isolamento, nella fobia sociale, nei pensi
eri intrusivi, e che si aggravano a causa della soppressione del pensiero e dell
'evitamento di molte situazioni.
Si tratta di problemi che possono addirittura portare all'orlo del suicidio.
Secondo Maimonide, il persistere di taluni problemi dovuto alla mancanza, da par
te dell'uomo, di approfondire un determinato disturbo di cui vittima, una sorta
di scelta volontaria di rimanere all'oscuro di tutto.
Ma necessario, al contrario, comportarci come dei veri e propri insegnanti, educ
atori: solo apprendendo, approfondendo e informandoci adeguatamente che possiamo
uscire fuori dall'ignoranza ed iniziare a fare qualcosa per noi stessi e per gl
i altri.
Ho citato Maimonide: chiss cosa avrebbe pensato se avesse letto questo mio libro.
Temo che sarebbe rimasto scioccato dalla franchezza di cui mi sono servito nella
stesura dei capitoli precedenti, anche se, in qualit di fisico, sono certo che a
lla fine non si sarebbe scandalizzato pi di tanto.
Sono stato molto duro in certi passi, ho indugiato in particolari non piacevoli,
lo so.
Vi ho scioccato.
Ma se l'ho fatto stato solo perch mia intenzioqune abbattere il muro di ignoranza
che ogni disturbo porta con s.
L'ho fatto per farvi capire che tutti gli esseri umani possono avere pensieri tu
rpi, terribili (potremmo anche dire che essi sono l'inevitabile conseguenza del
fatto che siamo essere umani) e che possibile, per, imparare ad accettarli e gest
irli (sono, del resto, i mali di cui Maimonide parlava nella terza categoria).
Siamo fatti cos, dobbiamo accettarlo, un fatto naturale.
Non possiamo farci nulla.
Ed esattamente come la natura si rivela ma senza farlo completamente, bens manten
endo i suoi segreti, allo stesso modo sono il primo ad ammettere che la nostra c
apacit, di medici e terapeuti, di capire i pensieri intrusivi, e il modo in cui c
ontrastarli, ancora lontana dall' essere esaustiva.
Ad ogni modo, dopo aver letto i capitoli precedenti, ora dovreste essere in grad
o da soli di capire questo tipo di disturbo e di riconoscere quelle che sono le
ossessioni che vi affliggono.
Come iniziare a gestire i pensieri intrusivi
Prima di iniziare a fornirvi delle indicazioni sul modo di contrastare i pensier
i intrusivi, ho reputato opportuno stendere, per questioni di comodit, una lista,
un'elenco delle ossessioni pi comuni (Tabella 14) la maggior parte delle quali h
o gi affrontato nei capitoli precedenti.
Sebbene molte ossessioni sembrino ripetersi, esse non sono mai identiche ma pres
entano delle piccole differenze.
Consiglio a tutti di basarsi su questa lista (piuttosto esaustiva) e di prendere
nota di quelle che sono le proprie ossessioni.
Fateci un segno accanto, perch poi, il prossimo passo sar quello di assegnare a ci
ascun pensiero intrusivo un valore, un numero (1,2,3 etc) commisurato al livello
di tolleranza o meno dello stesso, in modo da ottenere alla fine un vostro elen
co personalizzato da utilizzare per dare inizio alle primissime esposizioni.
Tabella 14
Lista dei pensieri intrusivi pi ricorrenti (inclusi impulsi, immagini ed evitamen
ti
1) Pensieri di far del male a vostro figlio
2) Paura di poter molestare vostra figlia
3) Paura di poter accellerare ed investire un pedone
4) Pensieri di spingere qualcuno sotto un treno in corsa
5) Impulso a buttarsi dalla terrazza di un edificio

6) Pensieri di poter far del male ad un bambino indifeso


7) Impulso a gettarsi gi da una rupe
8) Impulso a buttarsi sulle rotaie mentre in arrivo il treno
9) Impulso a spingere qualcuno sotto un treno o sotto una macchina
10) Pensieri inaccettabili di far sesso con persone che conosci
11) Pensieri inaccettabili di far sesso con sconosciuti
12) Pensieri sessuali riguardo a figure religiose come Dio, Ges o Maria
13) Pensieri o impulsi incestuosi
14) Paura di poter dire insulti razzisti
15) Preoccupazione radicata e profonda di essere davvero un criminale
16) Paura di poter essere come Susan Smith e uccidere cos i propri figli
17) Paura di poter diventare come Jeffrey Dahmer
18) Paura di poter scaraventare il tuo bambino addosso al muro
19) Paura di poter fracassare il cranio del tuo bimbo
20) Paura di poter soffocare tuo figlio con un cuscino
21) Paura di poter accoltellare tuo figlio
22) Paura di poter perdere il controllo e molestare tuo figlio mentre lo stai ca
mbiando
23) Paura di poter un giorno aggredire tuo figlio e fargli del male
24) Immaginare di avere un cane davanti e di investirlo con la tua macchina
25) Paura di poter deviare all'improvviso la tua macchina mandandola fuori strad
a
26) Paura di poter urlare oscenit in pubblico
27) Evitare di avere intorno dei bambini per paura di fargli del male
28) Evitare di guardare programmi o film in TV, o di leggere libri e riviste per
paura di essere
assaliti da pensieri intrusivi di natura aggressiva
29) Evitare di guardare programmi o film in TV, o di leggere libri e riviste per
paura di essere
assaliti da pensieri intrusivi di natura sessuale
30) Paura di poter fare sesso con degli animali
31) Paura di sentire veramente l'impulso a fare sesso con degli animali
32) Paura di fissare i genitali degli animali
33) Pensieri di uccidere i tuoi figli o il/la tua consorte
34) Paura di essere posseduto dal demonio e uccidere, sotto il suo controllo, la
tua famiglia
35) Pensieri di uccidere delle persone mentre stai guidando
36) Paura di gettare tuo figlio da un ponte
37) Paura di poter avvelenare tuo figlio
38) Pensieri di avere dei rapporti di tipo omosessuale
39) Pensieri di fare sesso con le persone che ti capita di sfiorare
40) Evitare coltelli
41) Paura di poter essere o diventare gay
42) Paura di poter urlare degli insulti razzisti
43) Paura di poter fissare il seno, le natiche o le parti intime delle donne
44) Paura di fissare le parti intime di un uomo
45) Pensieri incestuosi di natura sessuale
46) Paura di potersi eccitare davanti al proprio padre o alla propria madre
47) Paura di poter perdere il controllo quando si ha un coltello in mano e accol
tellare cos qualcuno
48) Paura di poter dire frasi come "Spero che tuo figlio muoia!"
49) Paura di poter soffocare con la copertina tuo figlio nella carrozzina
50) Evitare di guardare gli organi genitali di un bambino mentre lo si sta cambi
ando per paura di
perdere il controllo e molestarlo
51) Tentare di convincersi disperatamente di non aver molestato nessuno
52) Ossessioni di poter mettere il proprio bambino nel forno microonde
53) Ossessioni di spingere il proprio bambino dalle rampe della scala
54) Immagini di un bambino che giace morto in una bara
55) immagini di un bambino che perde sangue e ha un'emorragia

56) Immagini di un bambino divorato dagli squali


57) Paura di poter annegare un bambino
58) Paura di poter sparare sulla folla
59) Paura di poter commettere qualche crimine mentre si dorme
60) Paura di poter commettere qualche crimine mentre si sotto l'effetto di sosta
nze
61) Paura di accellare ed investire qualcuno con la macchina
62) Controllare continuamente di non aver fatto del male ad un bambino
63) Chiedere continuamente rassicurazioni sul fatto di non aver commesso qualcos
a di sconveniente
o sbagliato
64) Controllare in continuazione di non aver urlato qualche insulto
65) Paura di poter rompere un crocifisso in Chiesa
66) Paura di poter commettere atti blasfemi quando si in Chiesa
67) Pensare ad atti violenti inerenti la sfera sessuale
68) Pensieri di poter punire e far del male sessualmente alla persona amata
69) Pensieri di atti sessuali contro natura
70) Pensieri di fare sesso con degli animali
71) Impulso a mettere in atto pratiche sessuali che possano causare sofferenza a
l proprio partner
72) Impulsi sessuali verso donne piacenti, conosciute o sconosciute
73) Impulsi a violentare una donna, conosciuta o sconosciuta che sia
74) Immagini blasfeme che riguardano la Vergine Maria o Ges
75) Pensieri di far del male a bambini o persone anziane
76) Immaginare che qualcuno a te caro venga ferito
77) Impulsi ad aggredire violentemente e uccidere un cane
78) Impulsi ad aggredire violentemente e uccidere qualcuno
79) Pensare o augurarsi che qualcuno scompaia dalla faccia della terra
80) Impulso a colpire o a far del male a qualcuno
81) Pensare di avere una profonda rabbia contro qualcuno per qualcosa accaduto i
n passato
82) Impulso a far del male ad un bambino, specialmente i pi piccoli
83) Impulso a gridare a qualcuno
84) Impulso ad attaccare alcune determinate persone
85) Impulso ad aggredire fisicamente e verbalmente qualcuno
86) Impulso ad aggredire e punire violentemente qualcuno (ad esempio, scaraventa
re fuori
dall'autobus un bambino)
87) Impulso a dire frasi volgari alle persone
88) Impulso a dire qualcosa di brutto o ad accusare qualcuno
89) Impulso a dire cose sconvenienti (l'impulso a dire "la cosa sbagliata al mom
ento sbagliato")
90) Impulso a dire cose volgari e inaccettabili
91) Impulso a spingere le persone o a gettarle per terra
92) Pensieri blasfemi durante la preghiera
93) Ossessioni di strusciarsi agli altri
94) Evitare luoghi affollati per paura di essere accusati di molestare qualcuno
Prima di iniziare la terapia basata sull'esposizione (trattata nel Capitolo 5) a
ssicuratevi che sia stato fatto prima un adeguato lavoro cognitivo.
Rileggete il Capitolo 3, tenete sempre presente che la maggior parte delle perso
ne che soffrono di pensieri intrusivi non devono assolutamente temere nulla, per
ch non metteranno mai in pratica il contenuto delle loro ossessioni.
Lo so che, essendo coinvolti, non ne siete affatto convinti.
Del resto soffrite proprio di un disturbo che vi spinge a mettere in dubbio qual
siasi cosa.
Solitamente le persone non riescono a convincersi di questo che un vero dato di
fatto.
Voi non ne siete sicuri, volete la certezza, anche quando sapete benissimo di no
n aver mai agito in passato sotto la spinta di un impulso violento o sessuale, a

nche quando sapete di sentirvi terribilmente in colpa al sopraggiungere del pens


iero, anche quando sapete di non provarne alcun piacere alla sola idea, anche qu
ando non avvertite degli impulsi cos forti o sapete benissimo di non aver mai pen
sato di organizzare un vero e proprio piano d'azione per uccidere le persone car
e e voi
stessi.
In altre parole, voi non siete mai sicuri di nulla e questo vi porta ad avere ti
more ad esporvi.
Molte persone da sole non riescono.
Se anche voi vi riconoscete in questa situazione, non preoccupatevi!
Vorr dire che questo libro vi servito come trampolino di lancio, per prendere cos
cienza del disturbo di cui soffrite e contattare cos un centro di salute mentale
che sappia aiutarvi e superare tutto questo.
D'altra parte, se dopo aver letto il Capitolo 3 ritenete di avere delle reali mo
tivazioni che vi spingono a mettere in atto il contenuto dei tuoi pensieri, dovr
este prima consultare un medico o un ecclesiastico o un centro di salute mentale
.
Ci sono delle terapie molto efficaci che possono impedirvi di mettere in pratica
ci che sentite, intervenendo con tempestivit, cos da impedire che possiate davvero
fare qualcosa di dannoso per voi e gli altri.
Ricordate quanto diceva Maimonide: solo uscendo allo scoperto, solo abbattendo i
l muro dell'ignoranza, potete evitare di causare danni a voi stessi e agli altri
.
Questo un intento nobile e lodevole, non nulla di cui vergognarsi!
Rivediamo un attimo i segnali che vengono considerati allarmanti.
Rispondete a queste domande:
- Vi capita mai di sentire delle voci o di vedere cose che gli altri non vedono?
- Sentite una grande rabbia verso qualcuno o vi capita di fantasticare su come v
endicarvi di persone che ritenete vi abbiano fatto del male?
- In passato avete mai messo in pratica il contenuto di certi pensieri aggressiv
i e sessuali verso
persone o animali (da sobri o sotto l'uso di alcune sostanze)?
- Avete mai l' impulso fortissimo e reale di fare del male a voi stessi o agli a
ltri?
Se avete risposto s anche ad una sola di queste domande, dovete consultare qualcu
no, preferibilmente un centro di salute mentale, prima di utilizzare qualsiasi t
ipo di tecnica espositiva descritta in precedenza.
Anche se avete risposto no a tutte le domande (come la maggior parte delle perso
ne), vi consiglio sempre di consultare qualcuno, in modo da poter parlare di que
sto tipo di pensieri e alleviare cos la sofferenza.
Immagino che abbiate cercato di evitarlo a lungo ma questo tipo di consulto pu da
rvi innanzitutto due tipi di benefici:
1) Parlare ad un'altra persona dei propri pensieri intrusivi un' ottima esposizi
one
2) Parlare ad un'altra persona dei propri pensieri intrusivi vi consente di alle
viare il carico di vergogna e senso di colpa che provate.
Ad esempio, ho notato che le sedute di gruppo consentono di alleviare questo tip
o di blocco e di timore.
Persone che all'inizio non riuscivano neppure a sollevare lo sguardo da terra do
po il confronto e il dialogo con gli altri hanno iniziato a sbloccarsi e a guard
arsi negli occhi mentre ne parlavano.
Se non riuscite a parlarne con un familiare, se non avete amici con cui farlo, p
otreste allora parlarne ad un sacerdote, ad un parroco di cui vi fidate e che co
noscete bene.
Se le vostre ossessioni vertono su questioni religiose e di blasfemia, rileggete
attentamente il capitolo 7.
Rivedete la concezione che avete maturato su Dio.
Se vi siete fatti un'idea di Dio sbagliata, se ritenete che sia vendicativo, all
ora parlatene con un esperto religioso di orientamento moderato. Costui potrebbe

aiutarvi a rivedere la vostra posizione, facilitandovi cos il momento dell'espos


izione.
La cosa fondamentale da tenere sempre presente ogni tentativo volto a bloccare,
controllare e sopprimere i vostri pensieri non vi aiuta affatto, anzi ve li fa s
catenare in maniera sempre pi aggressiva ed intrusiva.
Se non cambiato nulla, neanche dopo la lettura di questo libro, cercate almeno d
i lavorare su questo: per favore, non bloccate i vostri pensieri, lasciate che v
i attraversino completamente, senza fare alcunch per impedirlo.
Molte persone hanno tratto degli enormi benefici soltanto mettendo in atto quest
o assunto di base.
Se decidete di esporvi (secondo quanto appreso nel Capitolo 5) iniziate a fare u
n elenco delle situazioni scatenanti, quelle che di norma tendete ad evitare per
paura di essere assaliti dai pensieri intrusivi. Date a ciscuna di esse un valo
re e iniziate dalla pi sopportabile.
Questa sar la lista base da cui partire.
Esponetevi alla situazione scatenante, appena arrivano i pensieri rimanete "dent
ro" la situazione, anche se desiderate solo scappare o interrompere.
Sforzatevi di farlo.
Se la vostra mente cerca strade alternative, se vi spinge a distrarvi, riportate
la con fermezza al pensiero. Non dovete distrarvi o seguire l'istinto del moment
o, solo un tentativo di difesa che dovete contrastare.
E soprattutto come gi pi volte ripetuto non cercate assolutamente di zittire o blo
ccare il pensiero, lo dovete pensare fino in fondo, dovete viverlo completamente
.
Rileggete pi volte il Capitolo 5 prima di farlo.
E soprattutto cercare di capire come funziona la tecnica dell'esposizione basata
sull'abitudine.
L'abitudine, la noia, l'assuefazione a questo tipo di pensieri ci che vi consenti
r di superarli.
Se ritenete che i pensieri intrusivi siano pi aggressivi in un momento di rabbia,
imparate come combattere questa rabbia..
Molti centri organizzano corsi per contrastarla efficacemente.
Se la tecnica basata sull'esposizione vi scatena pensieri intrusivi e ricordi, f
lashback di traumi subiti, allora dovete informarvi su un altro tipo di disturbo
, il disturbo post traumatico da stress.
Se i vostri pensieri e comportamenti ossessivi non migliorano e hanno alla base
degli eventi reali, allora vi suggerisco di leggere quanto prima il libro del Dr
. Herman, e rivolgervi ad un esperto che
possa aiutarvi a superare questi terribili traumi.
Se decidete di utilizzare la tecnica della registrazione su nastro (descritta ne
l Capitolo 5) dovete iniziare a scrivere l'ossessione che vi terrorizza e che vi
angoscia perch avete paura di poterla mettere in pratica.
Non dovete mantenervi sul vago, siate spietati.
Dovete indugiare nei particolari pi turpi, pi disgustosi che vi vengono in mente.
Scrivete tutto su dei fogli, rileggeteli, eliminate le parti che contengono rass
icurazioni, quindi registrate tutto su nastro.
Prendete come esempio le registrazioni di cui gi vi ho parlato.
Ascoltate il nastro almeno un' ora al giorno, e tutte le volte in cui vi assale
l'ossessione, fino a quando il pensiero non verr superato.
Potete registrare anche solo una breve frase (in questo caso su cassette di 30-6
0 secondi, come quelle utilizzate per la segreteria telefonica) oppure delle des
crizioni pi ampie (in questo caso potete avvalervi di cassette standard, da 30 o
60 minuti, utilizzando anche solo un lato della cassetta).
Alcuni pazienti mi hanno confidato che ascoltare il nastro provoca un' impennata
del senso di colpa.
Se questa tecnica del registratore non vi da dei miglioramenti, allora provate a
d utilizzare il metodo che mi stato suggerito da Jonathan Ash e Chris Draycott,
entrambi infermieri clinici presso l' Ospedale Maudsley (coinvolti nel Programma
pensato per combattere il Doc del Dr. Isaac Marks).
Costoro hanno chiesto ai loro pazienti di registrare con la propria voce frasi c

ome "Forse potrei uccidere un bambino o forse non potrei" o "Forse potrei odiare
Dio o forse non potrei farlo".
Qualunque frase, di questo tenore, va bene.
Mi hanno spiegato che i pazienti ritengono utile questo metodo perch li espone e
li allenna ad accettarne il dubbio.
Se questo approccio pu tornarvi utile, allora conviene provare.
E' importantissimo e da me fortemente consigliato lavorare, prima di qualsiasi t
ipo di esposizione, sull'aspetto cognitivo (descritto nel Capitolo 6), perch non
ci si pu esporre prima di smascherare le errate convinzioni che stanno alla base
delle ossessioni, scardinandole e modificandole.
Dovete lavorare su quest'aspetto (preferibilmente con qualcuno accanto di cui vi
fidate, ma se non vi possibile, soli).
Identificate, come detto, i pensieri irrazionali e poi scardinateli uno ad uno.
Studi condotti hanno dimostrato che ci sono persone in grado di auto-curarsi e r
isolvere cos i loro problemi, anche se molti, comunque, hanno bisogno di un esper
to che sappia guidarli.
Se soffrite di disturbo ossessivo compulsivo in maniera grave e pesante, oppure
se i vostri pensieri intrusivi sono accompagnati da reali intenti suicidi, se vi
trovate a pensare seriamente a come farla finita, dovete assolutamente rivolger
vi ad un centro specializzato.
Dal momento che il fatto di soffrire di pensieri intrusivi implica molto spesso
la presenza di un disturbo ossessivo compulsivo (anche se non vi mai stato diagn
osticato fino ad ora) contattate la O.C. Foundation per trovare un terapeuta del
la vostra zona che abbia esperienze in questo campo.
Riferimenti: O.C. Foundation, Inc., 337 Notch Hill Road, North Brandford, CT 054
71, Tel: (203)
315-2190, www.ocfoundation.org )
Nella Tabella 15 (che segue) ho elencato alcuni punti importanti su cui dovrete
lavorare dopo aver letto questo libro.
Sarebbe opportuno che voi scriveste questi punti su un foglio da portare sempre
con voi, nel vostro portafoglio o in borsa.
Dovete consultarlo tutte le volte in cui sentite che stanno arrivando le ossessi
oni.
Tabella 15
Punti chiave
1) A tutti gli esseri umani capita, a volte, di pensare a contenuti di natura se
ssuale, aggressiva o blasfema
2) A tutti gli esseri umani capita, a volte, di pensare alla cosa pi sconveniente
3) Questi pensieri sono parte imprescindibile della natura umana. Avere questo t
ipo di pensieri non vi rende delle cattive persone
4) Pi vi sforzate di controllare i vostri pensieri, pi vi si rivolteranno contro i
n maniera aggressiva e intrusiva
5) Pi evitate le situazioni che vi fanno scatenare le ossessioni, pi peggiorate il
vostro disturbo
6) Se la smettete di pretendere di controllare i pensieri, quest'ultimi andranno
sicuramente via
7) Il tuo obiettivo gestire i pensieri, non controllarli totalmente. Nessun esse
re umano mai riuscito a farlo.
Se seguite attentamente tutte le indicazioni che sono state fornite in questo li
bro, noterete sicuramente dei miglioramenti.
Alcuni di voi per, come gi detto, avranno bisogno anche di un sostegno farmacologi
co.
In questo caso dovete rivolgervi ad uno psichiatra per la prescrizione degli SSR
I (vedi Capitolo 8) oppure consultare l' O.C. Foundation che ti aiuter a trovarne
uno della vostra zona.

Valutare i progressi
In che modo valutare i progressi?
Come gi sapete, lo scopo non quello di "non avere mai pi pensieri simili" o "contr
ollare completamente il pensiero", cose impossibili da mettere in pratica, che v
i peggiorano il disturbo lasciandovi distrutti e frustrati.
Mi raccomando: non cadete nella trappola del perfezionismo.
Piuttosto, lo scopo, come dico sempre ai miei pazienti, quello di migliorare com
plessivamente la qualit della vita.
Migliorare la qualit di vita il nostro obiettivo principale.
Sappiamo tutti che anche coloro che soffrono di malformazioni fisiche o di distu
rbi mentali, o di malattie varie, possono raggiungere standard di vita elevati e
sempre maggiori.
Viceversa, sappiamo anche che molte persone che godono di una salute ottimale e
che non hanno problemi economici.
Per questo motivo, io e il Dipartimento di Psichiatria dell' Ospedale Generale d
el Massachusetts abbiamo realizzato, negli anni passati, una scala che permette
di valutare qual' il livello della qualit di vita di tutti noi.
In questi anni abbiamo interrogato molti pazienti della nostra clinica psichiatr
ica, abbiamo chiesto loro in che modo avrebbero voluto vivere la loro vita se il
trattamento avesse dato i risultati positivi sperati e fossero guariti.
Abbiamo anche interrogato un gran numero di psicologi, psichiatri, neurologi e n
eurochirurghi del nostro Ospedale, e abbiamo chiesto loro a quali risultati posi
tivi miravano i loro pazienti.
Anche se alcuni dei nostri pazienti vengono fuori da diverse vicissitudini di vi
ta (e hanno diversi problemi a livello psicologico, piccoli e grandi) e gli stes
si medici appartengono ad orientamenti differenti (alcuni utilizzano le terapie
tradizionali, altri solo un sostegno farmacologico, altri diversi tipi di approc
cio) siamo tuttavia riusciti ad identificare alcuni punti importanti che concorr
ono a migliorare il tenore e la qualit di vita delle persone.
Abbiamo identificato 10 punti cardine e li abbiamo inseriti nella Tabella 16 (an
che chiamata SOS-10).
Uno dei traguardi pi ambiti quello di raggiungere una sorta di "pace mentale" e q
uesto non dovrebbe sorprendere chi sa cosa significa soffrire di disturbo ossess
ivo-compulsivo!
Prima di iniziare a lavorare sui vostri pensieri intrusivi date un attimo un'occ
hiata a questa Tabella.
Tabella 16
Qualit di vita
Istruzioni: sotto troverete delle affermazioni che riguardano voi e la vostra vi
ta. Rispondete a ciascuna di esse facendo una crocetta sul numero che corrispond
e al vostro stato delle cose (prendete come punto di riferimento l'ultima settim
ana trascorsa, gli ultimi 7 giorni).
Non esistono risposte giuste o sbagliate, l' unica cosa che importa che la vostr
a risposta rispecchi molto bene la vostra condizione attuale.
Spesso la prima risposta la migliore.
Vi ringrazio per tutti i vostri sforzi.
Per favore, assicuratevi di aver risposto a tutte e 10.
1) Considerate le mie condizioni fisiche di salute, sono soddisfatto/a di ci che
riesco a fare durante il giorno
Mai 1 2 3 4 5 6 Tutto il tempo (o quasi)
2) Sono in grado di coltivare e mantenere importanti relazioni sociali
Mai 1 2 3 4 5 6 Tutto il tempo (o quasi)
3) Sono speranzoso e ottimista quando penso al futuro
Mai 1 2 3 4 5 6 Tutto il tempo (o quasi)

4) Ho molti interessi nella vita


Mai 1 2 3 4 5 6 Tutto il tempo (o quasi)
5) Sono in grado di divertirmi
Mai 1 2 3 4 5 6 Tutto il tempo (o quasi)
6) In generale sono soddisfatto del mio stato mentale
Mai 1 2 3 4 5 6 Tutto il tempo (o quasi)
7) Sono in grado di perdonarmi se vado incontro a dei fallimenti
Mai 1 2 3 4 5 6 Tutto il tempo (o quasi)
8) La mia vita procede secondo le mie aspettative
Mai 1 2 3 4 5 6 Tutto il tempo (o quasi)
9) Sono in grado di far fronte ad eventuali conflitti con gli altri
Mai 1 2 3 4 5 6 Tutto il tempo (o quasi)
10) Sperimento la sensazione di "pace mentale", "mente pulita"
Mai 1 2 3 4 5 6 Tutto il tempo (o quasi)
Per calcolare il punteggio totale addizionate il punteggio raggiunto (il totale
dovrebbe essere compreso tra 0 e 60).
Un alto punteggio indica un'alta ed ottimale qualit di vita, una situazione di be
nessere mentale.
I pazienti che soffrono di problemi psicologici, in seguito a trattamenti adegua
ti, vedono spesso migliorare i loro punteggi se sottoposti a questo semplice tes
t.
La Tabella 17 vi permette di confrontare il vostro punteggio a quello ottenuto d
a 3 tipi di persone che sono state interrogate al proposito:
1) un gruppo di degenti presso l' Ospedale psichiatrico del Massachusetts, valut
ati all'interno della nostra clinica psichiatrica;
2) un gruppo di pazienti delle nostre cliniche psichiatriche, che presentano dis
turbi pi lievi rispetto a coloro che sono presso l'Ospedale psichiatrico, e che q
uindi sono in grado di frequentare gli studi o lavorare;
3) un gruppo di persone (non pazienti) che lavorano presso il nostro Ospedale
Tabella 17
Punteggi della Scala SOS-10
Gruppi
1) degenti dell'Ospedale psichiatrico Media: 29 Punteggio: tra 16 e 42
2) pazienti della clinica (non degenti in Ospedale) Media: 37 Punteggio: tra 32
e 42
3) non pazienti Media: 45 Punteggio: tra 41 e 49
Come ci aspettavamo, il primo gruppo ha totalizzato il punteggio pi basso, seguon
o il gruppo 2 e il gruppo 3.
Tuttavia, cos come le persone appartenenti al gruppo 1 e 2 sono migliorate, la st
essa cosa accadr anche a voi.
Monitorando i vostri progressi con l'aiuto di questa scala, sarete in grado di p
orvi degli obiettivi e di focalizzare la vostra attenzione su di essi.
Dal momento che non possibile controllare completamente i vostri pensieri, non m
i stancher mai di ripetere che la cosa migliore da fare quella di accettarli, per
mettendo loro di attraversarvi, senza mettere in atto alcun tentativo di bloccar
li o respingerli.
L'obiettivo non quello di cancellarli, ma quello di impedire che vi tormentino e
di saperli gestire tutte le volte in cui, di volta in volta, torneranno a fare
capolino.
Ma soprattutto, l'obiettivo principale quello di migliorare la propria qualit di

vita il pi possibile, raggiungendo la pace e la serenit mentale.


Conclusioni
Dunque: dove si nasconde questo Spiritello di perversit? E' nascosto nei nostri g
eni? O celato nel nostro cervelllo, nella quantit insufficiente di serotonina? Op
pure la nostra cultura e l'ambiente circostante che lo nutre e lo fa crescere, d
andogli un forte potere su di noi, quello di terrorizzarci fino a farci desidera
re di sopprimere i nostri pensieri, per timore di essere emarginati in questa vi
ta
o destinati alla dannazione eterna nell'altra?
Oppure ancora approfitta di certe vulnerabilit che abbiamo appena nasciamo, nei p
rimissimi momenti di vita, quando siamo molto sensibili a percepire ci che ci cir
conda?
O, ancora prima, a monte, circola negli ormoni presenti nel sangue delle neo-mam
me spingendole a stare in massima allerta per paura che qualcosa di terribile po
ssa colpire il loro bambino?
Oppure, come sostiene Maimonide, dopo tutto l'inevitabile conseguenza del fatto
che siamo esseri umani?
Molti studi neuroscientifici sono stati condotti, e noi rimaniamo sempre molto c
olpiti
dall'incredibile complessit del nostro cervello e del nostro sistema nervoso.
Le ricerche condotte sullo Spirito di Perversit mi ricordano un p le fantasiose te
orie di una volta, quelle di Richard Selzer, chirurgo e saggista, che nei suoi s
aggi parlava di un organo responsabile del mal d'amore.
"La mia solo un'ipotesi (un'intuizione) e consiste nel ritenere che vi sia da qu
alche parte nel corpo umano, forse sotto la rotula, o tra il quarto e quinto dit
o....qualcosa.....una singola, e ancora misteriosa ghiandola......rimuovendo la
quale si rende la persona operata immune dall'amore.
Ho sempre cercato questa "ghiandola dell'amore", nascosta in qualche tunnel del
nostro corpo.
Non l'ho mai trovata. Ma mai, ho giurato, smetter di cercarla e spero che lo facc
iano anche coloro che verranno dopo di me. Fino a quel momento l'unica soluzione
pi efficace quella consigliatami dallo zio Frank, che raccomanda una doccia gela
ta e tre giri dell'isolato per ottenere almeno un primissimo sollievo per il mal
d'amore".
Come nella ricerca del "mal d'amore", anche la ricerca dello Spiritello della Pe
rversit lontana dal considerarsi completa.
Quando questi pensieri intrusivi diventano qualcosa di pi di un fastidio e causan
o sofferenza, allora necessario mettere in atto alcuni consigli - un p pochino pi
complessi di quelli prescritti dallo zio Frank - che possono aiutarci a gestirli
.
Nei capitoli precedenti ho provato ad avanzare alcune ipotesi su ci che causa e s
u come intervenire quando si soffre di pensieri intrusivi di natura aggressiva,
sessuale e religiosa.
Se seguirete queste istruzioni riuscirete a trarne dei benefici.
Vi auguro con tutto il cuore di riuscire e che i vostri sforzi vengano, alla fin
e, premiati.
Un' ultima cosa, se solo questi cani che sono a bordo di questi camion scomparis
sero dalla mia
vista....

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