Fin da quando Sally, una nuova madre aveva portato sua figlia neonata , Jessie,
a casa dall'ospedale aveva sempre piu paura di stare sola con lei un pochino. Ora
, quando lei si prende cura di sua figlia da sola, pensa a come sarebbe facile p
er lei tirare la sua Jessie indifesa contro un muro e fracassargli il cranio, o
come lei potrebbe soffocarla rapidamente sotto il suo cuscino.
Se Sally vede un coltello sulla cucina, l'immagine di pugnalare Jessie inonda la
sua mente, disgustandola e riempiendola di sensi di colpa. Suo marito Jack trov
a strano che Sally preferisce che sia sempre lui a cambiare il pannolino di Jess
ie, e che lui le faccia il bagno, mentre Sally cerca di starle lontano il pi possi
bile. Ma finora lei non pu ammettere a Jack i pensieri terribili, si sente vergogn
osa e disgustata."nessuna altra madre potrebbe avere pensieri come questi devo e
ssere pazza lei mi dice attraverso le sue lacrime.
Quando l'assicuro che i suoi pensieri non sono rari come lei crede e che io non
sono per niente preoccupato sul fatto che lei li metter in atto ,Sally si sente le
ggermente sollevata ma anche confusa come pu essere cos sicuro che io non sono in
fondo un assassina che un giorno con uno scatto uccida Jassie? Lei mi chiede.
Ma da molti fatti, che lei si sente colpevole e si preoccupa di avere pensieri c
os terribili e che lei prima non ha danneggiato mai fisicamente nessuno, sono tut
ti indizi che io ho per essere in grado di riassicurarla che lei non un'assassin
a, ma piuttosto una tra milioni di persone che soffrono in silenzio di cattivi p
ensieri.
Cosa intendo dire con "cattivi pensieri?" vogliono dire qualche cosa di specific
o: Pensare le cose pi inadeguate nei momenti pi inappropriati. .Questi continui pe
nsieri ed immagini quasi sempre rientrano in queste tre categorie: pensieri aggr
essivi ed impropri pensieri sessuali ed impropri o pensieri religiosi e blasfemi
.
Questi cattivi pensieri talvolta riguardano il danneggiamento di un bambino inno
cente, talvolta esortano a saltare dalla cima di un edificio alto, talvolta esor
tano a saltare di fronte ad un treno in arrivo, o esortano a spingere un'altra p
ersona sotto un treno o automobile.
Alcuni soffrono di pensieri sessuali li trovano inaccettabili sia verso persone
che conoscono sia verso estranei-o forse anche verso figure religiose come Dio,
Ges o Maria.
Altri si risvegliano domandandosi se hanno stimoli incestuosi, o si preoccupano
se hanno impulsi a dire cose razziste totalmente contrarie alle loro credenze.
Poich state leggendo questo libro, suppongo che come me siete curioso di sapere pe
rch si abbiano tali pensieri-. le ultime cose che noi vorremmo- cos io esplorer dett
agliatamente lo stato attuale delle conoscenze e perch abbiamo questi pensieri, in
particolare quello che li provoca, e quello che succede nel nostro cervello men
tre noi li sperimentiamo.
Nelle pagine che seguono spiego la variet dei cattivi pensieri che i miei pazient
i sperimentano, ed i disturbi che possono elevarli a problemi seri (particolarme
nte disturbo ossessivo-compulsivo e depressione post-partum e altri).
Questi pensieri sono molto pi comuni di quello che solitamente possiamo credere,
mentre varia da cattivi pensieri miti che quasi ognuno ammette di avere di
quando in quando, a cattivi pensieri severi (la ricerca che io discuter pi tardi s
uggerisce che pu essere sopportato da milioni di adulti).
Sfortunatamente molti adolescenti soffrono anche di cattivi pensieri seri, convi
ncendoli spesso che loro sono persone moralmente cattive e che realmente hanno i
mpulsi sessuali verso i loro genitori o a fare qualche cosa ugualmente detestabi
le .Purtroppo da bambini raramente impariamo, circa come
le nostre menti funzionano, o a scuola o in famiglia, lasciandoci cosi dopo a mal
intesi. Forse voi o qualcuno che voi amate ha sofferto di " cattivi pensieri" br
evemente in passato o continuamente durante il corso di molti anni. In caso affe
rmativo probabilmente non avete mai detto a nessuno, ne a un amico fidato ne al co
niuge dei vostri cattivi pensieri terrifica dalla probabilit che potessero
pensare che lei fosse matta (e probabilmente avrete pensato molte volte questa c
osa!).
gnosticato il DOC, la maggior parte di loro non si sentono identificati con ques
to disturbo perch loro non si lavano le mani o controllano serrature di porta. Ne
ssuno dei libri che sono pubblicati sul DOC negli ultimi dieci anni (incluso il
mio ottenere il controllo) si sono focalizzati su questi particolari sintomimental
i.
Studi epidemiologici in tutto il mondo suggeriscono che pu essere il genere pi com
une di DOC. Questo particolarmente infelice in quanto negli ultimi dieci anni ab
biamo sviluppato trattamenti potenti per trattare efficacemente questi pensieri
intrusivi.
Durante il corso dei due anni passati io ho condotto un gruppo di appoggio setti
manale allOspedale di McLean per tentare di aiutare chi soffre di cattivi pensier
i.
E stato gratificante per me sentire partecipanti affermare che grazie a questo gr
uppo hanno appreso di non essere da soli, e che c' speranza per il recupero. Nell
o stesso tempo io ho imparato molto dai partecipanti ascoltando le loro storie m
olte delle quali descrivo in questo libro.
A oggi ho incontrato o ricevuto diverse centinaia di persone coi cattivi pensier
i, ed ho notato due paradossi intriganti fra loro:
1- quasi tutti color che vengono da me per un aiuto coi cattivi pensieri pensano
che lui o lei siano l'unica persona con questi pensieri , eppure se negli Stati
Uniti tutti quelli che soffrono di questi cattivi pensieri si riunissero, forme
rebbero la quarta citt pi grande degli Stati Uniti, con una popolazione superiore
a quella i di New York, Los Angeles, e Chicago.
2- coloro che soffrono di cattivi pensieri sono spesso pi tormentati rispetto alle
altre persone con qualsiasi altro disturbo psichiatrico che ho conosciuto e mol
ti hanno contemplato o hanno tentato il suicidio. Eppure loro non hanno quasi ma
i detto ad un altro essere vivente del disturbo, soffrendo invece in privato.
Si potrebbe dire che ho dovuto scrivere questo libro per aiutare a risolvere que
ste due spiacevoli situazioni, ma correggibili.
Le informazioni contenute nelle pagine che seguono raccontano il genere di infor
mazioni che io darei a Sally e a pazienti simili durante i nostri incontri:il pr
imo per aiutarla a comprendere appieno il suo problema coi "cattivi pensieri", e
quindi insegnarle ad addomesticare questi pensieri in modo che cos non la faccia
no pi stare male.
I casi che io descrivo nelle pagine seguenti sono esperienze di pazienti reali,
o gruppi di molti pazienti, con tutti i nomi cambiati e le identit mascherate per
proteggere la riservatezza.
Li ringrazio per avere diviso le loro storie di vita con me.
Capitolo Primo
Lo Spirito di Perversit
Lo ammetto. Non posso guidare dietro un camioncino con un cane a bordo nella par
te posteriore del veicolo. Ogniqualvolta lo faccio, i pensieri mi assalgono di n
uovo. Mi immagino che il cane venga sbalzato via, sulla strada, e successivament
e investito dalla mia auto.
Io cerco di allontanare dalla mia mente l'immagine del cane stritolato sotto le
ruote ma non ci riesco.
Per bloccare questi pensieri o devo accelerare e superare il camion oppure devo
rallentare, farmi superare da altre macchine fino a quando il cane non fuori dal
la mia visuale, e non mi resta che sperare che il camion cambi direzione presto
(deviando in altre strade).
Perch ho certi pensieri?
Io conosco tutte le teorie psicologiche e fisiologiche - che discuter in dettagli
o pi tardi - ma una descrizione letteraria spesso cattura in maniera pi vivida ci c
he sta accadendo: Non altro che il mio personale "spirito di perversit", arrampic
ato magari proprio sulla mia spalla destra, che sta sussurrando e suggerendo que
sti pensieri inerenti il cane all'orecchio della mia mente.
Esattamente
Per aiutare Isaac a convincersi di questo, gli ho mostrato una lista di pensieri
intrusivi che fanno parte di un questionario dato a degli studenti di un corso
di studi, a Londra, da un certo psicologo, il Dr. Stanley Rachman, e i suoi asso
ciati.
Isaac rimasto sorpreso quando gli ho rivelato che in realt tutti gli studenti han
no ammesso di aver avuto, ogni tanto, dei pensieri simili.
TABELLA 1:
IMPULSI O OSSESSIONI SESSUALI
-Pensieri inerenti atti di violenza riguardo la sfera sessuale
-Pensieri di punizioni di tipo sessuale nei confronti del proprio compagno/a
-Pensieri di atti sessuali "contro natura" (incluso il sesso con animali)
-Impulso a prendere parte a pratiche sessuali che possono causare sofferenza al
proprio partner
-Impulsi sessuali nei confronti di donne attraenti, conosciute e non
-Impulso a violentare una donna, conosciuta e non
-Immagini ripetitive, dal contenuto blasfemo e osceno, che hanno per oggetto la
Vergine Maria
IMPULSI VIOLENTI O OSSESSIONI
- Pensieri inerenti il far del male a persone anziane
- Desiderare o immaginare che una persona cara venga ferita o le venga fatto del
male
- Impulso a aggredire e uccidere in maniera cruenta un cane
- Impulso ad aggredire e uccidere in maniera cruenta qualcuno
- Pensare o desiderare che qualcuno scompaia dalla faccia della terra
- Impulso a colpire improvvisamente e ferire qualcuno
- Pensieri di grande rabbia nei confronti di qualche parente del passato
- Impulso a far del male o a usare violenza nei confronti dei bambini, specie di
quelli pi piccoli e
indifesi
- Impulso di gridare contro e di abusare di qualcuno
FORTE DESIDERIO O PENSIERI RIGUARDANTI IL FARE COSE SCONVENIENTI IN
PUBBLICO
- Impulso a attaccare e punire violentemente qualcuno (ad es, scagliare un bambi
no fuori
dall'autobus)
- Impulso a dire qualcosa di sconveniente e di dannoso verso qualcuno
- Impulso a dire cose inappropriate e sgarbate - "impulso a fare la cosa sbaglia
ta al momento
sbagliato)
- Impulso a spingere la gente tra la folla
- Pensieri di carattere blasfemo durante le preghiere
Successivamente, ho detto ad Isaac che questo genere di pensiero intrusivo non s
olo comune a tutti gli esseri viventi nella nostra epoca, ma ha sempre fatto par
te della condizione di "esseri umani", perlomeno a partire dal momento in cui l'
uomo ha dapprima sviluppato il linguaggio e poi si dato delle regole di comporta
mento, quando ha iniziato ad uscire dalla sua individualit e organizzarsi in grup
pi.
Un qualcosa di molto lontano nel tempo che vagamente somiglia a questo "Spirito
di Perversit" (la curiosit tipica dell'uomo, quella sua incapacit di fermare un pen
siero, una cosa, maggiormente quando questa proibita) il mito greco di Pandora:
nell'offrire tutti quei doni a Pandora, gli dei dell'Olimpo le avevano dato appu
nto un vaso, un contenitore, mettendola per in guardia sul fatto
che non avrebbe mai dovuto aprirlo.
Ma, inevitabilmente, proprio questa curiosit (alimentata proprio dal divieto e da
lla proibizione) che domina Pandora, essa ha avuto il sopravvento e cos lei non h
a resistito ed ha aperto il misterioso vaso, dal quale sono volate via, diffonde
ndosi per il mondo, innumerevoli mali, piaghe e dispiaceri per gli uomini.
Presa dal terrore, Pandora ha cercato di chiudere immediatamente il vaso, ma sol
o la Speranza, l'ultima a morire, rimasta dentro a confortare l'umanit dai nuovi
mali.
In maniera non dissimile, secondo la tradizione giudaico-cristiana, la storia na
rrata dalla Bibbia riguardante Eva nel Giardino dell'Eden e il serpente, qui rap
presentazione di Satana.
Eva, come Pandora, incarna questo "Spirito di Perversit" (curiosit, gusto x il pro
ibito, pi una cosa ci dicono che proibita pi noi se non c'avevamo fatto un pensier
ino ora ce lo facciamo!)
Appena Dio mette in guardia Adamo ed Eva del fatto che, in tutto il Giardino, c'
solo un albero i cui frutti loro non devono pensare nemmeno x un attimo di mangi
are, ecco che, ancora una volta, come nel mito di Pandora, inevitabilmente l'ord
ine viene trasgredito e i mali si diffondono per l'umanit.
Il Dr. Ian Osborne, uno psichiatra dello Stato della Pennsylvania, autore di un
libro straordinario "Pensieri che angosciano e Segreti Rituali", recentemente ha
portato alla luce due esempi di Spirito di Perversit, che appartengono al passat
o.
Per prima cosa, c' stato il caso di una donna del XVI secolo che ha ammesso di av
er avuto pensieri diabolici mentre teneva in braccio i propri bambini o era acca
nto a suo marito, ed ha seriamente rischiato di essere arsa viva per aver ammess
o di avere simili pensieri.
Questa povera donna si , suo malgrado, trovata a vivere in un periodo storico in
cui questo Spirito della Perversit veniva interpretato, non metaforicamente parla
ndo ma proprio in senso letterale, come un chiaro esempio di possessione demonia
ca.
E' stato solo grazie all'intervento di una parte dei membri di questa giuria, pi
moderata, pi comprensiva, che ha riconosciuto il significato di questi pensieri i
ntrusivi che hanno colpito una donna buona e dall'indole un p triste, malinconica
, che lei riuscita a cavarsela per un pelo, evitando di venire arsa per espeller
e il Demonio che si credeva albergasse in lei.
Pi vicino alla nostra epoca, nel XVIII secolo, c' il caso della Santa Patrona dell
a Francia, Teresa di Lisieux, la quale ricevette una lettera di sua cugina in cu
i quest'ultima le confidava di essere tormentata da terribili ossessioni sessual
i e richiedeva l'aiuto della Santa.
E il Dr. Osborne ritiene che la Santa stessa fosse a sua volta ossessionata dal
momento che ha replicato alla cugina, cercando di rassicurarla, in questo modo :
"Tu non hai commesso assolutamente alcun peccato. Conosco molto bene questo gen
ere di ossessioni e ti posso assicurare che non hai proprio nulla da temere.....
Noi dobbiamo ignorare tutte queste tentazioni, questi tranelli della mente, e no
n prestare ad essi alcun tipo di attenzione....Non prestiamo ascolto al Diavolo.
Canzoniamolo!".
Ancora una volta, questo "spiritello" considerato una sorta di demonietto, Teres
a lo affronta considerandolo solo una seccatura e lo combatte con un atteggiamen
to canzonatorio.
Nessuno dovr mai esserne terrorizzato.
Come lo spiritello seleziona i suoi pensieri:
Un principio empirico molto utile che ho sviluppato parlando con centinaio di pa
zienti con cattivi pensieri :
Lo spiritello della perversit cercher di tormentarti con pensieri relativi a quals
iasi cosa tu consideri la pi inappropriata o orribile cosa che tu possa fare.
A supporto di questo punto, tutti i miei pazienti, i cui pensieri sono riassunti
sotto, e che ritroverete nel proseguio in altri capitoli, mi hanno detto che i
loro cattivi pensieri erano perfettamente centrati su qualsiasi cosa lui o lei r
itenessero la pi inappropriata, orribile e vergognosa cosa che essi
potessero fare o pensare:
Luomo che pensava di aver ucciso qualcuno con la macchina,
La donna che temeva di poter gettare il nipotino da un ponte,
Ma dal momento che ci richiedeva dosi sempre pi massicce di alcool ha dovuto smett
ere di bere qualche anno fa.
Oramai per non riusciva pi a difendersi di fronte a tali pensieri, non aveva pi arm
i. A volte si chiedeva "Forse il diavolo che si prende gioco di me?". A volte lu
i si davvero convinto di ci.
Chi altro se non il demonio avrebbe potuto provocargli pensieri e sensazioni cos
forti?
Era solo un ragazzino quando le prime ossessioni hanno fatto la loro comparsa.
Quando lui si confidato con un suo superiore riguardo ad esse, quest'ultimo gli
ha risposto che sarebbero scomparse da sole con il tempo, bastava solo avere un
p di pazienza.
Solo che cos non stato.
Non si trattava tanto di venir meno al voto di castit, egli era sicuro di poterlo
mantenere.
Piuttosto si trattava unicamente di pensieri, immagini intrusive che gli venivan
o in continuazione in mente, e di quell'impulso irrazionale di non riuscire a fa
re a meno di fissare le parti intime delle donne.
Ci che pi di ogni altra cosa lo spaventava, ci che veramente lo disgustava, era il
non riuscire a capire Perch aveva questi pensieri, questi impulsi cos forti.
Nessuno tra coloro che lo hanno visto officiare durante una cerimonia ha mai pot
uto intuire i tormenti mentali di quest'uomo.
Sebbene lui avesse fatto voto di castit, la sua mente si rifiutava di collaborare
.
Finalmente un giorno riuscito a confidarsi con un parrocchiano riguardo a questi
pensieri e a queste immagini che, involontariamente e con forza, lo assalivano
ogniqualvolta si trovava a vedere una donna attraente per strada o in Chiesa.
Ma presto si pent di averlo fatto.
Ricevette una chiamata da un suo superiore, che gli raccont di una lamentela rice
vuta da un parrocchiano.
In pratica, il parrocchiano aveva fatto presente che in realt il prete poteva ess
ere un uomo pericoloso.
Ma questo si rivel provvidenziale Perch il suo superiore, ascoltati i pensieri int
rusivi di Padre Jack, lo convinse a chiedere aiuto, a ricevere un trattamento pr
esso la nostra clinica.
Padre Jack stato invitato, nella nostra clinica, a partecipare ad una ricerca su
i farmaci da utilizzare proprio nella cura del disturbo ossessivo-compulsivo.
Gli stato cos spiegato che avrebbe avuto il 50% delle possibilit di ricevere o un
farmaco vero e proprio o una preparazione inerte, a base di zucchero (un placebo
).
Al termine del nostro incontro, non appena gli ho consegnato la bottiglietta di
pillole che gli era stata assegnata a caso dal computer, egli mi ha fatto una do
manda che mi ha preso in contropiede.
Lui mi ha detto che aveva letto il mio libro e altri testi che parlavano del mod
o in cui trattare il disturbo, e ora voleva una conferma del fatto che avesse co
mpreso tutto correttamente: "Era vero che la soluzione migliore consisteva nel n
on resistere alle ossessioni e addirittura esporsi volontariamente ad esse anzic
h evitarle?".
La difficolt nel rispondergli per me consisteva nel fatto che non mi era consenti
to (a causa del fatto che nello studio ognuno svolgeva il proprio ruolo) dare a
nessuno istruzioni riguardo la terapia comportamentale di questi sintomi (dal mo
mento che la terapia comportamentale il trattamento preferito, indubbiamente ha
degli effetti migliori, contro le ossessioni e le compulsioni e avrebbe potuto i
nvalidare i risultati della ricerca farmacologica).
Tuttavia, mi sono sentito obbligato per correttezza a rispondergli e a fargli ca
pire che in effetti i principi che stanno alla base della terapia comportamental
e sono corretti - sebbene non sono stato in grado di dargli nessun aiuto specifi
co riguardo a tali tecniche mentre gli studi sui farmaci erano ancora in corso.
(praticamente, questa ricerca non poteva essere inficiata dal trattamento terape
utico, in quanto era mirata ad appurare il successo unicamente dei farmaci).
Quando Padre Jack tornato per la sua consueta visita, prima settimanale e poi bi
l romanzo di Robert Louis Stevenson Lo strano caso del dottor Jekyll e del signo
r Hyde.
Verso la fine del romanzo, nel confessare i suoi ignobili esperimenti ai suoi am
ici, Dr. Jekyll scrive: "Nella fattispecie, fui indotto a profonde e inveterate
riflessioni su quella dura legge della vita, che sta alla radice della religione
ed una delle pi notevoli fonti di dolore.
Pur cos profondamente doppiogiochista, non ero in nessun modo un ipocrita; entram
bi i miei due lati erano in perfetta buona fede; io ero sempre me stesso, sia ch
e mettessi da parte ogni ritegno e sprofondassi nella vergogna, sia che mi adope
rassi, alla luce del giorno, a promuovere la scienza o ad alleviare dolori e sof
ferenze. E avvenne che la direzione dei miei studi scientifici, interamente
rivolti al mistico e al trascendentale, si ribellasse e gettasse una viva luce s
u questa coscienza della perenne lotta fra le mie componenti. Cos, di giorno in g
iorno, e con entrambe le facce, morale e intellettuale, del mio essere senziente
, sempre pi mi avvicinavo a quella verit, la cui parziale scoperta mi ha condannat
o a un cos orribile naufragio: che l'uomo non uno, in verit, ma due.
Dico due, perch lo stadio della mia conoscenza non va oltre questo punto. Altri v
erranno, altri su questa stessa strada mi supereranno; e io arrischio l'ipotesi
che l'uomo verr infine riconosciuto non altrimenti che come comunit dei pi svariati
, discordi e indipendenti membri. Io, da parte mia, per la natura della mia vita
, ho progredito infallibilmente in una direzione, e in quella soltanto. Fu dal
lato morale, e sulla mia stessa persona, che imparai a riconoscere la profonda e
fondamentale dualit dell'uomo; mi accorsi che, delle due nature in lizza nel cam
po della mia coscienza, anche se potevo a buon diritto dire di essere l'una e l'
altra, cosa che era dovuta soltanto al fatto di essere ambedue radicalmente; e f
in dagli inizi, prima ancora che il corso delle mie scoperte scientifiche avesse
cominciato a suggerirmi la pi concreta possibilit di un simile miracolo, avevo im
parato a
vagheggiare, con la predilezione di un sogno a occhi aperti, l'idea della separa
zione di quegli elementi. Se ciascuno di essi, mi dicevo, potesse solo essere co
llocato in identit separate, la vita sarebbe alleviata di tutto quanto ha d'insop
portabile: il malvagio se ne andrebbe per la sua strada, liberato dalle aspirazi
oni e dai rimorsi del gemello pi virtuoso; e il giusto potrebbe progredire con co
stanza e sicurezza lungo il suo sentiero in salita, compiendo le buone cose in c
ui trova il suo
piacere, e non pi esposto all'ignominia e alla penitenza a causa di quel male che
gli estraneo. Era la maledizione del genere umano che simili incongrui sviluppi
fossero tanto vincolati, che nel grembo tormentato della coscienza quei gemelli
antitetici dovessero scontrarsi continuamente.
Come fare, dunque, a dissociarli?"
E' una cosa molto triste ma alcuni dei miei pazienti, durante le prime manifesta
zioni di pensieri dal contenuto violento, sessuale o blasfemo, ritengono che in
loro, in profondit, ci sia davvero qualcosa che non va - esattamente come lo spie
tato Mr. Hyde vive all'interno del Dr. Jekyll e aspetta solo di essere portato a
lla luce- ritengono di essere davvero un diabolico omicida o un molestatore, rit
engono che quella sia davvero la loro reale natura, e i pensieri non siano altro
che un presagio di questa stessa loro natura.
Per i pazienti che giungono a siffatte conclusioni, la soppressione del pensiero
appare davvero l'unica, logica, soluzione, Perch, nella loro mente, ritengono di
dover bloccare tutti i tentativi di questa loro seconda diabolica natura che st
a cercando di uscire fuori allo scoperto, di imporsi alla parte cosciente.
Quello che ancor pi triste che, come ora capiremo, questo comportamento non fa al
tro che peggiorare la loro situazione (cos come sbagliato, ad esempio, compiere t
entativi disperati di sopprimere i pensieri facendo uso di alcool o droghe varie
).
Di conseguenza, un'altra regola empirica, utile per domare i cattivi pensieri la
seguente:
Questi cattivi pensieri non significano assolutamente che voi abbiate davvero un
a natura diabolica e la soppressione volontaria, il tentare volontariamente di b
loccarli, non fa altro che rafforzarli.
a confidarsi o mai neppure con i medici perch hanno paura di essere considerate
"pazze". Spessissimo poi non ne parlano neppure con noi
direttamente, ma aspettano che siamo noi ad introdurre l'argomento, quindi inizi
ano a piangere e ci chiedono "Come fa a saperlo?".
La Dtt.ssa Wisner mi ha raccontato di alcune donne che sono diventate ancora pi d
epresse per il fatto di aver male interpretato queste ossessioni.
Chiedono spesso "Ho queste ossessioni Perch sono una cattiva madre?", "Questo sig
nifica che non ho mai desiderato avere il mio bambino?", "Ho qualche problema ir
risolto legato all'infanzia che mi rende predisposta a far del male al mio bambi
no?", "Se ne parlo con qualcuno, mi porteranno via mio figlio?".
Errate interpretazioni di questo tipo possono davvero peggiorare la depressione
post-partum, e rendono queste donne sempre pi predisposte a soffrire di ossession
i di aggressivit nei confronti dei loro bambini.
Depressione dopo il periodo postpartum
Di certo, lo Spiritello non smette di assillare le neo mamme dopo il periodo con
venzionale dei tre mesi dopo il parto.
Molti studi recenti hanno confermato che questi pensieri intrusivi di nuocere al
proprio bambino si manifestano anche nel corso dei 3 anni successivi.
Ultimamente il Dr. Jennings ed i suoi associati presso l' Istituto e la Clinica
Psichiatrica a Pittsburgh hanno condotto degli studi su un centinaio di donne cl
inicamente depresse con almeno un bimbo al di sotto dei 3 anni di et, per studiar
ne proprio le ossessioni che hanno come contenuto quello di far
del male ai figli.
Di queste donne depresse il 41% ha ammesso di avere pensieri simili.
Alcune di queste donne, inoltre, hanno anche ammesso di aver paura di restare so
le con il proprio bambino e per questo stesso motivo spesso non riescono a prend
ersene cura e finiscono con il trascurarlo.
I ricercatori, poi, per attuare un confronto, hanno rivolto le stesse identiche
domande ad un gruppo di 46 donne non depresse e hanno appreso che "solo" il 7% d
i costoro ha ammesso di avere simili ossessioni verso i loro bambini.
(Sebbene questa percentuale sia notevolmente pi bassa rispetto a a quella delle d
onne vittime di depressione, comunque significativa Perch significa che ogni anno
, una buona parte delle donne americane non depresse, circa 280.000, soffre di q
uesto tipo di ossessioni).
E, comunque, non ne soffrono soltanto le madri di bambini molto piccoli.
Kay, una professionista di 40 anni, giunta da me in clinica x trovare sostegno e
conforto riguardo ad alcuni pensieri che la terrorizzano e la sconvolgono e che
consistono nel pensare ossessivamente di accoltellare i suoi figli, adolescenti
, mentre stanno dormendo.
Kay, in particolar modo, si soffermata su un episodio, il seguente.
Una volta si trovata sola di notte in casa mentre i suoi figli stavano dormendo.
I suoi figli stavano riposando al piano superiore quando Kay stata improvvisamen
te assalita dall'idea che avrebbe potuto pugnalarli.
Lo sguardo della donna ha iniziato a fissarsi su un lungo coltello affilato posa
to sul bancone della cucina, ha come sentito dentro di s il freddo colare del san
gue non appena si raffigurata la scena di affondare sempre pi in profondit il colt
ello su una delle sue innocenti figlie.
Mi ha confidato di essersi raffigurata tutta la scena: il sangue che fuoriusciva
dal corpo della figlia, di un rosso intenso, diventava sempre pi scuro e iniziav
a a macchiare le bianche lenzuola.
Riusciva, nella sua mente, a vedere gli occhi sbarrati della figlia che, inerme,
la guardava senza capire e poi semichiusi a fissare quella donna, sua madre, la
persona di cui pi si fidava al mondo, mentre la colpiva a tradimento.
Malgrado tutti i suoi sforzi di cacciare immediatamente quei terribili pensieri
dalla sua mente, Kay non ci riusciva e la sua mente si accaniva di pi: ora immagi
nava di spostarsi nella camera dell'altro figlio, che nel frattempo si era svegl
iato ed era rimasto paralizzato dal terrore nel sentire i pianti e le urla prove
nire dalla camera della sorella.
Un'altra immagine, invece, vedeva Kay correre rapidamente verso la sua camera, o
ra la lama del lungo coltello era puntato verso il suo petto, era pronta e decis
a ad affondarlo e poi......Kay tornata con i piedi per terra.
Ferma in cucina a fissare il coltello che le aveva provocato quegli atroci filmi
ni, Kay era scoppiata a piangere.
Lei si ripromessa di non dover mai pi pensare a queste cose, almeno intendeva sfo
rzarsi di non farlo tutte le volte in cui suo marito era fuori casa e lei rimane
va sola con i figli.
Kay mi ha anche parlato di alcune somatizzazioni che aveva: sudore freddo sulla
fronte, sul labbro superiore che spesso la portava ad asciugarsi con mano treman
te.
Dopo che Kay ha finito di raccontarmi questo episodio e che mi ha confidato il t
errore che provava nel rimanere sola in casa con i figli, abbiamo discusso del s
uo problema in maniera pi approfondita.
Avevamo fin'ora parlato di queste paure e dei pensieri intrusivi del momento, or
a che i suoi figli erano degli adolescenti, ma non avevamo parlato del prima, ci
o di quando i ragazzi erano pi giovani e quindi pi vulnerabili ed indifesi.
Kay mi ha raccontato che quando i suoi figli erano pi giovani, lei divorzi dal suo
primo marito, il padre naturale dei ragazzi, mettendo cos fine ad un matrimonio
in cui lei aveva subito degli abusi fisici e mentali.
Le ossessioni di far del male ai suoi figli sono iniziate solo quando la donna s
i risposata ed ha dato inizio ad un rapporto equilibrato con un uomo che amava d
avvero.
Kay, una donna perspicace, ha concluso "Pare che quando le cose per me sembrano
andare bene, perfino troppo bene, la mia mente debba sempre andare a scovare qua
lcosa per rovinare tutto, qualcosa che mi faccia preoccupare e mi tenga in ansia
. Come se non avessi diritto ad essere felice, e ho il terrore di poter fare qua
lcosa di orribile, che roviner tutto".
Sebbene noi non avremo mai la certezza del Perch le ossessioni di Kay siano inizi
ate quando i suoi figli erano gi adolescenti, il loro comparire occasionalmente q
uando finalmente riuscita a trovare un p di pace e di serenit collima perfettament
e con il caso di altri miei pazienti, a cui accaduta una cosa simile.
Con gli anni, ho avuto modo di parlare con altre persone come Kay, le cui ossess
ioni hanno iniziato a fare capolino quando, secondo le loro precise parole, tutt
o "andava troppo bene".
I cattivi pensieri di nonne e zie
Lo spiritello di perversit non ha particolare preferenza su chi attaccare con la
paura di ferire i bambini. Apparentemente esso attacca chiunque abbia dei bambin
i intorno e particolari responsabilit nei loro riguardi.
Ginni era una affermata professionista intorno ai 50 anni. Ha confidato al suo d
ottore i suoi pensieri di far del male i sui nipotini, ed il dottore la ha indir
izzata a me.
Nonostante Ginni amasse la sua nipotina e non chiedesse altro di farle da babysi
tter, adesso per lei farlo voleva dire non riuscire a dormire tutta la notte pre
cedente per il pensiero di farle del male, togliendole ogni piacere nel accudire
i bambini.
Nel nostro primo incontro ginni mi disse che ogni volta che si trovava da sola c
on i nipotini, le sue ossessioni cominciavano. Se si trovava fuori, spingendoli
nel suo passeggino, i pensieri arrivavano: E se provassi limpulso di spingere la c
arrozzina sotto una macchina, uccidendolo? Se si trovava passeggiare su un ponte
vicino casa sua, il pensiero era di gettarli e lasciarli morire affogati nelle a
cqua sottostanti.
Se invece restava tappata in casa, proprio per paura di poter provare quei pensi
eri, veniva assalita dalla paura di poterli gettare dalla finestra, causandone l
a morte, o soffocarli nella culla (lo spiritello del perversit non si pu dire che
non sia pieno di risorse.).
Questi pensieri erano uno stillicidio per Ginni, che era psicologicamente sofist
icata e aveva un buon insight relativamente alle cause delle sue ossessioni.
Ginni mi disse che, come i pazienti del dott. Winsner, il suo problema non era t
anto sentire limpulso di uccidere i nipotini, quanto piuttosto la paura di poter
perdere improvvisamente il controllo delle sue azioni. Lei pose la questione in
questi termini La paura non che nel mio stato corrente io possa fare cose del gen
ere, quanto piuttosto che io possa scivolare in uno stato in cui ne sarei capace
. Ma nonostante questo esso si incancrenisce, si incancrenisce e d insite, e pic
chia nella tua testa e continua a picchiare, come se fosse il cattivo, il nemico
, il mostro, il demonio, un
demone senza volto.
Con il mio incoraggiamento, Ginni disse tutto al marito, e si sent sollevata dall
a sua relazione egli semplicemente non poteva credere a quello che sentiva, tanto
era sicuro che non avrei mai fatto nulla del genere e che erano solo cattivi pe
nsieri.
Quando le chiesi perch suo marito avesse tanta fiducia in lei, mi rispose perch lui
mi vede tutti i giorno trattare con le persone, e ha detto che si innamor di me
proprio perch sono sempre gentile.
Per esempio mi ha ricordato di una volta che eravamo insieme in una baita e io v
idi una ape intrappolata dietro una moschiera e gli dissi che non volevo che lape
morisse. Cos lui passo la prima ora del nostro primo week end insieme a smontare
al moschiera per liberare lape. E mi ha detto Ti pare questo il modo di fare di
qualcuno che ucciderebbe i propri nipotini? Mi ha anche ricordato che io sono mo
rbida, calorosa e molto coccolona, e che lui non potrebbe mai preoccuparsi
che io possa davvero fare le terribili cose che penso.
Inutile dire che Ginni era sollevata dalla reazione del marito, visto che aveva
temuto che la potesse considerare pazza.
Spiegher nei capitolo successivi come Ginni fu capace di liberarsi dei suoi catti
vi pensieri al punto che adesso pu tranquillamente frequentare i suoi nipotini se
nza nessuna ossessione. Questo sar pi avanti nella storia, per adesso mi preme far
capire che non sono solo le madri ad avere cattivi pensieri sul far del male ai
bambini.
Ginni mi ha recentemente fornito una latro esempio di quanto detto, quando mi ah
raccontato della sua breve visita alla sorella ed al suo bambino, quando, con s
ua grande sorpresa, i cattivi pensieri ritornarono. Mi raccont in dettagli cosa a
ccadde quando lei resto da sola e, ai propri occhi, responsabile per questo neon
ato che aveva visto per la prima volta solo pochi minuti prima.
Stavo portando il bambino fuori per una passeggiata nel passeggino.
Il parasole era aperto ed lui indossava una copertina ed un cappellino mentre do
rmiva. Ad un tratto mi preoccupai che non riuscisse respirare cos imbaccuccato e
mi venne in mente che la sindrome da morte nella culla viene spesso scambiata pe
r soffocamento volontario del bambino da parte qualcuno.
E se qualcosa scattasse nella mia testa, e questi cattivi pensieri passassero dal
lessere solo pensieri, a soffocare davvero il bambino? Per il resto del tempo che
stetti con lui, se le coperte o il cappellino cadevano un p sul suo viso, mi prec
ipitavo a toglierli perch non potessero soffocarlo.
Io non avevo immagini che mi ritraevano mentre lo soffocavo, ne tanto meno senti
vo limpulso di farlo, cera solo quella ignobile voce che diceva e se tu lo facessi
davvero? oppure Sarebbe davvero cos terribile se tu lo soffocassi?, ma a livello raz
ionale io sapevo che non lo avrei mai fatto. Non lho detto a mia sorella perch lei
probabilmente sarebbe rimasta inorridita e probabilmente non mi avrebbe mai pi v
oluta vicino al suo bambino. Che mi crediate o meno, quando scesi dallaereo e tor
nai a casa, rimasi per diverso tempo in attesa di una telefonata che mi dicesse
che il bambino era stato soffocato
Ginni pensava che la mai metafora dello spiritello di perversit descrivesse bene la
sua situazione.
Ed esso lei ricord anche di altri due cattivi pensieri che lavevano angosciata:
Recentemente, mentre ordinava una torta da portare ad una festa per una mamma in
attesa, aveva sentito limpulso di chiedere al pasticciere di scrivere sopra Spero
che tu abbia un bambino anormale
Quando cambiava i pannolini dei suoi nipotini pensava: non voglio guardare ai lor
o genitali, non sia mai che qualcosa scatti nella mai testa ed io li molesti ses
sualmente.
Ancora una volta, pensieri come questi erano il biglietto da visita dello spirit
ello della perversit.
Non erano certo i pensieri omicidi di una donna pericolosa, ma piuttosto la paur
a di fare la cosa meno appropriata nel momento meno appropriato.
Anche se le ossessioni sessuali verso il proprio bambino sono molto meno confess
ate di quelle aggressive, io ho visto un diverso numero di donne con questi catt
ivi pensieri.
Marty, una donna sui 25 anni, mi disse che lei doveva forzare se stessa per pote
r fare il bagnetto al suo bambino di due anni. Temeva che vederlo nudo potesse f
arle perdere il controllo e toccare i suoi genitali in modo improprio.
Come molti altri pazienti che mi hanno parlato della loro paura di abusare dei b
ambini, Marty temeva anche di poter nuocere al figlio in altro modi, tipo soffoc
arlo con un cuscino o colpirlo con un pugnale. Le sue ossessioni sessuali sembra
vano essere nullaltro che una ulteriore manifestazione dello spiritello della per
versit: siccome lei pensava abusare sessualmente del figlio fosse esattamente orr
ibile in egual misura che ucciderlo, questo fu esattamente quello che lo spirite
llo selezion per tormentarla.
Per moltissimo tempo non ci furono studi su questo tipo di ossessione, ossia que
lla di poter abusare sessualmente dei propri figli, perch questi pensieri sono ad
dirittura meno ammessi dalle persone che non quelli violenti. Recentemente, comu
nque, due ricercatori inglesi hanno descritto due nuove madri che soffro nodi qu
esti disturbi. I dott.ri Brockinton e Filer dellUnit per Madri e Bambini dellOspeda
le Psichiatrico Queen Elizabeth di Birmingham, hanno notato che , siccome le oss
di tutte le persone che soffrono di DOC,
essioni sessuali sono presenti in pi di
ci dovremmo aspettare che almeno alcune madri possano essere ossessionate dal fa
tto di poter abusare sessualmente dei loro figli. Essi poi passano a descrivere
i soli due casi di giovani madri, ricercabili nella letteratura medica, che hann
o sperimentato pensieri di abuso sessuale sui loro figli.
Per dimostrare quanto bizzarre queste ossessioni sessuali possano diventare in alc
une madri, il Dr. Brockington mi ha raccontato di un caso che lui ed il suo coll
ega hanno esaminato, di uan donna incinta ossessionata da poter commettere abusi
sessuali sul suo feto ancora non nato. Come le ossessioni sul far del male ai p
ropri figli, anche in questi casi i pazienti ammettono che questi pensieri sono
ridicoli, sono quando sono calmi e lontani dai bambini.
Ma, quando sono soli con i loro figli cosa che tentano di evitare essi sentono u
na terribile paura che qualcosa possa scattare in loro e agire in base a questi
pensieri.
I pensieri intrusivi degli uomini riguardo ai bambini
Sebbene io abbia dato maggiore enfasi, in questo capitolo, ai pensieri e agli im
pulsi delle donne di far del male o abusare sessualmente dei loro bambini, non i
ntendo dare l'impressione che gli uomini siano immuni da simili pensieri.
Ho avuto modo di visitare diversi uomini, insieme ai propri figli ma anche soli,
che sono stati appunto tormentati da ossessioni simili.
Diversi uomini sposati mi hanno confidato che, sebbene non l'abbiano mai confess
ato alle proprie mogli, hanno spesso continuato a rimandare il momento di prende
re in braccio il proprio bambino a causa proprio della paura di fargli del male.
Gary, un uomo profondamente religioso di circa 30 anni, mi ha fatto visita propr
io per chiedere aiuto riguardo a delle ossessioni che lo assillavano, incentrate
sul fatto di poter abusare sessualmente di sua figlia o delle sue amiche.
Mi ha fornito una descrizione accurata di questi pensieri ed la seguente:
Stavo accompagnando a casa mia figlia Jane e la sua amichetta Katie, ed entrambe
le ragazzine, di 7 anni circa, stavano scherzando tra di loro, ridendo e divert
endosi. Era meraviglioso. Ma proprio in quel momento sono stato assalito, ancora
una volta, da un pensiero atroce e mi sono chiesto: "Come posso essere sicuro c
he io non voglia davvero violentare Katie?".
Questa domanda mi ha angosciato. Ho detto a me stesso "Ma io non voglio molestar
- il fatto che voi proviate del disgusto e dell'agitazione verso certi pensieri
e
- il fatto che voi non li avete mai messi in pratica sono segnali certi e sicuri
, che testimoniano che voi non potreste mai metterli in pratica.
Capitolo Terzo
Come essere sicuri che si tratti solo di pensieri?
Sebbene provi spesso a rassicurare i miei pazienti sul fatto che le persone che
soffrono di questo disturbo non metteranno mai in pratica il contenuto delle lor
o ossessioni, riesco a comprendere l'orrore e il disgusto che provano di fronte
a pensieri simili.
Del resto se i bambini di cui hanno timore non sono mai stati uccisi dai loro ge
nitori, e pertanto i pensieri intrusivi di far loro del male facilmente possono
essere etichettati come ridicoli, purtroppo vero che viviamo in un mondo in cui
spesso vengono compiuti omicidi ai danni di bambini indifesi e molto spesso ci ac
cade per mano degli stessi genitori.
Ad esempio, una notizia apparsa su un noto quotidiano parlava appunto di una rag
azza madre che stata accusata di aver ucciso il proprio bambino di un mese mette
ndolo dentro il microonde e facendolo funzionare.
In attesa di giudizio, la ragazza stata trattenuta in un ospedale psichiatrico.
E' facile immaginare il terrore nel leggere un articolo come questo che verament
e pu colpire profondamente il cuore di una neo mamma come Sally, di cui abbiamo a
ccennato qualcosa all'inizio, che ha affrontato da sola la paura di poter fare d
el male al proprio neonato.
I nuovi mezzi di comunicazione rappresentano delle fonti ricche di storie sensaz
ionali riguardo ai pericoli che ci circondano.
Ad esempio, una recente copertina di una rivista dedicata allo sport porta quest
o titolo "Conosci chi sta allenando tuo figlio? La spaventosa verit dei ragazzini
molestati nello sport" e nella rivista viene affrontato il tema degli abusi che
sono stati compiuti ad opera di otto allenatori nei confronti degli adolescenti
che erano stati a loro affidati.
Questo articolo intendeva mettere in guardia i genitori sul fatto che esistono d
elle persone pericolose che possono prendere come preda, come bersaglio, i loro
stessi bambini.
Incredibilmente, l'articolo riportava che in media il molestatore tipico, che ab
usa di questi ragazzi approfittando degli sport giovanili, ha brutalizzato circa
120 ragazzi prima di venire catturato.
Come genitore (e allenatore del Little League) ho preso a cuore le informazioni
suggerite dalla rivista per controllare i nomi degli allenatori e assicurarmi di
aver affidato mio figlio alla persona giusta.
D'altra parte, ho avuto anche modo di appurare l' impatto che questa storia pu av
er avuto su un uomo tormentato dalla paura di poter, un giorno, essere in grado
di abusare sessualmente di un bambino, quando, invece, l'evidenza suggerisce che
mai e poi mai egli potr mettere in atto il contenuto dei suoi pensieri.
Non stupisce che la maggior parte dei pazienti che frequentano i miei gruppi a c
ausa di una serie di pensieri intrusivi che li affliggono mi hanno raccontato di
aver contemplato davvero l'idea del suicidio.
"A volte ho la certezza di non essere adatto a vivere in questa societ" il ritorn
ello di molti miei pazienti.
Mentre concordo sul fatto che questa sensazione certamente risulta vera per colo
ro che hanno sul serio abusato di ragazzini, come riportato dalla rivista (alcun
i dei quali ora stanno scontando la pena in prigione), questa stessa sensazione
non va applicata a quegli uomini tormentati dal dubbio e divorati dai sensi di c
olpa riguardo a questi pensieri, pensieri che, ripeto, queste persone non metter
anno mai in pratica.
I pazienti che soffrono di questo disturbo non sono in grado di cogliere questa
importante distinzione.
Senza alcuna eccezione, quest'ultimi non riescono, tuttavia, mai a convincersi d
el fatto che non metteranno mai in pratica ci che li tormenta, in quanto sono con
vinti di poter perdere in controllo e aggredire qualcuno.
Dopo la sparatoria in una scuola del Colorado alcuni dei miei pazienti che soffr
ono di ossessioni pure di aggressivit erano terrorizzati dal fatto di poter un gi
orno mettere in atto il contenuto di questi loro pensieri aggressivi diventando
i prossimi killer di questa stessa scuola.
Diversi anni fa, quando il processo di Susan Smith era argomento di scottante at
tualit, molte donne tormentate da ossessioni di poter fare del male ai propri fig
li erano letteralmente terrorizzate dall'apprendere che una donna, apparentement
e normale, avesse potuto chiudere i propri figli nell'auto, mettere loro le cint
ure di sicurezza in modo da impedirgli di slegarsi e gettarli con tutta l'auto n
elle acque del lago.
La domanda che avr sentito un miliardo di volte la seguente "Come posso essere as
solutamente sicura che io non mi comporter come Susan Smith?".
Un recente testo che tratta di una serie di atti atroci compiuti dagli stessi uo
mini, La Natura Oscura, ha descritto lo scenario agghiacciante dellastoria in qu
esto modo:
La notte del 25 Ottobre del 1994 Susan Smith prepara accuratamente l'auto con i
propri figli a bordo, toglie il freno amano, chiude a chiave la macchina e la la
scia scivolare in discesa lungo la rampa x le barche nelle acque gelide del Sout
h Carolina.
Nel sedile posteriore allaccia le cinture di sicurezza ai suoi bambini.
Un'ora pi tardi accuser uno sconosciuto, un uomo di colore, di aver rubato la sua
auto, di aver sequestrato a bordo i suoi bambini dopo averla minacciata con un'a
rma, e ha continuato ad accusarlo fissando le telecamere ed implorando che fosse
fatta giustizia, in televisione, piangendo calde lacrime.
Ma quando non venne trovata neppure una prova a carico dell'uomo, la polizia int
errog la donna che, alla fine, rilasci una sconvolgente confessione.
Lei stessa indic alla polizia il luogo dove, poi, venne ritrovata la macchina e i
corpi senza vita dei suoi due bambini.
Le bugie dette e l'inganno ordito da questa donna ha provocato molto shock e sca
ndalo in un pubblico abituato a puntare l'attenzione solo ed esclusivamente sull
e azioni cruente effettuate da sconosciuti sui bambini, mentre a partire da ques
to fatto si , in realt, rivelato che, in base a delle statistiche fatte e valide l
imitatamente agli Stati Uniti, un migliaio di bambini all'anno vengono uccisi da
i loro stessi genitori o da parenti prossimi.
La met delle vittime hanno meno di un anno, e molte di queste sono state uccise d
alle proprie madri.
Similarmente, alcuni pazienti di sesso maschile che soffrono di ossessioni di ag
gressivit, e che sono delle persone rispettabilissime della comunit, oltre che paz
ienti che non metteranno mai in pratica ci che pensano, sono preoccupati di poter
un giorno perdere il controllo e diventare veri assassini come Jeffrey Dahmer.
Questo argomento ci porta proprio alla domanda cruciale di questo capitolo: "Com
e essere sicuri che si tratti solo di pensieri?"
Un caso clinico: l'accettazione del rischio nel caso dei pensieri intrusivi
Frank, un ragazzo che frequentava il mio gruppo di circa 20 anni, mi ha descritt
o molto bene i pensieri intrusivi e penosi di cui soffriva.
Essenzialmente il suo problema pi grande riguardava il fatto di non riuscire a co
nvincersi del tutto di non essere in grado di compiere effettivamente ci che i pe
nsieri gli suggerivano, pertanto aveva paura di fare la stessa fine di Jeffrey D
ahmer.
Nel periodo in cui Frank si unito al mio gruppo (che, appunto, raccoglieva perso
ne che soffrivano di DOC) era gi stato seguito da un mio collega e aveva fatto de
i significativi passi avanti.
Frank soffriva di aggressioni di aggressivit che avevano come contenuto quello di
pensare in continuazione di poter pugnalare le persone.
Evitava i coltelli e qualsiasi oggetto appuntito e la sua paura peggiore era que
lla di poter un giorno diventare, appunto, come Jeffrey Dahmer.
Frank proveniva da una famiglia molto religiosa e gli era stato insegnato, o per
lomeno aveva imparato, che non avrebbe mai dovuto, per nessun motivo al mondo, m
anifestare la propria rabbia verso nessuno.
Le sue ossessioni violente hanno avuto inizio alcuni anni prima, e si sono manif
estate come preoccupazioni eccessive di poter pugnalare qualcuno della sua famig
lia.
Come molti dei mei pazienti che hanno sofferto di questo specifico tipo di osses
sioni e che provenivano, come Frank, da famiglie estremamente religiose, Frank e
ra terrorizzato dall'idea di aver gi commesso una colpa imperdonabile per il solo
fatto di aver avuto pensieri simili e era altres terrorizzato di essere destinat
o all'inferno per questo.
Ma per fortuna, grazie all'esposizione guidata a cui partecipava nella nostra cl
inica, e che consisteva nel maneggiare dei coltelli e nell' ascoltare delle regi
strazioni su nastro fatte da lui stesso di quelle che erano le sue peggiori osse
ssioni e grazie soprattutto all'apprendimento di come poter gestire la sua rabbi
a, Frank riuscito a stare molto meglio.
Non era in grado di lavorare, se non occasionalmente, di tanto in tanto, proprio
a causa di simili pensieri.
Ma nonostante tutti i suoi progressi continuava, in Frank, ad albergare questo a
troce dubbio "non si sentiva ancora del tutto convinto di non poter diventare un
giorno come questo brutale assassino, Jeffrey Dahmer".
Una parte del trattamento a cui stato sottoposto Frank consisteva nel fargli ved
ere in videocassetta in continuazione, avanti e indietro, un film riguardante pr
oprio la biografia di Jeffrey Dahmer, fino a quando questo ragazzo da solo non r
iuscito a ridimensionare la propria paura ed riuscito a ridimensionarla provando
di fronte al film, oramai, solo sensazioni di grande noia.
Soffrendo di questo disturbo e tendendo a vedere le cose o bianche o nere ed in
termini meramente perfezionistici, e ancora a causa di questo suo eccessivo sens
o di responsabilit e di ultracoscienziosit, egli era troppo rigido e severo con se
stesso, e insisteva, a tutti i costi, di poter trovare, in qualunque maniera, i
l modo di essere sicuro al 100% che non avrebbe mai potuto perdere il controllo,
pugnalare qualcuno e mettere in atto i suoi pensieri.
Arrivati a questo punto, Frank era arrivato ad un'altra atroce conclusione: dato
che, con l'esposizione si sentiva molto meno ansioso e quindi l'ansia stava sce
mando, temeva di essere sul serio una persona pericolosa, ora che non aveva i fr
eni dell'ansia, e appunto temeva ancora di pi di fare la fine di Jeffrey Dahmer!
Quando qualcuno del gruppo ha ricordato a Frank che nessuno, tormentato o meno c
he fosse da pensieri intrusivi, avrebbe mai potuto avere la garanzia assoluta di
non mettere in pratica ci di cui aveva terrore, lui rispondeva che era logico, c
he anche lui riusciva ad arrivare a quella conclusione, ma solo quando si trovav
a in clinica, Perch, al contrario, quando era da solo sentiva molto spesso il bis
ogno di doversene convincere a tutti i costi.
Solo seguendo una terapia, oltre che comportamentale, anche cognitiva, come desc
river pi avanti nel libro, Frank riuscir ad interrompere definitivamente questa sua
ricerca ossessiva di sicurezza al 100 % .
Fino a quel momento, Frank ha continuato a lavorare su se stesso, imparando a es
primere in maniera appropriata la sua rabbia ed iniziando davvero a vivere, per
la prima volta dopo tanti anni.
La ricerca incessante di una certezza , per molti pazienti, un qualcosa di molto
dannoso e precario.
Da una parte, molti di essi sono ossessionati dal bisogno di avere l'assoluta ce
rtezza di non poter mettere in pratica il contenuto delle loro ossessioni e sono
angosciati dall'esistenza di quella infinitesimale possibilit.
Costoro non riescono ad accettare la presenza del minimo dubbio al riguardo.
Ma questa sempre una battaglia persa, dal momento che noi non possiamo essere si
curi al 100% di nulla, cos come non si certi del fatto che domani il sole sorger a
ncora allo stesso modo non sicuro che io un giorno non commetta davvero un omici
dio (tuttavia si pu essere perfettamente in grado di vivere una vita relativament
e sana anche sapendo che esiste questa minima, irrilevante
eventualit ma non vale la pena di preoccuparsi al riguardo).
Nel caso di pazienti come Isaac, che ha paura di voler sul serio avere dei rappo
rti sessuali con degli animali, e Martie, che ha paura, invece, di voler sul ser
io avere dei rapporti sessuali con il suo bambino, questa ossessiva ricerca di u
na sicurezza li porta a controllare in continuazione il proprio corpo, a monitor
arlo, per provare a loro stessi di non essere eccitati alla sola idea.
Entrambi mi hanno confidato che quando li assale l'ossessione di poter effettiva
mente mettere in pratica il contenuto dei loro pensieri, tendono a controllare i
l proprio corpo, stanno attenti al minimo riflesso che queste ossessioni hanno s
ul loro corpo in termini di reazione fisica, per essere sicuri al 100% di non av
vertire la pi piccola forma di eccitazione sessuale o formicolio lungo il corpo.
In ogni caso questo non fa altro che aumentare la loro ansia, la loro preoccupaz
ione Perch spesso costoro falliscono la prova e si rendono conto che proprio quel
la parte del corpo su cui stanno focalizzando l'attenzione in realt prova qualcos
a, ma non per qualche reale motivazione recondita che sta sotto, bens semplicemen
te Perch hanno spostato esageratamente l'attenzione proprio su quella parte!
Ora fate questo esperimento: provate per un attimo, all'insorgere delle ossessio
ni, a focalizzare tutta la vostra attenzione sui vostri genitali per alcuni seco
ndi e sforzatevi con tutti voi stessi di dimostrare che non avvertite assolutame
nte alcuna sensazione in quella parte.
Dovrebbe essere ormai chiaro che il punto cruciale della terapia per chi, come I
saac e Martie, soffre di simili ossessioni, consiste proprio nell'interrompere q
ualsiasi tentativo di monitoraggio, a scopo rassicurativo, delle proprie sensazi
oni corporee, Perch il controllo delle sensazioni provoca una diminuzione della f
iducia in se stessi ed un aumento progressivo della paura di potersi davvero sen
tire come i pensieri intrusivi dicono che siamo.
Alla domanda "Come essere sicuri che si tratti solo di pensieri?" la mia rispost
a chiara e semplice "Non potrai mai esserne sicuro".
Infatti il tentativo stesso di avere la sicurezza totale il modo peggiore di aff
rontare i peensieri intrusivi, violenti, sessuali o blasfemi.
Non una coincidenza se il termine francese per chiamare il "disturbo ossessivo-c
ompulsivo" "malattia del dubbio", per questo motivo il loop dei miei pazienti ca
usato da una ricerca spasmodica e senza fine di rassicurazione e dal dover esser
e sempre e in continuazioni certi al 100% di qualsiasi cosa.
Ora, chiunque soffre di pensieri intrusivi violenti, sessuali o blasfemi soffre
anche di disturbo ossessivo-compulsivo?
Tecnicamente s.
Basandoci su criteri ufficiali dell'Associazione Psichiatrica Americana, per chi
unque vittima di pensieri intrusivi che si ripresentano in continuazione e che i
nterferiscono pi o meno pesantemente sulla propria vita, cos come fino ad ora sono
stati descritti, la diagnosi pi certa che si tratti di disturbo ossessivo compul
sivo.
Caratteristiche del disturbo ossessivo compulsivo (DOC)
Elenco delle maggiori ossessioni e compulsioni particolarmente penose, che occup
ano pi di un'ora al giorno, o interferiscono con il lavoro, lo studio e le normal
i attivit.
Ossessioni: pensieri intrusivi e penosi, impulsi o immagini mentali che non rigu
ardano le effettive e reali preoccupazioni della vita di tutti i giorni
Esempi:
--ossessioni
--ossessioni
--ossessioni
--ossessioni
--ossessioni
--ossessioni
--ossessioni
di aggressivit
sessuali
blasfeme
dubitative
di contaminazione
di simmetria
di perfezionismo estremo
Compulsioni: azioni che la persona non pu fare a meno di eseguire, o per il sorge
colpa, cos immersi nel panico pi assoluto, che da a loro la sicurezza di non pote
r mai mettere in pratica ci che pi temono.
E nonostante io dica loro questo pi e pi volte, non riescono mai a convincersene d
el tutto.
Quando mi chiedono "Come posso essere certo al 100% di non compiere mai delitti
atroci come quelli compiuti da Jeffrey Dahmer o da Susan Smith o dai ragazzi del
la Scuola della Columbia?" io rispondo sempre loro che coloro che si macchiano d
i crimini cos atroci provano emozioni completamente diverse dalle loro, emozioni
di rabbia repressa, di assoluta mancanza di senso di colpa e di pericolosit socia
le.
La storia della criminologia praticamente dominata da individui che sono dei ver
i sociopatici, degli psicopatici o semplicemente dei criminali sanguinari, e que
sti termini, in psicologia, vengono utilizzati proprio per indicare la personali
t di soggetti che non nutrono affatto n sensi di colpa n rimorsi per i loro comport
amenti anti-sociali e criminali.
Il punto chiave proprio questo, lo ripeto: il fatto che costoro non provano n sen
si di colpa n alcun tipo di rimorso per i loro comportamenti violenti.
Alcuni individui presentano le caratteristiche enunciate dalla Tabella 4, ineren
te, se adulti, il Disturbo da Personalit Anti-sociale, e il Disturbo della Condot
ta se prima del raggiungimento del diciottesimo anno di et.
Vediamo la Tabella 4.
Tabella 4
Disordini della Condotta
(fino ai 14 anni e pi giovani)
-violenza o crudelt verso persone o animali
--maltrattamenti o minacce nei confronti delle persone
--provocare risse
--usare un' arma (mazza, pistola, bottiglia rotta, pietra, coltello)
--derubare
-atti vandalici
--appiccare il fuoco
--distruggere deliberatamente la propriet altrui
-mentire o rubare--forzare una casa o una macchina
--mentire o fregare il prossimo
--rubare nei negozi o contraffare degli articoli
-disobbedienza grave verso i propri genitori (prima dei 13 anni)
--stare fuori tutta la notte
--scappare di casa pi di una volta
--marinare spesso la scuola
Disturbo Di Personalit Anti-sociale
(fino ai 15 anni o pi grandi)
-compiere con frequenza atti per cui si potrebbe rischiare il carcere
-mentire ripetutamente, cercare di fregare il prossimo, nascondere la propria id
entit
-agire in maniera impulsiva e non progettare il futuro
-essere spesso coinvolti in risse
-essere spavaldi, non avere riguardo per la propria sicurezza e quella altrui
-agire in maniera irresponsabile (non pagare le tasse, non riuscire a tenersi un
lavoro)
-non provare rimorso, non sentirsi in colpa, compiere atti che possono danneggia
re il prossimo.
Questi pazienti sono esattamente l'opposto dei pazienti che ho in cura e che sof
frono di doc.
Quest'ultimi, infatti, sono estremamente coscienziosi, provano laceranti sensi d
i colpa e sono tremendamente angosciati dal fatto di avere pensieri simili.
Ad alcuni pazienti che soffrono di Doc stato diagnosticato anche il Disturbo Oss
essivo Compulsivo di Personalit (che, come indicato dalla Tabella 5 caratterizzat
o anch'esso da un livello molto elevato di coscienziosit)
Tabella 5
Caratteristiche del Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalit
-sono eccessivamente responsabili ed inflessibili riguardo a questioni etiche e
morali
-sono profondamente preoccupati da piccoli dettagli (perdono di vista l'intera f
oresta Perch notano
solo i singoli salberi)
-sono molto perfezionisti nel fare le cose
-sono eccessivamente dediti al lavoro
-non si disfano facilmente delle cose, anche di poco conto
-non tollerano che gli altri facciano le cose a modo loro e non tollerano infraz
ioni alle regole
-mancano di generosit
-risultano rigidi e testardi
Il forte senso di colpa e l'angoscia che molti pazienti provano sono dovuti ad u
na parte del cervello chiamata "corteccia pre-frontale" e stanno a significare c
he questa stessa parte sta compiendo correttamente il suo lavoro nella soppressi
one di simili pensieri.
Recentemente ho chiesto ad un mio collega, il Dr. Cary Savage, un esperto dell'a
spetto neuropsicologico nel Doc, di poter in un certo senso rassicurare i miei p
azienti che temono, un giorno, di poter mette in atto il contenuto delle loro os
sessioni.
Lui ha detto loro "Il fatto stesso di sentire dei forti sensi di colpa e l'angos
cia che deriva dall'essere assaliti involontariamente da simili pensieri gi di pe
r se stessa la prova che non metterete mai in atto ci che temete, ed altres la pro
va che la corteccia del vostro cervello sta funzionando correttamente nel suo co
mpito di inibire e sopprimere certi impulsi. Nel fare questo essa vi provoca ang
oscia".
Pertanto, c' una notevole differenza tra i miei pazienti che provano tanta vergog
na e si sentono cos in colpa nell'avere certi pensieri di natura violenta e sessu
ale e coloro che, invece, commettono crimini a sangue freddo, senza provare n col
pa n rimorso.
Per rendere questa differenza ancora pi chiara, pensiamo alla storia di Sally, di
cui ho parlato nella prefazione.
Lei era terrorizzata dall'idea di poter afferrare e colpire il suo bimbo e quest
o pensiero le provocava vergogna e senso di colpa.
Se facciamo il confronto tra Sally e Susan Smith, notiamo che i casi sono molto
diversi: Susan ha bloccato nei sedili posteriori della sua auto i suoi stessi fi
gli e li ha guardati a sangue freddo mentre venivano inghiottiti dalle fredde ac
que del lago, seguendoli addirittura con lo sguardo mentre, come racconter poi, t
errorizzati, cercavano di liberarsi e invocare il suo aiuto, fino a quando non l
i ha visti annegare completamente con tutta l'auto.
Poi, senza neppure un briciolo di senso di colpa e a sangue freddo, la donna si
presentata, poche ore dopo il fatto, davanti alle telecamere di tutta la nazione
e, mentendo spudoratamente, ha accusato un uomo di colore di aver rapito i prop
ri figli, infine ha invocato l'aiuto di tutti affinch la aiutassero a riavere i f
igli che amava.
In maniera molto simile, Jeffrey Dahmer, all'inizio dei suoi festini sanguinari,
apparso davanti alla corte (intervengo un attimo x spiegare l'antefatto, sono t
unnel: Jeffrey era stato arrestato Perch sospettato di un omicidio in particolare
ma poi, per mancanza di prove e per la sua incredibile capacit di risultare semp
re credibile, stato rilasciato) ed riuscito a mentire cos spudoratamente da riusc
ire a convincere il giudice e l'intera corte che l'unica mancanza che lui aveva
avuto era stata quella di bere qualche bicchiere di troppo, quando invece in rea
Ad esempio, la teoria evoluzionistica sostiene che i geni degli antenati che rar
amente nutrivano pensieri di natura sessuale nei confronti dell'altro sesso, con
il tempo, sono stati sostituiti e superati dai geni di coloro che invece pensav
ano al sesso pi frequentemente, e questo avvenuto per l' istinto di sopravvivenza
e di riproduzione tipico dell'uomo, che portava coloro che pensavano spesso al
sesso ad agire in questo senso e dunque ad avere una prole pi numerosa rispetto a
gli altri,
pi inibiti e fragili.
La teoria evoluzionistica spiega anche il Perch il sesso maschile rispetto a quel
lo femminile tende ad avere un numero pi elevato di pensieri aggressivi ed un com
portamento pi aggressivo.
Gli antenati maschi che avevano sviluppato una forma di pensiero e dei comportam
enti pi aggressivi riuscivano a diventare dei veri e propri leader del gruppo e,
come risultato, riuscivano pi degli altri a conquistare le donne e a renderle gra
vide, facendo cos in modo che i loro geni (aggressivi e primordiali) si trasmette
ssero di generazione in generazione a discapito dei geni di
individui pi fragili e meno aggressivi.
Queste teorie evoluzionistiche, in parte molto controverse, sono state avanzate
anche per cercare di spiegare gli stupri e gli infanticidi.
Per quanto riguarda le aggressioni sessuali e gli stupri, la teoria evoluzionist
ica sostiene che i nostri antenati maschi violenti, quelli che violentavano le d
onne e le ingravidavano, abbiano trasmesso i loro geni (violenti) alla prole e a
lle generazioni successive, provocando una vera predisposizione dell'uomo alla v
iolenza sessuale.
Per quanto riguarda, invece, l'infanticidio, studi condotti negli Stati Uniti e
in Canada hanno confermato la raccapricciante verit che i genitori non biologici
(patrigni e matrigne), che non hanno alcun rapporto di sangue con i bambini che
devono accudire, sono di gran lunga pi inclini ad uccidere i loro figliastri risp
etto ai genitori naturali (il che, probabilmente, spiega la presenza massiccia,
anche nelle fiabe e nei racconti per bambini, di patrigni e matrigne).
La teoria evoluzionistica offre anche in questo caso una sua spiegazione: i nost
ri antenati maschi erano soliti raccogliere il cibo e altri mezzi di sussistenza
solo ed esclusivamente (dati di natura archeologica) per i propri figli natural
i e poco si curavano dei figli, ad esempio, degli altri maschi del gruppo, verso
i quali non avevano alcun rapporto privilegiato.
Da qui, ancora una volta, il gene dell'accudire solo i propri figli e meno gli a
ltri stato trasmesso alle generazioni successive.
Simili fenomeni sono stati osservati, oltre che negli ominidi, anche nei primati
.
Nel caso, ad esempio, di Susan Smith c' stato chi si riallacciato a questi echi d
ella teoria evoluzionistica: "Il suo un caso tipico. Rimasta incinta a 19 anni,
sposatasi in fretta, Smith si separata all'et di 23 anni. Era incapace di badare
a se stessa finita con il cercare l'appoggio e con il dipendere, anche nelle sce
lte, da un
uomo ricco che per non era assolutamente intenzionato a farsi carico anche dei su
oi bambini".
Il punto di vista evoluzionistico stato anche utilizzato per capire il Perch le n
eo mamme vengono assalite dai pensieri intrusivi di far del male ai propri bambi
ni.
Nello scritto dedicato all'insorgere dei pensieri intrusivi nella depressione po
st-partum, la Dr. Katherine Wisner ha sottolineato che pi queste madri hanno oggi
pensieri di natura violenta, filmini mentali che ruotano intorno ad eventi che
eventi che potrebbero accadere ai loro bambini, pi tendono a controllarli incessa
ntemente durante il giorno per assicurarsi che siano sani e salvi.
Questa scoperta ha indotto la Dottoressa Wisner a ritenere che forse questi pens
ieri sono stati selezionati e scelti dall'evoluzione della specie Perch un tempo,
nella preistoria, i bambini erano molto pi esposti rispetto ad oggi a situazioni
pericolose e pertanto le madri dovevano vigilare continuamente su di loro, per
consentire che non perissero e potessero cos avere maggiori changes di sopravvive
nza.
va in una Chiesa.
Il figlio stesso era terrorizzato da tutto questo Perch a quell'epoca questi comp
ortamenti venivano severamente puniti con la condanna a morte (pensiamo all'esec
uzione sommaria di quelle donne che venivano reputate delle "streghe").
Quando al ragazzo gli si chiese di spiegare cosa gli prendeva in quei momenti, i
l giovane diceva che gli sembrava di avere una specie di demone dentro che si im
possessava del suo corpo contro la sua volont.
"Non posso farci nella" diceva " come se si impossessasse di tutto il mio corpo..
.. lui che mi fa parlare o piangere. Sento le parole che mi suggerisce, non sono
io a volerle, cerco di resistere ma non riesco mai a trattenerle".
Ipotizzando e temendo una possessione demoniaca il padre decise pertanto di cond
urlo al cospetto di un esorcista per estirpare dal corpo del figlio il demonio".
Ogni cosa che un malato di questo disturbo sa di non dover fare, ecco! proprio q
uella cosa diventa la mira, il bersaglio del demonietto.
I pazienti che ne soffrono mi dicono di sentirsi costretti, ad esempio, a fare g
esti assurdi, come quello di affondare i coltelli nelle prese elettriche, cercar
e di strapparsi i bulbi oculari, attivare sistemi di allarme, toccare le persone
, urlare frasi razziste o parole blasfeme in Chiesa.
E a differenza di chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo, i malati di Sindr
ome di Tourette mettono sempre in pratica ci che pensano.
Il neurologo Oliver Sacks ha brillantemente spiegato alcuni casi di pazienti che
soffrono di questa sindrome, dando una visione molto accurata ed approfondita d
el fenomeno.
Recentemente egli ha raccontato la storia di un chirurgo che ne era affetto, mos
trando proprio come questo demonietto si divertiva alle spalle del pover'uomo.
In questi scenari che ora vediamo, notiamo che tutte le volte in cui un determin
ato comportamento viene proibito e considerato "sconveniente", proprio quello ch
e viene preso di mira dal demonietto:
Esempio: Una paziente di Bennet (il chirurgo) era una donna robusta con un melan
oma al gluteo che necessitava di essere reciso in profondit. Bennett si lav le man
i e indoss dei guanti sterilizzati.
Appena pens al fatto di essere obbligato ad indossare dei guanti sterili, il demo
nietto inizi a tormentarlo, tanto che il chirurgo si sent costretto all'improvviso
a strofinare il guanto destro, gi indossato e sterilizzato, su una parte del bra
ccio sinistro dove non era arrivata l'acqua e, pertanto, a "sporcare" il guanto.
La paziente lo guard completamente privo di espressione.
Simili episodi sono sempre accaduti a Bennet.
Esattamente come il chirurgo descritto da Oliver Sacks, molti dei miei pazienti
che soffrono di sindrome di Tourette hanno sentito il forte impulso a fare le co
se pi sconvenienti nei momenti meno adatti.
Per un chirurgo questo pu riguardare la sterilizzazione degli oggetti chirurgici
e delle mani, ma per un mio paziente, Brad, un rappresentante di commercio di ap
pena quarant'anni che solito spostarsi in macchina, questo pu riguardare l'impuls
o fortissimo a sbandare con la macchina e andare volontariamente fuori strada.
Sebbene, l' Haldol, il farmaco che assume, riuscito a controllare molti dei suoi
tic e delle sue contrazioni muscolari e facciali, lui mi ha confidato, la prima
volta che ci siamo visti, che gli erano rimaste delle fissazioni che lo spingev
ano a mettere in atto delle manovre pericolose, come quella di cambiare bruscame
nte marcia mentre viaggiava ad altissima velocit in autostrada! (devo confessarlo
: quando lui mi ha raccontato ci mi sono chiesto, per tutti i giorni a seguire, c
ome sarebbe stato fare una cosa simile, anch'io ho provato un forte impulso a ve
dere cosa si provassevedete bene che lo Spirito di Perversit sempre in agguato, c
on tutti!).
Brad mi ha spiegato che quando quest'impulso cos pericoloso lo pungolava, riusciv
a a contrastarlo e a bloccarlo solo fino a quando non rientrava in qualche strad
ina laterale sano e salvo, rallentando e assicurandosi che nessuna macchina lo s
tesse seguendo.
Dopo non ci riusciva pi.
L, infatti.....BUM! Non resisteva: doveva far leva sul cambio per cambiare marcia
, sentiva la marcia stessa grattare fortemente, quindi sterzava e andava fuori s
-singhiozzare
-scattare
-emettere pernacchie
-respirare forte
-respirare profondamente
-fischiettare
-canticchiare senza parole
-sibilare
-tirare su con il naso
-grugnire
-dire "yahoo"
-fare qua qua
-dire "ha, ha, ha"
-ansimare
-ripetere certi suoni tipo: Sh, Sh, Sh, T, T, T, T, Ooh, Ugh
Disturbo ossessivo compulsivo di personalit
Ad alcune persone che soffrono di pensieri intrusivi pu essere anche diagnosticat
o un Disturbo ossessivo-compulsivo di personalit (DOCP).
Le caratteristiche di questo disturbo le troviamo indicate pi avanti.
Come potete capire gi da soli, queste persone tendono ad essere particolarmente i
nflessibili e perfezionistiche riguardo a questioni soprattutto di carattere mor
ale o religioso.
Per loro assolutamente difficile dimenticare l'esperienza di aver avuto anche un
solo blando pensiero ossessivo, anche quando vengono messe al corrente del fatt
o che tutti gli esseri umani hanno pensieri di questo tipo.
Specialmente se costoro hanno con il tempo sviluppato un punto di vista religios
o molto forte, assolutistico, basato sull' esistenza di un Dio vendicativo e pun
itivo.
Lui o lei mal tollerano il fatto di aver avuto per la testa pensieri intrusivi d
i qualsiasi tipo (e sto parlando anche di pensieri molto blandi, che vengono tol
lerati anche da coloro che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo).
Tempo fa le persone che soffrivano di DOCP erano considerate persone dalle "cosc
ienze" e dal "senso di responsabilit" fortissimi, e questi termini probabilmente
descrivono i loro problemi e le loro vulnerabilit molto meglio del termine modern
o DOCP.
Disturbo ossessivo-compulsivo
Coloro che soffrono di Doc hanno possono avere o pensieri intrusivi che non ries
cono a tenere lontani dalla loro mente o compulsioni che mettono in pratica in m
aniera molto frequente e penosa, oppure entrambi (ossessioni e compulsioni).
Anche in questo caso le caratteristiche esatte le trovate in seguito.
I miei colleghi, Drs. Cary Savage e Scott Rauch (nonch il nostro gruppo di ricerc
a dell' Ospedale del Massachusetts e della Scuola Medica di Harvard), hanno rece
ntemente scoperto che coloro che soffrono di Doc sono molto spesso incapaci di p
restare un'adeguata attenzione agli eventi e alle situazioni su cui non si sono
attivamente e coscientemente focalizzati (anche a causa di una situazione di gra
nde ansia e agitazione).
La conseguenza che questi eventi, queste situazioni non sono allocati nella loro
memoria come, invece, accade automaticamente a tutti noi (Perch vi prestiamo sol
itamente una maggiore attenzione).
Faccio un esempio e vi faccio vedere cosa accade quando non si presta particolar
e attenzione alle cose che si fanno (il discorso valido per tutti coloro che non
prestano attenzione nel compiere un determinato atto, malati o meno di Doc).
Sebbene non abbia in mente, in questo momento, l'immagine di me stesso mentre st
amattina chiudevo l'auto (atto meccanico) alcune parti del mio cervello, ben att
ive e funzionanti, hanno registrato quel momento.
Questo viene in psicologia chiamato "apprendimento implicito, consapevolezza imp
licita", implicito Perch, pur avendo fatto quel gesto, in quel momento l'ho fatto
meccanicamente, non ero attivo e cosciente mentre lo facevo, non mi ero focaliz
zato sul gesto in s, implicito dunque il fatto che io l'abbia fatto.
Ora: a me resta la sensazione di averlo sicuramente fatto, anche se non posso di
re di avere un'immagine limpida e chiara di me che lo sto facendo.
Ma i pazienti che soffrono di Doc fissano per diversi minuti l'interruttore dell
a luce e ancora provano la sensazione di "non aver registrato nella loro mente i
l dato secondo cui l'interruttore spento".
Perch io non provo questa sensazione e loro s?
Vediamolo.
Si detto che coloro che soffrono di Doc spesso non riescono ad essere sicuri di
non aver fatto qualcosa di sconveniente e di dannoso in quanto non riescono a ri
cordare neppure di non averlo fatto!
Sebbene io non riesca, in maniera chiara e specifica, a ricordare di non aver mo
lestato sessualmente nessuno per strada ieri mattina,sebbene io non abbia in que
sto momento l'immagine fotografica chiara di me mentre cammina per strada, il mi
o cervello, in quel momento, sta funzionando correttamente, sta monitorando le m
ie azioni ed automaticamente ha raccolto quell'informazione che mi ha lasciato l
a rassicurante sensazione di non aver fatto assolutamente nulla di sbagliato.
Questo , invece, ci che accade in chi soffre di doc e che gli provoca quella terri
bile sensazione di ritenere di avere forse commesso inavvertitamente, senza rico
rdare, qualcosa di sconveniente nei confronti di un passante:
Quando pi tardi, preso dall'ansia e dall'agitazione, il paziente cerca di convinc
ersi al 100% di non avere molestato nessuno (o di non essere stato molestato) lu
i va alla ricerca ossessiva di una "prova" ma, non trovandola (ripeto: nessuno d
i noi, malato o meno di Doc, di un evento passato pu avere in mente l'immagine FO
TOGRAFICA precisa dell'evento) inizia a spaventarsi via via, ad accumulare ansia
su ansia, fino al momento in cui, nel panico pi totale, essendo un individuo ult
ra-coscienzioso, pieno di sensi di colpa, ricoprendosi di giudizi morali e prete
ndendo dal cervello una prova schiacciante di non colpevolezza e di assoluta cer
tezza, prova che il cervello non pu fornire a nessuno, allora cade nell'errore op
posto che il motivo per cui non ricorda solo ed esclusivamente uno: "se non sono
in grado di ricordare di
non averlo fatto solo Perch allora devo averlo fatto davvero!"(apprenderete in se
guito che imparare a smascherare e a correggere i pensieri disfunzionali e irraz
ionali il cuore di quella parte della terapia chiamata "terapia cognitiva").
Molte delle nostre ricerche effettuate nell'ultimo decennio sono state finalizza
te a scoprire cosa accade nel cervello di una persona che soffre di Doc causando
gli pensieri intrusivi e relative compulsioni.
Grazie all'utilizzo di strumenti tecnologici che hanno consentito di scansionare
il cervello e grazie alle relative considerazioni a cui siamo giunti per mezzo
di test neuro-psiciologici basati sull'attenzione e sulla memoria, il nostro gru
ppo di ricerca ha iniziato a tracciare, con sempre maggiore precisione, alcuni p
unti chiave di questo "misterioso" disturbo.
Per la prima volta nella storia, siamo stati in grado di vedere da vicino cosa a
ccade nel cervello delle persone nell'attimo stesso in cui sono attraversate da
un pensiero intrusivo.
Il Dr. Savage ha spiegato che i nostri studi, che utilizzano immagini del cervel
lo scansionato, mostrano che quando le persone vengono assalite da pensieri intr
usivi, particolari zone del loro cervello diventano progressivamente pi spesse e
pi attive: queste parti sono la corteccia orbitofrontale, il nucleo caudato, il c
ingolato anteriore, tutta quella parte strettamente connessa al nostro sistema l
imbico, insomma tutta la zona del cervello interessata dall'elaborazione di emoz
ioni forti e
dal forte impatto.
Questo spiega Perch la gente di solito si ossessiona su cose che implicano il per
icolo di far del male o cose simili (Perch quella parte che si occupa delle emozi
oni forti ad essere stimolata).
Come dimostrazione, il Dr. Savage ci fa l'esempio di una donna terrorizzata dai
coltelli.
Se, nonostante tutti gli sforzi effettuati per evitarli, la donna vede un coltel
lo, la visione attiva il sistema limbico del suo cervello (il sistema che si occ
upa delle emozioni forti) e lei progressivamente inizia a percepire sensazioni d
i paura e terrore.
Quindi, se a causa del Doc, le parti del cervello descritte sopra, nonostante si
ano costantemente in funzione, non riescono a sopprimere completamente questa se
nsazione, lei probabilmente soffrir di ossessioni inerenti il coltello e inerenti
il pericolo che esso rappresenta.
Pensiamo alla mia paziente Kay, la madre terrorizzata dal fatto di poter uccider
e i suoi due figli durante la notte.
In che modo un neuropsicologo come il Dr. Savage potrebbe rassicurare Kay del fa
tto che non metter mai in pratica l'ossessione di accoltellare i suoi bambini?
Egli potrebbe dirle "Anche se lei teme che il suo cervello non funzioni corretta
mente e che quindi non sia in grado di inibire le azioni sulla scia delle ossess
ioni che ti tormentano, le posso assicurare che la scansione del suo cervello mo
stra che, in realt, le parti preposte (soprattutto la corteccia orbito-frontale)
stanno continuando a lavorare correttamente, anzi addirittura di pi! e stanno ini
bendo i suoi impulsi. Infatti, l'attivit del suo cervello monitorata e registrata
sta lavorando esattamente all'opposto rispetto a quella di una persona che agis
ce sul serio, impulsivamente e
pericolosamente.
Nelle stesse aree in cui il suo cervello sta lavorando correttamente (e lo ripet
o: anzi: di pi di correttamente) il cervello di un reale assassino presenta parti
completamente inattive".
Alla fine, il Dr. Savage potrebbe anche spiegarle che lei sta davvero guastando
il suo tempo dando importanza a questi pensieri, preoccupandosi in maniera cos ec
cessiva del suo cervello, perch quest'ultimo sa molto meglio di lei quello che de
ve fare!
Le parti interessate del cervello, mentre Kay si logora in questo modo, si sono
gi attivate automaticamente ad impedire che ci avvenga, e stanno funzionando alla
perfezione!
Si sta preoccupando per nulla!
In che modo sono correlati il disturbo ossessivo-compulsivo e la sindrome di Tou
rette?
Il Dr. Savage ci fa vedere quali parti del cervello sono interessate.
Parla della sindrome di Tourette, e ci indica le varie parti del cervello intere
ssate (e i nervi connessi ai vari muscoli) sostenendo che sono quelle ad essere
maggiormente colpite.
Come risultato otteniamo una serie di tic muscolari, contrazioni facciali, movim
enti improvvisi e accanto ad essi una serie di suoni prodotti dalla muscolatura.
Nel Doc, invece, il Dr. Savage ritiene che la zona cognitiva prefrontale, quella
che riguarda i pensieri e non i nervi e i vari muscoli, sia quella maggiormente
coinvolta e questo il motivo per cui i sintomi sono tutti concentrati in ossess
ioni mentali e non in tic e contrazioni muscolari.
Ma Perch chi soffre della sindrome di Tourette solito dire le cose sbagliate nel
momento meno opportuno?
Prendo come esempio quanto scrive Lowell Handler, un uomo che soffre di questo d
isturbo.
Egli in un recente libro "Contrazioni muscolari e grida" parla di una sua conosc
ente lesbica, anch'essa affetta dalla sindrome "Viveva con i suoi genitori ed er
a terrorizzata dal timore che i suoi scoprissero il suo orientamento sessuale. L
'unica parola che di tanto in tanto si lasciava sfuggire, a volte urlandola, era
"gay". "
Eccolo l: lo Spirito della perversit in ottima forma!
Ma cosa accade al cervello in quel momento?
Il Dr. Savage crede che l'impulso di dire o fare cose sia strettamente connesso
al sistema limbico o emozionale dei cervello Perch, come gi detto, questa parte ch
e "gestisce" i pensieri pericolosi, provocatori e scioccanti.
Pertanto, come egli spiega, non un caso che le parole urlate tendano ad essere p
roprio quelle di cui il malato si vergogna profondamente e non vorrebbe mai dire
.
Molti di noi hanno degli amici che bevono molto alcool e, poi, agiscono di conse
guenza, mettendo in atto comportamenti scorretti, quelle famose azioni imbarazza
nti e pericolose che una persona colpita da Doc teme di fare.
Perch accade questo?
Cosa accade al cervello in queste circostanze?
Il Dr. Savage spiega che l' alcool e l' assunzione di droghe (come ad esempio i
barbiturici) agiscono sull'attivit della corteccia frontale del cervello, che ha
la funzione di sopprimere sul nascere gli impulsi aggressivi e sessuali che prov
engono dalla parte bassa del cervello.
Quando noi beviamo o usiamo delle droghe, la nostra corteccia frontale non pi in
grado di svolgere il suo lavoro correttamente e ci rende pi inclini a mettere in
atto comportamenti che il cervello non percepisce pi come pericolosi.
Proprio per questo motivo, per tutti coloro che temono di fare qualcosa di peric
oloso e di imbarazzante, e tanto pi per chi soffre di Doc, non una buona idea int
ossicare il proprio organismo con sostanze simili.
Alcuni miei pazienti che soffrono di Doc mi hanno confidato di aver bevuto un p t
roppo a volte, cancellando i ricordi, e la mattina successiva sono stati lettera
lmente tormentati dai disperati tentativi di ricordare cosa avessero fatto la no
tte prima (si va dall'idea di aver molestato sessualmente qualcuno a casa all'av
er orinato nel succo d'arancia).
Sono tutti concordi nell'ammettere che questa paura terribile di "avere o meno f
atto qualcosa", di non averne la "certezza assoluta" ancora peggio della sbornia
in se stessa.
All'inizio abbiamo incontrato Gary, il pap ossessionato dall'eventualit di avere m
olestato sessualmente la sua giovane figlioletta e la sua amichetta.
Nel disperato tentativo di trovare una prova certa dentro di s, egli non riusciva
a fare altro che ammettere di non ricordare di non aver fatto qualcosa di sbagl
iato e questo faceva galoppare la sua ansia.
Cosa stava accadendo nel suo cervello da fare s che non riuscisse a venire fuori
da questo circolo vizioso?
Quando queste due condizioni persistono, gli affetti da Doc come Gary tendono a
dare un'eccessiva importanza ai loro pensieri e si preoccupano per questi stessi
pensieri eccessivamente.
A peggiorare le cose contribuisce un altro fattore: questi 2 problemi sono corre
lati ad altri problemi che si verificano nel cervello di Gary e che riguardano u
n particolare tipo di memoria chiamata "memoria episodica".
La "memoria episodica" la vostra abilit di "ri-creare", "ri-costruire" nella vost
ra mente eventi passati (ovviamente ricostruiti sulla base di pensieri disfunzio
nali e irrazionali, perch chi soffre di doc ha alla base dei pensieri appunto dis
funzionali!).
Se mescoliamo tutti questi fattori assieme, non difficile capacitarsi del fatto
che Gary si senta ansioso e profondamente preoccupato di aver fatto qualcosa di
sbagliato nel passato ma di non poterlo ricordare con certezza.
In lui si genera un totale scombussolamento.
Il Dr. Savage fa un'analogia:
"Sebbene io non riesca a ricordare se questa mattina abbia chiuso la mia auto, q
uesta preoccupazione solo un blando fastidio e non ha importanza per me, Perch es
sa non va ad attivare il mio sistema limbico nella stessa maniera in cui farebbe
con qualcuno che soffre di Doc, dal momento che queste persone sono eccessivame
nte preoccupate da argomenti come la "sicurezza", la "certezza", sono terrorizza
ti dal fatto di poter compiere un errore e di essere condannati per questo".
Hanno dunque alla base dei pensieri disfunzionali e/o irrazionali che inviano al
sistema limbico un falso messaggio di errore, il quale si attiva come si attive
rebbe qualora ci fosse un reale senso di pericolo, Perch il nostro sistema lo cap
ta come dannoso e lo capta come dannoso Perch alla base ci sono delle distorsioni
cognitive su cui occorre assolutamente lavorare.
Alcuni dei miei pazienti non hanno solo pensieri intrusivi ma ritengono di riusc
ire a visualizzare delle immagini cruenti molto vivide, come se esistessero davv
ero.
Mi hanno confidato che quando temono che qualcosa possa avvenire, questa stessa
cosa sono anche in grado di vederla, quasi come se fosse davanti ai loro occhi.
Ad esempio, se hanno paura di investire qualcuno con la propria auto, tendono a
guardare ripetutamente nello specchietto retrovisore e sembra loro di vedere dav
vero un corpo disteso per terra, sulla strada, dietro di loro.
Un paziente mi ha descritto immagini molto vivide di animali che corrono su e gi
per la strada, un altro ha "visto" pezzi di corpi sparpagliati per terra come in
un campo di battaglia.
Avere immagini forti di questo tipo pu rendere ancora pi aggressivi certi pensieri
.
Che cosa accade nel cervello di queste persone al punto tale da far vedere loro
cose che non esistono?
Il Dr. Savage afferma che, sebbene le persone che soffrono di Doc non siano chia
ramente schizofreniche, possono soffrire di vere e proprie allucinazioni.
Il mio collega di Harvard, il Dr. Stephen Kosslyn, ha effettuato numerosi studi
sulle immagini visuali ed ha stabilito che quando io immagino una scena nella mi
a mente vado ad attivare esattamente quella stessa area del mio cervello che vie
ne attivata automaticamente tutte le volte in cui vedo davvero, nella realt dei f
atti, una scena reale.
Di conseguenza, il Dr. Savage afferma che coloro che soffrono, come Gary, di Doc
tendendo a pensare e ripensare nella loro mente ad una data scena (inesistente
nella realt), vanno a stimolare troppo quella parte del cervello che si attiva qu
alora la scena esistesse davvero, s da rendere sempre pi difficile differenziare l
e 2 immagini (quella mentale e quella reale).
Dunque, un sofferente di Doc come Gray, controllando incessantemente la propria
memoria, tornando e ritornando in continuazione con il pensiero ad una data imma
gine, stimola, pungola quella parte del cervello che si attiva di fronte alle im
magini reali, si auto-provoca un fortissimo stress cerebrale e questo gli rende
sempre pi difficile distinguere tra una cosa immaginata ed una cosa realmente acc
aduta.
In quanto appassionato di questioni neuroscientifiche, sono davvero molto colpit
o dalla similitudine tra i risultati degli studi sulle immagini cerebrali e alcu
ne idee che gi Freud aveva elaborato, soprattutto quelle riguardanti il tentativo
del Super-Io di inibire gli impulsi crescenti che nascevano dall' originario Io
.
La corteccia orbito-frontale assolve esattamente lo stesso ruolo del Super-Io me
ntre il sistema limbico, come detto, rappresenta l' Io.
Dal secondo (sistema limbico-Io) arrivano gli impulsi, dal primo (corteccia orbi
to-frontale-Super-Io) questi impulsi vengono inibiti.
Freud sosteneva, intuendolo senza strumenti, che il Super-Io era ultra-attivo ne
i malati di Doc- beh, a me sarebbe piaciuto molto mostrargli le immagini al comp
uter per fargli vedere quanto la corteccia orbito-frontale sia ultra-attiva in c
oloro che soffrono di Doc!
E' proprio vero quanto sostiene il vecchio detto......"niente di nuovo sotto il
sole".
Disturbo post-traumatico da Stress (DPTS)
Il disturbo post-traumatico da stress (DPTS) caratterizzato dal ricorrere persis
tente ed angosciante di ricordi, flashbacks ed incubi inerenti un preciso evento
drammatico.
La differenza cruciale tra il disturbo post-traumatico da stress e il disturbo o
ssessivo-compulsivo consiste nel fatto che nel primo caso si soffre di ossession
i inerenti un fatto del passato, gi accaduto, (quindi reale e immodificabile), me
ntre nel secondo caso si soffre di ossessioni che riguardano una catastrofe futu
ra o un avvenimento che potrebbe semmai manifestarsi nel futuro.
Nella Tabella 8 sono elencate le caratteristiche del disturbo.
Tabella 8
sgustosi del
trauma
-terrore verso il sesso, sessuofobia e disgusto verso l'atto sessuale
-tendenza ad agitarsi di fronte a tutto ci che abbia a che fare con il sesso (fra
si, immagini, battute)
Il Dr. Herman ha spiegato le caratteristiche del disturbo nel seguente modo:
"L'evento traumatico viene allocato in una parte della memoria che lo tiene in u
na forma di oblio, ma pu irrompere improvvisamente, varcando la soglia dello stat
o cosciente e lo fa sottoforma di flashback ad occhi aperti durante il giorno o
attraverso penosi incubi notturni.
Anche i particolari pi insignificanti possono riportare alla memoria simili ricor
di obliterati e vengono rivissuti in forma di immagini vivide, reali e fortement
e angoscianti.
Anche quando il soggetto si trova in ambienti sicuri pu sentirsi in pericolo Perc
h i ricordi del trauma sono sempre, perennemente, in agguato".
Ci sono dei trattamenti studiati appositamente per questo tipo di disturbo e ven
gono descritti in questo libro del Dr. Herman.
Se ritenete di soffrire di questo disturbo, consigliabile leggere ed approfondir
e tutto ci che lo riguarda e parlarne in un centro di salute mentale.
Un caso clinico: sovrapposizione di pensieri intrusivi e di DPTS
Lo stretto e a volte confuso rapporto che sussiste tra pensieri intrusivi e DPTS
uscito fuori quando una paziente di nome Janie venuta a farmi visita.
Janie una giovane professionista che mi ha immediatamente colpito per la sua inc
redibile timidezza.
Sebbene fosse una persona molto cortese ed educata, notavo che non mi guardava m
ai negli occhi, ma teneva sempre lo sguardo fisso a terra.
Solo nel corso della seconda visita ho iniziato a sentirmi un p pi a mio agio con
lei, e lei con me, cos sono riuscito a chiederle il motivo per cui evitava sempre
il contatto con i miei occhi.
Con molta riluttanza ha cercato di rispondermi ma, senza fornirmi alcuna rispost
a pertinente, ha cambiato subito argomento dicendomi che era venuta Perch torment
ata da una serie di pensieri violenti e di natura sessuale, che l'assalivano in
molte situazioni, non ultime il tragitto in autobus o in treno.
Sapendo che Janie, come moltissimi altri miei pazienti, era molto sensibile e te
rrorizzata da pensieri simili, ho cercato con la maggior delicatezza possibile d
i chiederle "Janie, sta cercando di evitare il mio sguardo Perch teme di poter av
ere pensieri simili su di me?".
La giovane donna, sempre con lo sguardo fisso per terra, mi ha fatto cenno di s c
on la testa.
"S, in parte anche per questo", ha aggiunto con gran difficolt.
Dal momento che si era chiusa nuovamente nel suo silenzio impenetrabile ed enigm
atico, le ho chiesto quale fosse l' "altra parte".
Janie non riusciva a parlare, poi, sempre fissando il pavimento del mio studio,
ha aggiunto "Se lei guardasse nei miei occhi vedrebbe in essi le cose orribili e
disgustose che ho fatto".
Stimolata dalle mie domande, Janie mi ha confidato di essere spesso tormentata d
a immagini violente di natura sessuale verso bambini, immagini che lei teme sian
o accadute davvero in passato, probabilmente quando era solo una ragazzina.
Janie riteneva di avere subito degli abusi molto violenti di carattere sessuale.
Era la prima volta che mi trovavo a che fare con questa relazione stretta e intr
icata tra pensieri intrusivi e DPTS.
Questo nesso iniziava via via ad apparirmi pi evidente, specie quando le consigli
ai di mettere per iscritto il contenuto delle sue ossessioni che, come detto, av
evano come oggetto dei bambini.
Le consigliai altres di registrare queste ossessioni su cassetta e di ascoltarle
la notte successiva.
Janie lo fece ma, mentre stava ascoltando il nastro, dovette fermarsi sconvolta.
Mi chiam e mi disse che le era accaduto qualcosa di "strano".
Dopo aver ascoltato per un p il nastro, nel quale raccontava il filmino mentale d
i molestare un bambino piccolo sotto la doccia, Janie mi confid che aveva sentito
crescere in lei una profonda rabbia, di essersi pietrificata e di aver provato
una sensazione di estraniamento.
In quel mentre ha avuto questo flashback: lei, piccolina, era al posto di quel b
ambino e stava facendo la doccia, quando qualcuno entrato e l'ha violentata.
Durante questo ricordo, chiamato appunto "flashback" nel DPTS, Janie mi ha racco
ntato di aver provato delle sensazioni di dolore fisico proprio come se qualcuno
la stesse violentando in quel momento.
Questo, dal mio punto di vista, era un segnale molto preoccupante.
Ho immediatamente risposto a Janie che avremmo dovuto procedere con l'esposizion
e molto pi gradatamente, Perch i suoi potevano essere dei ricordi di un abuso real
e.
Come molti miei pazienti, anche Janie voleva avere l'assoluta certezza che simil
i fatti le fossero accaduti sul serio, io le ho risposto che per ora erano solo
"ricordi vaghi", "memorie", e che era molto il lavoro da fare per confermare o m
eno la veridicit dei fatti.
Ma fu solo in uno degli incontri successivi che la sovrapposizione tra pensieri
intrusivi e ricordi intrusivi divenne realt.
Janie stava mettendo per iscritto alcune ossessioni di natura violenta e blasfem
a che la assalivano tutte le volte in cui entrava in una Chiesa e, in questi suo
i scritti, era andata anche oltre, arrivando a parlare di una fortissima rabbia
repressa che provava verso la Chiesa in generale ed un prete in particolare, reo
di non averla incoraggiata a parlare dell'abuso che lei, da piccola, gli aveva
confidato.
La mente di Jane aveva incanalato tutta la sua rabbia per l'abuso subito nei con
fronti della Chiesa ed per questo che in tarda et era stata assalita da pensieri
di natura blasfema (pertanto, dietro a questi pensieri intrusivi di natura relig
iosa c'erano dei motivi, delle cause!).
Gi Freud aveva parlato di un fenomeno chiamato "spostamento".
Ho capito, infine, che si trattava di DPTS e che Janie era stata davvero abusata
da piccola quando mi sono accorto che la giovane donna non rispondeva positivam
ente a quel tipo di terapia.
Le settimane che seguirono questi primi flashbacks furono per lei atroci.
Spesso mi chiamava terrorizzata per dirmi che si sentiva profondamente in colpa,
che a volte pensava al suicidio, che non riusciva ad accettare ci che le era acc
aduto.
Queste, purtroppo, sono sensazioni che tutti provano quando l'abuso sessuale sta
to
particolarmente cruento e violento.
Anche se con molta difficolt, i sintomi sono riusciti a regredire, anche se ancor
a oggi Janie deve combattere contro stati di forte angoscia ed ansia: spesso avv
erte delle reazioni fisiche che la disgustano, spesso si sente depressa, quando
ricorda alcuni dettagli prova nausea e vomito, spesso si sente soffocare.
Il lavoro sar lungo e niente affatto facile ma Janie intenzionata a farcela.
Ai pazienti che soffrono di pensieri intrusivi ma che non rispondono positivamen
te alla terapia, ora sono sempre solito chiedere se in passato abbiano o meno su
bito esperienze traumatiche.
Sebbene siano esperienze molto sofferte ed angoscianti e i nostri risultati non
siano conclusivi, siamo ottimistici riguardo ai benefici di una terapia per chi
soffre di DPTS.
Persone particolarmente sensibili
Un ultimo tassello, tuttavia, manca a queste spiegazioni che ho appena fornito:
per quale motivo i miei pazienti si preoccupano cos tanto dei loro pensieri?
Nessuna delle teorie sopra descritte fornisce una valida una risponda a questa d
omanda cruciale.
Ho cercato di osservare attentamente le persone che fanno parte del gruppo che h
o in terapia, per provare a stilare un "identikit" in particolare e per cercare
di vedere quali elementi caratteriali queste persone abbiano in comune.
Finalmente, dopo circa un anno, sono riuscito ad arrivare ad una tipologia speci
fica.
A parte 1 o 2 eccezioni, tutti i partecipanti hanno affermato che fin da bambini
sono stati esageratamente sensibili, specialmente nei rapporti sociali, e che g
li capitava spesso (come ora) di provare delle emozioni molto forti.
Da giovani erano particolarmente timidi, spesso venivano fatti oggetto di burle
e scherzi da parte degli altri bambini e non erano in grado di a sfogare tutta l
a loro rabbia.
Queste considerazioni mi hanno portato a compiere delle vere e proprie ricerche
in campo letterario sulle persone colpite da una particolare sensibilit.
La mia ricerca all'inizio si concentrata su un best-seller destinato ad un pubbl
ico ampio, La persona iper-sensibile, del Dr. Elaine Aron.
In questo testo ben spiegato in che modo gli esseri umani reagiscono in modo dif
ferente ai diversi stimoli dello stesso ambiente in cui sono calati.
Il Dr. Aron ha affermato che in media le persone particolarmente sensibili (poss
iamo riferirci a loro con il termine HSP) si aggirano intorno al 15-20% della po
polazione.
Egli, dunque, ha intervistato diverse persone (un centinaio circa) "altamente se
nsibili" per cercare di studiarle pi da vicino e per cercare di sapere in che mod
o la sensibilit del loro sistema nervoso li condizioni positivamente e negativame
nte.
Due risultati della sua ricerca a mio avviso sono degni di nota:
1) queste persone sono fortemente responsabili
2) e danno troppo peso ai propri pensieri, a tutti i pensieri.
Questo "identikit" si avvicina molto a quello dei pazienti che fanno parte del m
io gruppo.
Sempre per quanto riguarda quest'argomento ho inoltre trovato un valido rifermin
ento nel pensiero di un grande fisiologo russo, Ivan Pavlov (il quale ha sempre
usato il termine di "fragile sistema nervoso" e "neuroticismo") e nel pensiero d
el seguace di Freud, lo svizzero Carl Jung (che ha usato il termine di introvers
ione e ha sempre descritto queste persone come persone molto sensibili all'ambia
nte circostante, a tal punto da essere completamente calate nel loro mare di pen
sieri).
Il mio collega di Harvard, il Dr. Jerome Kagan, ha praticamente dedicato tutta l
a sua carriera a studiare lo sviluppo di questo dato caratteriale nei bambini pi
ccoli (addirittura dai 4 anni di et in su).
Ho riletto la Profezia di Galen, un testo molto valido scritto da Kagan in merit
o a quest'argomento, e ho trovato un passo del libro che sembra calzare alla per
fezione anche nei confronti dei miei pazienti:
"La grande ansia ed il pesante senso di colpa che derivano dalla violazione degl
i standard morali della societ vengono gestiti dalle zone degli stessi circuiti l
imbici che gestiscono l'eccessiva sensibilit e l'inibizione (questa una descrizio
ne comportamentale di ci che noi solitamente chiamiamo con il nome di timidezza-d
isagio riguardo situazioni a cui non siamo abituati oppure inusuali).
A causa di ci, i bambini timidi diventano estremamente suscettibili a provare for
ti stati emotivi e vengono predisposti, a livello biologico, ad avvertire pi degl
i altri intensi sensi di colpa o stati di grande ansia, che possono portare addi
rittura alla fobia sociale.
Se questi bambini crescessero in ambienti dominati da regole severe e dal concet
to rigido di "obbedienza" potrebbero mostrare segni di eccessivo rigore e perfez
ionismo.
Questa ipotesi di una connessione tra coloro che soffrono di pensieri intrusivi
e coloro che fin da bambini sono stati molto timidi o piuttosto sensibili un'ipo
tesi che ho formulato solo recentemente
ed in attesa di essere ancora testata a livello scientifico.
Almeno finora il collegamento sembra calzante e, cosa pi importante, sembra calza
nte per molti dei miei pazienti.
Per alcuni di loro, questa discussione stata il punto di partenza per aprirsi e
raccontare la loro vita, fin dalla primissima infanzia: mi hanno parlato di quan
to siano sempre stati sensibili, inclini a forte emozioni, come la paura, il ter
rore, hanno continuato dicendo che sono sempre stati molto coscienziosi, eccessi
vamente responsabili, sempre "obbligati" in un certo senso a sopprimere e
bloccare determinati pensieri.
Mi hanno altres confidato che molte delle loro ossessioni possono riguardare argo
menti che per loro sono vitali, importantissimi, ma che possono essere considera
ti anche banali dalla gente comune, e che, in generale, sono cose su cui loro te
ndano a prestare molta attenzione, nonch un'importanza esagerata.
Capitolo Quinto
Guardare in faccia la paura: l' esposizione.
"La vera forza, il vero coraggio si ottiene solo quando ti fermi, decidi di non
scappare, e guardi
in faccia la paura.
Solo cos sarai in grado di dire a te stesso: "Sono passato attraverso questo orro
re. Non c' pi
nulla al mondo che non sapr affrontare"
Anna Eleanor Roosevelt (1884-1962)
Alcuni dei miei pazienti rimangono scioccati quando dico loro che l'unico modo p
ossibile per avere la meglio sui pensieri intrusivi quello di affrontarli faccia
a faccia.
"Ma non ci sarebbe un modo un p pi indolore?", spesso mi chiedono, ricordandomi ch
e hanno passato una vita intera a cercare di evitarli e a nascondersi.
La mia risposta che non esiste altro metodo altrettanto rapido ed efficace quant
o lo quello dell'esposizione diretta ai fattori ansiogeni.
Difatti, gli studi che sono stati condotti in tutto il mondo a partire dagli ann
i 60" e fino ai nostri giorni hanno confermato che esporsi in maniera continuata
e frequente, da una a due ore al giorno, assolutamente vitale per poter iniziar
e a ridurre le peggiori ossessioni, in tutti i sofferenti di Doc.
I principi di questa terapia che si basa sull'esposizione sono semplicissimi:
Esponetevi alla situazione che pi vi provoca ansia, paura, forte disagio, per una
o due ore al giorno, resistete all' inevitabile tentazione di cedere e all'iniz
io, mentre la state vivendo, non fate assolutamente nulla per distrarvi o rassic
urarvi.
Non fatevi, tuttavia, ingannare dalla semplicit di questa affermazione perch essa
contiene in s una potentissima medicina.
Ad esempio, due recenti studi sulle neuro-immagini eseguite all' UCLA hanno scie
ntificamente confermato che queste istruzioni, apparentemente semplicistiche,rap
presentano il primo trattamento non farmacologico che pu provocare una modifica n
ella chimica del cervello e un conseguente, netto, miglioramento.
Allo stesso modo, un mio collega, il Dr. Isaac Marks dell' Ospedale Maudsley di
Londra, ha tenuto una serie di conferenze in tutto il mondo riguardo all'importa
nza di diffondere tutta una serie di informazioni mediche (relativamente molto s
emplici) e ad ampio raggio.
In una bellissima analogia egli ci ricorda che, a dispetto di tutti i milioni di
dollari che sono stati spesi per attrezzature mediche all'avanguardia, a volte
bastano anche delle semplici indicazioni (che ora vedremo), come quelle diffuse
dall'Organizzazione Mondiale della Sanit (WHO) alla madri dei paesi del terzo mon
do, che sono riuscite a salvare moltissime vite.
Si consiglia a queste povere donne di bollire una pentola d'acqua, mettere dentro
un pizzico di sale, mescolare il tutto, assaggiarlo, e quando il liquido non tr
oppo caldo, versarlo con un cucchiaino sul corpo del loro bimbo, aspettando che
piano piano venga assorbito dal corpo".
Dietro queste semplici indicazioni, il Professor Marks ci ricorda che ci sono be
n 2 secoli di studi e ricerche, inerenti il fenomeno della disidratazione e dell
a osmolarit del sangue e il modo per combatterlo.
In definitiva, egli, psichiatra esperto anche di disturbo ossessivo-compulsivo,
ci sta dicendo, con questa analogia tra le indicazioni per guarire dal Doc e que
lle dell'WHO per combattere il problema della disidratazione nel terzo mondo, ch
e a volte dietro un problema importante ci possono essere delle soluzioni sempli
ci, ma non semplicistiche, come quelle indicate dalla terapia che si basa sull'e
sposizione diretta alla paura.
Entrambe dipendono moltissimo dalla capacit individuale di accettare questo metod
o e riconoscerlo per ci che : un metodo che vale la pena di applicare e che non pe
ricoloso.
Al contrario risulta essere molto efficace.
L'Abitudine: la chiave dell'Esposizione
Per avere chiaro il motivo per cui una terapia basata sull'esposizione risulta e
ssere cos efficace necessario prima avere chiaro un elemento che sta alla base di
essa: l'abitudine.
I pazienti che ho in cura mi hanno detto di aver molto apprezzato il modo in cui
parlo di questo argomento nel mio precedente libro (sempre dedicato al disturbo
ossessivo-compulsivo), Come raggiungere la padronanza e il controllo di s:
Avete mai fatto visita ad un vostro amico che abita vicino ad un aeroporto o ad
una stazione?
Certamente vi venuto da chiedervi come caspita faccia a vivere con tutto quel ba
ccano intorno. Al contrario, il vostro amico neppure ci fa pi caso.
Oppure avete mai provato a infilarvi la mattina un paio di scarpe un p pi strette
e, accorgervi a sera, di non averle ancora tolte?
Se vi sono mai capitate situazioni simili, ebbene avete toccato con mano cosa si
gnifichi, anche a livello fisico, abituarsi ad un qualcosa.
L'abitudine, che viene dal termine latino "habitus" significa: "assuefazione ada
ttamento a qualcosa fino al punto di non sentirne pi gli effetti".
In altre parole, dopo le prime sofferte esposizioni ad un qualcosa che ci scaten
a una serie di emozioni intense e molto forti, piano piano il nostro corpo e la
nostra mente si abitua e impara a gestirle con tranquillit oppure semplicemente a
d ignorarle.
L'abitudine un concetto importantissimo per capire come contrastare, mediante l'
esposizione, le peggiori ossessioni e compulsioni.
I nostri studi e le nostre ricerche, compiute su centinaia di pazienti, mostrano
che se voi vi esponete con regolarit ed impegno a ci che vi terrorizza, prevenend
one la risposta, questa stessa paura, questo terrore si attenuer piano piano, por
tandosi via le connesse compulsioni.
Certamente, per, il modo in cui le ossessioni e le compulsioni regrediscono diver
so da persona a persona.
L'ansia di un soggetto pu diminuire nel giro di mezz'ora, mentre su un altro il t
empo pu essere maggiore (addirittura i primi miglioramenti si possono vedere dopo
intere settimane di pratica).
Non c' niente che voi possiate fare per impedirlo: potete solo accettare il fatto
di essere diversi rispetto agli altri (ciascuno di noi unico!), che i vostri te
mpi di risposta non sono standardizzati, esattamente come accettate il fatto che
ci sono persone diverse, per colore di capelli, per peso, per costituzione.
Ci che fondamentale riuscire a guarire, non il tempo impiegato per farlo.
Il concetto di "abitudine" un concetto molto utilizzato in psicologia, non solo
quando si parla di disturbo ossessivo compulsivo.
Ad esempio, molti di noi da bambini avevano paura del buio.
Questo ci faceva sentire terrorizzati, a volte ci capitava di urlare o di piange
re, altre ancora eravamo spaventatissimi di vedere l'uomo nero o una serie di mo
stri spaventosi sotto il letto.
Come conseguenza, ci ritrovavamo a implorare i nostri genitori di non spegnere l
a luce oppure di dormire con loro, in letti ultra-affollati!
Con il passare dei mesi imparavamo per a farcela da soli, piano piano ci siamo ab
ituati al buio, fino a quando la paura, e con essa le immagini spaventose dell'u
omo nero, ci hanno abbandonato.
Cosa accaduto?
Cambiando il nostro comportamento (consistente nello sforzarci di stare il pi pos
sibile con la luce spenta nel nostro letto), indirettamente abbiamo modificato i
nostri pensieri (i mostri) e le nostre sensazioni (paura).
Ebbene, questo esattamente quello che dobbiamo fare nei confronti delle nostre o
ssessioni e compulsioni.
La terapia basata sull'esposizione, che la migliore nel caso di disturbo ossessi
vo-compulsivo, pu essere facilmente adattata da ciascuno per contrastare questo d
isturbo.
E' bene sottolineare che essa deve essere personalizzata ed adattata a seconda d
ei sintomi manifestati e delle situazioni che provocano l'assalto di simili pens
ieri.
Ad esempio: un paziente che soffre solo di ossessioni pure (anche senza che ques
te vengano scaturite da alcunch) e non anche di compulsioni o rituali, deve espor
si alle sole ossessioni.
Queste, e non atti materiali, saranno il bersaglio principale.
Spesso, invece, i miei pazienti vengono assaliti dai pensieri intrusivi a seguit
o di particolari circostanze (mentre stanno viaggiando o sono in spiaggia oppure
stanno facendo acquisti in un grande magazzino).
Per questi pazienti il trattamento consister nell'esporsi direttamente proprio a
queste situazioni reali.
Alcune volte, tuttavia, senza necessariamente dover ritornare sulla "scena del d
elitto", utile per queste persone rivivere mentalmente quelle circostanze ("espo
sizione mentale"), spesso con l'ausilio di un registratore in cui avranno regist
rato tutte le loro paure.
Sia l'esposizione diretta che quella indotta mentalmente sono affrontate nei par
agrafi che seguono e sono state utilissime nel processo di guarigione delle pers
one interessate.
Esposizione diretta alle ossessioni sessuali
Il Dr. Joseph Ciarrocchi, un esperto nel trattare le ossessioni religiose al Loy
ola College del Maryland, ha recentemente descritto il suo trattamento basato su
ll' esposizione di un paziente cresciuto in un clima molto rigido di precetti re
ligiosi.
Quest' uomo soffriva di ossessioni sessuali.
Vediamo il suo caso.
Baptis un ragazzo omosessuale di 36 anni, celibe, sofferente di pensieri intrusi
vi di natura sessuale, specialmente durante le funzioni religiose.
Sebbene egli fosse fisicamente attratto da uomini adulti, spesso era vittima di
penose ossessioni pedofile.
Appena vedeva un ragazzo giovane, iniziava a farsi il problema se fosse o meno m
aggiorenne.
Era talmente terrorizzato di poter provare attrazione per i ragazzi molto giovan
i che alla fine era arrivato ad evitare di guardare tutti coloro che oggettivame
nte non dimostrassero all'incirca 30 anni.
Queste ossessioni erano particolarmente penose quando si trovava in Chiesa: l cer
cava di non guardare nessuno, per evitare di incrociare lo sguardo di qualche mi
nore, di conseguenza restava fisso in direzione del prete per timore che i suoi
occhi vagassero per la Chiesa e si scatenassero quelle terribili ossessioni di p
edofilia.
Trattamento
Il Primo Passo di questo programma basato sull'esposizione riguardava il raccogl
iere del materiale (come ad esempio un catalogo di moda maschile) su cui, appunt
o, esporsi.
Il terapeuta ed il paziente selezionavano da questo catalogo tutta una serie di
immagini (una decina all'incirca) in cui apparivano diversi modelli (uomini adul
ti) fotografati con abbigliamento elegante, sportivo, da spiaggia.
Il paziente classificava le immagini dando ad esse un valore (da 1 a 10), corris
pondente al livello di ansia provato di fronte ad esse, ciascuna doveva avere un
Tuttavia, a volte i pensieri tornavano ed questo il motivo per cui mi chiese com
e potesse fare per sconfiggere anche le ultime angosce.
Gli risposi che se era seriamente intenzionato a compiere altri progressi avrebb
e ora dovuto affrontare le sue paure peggiori.
E lo avrebbe dovuto fare buttando fuori tutte le sue angosce, descrivendole con
dovizia di particolari, fin nei dettagli pi aberranti.
Eccoli: di scatto afferrava la sua ragazza e iniziava ad infierire sul suo corpo
con parecchie coltellate, i suoi genitori, terrorizzati dalle urla, accorrevano
e lo bloccavano dandogli del "pazzo", subito dopo accorreva la polizia che lo s
trattonava impedendogli di muoversi e mettendogli le manette, poi il carcere, i
giornali che riportavano la notizia descrivendolo come un "sadico e psicotico as
sassino".
Avrebbe cos disonorato la sua famiglia, sarebbe stato rinchiuso in carcere e sare
bbe morto l dentro dimenticato da tutti.
Come la maggior parte dei miei pazienti la primissima cosa che Rick mi chiese fu
"potrei mai fare questo?".
Gli consigliai anche di usare un registratore ed egli acconsent.
Quando torn da me aveva buttato gi uno scritto (avrebbe poi dovuto leggerlo al reg
istratore) in cui raccontava per filo e per segno tutta questa catastrofe.
Io lo lessi ma cancellai tutte le frasi in cui Rick, non volendo, chiedeva delle
rassicurazioni o iniziava il rito delle compulsioni (frasi come "questo non acc
adr mai" oppure "Dio mi perdoni per averlo fatto").
Si trattava di rassicurazioni che non potevano fornire alcun beneficio alla tera
pia in questione.
Quando lo scritto fu accuratamente corretto, lo lesse ad alta voce registrandolo
su cassetta e inizi ad ascoltarlo una volta al giorno (e altre volte quando arri
vavano i pensieri).
Infatti, quando li sentiva nuovamente tornare, si sedeva, accendeva il registrat
ore e si metteva in ascolto.
Dopo due settimane di ascolto, Rick ammise che andava sempre meglio, le ossessio
ni non c'erano quasi pi e le poche che ritornavano riusciva ora ad accettarle, co
n la conseguenza che anch'esse iniziarono a sparire.
Le aveva oramai devitalizzate.
Riprese a tutti gli effetti il lavoro e continu a relazionarsi con i propri genit
ori e con la propria ragazza.
Il caso di Rick dimostra e conferma, pertanto, l' efficacia non solo dell'esposi
zione diretta ma anche di quella mentale, indotta, dove un ottimo alleato sicura
mente l'uso del registratore.
Ma andiamo a vedere questa tecnica un po pi da vicino.
L'uso di audiocassette e videocassette nella terapia basata sull'esposizione
Le catastrofi che i vostri pensieri intrusivi vi presentano sicuramente non avve
rranno mai.
Di certo non si pu fare esposizione "in vivo" riguardo alla paura di pugnalare un
bambino o di investire con la propria auto un passante!
Ma anche provare ad immaginare nella nostra mente simili tragedie potrebbe non e
ssere fattibile (n tanto meno utile), innanzitutto perch solo pochi di noi hanno u
n'immaginazione sufficientemente vivida e, anche se l'avessimo, la tentazione di
distrarci da simili immagini atroci sarebbe troppo alta.
Invece, alcuni dei miei pazienti trovano molto utile usare videocassette per sba
razzarsi delle maggiori ossessioni ed audiocassette per tenerle continuamente so
tto controllo.
Se siete assillati da pensieri di natura sessuale o violenta, probabilmente avet
e la tendenza ad evitare determinati programmi televisivi o film dal forte conte
nuto violento/sessuale.
Come sapete, proprio questo evitamento che causa un'aggressione del doc molto fo
rte, quando vi si presenter la prima occasione.
Per molti miei pazienti semplicemente guardando e ri-guardando certi film in cas
setta o in dvd (e esattamente quei film che contengono scene in grado di risvegl
n'alcolista. Passano gli anni e realizzo che non c' niente per cui valga la pena
vivere. Mi suicido".
Quando ho letto lo scritto di Anna, mi sono accorto che qua e l aveva introdotto
una serie di rassicurazioni che subito ho provveduto ad eliminare (frasi tipo "m
a allo stesso tempo mi dico che nulla di tutto ci sta accadendo", oppure "Dio far
in modo che tutto ci non accada").
Ho subito provveduto ad avvertire Anna che all'inizio sarebbe stata molto dura a
scoltare il nastro che avrebbe registrato ma l'ho anche rassicurata sul fatto ch
e a lungo andare c'avrebbe fatto l'abitudine e non avrebbe avvertito pi quelle em
ozioni cos forti.
In quel periodo Anna ottenne un primissimo successo: riusc a divertirsi in compag
nia del suo bambino, a prendersi cura di lui.
La giovane donna registr su cassetta quello scritto, lo ascolt tutti i giorni per
3/4 volte, la durata del racconto era circa di un'ora.
Finalmente, nel giro di una settimana Anna mi comunic che l'ansia iniziale stava
regredendo e, con essa, anche le ossessioni che prima non la lasciavano vivere n
eppure per un istante.
Ora, a distanza di un anno, mi ha confidato che sta molto meglio, e anche il bim
bo sta bene, riesce ad occuparsi di lui senza problemi e adora vederlo crescere
sano.
Riporto ora un altro esempio di registrazione su nastro relativo ad una donna ch
e era sempre terrorizzata dal pensiero di poter far del male al suo bambino.
Frieda partor in tarda et il suo bambino e venne da me perch temeva di potergli far
e del male (il bimbo aveva 3 mesi).
La sua pi grande paura era quella di colpirlo con le forbici o con dei coltelli e
per questo motivo non riusciva a prendersi cura di lui.
Pi tardi la donna non riusc neppure a sentirsi tranquilla quando lo portava a fare
una passeggiata dato che inizi a soffrire di immagini molto violente in cui si v
edeva spingere la carrozzina sotto qualche auto oppure si vedeva gettarlo gi dal
ponte in cui prima era solita passeggiare con lui.
Possiamo ben immaginare (non c' neppure bisogno di dirlo) quando Frieda fosse sco
nvolta da simili pensieri, essendo, come la maggior parte dei miei pazienti, est
remamente coscienziosa e sensibile.
Lei mi confid che fin dalla sua primissima infanzia era sempre stata angustiata d
al terrore di non fare la cosa giusta e ora la sua unica preoccupazione era quel
la di diventare una madre modello, di proteggere il suo bambino, specialmente or
a che aveva dovuto aspettare cos tanto per averlo.
Negli anni precedenti la donna aveva anche assunto degli antidepressivi e dei fa
rmaci per contrastare l'ansia, ma nessuno di questi era riuscito a contrastarle
le ossessioni, o almeno questo quanto il suo psichiatra mi ha comunicato.
Appena mi ha descritto questi pensieri intrusivi (era la prima volta che lo face
va, non si era mai confidata con nessuno) l'ho ascoltata attentamente e mi sono
assicurato del fatto che non avesse una reale intenzione di nuocere a suo figlio
.
Non aveva alle spalle una storia segnata da comportamenti aggressivi e violenti,
non aveva problemi di rabbia repressa.
Di certo non era affetta da psicosi.
Si trattava solo di ossessioni pure e di certo non stata l'unica che ne ha soffe
rto.
Le ho immediatamente comunicato che il modo migliore per vincere quel tipo di os
sessioni era la terapia basata sull' esposizione.
L' avrei aiutata a smascherare tutti i pensieri intrusivi e le immagini pi violen
te che fino ad ora aveva cercato di bloccare e di evitare, tutto quello che all'
inizio doveva impegnarsi a fare era non bloccare questi pensieri perch altrimenti
non sarebbe riuscita ad abituarsi ad essi.
Non ero affatto sorpreso quando la donna si mostr sconvolta all'idea di dover pri
ma mettere per iscritto la "conseguenza ultima", l'atroce catastrofe che aveva p
aura accadesse a suo figlio.
Le chiesi espressamente di non edulcorare il racconto, di non ammorbidirlo: dove
va scandagliarlo nei suoi particolari pi terribili, pi vividi, pi atroci, quasi com
Sono stato molto lieto di averla vista migliorare moltissimo e stare bene in 2 a
nni.
Si pu guarire completamente con la sola terapia comportamentale basata sull'espos
izione?
No.
Pochi pazienti mi hanno confidato di essere completamente guariti.
La maggior parte ritiene che questi pensieri intrusivi siano significativamente
diminuiti con questo tipo di terapia a tal punto che essi non interferiscono pi c
on lo svolgimento delle loro normali attivit.
Se decidete di esporvi alla terapia comportamentale basata sull'esposizione, pot
ete fare affidamento alle Tabelle 9 e 10 che riportano alcuni esempi
di esposizione "in vivo" ed esposizioni mediante nastro, elaborate da me e da al
cuni miei colleghi.
Potrebbero ritornarvi utili nel mettere in pratica l'esposizione.
Premetto subito che alcuni di questi esempi potrebbero urtare la vostra sensibil
it e la vostra moralit.
Se ci dovesse avvenire vi ricordo che nel capitolo 7 potrete imparare cosa fare,
come agire qualora un esercizio di esposizione, necessario e vitale per uscirne,
dovesse sembrarvi particolarmente duro da digerire a livello morale.
Tabella 9
Esercizi di esposizione "in vivo" per i pensieri intrusivi
Pensieri di far del male ai bambini
- offrirsi di fare da baby-sitter ad un bambino
- offrirsi di fargli il bagnetto e di cambiargli il pannolino
- non controllare il cestino della spazzatura o il bagno (se si ha timore di ave
r gettato il bambino l
dentro)
- leggere storie inerenti l'aborto
- visitare una clinica dove vengono eseguiti gli aborti
- leggere un articolo di giornale che parla di genitori che hanno abusato del lo
ro bambino
- cercare il numero di una clinica che esegue aborti
Ossessioni religiose
(riguardo Satana e culti satanici)
- scrivere la parola "Satana" e "Demonio"
- immaginare di far parte di una setta satanica
- leggere libri che parlano di sette sataniche
- cercare su internet informazioni riguardo a sette sataniche
Ossessioni di poter diventare omosessuali
- camminare in strade solitamente frequentate
- leggere le autobiografie di omosessuali
- frequentare feste (raduni) gay
- guardare immagini di uomini nudi o seminudi
- tenere (se presenti) le porte aperte mentre
camerino di un negozio
- guardare dei nudi scultorei nei musei e nei
da omosessuali
su riviste tipo Playboy
ci si cambia in palestra o si nel
cataloghi
Ossessioni di incesto
- fare commenti lusinghieri ad un componente della famiglia ("Indossi una maglia
molto aderente")
- baciare spesso un familiare e abbracciarlo
- toccare la biancheria intima di vostro padre e le cose intime che lui ha tocca
to
Ossessioni sessuali
adre entra all'improvviso. Non crede ai suoi occhi. E' paralizzata. Ma io contin
uo a fare quello che sto facendo.
La paura di poter fare una cosa simile, quella paura che mi ha terrorizzato per
molti anni, ora diventata realt.
Pensieri intrusivi riguardo all'incesto:
Sto facendo sesso con mia sorella. Ho perso completamente ogni forma di controll
o, esattamente come temevo che accadesse.
Ora le sto facendo la cosa pi disgustosa che avessi mai potuto immaginare (contin
uate a descrivere ogni singolo dettaglio)
Pensieri intrusivi di far del male o molestare un membro della famiglia
Voglio soffocare mio figlio con il cuscino mentre sta dormendo. Voglio sparargli
con una pistola nella nuca, nel punto in cui la testolina calva. Voglio accolte
llare mia madre. Voglio pugnalare mio padre. Voglio avere un rapporto sessuale c
on mio padre. Voglio baciare mia sorella nella sua parte intima e avere con lei
un rapporto orale.
Voglio uccidere mio marito. Sto per avere un rapporto sessuale con un bambino. M
i sento eccitato e mi masturbo al pensiero di avere dei rapporti sessuali con de
i bambini. Credo di voler far del male ad un bambino.
Potrei ucciderlo. Sono una cattiva madre. Non merito piet alcuna.
Purtroppo alcune persone non rispondono positivamente alla terapia basata sull'e
sposizione, anche quando sono pienamente collaborativi, mentre altri non sono ne
ppure disposti a tentare.
Per altri risultano essere molto utili altri trattamenti, come la terapia cognit
iva e quella farmacologica.
Prima che voi iniziate ad esporvi, vorrei ricordarvi di leggere ancora il capito
lo 3 in cui do delle indicazioni su quali pensieri intrusivi siano innocui e qua
li potenzialmente pericolosi, in modo che voi foste sicuri il pi possibile su cos
a fare e in che modo procedere.
Se non siete sicuri del fatto che i vostri pensieri siano o meno pericolosi o se
avete provato ad esporvi per un totale di oltre 10 ore ma non ne avete tratto b
eneficio alcuno (l'ansia non riuscita a calare) dovreste provare anche alcune te
cniche di terapia cognitiva di cui parler nei capitoli successivi.
Se pur essendovi esposti come indicato non avete notato una regressione dei sint
omi, allora fareste bene a consultare un centro mentale che sia in grado di aiut
arvi.
Potreste necessitare anche di una cura farmacologica (di cui parler nel capitolo
8).
Per fortuna, invece, molte persone che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo
sono state in grado di trarne degli ottimi benefici (grazie appunto alla terapi
a basata sull'esposizione).
Diversi studi hanno dimostrato che questo tipo di terapia molto efficace, sia se
eseguita da soli, sia se fatta in compagnia di un terapeuta.
Tuttavia, necessario svolgerla con regolarit e frequenza (ovviamente resistendo a
lla tentazione di compiere rituali e distrazioni varie) per consentire di "abitu
are" corpo e mente all'esposizione.
Sarebbe ottimale contare sull'appoggio di un amico fidato o su un componente del
la famiglia, soprattutto se non ce la si fa a fare tutto da soli.
Infatti, anche se riuscite ad esporvi, la vergogna e il senso di colpa potrebber
o essere cos forti da sentire il bisogno di sfogarsi con qualcuno.
Io suggerisco sempre, laddove possibile, di confidarsi con qualcuno.
Parlare di questo problema pu rendere ancora pi efficace la terapia e pu decisament
e contribuire a far decrescere progressivamente il vostro senso di colpa.
Se conoscete un gruppo di sostegno nella vostra zona che si occupa di problemi s
imili, non esitate a rivolgervi.
Sicuramente, se il vostro disturbo particolarmente grave e pesante, dovreste riv
olgervi ad un centro di salute mentale fidato e professionale.
Capitolo Sesto
La Terapia Cognitiva
"Non fatevi travolgere da una convinzione a priori, ma ditevi sempre "Convenzion
e, credenza, aspetta un attimo. Lascia che prima io veda chi sei e cosa per me r
appresenti"
Epicteto (55-135 circa)
Mentre la terapia comportamentale rimane il trattamento preferenziale per debell
are i pensieri intrusivi, con il passare del tempo stato messo a punto un approc
cio che va a completare la terapia stessa.
Viene chiamata "Terapia Cognitiva" ed necessaria come completamento alla "Compor
tamentale" oppure come scelta unica all'inizio per tutti coloro che non sono in
grado o non se la sentono di sottoporsi all'esposizione.
Il punto questo: "Dal momento che le ossessioni si nutrono di pensieri e di cred
enze sbagliate che stanno alla base di esse, e che posso arrivare al massimo gra
do di irrazionalit, perch allora non lavorare su questi pensieri, scardinarli e so
stituirli con pensieri pi funzionali?".
Ma, al solito, un conto dirlo in forma teorica, un altro , invece, farlo nella pr
atica.
I primissimi tentativi avanzati dalla terapia cognitiva, efficaci per combattere
la depressione, si rivelarono inutili per coloro che, invece, soffrivano di dis
turbo ossessivo-compulsivo.
Ma poi nuove ricerche sono state portate avanti.
All'inizio i ricercatori hanno cercato di applicare i metodi sviluppati dal Dr.
Aaron Beck
dell'Universit della Pennsylvania, per insegnare ai loro pazienti in che modo sma
scherare i pensieri irrazionali che nutrivano la depressione.
Dopo una serie di studi, ed i primissimi risultati, la Drs. Patricia van Oppen P
aul Emmelkamp, dell' Universit olandese, iniziarono a chiedersi se la terapia cog
nitiva avesse potuto mai risultare efficace anche per coloro che soffrivano di D
oc dal momento che la presenza di credenze e convinzioni sbagliate non sussistev
a solo per i fenomeni depressivi ma anche per il disturbo ossessivo-compulsivo.
Di conseguenza, non fecero altro che usare lo stesso programma previsto per colo
ro che soffrivano di depressione, anche nei confronti di coloro che soffrivano d
i Doc.
Questo non era mai stato fatto prima.
I ricercatori hanno cos studiato i casi di molte persone affette da Doc e hanno i
nfatti trovato un numero elevato di pensieri e di credenze disfunzionali, pi o me
no logiche o pi e meno irrazionali, includendo quella tendenza (tipica di un dock
er) di sovrastimare la sensazione di pericolo e quel senso davvero eccessivo di
responsabilit per le loro azioni.
Basandosi su questi casi, i ricercatori hanno poi elaborato un programma pensato
proprio per queste persone (appunto quello cognitivo), hanno creato due gruppi
di pazienti: il primo gruppo stato trattato solo con i fondamenti di questa nuov
a terapia (quella cognitiva), mentre il secondo gruppo stato trattato solo con u
n trattamento comportamentale e un qualsiasi placebo.
Con stupore (fino a quel momento la terapia comportamentale era considerata l'un
ica e la sola) si sono resi conto che la terapia cognitiva, che insegna al pazie
nte in che modo agire direttamente sui pensieri per modificarli, aveva dato risu
ltati efficaci e duraturi tanto quella comportamentale ed entrambe, pertanto, se
usate in sinergia, sarebbero state ovviamente pi risolutive di un qualsiasi plac
ebo.
Dal momento che la terapia cognitiva sembrava promettere seri miglioramenti a tu
tti quei pazienti che non erano in grado (o si rifiutavano) di esporsi alla tera
pia comportamentale con prevenzione della risposta, diversi miei colleghi dell'O
spedale del Massachusetts, diretti dal Dr. Sabine Wilhelm, hanno tradotto dal te
desco all'inglese l'intero manuale che trattava di terapia cognitiva e hanno ini
ziato ad applicarne i fondamenti ai nostri pazienti che soffrivano di Doc in una
clinica di Boston.
Questo trattamento stato utilissimo per aiutare le persone che soffrono di pensi
eri intrusivi, oggetto di questo libro che sto scrivendo.
Insegnando ai pazienti in che modo smascherare i pensieri disfunzionali (che son
o sempre alla base di questo disturbo) molte persone sono state in grado di tene
re sotto controllo il disturbo e dunque esporsi.
Prima di darvi un esempio del modo in cui la terapia viene usata per trattare de
terminati pensieri disfunzionali (il caso che affronteremo parla dell'incesto) i
mportante capire i fondamenti di questo tipo di approccio cognitivo.
La Terapia Cognitiva riguardo alle ossessioni
La Terapia Cognitiva si basa proprio sulla consapevolezza che i pensieri intrusi
vi sono pensieri comuni a tutto quanto il genere umano.
In pratica, le persone che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo non differi
scono
assolutamente da coloro che non ne soffrono per quanto riguarda il contenuto dei
loro pensieri (tutti gli esseri umani hanno pensieri di tipo sessuale o violent
o o di altro genere) ma differiscono da quest'ultimi solo ed esclusivamente nel
modo in cui reagiscono a questi pensieri.
Questa reazione provoca il disturbo ossessivo-compulsivo.
La conseguenza e non la causa provoca il disturbo in questione.
Mentre molte persone sono perfettamente in grado di ignorare simili pensieri e r
iconoscerli per quello che davvero sono, cio pensieri privi di importanza e signi
ficato, coloro che, invece, soffrono di Doc prestano ad essi un'importanza assol
utamente esagerata che provoca l'esplosione del disturbo
e la sua stabilit nel tempo.
Tutti i terapeuti cognitivisti sono concordi nell'affermare che il motivo di tan
ta importanza e di questa esagerata attenzione ai pensieri va ricercata principa
lmente in tutta quella serie di credenze che il soggetto assimila come una spugn
a nel processo di maturazione e di crescita, a contatto con ambienti come la Chi
esa, la scuola, la famiglia, l'educazione familiare.
Se si continua ad essere succubi di queste credenze che comunque vengono dal di
fuori e che pi o meno inconsciamente vengono imposte all'individuo, allora automa
ticamente si tende a riconoscere
questi pensieri come "sbagliati" e cercare di sopprimerli e questa soppressione,
come gi detto nella prima parte, non fa altro che rinforzarli e renderli sempre
pi aggressivi ed intrusivi.
Come se ci non bastasse la situazione continua via via, inesorabilmente, a peggio
rare con lo step successivo: non solo la persona non li accetta come normali, no
n solo si sforza con tutta se stessa di bloccarli nella mente (e gi qui provoca s
eri danni con questo comportamento), ma inizia progressivamente ad evitare tutte
le situazioni che possono scatenarli, finendo con il ritenere davvero che siano
sbagliati e sintomo di un qualcosa che non va (perversione, malvagit, etc).
Evitare significa auto-convincersi che una cosa sia sbagliata quando in realt non
lo affatto ("se io evito allora perch ho ragione di farlo", questo il messaggio
che arriva al cervello, che si mette in allarme come se davvero avesse motivo pe
r farlo. ma il motivo non esiste, perch il pensiero normale, non "sbagliato").
Questo comportamento peggiora terribilmente la situazione. Sopprimere in questo
modo pu dare un sollievo solo momentaneo, perch in realt tutto dopo si ritorce cont
ro e si ritorce con maggiore intrusivit e sofferenza.
Ricercatori di tutto il mondo hanno recentemente elencato quelli che sono i prin
cipali errori cognitivi di coloro che soffrono di Doc.
Tabella 11
Principali errori cognitivi che si nascondono dietro queste ossessioni
- attribuire un'importanza esagerata ad un pensiero in particolare
- pensare di dover avere un controllo totale sui pensieri
- ritenere che una situazione sia molto pi pericolosa di quanto in realt non sia
o pi e pi volte.
Allora la dottoressa gli fece invertire l'esperimento: ora non avrebbe dovuto pe
nsare all'immagine di una giraffa per 1 minuto intero.
Come risultato, Charles si trov a pensare all'animale quasi per l'intero minuto,
ecco perch continuava ad alzare ancora una volta il dito pi e pi volte.
Quindi, pi il ragazzo si sforzava di sopprimere l'immagine della giraffa, pi quest
a stessa immagine gli si ripresentava in continuazione, senza dargli tregua.
La Dtt.ssa allora gli spieg il motivo per cui ci accadeva (e che noi abbiamo gi con
siderato nei capitoli precedenti).
Charles si convinse che il metodo della soppressione del pensiero non avrebbe ma
i potuto essere una soluzione definitiva perch non solo non consentiva di non pen
sare ad una determinata cosa ma permetteva che quest'ultima ritornasse in futuro
con una maggiore frequenza, intrusivit e penosit.
Educazione su come i nostri pensieri, e le relative emozioni, funzionano (psicoe
ducazione)
Le distorsioni cognitive che stavano alla base delle ossessioni di Charles erano
sicuramente imputabili ad una educazione familiare troppo chiusa e rigida rigua
rdo ai pensieri di natura sessuale, fantasie, eccitazione.
Egli impar che tutti noi facciamo in continuazione pensieri di carattere sessuale
che possiamo trovare eccitazione per moltissime cose, non necessariamente le pi
usuali e consuete.
La dottoressa gli consigli di acquistare alcuni libri sull'educazione sessuale in
modo da potersi informare su quali fossero le comuni fantasie degli esseri uman
i e come leccitazione.
Allinizio il ragazzo era troppo imbarazzato per approfondire l'argomento ma pre
sto riusc a superare questo blocco psicologico e inizi a leggere vari libri e rivi
ste che lo aiutarono a razionalizzare questa visione catastrofica, che lui attri
buiva alle proprie fantasie sessuali.
La tecnica della freccia discendente
Charles trasse ottimi benefici dalla tecnica della freccia discendente", uno str
umento importantissimo di cui si avvale la terapia cognitiva.
Dopo aver identificato un determinato pensiero intrusivo, la dottoressa gli chie
se di indagare che cosa in realt questo per lui significasse e perch ne avesse cos
tanta paura.
Cosa significa per lei avere questo pensiero? Perch la terrorizza cos tanto?, inizi a
chiedergli. Charles rispose a queste domande e questo gli consent di indicare qu
ella che lui considerava la catastrofe finale, la grande paura che si celava die
tro a questo pensiero.
Tabella12
La tecnica della freccia discendente
Immagini e pensieri intrusivi di avere un rapporto sessuale con la propria madre
--------- questi pensieri mi disgustano------- mi devo assolutamente sbarazzare
di questi pensieri-----se non riesco a controllarli allora significa che li vogl
io mettere in pratica --------- io sono il demonio.
Valutazione dei vantaggi e degli svantaggi del tentativo di controllare un pensi
ero intrusivo
Charles fu invitato ad indicare i vantaggi e gli svantaggi, i pro e i contro che
derivano dal tentativo di controllare un pensiero intrusivo.
La dottoressa lo aiut in questo esercizio facendo leva su un sistema che viene ch
iamato il sistema socratico: riusc ad avvalorare tutti gli svantaggi che una tale
pratica implicava e scardinare tutti i vantaggi che il ragazzo aveva indicato.
Questa tecnica lo convinse sempre di pi che era sbagliatissimo tentare di control
lare e di sopprimere i propri pensieri (si trattava veramente di una battaglia p
Come ho gi spiegato, Charles non soffriva soltanto per questa ossessione di natur
a sessuale ma anche per tutta una serie di ossessioni di contaminazione, compres
a anche la paura di poter contrarre qualche malattia letale.
Le tecniche e gli esercizi comportamentali che abbiamo spiegato nel capitolo pro
cedente sono pressoch efficaci per risolvere questo tipo di disturbo.
Ma il lavoro che Charles svolse fu, come abbiamo detto, soprattutto di tipo cogn
itivo.
La dottoressa gli chiese di indicare dapprima la percentuale che lui attribuiva
all eventualit di poter contrarre il virus dellAIDS durante una seduta dal dentista
(e Charles indic il 30%), poi gli chiese di indicare tutti i co-fattori che, mes
si insieme, gli avrebbero potuto provocare appunto la contrazione del virus e di
stabilire per ciascuno di essi un valore di probabilit.
Tabella 13
Calcolo delleffettiva probabilit che si verifichi una catastrofe
Evento:
Il dentista ha l AIDS
Probabilit che ci sia vero: 1/1,000
Probabilit cumulativa tra questo e gli altri eventi: 1/1,000
Evento:
Contraggo il virus
Probabilit che ci sia vero: 1/10
Probabilit cumulativa tra questo e gli altri eventi: 1/10,000
Evento:
Ho unescoriazione nel punto di contatto tra una sua ferita e la mia: 1/10
Probabilit che ci sia vero: 1/1,000
Probabilit cumulativa tra questo e gli altri eventi: 1/100,000
Evento:
Il virus genera HIV
Probabilit che ci sia vero: 1/10
Probabilit cumulativa tra questo e gli altri eventi: 1/1,000,000
Evento:
HIV si evolve in AIDS
Probabilit che ci sia vero: 1/10
Probabilit cumulativa tra questo e gli altri eventi: 1/10,000,000
Risultato del trattamento
Il punteggio iniziale di Charles, calcolato sulla base della scala YBOCS, era 35
, e questo indicava che il disturbo ossessivo compulsivo era piuttosto serio.
Immediatamente dopo il trattamento, il punteggio era sceso a 18: c'era dunque st
ato un notevole miglioramento.
Aveva ottenuto una riduzione dei sintomi pari al 5%, e questo risultato signific
a che stava rispondendo positivamente alla terapia.
Charles ritorno due mesi dopo la fine del trattamento e stava continuando a migl
iorare.
Ora il punteggio calcolato sulla base della scala YBOCS era sceso a otto, il dis
turbo ormai era molto lieve.
Si era ottenuta una regressione nelle ossessioni assolutamente considerevole.
Sebbene i risultati della terapia cognitiva siano veramente ottimi, possiamo per
affermare che il metodo non farmacologico per eccellenza resta sempre la terapia
comportamentale basata sull'esposizione con prevenzione della risposta.
Per anche vero che questo dato non valido per tutti: ci sono persone che non poss
ono esporsi se prima non hanno fatto un lavoro di tipo cognitivo, se non hanno r
azionalizzato le loro paure e scardinato le credenze pi radicate.
o matrimoniale: quando faceva l'amore con suo marito era solita mettere la Bibbi
a in un cassetto per evitare che nella sua mente si mescolassero immagini religi
ose e immagini dell'atto sessuale.
Cosa si pu fare per sradicare simili credenze, profonde e deformate?
Cosa potrebbe fare un esperto di ossessioni e compulsioni sessuali come il Dr. M
inichiello, per convincere un paziente che avere questi pensieri, impulsi, immag
ini, non significa assolutamente andare incontro alla punizione divina?
Alla fine egli sostiene tutto un lavoro di tipo cognitivo. Bisogna lavorare con cos
tanza ed impegno per raddrizzare queste distorsioni cognitive e, purtroppo, non
tutti i terapeuti possono farlo, perch non tutti hanno lo stesso background di ba
se. Io posso provare a farlo, con laiuto di un esperto religioso ma mi rendo cont
o che molto importante trovare un religioso che sia in grado di capire. La scelt
a di un esperto religioso importante. E necessario che sia informato sul Doc e su
lla
tematica delle ossessioni religiose.
Se il paziente dovesse, infatti, rivolgersi alla persona sbagliata, e ascoltare
un qualcosa che pu, potenzialmente, rafforzargli la convinzione della dannazione
eterna, allora quella convinzione si radicherebbe sempre di pi e diventerebbe, a
quel punto, sempre pi difficile contrastarla.
Il Dr. Minichiello invita, pertanto, i pazienti cattolici con ossessioni religio
se a visitare il Centro Paolino o il Centro Newman al college e alluniversit, per
avere delle direttive di tipo spirituale.
L si trovano alcuni sacerdoti di mentalit aperta e di stampo ecumenico, che si son
o formati sull'ideologia, un po' pi liberale, delle riforme del post-Vaticano II.
Chi di religione ebraica potrebbe ad esempio parlare con un rabbino progressista
e riformatore, dal momento che un rabbino ortodosso, che non ha familiarit con i
l tema delle ossessioni religiose, potrebbe rinforzare determinate credenze e qu
indi aggravarle.
Fortunatamente, sulla base della mia esperienza posso dire che molti esperti rel
igiosi si sono dimostrati sensibili al tema e hanno compreso perfettamente la na
tura di queste ossessioni e compulsioni religiose.
Spesso utile che queste figure religiose parlino con il terapeuta in modo da chi
arire qualsiasi dubbio e raccogliere qualsiasi tipo di informazione che riguardi
il disturbo ossessivo-compulsivo.
I pensieri intrusivi nelle altre religioni
Perch questo capitolo si focalizza soprattutto sulle ossessioni religiose inerent
i il cristianesimo?
Perch (mi baso sulla mia esperienza e su quella del Dr. Minichiello) i pensieri b
lasfemi e la paura della dannazione eterna sono i fattori pi comuni che si sono m
anifestati soprattutto nella mente dei cristiani prima del concilio ecumenico Va
ticano II, e sono altres presenti nei Protestanti evangelici.
In seno alle confessioni religiose (ebraismo e Islam) possono svilupparsi simili
ossessioni?
S, anche se ci accade per lo pi in forme diverse.
Mi ricordo il caso di un giovane ragazzo di religione ebraica, che era stato ric
overato perch molto emaciato e debilitato e veniva alimentato per mezzo di un tub
o.
Non soffriva di nulla di fisico.
Il suo era un problema di tipo psicologico: era ossessionato dai divieti aliment
ari che la sua religione imponeva, era terrorizzato dallidea di contravvenire a d
eterminate norme in fatto alimentare, sebbene un rabbino gli avesse chiaramente
detto che i suoi timori fossero irrazionali e che stava davvero portando alle es
treme conseguenze un discorso religioso che era completamente diverso.
Molte persone di religione ebraica sono colpite dal disturbo ossessivo-compulsiv
o.
Il Dr. David Greenberg e il Dr. Eliezer Witztum, dell Ospedale Herzog di Gerusale
mme, hanno parlato di 34 casi di persone affette da Doc in generale: 19 sono ult
ioni.
"Questi mali sono i pi frequenti in assoluto", sosteneva Maimonide.
Sono i problemi che confluiscono nell'isolamento, nella fobia sociale, nei pensi
eri intrusivi, e che si aggravano a causa della soppressione del pensiero e dell
'evitamento di molte situazioni.
Si tratta di problemi che possono addirittura portare all'orlo del suicidio.
Secondo Maimonide, il persistere di taluni problemi dovuto alla mancanza, da par
te dell'uomo, di approfondire un determinato disturbo di cui vittima, una sorta
di scelta volontaria di rimanere all'oscuro di tutto.
Ma necessario, al contrario, comportarci come dei veri e propri insegnanti, educ
atori: solo apprendendo, approfondendo e informandoci adeguatamente che possiamo
uscire fuori dall'ignoranza ed iniziare a fare qualcosa per noi stessi e per gl
i altri.
Ho citato Maimonide: chiss cosa avrebbe pensato se avesse letto questo mio libro.
Temo che sarebbe rimasto scioccato dalla franchezza di cui mi sono servito nella
stesura dei capitoli precedenti, anche se, in qualit di fisico, sono certo che a
lla fine non si sarebbe scandalizzato pi di tanto.
Sono stato molto duro in certi passi, ho indugiato in particolari non piacevoli,
lo so.
Vi ho scioccato.
Ma se l'ho fatto stato solo perch mia intenzioqune abbattere il muro di ignoranza
che ogni disturbo porta con s.
L'ho fatto per farvi capire che tutti gli esseri umani possono avere pensieri tu
rpi, terribili (potremmo anche dire che essi sono l'inevitabile conseguenza del
fatto che siamo essere umani) e che possibile, per, imparare ad accettarli e gest
irli (sono, del resto, i mali di cui Maimonide parlava nella terza categoria).
Siamo fatti cos, dobbiamo accettarlo, un fatto naturale.
Non possiamo farci nulla.
Ed esattamente come la natura si rivela ma senza farlo completamente, bens manten
endo i suoi segreti, allo stesso modo sono il primo ad ammettere che la nostra c
apacit, di medici e terapeuti, di capire i pensieri intrusivi, e il modo in cui c
ontrastarli, ancora lontana dall' essere esaustiva.
Ad ogni modo, dopo aver letto i capitoli precedenti, ora dovreste essere in grad
o da soli di capire questo tipo di disturbo e di riconoscere quelle che sono le
ossessioni che vi affliggono.
Come iniziare a gestire i pensieri intrusivi
Prima di iniziare a fornirvi delle indicazioni sul modo di contrastare i pensier
i intrusivi, ho reputato opportuno stendere, per questioni di comodit, una lista,
un'elenco delle ossessioni pi comuni (Tabella 14) la maggior parte delle quali h
o gi affrontato nei capitoli precedenti.
Sebbene molte ossessioni sembrino ripetersi, esse non sono mai identiche ma pres
entano delle piccole differenze.
Consiglio a tutti di basarsi su questa lista (piuttosto esaustiva) e di prendere
nota di quelle che sono le proprie ossessioni.
Fateci un segno accanto, perch poi, il prossimo passo sar quello di assegnare a ci
ascun pensiero intrusivo un valore, un numero (1,2,3 etc) commisurato al livello
di tolleranza o meno dello stesso, in modo da ottenere alla fine un vostro elen
co personalizzato da utilizzare per dare inizio alle primissime esposizioni.
Tabella 14
Lista dei pensieri intrusivi pi ricorrenti (inclusi impulsi, immagini ed evitamen
ti
1) Pensieri di far del male a vostro figlio
2) Paura di poter molestare vostra figlia
3) Paura di poter accellerare ed investire un pedone
4) Pensieri di spingere qualcuno sotto un treno in corsa
5) Impulso a buttarsi dalla terrazza di un edificio
ome "Forse potrei uccidere un bambino o forse non potrei" o "Forse potrei odiare
Dio o forse non potrei farlo".
Qualunque frase, di questo tenore, va bene.
Mi hanno spiegato che i pazienti ritengono utile questo metodo perch li espone e
li allenna ad accettarne il dubbio.
Se questo approccio pu tornarvi utile, allora conviene provare.
E' importantissimo e da me fortemente consigliato lavorare, prima di qualsiasi t
ipo di esposizione, sull'aspetto cognitivo (descritto nel Capitolo 6), perch non
ci si pu esporre prima di smascherare le errate convinzioni che stanno alla base
delle ossessioni, scardinandole e modificandole.
Dovete lavorare su quest'aspetto (preferibilmente con qualcuno accanto di cui vi
fidate, ma se non vi possibile, soli).
Identificate, come detto, i pensieri irrazionali e poi scardinateli uno ad uno.
Studi condotti hanno dimostrato che ci sono persone in grado di auto-curarsi e r
isolvere cos i loro problemi, anche se molti, comunque, hanno bisogno di un esper
to che sappia guidarli.
Se soffrite di disturbo ossessivo compulsivo in maniera grave e pesante, oppure
se i vostri pensieri intrusivi sono accompagnati da reali intenti suicidi, se vi
trovate a pensare seriamente a come farla finita, dovete assolutamente rivolger
vi ad un centro specializzato.
Dal momento che il fatto di soffrire di pensieri intrusivi implica molto spesso
la presenza di un disturbo ossessivo compulsivo (anche se non vi mai stato diagn
osticato fino ad ora) contattate la O.C. Foundation per trovare un terapeuta del
la vostra zona che abbia esperienze in questo campo.
Riferimenti: O.C. Foundation, Inc., 337 Notch Hill Road, North Brandford, CT 054
71, Tel: (203)
315-2190, www.ocfoundation.org )
Nella Tabella 15 (che segue) ho elencato alcuni punti importanti su cui dovrete
lavorare dopo aver letto questo libro.
Sarebbe opportuno che voi scriveste questi punti su un foglio da portare sempre
con voi, nel vostro portafoglio o in borsa.
Dovete consultarlo tutte le volte in cui sentite che stanno arrivando le ossessi
oni.
Tabella 15
Punti chiave
1) A tutti gli esseri umani capita, a volte, di pensare a contenuti di natura se
ssuale, aggressiva o blasfema
2) A tutti gli esseri umani capita, a volte, di pensare alla cosa pi sconveniente
3) Questi pensieri sono parte imprescindibile della natura umana. Avere questo t
ipo di pensieri non vi rende delle cattive persone
4) Pi vi sforzate di controllare i vostri pensieri, pi vi si rivolteranno contro i
n maniera aggressiva e intrusiva
5) Pi evitate le situazioni che vi fanno scatenare le ossessioni, pi peggiorate il
vostro disturbo
6) Se la smettete di pretendere di controllare i pensieri, quest'ultimi andranno
sicuramente via
7) Il tuo obiettivo gestire i pensieri, non controllarli totalmente. Nessun esse
re umano mai riuscito a farlo.
Se seguite attentamente tutte le indicazioni che sono state fornite in questo li
bro, noterete sicuramente dei miglioramenti.
Alcuni di voi per, come gi detto, avranno bisogno anche di un sostegno farmacologi
co.
In questo caso dovete rivolgervi ad uno psichiatra per la prescrizione degli SSR
I (vedi Capitolo 8) oppure consultare l' O.C. Foundation che ti aiuter a trovarne
uno della vostra zona.
Valutare i progressi
In che modo valutare i progressi?
Come gi sapete, lo scopo non quello di "non avere mai pi pensieri simili" o "contr
ollare completamente il pensiero", cose impossibili da mettere in pratica, che v
i peggiorano il disturbo lasciandovi distrutti e frustrati.
Mi raccomando: non cadete nella trappola del perfezionismo.
Piuttosto, lo scopo, come dico sempre ai miei pazienti, quello di migliorare com
plessivamente la qualit della vita.
Migliorare la qualit di vita il nostro obiettivo principale.
Sappiamo tutti che anche coloro che soffrono di malformazioni fisiche o di distu
rbi mentali, o di malattie varie, possono raggiungere standard di vita elevati e
sempre maggiori.
Viceversa, sappiamo anche che molte persone che godono di una salute ottimale e
che non hanno problemi economici.
Per questo motivo, io e il Dipartimento di Psichiatria dell' Ospedale Generale d
el Massachusetts abbiamo realizzato, negli anni passati, una scala che permette
di valutare qual' il livello della qualit di vita di tutti noi.
In questi anni abbiamo interrogato molti pazienti della nostra clinica psichiatr
ica, abbiamo chiesto loro in che modo avrebbero voluto vivere la loro vita se il
trattamento avesse dato i risultati positivi sperati e fossero guariti.
Abbiamo anche interrogato un gran numero di psicologi, psichiatri, neurologi e n
eurochirurghi del nostro Ospedale, e abbiamo chiesto loro a quali risultati posi
tivi miravano i loro pazienti.
Anche se alcuni dei nostri pazienti vengono fuori da diverse vicissitudini di vi
ta (e hanno diversi problemi a livello psicologico, piccoli e grandi) e gli stes
si medici appartengono ad orientamenti differenti (alcuni utilizzano le terapie
tradizionali, altri solo un sostegno farmacologico, altri diversi tipi di approc
cio) siamo tuttavia riusciti ad identificare alcuni punti importanti che concorr
ono a migliorare il tenore e la qualit di vita delle persone.
Abbiamo identificato 10 punti cardine e li abbiamo inseriti nella Tabella 16 (an
che chiamata SOS-10).
Uno dei traguardi pi ambiti quello di raggiungere una sorta di "pace mentale" e q
uesto non dovrebbe sorprendere chi sa cosa significa soffrire di disturbo ossess
ivo-compulsivo!
Prima di iniziare a lavorare sui vostri pensieri intrusivi date un attimo un'occ
hiata a questa Tabella.
Tabella 16
Qualit di vita
Istruzioni: sotto troverete delle affermazioni che riguardano voi e la vostra vi
ta. Rispondete a ciascuna di esse facendo una crocetta sul numero che corrispond
e al vostro stato delle cose (prendete come punto di riferimento l'ultima settim
ana trascorsa, gli ultimi 7 giorni).
Non esistono risposte giuste o sbagliate, l' unica cosa che importa che la vostr
a risposta rispecchi molto bene la vostra condizione attuale.
Spesso la prima risposta la migliore.
Vi ringrazio per tutti i vostri sforzi.
Per favore, assicuratevi di aver risposto a tutte e 10.
1) Considerate le mie condizioni fisiche di salute, sono soddisfatto/a di ci che
riesco a fare durante il giorno
Mai 1 2 3 4 5 6 Tutto il tempo (o quasi)
2) Sono in grado di coltivare e mantenere importanti relazioni sociali
Mai 1 2 3 4 5 6 Tutto il tempo (o quasi)
3) Sono speranzoso e ottimista quando penso al futuro
Mai 1 2 3 4 5 6 Tutto il tempo (o quasi)