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7.

L'et dei flavi


Sappiamo che alla morte di Nerone il momento della successione per il potere fu indubbiamente
tumultuario: le lotte per il potere si organizzano nell'arco di pochi mesi, ma un momento che
lascia anch'esso il segno nella nostra storia urbanistica della citt. Perch, dopo l'incendio del 64
d.C., nonostante la ricostruzione fosse avviata, e anzi, Nerone avesse organizzato tutto un sistema,
partendo dalla sua stessa casa, la domus aurea, un sistema di novit per quanto riguardava la citt,
larghe zone di Roma erano ancora coperte di rovine, gran parte della citt, in definitiva, aspettava
un intervento radicale. E in questo clima, il momento delle lotte tra i seguaci di Vespasiano e i
seguaci di Vitellio lascia un segno ulteriore: l'incendio del Campidoglio. Infatti, si erano rifugiati sul
Campidoglio i seguaci di Vespasiano, agli ordini di Sabino, mentre all'attacco di questa roccaforte i
soldati di Vitellio organizzano un vero e proprio assedio: dunque, in questa lezione che dedichiamo
all'et dei flavi, quasi obbligato un momento di riflessione sulle lotte per il potere.
Le lotte per il potere
L'autore che ci parla di questo Tacito, e noi quindi lo seguiremo per quanto riguarda non soltanto
il fatto urbanistico,ma anche per quanto riguarda gli stessi motivi socio-politici: un discorso globle
che cerchiamo di fare. chiaro che seguir, nell'ambito della lezione, lo specifico poi
dell'intervento di Vespasiano, e naturalmente gli altri due flavi: Tito e Domiziano. Dunque,
nell'ambito di questo momento di crisi,di lotta, Tacito, siamo nelle Historie 71,1 , ricorda proprio
l'attimo in cui c' l'attacco da parte di Vitellio: vixdum regresso in Capitolium martiale furent miles
aderat, nullo duce, sibi quisque auctor: dunque,cerco di riassumere perch il brano abbastanza
lungo, nonostante ci fossero stati dei momenti di trattativa, i soldati di Vespasiano si ritirano nel
Campidoglio e gli aggressori furenti, a questo punto, senza pi un comando,senza pi una linea
precisa,i pi si inferociscono: in questo clima succede veramente un misfatto che Tacito sottolineer
poi: quello che non era successo per secoli, gli stessi romani lo fecero: distussero il Campidoglio.
Erant antiquitus porticus in latere clivi,dextrae subeuntibus, in quarum tectum egressi saxi
tegulisque Vitellianos obruebant. Dunque, che succede? Succede che gli assedianti cercano di
scalare il Campidoglio,i rifugiati sul Campidoglio cominciano a buttar di sotto tutto quello che
avevano a disposizione, e quindi le prime cose che hanno a disposizione sono ovviamente le tegole
dei tetti,ma poi passeranno alle statue: smonteranno praticamente tutte le costruzioni che si
trovavano sul Campidoglio. Non sottolineo, ma sarebbe interessante farlo, come nella descrizione
tacitiana, noi abbiamo una vera e propria ripresa cinematografica dell'avvenimento, si parla cio di
questa strada, il clivo Capitolino, che saliva, di questi edifici, le porticus che si trovavano appunto
sul lato destro della strada,e soprattutto queste immagini di attaccanti e di difensori che lottano, e
lottano con tutti i mezzi che hanno a disposizione. Nell'ambito di questa lotta senza guerriere, facies
in prominente porticum iecere et sequebantur ignem ambustasque Capitolii fores penetrassent, ni
Sabinus revolsas undique satuas, decora maiorum, in ipso aditu vice muri obiecisset: tratta di
leggere tra le righe, in quanto i difensori cercano di impedire che gli aggressori attacchino il fuoco
alle strutture, mentre man mano che salgono gli attaccanti effettivamente incendiano tutto quello
che trovano. La notazione puntuale tacitiana ovviamente il sottolineare come in questa rovina
vengano distrutte anche le statue che ricordavano i passati splendori della citt, gli antenati ecc...
chiaro che nell'ambito di questa crisi militare,ad un certo punto avviene indubbiamente la
distruzione totale del Campidoglio. Infatti, gli assedianti riescono a penetrare attraverso una serie di
passaggi tum diversos Capitolii aditus invadunt, e quindi entrano nelle varie zone dell'acropoli della
citt, e in particolare, iuxta lucum Asyli et qua Tarpeia rupes centum gradibus aditur, improvisa
utraque vis dunque,abbiamo anche delle notazioni topografiche di grande interesse , si parla della
zona dei centum gradus, e cio di quelle scalinate che permettevano di accedere al Campidoglio
partendo, tanto per capirci, dalla zona del teatro di Marcello, proprior atque acrior per Asylum
ingruebat, nic siti poterant scandentes per coniuncta aedificia , quae ut in multa pace in altum
edita solum Capitolii aequabant:notazione interessantissima, perch, ne dobbiamo dedurre che, la
collina,era quasi letteralmente foderata da costruzioni, costruzioni molto alte e quindi i tetti della

zona costruita intorno al Campidoglio,aequabant,arrivavano alla stessa quota della piazza


dell'Asilo, della zona appunto superiore della zona del Campidoglio vero e proprio. La descrizione
tacitiana prosegue hic ambigitur, ignem tectis obpugnatores iniecerint, an obsessi, inde lapsus
ignis in porticus adpositas aedibus; mox sustinentes fastigium aquilae vetere ligno traxerunt
flammam alueruntque sic Capitolium clausis foribus indefensum et indireptum conflagravit. Si nota
come nella descrizione di Tacito, sempre pi si passi da quello che un fatto tecnico, cio di lettura
di come si muovevano i due eserciti, a quello che invece il sentimento legato allo specifico
dell'avvenimento: chiaro che nel nostro discorso sull'urbs, nella nostra lettura della forma del
Campidoglio, solo alcuni sono gli elementi di interesse, ma ho voluto mostrare la descrizione
tacitiana proprio perch una specie di fil rouge che ci permette di leggere la forma di quell'edificio
che Vespasiano si trover a dover ricostruire, e cio il tempio di Giove Ottimo Massimo, e
ovviamente, tutte le strutture ad esso pertinenti,e che formavano il contesto del Campidoglio.
VESPASIANO
Vespasiano, dunque, assurge al potere e la prima cosa che cerca di fare di riassestare la citt.
Noteremo come, accanto agli interventi sul Campidoglio,la politica di Vespasiano sar poi
soprattutto dislocata sul cercare di recuperare al popolo quelle che erano le zone che Nerone aveva,
diremmo, privatizzato, cio quell'enorme complesso della domus aurea, i flavi cercano in effetti di
restituirlo alla godibilit del popolo: ecco, dunque, che nell'ambito delle norme villa neroniana, noi
cominciamo a distinguere poi delle zone che saranno occupate dal Colosseo, che saranno interessate
da una serie di grandi costruzioni. Questa politica chiaramente indirizzata , quella di avere
nuovamente il consenso popolare. La dittatura precedente, la posizione del princpes, non aveva
giovato al rapporto con il popolo, e quindi c' questa nuova tendenza a creare un rapporto tra la
situazione della popolazione degli abitanti, e la situazione del potere centrale. In questo ambito si
capisce anche il riflesso del regno dei flavi, e in particolare, della fase di Vespasiano su quello che
il patrimonio dello Stato. Vespasiano, nel cercare il rapporto con il popolo, nel senso di ricreare
quello che un legame, un punto di contatto che si era interrotto ovviamente con il principato
precedente, chiaro che deve ripartire da una base di certezze, e la base la conoscenza del
patrimonio dello stato. Vespasiano un grande,diciamo, non cartografo, ma un grande utente delle
documentazioni cartografiche: fa ridisegnare l'impero, fa ridisegnare la citt, fa documentare
graficamente tutti quelli che erano i possessi pubblici, proprio per individuare le competenze e le
differenze tra il pubblico e il privato. Suoi funzionari viaggiano, vanno in tante zone, abbiamo delle
famose descrizioni, ad esempio, da Pompei che ci parlano di aree che erano state privatizzate, cio
erano state acquisite dai privati,
che vengono rimisurate, viene
fatta anzi una fase di giudizio,
causis conditis, e cio nel
momento in cui si interviene si
vedono anche le ragioni di questa
invasione dei suoli pubblici e si
restituiscono
questi
terreni
occupati contro la legge,allo
Stato, alla citt nel caso di
Pompei, la stessa cosa avviene
per Roma, e dunque gli interventi
sul Campidoglio di Vespasiano
non sono soltanto di carattere
monumentale: oltre a quello che
ricordato dalle fonti e che
indubbiamente noi dobbiamo
sottolineare, cio la ricostruzione
del tempio di Giove, ho piacere

soprattutto di sottolineare il suo intervento nell'ambito della ricostituzione di quello che il


patrimonio del Tabularium: sul Tabularium, noi sappiamo, erano tutte le documentazioni
archivistiche, e le tabulae, cio le lastre con le grafiche, i disegni dei possessi delle zone
dell'impero, bruciato tutto, ebbene, sappiamo dalle fonti che viene recuperato questo patrimonio e,
leggiamo anzi nelle testimonianze degli autori, il come questo avvenga. chiaro che gli interventi
naturalmente non sono soltanto sul Campidoglio,a fianco a queste operazioni sul Campidoglio noi
dobbiamo ricordare altri interventi, non soltanto quelli nella domus aurea, ma per esempio nello
stesso foro. Quindi, nell'immagine ho voluto ricordare, accanto agli interventi sul Campidoglio,
anche gli horrea che sono noti nel foro romano: , diciamo, una politica di utilizzo in parte di quello
che era il sistema urbanistico neroniano, gli horrea si allineano su quello che era lo schema tracciato
dalla nova urbs di nerone, per ricostituiscono quelli che sono ambiti di funzionalit, e quindi
cambia l'impostazione della citt, anche in quello che era il cuore , cio nell'area forense. Dunque, il
sistema che impianta Vespasiano, un sistema indubbiamente in favore della ricostituzione del
patrimonio dello stato. Un piccolo brano, quello di Svetonio, l'ho voluto selezionare non solo perch
divertente, ma anche perch puntualmente ci d questi indizi sulla politica di Vespasiano. Intanto
le premesse, naturalmente dalla Vita di Vespasiano, 8,5-9 deformis urbs veteribus incendiis ac
ruinis erat; dunque la citt era ancora brutta, era sconcia per queste rovine,vacuas areas occupare
et aedificare si possessores cessarent,cuicumque permisit l'imperatore Vespasiano permette dunque
di occupare e di edificare tutte le zone che erano libere, tutte le zone che non erano occupate da
costruzioni a meno che i padroni non volessero farlo loro, ma se i padroni cessavano di
occuparsene, chiaro che a questo punto, se recedevano dalla loro propriet, potevano intervenire
gli altri. Ipse e questo il lato divertente,restitutionem Capitolii adgressus ruderibus purgandis
manibus primum proprio nel vero senso, si d da far,e muove le mani egli stesso per primo, per
purgare, portar via tutte le rovine che deturpavano il Campidoglio,e anzi, d il primo esempio
admonit ac suo collo quaedam extulit aerearuumque tabularium tia milia, quae simul
conflagraverant, restituenda suscepit undique inuestigatis exemplaribus dunque, prima di tutto d
l'esempio,e si carica sul collo, sulla schiena i massi per portar via le rovine,dando un esempio di
quelle che saranno politicamente poi degli episodi che avverranno poi nei seguiti successivi, e
anche in decenni non lontani da noi, per quanto riguarda invece il Tabularium, ecco la notazione
svetoniana, tremila tavole di bronzo che tutte insieme a causa dell'incendio erano andate perse,
vengono sostituite con esemplari cercati in tutte le zone, una copia di questi documenti era a
Roma, e un'altra copia era nella sede operativa, cio nelle citt dove erano appunto servivano come
documento di base, allora, si fa una copia di questi che erano dislocati nelle varie citt e la si riporta
a Roma, a modello di quello che dovrebbe essere un catasto funzionante.
Il templum pacis
Nella azione di ricostruzione e di programmazione, spicca un monumento:il templum pacis.
l'ennesimo foro, l'ennesima piazza di grande impatto urbanistico, si trova accanto a quelle che
erano state gi costruite precedentemente, e cio la piazza fatta da Augusto e la piazza fatta da
Giulio Cesare, si tratta in definitiva di un'area scoperta con opere di giardinaggio. Conosciamo
molto bene questa forma, soprattutto perch la forma urbis, e cio quella pianta marmorea di
Settimio Severo di cui avremo occasione di occuparci nelle ultime lezioni, ci d proprio la
fotografia: dunque era un enorme piazzale di cui oggi rimane ad esempio un elemento, una delle
absidi, che corrisponde alla torre dei conti, siamo all'inizio della via Cavour, ebbene questo grande
piazzale aveva sullo sfondo una serie di ambienti che avevano funzioni di biblioteche. chiaro che
solo in seguito avremo il saturarsi di questa zona con gli altri grandi fora, intanto quello di Nerva, il
foro transitorio che salder le zone che ho ora citato, e poi l'enorme complesso portato avanti da
Traiano. Ma indubbiamente, il tempio della pace ha una sua ben precisa fisionomia da un punto di
vista urbanistico, non solo,ma diventa anche il punto espositivo delle planimetrie della citt: e
quindi crea le premesse di quello che sar poi un punto tradizionale dove saranno affisse alle pareti
le megalografie relative alla pianta della citt e la pianta dell'impero,e infatti, la fase severiana sar
null'altro una riproduzione di quello che aveva incominciato Vespasiano, e cio la riproduzione in

scala di tutta la pianta della


citt. Il punto dove viene
collocata questa planimetria,
la parete di fondo di una delle
biblioteche,
quindi
il
complesso ha l'area aperta,e
poi la zona templare vera e
propria con le biblioteche ai
lati, una delle biblioteche
quella che corrisponde oggi
alla chiesa dei santi Cosma e
Damiano, conservata appunta
la documentazione che diciamo
cartografica, ma certamente
un titolo improprio in quanto si
trattava di lastre marmoree
incise. Nell'immagine, con una
veduta a volo d'uccello, la
zona in questione questa sul
lato destro, e si nota appunto la
parte della biblioteca sulla
parete di fondo,appunto,l'area
occupata dalla forma urbis che
indubbiamente non era un
piccolo documento, nella
ricostruzione, chiaramente
ricostruzione del modello
severiano, quindi di quello che
avverr svariati anni dopo, agli inizi del III sec., ma la dimensione doveva per essere molto simile,
abbiamo un rapporto tra quelle che erano le figure dei visitatori e quella che era la pianta della citt:
quindi si vede come la pianta fosse alta molti metri, siamo sull'ordine appunto di 10x15, siamo
sull'ordine di svariati metri per quanto riguarda la superficie coperta globalmente: chiaro che il
centro della citt era pi dettagliato, e soprattutto vedremo cos come l'orientamento diverso da
quello della cartografia moderna, e che il nord delle carte romane era in basso: noi sappiamo che
nella cartografia moderna il nord, per convenzione, verso l'alto della pianta.
Le molte azioni militare di Vespasiano portano ovviamente a un ampliamento del possesso dello

stato, e quindi Vespasiano amplia la linea


pomeriale, linea pomeriale che invade il
campo marzio, dove gi esistevano i cippi
claudiani, e comunque in tutta la zona noi
avremo un'azione sempre progressiva anche
degli imperatori successivi, Adriano a sua
volta amplier la linea pomeriale, che ricordo,
tra parentesi, era null'altro una linea sacrale
che aveva una funzione legata a determinate
attivit, ad esempio il pomerio molto legato
all'esercizio dell'imperium, e cos via...

TITO
Le terme
Il passaggio da Vespasiano a Tito di rifinitura, di completamento, di elaborazione di quelli che
sono schemi architettonici in atto. Tito si occupa di completare varie costruzioni cominciate da
Vespasiano, ad esempio, una per tutte, ci soffermeremo sull'argomento, il Colosseo, iniziato da
Vespasiano, portato avanti da Tito e che avr soltanto con Domiziano un momento finale. Ma
soprattutto legherei il nome
del secondo dei flavi alle
terme: le terme di Tito sono
ancora oggi in parte visibili
sulla collina che affaccia
sul Colosseo, la via di
Garibaldi, la zona appunto
che in parte invade la
situazione delle terme di
Tito. Non se ne conosce
molto al di l di disegni
cinque-secenteschi che ci
permettono di ricostruirne
la forma, c' quanto basta,
per,
per
sottolineare
l'importanza di queste
terme, da un punto di vista
dell'organizzazione
spaziale: avevamo gi
notato con le terme di Nerone in campo marzio, come per la prima volta si assistesse in questi tipi di
edifici all'organizzazione degli spazi secondo una linea di progressione della funzionalit termale:
cio dalle zona ad acqua fredda, si passava alle zone ad acqua calda, cio si seguiva un itinerario
che vedeva la natatio, la zona appunto della grande piscina, e poi c'era tutta la progressione
frigidariumcio la grande aula con il passaggio di temperatura, e poi il calidarium cio la zona

con le vasche dell'acqua calda. Questa assialit dell'impostazione di questo tipo di edifici, poi
caratterizzer tutte le altre costruzioni del tipo in ambiente romano, anche quelle pi famose, dalle
successive terme di Traiano, a soprattutto a quelle di Caracalla, Diocleziano e cos via. Per,
dobbiamo notare come il fatto ritorni con massima esattezza e precisione anche nell'impianto di
Tito. Quindi, se noi dobbiamo trovare un vero modello, lo possiamo riscontrare nella forma delle
terme titiane,perch? Perch in quelle neroniane c' sempre il dubbio che a limite, possa essere
questa organizzazione spaziale delle terme, il rifacimento alessandriano, cio il rifacimento di
Alessandro Severo, invece nelle terme di Tito noi siamo sicuri di questa progressione degli
ambienti, che, come si vede nell'immagine, da al centro gli spazi che poi sono dedicati all'attivit
ginnica ecc...,a quello che l'impianto legato ai bagni veri e propri. La posizione la indico con la
freccia rossa, e cio tra quelle che saranno le terme di Traiano, successive, sul colle Oppio, e la valle
dell'anfiteatro.
L'arco del Tito nel foro e il Colosseo
L'arco del foro, anzi in summa sacra via,nella zona pi alta della via Sacra, al di l di quelle che
sono
le
problematiche
relative al titolo specifico di
quella strada in questo
tratto,si parla ancora o no di
via Sacra, certamente l'arco
di interesse straordinario
perch si colloca esattamente
sull'asse di quello che era
l'elemento
portante
dell'urbanistica
neroniana:
quindi rispetta questo sistema
ormai organizzato secondo
sistemi di ortogonalit,
veramente una decorazione
di quella che la nova urbs
come ce l'ha data Nerone.
Nerone aveva lasciato il
segno in questo orientamento
completamente ex novo.
Noteremo
comunque
semplicemente a titolo informativo, come oggi la situazione sia non perfettamente recepibile da un
punto di vista urbanistico, in quanto la via Sacra che oggi noi percorriamo nella zona del foro, la
via sacra repubblicana, e dunque la via Sacra che aveva un andamento sinuoso, curveggiante, e
che stata poi nella fase neroniana, completamente ristrutturata. Negli scavi eseguiti nella zona del
foro all'inizio del '900, cosa avvenuto? Si andati troppo in profondit, e quindi abbiamo i
monumenti della fase imperiale sospesi per aria,sospesi in alto, con le fondazioni scoperte, e il
percorso che si segue tutt'ora quello della via che stata in funzione fino all'et neroniana, quando
questi monumenti non c'erano: quindi abbiamo una lettura completamente falsata di quella che era
la situazione dei percorsi urbani, ad esempio nella fase di costruzione dell'arco di Tito.
Ho detto poc'anzi della sua opera di completamento del Colosseo,nella situazione attuale si sa bene
come la parte del Colosseo pi alta avesse una funzione specifica: era una zona del loggiato
superiore, ebbene, questa zona qui noi sappiamo viene completata nella fase tra Tito e Domiziano,
fino a quelle decorazioni, le grande decorazioni a forma di scudo che decoreranno poi la parte alta
dell'edificio, edificio che organizzato completamente su strutture portanti in calcestruzzo, e in
opera quadrata, con ausilio di altri tipi di tecniche sulle quali non mi dilungo, e comunque con la
differenziazione degli ordini in facciata e ovviamente poi il coronamento con tutta una serie di
decorazioni architettoniche che oggi noi non possiamo pi recepire con pienezza. chiaro

dobbiamo ricorrere all'ausilio di una


ricostruzione, per interpretare come
fosse la parte alta dell'edificio che
aveva dunque questa zona con
strutture lignee di completamento, che
andavano a integrare i posti a sedere,
cio i vari punti, i vari livelli di
frequentazione
degli
spettatori.
Nell'immagine di sotto, ho voluto
accostare a questi due elementi di
lettura, questo rilievo su cui avremo
occasione di ritornare dopo: la
raffigurazione dell'anfiteatro su un
monumento funerario, quello degli
haterii, insieme con questo monumento ne sono raffigurati altri, avremo occasione di vedere anche
quelli, ci interessa leggere questo particolare: cio il Colosseo stato identificato giustamente con il
Colosseo questo rilievo, per il fatto che si nota come manchi la parte alta, e quindi secondo alcuni
pu essere testimonianza che si tratta di un monumento che non era ancora finito. Il discorso ci
porterebbe
lontano,
probabilmente essendo la
dimensione della superficie
ristretta, probabilmente non
cos collegato, il Colosseo era
gi
stato
finito,
la
raffigurazione semplificata,
quello che ci interessa di pi
capire come, e lo sappiamo
anche da altre fonti, come
all'interno
delle
varie
arcuazioni ci fosse tutta una
serie di sculture: ogni fornice
era decorata con una statua,
quindi, l'intero complesso, e lo
vediamo
anche
nella
ricostruzione, era un enorme
contenitore anche di statuarie.
DOMIZIANO
E giungiamo a quel personaggio straordinario nell'ambito della storia urbanistica di Roma: a
Domiziano che ha lasciato un segno, sia da un punto di vista politico, che da un punto di vista
architettonico, e da un punto di vista politico ha lasciato un segno decisamente negativo, nel senso
che, sappiamo tutti come la sua damnatio memoriae abbia causato una perdita di documentazione
irreparabile, ma ad ogni modo a lui va attribuita forse la vera integrazione degli spazi urbani fino a
quel momento rimasti liberi: ad esempio il campo marzio. Ci corre in aiuto l'elenco delineato dal
cronografo dell'anno 354, il quale, una documentazione quindi molto puntuale, il quale ci ricorda
che sotto il regno di Domiziano furono fabbricate molte opere pubbliche, in particolare, si ricordano
gli horrea nella zona del foro, ubi modo est basilica constantiniana quindi, dove poi sar costruita la
basilica di Costantino, e gli horrea di Vespasiano e il tempio dei Castori ecc... in particolare
vengono ricordati gli edifici del campo marzio divorum,iseum et serapeum, minervam chalcidicam,
l'odeon, l'odon, quell'edificio su cui torneremo subito dopo, che ancora oggi fa parte del panorama
urbanistico della citt, e cio, il palazzo massimo al corso Vittorio Emanuele: dunque, si viene a

saturare tutta quella parte del


campo marzio che fino a quel
momento era rimasta ancora
inedificata. Ricordo che la zona
legata al nome augusteo, e quindi di
Agrippa,
soprattutto
quella
centrale,
Pompeo
aveva
incominciato soprattutto nella zona
centro-meridionale, noi soprattutto
andiamo a integrare con le opere
domizianee, cio lo stadio, la piazza
Navona, l'odeon, e la porticus
divorum,
l'iseo:
praticamente
l'intera superficie del campo
marzio. In nero praticamente
nell'immagine di destra,si evidenziano questi edifici, e soprattutto quelli in grigio che sono quelli
portati avanti da Domiziano. Parlavo del rilievo degli haterii, un rilievo di interesse straordinario per
motivi differenti: ad esempio uno ci permette, insieme alla lettura di quello che era il tempio
funerario, anche il sistema di innalzamento dei grossi pesi per quanto riguardava il momento
costruttivo: cio la ruota all'interno della quale c'erano persone, che camminando, e dunque la
facevano girare, permettevano lo scorrimento: dunque, un vero e proprio argano a forza umana, e la
dimensione del macchinario data dal numero delle persone che si trovano all'interno, e che serve
per far ruotare, e quindi innalzare questi grandi pesi, per il costruito. chiaro che ci interessa molto
di pi la successione di questi edifici di cui ho gi avuto occasione di parlare per quanto riguarda il
Colosseo, e in particolare questi archi, il primo che porta l'iscrizione arcus ad Isis e l'altro che ci
ricorda una costruzione sulla parte alta della via Sacra. Sull'arco ad Isis si molto discusso, e
chiaramente la linea dominante quello di attribuirlo al tempio di Iside e Serpide che si trova nel
campo marzio, legato sicuramente al nome di Domiziano, l'arcus ad Isis dovrebbe essere dunque
uno degli ingressi alla zona templare, e per quanto riguarda gli altri edifici, si sono proposte ad
esempio un'identificazione con gli Uppiter custos per quanto riguarda questo tempio, e l'arco sulla
cima della via Sacra. soprattutto sul significato topografico di questi edifici che si scatenata la
critica, perch a fronte di una lettura della contiguit di questi monumenti, cio monumenti tutti
conservati in una stessa area, altri hanno voluto leggere quelle che sono le opere legate a un certo
momento, a un certo lasso cronologico. chiaro che questa seconda linea quella pi plausibile: si
tratta di monumenti tutti costruiti nello stesso periodo, ma che non debbano di necessit essere
vicini. Perch questo problema? Perch strettamente collegato alla necessit di identificare poi i
monumenti sul terreno. In definitiva nel periodo domizianeo, noi abbiamo un campo marzio ormai
completamente occupato da edifici, anzi in quel momento noi abbiamo nel campo marzio ben 4
edifici per spettacolo: e
cio, oltre l'odon, il teatro
di Pompeo che ancora era
ovviamente funzionante e
viene restaurato, il teatro, la
crypta di Balbo, e il teatro
di Marcello. Insieme a
questi edifici come il circo
flaminio
non
pi
funzionante, e lo stadio
domizianeo, che diciamo,
un
po'
la
figura
emblematica
delle
fotografie dall'alto di

Roma:nelle
fotografie
dall'alto sempre lo stadio
compare
in
piazza
Navona: uno degli
elementi che qualifica la
lettura delle fotografie
aeree del campo marzio.
Ma anche si potrebbe
insistere sul fatto che lo
stesso odeon leggibile
nelle fotografie aeree
nella sua forma curva (il
palazzo Massimo alle
colonne). Ma l'attenzione
la vogliamo concentrare
soprattutto su piazza
Navona,
perch?
A
piazza Navona, al di l
dei pochi scavi che

furono fatti nelle zone, noi di questo stadio


non conosceremmo nulla della forma antica
se non andassimo a leggere quello che il
sistema del particellare:lo leggiamo tramite
le persistenze dei riutilizzi. Altri sono gli
edifici che qualificano gli interventi
domizianei: mi limito a segnalare l'iseo di
cui abbiamo gi avuto occasione di parlare,
cio la zona non lontano dai saepta, siamo
vicino al complesso del pantheon per
inquadrare meglio la situazione topografica,
Iseo che ovviamente ha, Iseo e serapeo, che
ha questa sua forma che ricorda gli edifici
egiziani, di cui noi gi abbiamo sottolineato il
sistema di ingresso e l'arco ad Isis, e
soprattutto il tempio dedicato a Vespasiano,
il tempio che completa il fondale del foro
romano, e cio la pendice del Campidoglio
verso il Colosseo. Dunque, la zona
occidentale del foro viene completata,
ricorderemo, era stata gi fatta la aedes

concordiae, c'erano una serie di edifici che foderavano la base del Tabulario, si completa la zona
con la costruzione del tempio di Vespasiano. chiaro che l'attivit di Domiziano molteplice, ma
quello che interessa a noi soprattutto il leggere gli interventi in ambiti differenziatissimi: e quindi
abbiamo visto, dall'ambito templare, all'ambito degli edifici per spettacolo, ai grandi palazzi, la
domus sul Palatino, e alle stesse decorazioni urbane come la meta sudans, la fontana che
sappiamo si trovava nella zona vicina al Colosseo e che fu distrutta prima della guerra.

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