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APPENDICE

VERSO UNA NUOVA DEFINIZIONE DELLESSERE UMANO


Da una concezione statica al paradigma della Vita come processo

Viviamo in un'epoca pericolosa. L'essere umano ha


imparato a dominare la natura molto prima di
aver imparato a dominare se stesso.
ALBERT SCHWEITZER

dalle prime letture di Alfred Korzybski che mi apparsa chiaramente la sensazione di


dover contribuire a creare una nuova definizione di ci che vuol dire essere un Essere
Umano. Sento ancora leco delle letture di Manhood of Humanity, sento leco di questo
compito ancora da compiere. Che cosa vuol dire essere un Essere Umano? Questa
dovrebbe essere la domanda che pi di ogni altra ci interessa. A questa domanda ci sono
stati alcuni tentativi di risposta. Queste risposte sottolineavano talvolta quello, talvolta
questaltro aspetto, per infine darci informazioni di contenuto. Questo compito, fornire
una risposta a questa domanda cos ovvia, rimasto irrisolto.
Potremmo dire che siamo di fronte a un ovvio elusivo? Possiamo di certo dire che una
domanda alla quale non possiamo facilmente rispondere in quanto inafferrabile il senso
di ci che vuol dire Essere Umano. Ma una risposta soddisfacente importante, perch da
questo essere dellEssere Umano nasce tutto ci che possiamo dire del mondo e fare nel
mondo. Noi viviamo sempre a partire dal nostro Essere, e questo vale indipendentemente
dal fatto che ne siamo consapevoli o meno. Tutto determinato dal punto di partenza che
noi siamo, che ogni individuo rappresenta. Per questo la domanda Che cos luomo?
tra tutte, secondo me la pi importante. Rispondere a questa domanda vuol dire diventare
autoconsapevoli di s e quindi dellUniverso.
La domanda, che dobbiamo, quindi, considerare prima di tutte fondamentale: Cos lUomo?
Che cos un uomo? Cos un essere umano? Qual la definizione o la caratteristica dellumanit?
A questa domanda due risposte e solamente due sono state date nel corso del tempo, e entrambe
sono corrente oggi. Una delle risposte biologica luomo un animale, un certo tipo di animale;
laltra risposta insieme parzialmente biologica e parzialmente filosofica luomo una
combinazione o unione di qualcosa animale con qualcosa di soprannaturale. Unimportante parte
del mio compito sar di mostrare che entrambe queste risposte sono radicalmente sbagliate e che al
di l di ogni cosa, sono primariamente responsabili per quello che c di lugubre nella vita e nella
storia del genere umano. Detto questo, la domanda rimane: Cos lUomo?
(A. Korzybski, Manhood of Humanity)

Se immagino che mi si avvicina un ragazzino pieno di quella curiosit propria di una


mente fresca Se cerco persino di immaginare questo essere che si sta creando sotto i
miei occhi, che si crea attraverso la conoscenza. Se questo giovanissimo ragazzo mi
chiedesse: Cos un Essere Umano?, e immagino che ci che gli diro sar la sua nuova
definizione, che magari per il resto della sua vita ci che sto per dirgli potr costituire una
verit sullEssere Umano, e quindi sul suo proprio Essere, di fronte a una tale situazione
sento in me un forte senso di inadeguatezza. La via facile sarebbe forse quella di
rispondergli che capir con lesperienza della vita ci che vuol dire, ma questa mi
sembra una risposta irresponsabile. Potrei anche parlargli della mente, della ragione e
anche perch no di etica e morale, della contrapposizione tra Cultura e Natura. Potrei
dirgli che Luomo un animale razionale. Ma questo potrebbe forse essere il pi
grande danno compiuto verso una Mente ancora pura e flessibile. E questo innanzitutto
perch nel dire che luomo un animale razionale, si sta creando una frammentazione tra
il corpo e la mente, con una chiara preferenza per luna a scapito dellaltra. Quando
diciamo delluomo che un animale razionale stiamo creando una rottura, dove invece
servirebbe distinzioni. Allora cosa vuol dire essere un Essere Umano?
LEssere Umano come processo
Messi di fronte a questa domanda pu facilmente emergere un disagio: una domanda
scomoda, perch tutti pensiamo di sapere cosa voglia dire essere un Essere Umano. Il
disagio si trova nel fatto che non sappiamo bene come rispondere. Nel rispondere c la
sensazione che qualcosa sia assente, e che proprio questa assenza sia fondamentale alla
risposta. Qualcosa ci pu turbare quando ci chiediamo cosa voglia dire essere un Essere
Umano.
Ma la prospettiva che voglio indagare non una che ci chiede un cosa. La domanda,
lapertura, lindagine invece nella struttura: il come ci che ci fa essere quel che
diciamo Essere Umani. Molte cose sono state dette sul cosa dellessere umano, ma
lontologia dellessere umano misteriosa; sembra sempre scivolarci tra le mani. Credo
che una parte della concezione sbagliata sullEssere Umano si celi nellidea che possa
essere qualcosa che solo statico. Lerrore secondo me quello di considerare lEssere
Umano come un oggetto, piuttosto che un processo. Ci stato presentato lindividuo
sotto forma di oggetto, come un qualcosa di definibile. Ma molti individui che hanno
creduto in queste definizioni si sono limitati, ammalati. In colui che ha creduto di essere
un oggetto, qualcosa morto, anche se continua a camminare.
Il problema che essere un Essere Umano vuol dire essere un costante movimento, per
cui ogni volta che lultima parola di una definizione sullUomo viene scritta, nello stesso
istante diventa obsoleta, perch gi il meccanismo di questo movimento ha integrato e
trasceso questa definizione. Quindi lunica definizione valida che potremmo attribuire
allessere dellEssere Umano sar una non-definizione, se intendiamo la definizione
come quellatto che ci consente di tracciare i limiti. Ma se volessimo parlare di una

distinzione che ci permette di comprendere ci che vuol dire per noi Essere Umano,
potremmo dire che un processo, un costante movimento. I principi fondamentali di
questo processo sono integrazione e trascendenza: sono, se vogliamo, il cuore del
meccanismo di questo processo quando organizzato in modo non-malato; quando la
vitalit fluisce naturalmente. Cos luomo un processo, e pi in particolare un processo
che si amplia, che integra dentro di s, e trascende.
Ma qui nasce un problema: per natura il movimento, per essere tale, deve essere distinto
da un qualcosa che fermo! Se tutto fosse in movimento, il movimento stesso non
esisterebbe. Per riprendere limmagine di Gregory Bateson: inconoscibile [] il
suono dellapplauso di una mano sola. Devo ammettere che questa potrebbe essere la
critica principale alla descrizione dellessere umano come processo.
Lessere umano muovendosi come in una spirale integra e trascende elevandosi,
ampliandosi. Al tempo stesso esiste qualcosa di immutabile, un aspetto che proviene
dallinterno e che potremmo chiamare il miracoloso; qualcosa che sentiamo come
essenziale. Questo qualcosa immutabile una parte antica, eterna, che risiede in noi; ed
ci che ci fa sentire interconnessi. La risposta al paradosso che se vogliamo definirci
come processo dobbiamo valutare lidea che qualcosa debba essere immutabile. Un po
come locchio di un ciclone in cui proprio il centro lunico luogo sereno.
Questo qualcosa non proviene dal di fuori, bens risiede in noi. In noi il centro appare
come la nostra verit e come la nostra unicit. un qualcosa di profondamente antico;
quel qualcosa che sempre stato in noi e che emerge sotto varie forme, sotto nomi
diversi. il nostro colore particolare, qualcosa che presente in quellesperienza di
sentirci vivi, di essere proprio chi siamo e non qualcun altro. E per lEssere Umano in
generale questo qualcosa lesperienza dellautoconsapevolezza. Lo stesso fondatore
della Psicosintesi, Roberto Assagioli, dichiar che ci che ci rende Umani la nostra
possibilit di essere autocoscienti.

LEssere Umano come storia


Il mio desiderio di poter spiegare con serenit cosa significa Essere Umano.

Per comprenderlo meglio direi che lEssere Umano somiglia pi ad una storia che a un
concetto. Le storie implicano una flessibilit che benefica per un discorso come il
nostro. Le storie si evolvono, si adeguano a colui che la racconta. Le storie possono
assumere diversi volti e acquisire senso in base al contesto in cui vengono raccontate. Le
storie sono metafore e ci che c di meraviglioso in esse la loro capacit transrazionale di essere al tempo stesso false e vere, in movimento e immutabili. Le storie
devono essere al tempo stesso vere e false: cos che una storia pu conquistare il tempo.
Cosa avviene quando cerchiamo di analizzare logicamente o scientificamente una
metafora, una storia? Avviene che il tempo si ferma, si cristallizza in un oggetto; la
metafora muore e anche lessere umano perde la sua essenza Umana quando viene
definito come un oggetto, e finisce per cristallizzarsi e morire.
Ed qui lurgenza di questo discorso. qui la gravit di ci che sto cercando di
spiegare. Un individuo che viene definito secondo criteri siano essi anche i pi nobili
diventa un oggetto. Un individuo attorno al quale stato tracciato il suo confine per
quanto ampio sia morto. Al contrario un individuo consapevole della sua natura di
essere un processo libero e vivo, perch in lui fluisce la Vita, perch Aperto.
Per esistere le storie devono sostenere la tensione di essere al tempo stesso vere e false.
Questa tensione deve essere sostenuta anche dallEssere Umano, poich quando i limiti
cominciano a sparire lEssere Umano si ritrova in connessione con il Tutto. Cos chi
accetta questa possibilit di vivere in connessione accetta anche la responsabilit di ci
che trover in s, e questo significa: tutto. Lautocoscienza e linterconnessione sono due
privilegi di chi vive secondo lidea di processo, in quanto sia lautocoscienza che
linterconnessione sono conseguenze di una concezione dellEssere umano che lo libera
dai confini.1

1 In questa nota vorrei rendere esplicito che la ricerca condotta in questo saggio, che si
propone di portare avanti il Progetto Volont, si basa sul desiderio di chiarificare lessere
dellessere umano, e che questo include una doppia prospettiva. Da un lato il nostro
essere caratterizzato da un aspetto immutabile, che c sempre indipendentemente dal
variare dellesperienza fenomenica. Ed la consapevolezza dellIo sono, che Assagioli
indica come autocoscienza e che Mauro sviluppa nel primo saggio di questo libro.
Laltra caratteristica quella dinamica, delluomo come processo, che si crea e si evolve
costantemente, ed la prospettiva che sviluppo in questa Appendice. Queste due
caratteristiche dellessere delluomo sono complementari, e non potrebbero esistere luna
senza laltra. Roberto Assagioli lo indica chiaramente in un passaggio del suo libro Latto
di volont: Lautocoscienza, o coscienza dellio, ha due caratteristiche: una introspettiva,
laltra dinamica. Ci si pu esprimere in vari modi: per esempio, Percepisco di essere e
di volere; oppure Poich sono, posso volere. (Roberto Assagioli, Latto di volont,
Astrolabio, 1977).

Questa immagine rappresenta una metafora in grado di esplicitare meglio le


conseguenze di un sistema chiuso e di un sistema aperto. Il primo un cerchio pieno e
per quanto sia caratterizzato da infiniti punti, esso non permette di conoscere nientaltro
che il cerchio stesso. Il secondo cerchio un processo in quanto la relazione tra la mia
percezione e il disegno che lo fa diventare un cerchio tratteggiato. Ed una metafora
poich nei fatti non un cerchio ma solo una serie di tratti che sembrano creare una
forma geometrica circolare. Inoltre il secondo cerchio ci mette gi in relazione con
linterconnessione. Il cerchio tratteggiato in perenne scambio con il Tutto e quindi,
asserzioni come ci che fuori dal cerchio diventano solo una comodit linguistica e
percettiva che non descrive la realt ma, piuttosto, ci permettono di semplificarla per
rendercela intelligibile. Il secondo cerchio poich aperto e genera scambi con
lesterno non possiede n un interno n un esterno.
La mappa non il territorio
utile al nostro discorso laffermazione di Korzybski secondo cui la mappa non il
territorio. La nostra percezione della realt non la realt stessa. La nostra percezione
della realt una metafora, una storia. In ultima analisi la nostra percezione una
scelta.
La scelta fondamentale che ogni individuo ultimamente compie quella di decidere se
lUniverso sia un luogo benevolo o malevolo. da sottolineare il fatto fondamentale che
questa scelta debba essere fatta in modo consapevole. Perch le conseguenze che
derivano dalla storia che ci raccontiamo sullUniverso vanno ad interferire
immediatamente sulla concezione che abbiamo dellEssere Umano.
Quella che vi propongo anche essa soltanto una storia: una metafora. Non si tratta di
verit assoluta: un discorso sulla nostra mappa del mondo, un discorso sulla
responsabilit. importante scegliere cos lessere dellEssere Umano perch da questa
scelta derivano delle conseguenze. Scelgo una metafora, una storia: scelgo che luomo sia
un processo, un costante movimento, che sia interconnesso, scelgo la possibilit che sia
creatore del proprio mondo. Scelgo questa storia per un motivo preciso, ed perch la
storia che genera le conseguenze migliori. La migliore storia quella che genera i
migliori effetti.
Se devo rispondere ad una giovane mente sullessere dellEssere Umano lunico modo
che mi permetterebbe di rispondere con integrit sarebbe di dirgli che lessere umano
un processo, che in costante divenire, e per questo una costante responsabilit essere
un Essere Umano.
Scelgo questa storia perch da questa derivano le conseguenze migliori. Scelgo questa
definizione di uomo come processo perch gli effetti che derivano dalla definizione di
uomo come oggetto semplicemente non mi appaiono in grado di affrontare la missione

che ci spetta. Le conseguenze che derivano da una concezione dellEssere Umano come
oggetto, sono dannose. Luomo come oggetto per definizione separato da ogni altra
cosa, quindi non connesso intimamente con la Natura o con qualsiasi cosa ci sia fuori
di lui.
E dunque incapace di amare, come incapace di risolvere in modo sostenibile i
problemi climatici perch non in relazione con la Natura, perch diverso, perch
sempre un altro. Un uomo che oggetto vive dunque in un Universo malevolo, in quanto
non fa parte di un sistema complesso organizzato ma disorganizzato. In ultima analisi,
impedisce il fluire della vitalit. Lindividuo che sceglie di raccontarsi la storia di essere
unoggetto per definizione un oggetto nevrotico, poich per definizione in constante
lotta con ci che semplicemente, con linterconnessione, ed in lotta con la Natura, con
la Vita; e quindi vive una vita sprecata, alla ricerca di una vittoria che destinato a
perdere nellultimo secondo, nellultimo respiro.
Essere come processo una concezione esistenziale, la scelta di essere-per-la-vita.
Chi decide di vivere scegliendo di essere un processo conseguentemente ununica cosa
con la Natura, con la Vita. E laltro non mai veramente altro. Chi sceglie la storia che
vi ho proposto qui sceglie un Universo benevolo, in cui la vitalit fluisce naturalmente.
Chi fa la stessa mia scelta dovr anche essere coraggioso, perch c un motivo per cui
abbiamo scelto cos a lungo di percepirci come oggetti. Perch le conseguenze di
concepirci come processo, anche se migliori a livello sistemico, sono anche le pi ardue
da sostenere a livello individuale.
Scegliere lUniverso benevolo spesso la scelta pi difficile, ma credo profondamente
che sia una storia che valga la pena di essere raccontata e soprattutto vissuta. Non solo
per salvare il mondo, ma prima di tutto per salvare noi stessi. Scegliere un Universo
benevolo scegliere noi stessi e farlo nel modo pi autentico e fondamentale.
Essere nientaltro che te stesso,
in un mondo che fa di tutto,
giorno e notte, per renderti un altro,
significa combattere la battaglia pi ardua
che un essere umano possa combattere.
E non smettere mai di lottare
e. e. cummings
JENIE RANGER

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