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distinzione che ci permette di comprendere ci che vuol dire per noi Essere Umano,
potremmo dire che un processo, un costante movimento. I principi fondamentali di
questo processo sono integrazione e trascendenza: sono, se vogliamo, il cuore del
meccanismo di questo processo quando organizzato in modo non-malato; quando la
vitalit fluisce naturalmente. Cos luomo un processo, e pi in particolare un processo
che si amplia, che integra dentro di s, e trascende.
Ma qui nasce un problema: per natura il movimento, per essere tale, deve essere distinto
da un qualcosa che fermo! Se tutto fosse in movimento, il movimento stesso non
esisterebbe. Per riprendere limmagine di Gregory Bateson: inconoscibile [] il
suono dellapplauso di una mano sola. Devo ammettere che questa potrebbe essere la
critica principale alla descrizione dellessere umano come processo.
Lessere umano muovendosi come in una spirale integra e trascende elevandosi,
ampliandosi. Al tempo stesso esiste qualcosa di immutabile, un aspetto che proviene
dallinterno e che potremmo chiamare il miracoloso; qualcosa che sentiamo come
essenziale. Questo qualcosa immutabile una parte antica, eterna, che risiede in noi; ed
ci che ci fa sentire interconnessi. La risposta al paradosso che se vogliamo definirci
come processo dobbiamo valutare lidea che qualcosa debba essere immutabile. Un po
come locchio di un ciclone in cui proprio il centro lunico luogo sereno.
Questo qualcosa non proviene dal di fuori, bens risiede in noi. In noi il centro appare
come la nostra verit e come la nostra unicit. un qualcosa di profondamente antico;
quel qualcosa che sempre stato in noi e che emerge sotto varie forme, sotto nomi
diversi. il nostro colore particolare, qualcosa che presente in quellesperienza di
sentirci vivi, di essere proprio chi siamo e non qualcun altro. E per lEssere Umano in
generale questo qualcosa lesperienza dellautoconsapevolezza. Lo stesso fondatore
della Psicosintesi, Roberto Assagioli, dichiar che ci che ci rende Umani la nostra
possibilit di essere autocoscienti.
Per comprenderlo meglio direi che lEssere Umano somiglia pi ad una storia che a un
concetto. Le storie implicano una flessibilit che benefica per un discorso come il
nostro. Le storie si evolvono, si adeguano a colui che la racconta. Le storie possono
assumere diversi volti e acquisire senso in base al contesto in cui vengono raccontate. Le
storie sono metafore e ci che c di meraviglioso in esse la loro capacit transrazionale di essere al tempo stesso false e vere, in movimento e immutabili. Le storie
devono essere al tempo stesso vere e false: cos che una storia pu conquistare il tempo.
Cosa avviene quando cerchiamo di analizzare logicamente o scientificamente una
metafora, una storia? Avviene che il tempo si ferma, si cristallizza in un oggetto; la
metafora muore e anche lessere umano perde la sua essenza Umana quando viene
definito come un oggetto, e finisce per cristallizzarsi e morire.
Ed qui lurgenza di questo discorso. qui la gravit di ci che sto cercando di
spiegare. Un individuo che viene definito secondo criteri siano essi anche i pi nobili
diventa un oggetto. Un individuo attorno al quale stato tracciato il suo confine per
quanto ampio sia morto. Al contrario un individuo consapevole della sua natura di
essere un processo libero e vivo, perch in lui fluisce la Vita, perch Aperto.
Per esistere le storie devono sostenere la tensione di essere al tempo stesso vere e false.
Questa tensione deve essere sostenuta anche dallEssere Umano, poich quando i limiti
cominciano a sparire lEssere Umano si ritrova in connessione con il Tutto. Cos chi
accetta questa possibilit di vivere in connessione accetta anche la responsabilit di ci
che trover in s, e questo significa: tutto. Lautocoscienza e linterconnessione sono due
privilegi di chi vive secondo lidea di processo, in quanto sia lautocoscienza che
linterconnessione sono conseguenze di una concezione dellEssere umano che lo libera
dai confini.1
1 In questa nota vorrei rendere esplicito che la ricerca condotta in questo saggio, che si
propone di portare avanti il Progetto Volont, si basa sul desiderio di chiarificare lessere
dellessere umano, e che questo include una doppia prospettiva. Da un lato il nostro
essere caratterizzato da un aspetto immutabile, che c sempre indipendentemente dal
variare dellesperienza fenomenica. Ed la consapevolezza dellIo sono, che Assagioli
indica come autocoscienza e che Mauro sviluppa nel primo saggio di questo libro.
Laltra caratteristica quella dinamica, delluomo come processo, che si crea e si evolve
costantemente, ed la prospettiva che sviluppo in questa Appendice. Queste due
caratteristiche dellessere delluomo sono complementari, e non potrebbero esistere luna
senza laltra. Roberto Assagioli lo indica chiaramente in un passaggio del suo libro Latto
di volont: Lautocoscienza, o coscienza dellio, ha due caratteristiche: una introspettiva,
laltra dinamica. Ci si pu esprimere in vari modi: per esempio, Percepisco di essere e
di volere; oppure Poich sono, posso volere. (Roberto Assagioli, Latto di volont,
Astrolabio, 1977).
che ci spetta. Le conseguenze che derivano da una concezione dellEssere Umano come
oggetto, sono dannose. Luomo come oggetto per definizione separato da ogni altra
cosa, quindi non connesso intimamente con la Natura o con qualsiasi cosa ci sia fuori
di lui.
E dunque incapace di amare, come incapace di risolvere in modo sostenibile i
problemi climatici perch non in relazione con la Natura, perch diverso, perch
sempre un altro. Un uomo che oggetto vive dunque in un Universo malevolo, in quanto
non fa parte di un sistema complesso organizzato ma disorganizzato. In ultima analisi,
impedisce il fluire della vitalit. Lindividuo che sceglie di raccontarsi la storia di essere
unoggetto per definizione un oggetto nevrotico, poich per definizione in constante
lotta con ci che semplicemente, con linterconnessione, ed in lotta con la Natura, con
la Vita; e quindi vive una vita sprecata, alla ricerca di una vittoria che destinato a
perdere nellultimo secondo, nellultimo respiro.
Essere come processo una concezione esistenziale, la scelta di essere-per-la-vita.
Chi decide di vivere scegliendo di essere un processo conseguentemente ununica cosa
con la Natura, con la Vita. E laltro non mai veramente altro. Chi sceglie la storia che
vi ho proposto qui sceglie un Universo benevolo, in cui la vitalit fluisce naturalmente.
Chi fa la stessa mia scelta dovr anche essere coraggioso, perch c un motivo per cui
abbiamo scelto cos a lungo di percepirci come oggetti. Perch le conseguenze di
concepirci come processo, anche se migliori a livello sistemico, sono anche le pi ardue
da sostenere a livello individuale.
Scegliere lUniverso benevolo spesso la scelta pi difficile, ma credo profondamente
che sia una storia che valga la pena di essere raccontata e soprattutto vissuta. Non solo
per salvare il mondo, ma prima di tutto per salvare noi stessi. Scegliere un Universo
benevolo scegliere noi stessi e farlo nel modo pi autentico e fondamentale.
Essere nientaltro che te stesso,
in un mondo che fa di tutto,
giorno e notte, per renderti un altro,
significa combattere la battaglia pi ardua
che un essere umano possa combattere.
E non smettere mai di lottare
e. e. cummings
JENIE RANGER