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Mario Pagano

Note epigrafiche e archeologiche sinuessane


In: Mlanges de l'Ecole franaise de Rome. Antiquit T. 93, N2. 1981. pp. 869-881.

Riassunto
Mario Pagano, Note epigrafiche e archeologiche sinuessane, p. 869-881.
L'articolo tratta di alcune iscrizioni sinuessane gi dite e si pubblicano inoltre alcune iscrizioni inedite. Si rendono noti poi due
interessanti rilievi appartenenti al fregio continuo di un monumento funerario circolare, databili al I secolo d.C. e raffiguranti una
editio muneris : in uno di essi abbiamo la tribuna con l'editor (magistrato della colonia o seviro), nell'altro una scena di
combattimento gladiatorio. Essi si inseriscono in una tradizione di arte municipale ormai ben nota. Si esaminano una epigrafe
probabilmente del IV secolo forse pertinente a un edificio di culto cristiano, un'altra relativa a un tempio di Iside e Serapide e
alcune iscrizioni provenienti dall'area del foro, oltre ad alcune epigrafi funerarie.

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Pagano Mario. Note epigrafiche e archeologiche sinuessane. In: Mlanges de l'Ecole franaise de Rome. Antiquit T. 93, N2.
1981. pp. 869-881.
doi : 10.3406/mefr.1981.1300
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1981_num_93_2_1300

MARIO PAGANO

NOTE EPIGRAFICHE E ARCHEOLOGICHE SINUESSANE

Nell'occasione di un lavoro di collaborazione con alcuni membri dell'cole franaise de Rome ho proceduto al riesame dei problemi concernenti
alcune iscrizioni gi edite del non troppo vasto corpus delle epigrafi sinuessane e ho avuto la ventura di imbattermi in alcune inedite. Sintetizzer quindi di
seguito i risultati ottenuti e a ci aggiunger la pubblicazione di due notevoli
rilievi appartenenti ad un monumento funerario.
1) In una lettera dell'ispettore onorario di Mondragone del tempo,
Pasquale Sementini, datata 2 ottobre 1935 ', riportata la seguente iscrizione,
che non ho potuto ritrovare :
DMS
MARIAE
DICNILLAE
TMARIVS (?)
STVS (?)
CONIVGI
DVLCISSIMAE
CASTE(sic) VNIVIRIA(E ?)
INCOMPARABILI
CVM QVA VIXIT
ANN XXV (?)
II Sementini aggiunge inoltre le seguenti indicazioni : Da un'ara sepolcral
e
che si conserva sulla spiaggia (di Mondragone), ma che stata portata dalla
zona sinuessana dell'Appia, ho potuto ricavare a stento la seguente iscrizione
in parte illeggibile .

1 Archivio della Soprintendenza archeologica di Napoli (da ora in poi citato abbrev
iatoA.S.A.), Cart. S 8/4.
MEFRA - 93 - 1981 - 2, p. 869-881.

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La trascrizione del Sementini, sulla quale non vi motivo di dubitare,


permette di rivalutare come genuina l'epigrafe CIL X, 593 * che sarebbe stata
vista proprio a Sinuessa <<prope turrim S. Imati iacet in terra e che cos
trascitta da uno studioso locale del Settecento, De Masi2 :
DMS
AVRELIO
NICATORI
MARIA
DICNILLA
PATRI
PRO PIETATE
FECIT
II Mommsen la considerava falsa perch .nomina vix Latina sunt. Il
nomen Marius, pur ampiamente attestato nel CIL X, non era finora noto a
Sinuessa e nell'ager Falernus. Il nomen Aurelius non era anch'esso ancora noto
nelle iscrizioni di Sinuessa e dell'ager Falernus, ma un liberto imperiale
M. Aurelius Felix, reg(ionarius) region(is) Stata(nae), compare in una epigrafe di
Capua3. Il cognomen Dignilla raro, ma attestato ad esempio in un'iscrizione
del Norico (CIL III, 2, n. 5527). Nicator in questa forma estremamente raro4 :
si deve forse correggere Nicanor. Data la rarit del cognomen verosimile per
Maria Dignilla che ci troviamo di fronte nelle due iscrizioni allo stesso
personaggio. da notare la diversit di nomen fra Maria Dignilla e il padre
Aurelius. probabile che il padre, forse un liberto imperiale, sia vissuto in
contubernium con la madre di Maria Dignilla. La presenza dello stesso gentili
zio
per i due coniugi fa pensare che ci troviamo di fronte a due conliberti. Per
la presenza del D. M. le due epigrafi non sembrano anteriori alla seconda met
del I secolo d.C. La mancanza dei praenomina e il nomen Aurelius suggeriscono
una datazione probabilmente non anteriore alla fine del II secolo d.C.

2 La rivalutazione dell'iscrizione CIL X, 593* non pu che avvalorare la possibilit


di una sostanziale autenticit delle altre 4 iscrizioni, tutte di Suessa (CIL X, 590*, 591*,
592*, 594*), riportate dallo stesso T. De Masi (in Memorie istoriche degli Aurunci, 1761),
dal Mommsen considerate falsae vel suspectae . Di queste solo la n. 591* contiene forti
indizi di falsificazione voluta. Su questo argomento mi accingo a ritornare in altra sede
con uno studio pi approfondito. Sulla figura e sull'opera del De Masi v. CIL X, p. 1,
p. 466.
3 AE, 1909, 77 = AE, 1919, 69. Su questa iscrizione e sull'ager Statanus, che era
confinante con quello Falerno v. M. Pagano, Due iscrizioni latine da Mondragone, in
RAAN, LV, 1980, in corso di stampa.
4 Cfr. Perin, Onomasticon, s.v.

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2) Una iscrizione in grafia greca, proveniente da Sinuessa, inscritta su un


lungo pezzo di trabeazione in marmo (m 1,45x0,30x0,30) fu edita dal Ribez
zo5
nel 1921 (egli riporta anche una non molto buona riproduzione tipografica
dell'epigrafe in zincotlpia) : | .
L'assistente Ernesto Tarabbo, della Soprintendenza di Napoli in una sua
relazione datata 8 ottobre 1 924 6 "afferma : Nel corso delle indagini e degli
accertamenti eseguiti nel territorio di Sinuessa non ho potuto identificare n
rinvenire un grosso frammento di architrave in marmo bianco recante nella
faccia anteriore :

Questo grosso frammento fu rinvenuto in localit Crocefisso (Pertecare)


da Antonio Zannini, ivi domiciliato, colono della Sig.ra Carolina Montano
vedova Paturzo di Sessa Aurunca, diversi anni or sono. Ne dava notizia a
questa Soprintendenza l'ispettore onorario di Sessa prof. . Borrelli in un suo
rapporto datato 5 maggio 1919; ed io, nell'occasione della confisca eseguita
alla medesima Sig.ra, nella stessa localit, di un altorilievo in marmo con 7
personaggi, potetti accertarne l'esistenza (6 agosto 1919). Lo Zannini ora
invece mi ha dichiarato di non ricordare di avere mai visto alcunch di
simile .
Assai interessante il fatto che il Tarabbo trascriva dopo l'iscrizione la
figura di un uccello, verosimilmente, dati i caratteri epigrafici tardi, una
colomba, cos comune nelle iscrizioni del primo periodo cristiano. Quest'ult
ima
mi sembra comparire, anche se per nulla chiaramente, nel posto indicato
dal Tarabbo, anche nella riproduzione in zincotlpia dell'iscrizione data dal
Ribezzo; del resto non facile pensare a un errore del Tarabbo, che si mostra
abbastanza preciso nelle sue trascrizioni e ad ogni modo si potrebbe pensare a
un danneggiamento dell'epigrafe nel lasso di tempo intercorso tra le due
autopsie a un possibile parziale interramento del pezzo. Comunque, nell'im
possibilit
di un riscontro sull'originale, che disperso, mi limito a rilevare,
con la ovvia prudenza del caso, che ci troveremmo di fronte, se si accetta la
testimonianza del Tarabbo, a una epigrafe probabilmente del IV secolo d.C.
(anche in base ai caratteri epigrafici) recante probabilmente la prima testimo-

5 F. Ribezzo, in Riv. indo-greco-italica, V, 1921, 76 s. = AE, 1922, 121.


6 A. S.A., Cart. M 3/24 e M 3/6. Nelle stesse cartelle conservata una relazione
dell'ispettore onorario N. Borrelli, datata 28-1-1925 con una trascrizione dell'iscrizione
senza il particolare dell'uccello.

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nianza materiale di cristianesimo in Sinuessa7. Essa costituirebbe una notevol


e
testimonianza del tardo periodo di vita della citt su cui siamo finora
scarsamente informati e potrebbe inoltre testimoniare, data la formula conte
nuta, la presenza di un edificio di culto cristiano di una certa rilevanza.
3) L'iscrizione AE, 1922, 119 che il Ribezzo8, ignorando la precedente
edizione del Gabrici9, riferiva a Sinuessa, ma di cui era nota solo la generica
provenienza dalle campagne circostanti Piedimonte Massicano pu essere
definitivamente assegnata a Sinuessa sulla base della testimonianza di Nicola
Borre Ili10: Proveniente dalla contrada Perticare, podere La Signora, oggi
nella raccolta Diamare, la colonnetta votiva a Iside e Serapide .
4) Una migliore ubicazione possibile dare anche all'epigrafe AE, 1922,
12011 che il Ribezzo12, ripetendo una notizia ricavata da una pubblicazione del
Borrelli diceva rinvenuta nella localit Perticala presso il lido. Il Tarabbo,
infatti, nella gi citata relazione 13 afferma che essa fu rinvenuta molti anni or
sono nel fondo Morrone, dal defunto Antonio, e fu notificata nel medesimo
rapporto 5 maggio 1919 dal prof. Borrelli e da me anche identificata nell'ago
sto
successivo. Con la morte Antonio Morrone l'appezzamento in cui si svolse
il fortuito ritrovamento toccato in sorte ad una sua figlia (Maria Morrone)
sempre in enfiteusi dalla congrega di Carit di Gaeta. Una notizia simile
data dal Borrelli in una sua relazione datata 28-1-1925 14 : Nella contrada
Pertecare . . . , propriet Morrone, l'iscrizione augustea di Sallustius . Nello
stesso fondo di Antonio Morrone furono rinvenute nel 1924 le due basi

7 Su Sinuessa, in generale v. M. Pagano-C. Ferone, Sinuessa. Ricerche storiche e


topografiche, Napoli, 1976; G. Conta Haller, Ricerche sui centri fortificati in opera poligonal
e
in area campano-sannitica, Napoli, 1978, 58, ivi bibl.; W. Johannowsky, in Atti XIII
Convegno Magna Grecia (1973; pubbl. 1977) 354. Sugli scarsi accenni delle fonti sul
cristianesimo in Sinuessa v. Pagano-Ferone, op. cit., 14 s. Non ovviamente da escludere
per la nostra iscrizione l'ipotesi ebraica anche pagana.
8 F. Ribezzo, in Riv. indo- greco-italica, V, 1921, p. 76.
9 E. Gabrici, in N. Se, 1909, p. 216 = AE, 1910, 37. Cfr. V. Tran Tarn Tinti, Le culte des
divinits orientales en Campanie, 1972, 80; Pagano-Ferone, op. cit., 33. L'iscrizione la
seguente : Q.Baebius Q.f./C.Birrius Cf./ duovir(i) redegerunt/Isi Serapi/sac.
10 A.S.A., Cart. M 3/24, relazione datata 28 gennaio 1925.
11 Corretta dal Ribezzo, in Riv. indo-greco-italica, IX, 1925, p. 130: Caes.Aug.sac/
C.Sallustius Epagathic./ob honorem augustalit./l.dd.d.
12 F. Ribezzo, in Riv. indo-greco-italica, V, 1921, p. 76.
13 A.S.A., Cart. M 3/24.
14 A.S.A., Cart. M 3/6.

NOTE EPIGRAFICHE E ARCHEOLOGICHE SINUESSANE

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onorarie dei Clodii15, che permettono di ubicare con certezza l'area del foro
della citt. Le epigrafi dei Clodii, oggi non pi visibili, furono viste ancora dal
Sementini16 nel fondo di Francesco Di Lorenzo che da informazioni avute ho
saputo che si estendeva su una stretta striscia di terra dal tracciato della via
Appia (che ricalcato da una strada campestre) al mare, 200 m circa a sud
della moderna passerella sul rio di S. Limato, all'altezza del km 12,700 della
moderna Domiziana17. probabile che anche l'iscrizione di Sallustius proven
ga
dall'area del foro di Sinuessa dalle sue immediate vicinanze. Nella stessa
propriet Di Lorenzo, non lontano dalle dune del mare, dopo un'aratura, ho
rinvenuto un frammento di epigrafe18 (fig. 1) :

Fig. 1.

vac. SI [- ]
Lr
J XX [---]
[--"] vac. D vac.

5) Al limite NW del moderno complesso edilizio di Baia Azzurra, all'altez


za
del km 12,900 della moderna Domiziana, sotto le dune del mare, le pale
15 AE, 1926, n. 142 e 143 = Ribezzo, Riv. indo-greco-italica, IX, 1925, p. 130; B. Greco,
Storia di Mondragone, I, 1927, p. 3 ss.
16 A. Sementini, Sinuessa, Napoli, s.d., p. 69.
17 M. Pagano-C. Ferone, Sinuessa. Ricerche storiche e topografiche, Napoli, 1976, p. 32.
18 Dimensioni max. frammento : cm 18 (h.) cm 10 (lungh.) cm 2 (sp.). Frammento
di lastra di marmo bianco con venature bluastre, rotto su tutti i lati; retro sbozzato a
scalpello : h. lettere : cm 3,7 (I r.) ; cm 3 (II r.) ; cm 3,5 (III r.).

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meccaniche prima e successivamente l'azione continua di clandestini, hanno


purtroppo, nonostante gli interventi della Soprintendenza, in gran parte sac
cheggiato
e distrutto un notevole settore di necropoli. Tre iscrizioni funerarie,
fra cui notevole quella del duoviro Sp. Blossius che conferma l'ascrizione di
Sinuessa alla trib Teretina, recuperate da un appassionato locale, il prof. M.
Villucci (che mi ha detto che provengono proprio da questo settore di
necropoli) sono state gi edite19. Al frammento di sigillata tardo italica con
bollo L. Marcius da me recuperato20 vanno ad aggiungersi un frammento di
una lucerna fittile probabilmente riferibile ai tipi del I secolo d.C. 21, alcuni
balsamari di vetro e vasetti acromi (recuperati assieme alle iscrizioni sopra
citate) e un'altra iscrizione funeraria raccolti dal prof. Villucci e conservati nel
piccolo museo sito nel castello ducale di Sessa Aurunca22. Un'altra iscrizione,
ora purtroppo dispersa, proveniente da tale necropoli, fu fortunosamente
fotografata subito dopo il ritrovamento dall'amico A. Nerone di Mondragone
che me ne ha trasmesso una riproduzione fotografica (fig. 2) :

Fig. 2.
M VALERIVS
FALERNVS
FANNIAE LIB
CRINVSAE

19 R. Palmieri, in Quinta miscellanea greca e romana, Roma, 1977, p. 305 ss. e


p. 327 ss.
20 Cfr. Pagano- Fer one, op. cit., p. 29 s.; A. Ox-H. Comfort, Corpus vasorum arretinorum. A catalogue of signature, shapes and chronology of Italian sigillata, 1968, p. 561,
. 2496 g2.
21 A.S.A., Cart. S 11/13.
22 Non ho potuto vedere tali materiali a causa del recente terremoto che ha reso
inagibili i locali del museo. Essi saranno comunque pubblicati da M. Villucci, in Atti del I
Convegno regionale dei Gruppi archeologici della Campania, in corso di stampa.

NOTE EPIGRAFICHE E ARCHEOLOGICHE SINUESSANE

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I caratteri epigrafici e la mancanza del D.M. suggeriscono una datazione al


I secolo d.C. Il nomen Valerius per la zona di Sinuessa e per Vager Falernus
noto da due altre iscrizioni, una vista a Carinola {CIL X, 4732) e l'altra
rinvenuta in localit S. Paolo presso Mondragone23. Il nomen Fannius ben
attestato nel CIL X24. Il cognomen Falernus nel CIL X attestato da due
iscrizioni capuane {CIL X, 3804 e 4270). Il cognomen Crinusa nello stesso
volume del CIL presente solo in un'altra iscrizione {CIL X, 3544; reperta in
agro neapolitano ).
6) Nel 1933, durante la sistemazione del lido di Mondragone, venivano
alla luce dove oggi sorge la villetta dell'avv. Palmieri , 23 tombe alla cappucc
ina25. In una di esse si rinvennero due scheletri e una piccola epigrafe
frammentaria che non ho potuto ritrovare nel municipio di Mondragone, dove
il Sementini dice che fu trasportata. Do di seguito la trascrizione del Sementin
i26
che appare essere esatta27 :
DUS MANIBVS
AEMILIAE EPISTEME
L CALPVRNIVS SOTER
CONIVGI CARISSIM
ET SIBI
Ambedue i nomina, pur ampiamente attestati nell'Italia meridionale, non
erano finora noti a Sinuessa e nell'ager Falernus. Dei cognomina, ambedue
grecanici, Episteme non altrimenti presente nel CIL X, Soter ampiamente
attestato nel CIL X, nell'Italia meridionale28.
7) Dell'importante epigrafe CIL X; 4734 = Eph. Ep. Vili, 561, recante la
data consolare del 71 d.C, ora nel museo Campano di Capua, do qui per la
prima volta una riproduzione fotografica29 (fig. 3).

23 M. Pagano, art. cit., a nota 3, in corso di stampa.


24 CIL X, 2165 (Puteoli); 3380 (Miseno); 4559 e 4565 (Trebula); 4642 (Cales); 8509
. 158 e 159.
25 Sementini, op. cit., 82.
26 Sementini, op. cit., 82.
27 ai 40 rjgO non so se sj debba integrare ae alla fine di carissimae. Il Sementini
riporta tale terminazione fra parentesi tonde.
2*CIL X, 3941 (Capua); 1403 (Ercolano); 1598 (Puteoli); 2598 (Puteoli, ma vista a
Napoli); 5887 (Ferentino); 6169 (Formia); 6343 e 6358 (Terracina).
29 V. anche F. Ribezzo, in Riv. indo-greco-italica, XIII, 1929, p. 145; cfr. Pagano- Ferone,
op. cit., p. 35. L'iscrizione la seguente : Nymphis sanct(is) novis repertis/in villani

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Illustration non autorise la diffusion

Fig. 3.

Due notevoli rilievi in calcare, a cui accennano il Ribezzo30 e il Greco31,


ora dispersi, esistevano nella masseria Santoracco. L'assistente Ernesto Tarabbo, della Soprintendenza di Napoli, in una sua relazione manoscritta datata 10
aprile 1920, li descrive32, allegando un preciso schizzo misurato che qui
presento (fig. 4). Ecco di seguito la relazione del Tarabbo : Da quanto il
Cimmino (il colono della masseria) rifer essi si trovavano gi in quel posto da
circa 25 anni, epoca in cui egli assunse il fitto del fondo, essendo stati

Surdinianam Amempti/ 'Caes(aris) l(iberti) et Orchiviae Phoebes et Rhodini lib(erti)/ eorum,


deduct(is) ad earn villam quae et ipsae/ maiestati suae se edederunt/ Imp(eratore) Caesare
Vespasiano III M(arco) Cocceio Nerva co(n)s(ulibus). Lastra corniciata in marmo bianco;
lungh. cm 119; h. cm 43; sp. cm 6,5. Specchio epigrafico: cm 104^.29; h. lettere: Ir.:
cm 5; Hr.: cm 4,7; III r. : cm 4,2; IV r. : cm 4; V r. : cm 3,5; VI r. : cm 2,1.
30 Ribezzo, in Riv. indo-greco-italica, V, 1921, p. 75.
31 B. Greco, Storia di Mondragone, I, 1927, p. 8.
32 A.S.A., Cart. M 3/24.

NOTE EPIGRAFICHE E ARCHEOLOGICHE SINUESSANE

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1.32
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0.94

Fig. 4.

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rinvenuti nelle adiacenze del fabbricato. Di forma rettangolare hanno una


faccia lavorata a grande rilievo e dovevano insieme far parte del rivestimento
decorativo di buona epoca romana di un monumento circolare, perch la
faccia a rilievo si presenta curva nel senso della larghezza. Nel primo il rilievo
danneggiato specie nelle teste delle tre figure che lo compongono : rappre
sentaun combattimento di gladiatori, chiaramente identificati dall'armamento
dei personaggi, dall'unico elemento che ricopre ognuno di essi, e da quanto
rimane degli elmi. Nel secondo il rilievo ben conservato : una scena di
sette personaggi. I tre del centro sono seduti di fronte, uno di fianco all'altro,
su di uno sgabello posto su un alto zoccolo, nell'atto di discutere tra loro :
sono togati e i due di destra reggono con la sinistra la toga sul petto. Gli altri
quattro personaggi fiancheggiano il seggio : non portano la toga, mentre quelli
pi vicini recano con la sinistra sul petto una specie di lunga spada; gli
estremi offrono un solo particolare : indossano un indumento triangolare
legato alla cintola e che scende fino al basso ventre . I due rilievi sono citati a
pi riprese negli Atti della Soprintendenza nello stesso torno di anni33.
L'ispettore onorario della zona, Nicola Borrelli, ricerc a quale monumento
funerario sito lungo l'Appia (che passa proprio rasente alla masseria Santoracco) potessero appartenere i due blocchi che per, come abbiamo visto,
sembra esistessero nella masseria da lunghissimo tempo. Egli descrive due
monumenti funerari, oggi non pi visibili, esistenti presso la masseria stessa34 :
A circa m 100 dalla casa colonica di S. Racco e a poco meno dalla rotabile
Sessa-Mondragone, e ad un km circa dalle Terme sinuessane (Le Vagne) . . .
trovasi un rudero di fabbrica calcarea di forma cilindrica, del diametro di
circa m 3. Il rudero in parola, che i naturali distinguono col nome di Ciaurro
di Santo Racco, privo di vano e di fabbrica in piano, costituisce attualmente
un blocco murario dell'altezza di circa m 2, privo d'ogni traccia di rivestimento
ed in completa rovina; n presenta, ad osservazione sommaria, note caratteri
stiche.
A circa m 15 dal rudero succennato, osservarsene altro, ridotto alle sole
fondamenta, delle dimensioni del precedente e cilindrico anch'esso, ma che
presenta da un lato un piccolo ingresso dante nel vano di circa un metro di
diametro . . . L'uno e l'altro rudero - gli unici di forma cilindrica che siano
nella contrada - sono sul corso dell'Appia, le cui selci affiorano nel luogo

33 A.S.A., Cart. M 3/24 e S 9/31. In quest'ultima cartella vi anche una lettera


dell'ispettore onorario di Mondragone B. Boccucci, del 23 novembre 1931, che potrebbe
far pensare all'esistenza di 2 blocchi con scene gladiatorie, mentre non si accenna
all'altro rilievo : Trovansi altre due pietre ... e recano alla superficie dei bassorilievi
raffiguranti guerrieri .
34 A.S.A., Cart. M 3/24.

NOTE EPIGRAFICHE E ARCHEOLOGICHE SINUESSANE

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indicato. I due monumenti funerari descritti sembrano corrispondere a


quelli esaminati nel 1850 dal Rizzi35 nella stessa localit Santoracco, in occa
sione di un sopraluogo ad alcuni tratti dell'Appia venuti alla luce.
I due rilievi dovevano appartenere a un fregio continuo, data anche la
differente lunghezza (rispettivamente m 1,32 e m 0,94; il blocco con i gladiatori
sembra integro; sp. variabile fra cm 29 (al centro) e cm 19). L'altezza identica
(m 0,88). Su una fascia liscia alta cm 20 corre un listello liscio su cui si
impostano le scene figurate.
Nel primo rilievo tre personaggi vestiti con tunica sovrastata dalla toga
sono seduti su un lungo sedile posto su un suggestum. Il personaggio centrale
sul quale sembra catalizzarsi la composizione guarda verso sinistra e questa
gravitazione accentuata dal gesto del braccio destro teso in basso verso
sinistra. Il braccio sinistro piegato sul petto. Gli altri due personaggi
guardano verso quello centrale e sembrano parlare e forse congratularsi con
lui. Gli altri quattro personaggi sono qualificati sia dalle dimensioni sia
dall'abbigliamento come personaggi minori. Portano la tunica. I due pi vicini
al palco hanno la tunica stretta alla vita da una cintura; recano, in un identico
gesto, con la mano sinistra piegata verso il busto, una specie di lunga spada
(Tarabbo). estremamente probabile che ci troviamo di fronte a due littori,
recanti i fasci senza scure com'era norma per i magistrati locali36, posti
ieraticamente ai due lati del suggestum. Gli altri due personaggi sono veros
imilmente
degli apparitores. Svolgono, insieme al personaggio centrale l'impor
tantecompito di raccordare la composizione in esame al resto del fregio.
Ambedue infatti trasmettono un leggero movimento verso sinistra, quello
dell'estremit destra con il volgere la testa verso sinistra, quello di sinistra con
l'ampio gesto del braccio destro. L'artigiano riuscito probabilmente cos, pur
nella sostanziale frontalit del rilievo, a raccordare la composizione in esame
al resto del fregio. La mancanza del resto della composizione rende purtroppo
impossibile una piena valutazione dell'insieme. da notare anche la visione
gerarchica : i personaggi seduti sul suggestum sono notevolmente ingigantiti
rispetto ai minori personaggi a lato del palco. Il collegamento tra i due blocchi
rende assai pi probabile l'ipotesi che ci troviamo di fronte a una editto
muneris rispetto alle altre che si possono affacciare37. La presenza dei due

35 M. Ruggiero, Degli scavi di antichit nelle provincie di Terrdferma dell'antico Regno


di Napoli dal 1743 al 1876, 1888, p. 405.
36 Altre ipotesi, come ad esempio quella di due incitatores con le verghe non mi
sembrano probabili.
37 Ad esempio quella di una scena di giudizio con il duoviro e i due adsessores.
MEFRA 1981, 2.

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littori qualifica il personaggio centrale, forse il defunto onorato, come un


magistrato della colonia oppure un seviro.
Nel secondo rilievo la gravitazione invece verso destra. Vi rappresentat
a,
a partire da sinistra, una prima coppia di gladiatori. Il gladiatore di sinistra,
che reca un elmo, ha gi vinto e, curvo in avanti, il braccio destro proteso in
alto e all'indietro, che doveva recare un'arma forse applicata in metallo
(probabilmente una lancia), sta per trafiggere l'avversario che, inginocchiato,
protende in alto il braccio sinistro implorando piet con un gesto consueto38.
Il braccio sinistro del primo gladiatore piegato leggermente in avanti e reca
obliquamente uno scudo che sembra ovaliforme, lo scudo del vinto giace a
terra tra i due. I problemi compositivi sembrano risolti piuttosto egregiament
e.
A destra era rappresentata un'altra coppia di gladiatori all'inizio in pieno
combattimento. Resta solo uno dei due gladiatori, con elmo crestato, che
s'avanza verso destra, recando con la sinistra uno scudo rettangolare. Alla
mano destra doveva recare un'arma, probabilmente una spada, che doveva
essere applicata in metallo. Dal disegno schematico si ricava che tutti e tre i
gladiatori portano subligacula. Le teste sono purtroppo in gran parte perdute.
Scarsissimi gli accenni spaziali nei due rilievi, che si riducono praticamente
alla sovrapposizione dei piedi del secondo e del terzo gladiatore e, in modo
assai limitato, allo scudo caduto : la composizione giace tutta su uno stesso
piano. I gladiatori sono in rapporto pi grandi anche dei personaggi (sia pur
seduti) che stanno sul suggestum, segno forse che una maggiore attenzione
portata alla magnificenza dello spettacolo. La composizione abbastanza ben
equilibrata e in essa traspare una disinvoltura contenuta nella rappresentazio
ne
del munus e nella reazione di coloro che assistono. Dal disegno sembra di
poter ricavare, dalla linea orizzontale sopra il collo, che almeno il gladiatore di
sinistra porta un elmo completamente chiuso sul davanti, il che suggerisce
probabilmente una datazione non anteriore all'inizio del I secolo d.C.39.
Concettualmente e stilisticamente il confronto pi vicino al nostro fregio
quello delle sculture del monumento funerario, di et claudia, del seviro
Lusius Storax di Teate40, nel quale allo spettacolo gladiatorio di frequente
rappresentato su monumenti funerari di eminenti personaggi locali si affianca
la complessa raffigurazione della tribuna popolata di personaggi. Iconografic
amente
per la prima coppia di gladiatori si pu richiamare la coppia centrale

38 D. Faccenna, in Bull. Com., LXXVI, 1956-58, p. 47.


39 V. F. Coarelli, in Studi miscellanei, X, 1966, p. 92 ss.
40 B. Bandinelli-M. Torelli-F. Coarelli-A. Giuliano, // monumento di Lusius Storax, in
Studi miscellanei, X, 1966, p. 57 ss., ivi bibl.

NOTE EPIGRAFICHE E ARCHEOLOGICHE SINUESSANE

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del rilievo di un monumento funerario di Pompei41, forse di et tiberiana (che


vale anche come confronto stilistico), per il gladiatore di destra un rilievo di
provenienza ignota42 (forse abruzzese), acquistato a Roma, probabilmente
della prima met del I secolo d.C. E, per quanto si pu giudicare dello stile da
due disegni schematici, una datazione al I secolo d.C. mi sembra la pi
probabile.
Napoli

Mario Pagano

41 B. Maiuri, Rilievo gladiatorio di Pompei, in Rend. Line, ser. Vili, voi. II, 1947,
p. 491 ss.
42 D. Faccenna, in Bull. Com., LXXIII, 1949-50, Appendice, p. 3 ss. e tav. I. Sul gran
numero di rilievi con scene gladiatorie v. fra l'altro EAA., s.v. Gladiatori e scene; su
questo argomento v. anche G. Ville, La gladiature en Occident des origines la mort de
Domitien, Roma, 1981 {Bibliothque des coles jranaises d'Athnes et de Rome, 245).

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