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I Settanta traducono satan con dibolos (latino diabolus), il cui significato calunniatore, e non con un nome proprio: di qui Satana
e diavolo diverranno intercambiabili nel greco neotestamentario6.
Per lievi scarti, le apparizioni nei libri canonici dellAntico Testamento variano il personaggio, aggiungendo dettagli che risulteranno utili
alla successiva elaborazione cristiana: Satan viene usato come nome
proprio, e agisce come maligno seduttore, non pi soltanto come accusatore7.
Il passo successivo si compie attraverso la letteratura apocalittica
giudaica. Il pensiero apocalittico, la madre della teologia cristiana8,
improntato a un crescente interesse per il mondo angelico e la descrizione del demoniaco (come tentativo di motivare lesistenza del male)
si complica: vi agiscono vari aspetti del diavolo, con nuovi nomi (come
Belial/Beriar e Mastema/Satana)9, e se ne prevedono le future punizioni. Il libro pseudoepigrafo 1 Enoch (cap. 6)10 recepisce e struttura inBranden, Satanic conflict, cit., p. 69.
Primo libro delle Cronache 21,1: Satana insorse contro Israele. Egli spinse Davide a censire gli Israeliti.
8
E. Ksemann, New Testament questions of today, London, SCM, 1969, p. 133; R.H. Charles,
The Apocrypha and Pseudoepigrapha of the Old Testament, I, Oxford, Clarendon Press, 1913;
A.-M. Denis, Introduction aux pseudpigraphes grecs dAncien Testament, Leiden, Brill, 1970.
9
Mastema la personificazione dellebraico mastemah inimicizia, persecuzione (Branden,
Satanic conflict, cit., pp. 18 e ss.).
10
Il Primo libro di Enoch, che sopravvive integralmente solo in una versione etiope, una
compilazione di tradizioni apocalittiche frammentarie, in parte orali, attribuite a Enoch, il settimo
patriarca dopo Adamo (Denis, Introduction aux pseudpigraphes grecs, cit., p. 15). Oggi viene
collocato tra il III e il VII secolo (in passato lo si assegnava al I secolo): H. Ansgar Kelly, The Devil
in the Desert, Catholic Biblical Quarterly, 26, 1964, pp. 190-220: 203-204.
6
7
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streghe), svolge il ruolo principale di tentatore (quale era stato il serpente per Eva: Genesi 3,1-6) e su di lui si addensano fosche previsioni
di futuri castighi attraverso il fuoco e ricordi di unoriginaria catastrofe.
Lidentit dai nomi molteplici viene infine ratificata, insieme al mito
della caduta, nellApocalisse (12,9): Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra,
fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.
Questi i dati neotestamentari consegnati allesegesi della Patristica
dei primi secoli. Nella sequela degli appellativi di Satana, manca ancora quello pi fertile di sviluppi futuri, Lucifero. Le origini dellappellativo lucifer non hanno alcuno stigma negativo: nel latino classico
esso un terminus technicus del linguaggio scientifico passato ai poeti:
per Cicerone (De natura deorum, 2, 20, 53), uno dei nomi della stella
Venere18. la Vulgata di san Girolamo (347-420) a stabilire lambigua
polisemia che chiamer Portatore di luce il Principe delle Tenebre:
Come mai sei caduto dal cielo, / Lucifero, figlio dellaurora? (Is aia
14,12). La stella che cambia nome cambiando posizione suggerisce
lallegoria di Lucifero che, scivolando sulla ruota dei cieli (in Chaucer sar ormai, come per altri eroi decaduti, la rota fortunae)19 diventa
Satana. Girolamo, infatti, nella pericope di Isaia citata qui sopra, rende con lucifer lebraico Helel (titolo del re di Babilonia, del quale si
preannuncia limminente caduta)20, identificando lastro splendente del
mattino col capo degli angeli ribelli21. Lidentit maligna delle apparizioni sataniche diffratte nei libri dellAntico e del Nuovo Testamento
si dota ora del nome di Lucifero.
Nel frattempo, la Patristica orientale aveva interrogato lontologia
satanica. Per Origene di Alessandria (185-251)22, Dio crea per primi
degli esseri intelligenti che, con libero arbitrio, scelgono di allontanarsi
da Lui. Le Intelligenze che meno se ne distaccano (chiamate ggeloi,
angeli, secondo un uso consolidato) mantengono un corpo etereo; le
18
La stella di Venere, che in greco si chiama phosphros, in latino si chiama Lucifer quando
precede il sole, quando lo segue si chiama Vespero.
19
Nel Racconto del monaco (cfr. infra, p.***).
20
Helel ben Shahar, lo Splendente, il Figlio dellAurora, potrebbe essere stato una divinit
caananita (Hugh R. Page, The myth of cosmic rebellion. A study of its reflexes in Ugaritic and
biblical literature, Leiden, Brill, 1996 [Vetus Testamentum / Supplements, 65]; Kelly, Satan. A
Biography, cit., pp. 189 e ss.).
21
Girolamo, Commentarium in Isaiam, 14, Patrologia Latina, XXIV, col. 161: Russell, Satan,
cit., pp. 131-132.
22
J.B. Russell, Satan. The early Christian tradition, Ithaca, Cornell, 1994, p. 123.
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2. I nomi di Satana
Origene conosce per il diavolo una serie di nomi di origine disparata (allegorie, antonomasie, imprestiti talora parodizzati dalla teonimia dei gentili): Diabolos o Zabulus, Satana, Dragone, Lucifero,
il Maligno, lAccusatore, lAvversario, il Ladrone, Belial, il Serpente,
Beelzebub, il Tiranno, Azazel, lo Sterminatore, il Principe di questo
mondo26. ormai definitivamente stabilita lidentit narrativa tra il serpente della Genesi, il Satana/diavolo, accusatore nel concilio divino e
tentatore di Cristo, Lucifero, langelo caduto, e il drago dellApocalisse. Col tempo questa identit molteplice si complicher ulteriormente,
e si aggiungeranno nuovi nomi, talora bislacche invenzioni interconfessionali, poich sempre nuove divinit politeistiche poterono essere declassate a demoni, sempre nuovi vizi personificati nei panni di
Satana27. Lo Pseudo-Dionigi Areopagita28, un monaco siriaco del VI
secolo, aveva fondato una rigida gerarchia delle creature angeliche,
con al vertice i Serafini. Questo ordinamento raggiunse lOccidente
attraverso Gregorio Magno. Gli scrittori occidentali unirono la tradizione secondo la quale il diavolo era stato il pi grande degli angeli
alla graduatoria dello Pseudo-Dionigi e fecero di Lucifero un serafino
(assunto impossibile per Dionigi, per il quale gli ordini angelici pi
alti non avevano contatti con la terra). Gi Origene aveva immaginato
che gli angeli caduti avessero eletto Satana quale loro principe, unidea
che risaliva allapocalittica e giunger fino a Milton: pi tardi, attraverso il recupero del naturalismo neoplatonico, luniverso diabolico
si arricchisce di dmoni, figure minori, i sudditi di Satana-Lucifero (i
diavoli impersonali e innominati che gi popolavano la letteratura, il
folklore e le arti figurative dellAlto Medioevo occidentale), esportando la monarchia, dalla terra e dai Cieli, anche allInferno. Restavano
irrisolti i dubbi sulla qualit ontologica del diavolo, sulla dialettica tra
storia sacra e storia mondana e sulla relazione causale e cronologica
tra la caduta degli angeli ribelli e quella umana nel peccato originale,
tra il demonio e la materia. Agostino di Ippona (354-430), la cui de26
Russell, Satan, cit., p. 132; J.B. Russelll, The Devil. Perceptions of evil from antiquity to
primitive Christianity, Ithaca, Cornell, 1988, pp. 215-216, 228.
27
Nel nome di Beelzebub/Beelzebul, signore delle mosche, si cela forse la parodia ebraica
di un teonimo dei Filistei. Molto pi tardi, nelle chansons de geste, si immaginer una trinit
diabolica, Apollo, Maometto e Tervagant, attribuendola al politeismo dei musulmani (Russell,
Lucifer, cit., p. 58).
28
Ivi, pp. 11-12.
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monologia emerge dalle speculazioni su predestinazione e libero arbitrio29, prolung la confusione tra male ontologico e male morale30;
aggiornando la teoria evemeristica, Agostino aveva spiegato le divinit
politeiste e lidolatria come creazioni della hybris umana sostenute dal
demonio, fondando una struttura argomentativa che avr molta fortuna
nel Medioevo occidentale, quando la Chiesa dovr confrontarsi con i
paganesimi delle nazioni barbariche neoconvertite, da cui sarebbe scaturita lEuropa31. Nel poema anglosassone di Beowulf (tramandato da
un manoscritto dellXI secolo)32 i culti ancestrali vengono banalizzati
in una descrizione demonologica di maniera, e gli di tribali vengono
identificati con il Diavolo, lAssassino di anime, gast-bona (Beowulf,
vv. 175-83a). Linterpretazione demonologico-evemeristica dei molti
di dar a Satana/Lucifero la capacit di acquisire nomi sempre nuovi (ben oltre la gi pingue nomenclatura satanica di Origene), via via
che nuovi politeismi (quale fu inteso dalla propaganda di et crociata anche lIslamismo) andavano affrontati con lattivit missionaria.
Il codice Palatinus Latinus 577 della Biblioteca Vaticana conserva un
frammento manoscritto dellVIII secolo carolingio, una formula battesimale tradotta in volgare, a uso dei catecumeni della nazione sassone (sottomessa e convertita da Carlo Magno con una guerra, dal 772
all804). Qui, nella abrenunciatio diaboli, tre divinit del politeismo
da estirpare vengono identificate col diavolo: Respondet: Io rinuncio
a tutte le opere e a tutte le parole del diavolo, a Thunaer e Wden e
Saxnt e a tutti gli esseri maligni che sono loro compagni. Tuttavia, se
una lettura in chiave agostiniana presupposto costante per la fissazione letteraria degli di tribali perduti, forzata appare la loro inclusione
nel repertorio del Satana medievale33, del quale assumono tratti specifici (come ad esempio Loki, il dio trickster della letteratura norrena del
secolo XIII) senza risolvere in lui la propria identit divina.
Decisiva, in Occidente, fu la demonologia di Gregorio Magno, che
affronta le contraddizioni gi emerse nella teologia del diavolo sul piano etico, nei Moralia in Iob (579-602), e paradossografico, nei Dialogi
Confessioni, VII, 12-20.
Robert M. Cooper, Saint Augustines Doctrine of Evil, Scottish Journal of Theology, 16,
1963, pp. 256-276.
31
Gerd W. Weber, Euhemerismus, in Reallexikon der germanischen Altertumskunde, VIII,
Berlin-New York, de Gruyter, 1991, pp. 1-16.
32
Sterminata la bibliografia e le questioni critiche sul poema anglosassone. Per il lettore italiano costituisce uneccellente introduzione: Beowulf, a cura di G. Brunetti, Roma, Carocci, 2003.
33
Russell, Lucifer, cit., pp. 43-44.
29
30
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36
Commissionato dallarcivescovo di Salisburgo per limperatore Ludovico il Germanico, contiene il Sermo de symbolo contra Iudaeos, Paganos et Arianos pseudoagostiniano (CLM
14098: http://daten.digitale-sammlungen.de/~db//0003//bsb00033085/images/).
37
La bibliografia sterminata: una rassegna critica dello stato dellarte in Valentine A. Pakis,
The Literary Status of Muspilli in the History of Scholarship: two Peculiar Trends, Amsterdamer Beitrge zur lteren Germanistik, 65, 2009, pp. 41-60.
38
Muspilli, lhapax dal quale il testo riceve il titolo, un termine oscuro (con unaltrettanto
oscura corrispondenza, tre secoli pi tardi, in un toponimo infernale del mito nordico), che allude
alla fine del mondo e al Giudizio. Traduco da H. Mettke (Hrsg.), lteste deutsche Dichtung und
Prosa. Ausgewhlte Texte, literaturgeschichtliche Einleitung, althochdeutsche und altschsische
Texte, neuhochdeutsche Fassungen, Leipzig, Philipp Reclam, 1982.
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soprattutto la Visio Tnugdali, che fu influente sulle successive rappresentazioni dellInferno e di Lucifero fino a Dante. Il racconto del viaggio oltremondano toccato in vita al cavaliere irlandese Tnugdal (che, a
differenza di altri viaggiatori dellAldil e anticipando Dante, si trova
in grave stato di peccato), venne fissato per la prima volta in latino a
Regensburg nel 1149, tradotto in tedesco alla fine del secolo e poi divulgato attraverso una lunga serie di nuove traduzioni e adattamenti47.
Come in altre visioni, lanima di Tnugdal compie il suo percorso con la
guida di un angelo e, come in Dante, le stazioni del viaggio corrispondono a un catalogo dei peccati capitali e culminano nella descrizione di
Satana/Lucifero. NellAldil il cavaliere viene dapprima conteso agli
angeli da uno sciame di diavoli anonimi mostruosamente ibridi: occhi
fiammeggianti, zanne lunghe e nere, corpo di drago e coda di scorpione; artigli rostrati dacciaio; grandi ali nere. Quindi viene condotto
nella bocca dellInferno, dove Satana, nero come la pece, gigantesca e
spropositata forma umana, incatenato sui carboni ardenti nel fondo di
una fossa. Dotato di migliaia di braccia e di mani, cattura le anime con
la coda uncinata, le mastica, le ingoia e poi le espelle, di nuovo vive e
pronte a nuovi tormenti.
Come le forme, anche i colori del demonio sono mutevoli. Lassociazione pi immediata (derivata dalla dicotomia giovannea tra luce e
tenebre) gli attribuisce il nero: nel Basso Medioevo, quando fior il movimento crociato, i popoli dalla pelle scura divennero ipostasi demoniache, e i monoteisti musulmani furono accusati didolatria. Il rosso,
colore del sangue e del fuoco, un secondo colore del diavolo, e altrettanto il verde (allusione al suo ruolo di cacciatore di anime, poich
verde era la livrea dei cacciatori): il diavolo veste una cotta verde nel
Racconto del frate di Chaucer, e incarnazione diabolica il cavaliere
del Sir Gawain and the Green Knight. Nel canto XXXIV dellInferno,
i tre volti di Satana (prefigurati dalle tre bestie del I canto) hanno ciascuno un colore diverso (e diversi dal nero che caratterizza i demoni
in altri luoghi della cantica)48: Luna dinanzi, e quella era vermiglia; /
laltreran due, che saggiugnieno a questa / sovresso l mezzo di ciascuna spalla, / e s giugnieno al loco de la cresta: / e la destra parea tra
bianca e gialla; / la sinistra a vedere era tal, quali / vegnon di l onde l
Nilo savvalla (Inferno, XXXIV, vv. 39-45).
47
Il testo tramandato da 150 mss. latini e in circa tredici volgarizzamenti: J.-M. Picard - Y.
Pontfarcy, The Vision of Tnugdal, Dublin, Four Courts Press, 1989.
48
XXI, v. 29; XXIII, v. 131; XXVII, v. 113.
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La scelta allude alla parabola del gelso (Luca 17,6), la pianta dalle
bacche che mutano colore, interpretata da santAmbrogio quale simbolo del diavolo e da santAgostino della croce. La demonologia di Dante
attinge alla tradizione cristiana, alla Scolastica, alle visiones, al pensiero greco-romano e musulmano. Nelle rare apparizioni sulla scena
dantesca (la pi cospicua nellultimo canto dellInferno) Satana pi
ripugnante che terrificante, perch lo scopo ortodosso di Dante la
rappresentazione della sua vacuit (in consonanza con la Scolastica): la
mancanza di unazione diretta del diavolo rappresenta la sua mancanza
di essere, tanto che Dante lo esclude completamente dalla scena del
Descensus ad inferos (Inferno, IV, vv. 52-63)49. NellInferno Satana e
demoni sono di rado in scena e le pene stesse vengono amministrate ai
dannati senza un loro attivo intervento.
Nei vari cerchi, Satana sincarna in Caronte (III), Minosse (V), Cerbero (VI), Plutone (XII), le Furie e Medusa (IX), Minotauro e i Centauri
(XII), Gerione (XVII), i giganti (XXXI): se i Padri della Chiesa rappresentavano gli di antichi come dmoni, lamore per la classicit spinge
Dante a sostituirli con figure mitologiche funeste, collegate allAde50.
Dante soggettivizza la nomenclatura dei diavoli: quelli minori sono,
per lo pi, demoni o diavoli, ma il diavolo Lucifero, Satana o
Belzeb (Dite per Virgilio: Inferno, XXXIV, vv. 16-21). Nellottavo cerchio della quinta bolgia (canti XXI-XXIII), Dante presenta uno sciame di
spiriti minori, i Malebranche, che, nelle Malebolge, guidati da Malacoda, con gli artigli da cui prendono il nome, trattengono le anime dei
barattieri dentro un lago di pece ribollente51. Privi della solennit dei
diavoli maggiori, i Malebranche danno vita a scene comiche e scatologiche in cui giocano un ruolo i nomi, per lo pi inventati dal poeta:
Malacoda, Scarmiglione, Barbariccia, Alichino (un personaggio folclorico che compare nella caccia selvaggia e diventer Arlecchino),
Calcabrina, Cagnazzo, Libicocco, Draghignazzo, Ciriatto, Graffiacane, Farfarello, Rubicante.
Infra, p. **
Questa lettura umanistica del demonio longeva: torner nellOvide Moralis, XIV secolo, e nel Racconto del mercante di Chaucer (Russel, Lucifer, cit., p. 304).
51
Nel Muspilli pece metonimia per lInferno (vv. 5, 22, 26).
49
50
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4. Inferni
Per arrivare a Dante, necessario, dopo letimologia e lekphrasis
del diavolo, ripercorrere lo sviluppo della topografia infernale, che con
la fisiognomica sintreccia: secondo le speculazioni su macrocosmo e
microcosmo52, larte medievale fa coincidere Satana-Lucifero con lInferno e, fuor di metafora, la bocca dellInferno sono le fauci spalancate
nelle quali il primo peccatore sovrannaturale sbrana i dannati. Se cos
, evidentemente, in fondo alla natural burella dantesca, nelle bocche di Lucifero, gi tre secoli prima, in una miniatura del manoscritto
anglosassone detto Junius Book53, il testone di un Satana scimmiesco
accoglie gli spiriti malvagi che, precipitando gi dai cieli, perdono
langelica parvenza, trasformandosi in eidola deformi54. Prima di tutto
questo, lInferno (che patisce le stesse difficolt dottrinali del demonio) ha una storia lenta quanto i suoi abitanti. Due le denominazioni
ebraiche, Sheol (interpretato dai Settanta come Haides) e Gehenna, che
nel Nuovo Testamento sono entrambi luoghi sotterranei di pene e torture. Tuttavia nella Patristica invalse la distinzione per cui la Gehenna
(una cavit infuocata, come promesso da Cristo ai peccatori subornati
dal demonio: nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, Matteo 25,41) era un luogo di eterni tormenti e Hades (una landa
brumosa, come lAde classico) un luogo di purificazione: si predispone
cos la gradualit dei castighi oltremondani che trover compiutezza
nella Commedia, dopo la nascita del Purgatorio55. La distinzione tra
i due toponimi si perder nelle traduzioni latine, che, per entrambi, conosceranno solo la denominazione di Inferi (con tutte le sue possibili
derivazioni): lambiguit sopravvive nelle lingue europee, sia in quelle
neolatine (con i derivati da Inferi, fr. enfer, it. inferno, ecc.), sia in quelle germaniche (con i derivati da *halja- luogo celato, sotterraneo:
cfr. ingl. hell, ted. Hlle).
52
R. Finckh, Minor mundus homo: Studien zur Mikrokosmos-Idee in der mittelalterlichen
Literatur, Gttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1999.
53
T.H. Ohlgren, Insular and Anglo-Saxon illuminated manuscripts: An iconographic catalogue, c. A.D. 625 to 1100, New York, Garland, 1986.
54
Russell, Lucifer, cit., p. 96.
55
Subito dopo essere stati creati, gli angeli devono sostenere la prima prova: alcuni scelgono
la fedelt, altri il peccato, altri restano neutrali (Inferno, III, vv. 37-39). Lidea degli angeli ignavi si rafforza con linvenzione progressiva del Purgatorio, e al terzo stato delle anime corrisponder la categoria degli angeli neutrali.
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ve) le fasi della caduta61. Nelle scene pi alte, Lucifero, ancora immerso nella gloria celeste, indossa solenni vesti di angelo. Precipitando,
per, i ribelli, deformati nelle smorfie della caduta, sono svestiti (la
nudit oscena , infatti, un contrassegno iconico del demonio). Nella
fascia pi bassa, infine, la metamorfosi compiuta: Lucifero, legato tra
le zanne dellInferno, con lunghi artigli neri e, sulla testa, un cappello
a sonagli, si trasformato in Satana.
Milton, a Londra, aveva frequentato Junius e ne avrebbe potuto
consultare i manoscritti (si tratta tuttavia di pure speculazioni)62; altrettanto speculativa la relazione con lAdamo caduto di Serafino della
Salandra, tragedia sacra pubblicata a Cosenza nella prima ed unica edizione nel 1647, certamente prima del poema miltoniano63. Lepicizzazione di Satana nella poesia anglosassone diventa un luogo comune:
nel Racconto del monaco64, Chaucer (1344-1400) ne fa uno dei casi
paradigmatici dellincostanza di Fortuna, primo di un lungo repertorio
di esempi biblici e antichi, con Adamo, Sansone, Ercole, Nabuccodonosor, Alessandro, Cesare, Creso e molti altri.
b) Tentazioni
Il serpente era la pi astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal
Signore Dio. Egli disse alla donna: vero che Dio ha detto: Non
dovete mangiare di nessun albero del giardino?. Rispose la donna al
serpente: Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare,
ma del frutto dellalbero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non
ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete. Ma
il serpente disse alla donna: Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che
quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste
come Dio, conoscendo il bene e il male. Allora la donna vide che
lalbero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per
61
L. Lockett, An Integrated Re-examination of the dating of Oxford, Bodleian Library, Junius
11, Anglo-Saxon England, 31, 2002, pp. 141-173. Il ms. consultabile online al sito: http://
image.ox.ac.uk/show?collection=bodleian&manuscript=msjunius11
62
J. Martin Evans, Paradise Lost and the Genesis Tradition, Oxford, Clarendon Press, 1968;
Stella P. Revard, From Metanoia to Apocalypse: Paradise Lost and the Apocryphal Lives of
Adam and Eve, The Journal of English and Germanic Philology, 104, 2005, pp. 80-102.
63
C.S. Lewis, Satan, in Bloom, Satan, cit., pp. 27-34; S. della Salandra, Adamo caduto, revisione, saggio, traduzioni e note a cura di F. Giacomantonio, Roma-Pisa, Serra, 2009.
64
Heere bigynneth the Monkes Tale De Casibus Virorum Illustrium.
334
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(Efesini 4,8-9, Ebrei 13,20, Prima lettera di Pietro 3,19), i commentatori69 fissarono la dottrina secondo la quale, nei tre giorni agli Inferi,
Cristo avesse predicato ai pagani e convertito e salvato i giusti (rimanendo aperta la questione dei destinatari dellazione soteriologica). Dai
commentari, la credenza, entrando nel Credo di Sirmio nel 359, pass
nella letteratura omiletica e nella liturgia del Sabato Santo, diffondendosi in Spagna nel VI secolo e in Gallia nel VII; dallVIII secolo la dottrina fu fissata nella liturgia romana.
Il modello delle successive rielaborazioni , ancora una volta, un
testo pseudoepigrafico, il cui nucleo deve essersi costituito gi nel II
secolo e che verr poi trasmesso nel Vangelo di Nicodemo (di cui si
sono salvate diverse recensioni, la prima delle quali attestata in un
palinsesto del V secolo)70, un testo estremamente influente sul Medioevo letterario e figurativo (poich libri, affreschi, rilievi ispirati al
descensus venivano realizzati contemporaneamente e la notoriet del
soggetto, oltre la ristretta cerchia dei litterati, includeva lintera comunit cristiana). Dipanandosi dalla speculazione teologica verso le
realizzazioni narrative e drammaturgiche, lepisodio della discesa di
Cristo agli Inferi viene inscenato in forma dialogica, col Signore delle
Tenebre a colloquio col Salvatore o con lInferno stesso (in latino Hades), che, come abbiamo visto, alloccorrenza veniva antropomorfizzato e agiva come persona del dramma escatologico.
Una volta stabilita e divulgata, la leggenda continu ad ammettere
varianti di grande rilevanza dottrinale: a chi era stata rivolta lazione
soteriologica di Cristo? Ai soli Patriarchi? Agli Ebrei giusti nati prima
della sua venuta? Ai pagani che avevano vissuto rettamente, o addirittura allintera comunit dei dannati imprigionati oltre le porte di Ade71?
La teoria scolastica della salvezza come sacrificio indebolir la rilevanza teologica della discesa agli Inferi, tuttavia lepisodio sopravvisse a
lungo come ispiratore delle arti figurative, rafforzato dallimmagine
guerresca di matrice feudale del Christus victor72, che aveva favorito il successo del Descensus ad Inferos nella letteratura inglese, tra il
69
C. Alessandrino (150-215 ca.) fu uno dei primi ad integrare il Descensus ad Inferos negli
atti della Redenzione e Tertulliano (155-230 ca.) introdurr la vivida immagine di Cristo che
svelle le cancellate e le porte del regno infernale.
70
The Medieval Gospel of Nicodemus: Texts, Intertexts and Contexts, a cura di Z.
Izydorczyk, Tempe, Arizona, Medieval & Renaissance Texts & Studies, 1997.
71
Russell, Satan, cit., p. 117-119.
72
R.V. Turner, Descendit ad Inferos: Medieval Views on Christs Descent into Hell and the
Salvation of the Ancient Just, Journal of the History of Ideas, 27, 1966, pp. 173-194.
336
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periodo anglosassone e quello anglo-normanno73. I manoscritti anglosassoni di Junius e Exeter collegano la prima e lultima sconfitta di
Satana, tramandando anche dei poemi incentrati sulla scena della vittoria infernale di Cristo, che nelle versioni inglesi prenderanno il titolo
di Harrowing of Hell (Incursione allInferno). Nello Junius Book,
il cosiddetto Christ and Satan (il titolo redazionale menziona i due
duellanti escatologici) scandito tra Caduta dei ribelli, Irruzione in
Hell e Tentazione di Cristo.
Il terrore gli piomb addosso, // il tuono davanti al Giudice, / che
pieg e incendi // le porte dellInferno. [...] // Gli esseri scellerati, /
[...] // furono tutti / scossi dallorrore, // si lamentavano, / nella sala del
vento. // dura: / ora giunge la tempesta, // il Capitano con la truppa,
/ il Principe degli Angeli. // Procede davanti a lui / una splendida luce:
// la contemplavano, / un tempo, i nostri occhi, // finch fummo l in
alto, / insieme agli Angeli. // Con la potenza della sua gloria, / adesso
annienter // le sofferenze che abbiamo provocato. / Ora giunge il terrore, // il tuono davanti al Signore: / ben presto la masnada dei malvagi
// [...] / dovr espiare le sue scelleratezze. // , in persona, / il figlio
del Signore, // Condottiero degli Angeli. / Guider le anime // in alto,
via di qui, / e dora in poi noi sopporteremo // lumiliazione, / effetto
della sua collera. // [...] Giunse allora il fragore degli angeli, // il tuono
al rosseggiare dellaurora: / il Signore in persona // aveva sopraffatto
lAvversario. / La faida fu aperta, allora, // allalbeggiare, quando il
terrore giunse (Christ and Satan, Harrowing of Hell, vv. 382-404).
LHarrowing of Hell ispirer, su un registro completamente diverso, la scena madre del Piers Plowman, redatto in recensioni diverse
dal frate minore William Langland tra il 1360 e il 1400 (negli anni di
Chaucer)74. Nel poema allegorico di Langland (una prova estrema del
genere visionario, in cui Will viene condotto in sogno a visitare il regno celeste e quello infernale, con la guida di Piers lAratore e di una
lunga serie di figure allegoriche), il diavolo serve alla satira sociale
e prende nomi differenti (Ragamoffyn, Belial, Astarot), due dei quali, Lucifer e Satoun, si alternano (spesso immotivatamente) nel ruolo
73
P. Dendle, Satan unbound: The devil in Old English narrative literature, Toronto, University of Toronto Press, 2001; Karl Tamburr, The Harrowing of Hell in Medieval England, Cambridge, Brewer, 2007.
74
W. Langland, The vision of William concerning Piers the Plowman in Three parallel texts,
2 voll., a cura di W.W. Skeat, Oxford, Clarendon Press, 1886; C. Brewer, Editing Piers Plowman:
The evolution of the text, Cambridge, Cambridge University Press, 1996.
Satana - Lucifero
337
principale. Nel Piers, la scena del Descensus introdotta da un dialogo tra Satoun e Lucifer (che discettano sulla legittimit della pretesa
diabolica sulle anime) quindi, il Sabato Santo, irrompe in scena Cristo
armato come un cavaliere. La sconfitta di Lucifero sar per sempre, e
i diversi episodi scritturali e pseudoscritturali ripetono infinitamente la
sconfitta originale e necessaria. Oltre alle questioni teologiche su male
e soteriologia, ne deriva una difficolt a mettere i fatti in successione
cronologica: Michele e Cristo che schiacciano Satana sotto il tallone
diventano figure intercambiabili.
6. Il patto: Basilio, Teofilo, Faust
Le vite dei santi, i sermoni e le rappresentazioni liturgiche in volgare, nel corso dellXI secolo, diventano un ponte verso le nuove forme
narrative profane che caratterizzeranno il Basso Medioevo. Il genere
delle vitae era stato messo a punto con quelle dei Padri del deserto,
nelle quali, agli esordi dellagiografia cristiana, Satana aveva giocato
un ruolo attivo, come sfidante e oppositore dei santi. I Dialogi di Gregorio75, il pi influente repertorio agiografico della cristianit occidentale dellAlto Medioevo, hanno spesso a che fare con il diavolo, spesso
attore di una banale aneddotica della tentazione, con alcuni spunti che
verranno recuperati pi tardi, nella demonizzazione delle religioni precristiane (come nella storiella del sacrificio di una testa di capro offerta
dai Longobardi al demonio: Dialogi, 3, 28), o nellantisemitismo e nella caccia alle streghe (come nella storiella dellebreo che si pente e si
converte, dopo aver assistito nottetempo, in un tempio di Apollo, a un
concilio satanico: Dialogi, 3, 7).
Le vite dei santi erano parte della liturgia di determinate feste e le
Sacre Rappresentazioni (misteri, miracoli, moralit ) derivarono dalla
liturgia in latino76. Di qui si svilupparono interi cicli di drammi sacri
che rappresentavano le fasi principali della storia della salvezza (drammi della Passione, della Pasqua e del Corpus Domini). In questi testi il
teatro nascente il tramite tra il diavolo della letteratura e quello delle arti figurative. Lidentificazione tra Lucifero e Satana ormai cosa
75
Gregorius I Magnus, Dialogorum Libri IV De Vita Et Miraculis Patrum Italicorum, in
Patrologia Latina, LXXVII. Nel Basso Medioevo, invece, il repertorio agiografico di maggior
successo fu la Leggenda dei santi di J. da Varazze, la Legenda Aurea.
76
Russell, Lucifer, cit., pp. 334-336.
338
Adele Cipolla
Lagiografia e i generi drammatici conoscono una variante della relazione seduttiva tra Satana e gli umani, concepita nei termini di un
patto formale80 (parodia del battesimo e dellinvestitura feudale)81,
77
La inveterata opposizione tra Lucifero (prima e dopo la caduta) e Satana (dopo la caduta),
si evolve nellidea della superiorit di Lucifero e di Satana quale suo luogotenente.
78
N. Machiavelli, Novella di Belfagor; LAsino, a cura di Maurizio Tarantino, introduzione
di M. Martelli, Roma, Salerno Editrice, 1990.
79
G. Boccaccio, Decameron, a cura di V. Branca, Firenze, Le Monnier, 1960. Il testo consultabile al sito Decameron Web: http://www.brown.edu/Departments/Italian_Studies/dweb/texts/
80
A. DAgostino, Il patto col diavolo nelle letterature medievali. Elementi per unanalisi
narrativa, Studi Medievali, XLV, 2004, pp. 699-752.
81
Alfonso X, nella Cantiga 216, parla di vassalo do demo (DAgostino, Il patto col diavolo, cit., p. 34).
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340
Adele Cipolla
Ibidem.
Historia von D. Johann Fausten, Text des Drucken von 1587, kritische Ausgabe hrsg. von
S. Fssel - H.J. Kreutzer, Stuttgart, Reclam, 1988.
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