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BRexit: effetti sulla strategia commerciale europea

I fondamentali
Il referendum del 23 giugno 2016 non comporta unuscita immediata del Regno Unito dallUnione
Europea (UE). Il processo di uscita disciplinato dallarticolo 50, introdotto dal Trattato di Lisbona.
Secondo quanto da esso previsto, per dare avvio alla procedura e alla fase negoziale, che determiner i
futuri rapporti fra i ventisette Stati membri e Londra, il governo britannico dovr notificare al Consiglio
europeo la propria intenzione a rescindere. Le trattative non potranno protrarsi per pi di due anni,
oltre i quali uneventuale dilazione dei negoziati dovr essere concessa con un voto unanime dei
governi dei ventisette. Al termine di questo periodo, nel caso non sia stato raggiunto un accordo, il
Regno Unito non sar, comunque, pi parte dellUE.
I trattati e le normative europee smetteranno, infatti, di avere valore legare oltremanica. Al contrario,
nellauspicabile ipotesi di unintesa, leventuale accordo passer al vaglio del Parlamento e, per entrare
in vigore, dovr anche ottenere lapprovazione, a maggioranza qualificata, del Consiglio europeo. Fino
ad allora, il Regno Unito rimarr, a tutti gli effetti, membro dellUnione Europea e sar, quindi, soggetto
alle sue normative e ai tratti internazionali da essa conclusi.

La politica commerciale europea


Il Trattato di Lisbona ha assegnato alle istituzioni comunitarie competenza esclusiva in materia
commerciale. La Commissione, infatti, conduce le trattative commerciali in nome dei ventotto
paesi membri. Parimenti, gli accordi internazionali sono soggetti ad una uguale applicazione
e implementazione in tutti gli Stati membri. Laccesso al mercato unico, in materia tariffaria e
regolamentare, , quindi, deciso dalle autorit comunitarie che, rappresentando il pi grande mercato
globale, godono di un forte potere negoziale, non paragonabile alla capacit dissuasiva dei singoli
governi europei. Finch luscita non sar ufficiale, nel periodo di transizione di due anni, la Commissione
europea continuer, quindi, a rappresentare nelle trattative commerciali il governo britannico che, a
sua volta, beneficer degli effetti degli accordi eventualmente conclusi.
Al momento, lUnione Europea firmataria di trentasei accordi commerciali e intrattiene negoziati per
ottenerne nuovi con venti partner dellOrganizzazione Mondiale del Commercio (OMC), fra cui Stati
Uniti, Giappone e Filippine.

Gli effetti su accordi e negoziati


Da una punto di vista formale, fino allo scadere del periodo transitorio, la BREXIT non sortir effetti
sugli accordi gi conclusi, che rimarranno in vigore anche oltremanica, e sulle trattative in corso. Come

a pi riprese sostenuto dalla Commissaria al commercio, Cecilia Malmstrom, i processi di ratifica non
subiranno, quindi, modifiche e, allo stesso modo, i negoziati continueranno a pieno ritmo.
Tuttavia, lincertezza, dovuta allincognita sui futuri rapporti commerciali fra Londra e Bruxelles, le
speculazioni sulla tenuta del progetto europeo e sugli esiti di questo processo ignoto e lambiguit
del governo di Londra, sconvolta da crisi politiche e istituzionali, determineranno, sicuramente, un
indebolimento della posizione negoziale della Commissione e un danno alla credibilit sua e del
Regno Unito. Al termine dei due anni previsti dal Trattato di Lisbona, Londra, probabilmente, dovr
rinegoziare tutti gli accordi attualmente in vigore e la propria partecipazione allOMC. In alternativa,
la Gran Bretagna, rinunciando a buona parte della conquistata indipendenza e senza avere alcuna
influenza, potr rimettersi alla strategia commerciale portata avanti da Bruxelles.

Gli effetti sul mercato interno


Limpreparazione alla BREXIT da parte delle forze populiste che hanno guidato il fronte delluscita,
tradita dalle ambiguit dellaspirante leader dei conservatori, Boris Johnson, e dalla confusione di
Nigel Farage, guida dellUKIP e alleato europeo di Beppe Grillo, sono la prova delle incognite cui lUE
e il Regno Unito andranno in contro nel breve-medio termine. Nel caso venisse, infatti, implementato
lormai noto articolo 50, nonostante il possibile veto del parlamento scozzese e gli eventuali passi
indietro dei brexiter, non chiaro quale sar la cornice istituzionale dei rapporti fra Bruxelles e Londra.
I movimenti nazionalisti hanno, infatti, promesso sia la permanenza della Gran Bretagna nel mercato
unico che la sospensione della libera circolazione delle persone, pilastro e condizione imprescindibile
del mercato comunitario stesso.
I negoziati fra lUnione Europea e il Regno Unito, il cui inizio, dipendendo da una decisione del governo
britannico, incerto, dovranno, quindi, determinare se le industrie e i lavoratori inglesi potranno
continuare a beneficiare del mercato unico o meno. Le opzioni sono, fondamentalmente, tre:
1. La Gran Bretagna potrebbe entrare nello spazio economico europeo, aperto ai paesi non
membri come la Norvegia. Questa soluzione prevede la libera circolazione di beni, servizi,
persone e capitali nei paesi partecipanti. Tuttavia, questa direzione, che obbligherebbe i
governi inglesi ad armonizzare il proprio sistema normativo ai regolamenti decisi a Bruxelles
e a garantire il libero flusso delle persone, tradirebbe le promesse referendarie.
2. In alternativa, lUE e il Regno Unito potrebbero concludere un accordo di libero scambio a
disciplina del commercio di beni e servizi. Il modello sarebbe quello di un accordo di nuova
generazione, comprensivo di capitoli sullarmonizzazione regolamentare, sulle normative
ambientali o, per esempio, in materia di diritti dei lavoratori. LUE ha raggiunto intese simili
con il Canada e la Corea del Sud.
3. LUE potrebbe anche decidere di non seguire alcuna delle precedenti strade. In questo
caso i rapporti commerciali fra le due entit sarebbero regolati dalle norme dellOMC.
Questo scenario sarebbe particolarmente dannoso per i lavoratori inglesi. Le industrie e le
banche, infatti, non godrebbero di un accesso privilegiato al mercato unico con gravissimi
effetti sui livelli occupazionali.

Alessia Mosca

Commissione per il Commercio Internazionale - Parlamento Europeo

Bruxelles, 1 luglio 2016

www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it

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