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Turismo e web, il flop del pubblico

Le istituzioni hanno investito in campagne e maxi-portali mai decollati . Ma


ora i visitatori decidono con Facebook & c.
Puntiamo sulle immagini. di Marzio Fatucchi
un rapporto difficile, quello tra la Toscana e la promozione del suo turismo.
Fatto di annunci, polemiche, di marce indietro. E di grandi risorse, almeno
fino a qualche anno fa. Basterebbero casi come Divina Toscana, lo spot
taroccato con photoshop dove a Firenze scompariva la Torre di Arnolfo e
apparivano faraglioni davanti alla Feniglia e per questo poi bloccato dal
presidente Enrico Rossi , oppure Voglio vivere in Toscana, accusato di
essere una finta cartolina (e la cui produzione e promozione sarebbe
costato, raccontano i giornali del 2009, 19 milioni di euro). Ma il flop ha
riguardato anche la passata strategia web.
Oggi, se ci si mette nei panni di un turista straniero che vuole venire da noi
e cerca su Google Tuscany, il primo sito che spunta Discover Tuscany:
un prodotto privato, opera di alcuni blogger stranieri. Poi c il comma di
wikipedia. Infine, il portale del turismo della Regione, turismo.intoscana.it.
Una delle creature della Fondazione Sistema Toscana, che per i primi tre
anni (fino al 2008) ha assorbito 5 milioni di euro lanno dalla Regione ed
altrettanti ma solo in servizi da Mps. Veniva descritto come il portale dalle
potenzialit enormi: potevi fare tutto. Si rivelata subito un fallimento. Era il
portale di Mps fatto con i soldi della Regione ricorda lallora consigliere
regionale di opposizione (Udc) Marco Carraresi, le cui critiche
accompagnarono i primi anni di vita della fondazione.
Nato in contemporanea con la Fondazione Sistema Toscana, nel 2005,
quando fu annunciato, il portale veniva presentato come una sorta di
Google della Toscana. Ristrutturato nel 2009, due anni dopo lallora
assessore Cristina Scaletti con orgoglio riportava laumento dei contatti:
Tredicimila al mese. Due anni dopo ancora, si parlava di tre milioni e
mezzo di contatti unici lanno. Peccato che, anche se nel panorama italiano
la Toscana ha sempre fatto meglio delle altre regioni, nello stesso anno i
veri attori del turismo digitale facevano numero 10 volte superiori. E in un
solo mese. Per intenderci, Tripadvisor dichiarava 50 milioni di contatti,
Trivago 10 milioni di prenotazioni mensili. Solo per citarne due. Ormai, chi fa
questo business aquisisce compagnie a colpi da miliardi di dollari. Non c
da stupirsi, purtroppo: la storia del rapporto tra internet e turismo ad
essere costellata da fallimenti, quando era il publico a voler fare da solo.
Quelli erano gli anni del sito www.italia.it (45 milioni di costo, uno entrava e
trovava pure link sbagliati), del portale del turismo del Comune di Milano
costato quasi 5 milioni con 4 mila accessi al giorno. E nonostante ci fosse
quello della Regione in Toscana alcune Comuni si misero a lanciare siti
(come visitpisalucca.it), tragicamente inutili e successivamente chiusi.

Abbiamo abbandonato quelle velleit si limita a dire oggi il direttore di


Fondazione Sistema Toscana Paolo Chiappini. Oggi Intoscana.it solo un
sito, non un portale di prenotazioni: forniamo visibilit a tutte le strutture di
accoglienza della Toscana, in modo gratuito. Lutente pu prenotare anche
tramite il portale della Regione (se chi affitta o lalbergo ha aderito al
sistema di Intoscana.it) oppure semplicemente mettersi in contatto. Ma noi
non prendiamo nessuna percentuale. Quindi ora la strategia diversa. E
anche i costi: solo nel 2009 si lanciavano bandi (base dasta 1,8 milioni) per
campagna promozionale tramite gli strumenti e lanimazione dei principali
social network per Marca Toscana: voglio vivere cos. Oggi tutto il budget
per servizi digitali per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale
e dellofferta turistica della toscana di un milione e mezzo. Per la
manutenzione del portale, si spende solo 50 mila euro.
Un aggiustamento di rotta che va nella direzione del turismo digitale
contemporaneo, con visitatori sempre pi indirizzati dai social network: si
calcola infatti che il 12% li consulti per decidere come e dove andare. Alla
Fondazione Costanza Giovannini, che cura gli aspetti social della
promozione turistica: Il nostro sito, AllThingsTuscany.it, tra i pi influenti.
Abbiamo 3 blog con contenuti continuativamente aggiornati, dal cibo
allarte. Visit Tuscany la pagina di destinazione italiana con pi fan su
Facebook e supera perfino il profilo ufficiale dellItalia. E aggiunge: Ma ora
vogliamo di nuovo cambiare la strategia: ridimensionare la presenza su
Twitter, sempre meno funzionante per lindustria travel, puntando su
Pinterest basato sulle immagini, e in Toscana siamo facilitati e
sperimentare Periscope, oltre che Snapchat. Perch il mondo del web (e del
turismo) cambia. Ma anche i budget, e la grandeur toscana.
Non solo un problema del web. La Toscana capofila di molti progetti
europei sulla sostenibilit del turismo. Tra questi, Necstour, Ernest e
Mitomed. Tutti orientati a creare banche dati, osservatori, elementi di analisi
per migliorare sostenibilit, percezione, conoscenza del fenomeno. A
guardare le banche dati, incomplete su molti Comuni o non aggiornate, il
cittadino (ma forse anche lesperto) fa fatica a capire di cosa si stia
parlando. E dopo anni di lavoro (sono partiti tra il 2008 ed il 2009), si scopre
che alcuni territori non hanno i dati perch le amministrazioni locali non li
hanno forniti e che visto che non ci sono finanziamenti futuri per il
momento non saranno neanche aggiornati. Per la cronaca, solo per Ernest
(European reasearch network on sustainable Tourism) il budget era di quasi
due milioni, per la Toscana sono stati finanziati 4 progetti di ricerca per 480
mila euro.
RIPRODUZIONE RISERVATA
21 febbraio 2016 | 15:32
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