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SOMMARIO:
SOMMARIO: ........................................................................................................................2
LEGENDA ICONE: ................................................................................................................2
LE ATTREZZATURE IMPIEGATE NEGLI INTERVENTI DI INGEGNERIA NATURALISTICA ......................3
10 I MATERIALI IMPIEGATI ..................................................................................................6
11- RIEPILOGO: VANTAGGI E LIMITI DELLINGEGNERIA NATURALISTICA ....................................11
12- BIBLIOGRAFIA .............................................................................................................13
TEST DI AUTO-VALUTAZIONE .................................................................................17
LA RETE DEI TUTOR.....................................................................................................18
LEGENDA ICONE:
Per agevolare la fruizione dei materiali, sono state inserite delle icone che stanno
ad indicare:
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Gli elicotteri utilizzati sono quelli che garantiscono una portata al gancio di
almeno 700-800 kg, maneggevolezza in manovra e rapidit nel superare dislivelli.
Buoni risultati si possono ottenere con il Lama e con l'Alouette III di Arospatiale.
Con lelicottero possibile anche effettuare interventi di idrosemina utilizzando una
benna aspersoria ad apertura regolabile dalla cabina. Per lidrosemina, i rendimenti
possono superare i 10.000 mq/ora di superficie trattata, considerando che al piazzale
di carico siano disponibili sufficienti quantit di miscela.
L'escavatore ragno l'unico mezzo meccanico, invece, che pu effettuare
operazioni di scavo e rinterro con pendenze superiori all'80%, senza dover aprire
ampie piste di accesso e di lavoro sulla pendice da sistemare, come nel caso degli
escavatori cingolati.
adatto al lavoro su pendii umidi e instabili, in ambiti ristretti, nell'esecuzione di lavori
precisi e "puliti" (es. costruzione di strade e piste), accoppiato con numerose attrezzature.
Lescavatore costituito da un basamento in profilati metallici provvisto di quattro punti di
appoggio, due ruote e due ramponi, con assetto variabile idraulicamente in altezza ed in
larghezza. Sul basamento montato un dispositivo di rotazione che porta il gruppo
motore, la cabina di sicurezza per l'operatore, il braccio idraulico telescopico che pu
portare la benna rovescia, il martello demolitore ed altri attrezzi; il corpo della macchina
pu compiere rotazioni complete. Sempre sul basamento montato un verricello azionato
idraulicamente, per consentire l'ancoraggio in sicurezza durante le lavorazioni e per
aiutare il mezzo a risalire le pendici pi ripide. La lunghezza di scavo pu superare i 5,5
m mentre la profondit i 3,5 m.
La concomitanza del baricentro molto basso e della larghezza in ordine di lavoro molto
ampia, grazie all'allungamento dei supporti, gli conferiscono grande stabilit.
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13 IDROSEMINATRICE.
10 I MATERIALI IMPIEGATI
I materiali impiegati negli interventi di ingegneria naturalistica si suddividono in 4
macrocategorie:
Piante intere:
semi di specie erbacee, arbustive e arboree;
semenzali e trapianti (radice nuda, contenitore, zolla), di
specie arbustive e arboree;
selvaggioni e polloni radicati di specie arbustive e arboree.
Porzioni di pianta:
talee, astoni e ramaglia di specie arbustive e arboree
(caulinari e radicali);
porzioni di cespi, di culmi, di stoloni, di rizomi, di radici e di
bulbilli di specie erbacee;
propaggine e margotta.
Gruppi di piante:
zolle (piote), rotoli di prato;
ecocelle (isole).
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Nei lavori di ingegneria naturalistica volti alla sistemazione dei versanti montani e
collinari, nell'ambito del gran numero di materiali disponibili, risulta opportuno
privilegiare quelli reperibili localmente, in quanto l'organizzazione dei trasporti
spesso difficoltosa e comunque molto costosa.
La maggior parte dei materiali di sintesi trova maggior applicazione nei lavori di
recupero ambientale e di inserimento delle infrastrutture che in quelli di sistemazione
idraulico forestale.
Pertanto, tra i materiali ottenibili nell'area del cantiere o nelle sue vicinanze, quelli
che rivestono tradizionalmente notevole importanza soprattutto in montagna sono:
il legname;
il pietrame;
le piante, in particolare se propagate vegetativamente.
il calore;
le precipitazioni;
le variazioni di umidit dei tessuti in relazione alle variazioni di umidit
ambientale.
In ambiente umido con ridotto tenore di ossigeno (come ad esempio a contatto con
il suolo) si pu avere il fenomeno dell'infradiciamento, per il quale si ha il deterioramento
del legname indipendentemente dall'azione di organismi. In caso di alta umidit e assenza
di ossigeno si verifica, in tempi molto lunghi, il fenomeno della "carbonizzazione".
Il legname di castagno ha netta differenziazione tra alburno e durame, ha porosit
anulare, fibratura diritta, mediamente pesante, elastico, con resistenza all'urto da bassa
a media e fissilit discreta, facile da lavorare; manifesta lentezza di stagionatura ma una
volta stagionato molto stabile.
Ha un elevato contenuto in estrattivi tannici (pari a circa il 7-8%) che da un lato gli
conferiscono durabilit naturale, ma che dall'altro determinano macchie su muri e
pietrame se non trattato. Inoltre ha effetti fortemente corrosivi sui metalli in condizioni di
elevata umidit e pertanto nelle applicazioni di ingegneria naturalistica pu essere
consigliabile l'utilizzo di chioderia metallica zincata. L'unione con chiodi e viti abbastanza
agevole ma di media tenuta.
Il tema della durabilit del legname riveste particolare interesse, in quanto alcune
opere di ingegneria naturalistica, quali la palificata a doppia parete, hanno un'ossatura
costituita esclusivamente da elementi in legname tondo collegati con chioderia metallica.
da sottolineare che nelle strutture in cui previsto l'inserimento di talee e/o
piantine la funzione del legname transitoria, in attesa che l'azione di consolidamento sia
assunta dalla vegetazione. In ogni caso preferibile che il periodo di funzionalit del
legname si protragga il pi possibile, in modo da sopperire ad eventuali difficolt di
insediamento e sviluppo iniziale delle piante.
Inoltre in alcuni casi non prevista la messa a dimora di elementi vivi all'interno
delle incastellature in legname, che vengono riempite esclusivamente con pietrame; tale
circostanza si verifica ad esempio nelle briglie a cassone sui corsi d'acqua, ma anche in
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14- RIVESTIMENTO ANTIEROSIVO IN STUOIA DI JUTA, T. PONTE DI MURO (UD). FOTO DI SAULI G., IN MANUALE
DI INGEGNERIA NATURALISTICA DELLA REGIONE LAZIO.
FOTO 15- FOSSO DI GUARDIA IN GEOSTUOIA TRIDIMENSIONALE SINTETICA BITUMATA IN OPERA A FREDDO,
AUTOSTRADA DEI TRAFORI, LOCALIT INVORIO (NO). FOTO DI SAULI G., IN MANUALE DI
INGEGNERIA NATURALISTICA DELLA REGIONE LAZIO.
BITUMATURA AVVENUTA.
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FOTO 16- BRIGLIE IN LEGNAME E PIETRAME CON TALEE AD AMPEZZO (UD). FOTO AGRIFOREST IN MANUALE DI
INGEGNERIA NATURALISTICA DELLA REGIONE LAZIO.
L
scortecciare i tronchi. E necessario procedere allo scortecciamento se non di tutti i
tronchi, almeno di quelli che nellopera saranno destinati a rimanere a contatto con
l'atmosfera: i funghi da carie, i pi pericolosi per il legno, possono svolgere la loro
attivit di demolizione entro un campo di umidit del legno compreso
approssimativamente tra il 20 e il 40% (in alcuni casi fino al 50-60%), con un
optimum attorno al 30%. Al di sotto del limite inferiore scarseggia l'acqua, mentre al
di sopra di quello superiore (punto di imbibizione) l'ossigeno a scarseggiare. La
scortecciatura favorisce la perdita di umidit dai tessuti legnosi, in particolare se
esposti all'atmosfera, agevolando il raggiungimento del limite inferiore del campo di
umidit. Si pu evitare di scortecciare soltanto quelle porzioni che siano ricoperte
da almeno 20 cm di terra;
L
proteggere dall'irradiazione solare diretta e garantire condizioni termoigrometriche il pi
uniformi possibile sulle opere, ad esempio mettendo a dimora piante che ne
garantiscano l'ombreggiamento;
L
evitare, per quanto possibile, di effettuare opere in legname al di fuori dei corsi d'acqua,
senza prevedere l'inserimento di piante. In qual caso occorre essere consapevoli che
si tratta di interventi temporanei che vanno periodicamente controllati e alla fine
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L
adattare l'inclinazione del paramento di valle delle opere al pendio, dunque evitare di
costruirlo con scostamenti dalla verticale inferiori al 30% e, se possibile (ad es.
opere sottoscarpa alla viabilit) interrare completamente le strutture;
L
utilizzare tronchi con diametro minimo in punta, sotto corteccia, di 20 cm per opere
importanti (palificate doppie, almeno i montanti delle grate). Infatti il tondame di
maggiori dimensioni presenta una percentuale in volume di durame rispetto
all'alburno nettamente superiore, in funzione sia delle dimensioni stesse che della
maggiore et del materiale. I toppi dovrebbero pertanto avere la sezione trasversale
occupata prevalentemente da durame e anelli di accrescimento non molto ampi;
L
eseguire la costruzione e in particolare i collegamenti degli elementi in legname in modo
da limitare al minimo le fenditure e le intaccature del materiale e da evitare ristagni
d'acqua: preparare le estremit dei tronchi a becco di flauto, eseguire le chiodature
con tondino non appuntito ma tagliato ad angolo retto, non eseguire le tacche
d'incastro; nel caso siano indispensabili (tondame sensibilmente conico o di
diametro diverso) vanno limitate allo stretto indispensabile e devono essere
effettuate sul tronco posto in opera superiormente.
L'utilizzo di legname proveniente da trattamenti industriali di impregnazione a
pressione con preservanti ed eventualmente di cilindratura, non consigliabile, in quanto
si vengono a perdere le motivazioni principali che portano alla costruzione di opere quali la
palificata doppia: i costi limitati e la possibilit di approvvigionarsi in loco dei materiali,
limitando i problemi connessi con i trasporti. Analogo discorso vale per gli elementi
prefabbricati in legname lamellare da montare a incastro.
Se disponibili come materiale di risulta, pu essere interessante l'utilizzo delle
traversine ferroviarie.
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Alla serie di punti di forza, necessario annoverare anche quelli di debolezza, con i
relativi limiti. Per un pieno successo degli interventi realizzati con tecniche di Ingegneria
naturalistica occorre effettuare unanalisi di diversi parametri e fattori condizionanti:
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12- BIBLIOGRAFIA
1. AA.VV. (1993) - Manuale tecnico di ingegneria naturalistica. Regione Emilia
Romagna, Regione Veneto.
2. AA.VV. (2000) - Manuale di ingegneria naturalistica. Regione Lazio.
3. AA.VV. (1995) - Opere e tecniche di ingegneria naturalistica e recupero
ambientale. Regione Liguria, Ass. edilizia, Energia e Difesa del suolo.
4. AA.VV. (1995) - Sistemazioni in ambito fluviale. Quaderni di Ingegneria
Naturalistica. Il Verde Editoriale.
5. AA.VV. (2001) - Ambiente: opportunit e strumenti per uno sviluppo
sostenibile, Progetto TRIO, azione Land & Water, Giunti multimedia con
contributi del FSE.
6. Begemann, Schiechtl (1986) - Ingenieur Biologie. Handbuch zum kologischen
Wasser - und Erdbau. Bauverlag GMBH. Weisbaden und Berlin
7. Carbonari, Mezzanotte (1993) - Tecniche naturalistiche nella sistemazione del
territorio. Prov. Autonoma di Trento
8. Etaconsult ingegneria studio Maione ed associati (1993) - Piano per la difesa
del suolo e il riassetto idrogeologico della Valtellina e delle zone adiacenti delle
province di Bergamo, Brescia e Como. Adeguamenti ed integrazioni alle
proposte per lo schema previsionale e programmatico dei bacini idrografici a
seguito del parere del Ministero dellAmbiente n 52 del 17 dicembre 1991.
Opere di riassetto idrogeologico di piano interventi di 1 stralcio - Procedura A.
Regione Lombardia. Ministero dellAmbiente, Commissione VIA.
9. Ministero dellAmbiente (Roma Settembre 1997) - Linee guida per capitolati
speciali per interventi di ingegneria naturalistica e lavori di opere a verde.
10. Maccaferri SpA (1994) - Analisi prezzi di capitolato per formazione opere in
gabbioni, materassi reno, terramesch, geomac, italmac-net.
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11. Paiero, Semenzato, Urso (1997) - Biologia vegetale applicata alla tutela del
territorio. Regione autonoma Friuli Venezia-Giulia, Dir. Reg. Foreste, Dip.
Territorio e sistemi agro-forestali Univ. Padova. Ed. Progetto Padova.
12. Regione Piemonte, Assessorato allambiente (1995) - Elenco prezzi dei
materiali ed opere per il recupero ambientale delle aree degradate e per la
sistemazione e rinaturazione di sponde ed alvei fluviali e lacustri.
13. Sauli G:, Siben (1995) - Capitolato AIPIN. Voci di capitolato opere di ingegneria
naturalistica dellAIPIN.12.
14. Sauli G.(1997) - I metodi dellingegneria naturalistica applicati alle sistemazioni
idrauliche - Atti del Convegno: COME PROGETTARE IL PARCO FLUVIALE.
Cesena 2 giugno 1995.
15. Sauli G. (1998) - Soil Biological Engineering Works in the Road Sector and
their Applications in Different Climatic Conditions in THE ENVIRONMENT IN
ROAD LOCATION AND DESIGN. AIPCR (Associazione mondiale della
strada). Helsinky, 14-15 maggio 1998.
16. Sauli G. (1998) - Utilisation du gnie vgtal pour la protection des berges en
Italie Sminaire transnational au fil de leau Berdes et rivires dEurope
Valence (F) 30/09 - 2/10 199815.
17. Sauli G. (1999) - Casistica di interventi di ingegneria naturalistica: costi e
risultanze. Atti del Convegno transnazionale Efficacia e costi degli interventi di
ingegneria naturalistica EFIB - AIPIN . Trieste 25-27 novembre 1999.
18. Sauli G. (1999) - Protezioni spondali con tecniche di ingegneria naturalistica
AIIAD Associazione Italiana Ittiologi Acque Dolci - VII Convegno Nazionale 14 15 gennaio 1999 Hotel Carnia Stazione della Carnia (UD).
19. Sauli G. (1999) - The transfer of soil bioengineering into new climatic, edaphic
and floristic zones - Atti della Conferenza 1999 Ground and Water
Bioengineering for Erosion Control and Slope Stabilization IECA - First Asia
Pacific Conference and Exibition Manila - Filippine 19-21 aprile 1999.
20. Schiechtl H. M. (Rist. 1991)- Bioingegneria forestale. Basi - Materiali da
costruzione vivi - Metodi. Ed Castaldi (Feltre).
21. Schiechtl, Stern (1992) - Ingegneria naturalistica. Manuale delle opere in terra.
Ed. Castaldi.
22. Schiechtl, Stern (1996) - Ingegneria naturalistica - Manuale delle costruzioni
idrauliche. Ed. Arca.
23. Schiecthl H. M. (1996) - I salici nelluso pratico. Ed. Arca.
24. Zeh H. (1988) - Opere di ingegneria naturalistica sulle sponde. Tecniche
costruttive ed esempi nel Cantone di Berna (Svizzera).
25. Zeh H. (1993) - Ingenieurbiologische Bauweisen. Studienbericht Nr. 4, 1993.
Allanno 2000, la situazione dellingegneria naturalistica, per quanto attiene la
produzione di manuali operativi da parte degli enti locali e la produzione normativa
regionale riassunta nella tabella allegata, reperibile allinterno del Manuale della Regione
Lazio:
Manuale
ABRUZZO
BASILICATA
X
CALABRIA
CAMPANIA
EMILIA ROMAGNA
FRIULI
VENEZIA
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X
X
Leggi regionali
Circolari
X
X
X
X
GIULIA
LAZIO
LIGURIA
LOMBARDIA
MARCHE
MOLISE
PIEMONTE
PUGLIA
SARDEGNA
SICILIA
TOSCANA
TRENTINO
ALTO
ADIGE
UMBRIA
VALLE D'AOSTA
VENETO
X
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X
X
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X
numero di domande
La valutazione percentuale, potr essere cos interpretata:
inferiore al 70 % insufficiente;
tra 70 % e 85 %: sufficiente;
tra 85 % e 100 %: buono.
Nel caso la valutazione sia:
9 insufficiente, ) sar indispensabile che tu ripeta con maggior attenzione il
percorso completo e compili di nuovo i test;
9 sufficiente, ) il consiglio di andare a rivedere le parti del percorso che
meno ti sono chiare, magari ripetendo il test;
9 buono, ) potrai passare direttamente allelemento successivo della UFC.
Potrai comunque contare sullassistenza della rete di tutor del progetto, che potrai
contattare telefonicamente, tramite e-mail o direttamente, nei recapiti riportati alla fine dei
seguenti test di valutazione.
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TEST DI AUTO-VALUTAZIONE
1.
2.
3.
4.
5.
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TOSCANA:
CIA- CIPAAT TOSCANA:
EMILIA-ROMAGNA:
CSA DI BOLOGNA:
AGRIFORM:
IRFATA:
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