SOMMARIO:
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LEGENDA ICONE: ....................................................................................................................2
INTRODUZIONE .......................................................................................................................3
LEGENDA ICONE:
Per agevolare la fruizione dei materiali, sono state inserite delle icone che stanno
ad indicare:
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LINGEGNERIA NATURALISTICA
In Italia di ingegneria naturalistica si cominci a parlarne intorno alla fine del XIX
secolo, quando iniziarono a diffondersi in Europa le tecniche di gestione (manutenzione)
forestale. Il principale fattore di successo era legato alla riduzione dei tempi di
realizzazione delle opere di difesa del territorio e, allepoca, alla relativa economia
permessa dallutilizzo di materiali naturali, soprattutto se reperibili direttamente sul luogo di
intervento. Queste caratteristiche, per un certo periodo, ne garantirono il successo e la
rapida diffusione, ma nel corso degli anni 50 del 900, quelli che erano stati i fattori di
successo si trasformarono in ostacoli difficilmente superabili, facendo per certi aspetti
regredire lutilizzo di tali tecniche.
Per una sorta di paradosso della storia, comunque sempre degli anni 50 il primo
libro dal titolo "Ingenieurbiologie" (Kruedener) inerente direttamente l'ingegneria
naturalistica, frutto di riflessioni sulle numerose applicazioni in Centro Europa a partire dal
1948, grazie a vari autori, in particolare laustriaco H. M. Schiechtl.
Negli ultimi anni, in Italia si registrato un ritorno dattenzione nei confronti
dellingegneria naturalistica, legata in misura particolare alla maggiore attenzione nei
confronti delle soft technologies o, comunque, negli interventi meno invasivi rispetto alle
caratteristiche degli ecosistemi.
Tale ritorno di attenzione motivato anche dal fatto che lanalisi dei costi stessi vista
in prospettiva e che, per interventi in determinate aree, le tecniche di ingegneria
naturalistica sono comunque in grado di generare sensibili economie di spesa.
Passiamo quindi ad introdurre i concetti fondamentali di questa scienza, le caratteristiche
peculiari ed i suoi campi di applicazione.
INTRODUZIONE
Con Ingegneria Naturalistica si fa riferimento allinsieme di quelle tecniche che,
praticate per ridurre il rischio di erosione del terreno e per consolidare aree naturali, sono
determinate dallutilizzo di:
piante vive;
parti di piante vive;
combinazione di piante vive e/o parti di piante vive con materiali naturali
inerti artificiali biodegradabili;
combinazione di piante vive e/o parti di piante vive con materiali naturali
inerti artificiali non biodegradabili.
prodotta dalla cultura del limite e del risparmio, ma anche dalla prospettiva
dellambientamento delle risorse ambientali, per lungo tempo considerate come beni
non contestualizzati.
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LIngegneria Naturalistica dunque interdisciplinariet applicata, un ambito della
conoscenza nel quale confluiscono una pluralit di saperi disciplinari tradizionali, e la cui
caratterizzazione pi significativa, come anticipato, data dallutilizzo di materiali
costruttivi vivi, da soli o in combinazione con materiali inerti, in genere per la
realizzazione di sistemazioni a difesa del territorio.
Fanno parte dellingegneria naturalistica anche alcune tecniche utilizzate per le
sistemazioni idraulico-forestali, una tipologia di interventi basata sulle interrelazioni fra
dissesto idrogeologico, azione e controllo delle acque e relazioni con la vegetazione. In
alcuni casi lefficacia della sistemazione a difesa del territorio pu essere garantita
esclusivamente dagli organismi viventi, mentre in altri casi indispensabile lazione
integrata tra componenti vivi e inerti. In ogni caso nellingegneria naturalistica,
lelemento vivente, vegetale, ad avere compiti funzionali veri e propri, come la
stabilizzazione e il consolidamento del suolo, non limitandosi a rappresentare un elemento
estetico in strutture inerti (Lachat B., Paltrinieri L., 1999).
L
Al contrario dellingegneria tradizionale, in quella naturalistica la funzione degli
inerti soltanto quella di garantire la funzionalit dellopera (per esempio
assicurano la stabilit del pendio o della sponda nel periodo critico della germinazione o
germogliazione e dello sviluppo radicale) per un periodo sufficiente alla completa
affermazione della vegetazione messa a dimora: in seguito, gli elementi strutturali
perdono di importanza (U.S.D.A., 1992).
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1 -
RIVESTIMENTO
VEGETATIVO
IN
RETE
METALLICA
GEOSTUOIA
TRIDIMENSIONALE
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IN
FASE
DI
CAMPO DI APPLICAZIONE
Lutilizzo delle tecniche dellIngegneria Naturalistica, in Italia, sta diffondendosi
sullintero territorio, dopo una prima affermazione nelle regioni alpine: un trend
assolutamente positivo, in quanto questi interventi permettono spesso di risolvere
situazioni di dissesto idrogeologico e, in generale di degrado ambientale, realizzando
interventi che contemporaneamente garantiscono la riqualificazione del territorio e un
basso impatto ambientale, ossia una piena considerazione degli aspetti ecologici,
utilizzando al meglio le conoscenze botaniche, faunistiche e biologiche in generale.
Gli interventi con tecniche di ingegneria naturalistica determinano un ridotto impatto
sul territorio, anzi i molti casi possono apportare sensibili miglioramenti della qualit
ambientale. Inoltre, se razionalmente impiegate e correttamente progettate, le opere di
bioingegneria consentono, se non sempre costi inferiori, senzaltro bilanci energetici pi
favorevole rispetto alle tecniche tradizionali.
FOTO
DEL
2-
MESSA IN SICUREZZA DELLE SCARPATE PER IL RIPRISTINO DELLA PERCORRIBILIT DEI SENTIERI NEL PARCO
VESUVIO.
USATO
LEGNO
DI
CASTAGNO
HTTP://WWW.VESUVIOPARK.IT/PARCO/INTERVENTI.HTM).
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LOCALE
(FOTO
DISPONIBILE
AL
SITO
FOTO
3- BRIGLIA IN LEGNAME E PIETRAME ALLINTERNO DEL PARCO DEL VESUVIO. FOTO DISPONIBILE AL SITO
HTTP://WWW.VESUVIOPARK.IT/PARCO/INTERVENTI.HTM.
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Uno dei motivi alla base della crescente importanza rivestita dalle tecniche di Ingegneria
naturalistica sul territorio nazionale quindi da collegarsi anche alla nuova sensibilit
sociale nei confronti delle aree di interesse naturalistico e paesaggistico, sensibilit che in
Italia ha riscontri normativi ben definiti a partire dalla cosiddetta Legge Galasso (legge
431/85), madre della normativa contemporanea sulla tutela delle aree protette.
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Prime di giungere al nuovo Testo Unico in materia di beni culturali e ambientali, il
Decreto legislativo 490 dellottobre 1999, c unaltra normativa di grande importanza, la
Legge Quadro sulle Aree Protette, la 394/91, che insieme alla 431/85 costituisce la
base di riferimento del Testo Unico del 1999.
Nella 394/91 per la prima volta stata data una rilevanza autonoma alla
conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale del paese.
La Legge non riguardava il paesaggio, ma solo le aree naturali protette; introduceva
per un concetto fondamentale: larea naturale non va confusa con un assetto
meramente urbanistico del territorio.
La Legge Quadro aveva anche il merito di confermare alcune tipologie di area
protetta, aggiungendone di nuove (anche per effetto di deliberazioni successive del
comitato per le aree protette):
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Per le loro caratteristiche infatti, le tecniche di Ingegneria naturalistica sono anche
quelle che meglio si prestano per interventi che devono aver luogo nelle localit
remote e distanti dalla viabilit carrozzabile.
Questa propriet legata al fatto che gli interventi di ingegneria naturalistica
consentono di minimizzare i materiali di apporto esterno allarea di cantiere e
impiegano mezzi meccanici particolarmente adatti ad operare al di fuori da una
viabilit definita, come ad esempio lescavatore ragno e lelicottero.
Gli interventi in localit remote e distanti dalla viabilit carrozzabile, comportano
evidentemente una forte incidenza di manodopera, in quanto molte lavorazioni sono
effettuate completamente a mano: quindi lutilizzo in aree remote , anche per questo
aspetto, efficiente, in quanto garantisce loperativit anche in assenza di cantieri strutturati
convenzionalmente.
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Per il settore naturalistico tali analisi propedeutiche possono prevedere due tipologie di
variabili relativamente allarea di intervento:
Flora e vegetazione: per analizzare e comprendere il locale dinamismo ecosistemico,
importante attivare unanalisi semplificata con ricerche limitate alle componenti biologiche
pi rilevanti in termini di biomassa, ed in particolare alla vegetazione, i cui cambiamenti
sono in genere lindice pi evidente dei processi dinamici che interessano larea oggetto
dellindagine. Le componenti flora e vegetazione rappresentano inoltre ottimi indicatori
della qualit di un ecosistema evidenziando, con le loro variazioni, eventuali
condizionamenti antropici.
Fauna: fondamentale nelle tipologie dintervento che si prefiggono anche scopi di ripristino
ambientale, in modo da evitare che lintervento pregiudichi la sopravvivenza di specie di
interesse ecologico o naturalistico ed in maniera di favorire, invece, un ottimale sviluppo
faunistico dellarea.
Va sottolineato che la fauna riveste un ruolo fondamentale per sostenere lefficacia
dellintervento, per due ordini di motivi:
Date le finalit del presente lavoro, non sar approfondita la tematica relativa alla
fauna, mentre sono necessarie alcune considerazioni per quanto attiene la flora.
Quando lintervento di ingegneria naturalistica prevede lutilizzazione di piante,
necessario verificare che queste possiedano una serie di requisiti, che naturalmente
variano in relazione alle caratteristiche ecosistemiche del territorio nel quale si collocano, e
al tipo di intervento.
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E opportuno precisare che, nel caso di interventi che interessano superfici limitate, opportuno ridurre
lattivit di ricerca ad unindagine speditiva sulla zona circostante larea di intervento; nel caso invece la
superficie interessata sia pi estesa o ricada in unarea di interesse ecologico, opportuno dedicare la
giusta attenzione sia alla zona operativa sia ad un areale pi vasto.
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In ogni caso limpiego dovranno essere rispettate alcune caratteristiche di base che,
in sintesi, devono garantire che le piante siano:
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9- ESEMPIO DI PALIFICATA VIVA DOPPIA SPONDALE DI RECENTE COSTRUZIONE. FOTO SAULI G., IN MANUALE DI
INGEGNERIA NATURALISTICA DELLA REGIONE LAZIO
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La scelta delle specie floristiche e delle tipologie vegetazionali, quindi un fattore
fondamentale per il successo dellintervento di ingegneria naturalistica, e le differenti
necessit progettuali ed ecosistemiche richiedono un accurato studio ecologico della
stazione di intervento.
Tale studio ha il compito di individuare a livello microstazionale (ad esempio in quella
particolare sponda in erosione) i parametri ecologici per la definizione delle specie e delle
tipologie vegetazionali di progetto, unitamente alla individuazione della serie dinamica
evolutiva della vegetazione, con lobiettivo dellaumento della biodiversit.
SEZIONE-TIPO DI UNA ESEMPIO DI PALIFICATA VIVA SPONDALE, TRATTA DALLA SCHEDA 25 DEL MANUALE DI
INGEGNERIA NATURALISTICA DELLA REGIONE LAZIO.
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La conoscenza della serie dinamica della vegetazione costituisce un fattore fondamentale
nella scelta delle tipologie progettuali, dato che al contrario degli inerti utilizzati
nellingegneria tradizionale, la vegetazione impiegata negli interventi di ingegneria
naturalistica non un fattore statico ma, al contrario, un sistema vivente variabile con il
tempo. Tale evoluzione, osservabile, ad esempio, nella capacit di un bosco di
riconquistare un campo abbandonato dalle coltivazioni, procede dalle forme pi
semplici, quelle erbacee, verso quelle strutturalmente pi complesse, come le
piante legnose.
La conoscenza dei contatti seriali e catenali tra le varie tipologie vegetazionali
presenti consente lindividuazione dello stadio dinamico di riferimento per il progetto e la
previsione della sua evoluzione nel tempo tramite i necessari interventi di manutenzione.
Nei progetti di ingegneria naturalistica, solo molto raramente, possibile prevedere la
vegetazione pi evoluta (il bosco) sia per le limitazioni delle condizioni ecologiche (suoli
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primitivi, pendenza elevata, aridit, energia idraulica, e cos via) che per vincoli tecnici
(distanze di sicurezza, ecc.).
L
I passaggi dinamici a partire dagli stadi pionieri erbacei fino a quelli arborei, non sempre
si verificano nello stesso modo nelle varie situazioni ambientali, ed quindi
essenziale, per il successo degli interventi di sistemazione delle aree degradate, la
ricostruzione, con idonee indagini di campagna, delle serie dinamiche reali della
vegetazione nelle varie situazioni ecologiche e geomorfologiche dellarea di progetto
piuttosto che il riferimento a schemi generali.
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TEST DI AUTO-VALUTAZIONE
1. LINGEGNERIA NATURALISTICA CARATTERIZZATA DALLUSO DI:
Materiali biodegradabili;
Piante vive e parti di piante vive da sole o con inerti;
Inerti, rocce, sassi che rispettino lecosistema locale;
Prodotti dellingegneria genetica purch compatibili con lecosistema locale.
2. SE
Identificazione e stabilit;
Identificazione e musealizzazione;
Musealizzazione e sviluppo economico;
Musealizzazione e stabilit.
3. QUALE
MADRE
DI TUTTE LE NORMATIVE IN
..
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TOSCANA:
CIA- CIPAAT TOSCANA:
EMILIA-ROMAGNA:
CSA DI BOLOGNA:
AGRIFORM:
IRFATA:
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