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Marzo 2009
Il presente documento rappresenta il prodotto finale della Linea 3 del Progetto DPCReluis 2005-2008. Esso stato redatto a cura dellunit di ricerca dellUniversit di Roma
La Sapienza e riflette il contributo delle discussioni avute nello sviluppo del progetto con i
partecipanti alla Linea di seguito indicati:
-
AllUniversit di Roma Tre dovuto lesempio applicativo relativo al viadotto Rio Torto,
nel Capitolo 4.
Universit di Roma La Sapienza
prof. ing. Paolo E. Pinto
dott. ing. Paolo Franchin
dott. ing. Alessio Lupoi
CAPITOLO 1: INTRODUZIONE
1.1 PREMESSA
Nel nostro Paese la sensibilit delle autorit preposte e del mondo professionale al
problema della vulnerabilit sismica delle infrastrutture di trasporto e nello specifico dei
ponti si pu considerare molto recente. Una possibile spiegazione data dal fatto che i
danni ai ponti nei due terremoti maggiori avvenuti negli ultimi trentanni: Friuli 1976 e
Irpinia 1980, non hanno avuto conseguenze di particolare rilievo. Nel Friuli la
realizzazione dellinfrastruttura autostradale era appena agli inizi. Nel terremoto Irpino, le
opere darte presenti nel tratto appenninico dellautostrada A16 subirono conseguenze di
qualche rilievo, pi che altro dovute allinadeguatezza degli apparati di vincolo, che
furono prontamente rimosse dallEnte proprietario per mezzo di una sistematica
adozione dellallora innovativa tecnica dellisolamento sismico.
Peraltro occorre osservare che il ritardo evidenziato nella sensibilizzazione al problema
non unesclusiva del nostro Paese. Basti ricordare che dopo il terremoto di San
Fernando nel 1971, che produsse spettacolari collassi di ponti di recentissima costruzione
(Fig. 1.1), furono necessari dodici anni perch venisse pubblicato dalla Federal Highway
Administration (FHWA) un primo documento intitolato Retrofitting guidelines for
Highway Bridges (ATC, 1983). Ancora nel 1989, nonostante fosse gi stato messo in
atto un vasto programma di rinforzo preventivo (rivelatosi del tutto inadeguato), il
terremoto di Loma Prieta evidenzi deficienze di natura sostanziale nelle opere da ponte
in California (Fig. 1.2).
A partire dal 1992, su finanziamento della FHWA, stato intrapreso un ampio
programma di ricerca volto ad approfondire i diversi aspetti del problema della
valutazione e riduzione della vulnerabilit sismica dei ponti.
Il primo prodotto di tale ricerca comparso nel 1995 con il titolo Seismic Retrofit
Manual for Highway Bridges (FHWA-RD-94-052), e i successivi sviluppi trovano oggi
compimento nei documenti Seismic Retrofitting Manual for Highway Structures: Part 1
Bridges e Seismic Retrofitting Manual for Highway Structures: Part 2 Retaining
structures, Slopes, Tunnels, Culverts and Roadways (MCEER-FHWA, 2005).
Capitolo 1: Introduzione
Fig. 1.2 Terremoto di Loma Prieta (1989): sopra, collasso del Cypress Viaduct; sotto,
perdita di appoggio nel viadotto di approccio al East Bay Bridge.
Lo scopo del presente manuale quello di fornire un aiuto per la valutazione dei ponti
esistenti in accordo alle citate linee guida, il testo delle quali presentato nel Capitolo 2.
Per quanto riguarda il progetto delladeguamento, il Capitolo 3 illustra i pi frequenti tipi
di interventi che si rendono necessari per correggere le deficienze rilevate nella
valutazione. Il Capitolo 4 presenta tre esempi di applicazione delle linee guida a ponti con
pile a fusto unico, sia nello stato di fatto che nellipotesi di allargamento. Completano il
manuale due appendici che propongono metodi per trattare due aspetti pi specialistici
dellanalisi delle strutture da ponte: leffetto del moto non-sincrono alla base delle pile e
linterazione, sia cinematica che inerziale, tra struttura e terreno.
1.2 DANNI ALLE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO NEI TERREMOTI
RECENTI
Questo paragrafo descrive, senza pretesa di completezza, le tipologie di danno che pi
frequentemente sono state osservate nei recenti eventi distruttivi citati.
Per quanto riguarda gli impalcati, i quali non hanno generalmente una funzione
preminente di resistenza anti-sismica, i danni sono essenzialmente legati a errori di
concezione cinematica e comprendono il martellamento tra campate adiacenti e la perdita
di appoggio. Questultima dovuta a una lunghezza dappoggio inadeguata agli
spostamenti sotto sisma, e allassenza o a un difetto di resistenza di eventuali ritegni
sismici. Questo danno, molto frequente, risulta in collassi spettacolari come mostrato in
Fig. 1.2 e Fig. 1.3. La necessit di un sovradimensionamento degli appoggi risulta evidente
dalla Fig. 1.4, in cui si pu osservare la cerniera di un ponte ad arco a via inferiore appena
realizzato, tagliata di netto per effetto delle azioni orizzontali.
Fig. 1.3 Perdita di appoggio: ponte Nishinomiya-ko, Giappone, Kobe 1995. In questo caso
erano presenti ritegni sismici assolutamente inadeguati costituiti da bulloni colleganti le
lamiere terminali dellarco e del traverso della campata collassata.
Capitolo 1: Introduzione
I danni di varia entit osservati sulle pile sono generalmente dovuti a difetti di duttilit
flessionale e di resistenza a taglio. Il collasso avviene molto spesso seguendo una
sequenza di snervamento flessionale della pila, degrado ciclico della sezione per
insufficiente confinamento e conseguente decremento della resistenza a taglio. La rottura
osservata denuncia un esaurimento della duttilit flessionale (Fig. 1.5), spesso combinato
con il superamento della resistenza a taglio (Fig. 1.6). Molto pi raramente, su pile tozze,
sono stati osservati collassi a taglio dominante (Fig. 1.7).
Fig. 1.5 Collasso della cerniera plastica per eccesso di deformazione flessionale ciclica,
Viadotto Gothic Avenue (terremoto di Northridge, California, 1994)
Fig. 1.6 Collasso per flessione e taglio, Viadotto Gothic Avenue (terremoto di Northridge,
California, 1994).
Fig. 1.7 Collasso per taglio di una pila: viadotto Wushi (terremoto di Chi Chi, Taiwan,
1999).
Capitolo 1: Introduzione
Fig. 1.8 Terremoto di Kobe, Giappone (1995): collasso del viadotto urbano Hanshin.
Fig. 1.9 Terremoto di Kobe, Giappone (1995): viadotto urbano Hanshin, dettaglio.
Nel caso particolare delle pile a telaio, relativamente diffuso tra i viadotti pi vecchi anche
nel nostro Paese, un ulteriore elemento di vulnerabilit rispetto a quelli descritti dato
dallinadeguato dimensionamento dei nodi trave-pilastro. Un caso di particolare evidenza
mostrato nella Fig. 1.10.
Fig. 1.10 Terremoto di Kobe, Giappone (1995): danni su una pila a telaio, viadotto
Shinkansen a Kobe.
10
PVR
81%
SLD (danno)
63%
SLV (salvaguardia della vita) 10%
SLC (collasso)
5%
Nella Norma lintensit sismica specificata in termini del periodo medio di ritorno TR .
Questultimo si ricava in funzione della probabilit PVR e di VR tramite la relazione:
TR = V R ln 1 PVR
(2.1)
Per le strutture esistenti generalmente ammesso verificare i soli stati limite ultimi, in
alternativa lo stato limite di salvaguardia della vita (SLV) o quello di collasso (SLC)
(DM2008, para 8.3), cos definiti:
-
SLC: A seguito del terremoto la costruzione subisce gravi rotture e crolli dei
componenti non strutturali e impiantistici, e danni molto gravi dei componenti
strutturali; la costruzione conserva ancora un margine di sicurezza per azioni
verticali e un esiguo margine di sicurezza nei confronti del collasso per azioni
11
La capacit di rigidezza e resistenza alle azioni verticali non risulta compromessa se per effetto
dellazione sismica lescursione inelastica massima (e quindi gli spostamenti residui) risulta limitata.
Indicazioni quantitative sui limiti di duttilit sono fornite al paragrafo 2.4.5.
La scelta di adottare per unopera un valore di PVR <63% per lo SLD (criterio di mantenimento della
transitabilit per sisma intenso) spetta alle Autorit competenti.
Esempio 2-1. Un ponte di importanza normale appartiene alle opere ordinarie, cui corrisponde
una vita nominale V N 50 anni. Se linterruzione del traffico sul ponte (superamento dello
SLV/SLC) non provoca situazioni di emergenza (ad es. il ponte non costituisce lunica via di
accesso a un centro abitato) esso ricade nella classe duso II, cui corrisponde un coefficiente
C U = 1 . La vita di riferimento vale pertanto VR = V N C R = 50 1 = 50 anni. Per tale ponte
possibile verificare solo un stato limite ultimo, SLV o SLC. Con riferimento allo SLV la probabilit
di superamento massima ammessa vale 10%. Il corrispondente periodo medio di ritorno vale 475
anni.
Esempio 2-2. Un viadotto di caratteristiche ordinarie, classificato come strategico dal punto di
vista funzionale, ha ancora una vita nominale di 50 anni ma ricade in classe duso IV cui
corrisponde un coefficiente C U = 2.0 . Tale opera deve essere verificata sia per uno stato limite
ultimo che per uno di esercizio. Per lo SLV la probabilit del 10% in VR = 2 50 = 100 anni
corrisponde a un periodo medio di ritorno di 949 anni. Per lo SLD una probabilit di superamento
del 50%<63% in 100 anni corrisponde a un periodo medio di ritorno di 144 anni ( TR = 100 anni
per PV = 63% ).
R
12
Nellallegato i valori dei parametri sono forniti in funzione del periodo medio di ritorno TR . Se il
valore fornito non tra quelli in tabella si pu interpolare in accordo alla formula:
1
p
T
T
log p = log p1 + log 2 log R log R 2
p1
TR 1
TR 1
nella quale p il valore del parametro di interesse ( a g , F0 o TC* ), TR1 e TR 2 sono i valori di TR
pi prossimi per i quali si dispone dei valori di p .
13
Descrizione
(abbreviata)
VS30
>800
360-800
180-360
<180
S1
S2
SS
CC
1.0
1.0
ag
g
ag
g
ag
g
ag
g
1.2
1.1(TC* )
1.5
1.05(TC* )
1.8
1.25(TC* )
1.6
1.15(TC* )
0.2
0.33
0. 5
0.4
<100
Terreni suscettibili di
liquefazione
Superficie topografica
Ubicazione opera
ST
T1
Pianeggiante (i<15)
T2
Pendio (i>15)
1.2
T3
1.2
T4
1.4
1.0
14
T
1 T
1
a g S S STF0 +
T
F0 TB
B
a g S S STF0
= 10 (5 + ) 0.55
a g S S STF0
a g S S STF0
a g S S ST
TB = TC 3
TC
T
TC = CC TC*
TC TD
T2
TD = 4.0 a g g + 1.6
Sa (g)
0,8
0,7
0,6
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0,0
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
Periodo T (s)
Fig. 2.2 Spettri di verifica per lo SLV per le opere dell'Esempio 2.1
e dellEsempio 2.2 per il sito di Barberino al Mugello.
15
T TE
d g F0 + (1 F0 )
T
F TE
d g = 0.025a g S S ST TCTD
d g F0
dg
T
S e (T )
TB
TE
TD
TC
TF = 10s
d g = 0.025a g S s S T TC TD
(2.2)
)[
)]
(2.3)
d ij 0 = 1.25 d gi d gj
(2.4)
(2.5)
dove dij0 e dij,max sono rispettivamente lo spostamento relativo tra punti a piccola distanza
(x<20m) e quello massimo nellipotesi di completa indipendenza del moto in i e j. Gli
spostamenti dgi e dgj si calcolano secondo la (2.2) in accordo alle caratteristiche locali di
suolo.
16
Nel caso sia necessaria unanalisi spaziale lazione sismica deve essere rappresentata da
gruppi di tre storie temporali diverse agenti contemporaneamente nelle tre direzioni
assunte come principali.
Condizioni di coerenza con lo spettro elastico in accelerazione
Gli accelerogrammi, artificiali, simulati o naturali (registrati), devono essere coerenti con
lo spettro di risposta elastico in accelerazione di cui al punto 2.3.1. La coerenza con lo
spettro da verificare in base alla media delle ordinate spettrali ottenute con i diversi
accelerogrammi per un coefficiente di smorzamento viscoso equivalente del 5%.
L'ordinata spettrale media non dovr presentare uno scarto in difetto superiore al 10%,
rispetto alla corrispondente ordinata dello spettro elastico, in alcun punto dell'intervallo di
periodi 0,15s2,0s e 0,15s2T, in cui T il periodo fondamentale di vibrazione della
struttura in campo elastico. Nel caso di ponti con isolamento sismico, il limite superiore
dellintervallo di coerenza assunto pari a 1,2 Tis , essendo Tis il periodo equivalente della
struttura isolata, valutato per gli spostamenti del sistema disolamento prodotti dallo
stato limite in esame.
Accelerogrammi artificiali
Il numero di accelerogrammi artificiali o, per analisi spaziali, di gruppi di accelerogrammi
artificiali, deve essere almeno pari a 5, salvo i casi specificati al successivo punto 2.3.5. Nel
caso di gruppi di accelerogrammi ogni componente potr essere generata in maniera
indipendente con gli stessi criteri (di spettro-compatibilit, durata, etc).
La durata degli accelerogrammi artificiali deve essere coerente con i valori della magnitudo
e degli altri parametri fisici che determinano lintensit sismica locale in termini di spettro
di risposta (ovvero i parametri a g , TC* e CC ). In assenza di studi specifici la durata della
parte pseudostazionaria degli accelerogrammi deve essere almeno pari a 10s. La parte
pseudo-stazionaria deve essere preceduta e seguita da tratti di ampiezza crescente da zero
e decrescente a zero.
Accelerogrammi naturali registrati
Il numero di accelerogrammi naturali registrati o, per analisi spaziali, di terne di
accelerogrammi naturali registrati, deve essere almeno pari a 10.
17
(magnitudo, stile di fagliazione) simili a quelle del sito dove ubicata lopera in esame e b)
che siano soddisfatte le condizioni di coerenza con lo spettro di riferimento sopra
riportate.
Registrazioni naturali del moto sismico possono essere trovate ad esempio in una delle due basi dati
seguenti:
-
European Strong Motion Data Base (ESD), presso lImperial College di Londra
http://www.isesd.cv.ic.ac.uk/ESD/frameset.htm
Il programma REXEL (Iervolino et al, 2008) agevola molto la selezione delle registrazioni compatibili
con lo spettro di normativa, che viene automaticamente generato (a partire dalle coordinate geografiche, la
vita di riferimento, lo stato limite, la categoria di suolo, etc), permettendo inoltre di specificare anche il
campo di variabilit di magnitudo e distanza nel quale cercare ile registrazioni. Lesempio successivo
mostra una selezione mediante il programma REXEL.
Esempio 2-4. Si vogliono selezionare 7 registrazioni naturali dalla base dati ESD utilizzando
REXEL per il sito di Barberino del Mugello, su categoria di suolo B per un periodo medio di
ritorno di 475 anni (SLV, struttura ordinaria). I dati necessari sono mostrati nella Fig. 2.4, che
riporta la maschera di input del programma. Si sono preselezionate registrazioni con magnitudo e
distanza rispettivamente comprese tra 5.5 e 6.5, e 10km e 20km. La tolleranza, sullintervallo di
periodi compreso tra 0,15s e 2.0s, stata assegnata pari a 10%.
La Fig. 2.5 mostra lo spettro di risposta delle registrazioni selezionate, il corrispondente spettro
medio, lo spettro di normativa con le corrispondenti tolleranze inferiore e superiore.
La Fig. 2.6 mostra infine le storie di accelerazione selezionate, gi affette dal valore di scala
necessario per soddisfare i requisiti di spettro-compatibilit assegnati.
18
Fig. 2.4 Maschera di input di REXEL, selezione registrazioni per Barberino del Mugello.
Fig. 2.5 Confronto tra gli spettri di risposta delle registrazioni selezionate e lo spettro
obiettivo.
a(t) (m/s 2)
a(t) (m/s 2)
a(t) (m/s 2)
a(t) (m/s 2)
a(t) (m/s 2)
a(t) (m/s 2)
a(t) (m/s 2)
0
-2
2
10
10
10
10
10
12
14
16
18
20
12
14
16
18
20
12
14
16
18
20
12
14
16
18
20
10
12
14
16
18
20
0
-2
20
0
-2
18
0
-2
16
0
-2
14
0
-2
12
0
-2
19
10
t (s)
12
14
16
18
20
Accelerogrammi simulati
Luso di accelerogrammi generati mediante simulazione fisica della sorgente e della
propagazione, in numero comunque non inferiore a 10, ammessa, a condizione che: a)
siano adeguatamente giustificate le ipotesi relative alle caratteristiche sismogenetiche della
sorgente (magnitudo, stile di fagliazione), del cammino di propagazione (distanza) e alle
20
condizioni del suolo del sito e b) che siano soddisfatte le condizioni di coerenza con lo
spettro di riferimento sopra riportate.
2.3.5 Variabilit spaziale del moto
Nei punti di contatto dellopera con il terreno (fondazioni delle pile, spalle), il moto
sismico generalmente diverso, a causa del suo carattere intrinsecamente propagatorio,
delle disomogeneit e delle discontinuit eventualmente presenti, e della diversa risposta
locale del terreno dovuta a particolari caratteristiche meccaniche e morfologiche.
Gli effetti della variabilit spaziale del moto devono essere considerati nellanalisi quando
le propriet del suolo lungo il ponte variano in misura tale che non sia possibile associare
ununica categoria di suolo di fondazione (Tabella 2.4) ai punti di contatto con il terreno.
Gli effetti sulla struttura della variabilit spaziale del moto possono essere valutati
mediante analisi accurate utilizzando modelli rappresentativi della variabilit spaziale del
moto per la generazione di storie sismiche distinte in tutti i punti di contatto dellopera
con il terreno. Modelli di questo tipo sono presentati nellAppendice A.
In alternativa un criterio approssimato e prudenziale per tener conto della variabilit
spaziale del moto consiste nelleseguire lanalisi dinamica della struttura con
accelerogrammi distinti sotto ogni pila, ciascuno compatibile con il relativo spettro di
risposta (trascurando cio la correlazione spaziale tra i moti ai supporti).
2.3.6 Considerazione della componente verticale dellazione sismica
Gli effetti della componente verticale del moto sismico sulle pile possono in generale
essere trascurati. Devono essere considerati ai fini della verifica degli apparecchi di
appoggio e degli impalcati precompressi.
2.3.7 Combinazione delle componenti ortogonali del sisma
Se l'analisi della risposta viene eseguita in campo lineare, la risposta pu essere calcolata
separatamente per ciascuna delle tre componenti e gli effetti combinati successivamente
applicando una delle seguenti regole:
2
Ed = EdX
+ EdY2 + EdZ2
(2.6)
(2.7)
oppure
21
dove + si legge combinato con, EdX , EdY , EdZ indicano gli effetti delle componenti
dirette secondo gli assi X, Y e Z, e le componenti vanno ruotate per ottenere il massimo
di Ed .
La regola (5) deve essere applicata prendendo per ogni effetto (ad es. lo sforzo normale, il momento
flettente, la curvatura) il massimo:
E + Gk + Pk
(2.8)
dove:
E
Gk
Pk
Fd = g G k + p Pk + q Q k1 + q ( 0i Q ki )
i =2
(2.9)
22
Geometria dellopera nel suo stato attuale. Essa pu essere desunta dai disegni
costruttivi originali o, a vantaggio di pi sicura attendibilit, dai disegni di
contabilit. Ci si estende naturalmente anche alle eventuali variazioni introdotte
a seguito di interventi di rilevanza strutturale successivi alla costruzione. In
mancanza della documentazione suddetta, necessario procedere a un rilievo
completo della geometria e a indagini conoscitive a campione sulle fondazioni.
23
Il livello di conoscenza acquisito sulla base delle indagini e degli approfondimenti di cui al
punto 2.4.1 determina il metodo di analisi e il valore del fattore di confidenza da applicare
alle propriet dei materiali (vedi Tabella 2.6).
Per le opere da ponte si deve in generale acquisire un livello di conoscenza accurata
(LC3), salvo casi eccezionali per i quali, su indicazione della Committenza, ammesso
acquisire un livello di conoscenza adeguato (LC2).
La richiesta del livello di conoscenza accurato giustificata in primo luogo dallimportanza strategica delle
opere da ponte, e in secondo luogo in considerazione dellassenza di elementi non strutturali che limitino
laccessibilit delle strutture.
24
Geometria
(carpenterie)
LC2
Da disegni di
carpenteria
originali con
rilievo visivo a
LC3 campione
oppure
rilievo ex-novo
completo
Dettagli strutturali
Metodi di FC
analisi
1.20
1.00
Tabella 2.7 Requisiti quantitativi relativi ai rilievi e alle prove sui materiali.
Verifiche
limitate
Verifiche
estese
Verifiche
esaustive
Nel caso in cui lanalisi sia di tipo non lineare, il modello strutturale deve poter seguire
levolversi dello stato tensionale e deformativo della struttura oltre la fase elastica,
prodotto dalla formazione di un numero crescente di zone plasticizzate. La
plasticizzazione pu essere considerata concentrata alle estremit degli elementi in
cerniere plastiche, il cui comportamento pu essere definito da un legame momentocurvatura bilineare o multi-lineare, purch in grado di tener conto dellinfluenza dello
sforzo normale, quando necessario. Ove disponibili sono da preferire modelli pi accurati
25
in grado di descrivere la plasticizzazione diffusa (non concentrata alle sole estremit) degli
elementi, sulla base del comportamento di numerose sezioni interne, ottenuto
dallintegrazione sulla sezione stessa dei legami costitutivi non lineari dei materiali
componenti.
Legami costitutivi per analisi non lineari
I legami costitutivi riportati nel seguito costituiscono un riferimento consolidato ai fini
dellanalisi non lineare e delle verifiche degli elementi strutturali. E possibile utilizzare
legami alternativi riportati in letteratura se adottati in codici di calcolo di comprovata
affidabilit.
Il legame costitutivo di Mander, proposto per il conglomerato, riportato nella Fig. 2.7a.
La definizione di tale legame per un conglomerato non confinato richiede la conoscenza
della resistenza cilindrica f c e del modulo elastico iniziale Ec . In presenza di
confinamento sono necessari in aggiunta il valore della percentuale geometrica di
armatura trasversale della relativa tensione di snervamento f y .
Il legame descritto dalla relazione:
c
f cc
xr
r 1+ xr
(2.10)
dove :
x = c c 1c
(2.11)
r = Ec (Ec Esec )
(2.12)
Esec = f cc c 1c
(2.13)
f cc = f c c
(2.14)
c = 2.254 1 + 7.94
e
fc
e
fc
1.254
(2.15)
(2.16)
26
confinato, A s rappresenta larea complessiva dei bracci di staffe presenti in ciascuna delle
due direzioni (sezioni rettangolari, il valore della tensione di confinamento si prender
pari a e = ex ey ) o larea della staffa circolare/spirale.
Tabella 2.8 Modello di Mander: tensione di confinamento e suoi fattori.
Sezione Rettangolare
Circolare
Staffe circolari
fy
x = Asxbc/(bchcs)
0.5fy
Dc2
s = 4 As /(Dc s )
4
= Dc As /
y = Asyhc/(bchcs)
s
= 1
2bc
Spirale
s
1
2h
c
n
i =1 bi2
6
b
h
c c
s
= 1
2 Dc
= 1
2D
Per quanto riguarda lacciaio, vengono dati come riferimento due legami costitutivi, quello
bilineare e quello non lineare isteretico di Menegotto-Pinto. Il primo rappresenta
unapprossimazione accettabile per lanalisi momento-curvatura monotona di sezione. Il
secondo uno di quelli indicati per lo svolgimento di analisi dinamiche non lineari.
La definizione del legame bilineare richiede la conoscenza del valore della tensione di
snervamento f y , del modulo elastico Es e del rapporto di incrudimento b .
Il legame di Menegotto-Pinto mostrato in Fig. 2.7b. La definizione di tale legame
richiede la conoscenza del valore della tensione di snervamento f y , del modulo elastico
Es , del rapporto di incrudimento b , delle costanti della funzione di transizione R che
regola leffetto Bauschinger: R 0 , a 1 , a 2 . Il legame descritto dalla relazione:
* = b * + (1 b ) * 1 + *
1
R
(2.17)
dove :
* = ( r ) ( 0 r )
(2.18)
* = ( r ) ( 0 r )
(2.19)
R ( ) = R 0 a 1 (a 2 + )
(2.20)
27
Ai fini dellanalisi strutturale, sia essa lineare o non lineare, si utilizzano le caratteristiche
meccaniche medie dei materiali. Nelle espressioni precedenti pertanto f c = f cm ,
Ec = Ecm , etc.
Se il modulo iniziale di deformazione del conglomerato non determinato
sperimentalmente, si pu fare uso delle correlazioni tra il modulo e la resistenza
disponibili in letteratura, quale ad esempio quella fornita nel DM2008 (cap.11):
0.3
Ecm = 22000( f cm 10 ) con f cm e Ecm in MPa .
*
R0
R( 2 )
Ec
f cc
Esec
fc
(a)
c1 cu
c1c
cuc
(b)
R(1 )
c
2
Ec I eff =
M R (N )
(2.21)
nella quale = 1.2 un fattore di correzione che tiene conto della maggiore rigidezza
della parte di pila non fessurata, M R (N ) il momento ultimo della sezione di base
calcolato per il valore permanente dello sforzo normale e y la curvatura di
snervamento. In generale i valori del momento M R (N ) e della curvatura y si
ottengono da unanalisi momento-curvatura della sezione.
28
29
(2.22)
Laltezza di tale massa dalla base per lanalisi in direzione trasversale (vedi Fig. 2.8) data
dallespressione:
H
(m
pulv
(2.23)
Per lanalisi in direzione longitudinale, laltezza efficace pari alla distanza del piano degli
apparecchi di appoggio dallestradosso della fondazione.
Mt=Vb(H-Hp)
Hp
Himp
H
Vb
Mb=VbH
Fig. 2.8 Altezza efficace per analisi in direzione trasversale.
Il primo passo consiste nella determinazione del legame momento-curvatura della sezione
di base nel piano di flessione considerato e per il valore del carico assiale agente. La curva
cos ottenuta viene successivamente bilinearizzata come indicato schematicamente in Fig.
2.9.
V
H
Vu
Vy
Mu
My
sezione
di base
30
Nellipotesi che la pila si mantenga in campo elastico fino al raggiungimento del momento
di snervamento M y alla base (Fig. 2.10, sinistra), il corrispondente spostamento in
sommit dato dallespressione:
1
y = yH 2 /3
(2.24)
u = y + ( u y ) l p (H l p / 2 )
(2.25)
y V
My
y u
lp
Mu
(2.26)
max = S De (T )
max =
T TC o q * 1
S De (T )
T
1 + (q * 1) C T < TC
*
q
T
(2.27)
31
dove q * = mS e (T ) / V y .
La forza di taglio per la verifica della pila si ottiene direttamente dal diagramma forzaspostamento in corrispondenza dello spostamento massimo di risposta max .
La forza di taglio per la verifica degli apparecchi di appoggio vale:
Vapp = 1.25
m imp
mi
V ( max )
(2.28)
dove il fattore 1.25 ha lo scopo di garantire una maggiore livello di protezione agli
apparecchi di appoggio e il taglio V ( max ) la forza fornita dal legame V in
corrispondenza dello spostamento di risposta.
In direzione longitudinale la massa totale data dallespressione:
m = mi
(2.29)
V
Pila 1
Pila 2
Vu1
Vy1
Vu2
Vy2
y1 y2
u1u2
Fig. 2.11 Direzione longitudinale: legame complessivo a partire dai legami di pila.
32
Nel caso di appoggi mobili su pile e spalle necessario verificare che non vi sia rischio di
perdita dappoggio dellimpalcato. Tale verifica si ritiene superata se la lunghezza di
appoggio pari o superiore a:
(2.30)
La verifica di applicabilit del metodo, che deve essere svolta a posteriori, potrebbe
risultare negativa a causa di un numero ridotto di elementi. In tal caso il metodo potrebbe
comunque venire applicato, nellipotesi che si effettuino interventi su questi elementi tali
da riportare il rapporto max / min entro il limite indicato.
In alternativa anche consentito di eseguire la verifica mediante analisi modale con
spettro di risposta ridotto del fattore di struttura q (punto 3.2.3.5 del DM2008). In questo
Ovviamente deve risultare max > 1 altrimenti la risposta del ponte elastica.
33
il valore ottenuto dall'analisi nel caso in cui i momenti alle estremit dell'elemento
non raggiungono il rispettivo valore plastico ( 1 )
il valore:
V = VG +
M R 1 (N ) + M R 2 (N )
L
(2.31)
(a)
(b)
(c)
Fig. 2.12 Rotazione rispetto alla corda: (a) fusto unico, (b) portale multiplo, (c) a telaio.
34
Analisi mono-modale
Il metodo consiste nell'applicazione a un modello non lineare del ponte di un sistema di
forze statiche di intensit crescente fino al raggiungimento della capacit massima del
sistema in termini di resistenza o di deformabilit, nella successiva trasformazione della
curva taglio alla base-spostamento di un grado di libert di controllo in un sistema
bilineare equivalente, e quindi nella determinazione della risposta di tale sistema al sisma
di verifica.
Ci avviene applicando alla struttura un sistema di forze di intensit crescente dato da:
f = M
(2.32)
dove M la matrice delle masse e la prima forma modale deve essere normalizzata
ponendo pari a 1 lo spostamento del grado di libert di controllo. Questultimo coincide
con il grado di libert caratterizzato dal massimo spostamento modale. Lintensit cresce
fino al raggiungimento della capacit ultima della struttura. Il risultato dellanalisi viene
espresso in termini di curva taglio alla base (somma delle forze applicate Vb = f i )
spostamento in sommit u .
Si definisce quindi il coefficiente di partecipazione modale:
= T M1
) (
(2.33)
(2.34)
u* = u /
(2.35)
35
E
1 * *
V y u y + V y* u u* u *y = E u *y = 2 u u* *
2
V y
(2.36)
2Vu* u u k y (u u* ) 2 E
1 * * 1 *
V y u y + V y + Vu* u u* u *y = E u *y =
Vu* k y u u*
2
2
)(
(2.37)
Noto u *y la rigidezza elastica risulta pari a: k = V y* / u *y , da cui segue il periodo elastico del
sistema bilineare T * :
T * = 2 m * k
(2.38)
Vu*
A2 = A1
V y*
V y*
A1
A1
A2 = A1
1
ky
(a )
u *y
(b )
uu*
u *y
uu*
Fig. 2.13 Bilinearizzazione con il criterio delle aree uguali: a) incrudimento nullo, b)
incrudimento non nullo.
36
(2.39)
con q * = m * S e (T * )/V y* .
Si osserva che le caratteristiche del sistema bilineare equivalente dipendono dalla scelta dello spostamento
ultimo u u* a partire dal quale si impone lequivalenza delle aree, il quale deve coincidere con il valore
*
. Ci comporta lesigenza di iterare fino al raggiungimento di tale condizione.
della risposta u max
Una volta determinata la risposta massima delloscillatore equivalente possibile
determinare quella della struttura moltiplicando per il fattore di partecipazione
*
u max = u max
: lo stato della struttura quello corrispondente a tale spostamento massimo
nel punto di controllo. La verifica consiste nel controllare che in tale configurazione della
struttura le domande di duttilit siano compatibili con le rispettive capacit e che le forze
di taglio siano minori delle rispettive resistenze.
Analisi multi-modale
Il metodo consiste nei seguenti passi:
1. Effettuazione dellanalisi modale e selezione dei modi significativi
2. Per ciascun modo selezionato effettuazione dellanalisi statica non lineare in
modo analogo a quanto indicato con riferimento al caso mono-modale e in
particolare:
a. Applicazione di una distribuzione di forze modali crescenti: f i = M i
fino al raggiungimento di uno spostamento massimo predefinito o di un
significativo degrado nel taglio alla base Vb
b. Determinazione del sistema a un grado di libert equivalente nelle due
direzioni principali del sisma mediante le relazioni:
V iX* = V b / iX u iX* = u i ,c /(iX i ,c )
V iY* = V b / iY u iY* = u i ,c /(iY i ,c )
c.
d. Determinazione
dei
periodi
TiX* ,Y = 2 m i* / kiX* ,Y
delle
e.
f.
37
Determinazione
degli
spostamenti
massimi
effettivi
*
u i ,c , max X ,Y = iX ,Y i ,c u i , max X ,Y e delle corrispondenti configurazioni
deformate della struttura.
Calcolo delle grandezze di risposta di interesse D E ,i e D E ,i per
X
,i
ottenute mediante la
regola (2.49).
u =
LV
3
(2.40)
lp
1
y + u y l p 1
el
2 LV
(2.41)
38
1 h x
min (N ;0.55 Ac f c ) + 1 0.05 min 5; , pl
el 2 L V
L
0.16 max(0.5;100 tot ) 1 0.16 min 5; V
h
))
f c Ac + V w
(2.42)
dove:
el = 1.15
h = altezza totale della sezione
d = altezza efficace della sezione
x = profondit dell' asse neutro
N = sforzo normale, positivo di compressione, posto uguale a zero se di trazione
L V = M/V luce di taglio
Ac = area della sezione bd per sezione rettangol are, D c2 /4 per sezione circolare
D c = diametro nucleo confinato
A sw
c = copriferro
))
el
Ac f c
L
(1 + 0.25 max(1.75;100 tot )) 1 0.2 min 2; V f c b w z
h
VR , max =
39
(2.43)
Appoggi
Gli apparecchi di appoggio fissi devono essere in grado di trasmettere, mantenendo la
piena funzionalit, le forze di taglio in testa alle pile indotte dallazione sismica di verifica,
incrementate del fattore R = 1.20 .
Gli appoggi mobili devono essere in grado di consentire, mantenendo la piena
funzionalit, lo scorrimento massimo indotto dallazione sismica di verifica.
Nel caso di appoggi mobili su pile e spalle necessario verificare che non vi sia rischio di
perdita dappoggio dellimpalcato. Tale verifica si ritiene superata se la lunghezza di
appoggio pari o superiore a:
L min = L 0 + d rel , g + d rel ,s
(2.44)
Formato di verifica
Indicando con Dx e D y le quantit di domanda determinate dallanalisi (spostamenti,
rotazioni, forze di taglio) nei due piani di principali flessione di un elemento, e con C x e
C y le corrispondenti capacit, la forma generale di verifica data dallespressione:
Dx
C
x
+ y
C y
(2.45)
(V
u , x )2 + ( y u , y )2 1
V u , x )2 + V y V u , y
(2.46)
(2.47)
40
[( xE , i )2 + ( xE , i )2 ]
N
i =1
(2.48)
[( xE
N
i =1
,i
) (
G 2 + xE
,i
)]
2
(2.49)
per lanalisi statica non lineare, dove la sottrazione delleffetto dei carichi gravitazionali
dalla risposta modale per ciascuna direzione del sisma necessaria in quanto
lapplicazione delle forze orizzontali per ogni distribuzione modale preceduta da quella
dei carichi gravitazionali. Analogamente per la domanda nel piano di flessione ortogonale
y .
Esempio 2-5. Applicazione della regola di combinazione dei contributi modali a un ponte in
curva. La Fig. 2.14 mostra i primi due modi di vibrazione di un viadotto continuo a tre campate, di
luci 40m, 50, 40m, con pile alte rispettivamente 20m e 30m, con asse curvilineo di raggio 150m.
Nella figura evidenziato, per ogni modo, lo spostamento in testa a una delle pile, con le
corrispondenti componenti secondo gli assi globali X e Y. Il contributo allo spostamento D
trasversale allasse dellimpalcato (parallelo allasse x della sezione rettangolare cava della pila)
fornito dal modo iesimo eccitato dal sisma X dato dallespressione:
Y1
X1
Modo 2 T=0.246s
Y2
X2
Fig. 2.14 Due modi di vibrazione di un ponte con asse longitudinale curvilineo.
41
La Tabella 2.9 riporta i valori relativi allesempio. Lo spostamento trasversale in accordo alla (2.48)
risulta pari a D = 1.28 cm.
Tabella 2.9 Esempio di applicazione della regola di combinazione.
Modo
T(s)
Se (g)
SDe (m)
0.286
0.5
0.010173
3.24
35.78
0.0049
0.0329
0.0011
0.0121
0.246
0.5
0.007526
-15.71
7.3
0.0109
0.0215
-0.0037
0.0017
Nel caso particolare dei ponti isostatici con pile a fusto unico (punto 0) le verifiche di
deformabilit e resistenza assumono rispettivamente la forma:
(V
u ,T )2 + ( L u , L )2 1
(2.50)
V u ,T )2 + (V L V u , L )2 1
(2.51)
u ,T =
u ,L =
el
1
el
y ,T
+ u ,T y ,T l p H l p / 2
) (
)]
(2.52)
y ,L
+ u ,L y ,L l p H l p / 2
) (
)]
(2.53)
dove el = 1.5 . Per la verifica allo SLV il valore limite degli spostamenti si assume pari a
di quello ultimo. La resistenza a taglio si calcola come indicato in 2.4.5.
Nel caso di analisi dinamica non lineare, possibile utilizzare un formato di verifica pi
accurato in cui si calcola il rapporto domanda/capacit tenendo conto a ogni passo
dellanalisi della variazione delle capacit con lo sforzo normale N:
D x (t ) D y (t )
1
+
max
t
C x (N (t )) C y (N (t ))
2
(2.54)
Spalle e fondazioni
Per la verifica delle spalle e delle fondazioni sotto lazione sismica trasmessa dalla
sovrastruttura e dal terreno, valgono le indicazioni applicabili alle opere di nuova
progettazione, di cui ai punti 7.11.5 e 7.11.6 del DM2008.
44
Fig. 3.1 Esempio di ritegni sismici longitudinali e trasversali (Furlanetto et al, 2008).
45
46
Camicia in
calcestruzzo
Staffe o
spirale
Cravatte
Pila esistente
Pila esistente
Barre annegate
nella fondazione
47
(b)
Camicia
metallica
12 mm
Lasco 20 mm
(c)
(d)
25 mm
Camicia
metallica
Trave perimetrale
Camicia
metallica
12 mm
Armatura
esistente
Tirafondi
48
Fig. 3.5 Esempio di fasciatura con FRP per incrementare la resistenza a taglio e flessione
(sperimentazione presso lo EUCENTRE nellambito del Progetto DPC-Reluis - Linea 3).
49
Un altro tipo di fibre utilizzate sono quelle di arramidio, che sono meno rigide di quelle di
carbonio, motivo per cui sono pi adatte allutilizzo su pile a sezione (leggermente)
variabile. Vengono confezionate in fogli, barre, nastro intrecciato e non. I fogli e le barre
sono quelli impiegati nel rinforzo dei ponti. In particolare i fogli sono utilizzati per le
fasciature, mentre le barre sono utilizzate per precomprimere le fondazioni (vedi 3.4) o
come connessione tra i lati di camicie in calcestruzzo nel caso di pile rettangolari
allungate.
Fig. 3.6 Esempio di fasciatura con CFRP previa realizzazione di un profilo ellittico intorno
alla sezione rettangolare esistente (Furlanetto et al, 2008).
50
risultato finale una pila a setto di rigidezza e resistenza molto elevate nella piano del
nuovo muro (Fig. 3.7).
Fig. 3.7 Realizzazione di un setto tra i due ritti di una pila a portale.
51
Un altro intervento che viene a volte adottato per ridurre le spinte sismiche sul paramento
della spalla il rimpiazzo del riempimento a tergo con un materiale di peso inferiore e
caratteristiche meccaniche migliori.
Per quanto riguarda la fondazione delle spalle gli interventi possibili sono quelli descritti
al paragrafo successivo con riferimento alle pile.
(a)
(b)
Fig. 3.8 Rinforzo spalle mediante camicia in c.a. e tiranti: a) spalla a mensola b) spalla a
gravit (progetto SPEA, A14)
3.4.2 Fondazioni
Lintervento sulle fondazioni pu rendersi necessario nel caso in cui la fondazione
esistente non sia adeguata a trasmettere al terreno le forze provenienti dalla
sovrastruttura, valutate per unazione sismica di verifica che in generale maggiore di
quella del progetto originale. Inoltre, nel caso in cui la pila o la spalla sia stata rinforzata
occorre, in ossequio al principio di gerarchia delle resistenze, verificare che la fondazione
sia in grado di sopportare le nuove aumentate forze che lelevazione pu trasmettere.
Lintervento infine sempre necessario quando la pila viene allargata per accogliere un
impalcato di larghezza maggiore.
La porzione di fondazione di nuova realizzazione costituita da un plinto normalmente
fondato su micropali. La geometria del plinto riprende quella del plinto esistente nel caso
di allargamento, e lo ingloba quando occorre nel caso di rinforzo. In entrambi i casi il
problema principale quello della solidarizzazione delle due porzioni del plinto in modo
52
30.0
8.0
30.0
14.1
30.0
19.47
30.0
17.1
30.0
11.15
30.0
54
9.5
3.2
3.2
0.4
3.0
2.2
0.4
32+3220
1.0 1.7
2.2
1+112/20
(a)
(b)
Fig. 4.2 (a) Sezione dell'impalcato esistente (b) Sezione della pila.
Le fondazioni delle pile sono costituite da un plinto quadrato (~7.20 m 7.20 m 2.0 m)
fondato su cinque pali 1500. Le spalle, di modesta altezza, hanno struttura in c.a. e
fondazione diretta.
7.2
7.2
4.8
2.0
7.2
4.8
4.8
55
elastici per le due componenti, orizzontali, e per i due stati limite SLV (probabilit di
superamento in VR pari al 10%, da cui TR = 949 anni) e SLC (probabilit di superamento
in VR pari al 5%, da cui TR = 1950 anni) sono riportati nella Tabella 4.2. La Fig. 4.4
mostra il grafico degli spettri per i due stati limite.
Tabella 4.1 Parametri dello spettro di risposta elastico in accelerazione.
TR (anni)
30
50
72
101
140
201
475
975
2475
ag (g/10)
0.742
0.960
1.143
1.327
1.525
1.765
2.447
3.140
4.267
Fo
2.403
2.353
2.320
2.312
2.306
2.303
2.341
2.365
2.398
TC* (s)
0.270
0.278
0.284
0.288
0.294
0.304
0.325
0.342
0.359
ag (m/s2)
Fo
TC*
SS
TB
CC
TC
TD
dg (m)
vg (m/s)
SLV
3.05
2.36
0.34
1.11
1.11
0.16
1.36
0.47
2.85
0.11
0.25
SLC
3.87
2.39
0.36
1.02
1.02
0.16
1.35
0.48
3.18
0.15
0.30
SLC
SLV
Sae - m/s2
10.0
9.0
8.0
7.0
6.0
5.0
4.0
3.0
2.0
1.0
0.0
0.0
T-s
0.5
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
Fig. 4.4 Spettri di risposta elastici in accelerazione per i due stati limite considerati.
56
4.2.3 Analisi
Trattandosi di un viadotto con impalcato a travi semplicemente appoggiate e pile a fusto
unico, si fa riferimento al metodo di analisi semplificato presentato in 2.4.4. Il metodo
prevede che in direzione trasversale lanalisi venga effettuata individualmente pila per pila,
e che in direzione longitudinale lanalisi venga effettuata considerando come legame forza
deformazione quello che si ottiene sommando i contributi di tutte le pile. Il legame forzaspostamento di ciascuna pila si ottiene con riferimento a un modello di oscillatore
semplice, a partire dal legame momento-curvatura della sezione di base.
Presupposto per ladozione del metodo sopra descritto che la mobilit degli impalcati
rispetto al pulvino sia molto ridotta. Ci richiede la presenza di ritegni sismici in entrambe
le direzioni, realizzati ad esempio come mostrato in Fig. 3.1. La realizzazione di un
sistema di ritegni peraltro da considerare un intervento obbligatorio su qualunque
viadotto con impalcato a travi appoggiate con apparecchi dappoggio di resistenza
inadeguata.
Carichi e masse
A titolo esemplificativo, la Tabella 4.3 riporta il calcolo della massa afferente e dello
sforzo normale nella sezione di base (estradosso della fondazione) con riferimento alla
pila di altezza H=8.0m.
Tabella 4.3 Massa equivalente e sforzo normale nella sezione di base (H=8m)
Wimp
peso impalcato
Himp
= 2.0 m
Wpulv
= 1213.5 kN
peso pulvino
Hpulv
= 2.2 m
wpila
= 81.7 kN/m
= 8.0 m
Wpila
Hfond
= 2.0 m
Nd
= (Wimp+Wpulv+0.3Wpila)/g
massa equivalente
= 520.4 kN-massa
Wfond
= 2543 kN
Nf
= Nd + Wfond = 7980kN
57
u 1.1310-5 mm-1
M u = 16638 kNm
La bilinearizzazione del diagramma con il criterio delle aree uguali richiede il calcolo
dellarea (energia) sottesa dal diagramma:
u
E = 0 M d 0.174 kNm/mm
La curvatura di snervamento del diagramma bilineare equivalente quindi pari a:
1.13E-05
1.0E-05
8.0E-06
6.0E-06
4.0E-06
- mm-1
1.2E-05
1.65E-06
16638
2.0E-06
0.0E+00
18000
16000
14000
12000
10000
8000
6000
4000
2000
0
M - kNm
1.6510-6 mm-1
y = 2 u
M
u
58
Il passo successivo consiste nel determinare il legame forza-spostamento della pila. Per
lanalisi in direzione trasversale il punto di applicazione della forza si trova nel baricentro
delle masse, dato dallespressione:
(W
pulv
9.47 m
yH 2
y =
= 0.041 m
3
u = y + (u y )l p H
lp
= 0.111 m
2
dove = 1.2 tiene conto della maggiore rigidezza della parte di pila non fessurata. La
forza massima data dallespressione:
Vy =
My
H
= 1757 kN
Vy
= 42871 kN/m
59
2000
V [kN]
2500
1500
trasversale
longitudinale
1000
500
[m]
0
0.00
0.02
0.04
0.06
0.08
0.10
0.12
m
= 0.692 s
k
TC
= 5.37 m/s2
T
(TC
T TD )
T
= 0.065 m
2
T = S de (T ) = S ae
M T = VT H = 16638 kNm
60
8000
7000
6000
V [kN]
risposta longitudinale
5000
4000
3000
P5
2000
P1
P4
1000
P2
P3
[m]
0
0.00
0.10
0.20
0.30
0.40
0.50
0.60
y ,tot = 0.062 m
calcolato con lo stesso criterio di uguaglianza delle aree gi visto con riferimento al
diagramma momento-curvatura. La rigidezza longitudinale risulta quindi:
k tot =
V y ,tot
y ,tot
= 96781 kN/m
61
m tot
= 1.12 s
k tot
S ae (T ) = a g S s S T F0
(TC
T TD )
TC
= 3.33 m/s2
T
2
T
L = S de (T ) = S ae = 0.105 m> y
2
Il sistema risulta snervato q = mtot S ae (T ) / V y = 1.71. Le sollecitazioni domanda valgono
pertanto:
V L = V y = 2080 kN
M L V L H eq = 16638 kNm
SLV = 0.75
u
= 0.044 m
el
62
risposta trasversale
P5
capacit
domanda
P1
P4
capacit
domanda
P1
1500
P2
P4
P2
1000
P3
V [kN]
risposta longitudinale
P5
2000
500
[m]
V [kN]
2000
1800
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
P3
[m]
0.00
0.10
0.20
0.30
0.40
0.50
0.60
(a)
0.00
0.10
0.20
0.30
0.40
0.50
0.60
(b)
D (m)
C (m)
trasv
D (m)
C (m)
long
0.099
0.099
1.00
0.105
0.084
1.25
1.60
0.175
0.215
0.82
0.105
0.193
0.55
0.98
0.209
0.272
0.77
0.105
0.248
0.42
0.88
0.135
0.152
0.89
0.105
0.133
0.79
1.19
0.065
0.055
1.18
0.105
0.044
2.40
2.67
Meccanismi fragili
In accordo con lespressione (2.42), la resistenza a taglio viene calcolata come somma dei
contributi dovuti allo sforzo normale, al calcestruzzo e allarmatura trasversale:
VN =
f
hx
min N ;0.55 A c c
c
2LV
L
VC = 1 0.05 min 5; , pl 0.16 max(0.5;100 tot ) 1 0.16 min 5; V
h
VW =
As f Y
(D 2 c )
p s 4
))
f c
Ac
c
63
Nel caso in esame, a titolo esemplificativo per la pila P5, si hanno i valori riportati nella
Tabella 4.5.
Tabella 4.5 Calcolo della resistenza a taglio per la pila P5, Hp=8.0m.
3.0 m
altezza sezione
LV
= H = 9.47 m
lunghezza di taglio
0.44 m
Ac
f cd
f yd
resistenza acciaio
tot
percentuale armatura
Asw p
armatura trasversale
sforzo normale
VN
VC
= (1-0.050.59)0.160.615(1-0.163.16)(fc/c) Ac = 315 kN
VW
el
= 1.15
VR
] = 1.63 m
= (V N + VC + VW )/ el = 2417 kN
resistenza a taglio
V ,T =
VT
= 1757 / 2417 = 0.68
VR
V , L =
VL
= 2080 / 2587 = 0.80
VR
V = 2 + 2
V ,T
V ,L
= 1.08
64
D (kN)
C (kN)
trasv
D (kN)
C (kN)
long
1342
2190
0.61
1517
2299
0.66
0.90
941
1988
0.47
824
2014
0.41
0.63
845
1957
0.43
569
1974
0.29
0.52
1106
2041
0.54
1217
2109
0.58
0.79
1757
2417
0.73
2080
2587
0.80
1.08
Lo spostamento massimo del suolo alla base di ciascuna pila (suolo uniforme, categoria B,
velocit media delle onde di taglio assunta pari a Vs , 30 = 500 m/s ) vale dgi=dgj=dg=0.11m
(SLV), come indicato in Tabella 4.2. Lo spostamento relativo massimo tra le basi delle
pile vale:
0.7
)]
)] =
65
Calcolo sollecitazioni
Nel seguito si presenta come in precedenza il calcolo dettagliato con riferimento alla pila
P5. Lo sforzo normale sul palo soggetto alla variazione maggiore dato dallespressione:
N palo =
N
N L2 + N T2
n
nella quale la variazione dello sforzo normale dovuta allazione sismica valutata
mediante la combinazione direzionale quadratica delle variazioni dovute alle componenti
longitudinale e trasversale:
N L =
ML
WL
N T =
MT
WT
M T = M pila ,T + V pila ,T h f + V f
hf
Combinando similmente leffetto del sisma longitudinale, si ottiene lo sforzo normale sul
palo che vale quindi:
2
20943 21589
N palo = 1596
+
= 1596 3133 kN
9.6 9.6
Il taglio sul palo vale (essendo i pali circolari possibile calcolare la combinazione dei tagli
domanda invece che dei rapporti domanda/capacit):
2
V palo =
VT2
+ VL2
66
Verifica a presso-flessione
I pali sono armati con 44 26 , corrispondenti a una percentuale geometrica di armatura
del 1.32%. La Fig. 4.9 riporta il dominio di resistenza a presso-flessione del palo
(fc/c=16.67 MPa, fy/s=347.8 MPa, smax=y) al limite elastico con i due punti domanda.
Il rapporto domanda/capacit vale:
M palo
1000
2000
2678
= 1.20
min(2227,3854 )
3000
4000
5000
6000
40000
20000
10000
N - kN
30000
0
-10000
M - kNm
-20000
Fig. 4.9 Diagramma N-M palo, verifica SLV.
Verifica a taglio
Il calcolo della resistenza a taglio del palo analogo a quello del fusto pila e non viene
riportato nel dettaglio. Larmatura a taglio pari a 12/20, trascurando del tutto il
contributo dello sforzo normale (Nmin ~ 0), la resistenza vale :
VR = 946 kN
cui corrisponde un rapporto domanda/capacit pari a :
V =
V palo
VR
67
= 768/946 = 0.81
La Tabella 4.7 riporta i rapporti di verifica a pressoflessione e taglio dei pali su tutte le
pile.
Tabella 4.7 Rapporti domanda/capacit per pressoflessione e taglio.
Pila
DM
(kNm)
CM
(kNm)
DV
(kN)
CV
(kN)
2192
2277
0.96
629
946
0.66
1652
2410
0.69
474
946
0.50
1484
2491
0.60
426
946
0.45
1927
2306
0.84
553
946
0.58
2678
2227
1.20
768
946
0.81
4.2.7 Conclusioni
La Tabella 4.8 riporta il riepilogo dei risultati di tutte le verifiche effettuate.
Tabella 4.8 Riepilogo rapporti domanda/capacit di tutte le verifiche (SLV).
Elemento
Fusti pile
Pali
Meccanismo
Verifica
P1
P2
P3
P4
P5
Duttile
Spostamento
Fragile
Taglio
Limite elastico
Fragile
Taglio
I risultati esposti evidenziano un deficit della struttura in termini di duttilit dei fusti pila,
con valori di resistenza a taglio sostanzialmente idonei e che similmente i pali di
fondazione sono adeguati a sostenere il livello di azione sismica considerato (M<1.5,
V<1).
68
Le medesime verifiche svolte per lo stato limite di collasso (SLC), come gi accennato,
conducono a indici di verifica confrontabili con lo stato limite di salvaguardia della vita
(SLV), con una leggera penalizzazione delle verifiche dei pali a causa dellaumentato
contributo dellinerzia della fondazione (le forze derivanti dalla sovrastruttura sono uguali
nei due casi essendo tutte le pile plasticizzate allo SLV).
Tabella 4.9 Riepilogo rapporti domanda/capacit di tutte le verifiche (SLC).
Elemento
Fusti pile
Pali
Meccanismo
Verifica
P1
P2
P3
P4
P5
Duttile
Spostamento
Fragile
Taglio
Limite elastico
Fragile
Taglio
69
1.0 1.6
2.2
12.0
6.0
4.3.2 Analisi
Trattandosi di un viadotto continuo in cui il primo modo di vibrazione in entrambe le
direzioni ha una massa partecipante superiore all80% (vedi Tabella 4.10), possibile
impiegare come metodo di analisi il pushover mono-modale (per ciascuna direzione del
sisma) presentato in 2.4.4.
70
Nel caso specifico sono stati istituiti due modelli di calcolo non lineari: uno a con
modellazione a fibre della sezione trasversale, utilizzando il codice di calcolo OpenSees, e
laltro con modellazione delle sezioni mediante legami M- utilizzando il codice di
calcolo commerciale Sap2000. Opportunamente impiegato (legami M- tri-lineari,
cerniere plastiche multiple lungo lelemento) il programma commerciale fornisce risultati
in eccellente accordo con il programma a fibre.
Il primo passo della procedura prevede lanalisi modale della struttura. La Tabella 4.10
riporta le informazioni pi importanti per i due modi rispettivamente trasversale e
longitudinale (riportati in Tabella 4.10), ed in particolare quelle utili ad eseguire la
procedura di trasformazione delle curve di pushover in oscillatori equivalenti (fattori di
partecipazione e spostamento modale massimo nel grado di libert di controllo c,
scelto come quello di massima ordinata modale, che in entrambi i casi quello, trasversale
o longitudinale, del nodo di impalcato sulla pila centrale4).
Tabella 4.10 Caratterizzazione modale.
Modo
T (s)
Mx (%)
My (%)
x (m-1)
y (m-1)
c (m)
0.724
0.0%
83.4%
0.0
-55.455
-0.0283 (uy)
0.485
90.0%
0.0%
57.604
0.0
0.0182 (ux)
71
Il secondo passo della procedura prevede due analisi di tipo pushover, una per ciascuno
dei due modi significativi, realizzata in controllo di spostamento con una distribuzione di
forze proporzionali al prodotto delle masse per la corrispondente deformata modale.
8000
6000
V - kN
4000
2000
0
-m
Tale curva viene trasformata nella curva di un oscillatore equivalente mediante le (2.33) e
(2.34):
V * = V / = V / 55.455 m-1
72
*y = 0.073 m
*
max,i
1 = 0.111 m
V y* = 118.5 kNm
k* =
V y*
*y
= 1623.3 kN
m * = 55.455 kN s2
T = 2
m*
= 1.161 s
k*
(TC
T TD )
*
max
= S de (T ) = 0.109 m 0.111 m
Si noti che il valore della m* coincide numericamente con il valore del fattore di
partecipazione in quanto i modi sono normalizzati rispetto alle masse. Le due
espressioni hanno unit di misura differenti:
m * = T M1 = ( T M1 ) ( T M )
6000
4000
0.05
0.10
0.15
domanda
2000
-m
0.00
V - kN
8000
V* - kNm
140
120
100
80
60
40
20
0
73
-m
0
0.20
Fig. 4.15 Sinistra: curva delloscillatore equivalente e relativa bilinearizzazione (modo 1);
destra: domanda di spostamento nella struttura reale.
8000
V* - kNm
140
120
100
80
60
40
20
0
0.00
6000
V - kN
*
(c ) = 0.079m (57.604m-1 0.0182m) = 0.083 m
max = max
4000
2000
-m
0.05
0.10
0.15
domanda
-m
0
0.20
0.00
0.05
0.10
0.15
0.20
74
Meccanismi duttili
Il calcolo della capacit delle pile in termini di spostamento analogo a quello
dellesempio precedente e non viene riportato nel dettaglio. Si evidenzia solo il fatto che
tale capacit cambia in quanto a parit di sezione trasversale cambiato lo sforzo normale
(impalcato pi pesante e su uno schema continuo). Si riporta nella Tabella 4.11 il riepilogo
dei risultati per tutte le pile.
Tabella 4.11 Rapporti domanda/capacit nelle due direzioni e combinato.
Pila
D (m)
C (m)
trasv
D (m)
C (m)
long
0.071
0.095
0.74
0.081
0.080
1.01
1.26
0.133
0.212
0.63
0.080
0.190
0.42
0.75
0.149
0.266
0.56
0.080
0.241
0.33
0.65
0.110
0.150
0.73
0.081
0.131
0.62
0.96
0.049
0.053
0.91
0.077
0.042
1.86
2.07
2500
2000
V [kN]
V [kN]
1500
P5
2000
risposta longitudinale
P1
1500
P4
P2
1000
P4
P2
P3
P3
1000
capacit
500
domanda
capacit
500
[m]
domanda
0
0.00
2500
[m]
0.05
0.10
0.15
0.20
0.25
0.30
(a)
0.00
0.05
0.10
0.15
0.20
0.25
0.30
(b)
Come anticipato il deficit di duttilit riscontrato per il ponte nellanalisi dello stato di fatto
permane anche nellallargamento.
Per garantire il soddisfacimento di tutte le verifiche si esamineranno nei paragrafi
successivi due approcci differenti: un intervento di rinforzo sui fusti pila e lisolamento
sismico dellimpalcato.
75
f =
4t f
f 1,eff f 1 =
1
f E f fd ,rid
2
f 1,eff
f cc = f c 1 + 2.6
fc
2/3
f 1,eff
fc
76
0.010
fcc - MPa
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
0.008
ccu
mobili sulla pila P5, al fine di disaccoppiare limpalcato (Fig. 4.19, nella quale indicata
unaltezza di fasciatura di poco superiore alla lunghezza di cerniera plastica).
0.006
0.004
0.002
tf - mm
0
0.5
1.5
2.5
tf - mm
0.000
3
(a)
0.5
1.5
2.5
(b)
Fig. 4.18 (a) resistenza del cls confinato, (b) deformazione ultima del cls confinato.
appoggi
mobili
fasciatura fibre
Si adotta una fasciatura con uno spessore equivalente da ~1 mm, tale da incrementare la
deformazione ultima del calcestruzzo ccu fino a ~0.0069 e la sua resistenza di picco fcc fino
a 33.8 MPa. I due diagrammi momento-curvatura, con e senza effetto del confinamento,
sono rappresentati nella Fig. 4.20. Lincremento di curvatura ultima pari a circa il 50%
rispetto alla sezione non confinata (1.57/1.05 1.5).
Lanalisi di pushover presentata al paragrafo precedente stata ripetuta variando i
parametri meccanici del calcestruzzo e lo schema di vincolo degli appoggi. La Fig. 4.21
mostra i diagrammi forza-spostamento in direzione trasversale e longitudinale delle prime
quattro pile. Lesame dei risultati indica che un affinamento finale del progetto potrebbe
consentire di ridurre o eliminare completamente la fasciatura sulle pile P2 e P3.
La risposta della pila P5, eccitata da un modo proprio superiore, valutata mediante un
calcolo a mano simile a quello presentato nellanalisi dello stato di fatto, avendo cura di
togliere la massa dellimpalcato per il calcolo delle forze di inerzia. La Tabella 4.12 riporta
il riepilogo dei risultati di tutte le verifiche effettuate.
M - kNm
18775
- mm-1
1.2E-05
1.0E-05
8.0E-06
6.0E-06
4.0E-06
2.0E-06
0.0E+00
1.8E-05
2.02E-06
5000
1.57E-05
confinato
non confinato
10000
1.6E-05
15000
1.4E-05
20000
77
2000
V [kN]
V [kN]
Fig. 4.20 Diagramma momento-cruvatura della sezione di base della pila P1 (H=11.15 m).
risposta trasversale
P1
1500
P4
P2
1500
risposta longitudinale
P4
capacit
500
domanda
[m]
domanda
P3
1000
capacit
500
P1
P2
P3
1000
2000
[m]
0
0.00
0.10
0.20
0.30
0.40
(a)
0.00
0.10
0.20
0.30
0.40
(b)
Fusti pile
Pali
(*)risultati
Meccanismo
Verifica
P1
P2
P3
P4
P5(*)
Duttile
Spostamento
Fragile
Taglio
Limite elastico
Pressoflessione M
Fragile
Taglio
da analisi semplificata
78
5000
10000
15000
20000
25000
N - kN
M - kNm
La Tabella 4.13 riporta il riepilogo dei risultati per tutte le pile. La tabella riporta,
nellordine, laltezza, la massa, la rigidezza, il periodo, laccelerazione e lo spostamento
spettrali, il taglio e il momento alla base di ogni pila. Lindice M = 2Mp/My rappresenta
il rapporto domanda/capacit, in cui il fattore 2 tiene conto della combinazione (SRSS)
degli effetti delle due componenti ortogonali dellazione sismica (pila circolare). Tale
rapporto indica laliquota di resistenza impegnata dai modi propri. Lanalisi della tabella
evidenzia che le pile uscirebbero dal campo elastico anche per il solo effetto dei modi
propri. Se ne conclude che, dovendo la sottostruttura rimanere sostanzialmente elastica
79
Sa
Sd
Vp
Mp
kN/g
kN/m
m/s2
kN
kNm
11.15
146
28313
0.45
7.98
0.041
1165
12994
2.04
17.10
161
7849
0.90
4.13
0.085
665
11373
1.79
19.47
167
5318
1.11
3.34
0.105
557
10852
1.71
14.10
153
14001
0.66
5.65
0.062
867
12229
1.92
8.00
138
76655
0.27
7.98
0.014
1103
8821
1.39
Pila
Nel caso in esame possibile modellare gli isolatori con caratteristiche elastiche secanti.
La rigidezza, della coppia di isolatori in testa a ogni pila, viene stimata, trascurando la
flessibilit delle pile in prima approssimazione, in modo da ottenere un periodo isolato
minimo pari a Tis~2.2 s:
W
kis =
g
Tis
140kN / m 30 m 2
=
3500 kN/m
g
2.2s
80
T (s)
Mx (%)
My (%)
2.31
0.000
0.753
0.000
-53.129
2.18
0.754
0.000
-53.177
0.000
1.83
0.000
0.001
0.000
-2.080
0.96
0.000
0.003
0.000
3.467
0.72
0.025
0.000
9.662
0.000
0.67
0.000
0.027
0.000
-10.057
0.62
0.031
0.000
10.763
0.000
0.58
0.000
0.030
0.000
-10.523
0.48
0.035
0.000
-11.455
0.000
10
0.46
0.000
0.034
0.000
-11.301
12
0.34
0.037
0.000
11.747
0.000
13
0.33
0.000
0.035
0.000
11.450
19
0.21
0.037
0.000
-11.701
0.000
20
0.20
0.000
0.035
0.000
-11.482
81
La Tabella 4.15 riporta il riepilogo delle sollecitazioni agenti alla base delle pile,
assumendo: una combinazione modale di tipo CQC, una combinazione direzionale delle
due componenti sismiche di tipo SRSS ed uno smorzamento del 10% solo sui primi
quattro modi di vibrare e un fattore q=1.5 (risposta della sottostruttura sostanzialmente
elastica). Sulla base di tali sollecitazioni stato dimensionato il rinforzo mostrato in Fig.
4.28 e Fig. 4.29.
Tabella 4.15 Sollecitazione alla base delle pile.
Pila
Fx
(kN)
Fy
(kN)
|F|
(kN)
Mx
(kNm)
My
(kNm)
|M|
(kNm)
833
804
1158
8653
8744
12302
588
605
844
9652
9248
13367
478
510
699
9227
8543
12575
780
776
1100
10237
10175
14434
833
802
1156
6447
6382
9072
82
0.4
32
3
0
32+3220
0.4
3.4
4.0
7.1
9.7
8.6
5.6
rinforzo
Verifica a presso-flessione
La Fig. 4.30 riporta il dominio di resistenza a presso-flessione al limite elastico
(fc/c=16.67 MPa, fy/s=347.8 MPa, smax=y) della sezione di base delle pile e la Fig. 4.31
quello della sezione immediatamente superiore ai rinforzi, con i punti domanda relativi
alle varie pile (ridotti del fattore q=1.5). I corrispondenti rapporti D/C sono riportati in
Tabella 4.16.
0
10000
20000
30000
40000
50000
100000
60000
40000
20000
0
N - kN
80000
M - kNm
-20000
Fig. 4.30 verifica SLV, diagramma N-M della pila sezione (a) di base, rinforzata, (b)
immediatamente sopra il rinforzo.
83
100000
80000
60000
10000
20000
30000
40000
50000
N - kN
40000
20000
M - kNm
0
-20000
Fig. 4.31 verifica SLV, diagramma N-M della pila sezione (a) di base, rinforzata, (b)
immediatamente sopra il rinforzo.
Tabella 4.16 Rapporti D/C totali per la sezione (a) di base rinforzata (b) immediatamente
al di sopra del rinforzo.
Pila D (kNm) C (kNm)
D (kNm) C (kNm)
12302
17401
0.71
5949
8989
0.66
13367
17343
0.77
6312
8760
0.72
12575
17701
0.71
5932
8917
0.67
14434
17105
0.84
6826
8695
0.79
9072
17151
0.53
4520
8927
0.51
Meccanismi fragili
La verifica della capacit a taglio non differisce da quanto gi visto negli esempi
precedenti. La Tabella 4.17 riporta il riepilogo dei risultati per tutte le sezioni di base delle
pile (q=1.5).
Tabella 4.17 Rapporti domanda/capacit nelle due direzioni e combinato.
Pila
D (kN)
C (kN)
trasv
D (kN)
C (kN)
long
804
3825
0.21
833
3825
0.22
0.30
605
3202
0.19
588
3202
0.18
0.26
510
3183
0.16
478
3183
0.15
0.22
776
3473
0.22
780
3473
0.22
0.32
802
4228
0.19
833
4228
0.20
0.27
84
0.164
0.162
0.231
0.141
0.149
0.206
0.127
0.137
0.187
0.156
0.161
0.224
0.172
0.159
0.234
DV(kN) CV (kN)
2022
2543
0.80
571
940
0.61
1688
2505
0.67
477
940
0.51
1535
2587
0.59
433
940
0.46
1960
2411
0.81
554
940
0.59
2020
2688
0.75
571
940
0.61
Riepilogo risultati
La Tabella 4.20 riporta il riepilogo dei risultati di tutte le verifiche effettuate.
85
Elemento
Fusti pile
Pali
Meccanismo
Verifica
P1
P2
P3
P4
P5
Limite elastico
Pressoflessione M
Fragile
Taglio
Limite elastico
Pressoflessione M
Fragile
Taglio
86
24 m
(a)
(b)
Fig. 4.33 Geometria dellimpalcato
Anche le pile sono realizzate in calcestruzzo armato con barre lisce ancorate mediante
ganci. Ciascuna delle pile costituita da due pilastri a sezione circolare piena o cava, con
diametro esterno variabile tra 120 e 160 cm, collegati, ad altezze differenti, da uno o pi
traversi intermedi ed in sommit da una trave-pulvino, sulla quale poggia il singolo
impalcato. I trasversi presentano tre tipologie dimensionali: 40 120 cm, 40 130 cm ed
87
infine 40 150, mentre le travi di pulvino, uguali per tutte le pile, hanno sezione ad U
rovescia con ringrossamenti in prossimit dei pilastri. A titolo desempio la figura 4.36
mostra lo schema di due delle pile (n 8 e 12). La prima costituita da pilastri circolari
cavi con diametro esterno di 160 cm e diametro interno di 100 cm, armati
longitudinalmente con 2020 esterni, 1416 interni e staffe a spirale 6/14. La seconda
ha colonne circolari piene con armatura longitudinale costituita da 1620 e staffe a spirale
6/14.
1
10
11
spalla FI
12
piena
piena
piena
piena
piena
piena
33
13,8
33
14,37
33
17,19
33
25,74
33
36,49
33
41,34
33
39,41
33
27,86
33
26,75
33
30,49
33
30,61
29,05
17,35
2 5
7
spalla BO
29,05
piena
cava
cava
cava
cava
cava
Per tutti i trasversi larmatura longitudinale composta, in prossimit dei nodi, da 424 +
820 superiori e inferiori, che si riducono a 424 superiori e inferiori nella mezzeria,
mentre larmatura trasversale costituita da staffe a due bracci 8 con passo variabile (10
cm ai nodi e 14 cm in mezzeria) e da 3 barre 20 piegate a 45. Il pulvino, in prossimit
dei nodi, ha sezione rettangolare 120 120 cm con armatura longitudinale composta da
424 + 820 superiori e inferiori e armatura trasversale costituita da staffe 8. In
mezzeria la trave presenta una sezione ad U rovesciata con anime di spessore 30 cm e
soletta di collegamento di 20 cm di spessore.
88
Le fondazioni sono costituite da plinti isolati in cemento armato collegati tra loro da
cordoli (fig. 4.35b). Ci suggerisce evidentemente la presenza di un terreno di ottima
portanza anche se la documentazione tecnica disponibile dellopera non contiene
informazioni a riguardo. Inoltre, a causa dellorografia del terreno, i plinti si trovano
spesso posizionati su quote diverse anche nellambito della singola pila.
4.4.2 Definizione dellazione sismica
Trattandosi di un viadotto di importanza notevole da un punta di vista storico si ritiene di
assegnargli una vita nominale VN di 100 anni (questa decisione ha carattere puramente
esemplificativo poich lattribuzione della vita nominale attiene allautorit preposta).
Poich il viadotto fa anche parte di un tratto della viabilit principale (strada di categoria
A/B) ad esso corrisponde una classe duso IV, per cui CU vale 2.0. La vita di riferimento
89
ag (g)
F0
T*C
SS
TB
CC
TC
TD
dg (m)
SLC
0.31
2.45
0.318
1.09
1.09
0.147
1.386
0.441
2.868
0.105
Accelerazione (g)
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
0
Periodo (s)
Fig. 4.37 Spettro elastico in accelerazione nel sito del ponte Rio Torto (TR = 1950 anni).
Gli accelerogrammi naturali utilizzati per analisi dinamiche non lineari della pila secondo
le due direzioni principali sono stati selezionati allinterno dello Strong Motion Catalogue
del Pacific Earhquake Engineering Research Center (http://peer.berkeley.edu/smcat/)
nel rispetto delle condizioni seguenti: intervallo di Magnitudo 6.5-7.5, distanza dalla faglia
compresa tra 15 e 30 km, suolo tipo B, PGA compresa tra 0.1 e 0.5g.
Poich il primo periodo naturale del ponte di oltre 4 s, necessario selezionare delle
registrazioni che siano significative nel campo delle basse frequenze; questo porta
automaticamente a scartare la maggior parte delle registrazioni di eventi meno recenti,
poich generalmente sono state processate con filtri passa-alto con frequenza di taglio
90
Data
Mag.
Stazione
Dist.
(km)
Filtro
(Hz)
Sigla
Duzce, Turkey
12/11/99
7.1
1061
15.6
0.07
1061
Chi-Chi, Taiwan
20/09/99
7.6
CHY029
15.3
0.03
CHY029
Chi-Chi, Taiwan
20/09/99
7.6
TCU045
24.1
0.03
TCU045
Chi-Chi, Taiwan
20/09/99
7.6
TCU070
19.1
0.03
TCU070
Landers
28/06/92
7.3
23 Coolwater
21.2
0.1
CLW
Landers
28/06/92
7.3
23.2
0.07
DSP
Cape Mendocino
25/04/92
7.1
89486 Fortuna
23.6
0.07
FOR
Northridge
17/01/94
6.7
90058 Sunland
17.7
0.05
GLE
Northridge
17/01/94
6.7
24688 LA - UCLA
15.0
0.08
UCL
Imperial Valley
15/10/79
6.5
26.5
0.1
H-CPE
91
0.4
0.2
0
-0.2
-0.4
UCL360
TCU070-N
0.2
0
0.4
-0.2
0.2
TCU045-N
0
-0.2
0.4
-0.4
H-CPE147
0.2
0
-0.2
-0.4
0.2
GLE-170
ag (g)
0
-0.2
0.2
0
FOR000
0.4
0.2
0
DSP000
-0.2
-0.4
0.2
CLW-TR
0
-0.2
0.2
CHY029-N
0
-0.2
0.4
0.2
1061-N
0
-0.2
-0.4
0
20
40
60
t (s)
92
0
-0.4
TCU070-W
-0.8
0.2
0
0.4
0.2
TCU045-W
0
-0.2
0.4
-0.4
H-CPE237
0.2
0
-0.2
-0.4
0.2
GLE-260
ag (g)
0
-0.2
0.2
FOR090
0
0.4
0.2
0
DSP090
-0.2
-0.4
0.2
CLW-LN
0
-0.2
0.2
0
-0.2
CHY029-W
0.4
1061-E
-0.4
20
40
60
t (s)
93
CHY029
TCU045
TCU070
CLW
DSP
FOR
GLE
UCL
H-CPE
4.16
0.773
1.36
0.704
0.91
2.74
2.07
2.67
1.33
2.62
4.78
1.05
1.68
0.99
1.52
2.03
1.78
2.93
3.27
1.92
10
Insieme 1
Insieme 2
Sa (g)
0.1
0.01
0.001
Sa (g)
0.1
0.01
0.001
0.01
0.1
T (s)
10
100 0.01
0.1
10
100
T (s)
Fig. 4.40 Spettri di risposta delle dieci coppie di accelerogrammi. Spettri medi e di
riferimento (sopra) e spettri di tutti gli accelerogrammi e loro media (sotto).
In Figura 4.40 sono invece rappresentati gli spettri dei due blocchi di dieci
accelerogrammi; nella parte inferiore della figura sono riportati gli spettri di tutte le storie
di accelerazione insieme alla loro media ed allo spettro normativo. Per maggior chiarezza,
nei due grafici superiori sono rappresentati solamente lo spettro medio e quello di norma;
come si pu vedere gli spettri medi cos ottenuti, in particolare quello dellinsieme 1,
approssimano con buona accuratezza lo spettro di riferimento, almeno fino a periodi di 4
94
secondi; per periodi superiori lo spettro medio sovrastima in modo sensibile quello
normativo; ci fondamentalmente dovuto allimpiego di registrazioni derivate da eventi
con magnitudo di oltre 7.5, in particolare quelle relative al terremoto di Chi-Chi del 1999,
per le quali il contenuto in frequenza dello spettro notevolmente spostato verso gli alti
periodi. anche utile osservare che, almeno per i periodi compresi nellintervallo tra 0.5 e
4 secondi, la dispersione degli spettri non molto ampia; questo evidentemente
conseguenza dalla strategia di normalizzazione seguita, per cui si cercato di minimizzare
lo scarto tra lo spettro di riferimento e quello di ciascuna registrazione, non soltanto di
quello medio.
4.4.3 Metodo di analisi
Per la verifica del viadotto in esame stato impiegato il metodo dellanalisi dinamica non
lineare. Tale metodo il pi impegnativo per la valutazione delle strutture da ponte; esso
richiede limpiego di un codice di calcolo affidabile e unaccurata modellazione della
struttura e delle sue connessioni. I risultati, sotto forma di storie temporali delle risposte
(forze, spostamenti, tensioni, deformazioni) sono molto voluminosi e richiedono un
idoneo strumento di post-processing perch possano essere utilmente usati per la verifica
dellopera.
In precedenza sono stati illustrati i criteri di selezione delle due decuple di accelerogrammi
che sono stati utilizzati per le analisi. La terza componente (verticale) del moto stata
trascurata, avendo ritenuto che fosse scarsamente influente sul comportamento della
struttura.
Il modello della struttura sommariamente descritta in precedenza stato inserito nel
codice ad elementi finiti OpenSEES. Gli elementi delle pile (fusti, trasversi, pulvini) sono
stati modellati mediante elementi a fibre. Alle fibre di calcestruzzo stato assegnato il
modello di Kent e Park privo di resistenza a trazione, mentre per lacciaio stata usata la
legge Giuffr-Menegotto-Pinto. Le caratteristiche dei materiali sono state dedotte dalle
informazioni contenute nella documentazione tecnica. In particolare al calcestruzzo non
confinato stata assegnata una resistenza di 30 MPa ed un modulo elastico tangente di 30
GPa, mentre allacciaio, previsto di classe AQ42, stata assegnata una tensione di
snervamento di 350 MPa ed un modulo elastico di 200 GPa. Si ritenuto che le
informazioni disponibili fossero sufficientemente attendibili e dettagliate da poter
raggiungere il livello di conoscenza 3 (FC=1).
La connessione impalcato-pile stata rappresentata con due cerniere poste in
corrispondenza delle stilate dei pilastri (Fig. 4.41); le selle Gerber sono invece modellate
come elementi gap a comportamento rigido-plastico.
Per ragioni di efficienza del calcolo, nel modello globale dellintero ponte e in particolare
nei trasversi, non stato inserito il meccanismo di rottura a taglio; inoltre il
comportamento globale della pila non cambia significativamente se si realizza luno o
95
laltro dei due meccanismi di flessione o taglio (che peraltro hanno resistenze molto
prossime tra loro).
Lintegrazione stata condotta con il metodo di Newmark e lalgoritmo di KrylovNewton. Per facilitare la convergenza stato scelto un passo di integrazione piuttosto
piccolo (0.0025 s). Lo smorzamento viscoso, del 3%, stato modellato alla Rayleigh.
y
x
z
Limpalcato stato modellato con elementi di trave elastici, utilizzando quattro elementi
per ogni campata. In prossimit delle stilate lasse delle travi stato collegato ai pilastri
delle singole pile mediante connessioni di tipo rigido, cos come indicato in figura 4.41. Il
modello dellintero ponte rappresentato schematicamente in figura 4.42.
Carichi e masse
La massa dellimpalcato, pari a 200 kN/m, stata concentrata nei nodi di estremit delle
travi di impalcato e nei nodi di sommit delle pile. Sulle pile sono stati poi applicati i
carichi verticali corrispondenti alle masse di impalcato che competono ai pilastri di ogni
pila, i cui valori sono indicati in tabella 4.24.
Tabella 4.24. Valori del carico verticale (kN) applicato in sommit di ogni pilastro
10
11
12
3102
3300
3300
3300
3300
3300
3300
3300
3300
3300
3300
3300
96
struttura. I due modi sono modi trasversali delle due porzioni principali in cui la trave
tampone appoggiata con seggiole Gerber tra le pile 6 e 7 suddivide il viadotto.
La snellezza della struttura, con pile di fusto sottile e di notevole altezza, ha come
conseguenza periodi propri di vibrazione piuttosto grandi; questi periodi tendono poi ad
aumentare ulteriormente a seguito del danneggiamento delle pile, specialmente per la
plasticizzazione (o rottura per taglio) dei trasversi, a seguito della quale il funzionamento
trasversale tende a passare da quello a telaio a quello a pile singole. La lunghezza dei
periodi propri fa cadere la struttura in una zona dello spettro dove le accelerazioni sono
molto piccole ma gli spostamenti grandi. Questo lascia prevedere che, nonostante la
modesta resistenza delle pile alle azioni orizzontali, del resto non considerate in fase di
progetto, il ponte potrebbe non risultare inadeguato; dati i notevoli spostamenti si dovr
per porre particolare attenzione alla compatibilit cinematica dei vincoli, in particolare si
dovranno valutare gli spostamenti relativi degli impalcati in corrispondenza delle seggiole
Gerber, onde verificare il rischio di caduta per perdita di appoggio.
1 Modo T = 4.2s
2 Modo T = 1.2s
Analisi non-lineare
Per la verifica allo stato limite di collasso, il modello del ponte descritto in precedenza
stato sottoposto allazione delle dieci coppie di accelerogrammi selezionate. Gli
accelerogrammi appartenenti al gruppo indicato come insieme 1 sono stati applicati in
direzione trasversale, mentre quelli dellinsieme 2 agivano simultaneamente in direzione
longitudinale. Molte grandezze, meccaniche e cinematiche, sono state registrate durante le
simulazioni; in particolare: gli spostamenti e le rotazioni dei nodi, le forze ed i momenti
alle estremit degli elementi, le deformazioni delle fibre pi sollecitate nellacciaio e nel
calcestruzzo.
Nella Figura 4.44a sono riportati i valori del drift interpiano massimo di ogni pila:
u i +1 u i
L
97
in cui ui e ui+1 sono gli spostamenti di due piani successivi ed L la lunghezza del
pilastro. Nel grafico a barre sono riportati i valori relativi a ciascuno degli accelerogrammi
ed il corrispondente valore medio.
DRIFT INTERPIANO (%)
4
CHY029
CLW
DSP
H-CPE
TCU045
TCU070
UCL
FOR
1061
GLE
MEDIA
7
PILA (#)
10
11
12
12
CHY029
CLW
DSP
H-CPE
TCU045
TCU070
UCL
FOR
1016
GLE
MEDIA
10
8
6
4
2
0
7
PILA (#)
10
11
12
Fig. 4.44 Massimo drift interpiano (sopra) e massima deformazione del calcestruzzo
compresso (sotto) per tutte le pile e per lazione dei 10 accelerogrammi selezionati.
Questo grafico utile per individuare le pile maggiormente sollecitate e quindi per
selezionare quelle di cui successivamente saranno esposte le verifiche.
Nella Fig. 4.44b sono rappresentati, con analogo formalismo, i valori massimi delle
deformazioni nelle fibre di calcestruzzo delle pile. Anche questa grandezza pu essere
utilizzata per individuare gli elementi del ponte pi sollecitati.
Poich il criterio di collasso adottato (per flessione) sempre in ultima analisi determinato
dalleccessiva deformazione di uno dei materiali (accorciamento del calcestruzzo o
allungamento dellacciaio), il valore della deformazione massima potrebbe essere preso
come diretto criterio di valutazione della resistenza. Tuttavia ben noto che i valori delle
deformazioni negli elementi a fibre sono fortemente influenzati dalle lunghezze degli
elementi stessi, quindi un tale criterio da ritenersi non sufficientemente oggettivo. Le
verifiche saranno pertanto condotte confrontando le rotazioni delle estremit delle aste
con quelle ultime, calcolate con le relazioni (2.40) e (2.41) precedentemente illustrate nel
Capitolo 2.
98
i = i
u i +1 u i
L
ui+1
L
ui
(a)
LV =
mi
V
(b)
3l p
L
i + i +1
+ u y l p 1
4
4
L
2
(c)
La lunghezza della cerniera plastica lp si calcola sempre come indicato nel punto 2.4.5, in
cui LV si calcola come in precedenza, con la condizione che risulti LV zi, dove zi la
distanza del nodo i dalla sommit della pila.
Questultima condizione si verifica frequentemente nellanalisi degli elementi della pila nel
senso longitudinale, in cui prevale il comportamento a mensola sullintera altezza, e
pertanto la formula (2.40) non applicabile allanalisi di un singolo elemento.
Il calcolo della capacit rotazionale dellelemento dipende, oltre che dalle grandezze di cui
si discusso in precedenza, dalle seguenti:
99
Tutti questi parametri sono fissi, tranne N. Per ogni sezione si possono quindi facilmente
costruire, per interpolazione, delle semplici leggi che forniscono y e u in funzione di N.
-5
2.7
-4
x 10
3.5
x 10
45
40
2.4
2.3
2.2
2.1
2
35
2.5
yc (cm)
2.5
2.6
30
25
1.5
20
1.9
15
1.8
1.7
1000
2000
3000
N (kn)
4000
5000
6000
0.5
1000
2000
3000
N (kN)
4000
5000
6000
10
1000
2000
3000
N (kN)
4000
5000
6000
Fig. 4.46 Curvatura di snervamento, curvatura ultima e posizione dellasse neutro di una
delle sezioni delle pile (Sezione piena D = 120 cm), in funzione della forza normale N.
i+1
100
Tabella 4.25 Valutazione del rapporto domanda/capacit di una sezione della pila 1
Dir
LV
u
(1/cm)
Lp
(cm)
1.0410-2 3.16
219295
378.8 3266
579
0.034
72413
79.8
916
3266
0.033
y
(1/cm)
6.3110-3
tot
3.20
Questi passaggi sono illustrati nella tabella 4.25, che si riferisce alla sezione di uno dei
pilastri posti al secondo livello della pila 1 soggetta allazione della registrazione TCU45. I
valori riportati nella tabella si riferiscono allistante in cui il rapporto tot tra la domanda e
la capacit della sezione assume il valore massimo. Nella tabella sono riportati per le due
direzioni (trasversale x e longitudinale y) i valori del momento M e del taglio V, oltre alla
forza normale N, che consentono di determinare la lunghezza LV (che risulta in entrambi
i casi minore di L). Il drift e la rotazione del nodo (non riportata in tabella)
consentono di determinare la rotazione (domanda); dai grafici della Figura 4.46 si
determinano, per il valore di N dato, le curvature di snervamento y ed ultima u della
sezione (nel caso in esame queste grandezze risultano uguali per le due direzioni in virt
dellisotropia della sezione circolare), da cui, usando la lunghezza della cerniera plastica lp,
si determinano, applicando le (2.39) e (2.40), le rotazioni di snervamento ed ultima
(capacit). I rapporti /u relativi alle due direzioni permetto di calcolare il fattore
complessivo tot come radice quadrata della somma dei quadrati. Il valore trovato di 3.2
nettamente maggiore di 1, mostra che, per il caso considerato, lelemento esaminato ha
largamente superato la soglia di resistenza.
Meccanismi Fragili
Per i meccanismi di rottura fragili il confronto tra domanda e capacit viene fatto in
termini di forze anzich di deformazioni, come stato fatto per i meccanismi duttili.
Nel caso in esame i meccanismi di rottura considerati fragili sono quelli dovuti alle forze
di taglio. Nelle strutture esaminate i pilastri delle pile sono strutture molto snelle
(rapporto lunghezza/altezza 10 nella direzione trasversale e molto maggiore nellaltra):
dunque prevedibile, anche tenendo conto dellaumento di resistenza legato alla forza
normale, che per questi elementi, bench scarsamente armati nei confronti della
sollecitazione di taglio, la resistenza sar sempre largamente maggiore della sollecitazione.
I trasversi sono al contrario elementi piuttosto tozzi (vedi Fig. 4.36), per i quali un
meccanismo di rottura a taglio chiaramente possibile.
Nelle verifiche a taglio la domanda (forza di taglio) fornita direttamente dallanalisi,
mentre la capacit (resistenza a taglio) viene calcolata con la relazione (2.42). Anche in
questo caso la resistenza dipende da alcune grandezze che variano nel tempo con la
risposta, in particolare la forza normale, la posizione dellasse neutro x, la lunghezza di
taglio LV, la duttilit impegnata ; pertanto il rapporto tra domanda e capacit deve essere
valutato in ogni istante dellanalisi e quindi posto uguale al massimo raggiunto durante
101
ciascun terremoto. Il valore di riferimento sar quindi quello medio sulle dieci simulazioni
effettuate.
Nella Tabella 4.26 sono riportati, a puro titolo esemplificativo e analogamente a quanto
fatto per le verifiche di duttilit, le quantit richieste per il calcolo del rapporto t
(domanda/capacit del taglio), in un dato istante per due elementi della pila 1 sotto
lazione della coppia di registrazioni TCU45.
Tabella 4.26 Verifica a taglio di un pilastro e del trasverso della pila 1
El.
pil
(cm)
35
(kN)
4900
tras
--
--
As
Ac
Asw/s
43.20
4900
12
Lv
fc/c
Vc
Vw
Vu
(cm)
120
(cm)
540
(MPa)
20.0
(kN)
374
(kN)
568
(kN)
167
(kN)
735
0.518
140
302
20.0
350
454
300
755
0.463
I risultati si prestano ad un breve commento. Per quanto riguarda i pilastri, i valori del
coefficiente f di flessione relativi alle due pile pi basse (1 e 12) sono nettamente
superiori a quelli presi nella pila snella 6; in particolare il coefficiente f supera lunit
solamente nella pila 1; il fatto che questo si verifichi nel piano superiore e non alla base
dovuto alla peculiarit di questa pila, in cui il trasverso si trova ad una quota poco
superiore a quella delle fondazioni, per cui i pilastri del primo livello sono molto pi brevi
degli altri (vedi Fig. 4.35). I coefficienti t relativi alle verifiche a taglio sono invece, in
tutti i casi e con largo margine, minori di uno, come era stato anticipatamente previsto in
base a considerazioni generali.
Nei trasversi, il coefficiente f nettamente minore di 1, escludendo il rischio di collasso
duttile, mentre il coefficiente t del taglio, con leccezione del caso anomalo della pila 1,
molto vicino ad uno. Questo dovuto al fatto che, per questi elementi, la resistenza a
taglio molto prossima alla forza che provoca la plasticizzazione delle sezioni di estremit
della trave, cos che i due meccanismi concorrenti sono molto prossimi. Tenuto conto
102
delle incertezze sulle stime della resistenza a taglio e del momento di snervamento, il
rischio di rottura per taglio dei trasversi non pu essere affatto escluso.
Tabella 4.27 Verifiche a flessione e taglio degli elementi delle pile 1, 6 e 12
Pilastri
PILA
12
Trasversi
PIANO
0.14
0.54
0.37
0.37
1.42
0.42
0.199
0.34
0.227
0.81
0.273
0.33
0.367
0.94
0.199
0.3
0.366
0.93
0.205
0.27
0.704
0.45
0.27
0.94
0.469
0.43
10
8
6
4
2
0
5
ACCELEROGRAMMA (#)
Gli spostamenti relativi massimi registrati durante le analisi vanno da un minimo di 6.5
cm (per il terremoto di Northridge) ad un massimo di 11 cm (per il terremoto di Chi-Chi
TCU045), mentre in media lo spostamento massimo pari a 7.72 cm. La lunghezza delle
103
seggiole rilevata dal disegno dellimpalcato di circa 30 cm; tenendo conto dei giunti, si
pu ritenere che vi sia una sovrapposizione di circa 25 cm. Assumendo che la
sovrapposizione residua, per essere efficace, non deve scendere sotto i 20 cm (L0 nella
formula 2.30), si ottiene una corsa ammissibile dellordine 5 cm. Lo spostamento relativo
massimo del terreno sotto le pile, come indicato dalla (2.44), vale drel,g = 3.2 cm (dg = 10.5
cm, x =33m, Vs = 500m/s). Questa verifica non pertanto soddisfatta in quanto drel,g +
drel,s = 7.7+3.2 = 10.9 cm > 5 cm.
Fig. 4.48. Dettaglio di una delle selle di appoggio dellimpalcato del ponte
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G 22 ( ) L G 2 n ( )
G ( ) =
O
M
Gnn ( )
(A.1)
Gij ( )
(A.2)
Gii ( )G jj ( )
Essa ha modulo limitato tra zero e uno, e fornisce una misura lineare della dipendenza
statistica dei due processi nei punti i e j a distanza d ij .
Nella letteratura viene frequentemente impiegata la forma seguente della funzione di
coerenza (Luco e Wong, 1986)(Der Kiureghian, 1996):
d ij
v s
ij ( ) = ij ,1 ( ) ij , 2 ( ) ij ,3 ( ) = exp
d L
exp i ij exp i ij ( )
(A.3)
v app
nella quale v s la velocit delle onde di taglio, una costante, v app la cosiddetta
velocit apparente delle onde, d ijL la proiezione nella direzione di propagazione delle
onde della distanza tra i punti i and j e ij ( ) un angolo di fase dipendente dalla
108
(A.4)
[
[
]
]
Im H i ( )H j ( )
Re H i ( )H j ( )
ij ( ) = tan 1
(A.5)
(A.6)
a i (t ) = 2 L ij (k ) cos k t ij (k ) + jk
j =1 k =1
(A.7)
dove N il numero totale delle frequenze discrete k nel quale viene suddivisa la banda
di frequenze significativa per L ij ( ) , = max / N , e gli angoli jk sono, per ogni j , un
insieme di N variabili indipendenti distribuite uniformemente tra zero e 2 . I campioni
generati in accordo allequazione (A.7) sono caratterizzati dal desiderato spettro di
potenza locale e dallassegnato grado di correlazione.
A.4 METODI DI ANALISI
109
Sulla base di quanto esposto in A.2 e A.3, si possono seguire le seguenti alternative ai fini
della determinazione della risposta strutturale a uneccitazione variabile nello spazio.
A.4.1 Dinamica aleatoria lineare
Unanalisi dinamica aleatoria lineare pu essere svolta utilizzando lanalisi modale,
funzioni di trasferimento in frequenza modali e la matrice delle densit spettrali di
potenza G( ) .
Per gli effetti elastici delle azioni si prendono i valori medi dalla distribuzione dei massimi
della risposta per una durata coerente con la scelta di a g .
A.4.2 Analisi dinamica al passo con campioni del modo correlati
Lanalisi dinamica al passo, lineare e non lineare, pu essere svolta facendo uso di
campioni di moti correlate generate come indicato in A.2 a partire da spettri di potenza
compatibili con gli spettri di risposta elastici nei punti di contatto dellopera con il terreno.
Il numero di campioni da utilizzare deve essere tale da garantire stime stabili delle medie
dei massimi della risposta.
Per gli effetti delle azioni si prendono i valori medi dei massimi.
A.4.3 Analisi con spettri di risposta multipli
E disponibile una soluzione per determinare la risposta elastica di una struttura soggetta
ad eccitazione alla base non uniforme che fa uso dello spettro di risposta. Di seguito se ne
fornisce una descrizione sintetica. Per una trattazione completa si rimanda al riferimento
originale (Der Kiureghian e Neuenhofer, 1992).
Le equazioni del moto di un sistema lineare discreto a n gradi di libert con m punti di
contatto col terreno si scrivono:
M
M T
c
M c &x& C
+
T
M g u
&& C c
C c x& K
+
C g u& K c T
K c x 0
=
K g u F
(A.8)
dove x il vettore n 1 degli spostamenti totali dei gradi di libert non vincolati; u il
vettore m 1 dei moti imposti ai supporti; M, C e K sono le matrici n n di massa,
smorzamento e rigidezza associate ai gradi di libert non vincolati; M g , C g e K g sono le
matrici m m di massa, smorzamento e rigidezza associate ai gradi di libert vincolati;
M c , C c e K c sono le matrici di accoppiamento n m e F il vettore m 1 delle reazioni
ai supporti.
La risposta totale pu essere decomposta nella somma:
x = xs + xd
(A.9)
110
(A.10)
(A.11)
i = 1, K , n
(A.12)
Ti (Mrk + M c i k )
Ti M i
(A.13)
(A.14)
Segue:
y i (t ) = k =1 ki s ki (t )
m
(A.15)
z (t ) = q T x(t ) = q T x s (t ) + x d (t )
(A.16)
111
z (t ) = a k u k (t ) + b ki s ki (t )
k =1
(A.17)
k =1 i =1
con:
a k (t ) = q T rk
bki = q T i ki
(A.18)
max
a k a l u u u k ,max u l ,max + b ki b lj s s
k l
k =1 l =1
ki lj
k =1 l =1 i =1 j =1
D k ( i , i )D l j , j
(A.19)
dove u k ,max e u l ,max sono gli spostamenti massimi del suolo in k e l coerenti con gli
spettri elastici in spostamento forniti in 2.3.2; Dk ( i , i ) e Dl ( j , j ) sono i valori dello
spettro di risposta elastico in spostamento in k e l per le frequenze e lo smorzamento
dei modi considerati.
I coefficienti di correlazione u u , tra gli spostamenti di picco al suolo, e s
risposte modali normalizzate, sono dati dalle espressioni:
k l
u u =
k l
u u
k
ki s lj
ki
, tra le
Gu u ( )d
k l
s s
ki s lj
(A.20)
H i ( )H j ( )Gu&& u&& ( )d
k l
lj
e:
G u&&u&& ( ) indica la matrice delle densit spettrali di potenza dei processi di accelerazione, indicata
semplicemente con G( ) in D.1.
7 Nella (A.19) si omesso un contributo, che tiene conto della correlazione tra i termini di
spostamento u e quelli modali s, ovvero u s . Analisi numeriche mostrano che il contributo
corrispondente trascurabile.
6
k lj
112
u2 = G u u ( )d
2
s ki
k k
(A.21)
= H i ( ) G u&& u&& ( )d
2
k k
H i ( ) =
1
+ i 2 i i
2
i
(A.22)
Al fine di valutare gli integrali nelle (A.20) e (A.21) necessario esprimere la densit
spettrale di potenza in funzione dello spettro di risposta, che rappresenta linformazione
disponibile allutente. In mancanza di determinazioni pi accurate ci si pu avvalere della
seguente espressione approssimata, leggermente modificata rispetto a quella proposta in
(Der Kiureghian e Neuenhofer, 1992)., che pu essere usata a ogni supporto:
4 D ( , )
2
Gu&&u&& ( ) = 2
+
2.5
(A.23)
max
k =1 i =1 j =1
ki kj
Dk ( i , i )Dk j , j
(A.24)
In tutti e tre i casi il moto sismico (orizzontale) si suppone provenire da strati profondi
con direzione di propagazione verticale (onde di taglio). Alla profondit z, tale moto
indicato con ug(z,t) o pi semplicemente con ugz. In condizioni di campo libero (cio in
assenza della struttura) il moto alla superficie z = 0 si indica con ug(0,t) o pi
semplicemente con ug.
In presenza della struttura, il moto allinterfaccia tra la struttura e il sistema fondazioneterreno risulta diverso da quello di campo libero uff, a causa delle deformazioni localmente
indotte dalle forze di inerzia trasmesse dalla struttura. Tale aspetto del fenomeno
comunemente denominato interazione inerziale. Nella Fig. B. 1a leffetto di modifica del
moto in campo libero ug, indicato con la traslazione e la rotazione della fondazione uf e
f. Questultima componente del moto, non presente nel caso di struttura a base fissa,
comporta un incremento degli spostamenti in sommit che possono avere una rilevanza
nel caso di strutture sensibili agli effetti del secondo ordine.
Laltro aspetto del fenomeno quello comunemente denominato interazione cinematica, il
quale si presenta sotto diverse forme. Nel caso, ad esempio, di un edificio esteso in pianta
e con fondazione a platea, linterazione cinematica consiste nella modifica del moto del
suolo allinterfaccia tra la struttura e il sistema fondazione-terreno, dovuta alladerenza tra
la platea e il terreno. Il moto risultante costituito da una traslazione mediata
sullestensione della fondazione, di entit normalmente ridotta rispetto al moto in campo
libero, cui si aggiunge una componente di rotazione attorno allasse verticale.
Nel caso in esame di fondazione superficiale (Fig. B. 1a), se le sue dimensioni sono
contenute, come normalmente avviene nel caso delle pile da ponte, lecito considerare il
moto sismico uniforme sullestensione della fondazione.
La considerazione dellinterazione cinematica invece necessaria nel caso di fondazioni
profonde. Nel caso delle fondazioni su pali il fenomeno chiaramente illustrato nella Fig.
B. 1b, nel quale si osserva come i pali, immersi nel terreno, siano coinvolti nella sua
114
a) Fondazione superficiale
u f H f
us
ug
z
u gz
u f H f u s
uk
b) Fondazione su pali
H
ug
z
u gz
uf
uk
c) Fondazione a pozzo
H
H f u s
ug
z
u gz
Fig. B. 1 Interazione terreno-fondazione-struttura.
Per quanto riguarda la struttura, anche in questo caso il moto allinterfaccia tra essa e il
sistema fondazione-terreno risulta diverso da quello di campo libero. La differenza
dovuta sia alle deformazioni indotte dalle forze di inerzia trasmesse dalla struttura al
sistema pali-terreno, che allalterazione del campo donde dovuta alla rigidezza dei pali.
115
Per quanto riguarda i pali, il loro stato di sollecitazione somma delleffetto cinematico,
associato alla deformazione del terreno, e di quello inerziale, associato alle azioni
trasmesse dalla struttura in elevazione. Leffetto cinematico particolarmente importante
in presenza di terreno stratificato con rilevanti contrasti di rigidezza.
Un caso particolare costituito infine dalle fondazioni a pozzo, nelle quali, come illustrato
nella Fig. B. 1c, laspetto cinematico del fenomeno di interazione diviene predominante.
In questo caso infatti la rigidezza del pozzo tale da modificare in maniera sostanziale il
moto locale del terreno sullintera profondit del pozzo. da osservare come in questo
caso la traslazione e la rotazione uf e f della fondazione, allinterfaccia con la struttura,
abbiano natura sostanzialmente cinematica. Al contrario, nel caso di fondazione
superficiale (Fig. B. 1a) uf e f hanno natura sostanzialmente inerziale, in quanto la
rimozione della struttura annullerebbe tali quantit.
B.2 MODELLAZIONE
B.2.1 Fondazioni superficiali
La modellazione degli effetti dellinterazione terreno-fondazione-struttura nel caso di
fondazioni superficiali viene brevemente illustrata in questo paragrafo per ragioni di
completezza. da ritenere infatti che nei casi reali le situazioni in cui sia richiesta (vedi
2.4.3) la loro considerazione siano infrequenti, in quanto tale soluzione fondale
normalmente associata a condizioni di suolo di buone caratteristiche meccaniche.
(B. 1)
Con il termine impronta rigida si indica una fondazione indeformabile e priva di massa.
116
smorzamento isteretico non dipendente dalla frequenza (vedi la successiva equazione (B.
5)). Inoltre, per tenere conto del comportamento non lineare del terreno, la rigidezza deve
essere ridotta a quella secante per una deformazione efficace del terreno, frazione di
quella massima.
La Fig. B. 2a mostra la modellazione descritta. In questa forma la soluzione pu essere
ottenuta sia nel dominio delle frequenze, che nel dominio del tempo, utilizzando
rispettivamente come eccitazione lo spettro di potenza G ( ) o un corrispondente
insieme di accelerogrammi u&& g (t ) rappresentativi del moto in campo libero.
Nel caso pi comune di analisi nel dominio del tempo, ai parametri k() e c() vengono
attribuiti valori costanti, medi sul campo di frequenza significativo per la risposta.
Lanalisi nel dominio del tempo vantaggiosa in quanto permette una diretta estensione
alla modellazione non lineare della struttura e del suolo. In questo caso al posto della
forza di richiamo elastiche ksus nella struttura, kxuf nella fondazione, etc si sostituiscono
legami isteretici del tipo f(us) e ff(uf).
us
ms
u&&g
kx
cx
ks,cs
mf,If
us
ms
mf,If
Sa
uf
ks
kx
T
uf
k
c
Fig. B. 2 Modellazione, fondazioni superficiali: (a) molle e smorzatori per lanalisi al passo
o in frequenza, (b) molle e smorzamento pesato per lanalisi con spettro di risposta.
1
Es = ks 2 ,
2
1
Euf = kx12 ,
2
117
1
Ef = k 22
2
(B. 2)
dove = 3-(1+H2) il valore modale della deformata flessionale della pila (vedi Fig.
B. 3).
Deformazione flessionale
u s (u f + H f )
uf
us
H f
Le corrispondenti energie dissipate si possono esprimere come segue. Per quanto riguarda
la struttura:
Eds = 4 s Es
(B. 3)
Eduf = c x 112
Edf = c 1 22
(B. 4)
dove 1 la frequenza del primo modo di vibrazione, e i coefficienti sono dati, come gi
detto, dalla somma dello smorzamento per irraggiamento e di quello isteretico nel
terreno:
c x = (c x )irr +
2k x
uf
c = (c )irr +
2k
(B. 5)
118
eq =
(B. 6)
Unanalisi modale con spettro di risposta come quella descritta pu rappresentare lunico
tipo di analisi in caso di effettivo comportamento elastico del sistema, o unesplorazione
iniziale volta a determinare leffettiva rilevanza del fenomeno di interazione.
119
gruppo c) leffetto di modifica del moto in input alla struttura dovuto allinterazione
cinematica.
Nel seguito si illustrano brevemente alcune delle opzioni di modellazione, caratterizzate
da diversi livelli di rigore, in grado tuttavia di cogliere tutti gli aspetti del fenomeno.
Dal punto di vista operativo possibile distinguere una modellazione globale,
comprendente cio il suolo, la fondazione e la struttura, come indicato in Fig. B. 4, da una
modellazione disaccoppiata o per sottostrutturazione. In questo caso, illustrato in Fig. B. 5,
dapprima di risolve il problema della determinazione del moto modificato uk per effetto
dellinterazione cinematica e della matrice di impedenza che tiene conto delleffetto di
gruppo, per poi utilizzare questi risultati nellanalisi della struttura.
Colonna di
suolo (moto in
campo libero)
Traslazione
orizzontale
Traslazione
verticale
kxcx
kzcz
Impedenza
alla punta
ugz
ug
uk
us
ms
Traslazione
verticale
ks ,cs
kzcz
G
x
uk
ugz
Impedenza
alla punta
G
x
f
mf , If
c G
uf
120
121
Il suolo, nella soluzione dei problemi 1 e 3, modellato alla Winkler con una
distribuzione continua di molle e smorzatori dipendenti dalla frequenza, per le quali sono
state adottate le espressioni semplificate seguenti:
k x = 1.2 Es
(B. 7)
c x = 6 sVs da 01/ 4 + 2 s
kx
(B. 8)
kz = 0.6 Es 1 + 0.5 a 0
c z = sVs da 01/ 4 + 2 s
)
kz
(B. 9)
(B. 10)
Nella (B. 8) e nella (B. 10) il primo termine rappresenta lo smorzamento per
irraggiamento e il secondo quello isteretico nel materiale.
Interazione inerziale: passo 1 (Fig. B. 6a)
Lequazione della linea elastica di un palo in vibrazione libera armonica U11(,z)eiwt, alla
frequenza , in un terreno alla Winkler, nel caso inerziale :
EpI p
d IV U 11 (z )
+ (kx + ic x m 2 )U 11 (z ) = 0
dz 4
(B. 11)
(B. 12)
122
=4
k x m 2
4E p I p
(B. 13)
Palo 1
carico in testa
Posizione del
Palo 2 (r=S)
Moto che
eccita il Palo 2
Palo 2
Onde che si
propagano
radialmente
a)
c)
b)
Passo 1
Passo 2
Passo 3
ug
Onde che si
propagano
radialmente
ugz
d)
e)
Moto
differenza tra
quello in
campo libero e
quello del Palo
1, attenuato alla
posizione del
Palo 2
f)
(B. 14)
123
(r , ) = (r ,0 ) cos 2 + (r , / 2 ) sen 2
(B. 15)
(r ,0 ) = r0 r e (r r
(B. 16)
)/V La
(r , / 2 ) = r0 r e (r r
e i ( r r
)/ V s
)/V La
e i ( r r
)/ V s
(B. 17)
dove r0 il raggio del palo. Nella stessa equazione la radice quadrata e il primo
esponenziale danno conto, rispettivamente, dellattenuazione geometrica e per
dissipazione nel mezzo.
Interazione inerziale: passo 3 (Fig. B. 6c)
Il campo donde generato dal moto del palo eccitatore dato dalla (B. 14) per r = S
fornisce linput al secondo palo. Lequazione che governa il moto U21(z) di tale palo :
EpI p
d IV U 21 (z )
m 2U 21 (z ) + (kx + ic x )[U 21 (z ) U s (z )] = 0
dz 4
(B. 18)
la cui soluzione fornisce lo spostamento del palo ricevente causato dal moto del palo
eccitatore. Il rapporto tra questo spostamento e lo spostamento del primo palo il
cosiddetto fattore di interazione dinamica, che per z=0 vale:
21 =
k x + ic x
U 21 (0 ) 3
= (S , )
U 11 (0 ) 4
k x + ic x m 2
(B. 19)
cos z it
e
cos L
(B. 20)
Vs
V s 1 + 2 i
(B. 21)
124
EpI p
d IV U 11 (z )
m 2U 11 (z ) + (kx + ic x ) U 11 (z ) U g (z ) = 0
dz 4
(B. 22)
(B. 23)
k x + i c x
E p I p + k x + i c x m 2
4
(B. 24)
21 =
U 21 (0 )
= (S , )( 1)
U 11 (0 )
(B. 25)
21 =
W 21 (0 )
W11 (0 )
r0 S /V iS /V
e
e
S
s
(B. 26)
ottenuta trascurando linterazione tra terreno e palo ricevente (infatti in essa non
compaiono, come nella (B. 19) le impedenze lungo il palo). Sotto le stesse ipotesi gli
autori forniscono anche unanaloga espressione per il fattore di interazione orizzontale.
Lespressione (B. 26) il punto di partenza per lo sviluppo, in Makris e Gazetas (1991), di
unespressione pi accurata, per suolo non omogeneo e palo assialmente flessibile (ma
sempre trascurando linterazione tra terreno e palo ricevente):
21 =
r0 1
S L
S /V iS /V
e
dz
0 11 (z ,0 )e
125
(B. 27)
dove:
11 (z , ) 11 (z ,0 ) =
1
L
w 11 (z )
L
w 11 (z )dz
(B. 28)
il rapporto tra lo spostamento verticale alla quota z e quello medio sulla lunghezza del
palo.
~s
k
xx
~
~s
k = kxs
0
~
kxs
~
ks
0
0
~
kzzs
(B. 29)
dove:
EpI p
~
kxxs = 3 Fxx ( )
Lp
(B. 30)
126
EpI p
~
ks =
F ( )
Lp
(B. 31)
EpI p
~
kxs = 2 Fx ( )
Lp
(B. 32)
e
Ep Ap
~
kzzs =
Fzz ( )
Lp
(B. 33)
S x1
)
0.4
=
S x1
.2
=0
5)
S z1
Sx2 (=0.4)
Sx2 (=0.25)
Sz2
= 1 + i2 = L p [m 2 (kx + ic x )] E p I p
= 1 + i 2 = L p
[m (k
2
+ i c z
)] E A
p
(B. 34)
(B. 35)
127
Le espressioni delle funzioni Fxx, Fx e F sono fornite da Novak (1974) per il caso di
palo incastrato oppure incernierato in una base rigida. Ai fini della determinazione della
rigidezza globale alla traslazione orizzontale e alla rotazione della fondazione, interessano
~ ~
solamente le rigidezze kxxs e kzzs . Le corrispondenti funzioni sono:
Fxx , fixed ( ) = 3
(B. 36)
Fxx , pinned ( ) = 3
2 cosh cos
cosh sin sinh cos
(B. 37)
Fzz ( ) = cot
(B. 38)
Novak mostra anche come, normalizzando le funzioni precedenti per la snellezza del palo
(Re(fxx)= Re(Fxx)/(Lp/r0)3) e, per la parte immaginaria, anche per la frequenza
adimensionale a0 (Im(fxx)= Im(Fxx)/(Lp/r0)3/a0), si ottengono dei valori praticamente
indipendenti dalla snellezza e dalle condizioni di vincolo alla base, per i valori usuali di
snellezza e lunghezza dei pali. Novak fornisce inoltre i valori costanti approssimati mostrati in
Tabella B. 1 in funzione del rapporto tra la velocit delle onde di taglio nel terreno e la
velocit delle onde nel calcestruzzo Vc = Ep/p.
Tabella B. 1 Valori costanti approssimati delle funzioni di impedenza del singolo palo (
il coefficiente di Poisson del terreno).
= 0.25
= 0.4
128
trascurabile rispetto alla componente orizzontale. Nel seguito quindi si fa riferimento solo
a questultima.
Gli spostamenti orizzontali Ui e Uj in testa ai pali i e j dovuti alla propagazione del moto
sismico allinterno della palificata sono diversi, a causa del diverso contributo di
interazione dai pali circostanti:
U i = ij U jj U j = ji U ii
j
(B. 39)
dove ii = jj = 1, e Uii = Ujj = U11 il moto in testa al singolo palo eccitato dalle onde
sismiche per effetto dellinterazione con il suolo.
Nellipotesi di plinto rigido deve risultare Ui = Uj =U. Perch questo avvenga devono
nascere delle forze in testa ai pali che ristabiliscano la compatibilit. Tali forze, che
devono essere auto-equilibrate:
Fi
=0
(B. 40)
~
~
producono spostamenti diretti Fi/ kxxs e ji Fi/ kxxs per effetto dellinterazione.
Lo spostamento orizzontale del plinto sar quindi dato dallespressione:
F
F
U k = U j = ji ~si + ji U ii = ji ~si + U 11 ji
i
i
kxx
kxx
i
i
(B. 41)
(B. 42)
Questa equazione, scritta per gli n pali, insieme allequazione di equilibrio (B. 40),
formano un sistema di equazioni lineari nelle incognite Uk/U11 (moto in sommit) e
~
Fi/ kxxs U11 con i=1,,n (forze), che si pu scrivere in forma matriciale:
1 n1
0
11
nn U k U 11 nn 1 n1
~
=
1 1n F kxxs U 11 0 11
(B. 43)
129
(B. 44)
Le forze di inerzia in testa ai pali sommano alla forza totale applicata al plinto FG:
Fi
= FG
(B. 45)
Lequazione (B. 41), scritta per gli n pali, insieme allequazione di equilibrio (B. 45),
~
formano un sistema di equazioni lineari nelle incognite U (moto in sommit) e Fi/ kxxs
con i=1,,n (forze), che si pu scrivere in forma matriciale:
1 n1
0
11
nn U 0 n1
~ =
~s
kxx 1 1n F kxxs F1G1
(B. 46)
(B. 47)
(B. 48)
Fzi x i
= MG
Fzi
i
=0
(B. 49)
(B. 50)
130
(B. 51)
(B. 52)
131
~
K HM
~
K MM
(B. 53)
Tale impedenza da sola non permette di valutare leffetto dellinterazione sulla risposta
della struttura. Per consentire lanalisi dellinterazione cinematica, Gerolymos e Gazetas
(2006a) hanno proposto di schematizzare il terreno intorno al pozzo mediante molle e
smorzatori distribuiti lungo laltezza del pozzo e alla sua base. Le caratteristiche di tali
elementi vengono determinate in modo da approssimare limpedenza in (B. 53).
La Fig. B. 8a mostra la configurazione deformata di un pozzo di fondazione con
evidenziate le reazioni del suolo, lungo il fusto e alla base. La Fig. B. 8b mostra la
corrispondente schematizzazione alla Winkler in (Gerolymos e Gazetas, 2006a), con i
~
~
quattro funzioni di impedenza dinamica, alla traslazione kx e rotazione k lungo il fusto,
~ ~
~
~
~
e concentrate per traslazione K h e rotazione K r alla base. Le impedenze k , K h e K r
costituiscono unimportante differenza qualitativa con il caso dei pali, nei quali questi
contributi, per le proporzioni geometriche, risultano trascurabili.
Scrivendo lequilibrio alla traslazione e alla rotazione:
d~
~
mu&&c + 0 kx (z )u (z , t )dz + K h u (0, t ) = Q 0 (t )
d~
D
J c &&c (t ) + m u&&c (t ) + 0 kx (z )u (z , t )zdz + L
2
d~
~
+ 0 k (z ) c (t )dz + K r c (t ) = M 0 (t ) + DQ 0 (t )
(B. 54)
(B. 55)
Per lanalisi della struttura in elevazione serve la matrice di impedenza riferita alla sommit del
~
pozzo K T ( ) . Questa si ricava a partire dalla (B. 53) mediante un semplice cambiamento di
riferimento.
10
132
~ ~
K h + kx d
~
K B ( ) = ~ 2
kx d
kx d 2
2
~ 3
kd
~ ~
K r + k d + x
3
(B. 56)
Fig. B. 8 (a) Cassone e reazioni del terreno (b) schematizzazione alla Winkler.
~ ~
Le impedenze k x , k si determinano imponendo luguaglianza dei termini sulla diagonale
della (B. 56) e della (B. 53), e verificando che ne risulti una ragionevole somiglianza per i
termini fuori diagonale:
~ ~
~
K h + kx d = K HH
(B. 57)
~
k d3 ~
~ ~
K r + k d + x = K MM
3
(B. 58)
Imponendo le (B. 57)(B. 58) separatamente per la parte reale e immaginaria si ottengono,
rispettivamente, kx, k e cx, c.
I risultati di questa operazione, svolta per un certo numero di rapporti di forma d/B,
forniscono espressioni analitiche approssimate delle rigidezze. Ad esempio per un
cassone circolare si ha:
kx 1.75 Es (d / B )0.13
(B. 59)
k 0.85Es d 2 (d / B )1.71
(B. 60)
133
E interessante notare che per cassoni molto snelli (d/B>10), le relazioni precedenti
forniscono kx 1.2 Es e k 0 , coerenti con le corrispondenti espressioni per un palo
(vedi equazione (B. 7)).
Nel caso di eccitazione sismica (onde di taglio a propagazione verticale), le equazioni di
equilibrio per i due gradi di libert del cassone rigido si scrivono (vedi Fig. B. 9):
d~
~
mu&&c + 0 kx (z ) u (z , t ) u ff (z , t ) dz + K h u (0, t ) u ff (0, t ) = 0
d~
D
u&&c (t ) + 0 kx (z ) u (z , t ) u ff (z , t ) zdz + L
2
d~
~
+ 0 k (z ) c (t ) u ff (z , t ) dz + K r c (t ) u ff (0, t ) = 0
J c&&c (t ) + m
(B. 61)
(B. 62)
dove il moto del terreno descritto dalle (B. 20)e (B. 21). La soluzione delle equazioni (B.
61) e (B. 62) fornisce il moto in superficie da applicare alla struttura.