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usufrutto di cui era titolare la madre dell'attore, esso risulta inconferente, poich nella specie non si discuteva dell'acquisto del diritto da parte del nudo proprietario nei
confronti dell'usufruttuario per estinzione dello stesso, ma della situazione di fatto, in relazione alla quale andava verificata, come la Corte di merito ha fatto, la
configurabilit di un possesso utile ad usucapionem.
4.1. - Con il secondo motivo si deduce violazione e/o errata applicazione degli artt. 714, 1102 e 2697 cod.civ., nonch omessa, insufficiente o contraddittoria
motivazione in ordine ad un punto decisivo della controversia. La Corte di merito avrebbe affermato la sussistenza di una divisione bonaria dei beni tra P.S. e A. - da cui
sarebbe derivato per il primo il possesso esclusivo dei beni immobili di cui stato riconosciuto il diritto di propriet in capo allo stesso per intervenuta usucapione senza individuare i beni oggetto della divisione. Inoltre, l'affermata divisione di fatto sarebbe in contrasto con il riconoscimento in capo al P. della propriet per
intervenuta usucapione di tutti i beni.
4.2. - La illustrazione del motivo si conclude con la formulazione del seguente quesito di diritto: Si chiede alla Suprema Corte se, in relazione agli artt. 714,1102 e 267
c.c. possa essere affermato il godimento separato di un bene sulla base di una divisione di fatto tra coeredi senza individuare quali siano stati i beni che avrebbero
composto l'asse oggetto di divisione e quale sia stata, in concreto, l'attribuzione effettuata in favore di ciascuna parte.
5. - Il motivo inammissibile, trattandosi di questione nuova, non risultando dalla sentenza impugnata che fosse controverso quali erano stati i beni assegnati con la
divisione amichevole.
6.1. - Con il terzo motivo si denuncia violazione e/o errata applicazione degli art. 1158 e 2697 cod.civ., nonch omessa, insufficiente e/o contraddittoria motivazione. Le
deposizioni testimoniali acquisite non confermerebbero, a differenza di quanto ritenuto dalla Corte di merito, la sussistenza di una informale divisione dalla quale
sarebbe derivata l'immissione in possesso da parte del P. dei beni immobili per i quali stata poi dichiarata l'usucapione. Inoltre nella sentenza impugnata
mancherebbe alcuna motivazione con riferimento al decorso del ventennio necessario ad usucapire.
6.2. - La illustrazione del motivo si conclude con la formulazione del seguente quesito di diritto: Si chiede alla Suprema Corte se, in relazione agli artt. 1158 e 2697
cod.civ., possa essere pronunziata la usucapione in assenza e/o insufficienza di prove in ordine al decorso del ventennio necessario ad usucapire e se il mero
godimento da parte del coerede del bene comune, anche in assenza di richiesta di rendiconto, possa legittimare una pronunzia di usucapione.
7. - La censura non pu trovare ingresso nel presente giudizio, risolvendosi sostanzialmente in una richiesta di nuovo apprezzamento delle risultanze istruttorie, inibito
in sede di legittimit a fronte di una congrua e plausibile ricostruzione delle stesse operata dal giudice di merito.
8.1. - Con il quinto motivo si deduce la violazione e/o falsa applicazione del disposto di cui all'art. 1158 cod.civ. in presenza di contestuale ed alternativa domanda
finalizzata al trasferimento del bene immobile in forza di atto unilaterale del 2 marzo 1994, formulata ex art. 2932 cod.civ., nonch omessa pronuncia su di un punto
decisivo. Nella specie difettavano, secondo la ricorrente, i presupposti per la pronunzia di usucapione, essendo la proposizione da parte del P. della domanda ex art.
2932 cod.civ. - fondata sulla sussistenza di un preliminare di vendita asseritamente sottoscritto il 2 marzo 1994 - incompatibile con la contestuale domanda di
usucapione.
8.2. - La illustrazione del motivo si conclude con la formulazione del seguente quesito di diritto: Si chiede alla Suprema Corte se, in relazione agli art. 1158 e 2932
cod.civ., possa essere pronunziata l'usucapione in presenza di contestuale domanda diretta ad ottenere sentenza in luogo di contratto non concluso sulla base di atto
negoziale avente contenuto obbligatorio. Pi in particolare, se la dedotta sussistenza di un titolo negoziale non sia idonea ad escludere l'animus possidendi quanto
meno fino alla data apparente della scrittura.
9.1- - La censura infondata.
9.2. - La domanda proposta ai sensi dell'art. 2932 cod.civ. dal P. era stata formulata in via subordinata per il caso in cui non si fosse ritenuto di accogliere la domanda di
usucapione. Del resto, la scrittura in questione conferma il possesso ad usucapionem, in quanto con essa le parti si erano impegnate a formalizzare reciprocamente in
favore del coerede l'intestazione di quei beni dei quali egli veniva cos riconosciuto proprietario.
10. Il ricorso deve pertanto essere rigettato. Non v' luogo a provvedimenti sulle spese del presente giudizio, non essendo stata svolta attivit difensiva dall'intimato.
P.Q.M.