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[ALTRI STILI]

DI MIRELLA CAMERA

Dopo secoli di assenza riappaiono


gli eremiti: persone che vivono in totale
solitudine pregando e meditando

FUORI DAL MONDO

Solo nel 1983


il Diritto canonico
ha ricominciato
a prevedere uno spazio
e regole giuridiche
per leremita

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APRILE 2008

CLUB3

ppartarsi da tutto: chi non mai


stato sfiorato da questidea, alzi la
mano. Anche solo per un po, il
tempo di scrollarsi via leccesso di sollecitazioni, lo stress delle mille doverosit che comporta il vivere in una societ complessa come la
nostra, lo strato denso e appiccicoso che
lindustria delle distrazioni di massa ci lascia addosso come uno smog mentale. Ma anche per fare il punto della situazione della propria vita, una sorta di check-up dello spirito
di cui ogni tanto si sente il bisogno.
Luomo moderno ha unevidente
necessit di ritrovare degli spazi
perduti di silenzio e riflessione:
lo dimostrano fenomeni in crescita come le vacanze in convento, il boom dei pellegrinaggi a piedi e persino linaspettato successo di un film come Il grande silenzio, un severo documentario sulla vita in un monastero certosino che riuscito a raccogliere, contro ogni previsione, un vastissimo pubblico.
Non stupisce dunque
scoprire che per qualcuno
questa necessit non intermittente, un intervallo contemplativo in una vita che si
manifesta sempre pi superattiva, ma una scelta totale e
definitiva. Una vocazione, non esitano a definirla
gli interessati. Un buon numero di costoro sono stati
scovati con una certa fati-

ca, non c bisogno di dirlo e poi intervistati da Isacco Turina, ricercatore di Sociologia
allUniversit di Bologna e autore di un libro
denso e straordinariamente interessante: I
nuovi eremiti (Edizioni Medusa).
Si tratta di persone molto diverse fra loro,
uomini e donne pi o meno alla pari, la cui
et va dai 35 agli 82 anni e che rappresentano
solo una piccola parte degli eremiti che in
questo momento vi sono in Italia. C chi vive in un casolare isolato e senza mezzi di locomozione campando di elemosine e chi si stabilito in citt, dipingendo icone e quadri religiosi per mantenersi; c chi fa della solitudine totale la caratteristica essenziale del suo
eremitaggio e chi incontra e accoglie persone in cerca di confronti spirituali; c chi ha
alle spalle una storia professionale di contatto con la gente e chi una precedente vita in
convento; chi non ha nemmeno lelettricit e
chi lavora col computer.
Eppure, nella grandissima diversit delle
situazioni e delle storie personali, tutti hanno
fatto della vita solitaria e fuori dal mondo
la condizione per vivere senza distrazioni

unesistenza di preghiera, studio dei testi sacri, intimit con Dio. Il bello che nessuno
di loro pensa di essere fuggito dal mondo,
al contrario: grazie alla preghiera, che rappresenta in un certo senso il mestiere proprio delleremita, essi si sentono nel cuore
del mondo e vicini a tutti, quelli che conoscono e quelli che non conoscono.
Prima mi davo da fare con molte attivit
a favore degli handicappati e con le famiglie dice una ex suora ora eremita. Ma pi
di tanto non potevo fare e mi sentivo limitata, a volte inutile. Adesso so che con la preghiera posso aiutare tutti, perch il Signore
arriver dove io non posso arrivare, soprattutto verso quelle persone che nessuno vede.
Io non sapr mai dov giunta la mia preghiera ma Dio, con essa, far come meglio crede. C qualcosa di pi alternativo al modo
di vedere le cose di noi comuni mortali, sempre preoccupati di fare, di riuscire, di vedere
i risultati, di calcolare?
Un altro ha deciso di abbandonarsi completamente alla Provvidenza: non ha soldi e
non ne vuole avere, ha trovato un eremo

La loro vita rende


evidente quanto
nel mondo ci sia
di vano, inutile, fatuo
e, alla fine, opprimente
per lo spirito

INTERVISTA ALLAUTORE, ISACCO TURINA

La loro filosofia? Semplice: eliminare


tutti i rumori per ascoltare la voce di Dio
Come nasce il suo libro?
In tuttaltro modo rispetto
alla piega che ha preso poi,
scrivendolo. Volevo fare una
ricerca sociologica sul tema
fughe dal mondo. Dai
padri camaldolesi ho saputo
di questo fenomeno che non
conoscevo assolutamente
e che mi ha incuriosito.
Ho seguito questa pista,
ne ho contattato qualcuno
e ho continuato in questa
direzione. Ma la traccia
iniziale, fuga dal mondo,
caduta subito: chiaro
che per loro la scelta
di diventare eremiti non ha

per nulla questa valenza,


al contrario: tutti dichiarano
che il bisogno di appartarsi
per meglio stare vicino
ai bisogni del mondo,
soprattutto con la
preghiera.
C davvero un nuovo
trend che guida alcune
persone a seguire
questa strada
o un fenomeno
da sempre
presente nella
spiritualit?
Le ultime
tracce di
eremiti-

smo, nella Chiesa cattolica,


risalgono al Seicento. Poi
spariscono fino a non venire
nemmeno pi contemplate
tra le esperienze religiose.
Riappaiono spontaneamente
intorno agli anni Cinquanta
e Sessanta. Lo spirito
del Concilio d loro
di nuovo spazio,
e il nuovo Codice
di diritto canonico del
1983 stabilisce
il quadro giuridico:
spetta al vescovo
valutare se un
eremita pu
essere

incardinato.
Oggi in Italia ce ne saranno
circa 200, ma io ne ho
incontrati solo 37. Il trend
c senza dubbio,
soprattutto se si pensa
che per 350 anni non
ce ne sono stati per niente.
Certo, non si manifesta
come un fenomeno
statisticamente rilevante.
Si tratta per di un trend
esemplare, nel senso che
rappresenta una tendenza
dal forte significato, anche
se numericamente ridotta.
C un tratto comune
nelle loro storie

CLUB3

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APRILE 2008

[ALTRI STILI]

Leremita, presente
fino al XVII secolo,
poi scomparso dalla
vita della Chiesa.
Riappare ai nostri
tempi, e sembra un
fenomeno in crescita

diroccato tutto da restaurare e come per


miracolo sono arrivati i soldi per pagare i
lavori. Poi la cerchia degli amici delleremita si allargata e ora lui, che vive pregando
e basta, non solo pu contare su offerte e alimenti ma anche in grado di provvedere ai
poveri. Il Vangelo funziona davvero se ci
credi, dice, stupito dello stupore dei suoi
interlocutori. Io di gruzzoli non ne ho da
nessuna parte, neanche una
vecchia lira, eppure il Signore
arriva sempre, e al momento

giusto: per esempio,


quando ho mandato la
macchina a rottamare il
giorno dopo mi arrivata una bicicletta; dovevo
fare un importante intervento chirurgico ai
denti e il dentista mi ha
operato gratis; nella cassetta della posta trovo biglietti da 50 euro, arrivano ceste di frutta magnifica e sacchi di pane, non
mi manca niente. Anzi, direi che fin troppo, certe cose io proprio non le comprerei
nemmeno: Lui mi vizia!.
A sentirli, sembrerebbe proprio che gli
eremiti facciano lesatto contrario di quello
che tutti noi riteniamo normale e ragionevole: solo che, invece di andare in crisi, scoprono di essere liberi e di sentire una pace e una
gioia mai sperimentata prima. Il segno, e su
questo usano tutti indistintamente le stesse
parole, che hanno finalmente trovato ci che
hanno tanto cercato.

INTERVISTA ALLAUTORE, ISACCO TURINA

cos diverse?
Ciascuno ha una
biografia unica,
un suo modo
di fare leremita.
Sono sia uomini
che donne (con una leggera
prevalenza di queste
ultime), per alcuni una
seconda vocazione dopo
unesperienza in convento
o nel clero secolare, altri
sono laici. C chi viene
folgorato dalla chiamata
e chi ci arriva a poco
a poco. Ma ci che li unisce
lessenza stessa
delleremitaggio: fare una
vita solitaria interamente
dedicata alla preghiera
e alla testimonianza.
Vogliono trasmettere
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un messaggio o
solo compiere
questopera,
che si sappia
o no non ha
importanza?
La preghiera e la
testimonianza sono legate.
Ma non vogliono parlare alle
masse, questo a loro non
interessa. Per quei pochi
che incontrano ne ricevono
un segno profondo.
Come li vede la gente?
Dipende dai casi. Non
raro che siano visti con
indifferenza e persino
ostilit e per questo siano
costretti a spostarsi. Altre
volte, invece, si forma una
rete di persone che li aiuta,
magari ristrutturando

la casa o portando
regolarmente cibo
e vestiario. Anche a livello
ecclesiale c diversit:
ci sono vescovi che non
vogliono saperne, degli
eremiti; altri che li lasciano
vivere, pi che altro
ignorandoli; altri ancora,
invece, che li incoraggiano
e li seguono.
C differenza tra quelli di
citt e quelli che scelgono
posti isolati?
Secondo me quelli di citt
sono pi isolati degli altri.
Forse perch, per
difendersi, sono costretti
ad alzare dei muri
di riservatezza maggiori,
forse perch in fondo
proprio la citt a isolare.

Ma alla fine per leremita


il luogo conta poco, basta
che permetta loro di
raggiungere lo scopo: vivere
la solitudine in preghiera.
Che cosa le hanno
lasciato questi incontri?
Molto, perch sono stati
tutti incontri forti. Sono
persone che danno molta
importanza alle parole e
quello che dicono pesa.
Spesso mi viene
in mente una frase di
qualcuno di loro. La loro vita
rende evidente quanto nel
mondo ci sia di vano, fatuo
e, alla fine, opprimente per
lo spirito. Hanno ben chiara
lalternativa a questa
oppressione e la vivono
come una liberazione.

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