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LARCA EDIZIONI
ARCHITETTURA
BIOCLIMATICA
di CETTINA GALLO
intervento
CETTINA GALLO dal 1983 lavora
presso lE NEA ; stata
Presidente del Comitato
Architettura Bioclimatica
dellISES , responsabile
del Centro Nazionale
di Architettura Bioclimatica
dellE NEA , coordinatrice
del Settore Civile
della Conferenza Nazionale
Energia e Ambiente del 1998.
Dal 1997 Direttore editoriale
della rivista Ecoenea,
professore
della International Academy
of Architecture.
Non certo questa la prima volta nella storia che luomo pensa con
preoccupazione al futuro dellumanit. per la prima volta che questa preoccupazione ha una base razionale, scientifica; ed anche la prima volta che essa assume un carattere globale.
La causa prima stata laccelerazione della crescita demografica e della crescita economica nella seconda met del
1900; per la prima volta nella storia, su base mondiale, i
tempi del cambiamento sono diventati inferiori alla durata
della vita umana, e addirittura alla distanza tra una generazione e laltra. I tempi in cui si raddoppiava la popolazione umana, il consumo delle principali materie prime, i consumi di energia, lemissione di inquinanti nellaria e nellacqua, persino la produzione di cultura [espressa scientificamente in numero di oggetti culturali, di libri, di articoli di riviste scientifiche e cos via] sono diventati di
ventanni o meno. Il gap tra una generazione e la successiva si dilatato, il mondo come appare ai figli profondamente diverso di quello che appariva ai padri quando avevano la stessa et.
Per la prima volta [sempre su scala globale], non pi
soltanto la natura che minaccia luomo, ma luomo che minaccia la natura. Il concetto di sviluppo sostenibile assume
una forma compiuta e ottiene una diffusione adeguata attraverso il cosiddetto Rapporto Brundtland del 19871. In questo rapporto, lo sviluppo sostenibile viene definito come
sviluppo capace di soddisfare i bisogni del presente senza
compromettere la capacit delle future generazioni di soddisfare i loro propri bisogni.
Il culmine del discorso sulla sostenibilit stato raggiunto con la Conferenza Mondiale sullAmbiente e lo Sviluppo, tenutasi a Rio de Janeiro nel giugno del 19992 e nota anche come il vertice della terra. Tra i principali risultati: la preparazione dellAgenda 213, cio di un piano dazione proiettato nel ventunesimo secolo per la realizzazione dello sviluppo sostenibile; la firma delle convenzioni sul
Cambiamento Climatico, la Desertificazione e la Biodiversit;
e una fortissima diffusione a livello mondiale di concetti am-
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bientali e di sostenibilit che erano precedentemente rimasti confinati a cerchie ristrette di specialisti. La terza
Conferenza delle Parti [cio di tutti i 170 Paesi firmatari della Convenzione] tenutasi a Kyoto nel dicembre del 1997 ha
approvato il primo protocollo di attuazione della Convenzione, che comporta una serie di impegni che riguardano
i paesi industrializzati.
Considerando che nel 2005 met della popolazione mondiale sar urbanizzata si comprende quanto sia importante
cercare di perseguire gli obiettivi sanciti a Kyoto.
Nel discorso della sostenibilit larchitettura ha un peso rilevante: a livello mondiale, si pu valutare che oltre un
terzo delle emissioni di gas serra [responsabili delleffetto
serra e indiziati come minaccia alla stabilit del clima globale] derivano dal settore edilizio; i consumi energetici del
settore in Italia, nel 1999 sono stati di circa 40,5 Mtep4 pari al 30% dei consumi finali nazionali5 e responsabili di circa il 30-40% di emissioni di CO2 [la domanda del settore si
colloca dopo i trasporti e prima del settore industriale].
LItalia si schierata tra i Paesi pi convinti sostenitori del Protocollo di Kyoto e ha assunto, nellambito dellUnione Europea, impegni per una riduzione sostanziale delle emissioni di gas serra: riduzione del 7% nel periodo 20082012 rispetto ai valori del 1990, che, tenendo conto della
crescita attesa per la domanda energetica qualora non si
prendano specifici provvedimenti, corrisponde a una riduzione di almeno il 20% rispetto ai valori tendenziali.
Come potr lItalia rispettare questi impegni? e pi ancora, sar in grado di rispettarli?
Oggi in Italia e nel mondo c maggiore interesse per
questi aspetti dellarchitettura: il convegno mondiale Habitat tenutosi a Istanbul nel 19966, ha generato una serie
di raccomandazioni contenute nella dichiarazione Sviluppo di insediamenti umani sostenibili in un mondo in via
di urbanizzazione. Questa dichiarazione, allArt. 4, tratta specificamente degli usi dellenergia: Lattuale dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili nella maggior
parte dei centri urbani pu portare a cambiamenti climatici, allinquinamento atmosferico, con conseguenti problemi ambientali e di salute, e pu rappresentare una grave minaccia allo sviluppo sostenibile...Gli insediamenti
umani e le politiche energetiche dovrebbero essere strettamente coordinati.
Nel 1998, la Commissione Europea ha indirizzato una Comunicazione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale e al Comitato delle Regioni, dal
titolo Quadro dazione per uno sviluppo urbano sostenibile nellUnione Europea [COM (1998) 605 finale]. In questa comunicazione si sottolinea limportanza di un utilizzo dei Fondi strutturali [i finanziamenti comunitari destinati allo sviluppo delle aree meno avanzate dellUnione, che
nel periodo 2000-2006 potranno contare su 286,3 miliardi
di euro - oltre 550 mila miliardi di lire] nella direzione di
uno sviluppo urbano sostenibile, indicando quattro obiettivi in particolare:
1] Migliorare la prosperit economica e loccupazione nelle citt
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intervento
I 200 miliardi che erano stati stanziati allinizio e che avrebbero potuto essere incrementati come previsto dal bando
non soltanto con finanziamenti comunali o privati ma soprattutto con fondi regionali, sono stati prima innalzati a
300 miliardi e poi -con una specifica normativa legata alla
Finanziaria- aumentati di altri 300 miliardi per un ammontare complessivo di 600 miliardi. Questa situazione ha
consentito di soddisfare le richieste di 46 Comuni e quindi
di dare una risposta significativa alle 77 domande selezionate dalle Regioni.
In Italia la responsabilit della qualit edilizia certamente, per una parte significativa, delle amministrazioni locali. Nel rapporto che FINCO ha commissionato a CRESME nel
1999 su Scenari dellindustria delle costruzioni al 2010 si legge: le amministrazioni locali sono gi da tempo il principale attore non solo dei mercati delledilizia residenziale, ma
anche di quelli delle opere pubbliche, dato che dei 49.745
miliardi di lire erogati nel 98 per le opere pubbliche, ben
21.500 erano di competenza di Province e Comuni.
In questo quadro si situa il Codice concordato di raccomandazioni per la qualit energetico-ambientale di edifici
e spazi aperti, uniniziativa promossa a fine 1998 nellambito della Conferenza Nazionale Energia e Ambiente. Il codice, cui hanno gi aderito numerosi Comuni italiani, si propone di perseguire gli obiettivi del Protocollo di Kyoto migliorando la qualit energetica e ambientale degli edifici e
degli spazi aperti tra loro compresi, in accordo con la Carta di Aalborg e lAgenda 21, e dovrebbe quindi ottenere una
sistematica applicazione prima del 2010.
Il testo integrale del Codice comprende 18 raccomandazioni, redatte con la consulenza dellAvvocatura Generale dello Stato [sito web: ferd.ulysse.it poi ambiente poi Le
citt del codice].
Il Codice, in accordo con MICA, MINAMB, Ministero LLPP e Ministero Beni Culturali, nato dalla collaborazione dellENEA
con: Istituto Nazionale di Architettura, Consiglio Nazionale Architetti, Consiglio Nazionale Ingegneri, Istituto Nazionale di Urbanistica, Observatoire International de lArchitecture, ANCI, ANCE, ANCITEL, Istituto Centrale per il Restauro, IEFE-Bocconi, Associazione Rete di Punti Energia Regione Lombardia, Regione Abruzzo, UNITEL, ISEA e altri insieme con numerose Amministrazioni Comunali.
Il Codice indirizza verso obiettivi di elevata qualit
energetico-ambientale chi formula i programmi, chi definisce le normative, chi progetta gli strumenti urbanistici e
gli specifici interventi di trasformazione, chi li realizza ed
infine coloro che li usano.
Tra laltro i Comuni si attiveranno per:
utilizzare le fonti rinnovabili di energia per la realizzazione e la riqualificazione di edifici pubblici
introdurre nei Regolamenti Edilizi elementi che favoriscano le nuove costruzioni o le ristrutturazioni di tipo
bioclimatico
corredare gli strumenti urbanistici con carte climatiche
che contengano gli elementi relativi alla conoscenza
della temperatura, della pluviometria, dellumidit, del
soleggiamento, dei venti.
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struttive in funzione di una visione ecologica dellarchitettura e delle tecniche di climatizzazione dello spazio, concorrono alla formazione di una pi completa metodologia
di progettazione.
In questo quadro appare sempre pi necessario costruire
strumenti anche a carattere post-universitario in grado di
fornire una formazione specialistica al passo con le trasformazioni attuali delle tecnologie e metodologie relative al
progetto, nonch di svolgere, a livello di documentazione,
informazione e consulenza operativa, il necessario raccordo
fra il mondo dellinnovazione scientifica e tecnologica ed il
mondo della produzione industriale e la costruzione edilizia.
E questo riguarda essenzialmente la figura dellarchitetto e la sua formazione sia culturale sia tecnica.
Ma molte altre figure di tecnici sono indispensabili a un
cambiamento di fondo del modo di costruire quale quello
che qui si considera, anche se larchitetto colui che deve
avere la visione di insieme del problema e coordinarne i vari aspetti.
Occorre affrontare nuovi problemi nellindustria delle
componenti edilizie, anche introducendo tecnologie nuove e pi avanzate, e sviluppando una maggiore sensibilit
agli aspetti ambientali [per esempio, progettando per lintero ciclo di vita e proponendosi sin dallinizio il problema
del riciclaggio o dello smaltimento a fine vita].
Larchitettura la scienza che manipola il territorio -secondo la bella definizione che ne diede William Morris- e
non pu permettersi oggi di manipolarlo ignorando i principi dello sviluppo sostenibile.
N OTE
1] World Commission on Environment and Development, Our Common Future, Oxford University Press, Oxford, UK [1988]. Si tratta del rapporto
conclusivo della Commissione delle Nazioni Unite per lambiente e lo
sviluppo, presieduta dal primo ministro norvegese, signora Gro Harlem Brundtland
2] UNCED, United Nations Conference on Environment and Development, Rio
de Janeiro [1992]
3] Agenda 21 in Rio 1992: vertice per la terra, Franco Angeli [1993]
4] MTEP = milioni di tonnellate di petrolio equivalente
5] ENEA, La situazione energetico-ambientale del Paese - Rapporto 1999,
ENEA, Roma [2000]
6] United Nations Conference on Human Settlement - HABITAT, Istanbul
[1996]