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SEPPELLIRE I MORTI

a. la vita
Certamente l'etnologia ci rivela che i gruppi umani hanno riservato trattamenti diversi ai
cadaveri, tra cui anche l'abbandono del cadavere in luoghi aperti, savana o steppa, o l'esposizione del
cadavere su piattaforme o su rami di alberi per seppellire le ossa dopo la decomposizione, ma le
pratiche pi universalmente diffuse hanno a che fare con la sepoltura, in particolare l'inumazione
(sepoltura sotto terra), ma anche la sepoltura in mare o in acque interne come laghi o fiumi. Del resto,
l'uomo il solo animale che ha coscienza della morte ed il solo essere che ha sviluppato la pratica
della sepoltura dei morti. I riti di inumazione e di sepoltura (individuali e collettivi) sono i pi antichi
che l'archeologia ci consente di reperire poich ci conducono fino alla preistoria. La sepoltura dei
morti dice del livello di umanizzazione e del grado di civilt di una societ umana: Si giudica un
popolo dal modo in cui seppellisce i propri morti (Pericle). Tutti noi proviamo orrore di fronte alle
notizie di profanazione di tombe, o di fronte alle immagini che mostrano oltraggi e violenze contro i
corpi morti di nemici in guerra. Percepiamo una sacralit violata, sentiamo come empio e disumano
quell'agire violento. E sentiamo che se non c' rispetto e attenzione per i morti non vi pu essere
rispetto e cura per i viventi, per gli uomini.
b. la Parola
La sepoltura dei morti non compresa tra le opere di carit elencate in Mt 25,31-46, ma pratica
di piet ben attestata nel giudaismo. Il libro del Siracide esorta:
Figlio, versa lacrime sul morto, e come uno che soffre crudelmente inizia il lamento; poi
seppelliscine il corpo secondo il suo rito e non trascurare la sua tomba (Sir 38,16).
L'esigenza di fornire adeguata sepoltura al morto espressa cos in Sir 7,33: Al morto non
negare la tua benevolenza. Nel libro di Tobia la sepoltura dei cadaveri un'opera buona gradita a Dio
(cf. Tb 12,12-13). Secondo questo libro, per dare degna sepoltura ai corpi degli uccisi che rimanevano
insepolti, Tobi, il padre di Tobia, non esit a rischiare la vita (cf. Tb 1,17 ss.; 2,1-8).
Nella tradizione biblica, la sepoltura sempre stata tenuta nel massimo onore insieme alle cure da
accordare al cadavere (si pensi al lavare il corpo del defunto, al pettinarlo, al vestirlo, al dargli una
compostezza). L'uso di chiudere gli occhi del morto, attestato nella Bibbia (cf. Gen 46,4), si spiega
con l'assimilazione della morte al sonno ed pratica comune a molte culture. Nella mitologia greca
Sonno (Hypnos) e Morte (Thnatos) erano gemelli. Lo stesso termine cimitero, dal latino
coemeterium, deriva da un termine greco che significa luogo in cui si dorme.
Gli usi funerari biblici mostrano che i parenti prossimi potevano dare al morto un ultimo
abbraccio e un ultimo bacio (cf. Gen 50,1); probabilmente si procedeva a una pulizia funebre del
morto che veniva poi sepolto con i propri abiti, come appare dalla presenza di spille e ornamenti
ritrovati negli scavi delle tombe (cf. 1Sam 28,14). L'imbalsamazione del cadavere non fu mai
praticata in Israele. I casi di Giacobbe (cf. Gen 50,2-3) e di Giuseppe (cf. Gen 50,26) si spiegano
come usanza egiziana. La cremazione dei corpi in Israele non mai stata praticata ed era considerata
un oltraggio al corpo; oppure era una pratica abominevole riservata a trasgressori e nemici per
significare il loro annientamento totale (cf. Am 2,1). Nel caso di sepoltura di un re il suo cadavere
poteva essere cosparso di profumi e nella camera sepolcrale si potevano bruciare aromi in quantit (cf.
2Cr 16,14; Ger 34,5). L'assenza di sepoltura era considerata una maledizione e una condizione ver gognosa (cf. Sal 79,2-3; Ger 16,4-6; 25,33) era sorte disgraziata degli empi (cf. Dt 28,26; Is 34,3).
I sepolcri potevano essere costituiti da caverne, cavit naturali, come la grotta di Macpela, che
Abramo acquist da Efron l'Hittita, e dove furono sepolti lui e Sara (cf. Gen 23; 25,7-10), Isacco (cf.
Gen 35,29) e Giacobbe (cf. Gen 49,29-31) e le loro mogli. Oppure potevano essere appositamente
scavati nella roccia e allora si trattava di tombe di famiglia normalmente riservate a persone facoltose
(cf. Gdc 8,32; 16,31; 2Sam 2,32; Is 22,16). L'espressione addormentarsi con i propri padri (1Re
14,31; 16,28; 2Re 10,35; ecc.) fa riferimento a tombe familiari.
Il rispetto del cadavere, gi notevole nell'Antico Testamento che traversato da una concezione
antropologica unitaria per cui il corpo riveste una valenza spirituale, si accresce alle soglie dell'era
volgare con lo sviluppo della credenza nella resurrezione: non si pu che trattare con ogni onore il
corpo destinato alla resurrezione.

Nel Nuovo Testamento i vangeli accordano particolare rilievo alla sepoltura di Ges, che avvenne
com' usanza seppellire per i giudei (Gv 19,40). Una volta deposto dalla croce, il suo corpo fu
avvolto da Giuseppe di Arimatea in un candido lenzuolo (sindn) (Mt 27,59) e posto in una tomba
scavata nella roccia, una tomba di sua propriet in cui non era mai stato messo nessuno (cf. Lc 23,53).
Le bende in cui Ges era avvolto e di cui parla il quarto vangelo possibile che alludano a bendaggi
tesi a bloccare gli arti (cf. Gv 19,40; 20,5-7) e forse il sudario sul capo (Gv 20,7) poteva essere il
fazzoletto con cui si teneva fermo il mento. Ma non certo. Certo invece che la sepoltu ra di Ges fa
parte del krygma, dell'annuncio che la fede della chiesa ha proclamato e trasmesso di genera zione in
generazione a partire da Paolo, per il quale era gi un messaggio tradizionale: Cristo mor per i no stri
peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture (1Cor
15,3-4). Questo fatto spiega la rilevanza della prassi della sepoltura in tutto il cristianesimo. La
cremazione era rifiutata, anche se il tipo di sepoltura non era sentito come determinante ai fini della
resurrezione: sappiamo di corpi di cristiani martirizzati che i loro aguzzini bruciarono e ridussero in
cenere illudendosi cos di vanificare la speranza della resurrezione e di vincere la potenza di Dio.
Spesso i cristiani venivano sepolti con il volto rivolto verso oriente, da dove si attendeva la ve nuta
escatologica del Signore.
c. la vita nuova
Il rapporto stretto tra homo e humus, ovvero il rapporto che l'uomo vive con la terra, connotato
religiosamente nella tradizione ebraico-cristiana in cui l'uomo (adam, in ebraico) creato a partire
dalla terra (adam) ed destinato a tornare alla terra con la morte (cf. Gen 2,7; 3,19), ha reso
l'inumazione o comunque la deposizione in loculi, la forma di sepoltura privilegiata nell'occidente
cristiano. Se altre tradizioni religiose, come l'induismo, praticano la cremazione del cadavere, e la
inseriscono organicamente all'interno della propria visione del mondo, dell'uomo e del divino, questa
pratica si venuta diffondendo in occidente negli ultimissimi decenni insieme ad altre forme di
trattamento del cadavere, come la sepoltura anonima. Dal 1963, con l'istruzione della congregazione
del sant'Uffizio La cremazione dei cadaveri, la chiesa cattolica, pur mantenendo la sua preferenza
tradizionale per l'inumazione, accetta di accompagnare religiosamente anche chi ha scelto
l'incinerazione se questo non stato fatto con motivazioni espressamente anticristiane.
Questi mutamenti nel costume comportano molti problemi di ordine pastorale e obbligano ad
alcune riflessioni. Quando la cremazione accompagnata da un'assenza di riti, i congiunti di un morto
che si fa cremare devono affrontare non solo il lutto, ma anche il vuoto rituale. E i riti, che dal punto
di vista antropologico servono per stabilire una continuit, aiutano l'elaborazione del lutto, aiutano ad
assumere l'assenza verificatasi e a integrarla nella vita. Se la morte un fatto personalissimo, essa
anche un fatto pubblico, che riguarda la collettivit, ed un impoverimento ridurla a fenomeno
privato, individuale. La scomparsa dei riti di passaggio nelle nostre societ occidentali va di pari passo
con la riduzione della morte a fatto tecnico e privato e con la professionalizzazione sempre pi
accentuata del mercato funerario. La chiesa cattolica italiana si impegna da parte sua a introdurre un
formulario da utilizzare nei casi di cremazione (cfr. recente Rito delle esequie, 2011).
Le motivazioni pi frequentemente addotte per la cremazione sono di ordine igienico, logistico e
psicologico (il terrore di risvegliarsi nella bara a seguito di morte apparente). Si pu ipotizzare che
oggi un movente profondo della volont di farsi cremare (e della crescita di questa pratica) risieda
nell'orrore della corruzione: in un tempo cos attento al benessere del corpo e alla sua integrit, la
prospettiva della corruzione del corpo pu apparire insostenibile e rendere preferibile la sparizione
delle spoglie mediante incinerazione.
Certo, poich la morte uno specchio della societ, i comportamenti attorno alla morte e i
trattamenti del cadavere mutano incessantemente nella storia e la chiesa chiamata ad affrontare
responsabilmente tali cambiamenti con coraggio e creativit, con fedelt all'umano e al messaggio
evangelico. Ma soprattutto, riflettere sulla sepoltura pone l'uomo di fronte all'interrogativo basilare
che la morte costituisce per lui. E lo invita a discernere ci che essenziale nell'esistenza.

PREGHIERA PER IL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA


Signore Ges Cristo, tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste, e ci hai
detto che chi vede te vede Lui. Mostraci il tuo volto e saremo salvi. Il tuo sguardo pieno di
amore liber Zaccheo

e Matteo dalla schiavit del denaro; l'adultera e la Maddalena dal porre la felicit solo in una
creatura; fece piangere Pietro dopo il tradimento, e assicur il Paradiso al ladrone pentito. Fa'
che ognuno di noi ascolti come rivolta a s la parola che dicesti alla samaritana: Se tu
conoscessi il dono di Dio!
Tu sei il volto visibile del Padre invisibile, del Dio che manifesta la sua onnipotenza
soprattutto con il perdono e la misericordia: fa' che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di
Te, suo Signore, risorto e nella gloria.
Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch'essi rivestiti di debolezza per sentire giusta
compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore: fa' che chiunque si accosti a uno
di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio.
Manda il tuo Spirito e consacraci tutti
con la sua unzione perch il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore e la
tua Chiesa con rinnovato entusiasmo possa portare ai poveri il lieto messaggio proclamare ai
prigionieri e agli oppressi la libert e ai ciechi restituire la vista.
Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia a te che vivi e regni con il
Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
Amen

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