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Collana Render ragione

I Gruppi Biblici Universitari sono dal 1950 il ramo italiano della International Fellowship of Evangelical Students, movimento internazionale che opera nelle universit di molti paesi del mondo con lo
scopo di suscitare e approfondire la conoscenza della fede cristiana.
Le Edizioni GBU accompagnano lazione dei gruppi pubblicando
libri utili allo studio delle Scritture e allapprofondimento della fede.
Gruppi Biblici Universitari www.gbuitalia.org
Edizioni GBU www.edizionigbu.it

Donald A. Carson

LINTOLLERANZA
DELLA NUOVA
TOLLERANZA

Edizioni GBU

Titolo ed edizione originale:


The Intolerance of Tolerance
Autore:
DONALD A. CARSON
Pubblicazione originale:
Wm. B. Eerdmans Publishing Co.
2140 Oak Industrial Drive N.E., Grand Rapids,
Michigan 49505 / P.O. Box 163
ISBN: 978-0-8028-3170-5

Prima edizione italiana:

Lintolleranza della nuova tolleranza


Febbraio 2016 | Edizioni GBU
Traduzione: Filippo Falcone
Progetto grafico e copertina: Stefano Picciani e Rebecca Ciociola

Le citazioni del testo biblico sono tratte, tranne indicazione contraria,


da La Sacra Bibbia, Nuova Riveduta (NVR), 1994, Societ Biblica di
Ginevra CH 1032, RomanelsurLausanne.
Lintolleranza della nuova tolleranza / Donald A. Carson. Chieti :
Edizioni GBU, 2015. 210 p. ; 21 cm.
(Render Ragione, 4)
Tutti i diritti riservati
Edizioni GBU
ISBN 9788896441701

INDICE

PREFAZIONE

1. INTRODUZIONE: IL VOLTO MUTEVOLE


DELLA TOLLERANZA

11

2. CHE COSA STA SUCCEDENDO?

31

3. APPUNTI DI STORIA DELLA TOLLERANZA

63

4. PEGGIO DELLINCOERENZA

99

5. LA CHIESA E GLI ENUNCIATI DI VERIT CRISTIANA

119

6. EPPURE IL MALE RIMANE

153

7. TOLLERANZA, DEMOCRAZIA E ISPIRAZIONE


MAGGIORITARIA

169

8. NUNC QUO VADIS? DIECI PAROLE?

193

INDICE DELLE CITAZIONI BIBLICHE


INDICE DEI TEMI
INDICE DEI NOMI

211
213
215

A Graham Cole,
ringraziandolo per le tante,
stimolanti conversazioni

PREFAZIONE

Svariate volte nel corso degli ultimi dieci anni ho ricevuto un


invito a tenere una conferenza pubblica presso questa o
quella universit. Inviti del genere sono legati alla possibilit
delle singole universit di mettere da parte una somma
sufficiente per le spese di viaggio e per lonorario di un esperto,
chiamato da un gruppo studentesco riconosciuto, per parlare di
un tema di pubblico interesse. Il gruppo universitario di fisica
pu ad esempio decidere di invitare un noto fisico teorico per
discutere degli ultimi sviluppi nella fisica dei quark. Nel mio
caso sono stati dei gruppi studenteschi cristiani a fare domanda
per usufruire dei fondi destinati a simili iniziative, cosicch la
loro proposta stata accolta. I temi da poter affrontare sono i
pi vari. Si sottintende in genere che le conferenze non abbiano
un carattere troppo apertamente religioso. Il numero di coloro
che assistono pu anchesso variare, andando da una manciata
a centinaia di persone, per lo pi a seconda dellinteresse
generato dal tema, della reputazione delloratore o di entrambe
le cose.
Quando toccato a me, per tre volte ho dato alla conferenza il titolo di questo libro, Lintolleranza della nuova tolleranza. In ciascuno dei tre casi ho trovato di fronte a me un uditorio sorprendentemente ampio e un numero di docenti superiore alla norma. Credetemi se vi dico che la reputazione delloratore, in questo caso, non aveva nulla a che fare con il numero
dei convenuti; stato piuttosto il tema ad attirare tante persone. Ho concluso ciascuno dei miei interventi esternando le mie
convinzioni cristiane e cercando di mostrare il valore nellam-

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

bito della discussione di un cristianesimo fondato sulle Scritture. In tutte tre le circostanze ho lasciato un tempo per domande e risposte; il confronto si rivelato vigoroso, cortese, a volte divertente e certamente, dal mio punto di vista, piacevole.
Ho detto tutto questo per spiegare come mi sono avvicinato alla stesura del libro che fra le vostre mani. Queste conferenze occasionali hanno tenuto alta la mia attenzione sullargomento, spingendomi ad approfondire letture e riflessioni in
merito. In un dato momento mi sono quindi convinto che fosse
giunto il tempo di metterle nero su bianco. Non ci vuole grande consapevolezza culturale per capire che i problemi che circondano questo tema stanno erodendo sia il cristianesimo occidentale sia il tessuto culturale dellOccidente stesso. Le sfide
che ci si presentano non verranno meno a breve.
Un altro stimolo alla stesura di questo libro provenuto da
un testo precedente dal titolo Christ and culture revisited (pubblicato anchesso da Eerdmans nelledizione inglese). In quel
libro fornisco una riflessione biblica e teologica, ma si tratta di
una riflessione che scalfisce soltanto la superficie di una questione, quella culturale, affrontata in termini piuttosto generali. Per contro, il tema del presente libro molto pi circoscritto. Allo stesso tempo, nello scrivere il precedente non ho potuto fare a meno di constatare lesistenza di argomenti che chiedevano di essere esaminati con maggiore dettaglio: fra questi,
nessuno pi di tolleranza/intolleranza. Ci che ora avete fra le
mani il risultato della disamina di questultimo aspetto. Mi si
perdoner se di tanto in tanto far riferimento a Christ and culture revisited per mostrare ci che sta alla base delle argomentazioni che intendo sviluppare qui.
Ancora una volta sono grato ad Andy Naselli, mio abilissimo assistente, per i suoi utili suggerimenti e per aver compilato gli indici.
D.A. Carson

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CAPITOLO 1

INTRODUZIONE
Il volto mutevole della tolleranza

Parlare di intolleranza della tolleranza pu sembrare ad alcuni una mera assurdit al pi, un oscuro ossimoro, quasi
come parlare del calore del freddo o dellopacit del bianco.
La tolleranza occupa oggi un posto di primo piano nella cultura occidentale, un po come la maternit e la torta di mele
nellAmerica degli anni 50: impossibile metterla in discussione senza essere tacciati in qualche misura di anacronismo. Suggerire, come faccio nel mio titolo, che la stessa tolleranza possa in determinati contesti risultare intollerante non vi aiuter
a farvi molti amici. Per dirla in modo un po pi sofisticato, la
tolleranza divenuta parte della struttura di plausibilit. Per
quanto ne so, lespressione struttura di plausibilit stata coniata dal sociologo Peter L. Berger1. Questi ladotta per indicare modelli di pensiero ampiamente recepiti e accolti, quasi senza fare domande, allinterno di una particolare cultura. Uno dei
corollari della sua argomentazione che in culture pi rigide e
monolitiche (come quella giapponese), le strutture di plausibilit fondanti possono essere incredibilmente complesse quello che intendo dire che vi pu essere una rete di posizioni vincolanti che costituiscono un sostrato di convinzioni, il quale raramente viene messo in discussione. Per contro, in una cultura
1. Vedi The sacred canopy: elements of a sociological theory of religion, Doubleday, New York, 1967, tr. it. La sacra volta. Elementi per una teoria sociologica della religione, Sugarco, Milano, 1984.
11

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

fortemente eterogenea come quella che caratterizza molti paesi del mondo occidentale, le strutture di plausibilit sono necessariamente pi limitate per la semplice ragione, unottima
ragione a dire il vero, che esiste un numero minore di posizioni comuni2. Le strutture di plausibilit che invece permangono
tendono a essere ritenute con particolare forza, quasi che vi sia
il riconoscimento che senza tali strutture la cultura correrebbe il rischio di sfaldarsi. In buona parte del mondo occidentale, nel mio modo di vedere, la tolleranza fa parte di quel novero
ristretto, ma gelosamente custodito, di strutture di plausibilit.
Scendere in piazza e mettere in discussione il concetto di tolleranza non significherebbe soltanto combattere contro i mulini
a vento ma sarebbe altres indice di insensibilit culturale, cattivo gusto e ignoranza.
Nondimeno io non mi abbatto. Vado avanti come chi sa
di avere qualcosa dimportante da dire e che non ancora stato detto con sufficiente forza. La nozione di tolleranza sta cambiando e con lavvicendarsi di nuove definizioni anche la sostanza della tolleranza mutata. Bench occorra spezzare una
lancia a favore di alcuni tratti della definizione corrente, la triste realt che la nuova tolleranza a noi contemporanea intrinsecamente intollerante. Non vede i propri difetti perch erroneamente ritiene di essere essa stessa metro di giudizio morale; non pu essere messa in discussione in quanto divenuta parte integrante della struttura di plausibilit dellOccidente. E, peggio ancora, questa nuova tolleranza socialmente pericolosa e certamente intellettualmente debilitante. Lo stesso
bene che cerca di produrre pu essere ottenuto pi efficacemente in altre maniere. La gran parte di ci che resta in questo capitolo dedicata alla presentazione e alla difesa di questa tesi.

2. Peter L. Berger, The heretical imperative: contemporary possibilities of


religious affirmation, Doubleday, Garden City, 1979, tr. it. Limperativo
eretico. Possibilit contemporanea di affermazione religiosa, Elle Di Ci,
Rivoli, 1987.
12

1. Introduzione

VECCHIA E NUOVA TOLLERANZA


Iniziamo con i dizionari. Nello Zingarelli [usiamo qui un
esempio italiano, ndt], il primo significato del verbo tollerare sopportare con pazienza e senza lamentarsene cose
spiacevoli o dolorose. Questo uso sta diventando desueto ma
lo riscontriamo ancora quando, ad esempio, si sente dire di
un paziente che ha una notevole capacit di tollerare il dolore. Il secondo significato: Disposizione danimo per la quale si ammette, senza dimostrarsi contrariato, che un altro professi unidea, unopinione, una religione diversa o contraria
alla nostra. Il terzo: Consentire dilazioni, scarti, differenze
di non grave entit. Nel De Mauro in modo analogo si legge:
1. Accettare con pazienza cose o situazioni spiacevoli o dolorose: non poter t. una simile ingiustizia / ammettere la presenza, la compagnia di qcn. poco gradito: troppo arrogante, non
lo tollero pi 2. Sopportare un disagio fisico o materiale senza riceverne un particolare danno: t. il caldo, la sete, la fatica 3.
Ammettere, rispettare opinioni, convinzioni diverse dalle proprie / accettare, mostrando comprensione e indulgenza, atteggiamenti e comportamenti altrui anche quando li si disapprova 4. Concedere una dilazione, uno scarto, una differenza rispetto a quanto era stato precedentemente fissato. Il dizionario digitale in lingua inglese Encarta include nel suo elenco
accettazione dellesistenza di visioni diverse, riconoscere
il diritto altrui di avere convinzioni o usanze diverse senza ricercarne la soppressione. Fin qui tutto bene: tutte le definizioni sopra fornite vanno nella stessa direzione. Quando per
prendiamo in considerazione il sostantivo corrispondente in
questultimo dizionario, si presenta una sottile distinzione: 1.
accettazione delle diverse visioni, p.es. nellambito religioso o politico, e correttezza verso coloro che hanno queste diverse visioni.
Il passaggio dalla accettazione dellesistenza di visioni diverse alla accettazione delle diverse visioni, dal riconoscimento del diritto altrui ad avere convinzioni o usanze differenti allaccettazione di quelle stesse convinzioni e usanze sotti-

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LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

le nella forma ma molto significativo nella sostanza3. Accettare che una posizione diversa o opposta esista e abbia il diritto
di esistere un conto; accettare la posizione stessa significa non
opporsi pi a essa. La nuova tolleranza afferma che, in effetti,
accettare la posizione altrui significa credere che quella posizione sia vera o se non altro altrettanto vera quanto la propria.
Si passa dal consentire la libera espressione di opinioni contrarie allaccettazione di tutte le opinioni; si salta dal permettere
la formulazione di ideologie e affermazioni con le quali siamo
in disaccordo allaccordare uguale validit a qualsivoglia ideologia e punto di vista. Scivoliamo in questo modo dalla vecchia
tolleranza alla nuova.
Il problema legato al significato di tolleranza in effetti pi complesso di quanto indicato da questi brevi commenti sulle voci dei dizionari. Infatti nelluso contemporaneo entrambi i significati sono riscontrabili nelluso comune e sovente non chiaro che cosa il dato scrittore oppure oratore intenda. Prendiamo ad esempio la frase: una persona molto tollerante. Sintende che la persona tollera le molte opinioni con
cui si trova in disaccordo o che tutte le opinioni sono valide in
egual misura? Un religioso musulmano afferma: Non tolleria3. opportuno aggiungere che non esiste omogeneit tra i dizionari di pi
lunga data e quelli pi recenti. In primo luogo, diversi dizionari mostrano distinzioni piuttosto significative tra il verbo tollerare e il sostantivo tolleranza e altri affini. La distinzione evidenziata sopra, in altre
parole, affonda le sue radici in un importante passaggio nelluso popolare corrente, che non si riflette ancora sistematicamente nei dizionari.
Questi hanno la tendenza a rincorrere sempre luso linguistico. Si possono trovare tuttavia saggi che risalgono a oltre un secolo fa in cui si presuppone la nuova definizione di tolleranza: p.es. nel 1891 B. Lazare
scrisse un saggio intitolato On the Need for Intolerance, Entretiens politiques et littraires 3; la traduzione inglese disponibile su http://marxists.org/reference/archive/lazare-bernard/1981/intolerance.htm (consultata il 28 dic. 2009). Supponendo che la tolleranza sia la caratteristica di et prive di convinzioni profonde (una visione che fa il paio con
la nuova tolleranza), Lazare sosteneva con forza istanze religiose e politiche: se si hanno idee forti e informate, essere intolleranti una virt beninteso, non zittire gli oppositori ma difendere vigorosamente le
proprie idee in modo tale che idee contrarie siano additate come errate. Se Lazare chiama questa virt intolleranza, ammesso che si affermi
che gli oppositori hanno il diritto di propugnare le proprie idee, possibile dire che si tratta in effetti della vecchia tolleranza!
14

1. Introduzione

mo le altre religioni. Dobbiamo intendere che, secondo il religioso, i musulmani non ritengono che le altre religioni abbiano il diritto di esistere o che i musulmani non possono convenire che le altre religioni vantino prerogative pari a quelle dellIslam? Un pastore cristiano dichiara: I cristiani di buon grado
tollerano le altre religioni. Significa forse che, secondo il pastore, i cristiani di buon grado accettano il diritto delle altre religioni a esistere oppure che i cristiani ritengono che tutte le religioni hanno la medesima validit? Voi cristiani siete cos intolleranti, dir qualcuno. Laffermazione significa che i cristiani vorrebbero che tutte le posizioni contrarie alla propria fossero estirpate o che i cristiani insistono sul fatto che Ges lunica via per andare a Dio? Nel primo caso si tratta di unasserzione palesemente infondata; nel secondo caso siamo di fronte
a unaffermazione certamente vera (sempre che i cristiani di cui
si parla siano cristiani che vogliono essere fedeli alla Bibbia).
assolutamente vero che i cristiani credono che Ges sia la sola
via per andare a Dio. Ma ci li rende intolleranti? Nel primo
senso del termine essi non sono affatto intolleranti. Nondimeno resta il fatto che qualsiasi affermazione rivendichi una
verit esclusiva ampiamente considerata indice di bieca intolleranza. Ma ci dipende interamente dal secondo significato che
abbiamo attribuito alla parola tolleranza.
Si possono introdurre altre utili distinzioni. Torniamo allasserzione i cristiani di buon grado tollerano le altre religioni.
Supponiamo per un momento che ci troviamo di fronte al primo significato di tollerare vale a dire che i cristiani di buon
grado convengono che le altre religioni hanno tanto diritto a esistere quanto la propria, indipendentemente da quanto quegli
stessi cristiani considerino per alcuni versi profondamente in errore le altre religioni. Questa visione pi classica della tolleranza lascia spazio a una certa indefinitezza. Laffermazione si riferisce a una tolleranza giuridica? In questo caso si intende dire
che i cristiani combattono per un eguale status di tutte le minoranze religiose davanti alla legge4. Naturalmente da un punto di
4. Ho imparato questa lezione molto bene da mio padre, uno di quei pochi evangelici che sosteneva il diritto dei Testimoni di Geova alla libert di culto e di proselitismo, in un tempo in cui il governo Duplessis del
15

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

vista cristiano si tratta di una disposizione temporanea che durer soltanto fino al ritorno di Cristo. come dire che in questo
mondo caduto e in rovina, in questo tempo di sconfinata idolatria, in questa et di confusione religiosa e teologica, Dio ha disposto ogni cosa in modo tale che il conflitto, lidolatria, leterogeneit e i sistemi di pensiero pi inconciliabili, persino relativi a Dio stesso, persistano. Nel nuovo cielo e nella nuova terra la volont di Dio non sar oggetto di contestazione ma diverr oggetto di diletto e alimenter ladorazione di Dio. Per ora,
nondimeno, Cesare (vale a dire il governo) ha la responsabilit
di preservare lordine sociale in un mondo in preda al caos. Sebbene lo stesso Cesare soggiaccia alla sovranit di Dio vi tuttavia fra Dio e Cesare una differenza sostanziale Ges stesso ci
ha detto di dare a Cesare quel che di Cesare e a Dio quel che
di Dio5. Non sar cos nel nuovo cielo e nella nuova terra. Perci questa tolleranza giuridica, che i cristiani sono chiamati a difendere con forza, appartiene al presente, al tempo cio in cui
il regno di Dio ha conosciuto i suoi albori ma non ancora la sua
consumazione o, per dirla con i teologi, a questet di escatologia inaugurata ma non realizzata.
Certamente nel suo giusto contesto la medesima frase, i
cristiani tollerano di buon grado le altre religioni, potrebbe
indicare non tanto la tolleranza giuridica ma quella sociale: vale
a dire che in una societ multiculturale persone di diverse religioni dovrebbero mescolarsi senza contese e condiscendenza,
dal momento che tutte le persone sono state create a immagine
di Dio e un giorno dovranno rendere conto a lui. I cristiani, pi
di tutti gli altri, dovrebbero sapere che non sono minimamente superiori agli altri da un punto di vista sociale. Parlano di un
grande Salvatore ma non devono ritenersi un grande popolo.
La tolleranza sociale va pertanto incoraggiata.
Unaltra distinzione richiede tuttavia una breve menzione.
Qualcuno dir che il Dio della Bibbia, anche secondo i termini

Qubec era repressivo nei loro confronti: vedi il mio Memoirs of an ordinary pastor: the life and reflections of Tom Carson, Crossway, Wheaton, 2008.
5. Per un trattamento pi esaustivo di questo punto, si veda D.A. Carson,
Christ and culture revisited, Eerdmans, Grand Rapids, 2008.
16

1. Introduzione

del nuovo patto, non considera la tolleranza una virt: se gli


uomini e le donne non si ravvedono e non si sottomettono
alla signoria di Cristo mediante la conversione, periranno.
Certamente il Dio della Bibbia non considera la tolleranza, vista
nel suo secondo significato, una virt. Nondimeno la pazienza
e la longanimit di Dio nel posticipare il ritorno di Cristo non
sono forse una forma di tolleranza, tese a condurre gli uomini
al ravvedimento (Rom 2:4)? Di qui la distinzione: cattive idee
e cattive azioni debbono essere tollerate (nel primo senso del
termine), pur con riluttanza e ferma formulazione di ci che le
rende cattive, laddove le persone che professano quelle cattive
idee o che compiono quelle cattive azioni debbono altres
essere tollerate (ancora una volta nel primo senso del termine),
non gi con un senso di risentita riluttanza, bens nella speranza
che giungano al ravvedimento e alla fede. La tolleranza verso
le persone, in questo senso, sicuramente una grande virt che
va nutrita e coltivata.
Queste e altre distinzioni meritano un approfondimento
maggiore a cui lasceremo spazio pi avanti nel libro. Pi urgente in questo momento analizzare in maniera estesa la differenza fra il vecchio e il nuovo concetto di tolleranza.

ESPLORIAMO LA DIFFERENZA FRA LA VECCHIA


E LA NUOVA TOLLERANZA
Secondo il vecchio concetto di tolleranza la persona era considerata tollerante se, pur nutrendo convinzioni profonde, era
persuasa dal fatto che tutti avessero il diritto di dissentire dalle
sue posizioni e sostenere le proprie tesi. Questa visione della tolleranza in linea con il noto pronunciamento attribuito sovente
(bench erroneamente) a Voltaire: Disapprovo ci che dici ma
difender fino alla morte il tuo diritto di dirlo6. Questa vecchia
6. Queste esatte parole non sono riscontrabili nella produzione letteraria
voltairiana a noi pervenuta ma compaiono per la prima volta in un
libro di Evelyn Beatrice Hall, che scriveva sotto lo pseudonimo di
17

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

visione della tolleranza si basa su tre assunti: (1) esiste una verit
oggettiva ed nostro dovere ricercarla; (2) le varie parti di una
disputa credono di sapere dove risiede la verit, pur ponendosi in netta contrapposizione le une con le altre, giacch ciascuna di esse ritiene che laltra sia nel torto; (3) nondimeno le parti
ritengono a un tempo che il modo migliore di giungere alla verit in questione, ovvero la migliore possibilit di persuadere il
maggior numero di persone mediante la ragione e non la coercizione, sia il libero scambio di idee, indipendentemente da quanto errate possano sembrare alcune di esse. Questo terzo assunto presuppone che nessuna delle parti favorisca laltrui censura o repressione. La libera investigazione pu col tempo portare alla scoperta della verit; pi certamente finir con il convincere il maggior numero di persone. Il flogisto (una sostanza immaginaria che i chimici un tempo ritenevano responsabile della
combustione) sar smascherato e lossigeno trionfer; la meccanica newtoniana si affermer, la relativit einsteiniana e la meccanica quantistica prenderanno piede.
Una versione di questa pi antica visione della tolleranza
potremmo chiamarla la versione libertaria laica fa sua anche
unaltra sfumatura. Nel suo famoso scritto sulla libert, John
Stuart Mill (18061873) fornisce alla tolleranza un fondamento laico. Nellambito religioso, sostiene Mill, non esistono basi
razionali sufficienti per stabilire la veridicit delle affermazioni
di questa o quella religione. La sola posizione ragionevole verso la religione pertanto lagnosticismo pubblico e la benigna
tolleranza privata. Per Mill le persone dovrebbero essere tolleranti in ambito religioso, non perch questo sia il modo migliore per scoprire la verit ma precisamente perch, quale che essa
sia, non vi sono mezzi sufficienti per scoprirla7.
Una parabola resa famosa da un pensatore leggermente pi
lontano da noi nel tempo, Gotthold Ephraim Lessing (1729
S.G. Tallentyre, The friends of Voltaire, Smith Elder & co., London,
1906. Voltaire, nondimeno, ha lasciato dietro di s tutta una serie di
memorabili dichiarazioni sulla tolleranza, p.es. Che cos la tolleranza?
la conseguenza del nostro essere umani. Siamo tutti caratterizzati da
fragilit ed errori; perdoniamo le follie gli uni degli altri questa la
prima legge di natura, primo rigo del suo saggio Tolerance, 1755.
7. John Stuart Mill, Saggio sul governo, 1869.
18

1. Introduzione

1781), illustra bene questa prospettiva8. Lessing ambienta la


parabola nel XII secolo, durante la terza crociata. Lambientazione fondamentale per cogliere ci che Lessing stava cercando di comunicare con questa sua parabola ed appunto quella di una conversazione fra tre personaggi, ciascuno dei quali
rappresenta una delle tre religioni monoteiste: Saladino, il sultano musulmano; Natan il Saggio, un ebreo; un cavaliere templare cristiano. Saladino dice a Natan: Tu che sei cos saggio
dimmi, una volta per tutte, qual la fede, qual per te la legge
pi convincente di ogni altra?9. Piuttosto che rispondere direttamente Natan racconta la sua parabola. Un uomo possedeva un anello con un opale di superlativa bellezza e straordinari, per non dire magici, poteri. Chiunque lo indossava era amato da Dio e dagli altri esseri umani. Egli laveva ricevuto da suo
padre che, a sua volta, laveva ricevuto dal suo e cos via. Era
stato trasmesso di generazione in generazione, da tempo immemore. Luomo che possedeva lanello aveva tre figli e amava ciascuno in egual misura. A ciascuno, in momenti diversi, aveva
promesso in dono un anello. Avvicinandosi alla morte, luomo
naturalmente realizz che non era in grado di mantenere le sue
promesse, perci segretamente chiese a un mastro gioielliere
di fare due copie perfette dellanello. Il gioielliere fece un lavoro cos notevole che gli anelli risultarono impossibili da distinguersi luno dallaltro, sebbene soltanto uno dei tre possedesse
poteri magici. Ora, sul suo letto di morte, luomo chiam individualmente ciascuno dei suoi figli al proprio capezzale e diede
a ciascuno un anello. Luomo quindi mor e soltanto allora i figli scoprirono che ciascuno di loro aveva un anello. Iniziarono
a discutere su chi di loro possedesse il vero anello magico. Nel
dramma, Natan il Saggio riferisce dei loro litigi e commenta:
8. La parabola compare in Natan il Saggio, lultimo dramma scritto da Lessing. Ledizione tedesca dalla quale deriva la prima edizione inglese fu
pubblicata nel 1868 (Tauchnitz, Leipzig). Il dramma rielabora la parabola dei tre anelli comparsa per la prima volta nel quattordicesimo secolo
nel Decameron di Boccaccio. Per il contesto della parabola si veda Alan
Mittleman, Toleration, Liberty, and Truth: A Parable, Harvard Theological Review 95, 2002, pp. 352372. La traduzione italiana nel testo
tratta da Lessing, Natan il Saggio, Garzanti, Milano, 1992.
9. Lessing, Natan il Saggio, p. 149.
19

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

[] Si litiga, si indaga,
si accusa. Invano. Impossibile provare
quale sia lanello vero
[]
quasi come per noi
provare quale sia la vera fede10.

Desiderando comporre la disputa, i fratelli chiedono a un


saggio giudice di dirimere la questione ma il suo verdetto non
fu una sentenza, bens un consiglio.
Ognuno ebbe lanello da suo padre:
ognuno sia sicuro che esso autentico11.

Il giudice esorta i fratelli ad abbandonare la loro futile missione di determinare quale anello sia quello autentico e dotato di poteri magici. Ciascun fratello invitato piuttosto ad accettare il suo anello come loriginale e in quella convinzione vivere una vita di probit morale. Ci onorerebbe sia loro padre
sia Dio.
La parabola di Lessing aveva un significato particolare per
i suoi lettori illuministi del Settecento. Le tre grandi religioni
monoteiste erano cos simili che ciascun gruppo poteva tranquillamente continuare a pensare che la propria era la vera religione, preoccupandosi piuttosto di condurre vite caratterizzate da virt e bont, scevre di animoso dogmatismo, quel dogmatismo cui si attribuivano le sanguinose guerre del secolo precedente. Ci che serviva, in altre parole, era tolleranza religiosa. Non c niente di male nel credere che la propria religione
monoteista sia la migliore, purch si conduca una vita caratterizzata dal bene e si lasci che gli altri pensino che la propria religione sia la migliore.
C poco da meravigliarsi se la parabola continua a esercitare un richiamo sui lettori del XXI secolo. Le persone oggi non
sono meno scettiche verso enunciati di verit religiosa esclusivistici di quanto non lo fossero i lettori di Lessing. Potranno
10. Ibid., p. 157.
11. Ibid., p. 161.
20

1. Introduzione

pensare bene di una religione se produce accoliti moralmente


rispettabili e tolleranti nella sfera religiosa. Oggi naturalmente
la parabola dovrebbe subire delle variazioni: invece di tre anelli, ce ne vorrebbero dozzine, se non centinaia, a simboleggiare
la reciproca accettabilit delle molteplici opzioni religiose, siano esse monoteiste, politeiste o atee. E, certamente, oggi non
saremmo disposti a riconoscere, come invece fa Lessing, che
uno degli anelli in effetti loriginale.
In un certo senso, vero, la parabola di Lessing risulta insoddisfacente. Per far s che essa stia in piedi sono stati incorporati nella storia almeno tre elementi che la indeboliscono.
(1) La figura divina nella parabola, luomo con lanello magico, stoltamente promette lanello a ciascuno dei suoi tre figli,
pur sapendo bene di non poter mantenere la promessa. Lungi dallamare i suoi tre figli allo stesso modo, il padre ci viene
presentato come una persona poco saggia e debole che fa promesse che non pu mantenere. Non si tratta di un dettaglio
trascurabile nella storia, bens di una componente essenziale
che informa la necessit del padre di ingannare almeno due dei
suoi figli. Dobbiamo concludere che Dio abbia fatto ai suoi figli promesse sconsiderate e fra loro contraddittorie, amando
tutti al punto di mentire a ciascuno di essi? (2) Lintera parabola presuppone che noi, i lettori, sappiamo che cosa Dio ha fatto realmente. Lungi dallalimentare una tolleranza benigna sulla base del fatto che non possiamo sapere quale sia lanello originale, questa tolleranza in effetti legata alla dogmatica certezza che Dio stesso ha prodotto anelli fasulli perch non sopporta di deludere qualcuno dei suoi figli. In altre parole la storia funziona soltanto perch il lettore possiede un punto di
vista esterno su quello che Dio ha fatto. La parola non ci invita a esercitare una qualche forma di autorestrizione epistemologica dettata dalla nostra ignoranza di come Dio veramente. Ci che fa partire dallassunto che il lettore sa esattamente com Dio: egli il tipo di padre che non si fa grossi scrupoli a contraffare anelli per compiacere ai figli e tenerli alloscuro della verit. (3) Altrettanto privo di plausibilit nella storia
il modo in cui gli anelli fasulli sono materialmente identici
allanello autentico, pur essendo privi degli stessi poteri. Se nel
tempo lanello autentico non produce distinti benefici derivan21

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

ti dalle sue propriet magiche, la sua magia si dimostra debole


al punto di risultare irrilevante. Le contraffazioni, in altre parole, non sono soltanto buone copie da un punto di vista materiale, ma paiono funzionare bene quanto loriginale nella misura
in cui ogni figlio pensi che la propria copia appunto loriginale. come passare da una religione potente, che trasforma realmente le persone, a molteplici religioni senza che importi se
una di esse davvero potente: lunica cosa che conta che i sostenitori di questa o quella religione pensino che essa lo sia davvero. Lo stesso problema informa il racconto del dialogo fra Timoteo e il califfo musulmano di Baghdad nell800 d.C. racconto che Philip Jenkins ha reso popolare:
Considerate la storia narrata da Timoteo, patriarca della
chiesa nestoriana. Intorno all800 d.C. egli fu coinvolto in
un famoso dibattito con il califfo musulmano di Baghdad. La
loro fu una conversazione condotta in modo civile e razionale da ambo le parti. Immaginate, disse Timoteo, che ci troviamo tutti in una casa buia quando qualcuno getta una perla
preziosa nel mezzo di un mucchio di ciottoli. Tutti si mettono a cercare a tastoni la perla e alcuni pensano di averla trovata ma nessuno pu esserne sicuro finch non faccia giorno.
Analogamente, disse ancora, la perla della vera fede e della
vera sapienza era caduta nelle tenebre di questo mondo transitorio; ciascuna religione credeva di aver trovato essa sola la
perla. Tuttavia altro non poteva affermare n altro poteva replicare il califfo se non che alcune fedi ritenevano di
avere prove sufficienti per dimostrare di possedere realmente la vera perla ma la verit ultima non sarebbe venuta alla
luce in questo mondo12.

Ancora una volta vi una perla preziosa, ma soltanto una.


In questo racconto sar la luce dellalba a mostrare la vera natura delle pietre.

12. When Jesus met Buddha Boston Globe, 14 Dec. 2008, http: //www.
boston.com/bostonglobe/ideas/articles/2008/12/14/when_jesus_met_
buddha/, ultimo accesso 31 dicembre 2009.
22

1. Introduzione

Nonostante la parabola di Lessing sia viziata da problemi


concettuali, non difficile capire perch abbia trovato grande
riscontro ai suoi giorni e continui a farlo in molti lettori nel nostro mondo postmoderno.
In un certo senso, tuttavia, la parabola di Lessing non risulta attuale. Sia Mill sia Lessing credevano che esistesse una verit oggettiva (dopo tutto esiste almeno un anello magico!) ma
i loro presupposti razionalisti e secolari li portavano a ritenere
che, se non altro, in alcuni ambiti la verit fosse inaccessibile.
Si pu pensare che questa o quellaltra cosa siano vere e si pu
cercare di dimostrarlo ma se non si pu accertare la verit sulla base dei parametri di verifica della scienza, non rimane altro
che rifugiarsi in una benigna tolleranza.
In altre parole la vecchia visione della tolleranza credeva
nellesistenza di una verit oggettiva, che questa potesse essere conosciuta e che il modo migliore di conoscerla consistesse
in una pervicace tolleranza verso i contraddittori; prima o poi
la verit avrebbe infatti trionfato. Unalternativa a questa visione insegnava che laddove la verit potesse essere conosciuta
in determinati ambiti, lo stesso non valeva con ogni probabilit per altri e che il corso pi saggio e meno molesto in tali casi
fosse una benigna tolleranza radicata in una conoscenza superiore che riconoscesse i limiti umani. Per contro, la nuova tolleranza presuppone che non esista una visione vera a esclusione di altre. Forti opinioni altro non sono che forti preferenze per una particolare versione della realt, realt in cui ciascuna versione risulta altrettanto vera. Lessing invocava la tolleranza perch secondo lui non possiamo essere sicuri di quale sia lanello magico, bench uno di essi sia realmente magico.
Il nuovo approccio alla tolleranza vuole che tutti gli anelli siano ugualmente magici. Ci significa che la ragione per cui siamo chiamati alla tolleranza non lignoranza di quale sia lanello magico, n lidea secondo cui il modo migliore per scoprire
il vero anello magico sia il confronto fra visioni diverse; piuttosto la ragione vera che, dal momento che tutti gli anelli sono
in ugual modo magici o non magici, irresponsabile anche solo
insinuare che questo o quellanello altro non siano che unimitazione ben riuscita ma priva di poteri magici. Dobbiamo essere tolleranti, non perch non siamo in grado di distinguere la
23

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

strada giusta da quella sbagliata ma perch tutte le strade sono


altrettanto giuste.
Se si adotta questa nuova visione della tolleranza, per poi
elevarla al primo posto nella gerarchia delle virt morali, il peccato pi grande diventa lintolleranza. Il problema che questa
intolleranza, analogamente alla nuova tolleranza, assume contorni radicalmente inediti. Lintolleranza non pi un rifiuto
di consentire a voci contrarie di esprimere il proprio dissenso
in pubblico, ma devessere intesa come qualsiasi posizione contraddica o metta in discussione la visione secondo cui tutte le
opinioni hanno il medesimo valore, tutte le visioni del mondo
hanno pari dignit e tutti gli atteggiamenti sono ugualmente validi. Contestare simili assiomi postmoderni per definizione intollerante13. Nessuna tolleranza riservata a un atteggiamento
simile, dal momento che esso stesso tacciato di intolleranza e
in quanto tale condannato. Esso divenuto vizio supremo.
Non possiamo insistere a sufficienza sullimportanza della distinzione fra la vecchia visione della tolleranza e la visione
pi recente. Non credo che il mio resoconto della nuova visione della tolleranza sia esagerato. In una sua frase molto citata,
Leslie Armour, professore emerito di filosofia alluniversit di
Ottawa, afferma: Noi riteniamo che per essere buoni cittadini
occorra tollerare ogni cosa fatta eccezione per lintolleranza14.
La Dichiarazione dei Principi di Tolleranza (1995) delle Nazioni Unite afferma: La tolleranza comporta il rifiuto del dogmatismo e dellassolutismo. Ma perch? Non c forse tolleranza nel credere alla veracit di un dato dogma, credervi sen13. Sul postmodernismo si veda D.A. Carson, The gagging of God: Christianity confronts pluralism, Grand Rapids, Zondervan, 1996, tr. it. parz.
Il pluralism religioso, IBEI, Roma, 2001, ; idem, The SJBT forum: what
positive things can be said about postmodernism? , Southern Baptism
Jounal of Theology, 5.2, 2001, pp. 94-96; idem, The dangers and delights of postmodernism, Modern Reformation, 12.4, JulAug 2003, pp.
1117; idem, Maintaining scientific and Christian truths in a postmodern
world, in Can we be sure about anything? Science, faith and postmodernism, InterVarsity, Leicester, 2005, pp. 102125.
14. Quando dico molto citata, intendo che ho avuto modo di sentirla pronunciare in trasmissioni radiofoniche e lho ritrovata in alcuni libri (p.es.
Josh McDowell e Bob Hostetler, The new tolerance: how a cultural movement threatens to destroy you, Tyndale House, Carol Stream, 1998, p. 43).
24

1. Introduzione

za riserve, senza per questo vietare ad altri di ritenere per vere


visioni dogmatiche contrastanti? Non vi pare in effetti che lasserto La tolleranza comporta il rifiuto del dogmatismo e
dellassolutismo sia un po, beh, dogmatico e assoluto? Thomas A. Helmbock, vice-presidente esecutivo della confraternita nazionale Lambda Chi Alpha, scrive: La definizione della nuova tolleranza che le convinzioni, i valori, lo stile di vita
e la percezione della verit da parte di ciascun individuo hanno pari valore Non esiste gerarchia di verit. Le tue convinzioni e le mie hanno pari valore e tutta la verit relativa15. Se,
nondimeno, la nuova tolleranza considera ogni valore e convinzione alla stessa stregua, vale a dire come posizioni ugualmente
degne di rispetto, ci si potrebbe legittimamente domandare se
il nazismo, lo stalinismo e i sacrifici di bambini siano anchesse posizioni ugualmente degne di rispetto o se lo siano, diciamo, le ideologie del Ku Klux Klan e di altri gruppi sostenitori
della supremazia etnica.
Nel prossimo capitolo raccoglier un campione degli sviluppi attuali che vanno in questa direzione. Per il momento
sufficiente osservare che sotto legida di questa nuova tolleranza nessun assolutismo consentito, eccetto la totale proibizione dellassolutismo stesso. La tolleranza regna sovrana, se non
che non ci deve essere alcuna tolleranza per coloro che sono in
disaccordo con questa sua particolare definizione. Nelle parole di S.D. Gaede:
Nel passato il politically correct sincentrava generalmente
su questioni piuttosto sostanziali. I vittoriani erano
fortemente moralisti in ambito sessuale perch entusiasti
della moralit borghese. Negli anni 50 molti Americani
erano intolleranti nei confronti di qualsiasi pensiero che
fosse anche solo remotamente rosso (socialista), perch
ravvisavano nel comunismo una forte minaccia alla loro
libert economica e politica. Il politically correct oggi,
al contrario, non intollerante nei confronti della sostanza
delle cose ma verso lintolleranza stessa. Pertanto, sebbene
15. Insights on tolerance, Cross and Crescent (pubblicazione della Confraternita Internazionale Lambda Chi Alpha), Summer 1996, p. 3.
25

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

il mondo politicamente corretto abbia grosse difficolt


a convenire su ci che costituisce la bont e la verit, non
avrebbe alcun problema a dichiarare uniformemente che
lintolleranza stessa sbagliata. Perch? Perch nessuno
merita di essere offeso16.

La sagace perspicacia di Gaede suggerisce tre ulteriori


chiarificazioni propedeutiche alla successiva discussione.
Primo. Sia la vecchia tolleranza sia la nuova hanno ovvi limiti. La vecchia tolleranza sar ad esempio felice di consentire che lIslam sia predicato in un paese occidentale in cui la religione musulmana minoranza. Pu arrivare persino a consentire che sia predicato lIslam militante, pur detestandone il
messaggio. Ma naturalmente non consentir ai musulmani militanti di far saltare in aria persone ed edifici: vi saranno ripercussioni e la violenza non sar tollerata. Col passare del tempo quelli che perorano tali azioni violente possono anche andare incontro a una riduzione della loro libert di parola. E ancora, la vecchia tolleranza consentir ai sostenitori delleutanasia di propagare le loro idee, nonostante la gran parte di coloro
che sostengono la vecchia tolleranza pensino che leutanasia sia
moralmente sbagliata. Fintantoch le leggi sulleutanasia sono
in vigore coloro che la praticano saranno tuttavia perseguiti; si
potrebbe arrivare persino a perseguire coloro che sadoperano
segretamente affinch sia posta fine a una vita in un caso particolare (piuttosto che difendere la pratica in termini generali). Similmente la nuova tolleranza pu dimostrarsi molto tollerante appunto verso tutte le religioni ma si mostrer inquieta di
fronte a qualsiasi religione vanti una via di salvezza esclusiva e
sopporr senza dubbio a qualsiasi altra giustifichi e approvi il
bombardamento dei propri nemici.
La vecchia tolleranza, come la nuova, fissa confini comuni:
entrambe ad esempio possono tollerare la difesa dellomosessualit (sebbene forse un numero maggiore di persone che fanno parte del primo gruppo sar contrario al contenuto di que16. S.D. Gaede, When tolerance is not virtue: political correctness, multiculturalism and the future of truth and justice, Inter-Varsity, Downers
Grove, 1993, p. 23.
26

1. Introduzione

sta difesa, laddove pi persone del secondo gruppo saranno


propense a pensare che lomosessualit sia innocua e forse cosa
buona e giusta), entrambe potranno persino tollerare la difesa
(ma non la pratica) della pedofilia (perch considerano questa
pratica sbagliata). In altre parole i pi, da ambo le parti, farebbero coincidere i confini della tolleranza con leffettiva pratica
della pedofilia o con la diffusione di materiale pedopornografico, se non altro in ragione dei danni che provoca. Entrambi
i campi dunque si rifanno allo spettro della persona che grida
Al fuoco! in un teatro affollato come esempio di limite oltre
il quale deve cessare la libert di parola e la tolleranza. In generale non pensano tuttavia alla tolleranza negli stessi termini
(come abbiamo visto) e spesso non tracciano i suoi confini, comunque la si voglia intendere, allo stesso modo.
Cosa pi importante, se lopinione di Gaede riportata sopra corretta, la vecchia tolleranza traccia i propri confini sulla
base di argomenti sostanziali relativi alla verit, al bene, al non
nuocere il prossimo, alla salvaguardia della societ e dei pi deboli, laddove la nuova tolleranza fissa i propri limiti sulla base
di ci che giudica intollerante, il vizio ultimo. I difensori della nuova tolleranza sovente non trovano epiteto pi cocente da
scagliare contro coloro con cui sono in disaccordo di intollerante e affini: bigotto, chiuso, ignorante e cos via. I sostenitori della vecchia tolleranza raramente accusano i loro oppositori di intolleranza (sebbene ci esattamente quello che questo
libro fa!); piuttosto i loro epiteti sono dettati dalla loro percezione di un male che non pu essere tollerato (perci i difensori delleutanasia sono difensori dellomicidio, chi si fa esplodere un terrorista e cos via.
Il fatto che la nuova tolleranza sia pi incline a tacciare i
propri oppositori di intolleranza ci porta a una seconda riflessione. Laccusa di intolleranza ha finito per esercitare unenorme influenza su molta parte della cultura occidentale almeno
quanto laccusa di essere comunisti negli anni del maccartismo. Essa ha la funzione di un credo demolitore17. Un credo
17. Lespressione stata usata da Tim Keller nel suo The reason for God: belief in an age of skepticism, New York, Dutton, 2008, tr. it. Ragioni per
Dio. La fede nellera dello scetticismo, La casa della Bibbia, Torino, 2014.
27

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

demolitore un credo che annienta altri credi se infatti si d


per vero un credo demolitore (che lo sia o meno irrilevante),
non si pu in alcun modo ritenere altrettanto veri altri credi: il
credo demolitore esclude a priori altre convinzioni, annientandole. Ad esempio, se credi che non esiste ununica via di salvezza e che chi pensa che esista una sola via di salvezza sia ignorante e intollerante, allora coloro i quali sostengono che lIslam
la sola via oppure che Ges lo , non avranno alcuna credibilit: saranno piuttosto respinti in quanto espressione di ignoranza e di intolleranza, e le loro voci saranno quindi demolite dal
credo secondo cui non ci pu essere una sola via di salvezza. Il
tuo credo avr demolito il loro.
Pertanto se un cristiano espone in modo articolato e approfondito chi Ges e che cosa ha fatto, nella fattispecie come la
sua morte e la sua resurrezione costituiscano lunico modo in
cui gli esseri umani possono essere riconciliati con Dio, la persona che detiene il credo demolitore di cui sopra potr forse
ascoltare con qualche interesse intellettuale, ma molto presto
respinger ogni cosa che tu abbia detto senza pensarci troppo sopra. Si mettano insieme diversi credo demolitori e li si
renda popolari e avrete creato una struttura di non plausibilit: convincimenti contrari perdono di plausibilit al punto che non vale pi la pena prestar loro anche la pur minima
attenzione, figuriamoci prenderli in considerazione e ritenerli persuasivi.
Si uniscano queste ultime due riflessioni ed ecco che le
proporzioni della sfida si fanno improvvisamente sconfortanti
e allarmanti. La nuova tolleranza tende a evitare un confronto
serio su difficili questioni morali, quasi analizzando ognuna
di esse sulla base del parametro tolleranza/intolleranza ed
escludendo dal panteon dei virtuosi chiunque non si allinei
con una posizione ritenuta tollerante. Forse il pi triste corto
circuito in tutto questo sta nellincapacit di riconoscere il
condizionamento culturale alla base di una simile visione delle
cose. Ad esempio in Medio Oriente quasi nessuno crede che
tutte le religioni abbiano pari valore; sono in pochi a mettere in
discussione il postulato secondo cui esiste una sola via. Quale sia
questa via, naturalmente oggetto di discussione. I sostenitori
della nuova tolleranza sono inclini a guardare con disprezzo
28

1. Introduzione

le varie culture mediorientali, nutrendo la convinzione che se


le persone di quella regione fossero tutte tolleranti come gli
stessi sostenitori della nuova tolleranza, la pace regnerebbe
sovrana anche in quei luoghi. Nel contempo molti abitanti del
Medio Oriente considerano i sostenitori della nuova tolleranza
persone deboli e decadenti per le quali nulla prezioso se non
i beni materiali, persone incapaci di un pensiero profondo su
ci che giusto e ci che sbagliato, sulla verit e sullerrore,
figuriamoci su Dio. Sono troppo pochi coloro che da una parte
come dallaltra riflettono su come costruire una cultura in cui
le persone possano essere in profondo disaccordo le une con
le altre su questioni fondamentali e tollerare ugualmente gli
oppositori in quanto esseri umani creati a immagine di Dio.
Terzo. Posto che sia la vecchia sia la nuova tolleranza fissano
limiti alla tolleranza stessa, non intendo affermare nemmeno per
un momento che la vecchia tolleranza avesse sempre ragione
mentre la nuova abbia sempre torto. Sono sufficientemente
avanti con gli anni per ricordare il tempo in cui in molte parti
di questo paese gli Afro-americani non potevano sedersi nei
posti anteriori di un autobus: non era tollerato. Se vero che
siamo cos politicamente corretti oggi da preoccuparci al di
l di ogni ragionevolezza di non offendere nessuno, creando
circonlocuzioni senza fine (p.es. escort) per espressioni
perfettamente accettabili (p.es. prostituta), il rovescio della
medaglia che tutta una serie di termini deprecabili come
mongolo o negro sono sempre pi rari nelluso comune. Il
pregiudizio non scompare mai completamente, certo, e facciamo
bene a non abbassare la guardia18. Oggi tuttavia gli avvertimenti
contro pregiudizi e stereotipi vengono dati con una tale
compiacenza e capillarit che continuano a spuntare come funghi
nuove forme di pregiudizio. quello che James Kalb chiama
sagacemente tolleranza inquisitoria19. Bernard Goldberg
riassume il problema con la schiettezza che gli propria:

18. Cfr. Sandra L. Barnes, Subverting the power of prejudice: resources for individual and social change, Inter-Varsity, Downers Grove, 2006.
19. James Kalb, The tyranny of liberalism: understanding and overcoming administered freedom. Inquisitorial tolerance, and equality by command, ISI
Books, Wilmington, 2008.
29

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Il problema, per quanto mi riguarda, si pone in questi


termini: negli anni siamo diventati meno chiusi e pi tolleranti
di tante cose buone, come i diritti civili, ma in qualche modo
siamo anche diventati tolleranti in modo indiscriminato.
Non puoi giudicare la frase pi ricorrente nel definire
lidentit americana quasi che giudicare lo schifo presente
allinterno di una cultura sia una cosa sbagliata20.

Prima di andare pi a fondo in questi aspetti, vale la pena


ricordare quanto il problema sia diffuso (cap. 2) e riflettere un
po sulla variegata storia della tolleranza (cap. 3).

20. Bernard Goldberg, 100 people who are screwing up America, HarperCollins, New York, 2005, viii.
30

CAPITOLO 2

CHE COSA
STA SUCCEDENDO?

Non ci vuole un grande sforzo di ricerca in rete per trovare alcune orrende affermazioni provenienti dalla destra religiosa.
Dite che bisogna trattare bene gli episcopali, i presbiteriani,
i metodisti e questi, quelli e quegli altri ancora. Assurdo.
Non devo trattare bene lo spirito dellanticristo. Posso amare
le persone che hanno convinzioni false ma non devo trattarle
bene1.
Voglio solo che vi lasciate investire da unondata di
intolleranza. Voglio che vi lasciate investire da unondata
di odio. S, lodio una buona cosa ... Il nostro obiettivo
la creazione di una nazione cristiana. Abbiamo un dovere
biblico: siamo chiamati da Dio a conquistare questo paese.
Non vogliamo parit. Non vogliamo il pluralismo2.

La persona che sia esposta soltanto a espressioni cristiane di questo tipo potrebbe facilmente sviluppare una buona
dose di simpatia per coloro che a sinistra tacciano il cristianesimo di intolleranza.
1. Pat Robertson, The 700 club, consultato il 2 gennaio 2010 su http://
www.imdb.com/title/tto149408/quotes.
2. Randall Terry, come riportato nel News Sentinel di Fort Wayne, Indiana,
16 August 1993.
31

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Quei cristiani che dallinterno cerchino di leggere simili citazioni usando la massima indulgenza potrebbero far notare
che esiste una sorta di filone accademico subcristiano secondo cui lamore ricerca il bene dellaltra persona in modo risoluto, prescindendo dalla necessaria componente emotiva:
si pu ad esempio amare un pervertito, direbbero, odiandolo allo stesso tempo in modo viscerale. La locuzione lodio
una buona cosa ha un suo senso: esiste un mandato biblico a
odiare il male. Nondimeno quei cristiani che danno espressione alla vera natura della fede cristiana sanno coniugare la repulsione per lempiet con un amore trasparente per i propri nemici, non fossaltro perch seguono un maestro che in agonia
sulla croce ha gridato: Padre, perdona loro, perch non sanno
quello che fanno (Lc 23:34). Se i cristiani parlano di conquistare un paese mediante la potenza dellevangelizzazione un
conto; se danno invece limpressione di voler imporre la propria volont su una nazione ricorrendo alla forza delle armi o
anche solo alla forza dei numeri, dimenticano le distinzioni che
la Bibbia stessa fa tra Cristo e Cesare, tra la chiesa e il mondo,
tra aspettative legittime rispetto a ci che pensano debba avvenire ora e ci che sperano debba accadere in futuro. Peggio
ancora, dimostrano di avere una scarsissima consapevolezza di
come verranno percepiti al di fuori dei propri circoli.
Senza giustificare minimamente questo tipo di retorica, i
cristiani che sesprimono in questa maniera spesso lo fanno perch ritengono che le questioni che affrontano sono cos importanti da richiedere che si combatta per esse. La maggioranza dei loro
interlocutori risponde non affrontando le questioni che vengono sollevate ma schivandole e respingendo semplicemente
la loro intolleranza con unintolleranza pari, se non superiore.
Gi nel 1991 lallora stimato giornalista Lance Morrow
apriva il suo pezzo di prima pagina sulla rivista Time dal titolo
A Nation of Finger Pointers con queste parole:
Limpiccione e il piagnucolone sono i bambini sempre pi
presenti al parchetto americano.
Limpiccione il bullo con il luccichio da ayatollah negli occhi, gauleiter di correttezza, che sintromette per dire agli altri bambini che non possono fumare, essere grassi, bere al-

32

2. Che cosa sta succedendo?

coolici, indossare pellicce, mangiare carne e non conformarsi


alle nuove regole tribali che stanno prendendo forma.
Il piagnucolone invece il piccolo diavolo, bambino abietto,
manipolatore con avvocato a seguito e, per cos dire, con lo
sfogo da pannolino a comando. un sindaco di Washington,
arrestato (e immortalato da telecamera) mentre fuma crack
in una stanza di hotel con una donna che non sua moglie.
Si dichiara vittima della donna, dellingiustizia dei bianchi,
delluniverso. Di qualunque cosa.
Entrambi i tipi, lultraattivo e lultrapassivo, stanno facendo emergere nuove e strane malformazioni del carattere
americano. Il primo ha iniziato a infettare la societ americana con una ripugnante intolleranza [enfasi aggiunta] lo zelo
di esercitare un controllo sulle vite private degli altri e uniformarle ai modelli stabiliti. In termini freudiani, limpiccione potrebbe essere il superio della personalit americana, il
custode prepotente. Il piagnucolone lincasinato es, caratterizzato da bisogni continui e da una sostanzialmente infantile irresponsabilit3.

Si aggiunga a questa analisi profonda e accattivante il fatto che sia gli impiccioni sia i piagnucoloni accusano la parte
avversa di intolleranza ed ecco che il pezzo di Morrow continua a essere una penetrante esposizione di molte delle polarizzazioni che oggi danneggiano la dialettica pubblica. Lironia, nondimeno, permea il dibattito nella misura in cui lintolleranza degli impiccioni si fonda, a loro modo di vedere, sulla
propria tolleranza quella che Herbert Marcuse ha chiamato
tolleranza repressiva.4
Ci che propongo di fare in questo capitolo affastellare testimonianze dellultimo decennio, iniziando con un insieme di esempi per poi concentrarmi pi segnatamente su
quelli tratti dagli ambiti delleducazione, dei media e dellidentit sessuale, e concludere con alcune osservazioni su
3. Lance Morrow, A nation of finger pointers, Time, 12 Aug. 1991, p. 14.
Cfr. anche http://www.time.com/time/printout/0,8816,973578,00.html.
4. Devo questo riferimento a James Bowman e al suo libro incredibilmente penetrante Honor: a history, Encounter, New York, 2006, p. 237.
33

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

quanta parte di questa tolleranza intollerante si fissi sullopposizione al cristianesimo.

ESEMPI VARI
Nel 2005 la Cooperative Bank, banca di Manchester, in
Inghilterra, chiese a unorganizzazione cristiana, Christian Voice,
di chiudere i propri conti presso la banca poich le posizioni
dellorganizzazione erano incompatibili con quelle della
banca5. La dichiarazione pubblica della banca legge: Ci
giunta voce che Christian Voice responsabile di dichiarazioni
discriminatorie sullorientamento sessuale delle persone ... Simili
posizioni pubbliche sono incompatibili con la posizione della
Cooperative Bank, la quale pubblicamente sostiene diversit
e dignit in qualsiasi forma si presentino per il proprio staff,
i propri clienti e i propri azionisti. Pertanto, in nome della
diversit, la banca fa a meno di uno dei suoi clienti diversi!
Nella fattispecie la banca non pu essere coerente: infatti essa
ha senza dubbio clienti musulmani che non sono meno restii
di Christian Voice a condannare la pratica omosessuale. Dopo
il reportage della storia realizzato dalla BBC, la banca rilasci
unulteriore dichiarazione: Accettiamo il diritto di tutti alla
libert di pensiero in campo religioso; nondimeno non crediamo
che ci dia il diritto di incoraggiare e praticare attivamente
la discriminazione. Evidentemente la banca ritiene che gli
intendimenti religiosi privati sono accettabili purch non si
agisca di conseguenza cosa che naturalmente sminuisce
allistante la fede religiosa. Intanto il termine discriminazione
assume la forza retorica della parola intolleranza, senza
riflettere razionalmente sul fatto che il pi degli esseri umani
discrimina una dozzina di volte al giorno e la cultura trabocca
di discriminazione: non assumiamo pedofili come presidi, non
5. La faccenda ha avuto molta risonanza. Il reportage della BBC si pu
trovare su http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/4617849.stm (ultimo
accesso 2 gennaio 2010).
34

2. Che cosa sta succedendo?

nominiamo un analfabeta a capo della NASA e cos via. In


effetti la banca ha discriminato Christian Voice. La domanda
allora se ci siano atti discriminatori buoni, giusti e ragionevoli;
esistono infatti forme di discriminazione buone e altre cattive.
Ma invece di entrare nel merito della questione (in questo caso
lomosessualit; Christian Voice aveva attirato lattenzione della
banca perch aveva pubblicamente condannato il progetto
di trasmettere Jerry Springer: the opera, descrivendola come
blasfema), la Cooperative Bank discrimin Christian Voice a
fronte del fatto che discriminava gli omosessuali.
Nellautunno del 2007 Donald Hindley, professore di
sociologia alla Brandeis University, nel corso di una lezione sulla
politica latinoamericana, disse agli studenti che gli immigrati
messicani negli Stati Uniti venivano chiamati schiene bagnate.
Il fatto stesso non pu essere contestato. Infatti, quando nel 1954
lamministrazione Eisenhowever cerc di far rimpatriare oltre
un milione di messicani illegali, il nome ufficiale delloperazione
fu Schiena Bagnata. Tuttavia nel contesto contemporaneo
in cui si svolse la lezione uno studente avvert la necessit di
prendere le distanze da quella espressione. Nella confusione
che ne scatur, pare che due studenti abbiano affermato che le
parole di Hindley erano pi che un resoconto di un fatto storico.
Al tempo il professor Hindley insegnava da quarantotto anni e
mai si erano registrate lamentele. Dopo un prolungato botta e
risposta amministrativo, listituzione universitaria trov Hindley
colpevole di insulto razziale e impose un monitoraggio delle sue
lezioni per assicurarsi che il linguaggio da lui utilizzato fosse
sempre appropriato tutto questo senza concedere al professore
alcuna udienza formale e senza mettere le accuse nero su bianco
prima di giungere a un verdetto. Rifiutando di essere etichettato
come intollerante, Hindley reag. Nel 2010 il suo caso era ancora
aperto ma laccesa discussione che laveva contraddistinto aveva
esasperato i rapporti fra personale docente e amministrativo
fino alla rottura, inducendo la FIRE (Fondazione per i Diritti
Individuali in Ambito Educativo) a inserire la Brandeis University
nella sua lista nera come una delle istituzioni universitarie che pi
prevaricano le libert individuali in un campus universitario6.
6. http://www.thefire.org/case/755.html.
35

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Nel campo medico il giuramento di Ippocrate solo


un ricordo. Tale giuramento, fatto dai medici fino a solo
qualche decennio fa, era comprensivo di esplicite clausole
contro il togliere la vita, clausole intese in senso antiabortista
e contrarie al suicidio assistito. Da qualche tempo quasi tutte
le scuole mediche hanno fatto a meno del giuramento di
Ippocrate, o per lo meno delle clausole reputate offensive.
Ma la storia non finisce qui. I medici, gli infermieri e gli altri
professionisti dellarea medica che vogliono continuare a
operare allinterno dei limiti del giuramento di Ippocrate,
in ragione di convinzioni che impediscono loro di esercitare
o partecipare a quelle che ora sono pratiche legali, seppure
ancora eticamente controverse, si trovano in una posizione
particolare. Sempre pi pressione viene esercitata su di
loro affinch agiscano in contrasto con le loro coscienze o
abbandonino la pratica medica. Fino a non molto tempo fa
le clausole di coscienza proteggevano questi professionisti,
consentendo loro di astenersi da pratiche mediche contrarie alla
propria coscienza. Oggi, nondimeno, varie proposte legislative
stanno andando nella direzione di eliminare tali clausole di
coscienza. I professionisti che considerano, diciamo, laborto
e il suicidio assistito immorale dovrebbero violare la propria
coscienza oppure lasciare la professione. Le voci pi stridenti
si spingono fino a dire che medici, farmacisti, infermieri e altri
devono dare priorit ai diritti dei pazienti. Se prevedono che
ci possa comportare conflitti di coscienza, dovrebbero optare
per unaltra professione. Pertanto, nel nome di una maggiore
tolleranza verso i diritti dei pazienti, i diritti dei medici e di altri
professionisti nel campo medico vengono limitati sebbene
quegli stessi pazienti possano rivolgersi a un altro medico e
nonostante soltanto quattro decenni fa tutti i medici dovessero
osservare quella stessa etica che ora la nuova tolleranza vuole
rendere illegale.
Qualora le tendenze attuali dovessero perpetuarsi, i nodi al
centro del dibattito finiranno per riguardare non soltanto laborto e il suicidio assistito. impensabile che la medicina assecondi linfanticidio eugenico (gi apertamente praticato nei Paesi Bassi) e la raccolta di organi da pazienti con gravissimi ritardi cognitivi (da tempo sostenuta in non poche riviste mediche).
36

2. Che cosa sta succedendo?

C ancora incertezza su come queste questioni si dipaneranno


nelle corti di giustizia7. Il punto che la spinta a favorire la tolleranza nei confronti di diversi pazienti e dei loro diritti sta andando palesemente nella direzione di promuovere lintolleranza nei confronti del personale medico.
Il numero crescente di musulmani in Inghilterra ha portato a una progressiva (ma non sempre cos graduale) scomparsa delle rappresentazioni di maiali e delle loro storie. In alcune scuole la storia dei tre porcellini bandita, poich gli alunni musulmani potrebbero risentirsi di fronte a storie di animali
impuri. Il picco della follia stato raggiunto quando il consiglio
comunale di Dudley, nel Worcestershire (Midlands occidentale) ha bandito ogni immagine o rappresentazione di maiali dai
propri negozi a fronte del fatto che i clienti musulmani avrebbero potuto risentirsi. Calendari con immagini di maiali, maialini di porcellana, persino antistress a forma di maiale (oggetti spugnosi che si stringono tra le mani per allentare lo stress)
sono tutti scomparsi: anche i fazzoletti di Winnie Pooh e Pimpi
sono scomparsi e tutto questo in una parte del paese dove tradizionalmente vengono allevati molti maiali. Di fronte a una richiesta di spiegazioni, Mahbubur Rahman, consigliere musulmano della regione, ha replicato: un fatto di tolleranza verso
le convinzioni della gente. Sbalorditivo modo di girare le cose!
Che cosa dire allora della tolleranza nei confronti di coloro che
vedono i maiali in modo differente? Lintolleranza ingiunta in
nome della tolleranza verso le convinzioni dei musulmani. In
questo caso, nelle parole di unemittente, la tolleranza stata confusa da Mahbubur Rahman e dal consiglio comunale di
Dudley con la supremazia islamista8. Non c alcun dubbio
che i musulmani debbano essere liberi di esprimere la propria
avversione per i maiali e le loro rappresentazioni; il problema
risiede piuttosto nel fatto che il signor Rahman ritiene che sbarazzarsi dei maiali e delle loro rappresentazioni sia un obbligo
7. Le migliori indicazioni sintetiche su come debbano essere delle idonee clausole di coscienza sono quelle fornite da Wesley J. Smith, su
http://www.cbc-network.org/2009/05/protecting-the-careers-of-medical-professionals-who-believe-in-the-hippocratic-oath/, postato il 27
maggio 2009.
8. http://97.74.65.51/readArticle.aspx?ARTID=7048.
37

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

morale a sostegno della tolleranza, laddove non avverte alcun


obbligo di sostenere la virt della tolleranza verso coloro a cui
invece i maiali e le loro rappresentazioni piacciono e vogliono
continuare a goderne. Si moltiplichi questo genere di raffronto
per cento e si getti nellimpasto un esiguo ma significativo numero di strepitanti imam jihadisti ed ecco che si capisce come
mai il primo ministro Cameron stia sollevando alcune osservazioni su come rivisitare la politica britannica sullimmigrazione,
ponendosi tra gli obiettivi la preservazione di una cultura fondamentalmente tollerante (nel primo senso del termine).
Si visiti alternativamente il sito web dei cappellani di Harvard9. Non tutti i gruppi religiosi partecipano al Ministero Unificato dei cappellani di Harvard, perci gli stessi si sentono in
dovere di mettere in guardia contro certi gruppi religiosi distruttivi che non fanno parte del loro Ministero Unificato. I
cappellani sono dediti al rispetto reciproco e simpegnano a
non fare proselitismo. Affermiamo il ruolo fondamentale della
libert individuale, del dubbio e di una aperta riflessione critica per una sana crescita spirituale ... Siamo qui per aiutarvi ad
avere unesperienza sana e felice in questo nostro cammino spirituale qui a Harvard. Mi chiedo se pensano che Ges venuto proprio per questo motivo: affinch cio abbiamo unesperienza sana e felice in questo nostro cammino spirituale. I cappellani mettono inoltre in guardia contro chi sostiene di avere un rapporto speciale con Dio e in particolare contro tutto
ci che si configuri come distruzione dellego, controllo delle menti, manipolazione del rapporto della persona con la famiglia e gli amici.
Sulla pagina culturale del New York Times del 24 novembre 2004 Nicholas D. Kristof sferra un attacco sferzante alla
serie Left Behind degli autori Tim LaHaye e Jerry Jenkins,
a fronte del fatto che questi romanzi dipingono entusiasticamente Ges mentre ritorna sulla terra per massacrare chiunque
non sia un credente nato di nuovo. Kristof riconosce che il
sig. Jenkins e il sig. LaHaye sono persone sincere ma lo stesso si pu dire allora dei fondamentalisti islamici. Aggiunge poi:
Ora ho scritto spesso che coloro che provengono da stati pre9. In particolare, http://chaplains.harvard.edu/about_us.php.
38

2. Che cosa sta succedendo?

valentemente democratici dovrebbero essere meno sprezzanti


nei confronti dei fondamentalisti cristiani e mi rendo conto che
questo editoriale ha invece un tono piuttosto sprezzante. Se
per lodo ci che di buono gli evangelici fanno come i loro
superbi sforzi per soccorrere la popolazione del Darfur devo
anche condannare ci che percepisco come fanatismo. Il giornalista prosegue poi parlando degli introiti derivanti dalla vendita dei libri della serie, mettendo in dubbio le motivazioni dei
suoi autori, e prendendosi gioco (non senza ragioni) di sforzi
volti a fissare il calendario escatologico.
Suppongo che sia troppo sperare che Kristof sappia
distinguere fra diversi intendimenti cristiani su ci che avr
luogo alla fine dei tempi. I credenti che non accettano tutte
le interpretazioni proposte da LaHaye e Jenkins non possono
tuttavia nascondersi dietro queste differenze, poich la Bibbia
non soltanto d un mandato ai cristiani affinch allevino la
sofferenza (come nel caso del ministero in Darfur cui Kristof
allude) ma altres contiene una buona dose di esclusivismo
secondo cui il giudizio di Dio viene alla fine riversato sui non
credenti. Kristof non fa nessuno sforzo per scendere a patti con il
modo in cui tali insegnamenti biblici si integrano con il restante
contenuto della Bibbia, n cerca di capire se ci che essa dice sia
vero o meno n ancora sinterroga sul fatto che ogni posizione,
compresa la sua, ritenuta vera a esclusione di altre. Kristof
altro non fa che tacciare di fanatismo ci che a lui non piace.
Michel Houellebecq uno dei pi stimati (ma anche uno
dei pi scomodi) scrittori francesi contemporanei e ha a suo
nome una sfilza di premi letterari. Il tono dei suoi scritti quello
degli scritti di un giovane Albert Camus. Nel 2002 fu trascinato
in tribunale da quattro fra le principali organizzazioni islamiche
di Francia. Laccusa era di insulto razziale e incitazione
allodio religioso. Il problema era sorto dopo che lo scrittore
aveva rilasciato unintervista a una rivista in cui faceva commenti
dispregiativi sullIslam. Houellebecq aveva giudicato lIslam
la pi stupida delle religioni e aveva paragonato, in senso
denigratorio, il Corano alla Bibbia: il primo, diceva, scritto
male, mentre la Bibbia almeno scritta meravigliosamente
perch gli Ebrei hanno un dannato talento letterario. Nella
causa che ne segu, diversi insigni letterati francesi difesero
39

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Houellebecq ma non pochi si schierarono con gli accusatori.


Linfluente Human Rights League lo accus di islamofobia;
molti scrittori di sinistra affermarono che il tono volgare di
Houellebecq lo rendeva indifendibile. I commenti pi sagaci
furono per, forse, quelli di Salman Rushdie (che ne sa qualcosa
di che cosa significhi suscitare le ire islamiche), in un pezzo su
The Guardian:
Ma se un individuo in una societ libera non ha pi il diritto di dire apertamente che preferisce un libro a un altro, allora quella societ non ha pi il diritto di chiamarsi libera. Presumibilmente qualunque musulmano dica che il Corano sia
meglio della Bibbia sarebbe anchegli colpevole di insulto e
lassurdo regnerebbe sovrano.
Per quanto riguarda la religione pi stupida, beh, un
punto di vista. E Houellebecq, in tribunale, sottoline il fatto semplice ma essenziale che attaccare le ideologie o i sistemi fideistici delle persone non equivale ad attaccare le persone stesse. Questo certamente uno dei principi fondanti
di una societ aperta. I cittadini hanno il diritto di protestare contro qualunque forma di discriminazione verso le proprie persone ma non contro la difformit di pensiero, anche
se espressa con veemenza o scarsa educazione. Non vi possono essere steccati eretti contro idee, filosofie, atteggiamenti o convinzioni10.

La corte francese deliber a favore dellimputato.


Nel 2006 lensemble di fiati della scuola superiore Henry
M. Jackson di Mill Creek nello Stato di Washington, in linea
con la sua tradizione di scegliere un brano musicale da suonare
alla cerimonia dei diplomi, vot unanimemente per lAve Maria di Franz Biebl. Lensemble laveva suonato in occasione del
suo concerto invernale e voleva riproporlo anche alla cerimonia dei diplomi. Il sovrintendente del distretto scolastico, Carol
Whitehead, respinse la scelta: i concerti invernali erano un conto ma suonare il brano alla cerimonia dei diplomi poteva essere
10. http://www.guardian.co.uk/books/2002/sep/28/fiction.michelhoullebecq.
40

2. Che cosa sta succedendo?

visto come espressione di una visione religiosa. Una studentessa, Kathryn Nurre, denunci il sovrintendente, sostenendo che
i suoi diritti costituzionali erano stati violati. Leggere le lettere della ragazza alleditore del Seattle Times equivale a farsi una
cultura su quanto facilmente la tolleranza possa trasformarsi in
intolleranza. Ci fu chi fece un plauso a Whitehead per aver
correttamente preteso che lensemble di fiati suonasse un pezzo laico per la cerimonia. Dopotutto la melodia molto familiare a tutti noi [viene il sospetto che chi scrive stia pensando a un altro componimento dallo stesso titolo ma diamogliela
buona] e, quando sentiamo suonare gli strumenti, saltano subito alla mente le parole11. Jay Nordlinger commenta: Qui ci
avviciniamo molto al crimine di pensiero: non possiamo cantare canzoni che parlano di Dio e non possiamo ascoltare parole che parlano di Dio ma le note, le note ci fanno pensare a Dio
e questo vietato in una cerimonia dei diplomi12. Nella causa
Nurre contro Whitehead, la Corte Federale Distrettuale di Seattle si pronunci contro la studentessa. Nurre ricorse in appello presso la Corte dAppello del Nono Circolo, che conferm la sentenza contro la studentessa. Il 22 marzo 2010 la Corte Suprema rifiut di riesaminare il caso, confermando di fatto
la decisione del Nono Circolo, contro appunto la studentessa.
Quattro anni dopo luccisione di tredici persone alla scuola superiore di Columbine, la scuola vinse la sua battaglia per
bandire tutti i messaggi religiosi dal suo memoriale murario
della tragedia. A seguito degli eventi che lo contraddistinsero, il padre di Daniel Rohrbough, una delle vittime, volle che
il memoriale contenesse parole che riflettessero la fede del figlio; la scuola lo proib. Il caso pass per i vari gradi di giudizio fino alla Corte Suprema che rifiut di esaminarlo, confermando anche in questo caso la decisione del grado inferiore: la
scuola cos ha vinto e, insieme a essa, lintolleranza. Tutte quelle cose che sono significative e daiuto a questa particolare famiglia non possono avere posto nel memoriale.
11. http://community.seattletimes.nwsource.com/archive/?date=20060705
&slug=wedletso5.
12. An unpretty pass: what a song without words says about American life,
National Review, 61, n. 20, 2 Nov. 2009, p. 33.
41

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Basta cos. Potrei portare molti altri esempi ma il concetto


credo sia chiaro. Al fine di non offendere nessuno, corriamo il
pericolo di fare appello alla virt della tolleranza per difendere
lintolleranza. Pu essere utile mostrare con quanta frequenza
ci avvenga in determinati ambiti.

LAMBITO DELLEDUCAZIONE
Potrebbe essere utile qui distinguere fra ci che accade nel
mondo accademico laico e in college, seminari e universit
cristiane.
Nel primo facile registrare la pressione crescente a
conformarsi alla nuova tolleranza. Si prenda il caso di Scott
McConnell, studente del corso di laurea specialistica in Scienze
della Formazione al Le Moyne College. Nel 2005 lo studente
scrisse un saggio di fine corso sostenendo che il contesto
scolastico ideale dovrebbe basarsi su una rigida disciplina e sul
duro lavoro, comprensivi in alcuni casi di punizioni corporali.
McConnell ricevette una A per il suo lavoro, voto in linea con
la sua media. Alcuni mesi dopo fu per allontanato dal College
dal capo del Dipartimento di Scienze della Formazione. La
donna parl di una incompatibilit fra [i suoi] convincimenti
personali in relazione allinsegnamento e allapprendimento e
gli obiettivi del Le Moyne College. Con laiuto della Foundation
for Individual Rights in Education (FIRE) e del Center for
Individual Rights (CIR), McConnell port il Le Moyne College
in tribunale e vinse, ottenendo il reinserimento nel programma
di studi. Egli sostenne che il College aveva agito in cattiva fede:
aveva promesso libert di espressione ma laveva poi espulso
quando aveva espresso il proprio pensiero.
Nel 2005 poi, Noah Riner, allora presidente della
Dartmouth Student Assembly, parl a un incontro rivolto alle
matricole tradizionale appannaggio del presidente del corpo
studentesco. Egli afferm che lacquisizione di conoscenza non
tutto ci per cui la sua platea avrebbe dovuto lavorare; lo
sviluppo del carattere era un obiettivo ancora pi importante.
42

2. Che cosa sta succedendo?

Quindi aggiunse: Lo sviluppo del carattere ha molto a che


fare con il sacrificio e con il mettere da parte i propri interessi
personali per qualcosa di pi grande. Il migliore esempio di
questo Ges ... egli sapeva quale fosse la cosa giusta da fare. E
sapeva che il prezzo da pagare sarebbe stato la morte e unatroce
tortura. Ma non si tir indietro. Questo carattere13. Noah
Riner prosegu parlando brevemente di ci che Ges aveva
realizzato sulla croce.
Ne segu uninevitabile controversia. Da un lato, un
vicepresidente del corpo studentesco scrisse a Riner: Considero
la scelta del tema per il discorso di benvenuto reprensibile e un
abuso di potere. Lei imbarazza lorganizzazione e imbarazza
se stesso. Dallaltro, uno studente ebreo scrisse: Molti di noi
nella comunit di Dartmouth sono fieramente in disaccordo
con questo e altri aspetti delle convinzioni religiose di Riner
ma i nostri disaccordi non ci danno il diritto di limitare la sua
libert despressione14. Una delle riflessioni pi profonde su
tutto il trambusto suscitato dalle parole di Noah Riner ci viene
dallo stesso Riner: Il problema non che Dartmouth ha un
formale codice espressivo. Sarebbe facile agire di conseguenza
e sarebbe facile per gli studenti infrangerlo. Il problema
che Dartmouth ha una cultura espressiva per la quale alcuni
temi sono proibiti e alcune prospettive debbono rimanere
inespresse. In altre parole, in questo mondo tollerante
alcune cose sono intollerabili specialmente quelle che sono
considerate intolleranti. Il Dartmouth College naturalmente
la medesima istituzione che, diversi anni prima, aveva proibito
a Campus Crusade di distribuire mille copie del libro di C.S.
Lewis, Mere Christianity, perch avrebbe potuto offendere gli
studenti non cristiani. Badate bene: la pubblicazione interdetta
non era pornografica, non dava istruzioni su come costruire una
bomba, non era un libro sulla pedofilia n conteneva lezioni
sullanarchia. Dartmouth avrebbe proibito la distribuzione di
volumi simili come fece con il libro di Lewis per non offendere
taluni studenti? Il libro di Lewis non era che unesposizione
cristiana piuttosto moderata apparsa per la prima volta sotto
13. http://www.dartmouth.edu/news/releases/2005/09/20c.html.
14. http://dartreview.blogspot.com/2005_09_01_archive.html.
43

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

forma di conferenze radiofoniche in Gran Bretagna nel corso


della Seconda Guerra Mondiale. Proteste vigorose hanno alla
fine costretto Dartmouth a tornare sui suoi passi.
In effetti nel corso degli ultimi dieci anni ci sono stati tentativi
per delegittimare gruppi della InterVarsity Christian Fellowship
(IVCF i Gruppi Biblici Universitari degli Stati Uniti, ndE) a
Tufts, Harvard, Rutgers, University of North Carolina e altrove.
In ciascuno di questi casi la sezione locale stata accusata di
discriminazione perch insisteva che i suoi coordinatori (bench
non i suoi membri) dovessero sottoscrivere il suo statuto di
fede e perch rifiutava di accettare fra i suoi coordinatori chi
sostenesse o praticasse lomosessualit. Il consiglio studentesco
di turno (o quale che fosse il corpo coinvolto in ciascun caso
specifico) ha pertanto discriminato questi cristiani insistendo
che erano colpevoli di discriminazione. C stato solitamente
scarso riconoscimento da parte delle autorit per il fatto che
il loro zelo nel combattere la discriminazione non era soltanto
ironicamente ipocrita ma li stava altres trascinando verso quella
specifica forma di discriminazione che il primo emendamento
proibiva. Sinora, ogni volta che uno di questi casi approdato in
tribunale, il giudizio ha dato ragione allorganizzazione cristiana.
Diversamente si invece espresso lo Hastings College
of Law della University of California. Il giornale locale della
Christian Legal Society (CLS) stato bandito dal College
con laccusa di discriminazione: la societ forense cristiana
consentiva solamente a chi sottoscrivesse la sua dichiarazione di
fede di ricoprire posizioni di guida al suo interno. In particolare
lo Hastings College sosteneva che CLS non potesse esigere
che il suo direttivo, sulla base di una dichiarazione di fede,
simpegnasse ad astenersi da una condotta di vita immorale
dal punto di vista sessuale nonch dalla difesa della stessa.
La causa che ne segu arriv fino alla Corte Suprema, che con
cinque voti contro quattro giudic a favore del dipartimento
di giurisprudenza. Dal momento che la decisione provenuta
dalla corte di pi alto grado nel paese, alcuni vi hanno ravvisato
unanticipazione di ci che verr: ogni gruppo evangelico che
prende una posizione morale nei campus universitari americani
sar bandito. I gruppi continuerebbero naturalmente al di
fuori dei campus, se necessario nelle catacombe, per cos dire.
44

2. Che cosa sta succedendo?

Francamente molti esperti giuristi non prevedono tuttavia


simili scenari da incubo: la sentenza circoscritta ma altre cause
potrebbero finire alla Corte Suprema qualora si dimostrasse
che un dato gruppo sinfiltri con fini sovversivi o laddove non
si giungesse a una sentenza analoga in relazione, diciamo, ai
requisiti richiesti per guidare un gruppo musulmano. Soltanto
il tempo ce lo dir.
Questi scontri fra gruppi cristiani e universit non sono
ristretti soltanto agli Stati Uniti15. Ad esempio nel Regno Unito
vi sono stati nello stesso decennio tentativi da parte delle
universit di Birmingham, Hull, Edimburgo, con altre due o
tre, di bandire il gruppo biblico cristiano locale (CU la sezione
locale della Universities and Colleges Christian Fellowship
[UCCF], lequivalente britannico dellamericana IVCF e del
GBU italiano) dai loro campus per ragioni molto simili. Pur
protraendosi per due o tre anni, questi attacchi finora hanno
avuto esiti positivi. Veramente interessante tuttavia il modo
in cui le universit, storicamente bastioni del libero pensiero
e della libert despressione, hanno ripetutamente manifestato
una notevole intolleranza in nome della tolleranza. Nel caso
delluniversit di Edimburgo, ad esempio, le autorit hanno
vietato alla CU di riunirsi allinterno del campus per discutere
di etica sessuale, per il fatto che la visione cristiana ortodossa
ritenuta offensiva nei confronti degli omosessuali. In un caso la
situazione si fatta talmente surreale che lo stesso quotidiano
liberale The Guardian ha manifestato vicinanza nei confronti
della CU, concedendo spazio nelle sue pagine editoriali a
Richard Cunningham, direttore di UCCF. Cunningham ha
scritto: G.K. Chesterton una volta ha detto che lo scopo di
una mente aperta lo scopo di una bocca aperta quello cio
di chiudersi quando vi entra qualcosa di solido. Se lapertura
mentale definita come un rifiuto a formulare giudizi sulla
verit religiosa e letica sessuale (per esempio), saremo allora
inclini a contrarre una forma di trisma.16
15. Ho discusso alcune delle ragioni sottese ai diversi modelli in Christ and
culture revisited, op cit., pp. 186190.
16. http://www.guardian.co.uk/education/2006/nov/28/highereducation.
students.
45

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Naturalmente non tutto lo zelo accademico per la nuova


tolleranza diretto contro i cristiani. Nel 2006 Bob Averill, uno
studente dellArt Institute di Portland, Oregon, e ateo convinto
(suo era al tempo il blog Portland Atheist), si avvicin a un
gruppo informale di studenti che dopo una lezione discuteva
della spiritualit. Averill in modo particolare mise in discussione
le convinzioni religiose di una studentessa. Non mise in
discussione il suo diritto ad averle ma domand piuttosto quali
prove avesse a loro sostegno. La ragazza credeva in proiezioni
astrali e folletti che vivevano a un livello di energia differente. La
studentessa fece un esposto alle autorit accademiche e dopo
diversi round in cui lo scambio di Averill con la studentessa fu
definito una aggressione e in seguito al fatto che il tentativo
di lui di coinvolgere un altro studente, testimone degli eventi,
fu preso come un comportamento molesto e belligerante,
Averill fu allontanato dallistituto meno di un anno prima della
laurea17. Dal canto suo, listituto afferm di aver allontanato
Averill a causa di un comportamento aggressivo, degradante
e minaccioso18.
Fenomeni di questo tipo non sono limitati soltanto agli
studenti. Il 15 settembre del 2004 un professore a contratto
di lunga data della DePaul University, Thomas Klocek, vide
un paio di tavoli allestiti da attivisti in rappresentanza di due
gruppi: gli Students for Justice in Palestine (SJP) e gli United
Muslims Moving Ahead (UMMA). Il professore scese sul loro
terreno, facendo notare come storicamente il termine palestinese celasse delle criticit. Infatti si trattava un tempo di un
termine generico indicante musulmani, ebrei e cristiani che vivevano in una data area geografica piuttosto che un singolo
gruppo. Una delle studentesse afferm di sentirsi profondamente offesa dalle osservazioni del professore. Inevitabilmente la discussione sinaspr fino al punto che fu detto agli studenti che gli israeliani trattavano i palestinesi come Hitler tratt gli ebrei. Klocek rispose che vi erano delle significative differenze. Ci che successe in seguito non lo si sa con certezza.
17. http://www.portlandmercury,com/portland/Content?oid=84436&cate
gory=22101.
18. http://chronicle.com/article/For-Profit-College-Says-It/37892.
46

2. Che cosa sta succedendo?

Klocek afferma di essersi reso conto che la discussione era sterile, di aver messo gi con calma il volantino e di aver fatto un
cenno con il mento allitaliana, come a dire: Me ne vado!.
Gli studenti sostennero che il volantino era stato lanciato sul
tavolo e che il professore aveva mostrato loro il dito medio.
Lintero incontro dur in tutto quindici minuti. Nonostante
potesse vantare un invidiabile curriculum come docente, Klocek fu subito sospeso. Il professore cit listituzione accademica per diffamazione. Dopo quattro anni (!), il giudice della
Cook County Circuit Court, Charles Winkler, archivi il caso
(marzo 2009). Klocek ricorse in appello; ancor oggi non si
giunti a una sentenza definitiva19. A prescindere dalle ragioni
e dai torti delluna e dellaltra parte, difficile non concludere che la DePaul University abbia distrutto la carriera accademica del professor Klocek per placare un gruppo di studenti che non poteva tollerare unopinione diversa dalla propria,
senza lamentare di aver ricevuto insulti e umiliazioni lassunto culturale della nuova tolleranza tende a giocare a loro favore nel processo di aggiudicazione di torti e ragioni. Nel suo
importante saggio del 2005 John J. Miller mette in luce diversi casi di docenti che in America hanno dovuto affrontare problemi simili20.
In un certo senso naturalmente lo spirito di tolleranza
nei campus universitari pu essere molto utile: talvolta pi
semplice per un cristiano trovare posto a un dibattito oggi
rispetto a trenta o quarantanni fa. Ma il prezzo da pagare
alto: se il cristiano sostiene che la confessione cristiana
contraddistinta da un elemento esclusivista, il che significa
che gli altri hanno in qualche misura torto, il posto spesso
viene tolto e anche piuttosto velocemente. Le ragioni non
sono, formalmente parlando, legate al fatto che il cristiano
un cristiano ma che il cristiano intollerante e ci non
pu essere tollerato. Il mondo accademico esercita pertanto
19. http://illinoisreview.typepad.com/illinoisreview/2009/04/judgethrows-out-thomas-klocek-case-against-depaulappeal-planned-.html.
20. Pariahs, martyrs and fighters back: conservative professors in America,
National Review 57, n. 19, 2005, pp. 4045. Occorre osservare che taluni professori, di cui Miller passa in rassegna le vicende, non sono conservatori: Klocek ad esempio ha votato democratico.
47

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

delle pressioni non poi tanto sottili affinch i cristiani


sviluppino una forma di espressione (chiaramente) cristiana
che disconosca o almeno riduca al silenzio le affermazioni
esclusiviste che si fondano sulla Scrittura stessa. Nelle parole
di Nathan Hatch:
Il mondo intellettuale moderno alla deriva, incapace o
poco disposto a consentire a qualsiasi pretesa la certezza di
fissare le coordinate sulla cui base giudicare idee e scelte. Laspetto positivo di questa situazione dato naturalmente dal
fatto che tolleranza e soggettivismo sono diventate le principali virt della nostra epoca, in modo che anche gruppi
marginali gli stessi evangelici ricevono molto pi rispetto di quanto non accadesse qualche decennio fa. Il pericolo ... che lagnellino della tolleranza torni indietro travestito da lupo del relativismo. Va dunque meglio per i cristiani
ma va anche peggio: meglio perch sono tollerati come tutti
gli altri, peggio perch nessun enunciato di verit ha pi alcun peso21.

Se queste sono le cose che accadono nel mondo accademico in generale, qual la realt delle istituzioni cristiane?
Come figli a lungo emarginati, gli studiosi evangelici hanno
ancora troppa ansia di essere accettati dai loro pari; hanno
troppo desiderio di muoversi soltanto in quelle direzioni
che consentiranno loro di essere rilevanti. [Il risultato
che] siamo di gran lunga pi inclini a farci sentire quando le
nostre convinzioni cristiane sono in sintonia con gli assunti
della moderna riflessione accademica rispetto a quando
divergono da essi. molto pi facile ad esempio schierarsi
con lavanguardia del progresso sociale di quanto non lo sia
difendere quegli assunti cristiani che i circoli intellettuali, i
quali vanno oggi per la maggiore, considerano oscurantisti

21. N.O. Hatch, Evangelical colleges and the challenge of Christian thinking, in Joel A. Carpenter e Kenneth W. Shipps, a cura di, Making higher education Christian: the history and mission of Evangelical colleges in
America, Christian University Press, Grand Rapids, 1987, p. 163.
48

2. Che cosa sta succedendo?

e folli. Tuttavia proprio questa durissima lotta mentale che


non dobbiamo evitare22.

Queste pressioni devono essere affrontate di petto non


soltanto quando laccademico cristiano opera allinterno,
diciamo, di ununiversit statale ma anche quando lo studioso fa
parte di unistituzione accademica cristiana. Lunicit di Cristo,
la teologia trinitaria, le affermazioni relative a quanto la morte
e la resurrezione di Ges hanno realizzato, linsistenza sul fatto
che il Dio della Bibbia creatore e giudice di ogni cosa queste
affermazioni sono intollerabili e i cristiani saranno perennemente
sotto pressione, diretta o indiretta che sia, affinch le attenuino.
Se non lo faremo, ci sar un prezzo da pagare, se non altro in
termini di reputazione e prestigio. Non importa quanto fascino
emaniamo; se chi opera nel contesto dellistruzione accademica
cristiana determinato a vivere secondo la chiamata di Cristo
ricever, come Ges ci insegna, parte del biasimo che fu suo23.
Il vero pluralismo allinterno di una cultura generalista
favorito dalla presenza di una forte voce cristiana leale alle
Scritture come daltronde dalla presenza di forti voci musulmane, scettiche, buddhiste, atee e cos via. Il vero pluralismo
non favorito laddove in nome della tolleranza questi gruppi
non possano far sentire la propria voce e laddove la posizione
relativista risulti lunica virtuosa.

LAMBITO DEI MEDIA


Louis Bolce e Gerald De Maio condussero una ricerca, su banca dati LexisNexis, su come tre giornali, il New York Times, il
Los Angeles Times e il Washington Post, documentarono i conflitti culturali del decennio 19902000. Durante questo lasso di
22. N.O. Hatch, Evangelical colleges and the challenge of Christian thinking, art. cit., pp. 166167.
23. D. Litfin, Conceiving the Christian college, Eerdmans, Grand Rapids,
2004, pp. 8182.
49

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

tempo i tre giornali pubblicarono soltanto diciotto articoli in


cui si collegavano i conflitti culturali al solco laicoreligioso
che divideva il partito democratico da quello repubblicano24.
Nel corso di questi anni pubblicarono poi cinquantanove storie sul ruolo che i laici ebbero in questi conflitti e ben novecentoventinove articoli sulle macchinazioni politiche dei fondamentalisti evangelici. In altre parole, nella percezione dei media, le divergenze allinterno del paese venivano attribuite regolarmente a coloro che non sono debitamente rappresentati dai media.
Siccome la nuova tolleranza, una tolleranza segnatamente
priva di valori, divenuta la religione dominante fra i principali
media, questa visione si rafforza di giorno in giorno. Ad esempio i media tendono a presentare papi come Giovanni Paolo
II e Benedetto XVI [e ora Francesco, ndE] in una luce positiva, nella misura in cui queste guide religiose si limitano a occuparsi di cerimonie religiose e di povert nel mondo; ma se solo
fanno cenno alle ripercussioni che il loro sistema dottrinale ha
su aspetti sociali quali il sesso prematrimoniale ed extramaritale, laborto, lomosessualit e leutanasia, allora sono bigotti, retrogradi, fondamentalmente fuori dalla realt, persino pericolosi e certamente intolleranti.
Nel 2001 lex giornalista della CBS Bernard Goldberg pubblic un libro dal titolo Bias A CBS insider exposes how the
media distort the news25. La sua tesi non che i media seguono
unimpostazione liberale piuttosto che conservatrice n logiche democratiche piuttosto che repubblicane. La loro inclinazione piuttosto generata da una sorta di consanguineit professionale, intellettuale, culturale e sociale. Si credono straordinariamente diversi e largamente rappresentativi della nazione perch assumono un mix eterogeneo in termini di genere e
razza. Ci che manca, nondimeno, un mix rappresentativo di
posizioni culturali e intellettuali diverse; vi scarsa diversit di
pensiero. I media manifestano unattenzione particolare a far
s che la composizione del proprio personale comprenda una
24. The politics of partisan neutrality, National Review 143, May 2004, p. 9.
25. Regnery, Washington, 2001. (ndt traduzione titolo) Tendenziosit: un insider della CBS smaschera i media e il modo in cui distorcono le notizie.
50

2. Che cosa sta succedendo?

congrua rappresentanza femminile ma queste donne come


daltronde gli uomini non hanno una visione congruamente
rappresentativa sullaborto, sul controllo delle armi, sullomosessualit e sullimportanza della religione nella vita delle persone. Mentre perci i media credono di essere allavanguardia
quanto a tolleranza, esistono molti ambiti in cui restano informati da una profonda intolleranza. Inevitabilmente, nonostante giornalisti molto seri facciano del loro meglio per essere responsabili e oggettivi, la comune ristrettezza di orizzonti favorisce modelli distorti e in definitiva preoccupanti26.
Questa cosa va avanti da decenni. Nel 1972 Pauline Kael,
critico cinematografico per il New Yorker, pass alle cronache
per questaffermazione seguita alle elezioni che avevano riportato Nixon al potere: Non ci posso credere! Non conosco una
sola persona che abbia votato per lui. Considerando che Nixon aveva vinto in quarantanove dei cinquanta stati, Kael altro
non fece che dar prova del proprio isolamento, un isolamento piuttosto triste, a dir la verit, dalla gran parte delle persone della nazione.

LAMBITO DELLA CONDOTTA OMOSESSUALE


Da pi di due decenni i Boy Scout dAmerica sono sottattacco perch (a) non ammettono la presenza di ragazze; (b) non
ammettono atei; (c) non permettono a omosessuali dichiarati
di ricoprire posizioni di leadership. Dopo numerose e costose cause, i Boy Scout pensarono di aver raggiunto una certa
tranquillit quando nel 2000 una decisione della Corte Suprema sanc che, in quanto organizzazione privata, essi avevano
diritto di scegliere i propri membri. Sebbene lACLU (American Civil Liberties Union) perse in quel contesto, non moll la
presa. Al contrario si un a vari gruppi per i diritti gay al fine
di minare i legami, fitti e numerosi, fra i Boy Scout e le istitu26. Cfr. L.B. Bozell III e B.H. Baker, a cura di, And thats the way it isnt: a
reference guide to media bias, Media Research Center, Alexandria, 1990.
51

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

zioni pubbliche. Gli Scout, per fare un esempio, fanno sovente reclutamento nelle scuole pubbliche e godono di un trattamento speciale quanto alluso di parchi statali e nazionali per
le loro feste. Daltro canto questi privilegi vengono in un certo senso ripagati. Nellestate del 2008, ad esempio, lOrder of
the Arrow organizz Cinque siti, cinque settimane, cinquemila arcieri, un progetto in cui cinquemila volontari dedicarono cinque settimane a varie opere di conservazione e miglioria delle strutture pubbliche in parchi nazionali di tutto il paese. Dal 2004 i Boy Scout hanno dedicato qualcosa come dieci milioni di ore a coadiuvare progetti pubblici e alla cura del
demanio pubblico. Un altro progetto portato avanti dai Boy
Scout, Una buona svolta per lAmerica, li ha visti coinvolti
nella pulizia di centinaia di parchi cittadini e giardini scolastici. Per raggiungere il rango di Eagle Scout, un candidato deve
guidare il suo gruppo in un progetto di servizio alla comunit. Gli Scout in Arizona hanno dedicato migliaia di ore alla
prevenzione di incendi e a progetti di conservazione dentro e
tuttattorno al Grand Canyon.
Dunque lACLU e altri hanno combattuto contro gli Scout
numerose battaglie, nessuna direttamente legata allomosessualit ma tutte legate al rapporto fra gli Scout, il territorio e
le istituzioni pubbliche. Nel 2003 lACLU, per conto di una
coppia lesbica e di una agnostica, sostenne che gli Scout erano
unorganizzazione religiosa e pertanto i loro accordi con la citt di San Diego violavano il patto sociale. Questi accordi hanno
consentito agli Scout di gestire il campo estivo Balboa insieme
a mezzo acro sullisola di Fiesta per quasi un secolo, periodo in
cui gli Scout hanno contribuito di tasca propria con milioni di
dollari per sviluppare le propriet, garantendone lapertura al
pubblico. Le risultanti cause vanno avanti ancora oggi.
Nel 1928 Filadelfia diede in uso mezzo acro di terreno agli
Scout e questi a loro volta vi edificarono sopra, a proprie spese, un quartier generale di duemilacinquecento metri quadrati destinato alle belle arti. Nel 2000 il consiglio comunale di
Filadelfia cerc di sfrattare gli Scout e, di fronte al fallimento
di questo tentativo, pretese duecentomila dollari daffitto annuale. Gli Scout devono pagare o smetterla di discriminare gli
omosessuali e gli atei. Indipendentemente da questioni di equi52

2. Che cosa sta succedendo?

t di chi realmente la propriet di quelledificio per il quale la citt non ha speso un soldo? non sarebbe pi pluralista e
davvero tollerante per la citt dire che se gli omosessuali e/o gli
atei vogliono realmente realizzare unistituzione simile a quella realizzata dagli Scout, la citt di Filadelfia si adoperer a loro
favore come ha fatto in passato per gli Scout? No, non basta: la
nuova tolleranza esige piuttosto che il governo cittadino sia intollerante verso coloro che non accettano la nuova definizione
di tolleranza. I due centri urbani, San Diego e Filadelfia, sono
solo due centri rappresentativi delle tante lotte che, in nome
della tolleranza, gli Scout hanno dovuto affrontare nel decennio trascorso, principalmente lungo le coste.
Non facile predire come questi casi e altri analoghi
andranno a finire. Due anni fa in Massachusetts fu ingiunto
allopera di carit Catholic Charities di rinunciare al proprio
programma di adozioni oppure modificare la propria politica
accettando di affidare i bambini a coppie dello stesso sesso.
Catholic Charities interruppe il programma. Non si capisce
come questo possa aiutare i bambini bisognosi di quello
stato. Si potrebbe affermare che Catholic Charities avrebbe
potuto opporre una resistenza maggiore. World Vision, una
missione evangelica, chiede ai propri collaboratori di astenersi
da rapporti extraconiugali, fra cui naturalmente i rapporti
omosessuali. Nel 2005 World Vision ricevette un milione e
mezzo di dollari da Office of Justice Programs per far fronte
alla montante violenza giovanile e delle gang in Virginia. Dopo
qualche tempo i legali furono chiamati a stabilire se World
Vision avesse una politica discriminatoria. Il Dipartimento di
Giustizia alla fine (nel 2007) diede ragione a World Vision sulla
base del Religious Freedom Restoration Act (RFRA) del 1993.
Dopotutto, come ha osservato Carl Esbeck, professore di
giurisprudenza alla University of Missouri: Le organizzazioni
non religiose che ricevono fondi federali assumono liberamente
sulla base dei loro obiettivi principali, esattamente allo stesso
modo in cui Planned Parenthood esige che i suoi dipendenti
siano a favore della possibilit di abortire e Sierra Club vaglia
i candidati sulla base della loro visione del riscaldamento
globale. Similmente i gruppi religiosi non possono rimanere
fedeli ai propri obiettivi fondativi se i loro dipendenti non sono
53

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

allineati con gli obiettivi che ne informano la visione27. In


effetti Esbeck prosegue: Chi non mai stato in disaccordo con
altri su questioni religiose non per questo da lodare per la sua
tolleranza. Sta piuttosto trattando le differenze religiose come
cose di scarsa rilevanza, quasi che i convincimenti religiosi in
fondo non contino. Un tale atteggiamento altro non che una
sottile forma di intolleranza religiosa28.
Talvolta il buon senso prevale.
Talvolta no. Il 29 giugno 2004, il pastore Ake Green
fu condannato a un mese di prigione per aver mancato di
rispetto agli omosessuali nel sermone pronunciato dal
pulpito nella piccola citt di Borgholm in Svezia il 20 luglio
200329. Nel 2008 la Corte Suprema della California stabil
che due medici non potevano per legge negare a una donna
linseminazione artificiale perch lesbica. I medici non serano
rifiutati di fornire la prestazione in quanto in disaccordo con
la donna: fecero al contrario notare come fornissero di buon
grado assistenza medica a ogni genere di persona, anche se
in pieno disaccordo con loro. Non avrebbero mai negato le
cure a uno stupratore malato di cancro. Sentivano tuttavia
di dover tracciare una linea di confine laddove iniziava la
loro partecipazione a un atto che consideravano immorale.
La paziente, Guadalupe Benitez, avrebbe potuto ottenere la
prestazione altrove; la causa non era dettata dallimpossibilit
della donna di ottenere la prestazione medica desiderata ma
era una questione di principio. Nella sua sentenza la Corte
affermava: Il diritto alla libert religiosa e alla libert di
parola, garantiti tanto dalla costituzione federale quanto da
quella californiana, esenta i medici di una clinica medica
dallottemperare alla proibizione sancita dal California
Unruh Civil Rights Act contro la discriminazione basata
sullorientamento sessuale della persona? La nostra risposta
no30.

27. http://library.findlaw.com/2008/Jun/1/247208.html.
28. http://library.findlaw.com/2008/Jun/1/247208.html.
29. http://www.akegreen.org.
30. Il caso ha avuto molta risonanza. Si veda, ad esempio, http://www.
spectrummagazine.org/node/1200.
54

2. Che cosa sta succedendo?

La scelta delle parole importante. Se lomosessualit


vista esclusivamente come una questione di diritti civili, le
corti saranno inclini a limitare ripetutamente i diritti specificati
nel primo emendamento. La questione si sta facendo sempre
pi complicata. Elane Photography, unattivit gestita da due
coniugi evangelici, si rifiut di fare un book fotografico della
cerimonia di scambio di promesse di due donne gay. Nel 2006
Vanessa Wilcock present un reclamo alla New Mexico Human
Rights Commission, che si espresse contro Elane Photography
ordinandole di pagare seimilaseicentotrentasette dollari per le
spese legali di Wilcock. I coniugi ricorsero in appello presso il
tribunale distrettuale. Ancora una volta Elane Photography ne
usc sconfitta (dicembre 2009). Ora sta facendo un nuovo ricorso
in appello: dov la tolleranza se gli imprenditori sono costretti
ad andare contro la propria coscienza? Poniamo il caso di
unattivit fotografica gestita da vegetariani convinti che vengano
obbligati a fotografare animali macellati e la preparazione
della carne prima della distribuzione alle macellerie. Dov la
tolleranza e la giustizia in questo?31 Al di fuori degli Stati Uniti,
le nazioni palesemente schierate a difesa dei diritti umani stanno
diventando sempre pi restrittive. In Inghilterra, a una scuola
cattolica stato impedito di licenziare il suo preside apertamente
gay. Le scuole parrocchiali (anglicane) non possono insegnare
che lomosessualit un peccato. In Canada lAlberta Human
Rights Commission ha proibito a un pastore cristiano di fare
commenti denigratori sullomosessualit e persino di ripetere
le condanne bibliche della stessa.
In passato non poche sono state le cose crudeli e sprezzanti
dette sugli omosessuali e agli omosessuali dai conservatori.
Ma pare a molti di noi che lodio sfrenato corra ora pi spesso
nella direzione opposta. Quando era ancora Miss California, fu
chiesto a Carrie Prejean che cosa pensasse dei matrimoni gay.
Ella replic che il matrimonio dovrebbe essere fra un uomo
e una donna. Non voglio offendere nessuno ma cos che mi
31. http://speakupmovement.wordpress.com/2009/12/16/elanephotography-plans-appeal-of-negative-ruling-by-new-mexico-court/.
Per alcuni degli aspetti pi complessi della questione si veda http://
volokh.com/tag/elane-photography-v-willock/.
55

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

hanno cresciuta. Forse la sua non fu la miglior difesa della


visione tradizionale ma il linguaggio da lei utilizzato fu mite
se confrontato con la reazione: Una stupida puttana senza
cervello, cos la chiam Perez Hilton, un editorialista gay.
Una stupida ignorante che mi fa venire il voltastomaco,
scrisse Giuliana Rancic, conduttrice di E! News. questa la
tolleranza che tanto si caldeggia?

OBIETTIVO: IL CRISTIANESIMO
A rischio di sembrare paranoico o poco obiettivo, giusto che
dica che una parte spropositata dellintolleranza mascherata da
(nuova) tolleranza diretta contro i cristiani e il cristianesimo.
risaputo che alcune biblioteche pubbliche hanno messo
allindice il libro di John MacArthur Safe in the Arms of God32.
In diversi paesi Australia, Canada e Regno Unito nuove leggi hanno fatto s che dei pastori cristiani fossero trascinati in tribunale per rispondere daver pronunciato discorsi pubblici in
cui si contrapponeva il cristianesimo allIslam in modi ritenuti denigratori nei confronti dellIslam. In alcuni casi sono stati
giudicati colpevoli di crimini dodio. Non sono a conoscenza di
un singolo caso in cui accuse simili sono state rivolte a un imam
per raffronti che andassero nella direzione opposta.
Nel 2004, nella citt russa di Beslan, dei terroristi islamici
presero milleduecento persone in ostaggio in una scuola pubblica. Trecentoquarantaquattro di queste, di cui centottantasei studenti, rimasero uccise. Su scala minore, non per questo
meno orribile, due studenti mentalmente disturbati massacrarono tredici persone alla scuola superiore Columbine. Sullonda di tali avvenimenti, non sorprendente che molte scuole
abbiano fatto esercitazioni in modo che insegnanti e studenti insieme sapessero come reagire nel caso una violenza simile
si scatenasse nelle loro scuole serrare le porte delle classi, ri32. http://rabbiphilosopher.blogspot.com/2006/10/banned-books-johnmacarthur.html.
56

2. Che cosa sta succedendo?

manere al di sotto della linea di fuoco e cos via, coordinando


a un tempo il lavoro di polizia e di altri ufficiali di pubblica sicurezza. Nel New Jersey, nellaprile del 2007, unesercitazione
di questo tipo fu condotta dal dipartimento di polizia di Burlington. E i finti terroristi chi erano? Cristiani fondamentalisti
che facevano scuola a casa. Tre anni prima, in una simile esercitazione nella contea di Muskegon, in Michigan, figuravano dei
pazzi che facevano scuola a casa, i quali detonavano una bomba su uno scuolabus.
Si pales una certa esasperazione a livello locale. Ma riuscite a immaginare che cosa sarebbe successo se i finti terroristi fossero stati dei jihadisti islamici con il turbante? Vi viene in
mente un solo caso in cui un gruppo di persone che fa scuola a casa abbia minacciato, figuriamoci messo in atto, unazione violenta?
Ho gi elencato una serie di casi di intolleranza in college
e universit. Naturalmente laneddotica in s non dimostra
lesistenza di una tendenza. Tuttavia uno o due saggi recenti,
oltre a fornire molti altri esempi, documentano un numero di
casi di intolleranza davvero sorprendente, casi in cui il minimo
comune denominatore che lo studente o docente in questione
era cristiano33. Scott Savage si offr di entrare a far parte di un
comitato studentesco che raccomandava la lettura di alcuni libri
alle matricole. Altri membri del comitato proposero tutta una
serie di libri dorientamento di sinistra; Savage, un remissivo
pacifista, sugger diversi volumi di matrice conservatrice, fra
cui The marketing of evil di David Kupelian, in cui lautore
parla della condotta omosessuale come di un comportamento
peccaminoso ed empio. Qualche membro omosessuale del
corpo docente sostenne che la raccomandazione di questo libro
li faceva sentire insicuri nel campus. Il corpo docente quindi
sespresse allunanimit con un voto, accusando lo studente di
molestie. Emily Brooker non era contraria a esplorare visioni
alternative su famiglia e orientamenti sessuali in classe ma rifiut
di firmare una lettera congiunta il cui scopo era sostenere le
33. Si veda limportante saggio di David French, Expelling God from the
university, Academic Questions 19, 2006, pp. 7584. Gli esempi che
seguono sono tratti da questo saggio.
57

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

adozioni da parte di coppie dello stesso sesso. Per questa sua


posizione fu investigata dal Dipartimento dei servizi sociali e
accusata di violazioni deontologiche. Un professore di letteratura
inglese alla Sonoma State University, nel corso di una lezione su
James Joyce, disegn due montagne su una lavagna di fronte alla
classe, spiegando che il contesto ecclesiastico di Joyce gli aveva
insegnato che una montagna rappresentava Dio e laltra gli
esseri umani, e che lunica via che unisse luna allaltra a questo
punto disegn una croce nella vallata fra le due montagne le
cui estremit toccavano le cime era Cristo sulla croce, il quale
collegava le persone a Dio. Dopodich il professore scoppi in
una gran risata, trascinando la classe stessa in un vortice di ilarit.
A parte il fatto che non cos che si insegna letteratura34,
provate a pensare che cosa sarebbe successo se la derisione fosse
stata rivolta verso il buddhismo o lIslam, o contro lo stesso
Maometto. Vi ricordate le vignette danesi? In molti ambienti
sembra che lunica derisione possibile sia quella diretta contro
il cristianesimo. In effetti essa messa in atto a sostegno di
quella che percepita come una visione pi tollerante.
Non la derisione a rendere perplessi i cristiani. Se conoscono
la Bibbia, non rimarranno troppo sorpresi (Gv 15:1825). Ci
che sorprende e rende perplessi i cristiani quando affrontano
questo genere di obbrobrio che la derisione sopraggiunge a
difesa di una spassionata tolleranza. In qualsiasi societ vari
settori ne criticano altri. La destra critica la sinistra e la sinistra
critica la destra35. Niente di tutto ci preoccupante: in una
democrazia liberale, tutto questo sano. Quello che invece
non sano la critica derisoria, una critica che non affronta le
posizioni di una particolare parte ma non fa che disprezzarle
cercando di escluderle dalla dialettica sulla base del fatto che
sono intolleranti36.
34. Cfr. D.E. Ritchie, Reconstructing literature in an ideological age: A Biblical poetics and literary studies from Milton to Burke, Eerdmans, Grand
Rapids,1996.
35. P.es., cfr. R. Balmer, Thy Kingdom come: how the religious right distorts
the faith and threatens America: an evangelicals lament, Basic, New York,
2006; e N. Gingrich, Rediscovering God in America: reflections on the role
of faith in our nations history and future, Integrity, Nashville, 2006.
36. Vengono in mente una marea di libri incredibilmente inaccurati: C.
58

2. Che cosa sta succedendo?

Nel corso della stesura di questo libro, alcune incredibili reazioni a Brit Hume sono comparse sulla stampa. Durante
un segmento televisivo di Fox News gli era stato chiesto quale consiglio avrebbe dato a Tiger Woods in seguito al tragico
scandalo a sfondo sessuale di cui sera reso responsabile. Fra
le altre cose, Hume disse, in tono piuttosto dimesso e gentile:
Si dice che sia un buddhista. Non credo che quella fede offra il genere di perdono e redenzione che d la fede cristiana ... Il mio messaggio per Tiger sarebbe: Tiger, rivolgiti alla
fede cristiana e potrai essere ristabilito e diventare un esempio per il mondo37.

Una reazione esplosiva era prevedibile. Tom Shales, critico


televisivo del Washington Post, in tono sarcastico denigr i cristiani che si affaccendano a farsi gli affari degli altri. Hume
non ha lautorit per farlo, o sbaglio, a meno che non si creda che ogni cristiano abbia un mandato a fare proseliti ... Laffermazione di Hume passer probabilmente alle cronache ...
come una delle pi ridicole dellanno; Hume ha mancato di
rispetto a circa mezzo miliardo di buddhisti sul pianeta. Keith
Olbermann, allora alla MSNBC, dichiar che Hume aveva cercato di convincere sotto minaccia Tiger Woods a farsi cristiano. David Shuster, un collega di Olbermann, accus Hume di
aver denigrato la propria religione parlandone a un talk show
e disse di aver trovato i commenti di Hume davvero imbarazzanti. Il blogger Andrew Sullivan li defin settarismo allo stato puro, un tentativo improprio di abolire la distinzione fra
dialettica laica e religiosa.
Le critiche rivolte a Hume sollecitano riflessioni in gran
quantit. (1) Di fatto, ci che Hume disse sul buddhismo era
Hedges, American fascists: the Christian right and war on America, Free
Press, New York, 2007; M. Goldberg, Kingdom coming: the rise of Christian nationalism, Norton, New York, 2006; J. Rudin, The baptizing of
America: the religious rights plans for the rest of us, Thunders Mouth,
New York, 2006. Cfr. relativa discussione in D.A. Carson, Christ and
culture revisited, op. cit., pp. 183185.
37. Sia questa sia successive citazioni si possono facilmente trovare su diversi
siti internet.
59

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

sostanzialmente corretto. Ogni religione comprende nella


propria struttura una qualche spiegazione di ci che non va
negli esseri umani e presenta una soluzione. Nel caso del
cristianesimo, la radice del problema il peccato una ribellione
idolatra contro il creatore Dio; la soluzione il perdono dei
peccati per mezzo della morte e della resurrezione di Cristo.
Per il buddhismo la radice del problema lignoranza della
vera natura della realt, in particolare della transitoriet di tutte
le cose, unignoranza che si traduce in brama e attaccamento; la
soluzione dunque lilluminazione38. Si pu discutere su quale
delle due percezioni della realt sia corretta; forse nessuna delle
due. Tuttavia quello che Hume vuole dire quanto segue: Tiger
Woods ha commesso un peccato e ci di cui Tiger ha bisogno,
al di sopra di qualsiasi altra cosa, il perdono, non ultimo il
perdono di Dio, quale parte del processo di guarigione e
trasformazione che egli spera Tiger sperimenti. Naturalmente
si tratta di unanalisi cristiana ma, fatto salvo che di questo
genere di perdono che Tiger ha bisogno, egli non lo trover nel
buddhismo, la cui struttura di pensiero interamente diversa.
Nel buddhismo non esiste il peccato, inteso nel senso in cui
viene percepito da molte religioni. Alcuni buddhisti ponderati
replicarono adducendo la loro struttura alternativa: questo il
giusto dialogo che deve contrassegnare una democrazia liberale.
Ed proprio ci che mancato a tanti esperti del mondo dei
media. (2) Quando i critici deridono Hume supponendo che
egli ubbidisca a un mandato, a fare proseliti, i cristiani
sorridono sommessamente ricordando il Grande Mandato. Se
con la locuzione fare proseliti si intende qualcosa del tipo
cercare di condurre persone alla fede in Ges articolando
con umilt il vangelo e senza alcuna coercizione esterna,
ci esattamente il mandato che stato rivolto ai cristiani.
(3) A lungo termine, non vi pu essere libert religiosa se le
persone delle diverse fedi e le persone che non hanno una
fede non sono libere di comunicarle, liberi cio di cercare di
convincere gli altri. (4) Ad ogni modo, ci non esattamente
quello che Olbermann, Shuster, Sullivan et al. stanno cercando
38. Si veda laccurato libro di K. Yandell e H. Netland, Buddhism: a Christian exploration and appraisal, InterVarsity, Downers Grove, 2009.
60

2. Che cosa sta succedendo?

di fare convincere cio le persone che la loro visione della


realt corretta? I cristiani, se ponderati, non vorranno che
gli Olberman, gli Shuster e i Sullivan siano ridotti al silenzio o
indotti a ritirarsi dal mercato delle idee; si limiteranno a notare,
con soffusa ironia, che il linguaggio pi intemperante viene
utilizzato da coloro che invocano la tolleranza. Accusare
Hume di disprezzare il buddhismo perch in disaccordo con
esso significa dare ai commenti di Hume contorni impropri
i lettori pi equanimi possono essere invece scusati per aver
pensato che stato Hume a essere attaccato in modo piuttosto
virulento. (5) Laccusa di Sullivan secondo cui Hume ha
superato la soglia che divide la dialettica religiosa da quella
laica presuppone gi (a) lintrinseca superiorit del pensiero
laico e (b) che il pensiero religioso praticabile e rispettabile
soltanto in forma strettamente privata. Ma innumerevoli
milioni di persone non possono essere daccordo con (a) e
Sullivan non presenta alcun argomento a sostegno della sua
posizione. Quanto a (b), lassunto secondo cui la religione
in generale e il cristianesimo in particolare debbono essere
interamente relegati alla sfera privata sar preso in esame pi
avanti in questo libro.
Occorre tuttavia rammentare a noi stessi in che modo
funziona una democrazia liberale. Il prezzo della cittadinanza
in una democrazia liberale che i cittadini non impongano agli
altri le proprie convinzioni; non si serviranno del potere dello
stato per costringere le persone ad aderirvi. Ogni persona
libera di praticare il proprio credo o di non credere. Ma come
Ross Douthat giustamente fa notare: Questa la teoria. Nella
pratica, lammirevole principio secondo il quale nessuno
dovrebbe essere perseguitato per le proprie convinzioni
sovente si traduce nellidea pi illiberale secondo cui nessuno
dovrebbe criticare pubblicamente unaltra religione o proporre
la propria fede come alternativa al pensiero dominante o ancora
dire qualunque cosa sulla religione al di fuori della sfera privata
della chiesa, della sinagoga o della casa39. Naturalmente queste
nozioni illiberali hanno tanto diritto a essere ascoltate quanto
ne ha il cristianesimo di Brit Hume. Ma se le nozioni illiberali
39. http://www.nytimes.com/2010/01/11/opinion/11douthat.html.
61

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

prendono il sopravvento, esse e non il cristianesimo di Hume,


saranno responsabili del soffocamento del pluralismo.
Ma serve un ulteriore esempio. Dopo la distruzione del
World Trade Center, Andrew Sullivan scrisse un articolo per il
New York Times Magazine in cui paragonava i cristiani fondamentalisti ai terroristi musulmani sulla base del fatto che entrambi hanno posizioni di fede esclusiviste40. Nondimeno questa analisi equivoca sia la natura della democrazia sia quella del
vero pericolo. Questultimo non risiede in convinzioni esclusiviste tenacemente difese: si raffrontino le opposte analisi economiche di Ronald Reagan e Barack Obama. Convinzioni che
si escludono a vicenda, siano esse religiose o altro, non sono
pericolose, purch vi sia nel contempo un impegno reciproco a
mantenere viva la dialettica, a mantener viva cio la vecchia tolleranza. Nelle parole di Duane Litfin, Il pericolo, sotto gli auspici della religione (lInquisizione, i talebani) come secondo il
pensiero laico (nazismo, stalinismo), va ricercato nel ricorso totalitario alla coercizione. In questo senso, che Sullivan paragoni
il fondamentalismo di un Jerry Falwell a quello di Osama Bin
Laden, sia ingiusto sia fuorviante41.

40. This is a religious war, New York Times Magazine, 7 Oct.


2001; disponibile online su http://faculty.plts. Edu/gpence/html/
This%2ois%2oa%2oReligious%2oWar.htm.
41. D. Litfin, Conceiving the Christian college, op. cit., n. 13, p. 265.
62

CAPITOLO 3

NOTE DI STORIA
DELLA TOLLERANZA

COMMENTI INIZIALI PER ORIENTARE LA DISCUSSIONE


Ogni cultura e ogni epoca manifestano necessariamente un
certo grado di tolleranza e di intolleranza. Nessuna cultura pu
tollerare tutto o non tollerare nulla: non possibile. Una cultura che tollera, diciamo, il genocidio (p.es. quello nazista), non
tollerer ad esempio gli Ebrei che vuole eliminare o la pratica
omosessuale. Una cultura che tollera pi o meno qualsiasi legame sessuale pu nondimeno respingere lo stupro o la pedofilia o, in molti casi, la bigamia e la poligamia. Se vogliamo capire fino in fondo i concetti di tolleranza e intolleranza, un po di
prospettiva storica ci torner utile1.
Dal momento che stiamo gettando lo sguardo indietro lungo la galleria dei secoli, la tolleranza di cui parler ora natu-

1. Questo uno dei grandi meriti dellopera di A. Walsham, Charitable


hatred: tolerance and intolerance in England, 15001700, Manchester
University Press, Manchester, 2006. Molti storici hanno contrapposto
poco saggiamente la tolleranza allintolleranza quasi si trattasse di
poli opposti: se luna vince, laltra perde ed possibile dire oggi che
la tolleranza sta vincendo. Le realt storiche, non soltanto nel periodo
preso in esame da Walsham ma in ogni periodo, sono di gran lunga pi
complesse sia perch la tolleranza e lintolleranza sono entrambe sempre
presenti in qualsiasi cultura in una forma o nellaltra sia perch possono
essere, secondo diverse scale morali, virt o vizio, come vedremo.
63

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

ralmente quella che ho chiamato la vecchia tolleranza. Questa


ben definita da Edward Langerak in questi termini:
Tolleranza sopportare qualcosa di sgradevole. Non indifferenza verso cose che non hanno importanza e non la
celebrazione delle differenze propria di una mente aperta.
Consiste nella decisione di rinunciare a usare le armi della
coercizione. Non perci semplicemente rassegnazione di
fronte allinevitabilit del disaccordo, sebbene una tolleranza riluttante sia auspicabile laddove si ritenga che la coercizione, bench possibile, richieda un prezzo da pagare troppo
elevato. Tollerare le azioni altrui decisamente compatibile
con il tentativo di far cambiare idea allaltro, purch si confidi nella persuasione razionale o forse nellappello emotivo piuttosto che in brusche minacce o in un sottile lavaggio del cervello.
La tolleranza religiosa si applica generalmente allesprimere o
agire sulla base di convincimenti teologicamente fondati, anche se vero che il fatto stesso di ritenere con forza delle convinzioni stato spesso oggetto di intolleranza o di tolleranza,
e ci anche nei confronti di chi aveva professato quei convincimenti ... Nonostante alcune somiglianze comportamentali, la tolleranza distinta da quella sorta di ecumenismo pluralista che ricerca la convergenza attorno a questioni centrali o che vede altri credi religiosi semplicemente come strade
diverse che conducono a punti darrivo similari. Possiamo
prendere la religione in modo estremamente serio, credere
che abbiamo palesemente ragione e che gli altri sono evidentemente nel torto su questioni di enorme portata e decidere
di tollerare comunque la propagazione dellerrore2.

Pu essere daiuto indicare brevemente la direzione che le


note storiche prenderanno in questo capitolo. Queste note non
sono soltanto osservazioni casuali su ci che avvenuto in passato; illustrano piuttosto il fatto che attraverso i secoli lapproc2. E. Langerak, Theism and toleration, in P.L. Quinn e C. Taliaferro, a
cura di, A companion to philosophy of religion, Blackwell, Oxford, 1997,
p. 514.
64

3. Note di storia della tolleranza

cio al tema pi avvertito, per quanto diversificato, ha mostrato con regolarit una significativa connessione fra ci che sintende per tolleranza e ci che sintende per legge naturale o
legge morale pubblica (o comunque essa venga chiamata nei
vari contesti). Le prospettive storiche che non sondano questa
connessione, per quanto interessanti siano le loro distinte osservazioni, hanno tutte pi o meno argutamente elevato la tolleranza al rango di virt massima, in modo che i suoi rapporti
con altre virt ne risultano largamente oscurati3. Il risultato la
distorsione della tolleranza stessa.
J. Daryl Charles sostiene giustamente che nel mondo pre
cristiano grecoromano la direttrice che da Eraclito (535475
a.C. ca.) giunge fino agli stoici, passando per Aristotele (384
322 a.C.), mostra una forma di ci che successivamente sarebbe stata chiamata teoria della legge naturale una visione
dellordine morale basata sulla natura umana e sullespressione di tale natura attraverso la ragione4. Allinterno della tradizione cristiana, lenorme influenza di Tommaso dAquino sia
allinterno della tradizione cattolicoromana, con larticolazione della legge naturale, sia talvolta sotto forma di adattamento, specialmente in seno alla tradizione riformata, in termini di
3. P.es., G.N. Stanton e G.G. Strousma, Tolerance and intolerance in early
Judaism and Christianity, Cambridge University Press, Cambridge,
1998, formato da saggi che esplorano con utilit i modelli di tolleranza e intolleranza allinterno di vari gruppi ebraici e cristiani ma scarso
lesame di come questa tolleranza si collochi allinterno di una pi ampia visione morale. Leccezione data dal fatto che alcuni dei contributori mettono in discussione lidea che la tolleranza sia sempre una buona cosa, mentre altri pensano che la tolleranza sia piuttosto tristemente
limitata laddove vi una nozione di religione rivelata. Allo stesso modo
unopera contemporanea come quella di H. Knox Thames, Iternational
religious freedom advocacy: a guide to organizations, law, and NGOs, Baylor University Press, Waco, 2009, una risorsa formidabile per fornire a
viaggiatori, attivisti, agenzie varie e altri ancora gli strumenti per familiarizzare con quanto viene e non viene fatto per salvaguardare la libert religiosa e con le risorse disponibili allinterno delle Nazioni Unite, dellUnione Europea, dellOrganizzazione degli Stati Americani, dellUnione
Africana e cos via. Naturalmente non questo il genere di libro che pu
fermarsi a riflettere approfonditamente sulla natura della tolleranza.
4. D. Charles, Truth, tolerance, and Christian conviction: reflections on
a perennial question a review essay, Christian Scholars Review 36,
2007, in part. pp. 201211.
65

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

elaborazione del concetto di imago Dei e dei confini della grazia comune s manifestata in tutta una serie di strutture etiche che ricercavano il bene comune in ogni cultura. Allinterno di queste ampie reti di ragionamento morale la tolleranza
vista come una virt per la sua attenzione verso il bene comune. Laddove per la tolleranza svincolata da questa pi ampia prospettiva morale, vincolandosi nel contempo a nozioni di
libert individuale per la quale la persona devessere libera di
fare ci che vuole a prescindere da qualsivoglia considerazione del bene comune, ecco che essa si trasforma in qualcosa di
ferocemente diverso. Una cosa che manca in Charles una riflessione pi approfondita sulla distinzione fra Cristo e Cesare
e sul ruolo che linsegnamento di Ges ha avuto nello sviluppo
della tolleranza in Occidente (avremo a breve occasione di riflettere su questo tema). Nondimeno la stretta connessione che
Charles mantiene fra tolleranza e visione morale non importante soltanto dal punto di vista storico ma deve altres giocare un ruolo primario nella nostra valutazione di ci che sta accadendo oggi.
A.J. Conyers avanza argomenti analoghi5. Anche Conyers
ripercorre la storia alla ricerca delle tracce della tolleranza e
della sua applicazione, incentrandosi in modo particolare su
figure come quella di Locke (sul quale dir di pi oltre), per
dimostrare che storicamente la tolleranza era legata a societ che
avevano una visione morale condivisa e una coscienza, laddove
oggi molto pi intimamente legata alla libert individuale.
Invece di proteggere le minoranze come parte di una politica
pubblica, avendo come fine il bene comune, il forzato consenso
intorno alla libert individuale incoraggia ironicamente la
centralizzazione del potere e favorisce lindifferenza nei
confronti di valori diversi dal valore stesso della tolleranza.
Lanalisi della storia della tolleranza fatta da Amy Chua
piuttosto differente. Nel suo libro Day of empire: how
hyperpowers rise to global dominance and why they fall6
lautrice sostiene che gli imperi mondiali la dinastia Tang
5. A.J. Conyers, The long truce: how toleration made the world safe for power and profit, Baylor University Press, Waco, 2009.
6. New York, Anchor Books, 2007.
66

3. Note di storia della tolleranza

in Cina, la Persia achemenide, la Roma imperiale, lImpero


britannico, gli Stati Uniti dimostrano, nei loro periodi di
espansione, una notevole tolleranza verso il pluralismo e la
diversit, che ha leffetto di influenzare i contributi di tutte
le diverse voci a favore dellimpero stesso. Ci quello che la
studiosa chiama tolleranza strategica. Il declino di un impero
segnato da desiderio crescente di controllare ogni cosa e da
una conseguente diminuzione della tolleranza. Il punto di
rottura raggiunto quando un numero sufficiente di persone
si ribella contro lintolleranza implicita in queste restrizioni,
generando tensione, discordia, odio e violenza in breve, i
semi del declino e della distruzione dellimpero.
Questo quel genere di tesi che gode di sufficiente plausibilit per fare breccia nella pubblica piazza. Ci sono tuttavia sufficienti vuoti storici nellopera da indurre una riflessione.
Nella sua analisi del primo periodo di ciascun impero, Chua
ha la tendenza a mettere in grande risalto ogni esempio di tolleranza non prendendo nel contempo in considerazione i casi
di intolleranza per poi invertire la procedura per il periodo
conclusivo. Indubbiamente i Romani erano progressisti per
i loro tempi. Al tempo di Ges era politica imperiale consentire alle diverse religioni dellImpero di operare in modo relativamente libero. In effetti era unoffesa, unoffesa capitale, dissacrare un tempio, di qualsiasi genere naturalmente lo scopo
ultimo altro non era che evitare grandi conflitti religiosi. Suppongo che questa possa essere considerata una forma di tolleranza di religioni diverse. Certo, i Romani favorivano altres la
condivisione di di: i popoli conquistati dovevano riconoscere alcune divinit romane nel loro panteon cos come i Romani felicemente accoglievano nel loro alcune divinit straniere.
Questa condivisione di divinit pu sembrare espressione di
tolleranza ed ecumenismo ma ovviamente il suo obiettivo ultimo era quello di stornare qualsivoglia forma di dissenso: laddove gli abitanti di una regione sottomessa fossero stati tentati di scuotersi di dosso il giogo romano, se non altro non avrebbero potuto contare sui propri di. Questi infatti non sarebbero pi stati soltanto dalla loro parte. Inoltre, una volta che il
Senato aveva preso labitudine di deificare gli imperatori deceduti ed esigere che i cittadini offrissero un pizzico dincenso a
67

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

questi ultimi nonch, sempre pi, al deificato Cesare in vita, i


politeisti, che costituivano la parte preponderante dellImpero,
non ebbero difficolt a ottemperare tale volont. Nondimeno,
si trattava di tolleranza strategica o manipolazione machiavellica? I Giudei costituivano naturalmente uneccezione alla politica imperiale romana, dal momento che essi non avevano divinit condivise n figure umane deificate. Peggio ancora, i Giudei insistevano in maniera testarda che il loro Dio era Signore di tutto e che non avrebbero offerto incenso a nessun Cesare, n morto n vivo. I Romani digrignavano i denti e li consideravano sfacciatamente intransigenti, seppur non costituissero una minaccia da reprimere, fino naturalmente agli anni 66
70 d.C. e ancora nel secondo secolo (132135 d.C.). Nella misura in cui le autorit romane percepivano i gruppi cristiani
come una costola del giudaismo, i cristiani poterono farsi paravento delleccezionalismo giudaico. Quando la differenza fra i
Giudei e i cristiani si pales, i cristiani dovettero subire ripetute ondate persecutorie da parte dei Romani, fino allincirca al
300 d.C., quando Costantino profess la propria conversione
a Cristo. In effetti si sente spesso affermare che un imperatore
come Traiano, che voleva riportare limpero sotto la disciplina
pagana e che era pertanto pi brutale con i cristiani, e dunque
meno tollerante, era nondimeno migliore per limpero nella
congiuntura in cui questo versava al tempo, proprio perch imponeva una disciplina maggiore vale a dire, era pi intollerante. La vita e la storia romana presentano sfumature molto pi
varie di quanto Chua non creda.
Quanto poi alla sua analisi degli Stati Uniti, Chua li loda
per la loro tolleranza verso Ebrei e altri Europei, molti dei
quali scienziati, che avevano potuto fare il loro ingresso nel
paese durante lascesa di Hitler al potere, contribuendo a
porre lAmerica nelle condizioni di sconfiggere le potenze
dellAsse. Lautrice tuttavia non dice nulla sullinternamento
americano di Giapponesi durante la Seconda Guerra
mondiale, allincirca nello stesso periodo non proprio un
atto di tolleranza strategica. Certo, allepoca linternamento
fu considerato un atto di intolleranza strategica. Lautrice
loda gli Stati Uniti per aver consentito a molte persone di
entrare nel paese, identificando questo atteggiamento come
68

3. Note di storia della tolleranza

tolleranza strategica ma tende a sorvolare sul trattamento


riservato ai nativi americani. Scrivendo verso la fine dellera
Bush, la sua curiosit si concentra principalmente su quanto
prossima lAmerica sia alla perdita di tolleranza strategica
e alladozione di unintolleranza che ne accompagner il
declino. Chua dimostra tuttavia di non aver messo a fuoco
la polarizzazione in atto fra la vecchia e la nuova tolleranza
e di non aver compreso come ironicamente stia prendendo
sempre pi piede una tolleranza evoluta che viene imposta
(con intolleranza) per legge a tutti coloro che non intendono
sposarla! Analogamente ma diversamente dai lavori di Charles
e Conyers, il libro di Chua trascura di inserire la tolleranza
allinterno di una pi ampia cornice morale condivisa.

IL PENSIERO CRISTIANO ANTICO


Ci che risulta palese da tutte queste analisi come ogni
societ mescoli tolleranza e intolleranza in modi complessi, una
mescolanza che affonda le proprie radici in una precisa visione
morale, da cui poi scaturiscono, a loro volta, tutte le decisioni
pragmatiche (e a volte corrotte). Ci vero nel mondo pagano,
nel mondo cristiano e difatti in qualsiasi altro mondo. Nel
corso dei primi tre secoli della chiesa, grossomodo, la critica
prevalente rivolta ai cristiani da diverse fonti pagane dellImpero
romano era che la loro religione era troppo esclusivista. Celso,
Porfirio, Simmaco e molti altri pensatori pagani erano contenti
di difendere un ramo del paganesimo piuttosto che un altro ma
nessuno di questi rami sosteneva di costituire lunica via a Dio.
Va da s che tutti loro risentivano dellaffermazione cristiana
secondo cui Cristo la sola via per avere vita eterna.
Tutti i critici antichi del cristianesimo erano uniti
nellaffermare che non esiste ununica via al divino ... Non
era il caleidoscopio delle pratiche e dei sentimenti religiosi
a fornire loccasione per discutere di pluralismo religioso
nellantica Roma; ma il successo del cristianesimo come

69

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

pure i suoi asserti su Cristo e Israele ... Facendo appello


a una particolare storia quale fonte della conoscenza di
Dio, i pensatori cristiani travalicavano le convenzioni che
regolavano la civile dialettica teologica nellantichit7.

Questantipatia verso i cristiani, in nome di una visione pi


tollerante delle diverse religioni (pagane), finiva inevitabilmente col costituire parte del terreno di coltura dei cicli di persecuzione ufficiale dei cristiani da parte di Roma la forma pi violenta di intolleranza prassi moralmente accettabile allinterno
del contesto culturale fino a che il numero di cristiani coinvolti e la qualit delle loro vite e delle loro sofferenze non iniziarono a modificare la percezione collettiva. Fino a quel momento lintolleranza nei confronti dei cristiani era ampiamente percepita come virt.
Non sorprende che nel corso dei primi secoli di vita della chiesa i cristiani difendessero strenuamente il principio di
tolleranza. Verso la fine del II secolo Tertulliano di Cartagine scrisse: una legge umana e un diritto naturale professare
la religione che si vuole; la pratica religiosa di una persona
non nuoce n aiuta laltra. Obbligare a una pratica religiosa
piuttosto che a unaltra non centra con la religione, dal
momento che dovremmo avvicinarci alla religione per libera
scelta non attraverso la forza (A Scapula 2.12). E ancora:
Vedete di non dar ragione di caduta in pratiche empie togliendo la libert religiosa e proibendo di scegliere liberamente in merito a questioni divine, in maniera tale chio non possa
professare la mia religione come desidero ma venga costretto a
professare ci che non voglio (Apologia 24.610). Allincirca
un secolo pi tardi Lattanzio scrisse: La religione devessere
difesa non mettendo a morte ma morendo, non attraverso crudelt ma con pazienza, non per mezzo di azioni empie ma con
la fede ... Giacch nulla come la religione questione di libera
scelta [Nihil est enim tam voluntarium quam religion], poich
se la mente delladoratore si svia, viene trascinata via e nulla rimane (Divinae Institutiones 5.19). E poi ancora: Non pu es7. R.L. Wilken, Remembering the Christian Past, Grand Rapids, Eerdmans, 1995, pp. 4243.
70

3. Note di storia della tolleranza

serci coercizione nella religione [religio cogi non potest]; ma la


religione si coniuga con la volont (voluntas).
Con leditto di Costantino i cristiani improvvisamente si
trovarono alleati del potere imperiale. Invece di essere la comunit religiosa emarginata dellImpero, ecco che ora godevano dei vantaggi legati allessere associati direttamente con limperatore. Ci suscit nuove riflessioni sui rapporti fra la chiesa e lo stato, nonch sulla tensione dinamica fra la tolleranza e
lintolleranza. Una volta che il cristianesimo divenne religione
ufficiale, i credenti non erano pi soggetti al pericolo di incorrere in persecuzioni di stato; inevitabilmente si trovarono per
a fronteggiare due nuove minacce: (a) la pressione esercitata
dallo stato volta al controllo della chiesa e (b) la tentazione di
perseguire il potere come era stato impossibile fare prima della professione di fede di Costantino o di servirsi del potere dello stato affinch il cristianesimo si affermasse.
Per quel che ne sappiamo il primo scrittore cristiano a domandare, facendo appello alla Scrittura, la soppressione dei
culti pagani fu Firmico Materno nel suo De errore profanarum
religionum (346 d.C. ca.). Di gran lunga pi influente fu Agostino. La battaglia contro i donatisti, che occup molta parte delle sue energie nel tardo IV secolo e agli inizi del V, documenta
un mutamento prospettico. Nel 395 d.C. Agostino divenne vescovo di Ippona e decise di porre fine nel minor tempo possibile al brutto scisma fra cattolici e donatisti. Inizialmente Agostino prese soltanto misure pacifiche8 ma nei primi anni del V secolo il suo atteggiamento mut. In parte la sua era una reazione alla violenza contro i cattolici; in parte si rese conto che le
misure coercitive erano sovente efficaci. Agostino rimase sempre contrario alla tortura e alla coercizione fisica. Nondimeno
le posizioni che adott nei confronti dei donatisti e i passi che
intraprese ridefinirono la comprensione cristiana dei rapporti con il prossimo. Egli rese operativo il comando costringili a
entrare (Lc 14:23), tratto dalla parabola del gran convito, ravvisandovi unesortazione a imporre la sottomissione a non credenti ed eretici (una straordinaria dimostrazione di come un testo pu essere estrapolato dal proprio contesto); cosa pi im8. Si veda p.es. il suo In evangelium iohannis tractatus, 26.2.
71

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

portante, Agostino sappell allintervento delle autorit civili.


Quale morte peggiore per lanima della libert di errare?,
domand (Contra partem Donati). In questo modo stabil un
precedente che diede forza alle pratiche repressive della chiesa medievale9. Ci non significa che tutti seguirono le orme di
Agostino. Ad esempio, nel 591 d.C. Gregorio Magno scrisse a
Virgilio, vescovo di Arles, e a Teodoro, vescovo di Marsiglia,
lodandoli per il loro zelo nellevangelizzazione dei Giudei ma
criticandoli per luso della forza da lui contrapposta alla dolcezza della predicazione. Nonostante simili voci divergenti,
la posizione di Agostino fin per tracciare il sentiero che molte guide della chiesa avrebbero percorso nei secoli successivi.

LINTOLLERANTE STRADA VERSO LA TOLLERANZA


NELLET MODERNA
Con laumentare del potere papale nel corso dei secoli e con gli
alti e bassi dellautorit civile, divenne difficile capire se la minaccia pi grande derivasse dal tentativo di Roma di controllare re e altri governanti o da quello di questi governanti di controllare Roma10. piuttosto chiaro che gi nel secolo XI lEuropa era diventata una societ persecutoria11. Ci non avvenne in una notte: per sei secoli dopo Agostino non esiste documentazione di esecuzioni su base religiosa. Tuttavia le parole
del grande teologo autorizzarono in parte gli sviluppi che seguirono al secolo XI. Il convincimento di alcuni sesprimeva
in forme relativamente miti. Ad esempio Tommaso dAquino
9. H. Kamen, The rise of toleration, McGraw-Hill, New York, 1967, p. 14,
in it. Nascita della tolleranza, Il Saggiatore, Milano, 1967.
10. Uno dei libri recenti pi interessanti sullargomento, quello di Tom Holland (The forge of Christendom: the end of days and the epic rise of the west,
Doubleday, New York, 2009), sostiene, contrariamente allorientamento
generale, che fu linflusso di Gregorio VII (10151073 d.C. ca.), con le sue
studiate resistenze al potere regale, a contribuire con massima forza, a lungo andare, ai successivi sforzi volti alla separazione di chiesa e stato.
11. R.I. Moore, The formation of a persecuting society: power and deviance in
Western Europe, 9501250, Oxford University Press, Oxford, 1990, p. 5.
72

3. Note di storia della tolleranza

(12251274), in risposta allinterrogativo se i non credenti dovessero essere costretti alla fede, scriveva:
Fra i non credenti ve ne sono alcuni che non hanno mai ricevuta la fede, come i pagani e gli Ebrei; questi non devono
certo essere costretti alla fede, avendo come fine il portarli a
credere, dal momento che il credere dipende dalla volont:
nondimeno dovrebbero essere costretti dai fedeli, laddove
possibile, a non impedire la fede con la loro blasfemia, i loro
malvagi convincimenti o addirittura le loro persecuzioni12.

Naturalmente questa non proprio unespressione di libert religiosa come essa concepita oggi in Occidente.
Il Medioevo ha espresso molti esempi di intolleranza ben
pi violenta. LInquisizione papale ha istituito un gran numero
di tribunali in tutta Europa. Ad esempio, nel tardo XII secolo,
Lucio III cerc di estirpare leresia albigese dalla Francia meridionale, uno sforzo il suo che si protrasse per decenni. Uno di
questi tribunali fu istituito nel 1232 nel Regno dAragona; non
vi fu mai listituzione di un tribunale da parte dellInquisizione
papale nella vicina Castiglia. Nel 1478, convinto che lInquisizione papale fosse troppo debole, re Ferdinando II di Aragona
e la regina Isabella I di Castiglia istituirono lInquisizione spagnola o, per usare il titolo esatto, il Tribunale del SantUffizio.
Il suo scopo era quello di preservare lortodossia romanocattolica sostituendo i tribunali sotto controllo papale. LInquisizione spagnola rimase sotto il diretto controllo della monarchia
spagnola finch non fu formalmente abolita nel 1833.
In teoria lInquisizione esaminava soltanto casi di cristiani. Gli Ebrei, i musulmani e altre minoranze non rientravano
nel suo mandato. Tali minoranze erano sovente soggette ad altre leggi fortemente discriminatorie ma di tanto in tanto ottenevano posizioni di rilievo nella nazione. LInquisizione era interessata in primo luogo allesame dei casi dei conversos per
lo pi Ebrei e successivamente consistenti numeri di musulmani, professanti la conversione al cattolicesimo ma le cui conversioni erano sospette. Gli Ebrei si stavano evidentemente con12. Summa teologica III, 1.91, a.4.
73

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

vertendo in numeri significativi a causa di nuove ondate antisemite; i Mori musulmani si convertivano a loro volta in concomitanza con lespulsione dalla penisola iberica delle loro forze
armate, lasciandosi dietro numeri significativi di assoggettati al
trono di Spagna. Le prime sei vittime dellInquisizione furono
messe al rogo nel 1481. LInquisizione fu molto attiva allincirca dal 1480 al 1530. Le stime variano ma probabilmente non
meno di duemila persone andarono incontro alla morte in maniera analoga. Coloro che venivano trovati colpevoli dallInquisizione erano consegnati alle autorit secolari, le quali rendevano esecutiva la condanna. Inoltre, sebbene lInquisizione si
concentrasse principalmente sui conversos e non potesse vantare alcuna autorit diretta nei confronti degli Ebrei non convertiti e dei Musulmani di Spagna, si giunse al punto di considerare la presenza di Ebrei non convertiti una delle ragioni per cui
gli Ebrei convertiti conducevano una vita doppia, continuando a osservare i riti e le usanze giudaiche seguirono tentativi
di espulsione di tutti gli Ebrei da alcune grandi citt spagnole.
Naturalmente niente di tutto ci avvenne in nome dellintolleranza. Indubbiamente alcune delle motivazioni erano false e corrotte: la brama di potere da cui era pervaso il trono, il
populismo che si compiace nel far ricadere la colpa sulle minoranze e nellalimentare lodio, addirittura confiscando i beni
delle vittime pi abbienti. Parte della motivazione era preservare ci che le autorit consideravano vera religione. Va osservato tuttavia che lo sforzo volto a preservare ci che era considerato vera religione non si fondava tanto sulla dialettica e il libero scambio di idee quanto sulla coercizione coercizione del
tipo particolarmente pernicioso per il quale la chiesa e lo stato sono cos interdipendenti che la chiesa si serve dello stato
per imporre le pi severe sanzioni. In altre parole, non era tanto la dedizione verso una particolare comprensione della verit a portare a tali dolorosi risultati quanto la difesa della verit attraverso luso della coercizione fisica perpetrata di concerto con lo stato.
Uno dei risultati della Riforma fu quello di dividere
lEuropa in Stati protestanti e Stati cattolici. lecito dire che
i cattolici non tolleravano i protestanti cos come i protestanti
non tolleravano i cattolici: da ambedue le parti esisteva un
74

3. Note di storia della tolleranza

collegamento fra la linea teologica e lautorit laica. Infatti


entrambe le parti discendevano da una visione comune la quale
presupponeva che un qualche grado di intolleranza informata
da coercizione fosse necessaria per difendere la verit. Il
culmine dellintolleranza fu raggiunto con i massacri della
Guerra dei TrentAnni e i suoi indicibili orrori. Quanto questo
spargimento di sangue fu frutto principalmente di un conflitto
generato da teologi che disputavano sulla verit, piuttosto che
di montante nazionalismo, potenti principati in lotta fra loro e
brama dindipendenza politica sono temi ampiamente oggetto
di discussione. Il ruolo della religione nella guerra sempre
stato oggetto di dibattito fra gli storici. Fino al 1648 il controllo
territoriale era realmente alla base dei conflitti e la religione
fungeva da geografia morale13. Nondimeno, nella misura in cui
mantenevano unispirazione religiosa, le guerre costringevano
molte persone a concludere che doveva esservi una via migliore14.
E, come vedremo, la crescente tolleranza che avrebbe finito con
il riguardare gruppi appartenenti a minoranze religiose non
sarebbe stata frutto di scetticismo o apatia nei confronti della
religione ma scaturiva, come sempre accade, dal rifiuto delle
minoranze di essere ridotte al silenzio e schiacciate.15

NOTE SUI SECOLI XVII E XVIII


Le violente tempeste dintolleranza, di cui una parte sostanziale di natura religiosa, generarono inevitabilmente una rinnovata riflessione sulla giustificazione e sul giusto posto della tolleranza. I bersagli dellintolleranza erano molteplici: i lollardi, gli Albigesi, gli anabattisti, i calvinisti, gli Ebrei, i lutera13. G. Ward, True religion, Blackwell, Oxford, 2003, p. 60.
14. Questo uno dei temi del libro di D. MacCulloch, The Reformation: a
history, Penguin, New York, 2005.
15. Questo uno degli importanti temi che ripetutamente fanno capolino in
R. Bonney e D.J.B. Trim, a cura di, Persecution and pluralism: Calvinists
and religious minorities in early modern Europe, 1550-1700, Peter Lang,
Frankfurt am Main, 2006.
75

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

ni, i musulmani, separatisti protestanti di vario genere e molti


altri. A prescindere dalle guerre fra stati diversi, che trovavano
sempre ragioni nella mutua diffidenza e intolleranza, questultima si manifestava altres allinterno dei singoli stati obbligando i dissidenti ad andare in chiesa, bandendo i loro ministri,
imprigionando, multando, ingiungendo giuramenti di fedelt,
imponendo restrizioni ai movimenti, una forma sociale di messa al bando che rendeva difficile trovare lavoro, che produceva
svariate forme di umiliazione pubblica e che nei casi peggiori
si traduceva in torture ed esecuzioni. Uno dei meriti dello studio di Alexandra Walsham quello di dimostrare che almeno
fino al 1700 nessun gruppo religioso nel Regno Unito abbandon lideale delluniformit religiosa16. In altre parole, appelli
crescenti alla tolleranza e atti legislativi sempre pi decisi volti
a favorirla erano dai pi considerati misure temporanee atte a
limitare la violenza finch potesse essere ristabilita luniformit religiosa. Tuttavia tale modello non fu riprodotto ovunque.
Nelle Province Unite (in seguito Paesi Bassi o Olanda) vi era
molta pi libert per i mennoniti e altri anabattisti, come anche
per svariati gruppi unitariani e pensatori eterodossi, per non
parlare degli Ebrei fuoriusciti dalla Spagna.
Gli appelli a una maggiore tolleranza sorsero sia da settori religiosi sia da settori che a lungo andare furono percepiti
come laici. Nel primo caso alcuni scritti di John Owen si fanno apprezzare17, cos come il trattato Bloudy tenent, of persecution, for cause of conscience (1644) di Roger Williams, dove
lautore sostiene che a nessuno dovrebbe essere vietato di professare la propria fede secondo coscienza. Cosa insolita per un
protestante del XVII secolo, Williams concedeva tolleranza anche a Ebrei, musulmani, cattolici e altri gruppi religiosi. Pi influente nel secolo XVII fu il trattato di John Milton Areopagitica (pubblicato nel novembre del 1644 al tempo della Guerra
16. A. Walsham, Charitable hatred, op. cit.. Questo lavoro sinserisce nel filone della ricostruzione meno ragionata e sfumata di studiosi come P.
Zagorin, How the idea of religious toleration came to the west, Princeton
University Press, Princeton, 2003.
17. Si veda specialmente il suo Idulgence and toleration considered (1667),
ristampato in Works, Macmillan, Londra, 18501853, 13.517540, e altri contributi nello stesso volume.
76

3. Note di storia della tolleranza

Civile inglese), una difesa appassionata del principio di libert di parola ed espressione. Milton fa appello almeno a tre criteri di controllo: (1) il criterio del bene pubblico, la visione che
qualsiasi societ sar una societ migliore, con maggiore benessere, se lautonomia umana preservata e le persone possono
fare, dire e pubblicare ci che vogliono; (2) il criterio della promozione di talune virt p.es. la tolleranza favorisce un ascolto attento degli altri, la virt dellautocritica e cose simili; (3) il
criterio epistemologico vale a dire, la tolleranza ben sadatta
al raggiungimento di convinzioni consolidate, allaccertamento della verit.
Ci non significa certamente che tutti i cristiani furono persuasi dagli argomenti di Milton. Cinque anni dopo la pubblicazione dellAreopagitica di Milton, Samuel Rutherford (1600
1661), teologo scozzese calvinista e gi rettore delluniversit di
St. Andrews, pubblic A free disputation against pretended liberty of conscience essenzialmente una risposta a Milton. Per
tutta la sua vita Rutherford profess e aliment un orrore profondo verso il pluralismo, rafforzato in lui, forse, dai suoi anni
londinesi trascorsi dal 1643 al 1647 in qualit di commissario
per la Scozia dellAssemblea di Westminster. Rutherford afferm che era necessario fare ricorso al magistrato quello che
chiameremmo il braccio della legge ai fini di costringere le
persone a conformarsi alla vera dottrina cristiana, la dottrina
cio definita dal miglior giudizio dei ministri ortodossi della religione (tale dottrina era naturalmente in linea con il suo pensiero). Egli sosteneva vigorosamente che un tale esercizio di autorit avrebbe dovuto produrre conformit comportamentale,
insistendo sul fatto che soltanto Dio conosceva il cuore e le motivazioni delle persone. Nel contempo vi era in Rutherford sufficiente capacit autocritica per capire che una simile posizione
avrebbe favorito con ogni probabilit lipocrisia, vale a dire un
atteggiamento religioso lontano dalla vera fede. Nondimeno,
egli stesso fu uno dei pi pii e strenui difensori della vera religione del cuore. La dissonanza fra il suo sottolineare limportanza della religione del cuore e la sua insistenza sulla necessit
che lo stato implementasse la conformit religiosa trovava una
sintesi, nel suo pensiero, nellimportanza del bene pubblico: la
coercizione del magistrato poteva non avere alcun effetto posi77

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

tivo sulla persona costretta a conformarsi ma avrebbe ridotto il


numero di cattivi esempi e cattivi maestri allinterno della comunit civile e quindi protetto la stessa.
Paul Helm sottolinea utilmente che Rutherford non aveva completamente torto18. Rutherford aveva capito che la tolleranza di cui si dibatteva non riguardava questioni di quieto vivere (come sopportare, ovvero tollerare, un vicino molesto) ma possedeva una dimensione epistemologica le questioni dibattute erano enunciati di verit; erano argomenti che potevano essere discussi in termini di ragione e verit. Rutherford
considerava in questo senso lintolleranza cosa buona, dal momento che le convinzioni dei suoi oppositori erano errate e pericolose. Helm sostiene che se da un lato Rutherford sbagliava a difendere lintolleranza, dallaltro la sua percezione della
natura del problema era corretta: la religione non ruota attorno a modi di sentire soggettivi ma a questioni di verit ed errore. Tali questioni non sono n triviali n prive di conseguenze sociali. Il problema che Rutherford arriva a difendere lintolleranza prendendo le mosse dallinfallibilit della Scrittura e
implicitamente dallinfallibilit (autopercepita) della sua comprensione della Scrittura. Non si pu tuttavia legittimamente
difendere lintolleranza facendo appello allinfallibilit, quando proprio quellaffermazione di infallibilit a essere messa
in discussione. Laddove si mantenga tale postura, si dovr consentire anche alla parte avversa di fare lo stesso nel momento in
cui questa si trovi in una posizione di potere, sempre che anche
laltra parte percepisca linfallibilit della propria posizione in
base a una diversa fonte dautorit.
Ci che mostra la dialettica fra Williams, Owen e Milton,
da un lato, e Rutherford, dallaltro, che la tolleranza e lintolleranza erano oggetto di dibattito allinterno di una cornice di pi ampie questioni relative al bene comune, alla natura
della verit e dellautorit, al rapporto fra stato e chiesa. Questa una delle ragioni per cui i progressi politici furono in mol18. P. Helm, Rutherford and the limits of toleration, Angus Morrison, a
cura di, Tolerance and truth: the spirit of the age and the spirit of God?
Edinburgh Dogmatics Conference Papers, Rutherford House, Edinburgh, 2007, pp. 5774.
78

3. Note di storia della tolleranza

ti paesi frammentari, legati comerano ai tentativi degli stessi


di trovare un giusto equilibrio. Per gli standard odierni, lAtto di Tolleranza del 1689 in Inghilterra lasciava molto a desiderare ma per lepoca segn un passaggio fondamentale. Garant ai nonconformisti il diritto di culto a condizione che giurassero fedelt alla Corona e rigettassero la transustanziazione
(i cattolici come anche gli antitrinitari erano esclusi dalla portata dellAtto). Potevano radunarsi nei luoghi deputati al culto ma non potevano accedere alle cariche pubbliche e alle universit. Quarantanni dopo lAtto di Tolleranza stipulato dalla
colonia del Maryland garantiva libert religiosa a tutti i trinitari ma prevedeva la pena capitale per tutti coloro che negavano
la deit di Ges. Un decennio prima quello che divenne lo stato del Rhode Island aveva legiferato ampiamente in favore della tolleranza verso i non trinitari, stabilendo il primo modello
politico di ci che ora chiamata la divisione fra stato e chiesa.
Lintero processo pu sembrare estremamente lento e non lineare dal nostro punto di vista ma quando lo si legge sullo sfondo degli eventi della Rivoluzione francese, un secolo dopo lAtto di Tolleranza inglese e dellazzeramento di qualsivoglia restrizione religiosa nel trionfo ultimo di Madame ghigliottina,
ecco che qualcuno potrebbe riconsiderare i meriti di un cambiamento per gradi19.
Nel lungo termine un altro gruppo di pensatori, orientati verso ci che avrebbe assunto la forma di un pensiero laico,
esercitarono un influsso pi ampio sui successivi sviluppi culturali di quanto non fecero i pensatori cristiani appena presi in
considerazione. John Locke (16321704) pubblic la sua Lettera sulla tolleranza nel 1689. Trentanni prima, nel Saggio sulla tolleranza, Locke aveva sostenuto che la tolleranza religiosa
non era praticabile ma pericolosa, perch favoriva lagitazione civile. Tuttavia al tempo della Lettera lInghilterra era ancora sconvolta dallimpatto della Gloriosa Rivoluzione e della Restaurazione, per non parlare del conflitto fra Chiesa dInghilterra e dissidenti, nonch dal timore che un erede cattolico po19. Per un raffronto fra le rivoluzioni americana e francese e le rispettive posizioni sulla religione, cfr. D.A. Carson, Christ and culture revisited, op.
cit., in part. pp. 186190.
79

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

tesse salire al trono. Ora per Locke era pronto a sostenere che
sia la natura umana sia la storia mostrano che la tolleranza era
in effetti necessaria per lordine civile:
Non la diversit di opinione (che non pu essere evitata)
ma il rifiuto della tolleranza verso coloro che hanno opinioni
diverse (che possono essere del tutto accettabili), ad aver
prodotto tutti i conflitti e le guerre che hanno imperversato
nel mondo cristiano in nome della religione. I capi e le guide di
chiesa, mossi dallavarizia e da uninsaziabile brama di potere,
servendosi della smodata ambizione dei magistrati e della
credula superstizione delle volubili masse, le hanno incensate
e animate contro coloro che la pensavano diversamente da
loro: lhanno fatto predicando in modo contrario alle leggi
del vangelo e ai precetti della carit, spossessando scismatici
ed eretici dei loro beni e annientandoli20.

Naturalmente Locke, insieme ad altri pensatori del suo


tempo, stava sviluppando il dualismo metafisico di Ren Descartes. La sfera del soggetto (la mente o lanima) privata,
invisibile e inaccessibile; la sfera delloggetto l fuori ed
osservabile coerentemente con principi razionali oggettivi.
Nelladattamento di Locke va riconosciuto che ciascun individuo ununione di queste sfere, che ci costringe ad accettare il
dualismo fra la sfera esterna e politica e quella interna e religiosa della fede, dentro la quale nessuna forma di coercizione legittimata. Questo dualismo, questa fondamentale contrapposizione tra la sfera oggettiva e pubblica e quella soggettiva e privata, divenuto il fondamento di molte nozioni contemporanee di tolleranza e libert religiosa.
Avremo modo e ragione, pi avanti nel libro, di interrogare il dualismo pubblico/privato. Per ora non possiamo fare a
meno di ricordare che, come noto, Locke aveva difeso lintolleranza verso i cattolici e gli atei per ragioni di ordine pubblico: i
cattolici non erano degni di fiducia dal momento che dovevano
20. John Locke, Letter concerning toleration (1689) ed. J.H. Tully, Hackett, 1983, Indianapolis, p. 55, in it. Lettera sulla tolleranza, 4 ed. Laterza,
Roma, 1999.
80

3. Note di storia della tolleranza

la propria fedelt a un principe straniero (il papa), mentre gli


atei non lo erano dal momento che coloro che non credono alla
ricompensa e alle punizioni divine non sono sufficientemente
motivati alla fedelt. In linea di principio, a ogni modo, Locke
sosteneva la divisione fra stato e chiesa, nonostante la sua applicazione non fosse uniforme e la metafisica prodotta a sostegno fosse sospetta.
Prima di riflettere sul contributo che questa breve storia
della tolleranza ha sulla nostra valutazione attuale della stessa, occorre introdurre alcune osservazioni su sviluppi teorici
pi recenti.

SVILUPPI PI RECENTI
John Stuart Mill (18061873), filosofo e funzionario britannico, accolse parte del medesimo dualismo da cui prendeva le
mosse il pensiero di Locke ma fu un sostenitore dellutilitarismo. Nel suo famoso Saggio sulla libert (1859), Mill asserisce che lintolleranza cos naturale per gli esseri umani che la
libert religiosa deve pi alla crescente indifferenza religiosa
che a un principio fondante21. Se, nondimeno, un principio va
stabilito, un singolo principio molto semplice sar sufficiente: vale a dire, il solo motivo per cui possa essere consentito
agli uomini, e individualmente e collettivamente, di interferire
con la libert di azione di qualunque componente del loro novero lautopreservazione22. Lidea sottesa a queste parole
che adottare una simile posizione e rinunciare alluso della forza quando si ha il potere di imporre il proprio pensiero la migliore salvaguardia contro la coercizione, nel momento in cui
quel potere viene meno. Naturalmente tale modo di ragionare fortemente utilitarista e non poco ingenuo. Dopotutto anche gli agenti dellInquisizione credevano di proteggere la so21. J.S. Mill, On liberty (1859), Hackett, Indianapolis, 1978, p. 8, in it. Saggio sulla libert, Il Saggiatore, Milano, 1981.
22. Ibid., p. 9.
81

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

ciet. per questa ragione che Mill ricorre altres alla controversa distinzione fra una condotta che concerne gli altri e una
condotta che concerne soltanto se stesso la sua versione della distinzione tra sfera oggettiva e pubblica e sfera soggettiva e
privata23. Inevitabilmente egli finisce per relegare molti aspetti
religiosi e morali (persino la monogamia!) alla seconda sfera24.
Si combinino queste posizioni con il crescente rispetto nel secolo XIX per i diritti e lautonomia della coscienza individuale
ed ecco che si inizier a comprendere la natura delle adesioni
contemporanee alla tolleranza. Mill introdusse unulteriore innovazione, fornendo unanalisi positiva della diversit. Come
osserva Edward Langerak, Locke non era tipo da celebrare la
diversit: sosteneva piuttosto che non sopportarla era irrazionale ... A partire da Mill tuttavia troviamo sempre pi riflessioni non solamente a sostegno della sopportazione della diversit in quanto foriera di pace e progresso ma altres riflessioni celebrative della diversit. Egli sosteneva pertanto che lopinione pubblica, non solo la coercizione legale, era un limite indesiderabile al progresso umano25. Infatti egli sosteneva che il giudizio della societ contro la diversit mutilava gli
individui in modo non dissimile dalla prassi cinese di fasciare
i piedi delle bambine26. Ci ha condotto alla percezione sempre pi forte secondo cui,
la tolleranza talvolta connota lapprovazione da parte delle
menti aperte di differenze importanti e non semplicemente
linclinazione a sopportarle ... Mill e alcuni liberali forse
sottovalutano il fatto che lintegrit personale e lidentit di
gruppo richiedono che le differenze significative vengano
giudicate spiacevolmente sbagliate, seppur tollerabili. Si
potranno apprezzare diversit etniche, culturali e di costume
per il colore che danno a un pluralismo desiderabile, e nel
23. Ibid., p. 73.
24. Ibid., p. 89.
25. E. Langerak, Theism and toleration, in Quinn e Taliaferro, a cura di, A
companion to philosophy of religion, pp. 518519; con riferimento a Mill,
On liberty, p. 9.
26. E. Langerak, Theism and toleration, art. cit., p. 519; con riferimento a
Mill, On liberty, p. 66.
82

3. Note di storia della tolleranza

contempo considerare molte differenze religiose e morali


errori tristi e spiacevoli, pur tollerandoli27.

Quattro osservazioni sugli sviluppi occorsi sulla scorta del


pensiero di Mill non ci accompagnano soltanto fino al presente
ma altres fino alla conclusione di questo capitolo.
Primo, ci che allinizio erano complicati e a volte sofisticati dibattiti su (1) i modi in cui la tolleranza e lintolleranza dovessero manifestarsi al fine di promuovere il bene pubblico, (2)
come affermare la verit e proteggere le persone da ci che non
verit (specialmente quando varie parti hanno visioni divergenti di ci che verit) e (3) in quale misura la chiesa debba
fare appello alle autorit civili per far rispettare le istanze ecclesiastiche, si trasform progressivamente in una discussione sul
giusto rapporto fra stato e chiesa.
La cosa importante da riconoscere che il cristianesimo
stesso possiede ricche risorse teologiche che consentono di elaborare questi aspetti secondo categorie bibliche. Fra queste risorse vi sono ad esempio le famose parole di Ges Rendete
a Cesare quel che di Cesare e a Dio quel che di Dio (Mc
12:17; cfr. Gv 18:36), la tensione dettata da principi contrapposti fra i requisiti cristiani di sottomissione allo stato in quanto
stabilito da Dio (Rom 13:17) e il riconoscimento cristiano del
fatto che talvolta lo stato una bestia persecutrice (p.es. Ap 13;
19), fra lobbligo biblico di ricercare la pace e la prosperit della citt (Ger 29:7) e lindicazione biblica che i credenti saranno perseguitati (Gv 15:1816:4; Ap 13:7). Inoltre i cristiani
hanno normalmente chiesto un trattamento giusto degli esseri
umani sulla base del fatto che questi sono stati creati a immagine di Dio. Non solo, i cristiani, nelle loro espressioni migliori, hanno sostenuto con forza che la verit ispirata dallo Spirito Santo ha il potere di illuminare e convertire, laddove le sanzioni imposte dallo stato al pi non producono che conformit esteriore, non rigenerazione. Ho affrontato questi aspetti in
modo pi approfondito altrove28. Non c perci ragione di ripetere qui quanto gi detto. Le questioni sono complesse ma
27. Ibid., p. 519.
28. D.A. Carson, Christ and culture revisited, op. cit., in part. cap. 5.
83

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

forse tre ulteriori riflessioni sulla separazione fra stato e chiesa


dovrebbero essere prese in considerazione prima di concludere questa osservazione iniziale.
(1) Non ultimo, a fronte delle parole appena citate dalla
Bibbia, il cristianesimo ha sempre, in qualche forma, dovuto
fare i conti con il rapporto fra la chiesa e lo stato. Per i primi tre
secoli di vita della chiesa, certo, i cristiani erano una minoranza allinterno dellImpero romano, spesso una minoranza perseguitata. Ma anche con la conversione di Costantino i vescovi hanno continuato occasionalmente a rimproverare gli imperatori (come Ambrogio con Teodosio nel IV secolo). La complessa dinamica fra papi e monarchi nel corso del Medioevo ci
rammenta che il potere non riposava soltanto nelle mani degli
uni o degli altri. Tutti riconoscono che vi stata una riflessione cristiana molto pi conscia sui rapporti fra stato e chiesa a
partire dal secolo XVII. Nondimeno, la storia della chiesa, non
soltanto in Europa ma altrove, ci ricorda che la distinzione fra
chiesa e stato intrinseca in quelle Scritture che governano la
vita dei cristiani. A un livello pi elementare notiamo che il popolo di Dio nellAntico Testamento, sotto il vecchio patto, era
una nazione, la nazione di Israele, laddove il popolo di Dio nel
Nuovo Testamento, sotto il nuovo patto, non una nazione ma
chiesa una comunit internazionale di credenti che mai sidentifica interamente con una nazione.
(2) Ci non significa che lequilibrio fra lo stato e la chiesa
sia sempre stato chiaro n che attorno a esso vi sia sempre
stato consenso. Molti Americani ritengono che la Costituzione
degli Stati Uniti contiene la terminologia che designa questa
divisione ma non cos. Il Primo Emendamento afferma: Il
Congresso non legiferer in merito a unistituzione religiosa
e non ne proibir il libero esercizio; e ancora non limiter
la libert di parola o di stampa, n il diritto delle persone a
radunarsi pacificamente e presentare petizioni al governo
affinch corregga la sua politica. Probabilmente lespressione
istituzione religiosa, in merito alla quale il Congresso non
legiferer, era riferita al fatto che alcuni stati gi avevano una
religione ufficiale: il Connecticut ad esempio era legato alla
Chiesa congregazionalista e il Congresso non doveva entrare
in simili questioni. Lespressione costruire un muro di
84

3. Note di storia della tolleranza

separazione fra stato e chiesa compare per la prima volta in una


lettera che Thomas Jefferson scrisse allAssociazione Battista
di Danbury nel 1802. Entr nel lessico della Corte Suprema
nel 1878 (Reynolds contro gli Stati Uniti) ma fu soltanto con
la causa epocale Everson contro Comitato per lEducazione del
1947 che la sua influenza si fece davvero sentire29.
Nondimeno, importante notare come molte nazioni occidentali che hanno ancora una chiesa istituzionale (p.es. Inghilterra e Danimarca) godano della stessa libert religiosa di
cui godono gli Americani (bench la libert religiosa si declini
in modo leggermente diverso) e ritengono di esprimere culture tolleranti. Nel contempo la Francia, dove la rivoluzione del
1789, come ha detto qualcuno, non fu tanto foriera di libert di
religione quanto di libert dalla religione, promuove lesistenza
di svariati muri fra chiesa e stato30.
Uno degli effetti, nel bene e nel male, dei vari sviluppi relativi al rapporto fra stato e chiesa la quasi inevitabile e incessante pressione volta a circoscrivere la religione alla sfera
privata. Iniziamo sostenendo con forza che lo stato non pu
stabilire n proibire la religione e conveniamo sul fatto che la
religione, a sua volta, non ha il diritto di esercitare controllo
sullo stato. Quindi, facendo un grosso balzo, molti deducono che la religione non ha il diritto di influenzare alcuna decisione dello stato e concludono perci che essa debba essere
circoscritta a una piccola sfera privata, se non vogliamo che si
crei una breccia nel muro che deve dividere stato e chiesa31.
Se si agisse di conseguenza, milioni di cittadini sarebbero privati dei diritti civili in centinaia di ambiti, come vedremo. Ci
che sembra un ideale semplice e utile la separazione fra stato e chiesa si dimostra improvvisamente carico di assunti
culturali ampiamente condivisi, che pochi cristiani pensanti
potrebbero accettare.

29. Metto in evidenza questi e altri sviluppi in maggior dettaglio in Christ


and culture, op. cit., pp. 173184.
30. Si veda Christ and culture revisited, pp. 185190. Cfr. T.A. Howard, The
dialectic and the double helix, First things 211, Mar. 2011, pp. 2125.
31. Cfr. D.A. Carson, The gagging of God, op. cit., pp. 347348, 404.
85

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

(3) La discussione sul rapporto fra stato e chiesa diventa


straordinariamente pi complessa quando abbandoniamo gli
assunti cristiani e ci addentriamo nel mondo dellIslam. Molti
hanno notato come lIslam non possiede risorse teologiche
sufficienti per formulare un pensiero significativo sul rapporto
fra stato e chiesa. Non esiste infatti nellIslam un enunciato
affine a Rendete a Cesare quel che di Cesare (Mc 12:17)32.
Ci non significa che lIslam non abbia prodotto alcun filone di
tolleranza. Storicamente alcuni califfati sono stati pi tolleranti
di altri. Nellultimo secolo e mezzo o gi di l, una minoranza
di studiosi musulmani ha sostenuto che la vera jihad non lotta
contro nemici esterni ma lotta spirituale e interiore. Con la
crescente immigrazione di musulmani nei paesi occidentali, dove
il dibattito sulla tolleranza occupa uno spazio maggiore, non
sorprendente leggere importanti saggi come quello di Ismail
Acar: Theological foundations of religious tolerance in Islam: A
Quranic perspective33. Quello che colpisce di questi esercizi,
pur ben accetti, che mai, a mio modo di vedere, esplorano
i rapporti fra stato e chiesa. Prendono in esame i modi in cui
i musulmani devoti possono vivere nel mondo occidentale;
evocano il modo in cui gli stati musulmani hanno trattato,
potrebbero o dovrebbero trattare le minoranze religiose nel
nome di Allah il misericordioso. Nondimeno, non prendono in
considerazione una chiesa e uno stato che operino allinterno di
sfere in qualche modo differenti. Il fondamentalismo islamico,
libero dallinflusso del dibattito occidentale sulla separazione
fra stato e chiesa, un dibattito che pu trovare inintelligibile ...
sostiene che la legge religiosa (Sharia) del Corano non distingue
il terreno politico da quello morale e teologico in relazione alla
legge e pertanto si esprime in termini normativi in relazione alla

32. D.A. Carson, Christ and culture revisited, op. cit., pp. 191203.
33. In J. Neusner e B. Chilton, a cura di, Religious tolerance in world religions, Templeton Foundation Press, West Conshohocken, 2008, pp.
297313. Cfr. anche M.A. Muqtedar Khan, American Muslims and the
Rediscovery of Americas Sacred Ground, in B.A. McGraw e J.R. Formicola, a cura di, Taking religious pluralism seriously: spiritual politics
on Americas sacred ground, Baylor University Press, Waco, 2005, pp.
127147.
86

3. Note di storia della tolleranza

legislazione di un paese34. In effetti lintera idea di separazione


fra stato e chiesa appare loro, con ogni probabilit, quasi
blasfema: lidea cio dello stato nazione elaborata nel XVII
secolo in Europa largamente sconosciuta a molta parte del
pensiero musulmano, laddove la nozione di chiesa o di diverse
denominazioni ecclesiastiche a loro completamente estranea.
Il popolo di Allah (ummah) non facilmente distinguibile
da coloro che costituiscono le nazioni musulmane; la legge
dellIslam si applica a ogni sfera della vita (incluso lo stato)
e Allah non tollera rivali. Come possibile separare chiesa e
stato partendo da simili premesse? Per non parlare poi del
fatto che lidea di una religione privata incomprensibile e
incoerente per il pi dei musulmani che non hanno mai vissuto
in Occidente e sovente priva di attrattiva per quelli che invece
ci vivono. In unopera ben scritta e influente, Shabbir Akhtar,
docente alla Old Dominion University in Virginia, sostiene che
alla fine lIslam otterr (e dovrebbe ottenere) il dominio globale,
perch soltanto lIslam, certamente non il cristianesimo,
intrinsecamente costituito come religione imperiale35.
Limportanza di questa osservazione si fa pi chiara nel
momento in cui riconosciamo che espressioni come libert
religiosa significano cose molto diverse in parti diverse del
mondo. In Occidente e altrove essa presuppone non soltanto
la libert di praticare la propria religione senza costrizioni o
impedimenti ma presuppone anche eguale status dinanzi alla
legge, libert di convertirsi a unaltra religione o di non credere,
e libert di fare proseliti allinterno dei confini di una dialettica
aperta e della propagazione di informazioni e argomentazioni36.
Nella gran parte delle nazioni islamiche, al contrario, e certamente
ovunque la Sharia applicata, i non musulmani possono
34. E. Langerak, Theism and toleration, art. cit., p. 520.
35. S. Akhtar, Islam as political religion: the future o fan imperial faith, Routledge, London, 2011.
36. Cfr. Art. 18 della Dichiarazione sui Diritti Umani delle Nazioni Unite:
Tutti hanno il diritto alla libert di pensiero, coscienza e religione;
questo diritto comprende la libert di cambiare la propria religione o
i propri convincimenti, nonch la libert, sia individuale sia collettiva,
sia pubblica sia privata, di manifestare il proprio credo religioso o
convincimento in forma di insegnamento, pratica, culto e osservanza.
87

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

convertirsi allIslam ma i musulmani non possono convertirsi


ad altre religioni o fedi. Vi saranno sempre sanzioni e nei casi
pi estremi la pena capitale. Laffermazione secondo cui lIslam
nelle sua essenza una religione di pace e tolleranza non regge
di fronte a questa semplice verifica: (a) i membri dellummah, il
popolo dellIslam, sono liberi di convertirsi a unaltra religione
senza paura di sanzioni? (b) I membri di qualsiasi religione o
gruppo che non sia lIslam possono propagare il loro credo con
la stessa libert dei musulmani?37
Una volta che si colgono queste realt, si possono anche
comprendere i continui resoconti di ci che succede ai
musulmani che desiderano lasciare lIslam. Dopo essere
diventato una democrazia, intendendo con questo termine
che i suoi cittadini potevano esprimere un voto democratico38,
lAfghanistan, la cui costituzione si basa sulla Sharia, persegu
Abdul Rahman per il crimine di apostasia dallIslam e conversione
al cristianesimo nel 2006. La pena capitale sarebbe stata inflitta
se non fosse stato per limponente pressione internazionale.
Rahman fu rilasciato nel marzo del 2006 e accolse lasilo offerto
dallItalia. Nei paesi islamici in cui linterpretazione della Sharia
non altrettanto stretta (p.es. la Malesia), la sanzione imposta a
quei Malesi che lasciano lIslam per aderire a unaltra religione
certamente comporter lunghi periodi di indottrinamento,
forse reclusione e tutta una serie di restrizioni sociali e fiscali.
37. Lincapacit di rispondere a queste domande in modo adeguato indebolisce lanalisi di S. Schwartz, The two faces of Islam: the house of Sa
ud from tradition to terror, Doubleday, New York, 2002. Lautore d
virtualmente tutta la colpa del terrore islamico a quello che chiama
culto fascista Wahhabi, una perversione dellIslam sviluppatasi in
epoca pi recente. Quanta parte dello stimolo a influenzare lopinione
pubblica internazionale attraverso gli strumenti del terrore possa essere
attribuita al Wahhabismo difficile da determinare e forse Schwartz ha
pi ragione che torto. Ci tuttavia non dimostra che lIslam a prescindere
dal Wahhabismo sia una religione tollerante. Basta applicare la verifica
sopra indicate per constatare il contrario.
38. Questo naturalmente un esempio del fatto che la democrazia, nel senso pi ricco del termine, pi di regolari elezioni democratiche. Significa altres uguale protezione dinanzi alla legge, un potere giudiziario indipendente, libert di stampa e un esecutivo limitato (essendo esso stesso soggetto a restrizioni costituzionali, o che la costituzione sia scritta o
che sia orale).
88

3. Note di storia della tolleranza

Ad esempio due exmusulmani convertiti al cristianesimo non


si potranno sposare, dal momento che rimangono registrati
come musulmani e solo come tali possono dunque sposarsi
(bench i Malesi cinesi registrati alla nascita come buddhisti o
cristiani possano sposare i propri correligionari). In Giordania
la Corte della Sharia dellAmman settentrionale ha annullato il
matrimonio di Mohammad Abbad, un musulmano convertito
al cristianesimo, sulla base del fatto che il matrimonio dipende
dal credo [musulmano] e lapostata non ha credo (22 maggio
2008). Questa delibera sussiste anche se la Costituzione
della Giordania afferma la libert di religione e il suo codice
penale non dichiara specificamente fuorilegge lapostasia. Pi
generalmente, quando i leader mondiali temono violenza,
bombe e uccisioni diffuse a seguito del rogo di una copia del
Corano ma non temono violenza, bombe e uccisioni diffuse
a seguito del rogo di una copia della Bibbia, che cosa ne
deduciamo sul grado di tolleranza delle rispettive religioni?
Per riassumere: la prima osservazione sugli sviluppi del
pensiero relativo alla tolleranza dopo John Stuart Mill che
molta parte della controversia sulla natura della tolleranza e
dellintolleranza ha finito per ruotare attorno al significato di
separazione fra stato e chiesa, nozione che stata regolarmente
difesa dai cristiani a partire dal loro studio della Bibbia. Nondimeno, la nozione di separazione fra stato e chiesa, per quanto valida, ha finito per essere declinata in modi diversi in svariati settori dellOccidente. Molto spesso ha finito ad esempio per
tradursi nella privatizzazione della religione, laddove in alcune
parti del mondo il concetto si esplicitato in modo incoerente.
Secondo, i processi di secolarizzazione hanno, per cos dire,
premuto un interruttore culturale. Tale affermazione deve essere approfondita.
Quello sulla secolarizzazione un dibattito sempre caldo39.
N le forze che a essa sottendono n il suo significato godono
di un ampio consenso. Il recente volume essenziale di Charles
Taylor illustra le posizioni in modo superbo40. I pi ritengono
39. Si veda lutile saggio di S. Jakelic, Secularism: A bibliographical essay,
Hedgehog Review 12, n. 3, 2010, pp. 4955.
40. C. Taylor, A secular age, Belknap, Cambridge, 2007, in it. Let secolare,
89

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

che lEuropa del XIX secolo ha prodotto le forze motrici del


movimento41. Letica politica che sta alla base del secolarismo,
pu essere ed condivisa da persone dai punti di vista
essenziali pi diversi (quelli che Rawls chiama visioni comprensive del bene). Il kantiano giustificher il diritto alla
vita e alla libert additando la dignit della ragione; lutilitarista parler della necessit di trattare persone che sperimentano gioia e dolore in modo tale da massimizzare la prima e
minimizzare il secondo; il cristiano dir che gli esseri umani
sono fatti a immagine di Dio. I tre concorrono sui principi
ma differiscono sulle ragioni pi profonde per cui tenersi ancorati a questa etica. Lo stato deve sposarla ma deve astenersi dal favorire una ragione sulle altre42.

La gran parte degli studiosi oggi conviene altres sul fatto che queste forze non comportano necessariamente labolizione della religione; la secolarizzazione pu piuttosto rimuovere la religione dai settori pubblici della politica, dei media e
del mondo accademico relegandola ai settori privati. Secondo
alcune valutazioni, una nazione pu diventare pi secolarizzata e pi religiosa a un tempo. solo che le posizioni religiose
non hanno pi molta importanza allinterno della sfera pubblica e pertanto nel determinare la traiettoria della nazione, la sua
essenza pubblica.
Linterruttore che questi sviluppi culturali hanno premuto si trova allinterno del dominio dei presupposti. Fino alla
prima parte del XIX secolo, la stragrande maggioranza degli
Europei, nonch di persone di discendenza europea, presupponevano lesistenza di Dio. Ci significa che tutto ci che riguardava la tolleranza e lintolleranza doveva essere considerato allinterno della cornice di questo presupposto, allinterno
cio della cornice di ci che le persone pensavano di Dio. EnFeltrinelli, Milano, 2009. Per una trattazione pi concisa, si veda il suo
The meaning of secularism, Hedgehog Review 12, n. 3, 2010, pp. 2334.
41. Cfr. O. Chadwick, The secularization of the European mind in the nineteenth century, Cambridge University Press, Cambridge, 1975, in it. Societ e pensiero laico, Sei, Torino, 1989.
42. C. Taylor, The meaning of secularism, art. cit., p. 25.
90

3. Note di storia della tolleranza

tro la fine del secolo un interruttore culturale fu tuttavia premuto: o le persone non presupponevano pi lesistenza di Dio
o, se lo facevano, non presupponevano pi che Dio fosse rilevante in relazione a tutte le questioni sollevate nella pubblica
piazza. Ci, a sua volta, significava che le questioni relative a
tolleranza e intolleranza dovevano essere elaborate in relazione a forme di pensiero non-teiste o informate da un teismo attenuato dalle montanti forze laicizzanti a tal punto da esercitare scarsa influenza.
Tale riconoscimento ci conduce alla successiva osservazione.
Terzo, il XX secolo, il pi sanguinoso nella storia umana, ha
manifestato spettacolari esempi di intolleranza le cui forme
pi violente hanno avuto ben poco a che fare con la religione.
Naturalmente vi stata una componente religiosa nella Guerra dei Balcani e ancora nella sanguinosa violenza che ha caratterizzato lo sterminio dei Tutsi per mano degli Hutu. Anche in
questo caso la gran parte degli osservatori ha tuttavia riconosciuto che i fattori prevalenti furono il tribalismo, il razzismo,
lingiustizia economica percepita, le interpretazioni totalmente
diverse della storia, lonore e gli omicidi di vendetta che assunsero le dimensioni del genocidio.
Pochi fattori religiosi entrarono in gioco in quello che fu
il pi grande dei massacri del XX secolo, perpetrato dal fascismo, da una parte, e dal comunismo, dallaltra43. Forse cinquanta milioni di Cinesi morirono sotto Mao, venti milioni circa sotto Stalin e poi arriviamo alla Seconda Guerra mondiale e allOlocausto. Sia nelle sue forme russe sia in quelle cinesi,
il comunismo ha mostrato un volto apertamente ateo. Sia nelle sue forme tedesche sia in quelle italiane, il fascismo fu nominalmente cristiano ma solamente nel senso che dimostr di servirsi della religione e di Dio per perseguire i propri fini politici e sociali, mai nel tentativo di conformarsi alla Scrittura o alla
verit e alla moralit cristiana, mai ancora nella volont di uniformarsi alla grande tradizione dei credo storici. Nonostante i
migliori sforzi di Jonathan I. Israel non soltanto per ricondurre lIlluminismo al pensiero di Spinoza ma altres per dimostra43. Si veda in particolare M. Pearse, The gods of war: Is religion the primary
cause of violent conflict?, InterVarsity, Downers Grove, 2007.
91

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

re che solo lateismo fornisce risorse atte a generare tolleranza


nella sua analisi teismo e credo religioso in tutte le loro forme sono intrinsecamente intolleranti44 il risultato nel XX secolo poco rassicurante. Lateismo, sia teorico (come nel caso
del comunismo) sia pratico (come nel caso del fascismo), lungi
dallessere tollerante, ha versato fiumi di sangue.
Non difficile capire il perch. In ambedue i casi i
difensori e regolatori di questi sistemi credevano fermamente
di difendere la verit di un grande sistema di pensiero a
sostegno del bene maggiore. Sia che parliamo, da una parte,
della dialettica marxista, unanalisi essenzialmente economica
dei dilemmi umani, e dellimpellente necessit delluomo
rivoluzionario di preparare la strada per lavvento delluomo
nuovo, sia che ci riferiamo, dallaltra, alla brama di disciplina,
allideale di un popolo puro e alla convinzione che il male
avesse per la gran parte a che fare con i perfidi Giudei e altri
elementi abominevoli, non esisteva unautorit che era in grado
di mettere in discussione quella dello stato. Persino nel mezzo
delle guerre pi sanguinose che lEuropa abbia mai conosciuto
esistevano dei centri di autorit che rivaleggiavano gli uni con
gli altri. Per contro, sotto il comunismo e il fascismo lautorit
dello stato era totalitaria.
Dal punto di vista della tesi generale di questo capitolo,
osserviamo ancora una volta che la tolleranza e lintolleranza
44. Si veda in particolare J.I. Israel, Radical enlightenment: Philosophy and
the making of modernity, 16501750, Oxford University Press, New
York, 2002; idem., Enlightenment contested: philosophy, modernity, and
the emancipation of man, 16701752, Oxford University Press, New
York, 2009; idem., A revolution of mind: radical enlightenment and the
intellectual origins of modern democracy, Princeton University Press,
Princeton, 2009, in it. Una rivoluzione della mente, Einaudi, Torino,
2011. La dedizione di Jonathan Israel, volta a dimostrare che solamente lateismo genera tolleranza, lo porta a concludere che Pierre Bayle
(16471706), il cui saggio su Luca 14:23 (costringili a entrare) contribu a ribaltare il consenso attorno alla lettura agostiniana, la quale si
serviva di questo testo per giustificare la coercizione, doveva essere uno
scettico o un ateo. Lattento lavoro di J.D. Woodbridge, Pierre Bayle:
Protestant contributor to religious toleration?, First Things, corrobora
con forza lidea che Bayle abbia mantenuto la propria identit di protestante nel tracciato della tradizione riformata allorch scrisse il suo saggio su Luca 14:23.
92

3. Note di storia della tolleranza

erano definite allinterno di un pi ampio sistema di pensiero.


Ammessa, diciamo, la verit della filosofia marxistaleninista,
quanto margine poteva concedere lo stato in termini di divergenza di pensiero? In altre parole, n la tolleranza n lintolleranza erano considerate vizio o virt indipendenti ma disposizioni la cui elaborazione doveva realizzarsi allinterno del contesto del sistema di pensiero dominante.
Quarto, nonostante la diffusa incapacit di convenire sulla
sua natura, il postmodernismo ha esercitato uninfluenza incalcolabile in gran parte del mondo. Il disaccordo sullessenza del
postmodernismo non ci pu rendere ciechi riguardo ai suoi effetti. Tutte le parti, o quasi, concordano sul fatto che come movimento il postmodernismo morto. Fatta eccezione per qualche programma di laurea di primo livello in America, i suoi luminari non sono pi letti certamente non in Europa, da cui
molti di loro provenivano. Nondimeno, gli emissari del postmodernismo, in qualsiasi modo li si voglia definire, sono ancora vivi e vegeti in mezzo a noi e modellano i nostri pensieri e i nostri valori culturali. Ci che non pu essere negato
che, sulla scorta del postmodernismo, un numero incalcolabile di persone ha difficolt, per lo meno in alcuni ambiti, a pensare in termini di verit ed errore, preferendo farlo in termini di differenze di opinione, di punti di vista diversi. Laurora
del postmodernismo coincisa, almeno in parte, con la sempre
maggiore diversificazione delle popolazioni di molte delle metropoli del mondo. Limpatto di questo montante pluralismo
empirico si poi moltiplicato esponenzialmente con lavvento
della rivoluzione digitale: con uno sforzo minimo ci troviamo
esposti a una pletora di diverse culture, opinioni, interpretazioni della storia, lingue e cos via. In pi nel mondo virtuale possiamo creare le nostre realt. Tutti questi fattori contribuiscono
a relegare ai margini le questioni di verit laddove limportanza
della tolleranza viene esaltata.
Non che tutti siano passati dal paradigma del modernismo agli emissari del postmodernismo. Nelle nostre universit vi ad esempio una considerevole diversit. pi probabile trovare pensatori che operano sulla base di unepistemologia postmoderna nei dipartimenti di lettere e filosofia, sociologia, antropologia e religione, e spesso storia, che in dipartimen93

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

ti di fisica, chimica, ingegneria e informatica. I docenti dei dipartimenti di discipline umanistiche spesso altro non sono che
modernisti non ricostruiti oppure, cosa ancor pi comune,
si tratta di modernisti in relazione alle proprie discipline ma
postmodernisti nel campo dellideologia, della religione e della
morale. Chiaramente il postmodernismo si addolcito in qualche misura negli ultimi dieci anni o gi di l (venticinque anni
nellEuropa continentale), man mano che le debolezze e le assurdit delle sue forme pi estreme sono divenute evidenti a
molti. A prescindere dalla terminologia, il pragmatismo ora comunemente eclissa natura e religione quale autorit culturale45.
Se tuttavia il postmodernismo andato scemando nelle sue forme pi aggressive, esso ha lasciato un residuo di eclettismo soggettivo che favorisce lelevazione della tolleranza alla posizione
esaltata di virt massima.
Ci non significa che il postmodernismo ha da solo determinato tale elevazione della tolleranza. Se non ad altro, la panoramica fornita in questo capitolo serve a mostrare la complessit e linterconnessione fra i movimenti storici e culturali che hanno portato con s slittamenti tettonici nella percezione culturale. Non ultimo, in America le rilevanti forze erano allopera gi prima dellavvento del postmodernismo popolare. Quando Dietrich Bonhoeffer visit lAmerica negli anni
30 e cerc di comprendere lo scenario della chiesa americana, era affascinato dal modo in cui la tolleranza vincesse sulla verit46. Provenendo dallEuropa continentale, facile capire perch Bonhoeffer abbia letto la scena americana in questo
modo. Giusta o sbagliata che fosse tale lettura al tempo, non
si pu dubitare del fatto che limpatto del postmodernismo a
partire dagli anni 30 e poi la globalizzazione di una grossa parte del mondo e certamente di molte delle metropoli del mondo
(con effetti positivi e negativi) hanno rafforzato la percezione
secondo cui la tolleranza ha schiacciato la verit, se non altro in

45. Una delle tesi centrali di R. Lundin, From nature to experience: the American search for cultural authority, Rowman and Littlefield, New York,
2007.
46. Eric Metaxas, Bonhoeffer. La vita del teologo che sfid Hitler, (or. ing.
2010), Roma, Fazi, 2012, p. 419.
94

3. Note di storia della tolleranza

un senso: per la prima volta nella storia, la tolleranza oggi raramente percepita come qualcosa da realizzarsi per il bene della societ allinterno della matrice di un sistema morale e di verit ampiamente riconosciuto; piuttosto percepita come virt
indipendente, forse la virt pi alta.

RIFLESSIONI CONCLUSIVE
Uno dei pi lucidi pensatori su questo tema J. Daryl Charles:
La tolleranza al suo concepimento assunse i contorni della
virt per la sua attenzione al bene comune e il suo rispetto
nei confronti degli uomini in quanto persone. Sopportiamo
particolari usanze, comportamenti o abitudini talvolta
persino abitudini (relativamente) cattive nellinteresse
dellunit fra le persone. Nel contesto lockiano, la tolleranza
era invocata per i non-conformisti. Mai Locke avrebbe
tuttavia preso in considerazione n tantomeno appoggiato
una condotta moralmente discutibile. Si consideri
nondimeno linvoluzione del concetto. Ci che era una
virt pubblica nella sua precedente formulazione diviene un
vizio se e quando cessa di curarsi della verit, ignora il bene
comune e disdegna i valori che sostengono una comunit.
La cultura della tolleranza nella quale ci troviamo una
cultura nella quale le persone non credono a nulla, non
posseggono alcuna idea chiara del giusto e dello sbagliato
e sono considerevolmente indifferenti a tale precario stato
di cose. Come conseguenza di questa trasmutazione, la
tolleranza diventa indistinguibile da un intrattabile
relativismo intollerante. La sfida che le persone si trovano
ad affrontare quella di purificare la tolleranza affinch
rimanga una virt, senza soccombere alle forze centripete
del relativismo e dello spirito di questo secolo47.
47. J. Daryl Charles, Truth, tolerance and Christian conviction: reflections on
a perennial question a review essay, art. cit. p. 212.
95

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

La nuova tolleranza dunque diventata una virt altissima, se non la virt per eccellenza, in gran parte del mondo occidentale e non solo. Non pi funzione di un consenso morale, culturale ed etico maggiore, la tolleranza non pi vista nei
termini di ci che pu essere consentito legalmente, intellettualmente, socialmente laddove siano riconosciuti gli assunti di questo ampio consenso ma diviene un bene assoluto che
fa sua la prerogativa di erodere altri tratti distintivi della cultura, inclusi quelli morali e religiosi. A motivo del suo status indipendente, questa nuova tolleranza si trasforma ironicamente
in un sostegno moralizzante del relativismo morale. Uno degli
scopi di questo capitolo stato mostrare quanto grande sia stato tale cambiamento dalla comprensione e funzione della tolleranza nel passato, quando non era percepita come posizione
intellettuale ma responso sociale.
In aggiunta ai modi in cui questi cambiamenti nella nostra
comprensione della tolleranza hanno investito la cultura occidentale, occorre essere consapevoli di come le persone di altre culture stanno leggendo tali cambiamenti. Nel suo libro
Why the rest hates the West Understanding the roots of global
rage48, Meic Pearse nota come questa nuova visione della tolleranza rappresenti una minaccia per le altre culture:
Luso corrente del termine tolleranza in tempi recenti ha subito un significativo ridimensionamento. Laddove esso significava il rispetto di forti e reali differenze, ha finito per significare oggi labdicazione dogmatica allaffermazione di qualunque verit e unadesione moralistica al relativismo morale
la presa di distanze da uno o entrambi questi aspetti stigmatizzata come intolleranza ... Laddove la vecchia tolleranza
ammetteva che forti differenze negli ambiti della religione e
della morale camminassero fianco a fianco e competessero liberamente nella pubblica piazza, la nuova tolleranza desidera rinchiuderle fra quattro mura categorizzandole come questioni afferenti al giudizio privato; la pubblica piazza deve
diventare terreno neutro, indistinto. Se la vecchia tolleranza era, per lo meno, un valore vero, la nuova tolleranza in48. InterVarsity, Downers Grove, 2004.
96

3. Note di storia della tolleranza

tollerante pu essere definita un antivalore; una disposizione ostile verso qualunque pensiero che consideri una cosa
migliore dellaltra o che vada nella direzione di creare uno
spazio protetto da alternative per un dato modo di vivere49.

Il risultato di tutto ci che la nuova tolleranza tende


a soffocare e soggiogare i tratti distintivi di altre culture.
Lantivalore di questa nuova tolleranza diluisce e distrugge tutte
le componenti pi ferme e altrimenti non cedevoli dellidentit
culturale, giudicate come segni di intolleranza. LOccidente,
non da ultimo, in ragione della sua potenza economica e
tecnologica, percepito da molti come uno schiacciasassi della
cultura, superficiale, presuntuoso, facente mostra di superiorit
a motivo della sua tolleranza, mentre questa stessa tolleranza
distrugge tutto ci con cui in disaccordo. Laccusa pu non
essere interamente giusta ma va a colpire un atteggiamento
molto diffuso.
Se la breve panoramica storica di questo capitolo aiuta a
mettere a fuoco con maggior chiarezza la pericolosa natura
di questa nuova tolleranza, il prossimo capitolo mostra come
essa regolarmente indulga in quel genere di incoerenza che la
rende ancor pi pericolosa di quello che diversamente potrebbe essere.

49. M. Pearse, Why the rest hates the West, op. cit., p. 12.
97

CAPITOLO 4

PEGGIO DELLINCOERENZA

La confusione sui due significati piuttosto diversi di tolleranza il significato pi vecchio secondo cui si poteva essere in
disaccordo con le posizioni altrui ma, allinterno del quadro di
una pi ampia visione etica, si affermava il diritto altrui a esprimere la propria visione; e il significato pi nuovo secondo cui
non si dovrebbe essere in disaccordo con le opinioni altrui o
denigrarle, una tolleranza questa che considerata il bene
massimo porta a svariate discussioni insensate. Passiamo da
un uso allaltro di tolleranza senza rendercene conto. Quel che
peggio che questi due significati di tolleranza non sono affatto disgiunti nel dibattito attuale: vi un terreno insidioso di
sovrapposizione che intorbidisce enormemente la discussione.
Si consideri ad esempio laccusa sollevata da molti, a sinistra, su una sostanziale intolleranza della destra, specialmente della destra religiosa. Le persone di destra vengono caratterizzate (in versione caricaturale?) secondo questa visione come
pit bull delle guerre di cultura piccoli cervelli, grossi denti,
forti mascelle e nessun interesse nel compromesso (nelle efficaci parole di Daniel Taylor)1. Sarebbe bello poter respingere
queste accuse come nulla pi che intemperanti, ipocrite e intolleranti invettive di sinistra; sarebbe ancora meglio se potessimo
affermare seriamente che tali invettive riflettono sempre e soltanto il secondo significato di intolleranza.

1. Deconstructing the gospel of tolerance, Christianity Today 43, n. 1, 11


Jan., 1999, p. 48.
99

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Ma la realt ci dice qualcosa di diverso. Primo, su alcune


questioni la destra vuole sanzioni legali contro pratiche che
giudica molto dannose per la societ in genere. Ad esempio
i pi a destra (e non pochi a sinistra in realt) pensano che
la legge debba proibire gli aborti del terzo trimestre, punendo coloro che trasgrediscono la legge. Similmente, mentre riterranno che quanto gli omosessuali adulti consenzienti fanno
nella propria camera da letto non possa essere sanzionato per
legge, molti crederanno che garantire lo status di matrimonio alle unioni omosessuali sia sciocco, miope e dannoso per
la societ. Diranno forse che lunica strada percorribile quella dellemendamento matrimoniale. Quando la sinistra taccia la destra di intolleranza su queste questioni, lo fa forse
perch considera la tolleranza bene assoluto. In questo senso
la destra dovrebbe raccogliere la sfida. Tuttavia su queste questioni la destra intollerante nel primo senso secondo cio il
vecchio significato di tolleranza: vale a dire, la destra considera
dati aspetti morali che meritano la discriminazione statale, fino
a invocare un adeguato codice penale. Ci che la destra dovrebbe dire su tali questioni dovrebbe suonare cos: Naturalmente siamo intolleranti su tali questioni proprio come siamo intolleranti verso la pedofilia, lo stupro e altri mali in cui,
secondo la nostra visione, ci troviamo di fronte ad aspetti morali che meritano il giudizio dello stato.
Tuttavia, in secondo luogo, talvolta la destra fa sentire la
sua voce su questioni che pochi, se non nessuno, vorrebbero veder risolte ricorrendo a una riscrittura del codice penale ad esempio lideale di un governo minimale o determinate politiche economiche. La retorica di destra pu essere accesa al punto che, se non si concorda con le sue idee, si giunge
a essere considerati insensati, sconsiderati o persino traditori degli ideali americani, se non della costituzione americana.
La sinistra replicher a tutto ci dicendo che la destra intollerante (mi affretto subito ad aggiungere che questo esempio
pu essere tranquillamente ribaltato senza che ne soffra la sostanza!). Ancora una volta, quando accusa la destra di intolleranza, la sinistra ha forse in mente lintolleranza nel secondo senso del termine quello cio pi recente. In questo caso,
per, la destra non si dimostra intollerante nel primo senso:
100

4. Peggio dellincoerenza

dopotutto essa non cerca di criminalizzare coloro che hanno


posizioni opposte sulle questioni di cui sopra. Secondo la prima visione della tolleranza e dellintolleranza, occorre in primo luogo che vi sia disaccordo, anche espresso vigorosamente, prima che vi possa essere tolleranza. E tuttavia ... ci si chiede se la retorica abbia travalicato i confini di un dibattito vigoroso, onesto e non sia sfociata piuttosto in sprezzante condiscendenza che, anche se non pretende la criminalizzazione
della parte avversa, la svilisce e la mortifica al punto che limmagine dei pit bull dalla mascella di ferro non sembra interamente inappropriata. Non c un limite al modo in cui trattiamo quelli con cui siamo anche fortemente in disaccordo (pur
non chiedendo sanzioni legali o silenzio forzato), superato il
quale la tolleranza (nel primo senso del termine) scivola gradualmente nellintolleranza?
Queste questioni sono legate ad alcuni degli aspetti pi
dibattuti della democrazia, le rivendicazioni del maggioritarismo
in relazione ai diritti individuali e altre complesse problematiche.
Avremo modo di tornarci sopra nuovamente negli ultimi due
capitoli del libro. Lo scopo di questo capitolo molto pi
modesto. Ci che intendo fare semplicemente documentare
il fatto che la nuova tolleranza, pur sostenendo di essere
scevra da un sistema di pensiero etico, morale o religioso,
in effetti fortemente incoerente. Il problema, come cercher
di dimostrare, non semplicemente legato allincoerenza
di unargomentazione: esso ha a che fare in effetti con
lintroduzione di massicce strutture di pensiero culturale e la
loro imposizione ai dissenzienti, mentre viene fatto passare il
messaggio che sono gli altri a essere intolleranti. Se non fossimo
tanto coinvolti, lironia che risulterebbe da simili circostanze
sarebbe cos forte da poter trovare una felice collocazione al
centro di uninteressante sitcom comica.

101

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

RIVENDICARE LA PREROGATIVA MORALE


DELLA TOLLERANZA
Un luogo comune fra coloro che sostengono la nuova tolleranza che i nemici della tolleranza sono colpevoli di adottare posizioni intransigenti. Affermano di conoscere la Verit (con la
V maiuscola) ed questo che fa di loro degli ottimi candidati allintolleranza. Per contro, i difensori della nuova tolleranza prediligono la sapienza sovente ascritta a Socrate: Tutto quello che so di non sapere nulla (bench Socrate non abbia mai detto niente del genere)2. Laccusa mossa da coloro che
sostengono di conoscere la Verit, i quali sono pi intolleranti
degli altri, discutibile ma non di questo ci vogliamo occupare.
Ci che intendo fare mostrare come coloro che vantano prerogative particolari sulla (nuova) tolleranza in effetti non sono
meno supponenti di coloro che essi stessi criticano; lo sono soltanto su cose diverse.
Forse nessuno stato pi tagliente nel criticare questa tendenza di sinistra di uno dei pi noti scrittori di sinistra, Stanley
Fish. Nel suo libro del 1999 The trouble with principle3, egli
fornisce alcuni esempi. Uno di questi che i popoli indigeni
del secondo e terzo mondo (dei cui diritti sono in molti a curarsi) sono avversi allomosessualit e la sinistra non sa come
condannare una simile posizione, senza apparire razzista o colonialista. stata pronunciata contro Salman Rushdie una condanna a morte, una fatwa, per bocca dellAyatollah Khomeini,
per aver scritto un romanzo giudicato critico dellIslam e almeno una parte della sinistra ha avuto da ridire con Rushdie, insistendo sul fatto che lo scrittore se lera un po andata a cercare
con il suo eloquio intollerante e intemperante. Evidentemente
2. P. Sakezles, Socratic skepticism, www.skeptic.com/eskeptic/08-06-25.
html#feature, ha mostrato in modo convincente che in ogni caso in cui
Socrate dice cose come Non penso di sapere ci che non so, non sta affermando di sapere soltanto di non sapere nulla e ancor meno che la conoscenza umana sia impossibile. Egli afferma piuttosto di non conoscere
quelle cose che in effetti non conosce (diversamente dalla gran parte dei
suoi oppositori, che sostengono di sapere ci che in realt non sanno).
3. Harvard University Press, Cambridge, 1999.
102

4. Peggio dellincoerenza

quando il principio della libert di parola e quello della tolleranza per le minoranze collidono, il primo perde. Fish ritiene
che lelemento davvero pericoloso di questo liberalismo che
si serve della retorica della neutralit ed eleva la tolleranza, pur
non essendo n neutrale n tollerante. quello che Fish chiama multiculturalismo da boutique. Tuttavia anche il multiculturalismo forte, che fa della tolleranza il proprio principio
portante, incontra dei problemi nel momento in cui deve rapportarsi con un sistema di fede caratterizzato da quellintolleranza chesso tanto detesta. Come rispondere allintolleranza
musulmana nei confronti di Salman Rushdie? Se la si tollera,
allora la tolleranza viene meno quale principio fondante; se la
si condanna, si diventa multiculturalisti da boutique. Nelle parole di un altro attento studioso di sinistra:
Nonostante tutta la sua ostentata apertura allAltro, il postmodernismo sa essere esclusivista e censorio quanto le ortodossie cui soppone. Si pu in genere parlare di cultura umana ma non di natura umana, di genere ma non di classe, di
corpo ma non di biologia, di piacere ma non di giustizia, di
postcolonialismo ma non di gretta borghesia. Si tratta di
uneterodossia interamente ortodossa, la quale, come qualsiasi forma di identit immaginaria necessita del suo uomo
nero e di bersagli di paglia per restare in auge4.

Gli esempi sono molti. In nome dellinclusione (perch, dopotutto, siamo tolleranti), potremmo finire con lessere esclusi4. T. Eagleton, The illusions of postmodernism, Blackwell, Oxford, 1997,
p. 26, in it. Le illusioni del postmodernismo, Editori Riuniti, Roma,
1998. Per coloro che sono interessati a questo filone di ricerca importante leggere Peter Berkowitz, John Rawls and the liberal faith, Wilson Quarterly 26, 22 Mar., 2002, pp. 6069. Berkowitz richiama lattenzione agli assunti di fede presenti nella teoria di Rawls, assunti relativi a tali valori quali la dignit umana, luguaglianza e lattenzione agli
svantaggiati. Nellarticolare simili fondamenti del liberalismo, Rawls
sembra tuttavia oscillare fra laffermazione che queste idee sono manifeste e laffermazione che esse dipendono dalla fede. Se per la prima
cosa vera, la fede non necessaria; se la fede necessaria per fissare le
fondamenta liberali, allora quale esattamente la ragione per cui si critica la fede altrui?
103

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

visti (dimostrando, in fin dei conti, intolleranza). Quando Central Park consente ai Newyorkesi di allestire un presepe natalizio, una menorah giudaica, una mezzaluna e una stella islamiche, ciascuna pagata da privati cittadini, nonostante gli allestimenti siano su terreno pubblico, siamo di fronte a un caso
di inclusione. Per contro alcuni anni fa, quando Eugene, citt
dellOregon, band gli alberi di Natale dal suolo pubblico perch non inclusivi, la citt si dimostr esclusivista. Sotto pressione la citt torn sui suoi passi e permise ai vigili del fuoco
di issare un albero per la vigilia e il giorno di Natale; anche a
quel punto il consiglio comunale solennemente dichiar che,
quandanche un solo cittadino avesse obiettato, allora lalbero
avrebbe dovuto essere rimosso. Pertanto in nome dellinclusione e della tolleranza, la citt ha permesso allanima pi sensibile (o a quella pi piagnucolosa) non soltanto di fissare lagenda pubblica ma di dettare una politica intollerante verso molti altri cittadini di Eugene con una decisione che giustificava
unesclusione immatura. Durante lultimo decennio e mezzo
in molti campus del paese i gruppi studenteschi hanno adottato una politica che esclude qualsiasi organizzazione studentesca non accetti fra i suoi conduttori omosessuali praticanti. Si
tratta naturalmente di uno sforzo volto a produrre in qualche
modo inclusione, sempre, beninteso, in nome della tolleranza. Il risultato la decisione di disconoscere i gruppi evangelici che per una questione di coscienza non possono sottostare a una simile condizione e che pertanto sono esclusi dal
coacervo del campus. Se tuttavia i gruppi non possono fissare
le proprie regole in merito alla selezione dei propri conduttori, allora che cosa pu impedire che si escluda il club di scienze perch non accetta come suo conduttore qualcuno che crede che la terra piatta, o Hillel, organizzazione universitaria
ebraica che accetta fra i suoi conduttori unicamente Ebrei e
persone che non negano lOlocausto o ancora unorganizzazione musulmana che non ammette fra i suoi conduttori i politeisti hindu? In ciascun caso questa politica potrebbe essere adottata per favorire linclusione e inoltre il gruppo sarebbe escluso dal campus. In realt, certo, nessuna associazione studentesca si spinge a tanto: i criteri di inclusione dei gruppi studenteschi sono altamente selettivi. Vi forte sostegno nei confron104

4. Peggio dellincoerenza

ti degli omosessuali; non vi alcun sostegno per chi crede che


la terra piatta. Ma ci non fa che dimostrare che i gruppi studenteschi non sono onesti difensori della tolleranza, dellinclusione e del diritto di parola. Fanno piuttosto appello alla tolleranza in modo selettivo al fine di promuovere i propri valori selettivi. Non siamo di fronte a unincoerenza casuale; semmai
unincoerenza cui sottende un disegno ben preciso. Il fatto che
sinora le sorti sono state dalla parte delle minoranze studentesche non corregge la bruttura delle politiche delle associazioni
studentesche stesse.
Secondo innumerevoli resoconti apparsi in rete, nellultimo decennio il produttore cinematografico Rob Reiner, co
fondatore di Castle Rock Entertainment, si schierato con tale
forza contro il fumo, al punto che chi volesse includere scene
di fumo in un film prodotto dalla Castle Rock ha prima dovuto incontrarsi con Reiner e fornire una spiegazione convincente. Reiner pare aver affermato ripetutamente: I film non fanno altro che pubblicizzare le sigarette invogliando i pi giovani a fumare. In altre parole, pur con rarissime eccezioni, Reiner non tollera che nei film della Castle Rock si fumi. Ben fatto, Rob. Ma perch allora non prendere una posizione simile
contro sesso occasionale, violenza gratuita e linguaggio blasfemo? La risposta naturalmente che la rappresentazione hollywoodiana di simili condotte non determina comportamenti
analoghi e daltronde sarebbe un segno di intolleranza censurare la rappresentazione di modi di vivere alternativi. Ma allora perch Reiner pensa che rappresentare il fumo pubblicizzi a tal punto il vizio stesso da indurre i giovani a fumare?
Com possibile che la cosa morale da fare sia essere intolleranti verso la rappresentazione del fumo e tolleranti verso lo
stupro di gruppo?
Simili incoerenze si presentano in ogni ambito della vita.
Un decennio fa First Things rifer i commenti del conduttore e commentatore televisivo ebreo Dennis Prager riguardo ad
alcuni sviluppi che avevano visto coinvolta la Duke University, universit associata alla United Methodist Church5. Sin dal
1853, alla celebrazione religiosa di baccalaureato, Duke ha re5. First Things 111, Jan. 1999, p. 77.
105

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

galato una copia gratuita della Bibbia a tutti i laureandi. Alla


fine degli anni 90 i docenti e gli studenti ebrei della Duke lamentarono che fosse offensivo per gli studenti ebrei ricevere
un libro che includesse il Nuovo Testamento. In tutta risposta
la Duke ha deciso da quel punto in avanti di non consegnare
pi la Bibbia a mano ma di lasciarne una pila in una stanza separata dove gli studenti potessero andare e prendere la propria
copia qualora lo desiderassero. First Things cita le seguenti parole di Prager in merito (enfasi originale):
Per riassumere la situazione in termini ancora pi semplici:
i docenti e gli studenti ebrei della Duke insieme a istituzioni
ebraiche presenti alla Duke sono contrari al fatto che gli studenti ebrei partecipino a una cerimonia religiosa in occasione della quale Duke offre in dono una Bibbia contenente la
loro stessa Bibbia, la Bibbia ebraica, ma anche il Nuovo Testamento, dono che gli studenti sono liberi di rifiutare, offerto
in occasione di una cerimonia a cui gli studenti sono liberi di
non partecipare, in ununiversit privata e affiliata alla Chiesa metodista. Uno dei termini migliori per descrivere questo atteggiamento in effetti un termine ebraico/Yiddish:
chutzpah. Un altro termine azzeccato potrebbe essere ingratitudine. Noi Ebrei americani siamo probabilmente gli Ebrei
pi fortunati nella storia ebraica. Conduciamo le vite pi libere ed economicamente pi sicure nella storia giudaica in
un paese che non solo tollera la nostra religione ma lha sempre onorata. E chi ha reso possibile la costituzione di un simile paese? Uomini e donne, quasi tutti cristiani, che consideravano i valori giudeocristiani, fondamento di questa societ, nonostante diversi di loro venissero meno a essi. Nel
nostro caso specifico la Duke non era stata fondata da Ebrei
ma da cristiani, o meglio, da una precisa denominazione cristiana. Invece di essere grati alla tradizione su cui si fondava il loro paese e la loro universit, alcuni docenti e studenti ebrei della Duke hanno pensato bene di dirsi offesi da essa
... Gli Ebrei della Duke hanno minato le fondamenta culturali giudaicocristiane e occidentali che stanno alla base della cultura americana e della loro universit. E per che cosa?
Per non reggere fra le mani una Bibbia contenente scritture

106

4. Peggio dellincoerenza

cristiane. Che tristezza! Evidentemente il multiculturalismo


e la tolleranza non si applicano ai cristiani6.

Lincoerenza insita in tali e in tanti altri appelli contemporanei


alla tolleranza incredibilmente scontata, sebbene sovente
ignorata. LEuropa, che si fregia di essere molto pi tollerante
dellAmerica, manifesta questo genere dincoerenza su molti
fronti. Quando un giornale danese pubblic delle vignette
che ritraevano Maometto e ne seguirono delle morti, molta
parte della discussione nei media ruot attorno a due visioni
contrapposte: la tolleranza del nuovo tipo (il vignettista se l
andata a cercare. Avrebbe dovuto essere pi tollerante verso la
sensibilit dei musulmani) e la libert despressione (dovremmo
custodire la libert di pubblicare ci che vogliamo anche se
mette allo spiedo le vacche sacre). Ancora una volta dobbiamo
constatare come ci che viene invocato in termini di tolleranza
non ha nulla a che vedere con la vecchia tolleranza. La vecchia
tolleranza avrebbe sottolineato che sia i musulmani sia i cristiani
hanno il diritto, anzi lobbligo, di criticare laltra parte, anche
con i mezzi della satira e della vignettistica. I vignettisti danesi
non stavano mettendo in pericolo la libert di espressione dei
musulmani, tanto meno il loro diritto al culto e alla propagazione
della loro fede. Pertanto, quando alcuni musulmani risposero
con la violenza e con minacce di morte, furono loro a essere
intolleranti (secondo il vecchio concetto di tolleranza), non gli
editori delle vignette. Soltanto secondo i termini della nuova
tolleranza possibile tacciare di intolleranza vignettista ed
editore. Nel frattempo, riducendo il proprio attaccamento alla
libert di espressione, molte voci, evidentemente intimorite
dalle minacce, sono divenute esse stesse meno tolleranti verso
coloro che volevano difendere la libert despressione.
Nel 2006, secondo la BBC7, un settantacinquenne, Edward
Atkinson, residente a Kings Lynn, Norwich, era in attesa di
un intervento di sostituzione dellanca allospedale Queen
Elizabeth. Essendo contro laborto, luomo inizi a inviare
allospedale foto di bimbi abortiti. Il direttore dellospedale,
6. Idem.
7. In First Things 165, Aug./Sep. 2006, p. 79.
107

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Ruth May, ravvis in questa condotta un caso di abuso o


comunque un comportamento inaccettabile nei confronti dello
staff dellospedale e cancell lintervento. Non solo ma la Corte
di Swaffham condann lanziano a ventotto giorni di carcere
per linvio di materiale offensivo allo staff dellospedale.
Evidentemente abortire un bambino legale e bisogna essere
tolleranti verso gli abortisti vale a dire, non bisogna fare
nulla che offenda coloro che praticano laborto; nondimeno,
mostrare immagini di bimbi abortiti un crimine e coloro che
diffondono immagini simili e soppongono allaborto devono
essere incarcerati e devono essere loro negate le cure mediche
che sono garantite ad assassini e stupratori. Ancora una volta
ci troviamo di fronte a un caso di intolleranza favorita dal
governo, in nome della (nuova) tolleranza.
Serve ricordare che lantisemitismo in Europa sta facendo
un impressionante e grottesco ritorno? Il numero di Ebrei aggrediti (specialmente se indossano copricapo o altri indumenti che li identificano come Ebrei) e il numero delle sinagoghe
sfregiate e occasionalmente distrutte sono in costante aumento.
Il World Jewish Congress sostiene che lantisemitismo di matrice europea ha raggiunto i suoi livelli peggiori dal 1945. Alcuni
anni fa un sondaggio condotto su nazioni dellUnione Europea
ha mostrato che circa il 60% degli Europei ritiene Israele la pi
grande minaccia alla pace nel mondo non la Corea del Nord,
non il Sudan, non lIran. Questa tendenza stata determinata
dalla confluenza di svariati fattori: il razzismo redivivo di estrema destra di matrice neonazista, lantisemitismo politicoeconomico dellestrema sinistra (Israele e gli Stati Uniti sono il nemico comune) e lodio religioso nei confronti degli Ebrei proveniente da una parte cospicua della popolazione musulmana
europea. Ci non significa che non esistano altri generi dintolleranza in Europa e nel mondo. Si tratta semplicemente di
un esempio piuttosto sconcertante di una cultura che si ritiene
profondamente tollerante (nel secondo senso) ma sta scivolando progressivamente verso una delle espressioni di intolleranza
(nel primo senso) pi forti del secolo XX.

108

4. Peggio dellincoerenza

LIMPATTO DELLA SECOLARIZZAZIONE


Nel precedente capitolo ho sostenuto che i processi di secolarizzazione avevano permesso a molte persone di premere un
interruttore relativo a vari assunti di base. Ora mi accingo a
mostrare come coloro che sposano la nuova tolleranza non fanno che aderire a una qualche forma di secolarismo quasi fosse
unistanza neutrale, cos che implicitamente coloro che adottano altre posizioni risultano gretti e intolleranti.
chiaro che gli studiosi hanno attribuito traiettorie diverse ai processi di secolarizzazione. La vecchia teoria di Max Weber (18641920) era che la secolarizzazione il quasi inesorabile processo per cui, con lavanzare della modernit, la religione retrocede. Questa teoria and per la maggiore pi o meno
fino al 1970 ed ancora molto influente fra i media popolari e
in molti circoli europei. Tuttavia gli studiosi di sociologia, osservando come lAmerica su svariati fronti nel contempo laica e religiosa, hanno iniziato a parlare di eccezionalismo americano, sostenendo che la secolarizzazione non significa necessariamente riduzione o scomparsa dellelemento religioso ma il
suo relegamento alla periferia della vita: la religione diviene un
fatto privato (come abbiamo notato nel capitolo precedente).
Oggi sempre pi comune parlare non tanto di eccezionalismo
americano ma di eccezionalismo europeo: lAmerica rientra pi
comodamente nelle categorie che interessano il resto del mondo, dove la religione non accenna a retrocedere, laddove lEuropa unica per percentuale di agnostici o atei fra i suoi cittadini e per i numeri marginali di persone che invece fanno parte delle religioni organizzate8. Sempre pi gli Europei secolarizzati sono lunico ampio gruppo che ritiene ancora fondamentalmente corretta lanalisi di Weber.
8. Per unutile panoramica di queste tendenze, si veda Richard John
Neuhaus, Secularizations, First Things 190, Feb. 2009, pp. 2328. Mi
affretto a specificare che questa discussione sulleccezionalismo americano o europeo nellambito della religione non ha alcuna connessione
di necessit con il pi ampio dibattito sulleccezionalismo americano: si
veda per esempio Ted Bromund, The exceptional battleground: a controversy, City 4, n. 1, 2011, pp. 4652.
109

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Nonostante queste sottigliezze, coloro che si ritengono laici, sia in Europa sia in America, tendono per a considerare
la propria posizione moralmente neutra e pertanto intrinsecamente superiore e degna di trovare riscontro nella legge, anche
se ci significa reprimere per legge coloro che contestano tale
visione. A volte questo filone di pensiero sviluppato ricorrendo ad argomenti sofisticati ed eleganti. Ad esempio Kathleen
M. Sullivan, scrivendo sulla University of Chicago Law Review,
afferma che linsistenza della Costituzione sul libero esercizio
della religione implica il libero esercizio della nonreligione,
il che pertanto,
stabilisce un ordine pubblico propriamente civile, che pone
fine alla guerra delle sette. Il prezzo di questa tregua la messa
al bando della religione e la sua uscita dalla pubblica piazza
ma il premio dovrebbe essere il consentire alle sottoculture
religiose di ritrarsi dalla sfera della regolamentazione
compatibilmente con una pacifica coesistenza diarchica9.

Sullivan non esita poi a esplicitare le implicazioni di tale


privatizzazione della religione: La linea di fondo [della libert religiosa] non quella di una libert religiosa priva di restrizioni ma di una libert religiosa garantita nella misura in cui la
religione coerente con ledificio dellordine laico e morale10.
Non riesco a capire come tale autorit attribuita alledificio
dellordine laico e morale abbia pi limitazioni e contrappesi alle sue enormi pretese dellautorit, diciamo, del regime nazista o di un regime totalitario comunista.
Naturalmente lassunto secondo cui la cornice di riferimento
laico sia la sola moralmente neutra e perci sempre superiore si
manifesta in molti ambiti. Ad esempio nellambito degli studi
biblici Ronald Hendel ha di recente dato le dimissioni dalla
Society of Biblical Literature, in quanto a disagio con la linea
della Societ che tollerava evangelici fra le sue fila, limitando
9. K.M. Sullivan, Religion and liberal democracy, University of Chicago
Law Review 59, 1992, p. 222.
10. Ibid., p. 198. Sono grato a M. Thate per aver rivolto la mia attenzione al
saggio di Sullivan.
110

4. Peggio dellincoerenza

in questo modo, a suo parere, limpegno per uno studio critico


e razionale11. Il suo saggio mostra come per lui la ragione sia
associata a spiegazioni puramente naturalistiche della realt.
Nellalternativa vengono raggruppati insieme creazionisti,
maneggiatori di serpenti e guaritori.
Un esempio pi simpatico viene dalla Gran Bretagna. Allinizio del 2007, Michael Portillo, ex membro del parlamento e
del gabinetto inglese scrisse:
Quando la scorsa settimana David Cameron [il leader del
partito conservatore e ora primo ministro] rivel che spera sua figlia vada in una scuola della Chiesa dInghilterra, i
suoi collaboratori si affrettarono a specificare che il primo
ministro frequenta il Culto domenicale a Kensington non al
fine di aumentare le possibilit dammissione della figlia alla
scuola anglicana ma per sincera convinzione religiosa. Sarebbe una rassicurazione maggiore per me sapere che il leader
Tory va in chiesa perch quello che serve per assicurare alla
figlia lammissione in una delle migliori scuole statali e non
perch un credente12.

Albert Mohler, presidente del Southern Baptist Theological


Seminary, in tutta risposta, disse: Avete capito bene. Il signor
Portillo preferirebbe che il signor Cameron fosse un ipocrita
piuttosto che un credente in Dio13. Mohler osserva che Portillo
passa poi a criticare lallora primo ministro Tony Blair perch
colpevole anchegli di credere in Dio: Pare che prenda la
religione seriamente. Si dice che porti con s testi teologici del
XII secolo come letture da bordo piscina. Un anno fa ci disse
che aveva pregato Dio in relazione alla decisione di partecipare
allinvasione americana dellIraq e che, in quanto credente, ci
che pi lo interessa come Dio giudicher le sue azioni. A
questo Mohler replic: Dunque il signor Portillo teme un leader

11. R.S. Hendel, Farewell to SBL: faith and reason in biblical studies, Biblical Archaeology Review 36, n. 4, Jul./Aug., 2010, pp. 28, 74.
12. http://www.michaelportillo.co.uk/articles/art_nipress/god.htm.
13. http://digital.library.sbts.edu/bitstream/handle/10392/1452/2007-02-26.
pdf?sequence=1.
111

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

nazionale che a sua volta ha il timore del giudizio di Dio. Viene


da dire che dovremmo piuttosto temere luomo che non ha il
timore del giudizio. Lelemento che colpisce naturalmente
la candida hybris con cui il signor Portillo presuppone che una
posizione laica o naturalista sia intrinsecamente superiore e pi
sicura. Raccontatelo alle vittime di Stalin, Mao o Pol Pot.
Lo stesso fenomeno massimamente presente nella sfera politica. Quando George W. Bush fu rieletto presidente nel
2004, gli oppositori pi laici si superarono nella produzione di
prosa carica di indignata condiscendenza e stridula superiorit14. Uno degli editori di American Prospect, Robert Kuttner,
critic i democratici per non aver messo in guardia lelettorato
medio dai pericoli di un presidente teocratico la cui base rifiutava la modernit n aver articolato un convincente linguaggio
morale proprio15. Evidentemente la modernit non ha nulla
a che fare con Dio; lalternativa la teocrazia. Il signor Kuttner
non ha letto i padri fondatori? Ecco la medesima antitesi presente nelle parole di Robert Reich, intrise di presupposti weberiani, e pronunciate alcuni mesi prima delle elezioni del 2004:
Il grande conflitto del XXI secolo non sar fra lOccidente e il terrorismo. Il terrorismo tattica, non fede. La vera
battaglia sar fra la civilt moderna e gli antimodernisti; fra
coloro che credono nel primato dellindividuo e coloro che
credono che gli esseri umani debbono la propria fedelt e la
propria identit a unautorit pi alta; fra coloro che danno
priorit alla vita in questo mondo e coloro che credono che
la vita umana altro non sia che preparazione per unesistenza oltre quella presente; fra coloro che credono nella scienza, nella ragione e nella logica e coloro i quali credono che
la verit rivelata attraverso la Scrittura e il dogma religioso.
Il terrorismo destabilizzer e distrugger vite ma non esso
stesso il pericolo pi grande che dobbiamo affrontare16.

14. Si veda in particolare la dettagliata documentazione prodotta in R.


Ponnuru, Secularism and its discontents, National Review 56, n. 24, 27
Dec., 2004, pp. 3235.
15. http://prospect.org/cs/articles=an_uncertain_trumpet_120104.
16. http://prospect.org/cs/articles?articleId=7858.
112

4. Peggio dellincoerenza

Il piccolo elemento di verit nel paragrafo di Reich certamente che il terrorismo non un credo ma una tattica. Pu essere fatto proprio, come nel passato e come accadr nel futuro, da persone di innumerevoli estrazioni religiose e politiche.
Quello che davvero sconcertante in questo paragrafo per
come esso faccia di ogni erba un fascio, raggruppando dogmaticamente insieme tutti i religiosi, gli antimodernisti, contrapponendoli alla moderna civilizzazione. Ancora pi stupefacenti sono gli allineamenti operati da Garry Wills nel suo
editoriale apparso sul New York Times il 4 novembre 2004:
Gli stati laici della moderna Europa non comprendono
il fondamentalismo dellelettorato americano ... Ora assomigliamo a quelle nazioni meno di quanto assomigliamo ai
nostri nemici putativi. Dove altrimenti riscontriamo quello
zelo fondamentalista, quella rabbia di fronte alla secolarizzazione, intolleranza religiosa e quel timore misto a odio nei
confronti della modernit? Non in Francia n in Inghilterra n in Germania, Italia o Spagna. Lo troviamo nel mondo musulmano, in Al Qaeda, nei lealisti sunniti di Saddam
Hussein. Gli Americani si meravigliano del perch il resto
del mondo ci consideri cos pericolosi, cos testardi, cos impermeabili agli appelli internazionali. Temono la jihad, a
prescindere da chi sia a esprimere lo zelo religioso17.

Nondimeno gli accoliti delle religioni non dovrebbero essere tutti considerati alla stessa stregua cos come non lo si pu
fare per tutti gli atei e i secolaristi. Questi scrittori sarebbero contenti di essere associati a Peter Singer di Princeton e a
un ateismo, il suo, che lo porta a concludere che sarebbe bene
fissare un periodo di ventotto giorni dalla nascita prima che il
bambino abbia lo stesso diritto alla vita degli altri?
Il punto che mentre rivendicano una prerogativa morale pi alta, i secolaristi cercano spudoratamente di perseguire i
propri obiettivi. Naturalmente hanno tutto il diritto di farlo ma
non hanno il diritto di presumere che la loro posizione sia neu17. http://www.nytimes.com/2004/11/04/opinion/04wills.html?_r=1&ex=
1100577901&ei=1&en=d52c693351bb5a97.
113

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

tra e pertanto intrinsecamente superiore. In tempi passati non


era raro che i laici (o atei o ancora liberi pensatori) alimentassero una tolleranza condiscendente verso i loro sodali meno illuminati. Per contro lultimo decennio o gli ultimi due testimoniano un odio crescente verso coloro che sono in disaccordo con i loro presupposti. In una parola, pi si convincono della propria superiorit e neutralit, meno sono tolleranti. Il problema risiede in ci che John Coffey chiama il mito della tolleranza laica. Scrive Coffey:
Il mito non che i laici possano essere tolleranti, dal momento che spesso lo sono. Il mito della tolleranza laica piuttosto risiede nellidea che la tolleranza una cosa naturale per
luomo laico, laddove lintolleranza una cosa naturale per il
religioso. Il mito suggerisce che luomo, per il solo fatto di
aderire a idee laiche, sia in qualche modo immune alla tentazione di denigrare e perseguitare laltro. Questo un mito
nel senso popolare del termine, nel senso cio di una convinzione tanto comune quanto infondata; ma altres un mito
nel senso tecnico del termine nel senso cio di una narrazione morale che sostiene e alimenta la cultura e le convinzioni di coloro che lo abbracciano18.

I SECONDI FINI
Questa sezione del capitolo potrebbe facilmente fornire materiale sufficiente per un libro intero. Io invece mi limiter qui a
fornire una manciata di esempi rappresentativi che mostrano
come obiettivi nascosti vengano perseguiti da quei gruppi e da
quei movimenti che danno grande valore alla tolleranza.
(1) Diversi anni fa mi sono imbattuto in un libretto di trentadue pagine che esaminava la difesa pubblica dei diritti umani da parte di un certo numero di chiese riconosciute. Pub18. J. Coffey, The myth of secular intolerance, Cambridge Papers 12, n. 3,
Sep. 2003, p. 2.
114

4. Peggio dellincoerenza

blicato dallInstitute on Religion and Democracy (IRD), Human rights advocacy in the mainline Protestant churches (20002003) esamina le posizioni della Chiesa Metodista Unita, della
Chiesa Episcopale, della Chiesa Presbiteriana (Stati Uniti), dei
Luterani ELCA e i documenti ufficiali del Consiglio Nazionale delle Chiese e del Consiglio Mondiale delle Chiese. Chiaramente la speranza di queste chiese era quella di incoraggiare
una maggiore libert e tolleranza. Il documento dellIRD osserva tuttavia che durante gli anni passati le chiese sopra nominate hanno passato in rassegna centonovantasette dichiarazioni ufficiali di protesta contro la violazione dei diritti umani.
Il 69% erano indirizzate a Stati Uniti (37%) e Israele (32%).
Nessuna critica era rivolta a Cina, Libia, Siria o Nord Corea,
sebbene tutti e quattro questi paesi sovente negassero brutalmente ai propri cittadini la libert religiosa. Nessuno dei paesi confinanti con Israele viene criticato. Non intendo insinuare
nemmeno per un momento che lAmerica o Israele debbano
essere esenti da critiche. Tuttavia impossibile non notare un
disegno piuttosto soffocante quando si sorvola sulla Corea del
Nord, dove in migliaia muoiono sotto il peso dei lavori forzati
in campi di concentramento.
(2) Nel 2004 la Catholic League diede conto della sua
attenta contabilit di biglietti dauguri di fine anno prodotti
dalle principali aziende del settore. Il totale dei biglietti di
Natale ammontava a quattrocentoquarantatre ma soltanto
nove di questi (2%) riflettevano il significato religioso della
festa. Per contro, dei trentatre biglietti per Hanukkah,
ventisei (79%) avevano una stella di Davide o una menorah.
I biglietti per il Kwanzaa erano tutti caratterizzati da temi non
religiosi ma etnici. Soltanto i biglietti di Natale presentavano
componenti volgari o provocatorie, come, fra le altre, immagini
sadomaso e un angelo seminudo che domanda: Mai fatto un
angelo nella neve?; nulla di simile fra i biglietti di Hanukkah
e Kwanzaa. Come si spiegano simili statistiche specialmente
in un paese che ha un retroterra culturale per il 90% cristiano
e dove quasi la stessa percentuale di persone crede che Ges
sia nato da una vergine? Non occorre ipotizzare lesistenza di
una cospirazione. Le teorie cospirazioniste presuppongono
infatti incontri segreti e malvagie collusioni di cui non c
115

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

alcuna prova. No, le prove indicano qualcosa di pi corrosivo.


In nome di una diversit tollerante e della libert di stampa,
il disegno e le motivazioni pi nascoste vengono a galla: un
disprezzo mirato e odio verso Cristo e i cristiani, disprezzo e
odio riservati a nessunaltra religione19. Il modello corrente di
polemica distintamente anticristiana va oltre il cattivo gusto:
tradisce miopia, per non parlare di una pervicace ignoranza
storica, che francamente scioccante20.
(3) Nel secondo capitolo di questo libro ho fornito alcuni
esempi dello strano volto che la nuova tolleranza assume in
numerosi circoli accademici. Sempre pi si leggono articoli
che documentano la tendenza dei college a fare degli accoliti
delle religioni tradizionali, specialmente di cristiani ed Ebrei,
capri espiatori21. Una delle testimonianze pi penetranti (e
francamente toccanti) che ho letto in questo senso quella di Eric
Miller, Alone in the academy22. Cresciuto alla scuola di grandi
pensatori come Christopher Lasch e Christopher Shannon23,
Miller conclude che la lettura dominante della letteratura e della
storia nel mondo accademico quella che declina luna e laltra
secondo la navigata narrazione di oppressione e libert24.
Non c unaltra storia. Altre possibilit ideologiche,
filosofiche, tradizionali, teologiche vengono derubricate alla
voce oppressore e pertanto non possono essere tollerate. Il
ferro rovente della tolleranza consuma ogni altra narrazione.
In nome della tolleranza e della libert, il mondo intero si fa
piccolo e piuttosto solo. Descrivendo i suoi studi specialistici
negli anni 90, Miller continua:
19. Per altri esempi sulla stessa falsariga, si veda D.A. Carson, Christ and culture revisited, op. cit., pp. 184185.
20. Cfr. V. Carroll e D. Shiflett, Christianity on trial: arguments against anti-religious bigotry, Encounter, San Francisco, 2002.
21. P.es., C. de Russy, The Chronicle Review: the chronicle of higher education 48, n. 24, 22 Feb. 2002, sez. 2, B11-B13.
22. First Things 140, Feb. 2004, pp. 3034.
23. C. Lasch, The culture of narcissism: American life in an age of diminishing expectations, Warner, New York, 1979, in it. La cultura del narcisismo, Bompiani, Milano, 1981; C. Shannon, Conspicuous criticism: tradition, the individual, and culture in American social thought, from Veblen
to Mills, Johns Hopkins University Press, Baltimore, 2006.
24. E. Miller, Alone in the academy, art. cit., p. 31.
116

4. Peggio dellincoerenza

Un segno certo della nostra solitudine era la quasi totale


assenza di qualsivoglia discussione o dibattito politico
autentico allinterno delluniversit nel contesto di seminari
specialistici, di conferenze pubbliche o di ambiti meno
formali. Tutti gli studenti specialisti sapevano, per fare
lesempio pi ovvio, che il conservatorismo (raramente
definito o realmente discusso) era patologico e pertanto
orribile e pericoloso; questo assunto finiva per fissare i confini
allinterno dei quali delineare qualsiasi considerazione del
conservatorismo come soggetto storico o come punto di
vista contemporaneo che potesse contribuire fattivamente
alla dialettica degli autori, alla politica e alla vita.
Quello che percepivo era che la cultura universitaria non
aveva la forza per lanciare una sfida concreta al punto di vista liberale dominante. In questo senso la recente osservazione fatta da Jean Bethke Elshtain sul tipo dimmagine dellio
che ha accompagnato il trionfo della cultura terapeutica
significativo; , dice lei, un io sentimentale e tremolante che
si sente subito a disagio perch questo io deve sentirsi sempre bene con se stesso. Simili io non producono buoni argomenti ma convalidano le tesi gli uni degli altri. Luniversit
negli anni 90 sembrava esemplificare questo trionfo dellio:
quasi mai si sentivano discorsi onesti e autentici. Noi accademici eravamo diventati un gruppo di persone che combattevano principalmente per se stesse una postura che tende a
favorire, con una certa rapidit, un atteggiamento emotivo,
difensivo e non una condizione informata da apertura mentale, razionalit e da tutti quegli altri attributi che gli intellettuali dovrebbero possedere25.

Miller, che ora insegna presso un college cristiano di arti liberali, pronto a confessare che tutti i college cristiani, nonostante la loro sostanziale differenza in termini di credo e di condotta con i loro omologhi secolari, spesso cadono nella stessa
ristrettezza mentale, influenzati da questa et uniformante e
globalizzante chiedendosi se il nostro compromesso con la

25. Ibid., pp. 3132.


117

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

modernit non sia, in fondo, un patto con il diavolo26 nonostante lunica scelta responsabile sia continuare a perseguire un
pensiero pi forte.
(4) Il meraviglioso mondo della politica fornisce esempi infiniti di secondi fini, perseguiti in nome della tolleranza. Nella
citt americana che pi di tutte vuole essere riconosciuta per la
sua tolleranza, vale a dire San Francisco, venticinquemila teenager cristiani si sono radunati nel 2006 per manifestare contro
quella che hanno chiamato cultura popolare del terrorismo
contro la virt. I sovrintendenti locali approvarono risoluzioni in cui mettevano in guardia contro la loro maligna influenza
e alcuni dei consiglieri comunali erano apoplettici. Uno di loro,
citato svariate volte, si rifer ai giovani in questi termini: Rumorosi, fastidiosi, disgustosi, se ne dovrebbero andare da San
Francisco27. Grazie a Dio il San Francisco Chronicle rilev lironia: La reazione dei supervisori stata cos esageratamente
brutale che c una sola parola per descriverla: intollerante28.
Basta cos per. Il punto principale di questo capitolo sta
nellosservare come la nuova tolleranza si ritenga intrinsecamente neutrale, scevra da qualsivoglia sistema di pensiero religioso, morale o etico, ma non cos. Il problema va oltre una
semplice incoerenza. La nuova tolleranza infatti trasferisce costantemente allinterno della cultura gigantesche strutture di
pensiero e le impone su coloro che sono in disaccordo, sostenendo che sono gli altri a essere intolleranti.

26. Ibid., p. 34.


27. P.es., SfGate, in http://articles.sfgate.com/2006-03-25/news/17286242
_1_culture-war-battle-cry-popular-culture.
28. http://articles.sfgate.com/2006-03-28/opinion/17286464_1_supervisors-christian-battle-cry.
118

CAPITOLO 5

LA CHIESA E GLI ENUNCIATI


DI VERIT CRISTIANA

LE SFIDE
Laccusa dintolleranza
Nel suo libro del 1991 The good society, Robert Bellah cita le
parole del discorso di laurea di un laureato di Harvard: Fra i
miei compagni di classe credo serpeggi unidea, un sentimento, che tutti noi a un certo punto abbiamo acquisito nel nostro
percorso a Harvard; in una parola, signori e signore, confusione. Un altro laureato alla stessa cerimonia dichiar:
Ci dicono che eresia insinuare la superiorit di un valore, pura fantasia credere in discorsi morali, schiavit sottoporsi a un giudizio pi sano del proprio. La libert del giorno doggi la libert di dedicarsi a qualunque valore si desideri, a condizione che lo riteniamo vero1.

Il problema legato a ci che ho chiamato nuova tolleranza. Per non dire che alcune posizioni sono sbagliate, que1. R. Bellah, The good society, Knopf, New York, 1991, pp. 4344; la citazione si trova anche in S. Garber, The fabric of faithfulness, InterVarsity,
Downers Grove, 2007, p. 222. Sono grato a Tom Frakes per aver portato questa citazione alla mia attenzione.
119

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

sta tolleranza diviene sinonimo di neutralit etica e religiosa. Essa si rifiuta di giudicare fra enunciati morali e di verit che rivaleggiano per il fatto che farlo significherebbe essere intolleranti. Per contro, la vecchia tolleranza quella che J.
Budziszewski chiama vera tolleranza2 in realt esige che si
prenda posizione fra le varie verit e assunti etici contrapposti. Diversamente non possibile trovarsi nella posizione di
chi sopporta qualcosa con cui in disaccordo. Parte delle crisi che affrontiamo in ambiti diversi quali listruzione, la politica e il diritto, per non parlare della religione, deriva dal declino della vecchia tolleranza e dal trionfo della nuova. La triste realt infatti che la neutralit etica questa nuova tolleranza in definitiva impossibile ma, nella misura in cui viene perseguita, paralizza le scelte sulla linea di condotta da tenere ed elimina le scelte di principio dal momento che rifiuta
la cornice di verit e moralit da cui dipende la vera tolleranza.
In questo capitolo rifletto principalmente sulla verit, in quello successivo sulla morale.
N la vecchia tolleranza n la nuova rappresentano una
posizione di matrice intellettuale; in entrambi i casi si tratta
di una reazione sociale. La vecchia tolleranza nasce come volont di sopportare, ammettere o tollerare persone e idee con
cui siamo in disaccordo; nella sua forma pi pura, la nuova
tolleranza impegno sociale a trattare tutte le idee e le persone come ugualmente giuste, salvo quelle persone e quelle
idee che divergono dalla visione fondamentale della tolleranza. I sostenitori della nuova tolleranza sacrificano saggezza e
principio sullaltare dellunico bene supremo: innalzare la propria visione della tolleranza. Coloro che sostengono e praticano il vecchio modello di tolleranza, coinvolti come sono in un
qualche sistema di valori, sono sovente tacciati di intolleranza.
Cos banditi, essi non meritano pi un posto a tavola.
In nessuna rappresentazione il conflitto pi profondo che
nelle visioni contrapposte della religione in generale e del cristianesimo in particolare. Le migliori menti, da una parte come
dallaltra del dibattito, riconoscono che il concetto di verit il
2. J. Budziszewski, True tolerance: liberalism and the necessity of judgment,
Transaction, New Brunswick, 2000.
120

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

centro nevralgico del problema. Stanley Fish, che per tanti anni
diresse il dipartimento di Anglistica della Duke University, per
poi insegnare alluniversit dellIllinois e successivamente diventare ordinario di Lettere e Giurisprudenza presso la Florida International University, non amico del cristianesimo confessionale, eppure analizza la questione con maggiore chiarezza di quanto non facciano alcuni sedicenti cristiani. Uno fra i
difensori pi eloquenti di una robusta forma di postmodernismo, Fish riconosce che coloro che vogliono insegnare la Bibbia come letteratura nelle scuole pubbliche, eludendo la questione della verit, preservano le proprie credenziali postmoderne ma sacrificano la Bibbia in termini di ci che essa afferma di essere e di ci che i cristiani dicono che sia.
Gli enunciati di verit della religione se non altro di
religioni come il Cristianesimo, lEbraismo e lIslam non
sono accessori rispetto alla sua identit; essi costituiscono la
sua identit.
La metafora a cui i teologi fanno ricorso quella del guscio
e del nocciolo: cerimonie, parabole, tradizioni, giorni sacri,
pellegrinaggi questi non sono che i segni esteriori di qualcosa che si crede li informi e dia loro significato. Quel qualcosa sono gli enunciati di verit della religione. Li si elimini e non rimarr altro che un guscio vuoto, un antico videogame con un supereroe vestito di tunica che divide le acque
del mar Rosso, seguito da un altro che riporta in vita i morti. Riesco gi a vedere il promo: pi emozionante di Pirati dei
Caraibi e Matrix. Di certo non starete insegnando religione.
La differenza fra gli enunciati di verit della religione e
gli enunciati di verit di altri soggetti accademici risiede nel
prezzo da pagare quando si sbaglia. Lo studente o linsegnante che dia la risposta sbagliata a una domanda cruciale
di sociologia o chimica potrebbe ricevere un brutto voto o al
peggio non ricevere una promozione. Si tratta di rischi reali
ma sono niente a confronto del rischio di sbagliare riguardo
allidentit del Dio unico e vero, e riguardo ai giusti modi per
adorarlo (o adorarla). Si sbagli questa risposta e non prenderai un brutto voto n perderai il lavoro, di certo per perderai la salvezza e sarai condannato per leternit allinferno.

121

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Naturalmente la questione del Dio unico e vero proprio


quella da cui rifugge il progetto laico o che il progetto laico
marginalizza. Consiglia rispetto per tutte le religioni e
chiede a noi di celebrarne le diversit. Ma le affermazioni di
verit della religione non vogliono il tuo rispetto. Vogliono
la tua fede e in definitiva la tua anima. Sono affermazioni
gelose. Non avrai alcun altro Dio allinfuori di me3.

Un argomento simile quello usato dallallora cardinale Joseph Ratzinger (poi papa Benedetto XVI): se la questione della
verit giudicata inappropriata nella sfera della religione e della fede, allora lo status di religione e di fede viene tramutato in
qualcosa che nessun credente riconosce4.
Molte voci contemporanee negano che la religione abbia
granch a che fare con una verit difendibile nella pubblica
piazza. Il sospetto legato al posto che la verit occupa nella religione ha a che fare con uno dei miti centrali del nostro tempo. In un saggio Phil Miles ne delinea bene i contorni5. Secondo questo mito una societ sar pi tollerante nella misura in
cui riterr nozioni flessibili, non dogmatiche, persino multivalenti della verit; al contrario, una societ sar pi intollerante
nella misura in cui creder in verit assolute, verit inflessibili,
rigide. In altre parole la tirannia e la tolleranza si trovano in perenne conflitto e quale polo trionfi dipende in gran parte dalla
concezione che abbiamo della verit.
Ma questo mito trova riscontro nella realt? un mito
vero? Miles presenta la sua tesi: La realt lesatto opposto
di quello che ci stato fatto credere. Per dirla in termini
semplici, la tirannia non il risultato inevitabile di una visione
assolutista della verit, piuttosto il prodotto diretto del
relativismo. Allo stesso modo la tolleranza non procede dal
3. Il saggio originale, Religion without truth, stato pubblicato sotto
forma di editoriale nel New York Times del 31 Mar. 2007 (ora disponibile
su http://www.nytimes.com/2007/03/31/opinion/31fishs.html). Un
seguito apparso il 15 Apr. 2007 (si veda http://opinionator.blogs.
nytimes.com/2007/04/15/religion-without-truth-part-two/).
4. J. Ratzinger, Truth and tolerance: Christian belief and world religions, Ignatius, San Francisco, 2004.
5. P. Miles, Of truth, tolerance and tyranny, Kategoria 22, 2001, pp. 727.
122

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

relativismo ma da ci che la nostra societ vuole esorcizzare


la fede negli assoluti6.
Ci vorrebbe troppo tempo per entrare nei dettagli
dellargomentazione di Miles. Basti dire che secondo lui molte
delle categorie di pensiero adottate per analizzare queste cose
sono inappropriate. In parte il suo pensiero prende le mosse
da un caso emblematico. Inizia con il Giappone, paese dove ha
vissuto per molti anni. Nella gran parte delle culture occidentali
viviamo allombra dellIlluminismo, che ci ha insegnato a
classificare le nostre esperienze in due categorie: una, colma
di nonassoluti, caratterizzata da sentimenti, estetismo, arte;
laltra caratterizzata da assoluti, oggettivit, scienza, pensiero
logico e verit. Queste due categorie si escludono a vicenda.
La seconda categoria la sfera della tirannia da un lato, e della
verit oggettiva dallaltro. Per contro il Giappone mescola le
due categorie in modi che sarebbero giudicati incompatibili
nella gran parte del mondo occidentale: da una parte la
poesia haiku e delicati dipinti di fioriture incantevoli di ciliegi,
dallaltra spietate corporazioni e macchinazioni politiche. Il
fatto che queste due categorie coesistano e si compenetrino in
Giappone ci che fa sembrare questo paese cos misterioso
allosservatore occidentale. In realt, secondo Miles, quello che
spesso chiamato il triangolo di ferro la triade formata da
governo eletto, mondo degli affari e burocrazia7 esercita un
potere enorme in modo francamente opprimente. Non c
bisogno di immaginarsi il tutto in termini di dittatori e stivali
militari. Le cose vengono fatte in modo molto pi sottile in
Giappone ma il fatto saliente che coloro che detengono il
potere lo usano per controllare le vite di coloro che sono loro
sottoposti8. Non vi una vera e propria tradizione di persone
elette come servitori del popolo; anzi, le persone esistono
per servire stato e cultura ma soprattutto per servire lazienda
alla quale appartengono. Nella cultura giapponese non esiste la
nozione di giusto e sbagliato in senso assoluto; noto che
non esiste una parola giapponese per peccato. In questo senso
6. Ibid., p. 8.
7. Ibid., p. 11.
8. Ibid., p. 11.
123

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

la societ giapponese relativista vale a dire, ci che giusto


dipende dalla situazione nella quale ti trovi ed determinato
dalle aspettative sociali calate sulla tua posizione nella struttura
di potere. Miles scrive:
I giapponesi sono molto avvezzi a valutare ci che si richiede alla persona in una data situazione e ad agire di conseguenza. Spesso questo atteggiamento frainteso dagli occidentali come doppiezza ma riflette semplicemente il modo in
cui la vita va vissuta l dove tutto relativo. La verit stessa
diventa un mero costrutto sociale. Se tutti credono che una
data cosa vera o se le autorit esistenti dicono che lo , allora ai fini pratici della vita quotidiana, lo . Come dicono i
giapponesi, sicuro attraversare col rosso se lo fanno tutti9.

In altre parole il Giappone un caso emblematico in cui


un certo tipo di relativismo apre le porte a una forma di tirannia sociale che riduce enormemente il valore dellindividuo e
pertanto schiaccia qualsiasi individualismo. Miles sostiene che
in questo tipo di cultura, se vi fosse, diciamo, una legge morale
oggettiva e priva di ambiguit a cui gli individui potessero fare
appello, vi potrebbe essere a un tempo una voce critica dellimpiego illimitato di potere politico e sociale. lassenza di simili standard oggettivi a rendere possibile loppressione culturale giapponese.
Bench non faccia parte dellargomentazione di Miles, si
potrebbe osservare che nel XX secolo la pi grande frantumazione dellindividualismo si verific sotto il comunismo e il fascismo. Entrambi ricorsero non soltanto alla forza bruta ma anche a massicce macchine di propaganda per far s che il popolo sallineasse al dogma di partito. La verit era ci che Joseph
Goebbels (ad esempio) chiamava verit.
Alla luce di casi tanto emblematici, ci si rende conto
che quellindividualismo che ha il potenziale di diventare
socialmente distruttivo (tutti fanno ci che giusto ai propri
occhi) pu, in questo mondo ferito, servire alternativamente
come baluardo che soppone alle tirannie politiche e sociali
9. Ibid., pp. 1112.
124

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

dicendo: Basta!. Ma difficile capire da dove venga la forza


morale per prendere una posizione simile se sistematicamente
viene meno la categoria della verit oggettiva. I martiri non
sono fatti di spugna10.
Un altro mito centrale del nostro tempo che Dio
infinitamente tollerante. Vi naturalmente una parte di verit
in simili asserzioni. Nonostante la sua illimitata potenza e la
sua perfetta santit, la tolleranza di Dio si manifesta tramite
la sua pazienza verso i peccatori (Rom 3:25; At 17:30).
Sarebbe lecito attendersi che il giudizio di Dio si riversase
istantaneamente sulluomo; egli si dimostra invece longanime
(per riesumare una parola ormai desueta), desiderando che
giungiamo al ravvedimento (Rom 2:14). La Scrittura afferma
ripetutamente che egli lento allira (p.es., Es 34:6) ed a
tal punto pi paziente dei suoi figli che questi sono a volte
indotti a metterne in discussione la giustizia (Ab 1:24,
13). La pazienza di Dio non tuttavia infinita. La Scrittura
dichiara infatti che egli non terr il colpevole per innocente
(Es 34:7). La Bibbia annuncia la venuta di un giorno dira in
cui Dio giudicher i segreti degli uomini per mezzo di Ges
Cristo (Rom 2:16; cfr. At 17:31; Ap 14:18; 19:13; 21:8). Cosa
ancora pi importante: Dio molto pi che tollerante. Egli
non tollera il peccato e lanarchia ma benevolo e amorevole
al di l di ogni immaginazione, come dimostra magnificamente
il suo aver mandato il proprio figlio per pagare il prezzo del
nostro peccato e ricondurci a s. Parlare della tolleranza di
Dio prescindendo da questo pi ricco ritratto biblico vuol dire
non rendere giustizia a ci che Dio realmente. Il suo amore
meglio della tolleranza; la sua ira garantisce una giustizia che la
semplice tolleranza non pu nemmeno comprendere.
Lo stesso vale per Ges. Da un lato Ges disse: Non giudicate, affinch non siate giudicati (Mt 7:1) nonostante laffermazione di chi, essendo biblicamente analfabeta, ritiene che
queste parole di Ges si applicano a qualsiasi tentativo di di10. Alcuni dei paragrafi precedenti sono prima apparsi in D.A. Carson,
Editorial: contrarian reflections on individualism, Themelios 35, 2010,
pp. 378383, http://www.thegospelcoalition.org/publications/35-3/editorial-contrarian-reflections-on-individualism.
125

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

scernimento morale (seppure il versetto faccia parte del Sermone sul monte, che abbonda in distinzioni morali) e proibiscono
ogni giudizio morale sulle persone (seppure lo stesso capitolo
presenti Ges come giudice supremo [7:2123]). Tale affermazione non presta alcuna attenzione al contesto immediato n a
insegnamenti predominanti nella vita di Ges; nel suo contesto, il versetto, ampiamente citato, condanna quel giudizio della persona che mira a salvare se stessi mettendo in luce gli errori altrui, non gi lumile allinearsi morale a ci che Dio stesso ci
rivela inoltre Ges era amico di noti peccatori, era colui che
pianse su Gerusalemme per la sua cecit, che preg per il perdono di coloro che lo crocifiggevano e comand a coloro che lo
seguivano di amare i propri nemici. Daltro canto questo non
lintero quadro biblico. Ges parla dellinferno pi di quanto faccia qualunque altro personaggio della Bibbia e sostiene di
essere lunica via per andare al Padre (Gv 14:6). In un solo capitolo dice ben sei volte: Guai a voi, scribi e farisei ipocriti
(Mt 23), chiamandoli ciechi e razza di vipere (23:19, 33).
Non c da meravigliarsi se Colin Gunton poteva scrivere: Il
valore di questi brani ... quello di mostrarci che Ges non era
un uomo tollerante. Allo stesso tempo il mezzo per esprimere il giudizio, dallinizio alla fine, sino alla croce, non repressivo. Proprio la morte pu essere parte del costo che la chiesa
dovr pagare per seguirlo nel repressivo mondo postmoderno
in cui viviamo11.

Allinterno della chiesa


Si sarebbe potuto pensare che lampio successo culturale della
(nuova) tolleranza potesse essere limitato: avrebbe dettato,
certo, ci che accettabile culturalmente in senso generale ma
11. C. Gunton, Revelation: do Christians know something no one else
knows?, in A. Morrison, a cura di, Tolerance and truth: the spirit of
the age or the spirit of Christ, Edinburgh Dogmatics Conference Papers,
Rutherford House, Edinburgh, 2007, p. 19. A un livello pi divulgativo, si veda J. MacArthur, The Jesus you cant ignore: what you must learn
from the bold confrontations of Christ, Thomas Nelson, Nashville, 2010.
126

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

non avrebbe avuto la presunzione di rimodellare ogni singola


enclave privata allinterno della cultura stessa. Dopotutto, se
questa nuova tolleranza pu essere imposta alla cultura in
generale non c bisogno di un simile controllo allinterno di
istituzioni private o allinterno di chiese o denominazioni. I vari
gruppi possono proseguire sul loro tracciato oscurantista senza
costituire una vera e propria minaccia alla cultura generale.
Tuttavia ci si rende sempre pi conto che ci precisamente quello che non sta accadendo. Specialmente quando le chiese prendono una posizione morale su aspetti che contrastano
con la posizione dominante adottata dai media, questi ultimi si
sentono in dovere di attaccare le chiese per la loro intolleranza.
In anni recenti abbiamo ad esempio assistito a un gran numero
di importanti politici cattolici, i quali hanno affermato che, pur
essendo personalmente contro laborto, ritengono di dover votare a sostegno della libert di scelta. Dopotutto, dicono, non
fanno che osservare la separazione fra stato e chiesa. Quando taluni vescovi cattolici annunciano poi che sar impedito
ad alcune persone di prendere la comunione, i media diventano apoplettici. Non solo queste chiese non rispettano la distinzione fra stato e chiesa ma sono incredibilmente intolleranti
il peccato per eccellenza secondo il catalogo dei vizi dei media.
Tutta una serie di problemi richiede una riflessione. I media non sono intolleranti nei confronti delle chiese che giudicano intolleranti? Le chiese, in quanto organizzazioni private,
non hanno il diritto di disciplinare i propri membri secondo le
proprie convinzioni dichiarate o secondo i propri regolamenti?
Soltanto la lettura pi straordinariamente ristretta della storia
si fonda sullidea che i cittadini, i quali hanno valori morali basati su convinzioni religiose, non possano articolare le proprie
posizioni di fede e votare secondo quei valori. Torna alla mente il noto discorso del presidente Abramo Lincoln in cui severo
era il giudizio contro coloro che si dichiaravano personalmente
contrari alla schiavit, pur insistendo di non volere che ne fosse denunciato pubblicamente lerrore:
Ma coloro che dicono di odiare la schiavit e le si
oppongono ... dove sono? Verifichiamo. Dici di ritenere
la schiavit sbagliata ma denunci tutti i tentativi fatti per

127

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

fermarla. C qualcosaltro che consideri sbagliato ma che


non vuoi condannare? Perch sei cos attento, cos tenero
verso questo male e non verso altri mali? Non ci permetti di
fare nulla quasi fosse sbagliato fare qualcosa; non c alcun
contesto in cui anche solo ti spingerai a definirla un errore!
Non dobbiamo chiamarla cos negli stati liberi, perch l
non c e non dobbiamo chiamarla cos negli stati schiavisti,
perch invece l c; non dobbiamo chiamarla errore in
politica, perch ci significherebbe introdurre la morale
nella politica, n chiamarla errore dal pulpito perch ci
equivale a introdurre la politica nella religione ... non c
contesto, secondo te, in cui una cosa sbagliata possa essere
condannata!12.

Quei conduttori di chiesa che si occupano della disciplina


nelle proprie chiese non fanno soltanto il proprio lavoro ma seguono le istruzioni e lesempio del Nuovo Testamento. Il Cristo
esaltato critica la chiesa di Tiatiri per aver tollerato la profetessa Iezebel e in particolare il suo insegnamento e la sua immoralit (Ap 2:20). Altrove Paolo chiede che un membro di chiesa caduto in un deplorevole peccato sessuale senza mostrare
segni di ravvedimento fosse allontanato dalla comunit (1 Cor
5). Ci si attende poi che la stessa congregazione disciplini certuni suoi insegnanti per aver predicato un altro Ges (2 Cor
1013). Se esiste un qualsiasi impegno ad aderire ai requisiti e
ai mandati biblici, non ultimi agli insegnamenti di Ges, quella di Paolo ci pare una condotta pi saggia di quella sostenuta da un corrispondente di Time: Wow, sono passati duemila anni e la Chiesa cattolica ancora non capisce Ges. I vescovi dovrebbero capire che Ges ha predicato tolleranza verso
tutti. Tutti sono stati invitati al suo convito13. Tolleranza verso tutti?. Certamente tutti sono invitati al convito messianico
ma devono indossare le vesti del ravvedimento e della fede che
produce ubbidienza. Ges dice questo: Non chi mi dice: Si12. A. Lincoln, Speech at New Haven, Connecticut [1860], in Lincoln:
speeches and writings, 1859-1865, Library of America, New York, 1989,
pp. 140141.
13. Time 163, n. 25, 21 Jun., 2004.
128

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

gnore, Signore! entrer nel regno dei cieli ma chi fa la volont del Padre mio, che nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome
tuo, cacciato demoni in nome tuo e fatto molte opere potenti
in nome tuo? Allora dichiarer loro: Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori! (Mt 7:2123). Su alcune questioni il Nuovo Testamento distingue inoltre fra il piano
della tolleranza allinterno della chiesa e allinterno della cultura generale:
Vi ho scritto nella mia lettera di non mischiarvi con i fornicatori; non del tutto per con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari o con i ladri o con gliidolatri; perch altrimenti dovreste uscire dal mondo; ma quel che vi ho scritto
di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone,
un ladro; con quelli non dovete neppure mangiare. Poich
devo forse giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro? Quelli di fuori li giudicher Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi (1 Cor 5:913).

Ancora pi sorprendente il fatto che i media sono inclini


a condannare le chiese per la loro intolleranza anche quando
la questione non riguarda una posizione morale che confligge
con lagenda pubblica ma una questione puramente dottrinale
di immediata e intrinseca importanza solo per la chiesa. Si
consideri la visita del vescovo episcopale John Spong in
Australia. Nella sua nativa America, Spong s costruito una
carriera negando virtualmente ogni dottrina centrale della
fede cristiana. Ha negato strenuamente la nascita verginale di
Ges, la deit di Cristo, che Giuseppe sia mai esistito, che Dio
sia un essere personale, che Ges (o chiunque altro) fece mai
miracoli, che Ges mor per i nostri peccati, che fu risuscitato
dai morti e cos via. Ha affermato poi che la dottrina della
sostituzione espiatrice una sorta di abuso divino e ha suggerito
che lapostolo Paolo era un omosessuale represso. Il primate
anglicano di Australia, larcivescovo John Aspinall, appartiene
a quellala dellanglicanesimo australiano che fa a gara con
Spong per trovare il numero maggiore di dottrine cristiane
129

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

da demolire. Non sorprese perci molto quando nel 2007


Aspinall invit Spong a tenere due sermoni nella cattedrale di
St. John a Brisbane. Per contro, larcivescovo di Sydney, Peter
Jensen, un evangelico, rifiut di consentire a Spong di parlare
sotto gli auspici anglicani nella diocesi di Sydney. Quando i
media diedero risonanza al dibattito, provate a indovinare chi
fu etichettato come tollerante e chi fu beatamente denunciato
per la sua intolleranza sebbene Jensen non facesse altro che
proteggere il proprio gregge dal tentativo sistematico di minare
una posizione confessionale vecchia di duemila anni, una
posizione che, fra laltro, i vescovi hanno giurato di sostenere?
Tre anni prima erano state diffuse le parole che il vescovo
episcopale della Virginia, Peter J. Lee, aveva pronunciato difendendo il proprio voto liberale in occasione di unAssemblea
Generale un voto che doveva ribaltare una posizione morale chiaramente insegnata nella Scrittura e da tempo sostenuta
dai cristiani in ogni dove dicendo: Se dovete scegliere fra leresia e lo scisma, scegliete sempre leresia. Infatti come eretici
siete soltanto colpevoli di unopinione sbagliata ma come scismatici siete colpevoli di aver diviso il corpo di Cristo. Scegliete dunque leresia ogni volta14. Pare che la parte preponderante della platea abbia applaudito. Possiamo soltanto concludere che il vescovo Lee non fissi le proprie priorit sulla base della Scrittura. Abbiamo gi osservato che Cristo stesso rimprovera aspramente una chiesa per aver tollerato il falso insegnamento al suo interno (Ap 2:20, brano su menzionato). Ci dobbiamo altres chiedere se davvero stiamo parlando del corpo
di Cristo laddove le persone affermano di essere cristiane ma
non hanno alcuna intenzione di sottomettersi alla signoria del
re Ges. Suona pi come una strana commistione fra i veri credenti e coloro che non mostrano pi di un attaccamento estetico o sentimentale a unistituzione chiamata chiesa, slegata dalla
verit rivelata o comandata, gioiosamente creduta, confessata e
ubbidita. Quel genere di unit non insegnata in alcun punto
della Scrittura come qualcosa da ammirare o perseguire.
14. Queste parole sono state riportate da pi mezzi di informazione: p.es.,
http://www.layman.org/News.aspx?article=14149; R.J. Neuhaus in
First Things 142, Apr. 2004, p. 60.
130

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

Naturalmente taluni scismi sono indifendibili, frutto di


meschini alterchi e forti personalit il cui ego raggiunge le
dimensioni di piccoli pianeti. Nondimeno, ci decisamente
diverso dal dire che nella sfida fra eresia e scisma bisogna
sempre scegliere la prima.

La sottile pressione volta a banalizzare, diluire


e sminuire il vangelo
Durante i giorni bui del conflitto balcanico e del genocidio che
ne risult, il New York Times pubblic un editoriale in cui si
rifletteva su come ciascuna delle tre grandi religioni monoteiste
celebri una festivit religiosa allincirca nello stesso periodo:
lEbraismo celebra la Pasqua, lo stesso fa il Cristianesimo,
mentre lIslam celebra Id al-Adha. Vale la pena citare leditoriale
per esteso:
Ma se c qualcosa di cui rallegrarsi in questi giorni di preghiera quanto queste religioni hanno in comune in un tempo in cui cos tanti loro accoliti sono in conflitto gli uni con
gli altri.
La Pasqua celebra la rinascita degli Ebrei ma il dramma
universale a essa sotteso quello della fuga dalloppressione,
una dichiarazione di libert e di autodeterminazione la
cui eco ancora si ode tremilacinquecento anni dopo il suo
primo grido. Lantico esodo degli Ebrei dallEgitto prepara
la strada alla ricezione di un codice di condotta dispensato
da Dio, un codice che definisce ci che da sempre fa di loro
il popolo ebraico. Ma questa settimana, settimana in cui
gli Ebrei mangiano il matzoh, il pane dellafflizione, pu
simboleggiare non soltanto la fuga dallEgitto ma il pericolo
costante del considerare altre persone straniere nella propria
terra. Non un caso che lordine pasquale abbia in anni
recenti attirato fedeli da altre religioni e da altri contesti.
Quello dellalienazione e dellespulsione , dopo tutto, il pi
vecchio e il pi scioccante dei drammi umani. La tragedia
dei Balcani ora data dal fatto che non c alcuna promessa

131

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

di ritorno o liberazione ma il profondo anelito legato a tale


promessa certamente ci che pu portare altri allazione.
Il simbolismo universale della Pasqua, che i cristiani ortodossi celebrano l11 aprile, parla di una promessa di salvezza
che segue a una sconfitta di natura profondamente personale, piuttosto che la rinascita di un popolo specifico. Per i cristiani, come per i non cristiani, la storia della Pasqua celebra
la storia di un uomo che ha preservato la sua fede di fronte
alla forza militare di un governo oppressivo e agli insulti della folla, una lezione dintegrit e determinazione che ha modellato una grande parte della civilt cos come la conosciamo. Questa storia di sacrificio e redenzione fa poco, certo,
per alleviare le piaghe del Kosovo ma la sua visione di giustizia che seleva al di sopra del potere temporale ci rammenta
che lo spirito umano alla fine pu trionfare.
La festivit islamica Id al-Adha pu essere meno nota alla
maggioranza degli Americani ma anchessa ci parla di rigenerazione ed osservata da una moltitudine di persone, compresa, in questo caso, la gran parte delle vittime della pulizia etnica in Kosovo. una festa di sacrificio ed in questa
occasione che si verifica il pellegrinaggio annuale alla Mecca. Guardando i propri fratelli costretti a lasciare un luogo
inospitale in cerca di un luogo che invece li accolga, i musulmani non possono fare a meno di pensare, nel corso di questa settimana, alla persecuzione di Maometto e alla sua fuga
dalla Mecca a Medina, dove fu accolto e dove elabor il suo
credo. La festivit commemora altres il sacrificio, compiuto da Abramo, di un montone quale sostituto del figlio, con
tutte le eco dellagnello pasquale giudaico e dellagnello del
Dio cristiano.
Alcuni hanno caratterizzato la guerra dei Balcani come un
antico inesorabile conflitto fra religioni. In realt per esso
altro non che la testimonianza della capacit di governanti
spietati di perseguitare in nome della religione, ignorando
la vera tradizione di tolleranza radicata nel giudaismo, nel
cristianesimo e nellIslam e articolata da profeti, santi e
veggenti di ciascuna fede15.
15. A season of sacrifice, in New York Times, 4 Apr. 1999 (accessibile su
132

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

Accidenti. Le tre festivit hanno finito per assumere i


contorni di sciocchezze sentimentali. Il soprannaturale
stato rimosso; qualsiasi tratto distintivo stato reinterpretato
in termini personali e psicologici. Lesodo non pi la
liberazione, compiuta dal Dio vivente del popolo del patto,
amato in modo unico da Dio ma un dramma universale
sulla fuga dalloppressione, una dichiarazione di libert e
autodeterminazione. Mos sarebbe sorpreso di sapere che
stava guidando il popolo verso lautodeterminazione. La
Pasqua parla di alienazione ed espulsione; non viene fatta
menzione dellagnello pasquale il cui sangue, spruzzato sugli
stipiti e sugli architravi delle porte, assicurava che langelo
distruttore passasse oltre quella famiglia che aveva riposto la
propria fiducia nel sangue dellagnello, secondo le promesse di
Dio. La Pasqua riguarda la promessa di salvezza che segue a
una sconfitta di natura profondamente personale, piuttosto che
lemergere di un popolo specifico, con buona pace della chiesa
per la quale il Cristo della Pasqua ha versato il suo sangue. La
Pasqua non parla infatti di altro che di un uomo, il quale da
solo ha resistito alloppressione militare e ci rammenta che
lo spirito umano pu alla fine trionfare. Precisamente quale
genere di lettura salta da una tomba vuota e dalle apparizioni
di Ges risorto a un trionfo generalizzato dello spirito umano?
E poi dire che la commemorazione del sacrificio di Abramo
nellIslam, la quale presenta leco dellagnello pasquale
ebraico e dellagnello del Dio cristiano, getterebbe i pii
musulmani in parossismi di risate. A prescindere dal fatto che
un avvenimento occorso prima di altri due difficilmente pu
presentare eco di quegli avvenimenti (forse prefigurazioni ma
non eco), secondo il pensiero musulmano il gesto di Abramo
indice della sua volont di sacrificare, dietro ordine di Allah,
ci che pi amava, niente pi. I temi teologici legati alla
Pasqua sono completamente estranei al pensiero islamico e la
nozione di Ges quale agnello che toglie il peccato del mondo
considerata superstizione. La piet di Maometto pose fine al
bisogno di sacrifici di animali, cos che il massacro di questi
http://www.nytimes.com/1999/04/04/opinion/a-season-of-sacrifice.
html).
133

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

ultimi, che avviene oggi alle celebrazioni della Mecca, serve


unicamente a provvedere cibo ai poveri16.
Naturalmente ci che leditoriale del New York Times
intendeva fare era trasformare musulmani, cristiani ed ebrei
osservanti in bravi e buoni liberali. Se largomentazione
fosse stata contestualizzata, si sarebbe potuta ingaggiare una
discussione seria, ma dire che la rappresentazione dellarticolo
sulle tre festivit religiose ci che esse realmente significano
davvero risibile.
Si considerino altrimenti i resoconti dei media del terribile
martirio di un missionario cristiano e dei suoi due figli arsi
vivi nel 1999 nellIndia settentrionale. La storia ha avuto pi
risonanza del solito sulla stampa perch il missionario, Graham
Staines e sua moglie, si occupavano di una colonia di lebbrosi.
Non ho idea di quale fosse il bilancio della missione ma non
pochi mezzi di comunicazione hanno dato limpressione di
considerare accettabile lindignazione morale di fronte a queste
morti, dal momento che luomo si prendeva cura dei lebbrosi
senza fare proseliti. Sarebbe stato accettabile mettere al
rogo luomo e i due figli se avessero predicato nel contempo il
vangelo del grande amore di Dio in Cristo Ges?
Laspetto ancora pi tragico risiede tuttavia nel fatto che
molti cristiani, atterriti forse da simili racconti, sono tentati
di dipingere la propria fede in termini altrettanto laici. La
sostanza di ci che la Bibbia dice viene edulcorata. Invece di
testimoniare del vangelo, che gioiosamente annuncia il piano
di salvezza di Dio e mostra come esso sia intimamente legato
alla persona e allopera di Ges Cristo, cominciamo a pensare
che pi importante mostrarci gentili e compassionevoli. Ci
che va persa naturalmente la verit pura e semplice. La nuova
tolleranza contamina cos la fede.

16. Si veda S. Akhtar, Islam as political religion: the future of an imperial


faith, Routledge, London, 2011, p. 75.
134

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

ENUNCIATI DI VERIT CRISTIANA: ALCUNI ASPETTI


In questa sezione non posso sperare di schematizzare lintera
struttura della verit cristiana. Il mio scopo piuttosto quello
di mostrare come i cristiani che cercano di essere fedeli alla
Bibbia hanno il dovere di affermare certune verit verit che
rimangono tali sia che vi si creda sia che non vi si creda, verit
che sono legate a filo doppio al vangelo, verit che non possono
essere sacrificate sullaltare della grande dea del relativismo.
Chiuder poi il capitolo mostrando come la fede in tali verit
non rende i cristiani intolleranti nel vecchio senso del termine.
Se sono considerati intolleranti nel nuovo senso, il prezzo da
pagare per evitare questaccusa, beh, troppo alto; il prezzo
infatti abbandonare Cristo.
I seguenti punti sono indicativi, non esaustivi.
Verit fondata sulla rivelazione. La rivelazione giunta a
noi tramite il mondo naturale, le grandi manifestazioni di potenza soprannaturale attestate da testimoni, mediante lopera dello Spirito di Dio, tramite la variet enormemente ricca
di scritti che formano la Bibbia e massimamente nella persona di Ges Cristo. Questi canali della rivelazione non si escludono a vicenda. Ad esempio la gran parte di ci che sappiamo
di Ges in termini proposizionali si trova nella Bibbia, incluse
quelle parti che riportano il resoconto di testimoni ecco dunque Ges stesso, testimoni che hanno parlato di lui e la Bibbia
che conserva quelle testimonianze e le veicola.
Tre cose vanno dette su questo contenuto.
Primo, il contenuto pu essere e in effetti stato
tradotto in enunciati, credi, catechismi e dichiarazioni di fede.
Esso possiede una sostanza. Naturalmente vi un elemento
interpretativo in ogni nostra confessione, giacch degli esseri
finiti non possono sapere nulla senza interpretare il contenuto
della fede. Soltanto lonniscienza pu superare i limiti del
prospettivismo del guardare le cose da una prospettiva
limitata. Ci non significa per che tutte le prospettive siano
ugualmente valide o che non vi sia verit in nessuna particolare
interpretazione. Non solo ma specialmente quando la Bibbia
135

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

tratta certi temi ripetutamente, siamo in grado di conoscere


quale sia la verit che li riguarda. Quando i cristiani studiano
la Bibbia insieme giungono a conclusioni su ci che essa dice
e ci porta, a buon diritto, a credi condivisi e modificabili
soltanto in virt di una maggiore luce proveniente dalla Bibbia
stessa. La nostra confessione di una data verit non pu
partecipare alla perfezione dellonniscienza ma nondimeno
valida e adeguata alle limitazioni della nostra finitezza e
caducit. Meglio ancora, essa resa possibile da un Dio
misericordioso che accondiscende a rivelare se stesso in parole
umane e per lo Spirito che convince luomo ribelle di peccato
e illumina le menti offuscate. La sostanza del messaggio pu
essere circoscritta in brevi enunciati, in lunghi trattati o in
forme intermedie. Comprender molte verit meravigliose
che riguardano Dio, fra cui le sue perfezioni, la sua santit, la
sua natura personale, la sua onniscienza, la sua onnipresenza e
onnipotenza, la triunit del suo essere, la fedelt delle sue vie,
la sua compassionevole ricerca delle creature perdute create
a sua immagine, le dottrine della creazione e della caduta, la
storia di Abramo, di Israele, dei patti abramitico e mosaico,
lascesa del regno davidico e le relative promesse; la venuta di
Ges, nato da una vergine, vero Dio e vero uomo; la sua vita
perfetta e il suo impareggiabile insegnamento, la sua morte
propiziatrice ed espiatrice, la sua risurrezione, manifestazione
del suo trionfo davanti al Padre, su Satana e sulle sue schiere
demoniache; il dono dello Spirito Santo riversato sugli eletti di
Dio, sigillo che sancisce la nostra appartenenza a Dio, e caparra
delleredit a venire; il multiforme regno di Dio che gi avanza
con forza in questo mondo buio ma che si compir nello
splendore del nuovo cielo e della nuova terra, la casa dei giusti,
dove le persone comprate con il sangue di Cristo, la chiesa
raccolta da ogni trib e nazione, vivr una vita di risurrezione
nella beatitudine dellamore e della santit per sempre. La sola
alternativa linferno. Non possiamo poi ignorare le molte
dichiarazioni che la Bibbia fa circa lesclusivit di Ges come
via unica e vera per essere riconciliati con il Dio unico e vero,
il Dio che ci ha creati, che ci redime e che sar nostro giudice
lultimo giorno.
Il confessionalismo cristiano possiede sostanza.
136

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

Secondo, questa sostanza pi di una convenzione socio


linguistica, ci di cui sono fatti i credi popolari, i quali non si riferiscono a nulla che sia al di fuori della formulazione dei credi
stessi. La sostanza di cui parliamo invece reale a prescindere
dalla sua formulazione. Essa cio vera oppure falsa. Stanley
Fish, nellestesa citazione riportata sopra nel capitolo, ha colto proprio nel segno. Non siamo salvati dalle nostre convinzioni su Dio, Cristo, la croce, e cos via, quandanche le nostre convinzioni siano avvalorate dalla veracit di ci in cui si crede. In
questo senso siamo salvati da Cristo, non da ci che crediamo
su Cristo prescindendo dalla sua reale esistenza.
Terzo, la sostanza del contenuto di fede non ha lo scopo di
alimentare un narcisismo utilitarista. Un quarto di secolo fa, Neil
Postman ci ha ricordato: Non credo di sbagliarmi dicendo che
il cristianesimo una religione esigente e seria. Quando viene
fatta passare per qualcosa di facile e divertente non pi la stessa
religione17. Lo studio pi recente di Jean M. Twenge e W. Keith
Campbell, The narcissism epidemic18, fornisce ampia dimostrazione di quanto sia diffuso questo addomesticamento della religione, non da ultimo in alcune forme cristiane al servizio dellio
o pi precisamente al servizio degli istinti maggiormente narcisisti dellio. Con librerie piene di titoli come Migliora te stesso, Credi in te stesso, Migliora la tua autostima, Il tuo momento, La vita
migliore per te ora, non sorprende, sebbene rattristi un po, trovare molti predicatori e commentatori che soccombono a queste sollecitazioni. In uno dei suoi saggi Shane Rosenthal fa riferimento alla seguente introduzione del libro di Esdra:
Chi sei? Sono un tifoso. Sono il figlio di un politico. Sono
un chitarrista. Sono un teenager. Sono un commercialista.
Sono asiatico. Sono metodista. Sono nella fascia di reddito
pi alta. Talvolta ci identifichiamo con i nostri interessi. Altre
volte secondo let, la nostra provenienza etnica o il nostro
reddito. Talvolta ci identifichiamo con la nostra professione

17. Amusing ourselves to death: public discourse in the age of show business,
Penguin, New York, 1985, p. 121, in it. Divertirsi da morire, Longanesi,
Milano, 1986.
18. Free Press, New York, 2009.
137

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

o la nostra professione di fede. Ma chi sei davvero? questo


il tema centrale del libro di Esdra19.

C qualche lettore avvertito che pensa seriamente che


Esdra fosse interessato prima di tutto ad aiutare i lettori ad
appropriarsi della propria vera identit e che questo fosse il
tema centrale del libro? Persino concedendo una licenza in
termini di applicazione omiletica, questidea , al pi, molto
marginale per Esdra.
Due sociologi hanno prodotto la categoria di deismo terapeutico e moralizzante. Questa, dicono, domina in larga misura la vita religiosa di giovani americani dalle pi svariate affiliazioni religiose20. Sospetto che il deismo terapeutico e moralizzante, come viene chiamato, abbracci un arco temporale
molto pi ampio della sola giovinezza. I suoi cinque capisaldi sono:
(1) Un Dio esiste, ha creato e ordina il mondo, e veglia sulla
vita umana sulla terra.
(2) Dio vuole che le persone siano buone, gentili, corrette le
une con le altre, come la Bibbia insegna e come insegnano la
gran parte delle religioni mondiali.
(3) Lobiettivo centrale della vita essere felici e sentirsi bene
con se stessi.
(4) Dio non ha bisogno di essere particolarmente coinvolto nella vita delle persone, a meno che non ci sia un problema da risolvere.
(5) Le persone buone vanno in cielo quando muoiono.

In altre parole il narcisismo utilitarista regna trionfante:


Dio esiste ma soltanto per renderci felici e gentili, che poi lo
scopo dellesistenza. Per il resto Dio si fa gli affari suoi. Io leggo la Bibbia cos e chi sei tu per dire che sbaglio?

19. S. Rosenthal, Reflecting upon Scripture: youre so vain, you probably


think this text is about you, Modern Reformation 19, n. 5, 2010, p. 24,
cit. della TNIV Audio Bible, Zondervan, Grand Rapids, 2005.
20. C. Smith e M. Lundquist Denton, Soul searching: the religious and spiritual lives of American teenagers, Oxford University Press, New York, 2005.
138

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

Per contro la verit della Bibbia, come abbiamo visto, si


incentra sulla nostra ribellione e sul nostro stato di bisogno
cos come Dio li vede e su Dio quale signore, sovrano, giudice
e salvatore misericordioso, colui che solo pu soccorrerci dai
nostri peccati e riconciliarci con lui. Queste cose possono
essere verificate mediante lo studio sistematico della Scrittura.
Coloro che sostengono il deismo terapeutico e moralizzante
o lequivalenza essenziale di tutte le religioni, semplicemente
non possono dimostrare i loro assunti con una lettura olistica
della Bibbia ma soltanto ricorrendo alla pi ardita e soggettiva
citazione di testi singoli a sostegno della propria lettura.
Verit legata alla storia cristiana primitiva. Mi concentrer
qui non sulla storia che si riscontra nei documenti del Nuovo
Testamento (per quanto questo tema sia molto importante)
ma su quella degli anni successivi. Durante lultimo decennio
e mezzo tutta una serie di scrittori dalla mentalit allineata al
pensiero dominante nei media ha inondato il mercato con libri
e articoli a sostegno dellidea che allinizio il cristianesimo fosse
pluralista nel suo contenuto e fortemente tollerante (nel nuovo
senso del termine!). Non esisteva unortodossia riconosciuta
ma sintesi teologiche profondamente diverse. Intravvediamo
scorci della complessit delle cose, dicono, quando prendiamo
in esame i molti vangeli apocrifi e altri scritti che non sono
mai stati accolti nel canone del Nuovo Testamento libri
con titoli come Vangelo di Tommaso, Vangelo di Pietro e cos
via21. Sfortunatamente, ci viene detto, quella che divenne
ortodossia sopraffece e contrast qualsiasi visione diversa
dalla propria. Il nostro canone neotestamentario uno sviluppo
tardo, dicono; nei primi due secoli vi era molta pi diversit. Se i
concili ecclesiastici del IV e V secolo formularono credi recitati
ancora oggi, ci avvenuto a spese di ogni altro pensiero.
21. Questi testi possono essere letti comodamente in inglese nelledizione
di W. Schneemelcher, New Testament Apocrypha, 2a ed., 2 voll., James
Clarke, Cambridge, pp. 1991192. In italiano si pu consultare A. Lenzuni, a cura di, Apocrifi del Nuovo Testamento, EDB, Bologna, 2004. Si
vedano anche J.A. Robinson, a cura di, The Nag Hammadi library in English, 3 ed., Harper, San Francisco, 1990 e (ndE: G. Rinaldi, Cristianesimi nellantichit, Edizioni GBU, Chieti, 2008).
139

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Cos Elaine Pagels promuove i vangeli gnostici nel suo The


gnostic gospels22, vangeli che, dice, difendevano la tolleranza e
sostenevano legualitarismo, mentre Bart Ehrman rimpiange i
cristianesimi perduti nel suo Lost christianities23.
Il sottotesto di questi e di altri libri simili che in origine il
cristianesimo fosse eterogeneo e tollerante. Unortodossia relativamente tarda lo rese tristemente angusto, bigotto, carico
dodio e intollerante. Perci non fidatevi di persone che vi parlano di ortodossia. Sicuramente oggi ci troviamo in una situazione di gran lunga migliore, sostiene Ehrman, giacch la cultura occidentale oggi molto pi affine alla nota tolleranza
del paganesimo romano. Naturalmente i Romani non erano
molto tolleranti nei confronti dei protoortodossi. Al contrario si resero a volte responsabili di ondate persecutorie e uccisioni. Ma era tutta colpa dei cristiani e della loro intolleranza24.
Per quanto popolare sia oggi questa visione, si tratta
di unassurdit storica. Persino una lettura superficiale del
Nuovo Testamento mostrer quanti dei suoi scrittori fossero
preoccupati di preservare la verit del vangelo (p.es., Gal 1:8
9; 2 Cor 1013; Gd). Daniel L. Hoffman ha scrupolosamente
confutato le tesi centrali di Elaine Pagels25. Il dotto studio
di Simon Gathercole dimostra che il flusso del pensiero non
si mosse affatto da una ricca diversit alla distillazione dalla
stessa di unangusta ortodossia. Primo a svilupparsi fu un
forte confessionalismo, per cui con il passare del tempo e con
le montanti pressioni culturali si diffusero progressivamente
teologie aberranti, in risposta alle quali nacque altres
limpegno dei cristiani a produrre formulazioni correttive.
Tale risposta era indice del fatto che le crescenti distorsioni
dottrinali non avevano mai fatto parte del retaggio cristiano26.
22. Random House, New York, 1979, in it. I vangeli gnostici, Mondadori,
Milano, 1981.
23. Lost christianities: the battles for Scripture and the faiths we never knew,
Oxford University Press, New York, 2003, in it. I cristianesimi perduti,
Carocci, Roma, 2005.
24. Ehrman, Lost christianities, p. 255.
25. The status of women and gnosticism in Irenaeus and Tertullian, Studies in
Women and Religion 36, Mellen, Lewiston, 1995.
26. S.J. Gathercole, E pluriuso unum? Apostolic unity and early Christian
140

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

Un libro recente di Charles Hill dimostra che la struttura


quadruplice del vangelo presente nel Nuovo Testamento non fu
uninvenzione del IV secolo ma trova riscontro gi nel II secolo
nei pi diversi pensatori, quali Ippolito, Tertulliano, Origene,
Dionisio, Cipriano, Vittorino, Marino, Euplo e naturalmente
Ireneo27. Non pare irragionevole dedurre che la devozione nei
confronti della diversit, la quale pervade cos tanta parte della
cultura contemporanea, sia dietro, e non poco, alla storiografia
revisionista28.
La verit a colloquio con il peccato e la redenzione. Nel
pensiero comune le religioni come lIslam e il Cristianesimo
sono meno tolleranti perch dicono che gli altri sbagliano,
laddove una religione come il Buddhismo accettabile perch
rifiuta invece di dire che gli altri sbagliano. Senza dubbio vi sono
delle distorsioni liberali occidentali del Buddhismo che sono
illimitatamente aperte ad altre visioni religiose, proprio come vi
sono distorsioni del Cristianesimo che parlano della essenza
di tale religione in termini simili. Nondimeno il Buddhismo non
cos aperto alle altre religioni come molti pensano. Quando
fu chiesto al Dalai Lama se soltanto il Buddha potesse fornire
la fonte ultima di rifugio, questi rispose:
Qui, vedete, si rende necessario esaminare cosa sintenda
per liberazione o salvezza. La liberazione per la quale
una mente che comprende la sfera del reale annulla ogni
contaminazione in essa uno stato che soltanto i buddhisti
possono realizzare. Questo genere di moksha o nirvana
spiegato unicamente nelle scritture buddhiste e si raggiunge
unicamente attraverso le pratiche buddhiste29.

literature, in D.A. Carson, a cura di, But my words will never pass
away: the enduring authority of the Christian Scriptures, 2 voll., Eerdmans, Grand Rapids, prossima pubblicazione.
27. Who chose the gospels? Probing the great gospel conspiracy, Oxford University Press, New York, 2010.
28. Cfr. A.J. Kostenberger e M.J. Kruger, The heresy of orthodoxy: how contemporary cultures fascination with diversity has reshaped our understanding of early Christianity, Crossway, Wheaton, 2010.
29. Il XIV Dalai Lama, Religious harmony and the Bodhgaya interviews,
141

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

In altre parole una religione pu rivendicare prerogative


esclusive pur riconoscendo che le altre religioni dicano cose
importanti30.
Ci che dobbiamo imparare da questa osservazione sono
a mio parere due cose. Primo, i problemi fondamentali che dividono le religioni vanno ben al di l di differenze di enunciazione della verit. Per fare un esempio, a livello proposizionale,
i cristiani credono che Ges il solo essere umano che debba
essere adorato come Dio, mentre per i musulmani blasfemo
il pensiero che un essere umano sia adorato come Dio e i vari
ambienti del buddhismo hanno nozioni cos diverse del divino
che la confessione cristiana non pu essere fatta rientrare facilmente in nessuna delle loro categorie. Nondimeno le tre religioni naturalmente avremmo potuto aggiungerne altre differiscono per molto pi di una manciata di enunciati cristologici. Questi enunciati si intrecciano con la nostra idea di Dio, con
la nostra idea di salvezza, con la nostra visione del mondo, con
la diagnosi che diamo dei problemi umani pi profondi, con il
rapporto delluomo con Dio (o con la nozione che luomo ha
del divino). In breve, le tre religioni abbracciano visioni straordinariamente diverse di ci che la salvezza, di Dio e di come
si pu essere salvati. In termini cristiani vi sono percezioni
imponenti e coerenti dellintero dramma del peccato e della redenzione che percorre la storia anche porla in tali termini significa stabilire una visione decisamente cristiana del mondo.
Linsieme di queste percezioni semplicemente non funziona in
nessunaltra religione proprio come le altre religioni hanno la
propria visione del mondo e della realt religiosa. semplicemente disonesto verso qualunque di esse fingere che tutte dicano la stessa cosa.
Si comprendono le ragioni pragmatiche per cui Miroslav
Volf vuole convincerci che i cristiani e i musulmani adorano
in Paul J. Griffiths, a cura di, Christianity through non-Christian eyes, Orbis, Maryknoll, 1990, p. 169. Ho tratto il riferimento da K. Yandell e H.
Netland, Buddhism: a Christian exploration and appraisal, op. cit., p. 109.
30. Sulla visione buddhista delle altre religioni, si veda K.N. Jayatilleke, The
buddhist attitude to other religions, Buddhist Publication Society, Kandy,
1975; K. B. Kiblinger, Buddhist inclusivism: attitudes towards religious
others, Ashgate, Burlington, 2005.
142

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

lo stesso Dio31 ma difficile essere persuasi che le cose stiano


proprio cos. Storicamente lIslam il frutto di un ramo
della cristianit, perci in questo senso c una connessione
genetica ma questo modo di rappresentare la storia
islamica non sarebbe accolto dagli stessi musulmani, i quali
vedono nellIslam una parola profetica nuova che corregge
sia Ebraismo sia Cristianesimo, non ultimo il trinitarismo
di questultimo. In qualsiasi coppia di religioni monoteiste
si possono sempre riscontrare elementi comuni. Che ci
siano elementi comuni quasi inevitabile. Ma dobbiamo
guardare oltre. Per esempio, ad un certo punto Volf sostiene
che quando i musulmani amano il prossimo, non fanno che
adorare il vero Dio. A riprova di ci cita 1 Giovanni 4:7-8,
16b: Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perch lamore
da Dio e chiunque ama nato da Dio e conosce Dio. Chi
non ama non ha conosciuto Dio, perch Dio amore ... Dio
amore; e chi rimane nellamore rimane in Dio e Dio rimane in
lui32. Tale amore pu non dire nulla dello stato eterno della
persona ma lega il vero amore a Dio come sua fonte. Quello
che per Volf omette nellellissi non va trascurato: In questo
si manifestato per noi lamore di Dio: che Dio ha mandato
il suo Figlio unigenito nel mondo, affinch, per mezzo di lui,
vivessimo. In questo lamore: non che noi abbiamo amato
Dio ma che egli ha amato noi e ha mandato suo Figlio per
essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati. Carissimi,
se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli
uni gli altri (1 Gv 4:911). In altre parole la comprensione
cristiana dellamore legata indissolubilmente alla morte
di Ges sulla croce per mezzo della quale egli ha espiato il
peccato e propiziato il Padre stornando la sua ira (il Figlio
il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati) le cose stesse
che i musulmani considerano, quando va bene, superstizione,
ma che i cristiani considerano cuore della natura di Dio,
di ci che ha fatto e di come dobbiamo intendere lamore.
Lintero tessuto della teologia cristiana legato alla grazia di
Dio in virt della quale egli salva i credenti per mezzo della
31. Allah: a Christian response, HarperOne, New York, 2011.
32. M. Volf, Allah: a Christian response, op. cit., p. 120.
143

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

croce e della resurrezione del Figlio suo; lintero tessuto del


pensiero islamico (la gran parte dei musulmani preferisce non
chiamarlo teologia) legato al tentativo di guadagnarsi
laccettazione di Allah il Misericordioso33. Queste non sono
differenze da poco.
E ancora, quando viene chiesto a Ges: Mostraci il Padre
(Gv 14:8), la sua risposta : Da tanto tempo sono con voi e tu
non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il
Padre. Come mai tu dici: Mostraci il Padre (14:9). Risulta
chiaro, a questo punto nella storia della redenzione, che non
riconoscere Ges equivale a non conoscere Dio.
Volf vuole minimizzare, non per ultime, le differenze fra
cristiani e musulmani perch, essendo venuto fuori dalla violenza mortale dei Balcani, spera che una prospettiva simile riduca lastio fra i gruppi e di conseguenza la violenza. Lobiettivo senzaltro ammirevole ma si tratta di un approccio profondamente intellettualistico alla riduzione dei conflitti. Non affatto chiaro quanta parte dello spargimento di sangue nei Balcani sia dovuta alla religione e quanta a ragioni politiche, al tribalismo, alla terra, a faziosit legate a interpretazioni storiche
conflittuali, a culture vendicative e cos via. Inoltre, se questo o
qualsiasi altro conflitto cristiano/musulmano di carattere religioso, il problema sostanziale alla base dei conflitti stessi non
mai soltanto religioso/teologico ma altres legato al ruolo che
la coercizione vi riveste.
Nel terzo capitolo di questo libro affronto quella parte
della storia del cristianesimo che informata dalla tensione
fra tolleranza (nel vecchio senso) e coercizione. Torner nel
settimo capitolo sulla forma che questa tensione ha assunto
nella societ democratica. Tuttavia vale la pena ricordare a
noi stessi che il pensiero islamico percorre direttrici piuttosto
diverse da quelle cristiane riguardo al rapporto fra stato e
chiesa. L dove i musulmani hanno il controllo della situazione,
il pensiero musulmano sui non musulmani allinterno della
societ piuttosto chiaro. Tre sono le scelte: ucciderli (in

33. Uno studioso musulmano come Shabbir Akhtar (citato alla nota 16
sopra) non riconosce soltanto questi punti, li ribadisce con forza.
144

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

determinate circostanze), convertirli o la dhimmitudine34. I


dhimmi (vale a dire i non musulmani allinterno di una cultura
islamica) hanno inevitabilmente una posizione di subordine.
Possono essere soggetti a una maggiore pressione fiscale;
non possono cercare di convertire i musulmani alla loro fede;
qualsiasi compromesso propongano per rendere la propria
posizione pi stabile verr inteso come segno della loro
inferiorit e debolezza, dal momento che, dal punto di vista di
un musulmano devoto, i dhimmi devono in effetti devozione
ad Allah e al suo popolo. Quelle posizioni che lOccidente
considera generose concessioni, posizioni assunte in nome di
un compromesso, vengono sovente intese come nulla pi di ci
che dovuto. Il libro di Volf, temo, sar ben accolto da molti
occidentali, laddove molti musulmani devoti lo considereranno
una prova del compromesso morale e della crescente
debolezza dei cristiani. In altre parole Volf non sostiene che
la pace avr pi chance se ciascuna delle parti affermer con
chiarezza le proprie convinzioni, seppur sempre con rispetto e
gentilezza, ma che la pace pi probabile se si pone laccento
sul denominatore teologico comune. Ci ben saccorda con il
clima culturale corrente in Occidente; nel pensiero islamico
un segno dellinevitabile dhimmitudine dei popoli occidentali35.
Il punto che intendo fare attraverso queste riflessioni che
ci che divide le grandi religioni non soltanto qualche enunciato qua e l. Vi sono intere matrici di fede, intere visioni del
mondo rivaleggianti in relazione a ci che ho chiamato peccato e redenzione.
La seconda cosa da imparare che la struttura laica di
riferimento alla base di tanta parte della nuova tolleranza , da
un certo punto di vista, non meno religiosa delle religioni che
cerca di rimuovere. Se il laico ribatte che tutto ci ridicolo, dal
momento che egli non crede in Dio per lo meno non in quel
34. Si veda limportante libro di M. Durie e Bat Yeor, The third choice: Islam, dhimmitude and freedom, Deror Books, Melbourne, 2010.
35. Cfr. S. Akhtar, Islam and political religion, op. cit., pp. 3738: Uno stallo
permanente persiste fra un monoteismo profetico che deve arrestare il
coinvolgimento divino a livello di istruzione profetica e una teologia
dellincarnazione che vede possibilit benevole oltre i messaggeri, i quali
portano con s leggi e punizione divina.
145

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

genere di Dio che pretende molto dalle nostre vite e dalle vite
altrui rispondiamo: Nemmeno molti buddhisti. Se il laico
replica: Ma la mia via comunque superiore perch si fonda
massimamente sulla verit della realt stessa, rispondiamo
allora che il Dalai Lama dice la stessa cosa del buddhismo.
La differenza principale sta nel fatto che se il laico vuole che
tutte le altre religioni si ritirino allinterno della sfera privata,
egli sostiene a un tempo che i laici hanno il diritto di controllare
la sfera pubblica perch hanno ragione pur non riconoscendo
che stanno cercando di imporre la propria visione del mondo
a coloro che sono in disaccordo con essa. Gli altri, sostengono,
sono intolleranti perch affermano che coloro con cui sono in
disaccordo sbagliano. Tuttavia i laici non sono meno assertivi
nel dire che coloro che sono in disaccordo con loro sbagliano.
Eppure non passa mai loro per la mente la possibilit che forse
essi stessi sono intolleranti.
In breve, tutti noi prima o poi dobbiamo affrontare la questione della verit, ed essa influenza le visioni pi ampie di ci
che consideriamo sbagliato nel mondo, e di come affrontare il
problema. Tutti noi pensiamo in termini di peccato e redenzione (o loro equivalenti).
Verit e amore. piuttosto comune per la nuova tolleranza
contrapporre la verit allamore in un gioco a somma zero:
luna cresce, laltro diminuisce. Se la tua chiesa ha una
professione di fede, nella misura in cui cercherai di difendere
la verit, lamore per quelli di fuori diminuir. Se la tua visione
della fede cristiana legata alla difesa, alla proclamazione e
allarticolazione della verit, il tuo amore diminuir, poich
la verit traccia confini e stabilisce che coloro che sono in
disaccordo con te sono altro. Linevitabile risultato sar
lassenza damore e lintolleranza. Non si pu amare davvero e
nel contempo procacciare la verit.
Questa visione estranea alla Bibbia, per quanto sia
popolare oggi. Ad esempio, nella sua prima Lettera lapostolo
Giovanni stabilisce tre modi per verificare la veracit di
una professione di fede cristiana: una di queste modalit di
verifica quella della verit (i credenti devono credere che
certe cose sono vere), unaltra quella dellamore (i credenti
146

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

devono amarsi realmente gli uni gli altri) e infine quella


dellubbidienza (i credenti devono fare ci che Ges dice).
Chiaramente tutti noi, pi o meno spesso, falliamo una o pi
di queste prove allora lunica consolazione che Giovanni
fornisce (una consolazione pienamente sufficiente, a dire il
vero) che il sangue di Ges, il Figlio di Dio, ci purifica da
ogni peccato. Il punto da osservare che queste tre verifiche
devono essere applicate insieme: non si tratta di osservarne due
su tre n esiste lopzione di eccellere in una delle tre e ignorare
le altre due. Giovanni non avverte alcun disagio nel portare
avanti sia la verit sia lamore. Si deve concludere pertanto
che se la tentazione quella di contrapporre luna allaltro,
c chiaramente qualcosa di fondamentalmente sbagliato nella
nostra concezione della verit, dellamore o di entrambi.
Nelle parole del sempre rilevante C.S. Lewis:
Lamore qualcosa di pi serio e stupendo della semplice
gentilezza e che perfino lamore tra i sessi, come dice Dante,
un segnore da pauroso aspetto. Nellamore c gentilezza
ma lamore e la gentilezza non sono sinonimi e quando la
gentilezza (nel senso attribuitovi sopra) superata dagli
attributi dellAmore, comporta fondamentalmente una certa
indifferenza verso il suo oggetto e perfino qualcosa di simile
a un certo disprezzo nei suoi riguardi. La gentilezza pu
acconsentire molto prontamente alleliminazione del suo
oggetto; per esempio molte persone sono indotte dalla loro
gentilezza verso gli animali ad ucciderli per non farli soffrire.
La gentilezza, come tale, non preoccupa che il suo oggetto
migliori o peggiori, purch non soffra. Come sottolinea la
Scrittura, sono i figli bastardi ad essere viziati, mentre i figli
legittimi che devono portare avanti le tradizioni familiari,
sono puniti [Eb 12:8]. per persone di cui non ci importa
molto che vogliamo la felicit ad ogni costo, ma con i nostri
amici, i nostri innamorati, i nostri bambini, siamo esigenti
e preferiremmo vederli soffrire molto piuttosto che vederli
felici in modi disprezzabili e alienanti. Se Dio amore,
per definizione qualcosa di pi che semplice gentilezza e
da tutte le testimonianze risulta che, sebbene egli ci abbia
spesso biasimato e condannato, non ci ha mai guardato con

147

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

disprezzo. Ci ha fatto linsopportabile onore di amarci, nel


senso pi profondo, pi tragico e pi inesorabile36.

Verit ed evangelizzazione. Non appena capiamo che


la categoria della verit un elemento non negoziabile di
qualsiasi religione intesa seriamente, ci che i cristiani intendono
come evangelizzazione e quello che molti nella nostra cultura
condannano come proselitismo hanno un sapore decisamente
differente. Molti disprezzano il proselitismo, in parte per il fatto
che uno degli strascichi del postmodernismo la riluttanza a
dire agli altri che sbagliano (se non altro in alcuni ambiti) e
in parte perch la religione stessa vista come una faccenda
altamente soggettiva e privata, pertanto non il genere di cosa
da rifilare ad altri. Tuttavia se, diciamo, il cristianesimo sostiene
che la buona notizia di ci che Dio ha fatto in Cristo Ges
al centro del suo messaggio, una buona notizia che vera, una
buona notizia che sola pu salvare gli uomini dallira a venire,
allora i cristiani dovrebbero parlarne e cercare di conquistare
pi persone possibili al messaggio evangelico. Non farlo
vorrebbe dire comportarsi in modo incosciente, non soltanto
perch il cristianesimo la verit ma anche perch verit di
inimmaginabile importanza.
Indicare questi sforzi come segni dintolleranza , nel
caso migliore, esempio enigmatico del guardare alla pagliuzza
nellocchio del fratello laddove nel proprio vi una trave. Coloro che si pronunciano in questo modo cercano di convincere gli altri del loro punto di vista, in una dialettica continua in
cui il loro punto di vista, che considerano essere la verit, non
accettato come tale da milioni di persone. Molto meglio allora lasciare che ciascuna parte cerchi di persuadere le altre della veracit delle proprie posizioni, rinunciando allintimidazione manipolatrice che stigmatizza laltra parte come intollerante.

36. C.S. Lewis, The problem of pain (or. 1940), New York, HarperOne,
2001, pp. 3233, tr. it. Il probelma della sofferenza, Edizioni GBU,
Roma, 1988, p. 37.
148

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

VERIT E TOLLERANZA: RIFLESSIONI CONCLUSIVE


(1) Religione senza verit. Un libro notevole parla di tre donne
ed scritto da tre donne: una musulmana, una cristiana e
una ebrea37. Ranya Idliby musulmana; Suzanne Oliver era
cattolica e ora episcopale; Priscilla Warner ebrea. Le tre
donne iniziarono a incontrarsi nel 2002 allo scopo di scrivere
un libro per bambini incentrato su elementi comuni e storie
condivise di Ebrei, cristiani e musulmani che riconducessero
ogni cosa alla figura comune di Abramo. Esse riconobbero che
cautela e sospetto avevano caratterizzato i loro iniziali incontri
ma non ci volle molto prima che diventassero amiche. Non solo
conclusero il loro libro per bambini ma insieme scrissero The
faith club, libro che racconta il loro percorso. Oggi, quando
sincontrano nellappartamento della Oliver, fra cibo, risate
e una totale sintonia, la loro onest, il loro candore e la loro
perseveranza ci parlano di una sincera amicizia.
La cosa interessante che le stesse donne dicono che
coloro i quali leggono, diciamo, il Corano o la Bibbia non in
chiave metaforica ma letterale o facendo generose concessioni
al contesto culturale, troveranno le loro visioni troppo liberali.
In altre parole il modello di The faith club potr sembrare
meno soddisfacente per chi prende le posizioni dei rispettivi
libri seriamente, affermando che vi solamente una via che
porta a Dio e al cielo, e riconoscendo che vi sono enunciati
di verit contrastanti che non possono essere accantonati
responsabilmente dinanzi al tepore di un buon caff38.
37. R. Idliby, S. Oliver e P. Warner, The faith club: a Muslim, a Christian, a
Jew, Free Press, New York, 2007.
38. The faith club non naturalmente il solo esempio di innumerevoli forme
di sincretismo fra le religioni. Nel 2007 il rev. Ann Homes Redding,
sacerdote della Chiesa episcopale di Seattle, dichiar di essere sia
cristiana sia musulmana. Rispondendo a domande sulla sua fede, disse:
Io credo che Ges divino allo stesso modo in cui tutti gli uomini
sono legati a Dio come figli di Dio. Ges diverso per grado, non per
natura; ci significa che egli mi mostra al massimo grado che cosa voglia
dire essere in totale sottomissione a Dio e identificazione con lui. Il
valore della sua crocifissione dato dal fatto che essa rappresenta la resa
ultima e la resurrezione tanto la sua quanto come essa si manifesta
149

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Per dirla in altra maniera, il dialogo interreligioso, che


avvenga in contesti formali o davanti a un caff, porter a
questa sorta di allegra amicizia purch nessuno dei partecipanti
creda che ci sia granch di vero nella propria tradizione religiosa.
Un musulmano che non crede a molto, un cristiano che non
crede a molto e un ebreo che non crede a molto avranno
appunto molto in comune. Non c da stupirsi se si trovano
daccordo. Non c molto su cui essere in disaccordo, perci
si troveranno felicemente in sintonia. Un dialogo realmente
interessante avrebbe invece luogo se vi fossero dei credenti che
articolassero le affermazioni esclusive delle rispettive religioni.
allora che si scoprirebbe se la tolleranza (nel primo senso)
a vincere, nel contesto cio di una discussione onesta in cui
ciascuna parte pu sentirsi libera di dire che gli altri sbagliano,
senza paura del ricorso a strumenti coercitivi da parte dello
stato. Unamicizia che si fonda su questi presupposti, quando
si presenta, veramente preziosa; lamicizia di The faith club
fortemente narcisista.
(2) Tolleranza senza convinzioni. Pare che G.K. Chesterton abbia detto: La tolleranza la virt di un uomo senza convinzioni. Ci vero secondo la seconda definizione di tolleranza. Secondo la prima definizione, per quanto memorabile
laforisma, laffermazione non esattamente vera; la tolleranza la virt della persona che ha convinzioni proprie ma che
ritiene gli altri non debbano essere costretti a concordare con
le sue convinzioni. B.B. Warfield comprese questa distinzione
oltre un secolo fa. Nel 1887 Phillips Brooks, rettore di Trinity
Church a Boston, pubblic due pezzi sulla tolleranza. Warfield
nelle vite dei suoi discepoli ci mostra che Dio trae la vita dalla morte.
Questa per me la buona notizia e la salvezza. Non penso che Dio disse:
Mander questa persona speciale per poterla uccidere a beneficio del
resto dellumanit. Non questo il tipo di sacrificio che Dio desidera.
In altre parole ella nega gli insegnamenti centrali del cristianesimo
confessionale e nel contempo afferma per che Ges morto e risorto,
negando ci che il Quran insegna. Il suo vescovo, il reverendo Vincent
Warner, sostiene che la dichiarazione del rev. Redding, secondo cui ella
sia cristiana sia musulmana, eccitante in termini di comprensione
interreligiosa. In realt incoerente. O, nelle parole di R. Albert Mohler:
C speranza per una chiesa il cui vescovo considera leresia qualcosa di
eccitante? . Cfr. www.albertmohler.com/blog_read.php?id=964.
150

5. La chiesa e gli enunciati di verit cristiana

approv alcune delle cose che Brooks aveva scritto sul tema ma
fece altres i seguenti appunti:
Il tipo di tolleranza che il dott. Brooks pi ammira, la tolleranza che cresce in qualunque uomo consapevole che la verit pi grande del concetto che lui stesso ha della verit e
che quelli che sembrano errori di altri uomini, altro non sono
spesso che parti di quella verit di cui egli possiede soltanto
una parte, non ci sembra affatto tolleranza ma cattolicit di
spirito. Noi non siamo tolleranti di verit nota o sospetta
tale; la vera tolleranza entra in gioco soltanto quando ci confrontiamo con ci che riteniamo errore; e questa la ragione
per cui, come sostiene ammirevolmente il dott. Brooks, non
vi pu essere vera tolleranza in una mente che non ha convinzioni forti e una comprensione ferma della verit39.

(3) Tolleranza senza libert religiosa. La tolleranza sia vecchia sia nuova qualcosa di diverso e meno profondo del diritto alla libert religiosa. I governi possono non affermare la libert religiosa ma possono, per ragioni di convenienza strategica o altro, essere tolleranti verso questa o quella pratica o credo
religioso. Per contro il concetto di diritto alla libert religiosa
presuppone un particolare concetto degli esseri umani, di Dio
e della libert. Non si dimentichi che i regimi pi crudelmente
oppressivi del XX secolo non avevano a capo credenti cristiani
o fondamentalisti musulmani, ma atei marxisti e teorici del nazismo che avevano fatto propri teoremi secolari. Essi avevano
una propria concezione della natura degli esseri umani e sulla
base di essa sterminarono milioni di persone; avevano una propria concezione di Dio e sulla base di essa negarono la sua esistenza o lo strumentalizzarono per i fini del partito (i cristiani
la chiamano idolatria); avevano una concezione propria della libert e sulla base di essa soppressero ogni libert.
(4) Verit senza la croce. Una delle cose che i sostenitori
della nuova tolleranza temono quella prerogativa di verit
39. B.B. Warfield, Reviews of recent theological literature, Presbyterian
Review 9, n. 33, 1888, p. 160. Sono grato a Fred Zaspel per avermi indirizzato a questo passaggio.
151

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

che facilmente pu trasformarsi in totalitarismo. Tuttavia una


delle straordinarie caratteristiche del cristianesimo che al
centro della fede cristiana c il Signore Ges, che afferma
di essere la verit (Gv 14:6) e nonostante ci va alla croce
per salvare gli altri. Lesclusivit della sua affermazione non
mai ridimensionata ma la verit incarnata sale sulla croce
per amore degli altri. Mentre insistiamo sulla potenza e sul
carattere non negoziabile della verit, lumilt pi grande
ci viene insegnata da un Dio che nella persona di suo Figlio
rivela la verit crocifissa.

152

CAPITOLO 6

EPPURE IL MALE RIMANE

In questo breve capitolo il nucleo tematico piuttosto ristretto.


Il mio obiettivo quello di mostrare come il riflettere su una serie di questioni morali getti un po pi luce sui problemi della
tolleranza e dellintolleranza.

MORALIT E VERIT
Ho ripetutamente sostenuto che la nuova tolleranza
radicata in una visione della verit ampiamente condivisa
dalla cultura generale o per lo meno dallelite culturale. Il
problema che si pone allora quali violazioni di tale visione
possano essere tollerate e se la coercizione sociale o da parte
dello stato abbia un posto laddove tale visione della verit non
riconosciuta e, in quel caso, in quali circostanze. Qualcosa
di simile potrebbe dirsi della sfera della condotta morale:
secondo un modo conservatore di guardare le cose una certa
condotta incontrava in passato approvazione mentre altri
tipi di condotta erano disapprovate (immancabilmente sulla
base di un mix complesso di tradizione, rivelazione, istinto di
autoconservazione dello stato, consenso culturale e cose del
genere). La questione della tolleranza e dellintolleranza era
legata a quanto lallontanamento da tali norme culturali potesse
o meno risultare accettabile. Le questioni di verit e di moralit
erano palesemente collegate. Ad esempio era moralmente
153

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

sbagliato per due uomini dormire insieme o per un uomo e una


donna commettere adulterio, perch Dio aveva fatto conoscere
la verit su come coloro che portavano in s la sua immagine
avrebbero dovuto condursi. Per contro, la nuova tolleranza
stata in larga misura separata da una visione ben articolata della
verit e da standard morali pervasivi e vincolanti, e per questo
pretende di essere arbitro ultimo in entrambi gli ambiti.
Ho cercato di mostrare come queste pretese siano tristemente vuote. Gran parte della mia attenzione nel capitolo precedente si incentrata su questioni di verit, mentre ho lanciato alle questioni di moralit soltanto occhiate fugaci. I sostenitori della nuova tolleranza, come abbiamo visto, pensano spesso di favorire una moralit pi alta. Dobbiamo affermare con
forza che le cose non stanno cos.
Levidenza dei fatti si manifesta in svariati modi. Si consideri per esempio la crescente riluttanza di molte persone, sotto linfluenza della nuova tolleranza, a prendere sul serio il termine male. Viene in mente il diverbio fra Dennis Miller e la
sua spalla comica Kathleen Madigan. Esso ebbe luogo durante
lo show televisivo di Miller sulla CNBC il 7 settembre del 2004.
La discussione riguardava alcuni terroristi che avevano ucciso
pi di duecento persone in una scuola russa poco tempo prima. Miller sosteneva che era giusto definire malvagio latto
compiuto; Madigan non era daccordo. Parte della discussione
si svilupp come segue.
Miller: Non vero, Kathleen, che i liberali, quando usano
la parola male non si sentono bene, perch tendono a intellettualizzarla e ... perch non vogliono richiamare la Bibbia,
perci non riescono a pronunciare la parola. Ma quando spari
a un bambino quarantacinque volte ... c un posto sulla faccia di questo pianeta pi sacro di una scuola elementare il primo giorno di scuola? Allora queste persone vanno fermate.
Madigan: Male. soltanto una parola. Cio, a me fa venire in mente la scuola cattolica, niente di buono. Io dico fuori
di testa, che cosa ne dici di fuori di testa?.
Miller: No, male. Questa volta non riesco a scherzare
con te. Dobbiamo riconoscere che queste persone ... [interrotta].

154

6. Eppure il male rimane

Madigan: Sono assolutamente seria! Penso solo che quella parola ha un connotato troppo religioso per me. S, sono
persone cattive, quello che successo terribile ma quando
[il presidente Bush] va lass e dice: Sono malvagi e noi siamo buoni ... penso che viene tirata in ballo lintera questione della religione, che quello ha in testa.
Ospite: E allora?.
Madigan: Allora non quello che penso io, perci non
sono daccordo.

Leditore del pezzo in cui riportata la schermaglia


commenta: Da qualche tempo a questa parte la parola
peccato non si sente pressoch mai se non nei circoli religiosi
(fatta eccezione per i nomi di dessert). Forse la parola male
sta per fare la stessa fine1.
Poco pi di trentanni fa i media ricorrevano al termine
male senza alcun imbarazzo. In un toccante articolo apparso
su Time in cui lautore, David Aikman, rifletteva sugli orrori
del massacro perpetrato in Cambogia da Pol Pot e dai suoi
collaboratori, si legge:
Nelloccidente oggi vi unadesione sempre maggiore allidea di relativismo morale, una riluttanza ad ammettere che
il male assoluto pu esistere, e in effetti esiste. Ci fa s che
per alcuni particolarmente difficile accettare che lesperienza cambogiana sia qualcosa di gran lunga peggiore di unaberrazione rivoluzionaria. piuttosto la conseguenza logica
e mortale di un sistema di valori ateo che pone al centro luomo, portato avanti da esseri umani fallibili che posseggono
un potere assoluto e credono con Marx che morale sia qualsiasi cosa i potenti dicono che sia, e con Mao che il potere
proviene dalla polvere da sparo. Non un caso se le societ
marxiste pi umane in Europa oggi siano quelle che, come la
Polonia o lUngheria, consentono la diluizione della propria
dottrina con ci che Solzhenitsyn ha chiamato le grandi riserve di misericordia e sacrificio della tradizione cristiana2.
1. Si pu leggere il pezzo su Modern Reformation 13, n. 6, 2004.
2. Time, 31 Jul. 1978, ora disponibile su http://www.time.com/time/maga155

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Naturalmente se non riusciamo a classificare il genocidio


pi orrendo come male, altamente improbabile che ci serviremo delle categorie che ravvisano la presenza del male in ogni
essere umano e il germe delle tenebre morali in ciascuno di
noi. Quando James Waller pubblic il suo libro in cui sosteneva che lOlocausto nazista era stato perpetrato da persone normali e non da una nazione di sociopatici3, i recensori fecero di
tutto per dimostrare che la tesi dovesse semplicemente essere
sbagliata4. Infatti se la tesi corretta significa che persone normali possono facilmente diventare sociopatiche. Francamente
Waller riflette pi da vicino la visione biblica dei suoi detrattori. Sebbene la Bibbia sia infatti percorsa dallinsegnamento sulla grazia comune la grazia che Dio benevolmente elargisce
a tutti gli uomini essa spietatamente realista quando spiega
che cosa risiede nel cuore delluomo (p.es., Rom 3:920).
Una volta che scompare la categoria del male, il nostro
discernimento morale privato di qualsivoglia struttura. La fibra
forte ridotta a poltiglia; lo scheletro del ragionamento morale
rimosso e ci che rimane altro non che un protoplasma
gelatinoso. Non ci rimane nientaltro che un rampante
relativismo etico e unanemica incapacit a sentire o a esprimere
oltraggio morale di fronte allimmoralit dilagante5. Lincapacit
di riconoscere il male nei nostri cuori precisamente ci che
convince molti di noi che le nostre opinioni e motivazioni sono
irreprensibili laddove coloro che ci contraddicono sono stupidi
o maligni. Una sana dose di realismo agostiniano sul peccato,
come sostiene Mark Ellingsen, potrebbe fare dellAmerica
un posto migliore: esattamente per questo motivo che i
padri fondatori erano tanto preoccupati di fissare forme di
bilanciamento e contrappeso, limiti costituzionali e divisione
zine/article/0,2171,946921-3,00.html. Una buona parte dello stesso passaggio citata altres in D. Cormack, Killing fields, Monarch, London,
1997, p. 176.
3. J. Waller, Becoming evil: how ordinary people commit genocide and mass
killing, Oxford University Press, Oxford, 2002.
4. P.es., A. Wolfe, Desperately wicked: reckoning with evil, Books and
Culture 9, n. 2, Mar./Apr. 2003, pp. 2627.
5. Cfr. H. Blamires, The postChristian mind: exposing its destructive agenda, Servant, Ann Arbor, 1999.
156

6. Eppure il male rimane

di poteri; non si fidavano di nessuno perch avevano un forte


senso del peccato6. Se nel nostro ambiente la virt della (nuova)
tolleranza diventa un assoluto, allora chiaramente le discussioni
morali condurranno a considerazioni analoghe. Ad esempio
in un recente resoconto dellAustralia Institute intitolato La
mappatura dellomofobia in Australia, ci viene detto che il 62%
dei cristiani evangelici omofobo. Su quale base? La domanda
rivolta agli intervistati era: Siete o meno daccordo con
laffermazione: Credo che limmoralit sia immorale?. Chi
era daccordo era classificato come omofobo7. In altre parole
il sondaggio non prendeva in alcun modo in considerazione la
riflessione morale sulle complessit della sessualit umana ma
vi era soltanto la volont di tacciare unintera classe di persone
di intolleranza. E ancora: in milioni si dichiarano favorevoli alla
scelta di porre fine alla vita del feto. Ci accettabile perch
laborto stesso visto come un atto moralmente neutro. La
scelta pertanto svuotata di significato morale se non quello
legato alla libert sovrana della volont individuale8. Non c da
meravigliarsi se siamo arrivati al punto che i nostri esperti medici
possono concorrere a generare la vita nel grembo materno e
possono uccidere un bambino che sta per emergere da quello
stesso grembo senza alcun distinguo morale. puramente
questione di scelta personale.
Va da s che ci dobbiamo soffermare un po su queste cose.

MORALIT E RELATIVISMO
Una delle migliori descrizioni concise del relativismo fra quelle che conosco quella di John Piper, The challenge of relativism, esposta alla Ligonier Conference nel 2007 e successiva-

6. M. Ellingsen, Blessed are the cynical: how original sin can make America
a better place, Brazos, Grand Rapids, 2002.
7. In The briefing 328, Jan. 2006.
8. Questo esempio viene utilmente discusso nel libro acerbamente fuori
moda di D. Bentley Hart, Atheist delusions: the Christian revolution and
its fashionable enemies, Yale University Press, New Haven, 2009.
157

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

mente ampliata e pubblicata9. Con il permesso dellautore riproduco o adatto alcuni dei punti principali qui, prima di volgere la discussione a ci che pi ci concerne.
Piper apre il suo discorso chiedendo: In che modo il cattivo relativismo si differenzia da forme di pensiero relativo che
invece sono buone?. Possiamo concludere che qualcuno
alto o basso paragonandolo a unaltra persona: in molti ambiti
questo modo di pensare non soltanto utile ma indispensabile. Quando facciamo simili raffronti le persone di qualsiasi provenienza hanno un qualche termine di paragone in mente, pertanto la relativa altezza o bassezza di due persone stabilita sulla base di uno standard condiviso.
Ma il relativismo differente. Perch il relativismo morale
esista, una o pi delle seguenti affermazioni deve essere vera:
(1) Non esiste uno standard di verit esterno o oggettivo.
(2) Lo standard pu esistere ma non possiamo conoscerlo.
(3) Lo standard esiste ma non possiamo conoscerne il significato.
(4) Lo standard esiste e possiamo conoscerne il significato
ma semplicemente non ci importa di farlo.

Si consideri laffermazione: I rapporti sessuali fra due


uomini sono sbagliati. Due persone possono essere in
disaccordo sulla veridicit di questaffermazione e non essere
per relativisti. Ad esempio entrambi possono credere che
la Bibbia la Parola autorevole di Dio e che stabilisce uno
standard esteriore e oggettivo per giudicare lintera questione
ma possono essere in disaccordo su ci che la Bibbia dice. Il
relativismo nasce laddove non vi alcuno standard o laddove
si dica che lo standard invece esiste ma non si pu conoscerlo
(o qualsiasi dei quattro punti sopra). Forse la forma pi triste
(certamente la pi brutta) di relativismo si trova nel quarto
punto. una sorta di relativismo pragmatico: riconosciamo gli
standard di riferimento ma andiamo avanti per la nostra strada
9. J. Piper, Think: the life of the mind and the love of God, Crossway,
Wheaton, 2010, capp. 78, pp. 89112, in it. Rifletti, Be Edizioni, Firenze, 2013.
158

6. Eppure il male rimane

come se niente fosse alla stessa maniera in cui si pu avere un


relativismo pragmatico (sappiamo che Dio esiste ma possiamo
comportarci come se non esistesse).
Il relativismo quella visione secondo la quale non esiste
alcuno standard di verit o menzogna, giusto o sbagliato, buono o cattivo, bello o brutto che valga per tutti. I relativisti sono
pi che contenti di parlare della tua verit e della mia verit
ma raro che parlino della verit in s. Le convinzioni e la
condotta non procedono da standard oggettivi ma da standard
personali o comuni. Piper sostiene che i relativisti pragmatici
sono presenti in tutte le culture: si consideri per esempio Matteo 21:21-27, brano in cui gli oppositori di Ges non vogliono
affrontare la verit e cercano, di conseguenza, modi per evitarla, fino a mentire pur di conservare le proprie falsit. La tragica realt della nostra generazione occidentale (non certamente
ovunque nel mondo) che abbiamo codificato e autorizzato il
relativismo in misura tale che linteresse a un tempo per la verit e per la moralit, in qualsiasi senso che sia duraturo e oggettivo, si in gran parte dissolto.
Dal punto di vista biblico il relativismo equivale a tradire
Dio e la sua Parola. Il solo fatto che il Dio della Bibbia esista fa
s che esista la verit; il solo fatto che egli un Dio che si rivela determina la possibilit di conoscere la verit. Il relativismo
sovente gioca con le parole, incoraggia aberrazioni dottrinali, coltiva la duplicit e fa finta di essere umile mentre autorizza una sorprendente arroganza. Il relativismo promette libert
ma rende le persone schiave: esso rifiuta di riconoscere il peccato e il male nei termini in cui la Bibbia li riconosce; cos facendo non affronta mai il peccato e il male in modo adeguato
ma lascia le persone schiave del peccato e del male stessi. Anche sul piano sociale il relativismo un invito a forme distruttive, poich se ciascuno fa ci che giusto ai propri occhi, la conseguenza non sar altro che anarchia o invocazione culturale di
pi leggi al fine di garantire stabilit da ultimo, persino linvocazione di un dittatore.
Quando constatiamo come la nuova tolleranza si apra la
strada nel mezzo di questo miasma, comprendiamo ancora una
volta quale potere di controllo possano avere le discussioni su
tolleranza e intolleranza per il fatto che non esistono altre cate159

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

gorie su cui vi ampio consenso. Ed esattamente per la stessa ragione si ha che questa dialettica non pu essere supportata da
ampie reti di riferimento morale: non ve ne sono o almeno non
ce ne sono molte10.

MORALIT E TOLLERANZA
Leffetto di questo cambiamento sorprendente. In passato le
questioni morali avevano un posto centrale nel dibattito pubblico e parte di quel dibattito si occupava di comprendere in
quale misura fosse tollerabile una deviazione da determinati
canoni morali. Sempre pi tuttavia non ci si occupa di ci che
giusto e di ci che sbagliato. Il dibattito pubblico sincentra piuttosto su quali sanzioni debbano essere fissate per coloro che non tollerano (naturalmente secondo il nuovo senso del termine tolleranza!) labolizione di quelli che un tempo
10. Questo problema si presenta in molti ambiti, tuttavia fra coloro che pi
sono a favore di unapertura indefinita raro che venga presa in considerazione la seriet del problema. Si pensi ad esempio al libro di S.E. Gillingham, One Bible, many voices, Eerdmans, Grand Rapids, 1998. Lautrice sostiene diffusamente che sia la diversit di contenuto della Bibbia sia la diversit di approcci interpretativi ci conducono alla conclusione che la Bibbia ha molte voci, non soltanto una. In breve, dobbiamo insistere su un approccio pluralista alla Bibbia. Nella sua conclusione (pp. 245247), nondimeno, richiama il monito di Anthony Thiselton,
(New horizons in hermeneutics: the theory and practice of transforming
Bible study, Harper Collins, New York, 1992, p. 612), che mette doviziosamente in guardia da quel pluralismo autoritario che si maschera da
pluralismo liberale. Nel momento stesso in cui diciamo che il solo modo
responsabile per leggere la Bibbia quello interamente pluralista, abbiamo ridotto la nostra teoria a una singola opzione dogmatica che
poi esattamente ci che ha fatto Gillingham. Ella riconosce il problema:
Un appello a leggere la Bibbia in senso pluralista ha perci bisogno di
una qualche misura di autocritica (p. 245). Tuttavia tutto ci che riesce
a carpire da questa osservazione che mentre difendiamo il pluralismo
dovremmo essere critici del pluralismo in s cos come dovremmo essere critici di qualsiasi approccio esclusivista (p. 247). Ma se siamo cos
critici verso gli approcci pluralisti, non lecito chiedersi se non vi siano
certezze radicate nella Scrittura?
160

6. Eppure il male rimane

erano canoni morali. In altre parole la principale linea morale tracciata attraverso la cultura occidentale dichiara che coloro che tollerano pressoch qualsiasi cosa sono bravi, mentre
coloro che non lo fanno sono cattivi e pertanto non dovrebbero essere tollerati.
Il caso pi sorprendente quello dellomosessualit. Non
dobbiamo nemmeno sognarci di negare la complessit di ci
che fa della persona un omosessuale. In pochi si sono avvicinati allaccuratezza e alloggettivit dello studio di Stanton
L. Jones e Mark A. Yarhouse11. A livello popolare non tuttavia consentito a tale complessit, in modo pressoch assoluto,
di venire in superficie. Si presume quasi ovunque che le persone nascano cos e che non ci sia altro da dire. Quandanche
cos fosse e levidenza semplicemente non consente un cos
banale riduzionismo ci non significherebbe che la pratica
omosessuale cosa buona, in assenza di tutta unaltra serie di
altri presupposti.
La mia intenzione al momento non di documentare il
modo in cui i fatti vengono sistematicamente presentati con
intenti manipolatori (p.es. i media vanno alla ricerca di una
coppia omosessuale che si amata profondamente per quarantanni e la contrappongono a una malandata coppia eterosessuale al loro terzo matrimonio e martoriata dallabuso, senza considerare le abbondanti statistiche che mostrano quanto
infrequente sia la fedelt omosessuale) ma di osservare come i
media sistematicamente infangano il carattere di chiunque intrattenga il pensiero che la condotta omosessuale non sia una
cosa buona. Ricordiamo ad esempio che quando il presidente George W. Bush propose James Holsinger per la carica di
direttore generale della Sanit statunitense, qualcuno scopr
che ventanni prima Holsinger aveva votato con la maggioranza dello United Methodist Judicial Council per reiterare il divieto di ordinare omosessuali praticanti. Il Boston Globe pre-

11. S.L. Jones e M. A. Yarhouse, Homosexuality: the use of scientific research


in the churchs moral debate, InterVarsity, Downers Grove, 2000. Cfr.
anche P. Sprigg e T. Dailey, a cura di, Getting it straight: what the research shows about homosexuality, Family Research Council, Washington, 2004.
161

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

tese che Bush ritirasse la nomina di Holsinger dal momento


che nessuno dovrebbe accedere alla carica con un curriculum di discriminazione contro persone per il loro orientamento sessuale12. Il tono del Washington Post fu decisamente canzonatorio13. La questione della pratica omosessuale in s non
fu mai presa seriamente in considerazione. Il bersaglio dichiarato fu piuttosto lintolleranza di Holsinger, la quale, per
buona parte della stampa, era motivo sufficiente per precludergli lalta carica. In nome della tolleranza la sua nomina non
doveva essere tollerata14.
Unintolleranza simile non meno comune in Europa.
Nellautunno del 2004 Rocco Buttiglione, deputato italiano
presso lUnione Europea, non ricevette lincarico di Commissario alla giustizia in quanto cattolico concorde con le posizioni
della sua chiesa sullomosessualit. Nel corso di alcune udienze egli distinse con cura fra ci che immorale e ci che dovrebbe essere criminale ma naturalmente le autorit europee non poterono consentire alcuna deviazione dal proprio disegno laico,
giacch ci avrebbe significato favorire lintolleranza.
E ancora, nel 2010 Kenneth Howell and incontro a seri
problemi con la University of Illinois a ChampaignUrbana.
Al tempo Howell era sia direttore del Newman Centers Institute of Catholic Thought sia professore a contratto delluniversit. Insegnava in un corso intitolato Introduction to Catholicism and Modern Catholic Thought. In risposta a una discus12. http://www.boston.com/news/globe/editorial_opinion/editorials/articles/2007/06/19/intolerance_makes_bad_medicine/.Originariamente,
19 Jun. 2007.
13. 14 Jun. 2007, ora su http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/
article/2007/06/13/AR2007061302012.html.
14. Molti altri esempi di questo tipo potrebbero essere addotti. Uno questo: nel 2003, quando William H. Pryor Jr., allora Procuratore Generale dellArkansas, fu nominato alla Corte dAppello degli Stati Uniti
per lundicesimo distretto, il senatore Charles Schumer, democratico di
New York, obiett sulla base del fatto che le convinzioni di Pryor erano
cos note e cos profondamente radicate da rendere difficile credere che
non avrebbero influenzato le sue decisioni. In altre parole, non si possono escludere da unalta carica persone sulla base della razza o del credo,
purch questultimo sia cos superficiale da non influenzarne la condotta. In una parola, il criterio essenziale per essere idonei a unalta carica
quello di un tacito secolarismo.
162

6. Eppure il male rimane

sione sviluppatasi in classe sullomosessualit, il 4 maggio Howell distribu una email di tre pagine ai suoi studenti in cui
chiariva alcuni punti del pensiero cattolico sul tema, affrontando gli aspetti teorici legati alla legge naturale e la linea tematica utilitarismo e sessualit. Un mese pi tardi uno studente che non frequentava il corso ma che aveva visto la mail
inviata a un suo amico, il quale invece lo frequentava, sporse
lamentele al capo del dipartimento di Howell, sostenendo, fra
le altre cose, che insegnare a uno studente i lineamenti della
religione una cosa, dichiarare che gli atti omosessuali violino
le leggi di natura delluomo unaltra15. La logica di questaffermazione in s rivelatrice: la religione non ha il diritto di
occuparsi di questioni morali e nel frattempo la vera offesa
dire che una cosa sbagliata quando molte persone ritengono che sia giusta.
Il capo di dipartimento, Robert McKim, sostenne che luniversit aveva interesse a non far sentire a disagio i propri studenti, la qual cosa port naturalmente il significato di intolleranza a nuovi livelli di plasticit. Prima che il trambusto fosse
finito, Howell, alle corde, difese il suo diritto a insegnare come
aveva fatto sulla base del diritto di parola conferitogli dal primo emendamento. Luniversit lo licenzi ma un sollevamento significativo la costrinse a tornare sui suoi passi. Naturalmente la ragione per cui Howell prevalse non fu che i suoi argomenti morali improvvisamente diventarono convincenti per
le autorit universitarie ma che sia coloro che avevano trovato
lemail di Howell ragionevole sia quelli che lavevano trovata
spregevole erano uniti nella protesta contro ci che consideravano mancanza di riguardo da parte delluniversit nei confronti della libert accademica: in poche parole luniversit era
intollerante nella sua difesa della tolleranza. Era questa lunica questione morale.
Per farla breve, sia che uno aspiri a unalta carica politica sia che cerchi di mantenere un posto impopolare in un
ambiente accademico per non parlare di chi voglia vincere un concorso di bellezza, come dimostra il caso di Carrie
15. La faccenda stata ampiamente discussa. Uno dei resoconti pi completi
Fired, in a crowded theater, First Things 2006, Oct. 2010, pp. 2429.
163

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Prejean si manifesteranno enormi pressioni affinch coloro


che ritengono la pratica omosessuale sbagliata, indipendentemente dalla grazia con cui esprimono il proprio pensiero,
siano esclusi.
Questi sono i casi pi miti di denuncia contro coloro che
mettono in discussione lineccepibilit dei rapporti omosessuali. Gli esempi pi estremi e ve ne sono molti sono comuni e
crudeli16. In aggiunta allironia di chi fornisce questi esempi in
difesa della (nuova) tolleranza, ce unaltra ironia ancora pi triste: la vera omofobia, con la sua sfrenata crudelt, laddove viene associata alle semplici affermazioni che ritengono immorale la pratica omosessuale, inizia a guadagnare terreno, giacch
le accuse contro chi ritiene immorale la pratica omosessuale finiscono prima o poi per essere considerate per quello che realmente sono, vale a dire espressioni di odio vuote e scurrili. Forse nessuno ha commentato questo aspetto in modo pi tagliente della sociologa Camille Paglia:
Che i gay chiedano che i cristiani devoti cessino di fare
pressioni su Washington in relazione alla crescente deriva liberale della politica governativa dimostra una colossale amnesia storica. Santo cielo, fu lo sfavillante, tuonante attivismo dei ministri evangelici nel XIX secolo a muovere il movimento abolizionista e a portare alla fine della schiavit negli Stati Uniti (naturalmente questi fatti massimamente do-

16. Ad esempio in diversi paesi occidentali alcuni predicatori di strada sono


stati arrestati (e a volte condannati) per aver detto che lomosessualit
sbagliata, citando la Bibbia. Nel Regno Unito a una coppia stato vietato laffidamento di bambini perch insegnavano ai propri figli in affido
che la pratica omosessuale sbagliata. In diversi paesi non pi assurdo immaginare che il clero sia perseguito per essersi rifiutato di officiare
cerimonie di unione civile o persino cerimonie matrimoniali sotto legida della chiesa. Pi in generale i media insistono nel riferirsi agli orribili abusi su ragazzi da parte del clero cattolico come pedofilia sebbene
non di questo si tratti: la pedofilia la molestia sessuale di bambini molto piccoli, laddove labuso in questione coinvolgeva ragazzi pi grandi,
sovente adolescenti. Ma dove parlano i media di sacerdoti gay che molestano adolescenti? Si veda la relativa discussione di B. Goldberg, Arrogance: Rescuing America from the media elite, Warner Books, New York,
2003, in part. pp. 165184.
164

6. Eppure il male rimane

cumentati non compaiono nella rappresentazione liberale


hollywoodiana di Steven Spielberg, Amistad) ...
Analogamente eloquenti ministri protestanti come Martin
Luther King Jr. e Jesse Jackson hanno avuto un ruolo centrale nel plasmare lattuale movimento per i diritti civili, movimento che ha assicurato il diritto di voto agli Afroamericani e ha aperto la strada allelezione di un numero sempre crescente di politici di colore a livello locale ma anche
statale e federale. Perci i gay devono smetterla di lamentarsi dei battisti del Sud. Questi altro non fanno che esercitare il loro diritto costituzionale di parola quando esprimono la propria posizione sullomosessualit, pratica condannata dalla Bibbia, come dicono tante parti interessate, incluse alcune componenti religiose. Sono anni che avverto
che la sprezzante mancanza di rispetto mostrata dagli attivisti gay nei confronti della religione che si protrae in modo
incontrollato da ventanni in talk show televisivi, con i loro
ospiti liberali e parziali avrebbe prodotto un contraccolpo nel tempo ...
Da libertaria credo che il governo debba starsene fuori
dalle vite private dei cittadini. Da atea credo che santificare
le unioni di talune persone (gli eterosessuali) ma non di altre
(gli omosessuali) non sia affare del governo, particolarmente quando determinati benefici (come lassicurazione sanitaria per coniuge a carico del datore di lavoro) vanno soltanto a un gruppo.
Da studiosa sono tuttavia disturbata dal provincialismo
e dallamoralit del mondo gay maschile, se paragonati alla
vastit di prospettiva filosofica presentata dalla religione ortodossa o anche dal paganesimo antico, che onorava la natura. Da lesbica sono stufa marcia del danno che la vile mancanza di autoesame da parte di molti uomini gay reca alla
causa del movimento per i diritti gay17.

Queste non sono questioni astratte. Una cultura che sminuisce valori quali lonore, lintegrit, il sacrificio personale a bene17. Dalla sua colonna su Salon, visualizzabile su http://www.salon.com/col/
pagl/1998/06/nc_23pagl.html (2000).
165

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

ficio degli altri, il dire la verit o la cortesia, mentre attribuisce


alla libert sessuale unimportanza tale che le questioni a essa relative non possono essere dibattute perch ogni cosa gi stata
catalogata nella rubrica della nuova tolleranza, una tale cultura
destinata a lungo andare a pagare un prezzo terribile18.

EPPURE IL MALE RIMANE


I sostenitori della nuova tolleranza paiono pensare che se tutti
fossero tolleranti come loro il mondo sarebbe un posto di gran
lunga migliore. Forse anche le guerre cesserebbero.
In realt il vero guadagno che deriva dalla nuova tolleranza minimo se paragonato a ci che va perduto. Esso ha avuto un certo successo nel portare alla riduzione di epiteti degradanti negri, musi gialli e altre espressioni del genere. Anche in ambito lessicale il prezzo da pagare per dato dai vincoli di una correttezza politica totalitaria. Pi grave tuttavia il
modo in cui la nuova tolleranza irretisce qualsiasi discussione
penetrante su verit e moralit: la tolleranza largamente percepita come pi importante e pi duratura delluna e dellaltra.
Il risultato una tendenza maggiore a credere a menzogne e a
finire in una deriva di immoralit. Persino nellagone politico,
come molti burloni hanno fatto notare, il motto stampato sulla
moneta americana deve essere rivisto: E pluribus unum (Dai
molti, uno) diventato di fatto E pluribus plurus (Dai molti,
molti). Sono tante le chiese cristiane e le organizzazioni paraecclesiali che prestano pi attenzione a promuovere la diversit che a favorire una vera unit, anche se nella Bibbia la diversit non tanto comandata quanto presupposta, laddove lunit
lobiettivo desiderato. Nel frattempo le culture in altre parti
del mondo ravvisano sovente nella (nuova) tolleranza occidentale non una cultura matura e civilizzata degna di emulazione
ma una cultura infantile e manipolatrice che si rifiuta di affron18. Cfr. R.A. Mohler, Desire and deceit: the real cost of the new sexual tolerance, Multnomah, Colorado Springs, 2008.
166

6. Eppure il male rimane

tare questioni morali serie, e avvertono tale cultura come un


pericolo per i propri mondi ora che i mezzi digitali hanno travalicato qualsiasi confine.
Lungi dal portare pace, la nuova tolleranza sta diventando
progressivamente pi intollerante: favorisce la miopia morale,
si dimostra incapace di affrontare serie e complesse discussioni sulla verit, permette a mali personali e sociali di diffondersi
come una piaga e rimane cieca dinanzi alla percezione internazionale e politica del nostro profilo culturale.

167

CAPITOLO 7

TOLLERANZA, DEMOCRAZIA
E SISTEMA MAGGIORITARIO

Se vero che la gran parte del dibattito pubblico contemporaneo relativo alla tolleranza e allintolleranza ruota attorno ai diritti individuali, tali diritti hanno unorigine. Da dove provengono? Dallo stato? Dalla legge naturale? Dal creatore? Se provengono dallo stato, derivano veramente dalle persone, sempre
che il governo di quello stato sia democratico? Se esistono limiti alla tolleranza e, come abbiamo visto, ve ne sono sempre
questi limiti verranno imposti per sanzione sociale? Attraverso forse restrizioni legali e sentenze? In altre parole, non possiamo addentrarci ulteriormente nelle sfide che il discorso sulla tolleranza, e in particolare sulla nuova tolleranza ci propone,
senza riflettere sullo stato in particolare, nel contesto in cui
redatto il presente libro, sullo stato democratico.

COMPRENDERE IL PROBLEMA
Robert P. George McCormick, Professor of Jurisprudence alla
Princeton University, racconta di un convegno dellAmerican
Constitution Society for Law and Policy. Preso posto, egli trov
sul tavolo davanti a s un libretto blu contenente la dichiarazione dindipendenza, il discorso di Lincoln a Gettysburg e la costituzione degli Stati Uniti dAmerica un volumetto tascabi169

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

le dei documenti fondamentali della nazione. Si ricord di aver


dovuto memorizzare il discorso di Gettysburg in prima media
e per rinfrescarsi la memoria lo rilesse fino allultimo paragrafo, che cos compariva nel libretto:
bene che prendiamo qui la risoluzione di votarci al
grande compito che ci davanti che traiamo da questi
onorati morti devozione sempre maggiore alla causa per la
quale essi hanno versato la misura ultima della devozione
stessa che noi qui dichiariamo solennemente che queste
persone non sono morte invano che questa nazione avr
una nuova nascita di libert e che il governo del popolo, da
parte del popolo e per il popolo, non scomparir dalla faccia
della terra1.

Come chiunque abbia memorizzato il discorso di


Gettysburg potr notare, la versione pubblicata dalla American Constitution Society for Law and Policy aveva omesso parole scritte e incluse nel discorso da Lincoln: ... che questa nazione, sotto Dio, avr una nuova nascita di libert.
Vi sono inevitabilmente dispute accademiche su quale versione sia loriginale, questione che il professore affronta con la
competenza che gli propria. Non facile evitare la conclusione che potenti figure e istituzioni siano pronte a riscrivere
la nostra storia e persino i nostri documenti fondativi al fine di
stabilire lordine laico che bramano.
facile trovare altri casi simili. Un caso particolarmente
significativo dellabuso di potere da parte delle corti di giustizia
quello che vide contrapposti Americans for the Separation of
Church and State e Prison Fellowship Ministries (2006). Il processo riguardava InnerChange Freedom Initiative (IFI), uno
dei programmi di Prison Fellowship per ridurre la recidivit.
LIFI sotto contratto con diversi sistemi carcerari di stato e
lavora con i carcerati prima del loro rilascio, attraverso consulenze spirituali, studi biblici e preghiera. In Iowa, la AUSCS
fece causa a IFI sostenendo che il fatto di avere un contrat1. R.P. George, God and Gettysburg, First Things 205, Aug./Sep. 2010,
pp. 1517, in part. p. 16.
170

7. Tolleranza, democrazia e sistema maggioritario

to con lo stato (circa il 40% del loro finanziamento proveniva


dallo stato) costituiva una forma di istituzionalizzazione della religione in effetti una religione particolarmente sinistra
chiamata evangelismo. Levidenza mostra come IFI fosse notevolmente efficace nel ridurre la recidivit, favorendo la sicurezza pubblica e riducendo i costi del sistema correttivo. Nessuno metteva in discussione questi dati. Ammesso il modo in
cui viene intesa la clausola sullistituzionalizzazione della religione oggi (diremo di pi su questo in avanti), non sorprende che il giudice federale Robert Pratt si sia pronunciato contro Prison Fellowship e le abbia ingiunto di rimborsare lo stato per un milione e mezzo di dollari. Ci che risult davvero
sconcertante fu che circa trentacinque delle quaranta pagine
di motivazioni mostravano il giudice Pratt giustificare la propria sentenza su basi teologiche. Levangelismo piuttosto distinto da altre sedicenti fedi cristiane, come il cattolicesimo romano, il mormonismo e lortodossia greca ... si distingue altres dai punti di fede di sedicenti denominazioni cristiane protestanti come la luterana, la metodista, lepiscopale e la presbiteriana, per menzionarne soltanto alcune. Sebbene la dichiarazione di fede di Prison Fellowship contenga punti di fede comuni a molti tipi di gruppi cristiani ... allo stesso tempo significativamente diversa per molti aspetti. Ad esempio il giudice Pratt lamenta il fatto che la fede cristianoevangelica nutre sospetto verso le istituzioni religiose. Gli evangelici sono
avversi alla fiducia cattolicoromana nellautorit papale, alla
devozione mariana e alla venerazione dei santi. Ancora pi
sconcertante, Prison Fellowship e il programma InnerChange credono nella morte espiatrice e sostitutiva di Ges, riflettendo una comprensione legalista del sacrificio di Ges non
condivisa da molti cristiani. E peggio ancora, credono nella resurrezione corporale e letterale di Cristo. In effetti un
concetto chiave negli scritti di Chuck Colson che le persone
devono nascere di nuovo.
Queste considerazioni sono talmente risibili che ci si chiede se valga la pena perdere del tempo a confutarle ma forse
qualche osservazione non far male. (1) Pochi, allinfuori degli
stessi mormoni, pensano che il mormonismo faccia parte della
grande tradizione cristiana. (2) Levangelismo non una qual171

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

che setta distinta ad esempio dal metodismo e dal presbiterianesimo, dal momento che sono in molti allinterno di quelle
tradizioni ad abbracciarlo. (3) Se levangelismo cos avverso
ad altre fedi come il giudice Pratt ci vuol far credere e se pertanto incapace di collaborare con denominazioni e altri gruppi
cristiani, come mai una parte integrante cos significativa della Chiesa battista del Sud, della Chiesa presbiteriana dAmerica o di organizzazioni come Focus on the Family? Gli evangelici sono in disaccordo coi cattolici, diciamo, sulla devozione mariana o sullautorit del papa cos come i cattolici sono
in disaccordo con gli evangelici sugli stessi punti. Ne consegue
forse che le due parti si disprezzino? Non evidente limpressione che il giudice Pratt volesse escludere gli evangelici sulla
base del fatto che, secondo lui, non sono sufficientemente tolleranti? (4) Alcune delle voci nellelenco delle dottrine distintive dellEvangelismo, come la morte sostitutiva di Cristo o la
sua resurrezione corporale, sono essenziali per ogni ramo confessionale del cristianesimo; le obiezioni a queste dottrine vengono principalmente da quelle voci liberali che vogliono disfarsi dellelemento soprannaturale. (5) E cos Chuck Colson sostiene che le persone devono nascere di nuovo? Ma guarda un
po, anche Ges (Gv 3). Il giudice Pratt vuole forse inserire anche alcuni insegnamenti di Ges nella sua lista nera continuando ad affermare che coloro che prendono Ges sul serio sono
settari? (6) Ma soprattutto che cosa crede di fare un giudice federale inserendo in una lista nera certune posizioni teologiche
(quelle settarie, secondo il suo intendimento) e non altre?
Non tanto la sua ignoranza teologica a essere sconcertante ma
il suo modo di dirimere la faccenda in nome della separazione
fra stato e chiesa. La sua decisione non soppone a IFI in quanto
organizzazione religiosa ma in quanto essa sposa posizioni religiose che a lui personalmente non piacciono e Pratt ritiene di
possedere la perspicacia teologica necessaria per stabilire quali
forme di credo religioso siano accettabili. Dove esattamente il
primo emendamento conferisce al potere giudiziario tale prerogativa di giudizio e potere discriminatorio?
Grazie a Dio, gran parte della sentenza del giudice Pratt
stata ribaltata un anno e mezzo dopo circa da una Corte dAppello distrettuale. La nuova sentenza ha chiarito meglio in qua172

7. Tolleranza, democrazia e sistema maggioritario

li casi le organizzazioni religiose possano legittimamente collaborare con le agenzie governative.


Bench non sarebbe difficile fornire una lunga lista di aneddoti simili, il vero problema al centro della questione che stiamo trattando potrebbe rimanere non chiarito. Joseph Bottum
lo fotografa piuttosto bene:
un colpo al cerchio e uno alla botte. Una spinta da
una parte e un calcio dallaltra. Piccole cose, per lo pi, e
sorprendentemente spesso i fautori di date posizioni si
ritirano se sfidati in modo diretto, ma soltanto per lasciare
che sia qualcun altro a farsi avanti al posto loro ...
Cos la corte della California penalizza i medici che hanno
indirizzato un paziente a unaltra clinica perch non volevano effettuare una fecondazione in vitro per una coppia non
sposata. Un rappresentante dello stato del Connecticut presenta una bozza di legge che mirava a costringere la Chiesa cattolica a rinunciare alle sue parrocchie. Un giudice del
Montana decide che i fornitori di assistenza sanitaria devono provvedere alleutanasia laddove il paziente la richieda.
La Equal Employment Opportunity Commission si pronuncia
contro un college della Carolina del Nord per il suo tentativo di non fornire ai suoi dipendenti unassicurazione sanitaria che copra la contraccezione. Unopera di carit del Massachusetts costretta a rinunciare a occuparsi di adozioni.
Una corte cerca di costringere un parco a rimuovere una croce piuttosto che vendere a privati il terreno con la croce. Una
corte divorzista del New Hampshire ingiunge a una madre
cristiana di interrompere linsegnamento a casa della figlia
perch questa dava segni di riflettere la rigidit della madre
su questioni di fede. Il presidente consente una forma di sostegno ridotta per istituzioni religiose ma soltanto nella misura in cui queste smettano di assumere in base alle loro posizioni religiose. Viene ordinato a un farmacista dellIllinois
di dispensare farmaci abortivi pena la chiusura della sua attivit. La tempesta di cause volte a vietare lesposizione di decorazioni natalizie sta incominciando ancora una volta ad abbattersi su di noi, la pi bizzarra fra le tradizioni della nazione in tempo di feste.

173

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Non una di queste una ferita mortale alla pratica religiosa in America. Persino prese tutte insieme non assomigliano
neanche lontanamente a un colpo fatale2.

E tuttavia ... come Bottum fa notare, il problema non un


particolare episodio n tutti gli episodi nel loro insieme ma la
traiettoria.
C poco da meravigliarsi se i credenti si sentono sempre
pi minacciati e accerchiati. Questo genere di mini crisi dimostra che la strada, che vuole relegare la religione alla dimensione puramente privata, non percorribile. I legislatori, le corti e
lesecutivo stanno sempre pi estendendo il loro raggio dazione, facendo di ogni erba un fascio. Non si pu fare il farmacista
in date giurisdizioni senza vendere farmaci abortivi; non si pu
essere ginecologi in date giurisdizioni senza praticare aborti,
persino nel caso in cui si indirizzino le persone a un altro medico. Non si pu dire che una cosa sbagliata perch offender
chiunque sia in grado di bisbigliare nelle orecchie del potere.
E in modi sottili, in nome della tolleranza, la coercizione sponsorizzata dallo stato il criterio stesso di ci in cui consiste la
(vecchia) intolleranza si sta facendo strada.
Le democrazie, come avviene per tutte le forme di governo, si basano infatti sullaffermazione e il sostegno di certi valori e visioni della realt e sulla proscrizione di altri. Ma quando i
valori e le visioni della realt che sostenevano queste democrazie del passato si dissolvono, il loro posto preso dallo ber
valore della nuova tolleranza, sostenuto dal potere coercitivo
dello stato. Ad esempio, quando si parla della pena capitale o
delleutanasia, i sostenitori delle varie posizioni sviluppano il
loro pensiero almeno in parte sulla base del carattere morale o
meno dellatto proposto. Tuttavia in merito ad alcune questioni, ad esempio come laborto, persino le discordanze sul vocabolario riflettono la confusione esistente. Laborto al terzo
trimestre per dilatazione ed estrazione aborto con nascita
parziale o omicidio di un neonato autosufficiente? Laborto
stesso equivale alla terminazione di un feto o allomicidio di
un bambino? Nelle parole di Scott Moore:
2. J. Bottum, A demand for freedom, First Things 198, Dec. 2009, p. 63.
174

7. Tolleranza, democrazia e sistema maggioritario

Credo che lo slittamento verso una ridefinizione e banalizzazione delle cose una conseguenza della nostra cultura dellagio. Primancora della gravidanza, la sessualit stata ridefinita e banalizzata. Non si parla pi di consumazione ma di fare sesso. Separare la dimensione meccanica
da quella riproduttiva del rapporto sessuale trasforma radicalmente la natura dellatto e il rapporto allinterno del quale si realizza3.

Pertanto la questione principale diventa il diritto della


donna o quello del neonato, questione che a sua volta legata alla misura in cui lo stato dovrebbe tollerare questa o quella condotta.
Nelle democrazie liberali classiche tali discussioni sarebbero segno di una folle corsa a eleggere legislatori idonei. Sono
infatti i legislatori a fare le leggi e soltanto i legislatori sono responsabili di fronte allelettorato. In realt le democrazie dotate di agenzie federali, statali intrusive e assetate di potere, di
corti e di agenzie internazionali altrettanto intrusive, sono indice di una corsa a influenzare tutti i vari rami del governo. E
come vedremo, quando la visione di ci che il bene diviene profondamente polarizzata, quale che sia la cultura, al punto che non pi possibile raggiungere un ampio consenso, non
si dovr pi parlare soltanto di chi vince o di chi perde su
un qualsiasi tema specifico ma altres della misura in cui la visione contraria tollerata.

CRISTIANESIMO E ALCUNE ALTRE FEDI RELIGIOSE


NON POTRANNO MAI ESSERE PURAMENTE PRIVATE
Ammesso che parte sostanziale della ragione che spinse i padri
pellegrini ad attraversare lAtlantico andando incontro a un futuro ignoto fosse la passione per la libert religiosa, sostenere
3. S.H. Moore, The limits of liberal democracy: politics and religion at the
end of modernity, InterVarsity, Downers Grove, 2009, p. 135.
175

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

la privatizzazione della religione equivale a tradire quella eredit. In effetti una religione relegata allinterno della sfera privata, come abbiamo visto, la sola forma di religione che la nuova tolleranza disposta a tollerare.
La privatizzazione della religione e la libert religiosa non
sono esattamente valori opposti, quasi che appartenessero a
un qualche nefasto gioco religioso a somma zero; tuttavia una
qualche forma di rapporto inverso esiste. Pu essere daiuto
definire meglio la cosa4. Si considerino le seguenti opzioni
Opzione uno: in questo mondo altamente privatizzato viene permesso ai cittadini di pensarla come vogliono sulle questioni religiose. Il modo in cui praticano la loro religione insieme ad altri pu essere tuttavia monitorato e controllato. Pu
esistere una fiorente retorica sulla libert di religione dopo
tutto le persone possono credere a ci che vogliono ma non
ci pu essere quasi nessuna vera libert quando la religione diventa qualcosa di pi di un fatto puramente privato (p.es. trasmettere la propria fede ai figli, adorare insieme ad altri in edifici non destinati al culto, cercare di diffondere la propria fede).
Opzione due: i cittadini di questo mondo hanno il diritto
non soltanto di avere la fede religiosa che vogliono ma altres di
incontrarsi insieme ad altri che condividono la stessa fede. Fanno felicemente parte di una comunit e di una tradizione religiosa. Dal loro punto di vista ci d loro la libert di esplorare il mondo dallinterno della propria tradizione; dal punto di
vista di altri cittadini e dello stato sono innocui bench un po
eccentrici. Ci che non devono fare per essere attivi nel fare
proseliti (anche se i credenti stessi preferirebbero considerare
questattivit evangelizzazione e non proselitismo). Essi stessi possono naturalmente convertirsi alla visione culturale dominante ma coloro che posseggono la visione dominante non
devono in nessun caso convertirsi a qualcosa che non sia la visione dominante (posizione tipica in molti paesi islamici oggi).
4. Utili discussioni si trovano in S.L. Carter, The dissent of the governed: a
meditation on law, religion and loyalty, Harvard University Press, Cambridge, 1998; e D. Novak, In defense of religious liberty, ISI Books,
Wilmington, 2009; B.A. McGraw e J. Renee Formicola, a cura di, Taking religious pluralism seriously: spiritual politics on Americas sacred sacred ground, Baylor University Press, Waco, 2005.
176

7. Tolleranza, democrazia e sistema maggioritario

Opzione tre: in questo mondo i cittadini non solo possono


tenersi strette le proprie convinzioni e incontrarsi con altri credenti ma possono attivamente propagare la propria fede senza paura di persecuzioni. Tale libert religiosa pu essere legata a passaggi costituzionali che garantiscono la libert di parola o la libert religiosa. I credenti possono altres godere di
qualche forma di immunit da leggi che sono altrimenti generalmente applicabili (p.es. i membri di una religione pacifista
possono essere esentati dal servizio militare, sebbene debbano servire il proprio paese in altri modi). Nondimeno i credenti non possono fare appello alla religione come parte della propria ragione di voto n per incoraggiare altri a votare in un certo modo. Se ad esempio un cristiano per ragioni di coscienza
sceglie di votare politiche contrarie allaborto, salvo che la madre sia in pericolo di vita, e voglia persuadere altri ad adottare la medesima posizione, quel cristiano dovr astenersi dallesporre le ragioni religiose della sua posizione, poich non farlo
significherebbe eludere la separazione costituzionale fra stato e
chiesa. Le sanzioni possono essere sociali e legali. In altre parole il credente, sotto lopzione tre, gode di molta pi libert religiosa del credente sotto lopzione uno ed certamente meno
limitato da pretese di privatizzazione religiosa, sebbene qualche grado di privatizzazione sia ancora presente. In particolare
i cittadini credenti sia cristiani sia musulmani sia mormoni
che soppongono allaborto, quando desiderano fornire ragioni a sostegno della propria posizione, sono meno liberi di farlo
di quanto non lo siano quei cittadini che hanno sposato un secolarismo naturalista.
Opzione quattro. In questo mondo ogni cittadino, credente
o no, ha il diritto, anzi la responsabilit, di portare al tavolo della
discussione pubblica qualsiasi sapienza morale possegga, quale
che sia la fonte dalla quale labbia attinta. Si trova cos una libert
religiosa ancora maggiore e di conseguenza unimposizione
della privatizzazione religiosa inferiore. Non si mette in
questo modo in pericolo la separazione fra stato e chiesa n si
minaccia di istituzionalizzare una religione nel senso originario
del termine (si veda la discussione al capitolo tre, riassunta
sotto). Dopotutto se musulmani e cristiani contribuissero a
influenzare il risultato di una legislazione sullaborto, quale
177

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

religione avrebbe assunto un profilo istituzionale? Se si obietta


che si stanno adducendo motivazioni religiose per parlare
della sfera della legislazione pubblica, allora certo la visione
naturalistica del mondo avrebbe il sopravvento in questo
caso lo stato si trasforma, in qualche senso, in unistituzione
antireligiosa. Qualche forma di privatizzazione della religione
viene contrastata; qualche riduzione della libert religiosa viene
fatta propria. Se i cristiani e altri cittadini credenti non possono
partecipare liberamente al dibattito pubblico, facendo valere
in ogni discussione qualsiasi intendimento o convinzione stia
loro a cuore, saranno cittadini di serie B. Pu essere nel loro
interesse ricorrere ad argomenti pi facilmente comprensibili
nel contesto culturale generale: questa unaltra questione,
una questione di prudenza. Ma se altri cercano di zittirli ogni
volta che fanno appello a quelle categorie che sono per loro
di importanza massima e che considerano parte integrante di
una lealt basilare al Dio che li ha redenti, allora la libert di
religione sar stata gravemente lesa5.
Ma non sono i laici a proteggere il diritto alla religione?
Questa certamente unidea comune in Occidente. Nondimeno possibile affermare con una certa forza, come accaduto
spesso, che vero il contrario. Ad esempio David Novak risulta
convincente quando afferma che soltanto coloro la cui visione
dei diritti umani radicata in qualcosa di diverso e di pi grande dei decreti di un governo hanno ragioni sufficienti per criticare il governo stesso nel momento in cui diventa repressivo.
Diversamente, lo stato si trasforma con facilit in nostro padrone piuttosto che nostro servo. Scrive Novak:
Senza previ obblighi e protezioni, i nostri diritti come esseri
umani non possono prevaricare il potere dello stato in quanto derivati da quello stesso potere che, senza un vero patto,
pu facilmente togliere ci che ha dato. Pertanto coloro che

5. Dovrebbe essere chiaro che la libert di far conoscere le proprie idee


apertamente nello spazio pubblico non mitiga essa stessa la responsabilit che la chiesa ha sempre di essere una comunit controculturale. Non
necessario adottare lo stile di vita Amish per essere una comunit controculturale.
178

7. Tolleranza, democrazia e sistema maggioritario

interpretano il detto di Grozio alla lettera, il detto cio secondo cui si pu avere la legge anche senza Dio (etiamsi
non sit Deus), e che sostengono che lateismo di fatto la sola
base convincente dadesione a una forma di governo democratica, non trovano alcun terreno sul quale sfidare razionalmente lingiusto esercizio dellautorit dello stato, vale a dire
lantitesi stessa della democrazia costituzionale. Ironicamente coloro il cui Dio non n lordine cosmico [si legga legge
naturale] n lordinatore del cosmo [si legga Dio] vedono i propri diritti protetti dalla dedizione democratica di coloro che hanno una religione morale o una religiosit morale. Ma come possono allora i nostri secolaristi dottrinari cercare di escludere i loro stessi protettori dalla dialettica di cui
ogni democrazia ha bisogno per giustificare la propria vita e
il proprio futuro?6.

Inoltre la documentazione degli ultimi cinquantanni circa, mostra in quanta parte i leader Afroamericani del movimento per i diritti civili che da ultimo svergognarono Jim Crow
abbiano fatto appello al cristianesimo. Diversi scrittori hanno mostrato dettagliatamente come le forze motrici del movimento non erano giovani bianchi laici (questi arrivarono dopo,
per cos dire) ma predicatori Afroamericani, mossi dalla loro
comprensione di Dio, della natura umana e della Bibbia7. Parlavano dallesterno delle strutture di potere, perch soltanto
cos queste strutture di potere potevano essere riformate. Vogliamo davvero alti gradi di privatizzazione della religione e libert religiosa minima? a fronte di ci che J.V. Schall pu
con grande eloquenza mettere in guardia contro una tirannia
6. D. Novak, Law: religious or secular?, prima pubbl. in Virginia Kaw Review, 2000; poi utilmente in M. Kavka, a cura di, Tradition in the public
square: a David Novak reader, Eerdmans, Grand Rapids, 2008, p. 186.
7. Si veda specialmente D.L. Chappell, A stone od hope: prophetic religion
and the death of Jim Crow, University of North Carolina Press, Chapel Hill, 2007, ben recensito da E. Fox-Genovese, Hopeful pessimism,
Books & Culture 10, n. 4, Jul./Aug., 2004, pp. 89; S. L. Carter, Liberalisms religion problem, First Things 121, Mar. 2002, pp. 2132 (un
resoconto a tratti davvero commovente). Cfr. anche J. Bethke Elshtain,
The KnowitAll-State, Books and Culture 6, n. 1, Jan./Feb., 2000,
pp. 2223.
179

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

democratica8. Questa un nuovo genere di tirannia, sostiene


Schall, da affiancare alle pi manifeste espressioni generate da
Hitler e Stalin. In Occidente questo genere di tirannia presenta una forma particolare: Il pericolo della tirannia democratica risiede precisamente nellincapacit di riconoscere ci che
bene e ci che male9.
Un antico filone di pensiero sostiene che se la libert di religione viene progressivamente mutilata, solo questione di tempo prima che la libert, intesa in senso pi generale, sia anchessa progressivamente mutilata. Non per niente che la libert religiosa spesso chiamata la prima libert non semplicemente
quanto a sequenza storica ma quanto a potere fondativo10.
8. A reflection on the classical tractate on tyranny: the problem of democratic tyranny, American Journal of Jurisprudence 41, 1996, pp. 119.
9. J.V. Schall, A reflection on the classical tractate on tyranny, Sect. XI.
10. Alcuni laicisti sono arrivati al punto di avvertire il bisogno di qualcosa di
simile a una visione religiosa unificata nella nazione laddove si vogliano
evitare i pericoli di uno stato che controlla sempre pi la vita dei cittadini ma hanno cercato poi di stabilire loro stessi che tipo di religione debba essere. Forse lesempio pi interessante quello di Richard Rorty. In
un dato momento si era autodefinito un laico militante ma a partire forse dal 1999, anno che segn la pubblicazione del suo libro Achieving our
country: leftist thought in twentieth-century America (Harvard University Press, Cambridge, 1999) in avanti, lo scrittore ha difeso ci che chiama politeismo romantico o religione di democrazia. La comunione dei santi diventa una comunit democratica e, invece di essere mossi
dalla verit o da Dio, i pragmatici politeisti sono spinti dallazione sociale. Siamo tutti politeisti ora, sostiene Rorty, dal momento che siamo tutti
attratti dal bene in varie forme piuttosto che da un singolo bene ultimo. Egli pensa che questa visione possa unire insieme John Stuart Mill,
Friedrich Nietzsche e William James. Questi teisti pragmatici devono
fare a meno di un dio personale, degli interventi soprannaturali, dellimmortalit personale, del Cristo risorto, dellautorit del Corano e cos
via. Questo vago teismo pu essere verificato: se una comunit religiosa sostiene i matrimoni gay e denuncia il capitalismo, allora pu essere
considerata una religione accettabile. Nel frattempo i docenti delle varie
universit in giro per il paese hanno il dovere religioso di esercitare pressione sugli studenti fondamentalisti bigotti e omofobici affinch giungano alla laurea avendo sposato le posizioni illuminate di Richard Rorty:
gli accademici devono fare del loro meglio per screditare le posizioni dei
genitori degli studenti agli occhi di questi ultimi, licenziandole come ridicole. Ecco dunque un uomo che arrivato a comprendere limportanza di una visione trascendente al fine di tenere il potere dello stato sotto controllo ma vuole che tale visione sia la sua, rendendolo totalmen180

7. Tolleranza, democrazia e sistema maggioritario

MAGGIORITARIO E DEMOCRAZIA
Tirannia democratica? Non un po esagerato?
La letteratura che si occupa della comprensione cristiana
dello stato in generale e della democrazia in particolare
cospicua. Io stesso ho cercato di fornire un mio modesto
contributo al tema qualche anno fa11 e non ripeter qui le
argomentazioni teologiche e i modelli di riferimento cristiani.
Per introdurre quale sia linflusso dei governi democratici sul
modo in cui dovremmo concepire la tolleranza devo tuttavia
passare in rassegna sette punti che ho cercato di fissare in
precedenti lavori o a cui ho fatto cenno pi indietro in questo
libro. Questi punti costituiscono il fondamento di ci che
occorre dire in questo momento sulla tolleranza.
(1) In questi giorni di sondaggi e scarsi princpi facile pensare che il migliore voto per il Congresso sia un voto in linea
con lopinione maggioritaria. Certamente i rappresentanti del
popolo dovrebbero essere sensibili allopinione pubblica, non
ultima lopinione della maggioranza. Nondimeno le opinioni
pubbliche possono essere molto volubili, facilmente governate da eventi drammatici o da demagoghi dalla lingua incensata.
Inoltre la maggior parte dei sondaggi notoriamente manipolatrice: si pu in certa misura controllarne gli esiti, dando una
sorta di taglio alla domanda: Approva il diritto delle donne di
decidere se abortire?, che porter a percentuali diverse rispetto alla domanda: Pensi che sia giusto uccidere bambini gi autosufficienti nel grembo materno durante il terzo trimestre?.
Forse, cosa pi importante ancora, la democrazia funziona meglio nel momento in cui comprendiamo la natura di un governo rappresentativo. Nessuno lha spiegata meglio di Edmund
Burke nel suo Discorso agli elettori di Bristol (1744):
te cieco al ruolo fondamentale della libert religiosa. Egli vede correttamente il pericolo di un potere statale incontrollato e sa che ci deve essere un Dio al di fuori dello stato ma non pu offrirci nullaltro che le proprie posizioni: le sue posizioni devono essere Dio. Lindefinita hubris
sorprendente e testimonia il fatto che poco ha compreso del ruolo della
vera libert religiosa in una democrazia.
11. D.A. Carson, Christ and culture revisited, op. cit. in part. i capp. 45.
181

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Certamente, gentiluomini, dovrebbe essere felicit e gloria


di un rappresentante vivere nella pi stretta unione, la pi vicina corrispondenza e la comunicazione pi aperta con i suoi
elettori. I loro desideri dovrebbero avere un peso particolare per lui; la loro opinione dovrebbe essere ritenuta degna di
alto rispetto; le loro vicende dovrebbero attirare la sua attenzione in modo continuo. suo dovere sacrificare il proprio
riposo, i propri piaceri, le proprie soddisfazioni per le loro; e
soprattutto, sempre e in ogni caso, anteporre il loro interesse al proprio. Ma la sua imparziale opinione, il suo giudizio
maturo, la sua coscienza illuminata, egli non dovrebbe sacrificarli a te, a nessun uomo n a nessun gruppo di uomini in
vita. Questi non gli derivano dal tuo piacere; no, e nemmeno
dalla legge o dalla costituzione. Essi sono affidati dalla Provvidenza e del loro abuso egli deve rendere conto. Il tuo rappresentante ti deve non soltanto il suo impegno ma il suo giudizio; ed egli ti tradisce invece di servirti, se lo sacrifica alla
tua opinione12.

In breve probabile che una discussione pi seria su temi


altrettanto seri sia incoraggiata dove i sondaggi vengono presi
meno seriamente del confronto.
(2) Quella della democrazia una categoria scivolosa. Le
pubblicazioni come quelle rese disponibili anno dopo anno da
Freedom House ci ricordano quanti paesi sono democratici nel
senso che i cittadini eleggono i loro leader (si tratta cio di democrazie elettorali) ma forse non in altri sensi. Una volta insediati, i leader possono controllare la stampa e le corti di giustizia fino al punto di limitare drasticamente la libert. Le democrazie liberali prevedono limiti costituzionali allesercizio del
governo, stampa e potere giuridico indipendenti, una cittadinanza ragionevolmente istruita, sistemi stabili di transizione
del potere, uguaglianza davanti alla legge, unopposizione leale, un settore privato significativo, libert religiosa e di parola, e corruzione minima. Le nazioni democratiche spesso invocano la democratizzazione di quelle non democratiche ma se
12. The works of the right honourable Edmund Burke, 6 voll., Henry G.
Bohn, London, 1856, pp. 1, 446447.
182

7. Tolleranza, democrazia e sistema maggioritario

ci non significa altro che un voto espresso di tanto in tanto,


vi sar ben poco progresso in termini di libert. Lo stato continuer a essere ampiamente coercitivo.
In effetti, quando i paesi sono avvolti da un miasma di corruzione o di violenza anarchica, la democrazia potrebbe non
essere la soluzione migliore. La condizione indispensabile per
la stabilit economica e un qualche grado di libert lordine.
Dopodich una certa misura di libert necessaria per mettere a frutto le risorse dei singoli cittadini e istituzionalizzare la libert (e con essa visioni stabili della tolleranza e dellintolleranza a livello statale).
Due ulteriori riflessioni sulla democrazia fissano limiti alla
nostra esperienza della tolleranza e dellintolleranza. Primo,
una frattura si aperta fra coloro che pensano alla democrazia
come splendida serva di una cultura che gi dedita ad assoluti esterni (dettati dalla legge naturale, dalla Bibbia o dalla tradizione ecclesiastica) e altri che considerano la democrazia un dispositivo politico neutrale che rende possibile un dialogo onesto e una discussione razionale fra cittadini, i quali sono in disaccordo gli uni con gli altri. Sebbene cerchi di essere cauto e
misurato, Jeffrey Stout un buon esempio della seconda posizione, cos come Gertrude Himmelfarb13, mentre Gilbert Meilaender e George Weigel esemplificano la prima14, La distinzione fondamentale la seguente: la prima visione della democrazia sostiene che essa funziona meglio laddove sia il pensiero comune sia le persone sono responsabili di quella verit e di
quella moralit che esulano dalle decisioni dello stato; la seconda visione della democrazia ritiene che il suo genio essenzialmente indipendente dalla pretesa di obbligo pi alto o dalla responsabilit. , in una parola, funzionalmente atea.

13. J. Stout, Democracy and tradition, Princeton University Press, Princeton, 2005; G. Himmelfarb, One nation, two cultures, Knopf, New York,
1999.
14. G. Meilaender, Talking democracy, First Things 142, Apr. 2004, pp.
2530; G. Weigel, Europes problem and ours, First Things 140, Feb.
2004, pp. 1825. Per unutile discussione di alcuni aspetti del dibattito,
si veda S.H. Moore, The limits of liberal democracy: politics and religion
at the end of modernity, InterVarsity, Downers Grove, 2009.
183

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Ci non significa che tutti coloro che sostengono questa


posizione siano atei. Occorre un ulteriore chiarimento. Verso
la fine della Seconda Guerra mondiale, Henri de Lubac sostenne in modo convincente che la radice della crisi di civilt che allora scosse lEuropa e molta parte del resto del mondo era ci
che chiamava umanesimo ateo. Esso non era mero ateismo
ma qualcosa di pi complesso. Gli atei hanno da tempo espresso la loro incredulit attraverso vari gradi di sofisticazione e talvolta condiscendenza verso coloro che non condividono il loro
ateismo. Quello che contraddistinse il periodo conclusivo del
secondo conflitto mondiale era tuttavia umanesimo ateo vale
a dire ateismo dotato di una visione globale di ci che meglio per lumanit. Si sposi lumanesimo ateo con la moderna
tecnologia, diceva de Lubac, e sar facile mietere morte su larga scala. Scriveva: Non vero, come si dice a volte, che luomo non pu organizzare il mondo senza Dio. Ci che vero
che, senza Dio, lo si pu solo organizzare contro luomo15.
Naturalmente De Lubac aveva in mente in primo luogo lo stalinismo e il nazismo. Ma molti pensatori, incluso Solzhenitsyn,
hanno applicato lo stesso ragionamento a movimenti pi ampi
del pensiero occidentale, compresi quei modi in cui la democrazia, spogliata di ogni responsabilit, facilmente diviene tirannica. LEuropa ha fatto forse pi passi lungo questa strada degli Stati Uniti ma la strada la stessa. Anche qui molte
persone credenti in qualche senso trattano la democrazia come
una struttura politica pi o meno neutrale di organizzazione responsabile dello stato. Non abbiamo bisogno di essere una nazione sotto Dio; tutto ci di cui abbiamo bisogno affermare la democrazia e lasciare che il sistema vada avanti da solo.
Questa una specie di equivalente democratico dellumanesimo ateo funzionale.
In breve, menti diverse associano la democrazia a cose
diverse.
In secondo luogo, John OSullivan sposta lattenzione su un
paradosso crescente:

15. H. de Lubac, The drama of atheist humanism (or. fr. 1944), Sheed &
Ward, London, 1949, p. 14.
184

7. Tolleranza, democrazia e sistema maggioritario

Il principale paradosso della politica attuale che stiamo


promuovendo la democrazia acriticamente in Medio Oriente senza evidentemente notare che essa sempre pi rinchiusa nelle case a causa del trasferimento del potere dai corpi eletti, come il Congresso, a istituzioni che non devono
rendere conto, come corti, agenzie federali e organizzazioni internazionali16.

Lingrediente comune a tutti questi trasferimenti di autorit che questultima procede dalle elite verso il basso e non viceversa, dalla gente verso lalto. Storicamente le democrazie liberali hanno inteso linternazionalismo come caratterizzato dal
potere che fluisce verso lalto, dallo statonazione democratico verso gli accordi internazionali e i trattati; in decenni recenti
il modello europeo e sempre pi anche lesperienza americana
prevedono una sorta di transnazionalismo in cui il potere fluisce verso il basso a partire dalla comunit internazionale17
sia (in Europa) dallUE sia dalla Corte Internazionale sia
dallONU. La nozione secondo cui il potere legittimo non proviene da popoli democratici di statinazione democratici ma
da una comunit internazionale mal definita e che da ultimo
non rende conto del suo operato, invita inevitabilmente abusi da parte delle elite che facilmente si considerano superiori
per capacit di analisi: essi interpreteranno il pensiero della comunit internazionale in conformit con le proprie ideologie e
preferenze personali.
Si consideri altrimenti il ruolo sempre maggiore che hanno le corti di giustizia nel fissare con fiat giudiziario ci che in
passato avrebbe presupposto lazione del legislatore18. La questione non principalmente se il governo federale attraverso le
16. J. OSullivan, Debating democracy: can everyone go Athenian?, National Review 55, n. 24, 22 Dec., 2003, p. 36.
17. Ibid., Debating democracy, p. 37.
18. Si vedano i due importanti libri curati da T. Eastland: Religious liberty in the Supreme Court: the cases that define the debate over Church and
state, Eerdmans, Grand Rapids, 1995; Benchmarks: great constitutional
controversies in the Supreme Court, Eerdmans, Grand Rapids, 1995. Per
una trattazione pi ampia, si veda la tagliente critica di T. Sowell, Intellectuals and society, Basic Books, New York, 2009, in part. cap. 6.
185

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

corti abbia il diritto, ovvero lobbligo, di sollevare accuse criminali o di altra natura contro i religiosi che infrangono la legge19
certo che ce lha n se possa servirsi di questo precedente
per stabilire leggi che criminalizzano una condotta che in passato sarebbe stata vista come accettabile (p.es. affermare pubblicamente che la condotta omosessuale, sebbene ora non illegale, nondimeno immorale), riducendo di conseguenza la libert religiosa. La questione non nemmeno principalmente
relativa al modo in cui la Corte Suprema trovi regolarmente diritti nuovi allinterno della costituzione, diritti che qualsiasi lettura storica del testo non potrebbe in alcun modo convalidare. N ancora riguarda il modo in cui la Corte, nei suoi soventi lodevoli tentativi di adottare una posizione di mediazione al fine di portare un qualche grado di conciliazione tra fazioni in conflitto, possa finire per usare un linguaggio che in
effetti genera animosit contro particolari gruppi20. E ancora,
non si tratta in prima battuta dellinterpretazione che la Corte, sin dal caso Everson nel 1947, ha dato del primo emendamento, quasi che le sue clausole sulla religione fossero in conflitto le une con le altre. Il primo emendamento dice: Il Congresso non legiferer in merito allistituzionalizzazione della religione n proibir il libero esercizio della stessa; n limiter la
libert di espressione, di stampa o ancora il diritto della gente
a radunarsi pacificamente e presentare petizioni al governo affinch ripari i torti subiti. Le due locuzioni rilevanti, Il Congresso non legiferer in merito allistituzionalizzazione della religione e n proibir il libero esercizio della stessa, vengono sovente considerate dalla Corte in conflitto luna con laltra, in modo che il compito della Corte diventa appunto trovare un terreno neutrale fra le due. Tuttavia diversi studiosi, in particolare Carl Esbeck, hanno mostrato come, sia grammaticalmente sia alla luce dellintento originario dellemendamento, non vi sono due locuzioni in conflitto ma una clausola con due disposizioni, entrambe al servizio della libert reli19. Si veda specialmente M.A. Hamilton, God vs. the gavel: religion and the
rule of law, Cambridge University Press, Cambridge, 2005.
20. Si vedano gli esempi chiarificatori e la trattazione di S.D Smith, Conciliating hatred, First Things 144, Jun./Jul. 2004, pp. 1722.
186

7. Tolleranza, democrazia e sistema maggioritario

giosa21. In origine la locuzione che vietava listituzionalizzazione della religione aveva lo scopo di rassicurare gli stati del fatto
che il Congresso non avrebbe interferito con le varie istituzioni religiose gi presenti negli Stati. Pertanto la prima locuzione
andava a braccetto con quella relativa al libero esercizio della
religione, volta a garantire libert religiosa. Il conflitto immaginato fra le due parti del primo emendamento stato creato ad
arte dalla Corte Suprema e si pu solo sperare che la Corte un
giorno sgombrer il campo dalla confusione che ha generato.
Per i nostri scopi il problema fondamentale non riguarda
tuttavia le varie decisioni delle corti ma il fatto che la Corte Suprema ha sempre pi assunto quel genere di ruoli e decisioni
che dovrebbero essere appannaggio dei legislatori, dei deputati
eletti. Quando sempre pi potere finisce nelle mani di elite non
elette e senza scadenza di mandato, la democrazia stessa vale
a dire il governo delle persone si indebolisce.
In breve, esistono molte ragioni per cui ci che si intende
per democrazia pu variare, e di molto.
(3) In ogni caso la democrazia, comunque la si voglia
intendere, non garantisce n verit n moralit. La gente si
chiama fuori dai pi svariati modelli di riferimento. Persino
quando le persone votano saggiamente, i loro rappresentanti
spesso cambiano idea. Dallaltro lato, se potenti agenzie o corti
sono sempre pi investite di potere statale, ci che i cittadini
vogliono importer poco oppure quelle agenzie potranno
talvolta fare cose giuste ma contrarie alla volont dei cittadini.
Tutto questo un modo per dire che il cristiano accorto non pu
elevare la democrazia a valore massimo. La democrazia rimane
il modo migliore di responsabilizzare il governo. Nondimeno,
21. C.E. Esbeck, The establishment clause as a structural restraint on governmental power, Iowa Law Review 84, 1998, pp. 1113; idem., Play
with the joints between the religious clauses and other Supreme Court
catachresis, Hofstra Law Review 34, 2006, pp. 13311336. Il secondo
titolo fa riferimento allopinione del giudice Ruth Bader Ginsburg secondo cui la Corte deve esplorare dove vi margine di manovra fra le
giunture che collegano le locuzioni, al fine di stabilire se c spazio per
lazione legislativa n imposta dalla locuzione sul libero esercizio della
religione n proibita dalla locuzione sullistituzione della religione. Cfr.
anche J. Hitchcock, The enemies of religious liberty, First Things 140,
Feb. 2011, pp. 2629.
187

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

anche quando un governo eletto democraticamente agisce


responsabilmente e in linea con i desideri della maggioranza
dei votanti, non significa che ci che questi ultimi vogliono
siano cose buone e sagge. Le democrazie possono credere a
falsit e fare cose crudeli e malvage. Nessun cristiano dovrebbe
soccombere allidea idolatra che il giusto partito realizzer
lutopia. La nostra fiducia non riposta in questo.
(4) In generale le democrazie faranno meglio se una
maggioranza dei loro cittadini creder che il giusto e ci che
sbagliato esistono indipendentemente dal governo, se nutrir
la convinzione di dover rendere conto un giorno a Dio e, sopra
ogni altra cosa, se avr una comprensione forte dellesistenza
del male e dellidolatria. Questi intendimenti produrranno pi
umilt e unattenzione maggiore a limitare il potere individuale
o quello che si trova nelle mani di una singola istituzione.
(5) Le democrazie saranno sempre pi difficili da gestire
nella misura in cui i loro cittadini saranno progressivamente
pi polarizzati. Naturalmente ogni generazione in ogni democrazia sar in qualche misura polarizzata, non soltanto perch
varie questioni verranno valutate in modo diverso da settori diversi della popolazione ma anche perch gruppi diversi sono in
lizza per il potere. Si aggiunga, tuttavia, una misura sufficiente di polarizzazione, e la democrazia scivoler verso (a) una rivolta alle urne che porter al potere un gruppo riformatore;
(b) unintrusione sempre maggiore del governo in ogni aspetto della vita dei cittadini al fine di preservare lordine dove non
esiste pi una visione unitaria; o (c) nel caso peggiore, la guerra civile.
(6) Trovandosi al di qua dei nuovi cieli e della nuova terra, i cristiani vivono in perenne tensione fra ci che Dio vuole, e perci fra le loro responsabilit come cittadini del regno
di Dio, e le loro responsabilit come cittadini di un particolare stato22. Essi non possono tuttavia dimenticare che lo stesso
Nuovo Testamento, il quale ci dice di sottometterci allo stato,
pu, in determinate circostanze, considerare lo stato stesso una
22. Per un sunto e una trattazione dei testi biblici che in modo pi diretto
parlano di questa tensione, si veda D.A. Carson, Christ and culture revisited, op. cit., pp. 145203.
188

7. Tolleranza, democrazia e sistema maggioritario

bestia. La distanza fra Romani 13:17 e Apocalisse 1314 non


poi cos grande.
(7) Ne consegue che i cristiani costituiscono una comunit che mai sallinea fino in fondo ai valori dello stato, nemmeno di uno stato democratico. Tuttavia, ricordando il comandamento del Signore di amare il nostro prossimo come noi stessi,
se viviamo in una democrazia, non saremo limitati, in ogni momento della storia, a scegliere fra lo stato inteso come inconsapevole servitore del Dio vivente, volto a promuovere la giustizia e il bene, e uno stato come fiera decisa a fare a pezzi i cristiani. No, le democrazie ci offrono una terza opzione: partecipare
e cercare di modellare le cose secondo verit e affermando fondamentali distinzioni fra ci che giusto e ci che sbagliato,
precisamente perch amiamo il nostro prossimo. Naturalmente, se le polarizzazioni diventano troppo grandi, potremo essere tacciati dintolleranza (nel nuovo senso del termine) e leggi e
decisioni giudiziarie potranno abbattersi contro di noi. Anche
le democrazie possono diventare coercitive; la tirannia democratica sempre possibile. Pazienza. Viviamo per lapprovazione del Cristo esaltato, non per quella dei seggi.

CHE COSA DICONO ALLORA QUESTE RIFLESSIONI


SU TOLLERANZA E INTOLLERANZA?
Sebbene in tempi recenti molti cristiani abbiano sostenuto che
la democrazia sia la migliore forma di governo e sia in ultima
analisi corroborata da princpi presenti nella Scrittura, questa
stessa nozione uninnovazione moderna: nessuno prima del
XVI secolo la pensava cos. Senza dubbio la democrazia, specialmente quella liberale classica, la migliore forma di governo per fissare, per lo meno, canoni minimi di responsabilit
per i governati e per assicurare transizioni tranquille (ovvero
non violente) ma non ne consegue che essa costituisca sempre la migliore forma di governo essa ha piuttosto il potenziale per diventare tirannica come qualsiasi altro regime nella
misura in cui inizi a pensare che i sistemi e le strutture della de189

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

mocrazia sono neutrali e indipendenti da qualsiasi grande modello di riferimento. La tesi del pi recente libro del teorico politico Francis Fukuyama corretta ma inadeguata: egli sostiene
che una democrazia liberale di successo richiede sia uno stato forte, unito e capace di far osservare le leggi sul proprio territorio sia una societ forte, coesa e capace di responsabilizzare lo stato23. Questa tesi non affronta in modo adeguato laspetto della responsabilit dei cittadini (sia quelli in posizione
di governo sia quelli non incardinati nel governo) verso qualcosa qualcuno pi grande di un sistema politico. Quando i
cittadini e i funzionari di un governo si distanziano progressivamente, almeno su alcuni temi, da questioni di verit e moralit, allora ci che lo stato tollera o non tollera viene facilmente
dirottato da disegni correnti, pi o meno espliciti, che possono
facilmente sfociare nella coercizione. E se la nozione stessa della tolleranza si distanzia parallelamente da nozioni pi ampie di
verit e tolleranza, tali che in vari ambiti il male pi grande la
(nuova) intolleranza, allora la coercizione dello stato sar linevitabile conseguenza24.
Per farla breve, la tesi ben articolata di Robert Kraynak di
gran lunga superiore: Perci dobbiamo affrontare linquietante dilemma del bisogno che la democrazia liberale moderna ha di
Dio ma Dio non liberale e democratico come vorremmo che fosse. E ancora:

23. The origins of political order: from prehuman times to the French devolution, Farrar, Strauss and Giroux, New York, 2011.
24. Una delle trattazioni recenti pi penetranti dello slittamento dalla verit
alla sensazione, dal principio alla terapia, dallonore allautostima, il libro di J. Bowman, Honor: a history, Encounter Books, New York, 2006,
in part. il cap. 10, The aristocracy of feeling (pp. 263291), in it. Breve storia dellonore, Rubettino, Soveria Mannelli, 2009. Bowman apre il
capitolo citando le note parole di W.H. Auden: La giustizia verr rimpiazzata dalla piet come virt umana cardinale e ogni paura della retribuzione scomparir ... La nuova aristocrazia consister soltanto in eremiti, barboni e invalidi permanenti. Il diamante grezzo, la consunta prostituta, il bandito buono verso sua madre ... saranno gli eroi e le eroine
della Nuova Et, quando il generale, lo statista e il filosofo diventeranno
lo zimbello di ogni farsa e satira (da For the time being: a Christmas oratorio, Faber & Faber, London, 1945, pp.115116, tr. it. Per il tempo presente, Milano, 1964.
190

7. Tolleranza, democrazia e sistema maggioritario

Il cristianesimo non necessariamente una religione democratica o liberale n fa del sostegno a un ordine politico la sua
pi alta priorit. Le implicazioni di questo dilemma sono che
i laici si sbagliano se pensano che la religione debba rimanere fuori dalla pubblica piazza; ma i credenti si sbagliano
anchessi se pensano che sia facile conciliare la loro fede con
i princpi e le prassi della moderna democrazia liberale25.

In parole povere, i cristiani accorti che vivono in una


democrazia, per quanto si impegnino a essere cittadini
responsabili, non possono pensare che il fatto stesso di vivere
in una democrazia li protegger dalle spirali che si stanno
formando sui confini e sulla natura stessa della tolleranza
e dellintolleranza.
Allora, adesso dove si va?

25. R. Kraynak, Christianity and modern democracy, xii (enfasi aggiunta).


191

CAPITOLO 8

GUARDARE AVANTI:
DIECI PAROLE

I Dieci comandamenti sono spesso chiamati le Dieci parole.


Sostanzialmente lunica cosa che hanno in comune con le Dieci parole di cui parlo qui il numero dieci. Alcuni di questi
dieci suggerimenti sulla strada da percorrere per andare avanti si applicano in modo pi diretto ai cristiani. Altri tuttavia
potrebbero facilmente essere adottati da altre persone di buona volont che sposano in qualche modo qualcuno degli argomenti presentati in questo libro. I lettori sono liberi di capire
da soli quali sono gli uni quali gli altri. Dovrei anche aggiungere che le mie Dieci parole vanno dal pragmatico a ci che
fondamentale.

1. METTERE A NUDO IL FALLIMENTO EPISTEMOLOGICO


E MORALE DELLA NUOVA TOLLERANZA
Se da un lato riconosciamo il bene, pur minimo, prodotto dalla nuova tolleranza, dobbiamo costantemente mettere a nudo
il suo fallimento epistemologico e morale, sostenendo un ritorno alla vecchia comprensione della tolleranza. Soltanto questo passaggio favorir un dibattito rigoroso sulle reciproche rivendicazioni esclusive di verit e su visioni morali contrastanti. Qualsiasi cosa sia inferiore a questo obiettivo precluder una
193

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

discussione rigorosa e coloro che sostengono questa o quella


posizione saranno tacciati dintolleranza.
La questione non puramente teorica. La vecchia tolleranza
pu pur concludere che il gesto del pastore Jones di bruciare
una copia del Corano stato stupido e insensibile ma con
ogni probabilit lo licenzierebbe come ridicolo e presuntuoso,
piuttosto che dargli tutta lattenzione che voleva. Inoltre, in
tutta onest, se un imam in Arabia Saudita bruciasse una Bibbia
difficile immaginare gruppi di cristiani in qualsiasi punto del
mondo pronti a cercare una moschea a cui dar fuoco: la vecchia
tolleranza distingue fra le opinioni che vengono espresse,
per quanto stupide o cariche di simbologia, e azioni violente
o addirittura lomicidio. La libert despressione devessere
tenuta alta, anche quando ci che viene detto insensato.
Quando Salman Rushdie fu insignito del cavalierato britannico,
i membri del Parlamento pakistano votarono unanimemente
per condannare lattribuzione del riconoscimento e un membro
del Governo pakistano sostenne con veemenza che il passo fatto
dalla corona giustificava non soltanto i tentativi di uccidere
Rushdie ma altres qualsiasi terrorista suicida imbottito di
esplosivo che cercasse di uccidere cittadini britannici. La
minaccia, nondimeno, significa forse che i cristiani o i buddhisti
o i laici non hanno il diritto di dire che lIslam, in alcuni ambiti,
profondamente in errore o che falso? Dobbiamo forse iniziare
a imbrigliare la libert despressione, persino la pi insensata,
perch qualcuno si sente urtato?
Solamente tenendo a mente la distinzione fra la vecchia e la
nuova tolleranza (sebbene, come abbiamo visto, in alcuni casi si
sovrappongano) troveremo il coraggio politico per non essere
intimiditi. La Yale University Press offre un eccellente esempio
della direzione che non dobbiamo prendere se vogliamo
adottare la vecchia tolleranza e salvaguardare le nostre libert.
Leditore commission un libro sulle vignette che ritraevano
Maometto, pubblicate in Danimarca, vignette a cui settori del
mondo islamico risposero con la violenza e con lomicidio.
Scritto da un rispettato studioso della Brandeis University,
Jytte Klausen, The cartoons that shook the world1 dimostra con
1. Yale University Press, New Haven, 2009.
194

8. Guardare avanti: dieci parole

dovizia che la crisi era stata montata ad arte per fini politici.
Il fatto drammatico tuttavia che Yale ritir le vignette stesse,
rifiutando di includerle nel libro ma escludendo anche altre
rappresentazioni di Maometto, come quella di Gustave Dor
in cui il profeta viene smembrato nellinferno (una scena
dellInferno di Dante). Perch mai le vignette che sono il tema
del libro non sono state inserite? Yale avrebbe esercitato lo stesso
freno in risposta alle sensibilit cristiane? Nondimeno, vivendo
alla luce della tradizione occidentale della vecchia tolleranza, i
cristiani con ogni probabilit non minaccerebbero un editore
o dei curatori di un libro se Ges vi fosse rappresentato come
un travestito che fuma una canna o qualcosaltro di altrettanto
oltraggioso. Per quanto riguarda la stampa, le libert di parola
e di stampa sancite dal primo emendamento americano sono
evidentemente soggette a limitazioni autoimposte sulla base del
veto islamico. emerso gradualmente che la decisione di non
pubblicare n le vignette danesi n Dor non era stata dettata
dalla paura di una reazione violenta (pur essendo questa la
scusa ufficiale) ma dalla pressione esercitata dalluniversit sul
suo editore, affinch non venissero offesi i ricchi benefattori
musulmani delluniversit. Mark Steyn ha ragione quando dice:
Gli irrequieti musulmani europei e gli illimitati contributi
sauditi possono esercitare pressioni sugli editori, le istituzioni e i
media americani, pressioni che in ultima istanza minano il primo
emendamento. In Danimarca come in altri paesi, personaggi
vili e acquiescenti possono se non altro giustificarsi dicendo
che hanno periferie incendiarie a maggioranza musulmana e il
50% di disoccupazione giovanile. Ma non cos a New Haven,
dove i grandi capi sembrano servirsi della paura della violenza
per coprire gli appetiti della loro avidit2. Quale che sia il
motivo, che si tratti di paura della violenza o di paura di perdere
sovvenzioni, in nome della nuova tolleranza Yale University
Press ha sacrificato coraggio e principio sullaltare della paura.
Dobbiamo continuare a chiarire in che cosa consista la
(vecchia) tolleranza e fare ci che possiamo per mettere a nudo
la nuova tolleranza.
2. M. Steyn, Sharia in New Haven, National Review 61, n. 16, 7 Sep.
2009, p. 52.
195

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

2. RISERVARE UN POSTO ALLA VERIT


Un altro modo per affermare la stessa cosa vale a dire che
dobbiamo insistere sulla superiorit della vecchia tolleranza
continuare a riservare un posto alla verit, non soltanto nei
nostri cuori e nelle nostre menti ma nella nostra interazione
con la cultura in generale. Possiamo arrivarci in vari modi. Due
decenni fa Harold A. Netland tracci unutile distinzione fra
tre diversi contesti in cui applicabile la nozione di tolleranza: quello legale, quello sociale e quello intellettuale3. Netland
pone laccento su come i cristiani debbano guidare la promozione dei primi due: tutti gli uomini dovrebbero essere trattati
allo stesso modo davanti alla legge e, dal momento che tutti gli
esseri umani sono creati a immagine di Dio, dovrebbero tutti
allo stesso modo essere trattati con dignit e rispetto, non ultimi coloro con cui siamo in profondo disaccordo. Per quel che
concerne la sfera intellettuale, i cristiani vorranno certamente
che la tolleranza operi al livello delle convinzioni fondamentali.
Ci che Netland dice ha senso naturalmente soltanto nel contesto della vecchia visione della tolleranza: tolleriamo coloro le
cui convinzioni fondamentali sono per noi false. La nuova versione della tolleranza, al contrario, sosterrebbe che sbagliato
dire che ci che qualcun altro crede sbagliato.
Torniamo indietro di un paio di decenni. Nel suo provvido
libro Christ the controversialist, John R.W. Stott ci dice anzitutto
che cosa i cristiani dovrebbero fare quando si trovano in
disaccordo gli uni con gli altri: Il modo migliore di agire per
i cristiani professanti che si trovano in disaccordo gli uni con
gli altri non n ignorare n celare n ancora minimizzare le
differenze ma dibatterle4. Ci ovviamente presuppone una
certa visione della verit, che felicemente fa capolino altrove nel
suo libro:
3. Dissonant voices Religious pluralism and the question of truth, Eerdmans, Grand Rapids, 1991. Pi recentemente, A. Morrison, Christian
freedom, tolerance, and the claims of truth, Scottish bulletin of Evangelical theology 17, 1999, pp. 166169, ha aggiunto un quarto ambito, quello ecclesiastico.
4. Christ the controversialist, InterVarsity, Downers Grove, 1970, p. 22.
196

8. Guardare avanti: dieci parole

Sembra che nella nostra generazione ci siamo molto


allontanati dallo zelo per la verit che Ges e i suoi apostoli
mostravano. Ma se amassimo la gloria di Dio pi di ogni altra
cosa e se ci importasse pi il bene eterno e le anime degli
uomini, non ci sottrarremmo alla controversia necessaria,
laddove la verit del vangelo in gioco. Il comando apostolico
chiaro. Dobbiamo custodire la verit nellamore, non
essendo senza verit nel nostro amore n senza amore nella
verit ma tenendo luna e latro in equilibrio5.

Poi, per enfatizzare limportanza della verit, Stott prende


in esame le diverse visioni della tolleranza distinguendo fra una
mente tollerante e uno spirito tollerante:
Dobbiamo distinguere fra la mente tollerante e lo spirito
tollerante. Un cristiano dovrebbe essere sempre tollerante
di spirito, come anche amorevole, comprensivo, disposto al
perdono e paziente verso gli altri, indulgente e concedendo
loro il beneficio del dubbio, giacch il vero amore sopporta
ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa (1 Cor 13:7). Ma
come possiamo essere tolleranti nella mente verso ci che
Dio ha chiaramente rivelato essere malvagio o errato?6.

Questo un modo leggermente diverso di distinguere fra


ci che ho chiamato la vecchia tolleranza e la nuova ma la sostanza non cambia: anche qui viene affermato che la verit non
negoziabile ma una categoria che va preservata, tenuta alta
e onorata7. Nelle parole molto citate di G.K. Chesterton: Lo
scopo di una mente aperta lo scopo di una bocca aperta: quello di richiuderla su qualcosa di solido8.
5. Ibid., p. 19.
6. Ibid., p. 8.
7. Un altro autore, S. McQuoid, afferma cose analoghe ricorrendo a una
terminologia differente: ci che io chiamo vecchia tolleranza viene
da lui chiamata vera tolleranza; si veda The quest for true tolerance
Searching for a tolerance that does not make a society sick, DayOne,
Leominster, 2008.
8. The autobiography, vol. 16, The collected works of G.K. Chesterton, Ignatius, San Francisco, 1998, p. 212, in it. Autobiografia, IPL, Milano, 1961.
197

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Ancora una volta, sebbene la questione sia in parte teorica, linsistenza sulla verit ha molte applicazioni pratiche. Non
soltanto questione (per i cristiani) di insistere sulla verit del
vangelo ma di insistere su un parlare veritiero, su analisi veritiere, rappresentazioni veritiere delle altre religioni (dire che tutte dicono la stessa cosa non veritiero ed espressione di un
atteggiamento che dovrebbe essere respinto, nel primo caso,
come parlare non veritiero, appunto) e anche rappresentazioni
veritiere di ci che dice la Costituzione (pertanto se gli
argomenti di Carl Esbeck nel capitolo precedente sono corretti,
il primo emendamento indica qualcosa di diverso da ci che
comunemente si pensa: qual la verit? ) e insieme a tutto
ci, la volont, persino il desiderio, di correggere qualcosa che
abbiamo detto se viene dimostrato in modo convincente che
non abbiamo detto la verit.

3. METTERE A NUDO LARROGANZA PATERNALISTICA


DELLA NUOVA TOLLERANZA
Dobbiamo insistere, cercando di essere convincenti e rilevanti,
nel tenere le distanze dai toni di paternalistica superiorit che i
sostenitori della nuova tolleranza continuano ad adottare. Negare categoricamente che esiste una metanarrativa dominante
naturalmente un atteggiamento tanto esclusivista quanto quello della persona che pensa che questa metanarrativa esista realmente. Quando i cristiani fanno affermazioni esclusiviste riguardo a Cristo come sola via di salvezza e sono pertanto condannati come gruppo per la loro intolleranza, quelli che condannano non fanno altro che emarginarli, catalogandoli come
non illuminati e mostrando in questo modo la loro intolleranza9. Analogamente, quando in nome della tolleranza interna9. Il dogmatismo, persino il fondamentalismo, di coloro che sono
cos sicuri che non vi pu essere certezza su tali questioni trattato
in modo interessante da S. Prickett, Narrative, religion and science
Fundamentalism versus irony, 1700-1999, Cambridge University Press,
Cambridge, 2002.
198

8. Guardare avanti: dieci parole

zionale lOccidente sostiene che tutte le culture hanno uguale


valore (denunciando implicitamente la corrosione della cultura
occidentale al fine di adottare una cultura di umilt), non si
fa notare leffetto di questa posizione. La gran parte delle
culture si ritiene infatti degna, se non superiore, alle altre.
Che lOccidente dica che tutte le culture hanno ugual valore
regolarmente letto come un ulteriore pronunciamento intrusivo
dellOccidente stesso volto a mettere tutte le culture sullo stesso
piano cos tutti si sentono insultati dal pronunciamento,
considerato una prova ulteriore di paternalistica arroganza.
Questo problema cos intimamente legato alla nuova tolleranza che non possiamo fare a meno di metterlo a nudo.

4. INSISTERE CHE LA NUOVA TOLLERANZA


NON PROGRESSO
Dobbiamo continuare a insistere sul fatto che la nozione di
progresso di gran lunga pi complessa di quanto non riconoscano normalmente coloro che credono che la (nuova) tolleranza segni un punto alto nel progresso della civilt. Per fare
un esempio, verso la fine del secolo scorso il centro di ricerca libertario Cato Institute pubblic un libretto, redatto da Stephen
Moore e Julian Simon, dallinteressante titolo The greatest century that ever was 25 miraculous trends of the past 100 years10,
che rammentava come la fine del XIX secolo fosse caratterizzata da tifoidea e tifo, sfruttamento del lavoro minorile, cavalli e
il loro sterco, candele, giornate lavorative di dodici ore, le leggi Jim Crow, ghetti operai, mattatoi, sanatori e bagni allaperto. Alla fine del XX secolo laspettativa di vita era aumentata
di trentanni, il numero di casi di malattie mortali (tubercolosi, poliomelite, tifoidea, pertosse e polmonite) era sceso a meno
del 50 per 100.000, la qualit dellaria era migliorata enormemente, la produzione agricola si era moltiplicata da cinque a
dieci volte, la produzione pro capite era cresciuta di sette volte
10. Cato Institute, Washington, 1999.
199

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

e i salari netti erano quasi quadruplicati. difficile negare


che il progresso stato reale e misurabile. Attenzione per,
ogni evidenza addotta di natura materiale. Il libro del Cato
Institute non dice nulla sulla virt o sulla cultura e tace sul fatto
che il XX secolo stato anche il secolo pi sanguinoso della
storia, caratterizzato da guerre mondiali, genocidi e crudelt
favorite e supportate dalla tecnologia. difficile riscontrare
progresso in questi ambiti.
Probabilmente abbiamo bisogno di tornare a leggere
Herbert Butterfield (19001979), specialmente il suo libro
The Whig interpretation of history11, che cercava, per quanto
arduo fosse il compito, di scansare preconcetti trionfalisti
e progressisti nellinterpretazione della Scrittura, lasciando
che levidenza parlasse nel modo pi imparziale ed equo
possibile. Il pi grande pericolo di una visione inesorabilmente
progressista della storia la combinazione tossica di arroganza
e autoillusione. Finiamo sempre per pensare che nessuno, a
parte noi, capisce niente di sostanziale; ci convinciamo che le
nostre posizioni sono le pi mature, le pi equilibrate, le pi
informate. Perdiamo contatto con la dottrina del peccato e con
gli effetti che ha in tutti noi.
Perci parte del nostro compito, sia nella produzione
accademica sia nei discorsi informali, quello di mettere in
discussione lillusoria supposizione che la nostra sia la migliore
societ perch sta diventando la societ pi tollerante. I miseri
guadagni in termini di apertura mentale nei decenni recenti
non compensano minimamente la sorprendente perdita di
chiarezza su ci che la tolleranza , sulla natura non negoziabile
della verit, sulla cecit morale che sta destabilizzando il nostro
mondo una cecit che a malapena scorgiamo.

11. W.W. Norton, New York, 1965 (or. 1931).


200

8. Guardare avanti: dieci parole

5. DISTINGUERE FRA LA DIVERSIT EMPIRICA E LA BONT


INTRINSECA DI OGNI DIVERSIT
Dobbiamo distinguere fra la realt (spesso una bella realt) della diversit empirica e il dogma secondo cui le diversit di qualsiasi tipo siano buone.
Recensendo il libro di Robert D. Putnam e David E.
Campbell, che analizza lo stato della religione in America12,
R.R. Reno scrive:
Ah, lAmerica. Dove altrimenti nellOccidente postmoderno si possono trovare predicatori che tengono in mano serpenti; zelanti donne di mezza et nelle chiese unitariane che
parlano di astrologia; librerie piene di romanzi che parlano
del rapimento; interi seminari che abbracciano la scolastica
dispensazionalista; uomini con barbe lunghe, cappelli di pelliccia, copricapo ebraici; preti in tonaca; campeggi; cene in
chiesa con insalata di verze e gelatina di lime; presbiteriani
impassibili, teneri metodisti; battisti sputa fuoco e cattolici
che fanno scuola a casa; gesuiti liberali; Ebrei buddhisti, musulmani neri e altro tutti mescolati nei centri urbani, nelle
zone a urbanizzazione incontrollata e nelle sterminate distese
rurali del nostro paese grande quasi come un continente?13.

Si moltiplichi questa diversit religiosa per le assortite diversit politiche, economiche, linguistiche, razziali ed etniche
che caratterizzano non soltanto lAmerica ma molte citt metropolitane del mondo di oggi, per non parlare delle differenze
culinarie, olfattive e delligiene personale, dellumorismo, delle
percezioni di tutte le questioni legate a sessualit e genere, ed
ecco che la totale diversit empirica si manifesta e spinge alcuni verso la xenofobia e altri verso la nuova tolleranza. La prima
affonda le proprie radici nella paura, la seconda in sciocchezze sentimentali.
12. Amazing grace How religion divides and unites us, Simon & Schuster,
New York, 2010.
13. First Things 210, Feb. 2011, p. 58.
201

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Ci che occorre constatare lassenza di una logica lineare che dallosservazione della diversit indiscussa al dogma interamente discutibile mostri come ogni asse della diversit sia
ugualmente buono. I nazisti sono forse come gli Amish?
Lo stesso vale per il pluralismo epistemologico. La questione discussa opportunamente da Paul Helm:
Abbiamo credo buone ragioni, anche se non infallibili, su cui basare le nostre visioni; altri con diverse convinzioni ritengono di avere buone ragioni, anche se non infallibili.
E anche se alcuni di noi hanno posizioni che sono infallibilmente vere, non possiamo convincere tutti. Nondimeno questo fatto, ossia quello del pluralismo epistemologico, non ci
porta e non dovrebbe portarci a pensare che lo scetticismo
abbia ragione o persino che il relativismo, cugino di primo
grado dello scetticismo, abbia ragione ... Io mi schiero con
quelli che sostengono che la tolleranza fortemente desiderabile precisamente a causa del nostro fallibilismo epistemico. Dal momento che le mie convinzioni possono essere sbagliate, cos come le tue, un contesto nel quale le nostre visioni possono essere disseminate e discusse certamente qualcosa che reca beneficio a entrambi. Di conseguenza ciascuno
di noi deve riuscire a rivedere le proprie opinioni, le ragioni
a esse sottese e la forza relativa ... si potrebbe dire che la tolleranza necessaria precisamente per evitare una deriva verso lo scetticismo. Peggio ancora, una convinzione che pu
soltanto preservare se stessa, non tollerando le rivali, verr
vista probabilmente con scetticismo dagli oppositori e con
cinismo dai suoi sostenitori. Abbiamo bisogno di tolleranza
verso le diverse opinioni per rendere manifesto che esistono
confini di ragionevolezza come di irragionevolezza14.

14. P. Helm, Rutherford and the limits of toleration, in Tolerance and truth,
op. cit., p. 71.
202

8. Guardare avanti: dieci parole

6. SFIDARE LOSTENTATA NEUTRALIT E SUPERIORIT


DEL SECOLARISMO
Un altro modo per affrontare gli ultimi due punti il seguente:
non abbiamo altra scelta se non sfidare lostentata superiorit e
neutralit del secolarismo contemporaneo.
Naturalmente n i laici atei n i teisti che si sono bevuti
la tesi che il secolarismo sia essenzialmente neutrale dovrebbero essere dissuasi dallarticolare le proprie posizioni. Ma in
questo libro ho cercato di mostrare che il secolarismo, inteso
come visione del mondo, non pi neutrale di altri ismi; infatti esso funziona essenzialmente come una religione. Sia nei
media sia in molti circoli accademici, lassunto della neutralit e dellintrinseca superiorit del secolarismo viene dato ampiamente per scontato ed sovente legato a slogan sulla separazione fra stato e chiesa, slogan che non superano un attento scrutinio. Ci che intendo dire ora che qualsiasi cosa ragionevole possiamo fare per sfidare la pretesa neutralit e superiorit del secolarismo contemporaneo a lungo termine far
del bene alla nazione.
La ragione per cui ci importante ai fini di una discussione su tolleranza e intolleranza che nelle menti di molti la superiorit del secolarismo, come abbiamo visto, a informare o
persino porsi a garanzia della nuova tolleranza. Alcuni mesi fa
ero ad Appleton, in Wisconsin e ho notato un ristorante a conduzione familiare chiamato Harmony Caf. Allingresso erano
appese le seguenti parole:
Dichiarazione dingresso
Credo:
che tutte le persone debbano essere stimate e apprezzate;
che ogni persona un tesoro degno di considerazione e rispetto;
che la diversit negli esseri umani una forza;
che il pregiudizio verso le persone e i giudizi parziali impediscano di vedere la bellezza interiore di ciascun individuo.

203

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Mi rendo conto:
che naturale che le persone si sentano a disagio con chi
diverso da loro ma mi sforzer di vincere questi sentimenti;
che le persone hanno diverse capacit e diversi aspetti esteriori, convinzioni, etnie, esperienze e identit e mi rendo
conto che il mondo un posto migliore a motivo di queste
differenze.
Prometto:
di essere consapevole dei miei pregiudizi e dei miei giudizi
parziali sulle persone;
di cercare di conoscere la persona che pu avere un aspetto, un modo di vestire, di vivere e di pensare diverso da me;
di controllare i miei pregiudizi e la mia tentazione di emettere giudizi parziali e affrettati sulle persone.

Vi unenorme quantit di dichiarazioni di questo tipo con


le quali dovremmo essere in profonda sintonia. Infatti alla Trinity Evangelical Divinity School spesso dico ai laureandi che
presto unattenzione particolare a quegli studenti che seguono un percorso di studi pastorale e riescono a parlare a chiunque. Spero che molti di questi studenti scelgano di servire nelle
nostre citt pi multiculturali. Tali scelte presuppongono una
posizione amorevole, propria di chi ama conoscere ed aperto
agli altri, una posizione ancora pi forte se crediamo che tutti
gli esseri umani sono stati creati a immagine di Dio, che Cristo
morto per i peccatori come me (e come loro) e che Dio stesso
sceglie regolarmente le persone disprezzate dal mondo.
E tuttavia ... quando ci viene detto che le persone hanno diverse credenze e identit, e che il mondo un posto migliore a motivo di queste differenze, non vi pare di trovarvi di fronte a straordinarie generalizzazioni? Che cosa dire
allora della credenza secondo cui il mondo sarebbe un posto
migliore se tutti gli Ebrei fossero gettati nei forni crematori?
E quella secondo cui la pedofilia unaccettabile espressione
damore? E ancora, che cosa dire della convinzione che non vi
sia nulla da obiettare dal punto di vista morale allo schiacciamento del cranio di un bambino e allaspirazione del suo cervello a tre settimane dalla nascita (se la gravidanza seguisse il
204

8. Guardare avanti: dieci parole

suo corso naturale)? E linsistenza dogmatica di chi afferma


che tutte le religioni dicono in effetti la stessa cosa, convinzione questa che risulta, fra le altre cose, terribilmente offensiva
ai pi devoti seguaci di quasi tutte, se non tutte, le principali
religioni mondiali?
sicuramente vero che tutte le esperienze e identit
rendono il mondo un posto migliore? Anche lesperienza
dello stupro di gruppo? O quelle di un molestatore seriale?
Queste esperienze rendono il mondo un posto migliore? Naturalmente spero che i cristiani siano in grado di parlare con
tutti, incluso coloro che nutrono convinzioni simili o che si
sono resi responsabili di queste cose. Ma certamente ci diverso dal promettere di non avere pregiudizi verso tutte le
credenze ed esperienze. Alcune di queste debbono essere soggette a pregiudizi.
Cosa pi importante, una volta aperta la porta a categorie quali il giusto e lo sbagliato, la verit e lerrore, non possiamo pi sfuggire agli interrogativi fondamentali su ci che rende qualcosa giusto oppure sbagliato, vero o falso e cos facendo abbiamo iniziato ad affrontare i pi grandi interrogativi dellesistenza umana, interrogativi che sono sostanzialmente
religiosi/teologici. Questi interrogativi, a loro volta, ci ricordano che le discussioni sulla tolleranza e lintolleranza sono valide quando sono funzione di un sistema di credenze o di valori e
non quando le stesse questioni di tolleranza e intolleranza sono
recise da tali sistemi.
Di nuovo, tutto ci ci rammenta che chi di noi cristiano
ha le ragioni pi forti per condurre una vita caratterizzata da
un serio autoesame15. Godremo di scarsa credibilit se richiederemo una certa umilt epistemica da parte dei laici senza essere noi stessi caratterizzati da umilt16.

15. Cfr. Os Guinness, Unspeakable Facing up to the challenge of evil, HarperOne, New York, 2006.
16. Si veda lo splendido libro di C.J. Mahaney, Humility True greatness,
Multnomah, Sisters, 2005.
205

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

7. PRATICARE E INCORAGGIARE IL GARBO


I cristiani dovrebbero incoraggiare e praticare il garbo. Esso
non va confuso con un indebolimento delle convinzioni cristiane o con una precisa mancanza di coraggio che schiva tutte le
questioni pi difficili. Garbo piuttosto cortesia, rispetto, sagacia, non da ultimo, quando affermiamo che la posizione altrui indifendibile. Garbo imparare a dialogare senza compromettere la propria posizione. Come abbiamo gi visto, molta parte del putativo dialogo interreligioso in effetti una forma di assottigliamento verso il basso: potremmo chiamarlo dialogo fra non religioni. Ma esistono esempi luminosi di vero dialogo interreligioso17 e questi dovrebbero moltiplicarsi.
Vi sono momenti e luoghi idonei per esprimere contrariet
morale ma coloro che fanno della contrariet morale il proprio
tratto distintivo non convincono nessuno se non i propri seguaci e certamente non onorano il Signore Ges che, pur non essendo estraneo a invettive in cui annunciava ai suoi ipocriti oppositori lavvento del regno di Dio, era altres conosciuto per
aver pianto sulla citt18.

8. EVANGELIZZARE
Evangelizzare. Evangelizzare e fondare chiese. Evangelizzare e
pregare. Evangelizzare e vivere la vita alla luce del regno che attendiamo. Evangelizzare.
lecito chiedersi come mai un punto simile compaia in un
libro che cerca di venire a capo delle complesse correnti che
17. Non ultimo limportante libro di T.C. Tennent, Christianity at the religious roundtable Evangelicalism in conversation with Hinduism, Buddhism, and Islam, Baker, Grand Rapids, 2002.
18. Non necessario essere daccordo con ogni punto del libro per riconoscere che lappello di R.J. Mouw, Uncommon decency Christian civility
in an uncivil world, 2 ed. InterVarsity, Downers Grove, 2010 sia commovente sia penetrante.
206

8. Guardare avanti: dieci parole

turbinano attorno alle nozioni di intolleranza. Esistono almeno quattro ragioni.


Primo, proclamare apertamente il vangelo agli altri nel tentativo di condurli a Ges ricorder sia a noi sia agli altri che il
vangelo essenziale. Uno dei pericoli di un libro come questo
che il suo autore e i suoi lettori inizino a pensare che la creazione di un tracciato pi responsabile verso la vecchia tolleranza o la tolleranza classica sia una delle cose pi importanti da
fare, se non la pi importante a cui dedicarsi. Non cos. Se
la pensiamo a questa maniera, inizieremo a comportarci anche
noi funzionalmente come degli atei.
Secondo, se evangelizziamo avremo molte opportunit di
spiegare cosa pensiamo che sia o debba essere levangelismo.
In genere la stampa boller qualsiasi sforzo evangelistico come
proselitismo, come abbiamo gi detto. Ci nondimeno ci
fornir lopportunit di mostrare i diversi contesti lessicali che
i termini proselitismo ed evangelismo hanno per i cristiani. La prima parola indica una testimonianza indegna, il tentativo di portare altri ad aderire alle nostre posizioni per motivi indegni o perfino corrotti. Per contro, evangelizzare (nelle
parole del Manifesto di Manila) presentare apertamente e in
modo onesto il vangelo, lasciando chi ascolta interamente libero di decidere in merito. Se altri deliberatamente confondono
le due cose, non c molto che possiamo fare dovremmo tuttavia essere coraggiosi non soltanto nellevangelizzare ma anche nel dire con chiarezza ci che evangelizzazione e ci che
non lo .
Terzo, quando evangelizziamo abbiamo lopportunit di
spiegare perch la vera libert religiosa include necessariamente il diritto di evangelizzare (da parte del testimone) nonch il
diritto di passare a unaltra religione o a nessuna religione (o di
lasciare lirreligiosit). I capitoli precedenti hanno brevemente mostrato quante voci vogliono eliminare la libert religiosa,
sostenendo che tutte le forme di evangelizzazione/proselitismo
comportano necessariamente il mettere a nudo gli errori altrui,
il che intollerante. Torniamo a dire che la vera tolleranza pu
essere preservata soltanto nella misura in cui le persone hanno
il diritto in effetti la responsabilit di dire agli altri dove sbagliano, nello sforzo di aiutarli a cambiare direzione.
207

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Quarto, quegli uomini e quelle donne che hanno sperimentato una reale conversione (non gi chi prende una decisione
leggera che poco incide sul proprio modo di pensare e sulle
proprie priorit, decisione questa che da un punto di vista biblico non ha niente a che vedere con una vera conversione), diventeranno sale in un mondo in decadenza, luce in un mondo
nelloscurit e la loro influenza, a sua volta, potr invertire la
marea della percezione pubblica, secondo la misericordia di
Dio. Ci tengo a sottolineare che ci non significa che la nostra
motivazione nel condurre le persone a Cristo debba essere rendere lAmerica (o il Canada o lInghilterra o la Francia o lItalia
o il Brasile o la Cina o qualsiasi altro paese) un posto migliore.
Sarebbe un modo troppo utilitarista e materialista di intendere
la fede in Cristo Ges. Tuttavia, quando il vangelo prende piede in qualsiasi cultura, i cambiamenti allinterno di quella cultura sono inevitabili. per questo che in Cina oggi, laddove alcune voci sono apertamente votate a ridurre linfluenza del cristianesimo, altre aspettano solo che i cristiani prendano il loro
posto nella societ, perch molto spesso proprio i cristiani sono
i lavoratori pi affidabili, i dipendenti pi onesti e incorruttibili, e cos via. Vi sono persino spinte allo studio del cristianesimo per fini utilitaristici ed economici. In un certo senso, tali
spinte riflettono naturalmente un fraintendimento dellessenza
del cristianesimo ma, se non altro, limpatto potenzialmente
positivo di molte conversioni a Cristo trova in esse unaffermazione implicita.

9. ESSERE PRONTI A SOFFRIRE


Siate pronti a soffrire. E qui bisogna dire qui tre cose.
Primo, il Nuovo Testamento dedica molto spazio a spiegare a coloro che seguono Ges che la sofferenza per Ges stesso va considerata la norma pi che leccezione. La nostra identificazione con Ges sar per noi foriera della stessa risposta
che il mondo ha riservato a Ges (Gv 15:1825). Senza dubbio per questa ragione che lapostolo Paolo continua a ripe208

8. Guardare avanti: dieci parole

tere che Dio fa ai cristiani due grazie: la fede e la sofferenza per


Ges (Fil 1:29). Ci rallegriamo di ricevere la fede; dovremmo
allo stesso modo rallegrarci di esseri associati con le sofferenze di Ges (Fil 3:10). Cos era per i discepoli i quali si rallegravano di essere considerati degni di soffrire per il suo Nome (At
5:41). Il nostro atteggiamento di fronte allessere fatti oggetto
dintolleranza, non ultimo quando tale intolleranza si manifesta in nome della tolleranza, dovrebbe essere un atteggiamento di sommessa gioia non perch siamo masochisti ma perch
un immenso privilegio essere associati con il nome di Ges.
Secondo, se gli argomenti di questo libro sulla natura della
democrazia sono corretti, non dovremmo sorprenderci quando la democrazia diventa tirannica. Proprio come i cristiani
non possono servire sia Dio sia Mammona, non possono nemmeno essere fedeli nel contempo al regno di Dio e a una democrazia. Dio non stabilisce una repubblica democratica ma un
regno eterno in un nuovo cielo e una nuova terra.
Terzo, se qualcosa di pi che un paternalismo derisorio dovesse essere imposto ai cristiani nei paesi occidentali, questo
non giunger con un decreto improvviso e pervasivo: Tutti i
cristiani devono essere arrestati e incarcerati immediatamente
come nemici dello stato. pi probabile che giunga in modo
progressivo e nel nome della preservazione della tolleranza. Ad
esempio negli Stati Uniti due Stati hanno gi promulgato leggi
per le quali i dipendenti delle istituzioni cristiane che non insegnano Bibbia o teologia non possono essere licenziati se si viene a sapere che sono omosessuali praticanti. Gli insegnanti di
Bibbia o teologia possono essere licenziati in casi simili perch
lamministrazione della data istituzione cristiana pu a buon
diritto fare appello al primo emendamento ma se i dipendenti
tagliano lerba o tengono la contabilit, listituzione non protetta dal primo emendamento. Finora non si passati per la verifica della Corte Suprema. Ma se la Corte dovesse confermare tale pronunciamento, alcuni importanti seminari potrebbero essere multati fino alla bancarotta e i loro funzionari finire in
prigione. La stessa legislazione potrebbe poi essere estesa alle
chiese, a chi suona nelle chiese ma non ai ministri di culto. E
cos via. Ci che sottende a un simile procedimento (e persecuzione) naturalmente che lo stato non pu tollerare lintolle209

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

ranza di questi cristiani. E dovesse tutto ci verificarsi per davvero, lo sopporteremmo con gioia, imparando un po meglio
come evangelizzare nelle nostre prigioni.

10. TROVARE IN DIO LA NOSTRA GIOIA E RIPORRE


IN LUI LA NOSTRA FIDUCIA
Trovare la propria gioia in Dio e riporre in lui la fiducia. Dio
sovrano, sapiente e buono. La nostra fiducia ultima non in
un partito o in un governo e ancor meno nella nostra capacit
di plasmare la cultura in cui viviamo. Dio pu recare dei cambiamenti che riflettono il pi solido intendimento della tolleranza noto in tempi addietro e non sarebbe di poco aiuto; diversamente, Dio potr mandare una potenza derrore perch
credano alla menzogna (2 Ts 2:11) e di conseguenza potremo
conoscere maggiori sofferenze per Ges di quante lOccidente ne abbia conosciute da tanto tempo. Ci avrebbe leffetto di
allinearci con i nostri fratelli e le nostre sorelle in Cristo in altre
parti del mondo e ci consentirebbe di condividere parte della
gioia degli apostoli (At 5:41).

210

INDICE DELLE CITAZIONI BIBLICHE

Antico Testamento
Esodo
34:6
34:7

125
125

Esdra

137

Geremia
29:7

83

Abacuc
1:24
1:13

125
125

Nuovo Testamento
Matteo
7:1
7:6
7:2123
21:2127
23
23:19
23:33

125
125
126, 129
159
126
126
126

Marco
12:17

83, 86

Luca
14:23
23:34

71, 92
32

Giovanni
14:6
126, 152
14:8
144
14:9
144
14:23
71, 92n
15:1825
58, 208
15:1816:4 83
18:36
83

Atti
5:41
17:30
17:31

209, 210
125
125

Romani
2:14
2:4
2:16
3:25
13:17

125
17
125
125
83, 189

1 Corinzi
5
5:913
13:7

128
129
197

2 Corinzi
1013

128

Galati
1:89

140

Filippesi
1:29
3:10

209
209

2 Tessalonicesi
2:11

210

Ebrei
12:8

147

1 Giovanni
4:78
4:911
4:16b

143
143
143

Giuda

140

Apocalisse
2:20
1314

128, 130
189

211

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

13
13:7
14:18

212

83
83
125

19
19:13
21:8

83
125
125

INDICE DEI TEMI

Aborto, 36, 5051, 107108, 127,


157, 174, 177
Ateismo, 92, 179, 184

Media, 33, 49sg, 60, 90, 107, 109,


127, 129, 155, 161, 195, 203
Moralit, 153sg, 193sg

Chiesa e stato, separazione, 72n,


8489, 172, 177, 203
Civilt, 112, 132, 184, 199

Omosessualit, 27, 35, 44, 5056,


102, 161sg

Democrazia, 58sg, 88, 101, 171sg

Pedofilia, 27, 43, 63,100, 164n, 204


Postmodernismo,24n, 93, 94, 103,
121, 148

Educazione e tolleranza, 35sg, 105,


115sg, 162sg
Ephraim Lessing, 1823
Fondamentalismo, 57, 62, 113, 180

Primo emendamento,44, 55, 84,


100, 163, 172, 186, 195, 209
Proselitismo, 15, 38, 148, 176, 207

Genocidio, 63, 91, 131, 156


Ges, 15, 16, 28, 38, 43, 49, 60,
66, 67, 79, 83, 115, 125, 126,
128, 129sg, 133sg, 142sg, 147,
148, 152, 159, 171sg, 195, 197,
206sg
Islam, 2425, 2627, 32, 41, 6770,
82, 86, 10810, 11821, 162
63
John Locke, 7982, 95
John Stuart Mill, 18, 23, 8183, 89,
1180n

Religione (cristianesimo) circoscritta alla sfera privata, 34, 61, 85,


87, 89sg, 109110, 146, 148,
174, 175sg
Roger Williams, 76
Struttura di plausibilit, 11, 12
Tolleranza (storia), 4777
Verit, 18, 20, 23, 25, 27, 45, 48,
74, 78, 83, 91sg, 102, 119152,
153sg, 158sg, 190, 196sg
Visione del mondo, 142, 146, 203
Voltaire, 17, 18

Laicizzazione
(secolarizzazione),
89, 90, 109, 113,

213

INDICE DEI NOMI

Abbad, Mohammad, 89
Acar, Ismail, 86
Agostino, 7172
Aikman, David, 155
Akhtar, Shabbir, 87n, 134, 144, 145
Ambrogio, 84
Armour, Leslie, 24
Atkinson, Edward, 107
Auden, W. H., 190n
Averill, Bob, 46
Baker, Brent H., 51n
Balmer, Randall, 52n
Barnes, Sandra L., 29n
Bayle, Pierre, 12n
Bellah, Robert, 119
Benedetto XVI (Cardinale Joseph
Ratzinger), 50, 122
Benitez, Guadalupe, 54
Berger, Peter L., 11, 12n
Berkowitz, Peter, 103n
Biebl, Franz, 40
Blair, Tony, 111
Blamires, Harry, 156n
Bolce, Louis, 49
Bonhoeffer, Dietrich, 94sg
Bonney, Richard, 75n
Bottum, Joseph, 173174
Bowman, James, 33n, 190n
Bozell, L. Brent, III, 51n
Bromund, Ted, 109n
Brooks, Phillips, 150151
Budziszewski, J., 120
Burke, Edmund, 181
Bush, George W., 69, 112, 155, 161
Butterfield, Herbert, 200
Buttiglione, Rocco, 162
Cameron, David, 38, 111
Campbell, David E., 201
Campbell, W. Keith, 137
Camus, Albert, 39
Carroll, Vincent, 116n

Carson, D. A., 16n, 24n, 59n, 79n,


83n, 85n, 86n, 116n, 125n,
141n, 181n, 188n,
Carson, Tom, 16n
Carter, Stephen L., 176n, 179n
Chadwick, Owen, 90n,
Chappell, David L., 179n
Charles, J. Daryl, 65, 66, 69, 95
Chesterton, G. K., 45, 150, 197
Chua, Amy, 66
Coffey, John, 114
Colson, Chuck, 171sg
Conyers, A. J., 66, 69
Cormack, Don, 156n
Costantino, 68, 71, 84
Crow, Jim, 179
Cunningham, Richard, 45
Dalai Lama, 141, 146
De Maio, Gerald, 49
Denton, Melinda Lundquist, 138n
Descartes, Ren, 80
Douthat, Ross, 61
Durie, Mark, 145sg
Eagleton, Terry, 103n
Eastland, Terry, 185n
Ehrman, Bart, 140
Ellingsen, Mark, 156
Elshtain, Jean Bethke, 117, 179n
Esbeck, Carl E., 53, 186, 187n, 198
Ferdinando II, 73
Firmico Materno, 71
Fish, Stanley, 102, 121, 137
Formicola, Jo Renee, 86n
FoxGenovese, Elizabeth, 179n
French, David, 57n
Fukuyama, Francis, 190
Gaede, S. D., 2527
Gathercole, Simon J., 140
George, Robert P., 169

215

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Gillingham, Susan E., 160n


Gingrich, Newt, 58n
Giovanni Paolo II, 50
Goebbels, Joseph, 124
Goldberg, Bernard, 29, 30n, 50,
164n
Goldberg, Michelle, 59n
Green, Ake, 54
Gregorio Magno, 72
Gregorio VII, 72
Grotius, 179sg
Guinness, Os, 205
Gunton, Colin, 126
Hamilton, Marci A., 186n
Hart, David Bentley, 157
Hatch, Nathan O., 48sg
Hedges, Chris, 59n
Helm, Paul, 78, 202
Helmbock, Thomas A., 25sg
Hendel, Ronald, 110
Hill, Charles, 141
Himmelfarb, Gertrude, 183
Hindley, Donald, 35
Hitchcock, James, 187n
Hitler, Adolf, 46, 68, 180
Hoffman, Daniel L., 140
Holland, Tom, 72n
Holsinger, James, 161
Hostetler, Bob, 24n
Houellebecq, Michel, 39sg
Howard, Thomas Albert, 85n
Howell, Kenneth, 162
Hume, Brit, 5962
Idliby, Ranya, 149
Isabella I, 73
Israel, Jonathan I., 91
James, William, 180n
Jayatilleke, K. N., 142n
Jefferson, Thomas, 85
Jenkins, Jerry, 38sg
Jenkins, Philip, 22
Jones, Stanton L., 161
Joyce, James, 58
Kael, Pauline, 51
Kalb, James, 29

216

Keller, Tim, 27n


Khan, M. A. Muqtedar, 86n
Khomeini, Ruhollah, 102
Kiblinger, Kristin Beise, 142
Klausen, Jytte, 194
Klocek, Thomas, 46sg
Kstenberger, Andreas J., 141n
Kraynak, Robert, 190
Kristof, Nicholas D., 38
Kruger, Michael J., 141n
Kupelian, David, 57
Kuttner, Robert, 112
LaHaye, Tim, 38sg
Langerak, Edward, 68, 82, 87n
Lasch, Christopher, 116
Lattanzio, 70
Lazare, Bernard, 14n
Lee, Peter J., 130
Lessing, Gotthold Ephraim, 18sg
Lewis, C.S., 43, 143sg
Lincoln, Abraham, 127, 161sg
Litfin, Duane, 49n., 62
Locke, John, 66, 79sg
Lubac, Henri de, 184
Lucio III, 73
Lundin, Roger, 94n
MacArthur, John, 56sg, 126
MacCulloch, Diarmaid, 75n
Madigan, Kathleen, 154sg
Mahaney, C.J., 205n
Mao Zedong, 91, 112, 155
Marcuse, Herbert, 33
May, Ruth, 108
McConnell, Scott, 42sg
McDowell, Josh, 24n
McGraw, Barbara A., 86n
McKim, Robert, 136
McQuoid, Stephen, 197n
Meilaender, Gilbert, 183sg
Miles, Phil, 122sg
Mill, John Stuart, 18, 23, 81sg, 89,
180n
Miller, Dennis, 154
Miller, Eric, 116
Miller, John J., 47
Milton, John, 76, 78
Mittleman, Alan, 19n

indice dei nomi

Mohler, R. Albert, 111, 150n, 166n


Moore, R. I., 72n
Moore, Scott H., 174, 183n
Moore, Stephen, 199
Morrison, Angus, 78n, 196n
Morrow, Lance, 32sg
Mouw, Richard J., 2026n
Netland, Harold, 60n, 142n, 196n
Neuhaus, Richard John, 109n, 130n
Nietzsche, Friedrich, 180n
Nordlinger, Jay, 41
Novak, David, 176, 178
Nurre, Kathryn, 41sg
OSullivan, John, 184
Obama, Barack, 62
Olbermann, Keith, 59sg
Oliver, Suzanne, 149
Owen, John, 76, 78
Pagels, Elaine, 140
Paglia, Camille, 164sg
Pearse, Meic, 91n, 96
Piper, John, 157sg
Pol Pot, 112, 115
Ponnuru, Ramesh, 112
Portillo, Michael, 111
Prager, Dennis, 105sg
Pratt, Robert, 171sg
Prejean, Carrie, 55, 164
Putnam, Robert D., 201
Rahman, Abdul, 88
Rahman, Mahbubur, 37
Rawls, John, 90, 106n
Reagan, Ronald, 62
Redding, Ann Homes, 149n
Reich, Robert, 112sg
Reiner, Rob, 105
Reno, R.R., 201
Riner, Noah, 42
Ritchie, Daniel E., 58
Robertson, Pat, 31n
Rohrbough, Daniel, 41
Rorty, Richard, 180n
Rosenthal, Shane, 137
Rudin, James, 59
Rushdie, Salman, 40, 102sg, 194

Rutherford, Samuel, 77sg


Sakezles, Priscilla, 102n
Savage, Scott, 57sg
Schall, J. V., 179
Schumer, Charles, 162n
Schwartz, Stephen, 88n
Shales, Tom, 59
Shannon, Christopher, 116
Shiflett, David, 116
Shuster, David, 59sg
Simon, Julian, 199
Singer, Peter, 113
Smith, Christian, 138
Smith, Steven D., 186n
Smith, Wesley J., 37n
Socrate, 102sg
Solzhenitsyn, Aleksandr, 155
Sowell, Thomas, 185n
Spinoza, Baruch, 91
Spong, John, 129
Staines, Graham, 134
Stalin, Joseph, 91, 112, 180
Stanton, Graham N., 65n
Steyn, Mark, 195
Stott, John R. W., 196sg
Stout, Jeffrey, 183
Sullivan, Andrew, 59sg
Sullivan, Kathleen M., 110sg
Taylor, Charles, 89sg
Taylor, Daniel, 99
Tennent, Timothy C., 206n
Teodosio, 84
Terry, Randall, 31n
Tertulliano, 70, 141
Thames, H. Knox, 65n
Thiselton, Anthony, 160n
Tommaso dAquino, 65, 72
Trim, D. J. B., 75n
Twenge, Jean M., 137
Volf, Miroslav, 142145
Voltaire, 17
Waller, James, 156sg
Walsham, Alexandra, 63n
Ward, Graham, 75n
Warfield, B. B., 150n

217

LINTOLLERANZA DELLA NUOVA TOLLERANZA

Warner, Priscilla, 149


Weber, Max, 109
Weigel, George, 183sg
Whitehead, Carol, 40sg
Willcock, Vanessa, 55
Williams, Roger, 76
Wills, Garry, 113
Winkler, Charles, 47

218

Wolfe, Alan, 156n


Woods, Tiger, 59sg
Yandell, Keith, 60n, 142n
Yarhouse, Mark A., 161
Yeor, Bat, 145
Zagorin, Perez, 76n

Nella stessa collana:

J. Lennox

A caccia di Dio
Presunzione e pretese
del nuovo ateismo
pp. 282, 18,00
ISBN 9788896441473
Nel mondo occidentale lateismo in crescita. In crescita chiassosa. in
atto un coordinato tentativo di organizzare i fedeli atei, incoraggiandoli a non vergognarsi del loro ateismo ma ad esserne fieri e a combattere come un esercito ben organizzato. Il nemico Dio. Gli atei puntano le
loro armi su Dio.
John Lennox, forte dei suoi dibattiti con i maggiori esponenti del nuovo
ateismo (Dawkins, Hitchens, etc.), dimostra che la caccia a Dio non solo
un progetto mal costruito ma non sta portando ad alcun risultato.
Un libro franco, diretto e stimolante.
Si tratta di un efficace e preciso atto daccusa contro i nuovi atei. Lennox, citando ampiamente i loro scritti, documenta chiaramente la loro
chiusura mentale, la loro riluttanza a valutare le evidenze e il loro ricorso alla derisione, allo scherno e alla rappresentazione fuorviante, invece
delluso di seri argomenti. Tutto ci contri- buisce a confermare, piuttosto che a indebolire, le credenze religiose. (Alvin Plantinga)
John C. Lennox (PhD, DPhil, DSc) professore di Matematica allUniversit di Oxford oltre che Pastoral Advisor al Green Templeton College di
Oxford. autore del bestseller God's Undertaker: Has Science Buried
God?, tradotto in italiano (Fede e scienza), ed noto in tutto il mondo
per i suoi dibattiti con i pi noti esponenti del nuovo ateismo.

Ren Breuel

Il Paradosso
della felicit
pp. 97, 12,00
ISBN 9788896441657
Tutti cercano di essere felici!
Lautore di questo libro dimostra che questa universale brama delluomo non altro che la ricerca di una felicit incentrata sul principio del
proprio piacere.
Lautore la definisce una felicit di plastica.
La tesi centrale del libro , al contrario, che la felicit rientra nei grandi
e paradossali misteri insiti nel vangelo: chiunque vuol salvare la sua vita
la perder, affermava Ges, ma chi perder la sua vita per amor mio e
dellevangelo, la salver.
Non troviamo la felicit quando cerchiamo di soddisfare i nostri desideri
ma quando, incuranti di noi stessi, smettiamo di ricercarla e ci doniamo
agli altri.
Riceviamo quando doniamo, siamo felici quando viviamo per Dio e non
per noi stessi.
Ren Breuel pastore della Chiesa Evangelica San Lorenzo a Roma e
cura il blog Wonderingfair.com. E' laureato in Economia e Commercio e
ha conseguito un Master in Teologia presso il Regent College di Vancouver, Canada. E' sposato con Sarah e padre di due figli.

Michael Green

Vorrei credere ma...

pp. 112, 12,00


ISBN 9788896441718
La mia testa mi dice che Dio non esiste ma il mio cuore vorrebbe credere il contrario.
Mi piacerebbe credere che esista un essere superiore di qualche tipo
ma non so come entrarne in contatto.
Mi piacerebbe credere. Questo un fatto. Mi piacerebbe credere ma
per quanto ci provi intensa- mente, non ho mai ricevuto un segnale che
mi aiutasse a farlo.
Queste sono le credenze e le convinzioni che i cosiddetti agnostici o
i cristiani nominali a volte esprimono; si tratta di donne e di uomini che
non si riconoscono totalmente in un cristianesimo professato e vissuto
lealmente ma che tuttavia non sono ancora caduti nellabbraccio mortale del nuovo ateismo. Sono coloro, cio, che vorrebbero credere ... ma!
Michael Green, ministro della Chiesa dInghilterra, stato Professore
presso lOxford Centre for Christian Apolo- getics. Autore molto prolifico,
di lui le Edizioni GBU hanno pubblicato: Dire Ges dire libert (1978).
I trentanni che cambiarono il mondo. Un nuovo approccio al libro degli
Atti (2010).

Edizioni GBU
Via Colonnetta, 80
66013 Chieti Scalo
Cell. 345 5217945
Tel. e Fax 0871 563378
www.edizionigbu.it
info@edizionigbu.it
Finito di stampare nel mese di FEBBRAIO 2016 dalla tipografia
CITT NUOVA della P.A.M.O.M., Via Pieve Torina, 55 00156 Roma ,
Tel. 06 6530467

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