5
dispense
2009
indagini
e
fase
conoscitiva
di
un
piano
Premessa
Nel
seguito
si
far
riferimento
alle
fasi
di
attuazione
di
un
Piano
regionale
dei
trasporti
[P.R.T.]
ed
in
particolare
alle
operazioni
relative
alla
prima
fase
di
lavoro
(fase
conoscitiva).
La
metodologia
comunque
da
intendersi
di
tipo
generale
anche
se
i
riferimenti
operativi,
(cartografie
da
utilizzare,
organizzazione
e
tipologie
di
indagine),
sono
significativi
del
livello
di
approccio
regionale.
Anche
la
definizione
regionale,
che
caratteristica
dellorganizzazione
amministrativa
italiana
(ma
non
solo)
deve
essere
intesa
come
riferimento
ad
una
pianificazione
di
aree
territoriali
intercomunali
(pertanto
ci
si
pu
riferire
analogamente
a
Piani
Provinciali
dei
Trasporti
come
a
Piani
di
Aree
Metropolitane
o
comunque
intercomunali).
In
particolare,
in
qualche
caso,
si
far
riferimento
alla
pianificazione
regionale
dellEmilia
Romagna.
Ci
perch
questa
Regione
stata
una
delle
prime
in
Italia
che
ha
elaborato
un
Piano
Regionale
Integrato
dei
Trasporti
(PRIT,
prima
edizione
1986,
primo
aggiornamento
1990;
secondo
aggiornamento
1995,
terzo
aggiornamento
1998)
ma
anche
perch
si
tratta
di
uno
dei
casi
esemplari
di
pianificazione
dei
trasporti
integrata
e
continuamente
aggiornata.
Ovviamente
tutti
i
riferimenti
di
dettaglio
vanno
intesi
come
esempi
di
soluzione
ed
applicazione
di
procedure
generali,
che
in
ogni
caso
particolare
vanno
verificati
e
calibrati.
Alcune
definizioni
Un
piano
di
trasporti
uno
strumento
logico-matematico
per
individuare
interventi
ed
azioni
atti
ad
"ottimizzare"
il
funzionamento
di
un
sistema
plurimodale
di
trasporto
in
relazione
ad
insieme
di
obiettivi,
concordanti
o
meno,
definiti
a
priori.
Per
sistema
intendiamo
linsieme
delle
reti
infrastrutturali
e
dei
servizi
che
su
queste
si
esercitano
o
possibile
esercitare.
Il
concetto
plurimodale
evidenzia
che
il
sistema
composto
da
pi
modi
(stradale,
ferroviario,
marittimo,
aereo)
fra
loro
integrati
(sistema
intermodale).
I
nodi
di
scambio,
che
consentono
lintegrazione
tra
i
diversi
modi
di
trasporto,
rappresentano
pertanto
sia
gli
elementi
terminali
di
ciascun
modo
(stazioni
ferroviarie,
aeroporti,
porti,
interporti)
sia
gli
elementi
di
connessione
tra
modi.
Alcuni
nodi,
come
le
intersezioni
stradali
ed
i
bivi
e
le
diramazioni
ferroviarie
sono
unicamente
monomodali,
in
quanto
non
consentono
integrazione
tra
modi
ma
sono
tipici
di
ciascun
modo
e
deputati
solo
a
consentire
la
modificazione
di
itinerario
sulla
rete.
Analogamente
i
parcheggi
per
autovetture
o
le
stazioni
di
autolinee
possono
rappresentare
nodi
monomodali.
Se
il
parcheggio
in
prossimit
di
un
stazione
ferroviaria
(ad
esempio)
pu
rappresentare
anche
un
nodo
di
scambio
intermodale.
Un
piano
dei
trasporti
rappresenta
un
programma
di
interventi
(e
sulle
infrastrutture
e
sui
servizi
di
trasporto)
e
di
azioni
da
intraprendere
e
quindi
uno
strumento
deputato
a
risolvere
un
problema
di
scelta.
Nei
problemi
di
scelta
e
di
ottimo
(in
genere
vincolato)
atto
concettuale
determinante
e
fondamentale
l'individuazione
della
funzione
obiettivo
(da
minimizzare
o
massimizzare,
cio
ottimizzare).
Si
ricorda
che
un
ottimo
assoluto
esiste
solo
in
presenza
di
un
obiettivo
unico
(analisi
mono-obiettivo
del
tipo
di
quella
economica
Benefici/
Costi
o
di
quella
finanziaria
Ricavi/Costi).
In
caso
di
pi
obiettivi
sar
possibile
solo
l'individuazione
di
un
ottimo
relativo
(Analisi
multi
-
obiettivo)
Possiamo
dunque
ridefinire
un
piano
di
trasporti
come
un
processo
che
permette
di
individuare
gli
interventi
su
una
rete
(plurimodale
e
pluriservizi),
tali
da
massimizzare
o
minimizzare
i
valori
di
una
funzione
obiettivo
opportunamente
scelta
e
misurata
sulla
rete
stessa.
Un
piano
completo
riguarder
tutti
i
modi
di
trasporto
esistenti
e
proponibili:
rete
plurimodale.
Questi
stessi
modi
saranno
studiati
in
modo
da
affidare
a
ciascuno
di
essi
il
ruolo
pi
opportuno
rispetto
al
sistema
di
obiettivi
prefissati:
piano
integrato.
Per
quanto
riguarda
la
scelta
della
funzione
obiettivo
tradizionale
quella
della
efficienza
economica,
che
si
basa
sui
principi
dell'economia
del
benessere
e
che
nel
nostro
caso
assume
la
forma
del
minimo
del
costo
generalizzato
di
trasporto
sulla
rete.
Altri
obiettivi
possibili
sono:
massima
accessibilit
ai
diversi
punti
del
territorio;
minimo
uso
delle
risorse
energetiche
deperibili;
minimo
impatto
ambientale.
In
caso
di
obiettivi
plurimi
lanalisi
delle
scelte
viene
effettuata
con
tecniche
multicriteri,
rinunciando
al
paradigma
dellottimo
e
ricerca
la
soluzione
di
miglior
compromesso
tra
tutti
gli
obiettivi
posti
alla
base
del
piano.
LE
FASI
DI
UN
PIANO
DI
TRASPORTI
Gli
studi
per
la
redazione
di
un
piano
di
trasporti
possono
essere
logicamente
suddivisi
in
tre
fasi
sequenziali:
conoscitiva,
diagnosi,
progetto.
FASE CONOSCITIVA
Come
per
qualsiasi
processo
decisionale,
si
tratta
di
riconoscere
tutti
gli
elementi
fisici
e
funzionali
atti
a
definire
lo
stato
attuale
del
sistema
su
cui
si
vuole
intervenire.
Nel
nostro
caso
si
tratta
della
struttura
del
territorio,
che
determina
e
condiziona
l'entit
e
la
struttura
della
domanda
di
trasporto;
dell'offerta
di
trasporto
in
termini
di
reti
e
servizi
che
su
essa
si
svolgono;
della
domanda
di
trasporto
che
interessa
il
territorio
in
esame.
-
FASE DI DIAGNOSI
Terminata
la
fase
conoscitiva,
con
tutte
le
opportune
indagini
che
si
renderanno
necessarie
e
le
relative
elaborazioni
atte
a
rappresentare
in
forma
sintetica
la
conoscenza
del
sistema
(*),
In
questa
fase
occorre
riconoscere
cosa,
nella
situazione
attuale,
non
risulta
coerente
con
gli
obiettivi
scelti.
Si
tratta
in
pratica
di
"diagnosticare"
il
malfunzionamento
del
sistema
e
le
relative
cause.
-
FASE DI PROGETTO
(*) Ci in genere viene fatto utilizzando le forme matriciali che per la loro compattezza presentano la dovuta
sinteticit:
matrici
origine-destinazione,
matrici
di
utilizzazione
del
territorio,
matrici
dei
parametri
del
sistema
di
trasporto
(plurimodale):
In
questa
fase
vengono
innanzitutto
messi
a
punto
tutti
gli
strumenti,
in
genere
modelli,
di
simulazione
e
progetto.
Alcuni
di
questi
in
realt
sono
gi
stati
utilizzati
nella
fase
di
diagnosi;
in
questa
fase
vengono
ricalibrati
per
tener
conto
della
evoluzione
futura
del
sistema
complessivo.
Si
fa
in
particolare
riferimento
ai
modelli
di
previsione
della
domanda,
ai
modelli
per
la
verifica
fisica
della
rete
(assegnazione),
ai
modelli
per
la
verifica
economica
della
rete
e
per
la
valutazione
degli
interventi
(calcolo
dei
costi
generalizzati,
analisi
benefici-costi,
analisi
multiobiettivo.).
Ci
fatto
si
ricercano
gli
interventi
che
ottimizzano
il
funzionamento
del
sistema
secondo
gli
obiettivi
prefissati,
mediante
processi
iterativi
di
ricerca
della
soluzione
ottima.
Nel
seguito
si
espongono
gli
elementi
base
che
compongono
le
operazioni
costituenti
la
fase
conoscitiva,
oggetto
di
queste
note.
FASE
CONOSCITIVA
DEL
PIANO
-
OPERAZIONI
PRELIMINARI
1.
Esame
cartografico
del
territorio
di
studio
Acquisizione
della
cartografia
esistente
a
vari
livelli,
(una
base
di
riferimento
comunemente
accettata
quella
in
scala
1:200.000),
acquisizione
di
documenti
base
di
studio
del
territorio
e
della
domanda,
offerta
di
trasporto,
a
livello
intercomunale,
provinciale
(bacino
di
traffico)
e
regionale.
2.
Esame
degli
obiettivi
di
pianificazione
dei
trasporti
e
di
programmazione
economica
e
territoriale
(se
esistenti)
a
livello
regionale,
provinciale
ed
intercomunale
3.
Individuazione
di
tutti
i
sistemi-servizi
di
trasporto
esistenti
-
Strada
(vari
livelli)
(*)
-
ferrovia
(vari
livelli)
-
autostrada
1
-
idrovia
-
porti
-
centri
merci
-
aeroporti
-
etc.
4.
Zonizzazione
del
territorio
ed
individuazione
dei
'poli'
di
interesse
regionale
e
delle
loro
caratteristiche.
5.
Studio
della
offerta
di
trasporto.
Qualificazione
delle
caratteristiche
tecniche,
di
prestazione
e
funzionali
di
tutti
i
modi-sistemi
e
servizi
di
trasporto.
Costruzione
del
grafo
plurimodale.
6.
Studio
della
domanda
di
trasporto
1 Si separata lanalisi dellofferta di trasporto tra strada ed autostrada non perch si tratti di modi o sistemi di
trasporto
diversi,
ma
in
quanto
le
diverse
prestazioni
offerte,
in
genere,
determinano
tipologie
di
offerta
differenti (ad esempio i servizi di autolinea su strada ordinaria in genere svolgono prevalenti funzioni di accessibilit
territoriale mentre quelli che utilizzano il sistema autostradale sono in genere rivolti a collegamenti di medio lunga
percorrenza, di tipo intercity, e spesso svolgono funzioni di collegamento competitive con lofferta di trasporto
ferroviario ed a volte anche con quella aerea (ad esempio i collegamenti BUS Catania- Roma, Lametta Terme Roma,
etc).
Le
fasi
preliminari,
comprese
le
precedenti
1,
2,
3,
hanno
lo
scopo
di
entrare
nel
problema
e
di
acquisire
tutte
quelle
informazioni
necessarie
ad
organizzare
il
lavoro
successivo.
Gli
elementi
costituenti
la
fase
conoscitiva
sono
rappresentati
in
realt
dalle
operazione
4,
5
e
6
che
andranno
a
formare
i
principali
output
di
questa
fase
di
lavoro.
Premesso
che
tutti
i
riferimenti
che
vengono
qui
fatti
al
territorio
regionale
rimangono
in
genere
validi
per
qualsiasi
territorio
di
studio,
anche
se
qualsiasi
piano
ha
sempre
tali
specificit
che
lo
rendono
differente
da
qualsiasi
altro,
si
forniscono
nel
seguito
alcune
specificazioni
delle
operazioni
base
della
fase
conoscitiva.
Studio
dell'assetto
del
territorio
Ai
fini
di
un
piano
di
trasporti
il
territorio
viene
studiato
allo
scopo
di
individuare
i
principali
poli
generatori
ed
attrattori
di
domanda
(passeggeri
e
merci).
A
ciascun
polo
va
poi
associata
una
porzione
di
territorio,
in
modo
che
la
somma
di
tali
aree
costituisca
tutto
il
territorio
di
studio:
tale
operazione
va
sotto
il
nome
di
zonizzazione.
Tale
operazione
molto
delicata
in
quanto
successivamente
lo
studio
della
domanda
riguarder
solamente
gli
spostamenti
interzonali,
trascurandosi
ai
fini
del
piano
tutta
la
mobilit
che
si
svolge
all'interno
di
ciascuna
zona.
E'
quindi
necessario
che
ciascuna
zona
sia
il
pi
possibile
omogenea
e
che,
per
definizione,
al
suo
interno
non
si
svolga
domanda
altrimenti
definita
regionale.
D'altra
parte
occorre
che
il
numero
delle
zone
non
sia
troppo
elevato
poich
la
domanda,
espressa
in
termini
di
flussi
di
scambio,
proporzionale
al
quadrato
del
numero
delle
zone.
A
ciascun
polo
vanno
associate
le
grandezze
caratteristiche
della
zona,
capaci
di
esprimere
la
produzione
di
spostamenti.
Alcune
di
queste
possono
essere:
-
popolazione,
-
popolazione
attiva,
-
addetti
per
ramo
di
attivit
economica,
-
unit
locali
produttive,
-
aree
destinate
a
servizi,
(m2)
-
superficie
edificata
(m2)
-
superficie
agricola
(m2
o
Ha)
-
indice
di
motorizzazione
(Ndi
abitanti/N
di
veicoli
circolanti,
per
comune
e
per
zona)
-
indici
economici
(PIL,
reddito
delle
famiglie,
Valore
Aggiunto,
consumo
pro
-
capite,
etc)
-
posti
letto
in
ospedali,
-
posti
letto
in
alberghi,
Si
fa
notare
che
queste
sono
le
variabili
che
poi
verranno
utilizzate
all'attualit
ed
al
futuro
nei
modelli
di
generazione
ed
attrazione
e
pertanto
vanno
accuratamente
scelte,
senza
sovrabbondanza,
in
quanto
gli
studi
economici
connessi
al
piano
dovranno
poi
fornire
attendibili
valutazioni
sulla
loro
evoluzione
futura.
In
linea
generale
bene
tenere
presente
che
una
ridondanza
di
dati
e
variabili
di
riferimento
non
arricchisce
linformazione
complessiva,
sia
perch
spesso
le
variabili
sono
connesse
sia
perch
si
inseriscono
(cumulandoli)
gli
errori
di
valutazione
connessi
alla
stima
di
ciascuna
variabile.
Studio
dell'offerta
di
trasporto
Con
questa
operazione
occorre
riconoscere
e
quantificare
tutte
le
grandezze
atte
a
definire
univocamente
le
caratteristiche
fisiche
e
funzionali
di
tutti
gli
elementi
che
compongono
la
rete
plurimodale
di
trasporto,
sia
nei
suoi
elementi
lineari
(archi
stradali,
ferroviari,
idroviari)
sia
puntuali
(nodi
stradali
e
ferroviari,
porti,
aeroporti,
interporti).
Preliminarmente
a
ci
occorre
che
sia
stata
definita
la
rete
di
interesse
per
lo
studio
in
atto,
operazione
da
svolgere
coerentemente
con
l'individuazione
della
domanda
di
analogo
interesse
e
con
la
zonizzazione
del
territorio.
Risultato
sintetico
e
ad
alto
contenuto
informativo
di
questa
operazione
la
costruzione
del
grafo
plurimodale
di
trasporto,
strumento
di
simulazione
capace
di
permettere,
associato
ai
modelli
di
assegnazione,
la
verifica
fisica
della
rete
di
trasporto
esistente
e
di
progetto.
Nel
seguito
si
fa
riferimento
esclusivamente
ai
due
sub-grafi
monomodali
stradale
e
ferroviario
sia
per
chiarezza
di
esposizione
sia
per
ripercorrere
le
effettive
fasi
di
lavoro.
La
loro
integrazione
con
i
grafi
di
eventuali
altri
modi
e
con
gli
elementi
nodali
completa
il
grafo
plurimodale.
IL
SUB-GRAFO
UNIMODALE
STRADALE
Identificata
la
rete
di
interesse
regionale,
per
ciascun
elemento
che
la
compone
occorre
individuare
tutti
i
parametri
fisici
e
funzionali.
Questi
ultimi
sono
tutti
sintetizzati
nella
relativa
curva
di
deflusso
di
ciascun
arco.
In
una
rete
di
livello
regionale
difficilmente
si
rende
necessario
simulare
il
deflusso
anche
dei
vertici
(nodi
della
rete,
mono
o
plurimodali),
che
in
genere
si
pu
risolvere
in
una
misurazione
dei
relativi
perditempo
di
attraversamento.
I
parametri
fisici
e
funzionali
saranno
oggetto
di
specifici
rilevamenti
diretti,
poich
in
genere
non
si
tratta
di
dati
esistenti
nella
forma
utile
alla
redazione
del
piano.
Si
noti
che:
-
le
lunghezze
degli
archi
possono
essere
suddivise
in
funzione
del
livello
di
urbanizzazione
per
tener
conto
degli
eventuali
corrispondenti
perditempo;
Quest'ultimo
funzione
della
velocit
libera
(dato
rilevato)
ed
insieme
alla
capacit
permette
l'utilizzo
di
recenti
curve
di
deflusso
di
tipo
parametrico.
La funzione di deflusso pu essere individuata, tra quelle di libreria presenti nella letteratura scientifica (ed esempio
lHighway Capacity Manual) o nei pi diffusi software di mercato (TRIPS, Emme2, etc), attraverso rilievi diretti flusso
velocit, in diverse condizioni di valori di flusso; questi rilievi sono oggi facilitati dalla disponibilit a basso costo di
apparecchi di rilevamento di tali valori (sistemi a spire induttive e sistemi video cosiddetti a spire virtuali).
Uno
delle
operazioni
necessarie
a
rendere
il
grafo
utilizzabile
in
via
informatica
e
la
codifica
degli
archi
e
dei
nodi.
Nel
seguito
si
indica
una
possibile
codifica,
utilizzata
nel
Piano
dellEmilia
Romagna.
in
una
stessa
localit
ove
risultano
presenti
pi
stazioni
ferroviarie
(F.S.
e/o
concesse)
collegate
da
raccordi
ferroviari
praticabili
e
in
servizio,
possibile
codificare
la
sola
stazione
principale
(la
pi
importante
tra
quelle
presenti),
memorizzando
che
in
questo
caso
la
stazione
inserita
rappresenta
linsieme
dei
servizi
offerti
(tale
procedura
non
consigliata,
in
quanto
deforma
la
rappresentazione
del
sistema
e
fa
perdere
linformazione
di
una
pi
ricca
articolazione
di
impianti
e
servizi,
che
possono
risultare
utili
in
fase
di
progetto);
le
diramazioni
(bivi)
lungo
le
linee
possono
essere
eliminate
quando
il
cambiamento
di
itinerario
consentito
dal
bivio
ininfluente
ai
fini
delle
simulazioni
di
flusso
oggetto
di
studio
(ad
esempio
un
bivio
di
ingresso
in
un
raccordo
provato
merci,
non
incluso
nel
sistema
simulato);
le
stazioni
che
pur
non
ricadendo
nell'immediata
vicinanza
di
un
polo
sono
con
questo
direttamente
collegate
dalla
rete
stradale
debbono
essere
comunque
codificate
ed
inserite
nel
grafo
A
ciascun
arco
del
grafo
sono
associate
le
caratteristiche
tecnico-fisiche
(andamento
planoaltimetrico
del
tracciato,
tipo
di
armamento,
sistemi
di
regolazione
della
circolazione)
e
funzionali
(potenzialit
max.,
velocit
commerciali,
localit
di
servizio,
impegno
delle
linee)
che
lo
contraddistinguono.
I
parametri
presi
in
considerazione
in
quanto
ritenuti
significativi,
per
ciascuno
arco
sono,
in
genere,
i
seguenti:
-
categoria
della
linea
in
codice
(due
campi
alfanumerici
che
individuano
il
numero
dei
binari,
il
sistema
di
trazione
ed
il
sistema
di
regolazione
della
circolazione
dei
treni)
A
completamento
delle
informazioni
sopra
riportate,
ogni
arco
ferroviario
suddiviso
in
tronchi
elementari
con
caratteristiche
fisiche
omogenee.
I
parametri
adoperati
a
questo
scopo
riguardano:
-
il grado di frenatura
I
primi
due
parametri
sono
quelli
che
tengono
conto
delle
caratteristiche
planoaltimetriche
del
tracciato.
IL
GRADO
DI
PRESTAZIONE
della
linea
calcolato
sulla
base
delle
resistenze
dovute
all'accidentalit
della
linea.
Infatti,
la
somma
delle
resistenze
dovute
alla
pendenza
della
linea
ed
alle
curve
principale
relativo
alle
condizioni
generali
e
1
tronco
di
linea;
uno
sussidiario
relativo
ai
tratti
con
le
condizioni
pi
sfavorevoli.
IL
GRADO
DI
FRENATURA
della
linea
tiene
conto
delle
sole
pendenze
in
discesa
del
tracciato.
Le
F.S.
hanno
raggruppato
le
pendenze
in
10
classi
alle
quali
corrispondono
10
gradi
principali.
A
ciascun
tronco
o
tratto
di
linea
cos
possibile
far
corrispondere
un
grado
di
frenatura,
in
funzione
delle
relative
pendenze
massime
riscontrate
in
discesa.
Si
vuole
fare
osservare
che
ad
ogni
senso
di
marcia
corrispondono
generalmente
gradi
di
frenatura
e
gradi
di
prestazione
differenti.
Il
grado
di
frenatura
come
i
gradi
di
prestazione
sono
deducibili,
per
le
linee
F.S.,
dalle
fiancate
degli
"orari
di
servizio"3.
Alcuni
parametri
sopra
descritti
meritano
qualche
osservazione.
Il
valore
della
potenzialit
massima
(treni/giorno)
di
ogni
singolo
arco
quello
del
tronco
di
linea
in
cui
ricade
l'arco.
Per
le
linee
F.S.
interne
alla
regione
tale
valore
in
genere
disponibile
presso
i
diversi
Compartimenti
di
competenza.
Nel
caso
di
ferrovie
in
concessione,
qualora
non
calcolata
dallesercente,
la
potenzialit
pu
essere
calcolata
come
la
potenzialit
massima
giornaliera
teorica
della
linea
alla
quale
associare
un
coefficiente
riduttivo
per
tenere
conto
del
reale
regime
pluritachico
di
esercizio
in
cui
normalmente
opera
la
rete
ferroviaria.
La
"categoria"
della
linea
identificata
da
una
sigla
composta
di
due
parti.
La
prima
parte
indicativa
del
numero
dei
binari
e
del
tipo
di
trazione
come
di
seguito
esposto:
-
La
seconda
parte
significativa
del
sistema
di
regolazione
della
circolazione
dei
treni,
adottato
secondo
quanto
segue:
-
Se,
ad
esempio,
una
linea
viene
contraddistinta
da
una
sigla
"2
bin
E
B.S.A.",
si
tratta
di
una
linea
a
doppio
binario,
elettrificata,
esercita
con
il
blocco
elettrico
manuale
tipo
F.S.
Le
informazioni
relative
ad
ogni
arco
del
grafo,
sopra
esposte,
sono
riportate
in
apposite
schede
d'arco.Tali
schede
risultano
suddivise
in
tre
parti.
Nella
prima
sono
state
riportate
le
informazioni
di
3
In gergo ferroviario con questa terminologia si intendono i dati tecnici riportati a fianco delle tabelle degli orari e dei
tempi di viaggio di ciascuna linea (orari di servizio), articolati per tipologia di treno (merci, passeggeri tradizionale,
elettromotrici, automotrici, etc.). La procedura unificata a livello europeo.
carattere
generale
e
comuni
ad
ambedue
i
sensi
di
marcia.
Partono
dalla
prima
riga
si
incontrano
in
ordine:
il
codice
di
fine
arco
(in
ordine
alfanumerico);
la
denominazione
dei
nodi
di
estremit
corrispondenti,
la
lunghezza
in
Km
+
ettometri,
la
categoria
della
linea
secondo
quanto
detto
sopra,
le
velocit
commerciali
in
Km/h,
rispettivamente
dei
treni
di
rango
A,
B,
e
C,
se
in
esercizio
sulla
linea,
la
potenzialit
massima
e
l'impegno
giornaliero
medio
della
linea
in
treni/giorno,
i
posti
di
movimento,
le
stazioni
e
le
fermate,
il
numero
di
passaggi
a
livello
ed
il
peso/asse
in
t.
La
seconda
e
terza
parte
della
tabella
sono
del
tutto
simili
come
impostazione
e
differiscono
per
il
senso
di
marcia
in
esame.
In
esse
sono
riportate
quelle
informazioni
sull'armamento
e
sul
tracciato,
che
differenziano
la
rete
in
tronchi
omogenei.
Si
tratta
di
sub-archi
individuati
dall'estesa
chilometrica
considerando
come
zero
chilometrico
il
primo
estremo
d'arco
riscontrato
nel
senso
di
marcia
in
esame
e
proseguendo
in
progressione
per
gli
eventuali
successivi
sub-archi.
La
seconda
parte
della
tabella
si
riferisce
al
senso
di
marcia
dei
treni
"pari"
(treni
circolanti
da
Sud
a
Nord
e
da
Est
a
Ovest)
mentre
nella
terza
parte
sono
riportate
le
informazioni
relative
al
senso
di
marcia
dei
treni
"dispari"
(treni
circolanti
da
Nord
a
Sud
e
da
Ovest
ad
Est).4
Pertanto,
dopo
l'identificazione
del
senso
di
marcia
pari
o
dispari,
sono
riportate
nelle
rispettive
righe
le
seguenti
informazioni:
-
estesa
chilometrica
(in
Km
+
ettometri)
del
primo
sub-tronco
incontrato
nel
senso
di
marcia
in
esame
il grado di frenatura.
Tutte
queste
informazioni
possono
trovarsi
ripetute
nello
stesso
ordine
per
eventuali
successivi
sub-
tronchi
in
cui
stato
suddiviso
l'arco
in
esame.
STUDIO
DELLA
DOMANDA
DI
TRASPORTO
La
domanda
di
trasporto
passeggeri
e
merci
deve
essere
conosciuta
in
termini
di
matrice
origine-
destinazione
tra
le
zone
in
cui
stato
suddiviso
il
territorio
di
studio:
domanda
di
interesse
per
il
piano.
Nell'ipotesi
del
tutto
particolare
e
non
generalizzabile
di
una
pianificazione
contemporanea
ed
integrata
a
livello
di
sub
-
porzioni
territoriali
(province,
bacini
di
traffico,
etc.)
si
pu
assumere
che
la
domanda
da
studiare
sia
quella
interzonale
ed
interprovinciale
(interbacinale),
escludendosi
quella
quota
che
risulta
avere
sia
l'origine
che
la
destinazione
dello
spostamento
interne
alla
stessa
provincia
o
bacino.
dati
esistenti
E interessante una nota storica che consente di memorizzare il criterio. La numerazione dei treni pari e dispari
discende dal fatto che il treno n 1 era quello che il Re dItalia prendeva da Torino verso le destinazioni del Regno (e
quindi da Nord a sud e da ovest ad est). Ne discende tutta la numerazione dei treni dispari e pari.
Se
non
esistono
precedenti
studi
specifici,
si
pu
affermare
che
in
generale
la
conoscenza
della
domanda
di
trasporto
uno
dei
problemi
pi
rilevanti
di
un
piano
di
trasporti
(come
di
qualunque
studio
trasporti).
E
utile
ribadire
che
un
piano
o
uno
studio
di
trasporti
finalizzato
ad
organizzare
il
sistema
della
mobilit
(offerta
di
trasporto)
in
modo
coerente
con
le
necessit
della
domanda
e
con
il
sistema
degli
obiettivi
posti
a
base
dello
studio.
Pertanto
non
possibile
formulare
proposte
coerenti
e
scientificamente
accettabili
in
assenza
di
un
quadro
conoscitivo
completo
sulla
domanda
di
trasporto.
Nella
maggioranza
dei
casi
gli
unici
dati
disponibili
sono:
i
flussi
di
veicoli
passeggeri
e
merci
transitanti
in
alcune
sezioni
della
rete,
rilevati,
con
la
procedura
CEE
per
i
T.G.M.,
dall'ANAS
e
dalle
Province
ogni
cinque
anni,
con
alcuni
aggiornamenti
annuali
(come
evidente
non
si
tratta
in
questo
caso
propriamente
di
dati
di
domanda
ma
solo
di
impegno
delle
infrastrutture
stradali);
O.D. veicoli passeggeri e merci tra caselli della rete delle autostrade in concessione;
b)
O.D.
delle
merci
(in
tonnellate
annuali,
per
categorie
merceologiche)
tra
stazioni
della
rete
delle
F.S.
e
delle
ferrovie
concesse;
c)
qualche
O.D.
dei
passeggeri
delle
F.S.
tra
stazioni,
ricostruibile
attraverso
i
biglietti
venduti
(non
sempre,
per,
tutti
i
dati
dei
biglietti
venduti
sono
opportunamente
elaborati);
d)
O.D.
passeggeri
e
merci
tra
aeroporti
(si
noti
che
gli
spostamenti
che
richiedono
trasbordo
risultano
come
due
spostamenti
distinti;
il
dato
quindi
distorce
il
fenomeno
reale);
e)
Si
faccia
molta
attenzione
che
i
dati
O.D.
sopra
citati
sono
tutti
relativi
a
nodi
della
rete
e
non
ai
poli
del
territorio.
Le
informazioni
in
questo
modo
ricostruibili
non
sono
quindi
esaustive
della
descrizione
della
domanda,
non
risultando
noti
gli
spostamenti
tra
le
effettive
origini
e
destinazioni
ed
i
punti
di
accesso
ed
uscita
dal
sistema
di
trasporto
rispetto
al
quale
noto
il
dato.
Indagini
sulla
domanda
di
trasporto
La
procedura
classica,
messa
a
punto
in
aree
a
domanda
concentrata
(aree
urbane
e
metropolitane),
prevede,
per
le
persone,
le
indagini
O.D.
a
domicilio,
per
i
residenti
nell'area
di
studio,
integrate
da
quelle
al
cordone
per
non
residenti
(rilievo
degli
spostamenti
in
penetrazione
e
di
attraversamento).
Per
le
merci
vale
un
discorso
analogo
sostituendo
alle
indagini
a
domicilio
quelle
presso
le
unit
produttive
e
rilevando,
sempre
al
cordone,
sui
modi
di
trasporto,
gli
spostamenti
merci
in
entrata
nell'area
e
quelli
che
l'attraversano.
Quando
l'area
di
studio
diviene
vasta
(province,
regioni,
nazioni)
ed
i
generatori
di
domanda
risultano
distribuiti,
tale
procedura
risulta
impraticabile
per
l'entit
dei
campioni
statistici
da
rilevare
al
fine
di
garantire
la
loro
significativit
per
le
zone
in
cui
stato
suddiviso
il
territorio.
A
meno
che
non
si
possa
procedere
ad
una
zonizzazione
per
aree
molto
vaste,
con
ci
che
questo
per
implica
in
termini
di
quote
di
domanda
trascurate.
E'
bene
sottolineare
con
forza
che
ogni
situazione
presenta
le
sue
specificit
e
che
quindi
le
procedure
vanno
di
volta
in
volta
calibrate
sul
singolo
caso
reale.
Quindi
senza
avere
la
pretesa
di
fornire
una
procedura
standard
valida
sempre
nei
piani
regionali
si
propone
una
soluzione
di
orientamento,
calibrata
sul
caso
Emilia
Romagna.
10
distribuzione
della
produzione
nell'anno,
quantit
spedite
per
mese,
aree
di
destinazione
e
modo
di
trasporto
utilizzato;
quantit
di
materie
prime
ricevute
nell'anno
e
mese
per
mese,
aree
di
provenienza
e
modo
di
trasporto
utilizzato.
11
qualificazione
del
luogo
di
origine
(abitazione,
ufficio,
scuola,
luogo
di
cura,
luogo
di
vendita,
unit
industriale,
unit
artigianale
e
agricola,
cantiere,
unit
alberghiera-turistica-
ricreativa,
scalo,
altro);
luogo
di
destinazione
dello
spostamento
(stesso
tipo
di
codifica
adottato
per
il
luogo
di
origine);
qualificazione
del
luogo
di
destinazione
(analoga
codifica
della
qualificazione
del
luogo
di
origine);
La
preparazione
del
modulo
di
intervista
stata
effettuata
a
cura
degli
incaricati
per
lo
svolgimento
delle
indagini.
Tale
modulo
stato
impostato
in
modo
da
consentire,
oltre
ad
una
rapida
compilazione
da
parte
dell'intervistatore,
una
facile
interpretazione
dei
quesiti
da
parte
dell'utente
intervistato,
ed
stato
predisposto
per
la
codifica
automatica
delle
informazioni.
Argomenti
dell'intervista
ai
conducenti
di
veicoli
merci
Le
informazioni
ricavate
nelle
interviste
ai
conducenti
di
veicoli
merci
in
transito
su
ciascun
posto
di
rilevamento
(distinto
anche
per
senso
di
marcia)
riguardano
i
seguenti
argomenti:
-
12
luogo
di
origine
dello
spostamento
(con
le
medesime
esplicitazioni
previste
nel
caso
dei
veicoli
passeggeri);
luogo
di
destinazione
dello
spostamento
(stesso
tipo
di
codifica
adottato
per
il
luogo
d'origine);
qualificazione
del
luogo
di
destinazione
(analoga
codifica
della
qualificazione
del
luogo
d'origine);
1.1)
1.2)
1.3)
2)
2.1)
3)
3.1)
3.2)
autocarri a 2 o pi assi oltre 30 q.li (compresi i veicoli speciali come betoniere, ecc.);
3.3)
autocarri
con
rimorchio,
autotreni
ed
autosnodati
(compresi
i
veicoli
speciali
come
frigo-
TIR,
ecc.);
3.4
Il
modulo,
oltre
ad
indicare
le
condizioni
atmosferiche
del
giorno
di
rilevamento,
stato
predisposto
per
riportare
il
totale
di
1/2
ora
in
1/2
ora
per
ogni
categoria
di
veicoli.
13
Scarico
01
Agricoltura-zootecnia
(carni
macellate)
-
tutti
i
prodotti
dell'agricoltura,
della
zootecnica
e
della
pesca
che
non
siano
stati
sottoposti
ad
alcuna
lavorazione,
con
la
sola
eccezione
degli
animali
vivi.
02
03
Arredamento,
tessili,
abbigliamento
e
assimilabili
-
prodotti
intermedi
e
finiti
finalizzati
all'arredamento
e
all'abbigliamento.
04
Materiali
e
manufatti
edili
-
materiali
da
costruzione,
manufatti
per
l'edilizia,
prodotti
per
la
carpenteria
e
per
gli
impianti.
05
Metallurgici,
minerali
ed
altri
estrattivi
-
prodotti
minerari
e
delle
lavorazioni
di
fusione,
laminatura
e
trafilatura.
06
07
08
Altri
mezzi
di
trasporto
-
apparecchiature
di
sollevamento
e
trasporto
diverse
dagli
autoveicoli.
09
10
Chimici
(escluso
gomma)
-
prodotti
farmaceutici,
detersivi,
in
plastica,
vernici,
concimi,
esplosivi.
11
12
13
Alimentari
agricoli
-
tutti
i
prodotti
alimentari
lavorati
solidi
e
liquidi,
esclusi
i
derivati
della
carne,
del
pesce
e
del
latte.
14
Alimentari zootecnici - tutti gli alimentari non compresi nella categoria precedente.
15
16
Carte,
cartone,
produzione
cartotecniche,
giornali,
riviste
e
libri
-
tutti
i
prodotti
in
carta,
cartone,
cancelleria.
17
18
14
CAPITOLO
6
STUDIO
E
PREVISIONE
DELLA
DOMANDA
DI
TRASPORTO
6.1
-
Definizione
di
domanda
di
trasporto.
La
domanda
di
trasporto
definita
dal
numero
di
spostamenti
Iij
effettuati
da
una
generica
origine
Oi
verso
una
generica
destinazione
Dj
in
un
determinato
periodo
di
tempo.
Oi
Iij
Dj
Quando
parliamo
di
flusso
di
spostamenti
intendiamo
persone
e
cose
che
hanno
necessit
di
muoversi
sul
territorio
in
un
determinato
momento
(ora
e
giorno).
Luso
di
diversi
modi
di
trasporto
per
realizzare
lo
spostamento
non
ancora
preso
in
considerazione.
6.2
-
La
domanda
di
trasporto
una
funzione
variabile
nello
spazio
e
nel
tempo
In
quanto
spaziale
rappresentabile
con
un
flusso
avente:
-
punto
di
origine
in
Oi
-
punto
di
destinazione
Dj
-
un
itinerario
da
Oi
verso
Dj
Questo
flusso
varia
nel
tempo
in
relazione
alle
necessit
espresse
dalla
domanda
e
viene
comunemente
denominato
Relazione
di
traffico
(RTF)
o
"Linea
di
Desiderio.
6.3
-
Numero
delle
relazioni
di
traffico.
Le
relazioni
di
traffico
rappresentano
un
flusso
di
spostamenti
da
una
generica
origine
Oi
ad
una
generica
destinazione
Dj.
Il
territorio
in
cui
si
deve
effettuare
lo
studio
di
trasporti
stato
preliminarmente
suddiviso
in
zone
di
origine
e
destinazione
degli
spostamenti
(v.
zonizzazione
fase
conoscitiva
di
un
piano
capitolo
5),
che
quindi
rappresentano
le
possibili
aree
di
origine
e
destinazione
degli
spostamenti.
Pertanto
linsieme
delle
relazioni
di
traffico
possono
essere
rappresentate
attraverso
una
matrice
degli
spostamenti
in
cui
nelle
righe
poniamo
le
origini
e
nelle
colonne
le
destinazioni
(v.
anche
il
successivo
paragrafo
6.9).
Le
relazioni
di
traffico
saranno
quindi
tante
quanti
sono
i
possibili
collegamenti
da
una
zona
a
tutte
le
altre.
Se
le
zone
sono
N,
da
ogni
zona
partiranno
N-1
Relazioni
di
Traffico
(abbiamo
ora
escluso
gli
spostamenti
tra
una
zona
e
se
stessa
cio
gli
spostamenti
interni
alla
zona,
che
per
definizione
di
zonizzazione
dovremmo
trascurare).
Se
consideriamo
anche
questi
ultimi,
le
relazioni
che
partono
dalla
generica
zona
(i)
sono
N,
le
zone
(i)
sono
anchesse
N
e
quindi
linsieme
degli
spostamenti
sar
=
N
x
N
=
N2.
15
6.4
-
Espressione
della
funzione
di
domanda
di
trasporto.
La
domanda
una
funzione
dello
spazio
S
e
del
tempo
T,
quindi
pu
essere
rappresentata
come:
Iij
=
F(S,T)
La
dimensione
della
domanda,
in
pratica
lintensit
degli
spostamenti,
dipende
dalle
motivazioni,
dallutilit
connessa
allo
spostamento
e
dal
costo
del
trasporto
che
rappresenta
una
resistenza
allo
spostamento
stesso.
Nel
costo
dobbiamo
considerare
la
componente
monetaria
(prezzo)
ma
anche
le
altre
risorse
dellutente,
quali
il
tempo,
il
disagio,
la
sicurezza.
Il
Costo
che
comprende
tutte
queste
componenti
viene
chiamato
costo
generalizzato.
6.8
-
Definizione
dell
origine
Oi
e
della
destinazione
Dj:
ZONIZZAZIONE
L'origine
o
la
destinazione
di
uno
spostamento
pu
essere,
al
limite,
una
unit
elementare
assai
piccola
nell'ambito
del
territorio.
In
termini
di
edificato:
l'appartamento,
il
negozio,
il
singolo
ufficio;
in
termini
di
insediamento
umano:
la
famiglia,
la
comunit,
l'unit
locale.
16
Considerare
come
punto
origine
o
punto
destinazione
una
unit
elementare
di
questo
tipo
(microanalisi),
presenta
il
vantaggio
di
minimizzare
la
variabilit
all'interno
dell'unit
stessa
dei
parametri
in
gioco,
ma
conduce
ad
una
disaggregazione
dei
dati
normalmente
inaccettabile,
in
quanto
rende
estremamente
complesse
ed
onerose
le
operazioni
di
elaborazione
e
di
trattamento
dei
dati
oltre
a
richiedere
indagini
estremamente
dettagliate
e
quindi
lunghe
e
costose.
Di
norma,
quindi,
si
procede
mediante
aggregazione
delle
unit
elementari
(macroanalisi),
ottenendo
cos
delle
parti
del
territorio,
chiamate
zone,
che
vengono
considerate
i
punti
origine
Oi
ed
i
punti
di
destinazione
Dj
degli
spostamenti.
Il
problema
,
dunque,
la
definizione
dei
criteri
di
aggregazione
delle
unit
elementari.
Si
noti
che
la
soluzione
del
problema
indipendente
dal
fatto
che
si
abbia
a
che
fare
con
un
territorio
gi
urbanizzato
(in
tutto
o
in
parte),
o
con
un
territorio
da
urbanizzare.
Alcuni
dei
criteri
normalmente
utilizzati
sono
i
seguenti:
(a)
utilizzare
come
frontiere
delle
zone
le
barriere
naturali
o
artificiali:
corsi
d'acqua,
autostrade,
ferrovie,
perimetri
murali;
cio
tutti
quegli
elementi
il
cui
attraversamento
pu
avvenire
soltanto
in
punti
obbligati:
(b)
definire
delle
zone
di
forma
regolare
in
modo
che
la
distanza
fra
i
centri
delle
zone
sia
rappresentativa
della
durata
media
(in
tempo
o
in
spazio)
degli
spostamenti
fra
le
zone;
(c)
ricercare
una
configurazione
delle
zone
tendente
a
far
coincidere
i
centri
delle
zone
con
intersezioni
o
punti
della
rete
di
trasporto;
(d)
ottenere
delle
zone
che
coincidano
o
risultino
una
aggregazione
di
unit
territoriali
individuate
nelle
grandi
rivelazioni
statistiche
(sezioni
di
censimento)
o
in
altre
occasioni
(sezioni
elettorali);
(e)
assicurare
il
maggior
livello
possibile
di
omogeneit
delle
zone
per
quanto
riguarda
la
qualit
degli
insediamenti
nelle
zone
stesse.
Tanto
pi
si
cerca
di
rispettare
l'ultimo
criterio,
tanto
pi
si
costretti
ad
utilizzare
una
ripartizione
del
territorio
per
zone
di
limitata
estensione;
si
tende
al
limite
alle
unit
elementari
definite
in
precedenza.
Pertanto
l'omogeneit
di
ogni
singola
zona
sar
raramente
assoluta,
ma
si
avr,
invece,
una
mescolanza
di
attivit
entro
la
medesima
zona.
Ci
avviene
in
particolare
nelle
aree
centrali
della
citt,
ove
insieme
agli
insediamenti
residenziali
esistono
sempre
attivit
terziarie
rilevanti,
in
gran
parte
indipendenti
dalle
residenze
delle
stesse.
Invece,
nelle
aree
residenziali
di
nuova
espansione
urbana
presente
in
generale
soltanto
l'attivit
commerciale
(terziaria)
connessa
alla
funzione
residenziale.
In
linea
di
principio,
quindi,
ogni
zona
potr
essere,
nello
stesso
tempo,
generatrice
ed
attrattrice
di
traffico.
In
fine,
per
quanto
riguarda
il
criterio
(d),
se
ne
segnala
l'importanza
dal
punto
di
vista
operativo.
Infatti,
tutta
una
serie
di
dati
relativi
agli
insediamenti
nel
territorio
sono
riferiti
a
questo
tipo
di
unit
territoriali
(sezioni
di
censimento
o
sezioni
elettorali).
In
Italia
questi
dati
sono
raccolti
ed
elaborati
dallISTAT
ed
a
livello
europeo
sono
raccolti
(forniti
dagli
stati
membri)
da
EUROSTAT.
6.9
-
La
Matrice
degli
interscambi
o
Matrice
Origine
destinazione
[O.D.]
Supponiamo
di
avere
suddiviso
il
territorio
A
in
N
zone
e
supponendo
che
ogni
singola
zona
sia
ad
un
tempo
generatrice
e
attrattrice
il
numero
di
relazioni
di
traffico
RTF
sar
N(N-1).
Considerando
tali
RTF,
per
ciascuna
fw,
le
funzioni
di
domanda
di
trasporto
saranno
tante
quante
le
RTF
e
cio
N(N-1).
Inoltre,
poich
ormai
abbiamo
delle
zone
come
punti-origine
e
punti-destinazione,
esisteranno
certamente
spostamenti
aventi
origine
17
e destinazione nella medesima zona. Quindi, ancora N relazioni di traffico e cio Wfunzioni di domanda di
trasporto.
In
totale,
quindi,
sull'intero
territorio
A,
le
RTF
sono
N2.
Queste
N2
funzioni
di
domanda
di
trasporto
sono
rappresentabili
tramite
una
Matrice
degli
Interscambi
MI.
I11
I12
...
I1j
...
I1i
...
I1N
G1
I21
I22
...
I2j
...
I2i
...
I2N
G2
.
.
Ij1
Ij2
...
Ijj
...
Iji
...
IjN
Gj
.
GENERAZIONI
DEGLI
SPOSTAMENTI
.
Ii1
Ii2
...
Iij
...
Iii
...
IiN
Gi
.
.
I1 2 ... Ij ... Ii...
Nella
matrice
il
generico
elemento
Iij
il
numero
di
spostamenti
partenti
dalla
zona
Ni
diretti
alla
zona
Nj.
Lo spostamento inverso quello che dalla zona J va alla zona i = Iji. In linea generale non detto che Iij sia
uguale
a
Iji,
soprattutto
nel
caso
dei
flussi
merci
dove
il
circuito
degli
spostamenti
non
pu
essere
ricondotto
alluscita
da
casa
ed
al
ritorno
a
casa,
come
per
le
persone.
La
generica
riga
(Ii1
Ii2...Iij...Iii...IiN),
composta
da
tutti
gli
spostamenti
che
hanno
origine
nella
zona
Ni
e
destinazione
in
qualsiasi
zona.
La
generica
colonna
(I1i,
I2i...Iji...Iii...INi)
composta
da
tutti
gli
spostamenti
che
hanno
destinazione
nella
zona
i
ed
origine
in
qualsiasi
zona.
Valgono,
quindi,
le
condizioni:
-
la somma delle Generazioni uguale al totale degli spostamenti (somma degli interscambi Iij)
la somma delle Attrazioni uguale al totale degli spostamenti (somma degli interscambi Iij)
per cui: la Somma delle Gi = alla Somma delle Ai = totale flussi di domanda.
Gi
viene
chiamata
generazione
della
zona
Ni;
Ai
viene
chiamata
attrazione
della
zona
Ni.
Gli
elementi
della
diagonale
principale
Iii
sono
composti
dagli
spostamenti
aventi
origine
e
destinazione
nella
medesima
zona.
Questi
vengono
chiamati
spostamenti
intrazonali
in
contrapposizione
agli
altri
che
sono
18
chiamati
spostamenti
interzonali.
Tanto
pi
le
zone
sono
di
limitata
estensione,
tanto
pi
gli
elementi
della
diagonale
principale
Iii
tendono
a
zero.
ESEMPIO
A
fini
esemplificativi
si
riporta
una
matrice
di
spostamenti
di
persone
tra
alcune
zone
in
cui
possibile
suddividere
larea
di
Venezia
(i
dati,
seppure
verosimili,
sono
puramente
indicativi
ed
approssimati
e
riportati
solo
ai
fini
della
comprensione
del
ruolo
e
del
significato
della
matrice
origine-destinazione):
ZONE:
1.
2.
Venezia FS S.Lucia
3.
Venezia Tronchetto
4.
Venezia Mestre
5.
Venezia Aeroporto
ZONE
ZONE
Venezia Piazzale
Roma
1
Venezia
Piazzale
Roma
2
Venezia
S.Lucia
FS Venezia
Tronchetto
Venezia
Mestre
GENERAZIONE
DI CIASCUNA
ZONA
Venezia
Aeroporto
5.000
7.000
30.000
2.000
44.000
Venezia FS
S.Lucia
1.000
18.000
300
19.300
Venezia
Tronchetto
7.000
500
7.500
Venezia Mestre
30.000
18.000
500
2.000
50.500
Venezia
Aeroporto
2.000
200
2.200
4.400
40.000
23.200
7.500
50.700
4.300
125.700
ATTRAZIONE DI
CIASCUNA ZONA
19
6.10
Ricerche
sulla
domanda
ai
fini
della
misura
della
matrice
O.D.
Per
studiare
la
domanda
e
quindi
conoscere
i
relativi
flussi
che
compongono
la
matrice
O.D.
occorre
effettuare
ricerche
ed
indagini.
Queste
sono
non
complesse,
in
quanto
si
utilizzano
procedure
statistiche
consolidate,
per
richiedono
tempi
e
costi
sostenuti.
Tuttavia
questa
parte
degli
studi
di
trasporti
non
solo
indispensabile
ma
anche
strategica
poich
solo
la
conoscenza
della
domanda
ci
fornir
gli
elementi
per
valutare
il
sistema
attuale
e
le
relative
inefficienze
e
quindi
poter
individuare
e
proporre
correttivi
e
progetti.
Nel
seguito
si
espongono
le
principali
fonti
di
dati
in
genere
disponibili
sulla
domanda
e
quindi
le
indagini
integrative
da
svolgere.
a)
Ricerca
dei
dati
ed
informazioni
mediante
consultazione
di
pubblicazioni,
annuari,
bollettini
o
mediante
raccolta
e
collezione
di
dati
non
pubblicati
giacenti
presso
Enti
Pubblici,
societ,
Istituzioni.
(ricerca
in
ufficio).
b)
Ricerca
di
dati
nel
vivo
della
realt,
mediante
rivelazioni
originali
presso
la
popolazione,
le
imprese,
le
aziende,
ecc.
(ricerca
sul
terreno).
c1)
Le
fonti
di
ricerca
nell'ambito
del
primo
settore
sono:
-
ISTAT,
per
quanto
riguarda
tutti
i
dati
ricavabili
dai
censimenti
generali
o
parziali
della
popolazione,
dell'industria,
commercio
ed
artigianato,
dell'agricoltura,
delle
forze
di
lavoro;
gli Enti pubblici, per quanto riguarda l'impiego pubblico e la gestione dei relativi servizi;
l'Automobile Club per la informazioni sul parco veicolare circolante, sugli incidenti, su rilevazioni di traffico;
l'ANAS, per la struttura della rete viaria e per i dati sui censimenti periodici della circolazione;
le
Ferrovie
dello
Stato,
le
compagnie
aeree
e
le
Autolinee
in
concessione,
per
il
relativo
movimento
di
merci
e
passeggeri;
le
Amministrazioni
locali
(Comuni,
Province,
Regioni)
nei
loro
diversi
uffici
che
si
occupano
rispettivamente
di:
utilizzazione
del
territorio
(popolazione,
attivit
di
vario
tipo,
occupazione,
posti
di
lavoro,
ecc.);
rete
di
trasporto
(strade
di
gestione
locale,
aziende
municipalizzate
di
trasporto);
caratteristiche
generali
della
popolazione
(reddito,
composizione
familiare
media,
percentuale
di
popolazione
attiva,
ecc.);
il
Ministero
dei
Trasporti
per
quanto
riguarda
dati
generali
sul
sistema
dei
trasporti
in
concessione
(per
es.
informazioni
sulle
autolinee
e
ferrovie
in
concessione),
nonch
sulla
motorizzazione
in
generale
(per
es.
numero
delle
patenti
rilasciate,
statistiche
sugli
incidenti,
circolazione
degli
autocarri,
ecc.).
Il
Ministero
delle
Infrastrutture
e
dei
Trasporti
ha
inoltre
recentemente
messo
a
punto
un
Sistema
di
Supporto
alle
decisioni
(DSS)
denominato
SIMT
che
contiene
numerose
informazioni
utili
a
livello
nazionale
sui
flussi
degli
spostamenti.
Il
SIMT
stato
messo
a
punto
per
nuovo
Piano
Generale
dei
Trasporti
e
della
Logistica
(PGTL)
concluso
nel
2001
e
la
legge
166/2002
prevede
che
le
relative
informazioni
(banche
dati
e
sistemi
di
elaborazione)
siano
messi
a
disposizione
della
collettivit
(al
momento,
aprile
2003,
non
sono
per
ancora
state
rese
note
le
relative
procedure
per
cui
laccesso
non
ancora
in
realt
disponibile).
20
c2) Il secondo settore tende a completare le informazioni raccolte con la ricerca in ufficio e quindi le relative
ricerche
sul
terreno
saranno
pi
o
meno
approfondite
a
seconda
dei
risultati
ottenuti
in
precedenza.
In
generale
la
ricerca
sul
terreno
si
articola
sui
tre
seguenti
gruppi
di
indagini:
a)
le
indagini
origine-destinazione
che
hanno
lo
scopo
di
individuare
la
MATRICE
ORIGINE
DESTINAZIONE
MI
esistente;
b)
le
indagini
sulla
utilizzazione
del
territorio,
che
tendono
a
produrre
la
MATRICE
Mu
esistente
(
una
matrice,
in
quanto
per
ogni
zona
avremo
pi
variabili
esplicative;
in
questo
caso
ovviamente
il
numero
delle
righe
ancora
uguale
al
n
delle
zone,
ma
le
colonne
saranno
tante
quante
le
variabili
esplicative
delluso
del
territorio);
c)
le
indagini
sul
Sistema
di
Trasporto
che
servono
ad
individuare
le
funzioni
di
prestazione
del
trasporto
che
in
genere
legano
il
prezzo
che
lutente
disponibile
a
pagare
con
il
flusso
che
utilizza
quel
sistema.
6.11-
Le
indagini
di
campo
Descriviamo
ora
in
dettaglio
questi
tre
gruppi
di
indagini
e
a
tal
fine
supponiamo
che
A
sia
il
territorio
in
studio
e
C
(cordone)
sia
la
sua
frontiera.
Zone esterne
Zona i
Cordone
Zone
Flusso
interno
Zona
J
Flusso di
attraversamento
Zone esterne
Zone
esterne
Flusso di
penetrazione
Flusso di
uscita
6.12
Le
indagini
Origine-Destinazione
[I] Ai fini della realizzazione delle indagini origine-destinazione conveniente suddividere coloro che
- residenti in A
- non residenti in A.
21
Da
questa
suddivisione
discendono
due
tipi
di
indagine
O-D,
di
caratteristiche
e
modalit
differenti
di
esecuzione.
Le
caratteristiche
di
carattere
generale
sono
invece
comuni.
In
primo
luogo
le
informazioni
da
raccogliere
con
queste
indagini
che
si
possono
cos
elencare.
a) Origine e Destinazione di ogni spostamento effettuato nel periodo di tempo storico considerato (in
genere
il
giorno
precedente
al
quello
dellindagine
ovvero
un
periodo
significativo
della
mobilit;
per
le
merci
per
esempio
una
settimana),
con
indicazione
di
tutti
i
dati
necessari
per
l'individuazione
in
mappa
della
Origine
e
della
Destinazione.
In
secondo
luogo
in
ambedue
i
tipi
di
indagine
O-D
si
procede
mediante
campionatura
statistica.
Poich
il
totale
delle
unit
oggetto
delle
indagini
(Universo)
spesso
assai
elevato
e
quindi
parimenti
elevato
sarebbe
il
costo
totale,
si
usa
far
oggetto
dell'indagine
soltanto
una
parte
del
totale
(Campione).
Questa
parte
o
campione
deve
per
avere
determinate
caratteristiche,
le
quali
assicurino
che
i
risultati
che
vengono
cos
ottenuti
differiscano
da
quelli
veri
(
e
cio
da
quelli
che
si
sarebbero
potuti
ottenere
prendendo
in
considerazione
l'Universo)
di
una
quantit
nota
e
ritenuta
trascurabile.
Queste
caratteristiche
riguardano
sostanzialmente
la
numerosit
del
campione
in
rapporto
alla
numerosit
dell'universo
e
la
tecnica
di
estrazione
del
campione
dall'universo
stesso.
[II] INDAGINE AI RESIDENTI: Una prima indagine tende ad individuare gli spostamenti interessanti il
lintervista telefonica
La
prima
tecnica
comporta
alcuni
difetti
evidenti.
In
primo
luogo
non
possibile
prevedere
quale
sar
la
percentuale
delle
risposte
e
la
loro
distribuzione
sul
territorio
e
tra
gli
strati
della
popolazione.
A
ci
si
aggiunge
che
non
possibile
stimare
il
grado
di
attendibilit
delle
risposte
in
base
alla
semplice
osservazione
delle
stesse.
La
procedura
normalmente
utilizzata
di
inviare
una
ulteriore
cartolina
questionario
a
coloro
che
non
hanno
risposto
o
che,
visibilmente,
hanno
risposto
in
modo
errato,
non
garantisce
che
l'esito
sia
conforme
alle
aspettative.
Ci
soprattutto
in
quanto
la
mancata
risposta
o
la
dubbia
attendibilit
delle
risposte
si
distribuiscono
non
casualmente
tra
i
diversi
strati
della
popolazione
ottenibili
tenendo
conto
del
grado
di
istruzione,
della
attivit
svolta,
ecc.
Si
otterr
quindi
una
stima
campionaria
distorta.
Gli
accorgimenti
necessari
per
attenuare
questo
inconveniente
(cio
una
conoscenza
preliminare
delle
caratteristiche
socio-economiche-culturali
del
soggetto
cui
si
invia
la
cartolina-questionario),
annullano
completamente
i
vantaggi
di
questa
tecnica
che
sono
la
facilit
di
esenzione
dell'indagine
ed
il
suo
basso
costo.
22
I
difetti
elencati
non
esistono
quando
si
utilizza
l'intervista
diretta
presso
il
domicilio
e
le
risposte
al
questionario
vengono
compilate
dall'operatore
appositamente
addestrato.
Questa
tecnica
di
contro
pi
complicata
dal
punto
di
vista
organizzativo
e
maggiormente
onerosa
economicamente
(semplificabile
con
lintervista
telefonica,
che
oggi
risulta
una
tecnica
abbastanza
consolidata
e
affidabile,
oltre
che
di
costi
molto
contenuti).
Per
realizzare
una
indagine
O-D
per
la
mobilit
delle
persone
(quale
che
sia
la
tecnica),
esiste
un
problema
riguardante
il
tempo-calendario
di
riferimento.
Per
contenere
i
costi
entro
limiti
accettabili
si
ritiene
sufficiente
individuare
tutti
gli
spostamenti
effettuati
nel
territorio
A
in
un
solo
giorno.
La
scelta
del
giorno
di
riferimento
dipende
dal
tipo
di
problema
che
si
deve
affrontare.
Se,
ad
esempio,
nel
problema
di
pianificazione
dei
trasporti
che
si
deve
affrontare,
assumono
importanza
preminente
gli
spostamenti
casa-lavoro,
verranno
ricercati
tutti
gli
spostamenti
effettuati
in
un
giorno
rappresentativo
della
maggioranza
dei
giorni
feriali
dell'anno.
Anche
questo
accorgimento,
per,
pu
no
essere
sufficiente
a
risolvere
il
problema
dell'organizzazione
dell'indagine.
Infatti,
se
l'area
A
vasta
e
popolata,
il
numero
dei
residenti
da
intervistare
(Campione),
pu
essere
cos
numeroso
da
richiedere
un
elevato
numero
di
operatori
per
effettuare
tutte
le
interviste
in
un
giorno5
.
Si
opera
allora
diluendo
le
interviste
lungo
tutto
un
periodo
formato
da
giorni
egualmente
rappresentativi.
Nel
caso
riportato
come
esempio
si
effettuer
l'indagine
O-D
in
un
periodo
lontano
dalle
vacanze
scolastiche
e
povero
di
giorni
festivi
extradomenicali.
L'elemento
base
dell'indagine
il
modulo
questionario
che
contiene
le
informazioni
da
raccogliere.
Dall'indagine
O-D
precedente
sfuggono
gli
spostamenti
compiuti
dai
non
residenti
in
A.
Costoro
se
effettuano
uno
spostamento
entro
A
dovranno
necessariamente
tagliarne
la
frontiera
C
(Cordone).
Da
queste
considerazioni
deriva
che
questa
seconda
indagine
O-D
viene
effettuata
sul
terreno
e
precisamente
nei
punti
di
intersezione
tra
la
frontiera
C
e
sistemi
di
trasporto
esistenti.
In
generale,
gli
spostamenti
vengono
rilevati
intervistando
il
personale
addetto
al
trasporto,
fatta
soltanto
eccezione
per
i
trasporti
su
veicoli
collettivi,
per
i
quali
si
fa
l'intervista
dei
passeggeri
da
parte
di
un
operatore
salito
a
bordo
del
mezzo.
6.13
-
La
matrice
di
utilizzazione
del
territorio.
Abbiamo detto che l'interscambio Iij (cio la domanda di trasporto) dipende dalle variabili economiche
che
caratterizzano
ogni
zona
del
territorio,
in
quanto
la
mobilit
strettamente
correlata
a
tali
grandezze
in
generale
riconducibili
alla
utilizzazione
del
territorio,
espressa
in
termini
di
insediamenti,
servizi,
infrastrutture,
ecc.
Quindi,
in
ogni
caso,
se
vogliamo
ottenere
la
funzione
domanda
di
trasporto,
su
un
generico
territorio
A,
5
Si riporta, a titolo di esempio, la consistenza del Campione al variare della popolazione dell'area.
Popolazione dell'area
meno di 50000
50000 - 150000
150000 - 300000
300000 - 500000
500000 - 1000000
oltre 1000000
Campione minimo
10%
5%
3%
2%
1.5%
1%
Campione consigliato
20%
18.5%
10%
6.6%
5%
4%
23
dobbiamo
descrivere
la
utilizzazione
del
territorio
stesso.
Poich
questo
territorio
suddiviso
in
zone,
si
tratta
di
descrivere
l'utilizzazione
in
ogni
singola
zona.
Se
sono
m
le
variabili
economiche
ed
insediative
che
caratterizzano
una
zona
in
relazione
alla
sua
capacit
di
attrarre
e
generare
spostamenti,
possibile
costruire
una
Matrice
Mu
che
chiameremo
Matrice
di
utilizzazione
del
territorio.
Si
tratter
di
una
matrice
a
(N.m)
elementi,
dove
nelle
righe
abbiamo
le
N
zone
e
nelle
colonne
le
m
variabili
significative:
S11
S12
...
S1k
...
S1m
S21
S22
...
S2k
...
S2m
Si1
Si2
Sik
Sim
SN1
SN2
...
SNk
...
SNm
in
cui
il
generico
elemento
Sik
descrive,
con
una
opportuna
unit
di
misura
la
quantit
della
grandezza
Sk
nella
zona
Ni.
Le
grandezze
S1,
S2,...,Sk,...,Sm,
dovendo
descrivere
la
utilizzazione
del
territorio,
saranno
degli
indicatori
della
presenza
nella
zona
generica
Ni
di:
insediamenti
residenziali;
attivit
relative
al
lavoro,
attivit
di
tempo
libero;
servizi;
centri
di
immagazzinamento
merci;
ecc.
Ogni
variabile
deve
essere
espressa
in
termini
quantitativi
e
quindi
ad
esempio
avremo:
-
N di addetti
N residenti
m2 di abitazioni residenziali
m2 di centri di servizio
m2 aree commerciali
n autovetture immatricolate
etc
Inoltre
pu
risultare
necessario
descrivere,
oltre
al
tipo
di
utilizzazione
del
territorio,
anche
la
qualit
della
stessa;
ed
allora
avremo
gli
insediamenti
residenziali
stratificati
a
seconda
di
un
opportuno
parametro
(cubatura
per
m2);
le
attivit
relative
al
lavoro
stratificate
mediante
un
altro
parametro,
e
cos
via.
Quindi
le
unit
di
misura
utilizzate
potranno
variare
da
caso
a
caso.
24
7000
60
350
600
3500
8.800
Zona 3
25000
1200
3800
1800
12500
10.200
Zona i
Si1
Si2
Si3
Sik
Sim
Zona
Zona
Zona
Zona N
50000
2200
8500
3600
27000
15.000
Parco
allindustria
Naddetti
(euro/anno)
Zona 2
famiglie
12.000
medio delle
6000
Reddito
2000
veicolare
1200
Commercio
200
N Addetti al
12000
ZONE
di produzione
N Unit locali
Zona 1
Popolazione
presente
Attributi
immatricolato
La funzione domanda di trasporto ha come variabile indipendente anche il prezzo generalizzato del
trasporto
p
(sintesi
delle
prestazioni
offerte
dal
sistema
di
trasporto;si
definisce
prezzo
generalizzato
in
quanto
la
somma
del
prezzo
monetario
e
di
tutte
le
altre
risorse
impiegate
dallutente:
tempo
di
viaggio,
confort,
sicurezza,
etc).
Quindi
la
domanda
dipende
anche
dal
sistema
di
trasporto
a
servizio
del
territorio
A.
E'
necessario
conoscere
il
valore
di
p
su
ogni
elemento,
vertice
od
arco,
di
questo
sistema
di
trasporto;
intendendo
per
vertice
una
infrastruttura
di
manovra
e/o
terminale:
intersezione,
stazione,
fermata;
per
arco
l'infrastruttura
di
traiettoria
tra
due
vertici
adiacenti.
In
questo
modo,
poich
il
collegamento
tra
la
zona
Ni
e
la
zona
Nj
composto
da
un
cammino
formato
dalla
successione
di
vertici
ed
archi,
si
pu
ottenere
il
valore
pij
del
prezzo
generalizzato
di
trasporto
da
Ni
ad
Nj
,
come
somma
dei
prezzi
di
trasporto
pagati
per
percorrere
tutti
i
vertici
ed
archi
che
compongono
il
cammino.
Ma
il
prezzo
che
si
deve
sostenere
per
utilizzare
un
generico
elemento
del
sistema
di
trasporto
non
ha
un
valore
unico
ed
invariante,
bens
in
generale
una
funzione
del
flusso
di
trasporto
H
=
veicoli
per
unit
di
tempo
che
utilizzano
l'elemento
stesso
(si
ricordi
landamento
delle
prestazioni
di
un
arco
di
infrastruttura
stradale
in
funzione
del
flusso
rappresentato
dalla
curva
di
deflusso).
Questa
funzione
che
rappresenta
il
costo
per
lutente
(cio
il
prezzo)
per
sostenere
uno
spostamento
detta
funzione
di
produzione
del
trasporto.
Quindi,
in
effetti,
si
pu
dire
di
aver
descritto
il
sistema
di
trasporto
a
servizio
del
territorio
A una volta
conosciuta la funzione che esprime la dipendenza del prezzo dai flussi di domanda sulla rete [ p
= p( H )]
per
tutti
gli
elementi
che
compongono
litinerario
da
percorrere
per
andare
da
una
zona
ad
unaltra.
Lutente
in
genere
percepisce
solo
parzialmente
tali
costi
e
spesso
ne
sottovaluta
lammontare.
Colui
che
si
sposta
con
lautovettura
(o
moto)
propria
percepisce
il
costo
del
carburante,
i
pedaggi
ed
il
prezzo
del
parcheggio
(negli
USA
lo
chiamano
il
Pocket
cost),
ma
non
valuta
lammortamento
del
veicolo
(il
costo
annuale
di
possesso
del
bene
cio
la
distribuzione
nel
tempo
e
sulla
percorrenza
del
costo
di
acquisto
dellauto)
25
n
le
tasse
ed
assicurazioni
che
comunque
ritiene
di
dover
pagare
indipendentemente
dallo
spostamento.
Lutente
del
servizio
ferroviario
paga
un
biglietto
(prezzo
del
trasporto)
ma
ignora
che
questo
il
risultato
dellattribuzione
di
diversi
costi
che
sostiene
il
gestore
sia
per
luso
dellinfrastruttura,
sia
per
i
servizi
di
stazione
sia,
infine,
per
lesercizio
del
treno
(ad
esempio
lenergia,
il
personale
di
guida,
il
personale
di
controllo,
lacquisto
e
la
manutenzione
dei
veicoli).
Analogo
il
caso
del
trasporto
con
autobus,
anche
se
le
aziende
di
trasporto
BUS
non
pagano
le
infrastrutture
che
usano,
al
pari
dellutente
dellauto
propria.
Nel
caso
particolare
italiano,
ma
non
solo,
il
prezzo
del
biglietto
copre
solo
una
parte
di
tutti
questi
costi
sostenuti
dallesercente
un
servizio
di
trasporto
(oggi
non
pi
del
30-35
%
del
totale
dei
costi),
in
quanto
la
restante
parte
sostenuta
dallo
Stato
cio
dalla
collettivit
attraverso
il
pagamento
delle
tasse
sul
reddito.
Questa
situazione
dipende
dallapplicazione
del
dettato
della
Costituzione
che
garantisce
la
mobilit
di
ogni
cittadino
sullintero
territorio
nazionale
ed
ha
determinato
che
luso
dei
sistemi
collettivi
pubblici
sia
sostenuto
dalla
collettivit.
Questo
nel
tempo
ha
portato
rilevanti
distorsioni,
in
quanto
le
aziende,
cui
i
costi
sostenuti
erano
rimborsati
a
pi
di
lista
dallo
Stato
prima
e
dalle
Regioni
poi
non
avevano
interesse
ad
ottimizzare
i
servizi
ma
piuttosto
ad
incrementare
le
percorrenze,
visto
che
i
contributi
venivano
pagati
a
consuntivo
dei
km
percorsi,
Cos
con
la
crescita
economica
del
paese,
i
servizi
collettivi
pubblici,
sempre
meno
efficienti
e
poco
confortevoli,
venivano
a
costare
alla
collettivit
sempre
di
pi
ma
venivano
anche
usati
sempre
meno.
Ad
esempio
dal
1981
(anno
della
prima
riforma
inattuata
del
trasporto
pubblico
in
Italia
L.
151)
al
1991
gli
utenti
del
Trasporto
Pubblico
Locale
(TPL)
in
Italia
si
sono
dimezzati
mentre
le
percorrenze
sono
raddoppiate.
Nel
1997
stata
varata
la
nuova
legge
di
riforma
del
TPL,
Decreto
Legislativo
D.L.vo
422/97
aggiornato
con
il
D.L.vo
400/1999,
che
impone
che
i
ricavi
da
traffico
non
possano
essere
inferiori
al
35%
dei
costi
(quindi
ancora
resta
a
carico
della
collettivit
il
65%
del
costo)
e
che
i
servizi
vengano
attribuiti
mediante
confronto
concorrenziale
(Gare)
da
svolgersi
inizialmente
entro
il
31.12.2003.
Tale
scadenza
stata
nel
tempo
successivamente
prorogata
ed
ancora
nel
2009
pochi
trasporti
pubblici
in
Italia
sono
attribuiti
mediante
gara.
Questa
situazione
complessivamente
genera
che
lutente
percepisce
i
reali
costi
del
trasporto
in
modo
distorto,
in
quanto
o
non
li
contabilizza
(i
costi
del
mezzo
proprio)
o
ne
sostiene
direttamente
solo
una
parte.
Il
risultato
che
quando
sceglie
il
modo
di
trasporto
che
ritiene
pi
conveniente
per
il
suo
spostamento
mette
a
confronto
costi
parziali
e
quindi
dal
punto
di
vista
economico
(cio
dellinteresse
collettivo)
sceglie
in
modo
poco
efficiente
per
la
collettivit,
che
tuttavia,
con
le
sue
scelte
politiche,
ha
determinato
tale
squilibrio.
26
sistematiche
anno
per
anno
sulla
domanda
(spesso
attraverso
misure
semplificate
sui
flussi
di
traffico
che
utilizzano
i
diversi
sistemi),
studiare
le
sue
mutazioni
nel
tempo
e
ricavarne
la
legge
evolutiva.
Quando
tale
procedura
di
rilevazione
sistematica
non
attivata
e
quindi
non
conosciuta
la
tendenza
evolutiva
(analisi
di
tendenza
temporale)
si
procede
in
modo
differente.
Precisamente
mediante
le
ricerche
di
base
al
tempo
storico
di
riferimento
(attualit
od
anno
zero)
si
cerca
di
individuare
la
legge
che,
nel
territorio
dato,
governa
lo
svolgersi
della
mobilit
(relazione
spaziale
con
le
variabili
di
uso
del
territorio).
Una
volta
determinata
tale
legge
e
trovatane
la
sua
formulazione
matematica,
essa
viene
usata
per
stimare
l'evoluzione
del
fenomeno
"mobilit"
nel
tempo
(previsione
della
domanda
di
trasporto
futura,
cio
oltre
l'attualit
o
l'anno
zero).
Per
effettuare
questa
previsione
viene
costruito
e
messo
a
punto
un
modello
di
simulazione
ovvero
una
procedura
matematico
numerica
che
ci
fornisce
levoluzione
della
domanda
al
variare
delle
variabili
caratteristiche
del
territorio
(vedi
la
matrice
di
utilizzazione
del
territorio
prima
definita).
Ovviamente
questi
modelli
assumono
che
la
domanda
varia
al
variare
delle
grandezze
della
Matrice
di
Utilizzazione
e
quindi
richiedono
che
le
variabili
presenti
in
questa
matrice
siano
disponibili
anche
al
tempo
futuro,
in
cui
si
vuole
prevedere
la
domanda.
Questa
assunzione
non
sempre
vera,
ovviamente.
Lo
quando
sono
disponibili
piani
di
sviluppo
economico
o
Piani
Regionali
di
Sviluppo.
Pertanto
le
variabili
da
usare
nella
matrice
di
utilizzazione
del
territorio
non
sono
determinate
tanto
dalla
disponibilit
dei
dati
riferiti
al
tempo
attuale
quanto
dal
fatto
di
avere
certezza
di
poter
disporre
dei
valori
delle
stesse
variabili
al
futuro.
Comunque
la
situazione
generalmente
possibile,
in
quanto
numerose
variabili
economiche
sono
valutate
dagli
organismi
nazionali
ed
internazionali.
In
genere
lo
sviluppo
economico
(prodotto
interno
lordo),
il
reddito
delle
famiglie,
i
tassi
di
motorizzazione,
i
livelli
di
occupazione
vengono
stimati
al
tempo
futuro
dagli
uffici
economici
(Ministero
dellEconomia,
Banca
dItalia,
banca
europea,
ISTAT).
Tuttavia
non
sempre
tali
dati
sono
suddivisi
nel
territorio
secondo
la
nostra
zonizzazione,
quindi
sono
spesso
necessarie
delle
elaborazioni
per
attribuire
valori
a
pi
larga
scala
alle
zone
in
cui
vogliamo
studiare
la
domanda
(ad
esempio
per
lItalia
da
Provinciale
a
Comunale).
Pertanto
con
il
termine
Simulazione
viene
qui
attribuito
il
significato
di
costruzione
di
una
rappresentazione
semplificata
di
un
processo
o
di
un
sistema
reale
allo
scopo
di
facilitarne
l'analisi.
La
simulazione
pu
essere
applicata
per
uno
dei
due
fini:
progettazione
di
un
sistema
oppure
analisi
di
comportamento
di
un
sistema.
Nella
Progettazione
del
sistema,
il
tecnico
deve
scegliere
fra
diverse
combinazioni
alternative
di
gruppi
componenti
il
sistema.
Nell'Analisi
di
comportamento
di
un
sistema
si
devono
mettere
a
confronto
gli
input
e
gli
output
corrispondenti
del
Sistema
reale
e
cercare
di
comprendere
la
ragione
di
tali
corrispondenze.
Dunque,
nel
primo
caso
-
progettazione
-
si
cerca
quale
insieme
di
elementi
deve
costituire
il
sistema,
e
fra
diverse
combinazioni
si
sceglie
la
migliore;
nel
secondo
caso,
invece
-
comportamento
-
essendo
gi
dato
un
sistema,
si
cerca
la
corrispondenza
fra
gli
stati
assunti
dal
sistema
(variabile
indipendente)
ed
i
valori
attribuiti
alle
sue
componenti
(variabile
indipendente),
allo
scopo
di
individuare
le
eventuali
prestazioni
ottimali.
La
simulazione
,
dunque,
in
generale,
un
metodo
dell'analisi
per
sistemi
usata
dai
tecnici
e
dai
ricercatori
per
individuare
la
soluzione
migliore
del
sistema
o
il
suo
comportamento
ottimale.
La
Simulazione,
quindi,
un
metodo
per
trovare
una
possibile
soluzione
ottimale,
non
gi
un
metodo
di
ottimizzazione
e
di
scelta.
Queste
operazioni
dipendono
dalle
procedure
e
dai
criteri
di
scelta
del
Centro
Decisionale.
27
28
Flusso
futuro
OD
[Hf]
=
Flusso
attuale
OD
[Ha]
x
Coefficiente
di
evoluzione
nel
tempo
[K]
In
formula:
Hf
=
Ha
x
K
Ad
esempio:
K1
=
Traffico
2002/Traffico
2001
=
coefficiente
annuale
(ultimo
anno)
K10
=
Traffico
2002/Traffico
1993
=
Coefficiente
di
crescita
ultimo
decennio
NB:
il
coefficiente
di
evoluzione
pu
essere
disaggregato
per
aree
o
zone
(in
base
ai
dati
disponibili)
e
quindi
essere
applicato
a
parti
della
matrice
origine
destinazione
NB.2
=
gli
algoritmi
dellanalisi
numerica
indicano
come
attendibili
estrapolazioni
per
periodi
di
tempo
piccoli
rispetto
al
periodo
di
osservazione
(osservo
15
anni,
estrapolo
5
anni,
ad
esempio).
In
definitiva
questi
modelli
moltiplicano
la
matrice
attuale
per
un
coefficiente
di
crescita,
assumendo
che
tutte
le
variabili
economiche
e
territoriali
rimangano
costanti
nel
tempo
e
che
quindi
la
domanda
evolva
al
futuro
secondo
lo
stesso
trend
osservato
al
passato.
29
Esempio
Se
si
prevede
che
nei
prossimi
10
anni
il
PIL
cresca
al
tasso
del
2%
allanno,
si
ottiene
che:
Dato
che
il
tasso
di
crescita
composto
anno
per
anno,
la
domanda
di
trasporto
tra
10
anni
sar:
Passeggeri:
Domanda
OD
attuale
x
(1+0,014)
elevato
alla
10
=
Hij
(attuale)
x
1,014
exp
10
=
Hij
(attuale)
x
1,15
Merci:
Domanda
OD
attuale
x
(1+0,03)
elevato
alla
10
=
Hij
(attuale)
x
1,03
exp
10
=
A
fini
esemplificativi
si
descrive
il
modello
messo
a
punto
da
Beesley,
per
il
trasporto
persone,
negli
anni
sessanta
e
comunque
rappresentativo
di
una
procedura
ormai
consolidata.
Il
modello
di
Beesley
-
Campione
studiato:
totale
delle
persone
intervistate
depurato
da
quelle
che
non
hanno
la
possibilit
di
scelta
tra
i
modi
di
trasporto
alternativi
(non
possiedono
l'autovettura,
inabili
alla
guida,
ecc.).
Informazioni richieste per ciascuno spostamento: O-D dello spostamento, mezzo impiegato.
Stratificazioni:
livello
di
reddito,
classe
dello
spostamento
(urbano,
suburbano,
ecc.),
scopo
dello
spostamento.
Sia:
Tij=
tv
-
ttc
la
differenza
di
tempo,
nota,
che
un
individuo
impiega
per
spostarsi
da
una
zonaNi
ad
un'altra
zona
Nj,
usando
il
mezzo
individuale
(v)
o
collettivo
(tc);
i il valore monetario, incognito, che ciascun abitante della zona j attribuisce al tempo.
30
sistemi
messi
a
confronto
sono
uguali
(sempre
prezzo
monetario
+
valore
monetario
del
tempo
per
il
tempo
effettivamente
impiegato),
la
domanda
si
distribuir
equamente
tra
i
due
mezzi
(50%
auto
privata;
50%
trasporto
collettivo).
Questo
non
sempre
vero,
in
quanto
condizioni
sociali,
tipo
di
lavoro,
numero
di
spostamenti
nella
giornata,
giudizi
sul
confort,
etc,
possono
far
scegliere
allutente
pi
un
mezzo
che
laltro
anche
a
parit
di
costo.
In
linea
generale
quindi
possiamo
dire
che
il
valore
numerico
di
(a)
pu
essere
determinato
dallanalisi
dei
comportamenti
modali
degli
utenti
ricavati
con
le
indagini
effettuate.
Per
il
calcolo
di
(valore
monetario
del
tempo:
euro/ora)
si
possono
assumere
dei
valori
medi
calcolati
in
funzione
del
costo
orario
dellora
di
lavoro
nellarea
di
studio
(valori
di
riferimento
in
Italia
sono
stati
periodicamente
forniti
dal
Nucleo
di
Valutazione
degli
Investimenti
Pubblici
del
Ministero
del
Bilancio
e
della
Programmazione;
ad
esempio
nel
1990
fu
indicato
il
valore
di
8.000
lire/ora,
medio
complessivo;
nel
1998
si
usato
in
molti
studi
il
valore
di
15.000
20.000
lire/ora).
Oggi
si
pu
assumere
mediamente
in
Italia
10,00
euro
lora
per
gli
utenti
del
trasporto
in
ambito
urbano
ed
anche
30,00
40,00
euro/ora
per
gli
utenti
del
trasporto
aereo.
Determinati
a
e
come
indicato
sommariamente,
dalle
indagini
sulla
domanda
attuale
possibile
costruire
una
curva,
definita
Curva
di
diversione
del
tipo
di
quella
di
seguito
indicata.
% di Utilizzo del mezzo A
90%
50%
10%
C
a
La
curva
indicata
qualitativamente
rappresentativa
di
un
comportamento
e
quindi
dovrebbero
costruirsi
pi
curve
in
funzione
delle
categorie
di
utenti
(ad
es.
in
base
al
reddito)
e
degli
scopi
degli
spostamenti
(che
anche
essi
determinano
comportamenti
modali
diversi;
ad
esempio
uno
spostamento
per
svago
pi
facile
che
uso
il
mezzo
individuale;
uno
spostamento
molto
lungo
pi
facile
che
usi
laereo
o
il
treno
veloce;
uno
spostamento
per
lavoro
o
studio
pi
facile
che
usi
il
mezzo
collettivo).
31
Capitolo
7
La
verifica
fisica
di
una
rete
plurimodale
di
trasporto
7.1
a)
La
costruzione
del
grafo
della
rete
di
Modi
Sistemi
Servizi
[MSS]
di
trasporto
La
prima
operazione
da
fare
quella
di
preparare
il
disegno
d'un
piano
schematico
degli
MSS
ai
quali
si
vuole
attribuire
il
carico:
"schematico"
in
quanto
non
se
ne
riproducono,
in
scala,
le
dimensioni,
ma
soltanto
la
rete
con
i
collegamenti
delle
sue
varie
parti.
b)
Si
cominci
innanzitutto
con
l'individuare
i
vari
sistemi
unimodali
interessati,
per
ognuno
dei
quali
nel
disegno
converr
adottare
una
grafia
particolare
che
permetta
a
colpo
d'occhio
di
distinguere
l'uno
dall'altro
(p.
es.:
tratto
continuo
grosso
e
segmentato
per
la
ferrovia
importante
a
d.b.
o
per
la
metropolitana;
idem
a
tratto
pi
sottile
per
la
ferrovia
secondaria
a
s.b.;
a
tratto
continuo
sottile
la
strada
importante;
a
tratto
continuo
tratteggiato
le
strade
di
quartiere;
ecc.
ecc.).
c)
d)
Nel
piano
schematico
(fig.
7.1)
le
infrastrutture
di
manovra
saranno
rappresentate,
p.
es.,
con
un
cerchietto;
quelle
terminali
con
un
cerchietto
avente
un
punto
nel
centro;
le
infrastrutture
di
traiettoria
saranno
rappresentate,
con
la
grafia
di
cui
in
(b),
da
segmenti
di
retta
congiungenti
due
cerchietti
consecutivi;
questo
anche
se,
in
realt,
l'infrastruttura
vera
congiunger
le
due
infrastrutture
di
manovra
e/o
terminali
(rappresentate
dai
cerchietti)
con
un
tracciato
planimetrico
non
rettilineo:
questa
un'altra
semplificazione
della
rappresentazione
schematica.
e)
Il
piano
schematico
cos
preparato
costituisce
un
"grafo";
i
cerchietti
ne
sono
i
"vertici";
una
sola
od
entrambe
le
traiettorie
di
senso
unico
-
l'una
incidente
verso
l'esterno,
l'altra
verso
l'interno,
di
ciascun
vertice
-
ne
costituiscono
gli
"archi".
f)
Per
andare
dalla
zona
generatrice
Wi
alla
attrattrice
Wj
si
potranno
usare,
in
generale
pi
itinerari
comprendenti
ciascuno
un
unico
MSS
oppure
pi
MSS
integrati.
Generalmente
vi
sar
la
possibilit
di
scegliere
fra
pi
itinerari
alternativi;
ogni
itinerario
risulter
costituito
da
una
ordinata
successione
di
vertici
ed
archi:
esso
prende
il
nome
di
"cammino".
Con
riferimento
alla
teoria
dei
grafi,
in
questo
ogni
cammino
risulta
semplice
(perch
nessun
arco
percorso
due
volte)
ed
elementare
(perch
anche
nessun
vertice
percorso
due
volte).
g)
Il
grafo
cos
preparato,
mentre
d
sufficienti
indicazioni
topografiche
e
modali,
nulla
dice
per
quel
che
occorre
a
definire
le
prestazioni
dalle
quali
dipendono
le
leggi
di
deflusso
e
quindi
i
prezzi
ed
i
costi
generalizzati.
Tali
elementi
possono
essere
resi
noti
in
relazione
alle
dimensioni
di
alcune
componenti
infrastrutturali
ed,
a
parit
di
esse,
esplicitati
in
relazione
ai
flussi
veicolari
H.
32
Queste
notizie
-
che
sono
di
essenziale
importanza
ai
fini
sia
della
verifica
fisica
sia
di
quella
economica
-
non
si
prestano
ad
essere
schematizzate
sul
disegno
del
grafo
con
un
simbolo.
Conviene
allora
completare
il
grafo
con
la
numerazione
d'ogni
vertice
ed
arco
ed
allegarvi
una
tabella
nella
quale,
in
corrispondenza
di
quei
numeri,
siano
riportate
le
dimensioni
fisiche
ed
i
grafici
che
interessano.
h)
Di
tali
dimensioni
fisiche
ve
ne
saranno
di
quelle
q
(dell'arco
di
numero:
x)
e
q
(del
vertice
di
numero
o)
x
o
che,
una
volta
ipotizzato
il
progetto
da
realizzare
ed
ancor
pi
nelle
infrastrutture
esistenti,
rimangono
costanti
(dimens.
aziend.
costante;
breve
termine).
Tali
sono,
p.
esempio,
l'andamento
plano-altimetrico;
la
larghezza
delle
corsie
ed
il
loro
numero
totale
sulla
intera
piattaforma
stradale
(cio
pel
complesso
dei
due
sensi
di
marcia);
la
distanza
dagli
ostacoli
laterali;
le
visibilit
geometriche;
la
larghezza
totale
degli
attestamenti
delle
intersezioni
a
raso;
il
totale
degli
spazi
viari
destinabili
ai
parcheggi;
la
larghezza
delle
banchine
delle
stazioni
ferroviarie;
il
numero
dei
binari
di
ricevimento
dei
treni
e
la
loro
lunghezza
utile;
le
distanze
tra
sistemi
da
integrare,
ecc.
i)
Altre,
invece,
r
(dell'arco
di
numero
x)
ed
r
(del
vertice
di
numero
o)
possono
essere
regolate
nel
corso
x
o
della
gestione
e
la
loro
regolazione
ha
conseguenze
sulle
prestazioni.
Tali
sono,
per
esempio,
il
numero
di
corsie
da
assegnare
a
ciascuna
carreggiata
(cio
ad
ogni
senso
di
marcia),
il
quale
pu
essere
regolabile
nel
tempo;
le
canalizzazioni
degli
attestamenti
nelle
intersezioni
a
raso;
il
numero
delle
loro
braccia;
i
posti
da
consentire
per
i
parcheggi;
l'impiego
specializzato
o
banale
dei
binari
di
linea
o
di
stazione;
il
distanziatore
dei
treni;
i
sollevatori
dal
piano
di
banchina
all'esterno
delle
stazioni;
alcune
dotazioni
per
le
operazioni
terminali;
ecc.
l)
il
grafo
cos
preparato
ed
integrato
dalla
tabella
di
cui
in
(g)
comprende
tutto
ci
che
occorre
per
valutare
le
prestazioni
delle
infrastrutture.
Invece
nessuna
notizia
v'
n
pei
veicoli
n
in
merito
ai
servizi.
In pratica tuttavia:
(l1)
per
quanto
attiene
ai
veicoli
dei
trasporti
per
conto
proprio
le
notizie
occorrenti
si
hanno,
come
gi
precisato.
(l2)
per
quanto
attiene
ai
veicoli
dei
trasporti
per
la
parte
dell'interscambio
da
soddisfare
con
trasporti
per
conto
terzi,
si
suppone
che
non
vi
siano
difficolt
a
disporne
di
tanti
quanti
ne
occorrano;
(l3)
quanto
ai
servizi
si
suppone
che
non
vi
siano
difficolt
a
disporre
di
quelli
che
occorrono
in
relazione
alle
caratteristiche
del
sistema
in
cui
debbano
all'occorrenza
realizzarsi
(
p.
es.:
nella
impedisce
di
fare
servizi
rapidi
di
estremit
per
viaggiatori
su
una
ferrovia
importante;
questa
pretesa
non
reggerebbe
se
riferita
ad
una
ferrovia
d'interesse
locale).
m)
Con
i
chiarimenti
di
cui
in
(l),
il
grafo
cos
costruito
completo
di
ogni
notizia
occorrente
per
tutti
gli
MSS
che
siano
o
si
vogliano
porre
a
servizio
dell'interscambio
I .
ij
33
n)
Per l'intera area di studio vi sar un grafo generale comprendente tutti gli MSS previsti per tale area.
FIGURA
7.18.1
Figura
Leg
end
a:
SFR
=
Ser
vizi
o
ferr
ovi
ari
Legenda
confine di bacino
confine di zona
linea SFR
linea SFB
linea TPG
poli regionali
serviti direttamente da SFR
serviti attraverso il SFB
serviti attraverso il TPG
serviti attraverso SFB e TPG
regi
ona
le
SFB =
TPG =
7.2
a)
b)
Tale
complessit
per
altro
sussiste
nella
maggior
parte
dei
casi,
specie
quando
non
si
possano
nettamente
separare
il
grafo
relativo
a
due
zone
da
quello
relativo
ad
altre.
c)
Se
l'area
di
studio
stata
divisa
in
numerose
zone
elementari,
come
nel
caso
delle
aree
urbane,
pu
darsi
che
debba
considerarsi
l'ipotesi
di
dover
utilizzare
-
in
linea
di
principio
-
tutti
i
cammini
possibili
dell'intero
grafo
(relativo,
cio,
all'intera
area),
compresi
anche
i
cammini
pi
lunghi.
All'atto
pratico,
tuttavia,
per
via
d'esperienza
e
di
intuizione,
al
grafo
intero
sar
spesso
possibile
sostituirne
uno
semplificato
dal
quale
siano
stati
soppressi
quegli
archi
e
qui
vertici
che
-
per
il
collegamento
che
si
considera
-
darebbero
luogo
a
percorsi
assai
improbabilmente
utilizzati.
d)
Nonostante
tali
semplificazioni,
pu
darsi
tuttavia
che
rimanga
ancora
un
grafo
troppo
complicato
per
rilevarne
"a
vista"
tutti
i
cammini
utilizzabili.
Si
deve
allora
ricorrere
a
strumenti
matematici
di
simulazione
e
ricerca
dei
cammini
disponibili
sul
grafo.
7.3
Servizi di linea
a)
Poich i servizi di linea seguono un percorso fisso vanno inseriti nel grafo della rete degli MSS.
I
problemi
di
questo
tipo
dei
servizi
di
linea
sono
identici
per
gli
MSS
terrestri
e
per
quelli
per
vie
d'acqua
ed
aerei.
34
b)
Com'
noto
si
tratta
di
servizio
pubblico
con
controllo
dell'Autorit
sia
sul
programma
di
esercizio,
ossia
sulla
produzione,
che
sui
prezzi.
c)
Pu
darsi
che
produzione
e
prezzi
siano
tali
che,
pur
tenendo
conto
delle
finalit
del
pubblico
servizio,
possano
conferire
un
utile
alla
gestione.
Se
la
produzione
fissata
dall'Autorit
risultasse
nel
breve
periodo
minore
di
quella
di
utile
massimo
il
gestore
avrebbe
la
tendenza
ad
aumentarla
per
raggiungerla
(ed
a
tale
maggior
offerta
di
servizio
non
s'opporrebbe
la
Autorit).
Un'analoga
tendenza
potrebbe
verificarsi
nel
luogo
periodo,
se
il
gestore
avesse
ragione
di
ritenere
che
l'ampliamento
della
dimensione
aziendale
potesse
dar
luogo
ad
utili
maggiori.
Entrambe
tali
ipotesi
sono
perseguibili
da
parte
del
gestore
del
servizio
se
sostenuta
la
domanda.
Se
la
produzione
fissata
dall'autorit
risultasse,
invece,
nel
breve
periodo
maggiore
di
quella
di
massimo
utile,
non
potendola
ridurre
(l'Autorit
non
lo
permetterebbe),
il
gestore
-
semprech
la
domanda
fosse
sostenuta
-
tenderebbe
ad
ingrandire
la
dimensione
aziendale.
d)
Se,
al
contrario,
la
domanda
modesta
e,
ciononostante,
l'Autorit
impone
una
produzione
esuberante,
il
gestore
pu
trovarsi
nella
zona
di
utile
minore
di
i
od
addirittura
in
passivo.
L'Autorit,
allora,
interviene
con
sovvenzioni
di
esercizio.
e)
La
domanda
del
servizio
di
linea
dipende
anche
dal
tempo
col
quale
esso
permette
lo
spostamento.
Per
quanto
gi
detto
tale
tempo
dovr
essere
analizzato
separando:
(e1)
il
tempo
del
percorso
a
piedi
occorrente
dall'O
dello
spostamento
per
raggiungere
la
fermata
della
linea.
Quando
questa
sia
attrezzata
con
parcheggio
di
dissuasione,
il
predetto
tempo
-
per
l'automobilista
che
se
ne
giovi
-
sar
composto
del
tempo
del
percorso
in
auto
dall'O
dello
spostamento
per
raggiungere
il
parcheggio;
pi'
il
tempo
per
parcheggiare;
pi'
il
tempo
del
percorso
a
piedi
dal
parcheggio
alla
fermata:
e2)
il
tempo
di
attesa
del
passaggio
del
veicolo
che
si
valuta
di
solito
pari
alla
met
dell'intervallo
teorico
(cio,
d'orario)
fra
le
corse
della
linea,
incrementata
d'una
percentuale
tanto
maggiore
quanto
minore
la
prestazione
P6
stimata
per
il
servizio
di
cui
si
tratta;
e3)
i
tempi
sopraindicati
in
e1)
ed
e2)
possono
presentarsi
piu'
di
una
volta
sulla
RTFij
in
esame
se,
per
percorrerla
bisogna
utilizzare
piu'
linee
fra
loro
integrate,
ossia
se
bisogno
trasbordare
da
una
linea
all'altra.
e4)
e5)
i
tempi
-
analoghi
a
quelli
gi
computati
in
(d1)
-
ma
relativi
alla
fermata
finale
di
discesa
ed
alla
destinazione
D
dello
spostamento.
f1)
I
tempi
connessi
alla
accessibilit
della
linea
dipendono
dalla
capillarit
del
percorso
nel
territorio
(che
si
traduce
in
"tortuosit"
del
percorso)
e
dal
contenimento
della
distanza
tra
le
fermate.
f2)
I
tempi
di
attesa
alle
fermate
dipendono
dall'intervallo
fra
le
corse
di
ogni
linea.
Come
s'
detto
in
e3),
i
tempi
di
cui
in
f1
ed
f2
si
possono
ripetere
piu'
volte
nella
eventuale
necessit
di
effettuare
trasbordi
fra
linee
fra
loro
integrantisi.
f3)
Il
comfort
del
viaggio
nella
vettura
dipende
notevolmente
dallo
spazio
messo
a
disposizione
per
2
ogni
posto
offerto
(m /posto
offerto).
35
7.4
a)
b)
Com'
noto,
l'interscambio
di
traffico
Iij
la
misura
della
quantit
di
persone
o
di
cose
che
si
spostano
dalla
zona
generatrice
a
quella
attrattrice
nel
tempo
orologio
P
e
nel
tempo
calendario
P ,
entrambi
definiti
10
11
dalla
finalit
f
dello
spostamento:
ci
a
prescindere
dagli
MSS
da
utilizzare.
w
c)
Nel
tempo
(P10
P11)
Iij
di
regola
dar
luogo
ad
un
flusso
di
traffico
(n.ro
di
persone,
oppure
di
cose,
per
unit
di
tempo)
in
generale
non
costante.
Il
flusso
all'attualit
si
desume
dalle
indagini
OD;
all'orizzonte
temporale
prescelto
sar
desunta
dalle
previsioni
di
traffico
(v.
capitolo
6).
d)
Il flusso di traffico d luogo ad un flusso veicolare H(t), che fra poco vedremo come determinare.
e)
E'
tale
flusso
di
circolazione
H
=
H(t)
che
dovr
essere
assegnato
per
"caricare"
i
cammini
della
rete
di
trasporto
schematizzata
nel
grafo
della
RTFij
in
esame.
La presunzione della conoscenza dei valori del tempo su tutti i componenti del grafo
a)
Si supposto che sulla RTFij (relazione di traffico tra Origine i e Destinazione j) che si considera
b)
L'esperienza ci insegna che i transiti degli autoveicoli sugli archi ed i vertici di reti esistenti avvengono con
l'interscambio Iij disponga soltanto di MSS terrestre a guida libera (includendovi i tram)
valori
temporali
concreti
che
-
per
essere
considerati
soddisfacenti
dagli
automobilisti
-
debbono
rientrare
entro
certi
ambiti
abbastanza
bene
presumibili,
tenuto
conto
della
concreta
realt
della
rete
e
delle
sue
finalit.
c)
In
altre
parole,
data
la
rete
stradale
e
le
autolinee
e
tramvie
di
definite
caratteristiche,
si
potr
dire
d'ogni
ramo
"x"
che
il
tempo
massimo
per
percorrerlo
sar
tx,
e
cos
d'ogni
vertice
"o"
ch'esso
sar
to.
d)
Tuttavia
-
anche
se
a
questa
considerazione
pel
momento
non
si
d
seguito
-
non
pu
dimenticarsi
il
fatto
che
tali
tempi
dipendono
in
realt
dalle
densit
veicolari
e
dalla
legge
degli
arrivi
dei
flussi
(oltre
che
da
quella
del
servizio)
sui
vertici:
densit
e
flussi
che
non
conosciamo.
36
E'
allora
possibile
determinare
in
termini
di
tempo
l'accessibilit
delle
fermate
delle
autolinee
e
tramvie
pi'
prossime
ad
Oi
e
Dj,
il
tempo
di
attesa
nella
prima,
gli
eventuali
tempi
di
trasbordo
ed
i
corrispondenti
tempi
di
attesa
per
linee
connessse.
Nel
caso
che
vi
fosse
da
scegliere
fra
pi'
servizi
di
autobus
e
tram
alternativi,
si
considerer
quello
per
il
quale
minore
il
tb
=
(tb)m.
b)
Avendo
gi
attribuito
ad
ogni
arco
un
tempo
tax
e
ad
ogni
vertice
un
tempo
tao
ritenuto
valido
per
l'automobilista,
possiamo
individuare
il
cammino
y
pel
quale
minimo
il
tempo
complessivo
di
viaggio:
In
prima
approssimazione
il
rapporto
fra
tale
tempo
minimo
ed
il
tempo
ora
determinato
permette
la
di
stimare
quanti
degli
spostamenti,
che
avrebbero
potuto
avvenire
con
autovetture,
avverranno
invece
con
autobus
o
tram;
tale
operazione
si
effettua
attraverso
la
lettura
delle
curve
di
diversione
costruite
con
i
modelli
di
ripartizione
modale
(descritti
nella
parte
facoltativa
del
capitolo
6).
7.5
SOMMARIO
E
SINTESI:
I
modelli
di
assegnazione
servono
a
distribuire
la
domanda
di
trasporto
sulla
rete
al
fine
di
simulare
sia
le
condizioni
attuali
di
uso
della
stessa
sia
condizioni
future
in
cui
siano
inseriti
progetti
da
porre
in
valutazione.
Nei
capitoli
5
e
6
abbiamo
illustrato
come
studiare
la
domanda
di
trasporto
(indagini
sullo
stato
attuale
e
previsioni
future)
e
come
schematizzare
la
rete
in
un
GRAFO,
che
consente
di
conoscere
gli
itinerari
sulla
rete
(successione
di
archi
e
nodi
per
connettere
una
origine
con
una
destinazione),
i
punti
di
interscambio
modale
e
le
relative
caratteristiche
fisiche
e
funzionali
(standard
infrastrutturali
e
curve
di
deflusso,
studiate
nei
capitoli
3
e
4).
Quindi
a
questo
punto
dello
studio
disponiamo
di:
Matrici
origine
destinazione
dei
flussi
di
persone
e
merci
che
si
spostano
da
una
generica
origine
ad
una
generica
destinazione,
sia
allo
stato
attuale
(anno
di
studio
o
di
riferimento)
sia
in
previsione
futura;
Grafo
della
rete
attuale
che
sintetizza
tutti
i
modi
di
trasporto
(strade,
ferrovie,
aereo,
nave)
e
tutti
i
servizi
disponibili
(linee
di
autobus,
treno,
aereo,
nave
da
una
stazione
di
origine
ad
una
di
destinazione
che
ovviamente
sono
terminali
della
rete
e
non
le
effettive
origini
e
destinazioni
degli
utenti)
Dobbiamo
a
questo
punto
mettere
a
punto
uno
strumento
che
sia
capace
di
riprodurre
i
flussi
di
spostamenti
sulla
rete.
Infatti
se
disponiamo
di
questo
strumento
saremo
anche
capaci
di
capire
come
si
distribuiranno
i
flussi
attuali
e
futuri
sulla
RETE
DI
PROGETTO.
Ci
significa
che
se
alla
rete
37
attuale
aggiungiamo
un
nuovo
arco
o
successione
di
archi
(UNA
NUOVA
STRADA,
UNA
NUOVA
FERROVIA,
UN
NUOVO
SERVIZIO)
saremo
capaci
di
simulare
quanti
spostamenti
si
sposteranno
su
questo
nuovo
PROGETTO
e
quindi
se
questo
in
grado
di
risolvere
i
problemi
riscontrati
nella
rete
attuale.
Per
definire
I
PROGETTI
(Fase
di
Piano)
una
possibile
sequenza
di
azioni
la
seguente:
Assegnare
la
matrice
dei
flussi
attuali
(domanda
ricostruita
con
le
indagini)
alla
rete
attuale
(Grafo
di
riferimento);
Effettuare
il
calcolo
del
rapporto
FLUSSO/CAPACITA
e
determinare
il
livello
di
servizio
(capitolo
3
paragrafo
18);
Verificare
le
condizioni
di
basso
livello
di
servizio
(congestione
o
precongestione:
livelli
di
servizio
D/E/F)
e
studiare
progetti
di
intervento
in
termini
di:
Potenziamento
delle
infrastrutture
esistenti;
Varianti
o
alternative
alle
infrastrutture
esistenti;
Alternative
modali
(ad
esempio
un
miglioramento
dellofferta
ferroviaria
o
aerea
o
navale
per
acquisire
flussi
e
ridurre
quelli
su
una
strada
in
congestione);
Potenziamento
di
servizi
alternativi
a
quelli
identificati
mal
funzionanti.
Definiti
in
termini
di
standard,
collocazione
sulla
rete
e
collegamenti
i
Progetti
di
Piano,
verificare
quali
sono
alternativi
(o
ne
faccio
uno
o
ne
faccio
un
altro)
e
quanti
possono
invece
anche
essere
realizzati
congiuntamente;
Costruire
quindi
una
serie
di
GRAFI
DI
PROGETTO
in
cui
sono
presenti
diverse
alternative
di
intervento.
A
QUESTO
PUNTO
E
NECESSARIO
POTER
SIMULARE
COME
I
FLUSSI
DI
OGGI
E
DEL
FUTURO
SI
DISTRIBUIRANNO
SULLE
DIVERSE
IPOTESI
DI
RETE
(GRAFI)
DI
PROGETTO
AL
FINE
DA
POTER
SCEGLIERE
LE
SOLUZIONI
MIGLIORI.
IN
QUESTO
CAPITOLO
STUDIAMO
COME
ASSEGNARE
I
FLUSSI
ALLE
RETI
ATTUALE
E
DI
PROGETTO,
NEI
CAPITOLI
SUCCESSIVI
COME
SCEGLIERE
LE
SOLUZIONI
PI
EFFICIENTI
PER
LA
COLLETTIVITA
IN
DETTAGLIO
IL
PROCESSO
DI
ASSEGNAZIONE
E
DI
SEGUITO
DESCRITTO.
(a1)
PE
flusso
delle
autovetture
individuali
Hij ',
con
i
corrispondenti
(stimati
e
presunti)
tempi
di
percorrenza
degli
archi
e
dei
nodi
(tax
e
tao
per
tutti
gli
archi
e
vertici
del
grafo);
a2)
a3)
ME
PE
totale da Wi ad Wj.
38
b)
PE
e
ad
esso
soltanto
si
assegni
tutto
il
flusso
Hij '
c)
Sar
possibile
determinare
il
cammino
dove
minimo
il
costo
del
trasporto
(somma
dei
costi
e
dei
tempi
di
viaggio
su
tutti
gli
archi
e
nodi
da
percorrere
per
raggiungere
una
destinazione
da
una
determinata
origine
ME
Il
modello
sopra
esposto,
molto
semplice,
assume
la
denominazione
di
TUTTO
O
NIENTE
SEMPLICE.
-
Caso
in
cui
nel
grafo
esistano
altri
MSS
oltre
quello
stradale
a)
Tali MSS possono essere ferrovie oppure trasporti per vie d'acqua od aerei.
b)
Nei
confronti
del
grafo
interessante
la
RTFij
in
esame
possono
essere
disposti
in
modo
da
poter
costituire
una
alternativa
all'MSS
stradale
fra
Oi
ed
Dj
cosicch
nell'insieme
si
avrebbe
un
gruppo
di
MSS
da
coordinare.
c)
Potrebbero,
invece,
essere
disposti
in
modo
da
poter
costituire,
tra
origine
ed
destinazione,
uno
o
pi'
collegamenti,
ognuno
fatto
di
MSS
integrati
ed
ognuno
posto
in
alternativa,
ossia
da
coordinare,
sia
rispetto
ad
ogni
altro
di
loro,
sia
rispetto
a
quello
stradale.
d)
Non
basta
che
vi
sia
la
disponibilit
di
pi'
MSS
perch
senz'altro
debbano
esistere
problemi
di
coordinamento
e/o
integrazione.
Bisogna
verificare
che
esistano
le
infrastrutture
terminali
a
ci
occorrenti
per
i
diversi
tipi
di
traffici
di
persone
o
cose.
e)
Si
potr
allora
attribuire
a
tali
infrastrutture
terminali
(di
vertice)
i
rispettivi
tempi
di
servizio
tao,
tbo,
tco.
f)
Dopodich
la
logica
dell'assegnazione
tutto
o
niente
semplice
procede
determinando
i
tempi
totali
di
spostamento
anche
sui
cammini
plurimodali
(formati
cio
di
MSS
integrati)
e
ricercando
il
cammino
di
tempo
minimo
tra
tutti
quelli
disponibili,
uni
o
plurimodali
che
siano,
purch
utilizzabili
dai
traffici
che
si
considerano.
g1)
autovettura
individuale
con
4
percorsi
alternativi
(MSS
unimodali
tra
loro
coordinati;
il
coordinamento
vale
solo
per
i
possessori
di
autovettura);
g2)
autovettura
individuale
fino
al
parcheggio
di
dissuasione;
percorso
a
piedi
da
qui
alla
stazione
ferroviaria
;
percorso
in
treno
fino
alla
stazione
di
destinazione;
percorso
a
piedi
da
questa
stazione
all'area
di
destinazione
(MSS
plurimodali
tra
loro
integrati;
l'insieme
da
coordinare
con
lalternativa
g1
sopra
indicata
vale
solo
per
i
possessori
di
autovettura);
39
g3)
a
piedi
fino
alla
fermata
prossima
ad
Oi
dell'autolinea;
in
autobus
fino
alla
fermata
prossima
a
Dj;
a
piedi
da
questa
fermata
ad
Dj
(MSS
plurimodali
tra
loro
integrati;
da
coordinare
con
g1,
g2
per
i
soli
possessori
di
autovetture
)
g4)
Nel
caso
delle
merci,
la
possibilit
di
utilizzare
la
ferrovia
dipende
dal
collegamento
tra
i
i
NODI
DI
INTERSCAMBIO
che
deve
essere
camionabile
e
non
pedonale,
ed
al
tipo
di
infrastrutture
terminali
disponibili
per
l'integrazione
(scarico
e
carico
manuale,
con
apparecchi
di
sollevamento
motorizzati,
con
containers,
inoltro
di
autocarri
sui
carri
ferroviari,
ecc.).
Se
tali
possibilit
esistono
si
pongono
problemi
di
coordinamento
fra
cammini
unimodali
stradali
e
cammini
stradali
e
ferroviari
tanto
pei
trasporti
per
conto
proprio
che
per
conto
terzi.
h)
L'operazione
di
assegnazione
si
conclude
con
l'individuazione
dei
due
cammini
(tay)m
e
(tcy)m
cui
si
assegner
l'intero
flusso
di
autovetture
individuali
e
l'intero
flusso
di
autocarri.
Mentre
per
tutto
il
flusso
di
traffico
di
coloro
che
non
utilizzano
autovetture
va
a
gravare
sulla
linea
di
autobus,
ora
anche
tale
flusso
ha
pi'
d'una
alternativa
e
vi
sar
un
cammino
(costituito
da
uno
o
pi'
MSS
integrati)
pel
quale
il
tempo
totale
di
spostamento
(tpy)"m
sar
minimo,
cui
verr
assegnato
per
intero
il
flusso
in
questione.
La
prima
che
appare
inverosimile
che
-
disponendosi
di
un
grafo
di
rete
con
pi
cammini
-
tutto
il
carico
vada
su
un
solo
cammino,
ancorch
ritenuto
pi
rapido
degli
altri.
b)
La
seconda
riguarda
il
fatto
che
stato
caricato
con
un
flusso
veicolare
-
calcolato
come
s'
detto
-
un
cammino
ritenuto
il
pi'
rapido
sulla
base
di
tempi
tx,
to
attribuiti
preventivamente,
quando
ancora
non
si
conosceva
il
flusso,
ch'era
ancora
da
calcolare.
In
altre
parole
tx
e
to
sono
stati
attribuiti
come
se
i
loro
valori
fossero
indipendenti
dai
flussi
circolatori:
il
che
non
affatto
vero.
Potrebbe
benissimo
capitare
che,
ai
flussi
veicolari
assegnati
alla
fine
del
processo,
corrispondano
tempi
maggiori
di
quelli
che
avevano
fatto
giudicare
quel
cammino
come
il
pi'
rapido.
c)
L'immagine
finale
che
l'assegnazione
tutto
o
niente
semplice
d
quindi
inverosimile:
tutto
il
flusso
va
su
un
unico
cammino
del
quale
poi
nemmeno
si
certi
che
sia
davvero
il
pi'
rapido.
d)
Tale
procedimento
di
assegnazione
ha
tuttavia
il
merito,
rispetto
agli
altri
che
si
vedranno,
della
semplicit
e
del
minor
costo.
Se
l'esperienza
e
l'intuizione
hanno
fatto
scegliere
bene
i
tx
e
to,
i
risultati
all'orizzonte
temporale
prescelto
-
tenuto
conto
delle
intrinseche
"approssimazioni"
dei
dati
previsionali
-
possono
assai
spesso
essere
considerati
accettabili.
-
2
MODELLO:
ASSEGNAZIONE
DEL
TUTTO
O
NIENTE
COL
CONTROLLO
DEL
FLUSSO
a)
Della
semplicit
del
tutto
o
niente
conserviamo
l'ipotesi
della
unicit
del
cammino
da
caricare
che
resta
sempre
il
pi'
rapido,
ma
ripromettiamoci
di
controllare
che
rimanga
effettivamente
tale.
b)
A
tal
fine
si
proceda
come
col
tutto
o
niente
semplice,
attribuendo,
cio,
dei
valori
ragionevolmente
presunti
dei
tx
e
to.
Ma
giunti
al
valore
finale
degli
H
si
va
a
controllare
attraverso
le
curve
di
deflusso
quali
valori
effettivi
dei
tempi
vi
corrispondano.
tx = tx (H) ; to = to (H)
40
Adottando
tali
nuovi
valori
si
ripete
il
calcolo
iterativamente,
nel
presupposto
che
la
serie
dei
valori
ricalcolati
sia
convergente,
finch
si
giunge
a
scarti
ritenuti
accettabili.
E'
evidente
la
macchinosit
e
quindi
il
costo
del
procedimento.
Il
quale
richiede
altres
particolare
attenzione
per
il
valore
di
H
da
leggere
nei
diagrammi
di
deflusso
per
calcolare
i
tempi.
La
prima
osservazione,
infatti,
che
i
diagrammi
di
deflusso
delle
infrastrutture
stradali
sono
disponibili
nei
manuali
nella
ipotesi
che
H
sia
un
flusso
veicolare
di
sole
autovetture
individuali.
Siccome,
invece,
in
generale,
circoleranno
promiscuamente
autovetture
con
altri
veicoli,
si
dovr
procedere
alla
omogeneizzazione
dei
flussi
veicolari.
I
manuali,
nel
suggerire
i
valori
pratici
del
deflusso
delle
infrastrutture
stradali,
avvertono
che
i
tentativi
di
omogeneizzazione
del
flusso
di
circolazione
danno
risultati
accettabili
purch
nel
complesso
i
veicoli
industriali
non
costituiscano
una
parte
troppo
grande
dell'intero
flusso.
In
pratica
si
considera
il
20%
un
valore
massimo
oltre
il
quale
non
conviene
andare;
oltre
il
quale,
cio,
se
tali
veicoli
industriali
debbono
necessariamente
circolare,
conviene
dar
loro
apposite
corsie
riservate
(vedansi
gli
autobus
urbani,
gli
autocarri
nelle
lunghe
salite,
ecc.).
Nel
fare
il
controllo
del
flusso,
e
cio
del
legame
esistente
fra
i
tempi
e
i
flussi
di
circolazione,
bisogna
porre
attenzione
al
fatto
che
alcuni
archi
e
vertici
del
grafo
possono
essere
interessati
dai
flussi
di
pi'
d'una
RTF.
o
E'
ovvio
che
il
tx
dovr
essere
verificato
-
in
un
tal
arco
(o
vertice)
-
con
riguardo
al
H x
e
non
soltanto
al
o
H xij
anche
se
si
tratta
di
cercare
il
cammino
piu'
rapido
tra
Wi
ed
Wj.
Il
che
richiede
che
l'assegnazione
sia
fatta
contemporaneamente
per
molte
(o
per
tutte
le)
RTF
dell'area
in
studio.
Notare
che
tale
controllo
riguarda
anche
gli
autobus
e
tram
in
circolazione
promiscua.
Per
quanto
riguarda
gli
MSS
terrestri
a
guida
vincolata
la
critica
del
punto
b
di
solito
non
s'applica
perch
tali
MSS
funzionano
con
circolazione
a
densit
controllata.
Fissati
preliminarmente
i
tx
e
to,
il
rispettarli
con
qualsiasi
flusso
di
circolazione
questione
di
tecnica
delle
infrastrutture
di
sicurezza
e
capacit.
La
conoscenza
di
queste
tecniche
permette
di
adottare
preliminarmente
valori
di
tx
e
to
praticamente
ottenibili.
Questo
modello
si
ripromette
di
interpretare
le
motivazioni
delle
scelte
degli
automobilisti
tenuto
conto
delle
condizioni
di
deflusso.
b)
Siano
note
tutte
le
curve
di
deflusso
e
quindi
dei
tempi
di
percorrenza
in
funzione
del
flusso
di
circolazione
t
=
t(H)
di
tutti
gli
archi
e
di
tutti
i
vertici.
Si
supponga
(per
semplicit:
si
comprender
presto
che
questa
ipotesi
non
pone
vincoli
al
ragionamento)
che
il
grafo
sia
tutto
scarico.
c)
Sappiamo
allora
determinare
per
ogni
cammino
tutti
i
tempi
di
percorrenza
(archi
e
vertici)
nell'ipotesi
che
vi
circoli
un
veicolo
isolato.
In
tali
condizioni
sappiamo
determinare
il
cammino
pi
rapido
per
il
veicolo
isolato
(non
per
i
servizi
che
seguono
il
prefissato
percorso
sulla
linea).
Si
sottolinea
la
sostanziale
differenza
tra
questa
determinazione
e
l'uso
che
se
ne
far
-
del
cammino
pi
rapido
-
fatta
sotto
il
controllo
delle
leggi
sul
deflusso
-
fatta
sulla
base
di
tempi
presunti
ed
attribuiti
preventivamente,
ossia
stimati
e
presunti
validi
in
corrispondenza
ai
flussi
finali
assegnati.
Possiamo
allora
porre
tutti
i
cammini
disponibili
in
ordine
di
tempo
crescente
-
a
vuoto
-
ty1,
ty2,
.......
tyA,
essendo
il
cammino
y1
il
pi
rapido.
41
ty1
Nellesempio
in
figura
si
sono
supposti
disponibili
3
cammini
tra
lorigine
1
e
la
destinazione
2
ty2
ty3
d)
I
tempi
dei
vari
cammini
cos
determinati
valgono
per
il
veicolo
isolato.
Ma
sappiamo
che
ciascuno
di
essi
vale
pure
per
un
flusso
veicolare
Hd,
modesto,
corrispondente
ad
una
modesta
densit
nell'ambito
della
quale
manchino
o
siano
trascurabili
le
interferenze
tra
i
veicoli
(curva
di
deflusso
capitolo
3).
e) Dividiamo
allora
l'intervallo
orario
(P10
-
P11
v.
cap.
2
sulle
prestazioni)
in
piccoli
intervalli
elementari
finiti
(non
per
i
servizi
il
cui
flusso
costante).
Ad
esempio
suddividiamo
il
flusso
dellora
di
punta
in
sub
intervalli
(tra
loro
uguali
oppure
distribuiti
secondo
landamento
studiato
con
le
indagini
sulla
domanda.
Ad
esempio
come
nelle
figure
sotto
riportate):
PE' PE'
H
H
ME
H
Dettaglio
passeggeri
Diagramma H
PE'
Prima quota
di flusso da
assegnare
Curva che
rappresenta il
flusso orario
FLUSSO OMOGENEIZZATO = VEICOLI EQUIVALENTI
42
f)
Consideriamo
il
primo
rettangolino
di
sinistra
del
diagramma
di
H
ME
H .
Supponiamo
di
aver
fatto
in
modo
che
la
sommatoria:
PE'
+ H
ME
] 1 rettangolino + H
PE"
PE'
[H
costituisca
nell'insieme,
un
flusso
omogeneizzato
che
soddisfi
alla
condizione
del
precedente
paragrafo
d),
sicch
possa
assegnarsi
al
cammino
y1
i
cui
tempi
tx
e
to
sono
stati
valutati
nel
rispetto
delle
leggi
di
deflusso
(assegnazione
della
prima
quota
di
flusso
omogeneizzato)
g)
Proseguiamo
cos
l'assegnazione
incrementando
per
dosi
piccole
i
flussi
finch
non
controlliamo,
attraverso
le
leggi
di
deflusso,
che
y1
-
ch'era
il
pi'
rapido
quand'era
scarico
e
che
tale
era
rimasto
fin
qui
-
ha
ora
un
tempo
ch'
divenuto
pari
a
quello
dell'y2
ch'era
il
secondo
nell'ordine
di
rapidit
a
rete
scarica.
h)
A
questo
punto
ad
aumentare
ancora
il
carico
dell'y1
si
provocherebbe
un
ulteriore
aumento
del
suo
tempo,
che
diventerebbe
pi'
lungo
del
ty2
del
cammino
y2
ch'
ancora
scarico.
i)
l
terzo
cammino
y3
per
ora
non
prender
ancora
carico;
lo
potr
solo
quando
il
tempo
comune
ai
due
cammini
y1
ed
y2
eguaglier
il
tempo
ty3
del
cammino
y3
scarico.
Al
termine
di
questa
fase
dell'assegnazione,
cio
prima
di
cominciare
a
caricare
y3
si
ha:
un
carico
su
y2;
un
carico
maggiore
su
y1;
nessun
carico
su
tutto
il
resto
della
rete.
l)
Prosegue
l'assegnazione
del
carico
sui
cammini
y1,
y2
ed
ora
anche
y3,
per
dosi
diverse
per
ciascuno
e
controllate
pel
rispetto
dell'eguaglianza
dei
tempi.
E
cos
via.
Nel
corso
dell'assegnazione
possono
esservi
taluni
cammini
che
raggiungono
un
livello
della
prestazione
P7
ritenuto
invalicabile
(val
quanto
dire
un
livello
di
qualit
del
servizio
al
di
sotto
del
quale
non
si
intende
andare).
Da
quel
momento
essi
non
dovranno
pi
essere
ulteriormente
caricati
ed
escono
quindi
dal
processo
di
assegnazione.
m)
L'assegnazione
termina
quando
tutto
il
flusso
veicolare
stato
assegnato.
Pu
darsi
ch'esso
abbia
interessato
tutti
i
cammini
disponibili,
ognuno
in
misura
diversa,
sotto
il
vincolo
che
il
tempo
dello
spostamento
risulti
uguale
su
tutti
i
cammini.
n)
Pu
darsi
tuttavia
che
allo
stesso
risultato
-
eguaglianza
del
tempo
di
tutti
i
cammini
utilizzati
-
si
giunga
pur
non
avendo,
al
termine
dell'assegnazione,
utilizzato
tutti
i
cammini
disponibili.
La
rete
quindi
risulterebbe
in
parte
carica
ed
in
parte
no.
Ma
non
detto
che
un
tal
risultato
porti
a
concludere
che
la
rete
sia
esuberante.
Resta
a
vedere,
infatti,
se
il
tempo
comune
a
tutti
i
cammini
utilizzati
ritenuto
soddisfacente
nel
giudizio
della
prestazione
P7.
o)
Tuttavia
l'assegnazione
potrebbe
terminare
anche
quando
-
avendo
impegnato
tutti
i
cammini
disponibili
-
si
fosse
giunti
a
prestazioni
P7
ed
a
tempi
giudicati
inaccettabili
pur
non
avendo
ancora
ultimata
l'assegnazione
dell'intero
flusso:
la
rete
allora
risulterebbe
insufficiente
ai
bisogni.
43
I
metodi
di
assegnazione
esaminati
riguardavano
gli
MSS
a
guida
libera
con
circolazione
a
densit
non
controllata.
Per
essi,
infatti,
si
pone
il
problema
del
legame
tra
tempi
e
flussi
che
impedisce
una
sicura
determinazione
preventiva
dei
tempi;
insieme
anche
alla
compilazione
d'una
scelta
generalmente
ampia
di
cammini
alternativi.
b)
Non
cos
negli
MSS
la
cui
circolazione
a
densit
controllata,
com'avviene
di
regola
(salvo
le
tramvie)
negli
MSS
terrestri
a
guida
vincolata.
c)
Infatti
gli
impianti
distanziatori
sono
tali
da
essere
"aggiustati"
per
una
velocit
massima
di
deflusso
Vd
in
corrispondenza
della
quale
si
ha
un
flusso
massimo
Ho
con
il
quale
i
convogli
si
susseguono
alla
velocit
comune
a
tutti
(circolazione
omotachica:
il
caso
delle
ferrovie
urbane)
senza
alcuna
reciproca
turbativa.
d)
Nelle
stesse
condizioni
della
ferrovia
urbana
si
trovano
in
pratica,
quasi
tutte
le
ferrovie
secondarie
(nel
senso
della
loro
importanza)
nelle
quali
i
treni
-
poco
numerosi
-
sono
tutti
di
eguale
composizione,
velocit,
ecc.
e)
Nelle
linee
delle
grandi
reti
ferroviarie,
invece,
i
treni
possono
essere
di
diverso
tipo
e
velocit.
Anche
in
queste
il
distanziatore
aggiustato
per
una
velocit
Vd
ch'
di
solito
quella
dei
treni
pi'
veloci.
Anche
in
questo
caso
possibile
prestabilire
le
velocit
di
tutti
i
treni
(generalmente
raggruppabili
in
un
limitato
numero
di
categorie)
secondo
i
criteri
di
cui
si
disse
con
la
possibilit
di
controllare
i
limiti
del
carico
ammissibile
in
base
alle
leggi
di
deflusso
illustrate
ai
nn.
gi
citati.
f)
Come
per
la
linea
di
autobus,
e
tram
anche
questi
MSS
hanno
un
tracciato
prefissato
-
quasi
sempre
senza
alternative,
eccezionalmente
con
pochissime
-
con
una
prefissata
collocazione
delle
stazioni
-
il
che
semplifica
l'assegnazione.
Questa,
infatti,
si
riduce
quasi
sempre
ad
una
vera
assegnazione
"tutto"
all'unico
cammino
esistente,
con
tempi
veramente
prefissabili.
g)
Il
peggio
che
possa
succedere
ad
assegnazione
fatta
che
il
flusso
assegnato
H
risulti
eccessivo
rispetto
alle
possibilit
del
distanziatore.
Si
aprono
allora
due
alternative.
h)
Una
quella
di
tener
ferme
le
velocit
ed
alzare
la
curva
di
deflusso
del
distanziatore.
Per
esempio:
abbandonare
il
sistema
del
consenso
o
del
giunto
per
passare
al
blocco;
raccorciare
le
sezioni
di
blocco;
adottare
segnali
aventi
m
aspetti
oltre
il
SI
e
NO;
ecc.
i)
L'altra
di
tener
fermo
il
distanziatore
ed
operare
sulle
velocit.
Se
la
circolazione
omotachica
con
velocit
minore
di
quella
di
aggiustaggio,
dovr
alzarsi
la
velocit
di
deflusso
e
ridurre
i
tx
e
to.
m)
Se
la
circolazione
non
omotachica
bisogner
aumentare
la
velocit
dei
treni
pi'
lenti
Vl,
ridurre
il
numero
delle
infiltrazioni
e,
se
possibile,
ridurre
la
distanza
fra
i
luoghi
di
concentrazione
delle
precedenze.
n)
Quest'ultimo provvedimento e quelli di cui in (h) sono di lungo periodo; gli altri di breve.
44
Il
metodo
di
simulazione
certo
quello
che
meglio
rispetta
la
condizione
di
deflusso
e
che
meglio
interpreta
le
scelte
dell'automobilista,
con
la
sola
riserva
che
costui
supposto
perfettamente
razionale
e
perfettamente
e
continuamente
bene
informato
sulle
leggi
e
sullo
stato
del
deflusso.
Le
quali
ipotesi
sono,
del
resto,
alla
base
dello
studio
del
comportamento
d'ogni
operatore
economico.
Si
aggiunga
che
coloro
i
quali
effettuano
abitualmente
i
loro
spostamenti
sulla
rete
finiscono
coll'acquisire
una
sufficiente
collezione
di
informazioni
che
permette
loro
di
razionalizzare
le
loro
scelte.
Tale
metodo,
tuttavia,
impegna
il
calcolatore
per
molto
tempo
appena
la
rete
complessa;
il
che
costa
parecchio.
Si
tratta
di
vedere
se
tale
costo
della
maggior
credibilit
del
risultato
coerente
con
gli
obiettivi
da
perseguire.
b)
Il
metodo
del
tutto
o
niente
semplice
il
pi'
economico
e
di
rapida
esecuzione:
l'immagine
che
se
ne
trae,
anche
se
poco
verosimile,
comunque
sufficiente
per
risolvere
molti
problemi.
a)
I
metodi
basano
tutti
l'assegnazione
sulla
base
del
parametro
"tempo".
E'
chiaro
che
essi
potrebbero,
invece,
fondarsi
sul
parametro
pi'
comprensivo
gi
definito
con
"costo
generalizzato"
(variabile
che
comprende
i
costi
monetari
di
trasporto,
il
tempo
di
viaggio
monetizzato
e
le
altre
esternalit
come
la
sicurezza).
Correttamente
quindi
si
dovr
dire:
a1)
che
i
metodi
del
tutto
o
niente
(semplice
o
con
controllo
del
deflusso)
debbono
assegnare
il
carico
al
cammino
che
ha
minor
costo
generalizzato
(che
potr
anche
non
essere
il
pi'
rapido);
a2)
che
i
metodi
dell'assegnazione
(senza
o
con
controllo
del
deflusso)
a
tutti
i
cammini,
dovranno
spartire
il
carico
in
misura
inversamente
proporzionale
ai
costi
generalizzati,
e
non
ai
tempi;
a3)
che
il
metodo
di
assegnazione
per
simulazione
si
fonder
sul
concetto
di
impegnare
uno
dopo
l'altro
i
diversi
cammini,
man
mano
che
si
eguagliano
i
loro
costi
generalizzati
e
non
i
loro
tempi.
b)
La
valutazione
dei
costi
generalizzati
andr
fatta
ponendosi
da
quello
dei
quattro
punti
di
vista
che,
a
seconda
dei
casi,
interessa,
tenendo
conto,
per
ciascuno,
delle
componenti
monetarie
e
monetizzabili
che,
in
ciascun
caso,
ricorrono.
c)
L'introduzione
del
concetto
di
costo
generalizzato
nel
processo
di
assegnazione
rende
pi'
pesanti
le
riserve
che
si
costretti
a
fare
per
riguardo
alla
credibilit
del
postulato
di
comportamento
razionale
dell'utente.
Il
superamento
di
tale
ostacolo
pu
avvenire
soltanto
attraverso
l'analisi
comportamentale
dell'utenza,
per
es.
mediante
la
costruzione
delle
curve
di
diversione.
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