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Tullio Forno
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funzionamento delle sussistenze, perch le dolorose esperienze del passato consigliavano di evitare per quanto possibile che i soldati affamati
e assetati dovessero sovente cedere per sfinimento durante i combattimenti.
Particolare cura venne dedicata al reclutamento per passare dallesercito di massa a quello di qualit; prevalse cos lesercito di caserma, ossia quello a lunga ferma ritenuta necessaria per creare lo spirito militare (sprit militaire), buon addestramento e affiatamento nei
reparti (2).
La legge sul Reclutamento del 20 marzo 1854 (3) stabiliva 5 classi
sotto le armi, pi 5 di seconda categoria con chiamata di quaranta giorni
ogni anno (e lobbligo di non prendere moglie per cinque anni). Erano
inoltre disponibili 6 classi di riservisti. Il servizio militare o ferma durava 5 anni per la fanteria, 6 per i bersaglieri, lartiglieria e la
cavalleria.
A Torino nel 1856 il generale Carlo Mezzacapo (4) fond la Rivista
Militare. Le forze armate del Regno di Sardegna non disdegnavano
pi come perditempo n listruzione, n la lettura, n linteresse teoricotecnico per i problemi militari in unepoca in cui quasi dovunque in Europa a proposito degli ufficiali si era daccordo con questi versetti: La
dote di maggior effetto / il carattere, non lintelletto. E il carattere era
soprattutto il coraggio imperturbabile per guidare gli uomini al fuoco.
Limperatore Francesco Giuseppe aveva scritto che la forza dellesercito non tanto negli ufficiali istruiti, quanto in quelli fedeli e coraggiosi. Ancora pi drastico il generale francese Mac-Mahon, il vincito(2) Ad alimentare lo spirito militare, dovunque, hanno contribuito per molto tempo anche
non lontano soprattutto il canto e la letteratura di memoria, perch nessun evento collettivo un fattore scatenante di bisogno di narrare per iscritto e a voce paragonabile alle guerre (MARIO ISNENGHI, Le guerre degli italiani - Parole, immagini, ricordi - 1848/1945, Mondadori, Milano 1989). Tra i canti la celebre, indistruttibile Addio, mia bella, addio, autore il fiorentino CARLO BOSI nel 1848. Tra i molti libri la raccolta di bozzetti di EDMONDO DE AMICIS, Vita militare, pubblicato nel 1868. Lautore cur una nuova edizione nel 1880, che nel 1908 era
alla 65 ristampa. Dunque unopera letteraria di enorme fortuna, evidentemente in sintonia con
pensieri e sentimenti di tanti italiani per spiegarne il successo cos duraturo.
(3) In precedenza la leva per il servizio militare era disposta e regolata dal regio editto del 16
dicembre 1837.
(4) I due fratelli Luigi e Carlo Mezzacapo, entrambi militari, avevano disertato dallesercito
napoletano quando il loro re Ferdinando II (il re Bomba) aveva fatto rientrare il corpo di spedizione dalla guerra del 1848 a fianco del Regno di Sardegna. I due fratelli, insieme con parecchi altri, si erano rifugiati in Piemonte.
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In alto: una pattuglia dei Lancieri di Montebello in esplorazione. uno dei numerosi dipinti di Quinto Cenni ed dedicato al reggimento di cavalleria che prese il nome dal primo scontro (20 maggio
1859) della seconda Guerra dIndipendenza.
In basso: divise della fanteria di linea e dei bersaglieri dellesercito italiano allinizio degli anni
1860.
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re di Magenta (per questo duca di Magenta) che minacci di escludere dallavanzamento ogni ufficiale il cui nome figuri sul frontespizio
di un libro. Anche la letteratura narrativa affronta questo tema: Il capitano Trotta non leggeva mai libri e dentro di s compiangeva il figlio
gi grandicello che doveva cominciare ad affannarsi col gesso, la tavola
e la lavagna, la carta, il righello e la tavola pitagorica, e che era atteso
dagli inevitabili libri di lettura (JOSEPH ROTH, La marcia di Radetzky,
Ed. Longanesi, pagg. 20-21).
In Italia con la gestione La Marmora al ministero della Guerra si faceva strada un po di cultura militare, oltre ad una pi accurata scelta
nellarruolamento della truppa: con la legge del 1854 sul reclutamento
soltanto un uomo ogni 55 veniva chiamato alle armi (5). Abbastanza
numerosi erano i volontari.
La successiva legge sul reclutamento ridusse un po le esenzioni, ma
venne in effetti applicata solo nellestate 1859, quando la seconda Guerra dIndipendenza era da tempo iniziata. Questo ritardo si spiega con le
difficolt del bilancio del Regno di Sardegna a sopportare un pi massiccio sforzo militare, visto che il ministero della Guerra assorbiva gi il
28% delle complessive spese dello Stato.
A ci si aggiunga che un accrescimento dellesercito avrebbe richiesto altri ufficiali e sottufficiali per inquadrare gli uomini in nuovi reparti e che n le accademie di Torino, Ivrea e Pinerolo, n il collegio militare di Asti erano in grado di formare rapidamente.
In questa situazione nel 1859 il Regno di Sardegna aveva in campo
solo 65.000 uomini preparati al combattimento, invece dei 100.000 previsti. I francesi di Napoleone III erano 200.000, come promesso dallimperatore, e una parte rilevante di quellesercito si era diretta ai campi di battaglia salendo sui treni a Susa dove la ferrovia era arrivata da
cinque anni. Fu un evento nuovo nella logistica militare e funzion in
maniera soddisfacente.
(5) JOHN WHITTAM, Storia dellesercito italiano, Ed. Rizzoli, Milano 1979. La bibliografia in
materia militare assai vasta. A titolo orientativo citiamo; FRANCO CARDINI, Quella antica festa
crudele. Guerra e cultura della guerra dal Medioevo alla Rivoluzione francese, Ed. Mondadori,
Milano 1995; NICOLA BRANCACCIO, Lesercito del vecchio Piemonte. Gli ordinamenti, Roma
1923; C. BAUDINO, Istituzioni militari del Piemonte, Torino 1960; SABINA LORIGA, Soldati. Listituzione militare nel Piemonte del Settecento, Ed. Marsilio, Venezia 1992; PIERO PIERI, Storia
militare del Risorgimento. Guerre e insurrezioni, Ed. Einaudi, Torino 1962.
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13,43%
13,46%
13,95%
(6) Presidente del Consiglio dei Ministri era lon. Marco Minghetti (Bologna 1818-1886),
uomo di stato, economista, storico.
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Unambulanza militare del 1866 dellesercito italiano. I feriti, trasportati in barella (lettighe mobili) dal campo di battaglia, venivano medicati e ricoverati in questi carri trainati da due cavalli. Rispetto alle precedenti guerre ottocentesche questo pur modesto servizio di sanit militare rappresent un rilevante miglioramento.
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Fiorenzuola
Avezzano
13,12%
13,23%
Albenga
Isola dElba
14,05%
14,17% (7).
Una condizione rilevante per scartare i giovani alla leva erano purtroppo numerose malattie che la relazione ministeriale elenca come segue:
Gracilit, dimagrimento e polisarcia
3.183
Cirsocele e varicocele
3.143
Gozzi, tumori glandolari e gola grossa
2.954
(7) I circondari segnati con lasterisco sono quelli nei quali i renitenti alla leva furono in
gran numero. In totale i renitenti alla leva della classe 1843 furono 13.476, pari al 5,80%, mentre quelli della classe 1842 erano stati quasi il doppio, ossia l11,51%, con in testa il circondario
di Napoli seguito da Chiavari, Orvieto, Citt Ducale, Fermo, Camerino, Foligno, Catania, Pozzuoli, Spoleto. Al contrario Cremona, Brescia, Vercelli con lo zero e pochi centesimi, avevano
le percentuali pi basse di renitenti.
(8) Unenciclopedia popolare di fine Ottocento dice: Nome generico degli uomini, dei cavalli e dei carri coi quali si traportano negli eserciti ogni sorta di arnesi e dattrezzi militari.
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Ernie e sventramenti
Claudicazione e altre deformit
Varici
Tigna ed alopecia
2.572
2.259
1.839
1.663
In totale 17.613 giovani coscritti riformati per malattie varie, specchio fin troppo chiaro delle condizioni sanitarie generali, se, come ha
scritto Robert Aron in Peace and war (Londra, 1966) un esercito
sempre unorganizzazione sociale, espressione dellintera collettivit.
A commento delle varie motivazioni che provocavano le esenzioni
dal servizio militare, si legge una considerazione conclusiva: Come nelle leve antecedenti, cos anche in questa non mancarono tentativi di carpire le riforme per parte degli inscritti, e non mancarono complici che li
aiutarono nelle loro frodi. In generale per il sentimento di moralit e di
giustizia prevalse, e molti Consigli di leva mostrarono lodevole fermezza denunciando anche ai tribunali, ove vi fu bisogno, i colpevoli.
*
Leggendo queste ultime frasi viene il dubbio fondato che i giovanotti delle leva 1843 avessero scarso entusiasmo per la bella vita militar,
proprio negli anni in cui il generale modenese Manfredo Fanti, ministro
della Guerra, teneva a battesimo lEsercito Italiano (non pi del Regno
di Sardegna).
Le ragioni ci sono. Quando nei primi mesi del 1864 allora si andava alle armi a 21 anni la classe 1843 vest la divisa, lunit dItalia era
stata proclamata appena da tre anni e due soli fra gli Stati italiani preunitari, Regno di Sardegna e Regno delle Due Sicilie, avevano un esercito nazionale. Cos stando le cose la coscrizione obbligatoria fu una
novit anche traumatica in parecchie province del giovanissimo Regno
dItalia, con la conseguente alta renitenza e la ricerca di scappatoie per
evitare il lungo servizio militare, in un ambiente ignoto, lontano dalla
famiglia, fuori dal limitato orizzonte del proprio paese di origine.
Inoltre, fra gli studiosi dei problemi militari si riscontra una notevole
concordanza sul fatto che quasi soltanto nel Regno di Sardegna, per lunga tradizione, lo spirito militare aveva diffuse radici e la divisa per non
pochi giovani rappresentava un apprezzato segno di eccellenza, il riconoscimento di prestanza fisica, un autentico motivo di orgoglio.
Era in terra piemontese che gli abili arruolati schernivano i coeta110
Circa mezzo secolo dopo, quella situazione emersa dalla leva militare
e registrata nel 1807 doveva essere rimasta quasi identica, facendo probabilmente una modesta eccezione per Susa, la cittadina dove i giovani
contadini erano una minoranza rispetto agli altri centri della Valle (9).
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BERT
MARENCO
TOMATIS
AUDAZ
GROSSO
BORGO
VACCANEO
VOTTERO
MARTELLO
Escludendo i due deceduti (dei quali uno allet di due anni e mantenuto in vita per errore nei registri della parrocchia), sui 29 giovani di
Susa viventi segnati nella lista di leva, di 8 non conosciamo il mestiere;
6 erano contadini, 3 calzolai, 3 impiegati e scritturali, 2 studenti, 2 conciatori, 1 panettiere (prestinaio), fabbro ferraio, vetraio, muratore, minusiere (falegname).
In un centro cittadino, sia pure di modeste dimensioni come Susa,
prevalevano i mestieri artigianali su quello contadino e vi erano cinque
fra studenti e impiegati. Negli altri centri abitati della Valle, invece, le
percentuali erano in netto favore dei lavori agricoli.
Dai documenti comunali non possibile seguire lesito della visita di
leva, del sorteggio, delle esenzioni, di quanti hanno fatto il servizio militare, forse partecipando alla terza Guerra dIndipendenza o alla presa
di Roma del 1870.
*
Il celebre pittore Giovanni Fattori (1825-1908) dedic numerose opere a rappresentazioni di vita
militare. Qui riproduciamo un particolare di La battaglia di Custoza (1866), quadro che si trova
alla Galleria dArte Moderna di Firenze.
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