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1. Premessa
Il tema del coinvolgimento dei terzi nellaccertamento della capacit contributiva del contribuente estremamente complesso.
Nel senso pi ampio, esso abbraccia tutti i casi in cui la ricerca di
prove della capacit contributiva venga a interferire con soggetti estranei alla ricchezza. Vi rientrano sia casi in cui lattivit della amministrazione finanziaria si dirige verso la sfera giuridica del terzo con atti
autoritativi, sia il coinvolgimento indiretto dei terzi negli atti medesimi, sia la previsione di obblighi dei terzi, sia la semplice acquisizione,
libera, di elementi di prova dai terzi.
Il coinvolgimento del terzo, inoltre, pu avvenire nella fase amministrativa o nella fase giurisdizionale.
In questa ampia accezione, il tema abbraccia cose molto diverse,
dagli accessi presso il professionista di fiducia del contribuente o un
suo parente, alla raccolta di informazioni e dichiarazioni di terzi informati, passando per la imposizione di doveri ausiliari del fisco in capo
a soggetti estranei (esempio, lelevazione del datore di lavoro a sostituto di imposta).
In questa ampia accezione il tema non pu certamente essere trattato in questa sede.
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Esso pu essere opportunamente limitato, allora, alle sole situazioni nelle quali lAmministrazione finanziaria esercita dei poteri in modo tale da interferire con le posizioni giuridiche di soggetti diversi dal
contribuente, rinviando ad altra sede per gli approfondimenti sugli altri
profili.
In termini giuridici, il problema si propone sotto un doppio ordine
di profili. Quello della individuazione delle regole speciali eventualmente applicabili, rispetto al coinvolgimento delle posizioni giuridiche
di terzi. E quello delle conseguenze della relativa violazione.
Anche il profilo della lesione degli interessi dei terzi, si pu porre
sotto due aspetti diversi. Il primo quello della possibile conseguenza
sulla validit dellaccertamento tributario. Il secondo, non meno importante, quello delle possibili forme di tutela ulteriori del terzo.
In linea di fatto, invece, pu accadere che lesercizio dei poteri istruttori si diriga intenzionalmente verso terzi (ad esempio, la richiesta a una
banca di informazioni sui rapporti con il cliente contribuente), ovvero che
i poteri si dirigano nei confronti del contribuente e, occasionalmente, rimangano coinvolte posizioni giuridiche altrui (ad esempio, nel corso di
un accesso nei locali pertinenti al contribuente Tizio, emergono elementi che concernono Caio). Volendo sottilizzare, anche questa seconda ipotesi , in realt, duplice. possibile che nel corso dellattivit istruttoria nella sfera del contribuente Tizio emergano dati che potrebbero fondare una accertamento a carico del contribuente terzo Caio, oppure che,
pi semplicemente, Caio resti coinvolto negli atti rivolti verso Tizio, ma
per interessi diversi da quelli alla corretta e legale determinazione della
sua capacit contributiva (ad esempio, nel corso di un accesso nello studio professionale di un avvocato, volto ad accertarne i redditi, si rinvengono dei documenti riservati del cliente Sempronio).
Tutte queste fattispecie saranno loggetto delle nostre modeste riflessioni.
2. Coinvolgimento del terzo estraneo alla capacit contributiva e
principi costituzionali
In termini generali, pu sorgere linterrogativo della giustiticazione
costituzionale del coinvolgimento del terzo nella istruttoria tributaria.
La questione non oziosa, perch da essa dipende lindividuazione dei limiti imposti dai principi alla possibile soggezione del terzo.
Egli, cos come il contribuente, portatore di interessi costituzionalmente tutelati, che listruttoria tributaria pu venire a sacrificare. Si
pensi alla libert personale, la riservatezza del domicilio e della corrispondenza, la libert di iniziativa economica, ecc. (1) Nei confronti
(1) Fedele, Concorso alle pubbliche spese e diritti individuali, in Riv. dir.
trib., 2002, 1, 31 ss.
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del contribuente agevole riconoscere la necessit di una ponderazione. La tutela delle libert (in senso ampio e riassuntivo) entra in un
giudizio di comparazione e bilanciamento con il concorrente dovere
del soggetto di concorrere alla spesa pubblica, ai sensi dellart. 53 della Costituzione. evidente, gi a una prima e sommaria lettura, che la
Costituzione prevede sacrifici alle libert in adempimento del dovere
di cui allart. 53. Questo profilo e questa giustificazione sono meno
evidenti rispetto ai terzi. Se, in effetti, il cardine del sistema fosse solo
lart. 53, inteso alla lettera, sarebbe possibile concludere che il dovere
di contribuire in base alla propria capacit contributiva non pu giustificare oneri a carico di chi della capacit contributiva non portatore (2).
Questa conclusione pu essere aggirata. Un interessante percorso
argomentativo in proposito quello che passa per il dubbio che lart.
53 non sia il diretto fondamento degli oneri e obblighi formali del
contribuente. Lart. 53 in via diretta prevede lobbligo di contribuire,
mentre gli obblighi formali sembrerebbero muoversi sul diverso piano
della strumentalit. In tale prospettiva, la giustificazione di tali obblighi , in linea diretta, il pi generico dovere di solidariet sociale di
cui allart. 2 Cost. e il principio di ragionevolezza di cui allart. 3
Cost., che impongono che, per adempiere allobbligo sostanziale di cui
allart. 53, possano (e debbano) essere posti a carico del contribuente
degli oneri e obblighi.
In ogni caso, quella appena descritta pu essere una giustificazione ragionevole del coinvolgimento di terzi. Che questo coinvolgimento
sia essenziale alla attuazione del rapporto tributario, del resto, si desume anche da alcuni indicatori significativi, nellordinamento. Ad
esempio, lart. 14 Cost. nello stabilire una deroga generalizzata alla inviolabilit del domicilio, per gli accertamenti fiscali, non , alla lettera, limitato alla sfera del contribuente. Ci induce a ritenere che il costituente abbia valutato attentamente limportanza della ricerca della
capacit contributiva, anche presso terzi. Sul piano legislativo poi, basta rilevare come gran parte della fiscalit italiana sia attuata attraverso terzi ausiliari del Fisco quali i sostituti di imposta, per rendersi conto come il coninvolgimento del terzo nellaccertamento sia quali la regola, e non leccezione.
Semmai, da domandarsi se, in teoria, il livello di soggezione del
terzo possa raggiungere la stessa intensit di quello del contribuente.
La soluzione corretta appare ancora una volta ritraibile dal principio di
ragionevolezza di cui allart. 3 Cost. Sono accettabili oneri a carico
del terzo, purch essi siano proporzionati (3), siano cio necessari al-
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lattuazione del rapporto tributario e infungibili. Del tutto ovvio, allora, che a parit di onere esso debba essere imposto al contribuente e
che esso possa essere imposto al terzo solo ove sia irragionevolmente
pi vessatorio (o antieconomico, anche per la stessa Amministrazione
finanziaria) imporlo al contribuente.
3. Poteri di indagine e terzi. Classificazioni e casistica
Sul piano strettamente legislativo, sono previste numerose ipotesi
di indirizzamento dellattivit istruttoria nella direzione della sfera giuridica del terzo. I principali casi di programmato coinvolgimento del
terzo sono stati classificati come segue dalla dottrina (4), a seconda
della natura del soggetto coinvolto:
a) terzi che hanno particolari qualifiche professionali o istituzionali: organi e amministrazioni dello Stato, enti pubblici non economici, societ di assicurazione, enti che effettuano pagamenti e riscossioni
o che svolgono attivit di intermediazione e gestione finanziaria. A
questi terzi lufficio pu chiedere la comunicazione di dati e notizie
relativi a determinati soggetti o categorie di soggetti (5). Nella categoria rientrano anche notai e pubblici ufficiali in genere (uffici del registro, conservatorie dei registri immobiliari, ecc.), cui pu essere richiesta copia di atti depositati presso di essi (6);
b) contribuenti obbligati alla tenuta di scritture contabili; ad essi
possono essere chiesti dati e documenti relativi ad attivit svolte nei
confronti di clienti, fornitori e prestatori di lavoro autonomo (7);
c) categoria generica e residuale, di soggetti privi di particolare
qualifica, i quali assumono rilievo come possibili acquirenti di beni o
validit degli atti comunitari nella giurisprudenza della Corte di Giustizia, in Dir.
comm. sc. int., 1991, 67 e ss. Tra le sentenze della Corte Giustizia CE si segnalano, ad esempio: 14 luglio 1967, Sagulo, 8/77, in Raccolta, 1495; 20 febbraio 1979,
Buitoni, 122/78, in Raccolta, 677; 18 marzo 1980, Vaolsabbia, 154/78, in Raccolta, 907; 15 maggio 1986, Johnston, 222/84, in Raccolta, 1651; 11 luglio 1989, Schrader, 265/87, in Raccolta, 2237. David, Le principe de proportionnalit (PP) en droit
fiscale communautaire (DFC) et Franais (DFF), in Lang, Die Steuerrechtsordnung
in der Diskussion: Fertschrift fur Klaus Tipke zum 70, Geburstag, Colonia, 1995,
523 ss., citato da Pistone, Presunzioni assolute, discrezionalit dellamministrazione finanziaria e principio di proporzionalit in materia tributaria secondo la Corte di Giustizia, in Riv. dir. trib., 1998, III, 91 ss. Nella prospettiva italiana e amministrativistica in particolare si vedano Galetta, Discrezionalit amministrativa e principio di proporzionalit, in Riv. it. dir. pubbl. com., 1994, 139 s. e A. Sandulli, La
proporzionalit dellazione amministrativa, Padova, 1998.
(4) Tesauro, La prova nel processo tributario, in Riv. dir. fin. sc. fin., 2000,
01, 73 e ss.
(5) Art. 32, 1o comma, nn. 5 e 7 d.p.r. n. 600 del 1973.
(6) Art. 32, 1o comma, n. 6.
(7) Art. 32, 1o comma, n. 8.
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servizi; ad essi possono essere chiesti atti e documenti fiscalmente rilevanti concernenti specifici rapporti intrattenuti con il contribuente, e
possono essere chiesti chiarimenti relativi a tali rapporti (8).
4. Riserva di legge e principio di tassativit
Un quesito interessante se una previsione legislativa sia necessaria. Il problema non pare, tuttavia, atteggiarsi in modo differente tra
contribuente e terzo. Tale previsione necessaria, nei confronti delluno come dellaltro, non tanto in forza del principio di legalit vigente per i pubblici uffici (9) quanto perch i poteri della P.A. incidono su libert costituzionalmente garantite, per le quali norme speciali
(artt. 13, 14, 15 Cost. ad esempio) o generali (art. 23 Cost.) prevedono
la riserva di legge. Non un caso che si tenda a ravvisare nella norma
dellart. 23 una disposizione applicabile alla collaborazione dei privati
con il procedimento di accertamento tributario (10).
Sembra quindi da escludersi che gli uffici possano assumere iniziative ulteriori. Il problema va tuttavia attentamente meditato. Da un
primo punto di vista, vero che le previsioni appena citate sono molto
ampie, di tal che, e correlativamente, ristretto lo spazio per attivit
ulteriori. Di contro, vale la pena di osservare che il principio della riserva di legge concerne lesercizio di poteri che determinino obblighi,
oneri e situazioni di soggezione. Sembrerebbe, invece, rimanere libero
lo spazio per ladozione di iniziative diverse (ergo, non caratterizzate
da poteri coercitivi). Ad esempio, non sembrano esservi ragioni per
precludere agli uffici di assumere informazioni dai terzi, al di fuori di
un rapporto tributario e in forma diversa dallinvio di questionari o dei
chiarimenti su atti e documenti (11). Il fatto che questa iniziativa non
sia eventualmente prevista esplicitamente (12), se si condividono le
premesse, esclude che possa esistere un potere coercitivo in tal senso,
o un dovere sanzionabile di collaborazione, ma non che tale informazioni possano essere chieste e ottenute e, se ottenute, utilizzabili per il
(8) Art. 32, 1o comma, n. 8 bis. Lart. 32, 1o comma, n. 4 prevede anche
linvio di questionari al contribuente, da compilarsi con i dati di altri contribuenti.
(9) Lart. 97 prevede una riserva di legge per la organizzazione degli uffici
e che lordinamento dei medesimi preveda le attribuzioni dei funzionari.
(10) Fedele, cit. LAutore opina che tuttavia sia prestazione patrimoniale
imposta solo lonere di apprezzabile entit.
(11) Alla lettera, il n. 4 del 1o comma dellart. 32 prevede il solo invio di
questionari ai contribuenti, con domande eventualmente relative ad altri contribuenti, mentre il n. 8 bis della medesima norma prevede alla lettera la richiesta a
qualsiasi terzo di atti e documenti relativi al contribuente e i relativi chiarimenti.
(12) Rilevandosi che sarebbe peraltro abbastanza curioso, in fatto, consentire accessi del Fisco in luoghi ove sia la presenza di terzi e vietare di formulare
domande ai medesimi.
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prosieguo delle indagini e del procedimento (13). Il discrimen , in assenza di previsione legislativa, nel carattere assolutamente libero della
collaborazione. da ritenere che sarebbe invece illegittima la condotta
degli uffici non solo nel caso che procedessero in via coattiva sulla
base di poteri inesistenti, ma anche nel caso in cui, esplicitamente o
implicitamente, ottenessero tale collaborazione allegando la sussistenza
di un potere o un obbligo inesistente. Ovvero, rovesciando il contesto,
non certamente viziata lassunzione di informazione da terzi, ancorch non prevista, quando sia stata fornita nella piena consapevolezza
del suo carattere libero.
5. Omessa collaborazione del terzo e sanzioni o preclusioni per il
contribuente
Un problema particolare invece quello rappresentato dallinterrogativo se il contribuente possa essere pregiudicato, in linea di diritto,
dalla omessa collaborazione del terzo (14). Ad esempio, il penultimo
comma dellart. 32 d.p.r. n. 600 del 1973 stabilisce che non possono
essere utilizzati a favore del contribuente i dati, documenti e registri
richiesti e non trasmessi. Tale norma si applica senzaltro ai dati richiesti al contribuente. Ma esiste uno spazio di relativa applicabilit
anche nel caso di richieste ai terzi? In linea di principio, sembra di dover escludere che il contribuente possa soffrire di esiti negativi per il
fatto altrui (e del resto lutilizzazione in giudizio consentita ove la
mancata produzione precedente fosse stata incolpevole). Anche questa
affermazione non del tutto convincente, se intesa in assoluto. Ove il
terzo fosse un ausiliario del contribuente, la conclusione opposta parrebbe sostenibile (15). Coerente con questo rilievo che, in tema di
iva, sia espressamente prevista linutilizzabilit dei documenti di cui
anche il terzo (asserito detentore delle scritture contabili) abbia rifiutato lesibizione (16).
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6. Gli accessi
Iniziative assai pi penetranti di quelle previste fino da ora sono
correlate allo svolgimento di accessi. Essi, e i conseguenti ed eventuali atti di perquisizione, apertura di borse, cassaforti e simili, implicano
un maggior grado di invasione della sfera giuridica del soggetto indagato e, correlativamente, pi gravi lesioni o comunque, sacrificio, di
interessi meritevoli di tutela.
Tali poteri, disciplinati dagli articoli 33 d.p.r. n. 600 del 1973 e
52 d.p.r. n. 633 del 1972, possono interessare soggetti terzi nei due
sensi descritti allinizio di questo lavoro. Ci pu capitare o perch essi avvengono, nella sfera giuridica di Tizio, alla intenzionale ricerca di
fonti di prova della capacit contributiva di Caio, ovvero perch, nel
corso di un controllo nella sfera giuridica di Tizio e alla ricerca di elementi a suo carico, restino coinvolte posizione giuridiche e interessi di
Caio.
Le ipotesi previste dalla legge sono molteplici: accessi presso banche e istituti di credito, presso i luoghi di svolgimento delle attivit
produttive, presso i locali ad uso promiscuo, presso i luoghi privati.
Regole particolari vigono per il caso di opposizione del segreto professionale e per leffettuazione di perquisizioni personali o la apertura
coattiva di casseforti, borse, in genere per la forzatura di una zona
protetta del contribuente.
Non certo questa la sede per esaminare in dettaglio la relativa
disciplina, interessando qui solo i profili di potenziale coinvolgimento
dei soggetti terzi. pertanto sufficiente richiamare il fatto che essa
tendenzialmente prevede uno schema simile: condizionamento della
iniziativa a una autorizzazione (17), previsione, in alcuni casi, dei presupposti della iniziativa (18), dei soli soggetti abilitati a compierla (19), norme sulle modalit di esecuzione delle operazioni (20).
(17) Del capo dellufficio nel caso di accessi nella sede delle imprese o delle attivit professionali. Del pubblico ministero quando si tratti di luoghi promiscui, di luoghi privati, di effettuare perquisizioni personali, esaminare dati o documenti per i quali sia stato eccepito il segreto professionale, o procedere ad aperture coattive.
(18) Nel caso dellaccesso a luoghi privati devono sussistere gravi indizi di
violazioni lart. 52 d.p.r. n. 633 del 1972, 2o comma. Lart. 12 l. n. 212 del 2000,
Statuto del Contribuente, prevede invece un presupposto molto generale (e non
particolarmente selettivo) per gli accessi nei locali imprenditoriali o professionali:
la sussistenza di effettive esigenze di indagine.
(19) Ad esempio, gli accessi presso banche devono avvenire a cura di funzionari dellAmministrazione finanziaria con qualifica non inferiore a quella di
funzionario tributario e da ufficiali della Guardia di finanza di grado non inferiore
a capitano (art. 33, ultimo comma, d.p.r. n. 600 del 1973).
(20) Ad esempio, in caso di accessi presso banche si prevede (art. 33, ultimo comma, d.p.r. n. 600 del 1973) che le ispezioni e le rilevazioni debbono esse-
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re eseguite alla presenza del responsabile della sede o di un suo delegato e di esse data immediata notizia a cura del predetto responsabile al soggetto interessato. Devono essere assunte cautele necessarie alla riservatezza dei dati acquisiti.
Sono determinate le modalit di esecuzione degli accessi con particolare riferimento al numero massimo dei funzionari e degli ufficiali da impegnare, le operazioni non devono coincidere con gli orari di apertura al pubblico. Pi in generale,
lo Statuto del Contribuente prevede (art. 12) che gli accessi devono di regola
svolgersi durante lorario ordinario di esercizio delle attivit e con modalit tali
da arrecare la minore turbativa possibile, che il contribuente ha diritto di essere
informato delle ragioni che labbiano giustificata e delloggetto che la riguarda,
della facolt di farsi assistere da un professionista, nonch dei suoi diritti e obblighi. La permanenza degli operatori civili o militari dellAmministrazione finanziaria, dovuta a verifiche presso la sede del contribuente, non pu superare i trenta giorni lavorativi, prorogabili per ulteriori trenta giorni.
(21) Ad esempio, sia effettuato un controllo della posizione fiscale del contribuente avvocato e questo opponga la riservatezza di atti concernenti la clientela.
(22) Esempio di responsabilit penale: la costrizione alla rivelazione di un
segreto professionale in assenza di autorizzazione del pubblico ministero.
(23) Rilevandosi che, ovviamente, risarcibile il solo danno ingiusto secondo le regole civilistiche. Difetterebbe di queste caratteristiche il fatto di essere
stati costretti al pagamento del (giusto) tributo. Sarebbe invece ingiusto il danno
conseguente alla rivelazione abusiva di un segreto, il danneggiamento di casseforti aperte illegittimamente, e simili.
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(27) Si veda, rispetto allordinamento francese, la sentenza della Corte Europea dei diritti dellUomo nel caso Ravon vs. Francia 21 febbraio 2008.
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(28) In senso favorevole: Mand, Ancora sullautorizzazione del Procuratore della Repubblica ex art. 52, comma 2, DPR n. 633/1972, in Rass. trib., 1985,
II, 827 ss.; Aiudi, Accesso in abitazioni. Quali limiti allacquisizione di prove, in
Boll. trib., 1987, 421; Giuliani, Violazioni e sanzioni delle leggi tributarie, I, Milano, 1990, 356 ss.; Id., Sulla legittimit dellacquisizione di documenti per la verifica fiscale, cit., 1733; Mondini, Accesso al domicilio ed estensibilit soggettiva,
retro, 1994, II, 881 ss. In vario senso diverso: Santamaria, I poteri ispettivi della
polizia tributaria, retro, 1981, II, 971, nt. 12, il quale sostiene che lautorizzazione allaccesso da parte dellautorit giudiziaria rappresenta una legittimazione di
tipo soggettivo; Albanello, Accesso in abitazioni private: ammissibilit di tutela
giurisdizionale, anche immediata, della libert di domicilio, in Riv. dir. trib.,
1991, II, 388; Manzoni, Potere di accertamento e tutela del contribuente nelle
imposte dirette e nellIva, Milano, 1993, 255 ss.; Schiavolin, Poteri istruttori dellamministrazione finanziaria, in Riv. dir. trib., 915 ss.; Id., Criteri interpretativi
delle norme sulle indagini fiscali: a proposito dei limiti soggettivi al potere di accesso presso abitazioni, in Riv. dir. trib., 1996, 910 ss.; Stufano, Quando illegittimo laccesso nei locali adibiti anche ad abitazione, in Corr. trib., 1995,
1596; Amatucci, Acquisibilit della documentazione di terzo in sede di accesso
domiciliare, in Corr. trib., 1996, 1557 ss.
(29) In tema si vedano Cass., sez. I, sentenza n. 10761 del 14 ottobre 1995;
Cass., sez. I, sentenza n. 153 del 10 gennaio 1996; Cass., sez. V trib., sentenza n.
2775 del 26 febbraio 2001. La tesi opposta era invece stata sostenuta da Comm.
centr., sez. XXV, dec. dell8 giugno 1993, n. 2069, in Corr. trib., 1993, 2824.
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liare, in questo caso, per il fatto che lart. 52 d.p.r. n. 633 prevede
lintervento del P.M. solo ove venga eccepito il segreto professionale.
Per quanto tale segreto sia stabilito nellinteresse del cliente, lobbligo
procedurale scatta solo in caso di eccezione. Ne consegue che, ove il
professionista non eccepisca il segreto n egli n il cliente contribuente potranno dolersi della mancata autorizzazione del P.M. Resta salva,
in questo caso, la responsabilit del professionista, nei rapporti privatistici interni.
prof. ALBERTO MARCHESELLI
Universit di Torino