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GraduateSchoolinStructuralEngineering
Sede:DipartimentodiIngegneriaCivile,Ambientalee
Aerospaziale
UniversitdegliStudidiPalermo
VialedelleScienze,90128Palermo(Italy)
Coordinatore:Prof.LidiaLaMendola
Analisiteoricosperimentaledelcomportamentodi
regionidiffusiveincementoarmato
TesidiDottoratodi
Ing.GiovanniMinaf
Relatore:
Prof.GiuseppeCampione
SettoreDisciplinareICAR09
DottoratodiRicercainIngegneriadelleStruttureXXIIICiclo
Palermo,31Gennaio2012
A mio padre.
INDICE
INTRODUZIONE
1.3.1.Sviluppo storico
15
16
19
36
36
43
44
48
57
58
59
64
70
78
78
80
85
89
90
92
94
99
99
99
107
111
111
116
122
135
136
141
150
152
156
164
167
171
172
175
178
179
181
183
185
CONCLUSIONI
189
BIBLIOGRAFIA
193
INTRODUZIONE
Giovanni Minaf
II
Giovanni Minaf
CAPITOLO 1
1.1
Introduzione
1.2
Giovanni Minaf
a)
b)
Fig. 1-1 Esempi di B e D regions in una struttura: a) civile; b)da ponte.
Capitolo 1
a)
b)
Giovanni Minaf
1.3
La modellazione tirante-puntone
1.3.1
Sviluppo storico
Capitolo 1
Puntoni di calcestruzzo
Tiranti in acciaio
a)
Forza nella staffa
Campo di compressione
b)
Fig. 1-3 Primi approcci alla modellazione tirante-puntone: a) modello di
Ritter (1899); b) Modifica di Morsch (1902) al modello di Ritter.
Giovanni Minaf
Capitolo 1
1.3.2
Giovanni Minaf
Capitolo 1
a)
b)
c)
Giovanni Minaf
10
Capitolo 1
Puntone a collo di
bottiglia
a)
Puntone a ventaglio
b)
Fig. 1-7 Esempio di puntone di calcestruzzo nelle travi alte.
Giovanni Minaf
0.80 f c
0.68 f c
0.51 f c
0.34 f c
I nodi sono, come gi detto, delle zone critiche nelle quali avviene
linterazione tra i tiranti e i puntoni e quindi soggette alla massima
deviazione degli sforzi. Essi rappresentano un volume di calcestruzzo, tale
da circoscrivere i punti di intersezione tra gli assi delle bielle e/o le rette
dazione dei carichi e delle reazioni vincolari. Affinch siano soddisfatte le
equazioni di equilibrio, necessario che convergano in ogni nodo almeno tre
forze.
I nodi possono essere suddivisi in due categorie:
- nodi diffusi: nei quali la deviazione delle forze in essi convergenti non
avviene bruscamente. Essi pertanto si penseranno applicati nelle zone di
intersezione di campi di sforzi diffusi o comunque nei punti in cui la
particolare distribuzione dellarmatura di ancoraggio permette una graduale
deviazione degli sforzi.
12
Capitolo 1
Nodo CCC
Nodo CCT
Nodo CTT
Giovanni Minaf
Nella Tabella 1-2 sono riassunti alcuni valori massimi di tensione per le
varie tipologie di nodi riscontrabili in letteratura (ACI 318-08 e Schlaich et
al.(1987))
Condizioni della regione nodale
Limite della
tensione effettiva
Nodi CCT
0.85 f c '
0.75 f c '
Nodi CTT
0.60 f c
Nodi CCC
0.85 f c '
0.68 f c
Nodi CCC
ACI 318-08
'
'
Schlaich et al.
(1987)
14
Capitolo 1
Nodo idrostatico
F1
s
w
w1
F1
w1
F2
w2
ws
Fs
Fs
1=2=s
1>2>s
+
1=2
(trazione)
1>2
nodo
no taglio
(compressione)
(trazione)
taglio
(compressione)
a)
b)
Fig. 1-9 Geometria e stato tensionale nei nodi idrostatici e non idrostatici
(tradotto da Thompson (2002)).
1.4
15
Giovanni Minaf
16
Capitolo 1
Giovanni Minaf
Capitolo 1
strutturale. Come si evince dalla Fig. 1-12 possibile eliminare queste zone
inerti sagomando lelemento come mostrato in Fig. 1-12b).
b)
a)
19
Giovanni Minaf
1.4.2.1
Guyon (1953)
Guyon ha sviluppato una soluzione teorica sulla base di unanalisi
elastica bidimensionale delle zone di ancoraggio, che ha poi ricondotto a un
pratico metodo di progetto, noto come lanalogia del prisma simmetrico
(Fig. 1-14), tuttora usato in molti paesi. Tale metodo basato su una serie di
indagini fotoelastiche sviluppate da Tesar (1932) per confermare tale teoria
(Fig. 1-13). Oltre a verificare la presenza delle tensioni di fenditura, Tesar
(1932) ha studiato anche le tensioni di spalling. Guyon (1953) ha
dimostrato che la variabile pi importante nel determinare lintensit delle
tensioni il rapporto a/h tra l altezza a della piastra di carico e laltezza h
20
Capitolo 1
T=
F a
1
3 h
(1.1)
Sempre Guyon (1953), molto attento alle implicazioni pratiche dei suoi
studi, ha sviluppato una serie di grafici per assistere il progettista in alcune
delle pi comuni situazioni, quali il singolo cavo rettilineo centrato, il
singolo cavo rettilineo eccentrico e ancoraggi multipli.
21
Giovanni Minaf
La Fig. 1-16 mostra landamento della massima forza di fenditura con cui
si deve dimensionare larmatura, ottenuta per integrazione delle tensioni di
trazione. Guyon (1953) ha dimostrato che i risultati ottenuti per la
precompressione centrata possono essere ancora utilizzati quando la forza
applicata in maniera eccentrica sulla sezione. Landamento delle tensioni
trasversali e la determinazione della forza di fenditura sono riferite in questo
caso non allaltezza h della sezione, ma ad unaltezza a2 pari a 2 volte la
distanza minima del baricentro del cavo dallo spigolo della sezione. La Fig.
1-17 illustra i contour plots delle tensioni trasversali nel caso di carico
eccentrico. Indica chiaramente che le tensioni di fenditura sono limitate al
prisma equivalente. Con eccentricit crescenti, il rapporto a/h usato per il
calcolo delle tensioni di fenditura, tende verso il valore unitario. Le tensioni
di fenditura quindi diminuiscono allaumentare delleccentricit.
Il concetto del prisma simmetrico pu essere applicato anche al caso di
ancoraggi multipli agenti sulla sezione, come mostrato in Fig. 1-18. In
questo caso, i vari prismi simmetrici sono limitati o dalla distanza da uno
spigolo del calcestruzzo o da un prisma adiacente.
22
Capitolo 1
Fig. 1-17 - Contour plots delle tensioni trasversali per un carico eccentrico
(Leonhardt (1985)).
Fig. 1-18 - Metodo delle successive risultanti per il caso di numerosi carichi
concentrati secondo Guyon (1953).
23
Giovanni Minaf
Iyengar (1962)
Iyengar (1962) ha presentato una soluzione teorica per il problema
bidimensionale trovando distribuzioni delle tensioni di fenditura in accordo
con quelli ricavati da Guyon (1953). Sulla base dei suoi studi concluse che il
prisma simmetrico una buona tecnica per modellare in generale la zona di
ancoraggio, ma non fornisce una soluzione accurata vicino al bordo o in
presenza di tensioni longitudinali e di taglio. Insieme a Prabhakava (1971),
ha sviluppato una soluzione elastica tridimensionale per una sezione
circolare con un foro concentrico e ha individuato le tensioni di spalling gi
evidenziate da Guyon (1953). Le tensioni di picco della soluzione elastica di
Guyon (1953) sono circa il 12% pi piccole di quelle determinate da Iyengar
(1962 e 1971).
Sahoo et al. (2009)
Sahoo et al. (2009) hanno recentemente proposto una formulazione
semplificata, basata sullipotesi di comportamento elastico lineare e sul
tracciamento delle isostatiche di compressione. Essi infatti, hanno ipotizzato
di approssimare landamento di questultime attraverso un polinomio di
quinto ordine (Fig. 1-19), i cui coefficienti sono stati determinati imponendo
opportune condizioni al contorno.
n l
nl 4
nl 5
y = l + 5 3 x 3 15
x + 3
x =
4
5
4a
16a
16a
(1.2)
5 ( l b )( b a ) 3 15 ( l b )( b a ) 4 3 ( l b )( b a ) 5
= l+
x
x +
x
4b3a
16b 4 a
16b5a
24
Capitolo 1
y
2b
F
a
b
l
n
x
dT dy
15 n l 15 ( l b )( b a )
= =
=
dF dx x = b 16 a
16ba
Sostituendo dF = f dl =
T=
1.4.2.2
(1.3)
F
nell Eq.(1.3) e integrando si trova:
2a
15F a
a
1 = 0.23F 1
64 b
b
(1.4)
25
Giovanni Minaf
Fig. 1-20 - Analogia della trave su suolo elastico di Lenschow e Sozen (1965).
26
Capitolo 1
27
Giovanni Minaf
1.4.2.3
Indagini foto-elastiche
Le indagini fotoelastiche sono state usate fino agli anni ottanta per
verificare le analisi elastiche. Si ricorda oltre alle indagini di Tesar (1932)
usate dallo stesso Guyon (1953) per convalidare parte dei suoi risultati e i
lavori di Christodoulides (1957), gli studi di Sargious (1960), riportati da
Leonhardt (1964) e lindagine tridimensionale di Rasheeduzzafar et al.
(1984).
Sargious (1960)
Sargious (1960) ha condotto una serie di indagini fotoelastiche
bidimensionali per analizzare leffetto della reazione di appoggio sulla
distribuzione di tensione nelle zone di ancoraggio post-tese di elementi
precompressi. Ha analizzato travi con sezione rettangolare e a T, soggette sia
ad una singola forza eccentrica sia a tre forze, con modesti angoli di
inclinazione. I risultati ottenuti sono riportati in Fig. 1-22. Sargious (1960)
ha evidenziato che la reazione di appoggio diminuisce il valore della
massima tensione trasversale, poich induce tensioni trasversali di
compressione, ma influenza la posizione della tensione massima.
28
Capitolo 1
1.4.2.4
Giovanni Minaf
Capitolo 1
a)
b)
Fig. 1-24 - Analisi di Fenwick e Lee (1986) : a) Modello per lanalisi agli
elementi finiti; b) Deformata e distribuzione delle tensioni longitudinali.
31
Giovanni Minaf
Burdet (1990)
Burdet (1990) ha condotto unanalisi agli elementi finiti in campo
elastico lineare, analizzando diversi tipi di configurazioni: cavo centrato,
eccentrico, inclinato, curvo e gli ancoraggi multipli. Nel caso di una forza di
precompressione centrata, ha studiato linfluenza del rapporto (a/h) tra
32
Capitolo 1
33
Giovanni Minaf
Fig. 1-26 - Modello agli elementi finiti sviluppato da Foster e Rogowsky (1997).
f cc = f c
D
2.5 f c
w
(1.5)
F w 3
T = 1
4 D
(1.6)
Capitolo 1
35
Giovanni Minaf
1.5
Pilastri forati
36
Capitolo 1
37
Giovanni Minaf
1.5.1.1
Una delle prime soluzioni per uno stato tensionale biassiale attorno
unapertura circolare in un corpo elastico, indefinito, omogeneo, isotropo e
infinitamente resistente a taglio, fu fornita da Kirsch (1898). Facendo
38
Capitolo 1
r =
a2
1
a2
a4
p z (1 + k ) 1 2 + (1 k ) 1 4 2 + 3 4 cos 2
2
r
r
r
(1.7)a
a2
1
a4
p z (1 + k ) 1 2 (1 k ) 1 + 3 4 cos 2
2
r
r
(1.7)b
Tensioni tangenziali
r =
1
a2
a4
p z (1 + k ) 1 + 2 2 + 3 4 sin 2
2
r
r
(1.7)c
dove a rappresenta il raggio del foro, r la distanza del generico punto dal
centro e k il rapporto tra tensione orizzontale ph e verticale pz.
39
Giovanni Minaf
= p z (1 + k ) 2 (1 k ) cos 2
(1.8)
= h = p z (3k 1)
(1.9)
= v = p z (3 k)
(1.10)
Capitolo 1
41
Giovanni Minaf
C
C
2b
2a
C
A
A
A = 2z
C = z
A = 0.5 z
C = 2z
A = 5 z
C = z
a
a
A = z 1 + 2 k = z 1 + 2
k
b
A
b
b
C = z k 1 + 2 1 = z k 1 + 2
a
C
42
(1.11)
1
Capitolo 1
1.6
Diversi studi sono stati condotti negli ultimi anni sul comportamento di
travi alte in presenza di fori. La presenza di aperture in elementi
bidimensionali ha infatti diversi riscontri applicativi, come ad esempio la
creazione di aperture per il passaggio di impianti o, in alcuni casi, per veri e
propri varchi. Le prime trattazioni delle travi alte forate prendevano spunto
dalle osservazioni sperimentali di Kong et al. (1973). Gli autori mostrarono
che i fattori principali che influenzano la risposta delle travi alte forate sono:
- il rapporto luce di taglio/altezza delle sezione; - la sezione trasversale; - la
quantit e la disposizione dellarmatura longitudinale e trasversale; - le
propriet del calcestruzzo e dellacciaio; - il tipo e la posizione del carico; la dimensione, la forma e la posizione del foro.
43
Giovanni Minaf
44
Capitolo 1
Fig. 1-34 Quadro fessurativo a rottura di una trave alta con fori rettangolari
(Ray et al.1982).
Fig. 1-35 Quadro fessurativo a rottura di una trave alta con fori circolari
(Ray et al.1982).
Giovanni Minaf
46
Capitolo 1
Le travi alte forate con foro esterno alla luce di taglio invece, possono
essere assimilate a travi non forate come osservato sperimentalmente da
Kong et al.(1970). La posizione del foro quindi il fattore che influenza di
pi la resistenza della trave. Si nota inoltre dalle relazioni carico-freccia
sperimentali che la deformabilit della trave diminuisce se il foro viene
spostato dallappoggio verso la mezzeria della trave, contrariamente alle
usuali aspettative per le travi snelle. Ci dovuto al fatto che la freccia, nelle
travi alte, governata dalle distorsioni da taglio, e quindi la presenza del foro
nella regione di elevato valore del taglio aumenta notevolmente la
deformabilit dellelemento.
Larmatura principale nelle travi alte, non agisce solo come armatura a
flessione ma anche a taglio attraverso leffetto spinotto (dowel effect).
Larmatura secondaria, ad esempio una rete di armatura, controlla
lampiezza delle fessure e la freccia anche se il valore del carico di prima
fessurazione non influenzato dalla presenza delle armature. Una delle
tipologie di armatura trasversale adoperata larmatura inclinata, posizionata
perpendicolarmente al piano di rottura (lesione critica diagonale) (Fig. 1-37).
47
Giovanni Minaf
Capitolo 1
1.6.2.1
Ray (1966)
Ray (1966) ha sviluppato delle formule di progetto per travi alte forate,
usando il criterio di Mohr-Coulomb modificato e la teoria del taglio.
Ipotizzando la formazione delle fessure critiche, la scrittura delle equazioni
di equilibrio conduce alla seguente espressione del carico di rottura per travi
senza armatura trasversale:
P=
2bh c
1
+ 2Ft tan
(1.12)
2
con:
c=
uc ut
2
; tan 0 =
uc ut
2 uc ut
(1.13)
49
Giovanni Minaf
k x
y
P = C1 1 0.35 1 k 2 f ct bh + C2 C2 A s sin 2 1
k 2h
h
(1.14)
50
Capitolo 1
1.6.2.2
Wu e Lee (2009)
Wu e Lee (2009) hanno condotto delle analisi numeriche e prove
sperimentali con lobiettivo di valutare la capacit portante di due travi alte
continue in presenza di fori, progettate mediante modelli strut-and-tie.
a)
b)
Fig. 1-39 Modello di Wu e Lee (2009);
a) Direzioni principali di tensione; b) Modello strut-and-tie.
Giovanni Minaf
1.6.2.3
a)
b)
Fig. 1-40 Meccanismi di rottura in travi alte continue in presenza di fori
(Ashour e Rishi (2000): a) foro posizionato nella luce di taglio interna; b) foro
posizionato nella luce di taglio esterna.
Nel primo meccanismo, che si verifica nel caso in cui il foro sia collocato
nella luce di taglio interna, si ipotizza che la trave si suddivida in tre blocchi
rigidi separati da due linee di frattura (Fig. 1-40a); il blocco rigido centrale
52
Capitolo 1
(blocco II) fisso, mentre il blocco rigido I ruota intorno al punto O, che si
trova sulla verticale dal punto di appoggio.
Nel secondo meccanismo (Fig. 1-40b), relativo al caso di foro
posizionato nella luce di taglio esterna, il blocco centrale rigido II, si muove
verticalmente di un valore , mentre gli altri due blocchi (I e III) vengono
considerati fissi.
In entrambi i casi, gli autori eguagliano lenergia interna dissipata
(calcolata come la somma dei contributi del calcestruzzo e dellacciaio) con
il lavoro compiuto dalle forze esterne, determinando il carico di rottura.
Questo viene espresso in forma adimensionale secondo le seguenti
espressioni:
Primo meccanismo
=
N v
N h
1
(L
r
(1
sin
)
L
r
(1
sin
))
X
+
hjYj
11
1
2 2
2
vi i
X p 2h
i =1
i =1
(1.15)
Secondo meccanismo
+ k
2 sin 1
h sin 1
h sin 3 k =1
(1.16)
53
Giovanni Minaf
1.6.2.4
Modelli strut-and-tie
54
Capitolo 1
F1web =
f wa A wa sin(wa + 4 )
sin(1 4 )
(1.17)
F1node =
con f t1 =
1
(sin(21 ) sin 1 f t1A c1 ) + (1 f c A str1 )
2A s f y sin 2 1
A c1
+2
+ f ct
A c1
yA
(1.18)
(1.19)
55
Giovanni Minaf
Vn = F1node sin 1
(1.20)
56
CAPITOLO 2
PROGRAMMA SPERIMENTALE
2.1
Introduzione
Giovanni Minaf
2.2
P=0.2/0.4 Pmax
P=0.2/0.4 Pmax
Zona da carotare
Acquisizione dati
Direzione del carotaggio
Strain gauges
a)
b)
c)
58
Capitolo 2
Programma sperimentale
2.2.1
59
Giovanni Minaf
Armatura
n. di
provini
2
2
2
2
Barre
longitudinali
Staffe
n. di
provini
Carico
applicato
(% del
carico di
rottura
teorico)
4 12 mm
4 12 mm
6 6 mm
6 6 mm
1
1
1
1
20%
20%
40%
40%
Prova di
compressione a
rottura
Intero
Forato
1
1
-
1
1
-
Capitolo 2
Programma sperimentale
a)
b)
Fig. 2-2 Casseformi adoperate
61
Giovanni Minaf
150
150
50
300
600
100
150
6/150
4 12
Quantit (kg/m3)
350
180
1100
800
3.5 litri (1% del peso in cemento)
62
Capitolo 2
Programma sperimentale
Pilastri armati
n.
Sigla
2
1A,2A
2
3A,4A
n.
1
1
1
1
Cubi
Sigla
C1
C2
C3
C4
63
n.
3
5
2
2
Cilindri
Sigla
1,2,3
4,5,6,7,8
9,10
11,12
Giovanni Minaf
Dopo 24 ore dal getto i cubi sono stati disarmati e messi a stagionare
insieme ai cilindri in camera umida, dove sono soggetti ad una temperatura
di 20 2 C e ad una umidit relativa superiore al 95%, per un periodo
medio di 28 giorni. Le colonne sono state invece coperte con teli di iuta
costantemente umidificati nei primi giorni di maturazione per evitare
levaporazione rapida dellacqua dimpasto, disarmate dopo una decina di
giorni e messe a stagionare a temperatura ambiente (Fig. 2-5).
2.2.2
64
Capitolo 2
Programma sperimentale
Giovanni Minaf
pressa. La traversa inoltre dotata di uno snodo sferico che permette alla
piastra superiore e quindi alla macchina di adattarsi alle superfici del provino
da testare qualora queste presentassero delle piccole irregolarit. Alla
traversa inferiore, che in realt un pistone cilindrico, invece collegata la
cella di carico che muovendosi verso lalto permette di applicare il carico.
Sia la macchina di trazione che quella di compressione sono gestite da
una centralina elettronica e sono interfacciate con lutente tramite un
Personal Computer dotato del software LTWin, il quale consente di rilevare
gli spostamenti dei piatti della pressa durante le prove, oltre che rilevare il
carico applicato.
Ulteriori strumenti per lacquisizione degli spostamento sono stati
adottati durante le prove. Infatti, in una prova di sovracarotaggio superficiale
appare di fondamentale importanza lacquisizione in tempo reale delle
deformazioni della carota isolata che si registrano durante gli avanzamenti
della carotatrice. Tale funzione stata affidata alla catena di acquisizione
dati costituita da: strain gauges LY41-50/120, centralina di acquisizione dati
Spider 8 ed il software Catman Professional 5.0.
La misura delle deformazioni della carota avvenuta mediante trasduttori
estensimetrici passivi (strain gauges) provvisti di una tensione di
alimentazione. Uno strain gauge trasforma una variazione relativa di
lunghezza in una variazione relativa di resistenza secondo il cosiddetto
Gauge Factor, inteso come il rapporto tra la variazione di resistenza e la
deformazione. I valori pi comuni di tale parametro sono compresi tra 1.8 e
2.2.
Nel caso specifico si sono adoperati degli strain gauges lineari con
collegamento a semiponte LY41-50/120 della lunghezza di 50 mm, aventi
resistenza di 120 , un Gauge Factor di 2.11 e una tensione di alimentazione
massima di 12 V (Fig. 2-7).
66
Capitolo 2
Programma sperimentale
Giovanni Minaf
Capitolo 2
Programma sperimentale
a)
b)
c)
Giovanni Minaf
2.2.3
Capitolo 2
Programma sperimentale
a)
b)
Fig. 2-11 - Prove di trazione sulle barre: a)barra da 6 mm; b) barra da 12 mm.
A gt = A g +
ft
100
E
(2.1)
71
Giovanni Minaf
A
2
(mm )
27.77
28.54
116.69
117.20
(mm)
6
6
12
12
P/L
fy
ft
Ag
Agt
(g/m)
218
224
916
920
(MPa)
478.9
475.8
461.4
476.3
(MPa)
587.0
569.0
543.1
546.4
(%)
24.7
26.0
26.7
27.5
(%)
25.0
26.3
26.9
27.8
[MPa]
500
400
300
200
FE1
FE2
100
0
0
0.05
0.1
0.15
72
Capitolo 2
Programma sperimentale
700
600
[MPa]
500
400
300
200
FE3
FE4
100
0
0
0.05
0.1
0.15
Giovanni Minaf
74
Capitolo 2
Programma sperimentale
25
[MPa]
20
15
10
Cubo 1
Cubo 2
Cubo 3
Cubo 4
5
0
0
0.005
0.01
0.015
0.02
Giovanni Minaf
Parametri meccanici
F
fc
fcm
(kN) (Mpa) (Mpa)
97,34 13,20
115,34 15,77 15,27
124,54 16,85
110,92 15,32
100,68 13,77
107,34 14,88 15,00
134,5 18,76
91,1
12,29
74,54 10,22
9,47
64,08
8,73
89,76 12,01
13,92
118,16 15,83
76
Capitolo 2
Programma sperimentale
25
[MPa]
20
15
10
Cilindro 1
Cilindro 2
Cilindro 3
0
0
0.005
0.01
0.015
0.02
a)
25
[MPa]
20
15
10
Cilindro 4
Cilindro 5
Cilindro 6
Cilindro 7
Cilindro 8
0
0
0.005
0.01
0.015
0.02
b)
Fig. 2-16 Curve tensione-deformazione per i cilindri:
a)primo getto; b) secondo getto.
77
Giovanni Minaf
2.3
78
Capitolo 2
Programma sperimentale
6/150 mm
n.8 8
n.4 8
a)
b)
79
Giovanni Minaf
Serie
Prima
serie
Armature
presenti
diametro foro
[mm]
a
[mm]
4 8 mm long.,
staffe 6/150
4 8 mm long.,
staffe 6/150
No
No
No
350
175
116.7
350
350
350
800
800
800
150
150
150
No
350
350
800
150
No
175
350
800
150
No
No
116.7
450
350
450
800
800
150
150
4 8 mm long.,
staffe 6/150
8 8 mm long.,
staffe 6/150
Seconda
serie
8 8 mm long.,
staffe 6/150
8 8 mm long.,
staffe 6/150
b
h
t
[mm] [mm] [mm]
No
450
450
800
150
100 centrato
450
450
800
150
100 centrato
450
450
800
150
100 eccentrico
450
450
800
150
Capitolo 2
Programma sperimentale
La traversa inoltre dotata di uno snodo sferico che permette alla piastra
superiore e quindi alla macchina di adattarsi alle superfici del provino da
testare qualora queste presentassero delle piccole irregolarit.
Alla traversa inferiore, che in realt un pistone cilindrico avente corsa
massima pari a 10 cm e velocit minima pari a 0.1 mm/min, invece
collegata la cella di carico da 4000 kN che muovendosi verso lalto permette
di applicare il carico. I piatti della macchina, aventi dimensione 42x52 cm,
distano tra loro da un minimo di 15 cm ad un massimo di 150 cm. Questa
macchina, come prima detto, permette di effettuare prove di compressione
monotoniche e cicliche condotte a controllo di forza e/o di spostamento. Nel
primo caso la forza viene controllata dalla cella di carico mentre nel secondo
caso lo spostamento controllato dal pistone della macchina (dotato di
trasduttore interno), da un trasduttore esterno (modello WA dellHBM)
avente una corsa massima di 2 cm e velocit minima di 0.01 mm/min e
anche da una coppia di trasduttori esterni (modello DD1 dellHBM) che
81
Giovanni Minaf
82
Capitolo 2
Programma sperimentale
35 cm
15 cm
15 cm
LVDT 2
LVDT 1
4 cm
4 cm
LVDT 4
LVDT 3
80 cm
80 cm
27 cm
70 cm
48 cm
27 cm
70 cm
48 cm
FRONT SIDE
REAR SIDE
83
Giovanni Minaf
Due comparatori (uno per ogni faccia) sono stati disposti a distanza 0.1 H
ed uno a distanza 0.6 H (entrambe misurate dalla parte superiore). Le loro
posizioni sono state scelte per misurare gli spostamenti orizzontali in due
zone differenti, dove le condizioni biassiali dello sforzo (compressionecompressione nella zona superiore e compressione-trazione nella zona pi
bassa) sono previste. I provini sono stati soggetti a compressione utilizzando
sulla parte inferiore un piatto d'acciaio, avente la stessa dimensione della
sezione trasversale delle colonne sulla parte inferiore; sulla parte superiore si
utilizza un piatto d'acciaio spesso 50 millimetri ed avente profondit 150
millimetri (ovvero pari alla stessa profondit dei campioni) e lunghezza
uguale alla met e ad un terzo del lato dei provini che corrispondono
rispettivamente ai rapporti di carico 1, 2, 3.
Nei campioni della seconda serie (elementi forati) laccorciamento assiale
stato misurato fra il piatto in cui viene applicata la forza e su una lunghezza
di riferimento di 100 millimetri che corrispondono al diametro del foro.
Sono stati disposti dieci LVDTs, cinque per faccia, disposti come mostrato
in Fig. 2-21.
84
Capitolo 2
Programma sperimentale
Giovanni Minaf
(mm)
6
6
6
8
8
8
A
2
(mm )
27.77
28.54
27.81
53.4
55.2
52.5
P/L
fy
ft
Ag
A gt
(g/m)
218
224
218
419
433
412
(MPa)
471
476
473
530
508
532
(MPa)
592
584
478
610
615
608
(%)
9.40
8.41
8.52
4.21
4.81
5.82
(%)
9.68
8.69
8.75
4.5
5.1
6.11
[MPa]
500
400
300
200
1d8
2d8
3d8
100
0
0
0.02
0.04
0.06
0.08
86
Capitolo 2
Programma sperimentale
87
Giovanni Minaf
Parametri fisici
Peso
Getto
Provino
(g)
2830
3178
3082
3465
3500
3421
3576
3256
3567
3622
3631
3644
3478
3670
1889
1A
1B
1C
2A
2B
2C
3A
3B
3C
4A
4B
4C
5A
5B
5C
Parametri meccanici
Mv
3
(kg/m )
2251
2208
2212
2221
2201
2203
2219
2205
2210
2219
2223
2231
2300
2250
2243
fc
fcm
(kN)
73.17
73.17
71.23
170.11
129.90
172.00
82.74
92.52
78.83
167.74
174.28
191.69
232.74
269.75
(MPa)
11.36
10.21
10.02
20.4
15.38
20.12
9.8
11.78
9.31
20.12
21.01
24.47
27.54
32.23
(MPa)
10.53
18.63
10.30
20.57
28.08
[MPa]
20
15
10
1A
1B
1C
0
0
0.005
0.01
a)
88
0.015
0.02
Capitolo 2
Programma sperimentale
25
[MPa]
20
15
10
2A
2B
2C
0
0
0.005
0.01
0.015
0.02
b)
Fig. 2-24 Curve tensione-deformazione peri cilindri di calcestruzzo: a)primo
getto; b) secondo getto.
2.4
89
Giovanni Minaf
273
a = 131.6
273.5
Piastra di carico
(200x100x20)
t = 200
1+18
H = 480
1+18
96
165
240
159
Yo
d = 100
Piastra di appoggio
(200x100x20)
Xo
141.5
l = 537
141.5
L = 820
90
Capitolo 2
Programma sperimentale
Posizione
Arm.
Long
del foro
Arm.trasv. Arm.trasv.
orizz.
vert.
Xo
Yo
1
2
3
4
(mm)
207.5
410
-
(mm)
240
240
-
(mm)
218
218
sh (mm)
-
sv (mm)
8/165
207.5
240
218
6
7
8
9
10
207.5
410
410
207.5
410
240
240
240
240
240
218
218
218
218
218
8/159
8/159
8/165
8/165
8/165
8/165
Prov.
91
Giovanni Minaf
92
Capitolo 2
Programma sperimentale
Load cell
Threaded column
Sliding plate
Upper steel
spreader beam
LVDT 4
LVDT 5
Hinges and
loading plates
LVDT 1
LVDT 2
Test specimen
LVDT 3
Hinge and
supporting plate
Strong floor
Ai fini del calcolo della freccia effettiva, sono stati disposti due ulteriori
dispositivi lungo lestradosso della trave (LVDT 4 e 5 in Fig. 2-27), aventi
lo scopo di valutare lo schiacciamento del calcestruzzo agli appoggi. Infatti
come noto, nel caso di elementi molto tozzi (a/H<0.5), gli ordini di
grandezza delle misure di tale schiacciamento e della freccia della trave sono
confrontabili. Il valore di spostamento rilevato dal comparatore 3, sarebbe
quindi influenzato dagli schiacciamenti che subiscono gli appoggi. Il valore
della freccia effettiva verr valutato come la differenza tra il valore registrato
mediante il comparatore 3 e quello desunto dalla media dei valori rilevati dai
93
Giovanni Minaf
a)
b)
Fig. 2-28 Dettagli dei comparatori; a) LVDT 1; b) LVDT 2.
Nessun dispositivo stato montato sul lato rear del provino in modo da
poter seguire pi chiaramente levoluzione del quadro fessurativo. Tutte le
misure sono state registrate attraverso il sistema descritto al par. 2.3.2.
Capitolo 2
Programma sperimentale
d nom
P/L
fy
ft
Ag
Agt
(mm)
8
8
8
18
18
18
(mm2)
52.30
55.1
54.5
256.3
255.6
255.4
(g/m)
411
433
428
2012
2006
2005
(MPa)
430
432
503
605
606
604
(MPa)
592
572
597
743
747
747
(%)
17.22
6.36
11.02
5.18
5.07
4.40
(%)
17.5
6.63
11.3
5.53
5.43
4.76
[MPa]
600
500
400
300
200
1-d8
2-d8
3-d8
100
0
0
10
(%)
a)
95
15
20
Giovanni Minaf
800
700
[MPa]
600
500
400
300
200
1-d18
2-d18
3-d18
100
0
0
10
15
20
(%)
b)
f ct =
2P
dL
96
(2.2)
Capitolo 2
Programma sperimentale
Traversa rigida
giunto sferico
LVDT
10X10X200 mm
100X200 mm
(g)
7532
7518
7570
7410
7504
7550
7420
7440
7399
7425
Mv
3
(kg/m )
2232
2228
2243
2196
2223
2237
2199
2204
2192
2200
Parametri meccanici
F
Rc
(kN)
540
530
540
500
530
520
510
560
550
570
(MPa)
28.80
28.27
28.80
26.67
28.27
27.73
27.20
29.87
29.33
30.40
97
Giovanni Minaf
Parametri fisici
Peso
Provino
CIL1
CIL2
CIL3
CIL4
CIL5
(g)
3235
3215
3170
3205
3200
Mv
3
(kg/m )
2232
2201
2274
2270
2256
Parametri meccanici
F
fc
(kN)
140
160
130
172
170
(MPa)
19.37
21.76
18.38
24.31
23.80
Parametri fisici
Peso
Provino
CIL6
CIL7
CIL8
CIL9
CIL10
(g)
3235
3215
3225
3225
3255
Mv
3
(kg/m )
2210
2264
2259
2266
2278
Parametri meccanici
F
fct
(kN)
30
80
90
80
75
(MPa)
0.99
2.68
3.00
2.68
2.50
98
CAPITOLO 3
RISULTATI SPERIMENTALI
3.1
Introduzione
3.2
Prove di sovracarotaggio e di
compressione a rottura su elementi in c.a.
3.2.1
Prove di sovracarotaggio
I due provini non armati oggetto desame sono stati sottoposti ad una
compressione centrata rispettivamente pari ad unaliquota del carico di
Giovanni Minaf
rottura (Load Factor, LF) del 20% (LF=0.2) e del 40% (LF=0.4). Si sono
scelti prudenzialmente tali livelli di carico basandosi sui risultati di analisi
numeriche, dalle quali si riscontra una perdita di capacit resistente
dellelemento strutturale compresso dovuta al foro pari a circa il 40%.
Per gli elementi non armati (provino 1 e 2), considerato che la resistenza
cilindrica a compressione media era circa 13 MPa (vedi capitolo precedente),
i due livelli di carico applicati sono stati pari rispettivamente a 99.5 kN
(LF=0.2) e 198.9 kN (LF=0.4), a cui corrispondono due tensioni normali
medie pari a 2.21 MPa (20%) e 4.42 MPa (40%).
La profondit complessiva del carotaggio (somma dei successivi
avanzamenti) stata definita in modo da ottenere una sufficiente
stabilizzazione delle deformazioni misurate, raggiungendo cio quella
situazione (idealmente asintotica) nella quale ulteriori avanzamenti del
carotaggio non provochino apprezzabili variazioni dello stato deformativo
misurato in superficie. Infatti, pi lulteriore modifica al sistema meccanico
(sorgente) si allontana dalla superficie sede delle misure, pi il segnale
che raggiunge tale superficie risulta smorzato. Tale profondit di
stabilizzazione risulta in generale dello stesso ordine di grandezza del
diametro della carota (si pensi al ben noto principio di De Saint Venant della
teoria delle travi). Nel caso considerato, sono stati adottati degli step di
avanzamento del carotaggio di 10 mm, per una profondit complessiva
variabile tra i 120 mm e lintero spessore del provino (150 mm).
Quando il carotaggio non stato effettuato per lintera profondit si
successivamente proceduto alla rimozione manuale della carota.
Si riportano di seguito (Tabella 3-1, Fig. 3-1), i valori misurati delle
deformazioni al variare della profondit di sovracarotaggio e del tempo di
acquisizione, sia in forma grafica che tabellare.
100
Capitolo 3
Risultati sperimentali
Deformazioni ()
Tempo Profondit
(sec)
(mm)
Orizzontale Obliquo Verticale
0
0
0
0
0
103
10
-4.891
4.436
-9.213
121
20
17.744
25.137
8.872
136
30
22.408
31.507
21.611
151
40
21.498
28.891
27.299
166
50
19.223
29.460
17.858
180
60
17.289
27.754
12.967
197
70
16.152
27.299
17.517
211
80
14.787
26.730
17.403
227
90
12.626
26.161
20.474
241
100
11.033
25.365
11.943
252
110
10.237
24.910
10.351
269
120
8.986
24.796
16.379
282
130
8.190
24.796
16.720
298
140
7.507
24.910
14.900
a)
Deformazioni ()
Tempo Profondit
(sec)
(mm)
Orizzontale Obliquo Verticale
0
0
0
0
0
34
10
23.204
23.204
23.318
54
20
57.555
65.289
77.687
71
30
66.540
91.678 113.630
87
40
58.578
98.047 128.645
103
50
50.502
94.408 130.009
120
60
43.564
89.972 126.483
138
70
39.469
84.626 120.796
155
80
40.038
83.602 118.180
170
90
40.493
82.009 115.450
187
100
40.720
79.735 112.265
204
110
43.336
78.711 111.128
224
120
45.043
79.962 111.014
b)
Tabella 3-1 Risultati della prova di sovracarotaggio su provini non armati;
a) Provino 1 (LF=0.2); b) Provino 2 (LF=0.4).
101
deformazioni ()
Giovanni Minaf
140
120
100
80
60
40
20
0
0
20
40
60
80
100
120
a)
Diagonale
Verticale
deformazioni ()
140
120
100
80
60
40
20
0
0
b)
20
40
60
80
Orizzontale
Diagonale
100
120
Verticale
Fig. 3-1 Deformazioni rilevate nei provini non armati; a) Provino 1 (LF=0.2);
b) Provino 2 (LF=0.4).
102
Capitolo 3
Risultati sperimentali
Deformazioni ()
Tempo Profondit
(sec)
(mm)
Orizzontale Obliquo Verticale
0
0
0.000
0.000
0.000
36
10
-4.777
4.777
5.346
54
20
-3.299
8.645
12.512
74
30
-0.796
16.152
23.886
93
40
-1.820
16.834
26.730
109
50
-3.981
14.900
25.024
126
60
-6.597
12.284
21.953
149
70
-5.573
12.512
22.066
168
80
-5.801
11.829
20.929
183
90
-5.346
11.602
20.019
199
100
-4.550
11.716
19.678
216
110
-4.322
11.261
18.540
235
120
-3.299
11.716
18.768
a)
Deformazioni ()
Tempo Profondit
(sec)
(mm)
Orizzontale Obliquo Verticale
0
0
0
0
0
28
10
-1.706
-3.526
-0.796
43
20
2.389
-1.251
8.531
62
30
7.393
2.616
19.678
83
40
3.754
2.502
27.526
100
50
0.114
1.137
28.436
119
60
-1.024
1.251
28.664
138
70
-0.455
1.479
27.299
155
80
0.569
1.479
24.341
169
90
1.251
0.910
21.953
182
100
2.161
-0.455
18.313
195
110
3.185
-0.455
16.834
214
120
5.232
0.569
16.038
228
130
5.346
0.341
14.787
244
140
6.597
-0.227
13.194
255
150
6.597
-0.114
12.398
b)
Tabella 3-2 Risultati della prova di sovracarotaggio su provini armati; a)
Provino 1A (LF=0.2); b) Provino 2A (LF=0.4).
103
deformazioni ( )
Giovanni Minaf
140
120
100
80
60
40
20
0
0
20
40
60
80
100
Profondit carotaggio (mm)
Orizzontale
deformazioni ()
a)
Diagonale
120
Verticale
140
120
100
80
60
40
20
0
0
20
40
60
80
100
Profondit carotaggio (mm)
Orizzontale
Obliquo
120
Verticale
b)
Fig. 3-2 Deformazioni rilevate nei provini armati; a) Provino 1A (LF=0.2); b)
Provino 2A (LF=0.4).
E cm
( x + y )
(1 2 )
E cm
=
( y + x )
(1 2 )
xx =
yy
(3.1)
Capitolo 3
Risultati sperimentali
E cm
f
= 22000 cm
10
0,3
(3.2)
f cm (t) = cc (t) f cm
cc (t) = e
28 1/2
s1
t
(3.3)
0.3
f (t)
E cm (t) = cm E cm
f cm
dove t espresso in numero di giorni ed s un coefficiente pari a 0.2 per
calcestruzzi con cemento ad alta resistenza, 0.25 per calcestruzzo con
cemento a normale resistenza o 0.38 per calcestruzzi a lento indurimento.
Si riportano in Fig. 3-3 le tensioni calcolate come funzione della
profondit di carotaggio.
105
Giovanni Minaf
7
6
(MPa)
Misurato (LF=0.4)
3
Tensione applicata (20% del carico di rottura)
2
1
Misurato (LF=0.2)
0
0
20
a)
40
60
80
100
120
7
Tensione applicata (40% del carico di rottura)
(MPa)
5
4
Tensione applicata (20% del carico di rottura)
3
2
Misurato (LF=0.4)
Misurato (LF=0.2)
1
0
0
b)
20
40
60
80
100
120
Capitolo 3
Risultati sperimentali
Per bassi livelli di carico (inferiori al 20% del carico di rottura), la tecnica
pu essere adoperata correttamente per la misura delle tensioni in fase
elastica, mentre per livelli di sforzo superiori, la forte non linearit del
comportamento del calcestruzzo e lintensificazione degli sforzi sul bordo
del foro falsificano la misurazione effettuata. Conseguentemente sempre
opportuno effettuare una stima preliminare dei carichi sullelemento
strutturale da monitorare.
Anche la resistenza del calcestruzzo pu influire sullesito della prova.
Infatti, come noto la linearit della legge costitutiva del calcestruzzo
aumenta allincrementare della sua resistenza; in particolare, i calcestruzzi
ad alta resistenza mostrano un comportamento lineare ed elasto-fragile fino a
rottura. Una valutazione preliminare della resistenza del calcestruzzo, ad
esempio tramite indagini non distruttive, potrebbe dare utili indicazioni
riguardanti lapplicabilit della tecnica del sovracarotaggio.
In definitiva la tecnica applicabile a strutture con livelli di carico bassi,
come ad esempio le strutture massicce in c.a. (dighe, muri di sostegno, pareti
sismiche etc.) ed tanto pi affidabile quanto maggiore la resistenza del
calcestruzzo. Tuttavia lo sviluppo di metodi diversi per lacquisizione dei
dati ed il perfezionamento della tecnica attraverso ulteriori indagini
sperimentali potrebbero far superare gli attuali limiti di applicabilit,
rendendo il sovracarotaggio una prova particolarmente utile per la
valutazione della sicurezza delle strutture in c.a. esistenti.
Giovanni Minaf
per i pilastri non armati, e uno per quelli armati; per ogni getto stato
praticato un foro da 100 mm tramite carotaggio in un solo pilastro in modo
da valutare, a parit di caratteristiche geometriche e meccaniche, leffetto del
foro sulla riduzione della capacit portante e della deformabilit di un
elemento strutturale compresso. Dei quattro pilastri non armati confezionati,
i pilastri 1 e 2 sono stati sottoposti precedentemente ad una prova di
sovracarotaggio superficiale, e pertanto la prova di compressione per essi
parte dal livello di carico adottato precedentemente stabilito. Il pilastro 2
inoltre caratterizzato da un foro non passante. Le colonne hanno avuto
modalit di rottura simili, con lesioni diagonali che si originavano agli
spigoli, in testa ed al piede del provino, e che si propagavano in maniera
instabile sino al contorno del foro (Fig. 3-4).
a)
b)
c)
d)
Fig. 3-4 Provini non armati a rottura;
108
Capitolo 3
Risultati sperimentali
20
[MPa]
16
12
8
4
0
0
0.1
0.2
0.3
-%
0.4
0.5
0.6
Giovanni Minaf
a)
b)
c)
d)
Fig. 3-6 Provini armati a rottura;
Capitolo 3
Risultati sperimentali
esibito una riduzione di capacit portante del 14% (Fmax=873 kN), mentre
per il provino 2A (LF=0.4) il carico massimo si ridotto del 20%
(Fmax=808.4 kN).
24
20
[MPa]
16
12
8
Pilastro 1A (Sovracarotato LF=0.2)
Pilastro 2A (Sovracarotato LF=0.4)
0
0
0.1
0.2
0.3
-%
0.4
0.5
0.6
3.3
111
Giovanni Minaf
=1
Carico [kN]
1200
1000
800
=2
600
=3
400
200
0
0
0.5
1.5
2.5
3.5
Capitolo 3
Risultati sperimentali
a)
b)
c)
Fig. 3-9 Meccanismi di rottura di elementi non armati; a) =1; b) =2; c) =3.
113
Giovanni Minaf
a)
b)
c)
114
Capitolo 3
Risultati sperimentali
1600
=1
1400
1200
=2
Carico [kN]
1000
=3
800
600
400
200
0
0
0.5
1.5
2.5
3.5
400
800
600
Carico(kN)
600
1000
LVDT 1
LVDT 2
LVDT 3
LVDT 4
800
400
200
200
a)
-4
-3
-2
-1
Espansione laterale (mm)
b)
-4
-3
-2
-1
Espansione laterale (mm)
Fig. 3-12 Curve carico-espansione laterale per elementi caricati con =3;
a) provino non armato; b) provino armato.
115
Carico(kN)
1000
LVDT 1
LVDT 2
LVDT 3
LVDT 4
Giovanni Minaf
116
Capitolo 3
Risultati sperimentali
1200
Prova 1
Prova 2
1000
Carico [kN]
800
600
400
200
0
0
0.5
1.5
1.5
a)
1200
LVDTs sul foro
1000
Carico [kN]
800
600
400
200
0
0
b)
0.5
117
Giovanni Minaf
Capitolo 3
Risultati sperimentali
1000
Carico [kN]
800
600
400
Prova 1
200
Prova 2
0
0
0.5
1.5
1.5
a)
1200
LVDTs sul foro
1000
Carico [kN]
800
600
400
200
0
0
b)
0.5
119
Giovanni Minaf
Nel caso di pilastro forato si osserva una significativa riduzione del carico
di rottura di circa il 40%. Anche in questo caso tale valore maggiore del
rapporto tra larea della sezione forata rispetto a quella integra.
Dallandamento delle curve si evince che le letture dei comparatori posti
al di la del foro mostrano valori tra loro prossimi e pi piccoli di quelli dei
comparatori posti sul foro ove leffetto di disturbo anche in termini
deformativi pi marcato.
Come ultimo caso esaminato si riportano in Fig. 3-16 le curve caricoaccorciamento dei provini armati in presenza di foro eccentrico. In questo
caso si osserva che a causa del foro eccentrico si ha modesta ulteriore
riduzione di resistenza rispetto a quella di foro centrato. Le deformazioni di
picco in prossimit della zona non forata rientrano sempre nei valori attesi
per il calcestruzzo non confinato (circa lo 0.2%).
1200
LVDTs sul foro
1000
LVDTs esterni al foro
Carico [kN]
800
600
400
200
0
0
0.5
1.5
Fig. 3-16 Curve carico-accorciamento per gli elementi armati con foro
eccentrico.
120
Capitolo 3
Risultati sperimentali
spostamenti letti dai comparatori nelle diverse posizioni sono poi stati
collegati nei grafici mediante una curva interpolante.
In particolare in Fig. 3-17a) si riporta il caso di pilastro con foro centrato
per elementi armati e non armati; si osserva che landamento degli
spostamenti in corrispondenza di comparatori laterali e di quello centrale
sono sostanzialmente diversi al variare del livello di carico esaminato.
1.6
Armati
1.4
Pmax
Non armati
1.2
1
0.8
0.6
1/3Pmax
0.4
2/3Pmax
0.2
0
0
100
a)
200
300
400
lunghezza [mm]
1.2
Pmax
0.8
0.6
0.4
2/3Pmax
1/3Pmax
0.2
0
0
100
200
b)
300
400
lunghezza [mm]
Fig. 3-17 Andamento degli spostamenti nella sezione con il foro; a) Foro
centrato; b) Foro eccentrico.
121
Giovanni Minaf
3.4
122
Capitolo 3
Risultati sperimentali
a)
b)
Fig. 3-18 Meccanismi di rottura delle travi senza foro;
a) Provino 3B; b) Provino 4A.
123
Giovanni Minaf
a)
b)
c)
Fig. 3-19 Meccanismi di rottura delle travi con foro centrale;
a) Provino 7B; b) Provino 8A; c) Provino 10A.
124
Capitolo 3
Risultati sperimentali
a)
b)
c)
Fig. 3-20 Meccanismi di rottura delle travi con foro interno alla luce di taglio;
a) Provino 5A; b) Provino 6B; c) Provino 9A.
Giovanni Minaf
direzione tangente ai bordi del foro. In tutti i casi, le due lesioni principali
sono partite dal bordo interno della piastra di appoggio e da quello esterno
della piastra di carico, in maniera antisimmetrica rispetto allasse del
puntone. I valori medi dei carichi di rottura sono stati 783.3 kN per il
provino 5, 781.5 kN per il provino 6 e 985.8 kN per il provino 9.
La Fig. 3-21 mostra le curve carico-freccia ottenute per le travi testate e
raccolte in tre grafici sulla base della disposizione delle armature. Tutte le
curve rappresentano i valori medi di ogni coppia di provini A e B.
1400
1200
1000
Provino 7
800
Provino 5
Provino 3
600
400
200
0
0
0.5
1.5
2.5
3.5
Freccia [mm]
a)
1400
1200
Provino 8
1000
Provino 4
800
600
Provino 6
400
200
0
0
0.5
1.5
2
Freccia [mm]
b)
126
2.5
3.5
Capitolo 3
Risultati sperimentali
1400
1200
Provino 10
1000
Provino 9
800
600
400
200
0
0
c)
0.5
1.5
2.5
3.5
Freccia [mm]
La Fig. 3-21a) mostra le curve ottenute per travi con sola armatura
longitudinale. Landamento delle curve, a meno di un tratto non lineare
dovuto allassestamento del macchinario di prova, presenta una fase iniziale
lineare, seguita successivamente da una progressiva non linearit dovuta
allinsorgere delle fessure. I provini 3 e 7 mostrano inoltre due carichi di
picco simili, mettendo in luce come la presenza di un foro nella zona
centrale sia poco influente ai fini della capacit portante. Diversamente, il
provino 5 manifesta una rigidezza inferiore, ed a parit di freccia ultima
rispetto al provino 7 mostra un carico ultimo ridotto.
In Fig. 3-21 b) si nota come le curve relative ad elementi armati con
armatura longitudinale e staffe verticali abbiano rigidezze simili; anche in tal
caso si registra una differenza molto piccola tra il carico di rottura della trave
con foro al centro (provino 8) e la trave integra (provino 4), confermando
che la presenza del foro in tale zona non influisce sulla capacit portante e
sulla freccia ultima. Inoltre, analogamente a quanto evidenziato per le travi
senza staffe, il provino con foro nella luce di taglio (provino 6), manifesta un
127
Giovanni Minaf
carico ultimo ridotto di circa il 30% rispetto alle altre travi con analoga
armatura.
La Fig. 3-21 c) mostra le curve relative ad elementi con armatura
longitudinale e trasversale costituita da staffe orizzontali e verticali. Le due
curve hanno pendenze simili e mostrano un comportamento pi
marcatamente non lineare rispetto a quelle mostrate in Fig. 3-21 a) e b),
indicando la maggiore diffusione di lesioni nellelemento prima della rottura.
Il confronto tra il provino con foro interno alla luce di taglio (provino 9) e
quello con foro in zona centrale (provino 10) ha evidenziato una riduzione
della capacit portante di circa il 18%.
Confrontando i carichi di picco si nota che il provino 4 ha esibito un
valore di rottura di circa il 15% pi grande dellanalogo provino senza staffe
(provino 3). Le travi 8 e 10 hanno manifestato valori simili del carico
massimo che differiva di circa il 20% con quello del provino 3 che aveva
solo armatura longitudinale. Inoltre il provino 6, con foro interno alla luce di
taglio e armato con staffe verticali, e il provino 5, analogo al provino 6 ma
senza staffe, hanno raggiunto la rottura per valori molto simili del carico,
evidenziando linefficacia delle staffe verticali quando il foro intercetta il
flusso principale delle tensioni.
Le letture dei comparatori 1 e 2 hanno consentito di ricavare utili
indicazioni riguardanti il coefficiente di softening del calcestruzzo.
infatti noto dalla letteratura e confermato da sperimentazioni relativamente
recenti, che quando il calcestruzzo soggetto ad una trazione trasversale che
induce la fessurazione, leffettiva resistenza a compressione pi bassa
rispetto al valore misurato sui cilindri. Essendo il coefficiente di softening (o
coefficiente di efficacia del calcestruzzo) funzione dellintensit della
trazione trasversale, esso dipender dal rapporto a/H tra la luce di taglio e
laltezza della trave, differentemente da quanto previsto in alcune normative
internazionali che prevedono un valore costante (ACI 318-08).
128
Capitolo 3
Risultati sperimentali
1400
Carico [kN]
1200
LVDT 1
LVDT 2
LVDT 21000
LVDT 1
800
600
400
Provino 7A
Provino7B
200
0
-0.005
a)
0.005
0.01
0.015
Deformazione [mm/mm]
0.02
1400
Carico [kN]
LVDT 2
1200
LVDT 1
LVDT 2
LVDT 1
1000
800
600
400
Provino 8A
Provino 8B
200
0
-0.005
b)
0.005
0.01
0.015
Deformazione [mm/mm]
129
0.02
Giovanni Minaf
1400
Carico [kN]
LVDT 2
LVDT 1
1200
LVDT 2
LVDT 1
1000
800
600
400
Provino 10A
Provino10B
200
0
-0.005
c)
0.005
0.01
0.015
Deformazione [mm/mm]
0.02
130
Capitolo 3
Risultati sperimentali
1400
Carico [kN]
LVDT 1
1200
LVDT 2
1000
LVDT 1
800
LVDT 2
600
400
Specimen 5A
Specimen 5B
200
0
-0.005
a)
0.005
0.01
0.015
Deformazione [mm/mm]
0.02
1400
Carico [kN]
LVDT 1
1200
LVDT 2
1000
LVDT 2
800
LVDT 1
600
400
Provino 6A
Provino 6B
200
0
-0.005
b)
0.005
0.01
0.015
Deformazione [mm/mm]
131
0.02
Giovanni Minaf
1400
Carico [kN]
LVDT 1
1200
LVDT 2
LVDT 2
1000
LVDT 1
800
600
400
Provino 9A
Provino 9B
200
0
-0.005
c)
0.005
0.01
0.015
Deformazione [mm/mm]
0.02
Fig. 3-23 Curve carico-deformazione per provini con foro nella luce di taglio;
a) Provino 5; b) Provino 8; c) Provino 10.
2 2
c = fc c c
c0 c0
132
(3.4)
Capitolo 3
Risultati sperimentali
E c = 4730 f c MPa
(3.5)
133
CAPITOLO 4
4.1
Introduzione
Giovanni Minaf
4.2
c = f c ef
E
Kx x 2
; x= c ; K= c0
1 + (K 2)x
c0
E c,sec
(4.1)
Capitolo 4
137
Giovanni Minaf
d = c +
wd
Lc
(4.2)
f
i
= ii' t f ti' 0
138
(4.3)
Capitolo 4
ij =
Fk
ij
(4.4)
= 1 + c1
ft
wC
w w
1 + c13 exp c 2
exp c 2
wC wc
w C = 5.14
( )
(4.5)
Gf
ft
139
(3.13)
Giovanni Minaf
ecr =
w
Lt
(4.6)
Capitolo 4
4.3
141
Giovanni Minaf
2b
B-region
Isostatiche
di compressione
2b
D-region
Foro
2b
142
Capitolo 4
y(0) = l
y '(0) = 0
y ''(0) = 0
y(x + d + 2b) = l
o
y '(x o + 2 + 2b) = 0
y ''(x + d + 2b) = 0
o
y(x
)
=
n
o
y '(x o ) = 0
143
(4.8)
Giovanni Minaf
y
2b
2b
T
Foro
yo
2b
xo
xmax
Fig. 4-6 Modello proposto per elementi compressi forati.
l yo
n =
2b yo
d
d
2b y o + y o +
2
2
(4.9)
+
(4b + d) 4 x 30 (2b y0 )
(4b + d) 4 x 04 (2b y0 )
3d(2b l)x 5 (3(4b + d)3 + 14(4b + d) 2 x 0 8(4b + d)x 02 48x 03 ) 12d(2b l)x 7 (4b + d 2x 0 )
+
(4b + d)4 x 04 (2b y0 )
(4b + d) 4 x 04 (2b + y0 )
(4.10)
x 0 = 2b +
d
. Effettuando tale semplificazione si ottiene:
2
144
Capitolo 4
y(x) = l +
(4.11)
2b
1.0
2b
1.0
0.8
0.8
0.6
0.6
0.4
0.4
0.2
a)
0.2
x
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2b
b)
x
0.0
0.5
1.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2b
y
2b
1.0
y
2b
1.0
0.8
0.8
0.6
0.6
0.4
0.4
0.2
c)
0.2
x
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2b
d)
0.0
1.5
2.0
x
2b
Giovanni Minaf
(4.12)
(4.13)
x max = 0.276(4b + d)
(4.14)
x min = 0.724(4b + d)
(4.15)
146
Capitolo 4
(4.16)
dT =
(4.17)
T=
2b yO
(4.18)
F = T
0.27b(4b + d) 4 (2b yO )
(1.79b + 0.45d)(2.89b + 0.72d) 2 d(2 b 2 0.5 yO2 )
147
(4.19)
Giovanni Minaf
0.4
T 0.3
F 0.2
1
0.75
0.1
0
0
0.5 yo
0.5
0.25
1
d
1.5
2
Fig. 4-8 Variazione del rapporto T/F con il diametro del foro e della sua
posizione.
148
Capitolo 4
y
xmax
2b
f ct
yo
Foro
2b
f ct
xo
(4.20)
f ct = 0.56 f c
(4.21)
Ty = st f ys t s
(4.22)
149
Giovanni Minaf
della colonna deve tener conto della presenza del foro e pu esprimersi
come:
(4.23)
150
Capitolo 4
100%
80%
st=0
st=0.2%
60%
st=0.3%
40%
20%
fc=20 MPa; l=1%
0%
0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
diametro foro/lato del pilastro d/2b
0.7
Fig. 4-10 Riduzione della capacit portante al variare del diametro del foro.
0.30
0.25
0.20
st=0.3%
0.15
st=0.2%
0.10
st=0%
0.05
0.00
0.0%
0.5%
1.0%
1.5%
percentuale di armatura long. l
2.0%
Fig. 4-11 Massimo diametro del foro al variare della percentuale di armatura
longitudinale.
Giovanni Minaf
Pan[kN]
1000
800
600
400
200
0
0
152
Capitolo 4
dallanalisi non lineare. Si nota una buona rispondenza tra i due quadri
fessurativi, con la presenza di fessure da spacco nellintorno del foro.
b)
a)
153
Giovanni Minaf
100%
fc=20 MPa;
l=1%
st=0
80%
Modello proposto
60%
E.F. (ATENA2D)
40%
20%
0%
0
a)
riduzione di capacit portante
100%
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
diametro foro/lato del pilastro d/2b
0.7
fc=20 MPa;
l=1%; st=0.3%
80%
Modello proposto
60%
E.F. (ATENA2D)
40%
20%
0%
b)
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
diametro foro/lato del pilastro d/2b
0.7
154
Capitolo 4
100%
fc=20 MPa;
l=2%; st=0.2%
80%
Modello proposto
E.F. (ATENA2D)
60%
40%
20%
0%
0
c)
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
diametro foro/lato del pilastro d/2b
0.7
100%
fc=20 MPa;
l=2%; st=0.3%
80%
Modello proposto
E.F. (ATENA2D)
60%
40%
20%
0%
d)
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
diametro foro/lato del pilastro d/2b
0.7
155
Giovanni Minaf
4.4
2b
Foro
C
sh
sv
T
V
Armatura secondaria
T
Tirante
156
Capitolo 4
a 0.5 w l
= arctan
(4.24)
z = du
k=
( n f )
k du
3
+ 2 n f n f e n =
(4.25)a
Es
Ec
(4.25)b
T=
V
tan
(4.26)a
C=
V
sin
(4.26)b
157
Giovanni Minaf
(4.27)a
(4.27)b
(4.27)c
C
Ts
Ts
fct
Distribuzione delle
tensioni di trazione
Foro
2b
Ts
Ts
fct
Fig. 4-17 Pannello equivalente per il calcolo della resistenza del puntone a
collo di bottiglia (Sahoo et al. (2011)).
Capitolo 4
w s = w t cos + w l sin
(4.28)
in assenza di foro
in presenza di foro
(4.29)a
(4.29)b
Ts =
15
2b w s + d
C
128
b
(4.30)
C=
128
b
Ts
15
2b w s + d
(4.31)
b
Cc = 2.39
t ( 2b d ) f c
2b w s + d
159
(4.32)
Giovanni Minaf
Tygi = A si f yg sin i
(4.33)
1 =
f yg A si sin i
A
= si sin 2 i f yg = s f yg
t (si / sin i ) t si
si
(4.34)
si
Armatura secondaria
si/sin
si/sin
160
Capitolo 4
lc =
0.5 t 2b f ct
t 2b
(4.35)
s =
A si
sin 2 i
t si
(4.36)
A si
t s
sin i 0.003
(4.37)
s,min =
0.28 f c
f yg
(4.38)
da cui si nota che per fc=25 MPa e fyg=450 MPa risulta s,min=0.0031, analogo
allo 0.003 espresso dalla normativa americana.
Sulla base di tali considerazioni, per poter caratterizzare la forza sul
puntone allo snervamento dellarmatura secondaria, basta sostituire
nellEq.(4.31) a Ts il valore Tsy espresso dalla seguente formula:
161
Giovanni Minaf
A
Tsy = si sin 2 i f yg (2b d) t = s f yg (2b d) t (4.39)
t si
A
b
Ccy = 8.53 si sin 2 f yg
t ( 2b d )
t si
2b w s + d
(4.40)
b
Vc = 2.39
t ( 2b d ) f c sin
2b w s + d
(4.41)a
A
b
Vy = A f f yl tan
(4.41)c
s = s a
c = c a 2 + z 2
(4.42)a
(4.42)b
162
Capitolo 4
Puntone
D
c
C
Tirante
a B
Gli accorciamenti assiali nelle singole aste sono legati agli spostamenti
nodali attraverso le condizioni di compatibilit. La relazione che lega lo
spostamento verticale del nodo con gli allungamenti assiali delle aste pu
scriversi facendo riferimento allo schema di Fig. 4-19:
CD = v = AC cot = AB + BC cot =
= c + a cot = c + a
sin tan
cos
(4.43)
0 = s
s
c
v = tan + sin
(4.44)
163
Giovanni Minaf
1
a 2 + z2
cv =
F+
C
E c b x c sin
tan E f A f
(4.45)
Infine, ricordando che le forze nelle aste ed il taglio sulla trave sono
legati dalle relazioni di equilibrio (Eq.(4.27)), si trova lespressione che lega
in forma diretta la freccia al taglio:
a
1
a 2 + z2
cv = 2
+
V
2
tan E f A f E c b x c sin
(4.46)
E cu =
fc
c0
(4.47)
Capitolo 4
d=0
s=0.3% l=0.2%
Crisi per fessurazione
diagonale del cls
1600
Snervamento
dell'armatura secondaria
1200
Snervamento
dell'armatura principale
800
400
0
0
0.5
1.5
2
2.5
3
Freccia [mm]
3.5
4.5
l =7/fyk - d=0 mm
vu / fc
0.6
l =7/fyk - d=100 mm
0.4
l =1.4/fyk - d=0 mm
0.2
l =1.4/fyk - d=100 mm
0
0.003
0.006
0.009
0.012
0.015
Fig. 4-21 Effetto del diametro del foro e delle percentuali di armatura sulla
resistenza a taglio di travi alte.
165
Giovanni Minaf
166
Capitolo 4
2000
d=0
s=0.3%
1600
l=1.4/fyk
l=7/fyk
1200
800
400
0
0
0.5
1.5
2
2.5
3
Freccia [mm]
a)
2000
s=0.3%
3.5
4.5
l=7/fyk
1600
d=0 mm
1200
800
d=100 mm
400
d=200 mm
0
0
b)
0.5
1.5
2
2.5
3
Freccia [mm]
3.5
4.5
Fig. 4-22 Effetto dei parametri sulle curve carico-freccia di travi alte;
a) Effetto dellarmatura longitudinale; b) Effetto del diametro del foro.
167
Giovanni Minaf
1200
ATENA2D (E.F.)
1000
Analitica
Provino 3
800
600
400
200
0
0
0.5
1.5
2.5
Freccia [mm]
1400
1200
1000
Provino 4
800
600
400
Sperimentale
200
Analitica
ATENA2D (EF)
0
0
0.5
1.5
Freccia [mm]
168
2.5
Capitolo 4
1400
1200
1000
Provino 6
800
600
400
Sperimentale
200
Analitica
ATENA2D (E.F.)
0
0
0.5
1.5
2.5
Freccia [mm]
1400
1200
1000
Provino 9
800
600
400
Sperimentale
ATENA2D (E.F.)
200
Analitica
0
0
0.5
1.5
2.5
Freccia [mm]
1400
1200
1000
Provino 10
800
600
400
Sperimentale
ATENA2D (E.F.)
200
Analitica
0
0
0.5
1.5
2.5
Freccia [mm]
169
Giovanni Minaf
a)
b)
c)
170
Capitolo 4
4.5
b)
c)
Vjh
?
Lc
Hb
Lb/2
Bb
Lc/2
b/2
Vjh
c
F
c
Bc
Lb / 2
Hc
beam
column
Lb / 2
171
Giovanni Minaf
Hb
xcc=Hb/2
n
Bb
f ct
b)
c
Af f y
0.85
fc
cu
0.8xcu
xcy
ct
c)
y
fy
y
xcu
Af f y
u
f
t
Capitolo 4
f c in cui fc la
Momento
M c ,trave
Bb H b
Snervamento
M y,trave
Bb d
Schiacciamento
MOR
6
0.33 x cy
= f y 1
0.4 xcu
= fy 1
d
Bb d
Mu,trave
2
Curvatura
c,trave =
y,trave =
2 MOR
H b E ct
fy
1
E s d x cy
u,trave =
cu
x cu
Tabella 4-1 - Momenti e curvature della sezione della trave nei vari stadi.
173
Giovanni Minaf
Evento
Freccia
Fessurazione
c,trave =
Snervamento
Carico
c L2b
; c = c,trave ;
3
Fc,trave =
2
a
2
a
b
y c a + b + c a + b + c ;
2
3
3
c = c,trave ; y = y,trave ;
y,trave =
Schiacciamento
u,trave =
Fy,trave =
a
2
u y a + b + c + y a + b + c +
2
3
Fu,trave =
2
b
2
b
c
+ y c b + c + c b + c + c ;
2
3
3
2M c,trave
Lb
2M y,trave
Lb
2M u,trave
Lb
Tabella 4-2 Carichi e frecce dellestremit libera della trave nei vari stadi.
Mc
Fy
B A
My
Mc
a
c
B A
a)
Mu
My
b)
Mf
B
c
b
Lb/2
Lb/2
Lb/2
Fu
c)
174
Capitolo 4
Mb
N
C
B
Lc
Mc=Mb/2
N
Lc/2
Fig. 4-28 Schema di carico della colonna.
d
Hc
ec xcc
b)
c
0.85
xcu
y
s
Bc
f ct
ct
Af f y
fc
cu
0.8xcu
xcy
c)
u
y
Af f y
175
Giovanni Minaf
Evento
Fessurazione
Momento
Curvatura
M c,col = N ec = N d + c x cc
2
Snervamento
M y,col = Ne y =
c,col =
c Bc 2
x cy + f y A f h c x cy +
3
ct
H c x cc
y,col =
+ N c x cy
2
Schiacciamento
2
M u,col = Ne u = 0.85 0.8 0.6f c Bc x cu
+
u,col =
+ N c x cu + f y A f ( h c 0.4x cu )
2
y
h x cy
cu
x cu
Tabella 4-3 - Momenti e curvature della sezione della colonna nei vari stadi
c
B
b)
Mu
My
Mc
A
b
Lc/2
a)
a
Lc/2
A
My
Mc
b
Lc/2
c
c)
176
Capitolo 4
a=
y E c Bc
2
; b = f y A f + N; c = h f y A f + N
Evento
Rotazione
Fessurazione
c Lc
; c = c,col ;
6
c,col =
Snervamento
y,col
b
2
y c b + a
2
3
+
=
Lc / 2
Spostamento
(4.48)
Forza
2M c,col
c,col = c,col
Lb
2
y,col = y,col
L b F = 2M y,col
y,col
Lb
2
Fc,col =
Lb
b
a
c b + a + c
2
3
;
+
Lc / 2
c = c,col ; y = y,col ;
Schiacciamento
u,col =
c
2
u y c + b + a y c + b + a
2
3
+
2
+ u,col
Lc / 2
Lc / 2
= u,col
L b F = 2M u,col
u,col
Lb
2
2
b
2
b
a
y c b + a c b + a + c
2
3
3
+
2
;
Lc / 2
Lc / 2
177
Giovanni Minaf
Mc
Vc
x
C
Vb
F
Mb
h'b
Vc
Mc
N
Aste tese
Aste compresse
a)
Posizione iniziale
Posizione finale
Aste indeformate
Aste deformate
b)
c)
178
Capitolo 4
F( nodo ) =
Vjh h 'b
Lb / 2
( nodo ) = L b / 2
(4.49)
A str = a s bs
(4.50)
a s = a b2 + a c2
(4.51)
dove ab e ac sono le lunghezze delle zone compresse della trave e del pilastro
rispettivamente. In prossimit della rotture del nodo la zona compressa sulla
trave trascurabile ( ab 0 ) , per cui as = ac .
La lunghezza della zona compressa della colonna dovuta alla flessione in
campo elastico data dallespressione fornita da Paulay e Priestley (1992):
N
a c = 0.25 + 0.85
H c
A
f
g
c
(4.52)
Giovanni Minaf
h'
= arctan b'
hc
(4.53)
h'b
B
Aste tese
Aste compresse
(4.54)
Noti hb' , hc' e gli angoli che le bielle formano con lorizzontale si
possono ricavare le lunghezze di tutte le aste attraverso relazioni di tipo
geometrico.
La resistenza delle bielle compresse pu essere espressa come:
Tp = u f c A str
dove u il coefficiente di softening.
180
(4.55)
Capitolo 4
u =
1
z
1 + 0.66
a
(4.56)
H b risultando cos:
u =
1
H
1 + 0.66 b
Hc
(4.57)
Tale assunzione trova giustificazione nel fatto che il modello di Fig. 4-32
relativo al nodo analogo a quello di mensola tozza adottato da Campione
(2008) in cui si ottengono buoni risultati se si assume per il coefficiente di
softening lEq. (4.57).
181
Giovanni Minaf
Le aree delle sezioni trasversali dei tiranti sono date dalle seguenti
espressioni:
Tirante 2 (verticale):
A 2 = ( long + 2 ) n long
2
(4.58)
A 3 = ( staffe + 2 ) n staffe N
2
(4.59)
=> ct < yt
con k =
( Es As + E ct A ct ) = k
E s A s + E ct A ct
L tirante
L tirante
(4.60)a
Capitolo 4
T = Es As
ct < y
(4.60)b
=> ct < y
T = f y As
y < su
(4.60)c
=> y < su
b)
C
Vjh
Tyv
Tyv
c)
Vjh,u
Tyh
Tyh
Tyv
Tyh
Tyh
Tyv
183
Giovanni Minaf
F
Btirante,h
Bc
F*
Btirante,v
Cc FF(colonna)
colonna
Fsub-assemblaggio
F
Cb FF(trave)
trave
Cb
Ac
Ab
FF(nodo)
nodo
Bb
Bb
Ac
A: fessurazione
B: snervamento
C: schiacciamento
F: resistenza dellelemento
Ab
Btirante,v
nodo(F
(F*)*)colonna
(F(F*)*) trave
trave(F
(F*)*)(F*)
nodo
colonna
(F*)
( F ) = b ( F )+ c ( F ) + j ( F )
184
(4.61)
Capitolo 4
experimental
F [kN]
150
analytical
experimental
200
analytical
150
100
100
50
50
0
-100
-75
-50
-25
-50
F [kN]
0
0
25
50
75
100 [mm]
125
-100
-75
-50
-25
-50
-100
-100
-150
-150
-200
-200
25
50
75
100 [mm]
125
185
Giovanni Minaf
50
F [kN]
40
analytical
50
experimental
analytical
30
30
20
20
10
10
0
-60
-40
-20
-10 0
20
40
[mm]
60
-60
-40
-30
-40
-40
-50
-50
50
experimental
[mm]
60
20
10
10
40
[mm]
60
-60
-40
40
[mm]
60
F [kN]
30
20
20
40
40
analytical
30
-10 0
20
F [kN]
40
-20
0
-10 0
-30
0
-60
-20
-20
50
analytical
-40
-20
F [kN]
40
-20
0
-10 0
-20
-20
-30
-30
-40
-40
-50
-50
20
Capitolo 4
60
analytical
40
F [kN]
20
0
-60
-40
-20
-20
20
40
60
[mm]
-40
-60
-80
experimental
analytical
numerical
F [kN]
experimental
analytical
numerical
150
100
-50
-25
-50
150
50
0
-75
F [kN]
200
100
50
-100
250
25
50
75
100 [mm]
125 -100
-75
-50
0
-25 -50 0
25
50
75
100 [mm]
125
-100
-100
-150
-150
-200
-200
-250
Fig. 4-38 Confronto con i dati sperimentali di Ehsani e Wight (1985) e con i
risultati dellanalisi numerica.
Giovanni Minaf
tre curve nel ramo ascendente per i provini considerati (la cui rottura
dovuta al nodo). Nel ramo post-picco, solo lanalisi numerica in grado di
riprodurre le curve sperimentali. Le curve analitiche risultano inoltre pi
rigide di quelle ottenute attraverso ATENA 2D ma raggiungono un valore
prossimo a quello delle curve sperimentali 2B e 3B.
Il confronto tra le curve numeriche e analitiche mostra dunque che il
modello proposto riesce a prevedere il carico ultimo e a fornire un valore
approssimato della freccia ultima con un metodo semplice e con una
formulazione in forma chiusa, descrivendo inoltre i principali fenomeni fisici
che caratterizzano il comportamento del sub-assemblaggio. Si noti che
alternativamente tali risultati possono essere raggiunti solamente da uno
strumento numerico avanzato come il software ATENA2D.
188
CONCLUSIONI
Giovanni Minaf
190
Giovanni Minaf
191
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