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IL RITORNO
DI ZELAYA
Un piccolo paese centroamericano, tra i pi poveri dellAmerica Latina, afflitto da un colpo di Stato anomalo sotto molti punti di vista. La giunta golpista non ha ricevuto n consensi n riconoscimenti, n dai
vicini, n dagli Stati Uniti. Persino i golpisti in Venezuela - nel 2002 -, se pur fermati nello spazio di 48
ore, erano stati riconosciuti dalla vicina Colombia e da El Salvador e nessuna condanna da un gran numero di paesi, inclusi USA e Spagna.
Oggi sappiamo - grazie a una dichiarazione dell'ex ministro degli esteri del governo Zapatero, Miguel ngel Moratinos - che il governo Aznar aveva appoggiato il golpe. Anche del coinvolgimento USA esistono molte prove. In questi giorni lex presidente americano e premio Nobel per la pace, Jimmy Carter, dichiara a El Tiempo di Bogot che: non credo vi sia alcun dubbio, nel 2002 gli USA avevano piena conoscenza del golpe, se non una partecipazione diretta. Chvez ha ragione quando si lamenta del comportamento degli Stati Uniti. Il golpe hondureo ha colpito leccentrico presidente Zelaya, un uomo dei ceti
dominanti che a met mandato ha deviato a sinistra, un presidente voluto dalla oligarchia che ha deviato
sulle riforme resuscitando i movimenti sociali nel paese. testo e foto di Simone Bruno e Federico Mastrogiovanni
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Dopo il golpe, in
mancanza di un vice
presidente, prende il
potere Roberto
Micheletti, presidente
del Congresso.
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21 settembre, Tegucigalpa
Il presidente legittimo Mel Zelaya riesce a tornare
nella capitale e si rifugia nellambasciata brasiliana,
subito presa dassedio dallesercito golpista e dalla
polizia. Il governo Micheletti, colto di sorpresa, dapprima nega il ritorno di Zelaya, poi manda lesercito e
infine dichiara un coprifuoco ad oltranza. Il presidente
ad oggi assediato nellambasciata, ledificio della
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riuscissero ad arrivare a fine novembre, quando termina il mandato di Zelaya, avrebbero vinto.
Se dovessero vincere i golpisti in Honduras, forze analoghe - in Guatemala, in Salvador - potrebbero esserne
incoraggiati e tentare la prova di forza contro i presidenti progressisti Colon e Funes. Potrebbe invertirsi
la tendenza regionale e la presidenza Obama trasformarsi nel periodo storico della vendetta delle destre,
cos come, gli otto anni di Bush sono stati gli anni di
maggior crescita elettorale in America Latina dei partiti e governi di centro-sinistra.
Dalla elezione di Chvez nel 1998 le destre hanno tentato di tutto per tornare al potere e far cadere i nuovi
governi di sinistra: il golpe e lo sciopero del petrolio
del 2002, il tentativo di impeachment a Lula nel 2005, lattacco dei
grandi agricoltori nellArgentina
dei Kirchner, le aspirazioni indipendentiste della mezzaluna Boliviana, le accuse di aiutare le Farc a
tutti i presidenti del continenteLAmerica Latina a un bivio,
tra il rafforzamento dei governi e
delle politiche progressiste o la
restaurazione delle destre.
Le elezioni presidenziali in Ottobre in Uruguay probabilmente vedranno un ritorno della destra al governo con il candidato del partito Nacional: Luis Alberto
Lacalle, gi presidente negli anni 90.
A dicembre, mentre Evo non sembra avr problemi a
essere rieletto, il Cile potrebbe avere un presidente di
destra per la prima volta dopo la dittatura militare di
Pinochet. In Brasile, unico paese della regione capace
di generare tendenze da solo, le presidenziali del 2010
ci diranno se Lula stato una parentesi nella dominazione della destra o se il processo continuer con la candidata del Pt (partito dei lavoratori) Dilma Rousseff.
Lanalista uruguaiano Ral Zibechi, analizza la irresistibile decadenza del progressismo e fa notare che ad
essere in crisi sono i processi pi moderati, come quelli
di Lula in Brasile, Tabar Vasquez in Uruguay e la
Bachelet in Cile, le cui politiche moderate hanno favorito le destre e le divisioni tra i governi di sinistra e i
movimenti sociali. Secondo Zibechi, i processi pi
radicali: Venezuela, Nicaragua, Ecuador e Bolivia
sembrano invece al sicuro.
Il politologo Immanuel Wallerstain pi indulgente
con i governi del cono sud: la sinistra arrivata al
potere in America Latina grazie alla distrazione statunitense e alla bonanza economica, ora arrivata la crisi
economica e si comincia a dargli colpe, dato che sono
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