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MAFIA E TURISMO IN PALERMO

I TITOLI DEI GIORNALI

Mafia: Figlio di Provenzano fa da Cicerone per turisti: Trovata del touroperator Usa

Provenzano jr. si d al turismo: racconta la sua Mafia a comitive Usa

Un tour operator di Boston lancia l'originale tour di Palermo: "Vitto, alloggio, visite guidate e ... incontro col figlio del boss"

Tour nei luoghi della mafia: adesso il figlio di Provenzano fa la guida ai turisti americani

Dall'America a Palermo per ascoltare sua storia. La tappa inserita da un tour operator di Boston

Turisti Usa da Provenzano jr: da Corleone no al mafia-tour

Mafia tour in Sicilia per turisti USA

ARTICOLO DI GIORNALE 1
Resta la mafia la pi grande attrazione turistica di Sicilia nonostante mare, sole, cultura e monumenti. Almeno certamente
cos per i turisti statunitensi (anche se non-soltanto per loro in realt).
Da mesi decine di turisti americani incontrano settimanalmente il figlio del capomafia Bernardo Provenzano, Angelo. I meeting
avvengono durante la tappa palermitana di un viaggio organizzato da un tour operator di Boston. Adesso il consiglio comuale di
Corleone chiede al sindaco Lea Savona di verificare se esistono le condizioni per chiedere un risarcimento al tour operator. E lo fa
attraverso una mozione presentata dal Pd e approvata allunanimit.
Nel corso degli incontri Provenzano, 39 anni, racconta ai turisti la sua vita e il rapporto con il padre. Gli interventi sono preceduti da
una breve introduzione sulla storia della mafia fatta da uno degli organizzatori. Nella mozione presentata al sibdaco si ipotizzano danni
morali e materiali che sarebbero provocati alla comunita di Corleone dallattivita di Provenzano junior.
Dopo una prima fase sperimentale gli incontri sono diventati tappa fissa del tour: enorme linteresse suscitato nei turisti dai racconti
del primogenito del boss. Al termine gli spettatori generalmente professionisti e intellettuali che arrivano da ogni parte degli Stati
Uniti rivolgono a Provenzano una serie di domande sulla figura del padre, ma anche sulle difficolt che nascono dal portare un
cognome tanto ingombrante. Gli incontri sono partiti lo scorso settembre 2014. Lo storico capomafia si trova detenuto al 41 bis ed
in stato semivegetativo a causa di varie patologie.
Per me si tratta di una opportunita lavorativa importante in un settore, quello turistico, nelle cui potenzialita ho sempre creduto. E
poi confrontarmi con una cultura diversa dalla nostra e scevra da pregiudizi mi pare unavventura molto stimolante commenta Angelo
Provenzano che aggiunge: Resta il fatto che vorrei una vita piu normale possibile. Ma mi rendo conto che non ce speranza.

ARTICOLO DI GIORNALE 2
Arrivano in Sicilia, visitano Palermo, la Cattedrale, il teatro Massimo, le scalinate che fecero da cornice allultima scena del Padrino,
quando Michael Corleone lancia un infinito urlo muto davanti al cadavere della figlia. Poi il gruppo di turisti statunitensi si sposta dalla
scenografia alla realt, andando a conoscere Angelo Provenzano, figlio di Bernardo, un padrino vero, il ragioniere di Cosa Nostra, il
regista della Trattativa Stato mafia.
una trovata inedita quella di un tour operator di Boston, Stati Uniti, che ha contattato il figlio maggiore di Provenzano mettendolo
sotto contratto per inserirlo come attrazione principale in un pacchetto turistico pi unico che raro: i viaggiatori statunitensi che
arrivano in Sicilia possono incontrare Angelo Provenzano, porgli domande su suo padre, ascoltare la storia del capomafia di Corleone.
Perch lo faccio? Per me si tratta di unattivit lavorativa importante in un settore, quello turistico in cui ho sempre creduto, dice
allAnsa Provenzano junior, novello cicerone.
Un idea nata quasi per caso, dopo che nella primavera scorsa un gruppo di filmaker statunitensi appassionati della storia di Cosa Nostra
ha lanciato lidea al tour operator: a settembre 2014; quindi iniziata la nuova attivit di Provenzano junior, dopo un periodo di prova
di grande successo. Confrontarmi con una cultura diversa dalla nostra e scevra di pregiudizi unavventura stimolante dice lui
entusiasta.
Dopo che gli accompagnatori forniscono ai turisti una sommaria ricostruzione della storia di Cosa Nostra, Provenzano racconta ai
visitatori la sua storia e la difficolt di portare un cognome cos pesante. Quindi tocca ai turisti che gli pongono domande: quesiti che si
riferiscono soprattutto alla storia del capomafia corleonese, ricevendo in cambio risposte garbate [gentili, cortesi]
dal figlio, che insiste spesso sulla difficile condizione vissuta dai figli dei boss di Cosa Nostra. Vorrei una vita normale-dice- ma mi
rendo conto che non c speranza.
E mentre negli Stati Uniti i viaggi a Palermo con Provenzano Junior stanno raggiungendo vette [cime, punte] di successo sempre
maggiori, in Italia lidea degli americani ha gi scatenato polemiche. Speriamo che i turisti abbiano anche la possibilit di essere
indirizzati in via dei Georgofili, a Firenze, vicinissima alla Galleria degli Uffizi: siamo disponibilissimi a raccontare loro la vera storia
delle famiglie di Cosa Nostra dice Giovanna Maggiani Chelli, presidente dellassociazione dei familiari delle vittime della strage di
via dei Georgofili, leccidio che il 27 maggio del 1993 fece 5 vittime, compresa una neonata di pochi giorni. Nel frattempo il tour
operator di Boston si prepara alla stagione estiva, fissando per i suoi clienti ben due incontri a settimana con Angelo Provenzano, il
figlio di Binnu U Tratturi, oggi diventato meta turistica umana, tra il teatro Massimo e i mercati storici di Palermo.

ARTICOLO DI GIORNALE 3
Angelo Provenzano testimonial: il figlio del superboss di Cosa nostra racconta - ovviamente dietro compenso - la mafia ai turisti
americani. Lultima trovata made in Usa, per la serie business is business, vede al centro di unastuta manovra imprenditoriale un
tour operator di Boston. Che porta a Palermo i propri clienti e li fa incontrare con Provenzano jr, un uomo di 39 anni che parla linglese
(e anche un po di tedesco), che ha studiato Ingegneria, ma che deve tutta la non poca notoriet di cui gode al cognome che porta e al
padre che ha.
Angelo a Palermo parla con i turisti americani, radunati a gruppetti di 15 e preparati da un opuscolo sulla storia della mafia, realizzato
dal tour operator: il suo intervento viene poi ulteriormente introdotto da un incaricato dellagenzia e poi per circa unora il figlio del
capocosca racconta la propria esperienza di vita, sia pure per sommi capi, sintetizzando gli anni trascorsi col padre latitante, i primi 16
anni di vita vissuti da fantasma, assieme al fratello Francesco Paolo, nato nel 1981, e alla madre, la compagna di Binu, Saveria
Benedetta Palazzolo.
Poi la riapparizione dal nulla, nel marzo del 1992, dopo linizio del grande massacro di quellanno terribile, lomicidio di Salvo Lima,
che apr la stagione delle stragi e - secondo la Procura di Palermo - anche quella della trattativa fra Stato e mafia, con i boss che
premevano attraverso gli attentati (prima a Giovanni Falcone, poi a Paolo Borsellino) e le istituzioni che avrebbero accettato il dialogo.
Ricostruzione controversa, questa, su cui Angelo Provenzano non si diffonde. Lui accetta per di rispondere alle domande dei turisti,
descrive il rapporto suo e del fratello col padre, un rapporto non semplice, dato che Binu ha finito con il condizionare la vita di
entrambi i figli.
E del resto, cosa pensassero Angelo e Paolo, soprattutto questultimo, del padre stragista, era emerso dalle intercettazioni effettuate nel
2004, dalla polizia, durante le ricerche del latitante: nella cabina del traghetto Napoli-Palermo Paolo, brillante ricercatore universitario
in una Universit tedesca del Nordreno Westfalia, vincitore di una borsa di studio del nostro ministero dellIstruzione - subito revocata,
nel febbraio 2006, quando la notizia venne fuori - esprimeva disagio, malcontento e insoddisfazione per quel padre che pensava pi alle
sorti di Cosa Nostra che a quelle di casa sua.
Ora Angelo Provenzano, che un paio di anni fa aveva rilasciato interviste per sottolineare le presunte torture che lo Stato infliggerebbe
al padre (anziano, malato dal 2012 e ricoverato nel reparto detenuti allospedale San Paolo di Milano), non nasconde che per lui quella
offerta dagli americani una opportunit di lavoro: Ho sempre creduto nel settore turistico - spiega - e nelle sue potenzialit. Mi
piace anche confrontarmi con una cultura diversa dalla nostra, perch la trovo priva di pregiudizi. Vorrei una vita il pi possibile
normale, ma mi rendo conto che non c speranza. I Provenzano, dopo la cattura del padre, avvenuta nel 2006, dopo 43 anni di
latitanza [clandestinit] avevano aperto una lavanderia a Corleone: era durata pochi mesi e subito dopo era scattato il sequestro e poi la
confisca, sul presupposto che fosse stata avviata con denaro di provenienza illecita. Ora Angelo ha un lavoro autonomo e toglierglielo
dimperio non sar facile.

ARTICOLO DI GIORNALE 4
Da settembre arrivano a Palermo comitive di turisti statunitensi che affrontano un tour tutto incentrato sulla conoscenza di Cosa Nostra.
A gruppetti di 15 arrivano nel capoluogo siciliano, una delle tante tappe del loro viaggio nell'Isola, e si trovano faccia a faccia con
Angelo Provenzano, 39 anni, figlio maggiore di Bernardo, storico capomafia di Corleone da anni al carcere duro.
L'idea di un tour operator di Boston che ha messo a punto un pacchetto originale: "Vitto, alloggio, visite guidate e ... incontro col
figlio del boss".
Tra questi appassionati del cosiddetto "turismo controverso" c' un po' di tutto: lo psicologo, l'impiegato in pensione, il professore
universitario, l'avvocato e l'ingegnere nucleare. Di solito viaggiatori over 60, benestanti, che spesso si muovono in coppia. Di Palermo
e della Sicilia vogliono conoscere ogni cosa, soprattutto gli aspetti pi discussi.
Una curiosit che resta appagata dalla visita alla cattedrale normanna, ai mercati o dalla degustazione di cassate e cannoli. Ma va oltre
e tocca per forza di cose quel fenomeno mafioso conosciuto solo attraverso i film.
I turisti di questi tour si siedono in cerchio, ricevono una sorta di opuscolo con le tappe salienti della storia di Cosa Nostra e poi ascoltano
un sunto delle cronache pi o meno recenti, fatto da uno degli organizzatori. A questo punto arriva Provenzano Junior.
Il figlio del boss parla per circa un'ora, di solito in inglese, e racconta la sua vita, gli anni di latitanza col padre, il rientro a Corleone,
adolescente, il rapporto con una figura che gli ha condizionato passato e presente e che grava come un macigno anche sul suo futuro.
Al termine dell'intervento gli americani lo bombardano di domande.
Sulla sua infanzia ha avuto, che padre stato il suo, come si conciliava la religiosit professata con la vita criminale, cosa si attende dal
domani. Angelo Provenzano risponde a tutti. E nelle sue risposte non c' l'ombra della ritrosia [riservatezza] e della cautela che si
sentono, forti, nelle rarissime interviste rilasciate ai media.
Il perch lo spiega lui stesso: "Confrontarmi con una cultura diversa dalla nostra e scevra da pregiudizi mi pare un'avventura molto
stimolante. Per me - spiega - si tratta di una opportunit lavorativa importante in un settore, quello turistico, nelle cui potenzialit ho
sempre creduto". Parole tirate fuori a forza da chi eviterebbe volentieri i riflettori. "Vorrei una vita pi normale possibile - dice - Ma
mi rendo conto che non c' speranza".

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