Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
LE PERROQUET
cendr tapir
di Franois Levaillant
testo avv. Francesco Saverio Dalba PhD
foto F.S. Dalba
ovvero
considerazioni
storiche ed
etimologiche
sul Pappagallo
cenerino tapir
gennaio 2013
CULTURA ORNITOLOGICA
prontamente versato in lingua inglese undici anni dopo il suo ritorno, dimostra in
ogni caso di avere gi visto in natura il pappagallo cenerino, quando descrive altro
pappagallo (come molti altri animali presenti nei suoi Voyages dans lintrieur de
lAfrique, par le Cap de Bonne-Esprance
mai identificato: nella sua opera geografica si trova la descrizione di 134 specie sudafricane, 50 specie note che egli riferisce
di avere veduto in Sud-Africa, ma che hanno tuttaltro areale, dieci specie del tutto
inesistenti in natura ed altre centodieci
non riconoscibili): Avendo osservato nel
primo pomeriggio alcuni parrocchetti volanti in aria in stormo e recantisi allabbeverata al fiume, li vidi e fui sufficientemente fortunato da colpirne uno. Era una nuova specie, che non era stata ancora descritta: la
sua taglia simile al pappagallo color cenere della Guinea; il suo colore principale il
verde in differenti sfumature, ma le zampe
e la punta delle ali sono di un meraviglioso
colore arancione (p. 324 della versione inglese; forse descrive una pelle di Poicephalus sp. mal conservata?). Se il suo Voyage
dans lintrieure de lAfrique conobbe dodici edizioni e fu tradotto in sei lingue europee nonostante le licenze concesse agli abbellimenti e le notizie non di prima mano,
diversamente va valutata la produzione ornitologica: scientificamente accurata e parimenti di assai piacevole lettura.
Infatti, stabilitosi definitivamente in Francia, lautore prese a trasfondere le ampie
sue nozioni ornitologiche in una serie di
vastissime monografie il titolo delle quali
principia sempre con Histoire naturelle:
vi quella dei nuovi e rari uccelli dellAmerica e delle Indie (1801); quella degli uccelli del paradiso e dei Coracidi seguiti da tucani e barbetti in due volumi (1801-1806),
dei Promeropidae, gruccioni, trogoni e turachi in tre volumi (1806-1818) ed infine i
sei volumi dellHistoire Naturelle des Oiseaux dAfrique (1805-1808). Nelle sue opere
non si trover ricorso alcuno della classificazione binomiale linneana, poich il Levaillant fu un oppositore del sistema svedese: tutti i nomi degli uccelli sono in lingua francese, cos pure per Psittacus erithacus, qui Perroquet cendr.
Lapparato illustrativo per i volumi sui pap-
gennaio 2013
pagalli (ma anche sugli uccelli del paradiso, i Coracidi, i tucani, i barbetti, i Promeropidae, i gruccioni, i trogoni ed i turachi)
si deve, come detto, alleccellente illustratore Jacques Barraband, il quale (come William T. Cooper o Anthony Pridham per le
opere dellornitologo australiano Joseph
Forshaw ai giorni nostri) riuscito a donare maggior lustro ad un lavoro gi di per s
perfetto. Venalmente, a titolo di esempio
della raffinatezza dei volumi, basti rammentare che unincisione originale del Barraband non si vende per meno di 1.000,00euro, mentre nel 2007 la casa daste Christies ha ottenuto 108.500,00- (pari a
134.622,76- euro al cambio odierno) per la
prima edizione dei due volumi dellHistoire
naturelle des perroquets. Esiste una ristampa anastatica australiana del 1989, ma conta solo duecento esemplari numerati e non
si acquista per meno di 3.000,00- euro (con
un prezzo di copertina di 20.000,00- dollari australiani). Anche oggi i sei volumi di
Forshaw Cooper, Kingfischer and related
birds (Martin pescatori ed uccelli affini) sono sul mercato per cifre che superano i
6.000,00- dollari americani, continuando
nei tempi moderni la tradizione dellalta
editoria ornitologica, che non pu prescindere dalla raffinatezza delle tavole illustrative.
Il nome dellillustratore Barraband avr
senzaltro fatto venire alla mente lomonimo pappagallo australiano, anche se in realt, sotto un rispetto puramente scientifico quello che volgarmente viene detto Barraband reca un nome scientifico dedicato
allornitologo e del pari valentissimo illustratore William Swainson (si tratta infatti
del Polytelis swainsonii) a sua volta dedicatario del tucano di Swainson: Ramphastos
swainsonii, oggi ben noto, ma a sua volta
oggetto di un mistero quanto allidentificazione nel volume sui tucani del Levaillant.
Vi infatti qualche somiglianza con quello
che il francese chiama Le Tocard e che Barraband dipinge nella tavola n. 9, tuttavia il
Rigdway, nel 1914, nel Bull. of U.S. National Museum, n. 50, p. 338 sostiene che La
tavola del Levaillant certamente non rappresenta questa specie; piuttosto non combacia con alcuna specie conosciuta.
Attualmente il Polytelis swainsonii conti-
19
CULTURA ORNITOLOGICA
20
gennaio 2013
CULTURA ORNITOLOGICA
zucchero proprio in Suriname), mentre
il richiamo ad Edwars relativo al naturalista inglese George Edwars (16941773), autore di A Natural History of Uncommon Birds (Una storia naturale di
uccelli non comuni). Proprio in questopera (p. 40) si trova lillustrazione
alla quale il Levaillant fa riferimento e
qui si riproduce. Edwards, come molti altri autori a lui coevi e precedenti, considera il Perroquet cendr tapir, che
chiama The Ash-colourd and red parrot
(pappagallo color cenere e rosso), come
una specie distinta dal cenerino, pur notando che la somiglianza tra i due tale, da rendere bastevole ununica illustrazione.
Edwards riferisce di avere ritratto lanimale dal vivo, presso la residenza di Sir.
Charles Wager, nellanno 1736, il quale ne
fece poi dono a Sir Hans Sloane e nel 1750
era ancora in suo possesso nella sua casa
di Chelsea. Sloane inform Edwards del
fatto che gli uccelli variegati di rosso sarebbero propri dellisola di So Tom e
Prncipe, allora dominio portoghese; lautore si diffonde poi sulle varie origini in
precedenza attribuite al pappagallo: secondo Ulisse Aldovrandi apud Willughby
(il quale primo distingue del pari tra cenerino ordinario e cenerino variegato di
rosso, chiamandolo Psittacus erythroleut Tav. 163 dallopera A Natural History of Uncommon
cos) proverrebbe dalla citt indiana di Mina; Albin, a p. 13 della sua Storia degli
uccelli sostiene che verrebbe dalle Indie
orientali ma ritengo che entrambi siano
in errore: poich mi stato bene assicurato che quello che abbiamo stato portato
dallAfrica, in generale trasportato dalle
indie orientali, dai nostri mercanti della
Guinea, che riforniscono di schiavi le piantagioni delle nostre Isole dello zucchero
(p. 39). A complicare il quadro della provenienza dellanimale provveder la denominazione Cacatua alis et cauda rubris
che gli attribuir il Brisson.
Perch dunque lanimale viene detto tapir? La lectio facilior che lascerebbe presumere lassegnazione di tale nome in quanto la striatura del manto ricorderebbe quella dei giovani tapiri viziata da ipercorrettismo, infatti in origine il lemma non ha a
che vedere con il perissodattilo (anche se il
Levaillant la far propria aggiungendo un
ultroneo de rouge oltre al tapir) . Il lemma tapir attestato anche da Buffon ed
riferito, pure nellopera del Levaillant, a
tutta una serie di amazzoni ed altri pappagalli di origine sudamericana. Esso discende (come numerosi altri termini passati
nella nomenclatura binomia, basti qui rammentare caica in Pyrilia caica) dalla lingua
Galibi e significa rosso (o giallo). Si riporta
qui un estratto del Dictionnaire Galibi di Simon Philiber de La Salle delEtang del 1763,
che conferma lorigine indigena del lemma:
Peraltro noto un ebano tapir proveniente proprio dalla Guyana, cos detto
in quanto avente una tonalit di base
rossa (o per lappunto), picchiettata di
nero (Attestata da J. Rondelet, Trattato
teorico e pratico dellarte di edificare,
1802 - 1817). I Galibi risiedevano nella
zona donde proveniva, sino al recente
blocco alle importazioni, la pi parte degli uccelli sudamericani, ossia larea delle odierne tre Guyane, ed anchessi vennero esportati in Francia ed esposti
presso il Jardin dAcclimatation di Parigi
due volte: nel 1882 e nel 1892, comera
uso dellepoca.
Il lemma tapir venne dapprima applica-
gennaio 2013
21