ORIENTAMENTI GIURISPRUDENZIALI
Conforme
Cass. 7 novembre 2014, n. 23778; Cass., sez. un., 11 novembre 2008, nn. 26972-73-74-75.
Difforme
Cass. 20 agosto 2015, n. 16992; Cass. 9 giugno 2015, n. 11851; Cass. 23 gennaio 2014, n. 1361.
La Corte (omissis).
Ritenuto in fatto
1. - P.A., P.T., P.C. e G.S., quali familiari ed eredi di
Pi.An., agivano in giudizio, nei confronti dellAssitalia
S.p.A. e di S.R., per conseguire il risarcimento dei danni patiti, iure proprio e iure hereditatis, a seguito del sinistro stradale occorso il (OMISSIS), allorquando lo S.,
conducente del motociclo assicurato presso la predetta
compagnia, investiva il loro congiunto Pi.An. nel mentre questi stava attraversando la strada, causandogli gravi lesioni personali, in conseguenza delle quali decedeva
circa sette mesi dopo la data del sinistro.
1.1. - Ladito Tribunale di Roma, con sentenza del maggio 2007 resa nel contraddittorio delle parti, dichiarava
lo S. responsabile del sinistro nella misura del 50% e
condannava i convenuti, in solido tra loro, al pagamento della somma di Euro 99.727,18 in favore di P.A. (di
cui Euro 5.727,18 a titolo di danno biologico e morale
iure proprio, Euro 44.000,00 a titolo di danno morale
da morte ed Euro 50.000,00 per la quota di 1/2 del danno biologico e morale del de cuius), della somma di Euro 96.767,00 in favore di P.T. (di cui Euro 2.727,50 a
titolo di danno biologico e morale iure proprio, Euro
44.000,00 a titolo di danno morale da morte ed Euro
50.000,00 per la quota 1/2 del danno biologico e morale
del de cuius), della somma di Euro 32.7767,50 in favore
di P.C. (di cui Euro 2.727,50 a titolo di danno biologico
e morale iure proprio, Euro 30.000,00 a titolo di danno
morale da morte), della somma di Euro 8.551,43 in favore di G.S. (di cui Euro 12.741,00 a titolo di danno
biologico e morale iure proprio, Euro 55.000,00 a titolo
di danno morale da morte ed Euro 810,43 a titolo di
rimborso spese), oltre al pagamento della met delle
spese del giudizio, compensando la restante met.
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2.6. - Il giudice di appello dichiarava, altres, inammissibile anche limpugnazione (sesto motivo) sul criterio di
liquidazione tabellare utilizzato dal Tribunale, giacch
la astratta successione di un criterio di liquidazione in
base alle tabelle non sfiora neppure la liquidazione in
concreto operata dal tribunale, sulla base di una dettagliata motivazione mossa dalla disamina delle circostanze del caso; sicch, avendo le tabelle solo funzione di
orientare la liquidazione (e non gi valore di legge),
gli appellanti avrebbe dovuto specificamente indicare
in che cosa avesse eventualmente errato il tribunale nel
procedere alla liquidazione del danno nel modo seguito.
2.7. - Quanto, infine, al gravame (settimo motivo) sul
riconoscimento del danno esistenziale, la Corte territoriale osservava, al di l della sua ammissibilit, che il
Tribunale aveva provveduto ad una liquidazione unitaria del danno da lutto sotto i profili morale ed esistenziale, pur concettualmente distinti, comunque
sempre fortemente intrecciati.
3. - Per la cassazione di tale sentenza ricorrono P. A.,
P.T., P.C. e G.S. sulla base di quattro motivi.
Resistono con distinti controricorsi lAssitalia S.p.A. e
S.R.
Questultimo, in prossimit delludienza, ha nominato
nuovo difensore con atto denominato comparsa di costituzione per sostituzione di difensore nel controricorso; il nuovo difensore ha sottoscritto e depositato memoria ex art. 378 c.p.c.
Considerato in diritto
1. - Preliminarmente, va dichiarata linammissibilit
della nomina dellavv. Cristiano De Antoni, in precedenza soltanto domiciliatario, quale nuovo difensore (in
luogo del revocato avv. Domenico Giampetruzzi) del
controricorrente S.R., in quanto effettuata con atto denominato comparsa di costituzione per sostituzione di
difensore nel controricorso e non con atto pubblico o
con scrittura privata autenticata ai sensi dellart. 83
c.p.c., comma 2, nella sua formulazione antecedente alle modifiche introdotte dalla L. 18 giugno 2009, n. 69,
art. 45 (giacch dette modifiche - che avrebbero consentito una nomina come quella anzidetta - non possono trovare applicazione nella presente controversia, in
quanto operanti, soltanto per i giudizi introdotti dopo
lentrata in vigore delle legge stessa, alla stregua di
quanto disposto dalla medesima L. n. 69, allart. 58).
Sicch, nella fattispecie, ancora pienamente efficace
la seguente regula iuris: Nel giudizio di cassazione - diversamente rispetto a quanto avviene con riguardo ai
giudizi di merito - la procura speciale non pu essere rilasciata a margine o in calce ad atti diversi dal ricorso o
dal controricorso, poich lart. 83, comma 3, nellelencare gli atti a margine o in calce; ai quali pu essere apposta la procura speciale, individua, con riferimento al
giudizio di cassazione, soltanto quelli suindicati.
Pertanto, se la procura non viene rilasciata su detti atti,
necessario che il suo conferimento si realizzi nella forma prevista dal citato art. 83, comma 2, cio con atto
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P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso e condanna i ricorrenti, in solido tra loro, al pagamento delle spese del presente giudizio di legittimit, che liquida in complessivi Euro
4.500,00, di cui di cui Euro 200,00, per esborsi, oltre
spese generali ed accessori di legge, in favore della Generali Italia S.p.A., nonch in complessivi Euro
2.700,00, di cui di cui Euro 200,00, per esborsi, oltre
spese generali ed accessori di legge, in favore di S.R.
Ai sensi del D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1quater, d atto della sussistenza dei presupposti per il
versamento, da parte dei ricorrenti, dellulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto
per il ricorso, a norma dello stesso art. 13, comma 1-bis.
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Il Tribunale (omissis).
Ragioni di fatto e di diritto della decisione
1. Sui danni non patrimoniali - Premessa
Quanto ai danni non patrimoniali meritevoli di risarcimento, alla luce dei recenti arresti delle Sezioni Unite
(v. Cass. Civ., Sez. Un., 11.11.2008), necessario premettere che:
- il danno non patrimoniale deve essere inteso nella sua
accezione pi ampia di danno determinato dalla lesione
di interessi inerenti alla persona non connotati da rilevanza economica;
-la norma di riferimento (art. 2059 cc.) norma di rinvio, che rimanda alle leggi, che determinano i casi di risarcibilit del danno non patrimoniale (vd. Art. 185
c.p., v. i casi previsti da leggi ordinarie);
- al di fuori dei casi espressamente determinati dalla legge, in virt del principio della tutela minima risarcitoria
spettante ai diritti costituzionali inviolabili, la tutela
estesa ai casi di danno non patrimoniale prodotto dalla
lesione di diritti inviolabili della persona riconosciuti
dalla Costituzione;
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guatamente di un danno biologico eziologicamente riconducibile allevento morte per cui causa.
Sicch, facendo riferimento alla tabella del danno biologico predisposta ed applicata dal Tribunale di Milano
- che, in relazione alla liquidazione del danno biologico,
trova costante applicazione presso questo Tribunale di
Firenze - e prevedendo equitativamente un incremento
per considerare linabilit temporanea riconosciuta dal
c.t.u. ma non quantificata, si ritiene congruo ed equo
quantificare in 30.665.80. oltre rivalutazione ed interessi, il danno biologico patito da P.F.
Gli importi test liquidati dovranno essere decurtati
della somma di 59.266,66 gi corrisposta dalla compagnia di assicurazione e da attualizzare ad oggi.
C) A titolo di danno patrimoniale emergente, va riconosciuto un risarcimento pari ad 1.965.17. oltre rivalutazione ed interessi, per spese funerarie documentate.
3 - Sul risarcimento spettante a P.V.
A) Per le medesime ragioni esposte in relazione alla posizione dellattore P.F. ed applicando il medesimo parametro (tabella in uso presso il Tribunale di Roma), va
riconosciuto alla genitrice del defunto limporto di
272.745.00. oltre rivalutazione ed interessi, a titolo di
risarcimento del danno da perdita parentale.
B) A titolo di risarcimento del danno biologico, che
trova riscontro nella documentazione versata in atti e
nelle risultanze della c.t.u., va riconosciuto limporto di
29.901.30 (oltre rivalutazione ed interessi), cui si perviene applicando la tabella elaborata dal Tribunale di
Milano e prevedendo un incremento in via equitativa
in considerazione della inabilit temporanea riconosciuta ma non quantificata dal c.t.u.
Anche in tal caso, va detratta la quota gi ricevuta dallattrice, che pari ad 59.266,66, da attualizzare ad
oggi.
4. Sul risarcimento spettante a P.S.
A) Applicando la tabella elaborata dal Tribunale di Roma, si liquida limporto di 141.075.00. oltre rivalutazione ed interessi, a titolo di risarcimento del danno da
perdita del congiunto.
In tal caso, mette conto rilevare che, alla luce degli atti,
da escludere una relazione di stabile convivenza con il
de cuius, poich risulta una residenza diversa da quella
degli altri familiari ed un significativo periodo di permanenza nella citt di Padova per ragioni di studio.
B) Alla luce delle risultanze peritali, a titolo di risarcimento del danno biologico va riconosciuto limporto di
5.975.30 (oltre rivalutazione ed interessi), precisandosi che in tal caso si applica la tabella ministeriale ex art.
139 C.d.A., con un lieve incremento che tiene conto
della inabilit temporanea riconosciuta dal c.t.u. ma
non quantificata.
C) Non pu trovare riconoscimento il risarcimento del
danno per perdita di chance, poich il nesso eziologico
non adeguatamente provato.
Anche in tal caso va detratto limporto che lattrice ha
gi ricevuto, pari ad 59.266,66, da attualizzare ad oggi.
5 - Sul risarcimento spettante a S.M.R.
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IL COMMENTO
di Claudia Madonia (*)
Le due sentenze in commento si inseriscono nel tormentato dibattito giurisprudenziale sul danno da lutto, confermando principi gi pi volte ribaditi e, allo stesso tempo, introducendo rilevanti novit. In particolare, la pronuncia del Tribunale di Firenze riconosce il diritto al risarcimento anche alla fidanzata non convivente della vittima, condividendo la nozione pi estesa di
prossimi congiunti formulata di recente dalla giurisprudenza di legittimit.
Le due sentenze in esame costituiscono un ulteriore tassello del vivace dibattito giurisprudenziale sul
tema del danno sofferto dai familiari per la morte
del congiunto a seguito di sinistro stradale.
Invero, dato il silenzio normativo, nel corso degli
anni gli operatori del diritto hanno tentato di delineare i contorni di tale peculiare figura di danno e
dindividuare i soggetti legittimati ad esperire lazione di risarcimento, senza esser giunti ancora oggi ad una conclusione concordemente accolta (1).
Questo travagliato percorso esegetico emerge dalle
suddette pronunce, che toccano solo incidentalmente la questione controversa del danno da per-
dita della vita, ponendo lattenzione sui danni patrimoniali e non patrimoniali reclamati iure proprio dai familiari. Un elemento di novit poi introdotto dalla decisone del Tribunale di Firenze
che, discostandosi dallorientamento sino ad ora
dominante, ha riconosciuto il diritto al risarcimento anche alla fidanzata della vittima, nonostante il
difetto del requisito della convivenza.
Dunque, nellesaminare le sentenze sopra riportate,
la presente riflessione si concentrer sul cosiddetto
danno da lesione del rapporto parentale, sul legame di questultimo con le altre figure di danno alla
persona derivanti dalla morte di un congiunto, sulla questione della legittimazione attiva e, infine,
Premessa
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11851/2015, in www.personaedanno.it.
(6) Nella pronuncia in commento, la Cassazione precisa
che il precedente del 20 novembre 2012, n. 20292, citato dai
ricorrenti, non mette in discussione lunitariet del pregiudizio
non patrimoniale. La sentenza richiamata pubblicata in Resp.
civ. prev., 2013, 116 ss., con nota P. Ziviz, Danno esistenziale:
nuova tappa di un lungo cammino; in questa Rivista, 2013, 129
ss., con nota di G. Ponzanelli, Non tanto il danno esistenziale,
ma il quantum il vero problema del danno non patrimoniale;
in Corr. giur., 2013, 315 ss. con nota di G. Villa, Ancora sulle
etichette del danno non patrimoniale, il quale mette in luce le
contraddizioni di tale decisione, che esordisce con una prima
affermazione, ovvero che il danno non patrimoniale non suscettibile di frammentazione, a seconda delle diverse etichette che teoria e prassi hanno elaborato nel corso del tempo
per superare i limiti posti dallart. 2059 c.c., ma si conclude
approvando la liquidazione del danno esistenziale operata dal
giudice di merito.
(7) Si possono ricordare: Cass. 20 novembre 2012, n.
20292, cit.; Cass. 3 ottobre 2013, n. 22585, in Foro it., 2013, I,
3434 ss., con note di A. Palmieri - R. Pardolesi, Il ritorno di
fiamma del danno esistenziale (e del danno morale soggettivo):
lincerta dottrina della Suprema Corte sullart. 2059, e di G. Ponzanelli, Nomofilachia tradita e le tre voci di danno non patrimoniale. Inoltre, da ultimo, v. Cass. 20 agosto 2015, n. 16992, in
questa Rivista, 2015, 1127 ss., con nota di G. Ponzanelli, La III
Sezione: tabelle, risarcimento integrale, voci di danno.
(8) Nelle sentenze di San Martino si legge che di danno
esistenziale come categoria autonoma non pi dato discutere.
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Giurisprudenza
danno ai nipoti per luccisione del nonno, in quanto non conviventi. La sentenza stata pubblicata in questa Rivista, 2013,
35 ss., con nota di M. Rossetti, Senectus ipsa est morbus, ovvero che male c se ti ammazzano un nonno? (critica ad una
aberrante sentenza della Corte di cassazione). LAutore osserva
che ritenere che solo i familiari conviventi con la vittima possano nutrire per essa un affetto meritevole di tutela affermazione che non solo non trova riscontro nella legge; non solo
cozza con lid quod plerumque accidit, ma per di pi contrasta
con un principio reiteratamente affermato dalla S.C. in tema di
liquidazione del danno non patrimoniale: il divieto di automatismi risarcitori.
Con particolare riferimento alla posizione dei nonni, si deve
rilevare che linterpretazione della Cassazione oggi stride con i
principi posti dalla recente riforma del diritto di famiglia e, in
particolare, con lart. 317 bis c.c., norma che riconosce espressamente il diritto degli ascendenti a mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni. Pertanto, si potrebbe ipotizzare
che tale riconoscimento legislativo escluda una verifica specifica della relazione affettiva nonno-nipote come elemento che
fonda lingiustizia della lesione subita e di conseguenza la risarcibilit del danno.
(14) Cass. Pen. 10 novembre 2014, n. 46351, in www.personaedanno.it.
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Esaurita la questione della configurabilit del danno da lesione della rapporto parentale e delle altre
voci di danno non patrimoniale iure proprio, risulta
ora opportuno indagare chi siano i soggetti legittimati ad agire per il risarcimento di questo pregiudizio.
In merito, secondo lorientamento dominante in
giurisprudenza, il criterio per individuare la legittimazione attiva va identificato nel fatto che le vittime sono i congiunti stretti della persona deceduta
(coniuge, figli, genitori), mentre, quando i congiunti sono meno prossimi sar necessario che sussista il requisito della convivenza (12). Dunque, la
coabitazione individuata quale connotato minimo attraverso cui si esteriorizza lintimit dei rapporti parentali e il legame tra danneggiato primario
e secondario acquisisce rilevanza giuridica ai fini
del risarcimento del danno da lutto (13).
Rispetto a tale questione, come gi scritto, la decisione del Tribunale di Firenze fa un ulteriore passo
in avanti e riconosce il diritto al risarcimento anche alla fidanzata non convivente della vittima, richiamando quanto affermato di recente dalla Cassazione Penale (14), per cui il riferimento ai prossimi congiunti deve essere inteso nel senso che, in
presenza di un saldo e duraturo legame affettivo tra
questi ultimi e la vittima, proprio la lesione che
colpisce tale peculiare situazione affettiva a connotare lingiustizia del danno ed a rendere risarcibili
le conseguenze pregiudizievoli che ne siano derivate, a prescindere dallesistenza di rapporti di paren-
Giurisprudenza
pericolo di una ingiustificata espansione dei soggetti danneggiati non pu essere ancorato esclusivamente allelemento della coabitazione. Allo stesso
tempo, per, al fine di escludere il risarcimento in
casi di situazioni di mera occasionalit, si rende necessario accertare la sussistenza di un consolidato
rapporto affettivo e di un progetto di vita in comune, sulla base di dati oggettivi ed esterni.
Nel caso posto allattenzione del giudice fiorentino, la prova di tale relazione data dalla esistenza
di un progetto matrimoniale destinato a realizzarsi
pochi giorni dopo luccisione e formalizzato con la
richiesta di pubblicazione del matrimonio. Dunque,
nonostante il difetto della convivenza, tali elementi consentono di qualificare il rapporto esistente
quale formazione sociale ove si svolge la personalit delluomo, riconosciuto e garantito allart. 2
Cost., e pertanto di configurare come ingiusto il
danno conseguente alluccisione del fidanzato. A
ci si aggiunga che, il vincolo prematrimoniale deve essere ricondotto anche nellambito di tutela
dellart. 29 Cost., da intendersi come fondamento
costituzionale del diritto del singolo a contrarre
matrimonio e a formare una famiglia (18).
Il danno non patrimoniale iure hereditario
Ci si deve infine soffermare su unulteriore sfaccettatura del rischio di unindefinita estensione dei
danni risarcibili a seguito delluccisione di un congiunto, ovvero sulla questione controversa del danno da perdita della vita o danno tanatologico.
Il giudice di Firenze dedica solo poche righe a tale
tema, limitandosi a richiamare il costante orientamento giurisprudenziale che nega il diritto al risarcimento del danno iure hereditatis nel caso di morte
immediata o che segua entro brevissimo lasso di
tempo allevento lesivo, schivando qualsiasi riferiversi, per motivi professionali o di altro tipo. La Corte ritiene
che tale fatto non abbia di per s alcuna incidenza sullesistenza di una relazione stabile e sulla necessit che essa sia tutelata.
(18) Speculare rispetto alla fattispecie in esame quella del
coniuge separato, circostanza in ordine alla quale la giurisprudenza ha precisato che lo status di separato - connettendosi
alla sua non definitivit e alla possibile ripresa della comunione
familiare, oltre che, comunque, alla pregressa esistenza di un
rapporto di coniugio nei suoi aspetti spirituali e materiali, e alla
eventuale esistenza di figli - non preclude il diritto al risarcimento del danno per luccisione del coniuge. Cfr. Cass. 12 novembre 2013, n. 25415, in Fam. e dir., 2015, 480 ss., con nota
di V. Restuccia, Il coniuge superstite separato ha diritto al risarcimento del danno non patrimoniale derivante da fatto illecito
del terzo; Cass. 17 gennaio 2013, n. 1025, in Foro it., 2013,
1580 ss.
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Giurisprudenza
328 ss. I principi posti dalla Suprema Corte hanno poi trovato
autorevole conferma nella sentenza della Corte cost. 27 ottobre 1994, n. 372, cit. In particolare, com noto, la Consulta ha
chiarito che la morte non costituisce la massima lesione possibile del distinto bene salute, ribadendo che un diritto di risarcimento pu sorgere in capo alla persona deceduta limitatamente ai danni verificatisi dal momento della lesione a quello
della morte, e quindi non sorge in caso di morte immediata, la
quale impedisce che la lesione si rifletta in una perdita a carico
della persona offesa, ormai non pi in vita.
(23) Vengono espressamente richiamate le parole di Epicuro, gi citate nella sentenza del 1925: Quindi il pi temibile
dei mali, la morte, non nulla per noi, perch quando ci siamo
noi non c la morte, quando c la morte non ci siamo pi
noi. La morte quindi nulla, per i vivi come per i morti: perch
per i vivi essa non c ancora, mentre per quanto riguarda i
morti, sono essi stessi a non esserci.
(24) Nel realizzare una comparazione con la tradizione giuridica di altri Stati europei, la Suprema Corte precisa che l'ampia motivazione della sentenza n. 1361 del 2014 () non contiene argomentazioni decisive per superare l'orientamento tradizionale, che, d'altra parte, risulta essere conforme agli orientamenti della giurisprudenza Europea con la sola eccezione di
quella portoghese.
(25) In ordine a tale questione, le Sezioni Unite hanno preci-
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Giurisprudenza
sato che la distinzione terminologica non muta il risultato sostanziale, in quanto la liquidazione del danno dovr in ogni caso essere effettuata dal giudice di merito in base alle peculiarit del caso concreto e, pertanto, anche nel caso in cui vengano impiegate le tabelle di liquidazione del danno biologico psichico il risultato non sar lontano da quello che si consegue
mediante il criterio equitativo puro, utilizzato per il danno morale.
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