attribuiti a questa funzione tutti costi relativi agli input, agli impianti e al
personale impegnati in queste attivit.
Gestione delle Risorse Umane: linsieme delle attivit che hanno a
che fare con la ricerca, lassunzione, laddestramento, lo sviluppo di tutte le
tipologie di personale. Ovviamente i costi attribuiti sono quelli legati
allacquisizione dellesterno o allo svolgimento interno di tali attivit.
ATTIVITA PRIMARIE:
Logistica in Entrata. La Levi Strauss molto attenta nella gestione dei
rapporti con i fornitori basati su relazioni di interdipendenza reciproca
fondate sulla fiducia. Le aziende fornitrici sono considerate come estensione
della organizzazione aziendale anche e soprattutto quando sono collocate in
paesi in via di sviluppo. il caso, per esempio, di una impresa del
Bangladesh in cui erano impiegati minori di et inferiore ai 14 anni, la Levi
Strauss ha mantenuto con essa relazioni di fornitura pagando affinch i
proprietari dellimpresa continuassero ad erogare il salario a 25 minori
dipendenti anche se essi invece di lavorare frequentavano la scuola.
Attivit Operative. La Levi Strauss investe continuamente in nuove
tecnologie e in formazione dei lavoratori per ottenere prodotti di alta qualit
realizzati con processi eco-compatibili.
Logistica in Uscita. Lazienda mantiene rapporti molto stretti con le imprese
distributrici, garantendo un continuo scambio di informazioni attraverso la
costituzione di una rete Edi.
10
12
Confezion
amento,
manutenzi
one,energ
ia,manod
opera
(10%)
Stoccaggi
oe
trasporto
olio
sfuson
(1.5%)
Pubblicit,
promozion
e
(4.2%)
Servizi
13
Confezion
amento,
manutenzi
one,energ
ia,manod
opera
(1.7%)
Stoccaggi
oe
trasporto
olio
confezion
ato (2.1%)
Pubblicit,
promozion
e
(4.2%)
Servizi
14
15
ruolo strategico1, in sostanza il modello della catena del valore sembra non
allontanarsi pi di tanto dal concetto di filiera produttiva, che identifica
nella trasformazione fisica del prodotto il processo fondamentale
dellimpresa2, elemento, questo, che lo rende poco adatto ad esprimere la
complessit dellimpresa moderna.3 Infine, analizzando la concezione di
valore proposta nel modello alcuni autori hanno sottolineato come la
definizione di valore generato dallimpresa presente nel modello della
Catena del Valore non comprenda il concetto di creazione di valore per il
consumatore che deve costituire uno dei principali obiettivi di unimpresa
che voglia ottenere un vantaggio competitivo.
Al contrario con riferimento alle potenzialit di utilizzo del modello
stata sottolineata la difficolt di applicazione come strumento decisionale ex
ante, utile a definire quale tipo di strategia attuare, in quanto, da un lato, la
configurazione della catena e la distribuzione dei costi per le singole attivit
cambia in funzione della strategia adottata4 e, dallaltro, tale configurazione
si basa sullindividuazione di legami generici attuali allinterno delle
strutture esistenti, mentre lelaborazione della strategia competitiva deve
1
Day (1992) rielabora il modello di Porter costruendo una Catena del Valore orientata al
Marketing, che compare sia tra le attivit primarie che tra le attivit di supporto come
funzione di integrazione della Direzione Generale per garantire un orientamento al mercato
nello svolgimento di tutte le attivit creatrici di valore.
2
<< Lobiettivo dellAutore in questo tipo di classificazione sembra essere soprattutto
empirico e corrisponde allidea di identificare dei nuclei di base (attivit) secondo un
criterio di comodo che segue le linee della tradizionale funzione di produzione
dellEconomia Politica (con la trasformazione fisica al centro, sequenza primaria di
operazioni cui tutto il resto finalizzato) arricchita, per, con le valenze dei servizi alla
produzione (funzioni di supporto) che nella realt industriale hanno reso pi complessa la
formula matematica della relazione input-output (). C da domandarsi se la
trasformazione fisica sia oggi - e per tutte le imprese il cuore della generazione del valore
o se non si debba rivedere in senso meno vincolante la distinzione tra attivit primarie e di
supporto, per tenere conto della multidimensionalit che limpresa ha conseguito o tende
comunque a conseguire anche in questo aspetto.>>in Di Bernardo (1989) op. cit pag
3
Nel lavoro di Porter, invece, come nota lAutrice, appare sottovalutato il problema dei
costi e dei rendimenti congiunti che sono invece il terreno essenziale del funzionamento dei
sistemi complessi dato che una parte non ha alcun valore utile se si prescinde dalla sua
collocazione sistemica.
4
. La catena del valore, quindi, pu essere utilizzata solo come strumento di valutazione
ex post al fine di definire le possibili aree di inefficienza allinterno dellazienda.(Di
Bernardo, 1989).
16
18
Competenze
logistiche
Magazzino
inputs
Scorte
Vettori
Competenze
produttive
Competenze
logistiche
Competenze
commerciali
Magazzino
outputs
Scorte
Vettori
Competenze
commerciali
seguito al suo utilizzo nel motore diesel, non appare, in questo caso,
l'aspetto rilevante delta trasformazione. Anche le imprese commerciali non
effettuano una trasformazione chimico-fisica, come le banche e molte
imprese del settore dei servizi.
Limpresa manifatturiera trasforma materie prime, componenti,
semilavorati in prodotti che possono essere destinati ad un mercato finale o
ad un mercato intermedio. Un'impresa automobilistica, per esempio, utilizza
materie prime, semilavorati (lamiere di acciaio, ecc.) e componenti (il
cruscotto, i vetri, gli pneumatici) per produrre autovetture destinate ad un
mercato finale.
I semilavorati sono materiali che hanno bisogno di ulteriori lavorazioni
per poter entrare a far parte del prodotto finito; i componenti entrano a far
parte del prodotto finito (automobile) e non hanno bisogno di ulteriori
lavorazioni (per esempio, gli pneumatici).
Ai fini dello studio delle trasformazioni, l'impresa pu essere vista come
una "scatola nera" avente la propriet di trasformare gli input (materie
prime, semilavorati, prodotti finiti) in output (prodotti). Questo processo di
trasformazione governato dalla funzione di produzione.
Le scelte che tale funzione deve affrontare sono varie e si possono
distinguere in scelte a livello infrastrutturale (dimensione, localizzazione,
grado di focalizzazione degli impianti, grado di integrazione verticale ed
orizzontale), scelte a livello organizzativo (struttura organizzativa,
meccanismi di coordinamento, competenze e incentivazione delle risorse
umane) e scelte pi strettamente produttive. In questo ambito specifico, le
principali modalit di intervento risultano costituite dallintroduzione di
soluzioni produttive a diversi gradi di contenuto tecnologico e gestionale
che determinano i livelli di automazione ed integrazione delle
apparecchiature e i sistemi di governo delle stesse (pianificazione e
controllo della produzione e sistemi di qualit) (fig.1).
21
Strategia di
area di affari
Politica di
marketing/vendite
Scelte Infrastrutturali
Politica di
R&S
Scelte Produttive
Impianti
Dimensione
Localizzazione
Grado di focalizzazione
Grado di integrazione
verticale e orizzontale
Politica di
produzione
Grado di automazione
Grado di integrazione delle
apparecchiature
Sistemi di programmazione
e controllo della produzione
Sistemi di qualit
Scelte Organizzative
Competenze delle
risorse umane
Struttura organizzativa
Meccanismi di
coordinamento
22
23
queste due priorit competitive pu essere dedotta dalla figura 2 in cui sono
descritti gli andamenti della produttivit e flessibilit dal punto di vista
tecnico.
Il significato (tecnico) che le grandezze considerate assumono nella
figura 2 sono, rispettivamente, quelli di volume di produzione ottenuto in un
dato periodo di tempo (produttivit) e di numero di famiglie di prodotti
differenti che un impianto pu produrre nel periodo considerato. Al
riguardo, va osservato che la flessibilit tecnica ha un significato ed
unimportanza soprattutto potenziali 7.
Per effetto dei significati attribuiti alle grandezze considerate, gli
impianti collocati nella zona in basso a destra della figura 2 sono pi
flessibili, mentre quelli prossimi al vertice in alto a sinistra presentano la
maggiore produttivit. Dalla figura, si evince, in primo luogo, che le due
priorit competitive sono tra loro inversamente correlate e ci pone un
severo vincolo allattuazione di politiche volte alla loro ottimizzazione
congiunta.
10.000
Alta
Alta
2.000
Produttivit
Alto
IMPIANTI
CONTINUI
AUTOMAZIONE
RIGIDA
Media
FMS
Basso
500
Alta
Bassa
CELLE FLESSIBILI
Bassa
25
DI PRODUZIONE
MACCHINE CONVENZIONALI
A CONTROLLO NUMERICO
1o2
Bassa
100
500
Alta
Media
25
Assumendo la prospettiva del mercato, le nuove soluzioni tecnicoproduttive possono, dunque, consentire alle imprese operanti con piccole
serie di rivolgersi a segmenti di mercato pi ampi (per le manovre di prezzo
che le economie di scala consentono) ed alle aziende con linee produttive di
maggiori dimensioni di posizionarsi in nicchie precedentemente presidiate
da produttori su misura (Bianchi 1983).
La qualit, come la flessibilit, un concetto multidimensionale in
quanto investe molteplici aspetti dei prodotti e dei processi. In letteratura ne
sono state date molteplici interpretazioni, alcune delle quali costituiscono
vere e proprie pietre miliari 8 sulla strada della costruzione del concetto.
Ognuno dei cosiddetti guru della qualit ha fornito una sua diversa
definizione, spesso modificata nel tempo, del concetto di qualit, ciascuna
delle quali ha consentito di ricomprendere dimensioni precedentemente non
incluse.
Si va, quindi, da conformit alle specifiche ad idoneit alluso, da
soddisfazione del cliente fino a qualit totale per poter approfondire le
tematiche pi strettamente produttive, poi quelle della progettazione, del
marketing e, infine, quelle organizzative e gestionali relative alle relazioni
interne ed esterne allimpresa. Questa caratteristica evolutiva del concetto di
qualit ha portato ad affermare che esso non rappresenta una categoria
logica, sempre valida e con uguale significato, ma una categoria storica, che
trae significati dal contesto (Rullani, 1990).
Pertanto, nellesaminare i diversi aspetti della qualit sembra opportuno
riconoscere i concetti maggiormente pertinenti allambito della produzione,
partendo dalla classificazione ormai classica di Garvin (1987), che
enumera otto aspetti, tutti relativi al prodotto: prestazioni primarie,
prestazioni secondarie, affidabilit, conformit, durevolezza, utilit, estetica
e qualit percepita 9.
8 Copiosi contributi classici al tema provengono da Deming, Juran e Crosby; una
rassegna del loro pensiero e i riferimenti alle opere pi significative sono contenuti in
Reeves e Bednard (1994).
9 Le prestazioni primarie riguardano le caratteristiche di funzionamento di un
prodotto o di un servizio nella sua funzione duso (ad es. la nitidezza dellimmagine di
un apparecchio televisivo), mentre le prestazioni secondarie attengono gli accessori alluso
stesso (ad es. i sintonizzatori automatici su un televisore). Laffidabilit la probabilit
che un prodotto o un servizio divenga inidoneo alla sua funzionalit durante un
periodo specificato di tempo. La conformit data dal livello di rispetto degli standard
predeterminati da parte di un prodotto o un servizio. La durata rappresentata dalla
26
28
Assemblaggio
Produzione unitaria e a piccoli
lotti
Fonte: ns. elaborazione
Assemblaggio
Si tratta di un processo attraverso il quale differenti tipologie di
semilavorati vengono assemblati insieme al fine di realizzare un prodotto
29
Produzioni continue
In questambito si possono riconoscere due tipologie di processi,
denominabili rispettivamente tradizionale e batch, in funzione del grado
di automazione e di integrazione richiesto dalle singole fattispecie
produttive, che vanno dalla realizzazione di prodotti allingrosso,
destinati al consumo o allutilizzo come input di altri processi produttivi
(ad es. nylon, carta), alla produzione di specialities (ad es. i prodotti
farmaceutici).
La produzione tipicamente per il magazzino, salvo le sporadiche
eccezioni in cui limpresa sia legata a particolari clienti esprimenti
unelevata domanda di un dato prodotto o facciano parte di una rete di
imprese tutte concorrenti alla produzione di determinati beni.
La principale caratteristica delle produzioni continue consiste nella
prescrizione di standardizzazione degli output, degli input e delle condizioni
di funzionamento degli impianti. Scostamenti anche lievi di temperatura e
pressione di una sezione di una torre di distillazione in un processo
petrolchimico derivante, ad esempio, dallutilizzo di un greggio petrolifero
avente caratteristiche diverse anche di poco rispetto a quelle usuali
determinano alterazioni significative in tutto il processo. Collegata alla
rigida interconnessione degli impianti, altre caratteristiche della produzione
continua sono lottenimento di beni congiunti e sottoprodotti; la necessit
del controllo di qualit e di processo.
Nonostante una forte analogia tra la produzione continua di tipo
tradizionale e batch, la manifattura di prodotti speciali presenta un
potenziale elevato di variabilit nella creazione e nel completamento di un
prodotto, realizzato in base ad una ricetta che svolge, in questo tipo di
produzioni, il ruolo di una distinta dei materiali . La ricetta pu
30
La dimensione tecnico-produttiva
Con riferimento alle scelte relative alla capacit produttiva sembra
opportuno distinguere tra breve e lungo periodo. Tale differenza non tanto
33
legata alla effettiva durata temporale quanto alle ipotesi che si fanno sulla
possibilit dell'impresa di modificare la dimensione dell'impianto.
Pertanto, nel lungo periodo (5-10 anni) limpresa pu cambiare
limpianto, mentre nel breve periodo (lesercizio) limpianto stesso resta
invariato.
La scelta della dimensione produttiva ottimale nel breve periodo
relativa, esclusivamente, alla possibilit di ridurre il costo medio unitario di
produzione aumentando il volume produttivo per ogni singolo impianto fino
al raggiungimento del punto di minimo (economie di scala di breve
periodo).
Fig. 3 - Rappresentazione grafica della curva dei costi unitari nel breve
periodo.
Cu = C
Q
cmin
Qe
34
CPE
Fig. 4: Andamento dei costi totali allaumentare del numero degli impianti
CT
C = 3A
B = 2A
QA
35
QB
Fig. 5: Andamento a scalino dei costi fissi, integrato con i costi variabili
CT
C = 3A
B=
QA
QB
36
37
C =cmu
Q
A
DOM
38
DEM
39
41
42
44
17 Per una descrizione dettagliata dellECM si vedano Sarkis e Rasheed (1995); per
unanalisi delle relazioni esistenti tra tecnologie produttive avanzate ed ECM si veda
Florida (1996).
45
46
47
Rilevante
FMS
LINEE
TRANSFER
ERP
RIGIDE
CELLE
PRODUZIONE
DI
CAD CAM
III
II
MRP II
CM,
G T,
MRP
CN
ROBOT
CAD,
CAE,
CPS
Moderato
IV
Bassa
Elevata
Intensit tecnologica
48
Miglioramento
incrementale
Tempo
Tempo
50
51
52
L'Oral, societ che opera nel mercato della cosmetica presente in 130 Paesi con un
fatturato al 31 marzo 2005 di 3,54 miliardi di euro. Comprende marchi come lOral
Paris, Maybelline, Garnier, Soft Sheen Carson, Matrix, Redken, lOral
Professionnel, Vichy, La Roche-Posay, Lancme, Helena Rubinstein, Biotherm,
Kiehls, Shu Uemura e Armani e le fragranze Cacharel e Ralph Lauren.
La strategia complessiva di l'Oral linnovazione di prodotto ottenuta attraverso
una continua attivit di ricerca e sviluppo che mira a proporre unofferta completa
nella cosmesi ovvero capace di fornire soluzioni simili a livello di brand e di
prodotti trattati per settore merceologico e differenziate a livello di componenti
accessorie che accompagnano il servizio. La mission di l'Oral infatti quella di
soddisfare tutte le esigenze della clientela che ricerca nei prodotti cosmetici un
elevato contenuto di immagine ed un prezzo adeguato alla propria capacit di spesa.
Il portafoglio prodotti di l'Oral in Italia suddiviso in quattro aree strategiche
daffari (ASA):
1.
qualit.
E attraverso le attivit di marketing e vendite (marche, prezzo, distribuzione e
comunicazione) che lOral si rivolge ai diversi segmenti serviti con una politica di
differenziazione di prodotto.
Nata nel 1985, Ryanair, ha cominciato a servire la tratta quotidiana da Waterford nel
sud-est dell'Irlanda a Gatwick Londinese con un aereo di dimensioni ridottissime.
Oggi, Ryanair il vettore irlandese leader nel mercato europeo delle compagnie
aeree low-cost, la cui mission si caratterizza per tariffe basse e puntualit dei voli.
Il successo di Ryanair dovuto principalmente alla scelta di competere nel mercato
del trasporto aereo low-cost attraverso una politica di riduzione dei prezzi, offrendo
voli no frills, ovvero proponendo ai passeggeri biglietti aerei a basso costo
eliminando le componenti accessorie del servizio non strettamente legate
allerogazione del trasporto: non sono inclusi pasti, t, caff o bevande gratuite, ma
disponibile un servizio bar completo a pagamento e duty free per i passeggeri; si
prevede un sistema di posti liberi a bordo; lofferta del tipo ticketless travel
(senza biglietti), con il vantaggio per la compagnia di vendere direttamente il proprio
servizio on line.
56
58
60
61
63
64
69
72
75
76
80
24
(Dodgson, 2002) definisce la R&S le attivit per mezzo delle quali le imprese hanno la
possibilit di: offrire supporto alle attivit preesistenti, creare nuovi sbocchi e opportunit
di mercato, facilitare la diversificazione di attivit correlate
82
25
Lautore dice the innovation dont trop from the sky (Thomke, 2001)
84
86
Lacquisto di tecnologie
Lacquisto rappresenta la forma pi immediata per ottenere la
disponibilit di innovazioni. In genere, lazienda acquista un bene che ha
incorporata una tecnologia innovativa. Questo approccio ampiamente
diffuso nel mondo industriale ed un modo estremamente rapido ed agevole
per ottenere lo stato dellarte dellinnovazione.
E, questo, un approccio a basso rischio per limpresa, che consente di
ottenere la disponibilit di innovazioni gi sperimentate ed affidabili.
Spesso, lazienda ricorre allacquisto della tecnologia quando linnovazione
riguarda tecnologie non core. In altri casi, si ricorre a questo approccio
quando le innovazioni richiedono competenze altamente specializzate non
disponibili allinterno dellazienda.
Un altro vantaggio di ricorrere allacquisto di innovazioni sviluppate da
imprese terze, oltre ai gi menzionati fattori di costo, tempo e affidabilit,
relativo alla possibilit di contare sul supporto del fornitore nelle fasi di
implementazione.
Chi acquista non ha in genere n il controllo delle conoscenze legate
allinnovazione, n il diritto di esclusiva sullinnovazione stessa. Pertanto
questo approccio consigliato in tutti i casi in cui linnovazione non
rappresenta un fattore critico di successo per limpresa acquirente. Altri
problemi possono derivare dalle difficolt di implementazione e dai costi di
acquisto.
Acquisto di aziende con tecnologie propria
Lacquisto di aziende con tecnologia propria rappresenta una modalit
particolarmente efficace per entrare in possesso del patrimonio di
conoscenze dellazienda acquisita. Lacquisizione pu riguardare il
trasferimento del pacchetto di controllo dellazienda innovatrice, in altri casi
pu implicare lacquisto del 100% delle azioni.
Questa modalit presenta numerosi vantaggi. Lazienda che si
acquisisce dispone gi di una propria tecnologia e spesso anche di un
proprio mercato. Ci consente quindi di essere rapidamente operativi ed a
condizioni di rischio relativamente limitate. Maggiori difficolt nel valutare
lopportunit di seguire questa strategia si presentano quando lazienda che
si intende acquistare dispone di tecnologie intangibili. In questi casi
particolarmente indicato prevedere accordi di pre-acquisizione durante i
quali lacquirente approfondisce la conoscenza delle tecnologie di cui il
cedente dispone. Lacquisizione rende spesso necessario adattare le
88
Imitazione e ricerca
Lo sviluppo attraverso imitazione combinata ad una propria attivit di
R&S, rappresenta una variante del reverse engineering in cui limitatore
copia illegalmente innovazioni sviluppate da imprese terze. Le informazioni
ottenute vengono quindi utilizzate come base per la propria attivit di
sviluppo.
Limitatore si pu avvantaggiare dei progressi fatti dallimitato e,
attraverso il proprio staff di ricerca, realizzare prodotti e processi
particolarmente avanzati.
Tale approccio, presenta il vantaggio di consentire uno sviluppo veloce
ed a basso rischio; inoltre, limitatore spesso capace di migliorare il
progetto originario riuscendo ad essere particolarmente competitivo. Gli
svantaggi di tale approccio sono sia di tipo legale e morale, sia di tipo
strategico e tecnico.
Da un punto di vista etico, limitazione illegale del lavoro altrui pu sia
minare la reputazione dellazienda, sia portare a costosi contenziosi legali.
Da un punto di vista strategico, la scelta di tale approccio
allinnovazione implica che lazienda agisca come follower. Infine, da un
punto di vista tecnico, limitatore non sviluppa al proprio interno un forte
know how che gli consente di essere competitivo nel lungo termine.
Un caso molto diffuso in Italia di imitazione lo si riscontra nel settore
farmaceutico: il cosiddetto fenomeno del comparaggio. Molte PMI operanti
nel settore farmaceutico attendono che brevetti di prodotti molto diffusi
vadano in scadenza, per poterli imitare e distribuirli a prezzi estremamente
concorrenziali.
Combinazione tra sviluppo interno ed esterno
Il trasferimento di tecnologie
Il trasferimento di tecnologie rappresenta una forma di acquisizione
delle conoscenze di tipo combinato. Da una parte infatti necessario
disporre di un donor della tecnologia, ovvero di una azienda disposta a
cedere proprio know how, dallaltro, lazienda receiver deve disporre di
risorse nel proprio staff in grado di interpretare conoscenze sviluppate da
terzi e di promuoverle allinterno della propria azienda. Questo tipo di
approccio presenta dei costi relativamente contenuti, in quanto lo sviluppo
viene promosso e sostenuto da imprese terze, e anche il time to market
risulta pi breve rispetto a forme di sviluppo interno.
90
91
Izzo (2002).
92
94
strettamente
collegata
dei
Fonte: www.STMicroelectronics.it
95
generata dai nuovi prodotti introdotti nel mercato. Inoltre le due tipologie di
sviluppo della R&S hanno un peso relativo diverso secondo le fasi del ciclo
di vita del prodotto. In genera la prima domina le fasi iniziali (introduzione
e sviluppo), mentre la seconda prevale nelle fasi di maturit, quando cio i
costi e la qualit divengono fattori determinanti.(Pellicelli, 1996)
Innovazioni radicali e incrementali
Secondo alcuni autori difficolt analoghe si riscontrano in alcune
classificazioni basate, sulla scia degli studi schumpeteriani, sulla distinzione
tra innovazioni maggiori e minori, innovazioni incrementali o discrete,
fondamentali o radicali. Si ritiene tuttavia che tali classificazioni siano utili
a definire le diverse tipologie di innovazioni riscontrabili allinterno delle
imprese.
Tra le tassonomie pi note vi quella di Freeman (1982), che individua
cinque categorie, innovazioni incrementali, innovazioni maggiori,
innovazioni radicali, nuovi sistemi tecnologici, rivoluzioni tecnologiche. Tra
queste si enfatizzata soprattutto la sostanziale distinzione tra innovazione
incrementale e radicale.
Le innovazioni incrementali rappresentano i miglioramenti apportati al
prodotto o a processi produttivi, si manifestano con una successione
costante nel tempo e, secondo Freeman sono le innovazioni stimolate dalla
domanda, dalla collaborazione dunque tra limpresa e gli utilizzatori. Altri
autori invece (Calvelli, Vito, 2001), partendo dai mutamenti apportati dalla
rivoluzione informatica e allargando lo spettro delle tipologie di
innovazioni, non solo tecnologiche ma anche organizzative, finanziarie,
manageriali e di mercato, hanno definito le innovazioni incrementali frutto
di una condotta manageriale creativa, ma non volta a modificare gli assetti
esistenti. Esse non comportano discontinuit con il patrimonio tecnologico
o di mercato dellimpresa e presentano limitati livelli di incertezza e di
investimento. Tali innovazioni, insomma, richiedono lacquisizione, da
parte dellimpresa, di conoscenze e competenze non significativamente
diverse da quelle che fanno parte del patrimonio cognitivo gi acquisito
(ibidem).
Le innovazioni radicali, al contrario, si distribuiscono in modo
discontinuo nel tempo, tendono a diffondersi in tutte le imprese appartenenti
al settore e a spostarsi rapidamente da un settore allaltro. Esse hanno
notevoli implicazioni in termini di dinamica industriale e sono spesso
dipendenti dallattivit di R&S (Boccardelli, 2002). Le innovazioni radicali
100
102