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OTTO MESI A ROMA

IL

CONCILIO VATICANO.

OTTO MESI A ROMA


DURANTE

IL CONCILIO VATICANO
IMPRESSIONI DI UN CONTEMPORANEO

POMPONIO LETO. (:^c^a^co


Fructibus.

co,rno!<eetis.

Matth., 20, VII.

FIRENZE.
SUCCESSORI LE MONNIER.
4873.

AVVERTIMENTO.

alle mani questo manoscritto,


contiene una specie di Cronaca del ConciVaticano, noi abbiamo creduto far cosa utile nel pub-

Essendoci venuto

nel quale
lio

blicarlo,

si

perch

ci

sembra che

tutto quel

cherisguarda

questo tempo e questo soggetto e per se stesso e per


tutto quel che vi si connette del passato, del presente
e del futuro, abbia una grande importanza per V Italia
:

e perch per soddisfare a questo bisogno, fuori di quel


che se ne occup per suo ufficio la stampa periodica con-

temporanea, ben pochi lavori sono apparsi in Italia che


proponessero di portare alcuna luce o di richiamare

si

l'attenzione del

pubblico sopra cos memorabile av-

venimento e particolarmente sopra le sue attenenze


dirette ed indirette con la rinascente vita civile e politica dell' Italia.

Essendo questo punto pi specialmente preso di


mira nel presente lavoro, tanto pi ci sembrato esso
occorresse opportuno a riempire un vuoto che, da

poich
troppo

si

prorogato

il

Concilio Vaticano,

si

pur

fatto sentire nella nostra bibliografia.

Questo lavoro, come afferma Autore stesso, non


ha scopi n pretensioni teologiche di sorta, lo che lo
rende accessibile all'universalit dei lettori: si occupa
invece molto dell'influenza che tale avvenimento pu

AVVERTIMENTO.

II

esercitare sopra lo stato delle nostre popolazioni , e a


quando a quando anche delle condizioni religiose generali di esse , la qual cosa deve renderlo di una particolare

menti

importanza per i lettori italiani. Gli avvenisono narrati senza spirito di parte e con

vi

carattere di verit
tivo

per

lo

che pu renderlo

utile

ed

istrut-

tutti.

Noi lo presentiamo ai nostri lettori quale lo abbiamo ricevuto, anche coli' anacronismo che si contiene
nel suo frontespizio, nel quale
scritto

nome

si

afferma

il

libro essere

da un contemporaneo; e purtuttavia porta il


di Pomponio Leto. Che il libro sia fatto da un

contemporaneo, non pu essere altrimenti che questi


anche stato presente a tutti quelli avvnimnti, non
;

sia

ve ne ha dubbio; ogni cosa nel libro lo dice, e vi si


sente da capo a fondo: il nome di Pomponio Leto non
ha i diritti di contemporaneo neppure pel Concilio di

Trento. Bens dei Pomponii Leti ve n' stato e ve ne


sar sempre, almeno per lungo tempo, alcuno in Italia.
E un tipo che si prodotto in Italia e pi particolar-

mente
dalla

mento

in

Roma

sul Rinascimento

ed determinato

combinazione del Classicismo antico col senticristiano,

ma

soprattutto dell'elemento razionale

presenza ed in contatto colla fonte prima


del principio di autorit. Esso rappresenta la resilatino

in

stenza, l'opposizione, la forma razionale, lentamente


progressiva, compatibile col sentimento e colle istituzioni cattoliche. Pomponio Leto era un filosofo che

maestro in una delle varie scuole del Rinascimento


degli studii e del pensiero in Italia, dopo essere stato
per questo stesso titolo in sospetto e puranche perse-

guitato da Paolo II, annover fra

suoi allievi Paolo III

e fu pi tardi egli stesso l'amico di due papi, Sisto


e Innocenzo VIII.

IV

AVVERTIMENTO.

Con questo noi non vogliamo

Ili

far la

leggenda, n

esercitare l'immaginazione dei nostri lettori sopra il


nostro manoscritto: e tanto pi quanto che queste com-

binazioni erano pi facili a riscontrarsi nel secolo decimoquinto che non sieno nel secolo decimonono. Noi
vogliamo solamente dire con ci che essendo l'Italia,
se

non politicamente, almeno moralmente ed

intellet-

tualmente per certo, il portato delle due grandi epopee,


mondiali ambedue , che si sono prodotte in essa e per
essa, il Cattolicesimo e le questioni che lo riguardano
avranno sempre una parte nelle sue combinazioni politiche come la Filosofia e il Classicismo antico ne hanno
,

esercitata

una e profondamente modificatrice nei

suoi

sentimenti religiosi e che perci i filosofi saranno sempre costretti a tenervi in gran conto le influenze reli:

giose, e vi sar

vere la storia d'

sempre un Pomponio Leto per


un Concilio.

scri-

Gli Editori.

INTRODUZIONE.

Queste impressioni notate durante il Concilio VaRoma e secondo che esso procedeva, erano da
principio destinate ad una Rivista periodica; ma per soticano in

praggiunte difficolt essendone rimasta sospesa


blicazione in quel
della

modo,

altrettanto sarebbe

la pubavvenuto

compilazione, se alcuni amici che vi avevano posto

qualche amore, non ne avessero incoraggiata

la conti-

nuazione. Allora l'autore non tralasci di raccogliere,

come aveva
guivano,

fatto

per l'avanti

mano

mano che

pi notabili particolari di cos

se-

importante

che erano
periodo di storia contemporanea, tanto quelli
erano
i
per avdi pubblico diritto, quanto altri,
quali

ventura

sottratti al segreto, in cui

legalmente essere involti.

che quello

di

Con

ci

avrebbero dovuto

non ebbe

provarsi a fissare nella

coloro, a cui potesse importare,

altro scopo

memoria

di tutti

di

questo
immagine
grande avvenimento in generale, rendendone, per cos
la

esprimerci, quanto possibile, sensibile e familiare


la

fisionomia esteriore.

Lo studiare a fondo una questione cos complessa


come un Concilio, opera di assai pi gran lena che i
1

INTRODUZIONE.

Sa

limiti di questo lavoro e le forze dell'autore

sentano, e

alla

non con-

quale non pens neppure: forse non

mancher lungamente

al

desiderio di coloro che curano

la storia religiosa e politica del

nostro tempo, chi es-

sendo stato in condizioni migliori vi sodisfar degna-

mente. In questo scritto invece una semplice cronaca,


o piuttosto sono ricordi o impressioni fugaci notate
per memoria propria ed altrui, se pure alcuno possa
giovarsene all'uopo, miste di considerazioni che occor-

revano

mente

alla

dell'autore e che furono registrate

insieme con quelle. Nel raccoglierle in questi pochi


cenni si tenne appena un ordine: avendone incominciata

mese per comporre un


continu con quel metodo ed a quella ma-

l'esposizione alla fine d'ogni


articolo, si

mese

di questi ha in fronte

il

titolo

allora allora decorso che viene in esso

som-

niera, e perci
del

mariamente

ognuno

descritto, e conserva la

forma che

lo svol-

gimento presente e continuo dei fatti voleva. Ci pur


cagione che ogni mese porta con s il carattere delle
opinioni prevalse in quel

momento,

e dello stato pre-

sente delle cose. Rileggendo le impressioni dei primi

mesi, dopo svoltasi tutta

la

fase che si

compi con

la

dichiarazione dell'

infallibilit, quanti giudizii sbagliati!


quanti precedenti che non produssero le conseguenze,

quali si aspettavano! Nondimeno, tranne qualche leggiero ritocco pi nella forma che nella sostanza, asso-

le

lutamente necessario a mantenere una certa unit nel


lavoro,

si

preferito

caduto sulla carta

non mutar nulla

di

quel che era

prime impressioni. Quindi non


deve neppure far meraviglia, se l'ordine, col quale le
materie sono disposte, lascia molto a desiderare, e
alle

INTRODUZIONE.
se sono talvolta sconnesse, ripetute o sparse.
cotali ragioni questo lavoro

una

non presume

sempre durante

gli

Concilio Ecumenico,

di attualit,

otto

il

se per

ne

di essere

le slesse

storia, n un'opera letteraria, per

ha un certo carattere

Ma

esso

quale, conservato

mesi che rimase adunato

il

un

potr forse giovare a formarsi

criterio di cos notabil periodo di storia ecclesiastica,

quando sar

gi lontana da noi; ed oggi che tuttavia

presente* a gettarvi sopra qualche luce che, sebbene


sia gi stata

qua e

zioni contemporanee,

sparsa per raggi nelle pubblica-

non

si

ancora riunita altrimenti

per rischiararlo nel suo tutto ad un tempo e in un

punto solo.

il

Dopo queste premesse non mestieri avvertire


non vi si tratta punto n poco

lettore che la materia

dal lato teologico

nenze con

la

o canonico,

ma

societ civile, ed

bens dalle sue atte-

il

Concilio non vi

guarda di dentro, lo che era


solamente si contempla di fuori: e ci

vietato ai profani,
si

voluto si-

gnificare col titolo posto in fronte di queste

morie. Altro non resta se non far sicurt


se questi pochi cenni

che

profondit
in

si

ma

poche meche

ai lettori,

non hanno n Y ampiezza n

la

richiederebbesi dalla materia grave,

compenso sono

fedeli alla verit e

poco soggetti ad

errore, perch v'ha ben poco che l'autore non abbia

narrato o

come testimone

equivalente.

egli stesso,

o con certezza

DICEMBRE

i.

Apertura del Concilio.

4. Alle

ore 9 antimeridiane

dell' 8

dicembre

l'anno 1869 le artiglierie del Monte Aventino e

pane di tutte
che si apriva
dici secoli
la storia,

salemme,

le
il

dopo

chiese

di

Roma annunziavano

le

al

del-

cam-

mondo

ventesimo Concilio Ecumenico, quinil

primo, riconosciuto per

tale

da tutta

quello di Nicea, diciotto dopo quello di Gerue tre

dopo l'ultimo, quello

2. Alla stessa ora, nella


sta al portico della Basilica

gran

sala

di Trento.

che sovrappo-

Vaticana e che d'ordinario

cerimonia della Cena degli Apostoli ed alla


benedizione papale, addobbata a cappella per questo
scopo, stavano radunati tuttiquanti erano chiamati a
serve

alla

sedere nel Concilio. Il Papa, che di solito non lascia il


suo appartamento per prendere parte a qualsiasi cerimonia, se non quando tutto gi disposto e pronto,
in quel giorno era arrivato nella sala fra

i
primi quasi
per far mostra di eguaglianza, e seduto aveva atteso
che fosse intero il numeroso corto, il
doveva

quale
processionalmente passargli dinanzi, per discendere
solennemente insieme nella chiesa di San Pietro. Erano
quarantasette cardinali dei cinquantacinque che sono in

IL CONCILIO VATICANO.

Roma, pi
se

di settecento

vescovi dei mille circa, che,

non erro, compongono l'episcopato

cattolico, pi di
venti abati mitrati, cinque abati nullus e circa trenta

generali d'Ordine. Questo

pubblicato in

Roma

il

numero

dei presenti che

dato dall'Elenco

avean

dere in Concilio. La Civilt Cattolica dava

dritto a seil

numero

complessivo di settecento e ventitr, riportando tutti i


nomi; 1' Unit Cattolica quello di settecento venti, inferiori

amendue

a quello totale risultante dall'Elenco che

ascendeva a pi di settecentosessanta:

ma

il

numero

esatto fino all'ultima esattezza difficile a conoscersi.

Certo che nella prima congregazione


nella votazione

le

schede raccolte

furono seicentosettantotto. Dei vescovi

presenti, nove erano patriarchi, latini quattro, cinque


orientali;

cinque

gli

arcivescovi primati, e pi di cento-

trenta arcivescovi. Costoro per

non sono

tutti

effettivi, o diocesani: alcuni dei patriarchi

mai

in loro vita lasciato

mero

Roma. V'ha

fra quelli

certo per che

non hanno

costoro sono

Concilio ed al voto

come

generali d'Ordine vi

la stessa

cosa,

conoscono appena
quella, onde prendono il

diocesi, e

dalla geografia la situazione di


ttolo. Tutti

un nu-

assai ragguardevole di arcivescovi e vescovi in

partibus, dei quali tutti se non pu dirsi

ed

vescovi

non hanno

stati

egualmente ammessi

al

se fossero diocesani. Gli abati

hanno pur seggio, ed anche

costoro stato per privilegio concesso il voto, al quale


non avrebbero avuto altrimenti diritto. Tutte queste
concessioni fatte successivamente hanno alla fine esercitato

una grave azione sopra

un Concilio, per

le

condizioni normali di

tutta quella che lasciano

prendere in
classe
una
numerosa
ad
di
dignitarii senza cura
questo

APERTURA DEL CONCILIO.

d'anime e che perci, se sono eguali agli altri nell'ordine, sono loro per lo pi inferiori nelle cognizioni
pratiche necessarie, e ad ogni

modo mancano

sponsabilit che abbisogna a fine che

della re-

loro voto sia

il

competente e disinteressato. Esse per hanno valso a


rendere pi numerose queste adunanze, com' avvenuto della presente, che riuscita la maggiore di quante
la Chiesa Cattolica abbia mai avute. Mentre l'alta gerarchia era tutta raccolta nella sala superiore

Roma

del clero secolare e regolare di


la scala regia,

il

portico e

si

il

resto

collocava lungo

chiesa per fare ala sul

la

passaggio di quella.
3.

Quando furono

tutti

and a prostrarsi avanti

il

raccolti,

all'altare,

ed

all'

Papa levatosi
intuonar che

egli fece dell'inno allo Spirito Santo con quell'accento

chiaro e vibrato che di lui, i-cantori ripresero

il

canto

e la processione cominci ad incamminarsi con l'ordine

seguente:
il

camerieri ed

corteggio; quindi

tori del Concilio e


di

gli

cappellani segreti aprivano

avvocati concistoriali,

promo-

cantori; appresso gli abbreviatori

Parco maggiore,

votanti di Segnatura,

cherici di

e gli auditori di Rota, dei quali ultimi quat-

Camera,

tro ufficii due prelati per ciascheduno fanno quello di


scrutatori dei voti del Concilio; poscia

maestro del

il

Sacro Ospizio, e due cappellani che portano il triregno


e la mitra semplice del Papa. Preceduti da un turiferario e dal
coliti la

suddiacono apostolico che porta fra due ac-

croce papale, seguivano

abati nitlUas,

patriarchi, e

vescovi,

dopo questi

rarchia d'ordine.

gli
i

gli abati

arcivescovi,

generali, gli
i

prelati ed

cardinali, anch'essi per ge-

vescovi ed

cardinali erano acGom-

IL CONCILIO VATICANO.

un cappellano o

pagnati ciascuno da

vano appresso

Senatore ed

il

Municipalit romana,

ed

vicecamarlengo

principe assistente

il

tarii,

il

il

Papa portato

baldacchino: seguivano

rali
al
gli

di

la

Santa Chiesa,

soglio; quindi due protono-

al

cardinale diacono,

finalmente
il

il

caudatario. Veni-

Conservatori, cio

maestri di cerimonia, e

nella sedia gestatoria e sotto


altri officiali,

d'Ordini religiosi, e finalmente

quindi

gene-

gli ufficiali addetti

servizio del Concilio, segretarii, notai e da ultimo


stenografi.
4.

ni, fra

Questa lunga schiera di cherici dei pi

due

ale

ugualmente

alti

ordi-

di cherici dei pi umili della

gerarchia, lasciando

viava per

scendendo per
volgendo

la gran sala sopra il portico s'avche d adito alla Cappella Sistina, e

l'altra

scala del Bernini cos detta regia, e

la

a diritta

per

in San Pietro, che per

parve riempirsi.
di

Il

il

la

portico entrava solennemente

prima volta

Papa come

memoria d'uomo

vescovi erano vestiti

bianco per essere quel giorno dedicato

alla

Imma-

Papa aveva coperto il capo di una


mitra preziosa che s'era dovuta fare a posta per quella
occasione, non usando egli per il consueto che il trire-

colata Concezione.

Il

gno o una mitra di lama d' oro. Questi particolari hanno


una significazione, perch sono ordinati ad accennare
ad una certa uguaglianza con

gli

altri

vescovi che

si

restringe peraltro a questi piccoli accessorii del cerimoniale. All'ingresso della chiesa

il

Papa discese

il

nando

dove

5.

fino all'altare papale,

dalla se-

capo prosegu cammisi ferm.

dia gestatoria, e scopertosi

Nel braccio o navata destra della croce di San

Pietro formata l'aula conciliare in quell'area stessa

APERTURA DEL CONCILIO.

che ordinariamente occupata dalla cerimonia della


Lavanda del Gioved Santo. Essa vien chiusa fra i due
che sostengono la cupola di Michelangelo, da
un attico con un timpano, sotto il quale una gran

pilastri

porta d'ingresso che quel giorno rimase aperta alla curiosit del pubblico durante tutta la cerimonia: ci si
ripete in tutte le sessioni pubbliche,

gregazioni private rimane

o consuetudine dai cavalieri


tano,
perati

come un

porla rivendicavasi

di questa

mentre

dell'

nelle con-

La custodia

affatto chiusa.

antico diritto

Ordine Gerosolimi-

quali valendosi di questo diritto s'erano ado-

per rendersi

utili

al

Concilio, preferendo per

una solleci!udine,del resto facile a intendersi, seguirne


l'andamento da vicino piuttosto che udirne i fatti da
lontano. Siccome per

le guardie nobili hanno incumbenza particolare di seguire dappertutto il


Papa, cos per
rendere giustizia e agli uni e agli altri la porla rima-

sta affidata

ad ambedue contemporaneamente. Sopra

porta stanno scritte in lettere cubitali

le

sto che si addicono all'occasione: Docete

la

parole di Cri-

omnes

gentes.

Ecce ego robiscam sum omnibus diebus usque ad con-

summationem
dioso,

ma

sceculi. L'aspetto dell'aula assai

preparata con molta semplicil. Nel fondo sta


del Papa, intorno

per

ordini

gli

scanni per

cardinali, poi discendendo


gli

patriarchi, e

gradatamente

il
i

mero che corrisponde

al

numero d'ordine

trono
seggi

in sette

scanni dei vescovi che giungono fino

vello del pavimento. Ciascuno degli scanni ha

vescovo

gran-

ci devesi al luogo per se stesso, perch

al

li-

un nu-

dato ad ogni

e col quale questi sta scritto nel catalogo stam-

pato che venne dispensalo a tutti

membri

del Concilio.

10

IL CONCILIO VATICANO.

Sopra

trono un dipinto che rappresenta la discesa


Sonovi pure nell'aula altri dipinti

il

dello Spirito Santo.

che rappresentano

dottori della

Chiesa e

convocarono Concilii Ecumenici.


disse, della pi

battimenti v'ha

vlte e

non
i

Papi che

come

si

grande semplicit, ed ha nel tempo stesso

una maestosa apparenza.


cio di

tutto ,

Il

un

In quest'aula destinala ai di-

ma non

solo difetto,

lieve, quello

essere acustica. L'altezza delle

grandi archi delle navate

si

immense

adattano con tanta

parzialit ai desiderii di quella parte

del Concilio,

la

quale viene accusata d'essere poco calda fautrice della


discussione, che disperdono nello spazio prima che si
ascoltino

pi dotti propositi e

le

pi sapienti parole.

Questo inconveniente cos grave da aver creduto molti


che l'Aula Vaticana preparata con tanta cura non poragionevolmente rimanere se non per solo uso

tesse

delle sessioni pubbliche e della

e che per

creti,

aversi ricorso

gran

alla

Verso

conciliare,

il

le

11 ore erano gi tutti seduti nell'aula

Papa sopra

il

suo trono,

patriarchi nei loro seggi, e quindi tutti


tini, greci,

dei de-

Roma.

sala o chiesa di
6.

promulgazione

congregazioni private dovrebbe


Sala degli Svizzeri, ovvero ad altra

le

melchiti, ruteni,

caldei, maroniti, cofti,

cardinali e

vescovi,

rumeni, bulgari,

la-

siriaci,

armeni, ciascuno nel suo scanno,

vestiti dei loro particolari abiti pontificali. Essi

cos raccolti in quel giorno

uno

ravigliosi spettacoli che possano

davano

dei pi solenni e
offrirsi

me-

adocchio d'uo-

tempi che sono da lungo


disavvezzi da queste mostre di cos grandi pompe esteriori. N lo spettatore anche men bene disposto verso

mo,

soprattutto

ai

nostri

APERTURA DEL CONCILIO.

poteva non meravigliarsi, pi che

quella adunanza

magnificenza di

della

questa istituzione,

conduce ancora
sol

la

tale

cerimonia, della forza di

quale dopo molti e molti secoli

uomo,

ad un

dalle pi lontane regioni innanzi

una semplice

senz'altra coazione che

d'invito, tanti

41

uomini

di tutte le nazioni legati

lettera

da una

disciplina che ha appena una sanzione sensibile, e pure


devoti, almeno per molti di loro, fino ad un segno

sconosciuto in ogni altra assemblea

cio fino alla di-

minuzione volontaria e deliberata di se

stessi, ed oc-

cupati non ad estendere le proprie prerogative, ma bens


a lottare tenacemente con l'opinione pubblica per me-

nomarle.

Come

si concepisce a questo
spettacolo il sentimento indomabile d'autorit che ha sempre dominato
i
Papi! Niuno fuori di loro giunge, relativamente al

proprio Stato ed anche assolutamente nella societ umana, ad un grado cos alto di dominazione e soprattutto
di onoranza.
7. Appena entrato il Papa, si die principio alla
Messa solenne cantata dal cardinal vicario. Finita que-

sta,

il

segretario del Concilio pose

sopra un

d'Iconio tenne
stito

tutti

libro del Vangelo

un discorso

latino: indi

il

delle assise pontificali, ricev tutti


i

membri

del Concilio

rimonia consiste

uno

il

ricco leggo, ed accanto a quello

s'

in ci,

all'

che

vescovo

Papa, rivevescovi e

obbedienza. Questa ce-

tutti

vescovi ad uno ad

inginocchiano innanzi a lui e

nocchio. Che sforzo di

il

memoria

gli

baciano

il

gi-

necessario a colui

che cos umilmente s'intitola servus servorum Dei, a


ricordarsi di questa
quella cerimonia

modesta formola durante

tutta

IL CONCILIO VATICANO.

12
ci

Dopo

8.

il

Papa benedisse solennemente tre

volte l'adunanza, e quindi proferi

1"

allocuzione per

V apertura, alla fine della quale vi fu un momento di


vera commozione in tutti gli astanti. Ciascuno che ha
potuto conoscerlo, sa quanto la natura del Papa sia
sensitiva e pronta alle pi vive commozioni. In quelV istante

la

pi profonda fede ed

smo parevano infiammarlo,


grave et

mantenevano

lo

il

pi grande entusia-

a malgrado della sua

aitante della persona ed in-

quella lunghissima e

faticabile in

faticosissima ceri-

proprio delle forti convinzioni e del forte


sentire comunicarsi rapidamente. Il Papa, che era stato
molto commosso durante tutta la cerimonia, alla fine

monia.

dell'

allocuzione volse due invocazioni

una

al

Santo

Spirito, l'altra alla Vergine: arrivato a quel punto,

lev innalzando

egli si

le

braccia al cielo, e tutta l'as-

semblea, come per un moto


Quel momento era un solenne

dovevano

stesso, si trov levata.


spettacolo.

tusiasmo, non erano ancora sbocciali, e


tutti

timori, tutte le speranze

agitavano forse
9.

germi che

dividere quelli animi, e raffreddare quell'en-

tutti gli affetti,

mondo

cattolico

cuori della sua universale assemblea.

altre

Dopo

del

preci

l'inno

d'invocazione

al

il decreto di
apertura del Convescovi interrogali, se piacesse loro

Santo Spirito fu letto


cilio:

poscia

che

Concilio avesse cominciamento, assentirono con

il

con questo e con un inno di ringraziamento, dopo avere decretato la prossima sesil

liturgico placet: e

si chiuse la prima, e fu
Vaticano che convocato, diciotto

sione pel d 6 di gennaio,

aperto
secoli

il

Concilio

dopo

la

fondazione del Cristianesimo, a ponde-

APERTURA DEL CONCILIO.

13
e che

rare e dirigere le sorti della Chiesa Cattolica,


sta

perci appunto
dentali

per decidere,

d'Europa, quali sono

mente e socialmente
costumanze ed

se le nazioni

occi-

ai nostri giorni politica-

costituite, e con le loro presenti

hanno o non hanno pi una

istituzioni,

religione.
II.

Importanza
1.

Fin qui

la

di quest'

Assemblea.

parte esteriore, che

per

sua

la

forma fu splendidissima, e vinse ogni aspettazione.


Certo che il vedere all'invilo del Papa radunarsi e
inchinarglisi dinanzi tante dignit venute d'ogni parte
della

terra; l'incontrarsi,

mente notava uno


Vaticano

il

quel che giusta-

secondo

scrittore francese, sul limitare del

patriarca

di

Babilonia ed

il

vescovo

di

Chicago, il mondo passato ed il mondo avvenire a


traverso un presente che tutta una civilt, in un
pensiero che comprende

poco mirabile.
fatti,

Ma

e se dalla

se

si

tutta

un' ra

cosa

non

scende sul nudo terreno dei

forma esteriore

si

passa a contem-

Chicago non rappresenta una Chicago cattolica, pi che quello di Babi-

vescovo

di

plare

la

lonia

non rappresenti una cattolica Babilonia. E ci


men male , che questi due estremi non rap-

sostanza,

il

sarebbe

presentassero due societ cattoliche;

vescovi non sono

anche di

nelle

ma

quanti

stesse condizioni?

altri

Tacendo

vescovi in partibus infidelium, che cosa


rappresentano i vescovi americani in attenenza coi
tutti

titoli delle

loro diocesi ?

Che cosa rappresenta innanzi

14
alla

di

VATICANO.

IL CONCILIO

Chiesa Cattolica, ossia universale, l'arcivescovo

Nuova York? Ma lasciamo anche

liche

quanti sono

nazioni acatto-

le

vescovi francesi che

sentono

si

realmente pastori di tutto o della maggior parte dei


loro gregge? e che sieno la rappresentanza reale di

una vera

societ cattolica, o

almeno

di

gioranza cattolica? Questa condizione

una reale magriscontra an-

si

cora con un certo carattere generale fra


nazioni d'Europa solo in Italia, e

le principali

meglio in Spagna,

e, se

si

vogliono riguardare come

nazioni, in Irlanda

meno

ed in Polonia, e finalmente con un carattere


esclusivo,

ma

minciando

dall'

pi profondo e pi illuminato, in alcune parti della Germania.


2. Se r Occidente rimasto cristiano, pure incoottavo secolo che, tranne passeggere

e parziali dissidenze, fu
licit
si

il

punto massimo

sono da questa

grado a grado distaccate, secondo

certi caratteri e certe tendenze

o meglio schiatte, ne

nalit,

dirlo.

della catto-

o universalit di una forma cristiana comune,

il

alcune grandi nazio-

Concilii valsero ad impe-

quarto Concilio di Costantinopoli, u pi


impedire lo scisma

tardi quello di Firenze, valsero a

d'Oriente, che fu
cilio di

la

prima

fase di disunione;

Trento valse a ricondurre

ali'

unit

il

Con-

le schiatte

germaniche ed a frenare il Protestantesimo , che fu la


seconda fase di disunione e cost alla Chiesa Cattolica

Germania, l'Inghilterra, la Scandinavia e potenzialmente l'America e l'Australia. La terza fase che mila

naccia

ormai da pressoch un secolo

nei paesi che gli son rimasti,

dio non ha ancora un nome,

il

Cattolicesimo

ci che chiamasi, percol

generico

nome

di

IMPORTANZA DI QUEST' ASSEMBLEA.


rivoluzione. Qual sarebbe
ticano in questa

nuova

vissima minaccia, era


fu convocato,

ognuno

il

il

contegno del Concilio Vafronte di questa gra-

fase, a

problema,

si

15

dacch quello

di cui,

proponeva

soluzione. Pro-

la

cederebbe esso per scelta o per eliminazione? Prenderebbe esso il limite pi largo per abbracciare un

maggior numero d'uomini


stretto,

gettandone cos

voluzione? Questi sono


le

menti non

il
i

nella

pi gran

Chiesa,

numero

il

pi

nella ri-

pensieri che occupavano tutte

afflitte dalla

momento

malattia del

tempo

poich

assai
questione
suche
non
osservatori
sembri
agli
gravi, pi gravi

per costoro

perficiali:
le

il

e la

conviene ripeterlo,

sorto

si

tratta

di

sapere, se

nazioni cattoliche d'Europa avranno o no una

gione, non una forma estrinseca


religione reale,
festi nelle

Se

il

reli-

ma una

sentila, che si manife-

loro azioni e che sia concorde

costumanze ed
3.

comunemente

e nominale,

con

le

loro

istituzioni.

non impedi

Concilio di Costantinopoli

lo

scisma d'Orijnte, n quello di Trento la riforma d'Occidente , non men vero che altri Concilii, con pi o

meno

difficolt,

trionfarono finalmente e conseguirono

intento, per il quale si erano convocati. Cos Nicea,


Efeso e Calcedonia vinsero, sebbene pi tardi, e non
l'

rimane segno dei nemici da essi combattuti. Chi volesse trovare una ragione plausibile, poich ve n' ha in
ogni cosa, potrebbe non senza fondamento rinvenirla
in questo: cio, che ogni qual volta la Chiesa

fronte

un mero errore

di giudizio,

il

dietro a s altra ragione di esistere che

d'opinione, lo vinse con pi o

meno

ebbe a

quale non aveva

una differenza

agevolezza, se-

16

IL CONCILIO

condo

VATICANO.

sua maggiore o minore gravit

la

impor-

tanza, perch in quel caso l'autorit compendiava in


s e rappresentava alla fine
l'

la

gran maggioranza

opinione e degl'interessi cattolici, che

Quante volte invece

culative.

la

la

il

prelesto da esse, e ne di-

possanza delle prime il sericonoscere nei due grandi

la

Come non

trionf.

scismi che hanno diviso

Cristianesimo

il

stazione di due sentimenti

antichi

la

quanto

manife-

genere

il

l'orgoglio del passato e l'impazienza dell'av-

umano,
venire?

Chi

non ravvisa nel primo l'intolleranza

del vecchio giogo e nel secondo la ritrosa

Se a ci

aggiungono

le

grandi interessi che vi


giusto valore di tutte

le

campo

ma

manifestazione; allora quelle forti-

ficarono questo, e per

condo

o parziali,

alcuna schiatta o nazione, e

di

poderose
T errore o nacque o prese

venne finalmente

spe-

Chiesa ebbe a fronte

grandi interessi, e tendenze generali


e peculiari

unit vo-

all'

meramente

lentieri sacrificava queste differenze

del-

si

al

nuovo?

combinazioni secondarie e
strinsero intorno,

si

si

avr

il

forze che combatterono nel

teologico, perch soprattutto a quei tempi

non

potevano dispiegarsi altrimenti.


4.

sente?

che

si

quale dei due casi risguarda lo stato

In

quali

adunava

il

condizioni intrinseche

pre-

ed estrinse-

Concilio Vaticano per provvedervi,

e quale azione avrebbe esso sopra l'andamento della


societ e della Chiesa?

manda non

diffcile,

Il

dietro ogni questione che


lio,

ne sta una sociale

e che porla con s

di

alla prima dinon v'ha dubbio che

rispondere

poich
si

possa proporre

al

grandissimo momento

un vasto corredo

di

Concioggid,

tendenze e

IMPORTANZA

DI GUEST' ASSEMBLEA.

vivissimi.

Quanto

d' interessi

seconda

alla

era ancora assai

tura dei Concilio

17

difficile

ali'

aper-

dare una

non rimaneva, pur volendo fare


che riandare quel che aveva
non
alcuna congettura, se
ed anche quel poco che gi era avvenuto

risposta adequata, e

preceduto

del Concilio stesso, e che era gi di pubblico diritto,

lume

formarvi sopra un

sua origine in poi

la

Chiesa non ebbe mai

a fine di trarne qualche


criterio approssimativo.
5. Dalla

un

cos lungo intervallo

come questo senza un

Conci-

Ecumenico. Di ci molte ragioni potrebbero addursi, tratte dal poco desiderio che se ne sent per la

lio

calma succeduta

tempestosa crisi della Riforma,


e per Y indifferenza religiosa che prevalse negli ultimi
che dopo
secoli, come anche dalla poca convenienza
alla

l'ultimo esperimento del Concilio di Trento tutti gl'interessati vedevano a riunirlo, essendone i vescovi

abbench raffermati, menomati di autorit, non


avendo il Papa nessuna buona ragione per intralciare

usciti,

e rimettere pi oltre a

semplice, senza
che

prova

la

dilungarsi in

da monarchia, per

sua.

Ma

molti

Chiesa

usc

esplicazione
costituita

monarchia

rata; quindi

gnanza

alla

si

abitual-

e progressiva

dal Concilio

di

Trento

solo, occasionalmente tempeniun bisogno, anzi una certa ripuriunione dei suoi Stati Generali. Se per
il

nuova esplicazione
monarchia assoluta
1*

ragione pi

cos esprimerci,

mente costituzionale, con successiva


la

la

particolari,

essa procedesse definitivamente alla


,

il

Concilio Vaticano sarebbe forse

ultima sua assemblea deliberante, e queste adunanze,

cambiando natura, diverrebbero assolutamente con2

IL CONCILIO

18

e perci,

sullive

come

il

VATICANO.

concistoro

dei

cardinali,

una solenne cerimonia che un avvenimento

piuttosto

sostanziale nell' economia della Chiesa.

Checch voglia

6.

dirsi o supporsi, innegabile

che per se stesso l'atto spontaneo del Papa, il quale


aduna il Concilio, quando nulla ve l'obbligava, e quando
l'
episcopato si mostrava gi da per se stesso in ogni

luogo e generalmente devoto ed inchino ad ogni sua

un passo

volont, atto d'indole liberale,


via dell' assolutismo ed

nella

indietro

uno innanzi verso una

restaurazione pi larga e pi razionale della costitu-

zione ecclesiastica, perch fondata


plessiva di

nell'

opinione com-

molti, anzich nell'arbitrio di un solo. Chi

dubitava del buon

effetto che potesse conseguirsene,


manifestamente dubitava della dottrina e del carattere

dell'episcopato, perch
negarsi.

il

fatto papale sta, e

Ed invero, per quel che riguarda

tutto in questa convocazione porta


libert e della

spontaneit

se

non

il

non pu
il

Papa,

carattere della

rispetto all'azione

che vi abbiano potuto avere gli avvenimenti, certo


per quella che vi abbiano potuto avere gli uomini.
Allorquando le vicende italiane del 1859-60
cominciarono a minacciare cos da vicino l'esistenza
7.

stessa della Corte di


il

terreno in

sistere,

Roma,

questa sentendo mancarsi

n trovando qui elementi per reebbe ricorso , com' era sempre stato suo uso
Italia,

Ma

sic-

erano

tali

in uguali congiunture, alle nazioni cattoliche.

come

le

condizioni politiche

dell'

da non poter fare fondamento per

Europa
i

suoi

fini

sopra

Governi, per la disposizione tutta sua propria ad accomodarsi alle condizioni dei tempi, invece che ai Ga-

19

IMPORTANZA DI QUEST* ASSEMBLEA.

binetti s'indirizz all'opinione pubblica, si valse dei

giornali, delle pubbliche

adunanze e

di tutti

gli

altri

mezzi che operano su quella: invece della politica diplomatica ne fece una partigiana. Da questo principio

pu
e

che nacque o meglio risorse, crebbe poscia


mostr infine preciso ed ordinato con un pro-

dirsi

si

assai

uniforme, con forte volont ed

chiaro ed

gramma

buon organamento,

il

cos detto partito cattolico.

form, si disciplin, si tenne in continua


comunicazione con Roma per mezzo e nell' occasione
Questo

si

delle grandi riunioni di gente qui fattevi per la defini-

zione del

dogma

dell'Immacolata Concezione, per le Ca-

nonizzazioni, e per

il

centenario di San Pietro. Ancora

suo valido organamento Y istituzione


cooperarono
di San Pietro per sovvenire alle finanze
dell' Obolo
al

Zuavi a brevissima

pontificie, gli arruolamenti degli

ferma che
le

si

rinnovavano cos intieramente ogni anno,

fondazioni di varii giornali,

le

ste civili e religiose, ed altrettali


fine la politica tradizionale della

servandosi

il

passioni

fe-

mezzi d'azione:

in-

Corte di

si

disparatissime, e cos

questo fine riusci ottimo

come

quella

naria disciplina,
tutta

la

con-

quale raccolse poscia intorno a s interessi e

combatt non senza

buon successo contro l'avverso andare


Ges,

Roma

cambi terreno, e invece della


serv di un partito cattolico cosmo-

stessa

la

Santa Alleanza
polita,

pubblicazioni, le

istrumento

la

dei

tempi.

Compagnia

A
di

che per unica pi che straordi-

per autorit e per diffusione sopra

terra, poteva coordinare e

disbrigare tutta
questa bisogna con un' unit di azione e di pensiero
che altrimenti sarebbe stato assai diffcile praticare.

20

IL CONCILIO VATICANO.
8.

campo

Ma

tutto ci

non pot farsi senza uscire dal


immediatamente in quello

politico ed entrare

dei grandi principii, essendoch nell'istituzione papale


i

duo reggimenti siano

cos insieme confusi che in ogni

occasione reagiscono necessariamente l'uno


Il

sull'altro.

partito cattolico, essendo per sua natura la perso-

nificazione del principio di autorit assoluta ed

perci raccolto

mondo

pi de* suoi nel

pena ordinato ed entrato in azione


del

mondo

si

avendo

che fu, ap-

trov

al

cospetto

che ; l'urto non tard a farsi sentire,

fu, quanto lo permetteva la mitezza dei

violentissimo.

Roma non

tempi,
pot modificarne Y indole e

neppure moderarlo: posta necessariamente in bala


dei suoi difensori , non riusc neppur essa stessa
equanimit nell'azione che a malsuo carattere essenzialmente autoritario,

a conservare quella
del

grado
anzi

forse appunto mediante

questo, aveva

fino allora conservata. In questo

sempre
primo periodo d'in-

cubazione del moto religioso che

pena per mezzo


nelle

lettere pastorali

vennero

si

manifestava apUnivers e

della Civilt Cattolica, dell'


di

alcuni vescovi

di

Francia,

Occupata la
mente dal pericolo della potest temporale, niuno
nella Chiesa sollev obiezioni n frappose dubbio. Il
alla

luce

l'

Enciclica e

vescovo d'Orlans sembr

fin

il

Sillabo.

da quel

momento che

cominciasse ad essere inquieto per l'andamento che


le cose prendevano, e col suo commentario sibillino
sull'Enciclica parve darne alcun segno;
frutto, poich

la spinta

per modificarne
9.

Da un

la

ma

fece

poco

era data, ed era forse gi tardi

direzione.

lato l'aver fatto tanto

cammino

in

que-

IMPORTANZA DI QUEST'ASSEMBLEA.
sta via cos

21

opposta a quello che suol chiamarsi lo spi-

rito dei tempi,

del quale

si

era detto neh' Enciclica

essere condannabile l'opinione che

accomodarsi con esso

dall' altro

Papa dovesse
V inqualificabile e
il

sventurata impresa di Mentana, fecero pi che mai


sentire al Pontefice
lido sostegno,

ma

ciosa,

non

il

bisogno

di

trovare aiuto e va-

solo privatamente ed

formalmente ed

in

modo

in via uffi-

solenne, nell'epi-

scopato, e di ricevere a sollievo della responsabilit che


le

gravissime congiunture facevano gravare sopra di


l'appoggio e la sanzione di tutta la Chiesa. Egli

lui,

era gi per le sopraddette occasioni due o tre volte

venuto

immediato con una gran parte

contatto

dell'episcopato riunito,

si

era avvezzato a quelle riu-

nioni, aveva potuto indagarne

sentimenti e le di-

sposizioni predominanti, ed erasi accorto delle importanti forze che se ne potevano trarre nelle
presenti

aveva pure incontrato non pochi vescovi


che giudicavano opportuno un Concilio Ecumenico.
difficolt, e vi

10.
il

Il

29 giugno 1868, cio pochi mesi dopo che


Roma e che nelle

Garibaldi era giunto alle porte di

mura

stesse della

citt

la

rivoluzione era venuta a

battere alle porte del Vaticano con

frantumi

della

caserma degli Zuavi andata in aria, fu emanata


Lettera Apostolica per

la

la

convocazione del Concilio,

che con incontrastabile e salda fede nelle


proprie sorti
erasi deliberata e stabilita nel

pericoloso di

momento pi grave

quei disgraziati avvenimenti.

Vedi T Appendice.

IL CONCILIO VATICANO.

22

III.

Convocazione del Concilio.

1.

ufficiali

Da questo incominciano

evidenza l'intento e

che perci sou

tali

lo

gli

atti

pubblici

ed

quali pu gi dedursi con

del Concilio, dai

al

scopo,

quale fu diretto, e

da potersi prendere

come fonda -

mento a congetture, quantunque con grandi

riserbi

del segno, a cui sarebbe per metter capo.


2.

EcumePapa come mezzo di

L'idea della convocazione del Concilio

nico nasceva naturalmente nel


ripararsi da' gravi

suoi pericoli, e di sgravarsi della

sua grande responsabilit.


senza difficolt,

Il

partito cattolico l'accett

pensando che

cuni luoghi molestali, in

altri

vescovi essendo in

al-

diminuiti d'autorit, sa-

rebbero naturalmente dispostissimi a condiscendere alle


sue volont per l'azione ch'esso aveva e per il vigore, col
quale primo e non senza felice successo aveva combattuto per gl'interessi della Chiesa: anzi stim che
gli

far

non

sarebbe mai pi venuta occasione cosi propizia per


accettare le proprie idee all'intiero episcopato o

almeno fargliene partecipare

la

mallevadora.

Ve ne

buon
furono bens di coloro,
quali
occhio che si convocasse un'assemblea, quando se ne
i

non videro

di

poteva far >enza, ma eran pochi curiali incurabili ,


ovvero anche in minor numero alcuni uomini sempli-

cemente prudenti

ma

maggior parte prevalse la


prima opinione. Nel resto della Chiesa, non essendosi
allora udita che una sola campana, quella che durante
:

nella

23

CONVOCAZIONE DEL CONCILIO.


otto anni consecutivi

aveva suonato a stormo per

peri-

dominio temporale, i primi sentimenti che dest


convocazione di un Concilio Ecumenico, si rivolsero

coli del

la

particolarmente da questo lato; e perci non andarono


oltre la speranza ed il desiderio ancor vago, ma quasi

comune

in tutti,

ciascuno secondo

il

suo

modo

di

vedere, che fosse per uscirne qualche rimedio ai mali,


di cui da tanto tempo e con tanta veemenza si me-

nava romore.
la

cagione dell'indifferenza ond' inferma

opinion pubblica dei nostri tempi per

l'azione dei quali


ci

si

non

restrinsero le

soggetti,

n palpabile ne immediata, a

prime impressioni prodotte da

cotale annunzio.

Seguirono questo atto le pratiche fatte, pi per


la forma che con la
speranza di buon successo, per
allargarlo a tutta la Cristianit, e vennero invitati a
3.

prendervi parte gli Scismatici ed i Protestanti; ma


siccome g' inviti non lasciavano loro neppur la supposizione di potervi entrare altrimenti che con
plicito patto

aspettarsi,

del pari

di

l'

im-

Roma, com'era da
meno cortesia rifiutati

sottomissione a

furono con pi o

dagli uni e dagli

altri.

Vi furono solamente

per qualche tempo alcune pratiche parziali, ma non


ebbero verun effetto. Si tratt anche con la Russia per

una concessione molto pi facile, e che si aveva fondamento di poter ottenere, cio che fosse dato il per-

messo

ai

vescovi polacchi di prendervi parte;

anche questo riusc, e di


tro

effetto, se

vero

tal

pratica

quanto allora

una vittima assai innocente

ma

non rimase
si

n
al-

narr, che

nella persona di

un prete

polacco assai inviso al Governo russo, del quale

si ri-

24

IL

CONCILIO VATICANO.

come una

chiedeva l'espulsione dai confini romani


delle condizioni che
l'

si

apponevano
exequatur per parte dello Czar:

alla

concessione del-

il

prete, a quanto

sembra, fu rimandato, e il permesso e


vennero mai. Da questi preliminari per

come

gi intanto a presentire

scindono

il

le

vescovi non

si

cominciava

grandi questioni che

Cristianesimo, non riceverebbero veruna

modificazione da questo Concilio, dall'azione del


quale
si vedevano gi ad una ad una messe fuori
prima che

avesse principio.
4.

Egualmente

fecero da

si

prima discussioni

pratiche sulla parte che dovessero prendere nel Concilio

principi cristiani per

dori.

modo

larvisi; quindi l'intendersi

tal

mezzo

dei loro ambascia-

Papa era poco propenso a vederli in alcun


entrare in ci e i Governi poco disposti a mesco-

Il

non era

uopo una congregazione

difficile.

di cardinali,

risoluto che gli ambasciadori stranieri non

trarvi,

ma

che

il

Segretario di Stato gli

Fu tenuta

dove venne

dovevano en-

avrebbe sempre

informati di quanto vi avvenisse. Dopo molto ricambio


di note e di comunicazioni, l'ultimo effetto stato che
si

concedesse loro una tribuna particolare per

come

usava fare per le


e
che
dovessero stare contenti
cerimonie,
sioni pubbliche,

le ses-

altre grandi
alla parteci-

medesime. Le pubblicazioni
Libro Giallo hanno poi confermato l'accettazione

pazione dei
del

si

risultati delle

di queste condizioni da

ambo

le parti,

implicita con-

venzione dei due interessati nella reciproca libert


della Chiesa e dello Stato.
5.

La

Vaticana

il

Bolla che

si

pubblic nell'atrio della Basilica

29 giugno 1868, dichiara

nella

sua compila-

CONVOCAZIONE DEL CONCILIO.


zione liturgica

25

ragioni della convocazione del Con-

le

Ecumenico: queste sono la orribile tempesta,


horribili tempestate, in mezzo a cui sono la Chiesa e la
cilio

l'autorit

societ,

della

Sede Apostolica conculcata,

l'abolizione delle Corporazioni

mento

clesiastici, la perversit della

delle

l'incamera

religiose,

dei beni ecclesiastici, le vessazioni date agli ec-

stte,

stampa,

secolarizzazione

la

propagazione

dell'insegnamento, e

infine la corruzione e l'empiet dei

del pensiero. Pi sotto accenna

la

costumi e

la licenza

alla disciplina ed all' istru-

zione del Clero.

Se oltre a ci

6.

zione indicata per

il

si

pon mente

giorno

di

all'essere la

convoca-

commemorazione

della

Immacolata Concezione, affinch il Concilio fosse a Lei


intitolato, come il Papa aveva gi annunziato nella

prima allocuzione,

nella

quale accennasse

al

futuro

Concilio, che fu quella diretta ai vescovi riuniti per

centenario nel giorno 30 giugno


frontato insieme
siero che ispir
sia lo

il
il

scopo, a cui

1867;

si

il

avr con-

criterio chiaro e semplice del pen-

Pontefice
diretto

quanto
il

al

dogma, e qual

Concilio

come

disci-

plina.

Nel tempo stesso della lettera d'indizione fu

7.

pure inviata dal Papa una circolare


frir loro l'ospitalit

ai vescovi per ofche da alcuni venne accettata per

intiero, da altri in parte, da altri cortesemente rifiu-

come persone che potevano

tata,

disagio.

All'apertura del

circa

trecento

Papa,

la

per

met

farne a

meno

senza

Concilio potevano contarsi

vescovi che ricevevano ospitalit dal


dei quali pel solo alloggio, l'altra

l'intiero trattamento.

Si calcola che

met

questa ospi-

26

IL CONCILIO VATICANO.

costasse

talit

all'Erario

duemila cinquecento
ste

particolare del Papa

fissata

la

promovef a da molti

de-

contingenze,

dispendiose

convocazione del Concilio

circa

giorno. Prevedendosi que-

lire al

si

dopo

poco

celebrazione del cinquantesimo anniversario

voti

la

della

prima Messa celebrata

per supplire

alle

dal

Papa, il quale infatti


ingenti spese che il Concilio richie-

deva, dispose poi delle grandi offerte ricevute in quella


occasione, che

sommarono

parecchi milioni.

Mentre pur convocava il Concilio, il Papa istituiva una Congregazione cardinalizia direttiva per i
8.

lavori preparatorii presieduta dal cardinal vicario

Roma,

di otto cardinali, Reisach,

composta

di

Bernab,

Panebianco, Bizzarri, Bilio, Caterini e Capalti. Sei di


costoro erano presidenti essi stessi di altrettante Commissioni che

samente
nel

si

diramavano da questa ed erano esprespreparare le materie da trattarsi


la classificazione che segue:

istituite a

prossimo Concilio con

Commissione per

la

parte dogmatica,

cardinal Bilio, a cui a torto o a ragione

gran parte

nella

gli affari

d'Oriente, presidente

prefetto della congregazione di


gli

Ordini religiosi,

niale,
il

il

si

il

il

il

la

parte

cardinal Reisach;

cardinal Bernab,

Propaganda

cardinal Bizzarri; per

cardinal vicario; per

il

attribuisce

compilazione del Sillabo; per

di politica ecclesiastica, presidente

per

presidente

fide; per
il

cerimo-

la disciplina ecclesiastica,

cardinal Caterini.lnsieme con queste fu pure nominata

Papa una Commissione per le materie bibliche e la


revisione dell' Indice, e ne fu data la presidenza al cardal

dinal

De Luca,

ma

questi

gregazione direttiva e la

non faceva parte

Commissione

stessa

della

Con-

rimaneva

27

CONVOCAZIONE DEL CONCILIO.

quasi allato e non faceva parte integrale con le altre.


Per la sua importanza per, appena che se ne seppe, vi
e per quei che se
prese posto neh" opinione pubblica,
ne diceva, era noverata fra le sei principali, omettendo

tenuta
quella del cerimoniale, che veniva naturalmente
in assai

minor conto. Ma

l'indirizzo che essa prese,

sem-

br dispiacere fino dai primi momenti, poich particolarmente per quel che riguarda l' Indice accennava ad
un veder pi largo ed a procedimenti pi moderni:
quindi dopo poche riunioni cess di essere convocata.

Rimase lungamente

nell'

opinione

come una

Congregazioni,

ma

non

mai pi menzione, e

se ne fece

ufficiosi

come

le

in tutto quel che vi fu

annunziando solamente

le sei

delle sei

d'ufficiale

tutti gli

organi

Congregazioni,

abbiamo pi sopra nominate, seppellirono que-

sta neh" oblo, quantunque avesse gi preparato molti

lavori e, secondo quel che si diceva, per

il

loro oggetto

come per il modo, col quale era trattato, assai importanti. I membri di tutte queste Commissioni, sotto la
presidenza dei varii cardinali, erano teologi e consultori
scelti dal Papa e dalla Commissione stessa dei cardinali in

Roma

e nei

diversi

paesi

cattolici.

hanno naturalmente dovuto ricevere


fondo segreto

vevano

la

trattarsi

Roma.

Costoro

il

pi procomunicazione delle materie che doin

Concilio

quasi per intiero, secondo che


in

sotto

per intiero
si

o almeno

venivano elaborando

Invece, contemporaneamente all'istituzione

Commissioni, fu fatta ai vescovi un'altra


comunicazione di un numero definito e assai pi ridi queste

stretto di proposizioni

da discutersi in Concilio, ac-

ciocch fossero studiate da

loro.

Da questo

infuori,

28

VATICANO.

IL CONCILIO

pel rimanente

della

materia da

trattarsi

vato dal Vaticano anche verso di loro


silenzio. Ci

ha

che

fatto s

si

il

notasse

fu conser-

pi scrupoloso
tal

confronto a

svantaggio dei vescovi, tanto pi che questi erano

superiori diretti di quelli stessi teologi che venivano ad


essere molto prima ed assai pi addentro nelle cose
del Concilio

che essi non fossero. Non mancarono ne

Roma

n altrove, e particolarmente in Germania,


osservazioni contro questo segreto che lasciava i vein

scovi affatto

all'

oscuro di materie che pur erano di

loro competenza, e sopra le quali


esser chiamati a giudicare;

deva che trattandosi

di

ma

dovevano

materie, sopra cui

aveva spontaneamente voluto consultare


stava

alla

sua

prudenza

in

il

comunicarle, e che del resto

timore che

europea se ne impadronisse, obbligava

al

il

come

risolvere
il

breve

dal Valicano si rispon-

Papa

vescovi,
e

quando

la

stampa

pi stretto

riserbo.
9. Frattanto la Civilt Cattolica, periodico

lato dai Gesuiti e che

ha sostenuto

della

dagli

campagna papale

liani in poi, s

in

Roma

che

di toccare

gli

per

compi-

la

maggior parte
ultimi avvenimenti ita-

le strette condizioni della

permettevano sotto

l'

stampa

egida del favore

qualunque soggetto e persona senza poter


s, anzi molto pi, per il merito

essere contraddetto,

dei servigii resi, alla fine

aveva nella Chiesa,

e parti-

colarmente nell'ambiente del Vaticano, un' azione assai


preponderante; e per questa stessa ragione esso era
riuscito a prendere cos gran parte nella
preparazione

e nella direzione dei preliminari del Concilio. Giunta


a questo segno, la Civilt Cattolica non si arrest a

29

CONVOCAZIONE DEL CONCILIO.

mezzo

cammino, ed incominci una

del suo

articoli sotto la rubrica

quali senza temere veruna opposizione


dal

reimprimatur esponeva

suo ordine

vano
che

nelle

tutto

il

dove-

soggetti che vi

Avevano bens

Gesuiti incontrata qual-

sopra

si

prevalere, almeno in alcune sue

Commissioni preparatorie, quantunque

dentro di esse fossero in buon numero;


sto,

assicurata

forme

difficolt a farlo

parti,

sotto varie

tutti

d' idee

trattare.

serie di

Cose spettanti al Concilio, nei

come per

l'

ma

autorit che vi avevano,

rono che rimarrebbero

avevano incominciato

alla fine

per que-

non dubita-

superiori,

e perci

a far palesi francamente

loro

intendimenti, e ad annunziare senza ambagi quale per


loro doveva essere

il

programma

del futuro Concilio.

10. Gi erasi desto da qualche

un certo sentimento

tempo

nella Chiesa

opposizione contro questa specie di dittatura, ed era tornato a dare segni di


vita un certo partito o frazione di cattolici liberali,
stessa

d'

che, posta fra V assofutismo del partito cattolico pro-

priamente detto e

la

noncuranza generale dei

pensatori, aveva sempre menato una

nosa,

ma

che

grandi

fatti

degli ultimi dieci anni ave-

vano definitivamente ridotta


della Civilt Cattolica,

liberi

vita stentata e pe-

al

silenzio. Gli

articoli

perch emanati da Roma, gi da

qualche tempo destavano serie apprensioni e cooperavano a ravvivare questo, ancor che debole, sentimento
d'

opposizione,

dovunque

se ne trovasse traccia; finch

apparve quello che nel fascicolo del 6 febbraio 1869,


sotto

il

titolo di

una corrispondenza

chiaro ed esatto tutto

il

programma

di Francia,

dette

del Concilio. Vati-

cano, annunziando altamente essere scopo di questo le

IL CONCILIO VATICANO.

30

dichiarazioni del Sillabo, dell'infallibilit del Papa

dell'Assunzione della Vergine. Fece anche pi strepito


T altro annunzio che essa dava, cio che essendo compiuti gi tutti

Chiesa,

il

lavori, e cos evidente l'opinione della

Concilio avrebbe avuto poca bisogna, e sa1

breve durata.

rebbe

stato di

tolica

proruppe aperta, ed

Allora l'opposizione cat-

il

vescovo

d'

Orlans fra

primi, come ognun sa, confut altamente queste supposizioni come ingiuriose all'episcopato; e la stampa
speciale s' impadron da quel momento della discussione con una vivacit da gran

materie. La Civilt Cattolica


l'aprile,

tempo

si

insolita in queste

scus nel fascicolo del-

dicendo di avere solamente riportato una corri-

spondenza di Francia; ma siccome quell'articolo era in


ogni suo punto d'accordo con le opinioni abitualmente
sostenute da quei periodico, ci non valse, e quell'articolo rimase

sempre come

suno seppe intendere

la

il

segnale

ragione di questo tentativo

indiscreto ed inopportuno, perch in ogni


coce, della Civilt Cattolica.Ver dargli
si disse allora

che

il

Nes-

dell' assalto.

modo

pre-

una spiegazione

partito rappresentato da quel perio-

dico avesse cominciato ad essere inquieto sull'ultimo

successo del Concilio ed a temere che potesse essere


affatto secondo i suoi desiderii, e che cercasse per-

non

ci con questi

mezzi, come suol

dirsi, di

forzare la

situazione. Checch sia di ci, certo egli che prima


di questo

tempo

si

piena fiducia nella

era avuta generalmente in


facilit,

con

la

quale

il

Roma

Vaticano

avrebbe ottenuto pressoch l'unanimit nel Concilio


*

Vedi V Appendice.

31

CONVOCAZIONE DEL CONCILIO.


per ogni sua proposta, e che
di resistenza vi

11. Intanto

le

notizie di queste voglie

giungevano almeno inaspettate.


1'

arti-

opposizione cresceva; lettere,

moltiplicavano d'ogni macoli, opuscoli, pastorali,


in senso moecclesiastico
niera. Il primo documento
da una
emanato
derato che avesse importanza, perch
si

riunione di

alti dignitarii della

Chiesa, fu

la

pastorale

proclama dei vescovi tedeschi che porta la data di


Fulda. Esso contiene le firme della pi gran parte
dei pastori delle principali sedi di Germania; ed il

il

'

solo atto finora apparso che abbia


e

un

carattere locale

non meramente persouale. Questo documento,

mato

un

f esposizione

infor-

sentire largo e relativamente liberale,


di

individuali,

ma

non

bens

opinioni
T espressione della maggioranza di quelle
popolazioni
cattoliche, che per indole nazionale nulla fanno o pen-

sano leggermente o avventatamente e che non sono


per loro ventura

ne
il

afflitte

noncuranza

dalla

numero ed

il

italiana.

dalla leggerezza francese,

di ci fa

testimonianza

carattere di quelle firme, fra le quali

alcune non dan sospetto di esservi apposte altrimenti

che per

la

forza predominante dell' opinione del paese.

Quella pastorale scritta in forma cos corretta e disciplinata che rimasta, s per questa ragione

per

nomi

dei sottoscrittori,
inappuntabile

coloro, ai quali pi dispiaciuta. All'incontro,

documento

moroso

il

primo

di Francia fu affatto personale ed assai cla-

era una lettera del Padre Giacinto carmeli-

tano, e perci valse pi di

come

anche per

Vedi l'Appendice.

ogni altro a richiamare

32

IL CONCILIO VATICANO.

V attenzione dei profani sopra questo soggetto.

Per

la

forma essa non poteva essere accettabile nel mondo


ecclesiastico un frammento di una discussione viva,
:

non

nella quale

si

misura freddamente tutto

il

valore

dei propositi, colta a volo e stereotipata ad uso di tutti


i giornali d' Europa. Roma con longanimit e insieme
non senza accorgimento non ne fece motto: il Dupan-

loup con cortese ruvidezza ne disapprov il contenuto: i cattolici liberali francesi si tacquero, e Padre
Giacinto per consiglio di amici autorevoli se ne and
in America.

Segue la lettera pastorale dell' arcivescovo di


Parigi, che, bench molto diffusa ed alquanto intricata,
dei documenti francesi quello che ha pi carattere e
12.

porta con s Y espressione della propria importanza.

Lo

stile

ed

il

linguaggio non da piacere a

Roma, ma

documento

di Fulda quello che deve


pure dopo
avervi fatto pi forza nel senso della moderazione, s
il

per

il

contenuto,

come per

la

qualit del sottoscrit-

Vengono dopo immediatamente

tore.

del vescovo di Orlans,

la

le

pubblicazioni

sua lettera pastorale,

scolo e la lettera al Veuillot.

Il

l'opu-

focoso difensore del

dominio temporale avvolge in quella lettera pastorale


fra le pi amorevoli proleste per la Santa Sede la sua
renitenza all'infallibilit personale: nelle altre pubblicazioni pi esplicito e ridiviene

Con esse

si

fatto capo o meglio

dell'opinione
1

2
3

il

cattolica liberale dei

Vedi l'Appendice.
Idem.
Idem.

vivace apologista.

campione

ufficiale

paesi latini.

Che

CONVOCAZIONE DEL CONCILIO.

33

ufficio potrebbe esser questo, se le nazioni lamantenessero vivo il sentimento religioso E che
segno dei tempi che invece fosse per lui cos difficile

grande

tine

e faticoso
il

libro di

1'

esercitarlo

Frattanto appariva in Francia

monsignor Maret, vescovo

di

Sura:

Du

Con-

general et de la paix religiense, e l'altro in Germania intitolato: Il Papa ed il Concilio, sotto il pseudonimo di Janus; e molte altre pubblicazioni nel senso
cile

cattolico liberale

Francia ed in

vennero

pra menzionati sono


idee

come

dell'
il

due

Italia. I

le

opposizione

programma

alla luce
libri

Germania, in

in

pi particolarmente so-

pi compiute esposizioni delle


e

dell'

1'

ultimo in

specie rimane

opposizione cattolica in Ger-

mania, che sola ha conservato un atteggiamento ed


un colore locale perseverante. La questione ferveva

sempre pi, ed
straordinarie

riodica speciale

espressioni spiccate e

oltre a queste

dell'
si

opinione pubblica una stampa peopponeva con vigore a quella che

da lungo tempo teneva


specie di racconti,

il

campo. Circolavano tutte

di giudizii

di

novelle

le

mai da

lunghissimo tempo non si era veduto cotanto moto


religioso. Roma, che fino allora avea serbato il silenzio,
si

fece viva

e dei due libri che

avevano

fatto

pi

strepito, l'uno

mise all'Indice, quello di Janus; deldel


l'altro, quello
Maret, avendo il segretario dell'Indice dichiarato che questa Congregazione,
quantunque

non giudicasse le doltrine contenute in esso conformi


alla dottrina romana , pur nulla vi trovava di reprensibile, si content di proibirne la vendita e la circola-

zione. Notabile fu in questi giudizii che le

vennero cos arditamente condannate

al

due opere

cospetto del

34

IL CONCILIO

VATICANO.

Concilio stesso radunalo gi da due mesi, per

erano state

dirette.

ed

scritte,

combattere

al

quale

le

altre

in certo

il

quale

modo erano

pubblicazioni minori

opposizione pensarono la Civilt Cattolica, l'Uni-

dell'

rers e l'Unit Cattolica.


43. La conseguenza di queste polemiche era di
aver sollevato un lembo del fitto velo che il segreto
ecclesiastico stendeva sopra

Commissioni.

Il

corpo della Vergine,


nale del Papa

bra

di tutti.

il

lavoro misterioso delle

dogma dell'Assunzione
il

Sillabo, e

spirito e

in

infallibilit

perso-

a torto o a ragione correvano sulle lab-

Era

la

serie d' idee annunziata dalla

vilt Cattolica del 6 febbraio. Si

forma

1'

Ci-

aggiungeva anche una


avrebbe per fine

di riordinamento del Clero, che

di modificare F esercizio dell' autorit nei varii ordini


della gerarchia ecclesiastica

cedere

la

con

tendenza a far pro-

la

Chiesa definitivamente da monarchia tempe-

rata ad assoluta. Forse vi era esagerazione in questo

credere;

ma

condo luogo
e

quali che fossero cotali rumori, o veri o

o esagerati, l'attenzione del

falsi

gli altri, si

T infallibilit
14

mondo,

posti in se-

raccolse tutta sopra

il

Sillabo

personale del Papa.

Tutloci peraltro, a cagione del segreto im-

posto e mantenuto sul primo pi che non

si

aspettasse,

agitava ancora nel profondo mistero delle Commissioni: si narravano aneddoti, divergenze, discussioni,

si

ma

invero per

profani non

si

aveva alcuna certezza.

Per il Sillabo militava gravissima la presunzione della


prevalenza di un atto papale, il quale una volta portato,

nanzi

com'era

inevitabile, dall'opinione pubblica

al Concilio,

con grandissima

difficolt

in-

potrebbe

CONVOCAZIONE DEL CONCILIO.


infermarsi senza ledere gravemente

Per

infallibilit

l'

non esisteva

altro

l'

35

autorit papale.

documento

espli-

congettura che gli articoli della Civilt Cattolica.


L'arcivescovo di Westminster, monsignor Manning,

cito di

sembr , per quanto era in

lui,

che volesse prender cura

di supplire a questo difetto, e con

un suo opuscolo

se

ne fece caldissimo propugnatore. Le sue opinioni sopra


questo soggetto erano gi note, e per il grado che egli
occupa nella Chiesa non vi ebbero poca autorit, se

non per
nit.

egli

la sostanza, certo per il modo e V opportuPer quella, e per l'energia e la tenacit dell'azione
venne ad essere il principale campione degl'Infal-

libilisti,

tori.

Il

come

il

vescovo d'Orlans era quel degli opposiprotestante, e non solo

Manning non ha guari era

ma

divenne arcivescovo

si

convert alla fede cattolica,

di

Westminster: niuno devoto come un convertito,

e l'aver errato egli stesso per la met della vita non


lo rattenne dal divenire
fallibilit.

campione ardenlissimo

Ad ogni modo

presumere

in lui

il

difetto di quello spirito

nale ecclesiastico che

non

dell'in-

questa circostanza, facendo

si

acquista mai

tradizio-

del tutto se

non per prima fondazione e lungo uso, presunzione


giustificata

in

irrequietezza,

mare

esso dalla soperchia ed intemperante

sembrava un

titolo

che dovesse sce-

sua autorit in quella parte di mondo ecclesiastico pi conservatore, che


giudica con pi calma e
la

serenit.

IL CONCILIO

36

VATICANO.

IV.

Eegolamento

condizioni di quest'Assemblea.

1. Gi fin dagli

11 di aprile era stalo emanato

il

secondo atto papale di pubblico diritto che concernesse


che promulgail Concilio, cio le lettere apostoliche
Giubileo da potersi fruire da tutti i Cattolici
durante il medesimo. I vescovi si erano andati intanto

vano

il

sempre

maggior numero successivamente racco-

in

Roma,

gliendo in

lenne apertura,

bre

si

ed avvicinandosi sempre pi

erano gi con

editto del

la

so-

18 novem-

ordinate dal cardinal vicario, coni'

nelle grandi occasioni, le pubbliche preci in

consueto
tutte le

Roma,
Municipio aveva invitato il popolo romano a festeggiare solennemente il
grande evento, quando alla fine il 2 di dicembre si
e da

chiese di

ultimo

il

tenne nella Cappella Sistina una prima riunione preparatoria di tutti

Padri avanti

denza e quasi come un prologo


lio

che

e
lo

si

produsse in essa

il

terzo

Papa , io preceapertura del Conci-

al

all'

documento pubblico

risguarda.

i vescovi, il Papa fece loro un'allocuzione, nella quale torn di nuovo, bench pi va-

2. Raccolti col

con minori particolarit, sopra lo scopo del


Concilio, indicandolo soltanto con queste parole per
porre rimedio ai tanti mali che turbano la Chiesa e

gamente

la societ.
ai

In questa occasione

venne pure distribuita

Padri la lettera apostolica Multiplices inter, che

^Vedi

I'

Appendice.

REGOLAMENTO E CONDIZIONI
la

porta

data del 27

DI

QUEST'ASSEMBLEA.

novembre, quarto documento

ciale del Concilio, nel quale si

contengono tutte

sposizioni per la condotta di esso.

37
uffi-

le di-

'

3. In questo Regolamento viene prima di tutto


ordinato a tutti e a ciascuno dei Padri, ufficiali del

Concilio, teologi, dottori dei Sacri Canoni, e a tutti gli


altri che in qualunque modo prestino V opera loro ai
o agli uffiziali predetti nelle cose di questo Conche non divulghino n manifestino ad alcuno
fuori del Concilio n i decreti n tutte le altre cose
che si proporranno da esaminare, n le discussioni e

Padri
cilio,

le

opinioni di ciascuno. Pi innanzi

si

ripete questa

ingiunzione a tulti coloro che non essendo insigniti


dignit episcopale, o perch uffiziali del Cono per ragione di qualche ministero loro conferito,
debbono servire alle trattazioni conciliari, ed a costoro

della

cilio,

con T obbligo del giuramento.


4. Nello stesso Regolamento viene quindi concessa
ai Padri l' iniziativa delle proposte, ma sotto le seguenti clausole: 1 che esse sieno antecedentemente

comunicate in

iscritto

ad una Congregazione, di cardi-

nali e di vescovi particolarmente

ne dimostri
senso ed

l'

deputata a questo

importanza generale; 3 che se


opportunit; 4 che sieno consentanee al

effetto; 2 che sieno

d'

alla tradizione della Chiesa.

Poscia vi

si

asse-

gna la distribuzione dei seggi, secondo la quale per


una singolare prerogativa tutta propria della Curia Romana i cardinali che non per diritto ordinario, ma
solo per privilegio,

Vedi

l'

hanno senza distinzione d'ordine

Appendice.

38

IL

CONCILIO VATICANO.

seggio e voto nel Concilio, pur vi tengono indistinta-

mente, e bench non vescovi,


triarchi,

primati, gli arcivescovi,

nullius, e da ultimo gli abati

d'Ordine

primo luogo.

i!

si

seguono

vescovi,

generali ed

pa-

gli abati

generali

per grado: e cos nell'aula furono

egualmente disposti sette ordini di seggi corrispondenti ad altrettanti nella gerarchia.


5. In fine del

sentarsi da

Roma

Regolamento
durante

per tutto questo

gono

il

tempo

vieta ai Padri di as-

si

Concilio,

e perci ven-

esentati dall' obbligo della

residenza nella loro diocesi.


6. In

vano

quello stesso atto preliminare

dinali Bilio,

con

De Luca,
il

Vienna, e con

avvocati,

il

di Sant'Ippolito,

professore

gli scrutinatori

gli

principi

ufficiali

del

mon-

Canoni in

promotori

no-

del Con-

gli stenografi, e final-

custodi del Concilio che furono

Tutti

di

sottosegretario, gli aiutanti,

assistenti al soglio, cio

Orsini.

gi

maestri delle cerimonie,

mente

lui

Concilio incominciando

vescovo

signor Fessler tedesco,

cilio,

nomina-

Capalti, Reisach e Bizzarri; e

essi gli altri ufficiali del

dal segretario che fu

tai, gli

si

presidenti del Concilio nelle persone dei car-

due principi

romani Colonna e

Concilio

diedero so-

lenne giuramento di adempire fedelmente il loro uffizio e di serbare il segreto, secondo che era prescritto
nella lettera apostolica: e cos fu chiusa

nione

preparatoria

che

preludeva

all'

questa riu-

apertura del

Concilio.
7. Il Regolamento produsse un'impressione sfavorevole nella pi gran parte dei vescovi dell' opposizione. L'articolo, pel quale vien sottomessa l'iniziativa

REGOLAMENTO E CONDIZIONI

DI QUEST'ASSEMBLEA.

una Congregazione

dei vescovi ad

tro che contiene

il

di cardinali, e

divieto di uscire da

Roma

39
l'al-

durante

non parvero loro di buon presagio. Si disse


che questo Regolamento non lasciava alcuna via aperta
il

Concilio,

all'opposizione legale:
della citt che

il

si

partito

aggiungeva poi dai novellieri


dominante lo avrebbe adope-

rato tutto in suo favore; che era risoluto di

non

rece-

dere dal suo programma, ma d'andare sino alla fine


e che il Papa era con esso ; che si sarebbe usata ogni
arte per vincere gli oppositori; e soprattutto che il divieto di allontanarsi da

Roma

un mezzo per abbreviare


i

la

voleva interpretarsi

come

durata del Concilio secondo

propositi che si erano rimproverati alla Civilt Cat-

anche per impedire con quella via qualsiasi


protesta di fatto contro l'opera del Vaticano. I pi esagerati, continuando sopra questo tenore, andavano
tolica, e

anche pi oltre, e dando con la loro immaginazione


proporzioni pi grandi del vero alla resistenza come
air assalto, prevedevano scandali nella Chiesa.
8.

sotto

il

Eppure Y

iniziativa data ai

vescovi, abbench

sindacato di una Congregazione, era una specie

molti non si aspettavano;


quel che le tolse ogni effetto e ringagliard le diffi-

di concessione, alla quale

ma

denze gi concepite, furono


che

si

le

nomine

conosceva essere state scelte per

delle

persone

questa

come

per tutte le altre Commissioni ed Ufficii del Concilio,


che riuscirono infatti composti quasi esclusivamente
dalla
agli

maggioranza e perci quasi affatto inaccessibili


oppositori. Pi tardi si conobbero esaltamente e

con certezza

per esaminare

nomi
le

dei

membri

della

Congregazione

proposte dei vescovi. Erano dodici

40

IL CONCILIO VATICANO.

De Angelis, Corsi, Riario


De Rauscher, Bonnechose, Cullen, Barili, Mo-

cardinali: Patrizi, Di Pietro,

Sforza,

reno, Monaco,

inoltre

Antonelli;

l'arcivescovo di Westminster,

ne facevano parte

monsignor Manning,

l'arcivescovo di Tours, l'arcivescovo di Baltimora,


l'arcivescovo di Malines,

il

vescovo

scovo di Paderbona, un vescovo del


chi orientali:

il

resto della

di

Valenza,

Chili, e

il

ve-

due patriar-

Commissione era composto


La Curia

di vescovi italiani; in tutto, venlisei Padri.

Romana

vi rappresentata con grande preponderanza,

e gli oppositori

pu

dirsi

che appena vi abbiano un

solo rappresentante. Alcuni sono la pi chiara signifi-

cazione del partito cattolico,

nessun carattere particolare.

gli altri

non spiccano per

Questa Congregazione,

come ognun vede, per il numero e la qualit dei suoi


membri una specie d'assemblea, e sotto aspello di
1-

una importanza secondaria e quasi accessoria viene a


giudicare in prima istanza, ma senz'appello, una gran
parte delle materie del Concilio

e quella soprattutto

che ha maggior gravit, come le proposte dei vescovi,


le quali procedono da una maggior
cognizione di cauessendo questi per loro ufficio pi particolarmente
ed immediatamente a notizia dei bisogni delle popolasa

zioni.
terle o

La Congregazione, avendo il diritto di ammetnon ammetterle alla discussione, le giudica a

priori in

modo

pi assoluto che

il

Concilio stesso.

Tuttoci non isfugg certamente all'opposizione, ed

vedere nominati in quella tanti cardinali, e

il

pi caldi

difensori delle prerogative del Vaticano, valse a tutt'altro che a rassicurare gli animi dei diffidenti.
9.

Con

tutte queste cose si scoprivano

sempre pi

REGOLAMENTO E CONDIZIONI
i

parliti,

loro timori, le speranze,

pi, cominciavano
tori

41

DI QUEST'ASSEMBLEA.
i

desiderii, e, eh*

a contarsi l'uri l'altro. Gli opposi-

poterono accertarsi facilmente del loro scarso nulo che riusciva tanto pi grave ad essi, quanto

mero,
pi

si

erano avveduti che non avevano favorevole

dinamento ed

Regolamento

il

scorgevano grandissime

Dando

cos

l'or-

del Concilio, nei quali

difficolt ai loro intendimenti.

un rapido sguardo

l'Assemblea,

si

alla composizione delpotevano presso a poco stabilire le pro-

porzioni di uno a quattro o cinque per


gli altri; di

a fronte di tutti

come termine

di

uno

si

prenda

confronto la parte che apertamente

era loro avversa, e togliendo via


colore incerto,

gli oppositori,

due, se

ossia

quelli,

tutti

aderenti alla maggioranza, poteva

vescovi di

quali,

bench

esercitarsi

ancora

sopra

una certa azione.


IO.
tito

11

partito cattolico

infallibilista,

come

propriamente detto,

voglia chiamarsi,

il

par-

predomina

con differenti gradazioni nell'episcopato spagnuolo, in

una buona parte

del francese, nella

dell'ita-

maggiore

liano, nel piccolo episcopato inglese col pi dell' irlan-

dese, in tutto l'episcopato dell'America meridionale,

appena in quello dell' America del Nord, quasi assolutamente nei vescovi orientali, e, da pochi in fuori,
ne' vescovi in partibus, e in

quasi tutte le frazioni

delle piccole nazionalit cattoliche, eccettuati

Porto-

ghesi. Quel che rimane, segue opinioni meno assolute


con differenze di gradazioni e di tendenze, fra le

quali le pi spiccate costituivano l'opposizione.

Uno

di

coloro che vi appartenevano giudicava che, se fossero


riusciti a

condurre

nelle loro

opinioni

un cinquanta

42

IL CONCILIO

vescovi
il

VATICANO.

o spagnuoli, avrebbero potuto tenere

italiani

campo, ma che non pareva

facile ottenere

mero, perch

degli spagnuoli fra loro si

pena, e degr

italiani si

appena venti. Ma
e per

tali

molteplici

11.

farci

quel nu-

parlava ap-

contavano per l'opposizione


giudizii erano ancora immaturi,

modi

di

vedere assai

difficili.

per una giusta ragione delle propor-

zioni pi sopra indicate, conviene per poco osservare

quei gruppi che abbiamo accennati, giacch

fin

da

quando giunsero in Roma i vescovi, nei loro parziali


convegni usarono aggrupparsi per nazionalit, e perci queste nella loro azione
separata ebbero occasione
a dimostrare meglio la
propria indole.
12. 1/ episcopato francese certo attratto
partico-

larmente verso

Roma

dallo stato, nel quale la rivolu-

zione lo ha posto in Francia;

come

colui che in

tempo

di traversa aggirandosi nell' oscurit e neir incertezza


si

volge

al

foco che risplende di lontano. Ci ha inde-

bolito e stremato di forze

il

Gallicanismo. Questa gra-

vitazione peraltro assai pi forte della Chiesa francese

verso

il

Papato non

l'

effetto di un'

e semplice della sua autonomia,

mento

d'

ma

abdicazione pura

bens di

un muta-

obbiettivo in essa. Sentendo crollare in Fran-

cia quello stato

che prima vi aveva, 1' episcopato francese fu naturalmente indotto a muoversi verso Roma
da una doppia considerazione non del tutto irragionevole: cio, primo, che per il numero e la importanza

sua vi otterrebbe necessariamente un' autorit preponderante rispetto alle altre frazioni dell' episcopato catFrancia, sempre bramosa di
avere ogni specie d'influenza, lo seguirebbe assai pi
tolico; secondo, che la

REGOLAMENTO E CONDIZIONI

DI QUEST'ASSEMBLEA.

volentieri fuori di se stessa che

non

43

faccia dentro: e

apponesse, ne sono testimoni le varie


occupazioni militari, con le quali i varii Governi di
Francia hanno prevenuto meglio che non secondato il

che mal non

si

movimento oltramontano

della Chiesa francese. Questi

sentimenti hanno avuto qualche parte


lezza che negli ultimi tempi

Sede

strata verso la Santa

nell'

arrendevo-

prelati francesi

han mo-

in tutte le questioni,

anche

in quelle, delle quali erano tradizionalmente pi gelosi;

e sono stati
gli altri

una

delle cause,

ultimi anni, e non


leciti,

onde han preso pi

di tutti

tanto a cuore e con tanto strepito le vicende degli

come

si

sono mostrati

loro predecessori

in tale occasione sol-

prima

della rivoluzione,

di restringere le prerogative del


Papato. Solo t arcive-

scovo

di

Parigi, moderato nelle sue opinioni

come dopo,
le

prima

parte per Y altezza del suo stato, parte per

sue qualit individuali, rimase fermo, e

stette cen-

tro di quel che restava della vecchia Chiesa Gallicana.

13. Se per

vescovi sono

attirati

verso

Roma,

pur vivono in Francia; quindi non conviene ne al loro


ministero, n al loro interesse perdervi quell'autorit
che ancora vi conservano, e quindi neppure conviene

ad

essi fare

assolutamente contro all'andazzo dei tempi

e a quel che oggid

Le esagerazioni

1'

universale sentire in Francia.

del partito cattolico

hanno T inconve-

niente di esporre quelli fra loro che vi


al

rischio di vedere

si

abbandonano,

sempre pi rimpicciolire il proprio


Romana per la sua conforma-

gregge. Inoltre la Curia

zione omogenea e compatta tutta italiana non ospitale, e mette perci ai loro desiderii un ostacolo che

non pu rimuoversi senza modificarla profondamente.

44

IL CONCILIO VATICANO.

Coloro che erano presi da queste seconde considerazioni,

formavano una ramificazione, un

dagli altri

pi nel

modo

distinto

partito

che nella sostanza, ossia

posizione francese: ond' che

il

Dupanloup per

1'

op-

suoi

antecedenti di devozione illimitata nella questione ro-

mana, e nel tempo


gno, e per
sociali g'

gli

stesso per la natura del suo inge-

obblighi che le sue attinenze letterarie e

impongono, era

il

suo capo naturale assai

quale aveva in una specie d' isolamento una figura tutta sua propria, serena ed insen-

pi che

il

Darbois,

sibile avanti

44.

il

il

cappello cardinalizio.

inutile

il

ricordare che nel discorrere di tutte

queste tendenze s'intende parlare soldinelle correnti


di sentimenti e d' opinioni che la forza delle cose stabilisce di necessit tra gli uomini, e non di propositi
individuali deliberati che sarebbe audace^scrutare e che
nelle grandi e lunghe questioni hanno poca parte e

meno

valore.

15.

La opposizione pi schietta, pi sincera, pi

disinteressata, pi seria, era quella dei vescovi tedeschi, fra

quali gli Oltramontani stavano nelle stesse

proporzioni che
1'

liberali fra gli spagnuoli. Si detto

opposizione pi schietta, perch

unanimemente volevano;
rati

per

il

passato

tecedenti loro

dono da

come

conosce quel che

pi sincera, perch modeconservavano coerenti a se stessi;

si

la pi disinteressala

si

la

perch

il

picciol

numero

le condizioni della

essi qualsiasi

e gli an-

Germania

esclu-

tendenza a preponderare nel go-

verno della Chiesa; la pi seria, perch raccoglievano


ed esprimevano veramente le opinioni concrete della

maggioranza delle loro popolazioni. Essi dovevano

il

RECOLAMENTO E CONDIZIONI
loro

carattere

moderazione

di

l'espressione di popolazioni,

45

DI QUEST' ASSEMBLEA.

appunto

nelle

quali

la

all'

essere

religione

sente Y influsso della coltura e civilt loro; lo dove-

vano anche

maggior parte
e

sentire Protestante

al

della

Germania,

il

come termine di comparazione,


modo di sentire Cattolico.

che domina nella

quale,

come

limite

esercita un'azione

sul

16. Questo stesso

meno con

fenomeno non

si

al-

manifesta,

carattere generale, in Inghilterra, dove molti

vescovi col Manning per capo, pi cattolici del Papa, si


fanno notare pel loro Oltramontanismo. Ma anche ci

ha

sua ragione.

la

Protestanti,

quindi

il

ma

le

vescovi tedeschi sono circondati da


popolazioni loro sono cattoliche, e

Protestantesimo vi opera

ghilterra esso signore, e perci


fosse per la libert che

che in Francia,
rit.

si

si

gode

come
i

rivale; in In-

vescovi, se non

in Inghilterra assai pi

sentirebbero isolati e privi di auto-

Ci non ostante

tali

sono abbastanza in mezzo

ai

Protestanti da essere molto pi attirati dal centro della

Chiesa universale in Vaticano signora, che dalla Chiesa


nazionale solamente tollerata in Inghilterra. Infatti, se
vero quel che si dice, i vescovi irlandesi si sareb-

bero mostrati
g' inglesi.

meno universalmente

francesi, e per prova di ci

seguito, quanto

panloup;

ieri

sembra,

campioni del

avversarli dell' infallibilit

mi!

infallibilisti

che

belgi seguivano presso a poco la sorte dei

monsignore De Merode ha
le

stesse traccie del Du-

dominio temporale, oggi


et tu

quoque, Brute,

fili

belgi per han

pur sentito a quando a quando


utilmente l'influsso pi moderato che sopra di loro
I

esercitano la costituzione e le abitudini liberali del Bel-

46

CONCILIO VATICANO.

IL

gio. Gli spagnuoli, tranne pochi, informati alle tradi-

zioni del

Torquemada, se si contentano di essere Oltramontani, un tanto di guadagnato. Gli americani del

Sud, se

la celia

permessa
I

spagnuoli navigati.

mente

in cos

gravi materie, sono

portoghesi hanno invece general-

idee assai liberali.

vescovi americani degli Stati

mezzo

Uniti, a cagione della societ, in

a cui vivono,

cos assolutamente diversa da quella d'Europa,

qualche cosa di particolare,

di pi

hanno

semplice, e sono

men

dei loro colleghi degli altri paesi avvezzi alla politica


ecclesiastica. Questa disposizione, l'essere stati alcuni

di loro educati alla vita clericale nei Collegi di

come

e la poca importanza che

godono

un paese cos poco

in

clinato ad esser tale,

li

Roma,

dignitarii ecclesiastici

cattolico, e cos

poco in-

rese pi propensi alle idee pre-

dominanti in

Roma

dimeno

han pur mostrato dipoi che non conveniva

essi

che non

si

attendeva da loro: nulla-

dimenticare affatto che essendo americani, e perci na-

scondendo sotto

pendenza

di

un

la disciplina di

un

ecclesiastico

indi-

cittadino degli Stati Uniti, presto o tardi

sostanza o almeno per la forma

le idee pi
finalmente
liberali e pi razionali devono
prevalere fra

o per

la

loro. Gli orientali isolati in

mezzo

a paesi

non

cristiani,

ovvero circondati da Greci scismatici, con popolazioni


inculte e miserabili, non hanno che una sola ragione
d'esistere, ed

questione
per tutto

Roma;

perci quando non sieno in

loro privilegi, dei quali sono gelosissimi,

il

resto sono troppo contenti di esserne bene-

meriti, e quindi mostravano


i

voti pi certi al Concilio

pi bei vestiarii e davano

Ecumenico. In condizioni

simili, anzi pi particolarmente

determinale,

sono

REGOLAMENTO E CONDIZIONI

47

DI QUEST'ASSEMBLEA.

vescovi in partibus che senza diocesi e senza attenenze


con nessuna popolazione, nominati dal Papa a

di sorta

onore, formano insieme con

titolo d'

primi un nucleo

dipendente direttamente dalla Congregazione

ganda

fide

eccezioni personali,

alla

gl'italiani.
soli atti a

Propa-

Curia Romana.

Rimangono, tralasciando

17.

di

e naturalmente affatto dedito, fuor di poche

le

piccole frazioni,

Costoro erano molto numerosi, e perci


contrapporsi

ai

francesi. L' episcopato italia-

no, essendo pi direttamente d'ogni altro interessato


in molte questioni, pu anche essere, ogni qual volta
lo voglia, il pi autorevole. Abbiamo accennato al motto
che

si

che, se
liani e

attribuiva ad
si

uno

dei vescovi oppositori

fossero potuti condurre 50 vescovi fra

cio
ita-

spagnuoli nelle loro opinioni, si sarebbe potuto

sperare di farle prevalere: negli spagnuoli non potendosi fare verun fondamento, egli avrebbe aggiunto che
tal uopo sopra un
racconto non vero,

non potevasi contare a

degl' italiani

numero maggiore

di venti.

Se

il

per T espressione della verit, vale a dire, che T epi-

scopato italiano poteva essere Y arbitro


coloro che

Dupanloup
chi.

s'

accostavano

se

alle

e che di fatto

opinioni del

Maret e del

non erano venti , erano certamente po-

Ci nasce dalla forma di educazione tradizionale

che prevalse nel Clero Italiano e dalla scarsa pratica


che fino agli ultimi anni ebbe delle questioni suscitate
dalla civilt

addursi,

ma

moderna. Varie

altre

soprattutto conviene

ragioni potrebbero

non dimenticare

principale, che appunto l'essere italiano.

la

ci s'in-

tenda, perch l'irritazione cagionala dagli ultimi fatti


abbia tanto potuto sul suo spirito da renderlo pi ade-

48

IL CONCILIO VATICANO.

rente e pi devolo a

Roma;

questi son rancori tempo-

ranei e passeggeri che, se hanno lasciata un'impressio-

ne, non varrebbero a spiegare una condotta tradizionale


uniforme e sempre coerente a se stessa; ma bens per-

ch

il

rebbe

Papato italiano, non politicamente, lo che saa dimostrarsi, ma pi che politicamente,

difficile

perch esso tale essenzialmente. Che cosa questa


autorit che ha fatto inchinare popoli e re da pi di
che anche oggi ha sudditi in ogni angolo
della terra, e che ad un cenno ha prosternato avanti a

dieci secoli,

s centinaia d'

uomini venuti

dalle pi lontane regioni,

dignitarii anch' essi nelle loro Chiese e suoi pari nell'or-

dine? Che cosa questa autorit, quanto alle persone


che non occasionalmente, ma tradizionalmente la esercitano da secoli, se

non una riunione

di prelati italiani?

Questa la ragione, perch nell'episcopato italiano la


resistenza del Dupanloup, che concerne
pale, trova pochi seguaci;

all'

autorit pa-

mentre che forse

il

Sillabo,

che era pur la forinola prediletta del partito cattolico,


non vi trovava neppur esso universalmente i pi caldi

pu argomentarsi che, se l'episcopato


poteva facilmente fino ad un certo punto andar

fautori: dal che


italiano

d'accordo con quest'ultimo sulla questione dell'aupoteva anche sembrare men disposto a

torit papale,

seguirlo nella determinazione di romperla apertamente

moderna. Infatti qualche desiderio contrario cominciava a manifestarsi in alcuni dei

coi bisogni della societ

suoi membri. In mezzo a tutte queste disposizioni di

opinione stanno

il

Papa,

romani, difendendo
societ

la

cardinali e

pochi prelati

Chiesa dalle aggressioni della

e la Curia dalle rivendicazioni della Chiesa.

49

V.

Sessione prima.

questo stato di cose

1. In

si

venne

alla

cerimonia

descritta sul principio di questa narrazione, alla

Sessione del Concilio Vaticano.


tenuta, che fu

dic

di

il

nemico che

il

doveva

Concilio

il

impiorum conjuratio fortis opibuspo-

illa

munita institutis,

tens,

ivi

quinto atto pubblico del Concilio, s'in-

nuovo

combattere:

prima

Nell'allocuzione

et

velamen hbens malitice

liber-

acerrimum adversus sanctam Chrisli ecclesiam

tatem,

bellum omni scelere imbutum urgere non desinit; indicazione vaga, ma della quale, sotto un velamine anche

non

essa,

difficile l'applicazione.

Lo

stile

pieno di

effusione e di confidenza fino all'espressione ecclesia


est ipso ccelo fortior, la dignit della

sostenuta

chiamando

Sede Pontifcia vi

Concilio unto sacerdotum do-

il

mini cum supremo gregis ejus pastore. Yien anche


nell'allocuzione particolare

qum Dei munere

tradita

memoria

non

tium. Nuli' altro vi era detto

della citt di

fatta

Roma

fuit in direptionem gen-

che potesse specialmente

illuminarne in proposito.
2.

Dopo

la

prima Sessione cominciarono le conle adunanze ordinarie


precluse al pub-

gregazioni, ossia

blico, nelle quali si svolge tutto

queste

si

osserva

ecclesiastico, e
le formalit,
1

Vedi

1*

come

non

ma

nelle

se ne

non

il

lavoro del Concilio. In

Commissioni

il

segreto

conoscono ufficialmente che

cos che

non venga pure a cogni-

Appendice.
4

50

IL CONCILIO

VATICANO.

zione del pubblico quel tanto che di necessit


trapela
dal segreto di sette o ottocento
persone.

prima e seconda congregazione che si


10 e il 44 dicembre, dopo la Messa e le cerimonie d'uso si fecero le votazioni per l'elezione dei
3. Nella

tennero

il

cinque giudici delle escusazioni, ed altrettanti delle


controversie, judices excusationum, ejudices qucer eia-

A forma

rum.

conciliari

delle discipline

primi sono

destinati a ricevere ed esaminare le procurazioni e le

scuse dei prelati assenti, e

durante

giusta ragione

non giudicano

essi stessi,

le

il

dimande

Concilio,

di partenza

sulle quali

ma riferiscono

per
per

all'Assemblea:

secondi sono incaricati di giudicare le controversie


che possano avvenire fra i congregali. Gli uni e gli
i

altri

sono
4.

Il

scelti

per votazione fra

fatto notabile della

Padri del Concilio.

prima congregazione fu

la

pubblicazione e distribuzione della costituzione papale in

forma

di Bolla, per la quale

gioni che

lo

e di Pio IV

Concilio

il

il

Papa accennando

e citando gli esempi di Giulio

II

dispone che in caso di sua morte durante

il

muovono,

nuovo Pontefice debba

nario dai cardinali, senza che

il

eleggersi

del

Papa
*

prorogato.

il

d' ordi-

momento

della

Concilio debba intendersi ipso facto

Da questo documento apparisce come

avesse apprensione che l'uso ed


contrastato alla Curia

messo

in

alla

nella Bolla

provvede

Vedi V Appendice

alla
.

dubbio e

Romana. Nell'allocuzione

Chiesa nelle sue attenenze con

provvede

Curia per

si

diritto secolare al-

il

l'elezione del Papa potesse essere

come

Concilio abbia punto ad

ingerirsi nell'elezione: che anzi fin dal

morte

alle ra-

la

il

Papa

societ;

suoi privilegi nella

51

SESSIONE PRIMA.

mese

Chiesa. Questa Bolla era gi stata compilata fin dal


di

novembre, ma
5.

mata

fu pubblicata solo in questo giorno.

La seconda congregazione fu anch' essa

di un'altra Bolla papale

censure.

per

Sotto questo titolo

si

blicare le censure ecclesiastiche.

meglio non

la

infor-

limitazione delle

sono tornate a pub-

Ognun

sa

o per dir

quante esse sieno e quali ne sieno i


soggetti. Penetrato da questa considerazione il Papa
nella sua costituzione Apostolica sedis le abroga tutte,
sa,

eccetto alcuni titoli,

prendono

sua sostanza tutto

m'

il

le

com-

almeno mantengono fermo

nella

quali per son

quasi tutte o

tali

che

sistema penale ecclesiastico, co-

giunto fino a noi. Queste sono conservate nel loro

antico

cominciando dagli

stile,

eretici, dai loro fautori

e da coloro che danno ad essi asilo; soggetto di un


caso morale ad esercizio dei giovani teologi: per quel

che debba ritenersi degli albergatori di Roma e del Governo Pontifcio che concedeva a quelli pi che un asilo,

una Chiesa per celebrare

loro

riti

fuor della Porta del

Popolo. Seguono i detentori dei libri proibiti, gli scismatici, coloro che si appellano ad un futuro Concilio,
coloro che arrecano danno alle persone
ecclesiastica, coloro che

d' alla

gerarchia

l'esercizio della

impediscono
giurisdizione ecclesiastica, tutte le immistioni

laicali

persone e cose ecclesiastiche, falsarii di


lettere apostoliche, ec: vien quindi una censura spe-

in giudicare

per caso di confessione; e finalmente quella per


tutti coloro che invadono, distruggono, ritengono per
s o per altri le citt, le terre, i luoghi o i diritti che

ciale

appartengono
1

Vedi

l'

alla

Chiesa

Appendice.

Romana, ovvero

in

quelli

IL CONCILIO VATICANO.

52

usurpano, perturbano, ritengono

zione.

inutile qui

suprema

particolareggiarne

il

giurisdi-

lungo elen-

perch ciascuno pu averne cognizione. In quenominale moderazione, poich contiene una

co

st*

atto di

restrizione

sieno

pur

titoli

abrogati, certo che quelli rimasti rac-

il

ecclesiastico vigente.

Papa, neh' abolire alcune cen-

nel confermare le altre, fa atto di

suprema

materia disciplinare; ed notabile come

autorit in
egli lo

codice penale

il

manifesto che

come

punizione, quali che

dei casi soggetti a

chiudono tutto

sure

il

la

compia

di proprio

moto

al

cospetto di tutta

la

Chiesa riunita nella pienezza della sua potest propria-

mente ad

effetto di esercitarla e

per giudicare sopra

le

materie che risguardano la disciplina ecclesiastica e


per conseguenza sopra molte di quelle contemplate
nella Bolla.
di

censura

se

Concilio avesse

il

tutti quelli atti, o

creduti non degni

almeno non essere pi op-

portuno infliggerla in alcuni di quei casi? Ma lasciamo


ai vescovi la cura ditali questioni, nelle quali ci rico-

nosciamo

vengono

buon grado affatto incompetenti.


Breve che ordina l'andamento del Concilio

di

6. Nel

istituite

era praticato per

non pi
i

sei

Commissioni, come

lavori preparatorii,

lamente composte, in

tutto, di

ma quattro

96 vescovi,

M per

si

socia-

scuna, corrispondenti alle quattro parti, in cui divisa


la

materia da elaborarsi nel Concilio, cio, Fede, Di-

sciplina, Affari d'Oriente, Ordini religiosi.

Nella se-

conda congregazione si procede alle nomine di queste


Commissioni, cominciando da quella della Fede; lo che
si

continu poi nelle altre congregazioni che furono tee con queste se ne and l'anno 1869,
il 20 e il 28

nute

53

SESSIONE PRIMA.

per confidarla alla storia, una


parte di cos memorabile avvenimento.
7. Da tutto quanto si fin qui veduto, si pu deportando gi con

s',

durre che tre grandi questioni di principii


vate innanzi
delle quali

al

sono

si

solle-

Concilio Ecumenico, dallo scioglimento

dipendono

sorti assai pi importanti che agli

osservatori superficiali non possa sembrare. La prima


l'antico conflitto che dura fin dai primi secoli della

Chiesa fra

fautori del soprannaturale assoluto ed in

ogni caso, e coloro che tendono, per quanto

il

sopran-

naturale lo comporta, a temperarlo ragionevolmente.

un uomo

L'infallibilit di

evidente e violento sopra


quella di

solo miracolo
le leggi

una grande Assemblea

mente e posta sotto


lida disciplina; e

assai pi

della natura, che

costituita

razional-

guarentigia di una severa e so-

la

molto pi perch

l'infallibilit di

una

societ rispetto a se stessa per natura sua relativa,

mentre quella

di

un uomo solo

non pu essere che


Chiesa,

pu intendersi

dalla sola ragione,

tende che Iddio protegge


infallibile,

rispetto alla societ

Che Iddio protegga

assoluta.

il

mondo. Che
ai

come
la

la

s'in-

Chiesa sia

suoi interessi, pu an-

quando provvede
un certo senso razionale: ma che Iddio

ch'essere in

per un alto unico tolga ad un uomo solo la facolt di


errare, che il pi innegabile carattere dell'umanit,

un vero miracolo permanente ed assoluto. Nel primo


la Fede accetta la ragione, nel secondo la sotto-

caso

mette. Nei varii casi, nei quali sotto qualunque forma


lo stesso conflitto
tutti

si

riscontrato, lo che stato in

Concilii, questi nelle loro decisioni

sempre abbondato in favore

hanno quasi

dell'assoluto.

Questo

54

IL

CONCILIO VATICANO.

per quel che riguarda

la

Fede, cio

La seconda quella

culativa.

una gran parte

delle

del

la

questione spe-

mondo moderno con

sue istituzioni di contro

al Silla-

bo; e questo per quel che riguarda la Disciplina, o

La terza

la parte pratica, cio la questione sociale.

quella della gerarchia della Chiesa di fronte alla Curia

Romana,
8.

entra

non

e questa io chiamerei la questione politica.

La prima esaminata
nelle regioni

del

sotto l'aspetto di principio

dogma, e come

tale a

noi

n giova discuterla. Dall'aspetto dell'applicazione pratica in questo caso essa viene fino ad
un certo punto a congiungersi con la terza questione.
ispelta

Quanto

9.

unanime

alla

seconda, se

mai

e determinato dell'opinion

movimento

vi fu

pubblica per co-

loro che sanno leggere in questo libro cos complesso,


egli quello che, a

malgrado

della

indifferenza

reli-

giosa che predomina nel nostro tempo, si manifesta


nelle nostre societ ovunque si guarda, oltre il ri-

orizzonte dei partiti, ai grandi interessi delle

stretto

nazioni, per desiderare che cessi questo antagonismo


fra

la

coscienza civile e religiosa delle

cattoliche,

il

popolazioni
quale causa potissima che non ne ab-

biano pi alcuna. Tutte


rire nel

modo

le

opinioni

possono

diffe-

ma

finch

e nella speranza di riuscita,

appartengono a popolazioni cristiane o anche semplicemente civili, si accordano facilmente nel desiderare

la

pace, e neh" attendere

questioni sociali politiche

la

risoluzione delle grandi

altrimenti che da questa

alternativa di assolutismo e di ribellione

essere

il

che sembra

privilegio della pi gran parte delle nazioni

cattoliche ai nostri tempi.

Le

oscillazioni

costanti fra

55

SESSIONE PRIMA.
le

dell' Univers e quelle del Rappel, fra i dogUnit Cattolica e quelle espressioni di opinioni,

teoriche

mi

dell'

o meglio

istinti

sfrenati, per

non v'ha pi

quali

nulla di sacro, oscillazioni che si muovono regolarmente e quasi a tempi determinati fra le barricate e i
colpi di Stato, spossano

Ecco

la

le

forze delle nazioni latine.

questione gravissima che sorgeva innanzi al

Concilio Vaticano,
dell'obbiettivo
dall'aspetto

gravissima perch

delle

lo

spostamento

grandi societ, guardato anche

meramente

fiosofico, trascina

sempre con se

gran confusione nell'ordine morale, e perci non pu


non essere tenuto come tale da tutti, qualunque sia
l'opinione che

mente

non

si

si

professi. Inoltre

ripugnano particolar-

natura dei tempi tutte queste credenze che


mettono in pratica e tutte queste pratiche che
alla

non hanno credenza, che


nostre popolazioni

si

sono

come mezzi

di fatto prodotte fra le


di transizione fra

il

presente. Ogni ragione adunque tendeva


a rendere universale e vivissimo il desiderio che le

passato ed

il

della

discipline

Chiesa,

essendo per propria natura

mutabili e pieghevoli, secondo inuovi bisogni

dessero

pi gran numero

al

contenere, anzich

si

di

si

esten-

seguaci che possano

restringessero rigettando

al

di

fuori nell'indeterminato molti di quelli che almeno in


ispirito

10.

cerne

ancora vi consentivano.

Quanto

alla terza

alla politica

agl'Italiani

una forma

in

che apparisca

alle

poteano essere
dunati in

Roma

le

questione, quella che con-

interna della Chiesa, essa

altre

si

presenta

speciale e diversa

da quel

popolazioni cattoliche. Varie

tendenze nei vescovi che

sopra

le

si

sono ra-

varie questioni proposte;

ma

56
in

IL concilio yatica.no.

una

sola essi sarebbero naturalmente portati ad ac-

cordarsi tutti, gi'Infallibilisti egualmente che

loro

avversarii, se la disciplina ecclesiastica noi contendesse, cio nel

conservare ed allargare

le

proprie prero-

gative, e per conseguenza nel resistere e modificare,

se

non diminuire,

infatti,

l'

nonostante

autorit della Curia

la

Romana

forza

maravigliosa

ed

dell'istitu-

zione ecclesiastica della Chiesa, sempre a varie riprese ricominciata la lotta, quasi ogni volta che quella
si

radunala per provvedere

e ai proprii interessi.

ed

ai contatti

Roma

con

la societ

e Y episcopato

al

Quanto

proprio organamento
attenenze esteriori

alle

le

civile,

non sono mai

divergenze fra
n grandi n

state

profonde, e negli ultimi tempi furono

meno che mai,

ed ragione, perch da qualunque lato la bilancia


si abbassasse, non erano su tal soggetto da temersi
gravi
lio

neppure giovava attendere dal Conciradicali, o molto importanti. Al contra-

attriti, e

effetti

rio, nella questione interna la tendenza dell'episcopato

ad allargare o solamente a tutelare i proprii diritti, e


quel che meglio chiamerei il sentimento della propria

conservazione che

si

sempre mantenuto con varia

intensit e sorte, e a varie riprese

manifestato

Chiesa, tornato, sebbene gi molte

nella

domato

volte

vinto, a riapparire anche questa, ravvolto nella questione dell'infallibilit. Come argine e limite a cosiffatta

tendenza, stanno da molti secoli

con

la

meglio organata fra

le

il

Papa e

istituzioni,

cardinali

ed in

tale

estremo dibattimento gran parte dell'episcopato, cosa


non poco mirabile, per effetto della possanza di questa
stessa istituzione, era

con

essa.

Il

solo, pel quale fino

57

SESSIONE PRIMA.

ad un certo segno ci

si

in tal questione interessi

pu intendere,
comuni con gli

e che

non ha

altri, l'epi-

scopato italiano; e questa , come gi toccammo, una


poca inclinazione che esso ha dimo-

delle ragioni della

strata a entrare nell'opposizione.

11. 11 Papato istituzione di natura profondamente


ed unicamente italiana, ed in un certo senso all'Italia

come un

riguardata
del Papato

con
di

l'altra.

ente astratto

pi Aeri difensori

rendono con una mano quel che le tolgono


Se l'Italia non avesse sempre avuto l'arte

sciupare ogni sua pianta, e se

voglia specie non avessero avuto

i
il

suoi

figli

di qualsi-

genio delle divisioni

non avrebbe essa potuto trarre


da questa combinazione! Ci diviene ogni giorno, e

intestine, qual partito

Papato come all' Itaquanto ormai avr meno imporuno e per l' altra l' intenderlo. Se almeno

diverr sempre pi, intelligibile


lia

e forse tanto pi

al

tanza per l'


l'uno e l'altra avessero inteso quel che, del resto,
la quale
assai facile a intendere , cio che ogni forza
,

non pu annullarsi, meglio volgerla al bene o al


minor male, che tirarsene addosso il pi gran male possibile!

Ma lasciamo queste osservazioni quasi

retro-

spettive e

torniamo

chiarire

nostro concetto sulle speciali attenenze che la

il

ai fatti

che

ci

serviranno meglio a

questione di politica interna della Chiesa ha


12. Finche

come

il

con

l'Italia.

Papato ha vissuto di forze proprie,

principii delle sue tradizioni,

come

applicazione

pratica

dell'

autorit che esercitava e del luogo che oc-

cupava

nell'

organamento politico dell' Europa non ha


non mai stato sottoposto a discussio-

mai

accettato e

ne:

ma

dacch ha avuto uopo di ricorrere

ai

mezzi che

IL CONCILIO VATICANO.

58

moderna

la societ

fornisce, cio ai partiti, e dacch

ha da questi ricevuto uomini e denaro, la forza stessa


delle cose ha condotto coloro che sono i principali sgo-

menti

di cotal

nuova forma

del Papato

ad avervi -un

influsso

nuovo che

diretta.

Costoro per la pi gran parte sono stranieri


e sovente estranei alla Curia propriamente

si

presto cambiato in un' azione

air Italia

Fino

riunione del Concilio costoro sposarono


unanimemente e con gran vigore servirono la causa

detta.

del

in tutte le vicende di esso negli ultimi anni:

Papa

arrivati

alla

al diffcile

a loro, si

vero che

bivio die

sono divisi in due


il

Dupanloup ed

il

il

Concilio apriva dinanzi

partiti;

ma non

De Merode ,

posizione, furono ardenti campioni


porale del

Papa ,

al pari del

resta raen

capi dell' op-

della potest

Manning

e del

tem-

Deschamps,

sostenitori principalissimi della sua potest spirituale.

Questa particolarit non da porsi in dimenticanza , pergli uni e gli altri, anche quelli

ch non dimostrato che

che in ogni questione sono stati devoti a Roma, sieno


convinti di doversi sempre affaticare per la maggior
gloria dei prelati italiani, e che nel successivo anda-

mento
di

delle cose

non possano mai provare

prendere una parte

il

bisogno

direzione

suprema della
come ognun vede, una questione che non
comune con quella dell' infallibilit, anzi il
nella

Chiesa. Ecco,

ha nulla

di

ha dimostrato il contrario, mentre, e si notato,


propugnatori di questa vi hanno gli stessi interessi
che i suoi oppugnatori; e che pure in molti modi per

fatto
i

gli

andamenti complessi

delle

cose

umane

vi si na-

sebbene indiret-

sconde e vi pu essere facilmente ,


tamente, complicata, essendo questo

il

terreno,

la

59

SESSIONE PRIMA.

forma,

il

vanno ad

tendenze
pretesto, con cui queste

urtarsi con la Curia

Romana;

la

quale, nonostante le

ha incontrati ,
tempeste e i pericoli che ultimamente
le nazioni cattutte
a
fatta
e nonostante l' invocazione
ed
ferma
inesorabile,
toliche, rimasta sopra tal punto
e non ha nelle sue istituzioni e nelle persone accettata
veruna modificazione. Ma potr questo slato di cose
durare? Qual che siasi lo scioglimento che abbiano

avuto o che avranno nel Concilio tutte


questioni, le condizioni della Curia
esse

com'erano

avr compiuto

fin

il

Italia

ne per

il

qui, quando questo

resto del

non

mondo

moto

religioso

indifferente

cattolico.

un cambiamento fondamentale

supporsi

grandi

Romana rimarranno

suo corso?

13. Questa contingenza

le altre

n per

Se potesse

nell'

economia

non solo in quel che riguarda il suo regno


ma
nel modo con cui essa entra cos attitemporale,
della Chiesa,

vamente

di diritto e di fatto

direttamente ed indiret-

in tutte e in ciascuna delle pi vitali questioni


,
sociali e politiche, in tal caso Y Italia al pari di ogni

tamente

altra

nazione sarebbe disinteressata nella questione:

ma

le

speranze degli oppositori potessero essere superate dal fatto, ci non probabile, ne

siccome, per quanto

Papato rimanendo cos fortemente conella Chiesa com' ma cessando di essere ita-

consegue che
stituito

liano

il

e perdendo quella tradizione indigena che

connaturale e lo informa,

come azione cambia

diviene un'incognita per tutti, e

mente non pu essere

l'Italia

disinteressata in cotal

gli

natura,

particolar-

mutamen-

Per raccogliere in poco le nostre considerazioni si


concluder che, lasciando da un canto quali possano

to.

IL CONCILIO

60
essere sopra ci

non

le

VATICANO.

convenienze della Chiesa,

nostro principale scopo

non giova

il

discorrere,

e per s e per gli altri gettare

appena o non modificato, in mano

il

di cui

all'Italia

Papato, o

agli stranieri:

per

s, perch per gl'interessi che questi porterebbero


seco, farebbero di esso un'opera avanzata nel bel mezzo
d'Italia, della quale ciascuno alternamente

cuore

di tenere la chiave;

per

gli

altri,

avrebbe a

perch ces-

perderebbe tutte le
Papato
tradizioni che ne regolano P azione, si sono immede-

sando

il

di essere italiano,

simate in esso e sono divenute quasi una seconda na-

nuova ed imprevista,

tura, per entrare in una forma

onde niuno potrebbe presagire le conseguenze. Forse


l'Italia ebbe gi in pi d' un'occasione il torto di spingere, quanto era in lei
ri,

pi che non

il

Papato in mano agli stranieo necessario farlo; e se

le fosse utile

questi errori non

hanno

fin

qui partorito P effetto che

dovevano, ci si deve soltanto


nacit della Curia Romana.

alla

44. Queste considerazioni di

mente secondario non hanno


natura assai pi

alta

coesione ed

un ordine

alla te-

relativa-

distrarci da quelle di

che devono tenere

il

primo luogo,

quelle cio, per le quali sarebbe desiderabile che sotto

ogni aspetto e sopra ogni soggetto

le

decisioni e la

politica della Chiesa fossero le pi larghe, le pi ra-

zionali, le pi conciliative che da lei si possano aspet-

tare; essendoch sia desiderabile che essa sia la pi

idonea a rendere

tale

la

religione della grande

mag-

gioranza delle nazioni latine da potersi collegare con


la prosperit, con l'incremento della civilt e gran-

dezza loro, piuttosto che una religione ad uso

di

p-

61

SESSIONE PRIMA.

chi devoti ed esclusiva per la pi gran parte di quelle


societ.

Queste considerazioni per debbono farci av-

vertiti e cauti nel dirigere tali desiderii e nella scelta

lontani
per condurli ad effetto, tenendoci
dai luoghi comuni dei declamatori e dei retori, dalla
dei

modo

seduzione delle

frasi e dei giudizi preconcetti

ma

so-

noncuranza che vuole poi una


prattutto
cinica
egualmente
rassegnazione agli avvenimenti che
dalla cinica

non ha saputi prevedere. Il segreto per conciliare questi due interessi sta per V Italia in quel che assai diffcile

sperare da

lei,

cio nel

mantenere nel suo seno,

oltre qualsisia iniziativa che si possa desiderarle, an-

che quella del movimento religioso del nostro tempo


e delle riforme da farsi nelle discipline della Chiesa;
ufficio, al quale le sue attenenze e la sua condizione

verso quella grande istituzione


pi facilmente atta, quanto

la

renderebbero tanto

meno

in realt disposta

a volerne trar profitto.


15. All'apertura
stata

del

una vera presunzione

Concilio

Vaticano

sarebbe

pronosticarne il successo.
Lasciando stare l'imprevisto, anche l'ordinario anda-

mento

di

un'Assemblea

sone

tal

cosa, di cui

l'effetto. Si

era,

come

di

il

circa

conosceva soltanto che


si

un

migliaio di per-

niuno pu da prima prevedere


la

gran maggioranza

direbbe in linguaggio parlamentare, con-

servativa: coloro che propugnavano le idee assolute,


avevano per conseguenza nel Concilio pi seguaci che
non i propugnatori delle idee comparativamente liberali, e vi
lici

esercitavano un'autorit dominante.

liberali

avevano contro s

il

numero

tuzione disciplinare del Concilio che,

Catto-

e la costi-

come vedem-

62

IL CONCILIO VATICANO.

mogia, faceva impedimento

assai

ali'

alla facolt di

l'opposizione. Quanto

opporre

il

veto,

numero. Quelli che

al

si

iniziativa del-

l'impedimento
restringeva
formavano F opposizione di gradazioni diverse, secondo i varii criterii si slimavano ascendere presso a
poco ad un centinaio e mezzo o a due centinaia facendo assegnamento sopra una qualche influenza che
:

potesse esercitarsi sopra gF incerti, si calcolava che


potessero forse essere sufficienti a neutralizzare i

ma non a prendere l'inin cerio ad imprimere un carattere di riforma

partigiani dell'infallibilit,
ziativa,

nel

liberale

erano favorevoli
si

Veramente

Concilio.

agli oppositori;

ma

nel

tempo

non

stesso

aveva qualche fiducia in un certo sentimento uni-

versale dei bisogni della civilt


di

condizioni

le

una conciliazione che

fra tutti.

Varrebbe

ella

si

moderna,

fa sentire

e in quello

da per tutto e

questa disposizione vaga a im-

esecuzione di quei programmi cos assoluti


che circolavano nelle alte sfere del Vaticano? A quepedire

1'

dimanda

rispondevano, forse; ma
quanto ad arrecare modificazioni di qualche rilievo in
discipline che in questa istituzione hanno da s lunga
sta

gli

ottimisti

data messo radice, tutti riconoscevano come quella


non avesse n i caratteri n le condizioni necessarie.
16. In

ogni modo,

se era

intempestivo allora il
il
seguire F an-

giudicare, era invece assai opportuno

damento

di s

grave

fatto,

che massime per

non poteva non essere fecondo


conseguenze;

di

ed quel che noi

fare prendendo questi ricordi.


*-4

l'Italia

egualmente gravi

ci

proponemmo

di

63

GENNAIO.

Sessione seconda,

Chiunque

1.

stato a

Roma

conosce quella

nomia

tutta speciale della chiesa di

giorno

di festa,

maestoso e

quel misto di sacro e di profano, di

sublime e

di volgare, di

come

lo Shakspeare forse

tanta

crudezza,

uno

di

fisio-

San Pietro in un

il

il

di grottesco che,

primo os ritrarre con


e che

carattere della realt;

in

quei giorni percorrendo in San Pietro tutte

combinazioni dello

stile

da Michelangelo

presenta una intera immagine di tutta


tolica, dallo splendore di

paria della campagna,

un Papa

dalla fede di

allo

le

al Pinelli rapla

societ cat-

squallore di

San Pietro

un

a quella

della Maddalena.
2.

Tutta questa gente s'aggira sotto quelle

vlte con la disinvoltura di chi sa

propria, e cui

di

immense

stare in casa

lungo uso ha reso familiari

il

le

pi

solenni e misteriose faccende del culto. Vesti d' ogni


foggia e colore, cardinali, contadini, celebrit, vanit,
principi, mendicanti, s'incontrano e

tro in

un andare

da Dante

si

agitano

den-

e venire che ritrae della cosa descritta

(Inf., XVIII, 28),

Come

i Roman, per l'esercito


molto,
L'anno del Giubbileo, su per lo ponte

Hanno

a passar la gente

modo

tolto,

64

IL CONCILIO VATICANO.

e della pubblica passeggiata. Di tanto in tanto

preceduto da un uffziale
quelle onde incessanti:
terra.

A quando

compito

il

un re o un potente

dal

della

dalla faccia scarna,

prostra a terra in

si

un devoto che

un gruppo

Palazzo traversa a stento

quando un uomo

dai lunghi capelli,

chiesa:

di

fondo

suo pellegrinaggio sopra

un angolo

della

della Galizia
le

tombe

ha

degli

Apostoli.
3. Cos era quest'anno la chiesa di San Pietro il
giorno 6 di gennaio, in cui fu tenuta la seconda Sessione del Concilio Vaticano. Nulla per rivelava in

come nella prima Sessione, che uno


avvenimento
occupasse il pubblico in un modo
speciale
particolare. Il concorso era assai minore della prima
quella riunione,

volta,

quantunque

lo

dell'aula

spettacolo

conciliare

fosse maggiore, essendo per l'arrivo di altri vescovi

pi piena che in quella non fosse.


4.

Questo maggior numero

che non giovava

di

Padri pur vero

grandezza dell' effetto per essere


stretti
scanni
gli uni agli altri: alla qual
gli
troppo
cosa se si aggiunga che sopra ogni scanno stava affisso a

alla

grandi caratteri

prender come

il

numero

l'effetto dell'aula,

d'ordine,

si

com-

quando era molto

piena, tuttoch grandioso, tendeva piuttosto a divenire


quello di una folla numerata, che quello che in realt
avrebbe dovuto essere, cio di una veneranda riunione
di grandi personaggi.
5.

causa delle giuste lagnanze per l'assoluto di-

fetto di acustica, al

quale gi

facemmo

era deliberato di cambiar sala per


Si narra che in

una

delle

le

allusione,

si

congregazioni.

prime riunioni interrogati

65

SESSIONE SECONDA.

vescovi sopra non so quale proposizione, rispondessero


invece del placet, nihil intelleximus: ma questo dicercato di
segno erasi tosto messo da parte, e invece
supplire a tale gravissimo difetto col restringere per

congregazioni lo spazio con un sistema di tende,


che rimpicciolivano l'area di un terzo ed affollavano
le

anche pi di prima

vescovi che

da

trono e dovunque era spazio

si

stringevano sul

occupare. Esse

si

toglievano via per le sessioni pubbliche, e cos erasi

ottenuto che
zioni
e

come

alle sessioni,

senza aver conseguilo

tuttora era, se

non

razzo
in

medesima

l'aula

ma
il

servisse alle congrega-

con maggiore incomodo,


perch

fine,

l'

intendersi

non impossibile, molto penoso; imbadiscussioni sostenute

lieve per le lunghe

una linguali uso non comune, ed adoperata con

pronunzie cos differenti.


6. Per diversa ragione

si

quel che avvenne nel Concilio


sente

si

era proposto

rinnovato questa volta


di

Trento, cui

d'imitare

affatto.

In

il

pre-

quello,

per essere giunti sol pochi vescovi, nella terza Sessione non potendo [ancora trattare materie di qual-

che importanza,

il

Concilio la occup nel fare la con-

fessione di fede, quale contenuta nel simbolo

Chiesa

Romana. Nel

di fede

ha servito a riempire

perch,

per

della

Concilio Vaticano la confessione

la strettezza del

seconda Sessione,
tempo, s per avere

la

prime materie proposte incontrato maggior resistenza che da prima non si credeva, non si aveva

le

pronto, n ver un decreto da promulgare.


Questa costumanza era slata pur praticata negli altri

nulla di

Concilii, e soprattutto negli antichi, allorch

per le grandi
5

66

IL CONCILIO VATICANO.

divergenze dentro

numerosi

Chiesa che trascinavano con s

la

era

fautori,

necessario

incominciare in

quelle Assemblee con riconoscersi ad un simbolo, ad


una professione di fede comune: oggi che tali diver-

genze sono recise o non sono, e quando sono stanno


al di fuori, non dentro la Chiesa,
questa professione
di fede,

come

tante altre tradizioni rimaste,

non

pi

A questo scopo si scelse la


formola prescritta da Pio IV, pi estesa e particola-

che una mera cerimonia.

reggiata, perch contiene le aggiunte fattevi al ter-

mine

del Concilio di Trento, a cagione della Riforma,

e che era quella usala negli atti pubblici, quella stessa

per ottenere

nelle Universit

prescritta

gradi

alla

fine del corso scolastico.

6 gennaio, dopo che

7. Il

preso luogo nell'aula, e che

il

tutti

Padri ebbero

Papa circondato

dalla

sua Corte era andato a sedersi sul trono, fu celebrata


la Messa solenne, com' uso in ogui riunione. Terminata la Messa,
l'altare

d'uso,

Concilio pose sopra

segretario del

libro degli

il

il

il

Evangelii. Recitate
sei volte

Papa segnando

blea; quindi dopo la lettura

dell'

le

Evangelio, V invoca-

zione dello Spirito Santo, e compiuto tutto


i

due avvocati promotori del Concilio


trono

al

dai Padri
il

il

del
la

alta

per

chiedergli

il

primo

il

rituale,

si

presentarono
che si facesse

professione di fede. Esaudita la

recit

Papa
vescovo

Papa

preghiere

benedisse l'Assem-

quella formola, e

dimanda,

dopo

di lui

di Fabriano asceso sull'ambone la lesse ad

voce; indi tutti

Padri ad uno ad uno, secondo

loro ordine gerarchico, accedettero

ciascuno ginocchioni con

la

destra

al

il

trono, ed ivi

sul

libro

degli

SESSIONE SECONDA.

Evangelii

ripeteva alla sua

67

volta: spondeo^ voveo et

jurojitxta formularti prelcectam. Ciascuno ripeteva nella


del proprio

lingua

quella frase, che perci

rito

fu

La cerimonia dur pi
due promotori del Concilio

ripetuta in sei o sette lingue.


di

due ore. Finita questa,

tornarono a far richiesta

ai protonotarii apostolici

che

rogassero l'istromento di quanto era avvenuto: e con

T inno di ringraziamento si chiuse la seconda Sessione,


anch'essa come la prima, di mera cerimonia.
8.

La ragione, per

a questo

la

quale

si

era dovuto ricorrere

espediente per occupare

la

seconda Sessione

gi stabilita da prima, e per cui non si aveva nulla


in pronto, fu bens la strettezza del
tempo, ma non

v'ha dubbio che nelle disposizioni prese per il Concilio


si dubitava della
speditezza, onde si sarebbe con-

non

dotto a termine: perci, siccome nelle prime proposte

contenevano solo materie dogmatiche che non ammettevano dubbio, cos se erasi creduto in sei mesi
si

di

esaurire tutta

la

materia anche pi litigiosa del

Concilio, non pareva strano che non

queste bastare un mese, e che

si

si

dubitasse a

potessero nella prima

Sessione dopo l'apertura pubblicare i relativi decreti.


Ma le cose andarono diversamente: queste prime materie incontrarono
pure discussione, dove niuno
avrebbe creduto potervene essere, e perci essendo

gi annunziala

per quel giorno

modo

non

si

alla

professione di fede.

trov altro

ci avvenisse,
alla

memoria

di quest'

l'

la

sessione pubblica,

di riempirla

che ricorrendo

Per meglio intendere come


procedere giova richiamare

prima di
ordinamento che presiede

Assemblea.

alla

condotta

68

IL

CONCILIO VATICANO.

II.

Ordinamento delle materie.

Tutta

1.

la

-Primo

schema.

materia che doveva trattarsi in Conci-

lio, classificala in

cinque parti, cio fede, disciplina,


Ordini religiosi, affari d' Oriente, politica ecclesiastica,

lasciando da parte

il

cerimoniale

di

un'importanza re-

lativamente minore, fu preparata nelle Commissioni


corrispondenti a ciascuno di questi titoli, nominate dai

Papa contemporaneamente alla convocazione del Con-

Per conseguenza

cilio.

fin

qui essa non aveva altro

carattere che quello di proposte fatte dal Papa ai veil lor parere; e ci tendeva
naturalmente a restringere nella prima intenzione l'oggetto del Concilio a quel che il Papa desiderava cono-

scovi per ottener su quelle

scere da loro, e non ad una discussione generale e fon-

damentale sopra

bisogni e le condizioni della Chiesa.

2. Sotto l'influsso,

diplomatiche e per

le

probabilmente, delie pratiche


considerazioni che ne scaturirono,

fu eliminala la classificazione speciale che era stata

per le materie di politica ecclesiastica, che naturalmente comprendevano le relazioni fra la Chiesa e
lo Stato. Le classi rimasero quattro , e le materie della

fatta

quinta furono agglomerate ciascuna secondo


affinit

nelle altre quattro,

disciplina ecclesiastica

la

propria

pi particolarmente nella

e cos nella

nomina

delle

Com-

missioni corrispondenti ripetuta per votazione nel seno


del

Concilio a

Papa,

prendere

il

luogo delle nominate dal

quella della politica ecclesiastica

non vi appari-

ORDINAMENTO DELLE MATERIE.


sce pi

come non

69

vi apparisce pi quella pel ce-

rimoniale. Le Commissioni adoperate dal

preparare

Papa per

materia non esistevano pi offcialmente

la

all'apertura del Concilio, avendo adempito

il

loro in-

carico di compilare tutte le proposizioni che si dove-

vano

trattare, in

libelli,

un numero

schemi, schemata o

di

ciascuno dei quali conteneva una serie di prov-

visioni appartenenti ad

uno

stesso soggetto.

Questi schemi venivano distribuiti dalla Segre-

3.

teria del Concilio ad

uno ad uno

scussione loro necessariamente

si

secondo che

la di-

compieva, e perci

era impossibile anche ai vescovi conoscerne a priori

numero

contenuto complessivo. Non poteva sapersi neppure se sarebbero conservati tutti e nella
forma prima che ebbero dalle Commissioni, o se dipoi
il

secondo

il

andamento

delle progressive discussioni alcuni non fossero trattenuti o modificati, altrimenti che
L-

da ci che leggevasi nella Bolla Multiplices Inter,


quale si accennava alla conservazione di quella
grit. Siffatto

una, e

metodo

di lasciare

di

dare

le

inte-

materie ad una ad

vescovi nella intera ignoranza di

quelle che dovevano succedere, faceva

potessero formarsi

nella

un

che essi non

giusto criterio del tutto, su coi

avevano a dar giudizio. Da questo conseguiva pure


che l'ordine, col quale venivano presentate ai Padri
le materie, dovesse avere grande efficacia sopra l' accoglienza che incontravano nell'Assemblea; poich sovente solo col raffrontare e collegare insieme un complesso di leggi

Fu questo

pu stabilirsene l'opportunit e il valore.


uno dei pi forti richiami dell'oppo-

infatti

sizione, in specie di quella appartenente ai paesi liberi

70

VATICANO.

IL CONCILIO

ed avvezzi a trattare ogni cosa

Americani.

gli

misteri

Essi

alla

come

luce del sole,

non comprendevano nulla in tali


V opposizione teneva

e generalmente tutta

questa parte dell'ordinamento per poco confacente alla


propria dignit, e contraria al buon successo del Concilio.

4. Come il Papa aveva da principio nominate le


prime Commissioni per preparare le sue proposte, ora
il Concilio nominava le sue
corrispondenti a quelle

per

emendamenti.

gli

ma

pi cinque,
alle

Concilio peraltro

Il

sol quattro

non nomin

Commissioni corrispondenti

quattro parti rimaste; e delle quattro per conside-

razioni di ordine affatto interno

da principio non fu-

rono nominate che tre, essendo rimasta per qualche

tempo
si

in sospeso quella

per

gli affari d'

Oriente, che

nominata pi tardi nella Congregazione del 19 gen-

naio.

La gravit,

la delicatezza di

questioni internazionali che vi


colt che incontrano

si

questo soggetto,
collegano,

vescovi orientali,

le

le diffi-

soli

giudici

competenti in quelle materie, hanno forse cooperato


a tal sospensione, come avrebbero pur dovuto avere

un gran peso

nella progressiva trattazione delle que-

stioni orientali.
ufficio

che quello di ricevere di seconda

scuna secondo
nel Concilio
vati. In

Queste Commissioni non avevano altro

il

suo

titolo,

non vi erano o

questo caso esse

li

che loro sembrava essere


affinch gli stessi

poste delle

gli

mano

cia-

schemi che proposti

in tutto o in parte appro-

emendavano secondo quel


il

concetto dell'Assemblea,

schemi che avevano

fallito

come

pro-

Commissioni d'iniziativa papale, ritornas-

sero avanti l'Assemblea

come proposte

delle

Commis-

ORDINAMENTO DELLE MATERIE.


sioni tratte dal seno stesso del Concilio,

secondo quella che

si

71

modificati

credeva essere V opinione del

Concilio.

Questa parte dell'ordinamento sarebbe stata asma quel che ne diminu il buon effetto

5.

sai razionale,

presso Y opposizione fu

il
complesso delle persone
che riuscirono elette in esse Commissioni. Si fecero

commenti sopra questo. Si parl di schede contenenti i nomi dei candidati che sarebbero state fotomolli

grafate in gran numero di esemplari, e che si sarebbero dispensate ai vescovi, molti dei quali sul bel
principio,

come nuovi
le

persone,
accettate.

arrivati,

ignari

avrebbero cos com' erano

Si cit perfino

schede fotografate che


nale nell'urna allo

l'aneddoto

di

affatto

delle

intieramente
alcuna delle

sarebbe ritrovata in origisquittinio, depostavi da qualche


si

Padre che avrebbe voluto cos liberarsi dal fastidio


di copiarla.

Si

disse anche

come prova

della

morale

violenza esercitata che alcuni Padri, riconoscendo impossibile la lotta contro questa sorta d' influsso eletto,
deponessero nell' urna quasi per ischerno le
schede in bianco. Checch sia di ci, certo che

rale

quelle

quali

nomine riuscirono , particolarmente


le

avrebbe

fatte la Civilt Cattolica.

le

prime

Senza trascu-

rare la parte che le forze agitantisi nel Concilio, com'


naturale, vi avessero potuto avere, indubitato che
le opinioni prevalenti nella gran maggioranza dei Pa-

hanno cooperato moltissimo a partorire quell' effetto.


6. Delle materie cos disposte e in tal condizione

dri, soprattutto nel principio,

di

cose

la Bolla

Midtiplices inter stabilisce

l'

ordine che

VATICANO.

IL CONCILIO

72

deve essere tenuto per la discussione. Vien distribuito


a tutti i Padri lo schema che si propone ; i quali hanno
facolt di studiarlo particolarmente

con uno o pi teo-

da loro e perci ammessi ed obbligati al seColoro


che intendono parlare in favore o contro
greto.

logi scelti

s*

un

iscrivono per ordine in

o pi congregazioni

si

registro a posta, e in una

ascoltano

questione: quindi avviene

il

gli

oratori sopra ogni

dibattimento, ossia

la di-

scussione propriamente detta. Se lo schema accettato

o universalmente o con piccole discrepanze,

viene

senz' altro riservalo per essere posto ai voti, accettato

definitivamente e promulgalo nella prossima sessione


pubblica

se incontra gravi o notabili resistenze, viene

rinviato

alla

Commissione, alla quale appartiene, per


essere modificato e poscia ripresentato air Assemblea.

come

Delle orazioni

stenografi

delle discussioni riportate dagli

riproducevano nella

si

del Concilio pochi esemplari per

ne ritengono soltanto

altri

ricevuta per
7.

forma

Gli
di

1'

stamperia segreta
presidenti

tutti gli

impressione di memoria

udito nelle congregazioni.

1*

schemi approvati come sono, compilati

vengono

decreto,

sottoposti alla

definitiva nelle sessioni pubbliche: essa

si fa

in

votazione

oralmente

per mezzo degli scrutalori che interrogano ad uno ad

uno

tutti

non

cet o

e cos

si

Padri,

quali rispondono sul soggetto pla-

placet. Quelli registrano le risposte e

conta

la

maggioranza e

si

conosce

il

nomi,

successo

della votazione.
8.

Nelle nozioni laicali dell'ordinamento di un'As-

semblea qui
dalla

si

arresta

maggioranza

il

giudizio, e quel che voluto

costituisce di per s

una ragione

di

73

ORDINAMENTO DELLE MATERIE.


diritto. Neil'

ordinamento

di

questa Assemblea

risultante dalla maggioranza,

sia

quantunque

voto

il

delibe-

rante, non costituisce diritto, finch non approvato


dal

Papa,

al

anche negargli

accettarlo o

al

stato

la

sua

voto dell'Assemblea approvato

il

dal Papa, tuttoch si accenni nel decreto

com'

quale vien presentato cos

emesso e che pu
sanzione. Quando

numero, qual che

siasi, dei

all'

unanimit

vescovi che vi hanno

consentito, lo che dimostra che esso deliberante e

non meramente consultivo, pur l'approvazione papale


soltanto gli d forza di diritto. Siffatto criterio, che ha

pi o

meno

esplicitamente regolato

grandi Assemblee della Chiesa


applicato da

Roma

in

generale

le

stato questa volta

pi largamente:

infatti

Canoni del

Concilio Vaticano sono intitolati con questa formola

Pius Episcopus servus servorum Dei sacro approbante


Concilio ad perpetuavi rei memoriam ; titolo che ha
dato motivo a

non pochi richiami da parte dell' oppoSecondo Y applicazione cosi estesa che di
questo principio vien fatta, non solo un voto della maggioranza non ha valore di decreto senza 1' approvasizione.

zione del Papa,

ma

curialisti

pretendono perfino che

voto della minoranza possa acquistarlo con l' approvazione del Papa, quantunque s'accordino nel dire

il

che

di cotal diritto

mai

far uso.
9.

per ragioni di prudenza non vuoisi

Senza entrare

certo che, secondo

il

in siffatte inestricabili questioni,

concetto canonico teorico e pra-

tico vigente nelle istituzioni cattoliche, la sola appro-

vazione del Papa d forza di Canone ad una decisione


di un Concilio generale. Ci cambia affatto la natura

74
di

IL CONCILIO

VATICANO.

un'Assemblea conciliare da quella

delle politiche e

civili, e fa s che per quanto voglia darsi peso al voto del

Concilio, esso ha gi di fatto

ch

la

non

potest papale

un carattere

lo

subisce,

dizio,

venendone
la

di

lo

bilancia.

mente per

far ogni giu-

conseguenza che se

in queste As-

Tal criterio convien tenere a

semblee

consultivo, poi-

ma

maggioranza perde per quelle ragioni l'imlaicali


la minoranza invece ne

portanza che ha nelle

acquista; imperocch, quando nel Papa la ragione di


la convenienza e non il numero, ne segue
che alcune minoranze per particolari loro condizioni

decidere

possono talvolta sopra di lui pi che la loro forza numerica non comporterebbe. Forse poteva questa essere la probabilit pi ragionevole

opponenti nel presente

di riuscita

per

gli

Concilio, poich essi vi rap-

presentavano , bench in picciol numero, popolazioni,


societ ed interessi pi importanti che la maggior
parte degrinfallibilisti.
10. Ci nonostante, dal semplice

qui esposto apparisce


la

parte

dell'

come per

meccanismo

esso fosse resa

fin

difficile

opposizione. Tutte le proposizioni ven-

gono fatte da Commissioni nominate dal Papa: e se


non trovano accoglienza favorevole, ritornano ad altre

Commissioni composte quasi totalmente

elementi che

le

prime.

degli stessi

stata bens dalla Bolla lasciata

vescovi facolt di far proposte di loro iniziativa,


ma non si consente di produrle innanzi all'Assemblea
ai

senza che sieno approvate da una Congregazione speciale nominata a tal fine dal Papa, nella quale si contano dodici cardinali, ed in ultimo dal Papa stesso.
Passate per questa trafila,

le

proposte entrano nelle

75

ORDINAMENTO DELLE MATERIE.

stesse condizioni delle proposte papali. Inoltre per l'or-

dinamento che presiede


essi

pel quale

vengono

alla

ad uno, riesce loro assai

Come

ste.

distribuzione degli schemi,

a notizia dei vescovi ad

costoro, ignorando le

uno

formulare propoproposizioni che suc-

difficile

il

cederanno, possono farne alcuna senza sapere come


questa potr accordarsi con gli schemi futuri? Chi pu
sapere quel che manca senza conoscere quel che c'?

Come

pregiudicare una questione che forse deve di-

scutersi pi tardi? Per questa parte dell'ordinamento


i

vescovi sapranno solo

quel che secondo

alla fine

loro opinione rimane a fare e a provvedere

la

ed allora

come

ritornare sopra materie gi discusse e congiungere insieme questioni che sono state trattate separatamente, o sopra le quali sono stati gi presi prov-

vedimenti che opporrebbero forse difficolt a nuove


modificazioni? Questa Commissione creala in ultimo
particolarmente dal

Papa per esaminare

dei vescovi erasi radunata la

prima

postulati

volta la

domenica

23 gennaio per esaminare le prime proposte fatte da


si radunava poi d'ordinario tutte le

alcuni vescovi, e

domeniche
rebbero

le

ma

Y opposizione

proposte

cilio nello stato di

ammesse

si

dimandava

alla

:
quali sadiscussione in Con-

cose che abbiamo descritto ?

11. Gli stessi cardinali presidenti delle

missioni che prepararono


delle

gli

seconde destinate a modificarli,

riuscissero accettevoli. Tre


nel

tempo

dirigono
cilio.

la

prime Com-

schemi, erano

di

presidenti

quando

non

quei cardinali erano

stesso legati o presidenti

dei

cinque che
Con-

discussione e tutto l'andamento del

Se a questo

si

aggiunga che nelle presenti condi-

76

VATICANO.

IL CONCILIO

zioni della

Chiesa

una gran

parte

vescovi del

dei

Concilio stata nominata dal Papa e perci

non

il

prodotto di alcuna qualsiasi espressione d'opinione dei


loro amministrati; se

si

calcola

il

numero

dei vescovi

in partibus che sono tutti ligii della Curia, quello dei


vicarii apostolici che sono dipendenti dalla Propaganda
fide, dei generali d' Ordine che sono milizia tutta papale, e quasi distaccata dalle diocesi; oltre a

se

infine si pensi che la

met

di

anche

ospite del Papa, compresi

che

quelli

dignit e lo stato loro sarebbero chiamati ad

giore indipendenza,

come

alcuni

dei

il

perch

si

sia risvegliata

la

per

una mag-

cardinali

cesi; se tuttoci si prenda a considerare, si

der facilmente

questo,

costoro era

tutti

fran-

comprenuna cos

gran diffidenza neh' opposizione e perch tutto quel


che concerne il Regolamento incontrava fra gli oppo,

nenti una maggior contrariet che


zioni

non avrebbero dovuto.

tra considerazione che

non

ci
di

si

le

stesse proposi-

aggiungeva un'al-

picciol

momento

che non cooper poco a mantenere negli animi questo


sentimento d'irritazione e di sospetto. Tutto quel che

riguardava l'ordinamento del Concilio fu pure regolato in quello di Trento nella seconda Sessione, in una

modo di
come
un
questo

specie di Regolamento che stabiliva tutto

condotta da tenersi in

quello,

ma

il

semplice decreto fu sottomesso in via ordinaria al


placet dei Padri, discusso e sanzionato dall'intiera

Assemblea. L' atto corrispondente a quello stato

in-

vece nel Concilio Vaticano una Bolla papale, per


quale tutto

il

Regolamento

del Concilio si stabilito

la

priori, senza discussione, senza veruna intromissione

ORDINAMENTO DELLE MATERIE.


dell'Assemblea

ma

per

solo

fatto

dell'

77
autorit del

Papa.
12. Tutte queste cose insieme furono cagione che
le

opinioni dell'opposizione cominciassero a concre-

tarsi

ed a

sopra alcuni punti principali e quindi

fissarsi

come mezzo

di

provvedere
pericolo che sovrastava
loro dal vantaggio numerico della maggioranza, si fer-

marono sopra

ai

la

necessit dell'unanimit per qualsi-

voglia dichiarazione dogmatica,

nero fino

all'

ultimo.

accorti, furono

bel

di

massima che

sosten-

cos alcuni dei vescovi, e

parere che

si

pi

dovesse subito e dal

chiedere

la modificazione del Regolache ogni resistenza diverrebbe impossibile, e sarebbe vinta prima di nascere. I vescovi te-

principio

mento, senza
deschi

si

di

dimostrarono

pi uniti e

questo disegno. Fecero due indirizzi

uno per

la

riforma

dell' intiero

pi risoluti in

al

Papa, dei quali

Regolamento venne

firmato da ventotto vescovi, l'altro per alcune


parziali modificazioni fu pure firmato da molti di loro. I

Francesi, bench in picciol

un indirizzo

numero,

fecero anch'essi

a questo scopo. G' indirizzi

non produs-

sero verun effetto, e non ottennero risposta. Forse fu

errore degli opponenti di non avere pi oltre insistito,


e fermi fin da

e di non essere stati abbastanza uniti

principio in quel soggetto,

che ci avrebbe rispar-

miato loro grandi difficolt per l'avvenire.


13. Il malcontento prodotto dalla poca

nomine

idoneit

Commissioni e principalmente dal Regolamento, non avendo ricevuta veruna soddisfazione dalla parte di chi dirigeva nel Condell'aula, dalle

cilio la

somma

delle

delle cose, ebbe per

effetto di

accre-

78

VATICANO.

IL CONCILIO

scere Y opposizione di alcuni degl' incerti e irresoluti,


e perci di rafforzarla; quindi ne avvenne che alla

prima occasione, dove pot


nifest abbastanza

farlo legalmente, si

ma-

formidabile.

14. Era stato distribuito

il

schema De

lo

primo

ed era gi venuto in discussione nelle ultime con-

fide,

gregazioni di dicembre. Esso conteneva una specie di


decreto dogmatico contro tutti
se

si

vuole, anche antichi,

quello condannati

il

gli

tutti

errori moderni e,

insieme. Venivano in

materialismo,

il

panteismo, ed

ogni sorta di sistemi filosofici, in tanti capi

nei quali

mondo fino a quel


viene esposta e confer-

incominciando dalla creazione del


che ne accade

mata

ai nostri giorni,

dottrina

tutta la

ai

compilazione

cattolica.

Gesuiti

Se ne attribuisce

particolarmente

Franzelin, professore di teologia nel Collegio


45.

chiaro che

al

la

Padre

Romano.

sopra tutte quelle materie in

massima non poteva sorgere dubbio in un'Assemblea


cattolica, e quelle dichiarazioni non possono risguardare se non coloro che sono fuori della Chiesa Cattolica e forse

anche del Cristianesimo:

ma

appunto su

questo nacque la discussione. Un'Assemblea cattolica,


dicevano molti, radunata per giudicare sopra coloro

riconoscono e in qualche modo ne dipendono:


coloro che sono affatto fuori della Chiesa s' intendono
che

la

gi condannati implicitamente e di per se stessi. Tanto

varrebbe per
l'

le

il

Concilio condannare

Islamismo. Quanto

il

Buddismo o

a quel che riguarda

opinioni filosofiche, aggiungevano essi,

Cattolica

nale,

sistemi e
la

pu opporre la propria filosofia alla


opporre il Rosmini ai filosofi tedeschi;

Chiesa
razio

un

ORDINAMENTO DELLE MATERIE.

79

combattere sopra lo stesso terreno; ma condannare


non discutere. Ora si pu condannare chi in qualche

modo
i

ci ascolta

quali non

o dipende da noi, ma con coloro, con


nessun legame comune, si discute o

vi ha

Ogni condanna che non ha sanzione inutile,


e perci nuoce anzich giovare alla dignit di chi la
si tace.

erano

d. Questi

i
principali argomenti degli oppositori
schema.
Oltre a ci, in molle cose si
primo
trov da ridire e prima di tutto nel titolo che portava

contro

il

in fronte lo

schema, cio: Pius Episcopio, etc, invece

Sacrosancta Synodus,

di

etc.

come

si

era usato nei

principali Concilii e segnatamente in quello di Trento.

Di ci ragioneremo pi a lungo pi lardi, quando

ci av-

verr di parlare pi particolarmente di questo schema


ma fin da quando esso apparve sorsero dalla parte del-

opposizione le pi vive obiezioni contro un titolo che


conteneva in s lo scioglimento della questione, la
quale divideva il Concilio, prima che fosse discussa.
l'

forma, con cui lo schema compidispiacque all'Assemblea; forma minuta, gretta,


astiosa, e tale da rendere la materia tutt' altro che fa-

Inoltre la intera
lato,

cile

ed accettevole

cimonono

secolo.

alle

orecchie ed agl'intelletti del de-

Convien figurarsi l'impressione pro-

dotta dalle elucubrazioni malinconiche dei Padri della


Civilt Cattolica e di pochi teologi poco addimesticati

conoscenza del

mondo

sopra tutta quella parte di


vescovi che, o perch forniti d'ogni coltura, o perch

colla

involti
se

nel

gran movimento

del

mondo moderno,

non partecipano ad esso, hanno almeno

il

concetto

sua vastit e della grandezza dei bisogni e delle


questioni che porta con s. Tutte queste cose furono
della

80

IL CONCILIO VATICANO.

causa, tanto l'opposizione aveva voglia di manifestarsi,

che

lo

schema invece

di essere

conda Sessione, comesi

era

promulgato

nella se-

fosse

stabilito,

invece

rinviato per intiero alla Congregazione per la fede


cui apparteneva, acciocch lo riformasse.

16. Questa discussione occup sei congregazioni.

Quella del 28 dicembre fu


trattasse, e fu

insieme

la

prima,

nella quale se

ne

pi notabile, perch in essa


parlarono con molta lode l'arcivescovo di Vienna, l'arla

civescovo di San Luigi, e quello di

anche l'arcivescovo

di Sorrento, quello di

con molto

di Malta, e finalmente
di Halifax, lutti

JNisibi.

Smirne

effetto

unanimemente contro

Parlarono
e quel

V arcivescovo

la

proposta per

le

ragioni sopra addotte. Prosegu

il

giorno 30, nel quale parlarono lo Strossmayer, il


il Caixal
y Astrade ed un vescovo greco

la

stessa discussione

Genouhilhac,

rumeno.

Si

continu

il

3 gennaio;

forse per la simpatia che

ma

da quel giorno,

fin dalla

il

Congrepubblico
gazione precedente aveva cominciato a dimostrare per
gli

oratori,

si

La
1'

pubblicazione dei loro

come

si

nomi

era praticato fino allora.

stessa materia

si tratt
senza interruzione il 4,
10 gennaio, nel qual giorno si pose termine
discussione, e Io schema fu rinviato.

8 e

alla

la

proib

nel Giornale ufficiale

il

17.

questo

l'opposizione,

alla

fatto si

riconobbe con certezza che

quale finora si era stentato a cre-

dere, aveva realmente acquistata importanza, e che la


bisogna non sarebbe andata cos facilmente come gi

annunziava

la

Civilt

Cattolica.

Infatti,

per quanto

dovesse ancora reputarsi prematuro ogni giudizio sul


risultato finale , era per gi innegabile che le vaghe

ORDINAMENTO DELLE MATERIE.

81

ed indeterminate divergenze d'opinione si erano concretate in una vera opposizione, se non affatto unase non ancora ben disciplinata, certo per pi
che
nessuno avesse osalo sperare. Ma quel che
grave

nime,

dava maggior peso e ne costituiva tutta l'importanza,


la sua composizione, della quale or noteremo i

le

era

principali elementi.

18. Stava

primo nell'opposizione l'episcopato

l'arcivescovo di Vienna,

cardinale

il

Schwarzemberg e

Rottenburg, uomo di
profonde cognizioni in materia ec-

monsignor Hefele vescovo


vasto sapere e di
clesiastica.

te-

come

condotto da personaggi

desco quasi unanime,

di

L'episcopato tedesco uno dei meglio com-

posti per dottrina e per condizione sociale, ed essendo


il

pi unito aveva raccolto in un'azione uniforme e

comune anche quei membri che sembravano a questa


meno disposti, come l'arcivescovo di Magonza anch'esso illustre per dottrina, l'arcivescovo di Colonia
ed altri. Esso ha pur dimostrato il pi gran vigore e
la

di
tal

maggior disposizione alle discussioni. L'arcivescovo


in una delle ultime discussioni una

Vienna mostr

vivacit, e trasse la presidenza in cos grande im-

barazzo, che

gli fu accagionata dal pubblico la sostituzione del De Angelis al De Luca nella direzione del

dibattimerto; sostituzione avvenuta dopo quella tem-

dell'

ordinamento

presidenti

morte

del

cardinal

il

ma

che forse fu semplice

effetto

della liturgia gerarchica. Dei

cinque

pestosa adunanza,

pi anziano conduce

le

discussioni

colla

cardinal Reisach avvenuta ultimamente,

De Luca venne

adempire queir

uffzio

nelle

con

la

il

condizioni volute per

nuova nomina

del car-

82

IL

dinal
il

CONCILIO VATICANO.

De Angelis, per

la stessa

pi antico cardinale,

dette

il

loco.

il

ragione che questo era

De Luca

Lo Schwarzemberg

dalla chiarezza dei natali,

alla

sua volta

[era portato fra

dalla franchezza dei

fermezza del linguaggio. Quasi tutti gli


trebbero citarsi ad uno ad uno per qualche
dalla

gli
i

ce-

primi

modi

altri

po-

ed

titolo

essere particolarmente notati. L'episcopato di Ungheria


e della Croazia

vescovo

guidato dal Primate

d'

Ungheria, dal

Sirmio, e da quel di Colocza, faceva gruppo col tedesco; ed ha dato i migliori oratori
si per la sostanza come per la forma. Il vescovo di
di Bosnia e

Bosnia e Sirmio,

monsignor Strossmayer, era tenuto

universalmente come
e

glior latinista

il

il

pi splendido oratore,

personaggio dominante.

il

mi-

L'arcive-

scovo di Golocza, monsignor Haynald, in fama di


vasta dottrina e di sentimenti assai liberali, e, secondo

quel che

si

narra

sarebbe quegli che con un suo

scorso avrebbe deciso


turato schema.

Un

di-

sorte finale del poco avven-

la

terzo circa dell'episcopato francese,

seguendo con varie gradazioni le orme dell' arcivescovo di Parigi, del vescovo d'Orlans e del Maret,
l'autore del libro Del Concilio generale e della pace
religiosa; l'episcopato americano quasi tutto, e circa
venti vescovi italiani componevano con i
primi e con
altre piccole frazioni o persone,

con

totale dell'opposizione, che per

il

suoi

pensava

le

in parte

gl'illustri

quanto

19. Fra gl'Italiani

quei giorni

di

grado

il

di coltura dei

personaggi, dei quali si


popolazioni che rappresentava, com-

membri, per

onorava, per

lievi differenze,

mancava per il numero.


parl per un momento in

le

si

monsignor Tizzani, vescovo

di

Nisbi

83

ORDINAMENTO DELLE MATERIE.

in partibns, pel discorso sopra accennato. Vecchio e


cieco, per la facilit della locuzione e per la vivacit
dell'

argomentare fece una certa impressione sull'AsNelle successive discussioni anche altri si

semblea.

mostrarono oratori

fra

quali

il

ma

quelli di Biella e di Salerno;

vescovo di Gasale, e
tutloci con poco co-

strutto, perch degl'Italiani per le ragioni gi indicate

pochi e timidamente si univano all'opposizione, mennon erano ne universalmente n molto attivamente

tre

neh' altro campo.

giudizio sopra

le

perci assai difficile dare

disposizioni

Da quel che apparisce,

esso,

dell'

un giusto

episcopato italiano.

abbondando generalmente

romano, non sarebbe neppure slato


universalmente un istromento cieco nelle mani del

piuttosto nel senso

cos detto partito cattolico, perch in molte questioni

un certo

spirito di

moderazione sembrava aver gua-

dagnato adagio adagio terreno fra loro.


20. L' effetto del voto di sfiducia manifestato col
rinvio del primo schema, e del disinganno provato per
la sessione pubblica del 6 gennaio, fu l'accresciuto ri-

gore del Regolamento. In una delle prime congregazioni


che seguirono, i presidenti ammonirono i Padri sulla

lunghezza delle orazioni, e sopra l' inutile ripetizione


di pi gli
di cose che fossero gi state dette da altri
:

ammonirono severamente sopra

la

conservazione del

segreto, aggiungendo alla semplice ingiunzione gi inculcata nel Regolamento,


rei gratis culpce
lo

come dovessero

giudicarsi

cio di peccato mortale coloro che

avessero infranto. L'ultima ammonizione produsse


le varie opinioni. Coloro che cre-

vario effetto secondo

devano essere

il

Concilio

un'Assemblea sovrana,

la

84

IL CONCILIO VATICANO.

quale non dipende che da se stessa,


chi potesse infliggere ai Padri

mavano

che, se

tuo obbligo

di

una

tal

si

dimandavano

sanzione, e sti-

un giusto muconvenienza, non potesse divenire un


il

segreto poteva essere

vincolo di coscienza fino

al

segno di

far rei di

grave

Padri che l'infrangessero. Giova per aggiunche


non ostante queste opinioni il segreto del
gere

colpa

per esserne
partecipi pi. di mille persone fu abbastanza conservato, e quel che ne traspirava era pi per le piccole
Concilio, particolarmente nel

principio,

indiscrezioni di molti che per la rivelazione di


21. Cos
le

un

solo.

pure fu proibito ai vescovi di stampare

loro orazioni anche semplicemente ad uso dei loro

colleghi; coni' erasi gi proibito al Diario di


i

nomi

degli oratori,

Roma

di

secondo che

pubblicare perfino
si era lasciato fare per le
prime congregazioni. Veramente pareva che i regolatori del Concilio avessero

preso a cura

di giustificare le

primo apparire
fomentato

il

apprensioni nate

del Regolamento, e che

fin dal

avevano gi

malcontento, che cio quello sarebbe ado-

estreme conseguenze a danno dell'


opposizione, contro la quale si sarebbe usata ogni
sorta di violenza morale: lo che doveva naturalmente

perato fino alle sue

produrre e produsse conseguenze

affatto contrarie alla

intenzione.

22.

fede fu
nella

Lo schema
dato a

rinviato alla

Commissione per

studiare di nuovo, e se vero che

Commissione

destinata a quest'ufficio figurassero

coloro che l'avevano composto, fra

Franzelin,

le

la

quali

il

Padre

modificazioni non potevano sperarsi

da contentare quelli che V avevano combattuto.

tali

85

III.

Primi moti per

Intanto

l'

infallibilit.

g' Infallibilisti

Altri schemi.

continuavano l'opera loro

fuor delle trattazioni conciliari. Un indirizzo venne


portato attorno

dall'arcivescovo di Westminster,

dai padri della Civilt Cattolica,


lettera diretta ai vescovi

per chiedere

dell'infallibilit

proclamazione
materia di fede e di costume.
2. Si

aveva un bel

fare e

accompagnato da una
al

Concilio la

personale del Papa in

un

bei dire di altre

ma-

terie, questo era il punto dominante delle cose, la


questione del Concilio Vaticano: tutto il resto cedeva il
loco, o si agglomerava intorno a quello. Ognuno a suo

modo,

e secondo

sentiva che
3.

La

suo concetto e

il

stava

il

lettera era

to be

or not

suoi desiderii,

to he.

firmata da diciotto vescovi di

varii paesi; d'Italiani ve n' era appena o nessuno. L'indirizzo portava in testa la firma

dell'

arcivescovo di

Westminster, e dicevasi anche quella dell'arcivescovo


di Baltimora, uno dei pochi americani infallibilisti.
4. L' indirizzo
alla

Commissione

con molta destrezza veniva diretto


destinata ad accogliere le proposte

de' vescovi, ossia era la

prima proposta vescovile di

grave importanza che si presentava a quella per ottenere la facolt di essere ammessa alla discussione. Era
tutto quel che
dei

g' Infallibilisti

avevano potuto effettuare

programma annunzialo

secondo

il

quale

l'

infallibilit

dalla

Civilt

Cattolica,

avrebbe dovuto proda-

IL CONCILIO

8t>

VATICANO.

marsi per acclamazione spontanea da tutto


fin dal

5. Si

lificava

Concilio

il

principio della sua riunione.

fondava Y indirizzo sopra quel che esso qua-

per l'opinione universale della Chiesa gi suf-

ficientemente chiarita in altre congiunture, e sopra la


necessit di questo dogma per conservare l'unit della
Chiesa. Citava anche altri Concilii

dove

sarebbe gi stata riconosciuta. Secondo

massima

in

gli

oppositori

non sarebbero
proposito, poich una tale dichia-

eruditi nella materia, queste citazioni

ne

state esatte

fatte a

come

razione cos esplicita e cos personale,


dagl' Infallibilisti,

un

vata che in

non sarebbe

si

stata fino allora

voleva

appro-

Concilio provinciale tenutosi di recente,

ma

salvo errore, in Olanda,

che per Y esiguo

numero

membri non poteva avere alcun peso. Chi sa


perch Y Olanda, paese classico del Protestantesimo e
del positivismo, secondo le sue microscopiche propordei suoi

il

zioni riempiva lo Stato

Romano

di

Zuavi ed

lio d' Infallibilisti?

Forse

solidi e robusti

far tutto fortemente e

il

il

perch proprio dei

Concipaesi

con energia.

contenuto di queir atto non pu non lasciare una


profonda impressione in coloro che Y osservano con
Il

calma e che riflettono coni' esso fosse

l'

espressione di

uomini, i quali son guida a numerose ed elette popolazioni e depositarli della religione di grandi ed importanti maggioranze, particolarmente

renza e pu
foglio si

che

dirsi quasi

il

prevedono da loro

dalla

richiesta

per l'indiffe-

disprezzo, con cui in quel


le separazioni e gii

dichiarazione possono
la

pi

missione di coloro che

lo

manifestano.

la

avvenire.

conlradizione con

Questo sentimento forma

alta

scismi

PRIMI MOTI PER L'iNFALLIRILlT.


6.

Fu

che

notalo

senza licenza di sorta.

quel

Ognun

foglio

sa che a

87

libello

circol

Roma

nulla si

poteva stampare senza approvazione, come pure che


ogni sorta d' indirizzi era assolutamente proibita. Si

pu ben intendere come questa seconda legge non

ma

applicabile ai Padri del Concilio,

vi ha dubbio che questa omissione

per

fece per togliere

si

vi sarebbe slato di singolare

ci che

sia

prima non

la

in

quel che

le

Autorit pontificie avessero approvato colai dimanda.


7.

promotori

numero che

si

ma

cogliere le firme,

dettero molto d'attorno per rac-

non

essi ottennero.

si

conosceva esattamente

Alcuno

altra volta di poter conlare sopra

ma

questo non era forse che

il

di

il

loro aveva detto

cinquecento vescovi;

una sem-

risultalo di

operazione aritmetica, piuttosto che quello di


una conoscenza personale e certa. Detraendo dal totale

plice

dei vescovi sedenti in Concilio quel che

l'opposizione, cio circa dugento,

questo numero:

si

contava per

rimaneva

un

circa

egli calcol manifestamente che tutti

costoro avrebbero consentilo, e fece forse anche fon-

damento per tal supposizione nel numero


che avevano prima fatto atti d'omaggio
particolarmente

all'

vescovi

di
al

Papa, e

occasione del centenario di San Pie-

tro; quantunque da questi atti d'ossequio alla dichiarazione dell' infallibilit vi fosse ancora un
passo s,

ma

tuttavia assai grande. Pi tardi,

rizzo era gi in corso,

si

quando

l'indi-

disse, e con pi

fondamento,
avere quattrocento firme, aggiungendo che questo numero stava per divenire anche maggiore; e cotal cifra
fu giudicata, da persone nulla sospette ed in grado di es-

sere bene informate,

come pi prossima

al

vero.

chi

IL CONCILIO VATICANO.

giudicava solamente da quel che appariva all' esteriore


lo stato dell'opinione fra i Padri del Concilio, quella

sembrava ancora esagerata. Alcuni volevano

cifra

durla a dugento, e

meno

perfino a

cento;

ri-

ma

l'opinione
lontana dal vero par che fosse quella seconda

asserita dai promotori dell' indirizzo, forse senza otte-

esattamente e di sicuro senza poter affermare

nerla

nulla di certo.
8.

coloro che tentarono dimostrare con ragioni

ad alcuno dei propagatori

dell'

indirizzo

come questo

atto
discutibile per se stesso, ma anche
inopportuno, poich tendeva a precludere una discussione che dovrebbe aver luogo a suo tempo, quando
fossero venute in discussione le prerogative della Sede

non solo fosse

non conveniva prima di quel momento


pregiudicare in verun senso la questiona, quelli lasciavano intendere di avere ottenuto a tal uopo l' assenso

Romana,

e che

dei cardinali presidenti. Questa indiscrezione per parte


di costoro espose la Curia

Romana, senza verun

senti-

mento della pi elementare convenienza, alla disdicevole taccia di mendicare da se stessa la sua apoteosi.
9.

L'opinione della parte pi moderata

del clero

slesso era poco soddisfatta di questi procedimenti che,

quanto con ragione essi dicevano, nocciono assai pi


che non giovino alla causa che vorrebbero propugnare.
Per i Gesuiti era una questione complessa di tradi-

zioni, d'influenza, di

sentimento della propria

esi-

stenza, e di mille altre ragioni che sarebbe lungo analizzare e che


fatalit

conduceva

essi

primi per una specie

di

a confessare retrospettivamente infallibili Cle-

mente XIV che

li

abol e Pio IX che fece presso a poco

PRIMI MOTI PER L'INFALLIBILIT.


lo stesso,

restando a carico

loro

nuova formola per interpretare


che torner ad

il

cercare poi una

il

del

giudizio

Per l'arcivescovo

abolirli.

89

Papa

Westmin-

di

questa sua insistenza era forse l'effetto logico

ster,

dei suoi antecedenti: prete e protestante al principio


della sua carriera, ha visto la sua religione di dentro

non

non
di

fuori, e

di

la

non ha vedute che

e suddivisioni interne, della catto-

le infinite divisioni

ha ammiralo solamente

lica

fuori

di

religion cattolica

dentro. Della protestante

l'

maestoso

effetto

della

sua unit. Della prima non ha apprezzato i buoni effetti prodotti da una moderata libert e dall'esercizio
costante della ragione e della coscienza propria, e della

seconda non ha sentito


cessiva autorit. Egli
lo schiavo

pericoli che derivano dall'ec-

si

invaghito dell'autorit

s'inebria della libert.

di equanimit e di giusto

sua azione verso

il

come

Questa mancanza

sentimento cattolico nella

Concilio gli vien perfino rimpro-

verata dai cherici pi fedeli e pi devoti di Roma.

Per

vescovi

tutti gli altri

infallibilisti

il

loro ardore a

proseguire quello scopo era un fenomeno, come accennammo pi sopra, che sfugge al giudizio comune

e tutto particolare
10.

rizzo,
gli

Come

di

quest'Assemblea.

ragione di aver prodotto questo indiaddussero che avendone gi fatti

g' Infallibilisti

oppositori incombeva loro di non restare indietro,

e che perci
fronto non

devoti dovevano pur farne;

era

esalto.

G' indirizzi

degli

ma

con-

oppositori

che precedettero questo, riguardavano solo

mento

il

il

Regola-

non pregiudicavano alcuna materia prima che

fosse proposta alla discussione. Bens

dopo

l'

indirizzo

90

IL CONCILIO

degf

VATICANO.

cominciarono quelli dei vescovi

Infallibilisti

l'opposizione in

senso contrario.

del-

vescovi tedeschi

ed austriaci firmarono quarantacinque sopra cinquantasette, e di quelli che non firmarono alcuni dichia-

rarono che

riserbavano a combattere nello stesso

si

senso dell'indirizzo,
casione.

se ne presentasse l'oc-

quando

Primate d'Ungheria, che era di


I Francesi firmarono

Il

tardi firm anch' egli.

trenta

quei Tedeschi che

preparava dagf

s'

astennero.

Italiani

Un

partito

terzo indirizzo

que firme. Tutti compresi,


ascendevano

fallibilisti

la

forma

agli oppositori altra via

prii direttamente

loro

siasi altro alto

che quella

dalla

Papa,

essi

Come

infalgl'In-

Concilio, dandogli

non rimaneva

di rivolgere
le

il

pro-

proposte, dopo

Concilio,

non avevano
affinch

al

l'

Congregazione, come qual-

riguardante

Papa slesso,
provazione non ne permettesse

dirigersi

al

Papa. Dovendo

che fossero accettate

vate dal

il

una proposta episcopale


al

si

sottoscrittori, apparte-

a centosessanta e pi.

avevano diretto
di

di

che avrebbe venti o venticin-

nenti alle varie nazioni, degl' indirizzi contro


libilit

venti

ed anche fra loro, e particolarmente dei

alcuni s'appigliarono allo stesso

cardinali,

quelli, pi

fra

la

essere appro-

altro

negando

mezzo che
la

sua ap-

discussione; e cos

fecero.

41

Pu

pi singolare

ella

immaginarsi una condizione reciproca


un uomo che accoglie in sua

di quella di

casa tanta gente convocata ed accorsa col disegno di


proclamare la sua apoteosi , e che nel tempo stesso

riceve da costoro suppliche caldissime per pregarlo di

rinunziare questo onore?

PRIMI MOTI PER L'INFALLIBILIT.


12. Conosciuti questi indirizzi, se
dagl' Infallibilisti

91

le cifre

date

erano approssimativamente accettacon qualche fondamento dividere

cos si poteva

bili,

l'Assemblea: circa

quattrocento

pi di

Infallibilisti,

centosessanta e vicino a dugento oppositori: rimaneva


circa

un

centinaio e pi d'irresoluti, di timidi, e di


che preferiscono giudicare il combattimento
combattere. Se le cifre degl' Infallibilisti erano ine-

coloro
al

ci che si

satte,

crescere
proferito

numero

il

il

deve sottrarre a quelle va ad acdi coloro che non avevano ancora

numero
loro

giudizio

fra questi

erano in gran

gl'Italiani.

13. G' Infallibilisti

dal

canto loro non

trascura-

vano neppure altri mezzi di propaganda fuori


Concilio. Cadeva nei primi di gennaio la festa
l'

Epifania; nel qual

memoria

della

del
del-

tempo durante una settimana per

propagazione del Cristianesimo a tutte le

genti, figurata nell'adorazione dei Re, si suole, per

non

so che vecchia costumanza, nella chiesa di Sant'Andrea


della Valle fare la

mostra

di

una scena, dove

si

rappre-

senta la grotta di Betlem,-la Sacra Famiglia e l'episodio


dei Re, e davanti a tale rappresentazione

si

lunghi discorsi in varie lingue. G' Infallibilisti

rono

tengono
si

giova-

di questa cerimonia, e in quelli otto giorni si ten-

nero discorsi, che o direttamente o indirettamente non


si

occuparono d'altro che del loro soggetto favorito:

lo stile

era sovente ispirato dalla pi pura essenza della

Civilt Cattolica ed anche da disgradamela.


di

Ginevra, vescovo

di

Ebrun in partibus,

orazione ritrov tale somiglianza fra


il

tabernacolo e

il

la

Monsignore
in una sua

grotta di Betlem,

Vaticano, ed una cos grande analo-

92

IL CONCILIO VATICANO.

gi fra

che

si

il

Bambino che

si

adorava

torio, per quanto fosse

il

ed

il

dell'

oratore parvero esagerati anche

scapigliati che si

Vecchio
all'udi-

meglio disposto a giudicare nel

pi benevolo modo. Questi voli


l'

in quella

venera in questo, che parvero esorbitanti

immaginazione

agi' Infallibilisti

del-

meno

trovavano presenti. In quell'occasione

uno degli spiritosi nepoli dell'antico Pasquino notava


che per morte di molti cardinali, avvenuta negli ultimi
tempi, si vedevano in aria quindici cappelli cardinalizi,
e che avrebbe potato pur avvenire che la mente infiammata di qualche Padre del Concilio ne fosse tratta in
inganno, e scambiandoli per lingue di fuoco
sciasse ispirare da quelli.

si

la-

Un Padre

Galierani gesuita
facendo della sua predica un
trattato di politica ad uso e con stile dell' Unit Catto-

fu pure

violentissimo,

vescovo

Inule, uno dei pi zelanti e bollenti


noto
Infallibilisti, gi
per varii aneddoti, e particolarmente per avere ricevuto con poco oneste accoglienze

lica.

Il

alla stazione di

di

Roma

Maret, quando appena vi giunFrancia, fece un lungo discorso per dimostrare


fosse d'importanza universale il proclamare l'inil

di

geva

come

fallibilit, affinch

il

mondo

affaticato dal

potesse avere

dall'incertezza

dove conoscere

la

dubbio e vinto

un luogo ed un uomo,

verit ogni volta che

gli

bisognasse,

e prometteva da questo

la

coscienze ed

mondo. Come comodo, sarebbe

il

riposo del

incontrastabile;
affinit

quiete universale di tutte le

ma come argomento,

con quelli

di simil

esso ha una certa

genere applicati

alla politica,

consegue in uno
quali
per
dei numerosi esperimenti che ne sono slati fatti sopra l'umanit, fu espressa col celebre molto: X orare
i

la

specie di quiete che

si

PRIMI MOTI PER

L'

03

INFALLIBILIT.

rgne Varsorie. Quindi l'oratore ne dimostr pure


l'opportunit di tempo, ed anche in questa seconda
parte dell'argomentazione non fu poco

ardito e fin

applaudito da certo numero del pubblico,


che era in quel giorno quasi intieramente composto di

coll'essere

il
quale forse non fu mosso a quell'espansione
da altra ragione che dalla vecchia usanza, per

Francesi,
di gioia

cui

non

ogni pubblico

quanto allora che

gli si

gongola mai tanto di gioia,


porge un giogo di qualsivoglia

specie.

14. L'Unit

campagna

di

un

Cattolica

intanto

altro genere.

incominciava una

Pensando a

trar profitto

dagli entusiasmi degli anni scorsi, prometteva


lettori, e

principiava a pubblicare, tutto

delle proteste e degl'indirizzi

il

suoi

ai

repertorio

dei varii vescovi,

solto l'impressione degli ultimi

avvenimenti

citando anche frasi sparse, estratte da lettere, o


di natura privata, per diffidarli cos

all'

fatti

politici,
altri atti

occasione com-

promettendoli ad uno ad uno, ed esercitare sopra gl'incerti e

timidi la pressione della pubblicit.

45. In tale stato di cose

ma.
di

si

pubblic

il

secondo sche-

primo aveva occupate sei congregazioni prima


essere rinviato; il secondo non sembrava che dovesse
Il

avere una sorte di gran lunga migliore. Piuttosto che


uno, sono stati distribuiti ai Padri tre, anzi quattro
schemi insieme come soggetto di prossima discussione,
tutti

contenenti materie disciplinari. Tre erano

perch
altri:

il

De

chismo.

quarto

episcopis

Ognuno

titoli,

non era che un'appendice agli


De moribus clericorum, De cate-

libello
,

di questi si divideva in varii capitoli,

come, per esempio, [nel primo

si

contenevano

titoli:

94

VATICANO.

IL CONCILIO

de synodis, de vicariis generalibus, de sede episcopali


de visiofficio episcoporum, de residentia

vacante, de

tatione, de obigatione visitandi sacra limina, de conciliis provincialibus , de synodis dioecesanis, de vicario

generali, e te.
16. Di questa
nella

nuova materia cominci


del d

Congregazione

12

di

a trattarsi

gennaio, e se ne con-

tinu a trattare per molte altre. Anche questo schema

bench

si

clesiastico ordinario,

venne accolto con

dizione. Quel che generalmente irrilava


in questi progetti di decreto, oltre la
si

trattavano

le

al diritto ec-

occupasse di soggetti pertinenti

forte contrai'

opposizione

maniera con cui

materie, era quell'insieme della forma

e del modo, onde venivano presentali, che portava con


s

la

presunzione che dovessero essere accettati cos e

non altrimenti. Questa irritazione, unita a quella sempre


viva di non aver potuto a nessun patto scuotere il giogo
del Regolamento, si

mostrava ogni volta che se ne pre-

sentava l'occasione.

Lo schema De episcopis toccava questioni viper l'episcopato, e sembrava tendere a circoscrivere


17.

tali

viepi certi
le sedi

diritti episcopali

la scelta dei vicarii,

sopra

vacanti, ed altre materie che hanno


I

vescovi che,

grave importanza.
erano entrati tali nel Concilio

di

al

per essi

dire di Paolo Sarpi,

Trento per uscire sem-

per una parte almeno, daluscire dal Concilio Valicano anche pi muti-

plici onerici, rifuggivano,

l'idea di
lati, e

perci facevano opposizione vivissima ad ogni

proposta che mirasse a circoscrivere

seno delle proprie


giorno 15 parlarono

diocesi.

la loro autorit nel

Nella Congregazione del

sei oratori. In quella del

19 circa

PRIMI MOTI PER L'INFALLIBILIT.

95

altrettanti, e l'arcivescovo di Parigi in questa tornala

tenne un eloquente discorso, nel quale tolse occasione

per ristabilire

al

suo giusto valore la dignit e l'ufficio


la missione dell'Assem-

di vescovo, e quindi l'ufficio e

blea generale della Chiesa secondo

suo vedere, che

il

non sembra essere slato lo stesso che informava


schema proposto. Il suo linguaggio fu severissimo:

lo
di-

cesi che, dirigendosi ai fautori delle dottrine assolute,

rimproverasse loro di camminare nelle tenebre, mentre


che egli e i partecipi delle sue opinioni erano stati costretti a

camminare

periosa

potenza

vivono

in essi,

l'intelligenza e

aveva da
il

nella luce

alludendo con ci

con

lo spirito.

cappello

cardinalizio:
il

prefer

mano per
la

suo dovere.

riconosceva con tanta giustezza

nabile, lo ha

nobile ed

all'

im-

Monsignor Darbois non

far altro che stendere la

sfazione di aver fatto


egli

tempi che sentita da quanti


o con l'azione, o anche solamente con
dei

afferrare

semplice
Il

soddi-

torrente, di cui

la

potenza infre-

travolto nel profondo dei suoi vortici;

eletta

vittima

Fu questo

discorso forse

l'ultimo suo grido per darne avviso alla Chiesa: e

la

sua voce venne soffocata per sempre in una di quelle


terribili convulsioni che a spessi periodi
abbrutiscono le nostre societ. Spar senza rammarico e senza

compianto di alcuno, come uno straniero, da un mondo


che non era il suo.

Ma quel che fece pi profonda impressione in


quel giorno fu una non men viva orazione dell'arcive18.

di Colonia che reputa vasi, fra i Tedeschi, uno dei


Le opinioni del Darbois si conoscevano da
romani.
pi
antica data, ma l'arcivescovo di Colonia era immune

scovo

96

CONCILIO VATICANO.

IL

da ogni sospetto

come misura

di resistenza, e perci

dello

stato

suo discorso,

il

dell'opinione, colp

grave-

mente.
19. Nell'adunanza del 21 fra

finalmente

il

gli altri

oratori parl

vescovo d'Orlans: grande era l'aspetta-

tiva, e dicesi che ai suo incominciare molti lasciassero


i

loro seggi per fargli corona;

ma

sua orazione

della

non pot aversi un giusto ragguaglio, perch sembra


che riuscisse

difficile l'udirlo,

come accade

non hanno voce

nell'aula a quelli che

facilmente

cos forte da far-

visi intendere.

20. Par che

vescovi dell'opposizione rimprove-

rassero particolarmente agli autori di questi schemi la


ristrettezza delle loro idee. Si narra che un vescovo abbia

comparato

gli abitanti si

Roma

a un'isola incantala, dove tutti

fossero addormentati tre secoli or sono,

e che risvegliandosi

sieno

mondo non

abbia pi

meravigliati

loro costumi: se

ben trovato per dipingere con verit

che tutto

non

l'effetto

rivelazione di questi schemi, e particolarmente

aveva
sopra

prodotto
la

un'altra occasione,

un eminente

il

Roma,

statista inglese

la

in

aveva

guardarvi dentro produceva una im-

pressione dello stesso genere di quella che


nei sollevare

che

primo,

e segnatamente
ed intelligente di questa. Parlando

delle tradizioni e della costituzione politica di

il

il

sopra l'opposizione

parte eletta

gi detto, che

il

vero,

marmo,

si

risente

che copre un antico

monu-

mento.
21.

vescovi non cessavano pur dal chiedere che


una pi ampia cono-

fosse data loro fin da principio

scenza della materia,

la

quale doveva essere discussa

TRIMI MOTI PER

durante

il

L'

97

INFALLIBILIT.

Concilio. Per calmare tutte queste agitazioni

conveniva concedere qualche cosa; e si annunzi ufficiosamente che il Papa, vedendo come per la via tenuta

non

finora

si

giungesse a veruna conclusione, fosse

di tutte
sposto a far compilare un prospetto generale

materie da

trattarsi

per distribuirlo a

onde ne prendessero conoscenza.


che

cardinal

il

De

tutti

Si disse

di-

le

vescovi,

ugualmente

Angelis, l'anziano dei presidenti che

dirigeva tutto l'andamento delle cose, facesse circolare

una proposta
fallibilit,

di

accomodamento

sulla questione dell'in-

che fosse accettabile dai due

altro, valesse

almeno

a dividere

se

lali, e,

non ad

dissidenti che la pres-

sione esercitata dalla maggioranza aveva uniti. Quel che


fosse da credere in tutte queste novelle,

bench partite

da buone fonti, non poteva essere accertato che dal

tempo. Intanto, sebbene non fossero ancora compiti due


dei quattro ultimi schemi, ne fu distribuito un quinto,
ossia sesto dal

cominciamento

faceva

credere che, sinch non

qualche

modo

tutti gli

fosse

ma

tutto

provveduto

in

cose, com'esso im-

schemi sarebbero an-

raggiungere il primo negli Ufficii


Commissioni sopra gli emendamenti.
22. Lo schema Sul catechismo accennava gi an-

probabilmente

delle

si

al difficile stato delle

periosamente richiedeva,
dati

del Concilio;

ch' esso a

dover prendere quella via, come uno

di

sue disposizioni entrava pi addentro


nella vita giornaliera delle popolazioni cattoliche. nolo

quelli che

che

il

per

le

Catechismo

cattolico,

contenendo

in

fondo

la

stessa

sostanza, ha varie formole sanzionate da un lungo e costante uso nelle varie Chiese. Si trattava, a quanto pare,
di modificarlo.

Ognun vede come

sia difficile

introdurre
7

VATICANO.

IL CONCILIO

98

variazioni in queste materie tradizionali, che sono im-

medesimate con abitudini contratte universalmente


dalla infanzia.

fin

Questa tendenza ad agguagliare ed accen-

trare che prevale ai nostri tempi in tulle le leggi ed in


tutte le istituzioni, sovente in opposizione ed incontra

na,

rado pericolose resistenze nella natura umaquale invece in ogni cosa trova l'unit nella va-

non
la

di

riet, che la sola formola,

per cui

si

pu sperare che

molteplici combinazioni di nazioni e di schiatte possano

andar d'accordo sopra un medesimo soggetto.

IV.

Lo schema De

1.

Il

schema

sesto

ecclesia.

distribuito nella

tornata del

21 gennaio venne nelle mani dei Padri ancora molle

ed appena uscito dai torchi: la qual cosa fece


supporre
che fosse una edizione recente fatta sotto L' impressione
della cattiva riuscita dei primi, e perci fosse stata riveduta e ristampata di fresco. Conforterebbe questa opinione l'esserne migliore la compilazione; quanto allo
spirito per, lo che sarebbe stato pi essenziale, come

in appresso si vedr,

non s'ha ragione

di

credere che

queste considerazioni, se considerazioni vi furono, vi

abbiano esercitala veruna azione. Esso conteneva per


l'appunto tutte
sotto

il

titolo

dogmatico,

De primatu

le

De

questioni pi gravi

ecclesia;

del

Concilio

uno schema meramente

essenzialmente dell'autorit del Papa,


Pontificis, etc, e si dice che vi fosse anche

tratta

un capitolo: De poleslate temporali. Questo schema era

LO SCHEMA DE ECCLESIA.
il

campo, dove

doveva decidere

si

il

in

gran parte quella di tutte

volere degli uomini e

condotte avanti

il

principalissima,
sta

e la

le

questioni che

avevano

necessit delle cose

suo giudizio.

questo schema

2. In

quale

la

carattere

e dalla risoluzione del quale

sorte di questa Assemblea,

pendeva

il

99

la

sollevava di necessit, e

si

questione

dell'infallibilit,

nella

cardine delle cose, tanto per se stessa,

il

quanto perch involge nella sua sanzione il pi degli ordinamenti che regolano le varie materie nella
Chiesa e particolarmente i pi recenti, come il Sillabo,
g gran parte del sistema politico e religioso praticalo
negli ultimi anni. Quando quella si fosse venuta a risol-

vere
sti

in

senso affermativo, non solo ne sarebbero rima-

solennemente convalidati

sato,

tutti gli argomenti del pasanche assai intralciata per l'avvenire la via

ma

ad ogni possibile modificazione per mezzo dell'azione


complessiva dell'Episcopato, che pure l'espressione pi
disciplinata e pi legittima dell'opinione cattolica. Se-

condo
si

giudizii ord inani, da

quanto appariva allora

sarebbe dovuto dedurre che

per ci che riguarda

come

dogma

il

tal

assoluto, potesse tenersi

vinta dalla minoranza, poich

l'infallibilit

non disconoscevano

di dichiarare

fautori stessi del-

la difficolt e

il

pericolo

malgrado e contro di una opche ragguagliava certo un quarto

un dogma

posizione intelligente,

questione, almeno

Assemblea. Infraltanto l'indirizzo, del quale


pi sopra abbiamo parlato, aveva gi ottenuto questo

dell' intiera

effetto che, se

delle
lato

il

Concilio, o per esso

la

Commissione

proposte, avesse solamente accettato

per

l'infallibilit,

e se

il

postu-

era vero che esso racco-

100

IL CONCILIO

VATICANO.

glieva quattrocento firme, questo era pure un risultalo,


di cui gl'Infallibilisti in mancanza di
meglio avrebbero

potuto contentarsi. Questa fu anzi l'opinione che per

un momento sembr piuttosto accreditarsi nel pubblico


come mezzo di transazione; che il Papa, cio, avesse
accettato questo indirizzo come un omaggio, e non lasciando proporre la questione avesse
imposto silenzio

sopra

soggetto. Siccome certamente nessun vescovo

tal

farebbe un postulato per proporre una sentenza contraria di fallibilit, in


quel caso ne sarebbe

che per

posteri,

occuperanno

quali inconsci

questa vertenza, sarebbe rimasto incon-

di

trastabile che la

gran maggioranza del Concilio Valicano

l'infallibilit

opinava per

avvenuto

dei particolari si

Papa per un riguardo

personale del Papa; ma che il


ad intendersi non aveva

facile

accettato l'espressione di cotal sentimento, che per sa-

rebbe sempre rimasto presso la Curia Romana come


buono a tenersi , e quel che in essa chiamasi proxime
fidei.

deva
del

Se a quell'ora,
dagli opponenti

dogma

della quale
alla

dell' infallibilit

scriviamo, non

cre-

personale, tuttavia contro

quella seconda ipolesi gi fin d'allora


essi

si

riuscita semplice ed intiera

non v'era pi per

veruno schermo.
3.

Il

pi singolare di questa vertenza che, se s'in-

terrogava l'opinione pubblica dei Cattolici, perfino di


coloro che

si

erano nelle ultime vicende addimostrali


causa papale, non

poteva non

ri-

scontrare almeno una grande irresolutezza, se non

ri-

pi zelanti per

pugnanza,

alla

la

si

dichiarazione dogmatica dell'infallibilit

personale, e persino nel Clero stesso fino ad un certo


grado della gerarchia. Se si entrava invece nell'aula con-

101

LO SCHEMA DE ECCLESIA.
ciliare, fra

propugnatori, coloro che vi aderiscono ed

anche quelli chela subiscono,


la

l'infallibilit

aveva per so

gran maggioranza. Questo fenomeno non pu

spie-

garsi che per l'odierna costituzione dell'Episcopato,


quale, per le condizioni che
le

le

governano

il

sue elezioni e

sue nomine, viene ad essere naturalmente pi

incli-

d'onde esso trae origine che alle popoin


cui
esercita
la sua autorit; e quindi risente
lazioni,
assai pi l'influenza delle idee dominanti nella Curia che
nato

alle fonti,

quella dell'opinione pubblica dei loro greggi. Questa era

pure la causa potissima, perch, mentre l'esistenza di


una certa opposizione nel seno stesso del Cattolicesimo,

non

solo per mantenersi contro le invasioni del cos detto

ma anche per giungere a conquistare


riforme
le
volute dalla necessit dei tempi, era un fatto
innegabile, e che si doveva ancora riconoscere che que-

partito cattolico,

aveva

sta opposizione per la lotta stessa, cui


si

ma

fortificava lentamente, se si vuole,

sempre un

contro

il

guadagnando

poteva fare alo


v'essa
andrebbe
ad apfine,
spirito che l'era contrario e

po' di terreno;

cuna congettura sopra il


prodare, essendoch lo

pur non

quale andava a infrangersi

minava quasi senza contrasto

in

si

la

una

sua

progressiva di molti secoli,


intero,

un sistema

l'esercizio

attivila,

do-

istituzione antica,

disciplinata, che, tale quale , ha per s la

odi educazione

a sostenere,

formazione

di legislazione

dell'autorit con

grandissime facolt e mezzi per usarla, e, che pi importa, la lunga abitudine della politica^ecclesiaslica e
ia

dispensa di tutti

quella del

gli

onori e

le

dignit della gerarchia.

due congregazioni si sono gi tenute dopo


21, cio il 24 e il 25. Erano slate in tulle,

4. Altre

"102

IL CONCILIO VATICANO.

comprese
dacch

cembre

il

due sessioni pubbliche, quindici riunioni,


Concilio fu aperto, cio nei due mesi di dile

e di gennaio, e nulla fino allora

Da

a conclusione.

era portato

poteva anche
speranza della corta

questi preliminari

giudicare che andrebbe

si

fallita la

si

E poich l'andamento delle cose si


era manifestato diverso da quel che si credeva, il
par-

durata del Concilio.

veniva ad avere in questo interessi copoich, se questa con ragione

tito cattolico

muni con

V opposizione

desiderava che

si

andasse per

le

lunghe per evitare

di

essere subito vinta dal numero; cos ogni qualvolta


resistenza si faceva pi viva , nasceva in quello il

la

desiderio

temporeggiare, ed

prorogare un' Assemblea che


cile,

si

in alcun caso

anche di

mostrava cos poco do-

e che poteva appunto per ci minacciare qualche

ruina all'edificio con tanta cura messo insieme negli


ultimi venti anni.

Le parole che il Constitutionnel prestava all'Oliinuovo


ministro francese, che cio, finch durava
vier,
5.

il

Concilio, non dovesse trattarsi

coli' Italia

del corpo di occupazione francese,

ad afforzare
tito

le altre

cattolico

meno

per

il

ritiro

non valevano poco

considerazioni e a rendere

ripugnante

alla

il
pardurata
di
lunga

quello. Intanto nella votazione del giorno 19 per la no-

mina

della

finalmente

Commissione sopra
si

elesse, dal

gli

numero

affari orientali, che


delle

schede

si

pot

riscontrare quello dei vescovi essere dalle prime votazioni diminuito di 70.

in quel giorno

avevano

Non

tutti quelli

lasciato

che mancavano

Roma ma
,

certo

la

mag-

gior parte. Quattro erano morti; di alcuni si diceva che


si fossero allontanati per malcontento nascosto sotto

LO SCHEMA DE ECCLESIA.
varii pretesli, e con questo

103

avevano reso un cattivo

servizio alla propria causa. Dei Francesi alcuni erano


tornati alle loro diocesi a cagione delle turbolenze politiche.

numero

degli assenti

si

questo saggio nell'avvicinarsi dell'estate

doveva crescere

cominciava da alcuni

il

assai pi, e quindi

dimandare, se non

do-

si

vrebbe ricorrere ad una proroga. Concessa questa, tutto


tornava nell'incertezza dell'avvenire. Durante quella
potevano seguire mutamenti.

vescovi ritornando fra

le

loro popolazioni sfuggivano all'atmosfera autoritaria

di

Roma,

ed avevano agio di consultare meglio

il

sen-

timento delle proprie popolazioni; l'opinione pubblica


una volta risvegliata avrebbe fatto l'opera sua ed eser-

una certa influenza sopra di loro; e


che si era proposto non sarebbe rimasto
citata

che

la

movevano,

la

si

politica vi

va in fondo

ebbe

si

assicu-

sommario compimento

il

che

cause che

sua parte; e

la

Cattolicesimo restava di guadagnato

pido e

alle

quel

quel caso

conservazione dell'occupazione francese,

non era poco, stantech, se


lo

in

Concilio aperto. Al partito cattolico

il

rava

di tutto

il

al

sottrarsi al ra-

del laconico

programma

della Civilt Cattolica, e di


pi il beneficio del tempo,
che sempre il miglior rimedio e l' ottimo
consigliere.
6.

e si

cio

Questa opinione aveva cominciato ad


allargarsi,

confondeva con un desiderio


viepi crescente, che
il

Concilio durasse a lungo:

deravano apertamente,
gl'Infallibilisli

la

gli opponenti lo desiCuria se ne contentava, solo

pi risoluti non se ne acquetavano. La


non accennava neppur essa a breve

loro tattica per

durata. Nel Concilio eglino serbavano avanti


all'opposizione

un contegno passivo, pochi

o niuno

di loro

104

avevano

IL CONCILIO

VATICANO.

non dissimulavano

parlato, e

la

speranza che,

lasciando sfogarsi lo spirito d'opposizione nelle prime

materie di diritto comune,

furia francese si calmerebbe, ed allora vincerebbero pi facilmente ed in tempo

pi breve che non

per avevano

fatto

si
i

sarebbe da prima creduto. Essi


conti senza la flemma tedesca!

Avrebbero anche dovuto


e soprattutto
si

con

la

combatteva che

ferenza di

la

farli

la

tenacit italiana,

conoscenza intima del terreno dove

gl'Italiani

tutti gli

con

altri.

hanno per tradizioni

Ma per questo sarebbe

mestieri che gl'Italiani avessero ben chiara


dell'azione che, sia per ci che riguarda

per ogni altra questione che

si

il

stato

coscienza

Papato, sia

agita nel Cattolicesimo,

possono pi particolarmente esercitare, e


responsabilit, della quale in ogni

mander loro ragione.

la

a pre-

modo

della
la

grande

storia di-

105

FEBBRAIO.

i.

Quel che avvenne prima dello schema De ecclesia.

Erano gi tre mesi che si radunava il Concilio


e non aveva ancora potuto condurre ad alcuno effetto. Interrogato uno dei Padri, quando il Con1.

Ecumenico

cilio

avrebbe

fine,

dimandando

rispose

egli

avrebbe principio. Questo dialogo ritrae appunto

quando
lo stato

cose, quale appariva nello scorso mese, quale


durava tuttavia, e quale sembrava dover ancora du-

delle

rare per qualche tempo. Lo schema De episcopis era andato a raggiungere nelle Commissioni sopra gli emen-

damenti quello De

fide,

De moribus clericorum

quello

l'aveva seguito d'appresso: e lo stesso era avvenuto di

quello

De

catechismo.

di soggetti,

quali

finora

non

si

era trattato che

non toccavano almeno

diretta-

mente alcuna questione viva e di quelle che dividevano sostanzialmente le opinioni nel Concilio. Ben
altrimenti grave sarebbe
in

la

discussione lo schema

resistenza,

De

quando venisse

ecclesia, gi distribuito

Congregazione del 21 gennaio, che conteneva in


s tutte le questioni pi ardue, quelle che appassionella

nano pi

gli

animi

meno importano

nella Chiesa e

che inoltre pi o

a tutte le societ, secondo che

il

nu-

406

IL CONCILIO

mero

VATICANO.

sentimento dei Cattolici vi esercita una mag-

il

giore o minore azione.


2.

Canoni dello schema De ecclesia per una inquale ne conviene saperle grado,

discrezione, della

vennero riportati

Gazzetta d'Augusta, ed anche

dalla

pi distesamente con tutta

ma

apparvero

la

parte dottrinale dello sche-

Gazzetta del Sud

nella

dell'

Alemagna

(Suddeutsche Presse). Nella parte che tratta De romano


pontifice, vi si conteneva il codice, bench compendiato,
pi compiuto della pi illimitata potest e indirettamente
vi si sanzionava il dominio temporale dei
Papi. Nella
parte dottrinale vi erano tutte

le

come

qualificazioni

doctorem etjudicem supremum, etc, che costantemente


adoperate nel linguaggio
da lunga mano preparato

ufficiale
la

verso

via alla sua

il

Papa hanno

suprema

infal-

libilit.

3.

Siccome per

fallibilit

la

personale del

dichiarazione esplicita dell'in-

Papa non vi era n poteva esvenendo lo schema di

servi,, altrimenti contemplalo

sua parte, era slato

fin

dallo scorso

mese formulato

l'indirizzo dei vescovi infallibilisli per farne al Concilio

formale richiesta. Ed

infatti

questa fu disposta in

tempo

e maniera da seguire da vicino la distribuzione dello

schema De
alla

ecclesia per compierlo, ed stata indirizzala

Commissione

da aggiungersi
affinch

il

sui postulati

alle

come un emendamento

proposizioni dello schema stesso,

come quel

foglio si esprime, aperdubitandi locum excludentibus verbis

Concilio,

omnemque
snpremam ideoque ab errore immnnemesse
romani Pontificis auctoritalem quum in rebus fidei et
tis

sancire velit

morum

ea statuii ac prcecipit quce ab omnibus Christi

107

PRIMA DELLO SCHEMA DE ECCLESIA.


fidelibus

credenda

damnanda

sunt.

et

tenenda,

quceque reijcienda et

cos venuta finalmente in luce tutta

insieme riunita in uno schema da dover essere mutalo


in

un decreto

agitata la

la dottrina, o le dottrine,

societ cattolica

le

per

ultimi

negli

quali

si

anni, cio

T esaltazione dell'autorit papale, i principii che costituiscono il Sillabo e, sebbene molto pi indirettamente ed in modo meno assoluto e determinato

due prime, anche

delle

nel
il

tempo

il

dominio temporale; l'una


danno

slesso causa ed effetto dell' altre. Esse

carattere e

costituiscono

il

lato

pratico

il

pi

sensibile dell' azione del Concilio Vaticano sopra la societ civile.


4.

Come

Padri tutte
il

le

sarebbero ricevute

le altre

dall'

prognosticare conoscendo,

come

gi

opinioni e le proporzioni di queste

stessa

Quanto

tuttavia

non potevano

all'infallibilit

conoscevano,

neh' Assemblea

che congetture.
al-

varii indirizzi, dei quali ab-

nello scorso

lore di coloro che

farsi

si

invece, erano gi noti fino

l'ultimo particolare per

biamo narrato

Assemblea dei

proposizioni, non era certo diffcile

mese,

il

numero

ed

il

va-

opponevano a viso aperto.


Per allora gli opponenti, non trattandosi di fare una
proposta positiva, ma solamente di emettere una opivi

si

nione negativa in risposta al postulato positivo dei


loro avversarli, e volendo nel tempo slesso emettere
loro opinione prima della discussione , non avevano
avuto altro mezzo che indirizzarsi al Papa stesso come

la

quegli che

doveva dare

la

sua approvazione ad ogni

postulato, bench accettalo dalla Commissione, accioc-

ch potesse prodursi in Concilio; e cos essi avevano

108

IL CONCILIO

VATICANO.

appena che ebbero sentore dell' indirizzo degl'Infallibilisli, adducendo per ragione d' indurre il Papa ad
acconsentire alla loro richiesta, ed a negare al postufatto,

lato la

sua approvazione,

diversit delle opinioni in

la

questa materia, e pregandolo invece


propria autorit per

Per poco che

si sia

tutti

Commissione

era slato

postulali, alla quale

infallibilit.

della

silenzio

il

Papa mand

Il

indirizzi fatti in questo senso alla

valersi

imporre degnamente

sopra cos pericolosa vertenza.

dei

di

gli

stessa

diretto quello per

inteso

organamento
comprender come questo equivalesse

del Concilio, si

1'

ad un rifiuto puro e semplice, poich, oltre che gli


indirizzi erano diretti al Papa e non alla Commissione,

non

si

poteva dirigere a questa una dimanda negativa,

una dimanda per non proporre. L' accettare o non accettare una proposta, una volta che le venisse falla,
apparteneva

suo libero giudizio

al

se essa avesse ac-

cettalo anche le osservazioni in contrario,

insensibilmente di fatto trasportala


nerale dal soggetto

alla

la

sarebbe

si

discussione ge-

convenienza del medesimo, e

dall'Assemblea generale alla Commissione parziale su


rovescialo l'ordine delle
i
postulali; lo che avrebbe
trattazioni conciliari e spostalo e pregiudicato la questione.
stito di

Checch

forma

sottoscrittori,

questo rifiuto, sebbene ve-

sia di ci,

legale e cerimoniosa
i

quali credevano,

di centotrentaselte vescovi,

siri

uomini

delle pi

annoverando

della Chiesa

non piacque

essendo

numero

in

un terzo
fra

delle pop-

loro

contemporanea, ed

cospicue Chiese

ai

quanti sembra che fossero,

e rappresentando da se soli circa


lazioni cattoliche, e

d'

Europa

e d'

pi
i

illu*

pastori

America,

di

109

PRIMA DELLO SCHEMA DE ECCLESIA.

aver

diritto

che l'espressione rispettosa dei loro voti

ricevesse una migliore accoglienza.

Nondimeno per quel grande

5.

Romana che

il

che domina generalmente


vicini

come

una vera
zione

si

lutti

suoi dipendenti,

pi lontani, e in molti, se

carit di Chiesa,

il

Curia

alleato della

scandalo, sentimento

timore dello

si

pi

vuole, per

malcontento dell'opposisi manifest ap-

contenne fuori dell'aula e

a quando con lieve scoppio, come


avvenne per le lettere del vescovo d' Orlans che furono riportate dai giornali, le quali attestano del suo

pena e a quando

malcontento, e nonostante la loro vivacit non furono negate dal loro autore. Nella sua risposta all' ar-

civescovo

matur che

di

Malines

gli

tenne

nella quale si tratta del

Tempri-

rifiutato dalla censura per farne egli

stesso la pubblicazione,

il

vescovo d'Orlans chiama

questo stesso in testimonio del regime, a cui in Roma


vanno sottoposti i vescovi: e quando scrive al suo capitolo
alle

d'Orlans

sembra

dolersi

delle

persecuzioni,

quali vien fatto segno egli che aveva dato tante e

luminose prove della sua devozione


ed alla Sede Apostolica.

cos

alla

Chiesa

6. Dentro il Concilio per questo malcontento si


dimostrava apertamente con la continua e sistematica
opposizione che non era pi una semplice divergenza
d'opinioni, ma era divenuta un concetto, un disegno

che solo rispondeva alla condizione, in cui nel Concilio


erano slati messi gli opponenti. Essendo in grande mi-

noranza sotto

la

pressione di un Regolamento che sot-

toponeva definitivamente ogni cosa all'azione dei


gati e del Papa,

non restava

a costoro

Le-

che temporeg-

110
giare
essi

CONCILIO VATICANO.

IL

sola via che

avevan presa

il

Regolamento lasciava loro, e che


occupavano con lunghe e spesso

eloquenti orazioni, nelle quali avevano innegabile vantaggio

sopra

gli

avversarli, perch accoglievano fra

uomini per dottrina ed eloquenza

loro

bili degli altri, fra

cuni,

come

vita

mira

stata talvolta lodata dai loro avversarli stessi la

Tenustas. Essi attendevano

l'avvenire,

varrebbe loro

tattica

beneficio del

il

dell'opinione,

risvegliarsi

Questa

di

meritare

di Fabio, cio che cunctando restiluant


7.

tre

il

l'incognito!
le

parole dette

rem?

Questo ci che dava una significazione a


di lavoro
improduttivo e di vana aspetta-

sue vicende
si

tempo,

mesi

tiva. Non che altrimenti


Ognun conosce la durata

al-

Ungheresi, gi avvezzi per le Diete naparlamentare. Di queste orazioni

gli

zionali alla

assai pi nota-

cui molti pratici degli affari, ed

il

fosse da farne
del

Concilio

le

di

meraviglie.
Basilea e

le

Concilio di Trento ha durato 18 anni:

comprenderebbe anche che lunghi mesi ed anni

fossero necessarii allo svolgimento di cos gravi materie,

come son

quelle che

si

presentavano

al

Concilio

Vaticano in circostanze tanto mutate dopo tre secoli

che non

si

erano pi discusse. Ma proprio quel che


si voleva
si pretendeva da costoro che

da molti non

cos importante e complicata bisogna,

o anche

la

per metterla d'accordo con


i

come

la

riforma

semplice revisione della legislazione cattolica

nuovi bisogni

della

le

societ

nello spazio di

tempo che

bilancio; ossia

si

si

nuove condizioni

con

si

moderna,
compiesse
consuma nel votare un

voleva che questo Concilio fosse una


il solenne compimento di un

grandiosa cerimonia per

IH

PRIMA DELLO SCHEMA DE ECCLESIA.


prestabilito, e nuli' altro. Perci

programma
gli

prendere

gli

andamenti

gi un segno notabile
nersi conto,

quando

Com'

8.

piacque

alla

una vera discussione era

e del quale

non poteva non

te-

se ne conosceva la ragione.

facile

intendere, questa stratega non

maggioranza,

tare lo sciupo del

di

veder-

il

la

tempo, e

quale cominci
le

lamen-

lunghissime orazioni

che occupavano talvolta congregazioni

intiere, parlando
molti sopra lo stesso soggetto, e ripetendo sovente gli
stessi argomenti. Ed invero, se non fosse per le ra-

gioni sopra dette,

tali

non sarebbero

lamenti

indegni di considerazione, essendoch, se in

Assemblee da rimpiangersi

il

tempo che

affatto

tutte le

si

spreca

anche pi a cagione
del danno che ne risentivano quelli che la componevano
in parole oziose, in questa lo era

per trovarsi lungi dalle sedi e dall'ufficio loro. Quest'

Assemblea ha pure una condizione svantaggiosa sotto


e che influisce

cotale aspetto in confronto delle altre,

gi da per se sulla durata dei suoi dibattimenti

ed

che non essendo in essa riconosciuti apertamente partiti di sorte, non v'ha opinione collettiva, e
per ogni
oratore non rappresenta che la propria: avviene quindi
che sopra

lo stesso

per parlare un
stante

tali

erano

le sole

dere s

indefinito d'oratori.

considerazioni, quando

valessero

soggetto e nello slesso senso s'iscriva

numero

si riflette

Ma nonoche queste

armi concesse

all' opposizione
per difenche
nel
Cattolicesimo preper impedire
le cupe reminiscenze del Medio Evo che

cos tenacemente vi aderivano, si diveniva indulgente


e

si

poteva perfino saper loro francamente grado di

siffatto

abuso. Tale per non

essendo

il

parere della

112

IL

CONCILIO VATICANO.

e neppure

maggioranza

da questo lato,

dei Legati

incominciarono

qualche mezzo per porre un riparo

questi a cercare

quale non era stato provveduto.


Nel Parlamento inglese per ovviare a questo
inconveniente non si leggono i discorsi, ma solo si real

9.

citano a

mero
si

le

memoria,

lo

che limita

ed

nu-

il

pens d'imitare quello, proibendo che si leggessero


orazioni e stabilendo che non si potessero recitare

altrimenti che a

memoria, deponendone pure

noscritti, qualora se
della Presidenza,

pi ampia

ne avesse

perch

un

il

certo

numero

una riforma

al

di

ma-

desiderio, sul banco

Legati potessero prenderne

anco che questo pro-

cognizione. Si disse

mezzo

getto fosse formulato per

da

le facolt

Per porvi un rimedio nel Concilio

degli oratori.

vescovi

di

un postulato fatto
per dimandare

italiani

in senso

Regolamento

restrittivo;

qual postulato sarebbe stato nel tempo stesso una


sposta da parte

il

ri-

degl' Infallibilisti ai primi indirizzi dei

vescovi opponenti tedeschi e francesi, che avevano


invece domandato una riforma al Regolamento in senso
pi liberale e pi largo. Poco prima di questo un
tro indirizzo in favore

vescovi

fatto da

italiani,

dell'infallibilit era
i

pi

appartenenti

al-

slato

pur

alle

Pro-

vincie meridionali, con citazioni di colore locale tratte

da San

Tommaso d'Aquino

da

Sant'Alfonso de'Li-

guori. Tulloci non avrebbe conferito a dare un carattere liberale ai

sentimenti che dominavano negli

atti

dell'episcopato italiano:

lato

non

come un

si

parl pi oltre, e

ma

di quel

primo postusembra che rimanesse

progetto che non ebbe altrimenti esecuzione.

10. In

ogni

modo

se

la richiesta

per modificare

PRIMA DELLO SCHEMA DE ECCLESIA.

113

Regolamento in ci che concerneva air ordine delle


discussioni, non ebbe quella forma e quei promo-

il

una proposta

tori, vi fu peraltro

Un

questo scopo.
vescovi

dell'

istantemente a

fatta

tentativo spavent

tal

opposizione, che

nacciati nei loro ultimi

si

grandemente i
videro per quello mi-

trinceramenti: e gravemente

inquieti alcuni dei pi autorevoli

di loro posero in
opera mezzi pi concreti e positivi che non fossero

Sembra che

quelli usati fino allora per istornarlo.

fosse

da costoro provocata ufficiosamente


laicale da tal

protesta

luogo dove

si

qualche protesta
poteva, e donde, se una

non era sempre udita, aveva almeno il


mandare a vuoto questo

ritto di esserlo, a fine di

didi-

segno che, qualora riuscisse, priverebbe l'opposizione


gran parte dei suoi mezzi e

della pi

lasciandole la

lit di riuscita,

offrire

il

di

ogni probabi-

magra consolazione

dinali Legati per la loro particolare istruzione.

precauzioni sospesero in fatto

che vi

si

di

frutto delle sue meditazioni in lettura ai car-

la

cosa

rinunziasse. La Gazzetta a"

un telegramma

di

Roma,

progetto simile, con

Queste

senza peraltro

Augusta pubblic
annunziava un

nel quale si

la differenza

che

manoscritti do-

vessero invece consegnarsi alle respettive Commissioni


secondo la materia, della quale trattavano. Questo era

un provvedimento meno
gnarli alla
la

radicale che quello di conse-

Presidenza; pure toglieva nello stesso

pubblicit

ogni sindacato

quei

alla

documenti

modo

per conseguenza

parte pi elaborata e pi impor-

tante della discussione,


quella che si fa nelle orazioni,

pi meditate e pi compiute che non siano


sioni

propriamente dette che si fanno a

le

discus-

voce. Questo
8

114

IL CONCILIO VATICANO.

progetto non sarebbe stato molto diverso dall' altro nel


concetto di sciogliere le questioni col silenzio in man-

canza dell' unanimit. L/ Unit Cattolica, diario generalmente bene informato in queste materie, non respinse del tutto cotale ipotesi, e lasci anzi credere

che vi fosse stata qualche cosa di reale. Eppure non si


os mandarlo ad effetto, ma nel tempo [stesso non vi

ha dubbio che

si

cercava indefessamente alcuna via

per portare un limite

Pi volte se

discussione.

alla

n' ragionato nelle congregazioni

che

si

radunavano

Domeniche per l' esame dei "postulati fin dai


mesi passati , e sembra pure che se ne fosse tenuta
una straordinaria a bella posta. Un ultimo progetto,
tutte le

nel quale pareva che

sarebbe convenuto come pi

si

conciliante, avrebbe inibito

agli oratori di leggere

le

orazioni, invitandoli invece a consegnarle scritte alle

Commissioni, come

immaginato nel secondo

era

si

progetto che abbiamo accennato,

con

differenza

la

per che queste sarebbero state incaricate

compendii
Padri.

e distribuirli

Dopo

quindi

ci si praticherebbe

e quindi la votazione.

in
la

di

farne

istampa a tutti

discussione orale,

sarebbe apposta, a quanto


sembra, a questo nuovo sistema anche la condizione

che

le

Si

osservazioni e le obiezioni prodotte dai Padri

non potessero essere semplicemente negative, ma dovessero portare con s


dell'

opponente sopra

il

opinione propria affermativa


soggetto in questione. Anche

l'

questa soluzione non venne ancora in luce

varne una rimase tuttavia


torno

al

il

il

ma

il

pensiero dominante,

quale stavano rivolle tutte

che prevaleva e reggeva

Concilio.

le

mire

troin-

della parte

PRIMA DELLO SCHEMA DE ECCLESIA.

115

11. Intanto per conveniva cercare qualche rime-

dio

vera causa delle

alla

difficolt, e

alla

sorgente

modo romBisognava
pere questa falange che si era formata, e dividere
iml'opposizione che, sebbene in grande minoranza,
in alcun

delle diffidenze.

prima

pacciava l'andamento del Concilio, e cercar di tirarne

almeno una parte alle idee della maggioranza. Incominci a tale effetto a circolare una nuova specie di
postulato

da

servire

primo, d'appendice
sotto

il

titolo

come

a quel

De romano

il
primo, o in luogo del
che detto nello schema

Ponti/ice. Questo

tentativo

aveva per iscopo di raccogliere le firme dei dissidenti


meno risoluti, sotto una formola d' infallibilit pi moderata di quella che aveva incontrata tanta resistenza.

nuovo progetto conteneva

punti principali: 1

tre

Il

la

condanna, ma senza la sanzione di anatema, della temerit di coloro che appellano dalle sentenze del Papa
al futuro Concilio; 2 la condanna della sentenza di
coloro che tengono doversi ai giudizii del Papa solo
ossequio esterno e non reale; 3 la condanna di coloro

che dicono fra l'Episcopato ed il Papa potersi dare vera


divisione, tale da dover giudicare chi sia maggiore
fra di loro, stanlech questo caso

e perci

progetto era seguito


la

sua

non possa avverarsi,

non debba considerarsi

utilit, e

nella Chiesa.

Questo

commento sopra
come pi conveniente

da un lungo

veniva indicato

della dichiarazione dell' infallibilit

pura e semplice, la
cavilli di
a
materia
interminabili
darebbe
quale
sempre
il
ad
avverarsi
le
condizioni
necessarie
teologi, sopra
caso ex cathedra che secondo
il

solo, in cui

suoi stessi propugnatori

debba tenersi come di fede. Si osser-

116

IL CONCILIO VATICANO.

vava pare

in quella esposizione

soluzione

di sciogliere molte questioni

la fatica

risparmierebbe

come questa

per chi voglia conciliarle con


T infallibilit personale. Da ultimo questa formola venne
assai raccomandata come quella che aveva tutte le constoriche assai

difficili,

dizioni volute per raccogliere

unanimit, senza

unanimit o

la

tivo di conciliazione, forse

quale

le

quasi

quale sarebbe imprudente affron-

la

una grave decisione. Questo era un vero

tare

al

l'

il

tenta-

solo possibile nello stato,

cose erano condotte. In poche parole que-

progetto cos formulato tendeva a unire fino ad

sto

un certo punto Y

infallibilit del

Chiesa: era

lit della

la

Papa con

l*

infallibi-

restituzione dell'antica

opi-

nione teologica romana pi moderata e pi misteriosa


della nuova, prodottasi nell'entusiasmo e nel terrore

come

del partito cattolico, assoluta e recisa

mento che l'aveva


12.

Come

il

senti-

un

terzo

prodotta.

avviene per

lo pi, l'idea di

partito non piacque n agli uni ne agli altri: gli opponenti non videro in essa che un mezzo per dividerli, g' Infallibilisti puri

lenendosi

sfatti

fosse accettata.
fra coloro

non

la

quilli

mai
liti

le

come
Il

progetto trov bens

che in tutte

scopo

le

lieta

accoglienza

Assemblee non cercano se

conciliazione e la pace;

non sono mai

ma

questi spiriti tran-

pi autorevoli e non decidono

questioni; all'incontro avendo fatto pochi prose-

nella parte vitale

mase

non ne furono meglio soddi-

battuti, qualora quella transazione

al
la

13.

ed attiva dell'opposizione,

quale era stato indirizzato, e


stessa

come per

Mentre che

fall allo

la difficolt ri-

lo passato.

nei recessi impenetrabili della

PRIMA DELLO SCHEMA DE ECCLESIA.


politica ecclesiastica si

di vincere o

di

continuo

di

pensava

evitare

117
al

modo

l'ostacolo, che tratteneva

il

suo desiderato svolgimento, l'Assemblea aveva gi


durato un tempo abbastanza lungo, cosicch non so-

lamente vi

si

fossero costituiti

anche germogliato

sero

g'

partiti,

intrighi

ma

vi aves-

perci quelli

prestavano a vicenda ogni sorte di progetti e ne


formavano; quindi circolavano sempre nuove voci,
si

delle quali era difficile riconoscere l'origine e

rare

il

appu-

valore. Si parl fra gli altri con insistenza per

qualche tempo di una proposta di accomodamento che


sarebbe stata fatta da uno dei personaggi pi illustri,
se non pi influenti, del Concilio, fondala sopra l'accettazione dalle due parti della formola del Concilio di

Firenze con qualche leggera modificazione. Per la persona che veniva messa avanti come autrice della prosarebbe stata quasi un'abdicazione, essendo essa attribuita a uno dei capi dell'opposizione,
e perci questo racconto, sia che fosse vero, sia che
posta, questa

fosse fatto

stava

un

circolare

come un'arte

di partito, acqui-

particolare valore. Gl'Infallibilisli pi violenti

dicevano invece che

si

doveva per

essi tener

fermo

senza pensare ad accomodamento, e che in ultimo


si sarebbe usata l'autorit ad oltranza, e si sarebbe
definito

il

dogma con

la

sola

maggioranza numerica

senza tener conto della minoranza,

la

che sarebbe assai diminuita a fronte

quale opinavano
di

un procedere

risoluto e fermo, ed avrebbe finito con inchinarsi tutta


alla

riverenza delle

Somme

14. Tutti questi


scenti che ad ogni

Chiavi.

rumori

modo

si

e quelli

ognor pi cre-

sarebbe definitivamente

118

IL

posto un freno

talmente

alla libert delle discussioni,

accrebbero

apprensioni degli opponenti, che questi

le

e in ispecie

CONCILIO VATICANO.

Francesi tornarono ad aver ricorso

diplomazia,

alla

quale torn anch'essa ad uscire per

la

poco da quella supina neutralit che si era proposta


come linea di condotta da seguirsi in tutto quel che
il

riguarda

Concilio. Istruzioni ufficiose

da alcuni dei Governi


per afforzare

vescovi

cattolici ai

venivano date

loro ambasciadori

antinfallibilisti

con

loro auto-

la

ed aiutarli di qualche argomento, che fosse valido


a calmare l' entusiasmo degli avversarii.
rit

45.

La terza cosa,

oltre

il

e la pro-

Regolamento

posta dell'infallibilit, che insieme con queste agitava


gli

opponenti, era

il

sapere quel che avverrebbe degli

schemi rinviati, essendoch da ci solo essi potrebbero


misurare il valore pratico della loro resistenza. gi
noto che nelle Commissioni quelli venivano dati ad

emendare o
lati,

alle stesse

persone che

li

avevano compi-

o ad altre che professavano le stesse opinioni.

quando fossero per questo


avverrebbe?
tati si

Il

Regolamento diceva che sarebbero vo-

nihil obstiterit. Si credeva universalmente che

non dovessero essere

di

sione almeno per parti,

nuovo

ma

sottoposti

bens votati

secondo

a discus-

tutt'

per schemi, intendendosi che fossero gi


dati

Ma

mezzo emendati, che ne

insieme

stati

emen-

opinioni emesse dal Concilio, e che

le

perci non rimanesse da fare se non la votazione


definitiva. In questo caso si adoprerebb' egli per cambiarli in

decreto

solamente

ranza? Se ci era vero,


fitti

sopra tutta

la linea.

gli

il

criterio

della

maggio-

opponenti sarebbero scon-

Ma per

dogmi, come per

le

119

PRIMA DELLO SCHEMA DE ECCLESIA.

importanza disciplinare, questo criterio


sufficiente? scevro d'ogni pericolo? Se non

materie di
egli

alta

si adoprerebadoprava questo, quale altro criterio


le dispoconsiderando
la
Ecco
be?
quale,
l'incognita,
si

dominante

sizioni del partito

in Vaticano,

dava poca

modo

per essi
soddisfacente. La prossima Sessione doveva mettere
in chiaro quel che fosse da attendersi sopra questo
agli oppositori di risolversi in

fiducia

soggetto.
16.

come

Intanto,

animi sono

suole avvenire,

quando

ogni fatto parziale che in

eccitati,

gli

altri

tempi sarebbe passato inosservato, in questo diventava


gigante; soprattutto in tali momenti che
Poca

Una

favilla

gran fiamma seconda.

idee fisse che la Propaganda, nel suo zelo

delle

per l'unit che oggid agita ogni ordinamento, e perci

anche

la

Chiesa, ha proseguita in questi

con indefessa cura, stata


tali,

non tanto per

stato impossibile

concerne

il

diritti e

che risguardano

1*

la liturgia,

tentarlo,

da lungo tempo per

cupare
il

tal

Il

il

privilegi; e particolarmente quelli

gelosi, ed

cui gli

altri speciali soggetti

Roma

poteva confidare

suoi progetti in due dei Patriar-

latino e l'armeno, che gli

erano ambedue

primo, monsignor Yalerga, avanti

di oc-

dignit era un semplice ecclesiastico romano:

secondo, monsignor Hassoun, a

come

quale sarebbe

quanto per tutto ci che

di giurisdizione e di disciplina.

affatto ligi.

la

per

le elezioni alle sedi vescovili, di

Orientali sono oltremodo

chi orientali,

ultimi anni

unificazione dei Riti orien-

se tal fosse.

Roma

cos devoto

La Propaganda per non aveva mai

IL CONCILIO VATICANO.

120
potuto tirare

suoi disegni

ai

il

vecchio Patriarca

deo, sempre rimasto fermo


Chiese orientali; e dietro a

cal-

sostenitore dei privilegi

delle

lui

stava una gran

parte, e assai autorevole, del clero secolare e regolare


d'Oriente. Il Papa non pot soffrire a lungo tal resi-

stenza, ed

cospetto del Valerga, solo testimone e

al

che serviva d'interprete a questo abboccamento, pose


un giorno alle strette il vecchio Palriarca, inlimando-

suo

ufficio. Ri-

gli di

sottomettersi o di rinunziare

dotto

questi dal suo imperioso confratello a quel ter-

il

mine, volle piuttosto rinunziare che subire


del Papa.

la

volont

Questo episodio, che fu giudicato come segnale

nuovo scisma che da lunga mano sembrava prepararsi in Oriente, dest gran sensazione. Il sordo rumore
di

di alcuni processi retrospettivi

desimo tempo avanti


stessa

al

intentati

in

quel me-

Sant'Ufizio, per opera della

Propaganda, contro qualche vescovo di quelli


la sua immediata dipendenza, e che non

che sono sotto


si

mostravano

getti,

pi docili a secondarla nei suoi pro-

non pass neppur esso inosservato, e risvegli


temuto nome della Santa Inquisizione analogie

per il
e ricordanze non confortevoli. Avvenimenti di cotal

genere sono ordinarli nell'Amministrazione ecclesiastica,

saranno ripetuti

si

le mille

volte,

non hanno

generalmente grande importanza, e non se ne

run caso;

ma

in quel

momento

fa

ve-

e in quelle circostanze

acquistavano un valore tutto eccezionale.


17. Tutt' insieme, lo stato delle cose dimostravasi

sempre pi complicato, e non accennava ad alcuna conil non

clusione. G' Infallibilisti tenevano, quanto a s,

vincere

come una

disfatta

che

avrebbe gravi conse-

PRIMA DELLO SCHEMA. DE ECCLESIA.

121

erano

l'autorit papale: e gli opponenti si


con le loro popolazioni e con 1' opitanto
impegnati
nione pubblica da non poter retrocedere. In queste

guenze per

disposizioni e con questi


nelle congregazioni

il

umori

piccolo

si

veniva discutendo

schema De catechismo,

per il quale erano iscritti oratori in gran numero, e


che sollev anch' esso serii e gravi risentimenti. Si

meno che

niente

trattava

catechismi, ossia
popoli sono da
tare le

le

di

escludere tutti

forme diverse, con

le quali

tempo immemorabile avvezzi

prime parole

Catechismo comune,

di

gli altri
i

varii

a balbet-

religione, per sostituirvi

probabilmente

il

un

romano. Nel

calore della discussione vi fu qualche vescovo che

si

fece lecito di trovar da ridire in questo modello, che

avrebbe forse voluto prodursi come tipo di universalit. Rimproverare a Roma la forma del suo catechi-

smo

cosa, alla quale, per quanto avvezza ad ogni

vicenda di fortuna,
si

la citt

santa per eccellenza non

sarebbe mai aspettata.

IL

Lo schema De ecclesia.
\.

dello

cos andavasi

schema De

considerano

le

approssimando

ecclesia.

Quando

di

la

proposizioni, di cui danno

Gazzetta d'Augusta e quella del Sud

discussione

questo schema

si

notizia la

dell' Alemagna,

tutto ci che esso contiene a proposito del primato, sul

dominio temporale e sopra molte


o

meno

altre materie che pi

direttamente riguardano l'autorit papale, non

122
si

CONCILIO VATICANO.

IL

pu non

fare le pi gravi riflessioni.

ventun Canoni

d'Augusta hanno per iscopo,


ribadire credenze e tradizioni antiche, ed

riportati dalla Gazzetta

in parte di

in parte di sanzionare certe

forma pi assoluta,
chiamasi

Se

opinioni secondo

la

loro

e secondo la versione di quel che


il
pi puro Oltramontanismo.
che possa sembrar nuova , essa

di l dalle Alpi

y* alcuna cosa

forma precisa e direi quasi geometrica, nella quale


sono disposte e coordinate in un sistema, in cui, oltrech vengono sempre pi determinate le condanne che

la

come

colpiscono

dissidenti dalla Chiesa le pi colte e

rigogliose nazioni del


delle

gran parte

mondo,

vi

si

costumanze e

condanna pure una

delle istituzioni delle

popolazioni che tuttora vi si comprendono. Per la


prima parte, stato osservato da molti Cattolici, e
dei pi irreprensibili, che ognuna delle dissidenze

condannata nel suo tempo, quando venne in


discussione, e che perci l' irritare ed offendere grandi

stata gi

veruna speranza che

e rispettabili popolazioni senza

esse accettino

tali

giudizii, anche da lato della politica

ecclesiastica, se bene intesa, non poteva ottenere praticamente altro scopo che quello di dar loro un' idea

poco favorevole di una religione cos intollerante


cos aggressiva. Per la seconda parte, a qual fine studiarsi ed affrettarsi di cacciar fuori della Chiesa Go-

verni e popoli, quanti pi

pre pi

la

quali generalmente
Vedi

l'

pu, e restringere sem-

cerchia invece di allargarla

come sembra debba


suona il suo nome?
1

si

Appendice.

essere
Tali

la

sono

al

possibile,

sua missione, e come


le

die motivo

considerazioni, alle
la

pubblicazione

di

LO SCHEMA DE ECCLESIA.

123

questo documento; e in verit nel percorrerne


capitoli

non

a chi la

si

pu

meno

maggior parte

di

tutti

scopo fossero compilati. Per quel che riguarda

come

sidenti,

hanno

gi notato, essi

si

dimandare a se stesso,
essi fosse diretta, ed a che
di

gi subito le loro condanne, e

lungo tempo definito innanzi

il

dis-

altre volte

loro stato gi da

Chiesa.

alla

Quanto

ai

porranno questi Canoni in come ne trarranno una ragione di pi

liberi pensatori, essi

pagnia degli

altri

per fare senza

di

tutti.

mente e propriamente

Rimangono

detti.

Ma

Cattolici vera-

costoro generalmente

non peccano

di tolleranza, e tutti quei giudizii sono


implicitamente o esplicitamente contenuti ed entrati
nei sentimenti e nei costumi che ne compongono

r educazione religiosa, la quale se sembra abbisognare


di alcuna cosa, egli piuttosto di essere resa
pi

profonda che pi
2.

Il

primo canone, secondo quella pubblicazione,

Il

afferma

ristretta.

1'

identit e l'autonomia della Chiesa Cattolica.

secondo ne stabilisce l'immutabilit.

esteriore e sensibile.

incominciando

per

quinto afferma

la

Il

escludere le

dall'

pone

l'infallibilit della Chiesa.

rivelate, per

il

la

dissidenze.

di diritto

tolleranza d'ogni altra Confessione.

nono protrae

terzo, l'azione

Chiesa Cattolica essere

di salvezza eterna. Il sesto

Il

Il

quarto ritorna sull'autonomia,

sua

Il

L'ottavo,

infallibilit

qual canone

gnare
sottrae

limiti,

sopra

Il

unica via

divino

in-

settimo canonizza
la

anche

sua perfezione.
alle

verit

non

rivendica a favore della

Chiesa una direzione suprema, di cui


i

1'

l'intiera

invece nominatamente

societ.
la

difficile se-

Nei decimo

Chiesa allo Stato.

124
L'

IL CONCILIO VATICANO.

undecim

stabilisce

duodecimo canonizza

come

Finalmente,

gerarchia dei vescovi. Nel

la

la

sanzione e

le

pene temporali.
decimo-

corollario di tutto ci, nel

terzo canone ripete altamente anatema a chiunque dice


che alcuno possa essere salvo fuori dell'una, santa,
cattolica,

Chiesa Romana.

apostolica,

Quale speciale

opportunit possa ai nostri giorni avere questa dichiarazione per i cento e tanti milioni di Cattolici, e quale

per tutto

il

resto del genere

tuttoquanto di

umano che

si

sente cos

nuovo condannato, noi lasciamo

al

giu-

dizio degli autori dello schema. Col quattordicesimo

canone incominciano

le

dichiarazioni sul Primato del

Papa
procedendo per gradi, conchiudono nel decimosesto coll'affermare in esso plenam
nella Chiesa, le quali,

et supremam potestatem jurisdictions in universam


Ecclesiam, e quella, ordlnariam et immediatam in
omnes ac singulas Ecclesias. I teologi devono cono-

scere quel che rimane ai vescovi diocesani nelle loro

Chiese dopo una tale dichiarazione;


difficile l'apprezzarlo.

ai

profani resta

Per una giustajpoi ed insensibile

gradazione cos si regolano le relazioni fra la Chiesa e


Stato. Nel decimosettimo canone affermasi come

lo

possono convivere insieme Chiesa e Stato. Nel decimottavo si sanziona il diritto divino in ogni potere
che regge

la

societ civile.

condanna chi sostenesse

la

Nel decimonono

del

ventesimo vien sottomesso

diritto civile. Finch nel

diritto civile alle leggi della Chiesa.

vengono finalmente

si

per

supremazia assoluta

nel

il

ventunesimo

sottratte le leggi della Chiesa

ad

ogni sanzione del diritto dello Slato.


3.

Qual

il

criterio

concreto di questi Canoni?

125

LO SCHEMA DE ECCLESIA.
Sola religione la cattolica; solo capo

il

Papa, qui habet

sue leggi superiori


plenam
supremam potestatem;
a quelle dello Slato, sopra le quali esso sentenzia de
et

le

de

uopo disponendo di pene e


Dante aveva pensato di un Imperatore e di un Papa che avrebbero in tutt'e due
retto il mondo: se questo concetto avesse la sua piena
licito et

illicito, a tal

di sanzione sensibile.

rispetto alla societ

applicazione pratica

civile,

non

rimarrebbe pi che un Papa solo. Non ufficio di


questo lavoro cos ristretto discutere il lato teologico
di

cotali decreti.

sociale

noi spetta principalmente

e civile della

il

lato

questione. Che sentimenti, che

appensioni desterebbe essa nelle altre religioni e in tutti


gli altri poteri costituiti Y enunciazione cos compiuta
e cos assoluta di

un

tal

in questi pochi articoli?

potere, qual compendiato

Era

la

dimanda che

si face-

vano molti, e particolarmente quei vescovi che sono


obbligati a far le sue parti, ed a sostenerlo in

mezzo

alle nazioni libere e professanti culti diversi nelle pi


civili

regioni del

ricano

si

mondo. Dicono che un vescovo ame-

servisse a questo proposito di una opportuna

citazione di Tacito:
bias, sibi

non obtrectari a

hostem aspici.
4. Sembrerebbe talvolta che
dello

se

tamen apud horridas gentes

schema ad alcune

di quelle

urbanas excue contuberniis

nella parte dottrinale

condanne

si

volesse por-

tare qualche mitigazione. In alcun luogo


per

gli

errori

di fede si fa distinzione fra Y ignoranza invincibile e

quella colpevole.

vincibile?

Ma qual deve reputarsi ignoranza ine come commento di questa

Immediatamente

distinzione segue

la

condanna

della libert di coscienza.

IL CONCILIO VATIC\NO.

126

Questa denominazione ha varie

significazioni,,

a nessuno, e perci

non mai

datori, n dai suoi nemici. Ma

accolta n dai suoi lo-

sopra, poich essa

dell'ignoranza invincibile

sua condanna cos

la

semplicemente espressa risponde


fatto

fra le

non piace

quali la sola vera e che converrebbe a lutti,

quesito che abbiami

al

esclude

per giustificazione
testimonianza della pro-

la

pria coscienza e limita quella

all'

impotenza materiale

di conoscere; lo che particolarmente ai nostri giorni


si

restringe a certi casi che non possono riscontrarsi

e non hanno veruna attenenza colle nostre societ.

Questa condanna progredisce con una antitesi, prendendo per punto di partenza la Chiesa Romana fra il
giusto e l'ingiusto

la

lismo assoluto fra

il

Belial, ossia

stesso

pu

ceduta

Roma

luce e le tenebre, fino al dua-

bene e

il

male, fra

e tuttoci che

Cristo

non Roma. Lo

dirsi del potere civile, al quale vien con-

sanzione del diritto divino in compenso della

la

sottomissione

al

diritto ecclesiastico;

ma

dopo aver

descritta Y intima unione fra la Chiesa e lo Stato

come

fonte per questo di grandi vantaggi, la parte dottri-

schema

nale dello

si affretta

a soggiungere che siffatto

legame non lasciato libero agli uomini, ma determinato dalla legge divina. Imperocch, se gli uomini
presi a

un per uno sono

obbligati

a star sottomessi

sono anche collettivamente; e


alla vera religione,
conchiude che,
proseguendo con strettissimo sillogismo
se i credenti sono subordinati alla Chiesa, lo Stato,
il

dee starvi egualmente.


corollario, aggiunge che per questa
Stato ha il diritto ed il dovere di punire,

che una unione


Altrove,

ragione

come
lo

di credenti,

LO SCHEMA. DE ECCLESIA.

127

indipendentemente dallo scopo esclusivo dell' ordine


pubblico, con determinate punizioni, per se stesse, le

opere e le persone che offendono


chiude finalmente il suo dottrinale

la

lo

religione.

Con-

schema con quel

che sopra gi abbiamo notato, che, cio, in fatto di costumi appartiene alla Chiesa il supremo giudizio sulla
societ civile, e sui pubblici affari del lecito e dell'illecito,

poich essa guida e maestra di

della salute, e

sovrani che non hanno

tutti nella via


la

Chiesa per

madre, non hanno per padre Iddio.


5. Talvolta lo schema si eleva sopra questo stile
assoluto e geloso, e v'ha un raggio di bellissima luce
in

una dipintura che vi vien

fatta dell'

influenza della

Questo brano astratto dal concetto


domina nel resto dello schema,
illimitato
che
dell'impero
fa ottima impressione. Esso si esprime presso a poco
Religione sullo Stato.

in questi termini
tersi

alla legale

scienza e che,

manda pure
la

che

la

religione insegna a sottomet-

non per paura, ma per comentre comanda di obbedire ai re, coautorit

a questi di aver cura dei popoli

perch

forza fu data loro non per soddisfare alla voglia di

dominare, ma per esercitare la


cre il meschino come il grande

perch Dio
ed ha egual cura di

giustizia,
,

tutti. Quando invece parla del


principato temporale
che dice singulari divino Providentce Consilio dato alla
Chiesa Romana, ritorna all'antico stile adattato, se

vuoisi, alla questione politica: riprende

le frasi litur-

i benefcii del
medesimo, e sopra 1' empiet
che questo principato quovis insidiarum et
violentiarum genere labefactare ac convellere adni-

giche sopra
di coloro

tantur: e per conseguenza condanna quelli che after-

128

IL

CONCILIO VATICANO.

mano repugnare juri


state

in

divino ut

romanos Pontifices

cum

civilis

spirituali pot-

conjungalur , e

condanna egualmente la perversa sentenza di coloro,


qui contendunt Ecclesia? non esse de hujus principatus
civilis ad generale christiance reipublicce bonum reta-

quidpiam cum auctoritate constitue^e adeoque licere catholicis hominibus ab illius decisionibus hac de
tione

re edilis recedere aliterque sentire. Ora essendo

Papa giudice supremo

nella Chiesa, e

pendiando

il

molto pi com-

egli in se stesso sotto altissima

sanzione

il

giudizio della Chiesa, ne avverrebbe che secondo questa proposizione

non sarebbe

lecito di sentire nel do-

minio temporale altrimenti che il Papa. Ma, siccome


non probabile che il Papa decreti da se stesso la sua
decadenza dal suo regno, al contrario non solo probabile, ma razionale che egli decreti sempre e con
convinzione in favore di questo,

sincera

creti sarebbero in tal caso gi

questa sentenza contro

suoi

de-

a priori sanzionati da

coloro che non fossero

tutti

del suo parere. Ci costituirebbe nel diritto pubblico


delle nazioni

uno

derebbe

sopra del diritto

al di

Stato

che nel centro di Europa sficomune le vicende e le

tempi, uno Stato eterno. Tuttavia non


pu negarsi che quella forinola sia relativamente mo-

necessit dei

derata,

ma

tutto

complesso del decreto, del quale fa parte.

il

essa acquista

delle pi gravi difficolt

una

si

grande importanza per

Una

che sorgono, quando l'autorit

papale non trovi pi verun limite nella costituzione


della Chiesa, si quella di assegnarne uno alle materie, nelle quali essa

e quindi

il

ha diritto

pericolo di

di giudicare

cangiare in

ex cathedra,

dogma, come

quel re

LO SCHEMA DE ECCLESIA.
di Frigia

129

cangiava in oro, tutto quello che tocca. Ora

qui cade in acconcio

di

proporre una

ipotesi. Se, contro

un Papa, o

ogni ordinaria ragione di credere,

semplicemente originale, un
spontaneamente al suo regno terreno,

santo o

giorno rinunziasse

bel

gi' Infallibilisti,

che ne sono cos gelosi, come rimarrebbero essi soddisfatti dell' infallibilit? In quel giorno probabile che essi

non crederebbero

venimento una

di

dover riconoscere in questo av-

fase naturale e necessaria della Chiesa

ma

espressa nel suo verbo vivente,

convinti di subire

mo. Quante
le quali

ma

la

tiranna e

il

sarebbero invece

peraltro non proverebbero nulla'di nuovo,

bens quel che antico quanto

ogni assolutismo un*

il

a due

arma

amici e nemici, mentre

la libert

mondo,

cio che

che ferisce

tagli

uno scudo,

ognuno trova un po' di riparo.

a cui

un uo-

capriccio di

ipotesi simili a questa potrebbero citarsi

dietro

G' Infallibilisti

per non facevano verun conto di queste considerazioni, e cos argomentavano. Chi dirige costantemente
la

Chiesa negl'intervalli e nell'assenza della rara e

lata
la

azione dei Concilii?

Il

Papa.

Come procederebbe

Chiesa, se questa direzione potesse

Per questo argomento costoro sembrano


prendere T azione lenta,
ciet, e

come

tutti gli

essere falsa?
inetti a

ma

di

complessiva
uomini che subiscono

com-

una
gli

so-

allet-

tamenti e gl'influssi del dispotismo, non gustano pi


l'autorit, se non la ricevono distillata per la volont
di

un

solo.

6.

Nel resto dello schema, se

vano erano

esatte, stavano

degli argomenti

qua

del Sillabo,

le notizie

e l sparsi

pi o

che

si

ave-

gran parte

meno

esplicite

130

IL CONCILIO

VATICANO.

tutte le dottrine favorite del


partilo cattolico. In quello

venivano condannate,

come abbiam

oltre

la

detto pi sopra,

r insegnamento laicale,

la

il

libert

di

coscienza,

suffragio universale,

soppressione delle

immu-

nit ecclesiastiche,

l'abolizione degli Ordini religiosi,


T incameramento dei beni del Clero, l'obbligo del servizio militare per i chierici, e cos via discorrendo.
Nel parlare di tutte queste cose, come avviene nel Sil-

abbonda troppo sovente

si

labo,

prendendo

la

parte per

fetto della cosa

categorie di

con

fatti

dannevoli, come

la

in quella figura che

tutto confonde insieme

il

cosa stessa, e

si

il

di-

condannano varie

per colpirne alcuni giustamente conchi condannasse la sete, perch con-

duce

all'ebbriet. A proposito dell' insegnamento


laicale,
bene specificato che sia solamente da condannarsi que-

gli

che esclude

gli ecclesiastici

dall'insegnamento;

del suffragio universale,

ma

sem-

proposito, per esempio,


bra invece che sia indistintamente condannato chiun-

que prende a norma

di

alcun atto

1'

opinione pubblica

e la maggioranza: ora, se questi mezzi sono tutt' altro

sono per spessissimo, se non il pi


vero, almeno il solo criterio che in molti casi, particolarmente nella societ moderna, si possa ottenere.

che

infallibili,

Alcune giuste rivendicazioni si trovano miste in questo schema con le pi esorbitanti esigenze. Nel comdi

plesso
l'

tal

documento

ideale espresso

cio

quali

un
si

nella

solo ovile,

muove

la

un

tutto

converge a

stabilire

formola gi sopra enunciala,


solo pastore, dentro e sotto

societ civile, secondo

dettami di

questo: essa perci resa oggetto e strumento al


tempo stesso del regime assoluto ed esclusivo che que-

131

LO SCHEMA DE ECCLESIA.

propone nella sua irresponsabile ed illimitala volont; ed in cos fare la societ civile pone in atto il
gli ci

pensiero della Chiesa, anzi diviene Tatto e l'incarnazione della Chiesa stessa.

Ad

7.

un' Assemblea destinata ad esercitare

azione pratica ed immediata sopra

le

una

societ, alle quali

dee provvedere, non basta che un concetto sia specioso per accoglierlo come oggetto delle sue delibe-

ma

razioni,

opportuno.

conviene che esso

Che

teologi,

quali hanno

sia possibile

anche

compilato

questo schema, abbiano messo insieme questo trattato De monarchia con un ordine ed un- pieno accordo

che soddisfa all'ideale della loro mente, non basta,

perch esso

ad una istituzione vivente e che

sia utile

deve muoversi

nella

Nella

realt.

come argomento

lativa e

riguarda solamente coloro che

come

la

programma

professano;

ma

sic-

dottrine in esso contenute sono inseparabili

le

da tutta

sua parte specu-

di fede, questo

l'

azione civile che sostanzialmente compren-

dono, anzi siccome cotale azione in quelle particolarmente contemplata, hanno quei teologiche lo hanno
cos compilato in

un mediocre

del Vaticano, pensato


I'

applicazione? Hanno

almeno
essi

latino,

all'ombra sicura

a quel che

almeno

fatto

ne costerebbe

un

calcolo ap-

prossimativo dei mali che converrebbe infliggere, e


sangue che sarebbe necessario spargere per con-

del

durlo ad effetto?
8.

Roma,
trov,

Conoscendo
il

pi alto

come

l'inflessibilit

intelletto

delle

del suo

tradizioni

tempo

di

in Italia

sola soluzione logica dell'eterno e gra-

vissimo problema che ha per termini lo Stato e

la

'132

CONCILIO VATICANO.

IL

Chiesa Cattolica,
to,

la

la separazione della Chiesa dallo SlaChiesa libera in Stato libero. Lo schema rigetta

implicitamente anche questa transazione e condanna


anzi esplicitamente chi dica che per
societ sia necessaria
Stato. In

la

benessere della

il

separazione della Chiesa dallo

ammesso

questo caso, quando fosse stato

lo

schema De ecclesa, non rimanevano pi che due ipoda un lato si considera speculativamente una
tesi.
societ

qualunque

cattolica, nelle condizioni da quello

descritte, attiva e possente, che

conquista di queir ideale

cerca nel

freme

si

al

mondo

la

pensiero della

resistenza che incontrerebbe, e delle sventure che spar-

gerebbe sul suo cammino: o dall'altro

camente
ha fra

numero

si riflette

prati-

che questo programma


Cattolici stessi, e invece si riceve una ben dial

dei seguaci

versa impressione dalla sproporzione fra l' altezza della


sfida ed i mezzi per sostenerla. In ognuno dei due
casi per si ricorre col pensiero alla Bolla d' Indizione

dov'era detto che questo era convocato


ai bisogni ed ai mali della societ.
rimedio
per portare
caso
fosse
il
Se
possibile, il rimedio sarebbero
primo
del Concilio,

gli esilii, le

gione,

gli

che ha fatto

com'

prigioni, l'Inquisizione, le guerre di reli-

scismi, e tutto
le

il

sue prove:

corredo di quel sistema

triste

rimedio

assai pi probabile, si avverasse

so, allora

il

il

Se invece,

secondo ca-

rimedio dov'? Crudelt o disprezzo:

rannia o impotenza: fatale dilemma,


tardi, secondo le sue proporzioni o

ti-

al

quale tosto o

il

suo subietto,

riesce ogni sistema inesorabile ed assoluto.

133

III.

Condizioni delle popolazioni cattoliche.

4.

La pubblicazione di questi documenti com-

mosse grandemente Roma. Furono

fatte indagini

ed

investigazioni di ogni sorta: e ne furono vittime varie

persone, che avevano qualche attenenza col Concilio o

semplicemente nel Concilio. Ad alcuni fu tolto 1' ufficio, ad altri venne ordinalo di lasciare Roma, e si
colp

ovunque

si

credeva trovare^' autore o il com manifesto che uno dei

plice di queste rivelazioni.

motori di questo malcontento era

principali

1'

aver

compreso o meglio sentito l'effetto, il quale da questi


documenti doveva essere necessariamente prodotto,

massime

nei paesi,

dove

a tali questioni si d

importanza. Anche questa specie

d'

molta

inquietudine non

era ragionevole: assai meglio era per

Roma

che

suoi

schemi fossero conosciuti prima che dopo. Che l'Europa accogliesse indifferentemente o male i decreti delAssemblea cattolica, era cosa ben pi grave che ne
le semplici proposizioni di un nu-

l'

fossero male accolte

mero determinato

bench prodotte

dal Va-

ticano. L'opinion pubblica, contro la quale lo

schema

esprime

la

servigi, e

sua
il

di

alta

teologi,

riprovazione, rende pure grandi

non voler consultarla o non volerla udire

nessun patto stato talora causa di profondi ed

ir-

reparabili pentimenti.

Se essa potesse, per esempio, farsi udire nella


Chiesa, e sostituire ai Canoni sopra descritti uno schema
.

2.

134
a

VATICANO.

IL CONCILIO

suo

modo

e l'agitano

contenente

tutti

soggetti che la occupano

profondamente, e per

quali chiede da lungo

tempo una soluzione razionale, non potrebbe essa


forse proporre al Concilio materie di un ordine pi
largo ed alto, e di un' .importanza altrettanto genera*
le,

ma

assai pi profonda

pel

Cattolicesimo che non

sieno le ristrettezze scolastiche che questi contengono?

La religion

cattolica

non ha essa proprio

difetto d'al-

E sempre autorit? La perdita


dominio temporale proprio il solo male, a cui
debba pensare? Non vi erano altri soggetti degni d' octro che di autorit?

del

cupare

il

solennit,

Concilio

dopo

Ecumenico riunito con

tre secoli

che non

si

cos grande

era pi fatto, per

consultare dei suoi negozii?E cos, per esempio, non

sarebbe degno del Concilio Ecumenico del decimonono


secolo l' indagare ed esaminare le cause dei mali che
travagliano, dello stato anormale, del tardo incremento
e della

relativa

inferiorit

morale, civile e

delle popolazioni cattoliche in questo

stessa inferiorit in proporzione e

politica

tempo? E questa

secondo che vi pre-

meno tempo il sistema


schema? Non fa d' uopo di co-

domina oggi, o gi da pi o
che vien descritto nello

noscenze statistiche molto profonde; basta un semplice


sguardo a far paragoni fra la prosperit ed il grado di

Spagna con V Inghilterra, dell' Irlanda con


sorelle, del Portogallo con 1' Olanda, dell' Ame-

civilt della
le isole

Sud con V America del Nord, dell' Italia con la


Germania, della Savoia con la Svizzera, e dei Cantoni
1
cattolici con i Cantoni protestanti di questa. Chi che
rica del

costeggiando da vicino sulle sponde del lago


1

Vedi l'Appendice.

Lemano

CONDIZIONI DELLE POPOLAZIONI CATTOLICHE.


i

savoiardi e svizzeri,

villaggi

fra

goni

Il

quelli?

vore

della

fatto

confronto fra l'Austria e

sia nella stessa schiatta

alla

uni di contro agli

gli

non abbia anche involontariamente

altri,

135

la

paraPrus-

germanica non riuscito a

fa-

di tributo alla scienza,

prima. Quanta parte

coltura, alle grandi intraprese ed alle utili istitu-

bene complessivo , a cui pure

zioni, cio a quel

destinato e che

hanno portato

il

al

pi grande omaggio

l'

uomo

Creatore,

questi ultimi tempi fra le nazioni

in

sopra indicate tutte le prime a fronte delle seconde?


Dico in questi ultimi tempi, per accennare all'epoca,
dalla quale

comincia non solo

consolidamento delle

il

ma

determinazione del
grandi divergenze cristiane,
sistema di reggimento cattolico che si vuole sempre
la

pi far prevalere nel Concilio Vaticano. Quei paragoni

non vogliono assoggettarsi a discussione. Eppure sta


scritto nello schema De ecclesia, che la Chiesa una
societ visibile d'
la

sopra

terra:

uomini ed

fatto indifferente la

vi si

esiste per la loro salute

dunque non pu neppure


maniera,

colla quale

esserle af-

suoi seguaci

comportano.
3.

La Francia

la

nazione che meglio pu chia-

rire siffatte considerazioni. Essa si presenta

gliosamente a mettere in evidenza

Da un

all'

osser-

ambedue meravi-

vatore sotto due aspetti, che servono


il

nostro subietto.

lato essa centro di civilt e di vita, dall'altro

d giustamente e gravemente da pensare a quanti de-

vono subire
guardano. Per
invece ha

la
il

sua influenza, o anche solamente

primo emula

comune

il

le

secondo con

la

pi grandi nazioni.;
le

meno

felici

e con

quelle, l'avvenire delle quali pi fosco ed incerto.

136
chi

IL CONCILIO VATICANO.

deve

quale

la

Francia

la

parte della sua civilt, per

ai nostri giorni essa tiene

nazioni, vale a dire

sua industria,

la

un luogo

sua cultura,

la

fra le

la

grandi

sua scienza,

la

sua prosperit materiale? Quanti


incominciando
sono,
dagli Enciclopedisti fino ai prela

senti,

gli scienziati,

alcun

modo hanno

Francia moderna, che

per suoi?

nosciuti

letterati,

cooperato

Roma

alla

coloro infine che


all'

incremento

prova avrebbe

Quante leggi,

e questo

in

della
rico-

sarebbe

male, ma quante istituzioni, quanta letteratura


non sarebbe mestieri gettar via in Francia, se vi si

men

fosse udita la sua

guarda

la

voce? Che sarebbe, per quel che


la civilt, di una Francia da pi

scienza e

un

ri-

di

secolo a questa parte riveduta


dice? Quale la parte che V influenza cattolica, nella
maniera intesa dal partito di questo nome, pu riven-

e corretta dall'In-

dicare nelle glorie civili e nel progresso intellettuale


della Francia? Questo per il lato che la Francia ha

comune

colle nazioni pi civili e pi colte del

mondo.

Nel tempo slesso qual nazione pi profondamente

tra-

sociali ,
vagliata dalle pi gravi e pericolose questioni
nazione in condizioni meno favorevoli di essa
e

qual

mali infiniti? Per questo lato


per iscioglierle senza
che concerne al suo stato sociale e politico, essa fornimateria alle considerazioni che sulla condisce

ampia

zione politica delle popolazioni cattoliche esporremo pi


sotto.

4.
1

Ma

lasciando

la

Francia ed entrando in pi am-

Quando furono scritte queste pagine, le sventure che colpirono la Francia non potevano nemmeno essere supposte. Si
creduto lasciarle intatte com' erano.

CONDIZIONI DELLE POPOLAZIONI CATTOLICHE.


pio

campo,

137

a quante fra le grandi istituzioni, trovali

ed intraprese moderne, han presieduto

le

dottrine asso-

lute, alle quali facciamo allusione, e quante, incomin-

ciando da Galileo,

si

parte pu per esse

il

sono compite lor malgrado ? Qual


Cattolicesimo rivendicare nella

e miti che dopo tanti inutili slrazii

facili

sembrano
nostri

e di Filippo

II

il

Cattolicesimo del

nelle grandi colonizzazioni

chi ha profit-

di

Amerigo Ve-

che sono l'onore dei due ultimi secoli?


l'

umanit

dell'

essersi finalmente stabilite nella societ dei

tempi? Qual parte ha preso

Torquemada
tato

li-

relativamente

bert, nella tolleranza, e in quelle relazioni

opera

di Cristoforo

Colombo e

spucci? Qual posto ha egli preso pi tardi, durando, per


quanto pi rimessamente, in quella via, nell'America
del Nord, terreno aperto a tutte le libert, e

reggiano tutte le religioni?


ste

due

parti di

ter d' occhio

mondo sono

per un

dove ga-

Quale nell'Australia? Questate generate in

un

bat-

miracolo di espansione e diffusione

europee e per conseguenza cristiane: e


quanta parte pu attribuirsi in questo miracolo il Cattolicesimo? E non ha egli invece a meditare sul triste

delle schiatte

spettacolo del Messico


bliche del

gi

e di tutte le sventurate repub-

gli appartengono ? Ecco


che avrebbero meritalo da

Sud che intieramente

un numero

di quesiti

se soli di attirare tutta

l'

attenzione della gerarchia cat-

Roma. Questi

fatti possono essere


un senso o nell'alintesi
in
o
meno,
apprezzati pi

tolica

raccolta in

tro, attribuiti

all'

una o

all'altra causa;

ma

esistono, e

perci meritano di essere considerati.


5.

Potrebbe anche

farsi

entrare nelle particolarit,

le

un

altro

quesito, senza

quali, per quanto sem-

138

CONCILIO VATICANO.

IL

brino evidenti a molti, possono da


in

solamente un

discussione,

come

non

tale,

la

morboso che

stato

sivamente

che

quesito di fatto,

sopporta. Donde procede questo


agita nel nostro

le societ cattoliche? la

non

essere poste

altri

intende qui dare

esclu-

tempo quasi

rivoluzione?

que-

senso lato, quello


che esprime una legge universale pi o meno sensibista parola

le,

s'

ma comune

tanto

quello,

il

a tutta l'umanit;

il

quale

in

ispecial

ma

s'intende

modo

sol-

significa

la

rivoluzione violenta, astiosa, brutale che dalla fine


secolo a oggi tormenta e strazia le pi

dello scorso

belle contrade d'


la

Svizzera

l'

Europa. La Germania, l'Inghilterra,

America hanno anch' esse

zione delle idee, anch' esse

si

modificano,

si

la

rivolu-

cambiano,

progrediscono in meglio, altri pu dire in peggio; ma


questo fanno senza violenze, senza ire, senza scosse e
senza sangue. Esse avranno
nit

non n' mai scevra,

sociale, la rivoluzione

ma non hanno

divenuta

l'

l'

esistenza per

della sola forza

ultimo nostro argomento in questi tempi.

America vivere neh" esercizio

vit ed in

il

mezzo

Qual delle nazioni cattoliche pu


l'

questa piaga

non poter dire


che
pi, esse non
quel

permanente,

oggi quel che sar dimani; e,

hanno come noi

mali; perch l'uma-

altri

come

l'

della pi

una costante agitazione

Inghilterra e

grande

sociale

senza un esercito permanente? Quanti sono


delle nazioni cattoliche che

non abbiano

atti-

e politica
i

Governi

crollato e an-

che pi d' una volta in questo ultimo periodo di storia, e quanti che possano ripromettersi un pi si-

curo avvenire? Ecco un'altra serie


quali secondo le

promesse

di

della Bolla si

quesiti,

nei

sarebbe avuto

CONDIZIONI DELLE POPOLAZIONI CATTOLICHE.


diritto

che

Concilio

il

qualche

ponesse

139

considera-

zione.
6.

tali

questioni di fatto sembra a prima vista

possano dare che due spiegazioni: o siffatto


stato di cose Y effetto dell' educazione che governa
che non

si

queste popolazioni; ovvero la forma religiosa, della


quale teniamo discorso, si assimilata ed ha prosperato a preferenza

condizioni.
fatti

fra

Alcuni

le

nazioni che sono in queste

compiacciono a spiegare questi


con sconsolanti fatalit di clima e di schiatte, ma
si

dimenticano che quelli purtroppo

si

riscontrano fra va-

rie genti e in diverse latitudini: e

quando pur la loro


non potrebbe neanche queseconda spiegazione. Talch da qual-

ipotesi fosse ammissibile,


sta sfuggire alla

guardi questo soggetto, si ritorna necessariamente ad una delle due proposizioni del dilemma,

siasi lato si

che sono

grave

l'

una

e V altra del pari meritevoli della pi

considerazione.

partigiani dell'assoluto

pre-

feriscono di accettare implicitamente la seconda, per-

ch pi comoda, bench umiliante per l'umanit e,

quando fosse vera, irreparabile. Le anime generose e


liberali si contentano di abbondare nella prima ipotesi,
perch meno scoraggiante e perch meglio d modo a
trovarvi qualche riparo. I primi tolgono alle istituzioni
ogni responsabilit del male che

si

compie

nel loro

cerchio, bastando loro che esse lo combattano, ed in


verit lo combattono anzi ad oltranza. Ma con questo
essi

sembrano non

le istituzioni

sostanza

non solo

ma

far conto della responsabilit che

portano inerente con s, non solo della


e
del modo che tengono per trattarla

dello scopo che si

propongono, ma

del

come

140

IL CONCILIO VATICANO.

e quanto lo conseguono. Infatti egli proprio sovente


l' eccesso di zelo che riesce ad effetto contrario
pro:

prio l'assolutismo quel

l'

che genera

eccesso di legge che produce


nelle

compensa

umane cose;

l'

la

all'altro

tena che comincia con l'inquisitore sta

Mazziniano

il

l'

uno

sta a

altro del quale sta

il

ribellione, ed

impunit. Tutto

capo

si

della ca-

settario, ed

il

degli estremi del diametro, al-

Sanfedista. L'Inghilterra

non ha

Rappel, o almeno simili pubblicazioni non ne mettono ogni giorno in dubbio l' esisten-

za

1'

Univers ne

non ha n

essa

fornisce

inquisitori n settarii;

Feniani

li

Irlanda.

l'

7.

il

siffatte

regole di paragoni che abbiamo se-

guite a pi riprese in questo capitolo, v'hanno bens

alcune eccezioni;
strarle pi

popolazioni

queste stesse servono a dimo-

evidentemente, perch corrispondono nelle


cattoliche, ove si riscontrano con una

scala esatta fino

hanno

ma

al

minuto, all'influenza che in esse

esercitala le idee pi liberali e larghe, o piutto-

hanno perduta le idee contrarie;


scala che, prendendo per unit di misura la Campagna
Romana, giunge fino alla prosperila del Belgio. V'ha

sto a quella che vi

pure un altro

modo

di contarle

queste eccezioni, non

ma

molto pi eloquente per i Cattolici ,


,
nel
seno slesso della Chiesa; ed per quei veperch
scovi che nel Concilio hanno resistilo allo spirito precos preciso

dominante
8.

sabile

il

in Vaticano.

Chi di questi

effetti

volesse chiamare respon-

Cattolicesimo preso in se stesso,

come

fonda-

zione, e largamente inteso, porterebbe giudizio, oltre


che ingiusto, inutile, poich tanto varrebbe aggravarne

141

CONDIZIONI DELLE POPOLAZIONI CATTOLICHE.

Cristianesimo stesso che

il

animato
secolo

non

vi fu fra

Io

il quale ha
decimosesto

spirito,

moderna. Fino

tutta la civilt

al

Cristiani d' Occidente distinzione

effettiva e sensibile: e lo stesso

movimento religioso che


non fece sentire

si

compi formalmente

la

sua influenza sulle condizioni morali e scientifiche

in quel secolo,

conseguenza anche civili e politiche dell'Europa,


che molto pi tardi. Fu anche pi tardi che in seno

e per

della Chiesa Cattolica slessa si

mostr pi spiccato

ci

che chiamasi in Francia T Oltramontanismo, e pro-

priamente dopo e per reazione alla rivoluzione, prendendo esso il pi grande incremento, retrocesse la sua
azione sulla Curia
tenza.

Romana,

Guadagnando

in

gi slata suo punto di par-

quella a poco a poco

sempre

pi terreno, v'introdusse le sue passioni, vi fece prevalere le sue mire, e oper s che in essa rimanesse

evidente e distaccato da tutto

il

mondo moderno quel

concetto politico e religioso che, sebbene

la

Curia avesse

e sostanzialmente sempre posseduto,


pure aveva sempre conservato qualche cosa d'indeterminato , perch essa lo aveva sempre saviamente

abitualmente

ravvolto nella prudenza della sua politica tradizionale;


e invece ai nostri giorni viene recisamente e con ogni

esagerazione

affermato

dal partito che

cattolico per eccellenza, e

grande influenza

in tutto

si

denomina

che ha esercitato una cos

quanto concerne

al

Concilio

Vaticano. Ci avvenne visibilmente per gradi ad ogni

scoppio della rivoluzione, prima solo francese, poi cosmopolita, sebbene non ultima fra

le

cause

d'i

essa

fosse stalo quel sistema e quel concetto stesso che nel

suo stato latente

l'

aveva preparata in Francia, come

in

142

IL CONCILIO VATICANO.

tutti

altri

gli

nella

paesi

gran parte

cattolici,

quella particolarmente attecchisce, perch

venuta troppo tardi vi tiene


venuta due secoli prima fra

il

la

dove

ribellione

luogo della riforma av-

i
popoli del Nord. Anche
questa fu forse alterata dalla resistenza che incontr:
Ir"

una e

l'

altra di siffatte crisi

sarebbero state attenuate

e forse anche prevenute da una riforma lenta successiva che si movesse costantemente intorno al centro

immutabile
dei

del

vero eterno, secondo

la

variabilit

tempi e dei costumi. Questa enunciazione che da

principio a molti

pu sembrare

ardita, oltre che trova

una conferma
da

tal

nell' esempio dei


paesi pi travagliati
male, pu anche ricevere una spiegazione soddi-

sfacente, se si

prende a esame severo

e spassionato lo

spirito che generalmente informa V educazione delle

popolazioni cattoliche. Si potrebbero, senza gran tema


di

errare,

nome
le

anche di prima impressione chiamare a


una ad una le leggi, e pi sovente

e citare ad

interpretazioni di queste, le istituzioni, le costu-

manze,

gli

abusi,

le

abitudini che da lunga

mano, ma

soprattutto negli ultimi secoli, vi hanno prevalso e che

sono

le principali

cause di quelli

nostro ufficio n nostro scopo

il

effetti.

Non

certo

trattare a fondo que-

stioni in parte gi trite e tutte cos gravi e complica-

te;

ma

volendo solamente proporre pochi termini ge-

nerali alle considerazioni di coloro che con

vogliono riflettere
colt

occorrono

almeno alcune

di quelle

quali infinite altre procedono.

alla

buona fede

mente senza

diffi-

cause principali, dalle

Quando queste sieno

nosciute, rimane poi a giudicare se esse sieno

tali

co-

da

condanne e
potersi curare empiricamente con nuove

143

CONDIZIONI DELLE POPOLAZIONI CATTOLICHE.

nuove

restrizioni, o se invece

come

salassi di

di volerlo
9.

simo

non

da temersi che

sia

servano soltanto ad accrescere

questi riinedii

una scuola medica

guarire non uccidano

il

il

male,

italiana a forza

malato.

Domina per sua propria natura

nel Cattolice-

principio di autorit, anzi esso

ne costituisce

il

uno dei

ma

principali caratteri e la pi gran forza:

questo sentimento, per una tendenza naturale delle istisi fondano, si sempre ed a tal segno

tuzioni che vi

esagerato nella educazione cattolica

che ad ogni

titolo

e sopra ogni soggetto vi ha tenuto luogo di ogni altro,


talch

la

pi cieca sommissione corrispondesse

alla

pi illimitata potest. Questa febbre d'autorit, provocata dalla contrariet dei tempi, ed alimentata a fine
di

mantenere

invece

nella Chiesa F ordine e

primo, ed assottigliare

la

F unit, riesce

a distruggere

pi delle volte

il

sempre pi

il

seconda. Questo regime tende

a paralizzare nella gerarchia della Chiesa F azione complessiva di tutte le membra per concentrarla nel Capo,

e nel tempo stesso isola quella e


della

societ.

autorit

propria

Nelle

menoma
dell'

la

dislacca dal resto

moltitudini poi questa eccessiva

e talvolta annulla perfino la coscienza

individuo, e per conseguenza anche quella

delle popolazioni a lei

coscienza unica

dell'

commesse, per

assorbirla nella

autorit stessa. Per queste

il

sen-

timento del bene e del male cessa di essere proprio e


spontaneo, e diviene riflesso ed autoritativo. Sovente

un

cattolico

che non sia fornito

elevazione di sentimenti,

bene

il

di

una non comune

non conosce altrimenti

il

male che per quel che giudica per lui l'aumolte congiunture Dio sa da

torit, la quale poi in

IL CONCILIO

144

chi rappresentata.
stioni di principio,

ci
le

per

VATICANO.

avviene solo per

le

que-

questa disciplina

quali

comprensibile, e pu anche talvolta essere ottima; ma


s'avvera egualmente per tutte le applicazioni, e nella
vita ordinaria delle popolazioni in
talvolta per le

pur

ogni occasione, e

anime pi semplici

nelle pi

mi-

nule e di nessuna importanza. Questo eccesso di autorit fa s che la coscienza dell' uomo molte volte

mal guidala si smarrisce: ma in ogni modo non dovendo n sentire n giudicare da se stessa, perde a
ci ogni disposizione, e
tre facolt

timo

si

effetto

un

umane non

come avviene

di tutte le al-

usate, s'indebolisce e da ul-

un doppio

atrofizza del tutto. Di qui scaturisce

egualmente funesto. Pel

cattolico cosiffatto

la

perde

primo,

giorno che

il

direzione che lo

man-

tiene, non ha pi n norma n freno di sorte. Questa


legge dinamica getta ogni d non pochi allievi dei

Gesuiti nelle

secondo,

la

festarsi se

guire tutte
tutti

file dei rivoluzionarii pi sfrenati. Per il


coscienza dell'autorit che non pu mani-

non per

la lettera

le infinite

non essendo

combinazioni degli

abile a se-

atti

umani

ripieghi dell'animo umano, lascia un infinito

numero

di quelle e di questi senza quel sindacato, al

quale pu solo bastare

il

sentimento indefinito e squi-

sitissimo della propria coscienza.


gliezze,

gli

accomodamenti, e

Donde
le

tutte le sotti-

transazioni troppo

frequenti nelle nostre popolazioni.


10. Un'altra tendenza, che pure causa degli effetti

che abbiamo lamentati, quella che

dappertutto nella direzione cattolica


inculcare la

massima

si

manifesta

ad affermare ed

intolleranza per gii errori della

CONDIZIONI DELLE POPOLAZIONI CATTOLICHE.

145

lo che induce per compenso la pi gran tolleranza per quelli della volont, mentre questi sono

mente,

un uomo non

infinitamente pi colpevoli di quelli. Che

sappia e non comprenda, pu essere deplorabile;

quando anche

sia colpevole

che sa e conosce

a
il

il

lo trasgredisce. L'

sempre

meno

dovere, e non

il

bene,

nersi conto della fragilit

umana,

di quello
lo pratica

errore della mente non

carattere, quello della volont,

menoma

abbench debba

meno

ma

te-

scusabile e

sovente dispregevole. Dante in un tempo che certo

non era

afflitto

alla tolleranza,

da indifferenza religiosa n proclive

pone

gli

eresiarchi fra le incontinenze,

ossia fuori della malizia, riguardando la loro prevarica-

zione quasi

come

se fosse scevra e perci

bile di questa. Oltre di ci


bilita

Una

il

sempre, mentre l'opera

meno

lavoro della

puni-

mente no-

delle passioni abbrutisce.

societ per molti secoli educata per impulso della

duplice direzione finora accennata, nello stesso


che, per quel che

abbiamo detto sopra,

coscienza individuale, per

si

modo

spoglia della

questa seconda abitudine

abbandona l'uso del giudizio proprio ad un ceto, ad

una

casta speciale di persone che sente

lei.

Disgustata

ed allontanata, per

incontra, dall'opera del pensiero,

guendo

le

una

e pensa per
difficolt

che

tal societ, se-

le inclinazioni dell' indole

naturale conseguenza tutta

la

umana, rivolge per


sua vitalit nei senti-

menti, e trascorre perci pi facilmente nelle passioni


che gi per se stesse pi attraenti hanno anche pro-

messa

di maggiore indulgenza pei trascorsi che da esse


hanno origine. Non vuoisi gi dire con questo che la
severit nei principii ed una certa misericordia per la

io

146

IL CONCILIO

fragilit

non sieno, con saviezza e moderazione ado-

perate, due meravigliosi

che

si

VATICANO.

caratteri del Cristianesimo,

adattano assai meglio

all'

umanit che una va-

ghezza indeterminata nei primi ed un'assoluta

infles-

per la seconda; ma come tutte le cose buone,


esagerata da un lato runa fin all'Inquisizione, prosibilit

tratta l'altra fino alla indulgenza

sistematica,

diven-

gono soggetto degno di seria meditazione per l'influenza


che abbiano potuto esercitare, ed esercitino costante-

mente sopra

le

popolazioni cattoliche.

11. Terzo soggetto di considerazione ia tendenza


dell'

educazione cattolica ad astrarre

molti bisogni della

vita

suoi seguaci da

pratica per condurli ad

una

non risponde sempre


inesorabili necessit umane. Anche da questa ten-

vita speculativa ed ascetica, che


alle

denza cosi fortemente determinata, come s'incontra


sovente nella parte pi fedele delle popolazioni cattoliche, scaturiscono due mali. Il primo che, portata
questa nella vita privata, per una malintesa applicazione
delle cose terrene, facilmente

del sublime dispregio

ad avvezzare quelle popolazioni a camminare


nel mondo con gli occhi rivolti al cielo e senza guar-

riesce

dare in terra. La natura

umana ne

per giustificare e santificare

trae tosto profitto

uno dei suoi pi

facili

pi perniziosi difetti; e l'industria e l'attivit cedono


il

loco

all'

infingardaggine ed all'accattonaggio. Questo

stesso indirizzo accoppiato in alcune popolazioni col-

l'abuso delle

forme

superstizione.

un

cattolico

Il

esteriori le rende inchinevoli alla

secondo e non
lo

meno grave male

che

pi un suddito comodo non sem-

per
pre un buon cittadino; poich, se

la

sua educazione

CONDIZIONI DELLE POPOLAZIONI CATTOLICHE.


religiosa lo consiglia quasi

vamente, nel
attira

sempre ad ubbidire

passi-

ad assorbirlo, e lo

stesso tende

tempo

147

costantemente verso un altro centro che non e

la societ civile, in

cui

si

trova. Questa doppia azione

del pari efficace della societ e della Chiesa,

sebbene

qualche volta sia stata utile nel limitarsi reciproca-

mente,

generalmente indeborado possono riunire i

nelle presenti condizioni

lisce le societ cattoliche

che

di

insieme quelle due forze. Indipendentemente dalle leggi della morale eterna, su cui

due

interessi, e conciliare

non possono esservi due opinioni, v'ha un'infinit di


oggetti che non rappresentano il bene o il male assoluto,
e che se vi hanno alcuna attenenza, questa o indiretta
o d'incerto giudizio, nei quali il cattolico sovente
contrastato fra la sua gente,

la

la

sua patria,

sua Chiesa. In quei casi questa o

il

suo celo

l'attrae poten-

temente a s, o, se quegli resiste, l'abbandona e lo respinge da s. Ci ha prodotto e produce sovente nelle


societ cattoliche

il

fenomeno che raro o mai non

deplora nelle altre, cio che

la

religione v'intralcia

libero incremento della patria ed

il

si
il

patriottismo vi uc-

cide la religione.
12. Quarta fonte di

polazioni cattoliche

il

non poche

difficolt

per le posoverchio accentramento nel-

l'esercizio dell'autorit. Tutte le leggi s generali


particolari,

come

quelle che informano e regolano tutte le

coscienze del

mondo

di autorit, che

partono con quel peso


gi sopra notato, da un picco!

cattolico,

abbiamo

nucleo, e da un centro ristrettissimo d'uomini, e per

conseguenza con
intenzioni del

pi grandi sforzi e con le migliori

mondo non sempre

abili a

comprendere

148

IL

ed apprezzare

CONCILIO VATICANO.

varii ed infiniti

sentimenti e bisogni

di tante e cos svariate popolazioni.

del

mondo

cattolico tende a fare

gregandolo pian piano

un

Questo quel che

partito cattolico, se-

in ogni paese dai

costumi,

dagli affetti, dagl'interessi del resto della nazione.

13. Eppure tuttoci, che abbiamo finora descritto,


non contiene ancora il peggior male. Se queste ten-

denze, se questi impulsi dati ottenessero

tutti

il

loro

intento, formerebbero una societ sui generis poco


disposta allo incremento intellettuale e materiale, poco
idonea alla grandezza civile , e nuli' altro si avrebbe a

ma non potendo siffatto regime applicarsi


che
a un ceto ristretto di persone, e non
praticamente
compiangere:

polendosi punto estendere all'intiera societ, ne av-

viene che

tutti

vincoli imposti da questa gelosa au-

torit all'intelletto

che

si

ed

al

cuore, questo stato

artificiale

costruisce cos laboriosamente negli animi, pro-

duce all'incontro, specie

una reazione

nella giovent,

corrispondente e tanto pi forte, quanto pi intelligente. Una buona parte di essa giunta a maturit subisce necessariamente l'influenza dei tempi, e quindi

senza l'aiuto di una solida istruzione, senza bastante

conoscenza n carico
gano, o almeno

d' interessi pratici

che

la

tratten-

tengano occupata, guarda indietro, ed


in ci fare prende i vizi per la cosa; e avvezza a confondere Dio col curato, li mette ambo in un fascio e quindi
la

volgendo loro le spalle, o


in quelli

rammarichi

si

getta nei piaceri e seppellisce

e le aspirazioni di una vita abor-

tita; ovvero, se la natura generosa rifugge da questo

suicidio, subisce un'altra vicenda che, se

meno

non meno pericolosa. Questi animi giovani ed

triste,

aperti ad

CONDIZIONI DELLE POPOLAZIONI CATTOLICHE.

149

ogni aspirazione cercano per qualche tempo una tregua


una combinazione per accomodare la vecchia fede con
,

la

nuova ragione:

ad ogni tentativo,

in

questo penoso travaglio ne sentono,

l'impossibilit: la Chiesa coglie ogni

pretesto per respingerli,


allettarli.

ha ogni attrattiva per

la libert

Innanzi a quest'impossibile

si

ribellano.

Non

vi

ha ribellione come quella d'uno schiavo: senza coscienza


propria, con un giudizio non esercitato, col corredo
che portano con se questi grandi
morali, una eletta parte di giovent va per

di rancori e d' odii


conflitti

generazioni sempre crescenti ad ingrossare

le file della

rivoluzione, quella che ha per insenegazione e per iscopo la distruzione; di quella


rivoluzione cosmopolita che ha gi vendicato e vendi-

rivoluzione per

gna

la

la

cher forse ancora, non


lacerali,

ma

caro prezzo a coloro che ne hanno

che
brio

la
s

che

si

la

responsabilit,

giusta ponderazione legge infallibile di equili-

morale come materiale, e che a volersi

nare a far crescere


quegli

animi

lo voglia Iddio! questi

insegner forse troppo tardi ed a troppo

si

1'

uomo

nelle fasce del

vanno

storpia, o queste

della parte eletta

detto

osti-

bambino, o

in mille pezzi.

Quel

ed intelligente

della

societ trova egual riscontro nelle moltitudini

meno

pi brutali, che passando, senza rendersene conto, per le stesse fasi, le percorrono macchiintelligenti e

nalmente anch'esse per

le stesse

cause, cio

il

difetto

di carattere e di ragionevolezza, che se appare in loro

meno

sensibile in s, per

dannoso. Questo
ragione, fra

la

e ad oltranza,

conflitto

suoi

effetti riesce assai

pi
mortale fra l'autorit e la

legge e lo spirito, conflitto inesorabile

si

risolve nelle societ cattoliche in p-

IL CONCILIO

450

VATICANO.

chi fedeli e molti ribelli o di diritto o di fatto:

i
primi
vero vigore, i secondi di ordine,
di disciplina e sovente di moralit; ambedue sono

mancano sempre

abili a
bili

di

distruggere un Governo,

a costituirne

uno solidamente:

ma
i

egualmente inaprimi, perch non

possono; i secondi, perch non sanno: immobili i primi


invece di essere conservatori, i secondi rivoluzionarii

invece di essere progressisti, non v' ha per loro discussione possibile n terreno, dove s'incontrino, e
quindi

loro vicende invece di alternarsi

le

paesi a indole pi razionale, per


tica, si alternano

come

cambiamenti

nei

di poli-

invece per cambiamenti di Governi,

ha sempre un vinto e un vincitore, e

nei quali vi

quindi un trionfo ed un'offesa con quel che ne consegue.

La risultante

delle

due forze

cio dello spirito con-

servatore e del bisogno di progresso, che

la

linea

che percorre un paese in condizioni prospere e normali, cio quando questi due elementi convergono al

bene comune, per

l'inflessibilit

che esse vi conservano,

riesce assai difficile e quasi impossibile a trovare per

un paese

cattolico, e tanto pi,

doltrine

le

quanto pi

assolute vi prevalgono. Esso cade generalmente

confusione e nel disordine, quando appena vi


il

Governo

che

si

nella

sospende

assoluto. Queste linee opposte ed interrotte

sostituiscono alla linea retta, segnano

vole stato

si

il

politico delle nazioni occidentali

a lato dell'andamento, se

non

lamente-

d'Europa

pi uniforme, pi
regolare di quelle settentrionali, e che perci danno

materia a
luzione,

altro,

riflettere sulle cagioni,

come

si

per

le quali la rivo-

disse di sopra, pi particolarmente

mette radice nei paesi

cattolici.

CONDIZIONI DELLE POPOLAZIONI CATTOLICHE.

151

14 Oltre questi principali soggetti di considerazione che lo stato delle popolazioni cattoliche porge,
altri e

pi gravi potrebbero ancora addursene che di-

pendono

dall'

andamento ordinario

anche toccare
proprio delle

delle cose,

senza ne-

uomini, i quali pure, com'


umane cose, non hanno messe poche ravizii degli

ma, per dir molto in breve,


nostre osservazioni in questo,

dici nelle loro istituzioni;

noi

compendieremo

le

che T educazione religiosa delle nostre popolazioni


pi negativa che positiva, e mentre per la forma consuetudinaria ed esteriore , sebbene non sempre con
altezza e dignit, sovrabbondante, per la sostanza, ossia

per

la

parte morale e pratica, spesso insufficiente.

Ma questi pochi

e supertcialissimi tocchi ne

hanno gi
condotti fuori del nostro confine, e perci ne conviene
abbandonare

cotal soggetto, lasciando cos

bozzata un* immagine,

appena ab-

che gi pu bastare ad

atti-

rar l'attenzione di chi voglia considerarla, perch ri-

sponde alla fisionomia che con pi o meno variet,


secondo le influenze, le civilt, i contatti, presenta ai

dove regna o dove abbia


molte chiese, poche
ultra-cattolico:
regime
regnato
che
devozione
virt; pi passioni che giuscuole; pi
nostri giorni ogni societ,
il

dizio; reciproca intolleranza; poca prosperit; alternativa di

sommissione

e di ribellione;

sempre bisognose
una setta , senza

di autorit in

un convento come

averne mai

giusto concetto, l'adorano servilmente

il

e l'infrangono sempre.

in

152

IL

CONCILIO VATICANO.

IV.

Nuovo Kegolamento.

1. Per mancanza d'


ogni indipendenza nei giudizii
da un lato, per non volervi dall'altro riconoscere che

o servi o nemici, queste considerazioni vengono ordinariamente tacciate di essere fatte per animo ostile,
e perci sono tenute per ingiuriose

da coloro, a cui

spiacciono, e da tutto il gregge che essi conducono.


Basta a costoro per isdebitarsi d' ogni responsabilit
di ci che avviene nel
solita

verni.

che

mondo, caricarne

Frammassoneria, ed

Le

in questi ultimi

le stte,

tempi

la

Go-

valgono pi come argomento di accusa


essendoch non si producano e non ab-

stte

di scusa,

biano altrimenti facolt di muovere

per l'agio che danno loro


esse nascono

come

le

le societ se

non

istituzioni, nelle quali

gl'insetti nei corpi,

fenomeno

in-

fanno fede
separabile dalla loro corruzione. Di questo
tutte le societ sane e virtuose, che,

o ne son prive o non

le

fanno

vivendo libere,

attecchire.

Quanto

Frammassoneria, essa ha per il partito cattolico lo


stesso uso che per i liberali la Compagnia di Ges.
L'una e l'altra sono alla loro volta reciprocamente
alla

causa

di tutto

il

male che avviene

Governi, chi dubita che

un

essi

al

mondo. Quanto

non sarebbero

ai

tutti in

parere del Papa, qualora potessero? E chi non sa che ai giorni che corrono essi
batter di

ciglio del

NUOVO REGOLAMENTO.

153

sono appena quel che vien loro concesso

di essere dal

preponderante spirito dei tempi?


2.

Anche

fra

Cattolici cosi detti liberali raro si

riscontra la questione religiosa elevata sinteticamenle


a questo livello di generalit. Nelle tante pubblicazioni

venute da loro negli ultimi tempi non

si trattano per
che soggetti parziali senza collegarli fra s e
senza considerarli nella loro azione complessiva, nella

lo pi

quale solamente appariscono nella vera luce.


atti

a maggiore altezza

l'

degli

Indirizzo dei Cattolici di Co-

blenza all'arcivescovo di Treveri

care entro
ai

Uno

che, sebbene di natura parziale, sembra elevarsi

confini dell'

*
:

e chi volesse cer-

ordinamento

cattolico

rimedio

mali sopraccennati, non avrebbe per cominciare che

a ripetere

le

parole ivi dette:

Non

ci

dissimuliamo

che l'esame particolarizzato, e la soluzione delle difficolt provenienti da quei bisogni numerosi, e che

prendono radice nella

vita s molteplice della Chiesa,

sarebbe impossibile per

nismo
le

della Chiesa

forme pi

atte

un Concilio

generale. L'orga-

dovr creare nelle sue diverse parti

a vincere

il

male ed a lasciare

il

spiegamento all'azione delle forze salutari. L' Indirizzo termina


chiedendo il ristabilimento
loro

libero

assemblee o sinodi nazionali, provinciali e diocesani, che provvedono sempre ai varii, vecchi e nuovi
delle

bisogni delle Chiese e della Chiesa. Questo Indirizzo


tutt'

insieme,

uno

dei pi notabili documenti che sieno

venuti in luce sopra cosiffatte materie. Esso contiene

rimedio a tutte le questioni ed ai mali,


che abbiamo segnalato pi sopra. La sua teoria per le
la

risposta e

il

Vedi Y Appendice.

154

IL

CONCILIO VATICANO.

relazioni fra la Chiesa e lo Stato la forinola


pi razionale, pi precisa, del concetto della Chiesa libera in Stato

libero. In brevi parole


quell' Indirizzo

un pensiero

bene ordinato ed assai compiuto di libert


applicata,
per quanto essa pu comportare, all'istituzione cattolica.
3. Invece per di tali
questioni l'attenzione del
Concilio era ormai irrevocabilmente concentrata
sopra

Questa definizione incombeva sul Con-

infallibilit.

ne impacciava ogni movimento la maggioranza


non aveva pi altro obbietto che questo, e lo persecilio e

guiva con queir intensit

che tutta propria


dei sentimenti e delle passioni religiose. L' umanit che
fa e disf a vicenda sempre le stesse cose con la pi
di volere

sincera convinzione di progredire di continuo, abbatte

con gran

pena

si

fatica

despotismi e gli oracoli che con egual

fabbricati, e poi torna a fabbricarli da capo,

persuasa di far cosa nuova e sprezzando anzi e deri-

dendo

date ad

passati

come

uno ad uno

non fossero opera sua. Diman-

se

agi* Infallibilisti

delle antiche apoteosi,

ovvero

che cosa pensino

della semplicit di

cune Fedi che in alcune genti ancora


cos vive

alzeranno

si

tanto sincere forse quanto la

le spalle

al-

conservano
loro: essi

per compassione e non vi risponde-

ranno neppure. Uniti insieme, a che altro intendono alcuni di loro con altrettanta convinzione se non a creare,
per quanto possono, da se stessi nel seno della propria

Fede

e patria

una

di quelle condizioni che,

dovunque la
non ammetterebbero neppure
discussione? Ma nondimeno l' umanit

trovassero, fuori di loro


all'

onore

della

non mostra mai passioni cos violente come in questo,


e sebbene la forma delle manifestazioni sia pi mite,

NUOVO REGOLAMENTO.

155

l'intensit dei sentimenti, ogni qual volta si


applicano a

materie religiose, sempre la stessa. Trentun riunioni


sono slate tenute, comprese le due sessioni, dal 6 dicembre fino al 22 febbraio, e in esse hanno parlato

150 oratori
zione

circa, e senza

tutte e sopra tutti.

verso

che mai sia stata

dell' infallibilit,

met

fatta

men-

faceva sentire sopra


questa
In una delle ultime congregazioni,
si

mese di febbraio, un vescovo francese


la prima volto in una sua orazione, proponendone la pronta dichiarazione, come un
la

ne parl

modo

e la

del

nomin per

di tagliar corto a tutte le questioni: l'accoglienza

fu molto fredda, e

l'allusione

che producesse verun

lasci cadere senza

si

effetto. Ostile

fu pur l'accoglienza

Congregazione al discorso di un altro


vescovo, che assal con ostentazione e con molta vio-

fatta nella stessa

questo secondo tentativo da


molte
voci con molto strepito
maggioranza
che

il basta applicalo da
gridarono: sufficit,
tempo
lenza

l'opposizione.

parte della

immemorabile

al

cospetto del pubblico.

Gran parte del gennaio

4.

non

a tutte le rappresentazioni, le quali

incontrano favore

si

occupato nello

schema sui vescovi, che fu poi finalmente rinviato nella


Congregazione del 24, dopo una splendida orazione del
vescovo

di

Bosnia e Sirmio, nella quale peror anche

esso per

il

ristabilimento dei sinodi provinciali e dio-

cesani, quello stesso che viene chiesto nell'Indirizzo


dei Cattolici di Coblenza. Discorse in quella della necessit

deli'

intervento dei vescovi nelle dichiarazioni

della Chiesa, anzich

dal

Papa per mezzo

queste

si

di Bolle,

facciano esclusivamente

ovvero Brevi.

ci, si faceva manifesta allusione alla Bolla

In

per

dire
la

li-

IL CONCILIO VATICANO.

156

mitazione delle censure, emanata dal Papa prima dell'apertura del Concilio. Gonchiudeva dicendo, che il ri-

durre

vescovi a semplici

del

uffiziali

Papa cosa

contraria allo spirito della Chiesa. In questo discorso


il

vescovo

Bosnia e Sirmio tratt anche della ma-

di

niera, ond' era composto

come non

il

Collegio dei cardinali, e

non

vi abbiano parte bastante e

adito abbastanza facile

gli

uomini eminenti

vi trovino

nella Chiesa

ed appartenenti ad ogni nazione. Lo Strossmayer parl


un' altra volta pi tardi nello schema De moribus

ma non splendidamente come questa, nella


quale dicesi che fosse tanto ammirabile, quanto fu in
clericorum,

quella, in cui prese fin da principio

il

primo posto

fra

gli oratori del Concilio. Sulla fine di gennaio e sul co-

minciare di febbraio

schema Sui costami

si tratt lo

dei chierici: la discussione principi

il

26

agli 8 di febbraio. In questo

e si

comp
domina il concetto
scovi sopra

prende sopra
cesi e

gli

compenso

vescovi in quello

Spagnuoli

gennaio

dare un'autorit illimitata

di

preti, in
i

di

schema pre-

lo

ai

di quella che

il

De

episcopis.

ve-

Papa
Fran-

propugnarono con calore; ma,

fra coloro che

l'oppugnarono, si segnal particolarmente monsignor Scissmor per la chiarezza e l'evidenza,

con cui dimostr

la tiranna

e tutte le enormit

che dall'applicazione di quel sistema conseguirebbero.


Il

resto di febbraio fu

consumato sopra

lo

schema De

catechismo, che venne condotto a fine, dopo che solamente per questo ebbero parlato circa 40 oratori,
nella

pu

Congregazione del

di

22 febbraio. Questa data

tenersi per quella, colla quale si chiude la

fase del Concilio, che si

consumata

prima

nel rinviare senza

157

NUOVO REGOLAMENTO.

distinzione tutte le proposte, e nella quale perita


senza remissione una parte del programma della Civilt Cattolica; cio la spontaneit e V unanimit.
5. In
il

questo stesso giorno finalmente

nuovo Regolamento,

tutti

disegni che

rando con lo scopo

ossia

il

si

pubblic
ultimo di

risultato

si

andavano da gran tempo matu-

di

porre un limite
scorso

del quale atto fino dallo

alle

discussioni;

si

era in tanta

mese

venne pur concesso* un


vacanze per prepararsi a
riprendere poi con questa nuova

aspettativa. Nello stesso giorno


di dieci giorni

periodo

farne uso, a fine di

norma

Roma

di

nuova lena quel cammino, nel quale


riposa qualche volta, ma non si arresta mai.

e con
si

Non giova ripetere che per questo nuovo Regolamento


come pel primo non venne dimandato il parere dei
Padri, n consultata l'Assemblea;

esso fu comunicato

al

dalla autorit slessa e

ma, come

il

primo,

Concilio, e posto in esecuzione

con quello stesso intendimento,

col quale fin da principio tutto era stato preparato ed

ordinato. Esso contiene presso a poco

che

accennammo pi sopra come

quali

si

erano finalmente fermati

le

disposizioni

quelle,

sopra

le

varii consigli della

parte direttiva del Concilio riunita a tale effetto, con


queste varianti, cio che sarebbe facoltativo e non obbligatorio

per

Padri

il

presentare

le

orazioni

in

Commissioni, rimanendo sempre fermo


che, quando fossero consegnate, le Commissioni s'inca-

iscritto alle

ricassero di distribuirle stampate in

compendio

a tutti

ne conseguiva che
i vescovi. Da questa disposizione
quanti non volevano servirsi di tale facolt, e preferivano

recitarle

o anche leggerle, potessero

farlo

158

IL CONCILIO

come

per Y avanti

VATICANO.

era fatta notabile innovazione.

documento due

da

questo lato non

Ma

vi

e perci

articoli

che erano

sere, e contenevano lo spirito del


Il

primo era

la

aveano

sua ragione d'es-

nuovo Regolamento.

che veniva concessa

la facolt

denti di poter troncare

regolare

denti del Concilio

si

si

poteva sembrare

disposizione

mezzo per

la

ai

presi-

discorso ad un oratore ogni

il

qualvolta egli uscisse dal soggetto che

Questa

si

in questo

discussione;

discuteva.

un

semplice

ma uno

dei presi-

assunse l'incarico di farne sentire

giorno stesso, uel quale


vescovo di Colocsza monsignor Haynald, uno degli uomini pi eminenti dell' opposizione
tutta la gravit proprio nel

fu pubblicata.

Episcopato, fu invitato dai presidenti a tacere e

dell'

a scendere
per

rica,

Il

dall'

del Breviario
tro

g'

ambone per non

so che citazione sto-

quale recava in proposito della riforma

la

romano

l'autorit

di

un Papa

con-

intendimenti della maggioranza. Questo inter-

vento della Presidenza in materia che non era d'ornel

dine, praticato

gato

il

giorno appunto che era promul-

nuovo Regolamento, mostr all'opposizione

Y uso che

la

Presidenza potrebbe fare delle facolt che

venivan date.

secondo articolo, assai pi importante del primo, disponeva che, quando una materia
le

Il

fosse satis excussa, potesse proporsi la chiusura della

discussione per iniziativa


fosse dimandata da
Si
la

dei

Padri

purch
di dieci.

disponeva egualmente in questo articolo che, quando


chiusura fosse richiesta , sarebbe votata nella tor-

nata stessa per alzata e seduta, e che


a

stessi,

un numero non minore

tale

effetto

il

giudizio

della

si

accetterebbe

maggioranza puro e

NUOVO REGOLAMENTO.

159

Il risultato
pratico di questi provvedimenti
era che la maggioranza rimaneva unica ed assoluta

semplice.

padrona della discussione che essa poteva tollerare,


finch voleva , e arrestare ugualmente a suo piacere.
Vero che vi era espressa la condizione che la materia fosse satis

e del

minava

stessa.

chi era

giudice del

il

come

Il

maggioranza do-

criterio della

nuovo Regolamento, poich veniva


esso stabilito che le varie parli di uno schema

in tutto

anche in
i

ma

quando questa condizione fosse adempiuta ? La

maggioranza

excussa:

il

suoi emendamenti fossero votati per alzata e se-

duta, e che decernetur quel che risulterebbe dal volo

maggioranza. Per la votazione definitiva dell'intiero schema confermato il voto orale col placet o

della

non placet, ma per questo non


ch

in

quel punto

vuoisi per

verun

s'

si

dice pi oltre, per-

incontra l'autorit papale che non

titolo

menomare n compromettere,
muta lo schema

e che per se sola e col solo suo placito


in decreto.

6. Chiaramente apparisce il concetto che ha governalo queste modificazioni. Non essendosi potuto
ottenere l'unanimit, si cambiato di direzione ed

stato mestieri accontentarsi della maggioranza: questa infatti si riscontrava nel Concilio gi

ordinata, e per la sua omogeneit

essa

la

ovvio e

pi ampia fede. Inoltre questo


il

pi legale per ridurre

sizione. Quindi che nel


di

accrescerne

1'

all'

disposta ed

poteva riporre in

si

mezzo

era

nuovo Regolamento

autorit,

di

il

pi

impotenza l'oppo-

darle la

si

cerca

maggiore

in-

fluenza, rimettendo ogni cosa nel giudizio della mag-

gioranza. Questo ci che d

grande importanza

160

IL CONCILIO

VATICANO.

a quel!' articolo,

il
quale pregiudica, contrariamente
all'opinione e agl'interessi dell'opposizione, una delle

pi gravi questioni del Concilio, quella


nelle

Regolamento
gli

dell' unanimit
Quel che poi costituisce nel nuovo

decisioui.
il

opponenti,

punto immediatamente minaccioso per


che per suo mezzo g' Infallibilisti

possono, quando che vogliano, nello spazio di una


settimana, mediante un postulato di dieci di loro e con
l'aiuto

della maggioranza, sulla


quale essi possono
assegnamento, arrestare e dichiarare chiusa la

fare

discussione, votare lo
tarlo

all'

schema De

ecclesia,

approvazione del Papa. Che

essi

e presen-

non avessero

intenzione di valersi di questa facolt cos presto, pu


arguirsi dall' ingiunzione inserita nel Regolamento,

che

tutti coloro,

quali

posizione, debbano

si

oppongono ad alcuna pro-

sostituire

quella che combattono, e

la

propria opinione a

non contentarsi

alla

semplice

negazione della medesima: questa precauzione era


inutile, se si voleva illieo et immediate imporre gli

schemi

alla

minoranza; ci nulladimeno

cose era, dopo

biamo

il

descritto.

lo stato delle

nuovo Regolamento, quello che abUna volta stabilito il criterio della

maggioranza, come avviene in un'assemblea del secolo, anche nel Concilio la minoranza si trova in bala
della

maggioranza, con questa differenza per che

giudizi^ della prima, se sbagliati o non pi oppor-

possono revocarsi; quelli del secondo, si perch concernono il pi delle volte verit assolute, si
tuni,

per vecchia usanza nelle materie anche semplicemente


disciplinari,

sono irrevocabili. Egli proprio che queben preparata e cos

sta istituzione papale talmente

NUOVO REGOLAMENTO.
bene adagiata

nella Chiesa, che,

161

come

la

movimento che

simbolica, per qualsiasi

schema condanna

sua immagine
faccia sta

sem-

maggioranza, nel
Regolamento l'approva, senza neppure aver timore di

pre a galla. Nello

nell'

contraddirsi, perch

corde

nell'

affermare

uno e

la

quella stessa Congregazione

7. In

caso con-

nell' altro

sua illimitata autorit.

la

si

era distri-

nuovo schema Sugli Ordini religiosi, e dicesi


che fosse anche distribuito un Indice generale delle
buito un

materie da trattarsi nel Concilio. Dopo questa Congregazione cos piena di gravi avvenimenti incominciarono
a decorrere

vacanze, che erano

dieci giorni di

concessi ai Padri per prepararsi ad adoperare

modo. Questa pausa divide

la

stati

nuovo

il

fase del Concilio

prima

Vaticano, quella che abbiamo percorsa, dalla seconda

inaugurata con questo nuovo metodo,


tutti

in

momento

quel

tanto pi

minacciosa,

maggioranza

si

incerta

come

quanto pi

resistenza.

La

nuovo Regolamento non

fu

la

come divenne

cos cattiva fra gli


I

era resa sensibile, e per conseguenza

impressione del

presso.

era per

pressione della

la

pi viva da parte della minoranza

prima

che

l'avvenire,

opponenti,
pi de' vescovi da principio non

troppo malcontenti

di

in ap-

sembravano

questa riforma, perch fondata

sopra l'argomento pi semplice e pi connaturale ad


un' Assemblea; ma gli opponenti non tardarono ad avvedersi qual pericolo vi

come,

ogni giorno pi
disfatta.

pu

si

racchiudesse per loro, e

se l'accettassero, la loro condizione diverrebbe

Il

difficile,

rigettarlo

talvolta

e da ultimo indubitata

non era neppure cosa

aver torto

nell'

imporre

il

la

facile.

loro

Se

si

giudizio della
1!

162

IL CONCILIO VATICANO.

maggioranza, si ha sempre nel non accettarlo. Del resto, T esempio della riuscita dei primi Indirizzi che
protestavano contro

il

primo Regolamento

incoraggiante a ripetere simili

rimarrebbero senza
lasciava

primi

La proroga dell'Assemblea

si

appiglierebbe l'opposizione a fronte


questo nuovo stato; ma molto probabile che non

qual partito
di

non era

come

che

sospeso, senza che potesse dirsi a

in

tutti

effetto.

atti,

lasceranno riprendere

le

discussioni senza avervi prov-

veduto.
8.

Prima

mese, ne ricorrono

questo
dole

di finirla del tutto

meno

alla

con

le

mente

adunanze

oscura che avvennero durante quelle,

che non mancano neppur essi

di

di

episodii d'in-

un certo color

locale.

Dupanloup aveva fatto intendere ai cardinali che si


desidererebbe da loro una maggior somiglianza con i

Il

loro predecessori dei tempi, nei quali

il

Sacro Collegio

aveva maggior indipendenza ed autorit. Il cardinale


Di Pietro aveva risposto per il Sacro Collegio, ritorcendo l'argomento, che cio, se alcuna cosa poteva
trovarsi a ridire sopra questo venerabile corpo, egli

era sui costumi dei cardinali antichi e non certo su

Forsech avevano ragione ambeopinione del vescovo d' Orlans per-

quelli dei moderni,

due, senza che

l'

desse per questo accomodamento nulla del suo valore.


Fin qui non v' ha nulla di notabile: era uno degli assalti

getto

che
fra

si

ripetevano ogni giorno e sopra

quel d fuori

dell'

ogni sog-

maggioranza, ma fu in
ordinario che il Dupanloup nel re-

l'opposizione e

la

al Vaticano perde una parte del


manoscritto originale del suo discorso. Questo avve-

carsi dalla sua villa

163

NUOVO REGOLAMENTO.

nimento
sit e

la

curio-

fervide

imma-

niun valore in se stesso occup

di

prest per pi giorni materia

alle

ginazioni dei novellieri conciliari, e ci volle del

per persuader
un manoscritto

loro che

tempo
un vescovo poteva perdere

come un

altro semplice mortale, senza

che da ci

dovesse attendere alcun misterioso e

si

umoristico ve-

straordinario evento. Qualche tratto

nuto pure

rallegrare a quando a quando queste

monotone riunioni, e fra gli


gno di particolare menzione

altri si citato
il

come

de-

discorso di un vescovo

napoletano sopra l'uso della veste talare, che dicono


destasse una lunga e strepitosa ilarit
sopra le venerande faccie dei Padri del Concilio.
9. Negli ozii

delle

vacanze cominci a pullulare


i
vescovi profittavano di

ogni sorla di postulati, ed

questo riposo per accumulare nuova materia, come


se non ve ne fosse gi abbastanza da mettere alla

prova

poca fede del secolo XIX. Ve ne ha uno per

la

l'Assunzione della Vergine, che fu delle proposizioni


annunziate nel primo programma della Civilt Cattolica:

tato

ve ne ha uno

dal giornale

de'

vescovi orientali, che ripor-

V Univers,

affinch

si

faccia

dalla

Chiesa alcuna dichiarazione tendente a prescrivere e


limitare

il

diritto di guerra.

anatemi e tante condanne


semplice carit.

Armeni

Non
si

E pensare che

poco che fra tanti

ritrovi
si

deve

un pensiero
ai

di

Copti ed agli

10. L'opinione cattolica liberale continuava intanto

anch'essa a produrre pubblicazioni

importanza contemporanea vivissima, e fra queste tiene certamente

il

primo luogo

d'

l'articolo del Dttllinger

sopra l'Indirizzo

164

CONCILIO VATICANO.

IL

Dllinger ne ricev congratulazioni


della Germania, da Colonia,

Il

degl'Infallibilisli.

ed Indirizzi da varie parti

Bona, Mnster, Breslau, Fribourg, Tubingen, da Praga


ed

mente

ma

pensiero e di azione;

altri centri di

particolar-

dalle Universit e dalle Facolt teologiche,

di quelle che

per

i'

anche

addietro professavano opinioni disi accordavano nel lodare

verse. Tutti questi Indirizzi


la

sua fermezza

consentivano con

lui e

vano a persistere nel suo proposito. La

l'

incoraggia-

difesa del libro

le lettere del Padre Gratry,


del Maret per lui stesso
furono dopo quella le principali pubblicazioni che apparvero di l dai monti. Ne apparvero alcune anche in
,

ed una, nel suo genere scritta con particolare accuratezza e seriet, anonima, intitolata: Della pretesa
Italia,

infallibilit del

scevano e

Papa. Tutte queste pubblicazioni cre-

moltiplicavano all' infinito.


11. Altra parte nella pubblica curiosit ebbe
si

discorso del Papa

il

all'apertura dell'Esposizione per

l'arte applicata al culto cattolico;

nel quale egli fece

una dichiarazione, che da nessuno

si aspettava in tale
occasione e che certo trovava difficilmente luogo in

un

discorso a proposito

Esso ha dichiarato

d' arte.

sere errore, anzi bestemmia,

il

dire che

es-

Chiesa

la

abbia bisogno di riforma, facendo allusione


ad una frase detta in questo senso da un ragguardevole personaggio, e sulla quale cadeva l'altissima riCattolica

provazione.

form

tosto

dicazione.

personaggio non

Il

una

Roma, dopo

nominato

ma

si

doppia interpretazione della data in-

Sembra che uno

lico liberale di

si

dei capi del partito catto-

Francia, irritato

esserne

stalo

dei procedimenti

caldissimo

partigiano,

di
si

NUOVO REGOLAMENTO.

165

fosse aperto con qualche suo conoscente, dicendo che


la Chiesa aveva bisogno di un 89. Il Papa aveva citato tal frase, facendola seguire
liberali

Cattolici

da quella condanna.

hanno creduto riconoscervi un'

sione e perci una condanna per


nali oltramontani si

il

loro capo

allu-

gior-

sono con maligno piacere prestali

a questa interpretazione per far loro dispetto. Questa

prima interpretazione. L' Osservatore Romano si


invece a cambiare direzione all' interpreta-

la

affrett

zione che

Papa

il

aveva specificatamente attribuite al gran


denominazione vaga, ma che in

le

italiano:

demagogo
ogni

voleva dare a queste parole, sostenendo che

si

modo

escludeva un cattolico francese. Ecco

la se-

conda interpretazione. Se questa fosse stata la vera, il


Papa avrebbe molto probabilmente sbagliato cifra,
perch se
citato

1'

il

cattolico francese avesse in tale occasione

89, c' tutto da scommettere che

un demagogo

animi in quel
detto
il*
avrebbe
93.
Se
l'allusione
tempo,
piuttosto
come
tutto
d
di
motivo
crederlo,
colpisca veramente,
italiano, nello stato

particolarmente degli

Cattolici liberali francesi, essi

lo

stesso trattamento che

liberali

se

non

italiani,

giustizia.

riceverebbero dal Papa

hanno voluto

sotto questo aspetto

Considerando per

frase che produsse tanto effetto, essa

infliggere ai

non sarebbe

in

se

slessa la

come

la

pi

compongono il Sillabo, cio


indefinita, e quindi, non avendo un senso determinato,
si presta egualmente ad ogni commento favorevole o
gran parte

di

quelle che

sfavorevole che voglia farsene. Se per l'89, se per

riforma
che

il

s'

la

intende quella di Lutero, non v'ha dubbio

Papa non possa tesserne elogi;

ma

se s'intende

166

IL CONCILIO

VATICANO.

modificazioni e cambiamenti in

sono necessarii,
perch allora

si

sia

potrebbe
convocato

genere, secondo che

in

questo caso richiedere,

il

Concilio. Se

non

v' era

nulla o poco da cambiare, era inutile

dopo tre secoli


convocarlo. Se v'ha da cambiare, v'ha da riformare,
talch, usando quella frase in senso assoluto, s' indurrebbe

il

Papa a condannare se stesso;

la

qual cosa av-

venendo, dei resto, propriamente nel soggetto della


convocazione del Concilio, avrebbe potuto anche andar
d' accordo con 1' opinione personale di varii prelati
e
,

qualche cardinale della Curia Romana.

fin di

12. Tutti questi ultimi avvenimenti avevano, e par-

ticolarmente

la

conoscenza delle massime di

blico ecclesiastico contenute nello

diritto

schema De

pub-

ecclesia,

provocato un cambiamento nel contegno delle potenze


cattoliche rispetto al Concilio, le quali via via che la
Chiesa accennava a non voler riconoscere
Slato,

sembravano

sospetto di quella della

cune

delle

la libert dello

cominciare a prender
Chiesa. Fino ad ora solamente al-

dal canto loro

Legazioni delle piccole potenze cattoliche ave-

vano dato segno

di

occuparsi degli affari del Concilio

ora pareva che anche quelle delle grandi, e fin quella di


Francia, avessero ricevute istruzioni per occuparsene
esercitare qualche azione
pi da vicino e cercassero di
sopra gli avvenimenti che si passavano in Valicano. Ro-

ma

per se ne difese con la sua riconosciuta abilit


diplomatica, e si cred in quel tempo che la sua influenza non fosse estranea

bavarese,
strato di

come

quello che

comprendere

la

alla

caduta

del

Ministero

primo e solo aveva mo-

gravit della questione, e se

n'era occupalo con pi energia che non fosse richie-

NUOVO REGOLAMENTO.

le potenze cattoliche. Ora


caduta del Ministero bavarese Roma si era

sua piccolezza fra

sta dalla

che con

la

un imbarazzo

tolto

potenze

167

di

quasi creduto che

sarebbesi

prim' ordine ne volessero prendere

il

le

luogo.

Si torn allora a parlare dell'invio da farsi degli

am-

basciatori al Concilio da parte delle varie potenze cattoliche, secondo che era l'antica usanza, rinunziando

cosi

all'

Roma

astensione, dalla quale

ciale di Francia fuori di quello

ordinario presso

la

ben giovato

di

il

che adempiva

ufficio

('

Santa Sede, senza peraltro che an-

cora se ne designasse
cos

traeva tutto

un ambasciatore spe-

profitto. Si parl sopratlutto di

il

nome.

Il

Vaticano intanto

questa prima prova

sa, che l'ambasciatore,

il

si

Chie-

di libera

quale riuscir d'ora in avanti

ad assistere ad una congregazione del Concilio

dar

saggio di non poca destrezza e di non mediocre cono-

scenza dei suo mestiere. Checch ne


dei Gabinetti,

non

men

sia di queste voglie


vero che l'attenzione dell'Eu-

ropa cominciava a viepi raccogliersi sopra il Vaticano, e T opinione pubblica ad occuparsene pi che non
voleva. La Germania

Roma dava

il

era sempre

nifestava qualche sintomo

troppo

presto, comecch

perfino

in queste

fluenza,

non

si

ma-

discussione e non era

sia

da rammaricarsi, che

nuova

ne

iniziativa e la vita vi

spandano per

lei

di esercitarvi poca in-

vengano

Nord, e

dal

che tardi e languidi

riflessi.

primo un ringraziamento

Il

al

suo arcivescovo per non aver firmato


l'infallibilit,

Italia si

di

Clero di Milano indirizz

per

che a

focolare

materie, nelle quali essa non ha

certo scusa di esser


l'

il

pi gran pensiero. Anche in

il

postulato

pregandolo di mantenere saldi

riti

168

CONCILIO VATICANO.

IL

e la dignit della Chiesa Ambrosiana.

Da Oriente

si af-

facciavano pi nere tempeste. L'abolizione delle prero-

Roma si provata a proha


muovere,
profondamente irritato quelle comunit
cristiane, e le condiscendenze verso Roma di alcuni
gative di quelle Chiese che

dei loro vescovi che assistevano al Concilio, venivano

minacciate di uno scisma; pianta che alligna in quelle


regioni con rara prosperit, e che vi trova sempre

qualcuno per coltivarla e trarne profitto. A Roma se


ne intimorirono un poco, trattarono per iscongiurare
questa procella, senza per desistere dal perseguire il
proprio intento; ma nulladimeno se ne diedero pensiero,

mentre sembravano

sizione

occidentale.

Armeni commuove
uomini e dei pi

affatto insensibili all'oppo-

Perch
il

la
separazione di pochi
Valicano pi di quella di tanti

intelligenti di

Europa?

13. Del resto, nulla era cambiato,

nelle condizioni del Concilio


stesse probabilit.

Quanto

le stesse

quella

come

si

vede,

proporzioni,

della

le

sua durata,

in questo tempo l' arcivescovo di


all'arcidiacono diNtre-Dame:
sua
lettera
Parigi in una
ritorno
col egli dice: sar senza
parlando del suo

cos ne ragionava

dubbio a Pasqua,

sia

che

il

Concilio abbia terminata

l'opera sua, sia che debba riprenderla nel prossimo

dicembre.

Secondo questo giudizio non sarebbero

ri-

maste
Concilio, per compire
opera sua in questo
anno, pi di sei settimane. Nonostante la competenza
al

1'

di chi la manifestava, questa opinione


bile. Altri

fine o

pi longanimi

almeno

la

si

non era probadi vederne la

contentavano

sospensione per

la festa di

tro, e nel far prevalere questa supposizione

San Pie-

avevano

NUOVO REGOLAMENTO.
dalla loro

in tal

tempo
la

stanza,
l'

il

termometro

e l'uso di

169

Roma

che sospende

dell'anno ogni attivit. Quanto alla so-

questione rimaneva sempre tale e quale:

opposizione riuscirebbe essa ad impedire

tismo nella Chiesa? Questo


sul quale gravitano tutte

le

il

compendio,

altre questioni,

secondane e a cui altrimenti non

perci

1*

assolu-

il

punto,
che restano
si

sarebbe

pensato neppure. Tre erano le ipotesi che si presentavano alla mente.


l'opposizione riesciva vinta ed

impotente a mettere alcun freno

maggioranza, ed allora, secondo

vano prevalere da ambe


cattolici

come

cesserebbero di

le

alle

gl'istinti

di esser

concetto dominante riguardo

forma l'odierna

civilt loro, e

notabile degl'intelletti

con

al

che

si

pi degli

parti,

fatto

pretensioni della

tali,

vedeStati

almeno

pensiero che in-

essi

pure una parte

vivi ed intelligenti che tuttora

stanno nel grembo della Chiesa; mentre questa, diminuita da cosiffatte perdite, e in bala di un'unica volont, sarebbe spinta in

un avvenire che niuna mente

umana pu saviamente apprezzare ne prevedere.


opposizione riesciva solamente a modificare in qualche modo, pi nella forma della loro manifestazione
l'

che nella vera sostanza,


ed in

tal

propositi della maggioranza,

caso non vi sarebbe pressoch nulla di cam-

biato nella

economia

della Chiesa, eccetto

che questo

sarebbe un precedente di pi, del quale dalla Curia


Romana si terrebbe conto per quella parte che consente con essa, lasciando l'altra perdersi in appresso
i banchi delle Congregazioni romane, finch sorga
una nuova occasione per riprendere l'opera interrotta

fra

e condurla a compimento.

l'opposizione perverrebbe

170

CONCILIO VATICANO.

IL

finalmente ad arrestare
solutista nella Chiesa,

ciare

una riforma,

della quale

stessa riunione

questa

movimento

il

assoluto ed as-

ed allora solo potrebbe cominquesto

fatto,

non sarebbe che

Ma questo scopo, abbench


lora sembrava assai difficile

assai

La Gazzetta

a conseguire, e

d' Augusta, che

e forse

prologo.
fin

modesto,

senso di sgomento prevaleva generalmente


sizione.

il

d'al-

un certa

nell'

oppo-

uno dei suoi pi

autorevoli giornali, non lo dissimulava negli ultimi


articoli, nei

quali appariva

successo finale di

la

pi gran diffidenza nel

grave questione.
14. Certo che la maggioranza, dominante a

vi-

cenda e dominata dal partito cattolico, involveva l'opposizione in una

rete

di

tradizioni e

legalit, di

di

una praconsumata da tempo immemorabile; e che mentre

spedienti preparati da secoli e maneggiati con


tica

questa rete

la

renza delle

Somme

involve,

compongono fermi
torit.

la disciplina ecclesiastica, la

Chiavi mantiene

tutti

il

coloro che

sottrarsi alla volont

cos potenti mezzi, s'affaticava

assai

diffcile a

disponendo di
con tanta tenacit a con-

seguire quel che loro appariva

di chi,

come

il

compimento

ideale dell' edifcio della Chiesa. Ma, ci nonostante,


fatto stava

mesi che

il

la

nella disciplina ed obbedienti all'au-

Era quindi per ogni ragione

costoro

rive-

ancora contro
Concilio

si

il

giusti argomenti, e da tre

era radunato, n

la

questione

principale, n alcuna delle altre avevano ancora fatto

un

sol passo

verso qualsiasi soluzione.

---

171

MARZO

allo

Appendice

1.

Non

schema De ecclesia.

erasi ancora l'opposizione

maraviglia che aveva destata in essa

rimessa dalla

riforma del

la

Regolamento, anzi sempre pi viva si manifestava fra


i vescovi
oppositori la disapprovazione per il criterio
che conteneva, quello cio di accogliere apertamente
in

luogo della richiesta unanimil

gioranza, e per la facolt che vi


sidenza
la

di

limitare

la

sera del luned 7

distribuita
allo

De

giudizio della mag-

concedeva

libert della discussione

marzo

si

improvvisamente

sche ma

il

si

ecclesia, per

alla

Pre-

quando
conobbe che era stata

ai
la

vescovi un'Appendice
quale

si

proponeva

la

dichiarazione pura e semplice dell'infallibilit personale

materie

costume, secondo
esprimeva, veniva domandato dal pi gran numero dei vescovi raccolti in Concilio. Era questo il famoso postulalo contenuto nell' In-

del

Papa

quel che,

nelle

come

il

testo

di fede e di
si

dirizzo degl'Infallibilisti, quello che aveva risvegliato


tante contrariet, e che nonostante ci

ma

questa volta approvato dalla

si

riproduceva,

Commissione sopra

postulati per essere messo in discussione

dopo che

il

terreno era stato preparato col nuovo Regolamento.

IL CONCILIO VATICANO.

172

Soggiungeva

quell'atto che tale infallibilit

dovesse

ri-

guardarsi in tutto e per tutto equivalente all' infallibidi tutta la Chiesa riunita. Questa enunciazione

lit

veniva non senza arguzia espressa

in

un periodico

Ecumenico, con la
formola che non pu

dell'Alta Italia, intitolato II Concilio

formula algebrica: a

= aXb;

verificarsi che quando b, ossia in questo caso l'Episcopato, sia zero. Quando non volesse ammettersi la

soluzione data dal periodico, rimaneva


lardi

l'altra

data pi

Maret in un suo discorso, che cio questo


fosse un mistero cos incomprensibile come

dal

dogma

quello della Trinit.


si

ragionato,

chiunque professi

come

Il

documento, del quale abbiamo

chiude

con

altra

la

sanzione espressa che

credenza debba riguardarsi

fuori della Chiesa Cattolica.

2.

Fu questo un

spettalo sul capo

colpo di fulmine che scoppi ina-

dell'

opposizione. In

verit nessuno

vi si attendeva, e ne rimasero pieni di meraviglia tutti,

anche fuori del circolo speciale

di

coloro che

si

oc-

chiaro che
cupano particolarmente di tali materie.
il
si accordasse
un
era
non
quale
procedere,
questo

longanimit e

di prudenza
aveva
non
neppur mai
della Curia Romana; la quale
o almeno in forma cost
professato dottrine cos assolute

neppure con

le tradizioni di

assoluta, e certamente poi


fini

con modi cos violenti.

soffiato

sopra

la

non era usa


Il

di volere

suoi

vento d'oltremonte aveva

cauta e longanime

Curia, e portava

rapidamente i suoi propositi irrigiditi dalla propria


influenza. Grande fu in quei giorni la commozione:
l'opposizione fu colpita da vertigine ed era ben presso

a disperare

della salvezza.

173

APPENDICE ALLO SCHEMA DE ECCLESIA.


3.

Allorquando

si

era pubblicalo

nuovo Regola-

il

mento, l'opposizione aveva compreso che, se avesse


accetlato di continuare la discussione nella forma da
quello prescritta, tutto era finito per essa; e perci

trov ridotta

dimandare

a se stessa, se

si

non doveva

protestare ed abbandonare
l'

unica via che

le

il Concilio,
prendendo cos
rimaneva per non sottomettersi quella

Quando per

delle proprie diocesi.

vennero a contarsi
avrebbe potuto
tal

fra di loro

farsi

partito estremo,

il

vescovi opponenti

per conoscere su quanti

assegnamento per appigliarsi a


loro nuniero si trov di molta

scemato. Si disse da principio che potevasi contare a

ma

questo effetto sopra ottanta;

pi positivi giudicarono, e non andarono forse lontano dal vero, che

per una resistenza estrema fino ad


Concilio non

pra un

abbandonare

numero molto

inferiore, e questi giudizi on-

deggiavano
cinquanta e i trenta.
4. La distribuzione della nuova Appendice
fra

schema

fin di

il

potesse allora far fondamento che so-

si

allo

sgomento e il disordine nelle


loro file. Il processo era chiaro e non ammetteva dubitazione. Il Regolamento aveva gi provveduto alla
gettare lo

chiusura delle discussioni secondo


giudizio della maggioranza.
l'

infallibilit

Il

il

beneplacito ed

portava con s un monitum della

missione che aveva approvato

il

testo della proposta del-

il

Com-

postulato, e che eser-

citava insieme coi presidenti una grande influenza sulla

direzione del Concilio, per

il

quale

a presentare le osservazioni in

il

tempo concesso

iscritto

sopra

il

sog-

getto stesso veniva limitato a dieci giorni. Alla dichia-

razione dell'infallibilit

si

aggiungeva quella

esplicita

474

IL CONCILIO VATICANO.

che dovesse slimarsi fuori della Chiesa quegli che non


si

fosse sottomesso.

Il

pericolo della cosa era

dunque

per T opposizione troppo evidente: nello spazio di dieci


o quindici giorni la maggioranza volava lo schema

De

ecclesia con

l'Appendice, egli oppositori si troSe si pensa alla naturale


delle persone sottomesse alia disciplina ec-

vavano fuori
timidezza
clesiastica,

della Chiesa.

allo

stato

quando vengono
ai loro

intollerabile in

relegate fuori del

precedenti

a tutti

cui son poste,

grembo

vincoli,

ai

della Chiesa,

riguardi,

alle

le tengono collegale insieme, si comprender facilmente quale inquietudine gettasse fra

ambizioni che

esse

il

sinceri

procedere ardito della maggioranza. I capi pi


ed i pi compromessi erano nel pi grande

scoraggiamento, e

che

la

si

pot credere gi in quel

Civilt Cattolica avesse ragione e che

momento
i

Gesuiti

avessero vinto.

Come

5.

soleva

fare nei

momenti, nei

quali

si

sentiva pi gravemente minacciata, adesso pure l'opciascuno seposizione ebbe ricorso alla diplomazia, e
condo la propria nazionalit ai varii Governi; ma
l'altra.
questa volta ne ritrasse anche minor frutto che
in
erano
che
si
e
l'attenzione
Il movimento
questi ride-

stati

tempi per ci che conConcilio, erano di nuovo cessati, ed i Ga-

un poco

cerneva

il

negli

binetti tornati,

ultimi

come per

incanto, alla prima inazione.

ha scusa adequata alla noncuranza da


questi poi sempre addimostrata durante tutto il tempo
che si sono trattate materie cos gravi, e che in tanti
In verit

modi

non

e cos

tradizionale di

v'

La politica
li riguardano.
ha sempre avuto lo straordinario

direttamente

Roma

APPENDICE ALLO SCHEMA DE ECCLESIA.

175

vantaggio le sue disue fortune: per molti secoli ha sfruttato l'entusiasmo che essa risvegliava, ora sembra

privilegio di volgere a proprio

sgrazie

come

le

sfruttare egualmente l'indifferenza. Questa politica,


volta disposata a un' idea,
ostacoli che vi si

guimento.

frappongono per ottenerne


occasione

all'

Adoperata

una

adagia facilmente fra

si

dal

Concilio

del

essa

partito prevalente in Vaticano,

gli

conse-

il

non ha

fallito

il

segno. Partendo dalla convinzione dell' affievolito sentimento religioso, e perci della poca influenza di questo sopra

verni

la

vita e le sorti delle nazioni viventi,

affettano

Go-

una particolare noncuranza per ci

che lo riguarda. Di questa libert, della quale da qualche tempo Roma si vantaggia, ha pur goduto il Concilio
Vaticano. Tutte le antiche previsioni e provvisioni sono

Governi poste da banda. Al Vaticano non si


mancato di trarne profitto, e i suoi infaticabili amici han

state dai

preparato in questi ozii che loro

De

ecclesia, pel quale tutta

la

si

facevano

societ

sotto la direzione e l'autorit papale

ed evidenza che
nelle

la

Curia

siasi

schema

con una chiarezza

Romana non aveva mai

sue formole da che tiene

Ora qualunque

lo

viene ordinata

il

governo

opinione che

si

usata

della Chiesa.

sopra
decadenza del sentimento religioso, il non tener
conto di ci che si operava nel Concilio Vaticano , era
1'

professi

la

per lo

meno confondere

la

questione politica con

slorica: e qual che sia per essere con le

tuzioni l'avvenire
Stalo,

non

e di fatto

la

maggioranze

delle

men vero
religion
delle

moderne

relazioni fra la Chiesa

che

il

la

isti-

e lo

Cattolicesimo di diritto

dominante, se non unica, delle

schiatte

latine, e perci

non pu

176

IL

CONCILIO VATICANO.

essere indifferente a coloro che ne reggono

come,

direzione ed affidata
tutti

punto ne

a chi, e fino a qual

Governi

cura.

la

cattolici

se

si

le sorti,

il

sia esercitata la

questo ufficio fallirono

eccettui per poco quello

che solo parve intenderne tut!a l'importanza.


Per singolare ventura alcuni si trovarono anche neldi Baviera,

l'assoluta impotenza

sendo

la

Spagna

tardi dichiar

terrogazione

il

in intero sfacelo, e l'Italia,

fatta

su

nella

questo soggetto

avvenimenti

gli

Francia che sola teneva nelle mani

per

la

Francia che vegliava

coli'

all'

in-

Camera

politici fuori di

qualsivoglia relazione ed influenza sopra


la

come pi

Visconti Venosta nella risposta

essendo per

italiana,

verun' azione, es-

di esercitare

Roma. Ma per

le sorti del

arme

al

Papato,

braccio alla

porta del Concilio Vaticano, poich essa non sapeva rispettare le libert altrui, avrebbe
rispettare la religione propria e

che

almeno dovuto saper


non lasciarla, in ci

riguardava, con deplorabile indifferenza

la

nislrare e modificare,

comunque

ammi-

fosse, senza prendervi

alcuna parte, e senza cercar di esercitarvi una

tima influenza con

1'

unico

triste

legit-

spediente di essere

poi, secondo le circostanze, a vicenda la nazione cattolica e quella dell' 89, e

sempre

tanto cattolica, quanto

liberale.
6. I

richiami

Francia ed Austria

dei

vescovi agli ambasciadori di

si

erano rinnovati, e particolar-

mente per la pubblicazione del nuovo Regolamento;


T uno e T altro vi avevano opposto la pi ufficiale civilt.

respeltivi Governi, che fin da principio

dato loro istruzione per conservare


tralit,

poco o nulla

si

erano

la

avevano

pi intera neu-

in realt dipoi scostati

da

APPENDICE ALLO SCHEMA DE ECCLESIA.

questa condotta, dove non

177

voglia dare qualche im-

si

officiose del conte di


portanza alle
Dani, che producevano sulla Corte di Roma Y effetto gi
lettere ufficiali

ed

tremenda vanit

descritto dal Monti a proposito della

di Francia, che,

al

dire dello stesso poeta

nebbia che dal sol si doma. Vero che

sul Tebro

ultime

le

rimostranze presentate dal Ministro degli affari esteri


la riforma, se non m'inganno, del Regolamento
avevano invece avuto per risposta la distribuzione

per
s'

del postulato per Y infallibilit. Gli arditi e ripetuti colpi


dalla parte della

maggioranza,

e le

grida moribonde

che alzava l'opposizione, avevano riscosso per un mo-

mento
all'

cilio;

Governo francese, che era tornato

il

idea

dell'

ma questo ridestarsi

della

nuovo

di

invio degli oratori o ambasciadori

al

Con-

Francia era stato in gran

parte cagione che prontamente ed inaspettatamente

si

distribuisse ai vescovi la proposta dell' infallibilit: ed


infatti si

da

narr che,

Roma non

fatta

questa specie di colpo di Stato,

opponesse pi gran difficolt all' invio


degli ambasciadori. Infatti, dacch tutto il programma
si

del Concilio erasi fatto noto e

non

messo

nel corso legale

aveva pi nulla a temere dagli


oratori cesarei, poich non era difficile lo schermirsi
dalle loro esigenze con 1' autorit e la responsabilit di

della discussione,

si

tutta l'Assemblea; e a costoro,

rimaneva

quando pur venissero, non


compiere che quello

in realt altro ufficio da

di assistere

tranquillamente

allo

parte ufficiale di

un dramma,

conoscenza che

aveva

gran campo

al

si

svolgimento logico della


il

cui

delle cose

dubbio. Certo che

successo per

la

non lasciava gi pi
la

Francia fece pro-

poste in questo senso per operare di concerto con altre


12

IL CONCILIO VATICANO.

178

potenze cattoliche, che non vennero accolte con gran


calore. La Spagna e l'Italia ricusarono recisamente,

come

apparisce, quanto alla prima, dalla circolare in-

viala dal Ministero degli affari esteri di quella nazione


a*

suoi agenti diplomatici sopra

il

soggetto del Concilio:

e quanto alla seconda, dal discorso del Visconti Venosta

gi sopra mentovato. Essendo cos fallito questo tentativo di azione comune, sia che il Papa tornasse ad

av-

opporre difficolt, sia che il Governo francese


vedesse anch' esso qual parte era serbata al suo ambaera meglio mai
sciadore, e che ormai per questa volta
si

che tardi, certo che non

si

da mandarsi al Concilio: e

il

parl pi oltre di oratori

movimento diplomatico

sfog in note e spegazioni reciproche fra il Valicano


e le Tuileries. L' ambasciadore francese venne chia-

si

mato

a Parigi a dare spiegazioni sopra la sua condotta;

per anche questo segno

d' ira

fu di

breve durala e

cosi poco significante, che per qualche giorno appena


si

e ben presto
parl di richiamo definitivo,

si

torn

a rassicurare del ritorno al suo posto questo signore


di Banneville, la cui influenza ha

ardire degl'

sostenere

1'

posizione

agli estremi.

Infallibilisti

molto cooperato a
ed a ridurre

1'

op-

II.

Tregua.

questo tempo era venuto a morte il conte


di Montalembert, uno di quei pochi che lo slato mo1. In

rale della Francia, in attenenza colla propria


di sentire,

ha condannato a cosi dolorosa e

maniera

falsa

con-

TREGUA.

dizione, che dopo avere speso

la

sua

vita

79

smen-

suo liberalismo per la sua religione,


morto assai vicino ad essere rinnegato dalla sua relisovente

tire

gione per

il

il

suo liberalismo. Molti hanno rimpianto in

l'uomo erudito ed eloquente: pochi amici personali ed un piccolo partilo hanno potuto seguirlo nelle

lui

sue

evoluzioni fra

difficili

fallibilit, e

dominio temporale e l'inin lui l'uomo politico

il

perci rimpiangere

rappresentante di un'idea, se a ci non gli si


voglia tener conto dell'opportunit che in questa occasione il suo nome ha procacciata all'opposizione, e
o

il

dell'aiuto

che ha dato ad essa

Questa morte die occasione


sioni religiose che

nosce

la lettera

si

un

il

suo vivo ingegno.

lieve sfogo delle pas-

agitano in Vaticano.

che chiude

la

e la vita del Montalembert.

Ognuno

co-

carriera politico-religiosa

'

Quel linguaggio nobile e

fin di vita una testimonianza, per la quale


animi generosi e liberali devono farne pietosa e
grata ricordanza. Ben diverso da questo fu per 1' effetto che quella lettera produsse sopra il partito domi-

franco in

gli

nante in Vaticano. La vecchia ira contro


berale cattolico ringagliard,

il

partito

sembra che anche

liil

Papa facesse qualche discorso in senso non troppo benevolo al conte di Montalembert avanti buon numero
di uditori.

Nondimeno

gli

amici del conte non

si

peri-

tarono di dare una testimonianza dei loro vivi senti-

menti

alla

memoria

dell'illustre defunto,

ordina-

rono, per celebrarne l'esequie, un servizio funebre


nella chiesa d'Aracceli,

come

chiesa

addetta ai servizii del Municipio


1

Vedi P Appendice.

particolarmente

romano,

al

quale

il

180

IL CONCILIO VATICANO.

conte in occasione dei suoi buoni


zione di

Roma

ufficii

per

la

spedi-

era stato dal Governo fatto ascrivere

come

patrizio romano. Venuto a notizia del Papa l'ordinamento del funerale, ne volle immediatamente la
proibizione, e g' invitali riceverono avviso che il fu-

nerale non

si

farebbe pi nel giorno prefisso. Ci non

ostante alcuni vescovi, qualche diplomatico e pochi


amici del defunto, parte per non sembrare di voler
cedere alla prepotenza, parte, e furono i pi, per

avere ignorato

la

proibizione,

nel giorno stabilito,

si

dove trovarono un avviso dello

slesso tenore di quello che era slato


cilio, e

doverono quindi ritornarsene

mandato a domialle

senza aver neppure potato ottenere che

per

il

defunto una Messa

letta, alla

contentati di assistere senza veruna

Questo

fatto

alla chiesa

recarono

produsse in

tutti

quale

proprie case
si

celebrasse

si

sarebbero

pompa

o solennit.

una profonda impres-

sione, e fu l'apogeo di questa fase di viva pressione,

che incominciata con


giunta fino

alla

la

riforma del Regolamento era

proposta inattesa

dell'infallibilit,

niegare un omaggio di affetto


a
e di pietosa ricordanza un defunto che portava il nome
di conte di Montalembert

trascendeva ora fino

al

Qui comincia una tregua o piuttosto un movimento che poteva quasi accennare ad un tornare
2.

addietro, quando peraltro non fosse per ispiccar


glio

il

salto.

Il

giorno appresso

l'

me-

Osservatore Romano

aveva un articolo, nel quale annunziava che per me-

moria

dal conte
degli antichi servigi resi alla Chiesa

Papa aveva voluto assistere personalmente ad un funerale che si era fatto a posta cele-

di

Montalembert

il

TREGUA.

brare per

il

sinistra

della

dall'intolleranza

anima sua

nella chiesa

della

propria iniziativa, o che avvedu-

di

Traspontina.
tisi

dell'

riposo

181

impressione

prodotta

del giorno innanzi, si

ripararla con questo

mezzo,

animi

negli

studiassero di

consiglieri del Vaticano

fecero preparare nella notte stessa

un funerale

nella

chiesa delfa Traspontina, e nella mattina seguente

Papa

alcuno

degli

legrafico

amici del conte avesse potulo

degli

onori

di

ma

te-

dal

Papa

coloro che furono

testi-

particolarmente

conte di Montalembert,

moni

esservi

L'Europa non ricev che l'annunzio

presente.

al

il

stesso vi assist a insaputa di lutti, e senza che

resi

questo piccolo episodio ne conservarono

la

pi strana impressione. La ragione addotta dagli amici


del Vaticano, di essersi voluto con ci solamente im-

pedire una dimostrazione che per le ultime opinioni


manifestate dal Montalembert potesse sembrare poco
rispettosa,

dusse

non valse ad attenuare

V intervento

dell'

Autorit e

l'effetto

che pro-

della

forza ap-

plicata a impedire a' dignitarii della Chiesa, a' Padri


che siedono in Concilio e ad altre ragguardevoli ed

onorevoli persone

pi oscuro

di

rendere ad un amico quel che il


rende liberamente, quando che

della plebe

voglia, ai suoi, gli estremi ufficii dopo la


ci

avveniva

a carico di

mente benemerito

un uomo

morte! E

illustre e particolar-

della Chiesa.

3. Frattanto i vescovi riavutisi dal primo stupore e


vedendo come potessero confidar poco nella diplomazia,
dopo molte incertezze si erano di nuovo appigliati al

partito che
di

aveva gi

fatto cos

mala prova, quello cio

tornare a formulare proteste e postulati contro

il

182

IL CONCILIO VATICANO.

Regolamento. In essi si domandavano tre punti principali: 1 che si togliesse la limitazione dei tempo novellamente imposta per lo studio e la discussione degli
schemi; 2 che si formasse alcuna Commissione mista,

dove

contradetti

punti

di riformarli

prima

non

qualsiasi specie

si

4. Nel

tempo

oralmente,

dovessero prendere a volo

maggioranza, ma bens
mit morale dei Padri.

vano

ventilassero

si

3 finalmente che le decisioni di

tutte

sempre con l'unani-

stesso che queste

dai vescovi opponenti in

di

dimande

Roma,

si

face-

appariva nella

Gazzetta d'Augusta un articolo firmato dal Dllinger,


nel quale si annunziavano e quasi si segnalavano gi
fin d'allora

certamente
lora

il

punti principali, sopra che

la

Concilio non

gli

fonderebbe

fosse arrestato sulla china, per

si

cui veniva condotto.


strare che

si

scissione nella Chiesa di Germania, qua-

1/ articolo

intendeva a dimo-

mai Concilio non ebbe un Regolamento che

fosse imposto, che per molti Concini e per

non ve

prin-

ebbe punto, e che da quando incocipali


minci ad formularsene uno, lo che fu negli ultimi
Concilii,

esso

n'

fu

sempre votato

dai

Padri stessi e

ad unanimit. Proseguiva poscia dimostrando che mai


nella Chiesa non si fece dichiarazione solenne di sorla
altro che ad unanimit; e ci giustificava razionalmente

con questo che

il

modo, neppur esso

Concilio
di creare

rendere testimonianza
salit della

non ha

dogmi,

di quelli

facolt, in

ma

certo

solamente

Chiesa. Secondo questo principio, la

mag-

gioranza non solo non pu far essa un dogma,


1

Vedi P Appendice.

di

che sono neh' univer-

lo

183

TREGUA.

he accettato da
perch l'idea

ma

non pu neppure
maggioranza e minoranza

di

tutti,

a quella di universalit, la quale

dove

risulta

attestarlo,

la opposta
incomincia appunto

l'altra finisce. Da quell'importante documento


che un Concilio sottomesso ad un Regolamento

impostogli altrimenti che da se stesso, che crei dogmi


e che per

di fatto proprio,

sola maggioranza,

Ecumenico:

Concilio

lo

tico voleva significare

i
caratteri voluti per un
che tradotto in linguaggio pra-

che in queste condizioni

Vaticano da coloro,

cilio

detto periodico,

tate nel

come

tale.

Mentre che

nomine

alle

oltremodo
5.
l'

il

Con-

cui idee erano rappresen-

non sarebbe

stato accettato

linguaggio si teneva in
Oriente le proteste e le

in

convertirono poco dopo in una vera

si

scissura fra gli

le

siffatto

Germania, continuavano
minacce, che

soprammercato decida per

non ha

Armeni

cattolici

per

la

questione delle

loro sedi vescovili, intorno a che essi sono

gelosi.

Che debba

opinione,

matiche,

le

attribuirsi a questi movimenti delo ascriversi alle influenze laicali e


diplo-

quali pure, bench languidamente, conti-

nuavano ad esercitare qualche pressione, certo che


si depose l'idea di
proporre a immediata discussione
lo schema De ecclesia, e
l'Appendice dell'infallibilit.
Tutto ci che

si

narrato

tempo che trascorrevano


al

finora

era avvenuto

nel

vacanze seguite da vicino


rinvio dei primi schemi, ed alla
pubblicazione dei
le

nuovo Regolamento. Invece


com'

erasi annunziato

22 febbraio,
le

di durare dieci
giorni,
nell'ultima Congregazione del

sol dopo
venticinque giorni si ripresero
adunanze, e non per discutere lo schema De ecclesia,

184

ma

IL

bens con

viati e

la

CONCILIO VATICANO.

riproduzione dei primi schemi rin-

gi emendati; e cos l'opposizione trov final-

mente un

ebbe una tregua a questo


ed
periodo rapidissimo
inaspettato di pressione che
l'aveva ridotta in s gravi angustie.
po' di riposo, ed

IH.

Ritornano

1. In

primi schemi.

di cose e dopo queste vacanze


avvenimenti ricominciavano le con-

questo stato

cos ripiene

di

gregazioni col venerd 18

marzo, trattando primo lo

schema De fide, che si tornava a proporre per la seconda volta dopo essere stato emendato dalla Commissione che gli era propria. Esso era riapparso in
nonostante
migliori condizioni di prima, ma trov ci
contradiltori. Di cinque oratori iscritti tre parlarono
in quel

e poscia la

primo giorno,

Congregazione fu

interrotta e sospesa per dar luogo ad

dimostrazioni, che

si

una

di

quelle

ripetevano assai sovente negli ul-

timi anni a fine di lusingare l'inclinazione del Papa


l'espansione ed alla cerimonia. Egli,

com' uso

al-

antichis-

simo, essendo un venerd di marzo, scendeva dai suoi


appartamenti in San Pietro per visitare le reliquie maggiori che

buna
la

si

conservano

giurila l'ora di

nella loggia

questa visita,

tornata e lutto insieme lasci

Papa

nella cerimonia.

l'

il

laterale

alla

tri-

Concilio sospese

aula per unirsi al

Sembra che questa

fosse pro-

destinata a grandi effetti, poich si


prio un'adunanza

RITORNANO

185

PRIMI SCHEMI.

uno

narr che nella stessa Congregazione

visa acclamazione dell'infallibilit;

piccolissimo

durante
ripresa

numero

di

delle

frutto

il

ma

si

narrava del

non rispose, alzandosi, che un

tentativo

al

presa fu

Padri,

provasse,

accidens, a dare occasione ad una improv-

come per
pari che

dei

si

favellando nel senso della maggioranza,

Padri; talch se questa sormeditazioni degl'

Infallibilisti

riposo che aveva preceduto alla


periodo
esso inarid e cadde appena
discussioni
delle
,
di

il

sbocciato, e fu

solo episodio che illustr

il

la

riaper-

tura delle congregazioni.

Tornarono

2.

fu giorno

che

cella

Padri a riunirsi

memorabile, perch

il

marted 22, e

in esso scoppi la pro-

era andata a grado a grado formando sotto

si

pressione degli ultimi avvenimenti. Tre furono gli


oratori che la provocarono, e primo incominci il
la

Schwarzemberg, arcivescovo

cardinale

vescovo

di

Grenoble: e

fin

di

Praga: pro-

lo

Strossmayer
provocare la chiusura dell'adunanza. I soggetti
principali che attirarono l'ira della maggioranza, fuil

segu
col

rono prima
per

la

gere
tutto
l'

la

difesa dei postulati fatti dall'opposizione

maggior

il

libert nelle discussioni

e per respin-

criterio del giudizio della maggioranza, e per

quel che riguarda

eccezione

ancora per

fatla
1'

di

il

nuovo

nuovo Regolamento: poi


allo schema gi emendato

eccessive sue condanne tacciate dall' op-

improvvide, e tendenti a produrre sopra gli acattolici un effetto piuttosto cattivo


che buono ; e per la sua forma, che tutti si accordavano a giudicare cattiva. Cominciarono a ferire la
posizione

d'inutili,

pi gran parte

dei

vescovi

presenti

alcune parole

IL CONCILIO VATICANO.

186

dette in proposito del giudizio della maggioranza, per


le quali si

accennava

a paragoni delicati fra vescovi e

vescovi, secondo che erano

rappresentanti delle

di-

verse popolazioni, e ci per rispetto al maggiore o


minor valore da attribuirsi al lor voto. Gotal questione
gi assai scabrosa fu per assorbita dalla principale,
quella cio dell' unanimit dei voti contro la maggio-

ranza dei medesimi,


noni; e qui

con

come ragione

di decretare

ca-

sollev la prima tempesta. Altre parole,

si

le quali nel trattare

il

secondo soggetto

si

rendeva

giustizia ai Protestanti e ad alcuni di questi nominatadella

mente, ferirono anche pi l'intolleranza propria

massima parte
ten

dei

membri

dell'Assemblea

si

sca-

seconda tempesta. Esse furono tali, soprattutto


non si erano ancora vedute. Lo Schwar-

la

l'ultima, quali

zemberg, che procur la prima, dov tacere per intimazione del Legato De Angelis, ed avendo ricominciato a parlare ebbe a interrompere di nuovo il suo
discorso, e tralasciarne una parte per poter giungere
in

modo

qualche

alla

fine

in

mezzo

ai

della

sileat

maggioranza. Allo Strossmayer, che cagion la seconda


dal Letempesta, fu per tre volte intimato di lacere
Il
cortesi.
che
meno
gato Capalti e l' ultima con modi

vescovo
di

di

Bosnia e Sirmio rispondeva che era stanco

essere cos ricondotto all'ordine ad ogni

spinto

che

non era

tale

il

modo

leva rispettare

la libert della

testava contro

tali

si

scaten:

rono intorno
e

saon di

pie so-

da tenersi, se

si

vo-

discussione, e che pro-

procedimenti. A questo la procella


i loro
scanni, si affolla-

Padri lasciarono

tribuna; grida, minacce d'ogni sorta,

alla

man

con

elle

viva Pio IX, viva

cardi-

RITORNANO
nali

legati

lei protesta

d'

PRIMI SCHEMI.

udiva gridare

si

non pi veneranda

quella

lei.

folla.

in

ogni

Un

187
accento

contro di noi, noi protestiamo contro

Concetti egualmente gravi e sereni

ogni lato

Dell' aula.

ne nacque anche

Lo

in

cardinale gridava:

si

di

udivano

strepito fu cos grande, che

esterno nella chiesa qualche con-

all'

fusione. Alcuni partigiani dell'infallibilit all'udire quel


fracasso crederono che fosse avvenuta la famosa accla-

mazione spontanea tanto predetta, e per poco non si


misero a gridare anche essi e davano segni di gioia:
quelli che

non partecipavano a questo entusiasmo, se

ne burlavano, e poco

una scena anche

gendarme, che

manc che non ne avvenisse

nella chiesa di

San Pietro.

e che vero ed incontrastabile istrumento


lit,

allontan tutti

L' eterno

argomento d'ogni discussione

l'ultimo

d' infallibi-

curiosi dalle vicinanze dell'aula,

e non incontr altra resistenza neh" adempimento del

suo
i

ufficio
all'

quali

che nella fedelt di alcuni servi dei Padri,


udire

le

grida dei padroni volevano ad ogni

costo correre in loro soccorso, dubitando che corres-

qualche grave rischio in mezzo


semblea tumultuante.

sero

alle

ire dell'As-

giorno dopo questa scena violenta, lo Strossmayer, che era stato quasi ammonito da alcuno dei
suoi proprii colleghi dell'opposizione come avesse ec3.

ceduti

Il

limiti, risolse di

bilit del fatto

assumere

solo

e stese in suo proprio

testa tanto per le

minacce e per

era esercitata sopra di

lui

la

la

responsa-

nome una

pro-

pressione che

nella tornata

si

precedente,

cio per tutto


quanto per la questione di massima
quel che egli aveva combattuto con ogni suo potere,
,

188

IL CONCILIO

ossia

VATICANO.

vincoli posli alla discussione,


e gli

maggioranza,
scorso. Alla

altri capi,

il

giudizio della

abbiamo

dei quali

di-

prima riunione internazionale, dove sole-

vano incontrarsi
rie nazioni, lo

tutti

capi dell' opposizione delle va-

Strossmayer vi fu ricevuto con

le

pi

calde dimostrazioni d'affetto, e quasi tutti, quantun-

que non l'avessero materialmente firmala, aderirono


alla

sua protesta.
4.

Il

Papa

dall'altro canto coglieva occasione dalla

distribuzione da farsi ai vescovi

niere di un certo
inviati a tal

numero

uopo

in

di

delle missioni stra-

arredi e paramenti sacri

dono da una Societ

di pie

dame

del Belgio, che s'intitola l'Opera delle Chiese povere,

per far sentire la sua voce: e in quella specie di cerimonia tenne un discorso tutto pieno d' allusioni alle
presenti difficolt,

le

quali facile vedere

come ven-

gano da esso giudicate per queste parole che egli disse


nella perorazione del suo discorso: siate uniti con
me e non con la rivoluzione. Chi lo avrebbe detto
a quei buoni Padri che
agitati negli

si

erano tanto violentemente

anni precedenti contro

la

rivoluzione, che

diverrebbero rivoluzione anch'essi! Chi avrebbe detto


loro nel 1860 che nel breve spazio di dieci anni, quanti
n'

erano corsi da quel tempo a questo 1870, sarebbero

andati anch'essi a confondersi, in una frase pronunziala


dal

Capo

quel conte di
in cosi cattiva

mediante

per denominazione comune con


Cavour che avevano tanto detestato, ed

della Chiesa,

lo

compagnia sarebbero andati

lutti

insieme,

sforzo di una vasta classificazione, ad im-

brancarsi anche col Mazzini

La rivoluzione

Mirabile

denominazione che reciprocamente coloro che obbed-

RITORNANO

189

PRIMI SCHEMI.

coloro
scono, invocano sempre contro chi impera, e

che imperano, rinfacciano sempre a chi obbedisce; ma


per la quale sovente, mentre gli ultimi si studiano di
ricacciare lo Strossmayer fino al Rochefort, riconducono

invece questo vicino a quello, e rendono cos egual-

mente ambjdue istromenti

loro rovina.

fatali della

Vero che questo discorso era

5.

diretto

vescovi orientali,

ai

ai

in ispecial

quali,

modo

preoccupato

forse delle minacce di scisma che venivano d'Oriente,

parlava un linguaggio particolarmente adatto


giunture. Si diffuse quindi verso di loro,

alle

con-

come aveva

per l'apertura dell'Esposizione cattolica, in


parole piene di affetto e di pace, facendo particolar
menzione del rispetto che egli professava per i loro

pur

fatto

riti.

Ma

nei

tempo

stesso che

parole cos benevolo verso

il

gli

Papa

si

mostrava

Orientali, si

nelle

commet-

teva contro di loro l'atto pi strano e pi inesplicabile

di

quanto avvenuto in questo singolare


che non ha esercitalo poca influenza

tutto

periodo;

atto

che si poscia andata sempre pi


facendo nella Chiesa Armena. Il vicario generale dell' arcivescovo di
Diarbekir armeno aveva altamente

nella separazione,

biasimalo in parole ed in iscritto

Hassun ed

il

servilit alla Corte di

causa

il

Roma

fossero stati stromento e

di dispiaceri toccati al patriarca

altrove

abbiamo narrato.

Il

per effetto dijagnanze fatte


cario generale
tuali in

un

ritiro in

armeno
come per ligia

patriarca

latino Valerga, tacciandoli

caldeo, del quale

Papa, a quanto sembra


da costoro intim al vi

una Casa

di esercizii spiri

punizione del linguaggio da esso tenuto.

sti, a quanto

Que

sembra, con l'assenso del suo vescovo

IL CONCILIO

190

VATICANO.

non aveva o esattamente o punto ubbidito


mazione.
nato

Risaputasi

disobbedienza,

la

ne fu

ordi-

venne eseguito, mentre


istrada: questi resist, ne avvenne

L'ordine

l'arresto.

l'armeno era

in

uno scandalo,

e la cosa fece grande scalpore.

stro turco residente a Firenze


a

inti-

alla

Il

Mini-

venne immediatamente

Roma

come
simi

per prendere costoro sotto la sua protezione,


sudditi ottomani. Singoiar caso per i dilettis-

fratelli

Cristo di

in

trovarsi a farsi proteggere

contro l'autorit del suo Vicario, da chi? dal Turco!

Fu

cosa malaugurata e da uomini poco destri in vero


un affare di lieve

lasciar acquistare questa gravit ad

momento

complic con persecuzioni dello


stesso genere e per le stesse ragioni praticate contro
;

il

quale

una comunit

di

si

Armeni conosciuta

Frati Antoniani, che,

tomettersi

alle

non volendo

in

sotto

il

nome

verun modo

di

sot-

ingiunzioni fatte loro pi volte dalle

Autorit ecclesiastiche, dopo molte vicende finirono

con disciogliersi ed abbandonare Roma, il Breve pontificio che qualche settimana dopo questi avvenimenti

monsignor Pluym, delegalo apostolico in CostantinoArmeni del Patriarcato di


poli , dov comunicare agli
Cilicia, gi

dimostrava, suo malgrado,

le

conseguenze

che quelli avevano prodotte. Parlando di coloro che vi

avevano preso parie,

zando impudentemente

il

le

Breve diceva che, disprezleggi e l'autorit della Chiesa,

continuano a celebrare con rito anche pi solenne tutte


le funzioni del sacro ministero ad essi interdetto, ed
accenna a molti preti secolari e molti monaci di Co-

stantinopoli, ai Mechitarisli della Congregazione di Ve-

nezia, e a tutti

gli

Antoniani, compresi quelli di Roma,

RITORNANO

come

quelli che

PRIMI SCHEMI.

erano pi compromessi

si

Questa era per

specie di rivolta.

191

lontaria denunzia di

se stessa

in

questa

una invo-

uno scisma incipiente, se non

gi

consumato.
6. Fu in questo slesso
tempo narrato un aneddoto frivolo per s, ma che pur serve a spargere

qualche luce sopra lo spirito prevalente allora

Per

la

elezione

l'Universit

alla

cattedra dei luoghi

Romana,

in

Roma.
nel-

teologici

resa vacante dalla morte del Pa-

dre Modena, uno dei due domenicani addetti

cen-

alla

sura della stampa nell'Uffizio del Maestro dei Sacri


Palazzi

si

doveva estrarre

concorso: sort quello

fra trenta

un tma per

dell' infallibilit pontifcia.

il

Vedi

stranissimo caso!
7.

Ma torniamo dentro

Concilio.

il

La tornata

del

mercoled 23, come suole avvenire dopo le procelle,


fu tranquilla, ed i vescovi dell* opposizione, in gran
parte americani, che parlarono in quel giorno nello
stesso senso dello

Schwarzemberg

e dello Strossma-

yer, furono dai Legati e dalla maggioranza lasciati


andare sino al termine dei loro ragionamenti. Quella
del gioved si pass con egual calma, e in quella
del

sabato 26

furono

zioni opposte allo

ritirate

schema De

alcune delle

fide

scovi andarono d'accordo sopra

osserva-

e finalmente

ve-

una parte di esso; e

cos gli ottimisti cominciarono a potere da quel giorno

veder riapparire

sull'

orizzonte

la

speranza di una fu-

tura terza Sessione, che dallo stato delle cose fino a quel

giorno non poteva in verun modo prevedersi.


8. Per intendere questa subitanea calma fa d'uopo
conoscere che in una delle riunioni internazionali,

IL CONCILIO VATICANO.

192

dove

si

raccoglievano

varie nazioni, dopo

come

la

la

tutti

capi dell'opposizione delle

scena del 22 essendosi avvedati

loro protesta contro

il

giudizio della maggio-

ranza non avesse prodotto alcun effetto,

si

propose di

far seguire a quella un'altra protesta formale, secondo


la

si stabilisse

quale

senza ambagi che qualora fossero

dichiarati

dogmi senza unanimit, ma per

gioranza,

essi

opponenti non

riconoscerebbero

la

li

sola

mag-

accetterebbero, e non

validit del Concilio

come ecume-

nico. La proposta trov molti fautori in quella riunione, lo che fa credere che, quando si fosse posta ad
affetto,

avrebbe potuto

raccogliere

iscarso di firme fra gli opponenti.

un numero non

Come ben

si

vede,

questa non era che l'applicazione dei principii enunciati nell'articolo del Dollinger. Per, come corollario

e complemento
serbassero
tali

le

di

forze

questo disegno,
dell'

opposizione

contenute nello schema

De

si stabil

alle

che

si ri-

questioni

non

ecclesia, e

vi-

sciu-

si

passero in questioni di forma nello schema presente.


Questa tattica avrebbe anche giovalo a dimostrare il
loro

buon volere

concedere e

il

in tutto quel che per loro si

poteva

sincero desiderio che essi nutrivano di

concordia. Di qui venne immediatamente,

come

cipio d'esecuzione dei disegno proposto,

il

circa dodici

emendamenti od osservazioni proposte

dagli opponenti, e quindi la

pesta e

le

9. Frattanto

vamo

calma che successe

prime votazioni quasi unanimi

spiegazione

prin-

ritiro di

della

tem-

cominciavasi anche ad avere qualche


remissione che dall'altro lato ave-

gi segnalata pi

neh' attivit degl'

alla

del Concilio.

sopra nella petulanza e anche

Infallibilisti

negli ultimi tempi, per

RITORNANO

essere venula a congnizione

chiaro che questa


dei quali

si

recente Nota francese.

la

era stata provocata dai canoni,

avuto

era

193

PRIMI SCHEMI.

conoscenza per mezzo della

Angusta, ed era stata strappata al Daru


dai richiami dei vescovi dopo la pubblicazione del
Gazzetta

d'

nuovo Regolamento. Con questa


noscere

la

venne anche

si

a co-

risposta del cardinale Anlonelli. Questi

due

documenti sparsero molta luce sopra lo stato delle cose


in quel momento. La Nota francese conteneva nna ri-,
mostranza sopra

prendeva verso

De

il

contegno inquietante che la Chiesa


per i 21 canoni dello schema

lo Stato

La Nota

ecclesia.

sposta a quella

della Segreteria di

venne giudicala dal

Stato

in

ri-

lato dell'arte

di-

plomatica un vero capolavoro; n potea essere

menti, dovendo essa riuscire


canoni, per

altri-

provare che quei

quali tutta la societ civile veniva coor-

dinata e sottomessa

al

Papato,

non avevano poi

in

veruna importanza pratica, e non v' era alcuna


ragione, perch i Governi se ne dessero pensiero. Que-

realt

fatti l'argomento principale che si adoperava a svolgere la Nota. L'altro punto, sopra il quale
si estende la Nota del Vaticano, era pi facile a dimo-

sto era in

strare, che cio,

messi

alla

dovendo

detti canoni essere sotto-

discussione dell'Assemblea, non se ne po-

teva far giudizio, finch non fossero usciti da quella

prova.

Quando poi saranno passati pel Concilio, il


un mezzo assai pi facile per ischer-

cardinale avr

mirsi dalle insistenze dei Gabinetti, dicendo anche con

miglior fondamento che, quando


la

sta

la

Chiesa ha deciso,

Segreteria di Stato non ha pi nulla a vederci. Que-

Nota del cardinale Antonelli in risposta a quella del


13

IL CONCILIO

194

Daru aveva per iscopo

VATICANO.

di trattenere l'invio

oratore

dell'

francese per in-

il Governo
imperiale e rassicurare
durlo ad astenersi da ogni immistione: e quindi" o che
fosse stesa con destrezza o senza, in ogni modo non

aveva grandi resistenze da vincere per ottenere

il

suo

intento. Non pertanto nel tempo necessario ad essere


di ci affatto sicura, Roma trattenne la discussione

schema De

dello

invece

e riprodusse

dell' infallibilit,

anche

ecclesia, e per conseguenza

per guadagnar

tempo uno degli antichi schemi gi emendati: e cos,


come abbiamo dato ragione della nuova condiscendenza degli oppositori, rimane anche spiegata
della quale questi

gua,
Del resto

essi

avvidero che

tre-

la

godevano da qualche giorno.

non ne goderono a lungo, e presto si


loro mezzani temperamenti non li con-

ducevano a verun

risultato.

Curia riprese insieme con

la

Appena rassicurata,

la

maggioranza dei vescovi

suo cammino; cammino vario secondo le circostanze , ma lo stesso sempre che da molti secoli esse per-

il

corrono insieme per giugnere

al

state finalmente dirette, V

sono

punto, verso

il

quale

impero assoluto

della

Chiesa e nella Chiesa. Queste poderose tendenze delle


istituzioni, quando acquistano una soverchia tensione,

non

di

tivo e

uno

raro scambiano od oltrepassano

vedono

talvolta

scoglio, sopra

il

un porto

il

loro obbiet-

dove non

col

che

quale, se non sieno condotte da

destri duci e da

ciurma esperta

schiano per lo

meno

di arrestarsi,

Le insistenze

della Francia

ben

disciplinata, ri-

se

non d'infran-

gersi.

10.

fallo. Si tralasci

ben presto

non durarono gran


uno speciale

di parlare di

RITORNANO
oratore:

parl ancora quindi per poco di

si

sciadore con doppio incarico presso


il

195

PRIMI SCHEMI.

la

un amba-

Corte e presso

tempo stesso. Anche questo mezzo terfumo. Si disse ancora per qualche tempo

Concilio nel

mine and

in

che per si manterrebbe il richiamo del Banneville e


che malgrado delle spiegazioni date non tornerebbe pi
a

Roma; ma pur

-e si

questa notizia presto perde credito,


cominci invece a tenere per pi probabile che

Roma come

ritornerebbe fra breve in

egli

ambasciadore presso

la

semplice

Santa Sede, riprendendo

come

per l'addietro il pacifico esercizio delle sue funzioni.


11. Il Vaticano esercita da qualche tempo sopra la
Francia una singolare influenza, con
glia e

l'alletta

la quale esso l'abbasenza per attirarla; e quindi, mentre non

riesce per alcun

modo

a modificare sostanzialmente le

sue condizioni morali, esso la rende ogni volta che


voglia mirabilmente docile alle sue volont. Esso l'ha
condotta negli anni scorsi

e senza farle da sua parte

veruna concessione, a rinnegare con

la pi evidente
famosi principii delF89, obbligandola a ristabilire e mantenere in Roma con

contradizione con se

medesima

tutte le sue pi illimitate esigenze

una forma

di

Governo

<jhe n'era la pi esplicita e pi alta negazione. Questi


stessi principii in tutti gli atti finora noti che

proposti

al

Concilio, esso

li

condannava direttamente,

nominalmente, altamente, e insieme con


costituzione che reggeva
tutto questo
la

il

la

quale dava manforte, acciocch si

giudizii potessero

dottrine e per

essi tutta la

Francia moderna: e per far

Vaticano non aveva altro strumento che

Francia stessa,

fatti

la

venivano

mezzo

emanarsi sicuramente, e nelle


del Papa liberamente e di sua

IL CONCILIO VATICANO.

'196

spontanea volont si smentiva e si condannava da s.


La Francia innanzi al Vaticano non ha mai osato aver
volont, ne di ci hanno forse oggi a lodarsi n l'uno

n T

altra. Dalla

del conte di

lettera ad

Roma non

delle quali

parole,

Edgardo Ney fino


non ha mai trovato

Daru, essa

alla

Nota

che

altro

ha tenuto verun conto,


tali che ob-

e dimostrazioni pi che inefficaci,


perch

bligavano quasi
cortesia.
cia
la

Anche

la

Cancelleria

Romana

a resistervi

per

in cui la Fran-

nella questione

armena,
ha dovuto mischiarsi, perch si lega da vicino con
sua influenza in Oriente, lo stesso incantesimo ha
sua azione, e

fiaccato la
di

specie

le

affatto

palliativo

ha

fatto

porre in opera una

insufficiente allo

scopo.

Il

sono provocate
consiste
nei Cattolici d'Oriente,
nel profitto che ne trae
lato politico di

l'

influenza

cristianit

queste irritazioni che

si

greca rappresentata dalla Russia. Queste


distaccandosi dal Cattolicesimo latino

mal

dalla necessit di prolezione in paesi cos

sono

disposti

verso di loro gettate in braccio di quella potenza. La


Francia non avendo osato curare il male nella sua radice,

non avendo osato o saputo

Roma

torit a

per prevenire

il

esercitare la sua au-

male, ha invece dato

suo rappresentante a Costantinopoli di mobenevolo verso i Cattolici dissenzienti, e di

ordine

al

strarsi

prenderli sotto|la sua protezione, credendo cos di at-

tenuare

come
essa

il

male:

ma

se la scissione

si

consumava,

tutto portava a credere, a che titolo

protetti?

sarebbero pi

Francesi?
stati.

Alla

non sono:
lunga

la

gli

avrebbe

Cattolici?

Russia

si

non

trova in

condizioni molto pi vantaggiose per farlo. In qualsivoglia questione

il

modo

di essere si ripresenta

sem-

RITORNANO
pre

lo stesso

zioni.

Roma

la

per

197

PRIMI SCHEMI.

Francia ed anche per

stabilisce

le altre

suoi principii e compie

na-

suoi

indipendentemente da loro: a queste tocca accettarli


o rigettarli quali sono e nel tutt' insieme. Queste, e
fatti

la

Francia pi particolarmente, per lo pi non


s' intitolano cattoliche senza rispettare

cettano

gli acla

loro

provano ad essere liberali senza poter


mai fondare la loro libert sopra la base necessaria

religione, e

si

d' ogni libert durevole, ossia

universale. Veramente

consenso e

il

loro stesse curare ne conservare n Y


L' autorit tiene per esse
cessi poi di questa

la

coscienza

nazioni latine non sanno per

le

il

loco d'

non trovano

una n

ambedue,

altro

l'altra.

e agli ec-

rimedio che

l'

il-

legalit, e riparano con le rivoluzioni, le quali per fasi

periodiche e necessarie
12. Dal luned 28

le

si

riconducono

al dispotismo.
tenne Congregazione ogni
coi quale si chiuse il mese

giorno fino al gioved 31 ,


di marzo. In queste congregazioni
senza gran

difficolt,

una buona parte


nimit, talch

dello

per

le

si

vot per capi

ragioni sopra descritte,

schema De

fide,

con quasi una-

tenere per
fermo, secondo che diceva uno spiritoso novelliere
appena scherzando sopra la materia contenuta in quello
si

poteva gi

fin d'allora

schema, che si annunzierebbe finalmente nella prossima Sessione al mondo cattolico che il Concilio Vaticano aveva decretato quasi
creato

il

43.
di storia

all'

unanimit che Dio ha

mondo.

Non ultimo dei disinganni di questo periodo


romana contemporanea stata l' Esposizione

degli oggetti appartenenti al culto cattolico. Essa erasi


destinata ad adornare e compiere

la

solennit del Con-

498

IL CONCILIO

cilio:

ma non

VATICANO.

stata pari al suo scopo.

volesse dimostrarsi con quella, ed

il

Sembrava che

Papa vi fece alluil


sentimento

sione nel suo discorso d'apertura, che

cattolico era l'anima d'ogni arte; e si corso pericolo

dimostrare proprio il contrario. In ogni modo si


dimostrato che il mondo moderno non con coloro
di

che hanno ordinato quella Esposizione,

non

anima

il

loro pensiero

L'Esposizione romana

un argoda
a
che
si
in alcune
disse
pi
aggiungere quel
considerazioni che facevamo nello scorso mese. Aperta
lo

mento

di

met

alla

pi.

di febbraio, si fatto per essa notte

innanzi

dopo niuno pi ne parl. Il numero dei


pareggiava raramente quello dei gendarmi

sera, e poco
visitatori

che

la

custodivano.

14. D'antico vi aveva poco, e poco importante,

soprattutto se

Roma

si

paragona con tutto ci che

nelle chiese,

nei palazzi

moderno v'era maggior


La scultura

eletta.

parve

vi si

e per ogni

quantit:

mostr

di quell'arte in tutte le

ma non

si

vede in

dove. Di
qualit pi

inferiore a quel che

Esposizioni contempora-

pittura tanto poco buona, quanto in ogni altra


Esposizione. Se si eccettua qualche raro dipinto, e no-

nee:

la

minatamente un quadretto del Ceccarini rappresenuna Comunione sotto le due specie, amministrata
nelle catacombe a Cristiani manifestamente destinati al
tante

martirio, nuli' altro v' era che attirasse l'attenzione.

Questo dipinto pieno di sentimento, 1' effetto buono


e' molta verit; infine un lavoro riuscito assai

felicemente che sta fra

il

quadro storico e il quadra


romantico che veste di

di genere, con quella tinta di

moda, con

la

quale

le arti

sono ben ricevute nel

mondo

RITORNANO
del

XIX

secolo. Questo

rone tedesco. Quando


sava

alle arti

199

PRIMI SCHEMI.

quadro fu comprato da un badalla scultura e pittura si

secondarie ed alle industrie, non

guari pi soddisfazione.

Pochi

pas-

ci

pur sono materia destinata per lo pi


meno bronzi: alcune mostre di arredi

al culto:

era

che

intagli di legno

anche

sacri: pochi o

niun organo, mentre ne ridondano generalmente le


Esposizioni industriali. Vi abbondavano invece figure
dipinte ed altri oggetti, che sono piuttosto
l'espressione volgare di una devozione materiale che
di terra

manifestazione artistica di un alto sentimento

la

gioso:

copia di altre

reli-

cose di niun valore e di gusto

men

che mediocre riempivano il severo e magnifico


chiostro della Certosa cambiato in una sala d'Esposizione moderna. Dove andarono quei tempi, che da
Giotto

da Andrea Pisano fino a Michelangelo e al

Cellini, dall'architettura fino all'arte della lana, tutto

era animato ed esercitato dal pensiero cristiano? Quai


soggetto per un'altra specie di confronti, Santa Maria
del Fiore,

ro,

il

il

campanile

di Giotto, le porte del Battiste-

Vaticano stesso, e l'Esposizione

romana

del 1870!

L'espressione del pensiero cristiano passato in azione


si

rivela meglio fra la materia accumulata nelle grandi

Esposizioni universali,

testimonianza e
intelligente e

il

le quali

frutto di

sono ad ogni

questa

fase

modo

la

industriosa,

mite delle societ cristiane, che non nel

pensiero di una Esposizione speciale indirizzata ad uno

scopo lutto di convenzione e di

fasto.

200

VATICANO.

IL CONCILIO

APRILE.

Lo schema De
1.

mera

fide per la seconda volta.

discorso fatto dal Visconti Venosta nella Ca-

Il

dei Deputati agli ultimi di

una interrogazione mossagli


afferma nettamente

del

la politica

stione del Concilio, ebbe


to, se

marzo per rispondere ad

in proposito, e nel quale-

il

Governo

carattere di

nella que-

un avvenimen-

non per se stesso, almeno come segno dei tempi

e dello stato dell'opinione in

Quel discorso annunziava


verno

di

guarda

il

Europa sopra

la

tal

soggetto.

determinazione del Go-

astenersi interamente da tutto

che

ci

ri-

Concilio. Questa politica d'astensione cos

recisamente formulata dal Governo interessato pi da


vicino nella
il

questione, se non forz, almeno segnal

movimento

di ritirata definitiva da quella qualsiasi

azione che per poco


cattolici

era sembrato

volere

riprendere a richiesta dei vescovi

zione e nell'occasione che

si

pubblicava

il

Governi

deli'

opposi-

nuovo Re-

golamento. Infatti circa quel tempo stesso il Daru che


aveva opinato per V immistione, aveva diretto la Nota
alla Segreteria di Stato ed aveva richiamato il Banneville,

rinunzi l'ufficio: e

vamente

a riprendere

il

il

Banneville torn definiti-

suo posto. Con questo cessa

affatto l'azione diplomatica,

la

quale del resto

si

era

LO SCHEMA DE FIDE PER LA SECONDA VOLTA.

201

ristretta alle considerazioni filosofiche della

Nota fran-

cese, e ad una copia quasi

medesima

letterale della

riprodotta dal Gabinetto austriaco.

Il

Vaticano riprese

suo cammino appena interrotto con la convinzione che da questo lato non avrebbe pi nulla a teallora

il

mere: non

ma

solo;

in

tal

momento

facendosi in

secondo plebiscito Napoleonico, provocato


da un Governo che cercava in ci la forza che gli
Francia

il

andava mancando ogni giorno pi, e che per conseguenza aveva il pi assoluto bisogno di farsi proseliti
in

tutti

il

partili,

mento per

la

sua

si pot convincere che la


poteva essere un valido argo-

Papa

fallibilit del plebiscito

infallibilit.

2. Intanto nei

aprile si erano con-

d'

primi giorni

tinuate le congregazioni con una

nuova

affrettare

schema De

la

promulgazione

dello

venerd 1, e quindi dal lunedi 4 fino

erano votate

le

singole parli dello

al

fide.

Il

venerd 8,

si

schema per

e seduta, e in una sola Congregazione

questa sorta

assiduit per

si

alzata

era ripetuta

grave incomodo dei Padri,


contarono fin pi di cento emen-

di votazione, a

pi di cento volte. Si
damenti. E cos con gran buona volont messaci da
tutti i lati, e in particolare dall'opposizione, e con
l'aver ridotto a quattro solamente, di

prima,

le

proposizioni o meglio

venne finalmente

nove che erano

capitoli dello

schema,

marted 12 aprile alla votazione generale e definitiva per appello nominale dello

si

schema De

fide.

Era

nel

il

marted santo, ossia l'ultimo

giorno, nel quale, per le imminenti cerimonie solenni


della Pasqua che avevano principio nel mercoled santo,
si

potesse tenere Congregazione.

202

IL CONCILIO
3.

Ma nonostante

VATICANO.

tutta

la

buona volont che

le

due parli vi avevano posta, sopra 592 vescovi presenti a questa votazione generale vi furono 83 dissensemplicemente con la formola
condizionatamente con formola placet

zienti, dei quali alcuni

non

placet, altri

juxta modum. Questa riuscita sconfort grandemente


il
Papa e i cardinali Legati che si erano prefssi di voler

produrre una Sessione pubblica, come complemento


delle feste di Pasqua, per dare ai forestieri accorsi in

Roma

queir occasione una testimonianza del buon

in

procedere del Concilio.


gazione per

Fu

intimata un' altra Congre-

primo giorno che fosse

il

libero da fun-

zioni sacre subito dopo finite le feste, cio pel marted

Pasqua. Vi fu discrepanza di pareri fra i Legati : alcuni volevano che si facessero modificazioni per otte-

di

nere T unanimit, ma il Capalti ed il Bizzarri tennero


fermo che nulla si dovesse cambiare.
4.

Le

feste di

Pasqua passarono senza alcun

in-

cidente particolare, e assai pi languidamente che all'ordinario,


negli altri

per minore concorso di forestieri che

anni,

rimpiccioliva

la

anche perch l'Aula del Concilio

chiesa di San Pietro, che aveva perci

assai perduto della sua grandezza e della sua solennit.

Inoltre per la straordinaria

quest'
tutte

nella Cappella Sistina, e


dell'

quantit di prelati che in

anno vi assistevano, si dovevano abbandonare


le cerimonie che si compiono ordinariamente
che dal

lato del

arte hanno un carattere proprio.


5. La Congregazione del marted

di

sentimento e

Pasqua non

arrec verun cambiamento nelle opinioni, ed


si risolse

da ultimo a forzare, come dicesi,

il

la

Papa

situa-

203

LO SCHEMA DE FIDE PER LA SECONDA VOLTA.

zione e ad andare innanzi, giudicando che


loro,

quali dissentivano sotto la

e non pochi di quelli,

resistenza

pubblica

si

forma juxta mo&um,

quali dissentivano

mente, piuttosto che affrontare

co-

tutti

assoluta-

scandalo di una

lo

sarebbero piegati, e che nel-

T adunanza pubblica nessuno o quasi nessuno avrebbe

osato dire

non

placet. Questa supposizione

pi probabilit, in quanto che

aveva tanto

cause di discrepanza
non erano sostanziali, e neppure molto notabili, n

riguardavano oggetti, per


molto compromessa. Ed
Papa aveva preveduto.
6.
lio

le

quali Y opposizione si fosse

infatti

tutto

riusci

come

il

Si tenne la terza riunione pubblica del Conci-

Vaticano nella domenica in Albis. Dopo

cerimonie vi fu promulgato
suoi relativi canoni, e

tutti

lo
i

schema De

le

fide

solite

con

Padri presenti dissero

placet Coloro, la cui coscienza rimase inflessibile, e


che non vollero dare il loro consenso, non assisterono alla Sessione. Si appigliarono a questo partito
per

la

ragione che fu trovato essere....

un

solo,

il

ve-

scovo di Bosnia e Sirmio monsignor Strossmayer.


Posto nel bivio o di separarsi con uno scandalo dai
suoi colleghi
di proferire

dell'
il

opposizione che avevano accettato

placet, o di tradire le sue convinzioni,

prefer restare estraneo alla votazione: protesta, che

pass allora quasi inosservata,


scia

maggior valore

vescovo in tutte

dalla

le altre e

ma

che acquist po-

condotta costante di quel


pi importanti materie che

si trattarono in Concilio.
7. Fa d'uopo aver assistilo personalmente a quella
cerimonia per avere avuto il senso dell' isolamento di

204

CONCILIO VATICANO.

IL

quella grave

Assemblea

stesso che

essa era destinata

prime

dal resto del

mondo,

e dal

mondo

rappresentare. Nelle

sessioni la curiosit, la novit, e, se si vuole,

anche l'incertezza e forse anche

la speranza dell'avvenire avevano attirato assai gente intorno a quelle

cerimonie e avevano anche risvegliato una certa attenzione: in questa non eravi molta gente in chiesa,
e pochissima vi prendeva parte. Alla lettura di questi

dettami formidabili della Chiesa, niuno porgeva ascolto:

niuno sapeva

di

che

si

trattasse: lo spettacolo del-

nella

importava al pubblico, e
dei
nessuno
presenti pensava che
pi. Quasi
sua qualit di cattolico quella sera andrebbe a

letto

con un carico

quel che

l'Aula era tutto


nulla

fede di pi che pesava sopra


coscienza.

Il

cui

solo, a

il

suo

sentii

zione, fu un greco scismatico, e


lieo,

al

quale quegli

di dichiarazioni di

articoli e

di

intelletto e la

sua

osserva-

fare questa

risposta del callo-

la

rivolgeva, non accennava ad

si

ossequio. La curiosit delle prime sessioni era cessata: una Sessione oramai non era che una cerimonia
di pi nella

In quel

lista

lunga

giorno

nei

pensava e pochissimi

del cerimoniale del Vaticano.

susseguenti

nessuno

conoscevano

ci

in

che

Roma
si

era

promulgato. Eppure quei pochi che ne avevano notizia, si accordavano nel dire che le dichiarazioni di
questo schema sono piuttosto miti e moderale. Ma
esse non sono fatte per richiamare l'attenzione svanita
e distratta della presente societ. Per coloro poi che
sarebbero dalla natura o dalle circostanze particolar-

mente
perch

non hanno importanza,


materie, almeno nella sostanza,

portati a porvela,
si

occupano

di

esse

LO SCHEMA DE FIDE PER LA SECONDA VOLTA.

Per questa ragione e per

gi pi e pi volte esaurite.

modo

forma con cui quelle vi sono


riguardano generalmente come non idonee
il

trattate, si

e la

alcun effetto pratico, ed anche a priori

Chiesa,

ma

de eis qui foris sunt, San Paolo stesso, se

non erro, dice quid ad nos? Per


il

ripetere

fede per lo

tammo
prima

gi altrove che questa

Il

condannare

materialisti ed anche

Chiesa Cattolica: per

gli

tutti gli altri,

la

ma

dacch

fu

ultimi, dacch
la

la

carattere rimasto

panteisti,

razionalisti,

gi fatto
si

dalla

separarono;

Chiesa esiste, perch quelle

nelle esplicazioni consecutive

Chiesa ha date di tutte

poste, e perch per

il

protestanti,

condanne sono comprese


che

sin da principio la

fu

schema fosse rinviato

lo

volta. Si riformato,

lo stesso.

quelli che son den-

fondamenti primi e sostanziali della


meno pu sembrare superfluo. No-

causa principale, per cui

per

pu rego-

dicono molti di costoro, lutto ci che nella

lare,

tro,

produrre

come quasi

fuori dell'azione efficace del Concilio. Esso

loro

205

le

materie a

Cattolici esse

lei

sotto-

sono contenute gi

per se stesse nelle loro credenze in maniera sostanziale ed assoluta. Ritornando poi a quelli che foris
sunt, per lutti quelli che non sono cattolici n cristiani,

queste condanne mancano di sanzione e di giurisdizione.

Anatema vuol

dire fuori della Chiesa;

ma

se

sono n vi furono mai, come espellerli?


come infligger loro questa pena? Tali erano le osserquesti

non

vazioni che

vi

si

udivano generalmente fare da una gran


non erano molti, che si occupavano

parte di quelli, e

da vicino e seriamente di queste materie. Il Concilio


Vaticano non volendo attendere alla missione che sem-

206

IL CONCILIO

brava essergli imposta

VATICANO.

dalla

legge dei tempi,

quella

cio di riformare secondo che questi richiedono e che


i

limiti segnati alla Chiesa

comportano,

stato dalla

forza stessa delle cose condannato o a rimanere sta-

zionario e con questo quasi all'inazione,

niva nello schema

De

fide

come avve-

o a procedere anche pi

oltre nella via dell' autorit e dell'assoluto,

cennava

a fare in quello

De

come

ac-

ecclesia.

II.

Il

primo schema De fide.

Per meglio intendere quanto abbiam detto sul


carattere mite e moderato dello schema promulgato,
4.

giova raffrontarlo con


presentato

quel
dell'

la

stesso

lo

prima volta,

momento

nel testo che

venne

e ci giovava soprattutto in

per riconoscere V influenza

benefica

opposizione e trarne qualche ragione di speranza

per l'avvenire.
2. Lo schema nella sua prima forma cos
presso
a poco era concepito. Dopo un lungo proemio, dove
s'indicavano i nemici da combattere, ossia i molti

che nei nostri tempi tentano

anticristi

ogni fondamento di religione,

umano

all'incredulit,

sovvertire

ridurre

il

genere

schema, come vien

lo

pi

chiaramente spiegato nella sua prima annotazione, divideva in tre parti il suo soggetto: con la prima con-

dannava
stazioni,

il

il

razionalismo assoluto nelle sue tre manife-

materialismo,

il

panteismo e

il

raziona-

IL

207

PRIMO SCHEMA DE FIDE.

iismo propriamente detto; con la seconda condannava


nelle dottrine cattoliil semirazionalismo introdotto

che; e con

la

condannava parzialmente varii

terza

errori speciali che ne discendono.


3. 11 primo capo incominciava col titolo: Conemnatio materialismi et pantheismi , i quali si descrivono e si condannano, conchiudendo con la profes-

sione

di fede in

Dio

una singularis simplex omnino,

et incommutabilis essentia, eternus, et necessario exi-

stens

intellectu ac volnntate,

finitus:

ter

omniqae perfectione

in-

quale profitendus est super omnia, qua? prce-

il

ipsum

sunt, aut concipi possunt, infinite exaltatus.

seguente capo aveva per titolo. Condemnatio rationalismi; ed in esso, dopo aver riconosciuto la validit
Il

della ragione

che, quando
altrimenti

umana ad

ottenere per se

conoscenza

la

sottomette poi alla rivelazione in

la

d'Iddio,

a quello

non

tal

modo

fosse piaciuto manifestarsi

che con questa,

la

prima debba

narsi egualmente innanzi all'ultima.

Dopo

seguendo con l'affermare come questa

inchi-

ci, pro-

ipotesi siasi

effettivamente avverata nelle disposizioni della Provvidenza, anzi sia proprio la base della religione cristiana,

conchiude

sollevano

col
alla

la

condannare
condizione

ragione
e a norma d'ogni conoscenza e

d'

pra della rivelazione e della fede.

una fervorosa esortazione

ai

tutti
di

coloro

legge suprema,

ogni bene,
Il

che

al diso-

capo finisce con

governanti, affinch pre-

servino da cotal peste l'insegnamento, ponendoli an-

che

in diffidenza contro quella specie di razionalismo

secondario introdottosi nei sani studii

terbum

veritatis

non

recte tractatur.

per

il

quale

questi due ul-

208

IL CONCILIO VATICANO.

come

limi tratti,

l'intenzione

suol dirsi che

della

si

lettera,

al

poscritto

si

conosce

ravvisa lo spirito che

animava

gli scrittori dello schema. Quel sospetto sistematico e quelle infinite precauzioni contro tuttoci
che sa di ragione; e l'invocazione intempestiva in un

atto d' indole affatto dottrinale e speculativa

decreto di

un

comandare

la

materiali,

di

tutela della fede all'intervento dei

cui

4.

affermava in esso

secondo

il

la

la

verit

mezzi

titolo

il

Scriptum

De

divince re-

et traditione.

divinit delle Sacre Scritture

che ebbe

testo

Trento, e

il

lasciare evidenti traccie di s.

fontibus in Sacra

velationis
Si

pu non

terzo capo portava

Il

dispongono; sono proprio i


dovunque esercita la sua in-

essi

caratteri del partito che,

fluenza, non

com'

Concilio, diretto ai governanti per rac-

la

delle

sanzione dal Concilio di


interpretazioni

contenute

nella tradizione e nel giudizio infallibile della Chiesa.

Nel quarto capo parlava


necessitate, che

ottenesse

quel che

la

la

De

supernaluralis revelationis

vien provata,

non solo perch

si

rapida ed universale diffusione di tutto


ragione pu, ma non sempre sa facilmente

comprendere,

la

quale diffusione non si sarebbe poma eziandio perch vo-

tuta per altra via conseguire;

lendo Iddio innalzare


naturale,

l'uomo

zione di cose superiori

non bastando
dei
si

al

disopra dell'ordine

non poteva altrimenti condurlo


la

prima

alla

verun modo

in

dogmi soprannaturali

alla

ragione che per


alla

la

cognifede,

cognizione

e che perci appunto

contengono nella manifestazione naturale

non

d' Iddio.

Da questa argomentazione logicamente condotta io


schema discende subito al poscritto, cio ad una con-

PRTMO SCHEMA. DE FIDE.

IL

come

clusione

quella del secondo

209
la

capo,

quale per

mezzo di alcune frasi di significazione indeterminata


e vaga si presta mirabilmente e con l'aiuto di poco

commento
Secondo

costituzione dell'autorit pi illimitata.


conclusione di questo capo, anche nelle ma-

alla

la

che non

terie

sono impervi

ragione umana,

alla

cio che possono trattarsi razionalmente, si deve riconoscere supernaturals revelationis maximum bene-

ficium; lo che tradotto nel linguaggio pratico significa


che si debbono anch'esse sottomettere volentieri ai

dettami della rivelazione.

Ognuno vede

le

conseguenze

che da questo postulalo, senza neanche sforzo, discendono per i suoi depositarli ed interpreti naturali e per

conseguenza per

il

Vaticano.

capo quinto tratta De misteriis fideiin divina


revelatione propositis, e condanna coloro che dicono
5.

Il

potersi con la

misteri della fede. Questa condanna a prima


sembra equivalente ad una proibizione di ve-

indagare
vista

ragione e con lo studio della filosofia

dere, quando

fa

buio. Se per essa contempla

nel quale in questa oscurit alcuno per


sia

provato

a valersi,

gione,

lasciando

trarne,

non

si

come guida,

stare

il

risultalo

lume

del

il

caso,

avventura

si

della ra-

che abbia potuto

comprende facilmente

qual

titolo si

vorrebbe infliggere la condanna. A questo caso si devono non poche opere dei Santi Padri, come De Trinitate e De opere sex dierum di Sant'Agostino, le
quali
si

non

solo la Chiesa

valsa e
6.

Il

si

non ripudia,

ma

delle quali

onora grandemente.

capo sesto

s'

intitolava:

stinctione a scientia fiumana.

De

fidei divinai di-

Anche qui

la

prima im14

210

CONCILIO VATICANO.

IL

pressione

come

cose che non


al

sguito

di chi dicesse della distinzione di

due

possono mai confondere. Esso faceva

si

capo precedente, condannando coloro che

non distinguono la fede divina dalla scienza umana, e


che credono, non perch ci che da credere sia ri-

ma

velazione divina,
prensibile con

perch possa da noi tenersi comnaturali. Presa letteralmente

mezzi

questa condanna, e considerandone il soggetto, secondo che annunziato nel titolo del capo, parrebbe

non avere scopo; perch


passa fra

la

scienza e

la

chi

non

sa la differenza

che

fede? Chi non sa che ci che

appunto ci che non si sa? E quindi


sembra che se ne debba cercare lo spirito nella esplisi

crede, per

cazione data

di

1'

questo soggetto, cio che, se alcuno cre-

desse tentar di far forse illusione a se stesso con cercar


di mettere nel suo spirito fino ad

cordo

la

un

certo punto d'ac-

fede con la ragione, e di spiegare, per quanto

con questa, una

sia in lui, quella

debba essere negata, dovendo

il

tal

consolazione

gli

sacrifizio della ra-

gione essere intero, assoluto per se stesso, come un


non come un omaggio. Questa conclusione

tributo e
ritrae

anch' essa

oscuro

nel

suo

linguaggio

misterioso

dei suoi

pensiero predominante
La guerra ad oltranza alla ragione sopra
il

nel quale essa

ed

estensori.
il

terreno,

pu egualmente che su quello ove non

pu, questa diffidenza sistematica e sempre costante


dei suoi lumi, sono parte principalissiraa dell'ordine d'idee che,

come

prevalso da lungo

altra volta

tempo

abbiamo accennato,

e con singolare insistenza

tempi nella direzione e nell'impulso dato alle


istituzioni cattoliche. Essa tende particolarmente a ina' nostri

IL

PRIMO SCHEMA DE FIDE.

debolire e confondere spesso

il

211

giudizio naturale delle

e favorito abitudini
popolazioni; ha spesso generato
ha trattenuto la cied
e
superstiziose,
irragionevoli

quelle popolazioni che

vilt in

fluenze di questo sistema in tutta

hanno subito
la

le

in-

sua piena e libera

azione.
7.

De

Nel settimo capo che s'intitola:

necessitate

motirorum credibilitatis dopo avere nel precedente


capitolo messo l'uomo in diffidenza della propria ra,

gione, condanna sotto pena di anatema chi dica non poter avvenire che la verit sia resa evidente per

dei segni

esteriori

(ossia

prodigi).

mente contiene un buon numero

m' ordine,

e per

la possibilit dei

di

11

mezzo

Vangelo sola-

miracoli di pri-

l'affermare dopo diciannove secoli

prodigi, sembra per lo

meno

inoppor-

tuno e superfluo: e quindi anche di questa condanna


convien ricercare lo spirito pi lontano che nella lettera.

che

Mentre

ci

il

capo sesto c'insegna a dubitare di quel

appare ragionevole,

si esita a

gionevole.

il

dar fede a quel che

La riproduzione

settimo ne condanna se
ci si

presenta

come

irra-

delle idee contenute nei

due capi, secondo che apparisce letteralmente, come


abbiam gi osservato, non avrebbe scopo; ma il ribadirle cos combinate non pu averne che uno,
quello
d'inculcarne viepi l'applicazione attuale e pratica e
favorirne, quanto si pu, l'incremento nelle popolazioni cattoliche.

Ora quel che avvenuto da

siffatto

insegnamento, costantemente applicato, si che condotte spesso queste popolazioni senza una sicura guida
della ragione nella

selva oscura dei prodigi,

si

ri-

svegliato e coltivato in esse quel certo sentimento mi-

212

IL CONCILIO VATICANO.

vago, sovente superstizioso e talora stolido e

stico,

feroce che stato loro

molle volte

sempre un ostacolo per acquistare


positive e produttive
concetti che noi

della

abbiamo

danno, ed

di

abitudini miti,

le

vita civile.

Tutti

questi

abbiamo

rilevati, e di cui

de-

conseguenze pratiche, sono piuttosto nascosti


e contenuti potenzialmente che espressi nelle frasi mi-

dotto

le

surate e castigate dei sopraccennati capitoli; e l'intiero


senso loro dimostrato meglio dalla connessione e
dall'ordine, col quale discendono dai capi precedenti,

e anche meglio dalla conoscenza dell'uso tradizionale


e dalla costante applicazione che di quei
principii da

lungo tempo

si

Questa specie

voluto fare nell'


di

economia

moderazione di

che abbiamo

frasi

notata una concessione, una specie

della Chiesa.

di

omaggio

allo

spinto prepotente dei tempi, il quale all'opposto dello


schema adora la Dea Ragione, e fa guerra implacabile
ai prodigii,

scere

almeno a

un carattere

particolarmente con
Il

teme

scienza e

la

la

ricono-

1'

pubblicit.

De supernaturali

capo ottavo:

di

una e persemezzi, ond'esso dispone, e

religioso: e difende

guita gli altri con tutti

8.

cui

quelli, in

viriate fidei et

de

liberiate voluntatis

in fidei assensu, condannava

chi

non riconoscesse

fede

la

come un dono sopranna-

una persuasione necessaria e


Anche
questo talmente ovvio
ragione.

turale di Dio, anzich

naturale della

nella fede cattolica, che

il

ripeterlo figlio dello stesso

sentimento: guardarsi dalla ragione, della ragione non


volere a nessun patto; non solo quando combatte
fede,

ma neppure quando

conforta.

Il

viene

in

suo soccorso e

la
la

capo nono continuava sopra questo ar-

PRIMO SCHEMA DE FIDE.

IL

col titolo:

gomento

De

213

necessitale et supernaturali fir~

mitate fidei. Questo capo assai oscuro condannava coloro che


(ossia

dicono essere pari


a

Cattolici)

alla

pervennero
sia lecito ai

quella

la

di

condizione dei

fede unicamente vera;

in

revocare in dubbio

Catlolici

fedeli

coloro che non ancora

modo che

la

fede rice-

vuta sub Eccesice magisterio e sospendervi il loro assenso, finch abbiano ottenuto, secondo le regole della
scienza

umana,

la

dimostrazione della credibilit e ve-

Questo cnpo era diretto, a quanto sembra, contro le due particolari tendenze del secolo, la

rit di quella.

tolleranza
le

reciproca e

la

discussione, e forse perci

sue sentenze erano involte nella oscurit, e

quelle del
certa

moderazione che

gli

estensori non

una

hanno sempre

ne nelle altre parti di questo schema, n


schemi e singolarmente in quello De ec-

conservata
altri

negli

come

seslo e del seltimo capo espresse con

clesia.
9.

Dopo avere

parlato fino ad

se slessa, cominciava lo

golare le attenenze tra

De

recto

divinata
scienze

schema
la

nel capo

fede e

la

ordine inter scientiam


e

dal

bel

principio

ora della fede per

decimo a re-

scienza, col titolo:

humanam

sottometteva

et

fidem

tutte

le

sindacalo della Chiesa con un


ragionamento
lasciando
stare tutto ci che dall'aspetto cattolico
che,
al

possa contenere di giusto e di vero, perde gran parte


quando si riflette che l'applicazione di

del suo valore,

queste dottrine consisteva porlo pi nel sottomettere


molteplici, lunghi e penosi sforzi dell'ingegno
no, e puranco del genio, alla ristretta ed

uma-

ignorante

tiranna di qualche oscuro censore,

il

quale fra

l dif-

214

VATICANO.

IL CONCILIO

fdenza e

dare

sospetto affaticandosi senza posa ad accor-

il

progresso della scienza con

il

fede, riesce alla fine a prodarre


quella,

ed

lia

onde han goduto


Messico.

il

la

l'

integrit della

una coltura simile

Spagna, alcune parti

d'Ita-

L'undecimo capo ritornava sopra

l'argomento: De incommutabili veniate illius dogmalum


sensus quem tenuit et tenet Ecclesia. Anche a questo
proposito tornava

lo

schema

di

e pi viva-

nuovo,

mente, a scagliarsi contro l'intervento della ragione


e dell'umana filosofia per intendere o spiegare il senso
dei dogmi. La ragione! e sempre la ragione! Sembrava essere il nemico, e per servirmi del suo stesso

linguaggio,
il

il

pi formidabile degli Anticristi, contro

quale combatteva questo voluminoso schema.


40. Nel dodicesimo capo si crede essere traspor-

tati

proprio nel terzo secolo

tura seu

essentice in tribus

decimoterzo
sonis
fatti

si

communi,
tempo

tratta:

De

et de

Dei

De

imitate divince

na-

distinctis personis.

Nel

divina operatione tribus per-

un compenso che

vano

in

compenso

in-

Domeneddio qual-

e giustizia di lasciare a

che libert. La libert retrospettiva di creare


era

Era

liberiate in creando.

il

mondo

teologi del Vaticano gli dove-

di tutta quella

che

governarlo. Nel decimoquarto capo

gli

tolgono nel

si tratta:

De Jesu

una divina persona in duabus naturis, de redemptione et vicaria pr nobis satisfactione etc. Non
Christo

si

direbbe

di

essere ai tempi di Nestorio,

cosa di

simile?

T opera

dalla

Non

conlenti

di

aver

redenzione, nel capo

risaliva fino ad

decimoquinlo

Adamo: De communi

generis origine ab uno

Adam,

et de

o qualche
ricominciato

totius

si

Immani

natura humana

IL

PRIMO SCHEMA DE FIDE.

una composita ex anima rationali

et

215

corpore.

Non

si

poteva riprendere
questione pi da alto.
11. Nel decimosesto si riconosceva resistenza
la

e l'intervento

del soprannaturale,

ossia della

Prov-

videnza nel mondo, non solo per i fatti, ma anche per l'ordine morale e per le idee, e cos anche
per giungere ad un certo grado di giustizia e di virt
che, secondo questa dichiarazione,

non pu

altrimenti

conseguirsi che per grazia soprannaturale. Tuttoci


contenuto sotto il titolo: De ordine supernaturali et de

supernaturali stala originalis justitice.

simo

tratta

De

stinata cuilibet mortali peccato ; proprio

misteriosi

Il

diciassette-

peccato originali et de poena alterna de-

dogmi

come

se questi

del peccato senza colpa e della puni-

zione senza fine fossero da stabilirsi oggi per

la

prima

decimottavo parlava: De supernaturali ordine gratice, quce nobis per Christum


redemptorem donatur. In questo capo si coordinava
volta nel Cattolicesimo.

Il

compieva con questa tutto


condannavano quindi in questo

nella teoria della grazia e si


1'edifizio cristiano:

si

stesso capo coloro che negano essere la grazia divina

un dono soprannaturale permanente ed inerente


l'

anima

e che, quel che pi, credono

semplici forze naturali ottenere

seguire

lo stesso

si

al-

possa colle

scopo, e con-

la giustizia cristiana.

42. Questo era V ultimo capo, al quale seguivano lunghe annotazioni con diffusi commenti. Il primo
versava sopra l'iscrizione che portavano in fronte gli

schemi: Pius Episcopus sacro approdante Concilio.


Di

tal questione avrei per 1' ordine cronologico dovuto fare pi amplia menzione sopra e fin da quando

216

IL

venne
dal

CONCILIO VATICANO.

agitata nell'Assemblea, allorch questo titolo fin

suo primo apparire incontr

la

disapprovazione

dell'opposizione, e fa soggetto delle pi gravi rimo-

ma V opistranze per parte dei principali suoi capi


nione pubblica non gli dtte allora grande importanza,
:

e questa

si

perde fra

le altre

lamentanze,

delle quali

l'opposizione riempiva l'Aula Vaticana, e quindi non


mi occorse di notarla al tempo che surse primamente.

Essa per questione per se stessa cos grave da non


lasciarla passare senza qualche osservazione, ora che
le

annotazioni dello schema che primo

campo, ne porgono
che nel

titolo degli

l'occasione.

schemi

cato del Concilio Vaticano.

dentino portavano
ralis

si
I

la

trasse in

Pu veramente

contiene tutto

il

dirsi

signifi-

decreti del Concilio Tri-

Sclerosando, (Ecumenica et gene-

Tridentina synodus in Spiritu Sancto legitme

congregata prwsidentihus apostolica} sedis

legatis.

decreti del Concilio Vaticano s'intitolano invece: Pius

Episcopus sacro approbante Concilio. La differenza


due locuzioni tale da non dover per lo
fra
queste

fece resistenza
parere strano, se l'opposizione
ad accettare la seconda, e se lo Strossmayer con molta
era una ineloquenza si studi dimostrare che questa
modifiche
ma
novazione non solamente nella forma,

meno

cava in

modo

sostanziale

il

criterio dell' autorit di

un Concilio Ecumenico. L'opposizione non pot ottenere nulla sopra questo soggetto, e il titolo rimase
Welle annotazioni allo
tal quale era stato apposto.
schema De

fide si

rendeva ragione

di

questa formola,

quale veniva indicata in quel commento come quella


che deve usarsi nei Concilii che sono personalmente

la

217

PRIMO SCHEMA DE FIDE.

IL

la slessa ragione, per cui copresieduti dal Papa, per

loro che

lo

rappresentano nelle congregazioni particoVaticano, s'inlitolano presidenti invece

lari del Concilio

d'intitolarsi legati,

come

sogliono

nei

fare

Concilii,

Papa non presente. A questo lo Strossmayer


aveva replicato utinam che il Papa presiedesse personalmente il Concilio, ma che ci non poteva dirsi,

dove

il

poich
1'

egli

non presiedeva

le

opera sostanziale del Concilio:

neppure addursi

teva

una

vano che

cotal ragione

doveva

Concilio

sono

che per non po-

per giustificare

grave innovazione. Dall'altro


il

che

discussioni

lato

soggiunge-

intendersi presieduto dal

presente in Vaticano, e che egli


presiedeva personalmente le adunanze pubbliche che

Papa, dacch
sono
Il

sole, nelle quali

le

che

fatto sta

come

egli era

Roma

Regolamento

il

il

Concilio fa atto d'autorit.

tenne fermo, e
e

come

il

titolo

luto col dove si puote. Le annotazioni erano

due volte

pi voluminose del testo, e contenevano tutte


gioni e
tato in

le

bpiegazioni del medesimo.

forma

odierna,
stile s

si

poco confacente con

pensiero, e

dini del

pass

tutto quel che s'era vo-

le ra-

Il

tutto era trat-

le

odierne abitu-

poco collegato con

la

scienza

poco scientificamente espresso, e con uno


un linguaggio s pedantesco, che si

gretto, ed

comprende facilmente come questo schema incontrasse


nell* Assemblea scarsa accoglienza. Ognuno
pu rammentare

orazioni,
sizione,

vivi assalti, ai quali


a. le

alla

le belle

quali die occasione da parte dell'oppo-

quantunque

memorie, perch
che

and soggetto, e

la

il

tempo abbia

gi disperso queste

discussione allora non era affidata

parola, e di quelle orazioni rimangono solo

218

IL CONCILIO VATICANO.

dormono un

copie ritratte dagli stenografi, le quali

le

sonno eterno negli archivii segreti del Concilio.

III.

secondo schema

Il

1.

Quando questo

stesso

De

fide.

schema

ripresentato

si

dopo gli avvenimenti che abbiamo narrali, esso era


heu quantum mutatus ab ilio! Esso conteneva nella
sua seconda edizione solamente un proemio e quattro
capitoli, nei quali vien ristretta una parte della materia del

primo schema. Ben

si

vede che

il

resto della

materia ivi trattata stalo posto in dimenticanza, o


almeno messo da un canto temporaneamente. I quattro

secondo schema portano per

capitoli di questo
I.

De Beo rerum omnium creatore;

IH.

De

dello
il

fide; IV.

De

De

II.

revelatione;

L' intiero

fide et ratione.

titolo:

volume

schema non oltrepassa trentuna pagina, mentre

primo superava

le

centoquaranta.

Il

proemio

in

questo molto pi lungo e indica la materia con pi


diffusione, e perci fin da principio accenna partico-

larmente come nemico da combattere


nel quale include

il

panteismo,

il

il

naturalismo,

razionalismo,

l'in-

differentismo e l'ateismo. Del cosi detto semiraziona-

lismo, che era con tanta vivezza preso di mira nel

primo schema, non

si

parla affatto nel

proemio

poco

nel resto.
2. Nel

primo capo

si

racchiude in brevi parole

tutto ci che n'era dello nel

primo

capitolo dell'altro,

IL

SECONDO SCHEMA DE FIDE.

219

tralasciando le condanne nominali del panteismo, del

materialismo, ec, e vi

Dio con

lutti

si

contiene anche

suoi attributi,

uno

il

concetto di

nella sostanza, di-

per essenza e per natura, Uberrimo Consilio,

stinto

creatore del mondo. Nel secondo vien raccolto in com-

pendio tutto quanto era

detto nel secondo, terzo e


quarto capo dell'altro sopra la rivelazione e i libri che
la contengono, e che Deum habent auctorem, e della

hanno ricevuto

sanzione che

dal Concilio

e dalla tradizione della Chiesa.

lazione una

notabile

schema antico

della rivelazione;

come non
3.

poco

Il

differenza fra

intitolava
il

un

nuovo

di

V'ha intorno

capitolo

due

Trento

alla

rive-

testi.

Lo

Della necessit

tralascia quel capitolo, quasi

riconoscesse pi almeno come assoluta.


terzo capo contiene mollo in ristretto presso
la

quel

che

si

conteneva

dal

capo primo

al

nono, cio della sommissione della ragione alla fede,


non per opera della comprensione, ma per l'autorit
della rivelazione; della possibilit dei segni esteriori,

ossia

de' prodigi, delle profezie,

ec,

del

dono

della

grazia, del magisterio della Chiesa, della perfezione di

questa

in

paragone

colle altre confessioni e

delle quali nel testo presente si

credenze,

esprime che falsam re-

ligionem seclantur, mentre nel testo antico su questo


soggetto lo stesso sentimento veniva espresso con locuzione assai pi moderata, dicendosi solamente in
quello che ad fidem anice veram non pervenerunt.
Aggiugnesi in fine di questo capitolo che della fede insegnata dalla Chiesa non

si

pu

nulla

cambiare ne du-

bitare; ed inoltre tutto quel che in questo proposilo


era detto nel capo nono dell'antico schema.

220

CONCILIO VATICANO.

IL

4.

Il

capo quarto

gione e la fede.

cano

le

tratta delle attenenze fra la

In questo

capo particolarmente

gravi differenze fra

due

capo comprende presso a poco

decimo

nel

undecimo

e nell'

raspic-

Questo quarto
materie contenute

testi.

le

dell'antico

e pi

schema,

tutto quello che riguarda le attenenze fra la fede e la

scienza, sparso gi negli altri capitoli. Sparisce peraltro in questo tutta quella parie, per la quale nell' antico
di

schema con

intollerante pedanteria sotto

semirazionalismo
le

gono regolale

modo meno

si

la

perseguita

attenenze fra

assoluto. Tutte

il

ragione;
e

questa

titolo

e ven-

fede in

la

dottrine del secondo

le

schema possono giudicarsi come relativamente as^ai


moderate. E se non fosse per l'applicazione di quel
jus riconosciuto divinitus

Chiesa falsi nominis

nella

scientice oppositiones proscribendi

dimostrato

fin

dove

si

per rispetto

vi

si

contengono
ha

grandi questioni che

nelle societ cattoliche

pratica ha

la

stesso forse po-

estenda, lo

trebbe dirsi di alcuni concetti che


alle

che

sollevate

odierna civilt. Di tutta

la

la

materia contenuta nell'antico schema dal dodicesimo


all'

ultimo capitolo non

Seguono

la

parte

si

a ciascuno dei titoli, e da

dice per ispiegare

pi veruna menzione.

fa

dottrinale,

canoni corrispondenti

ultimo una specie

brevemente

le

ragioni ed

di
il

appen-

metodo

tenuto nella emendazione del primo schema.


5. Questo fu lo schema ripresentalo per otlenere
lo

scopo di una Sessione pubblica, e

le

variazioni che

vi furono fatte in appresso prima di essere definitiva-

mente promulgato

nella Sessione del

poche e appena degne

di

24

aprile, sono

considerazione. In questa se-

SECONDO SCHEMA. DE FIDE.

IL

conda volta che fu discusso

lo

221

schema De

fide, vi-

geva gi il nuovo Regolamento, e perci le osservazioni furono fatte per la pi gran parte in iscritto e
distribuite ai vescovi, e cos di queste rimane maggiortraccia.

curioso ed assai importante, per portare

giudizio sopra l'esito finale di tutti questi avvenimenti,


lo

come

scorgere

vescovi

fatte dai

gi corretto ed

al

la

maggior parte

emendato

sia in

sempre

un vescovo

si

proponendo che

fallibilit,

Ecclesice necessitatibus

regimen

eie. Altri

damenti
alle

et

simili.

II

si

la

si

magisterium satis fuerit provisum


due o tre vescovi propongono emen-

proemio

il

opposizione

sente superiore in

eloquenza

miglior

si

particolarmente fatto
i

le

vescovi

voce,

quel potente mezzo

fortificarsi
la

far prevalere le

gravissima prevalenza

opinioni getta gran luce sopra lutla


Il

perch

d'autorit che

perch, essendo in minorit, questo

mezzo per

del Concilio.

segno

infallibilisti

osservazioni loro,

preferisce farle a

proprie idee. Nulladimeno


di quelle

dell' in-

omnibus

per ordinarium Summi Ponti-

preferiscono mettere in iscritto


1'

dichiarazione

dica che licei

loro osservazioni. Vero che

mentre

a introdurre nello

prova

schema come per accessorio

tamen,

senso infallibilisla e

in senso di restrizione e di esagerazione: cos,

per esempio

ficis

delle annotazioni

secondo testo dello schema De fide

la

storia

proemio ricev dalle annotazioni varii

cambiamenti, quantunque

di

non grave importanza. Le

primo capo: De Deo rerum omnium


furono
creatore,
pure numerose e sempre nell'ordine
delle idee infallibiliste. Ve ne sono due o tre di vescovi
osservazioni

al

indipendenti e relativamente pi liberali

una pr-

222

IL

CONCILIO VATICANO.

pone la soppressione dei canoni nello schema, giudicando che basti gi quel che si dice nel decreto. Un
vescovo propone che si tolga l'anatema, e
dannino gli errori e non mai le persone.

altro

6. Di tutte

e infatti

quasi

il

si

con-

queste osservazioni non fu tenuto conto,

capo primo riapparisce nella promulgazione


ha solo V agnella distribuzione.

come apparve

la soppressione di un
vocabolo nel primo, che furono adottale alla lettera come
vennero proposte da un vescovo, che solo era riuscito

giunta dell'ultimo paragrafo, e

a far

prevalere

le

sue idee nell'ultima revisione di

questo primo capo. Vi fu un' annotazione


stituire alla

denominazione

di

romana

fatta

per so-

catholica Eccle-

sia quella di sancta catholica Ecclesia.Un altro pi di-

screto

si

content che

dica catholica et

si

romana,

non potendo ottenere la particella congiuntiva finalmente non dimand che una virgola fra romana e
catholica,

non pot ottenere neanche questa. Sopra


non apparisca dalle osser-

cotal soggetto, assai pi che

vazioni scritte, fu vivace


si fece nelle

la

discussione orale, quando

congregazioni, non con miglior successo.

La maggioranza tenne fermo, e


altra modificazione che da sancta

la

formola

romana

non sub

catholica Ec-

com' era, divenne sancta catholica apostolica


romana Ecclesia. Il rimostrante ottenne una trasposi-

clesia,

zione invece di una virgola, e

serv
7.

illese le

la

Chiesa di

Roma

con-

sue prerogative.

Le osservazioni

al

secondo, bench assai nu-

d' importante, tranne una


manifesta a quando a quando

merose, non hanno nulla


certa tendenza che vi

si

a fare una pi larga parte nella coscienza cattolica

alla

IL

SECONDO SCHEMA DE FIDE.

cognizione naturale

d'

Iddio.

Infatti

223

secondo capo

il

non ha subito nessuna modificazione, o almeno quasi


nessuna. Sul terzo capo numerose furono le annota-

ma

zioni dei vescovi,


infatti

la parte

poco rilevanti per

dottrinale dello

schema

profani:

stata bens

la forma, ma per la sostanza noi discerniamo appena questi cambiamenti. L'osservazione


che si trova sempre ripetuta fra quelle fatte dai ve-

modificata per

scovi allo schema,


cio che

stessa che

la

una gran parte

dano coloro che sono fuori

est

jtidicatns

S'

della

fatta

noi,

condanne riguar-

Chiesa, intorno ai

un vescovo che qui non

quali giustamente nota

jam

abbiamo

di quelle

credit

incontrano sempre frequenti

le

la formola, con la quale s' intitola lo


Pius Episcopus, etc, invece che sancta synodus ecumenica. Sono queste le poche e rare tracce

osservazioni sopra

schema

che, leggendo quei compendii,

indipendenza e

si

trovano

un sentire vivo per

di

di

la

una certa

dignit e,la

ma

che per il picciol numero loro


si perdono in mezzo alle testimonianze ossequiose ed
alle sottigliezze teologiche. I canoni sono rimasti inlibert della Chiesa;

tatti,

le

fuori di

uno che riguardava

attenenze fra

ragione e

la

zioni dei vescovi

hanno

la

fatto

il

quarto capo, cio

fede, e che le osserva-

sopprimere.

Esso con-

dannava coloro che tengono opinioni che, bench non


dichiarate eretiche, sono condannate dalla Chiesa. Eccetto questo

mutamento,

il

testo si

identico a quello ripresentato

promulgato quasi

all'Assemblea dopo

la

prima emendazione.
8.
i

Due furono

nella discussione di

questo schema

soggetti di difficolt che nonostante tutte le

buone

224

IL CONCILIO

VATICANO.

disposizioni tennero per qualche


il

tempo divisi i Padri:


primo fu quella parola romana aggiunta con senso

esclusivo a catholica Ecclesia;

il

secondo, quello che

era contenuto nel canone soppresso. Per

come abbiamo

getto,

gi accennato,

si

il

priuio sog-

trovano molte

acciocch la parola romana venga tolta. Un


vescovo racconta ingenuamente che nella sua diocesi
in Inghilterra venne lasciato per testamento un terrichieste,

reno

alla

Chiesa Cattolica,

che

se

episcopali

gli

V erano preso, adducendo per- ragione che essi erano


la

Chiesa Cattolica, perch

denominava

Cattolica

la

cos

delta

Cattolica si

Romana. La Chiesa

Piomana,

quale questa denominazione era questione in


un certo senso vitale, non cur il terreno perduto del

per

la

vescovo, mantenne quel

titolo,

condiscendendo solo

desiderio degli oppositori pi moderati,

tentavano che vi

si

quali

con-

si

tutti gli altri,

al

come

aggiungessero
al secondo soggetto, oc-

sqncta apostolica, etc. Quanto

corrono per bene intenderlo pi chiare spiegazioni.


Nel testo dello schema era un canone, se non erro il
quale condannava coloro che tenevano opinioni condannate dalla Chiesa, anche quando noi fosil

terzo,

sero sotto sanzione di eresia. Inoltre,

schema dopo
quale

dello

fine

canoni era aggiunta un'appendice, nella

dava una certa sanzione indeterminala (mo-

si

nemus), affinch debbano osservarsi


le

in

costituzioni e

dei quali

si

dai Cattolici tutte

decreti della Santa Sede, per

combattono

gli

errori

mezzo

che, senza essere

eresie in se stessi, vi sono affini. Queste due parti del


testo si

vede,

compievano l'una

l'altra,

perch,

l'appendice veniva contemplata e

come ognun

compresa

nel

IL

SECONDO SCHEMA DE FIDE.

225

canone in modo che il semplice monemus per questa


concordanza finiva con divenire una condanna pura e
riportandosi a

semplice,

quella

canone. Veramente gravi furono


tal

nel terzo

espressa

resistenze

le

punto, e intorno ad esso versavano quasi

ottantatr

non

sizione,

placet, o placet juxta

quali abbiamo

dei

abbiamo parlato

fatto

della votazione di

modum

sopra

tutti gli

dell'oppo-

menzione, quando
questo schema. Poi-

ch, sebbene, come abbiam veduto,

il

canone fosse

stato soppresso, nell'appendice si tenne

fermo, e quel
paragrafo fu mantenuto inalterato: ora le parole che
vi

contenevano, per quella che appena chiamerei

si

ambiguit e per la collocazione, sembrava alopposizione che portassero, anche tolto il canone,

loro
l'

troppo facilmente a stabilire o almeno a preparare


con una specie di delegazione perpetua il magistero
unico ed assoluto, ossia l'infallibilit personale del
Papa.

Abbiamo narrato con qualche particolarit tutto


questo processo, come si svolto nel primo schema,
9.

non gi per continuare a far lo stesso degli


che sarebbe affatto oltre i limiti e l' indole del

altri, lo

presente
solamente per potersi formare un'idea
approssimativa del metodo che si tenuto, e dello

lavoro;

ma

spirito

che

biamo

visto

governava
il

le

trattazioni

conciliari.

primo schema come apparve

Ab-

all'aprirsi

come torn a ricomparire dopo


primo emendamento. Abbiamo visto che quanto

del Concilio

notabile

la

differenza fra lo

volta e quello

emendato,

schema distribuito
altrettanto sono di

lievo le variazioni che ha sofferte


per la

il

la

prima
niun ri-

seconda di15

226

IL CONCILIO

VATICANO.

scussione e per le nuove osservazioni dei vescovi, da


quando stato distribuito per la seconda volta, a

quando
che

stato

promulgato. Ci risponde

dimanda

alla

proponevano da principio su quel che avverrebbe degli schemi emendati.


tutti si

10. Delle poche emendazioni fatte allo schema in

questa seconda volta, alcune, molto probabilmente,

doverono ad un intervento diplomatico,

si

al

quale negli
ultimi giorni dettero occasione certe parole in quello
contenute, per le quali i Protestanti erano giudicati assai

severamente. Sia per sentirsene offeso, sia per lusingare P opposizione e con questa le opinioni predominanti nelle Provincie cattoliche della Germania,
nistro della Confederazione del

Sede ne fece soggetto

di

ciosa al Segretario di

Nord presso

una Nota violenta

Stato,

come

sioni fossero dirette a diminuire

dai sudditi cattolici


Nella Nota era

se

il

Mi-

Santa

minac-

quelle

espres-

sentimento dovuto

re ed alle autorit di Prussia.

incluso che qualora

accettassero

siani

al

il

la

quel documento

vescovi prus-

e perci se

ne

facessero compartecipi
si userebbero
rappresaglie
contro di loro. Questa Nota fece grande impressione,
,

perch

il

Gabinetto

non aveva avvezzato

prussiano,
il

come

Vaticano a

tutti gli

siffatti

altri,

risentimenti.

Questo procedere del Ministro della Confederazione

nuovo e appunto per ci forse non senza


qualche efficacia, poich si crede generalmente che
la Nota cooperasse in parte alla moderazione relativa
riusc affatto

dello

schema.

Ognuno pu prendere conoscenza

testo, quale stato

blica del

24

nella

promulgato
non

aprile, e perci

ci

del

Sessione pub-

dilunghiamo pi

IL

SECONDO SCHEMA DE FIDE.

227
1

oltre neir

esaminarlo nelle sue particolarit. Quando


nel suo tutto, e si tenga conto delle

sia considerato

produsse, non pu non

ri-

vi abbia definitivamente prevalso

un

circostanze, nelle quali

conoscersi

come

si

certo spirito di moderazione, e se non fosse stato l'ultimo paragrafo, con cui si faceva un cos gran passo

verso F

infallibilit,

anche l'opposizione se ne sarebbe


e molti allora si sarebbero

in gran parte contentata,

augurato che

decreti avvenire conservassero

misura.
1

Vedi r Appendice.

la stessa

228

IL CONCILIO VATICANO.

MAGGIO.

Lo schema De ecclesia per

la seconda volta.

Alla Sessione pubblica del

1.

24 erano succedute

corte vacanze, e nella durata di esse

buire

nuovo

di

lo

schema

si

torn a

del piccolo

Questo schema era stato Y ultimo dei quattro


buiti
sto

dice

di quello

prima

come

testo slesso,

il

scovi,
cetto:

De

quello

ma
il

quale,

come

del

un' unica forma

mondo

prima tenuto e

De episcopis,

ecclesia.

secondo

le

distri-

Anche que-

ritornava emendato

come

osservazioni dei ve-

modificato nel suo

in realt niente

unificazione

Chiese del

famoso De
fide

distri-

Catechismo.

con-

not pi sopra, consiste nella


Catechismo con la sostituzione di
di

si

esso a

cattolico.

tutti

quelli

delle

varie

L'aver invertito Y ordine

lascialo indietro gli altri

due schemi

De moribus clericorum, che avrebbero


dovuto ritornare alla lor volta dopo quello De fide per
e

giungere d'un salto a quello

che

si

catechismo, che era

il

presentire che avvicinavasi

tregua

De

pi breve, dava chiaramente a vedere


voleva accorciare la strada. Si cominciava a

l'ultimo ed

si

sarebbe tornati

il

momento,

alla lotta,

in che rotta la

che ognuno sen-

tiva dover questa volta essere definitiva e

suprema.

LO SCHEMA. DE ECCLESIA PER

La prima Congregazione dopo

LA.

SECONDA VOLTA.

vacanze

le

229

era tenuta

si

aprile, ed in quella stessa adunanza


dopo una breve relazione incominci la discussione
De parvo catechismo. Coir adunanza del sabato se-

venerd 29

il

guente, 30,

si

era gi posto termine

discussione

alla

dello

schema, quantunque vi fosse seria e fondata opposizione tanta era la fretta che si aveva di andare
:

innanzi.

Giornale di

Il

eccezione dtte,

Roma

di quel

giorno per unica


la sua im-

non potendo forse contenere

la notizia della chiusura di questa discuspubblico, che altrimenti era tenuto nella pi
compiuta ignoranza di ci che avveniva nel Concilio.

pazienza,
sione

al

quel giorno stesso venne di nuovo distribuito

Infatti in

famoso schema che

il

torno

al

2.

quale gravitava tutto

Era

emendato

erasi ritirato ed
il

in-

Concilio Vaticano.

mesi che

la terza volta nello spazio di sei

la

questione pi fondamentale della costituzionedella Chiesa


tornava in campo

la

prima con

il

tentativo della deside-

rata acclamazionespontanea;laseconda con l'improvvisa

apparizione del postulato per

marzo. Questa era

la

quella, nella quale

1*

la

forze; non diremo da

battaglia si

ambo

nel

infallibilit

terza, e secondo tulle

le

mese

darebbe con tutte

lati,

perch

di

probabilit
le

quelle del-

opposizione potevano appena chiamarsi tali. Se non


che le convinzioni e l' ingegno son sempre forze, anche

l'

quando non bene ordinati

oltredich giova non dimenticare che per gli opposilori il favore dei tempi
teneva in parte luogo dei numero e dell'ordinamento.
3.
alla
la

Lo schema De

ecclesia

non

si

discussione dei Padri tutto intiero,

prima

volta.

Per opera

d quella

ripresentava

come apparve

volont impersonale

IL CONCILIO VATICANO.

230
e

non

circoscritta da limiti che

cano, lo

reggeva

o per meglio dire mutilato, e tutta

schema

il

schema senza essere discusso era


la

Concilio Vati-

stato

emendato

prima parte dello

in questa revisione era rimasta, per allora,

nei laboratorii del Vaticano per essere forse riprodotta

pi tardi o in altra occasione.

probabilmente una concessione

d'

Augusta,

stata

questa molto
apprensioni

poich nella parte non riprodotta si


famosi canoni pubblicati dalla Gazzetta

delle potenze,

contenevano

fatta alle

di cui

braio, coi quali

facemmo menzione
si

regolavano, nel

conosce, le relazioni fra

la

nel

mese

modo

di feb-

che ognun

Chiesa e lo Stato. Le poten-

la Francia, per un ragionamento


entrate in gran sospetto della
sono
poco comprensibile
con
cui
maniera,
quelle relazioni erano regolate dai

ze, e particolarmente

detti canoni;

ma

poco o nulla

della questione dell' infallibilit.

si

son date pensiero

Roma

invece per con-

siderazioni assai pi intelligibili ha, almeno per ora,


sacrificato senza
lit

gran danno quei canoni all' infallibili contiene tutti con molti altri

che potestativamente

ancora, quanti ne possono scaturire da un'unica ed


irresponsabile volont. Se gli uomini che reggevano in

momento

europea, non fossero stati


con
poco
queste materie, e troppo distratti da tante altre vivissime questioni, avrebbero
quel

cos

la politica

familiari

facilmente inteso

come

l'infallibilit

personale fosse

questione di gran lunga pi importante che


solute dai canoni citati, perch di queste

vano
sono

gli effetti
i

ed

limiti;

primi e nulli

mentre che

secondi,

tutte le occasioni, nelle quali

le altre ri-

si

conosce-

dell'altra infiniti

come appariva da

aveva potuto gi

in pre-

LO SCHEMA DE ECCLESIA PER LA SECONDA VOLTA. 231

venzione esercitarsi.

Il

fatto sta

di questa disposizione degli

Commissione, ha

della

parte che conteneva

Roma,

animi, dello

valendosi

schema De

ec-

originariamente dalle mani

quale era uscito

clesia,

che

lasciato

da un canto tutta

canoni, dei quali

si

fatta

la

men-

zione, ed ha presentato invece solamente la parte che


tratta

De

Apostolici primatus in beato

lione. In questo

sotto

il

titolo:

inserito

il

nuovo

schema

testo di

De romani Ponti ftcis

postulato

cos inatteso nel

dei

mese

Petro
al

quarto capo

infallibilitate, stato

vescovi distribuito in
di

institu-

modo

marzo, quantunque anche

questo abbia subito qualche leggiera modificazione,

come vedremo

in appresso.

mercoled 4 maggio

si procede alla votazione


nominale dello schema Del piccolo Catechismo, il quale
si ebbe circa cento non placet, quasi che 1' opposizione,

4.

Il

avvertila della battaglia che

approssimava, volesse

si

prepararvisi e provarsi alla resistenza.

numero

Il

dei

votanti in quel giorno con sensibile diminuzione dalle

prime votazioni dell'inverno fu di 591. Tale votazione si fece, enunciando insieme con la lettura dello
schema originale le osservazioni fatte e i cambiamenti
che se ne erano dedotti: e dopo questa esposizione
fatta dalla Commissione che lo aveva emendato, fu-

rono nella stessa adunanza votati


parziali e l'intiero testo dello

gli

schema.

emendamenti
Il

successo fu

abbiamo narrato, cio si ebbero cento voti


quale
contrarii; ne questo numero deve recare meraviglia.
lo

Se

si

considera

la

difficolt

di toccare

il

Catechismo,

cio quella formula, con la quale

una

zione ha imparato a balbettare,

rimarr anzi mara-

si

intiera popola-

232

IL CONCILIO

come

vigliati
il

VATICANO.

l'opposizione fosse cos scarsa. Toccare

Catechismo

egli

la

come

toccare

poich
grossa parte
noscere tutto il valore delle parole,
larga di rispetto, sol per

note

gli

A che

sono familiari

un popolo;

fede di

la

quello non essendo

di

mezzo

alle

atta a co-

quali per abito

di quelle,

che

gli

sono

aderisce al loro significato.

pr, dicevano molti vescovi, portare un tale pernelle popolazioni cristiane per ottenere la

turbamento

unificazione che non accresce in nulla

1'

unit,

la

quale

consiste nel concetto che riunisce quelle popolazioni in

una fede ed

in

una morale, e non

nella disposizione

dei periodi e delle parole, con cui sono espresse?

Da

quel giorno in poi fino al venerd 13 maggio non vi


furono pi congregazioni. La resistenza novellamente
incontrala richiedeva consiglio.
5.

Il

risultato di queste considerazioni

deviare

far

l'Assemblea

d'una

dere costante ed inalterabile verso

Congregazione del 13 maggio


emendamenti che per

degli

scovi

si

si

le

osservazioni dei ve-

il

lo

schema De parvo

pi oltre per

quel giorno,

forse con intenzione di applicare a questo

espediente adoperalo con

quello

De

schema

lo

buon successo per


confidando che quanto mancava nella

stesso

fide

proce-

suo scopo. Nella


rese solamente conto

erano tornati a fare sopra

catechismo: n s'and

non valse

linea dal

compilazione dello schema per contentare gli oppositori, sarebbe scusato presso di questi nel giorno della
Sessione pubblica dal timore dello scandalo, e dalla
forza di attrazione della gran maggioranza.
6.

Per questa ragione, senza arrestarsi pi lun-

gamente

sullo

schema De catechismo,

si

procede in

LO SCHEMA DE ECCLESIA PER

LA.

233

SECONDA VOLTA.

quel giorno stesso all'apertura della discussione sopra


il famoso schema De Ecclesia Christi ridotto, secondo
quel che

disse sopra, a soli quattro

si

capi e

tre ca-

noni. Esso porta per titolo: Constilutio dogmatica pri-

seconda che
per lasciare il posto ad una
Christi
Ecclesia
De
indietro:
rimasta
parte

forse

ma,

la

contenga

reverendissimorum patrum examini proposila. Quindi


segue T intitolazione: Pius Episcopus servus servorum
Dei sacro approbante Concilio ad perpetuarti rei memoriam,

eie.

titola:

De

tione.

Il

Dopo un breve proemio

il

primo capo

in-

s'

apostolici primatus in beato Petro institu-

secondo: De perpetuitate primatus Petri in


Il terzo: De vietratione
prima-

romanis Pontificibus.
tus

romani

Pontificis.

procelloso titolo:

Il

quarto finalmente

De romani

porta

il

Pontificis infallibilitate , a

differenza di quel che era scritto in fronte del capo

corrispondente a questo nel primo schema emesso,

De

cio
Il

Seguono i tre canoni.


Commissione sopra le materie dogmadiscussione con un lungo discorso, che

Ecclesia? infallibilitate.

relatore della

tiche apr

la

immaginose sue ligure ottenne l' effetto


fiammare le menti benevole degl' Infallibilisti;

per

le

non valse

a raltenere

coli in-

ma

invece qualche sorriso

ci

meno

che benevolo da parte degli oppositori. Una certa tale


significazione data al martirio di San Pietro raffrontandolo a quello di San Paolo, e

la

misteriosa disposizione

Provvidenza, per la quale, mentre al secondo


avea permesso fosse mozzato il capo, non aveva lasciato che lo stesso avvenisse del primo, furono il

della

cardine e

il

tma

del discorso del relatore.

Una

volta

enunciata, ognuno intende l'uso, a cui quella inter-

234

IL CONCILIO VATICANO.

pretazione

era

della

si trattava,

quale

considerando

destinata,
e

come argomento

der che

la

in

favore

dell' infallibilit

meno am-

del relatore sia assai

questa considerazione
mirabile che come sottigliezza

che perci

il

monsignor
gli

di artificio rettorico,

sorriso degli opponenti fosse pi giusti-

entusiasmo degl'

ficato dell'

materia,

ognuno parimente compren-

di Poitiers,

Infallibilisti.

uno

di coloro

Il

che

relatore era

erano ne-

si

ultimi anni particolarmente segnalati per

il

loro 01-

tramontanismo, e di cui si narr che recitasse in


Francia solennemente l'orazione funebre di uno Zuavo
pontificio

tempo
7.

morto

a Castelfidardo,

ma

che era in quel

stesso vivo e sano in Francia.

Da quel giorno

don pi quel soggetto.

in poi la discussione
Il

non abban-

sabato, 14, v'erano gi tredici

oratori iscritti; parlarono solamente sette, e fra questi


il

Cardinal Vicario. All'udirli

sistere ad
gli

colo

una riunione

argomenti erano
!

giorno

Il

8.

sarebbe creduto di as-

vieti e le

forme

di

un

altro se-

luned non vi fu Congregazione, perch in quel

si

fece la premiazione dell' Eposizione per l'arte

cattolica, la quale

monie

si

del Concilio di Firenze, tanto

ebbe veramente una parte nelle

ceri-

del Concilio Vaticano.


Il

Papa in questa occasione tenne un secondo

discorso, nel quale,

come

in quello

per l'apertura, in-

sisteva nel voler risguardare questa

mostra come una

la civilt.
prova della benefica influenza del Papato sopra
Pochi giorni dopo involse nello stesso concetto una Espo-

sizione di agricoltura

romana,

alla

quale pure esso as-

sist con solennit, cogliendone occasione per fare

un

discorso allusivo alle congiunture presenti. Fortunata-

LO SCHEMA DE ECCLESIA PER LA SECONDA VOLTA.

mente

Papa non aveva veduto

il

le

grandi Esposizioni

universali contemporanee, senza di che

masto pi

difficile

gli

sarebbe

marted 17 maggio

la

Congregazione fu

di corta

durala e parlarono solo tre oratori. Nel mercoled,

propriamente
per T

che

dirsi

infallibilit. Si

ri-

suo tma nelle proporzioni


sembrava volerlo mantenere.
il

svolgere

ristrette, nelle quali egli


9.11

235

si

principiasse

il

1 8,

pu
combattimento

erano gi accresciuti

gl'iscritti

per

parlare fino a 70. Parlarono in quel giorno tre cardinali,


lo
il

Schwarzemberg,

il

cardinal arcivescovo di Vienna e

cardinal Donnay. L'arcivescovo di Vienna fu costretto

a far leggere la sua orazione, perch


la

sua voceinverun

modo

non riusciva con

a farsi intendere.

Il

discorso

del cardinal

Schwarzemberg nel senso dell'opposizione


fu vivissimo, e fece una profonda impressione. Egli

sembr formulare

una formidabile

nella sua orazione

dichiarazione ed una terribile minaccia per l'avvenire

con queste parole, che

gli

furono attribuite in quella


veramente in

occasione: Si afferma che voi crediate


questo

dogma; ma quando anche

pretendere che n io ne

ci fosse

non vorrete

miei compagni riconosciamo

quel che ci sembra assurdo, e se voi lo farete, si pu


star certi che scopperanno scismi e vi saranno abiure
nella Chiesa
volta

il

Romana.

giorno anche
il

venerd, 20,

Parigi, ed altri

che

il

posa

il

gioved, 19, parl per

la

prima

cardinal

Moreau ed

il

patriarca Caldeo;

primate d'Ungheria, l'arcivescovo di


due oratori. Si tenne Congregazione anil

sabato, 21,
gli

Il

cardinale arcivescovo di Dublino e nello stesso

oratori;

dove continuarono e

ma non

perci

si

si

seguirono senza
avvenne cosa

disse o

che meritasse particolare attenzione.

236

IL CONCILIO

VATICANO.

IL

Politica esteriore.

1.

Frattanto l'opposizione sembrava essersi riscossa

dallo stupore ed

aver ripreso forza ed ardire. Correva

anche voce che, cessate


il

ministro Ollivier,

il

le

preoccupazioni

del plebiscito,

la

politica fran-

quale reggeva

cese, non sentendosi per


particolari riguardi verso

ragione pi obbligato a
Clero, avesse cominciato

tal
il

a rivolgere l'occhio da questo lato, e che nella

mancanza

del Ministro titolare degli affari esteri avvenuta


per la

dimissione del Daru avesse firmala

comunicare per mezzo

nuova Nota

al

del

Vaticano, con

egli stesso e fatta

signor di
la

quale

si

Banneville una
faceva di

grave insistenza contro la promulgazione

del

nuovo

dogma

pretendeva perfino che si minacciasse


in questa Nota, nel caso che i consigli di moderazione

dell' infallibilit. Si

non fossero
tiro delle

ascoltati

la

rottura del Concordato e

altamente contraddette dalla Curia


vatore

il

ri-

truppe di occupazione. Queste novelle erano

Romano

fu

che anzi

nell'

Osser-

immediatamente pubblicato un

di-

spaccio, secondo il quale il Grammont, che era allora


appena succeduto all' ufficio di ministro degli affari
esteri,

avrebbe dato

a quelle ricevute

fin

al

Banneville istruzioni analoghe

dal principio, cio perch fosse

conservata per parte della Francia


astensione e

ma

Nola

portava

la

la

alla

pi

stretta neutralit.

la

pi scrupolosa

Dappoich

la pri-

quale abbiamo poco pi sopra accennato,

firma

dell' Ollivier

ed era inviala prima che

POLITICA ESTERIORE.

Grammont assumesse

il

istruzioni sarebbero
oscillazioni che

il

237

portafoglio, e che le seconde

emanate dall'ultimo,

aveva

subite in

nelle frequenti

quei tempi

la

politica

francese, avrebbe potuto anche darsi che l'una e


tra notizia fossero vere. Di queste novelle

pi per qualche tempo, e la Nota

non

dell' Olii vier

si

l'al-

parl

era ri-

masta senza pi essere n affermata n negala con qualche fondamento, quando finalmente pi tardi nel mese

giugno ne apparve sopra i giornali il testo originale.


Secondo questa pubblicazione, la Nota diretta all'Amdi

basciatore a

Roma

al

tempo

stesso rigida di tuono e

vuota di conclusione. S'ingiunge a questo di non tenere pi verun discorso con la Corte di Roma sopra
le

materie

in

questione, per

gi fatto abbastanza sentire

le

la

quali

la

Francia aveva

sua opinione. Nel mede-

simo tempo l'Ambasciatore viene incaricato di far conoscere ai vescovi la simpatia del Governo, mostrando
ad essi che esso confida nella loro energia ed iniziativa.
Con due terzi di vescovi francesi oltramontani ed un
terzo

di oppositori restava al signor di Banneville

sapere a chi dovesse recare questa ambasciata, se alla


maggioranza o alla minoranza dei vescovi connazionali.

A questo si

riduceva

la

Nota tanto vantata e tanto

negata da una parte e dall'altra, secondo


i

desiderii.

nali, e

Ognuno

bisogni ed

ha potuto leggerla pi tardi nei gior-

sapere che cosa pensare dell'influenza esercitata

dal Ministero

Ollivier sopra l'andamento del Concilio

Vaticano.
2. In questo

tempo appunto appariva

in

Francia un

opuscolo anonimo, ma certo di persona competente; poche


pagine, ma di grave importanza, che fecero grande stre-

238

IL CONCILIO VATICANO.

pito sotto

il

Ce qui se passe au Concile. Questo

titolo:

opuscolo fa al Concilio Vaticano il pi severo ed il pi


formidabile sindacato che potr mai dal critico pi severo

quando questa se
ne occuper. Esso ne addita lo scopo nel desiderio di soddi-

essergli fatto in appresso nella storia,

ambizione della

sfare le esorbitanti pretensioni e l'antica

Corte di

Roma;

narra

mezzi posti

opera; descrive

in

tutte le irregolarit e le anormalit, per le quali potr,

secondo l'autore, nel tempo avvenire contrastarsi la sua


validit, e da ultimo vaticina i funesti effetti che ver-

ranno
si

alla

Chiesa dal compimento di questo che non

perita di qualificare col


3. Sia la

Nota

valore, sia questa

della

nome

di attentato.

Francia, quantunque di poco

nuova ammonizione

nione pubblica, certo che

dal lato dell'opi-

mostr per la
riunione solita per gli emenil

Vaticano

prima volta inquieto, e nella


damenti la Commissione sopra

le

si

materie della fede

occup particolarmente nel cercare

si

una formola sul-

senza diminuire punto la sostanza del


concetto, calmasse le irritazioni e i mali umori e rag-

l'infallibilit che,

almeno una parte,

granellasse

meno

la

risoluta, degli

oppositori.
4.

ed

il

Continuarono indefessamente

luned, 23, parl molto forte

mostrando

ai

le

congregazioni,

monsignor

Kettler, di-

suoi colleghi quel che sarebbe rimasto

Episcopato dopo

dell'infallibilit.

la

al-

Que-

proclamazione
argomento, siccome toccava da vicino tutti i Padri
dell'Assemblea che avevano giurisdizione, trattato dal
l'

sto

Kettler

non senza maestra

fece qualche effetto, e dicono

che contro ci che suole avvenire


del

mondo,

riuscisse

ai

pi forbiti discorsi

veramente a scuotere alcune con-

239

POLITICA ESTERIORE.

vinzioni e ad attirare a s qualche pecora del gregge


infallibilista,

e ad aumentare cos di qualche conquista

le forze dell'

opposizione. Cos

prosegu nelle con-

si

gregazioni del marted 24, mercoled 25, sabato 28,


luned 30 e marted 31 maggio, cio ripetendo tutti i
luoghi comuni e gli argomenti gi noti da una parte e
dall'altra. In

quest'ultimo giorno v'erano ancora 80 orase n'era aumentata la

tori iscritti per parlare, tanto

poich sembra che

lista,

viene dell'appetito,

si

la

voglia di parlare,

come

av-

risvegli parlando; che pi

si fa-

numero

degli

cevano discorsi, e pi aumentava

il

oratori.
5. Per parte dell'opposizione ci veniva dall'avere
conservala costantemente la tattica che fin da principio

imposta dalle congiunture; guadagnar tempo ed

l'era

attenderne

Da parte

benefizi.

della

maggioranza

si

trattava invece di circoscrivere, quanto era possibile,


alla

minoranza

e variare
si

le probabilit di riuscire,

generi

di

pressione sopra

con esercitare

di questa

come

era fatto fin da principio anco nelle pi minute parti-

colarit, attendendo e affrettando cos

quale

Una

si

potesse senza grave

delle parti dell'opuscolo

il

ostacolo

poco

momento,

nel

sottometterla.

fa citato

che ha

maggiore impressione, l'elenco dei Brevi,

fatto

delle

d' incoraggiamenti dati in nome


o
da
altre
Autorit
Papa
personalmente ed apertamente a chiunque e per qualsiasi motivo abbia coope-

Lettere e di ogni sorta


del

rato o solo
lit.

Gli

si

fosse dichiarato favorevole

esempi

citati

all'

infallibi-

dall'opuscolo erano per

parte raccolti fuori d'Italia.

Anche

citarsene alcuni e dei pi curiosi.

in

Roma

la

pi

potevano

Chiunque faceva o

240

IL CONCILIO

VATICANO.

solamente diceva alcuna cosa in favore

dell'infallibi-

riceveva testimonianze di simpatia, rimunerazioni

lit

ed onori:

Papa stesso non si talvolta peritato di


senza verun riguardo. I giornali

il

farlo altamente, e

hanno pubblicato una lettera papale, nella quale si lodano e s' incoraggiano tutti coloro che nella stampa

com-

periodica (quella stampa talvolta tanto biasimata)

battono per

buona causa. Negli

la

contemporaneamente
ecclesiastico

scito,

per T

Roma

per

fu

stessi

giornali, e

pubblicata per opera di

un

una formola di assenso, o specie di plebiinfallibilit, che si affermava spedita da

mezzo

dei vescovi

ai

cleri delle

proprie

mandato imperioso, acciocch fosse ac*


cettata e firmala.
Quando era scritto l' opuscolo francese, l'autore non conosceva ancora i ringraziamenti
diocesi con

g'

nome

incoraggiamenti
del

Papa

ufficiali dati dal

ai varii cleri di

assensi e le dimostrazioni fatte

Nunzio

di Parigi

Francia per tutti gli


in favore dell' infal-

alti, per i quali il Nunzio ebbe a ricevere


severe rimostranze da parte del Governo francese.
libilit;

In questi
i

procedimenti

il

Nunzio metteva

principii annunziati nello schema

prima che

fosse decretato,

la

De

in pratica

ecclesia anche

Francia con

sue

le

rimostranze gi protestava contro l'applicazione


quelle dottrine. Cotale storia

non venne

pubblico xhe nel mese di giugno,

furono

fatle le sopraccitate

francese,

gendo.
di

quei
1

ma

La

era

si

crisi

cleri

in

fatto

nel qual

tempo

osservazioni dal Governo

questo

mentre andata

venne provocata

Vedi P Appendice.

di

a notizia del

dimostrazione

dall'avere
in

favore

svol-

alcuni
del-

241

POLITICA ESTERIORE.
l'infallibilit,

mentre

loro

vescovi in

Roma

sede-

A
opposizione ,
erano
state
accolte
nonodimostrazioni
Roma
,
quelle
stante i richiami dei vescovi interessati, dei quali tavano

parlavano contro quella.

nell'

luno era giunto perfino a minacciare di dar

la

sua

rinunzia. Ogni sorla di esempi di questo genere pote-

vano addursi, grandi e

piccoli. Solo

il

prestigio ine-

rente ad ogni convinzione profonda poteva sostenere


la

persona

Papa per tanlo tempo in una condizione


com'era quella, in cui lo ponevano i suoi

del

cos difficile

uomo

devoti; la condizione di un

decimonono secolo,

pel

quale

vivente in mezzo

si

al

chiede di urgenza

'apoteosi.
6.

Per

con che a

farsi

un'idea della pressione e del modo,

tale effetto si esercitava in

non conviene

ogni occasione,

lasciar cadere in dimenticanza

un

episo-

dio di gran rilievo, e del quale, pure nel momento


stesso che avvenne, appena si parl. Sul bel principio
di

questo mese in una delle riunioni che

si

tengono

Roma

per consultare
periodicamente
insieme sopra le materie che riguardano il loro ufficio, uno dei parrochi appartenenti ad un Ordine redai parrochi di

ligioso, del quale faceva parte


del Concilio

propose

a'

anche uno dei legati

suoi colleghi un indirizzo in

Un

parroco rispose immediatamente a tal proposta, dicendo che non era questo ufficio loro, e che i parrochi non essendosi con-

favore

dell' infallibilit.

sultati

non avevano verun

altro

titolo,

sarebbe forse

anche per essi inopportuno ed assai ardito emettere,


prima che fosse giudicata una opinione qualsiasi sopra materia di tanta gravit per la Chiesa. Essendo agli
,

16

9i9,

VATICANO.

IL CONCILIO

parrochi sembrate giuste

altri

considerazioni,

siffatte

costui veniva ad avere saviamente liberato


leghi dall' entrare nella corrente delle
dalle

cali,

quali

parrochi

suoi col-

passioni

cleri-

per l'esercizio del loro

ministero hanno, pi d'ogni altro, uopo di star fuori.


Per avventura alcuni giornali menarono qualche ru-

more

di

questo incidente, che acquistava una certa

gravit per essere

cesi stessa del

l'

Roma,

la

parte pi

ossia della dio-

Papa, che veniva cosi ad apparire

occhi di tutti, se
entusiasta

corpo dei parrochi

il

pi viva del clero di

eletta e la

non

agli

avverso, almeno poco


Immediatamente intervenne

affatto

dell' infallibilit.

Autorit con quella preponderanza che nei costumi

ha sopra chiunque per alcun modo


conveniva ri-

ecclesiastici essa

dipendente, e fu loro fatto conoscere che

parare a questo scandalo, e quindi fortemente consigliato loro

un indirizzo che, per quanto

fosse dai par-

rochi stessi scritto in senso molto moderato


il

pubblico non guarda tanto pel

nere
in

la

siccome

doveva

te-

Ognuno conosce
Alcuni di quelli
indirizzo.
di
storia
questo

come favorevole

Roma

sottile, si

all'infallibilit.

uomini fecero evidentemente violenza


scienza: l'infallibilit

alla

loro co-

non essendo ancora dichiarata,

neppure il titolo della sottomiscerta maniera di sentire e


una
sione; ma secondo
certe discipline oltramontane, l'autorit ha una co-

non avevano per

scienza per

tutti.

farlo

Questa sostituzione

della coscienza del-

l'autorit alla coscienza individuale, e proprio in ogni

cosa,

una

delle

cause che abbiamo altrove segnalale

dei mali che travagliano


7.

Gesuiti han

il

messo

Cattolicesimo.
in

campo

la

questione del-

243

POLITICA. ESTERIORE.
!'

momento

quale certo in questo

infallibilit, alla

mondo niuno

pensava, col

famoso articolo

nel

della Civilt

Cattolica del febbraio scorso, ed oggi recano per ardella necessit di

gomento

posta in discussione.
chi:

uno

di loro

Lo

proclamarla V essere stata

propone un

tiene in s l'idea

avviene per

stesso

parro-

indirizzo, parola che con-

della libert

e della

spontaneit,

il

solo averlo proposto gli toglie questi caratteri essenziali, e diviene

vicenda
i

si

argomento per doverlo

creano

desiderii.

le

situazioni e

si

fare; e cos a

sfruttano secondo

Qual giudizio porteranno

posteri sopra

con

questa fase di storia ecclesiastica, essi che

mo

libero d' ogni passione avranno tutti gli

l'ani-

elementi

la conoscenza di tutto il
complesso delle circostanze
die ne hanno accompagnato lo svolgimento?
8. Se in Roma non si pone molta
longanimit

nell'andare

alla

conquista di quel che

se ne adopera neppure molta a


farsene, e

sembra anzi

pur lasciare

talvolta che

vuole, non

si

moderare
non

a coloro che voteranno per

l'uso
si
l'

che pu

voglia nepinfallibilit

alcuna illusione sopra le conseguenze che possono derivarne. Evidentemente, per quanto questa prerogativa

non

si

estenda oltre certe materie con certe condi-

zioni, ci

anche per

nullameno
le

inevitabile che essa

materie ordinarie

del giudizio di quello che

suoi

atti

il

valore e

accresca

la

ne rivestito, e che

gravit
tutti

ne risentano involontariamente e implicitariflesso sensibile. Giunse

mente un'influenza ed un

o poco appresso in Roma la notizia


pronunciamento avvenuto in Portogallo, per il

in questi giorni

del

quale

il

duca

di

Saldanha con

la

violenza delle armi

244

IL CONCILIO VATICANO.

aveva imposto
si

suo Re un Governo, del quale egli


I pronunciamenti sono la
peggiore

al

era fatto capo.

fra le rivoluzioni, perch perturbano Y ordine in quel

che deve esserne


violano
alla
il

fede

la

la pi alta espressione, e perch


che lega particolarmente i militari

Non appena giunta questa

loro bandiera.

Papa

toghesi.

si

rec a visitare

L'Osservatore

stessa che

visitare

la

notizia,

chiesa nazionale dei Por-

Romano annunziava

la

sera

era recato in quella chiesa per


lavori di ristauro che vi erano stati ese-

Papa

il

si

guili per ordine del

duca

di Saldanha,

quando era am-

Roma. Questa coincidenza

basciatore in

dere facilmente che

il

Papa

si

lasciava cre-

fosse affrettato a dare

duca di Saldanha il solo segno di approvazione


che era in sua facolt di dargli, e ci tanto pi che
il
duca di Saldanha clericale; e per darne prova
al

appena giunto al potere aveva trovato un pretesto


per bisticciarsi con marcata affettazione col Ministro
d' Italia. 1/ effetto di

questa dimostrazione o fortuita o


determinata che fosse, fu sensibile a tutti, e la mente
di tutti coloro che si ricordavano del 16 novem-

bre 4848, ricorse a quel momento, in cui il Papa si


trov nella slessa condizione, nella quale il duca di
Saldanha aveva posto il Re di Portogallo, ossia con le

armi proprie rivolte contro


cevere con

la

violenza

il

proprio palazzo per

un Ministero

dai ribelli

ri-

Essi

dimandavano come quegli che aveva sperimentalo


quella situazione, non apprezzasse abbastanza quel che
si

possa esservi di pericoloso nella presunzione anche


inesalta che

una

stare in alcun

cos alta sanzione sembrasse coone-

modo

colali atti, ed in

qualunque nuovo

245

POLITICA. ESTERIORE.

passo che tenda ad addimesticarvi

non sono neppure composte


duca

moltitudini che

come

il

di Saldanha.
9.

Con queste

scrupolosamente conio
il

le

tutte di eccellenze

carattere del

simili cose che, senza tenere


della cronologia, per

momento ho

riunite qui

mostrare

tutte insie-

me, bench alcune non venissero a cognizione del


pubblico che sul principiare del mese venturo, si
procedeva con massima attivit ed energia, perch
si era preso come ultimo termine
per la proclamazione

dell' infallibilit

il

mese

di

giugno;

come

quello,

nel quale ricorreva la festa di San Pietro e quella dell'

la

incoronazione del Papa. Ora vedremo


effettuazione

sfuggisse
della

di

questo proposito,

ai desideri],

maggioranza.

come anche

come

gli altri,

bench operosi ed imperiosi,

246

IL CONCILIO VATICANO.

GIUGNO.

Chiusura della discussione generale.

1.

atto,

di giugno si aprirono con un


niuno
quale
s'aspettava almeno che si compi-

Le congregazioni

il

rebbe

ma

presto,

che pure era

guenza degli avvenimenti da noi


senza effetto sui giudizii, che
intorno

al

Ognun

descritti,

si

fanno e

conse-

non sar

si

faranno

Concilio Vaticano; cio con la chiusura della

discussione

stato

la legittima

generale

ricorda

inserito

come
un

sopra lo schema De ecclesia.


neli' ultimo Regolamento fosse

articolo, nel quale si diceva che a

richiesta di dieci vescovi si potrebbe mettere ai voti


la

chiusura di una discussioue.

Fu uno

degli articoli

che dispiacque pi nel nuovo Regolamento, poich


ognuno sapeva che i Legali, i quali erano sicuri,

quandoch volessero,
ranza per votare

la

di disporre della

grande maggio-

chiusura, avrebbero anche molto

pi facilmente potuto avere dieci vescovi per dimandarla.

Fu

questa riguardata

come una

delle disposizioni

prese per dominare ed annullare gli sforzi della minoranza. Dopo il grande strepilo che se n' era fatto alla

sua apparizione,

il

Regolamento aveva potuto sem-

CHIUSURA DELLA. DISCUSSIONE GENERALE.

247

brare agli osservatori superficiali, particolarmente per


alcuna sua parte, quasi messo in non cale, ed infatti
coloro che lo fecero non ne han sempre usato;

ma

per appena che venne opportuno, come in questo


caso, esso si ripresent con tutta la sua forza e ricev tutto
plicazione.

il

suo valore e

la

gran numero

Il

pi estesa ed intera ap-

degli oratori iscritti, l'in-

della stagione, e qualche scena un po' viva


avvenuta nell'Assemblea, dettero occasione a richia-

calzare

marlo
era
si

in

vigore ed a valersene

destinato.

Il

allo scopo , pel quale


28 del mese scorso l'opposizione

era mostrata con particolare

veemenza

tenuti dai vescovi di Granvaradino,

Savannah ed

altri.

di

nei discorsi

Ratisbona, di

Monsignor di Savannah era giunto

perfino a qualificare di sacrilego

il

pensiero

vare alcuna cosa nella Chiesa, ed introdurvi


libilit

cata

d'

inno-

l'infal-

personale del Papa. Questa qualificazione appliideale accarezzato e proseguito con tanta

all'

tenacit dalla maggioranza,


tollerarsi da

non poteva cosi facilmente

coloro che la rappresentavano; quindi

il
Capalti , poscia il De
Angelis fuori dei limiti della serenit presidenziale, e

queste parole trassero prima

sembra che ne avvenissero agitazioni


dare quelle del marzo.
forza,

la

Fu

e ire da ricor-

allora che, sicura della

maggioranza deliber

di

chiudere

sua

la discus-

sione; e lo fece appena che volle, com'era ben naturale, e fu nella seconda Congregazione del venerd

3 giugno. In quel giorno, senza che


dei presenti

ne sospettasse punto

Congregazione

la pi gran parte
verso la fine della

Legati produssero innanzi all'Assem-

blea una petizione firmata da gran

numero

di

vescovi

IL CONCILIO VATICANO.

248

per dimandare la chiusura della discussione, e immediatamente senza neppur togliere l'adunanza nella Con-

gregazione stessa e per cos dire in procinctu la posero ai voti per alzata e seduta riscontrata la grande
:

che essi avevano

maggioranza
la

discussione generale sopra


2.

lo

dichiararono chiusa

schema De

ecclesia.

Questa sorpresa riusc tanto pi insopportabile

minoranza che neh' adunanza precedente del mercoled 1 giugno lo Strossmayer aveva parlato per essa

alla

nuovo, ma con un linguaggio moderato e

di

tran-

altamente che la sua


quillo oltre all' usato , ripetendo
opposizione e quella dei suoi colleghi non era motivata se non che dalla considerazione gravissima delle

credenze radicate nelle popolazioni da essi governate,


per le quali queste non avrebbero mai accettata una
tal

definizione. Questa

moderazione aveva conservalo

l'opposizione, nonostante che


tino di

Infallibilisti,

nei
alla

Yalerga patriarca ladei pi ardenti

il

Gerusalemme, uno certamente


inveisse contro

modi pi

vescovi

dell'

opposizione

La Presidenza corrispondeva
moderazione ed alla longanimil di essa con T im-

provvisa

violenti.

chiusura della discussione. Certe forme e

certe circostanze, bench

lievissime, cooperano

a cambiare o

volta

tal-

carat-

grandemente
aggravare
almeno l' impressione prodotta da un avvenimento. Nel giorno stesso, prima che avvenisse la
il

tere o

chiusura, ed ignorando ancora

discussione

come

maggior parte dei

la

Padri che essa fosse imminente,

si

era continuala

nelle passate congregazioni, ed

parlato lungamente

il

vescovo

monsignor Maret che con

la

di

la

aveva

Sura, quello stesso

pubblicazione del suo

li-

CHIUSURA DELLA DISCUSSIONE GENERALE.

bro pu

avesse iniziato in Francia

dirsi

si

opposizione. Egli

l'

all'Assemblea che

il

era

studiato di far

concordare

1'

249

opera

del-

comprendere

l'infallibilit

personale

del Papa con Y infallibilit della Chiesa sarebbe intro-

durre nella Chiesa Cattolica un mistero come quello


della Trinit;

due

Nel continuare

in una.

infallibilit

sopra questo soggetto venne interrotto e

oltre

gli si

voleva imporre silenzio. Di debole udito per difetto di


natura, da prima non intese; ma quando pot avvedersene, con dignit ed energia disse che per
scienza e

la

sua co-

onor suo avrebbe, a malgrado di tutto,


suo dire fino al termine, e cos fece. Ad un

1'

condotto

il

vescovo

dell'

America

del

Nord,

il

la

quale, portando

questione sul terreno pratico, attestava la ripugnanza

che un
l'

tal

dogma incontrava

ostacolo che lo slesso

fra

suoi connazionali, e

dogma avrebbe opposto

alle

conversioni dei Protestanti nei suoi paesi, fu usato lo


stesso trattamento. E cos si venne, come si narr,
alla

chiusura della discussione generale sopra

ma, annunziando

la

Presidenza a

prossima adunanza nel luned

di

tutti

3.

sche-

Padri per

in particolare sui diversi capi


cio sul primato, l'infallibilit, ec.

Questo nuovo, come essi

la

Pentecoste l'apertura

della discussione

medesimo,

lo

del

lo

chiamavano, colpo
maggioranza avendo cos fortemente irritato i vescovi dell' opposizione, i quali sol vedevano in esso
di

un passo che

si

tanto avversata,
tito si

che
i

si

faceva far loro verso

la

dichiarazione

ricondusse a pensare a qual pardovessero apprendere. Varie furono le opinioni


li

manifestarono nella riunione internazionale che

capi dell' opposizione tennero subito

dopo queir av-

250

IL

CONCILIO VATICANO.

venimento. Alcuui opinarono per

la partenza immeper nuove proteste, altri per una


condotta d'astensione e di evidente noncuranza per

diata da

Roma,

altri

tutto ci che si opererebbe d'or innanzi nel Concilio,


fino al giorno della

votazione, aspettando quello per

proferire definitivamente e altamente

una volta per

sempre, il non placet. 1/ ultima proposta conteneva


in s una contradizione, perch Y astensione e la noncuranza avevano implicitamente in s

non riconoscere pi come valido

il

il

concetto di

Concilio,

donde

solo avrebbe potuto discendere legittimamente l'indif-

ferenza per ci che vi si facesse: ma in che modo non


riconoscere il Concilio come valido, e poi prendervi
parte per dare
si

proponevano

un voto,
di fare?

pure negativo, come essi

sia

Alcuni, tanta era l'irritazione

momento, cominciarono

in quel

fino a ragionare della

condotta da tenersi dopo e fuori del Concilio, allu-

dendo manifestamente
mantenuta contro

la

resistenza che

alla

Chiesa di

rono, fu

la

ciali fuori.

il

risultante di tutti

Fu

distesa

sarebbe

Roma. Come suole

venire in cosiffatte occasioni, dopo


tutte le passioni suscitate,

si

il

av-

primo sfogo

di

partito, a cui si appiglia-

disegni che n' erano sboc-

una protesta che venne firmata

da circa novanta vescovi, in linguaggio molto fermo,

contro

la

chiusura della discussione, e fu presentata

Papa. Intanto

al

una parte dei vescovi opponenti comin-

ci ad essere rilassala nella frequenza delle congrega-

zioni, ed alcuni di loro presero

puranco brevi congedi

sotto pretesto di visitare Napoli, o altri luoghi vicini.

Ad

alcuni di questi furono dalla Segreteria di Slato

contrastati

passaporti

se

non che essendo per

la

pi

CHIUSURA DELLA DISCUSSIONE GENERALE.

251

parte stranieri ne fecero a meno, e viaggiarono egualmente a loro bell'agio senza incontrare veruna difficolta.

4.

Fu anche,

allora nelle

di fare

fra gli altri disegni

menti riscaldate

dell'

una petizione, acciocch

che pullularono

opposizione, proposto

sulla questione dell' in-

fallibilit, come soggetto troppo vivo e delicato, si permettesse di votare con voto segreto a fine di mettere

cos in salvo molte responsabilit, e rendere a molti

quella piena libert morale che veniva loro tolta dalla


singolarit del caso, per
le

il

quale

prerogative del Papa avanti

dovevano discutere

si
il

Papa stesso. Questa

petizione venne formulata e ottenne anch'essa circa


ottanta lrme. Lo scopo era evidente, e se fosse stalo
coronato da buon successo, 1' opposizione non se ne
sarebbe poco giovata, quantunque non fosse da atten-

dersi neanche da questo


finale.

mai

Era per

affatto

una vera differenza neh"

esito

improbabile che, non essendosi

data attenzione alle tante proteste e richieste di

indole pi generale e di ragione pi evidente


cettasse questa, la quale

si

ac-

tendeva a modificare ecce-

zionalmente l'andamento del Concilio, proprio nella


questione stessa che

venire
5.

n'

era stata

momento che sembrava

pale e nel
alla

soggetto

princi-

doversi finalmente

sospirata conclusione.

Con questi ed

mezzi protestavano, come


il famoso
dogma gli oppo-

altri

e quanto potevano, contro

nenti che

il

sommavano

in quel

momento

totrenta, essendone col progresso del

aumentato che diminuito


nione del Concilio in poi.

vicino a cen-

tempo

piuttosto

numero, dalla prima riuMa a causa delle divisioni

il

252

IL

che regnavano

fra loro,

CONCILIO VATICANO.

essendo da molti solamente

oppugnata l'opportunit e non


e da

altri

sostanza del dogma,

la

stesso nella sua sostanza, discre-

non sempre molto importante

se

panza che,

mente

dogma

il

di chi professava

tali

opinioni, perch

nella
il

pi

primi era una forma pi mite e creduta pi pratica di esprimere la stessa opinione che
delle volte nei

secondi, era per di gravissimo effetto nell'azione


comune, perch i primi riuscivano logicamente im-

buon successo
potenti a combattere con energia e con
le opinioni della maggioranza; a causa anche della
naturale diminuzione di volont che

duce

in tutti

quelli

che ne

sono

il

sacerdozio

rivestiti;

in-

quanti di

quei centotrenta avrebbero resistilo siuo in fondo? e

per andare recisamente


osato dire non placet

Ecco
l'

il

nodo

il

al

fatto,

si

avrebbero

ecco donde dipendeva

della questione,

avvenire del Cattolicesimo;

che

quanti

giorno della Sessione pubblica?

meno

dalle

erano abbastanza dimostrate che

convinzioni

dalla costanza

nel manifestarle e sopra tutto di sostenerle sino alla

Vero che dopo essersi cos altamente espresse, quantunque in forma e luogo non solenne, tutto
lasciava credere allora che la maggioranza non pofine.

tesse

grave pericolo di non


tribunale imparziale dell' avvenire

non tenerne conto,

perdere avanti

il

pel

in autorit tutto ci che con procedimenti energici e

sommarli potrebbe acquistare

in

potere per domi-

narle e ridurle al silenzio.


6. Intanto

ordinava in
editto dell'

veniva

Roma una

la festa di

Pentecoste, e

se ne

straordinaria celebrazione con

Eminentissimo Vicario. Essa ebbe principio

253

CHIUSURA DELLA DISCUSSIONE GENERALE.

con una processione composta di


Pentecoste

tutti

che nel luned

Papa

dalla Cappella Sistina nella chiesa di

invocare
le

di

processionalmente

citt

d'

insieme col

San Pietro per

Da quel giorno

lo Spirito Santo.

Corporazioni della

Padri del Con-

discese

cilio

durante V Ottava

attorno per

lo Spirilo Santo, del quale

la citt

dicevano

tutte

in poi
si

recarono

propiziare

popolani di Ro-

ma

satireggiando, secondo che lor costume, sopra il


simbolo che lo rappresenta e le nere vesti dei monaci ,

che sarebbe spaurito piuttosto che attirato da questo


nuvolo di corvi vaganti per la citt. Fra queste processioni parve

veramente singolare quella

di

tutti

Roma, che contro ogni loro uso mooccasione tutte le loro forze al pub-

Gesuiti residenti in

strarono in tale
blico.
7.

Per

non era

fra queste dimostrazioni la

affatto

scevra di apprensione per

maggioranza
la

tenace re-

sistenza dell'opposizione, e tornava anch'essa

posito di
bolire gli

al protrovare qualche mezzo per scindere ed indeavversarli ed i meno avventati si erano di


:

nuovo messi

a cercare una formola che potesse attirarne almeno una parte nei loro interessi e nelle loro

Ma nel provarsi a questo poco manc che, come


suole accadere sovente, non si scindessero essi stessi.
idee.

L'arcivescovo di Malines contrario ad

ogni transazione, dubitando forse che questi tentativi potessero

avere qualche buon successo, propose invece una forcon la quale con un colpo solo si scomunicava

mola
e

si

tirava fuori della Chiesa tutta

condo questa formola,

si

l'

opposizione.

Se-

condannava con anatema

chiunque avesse sostenuto essere nei vescovi compar-

254

IL CONCILIO

tecipazione di diritto

VATICANO.

supremo

questa

nella Chiesa: e

siccome

favorita dell'opposizione,

la tsi

propriamente
ne avveniva di fatto la scomunica complessiva di tutti
quelli che la compongono. Sembra che il Manning partecipasse alle opinioni dell'arcivescovo di Malines;

ma

monsignor Pie vescovo di Poitiers, quello che aveva


aperta

la

discussione col suo apologo sopra

la

decapi-

tazione di San Paolo, era di parere contrario e


fiut, a

quanto pare, per parte sua

capitazione

dell'

alla

Episcopato. Sopra le

divisero in due gruppi

si

ri-

sommaria de-

due opinioni

si

vescovi della maggioranza; e


questa divergenza minacci per un momento di pren-

dere gravit, e
fosse dissenso.
sta

disse che

si

perfino fra

La condotta ferma

del

Legati vi

Maret in que-

congiuntura non giov poco a por fine alla difall' arcivescovo di Malines che ,

ferenza. Egli dichiar

essendo questa una proposta fatta in odium di s e


suoi, egli la combatterebbe senza riguardo e con ogni
mezzo che gli fornisse l' occasione e la sua mente.

sembr finalmente appaDeschamps stesso, e ammonito dal

L' esorbitanza della proposta


rire agli occhi del

Maret

quel che

di

mantenere
tirarla e

la

l'attendesse, quando insistesse a

sua formola

non se ne

$'

fece pi

parve che la maggioranza


messa d' accordo sopra un'

indusse egli stesso a

menzione. In luogo
si

fosse

altra

in

questi

ri-

di essa

giorni

formola che doveva

prodursi istantemente, ma della quale s' ignoravano


ancora i particolari, quantunque si conoscesse bene che

non veniva

in quella fatta

ziale alle opinioni della

veruna concessione sostan-

minoranza. Anche questo un

procedimento novellamente invalso

nelle abitudini del

CHIUSURA DELLA DISCUSSIONE GENERALE.


Concilio, per

documenti

il

quale

Presidenza sostituisce nuovi

la

a quelli gi proposti senza che essi

ricevuta una sanzione legale e

modo

conciliare. Questo

255

all'

abbiano

infuori dell'azione

tutto famigliare di

trattar le

materie controverse toglieva una certa regolarit, e


per conseguenza anche una certa garanzia inerente alla
discussione: esso
discusso

il

introdotto

si

Proemio

rii casi sostituito

dello

alle

da quando

fin

schema De

si

fide, e si in

va-

prudenti tradizioni usitate nelle

trattazioni conciliari.

II.

Epilogo della questione

1.

Prima che

si

presenti questa

intanto che sub judice

retrospettivo alla

dell' infallibilit.

lis est,

nuova formola

diamo uno sguardo

questione,, innanzi di condurla

al

suo termine, esaminando per poco i documenti ufficiosi che la contenevano tutta, quali erano comfino

parsi
della

allora;

medesima

un

ed
alle

altro

allo

stato

presente

condizioni, nelle quali trova-

vasi nel mentre che essa

si

avviava irrevocabilmente

Ognuno ricorda quel che fu detto


schema
De ecclesia, che conteneva i famosi
primo
noni riportati dalla Gazzetta a" Augusta. Ognuno

alla decisione.

corda pure
zione

forma

la

cari-

distribuzione improvvisa della dichiara-

dell' infallibilit

di

nel

fatta

da molti

un postulato da aggiungersi
che nel marzo decorso pose

vescovi sotto
allo

la

schema De

in tanto scompiV
L'
destala
da quella
glio
indignazione
opposizione.

ecclesia,

256

IL CONCILIO VATICANO.

sorpresa raffredd per poco

entusiasmo dei suoi au-

l'

tori, o meglio consigli loro

lasciar

di

di dar

alla

tempesta prima
sguito
colla sua appendice rientr nelle latebre
del Concilio, e lo

schema De

le

menti conturbate. Calmata

la

riproduzione dello

fide
la

schema De

modificato secondo che


In

sigliato.

questa

aveva perduto
lato, e

gli

novella

della Segreteria

venne ad occupare

prima agitazione con


fide e di quello Del

De

piccolo Catechismo, lo schema

la

passare

Lo schema

cosa.

ecclesia riapparisce

avvenimenti avevano conapparizione

l'infallibilit

un semplice postuprima che l'Assemblea se ne fosse altrimenti


il

suo carattere

di

occupata era passato frattanto a far parte integrale dei


corpo dello schema. Cos si ebbe la ragione della pri-

ma

apparizione avvenuta nel marzo. Era evidente che

Papa aveva un'azione cos diretta nelle proposte


conciliari, che non poteva dimandare in quelle di prima
il

intenzione e di sua iniziativa

la

propria

perci fu lasciata apparire per un


postulato dei vescovi.

Ma non conveniva neppure

sciarla isolata in quella

forma,

nore peso presso una parte


cata alla pi
l'

avesse

la

stretta

infallibilit,

nella quale

dell'

disciplina

momento come un
la-

aveva mi-

Assemblea, addimestiecclesiastica, che

non

manifestazione di un pensiero autorevole

contenuto formalmente nello schema stesso: e quindi

dopo quella prima mostra la dichiarazione dell' infallibilit fu immediatamente inserita nello schema, donde
i

suoi fautori aveano promesso a se stessi che non

uscirebbe se non per divenire un

^gma per

tutta la

Chiesa.
2.

Nel tempo stesso essi avevano tolto

via

dallo

257

EPILOGO DELLA QUESTIONE DELL' INFALLIBILIT.

schema, come avevano

fatto

De

per quello

una

fide,

sacrificalo alle ri-

gran parte, e con questa facilmente


mostranze della diplomazia tuttoci che contenevano
famosi Canoni destinati a regolare
Chiesa e lo Stato, dei quali

tenzialmente

apparve

li

contenesse

come Y

infallibilit

po-

In queste condizioni

tutti.

schema che annunciammo

lo

la

abbiamo parlato pi

gi

volte, considerando a ragione

fra

le relazioni

nello scorso

me-

prima de Ecclesia Christi,


in quattro capi e tre canoni, cosi ridotto da un mollo
maggior numero che ne conteneva il primo esemse

Constitutio dogmatica

plare.
3.

Nel primo capo sotto

il

titolo:

matus in Beato Petro institutione,

si

De apostolici pri-

contiene

la

dichia-

razione del Primato di giurisdizione di San Pietro so-

pra tutta

la

Chiesa.

Nel secondo sotto

il

titolo:

De

perpetuitate primatus Petri in romanis Pontificibus, se

ne afferma

la

continuazione perpetua e non interrotta

nei vescovi di

Roma come

suoi successori nella Chiesa

da esso fondata. Nel terzo capo sotto

primatus romani

et ratione
si

descrivono

mincia

4.

Pontificis,

l'

infallibilit

si

De

titolo:

enumerano

vi
e

questo Primato, e qui inco-

sua apoteosi che

la

capo con

gli effetti di

il

si

consuma nell'ultimo

personale.

In questo terzo

capo

si

afferma

giurisdizione ordinaria ed immediata

del

la

suprema

Papa sopra

tutte le Chiese

singolarmente e complessivamente nei


loro pastori come nei loro greggi; lo che ha per conseguenza che ogni giurisdizione, autorit, o anche

mera

attribuzione,

non come

non

sia

esercitata

ufficiali delegati dal

dai

vescovi se

Papa. Sembra che con17

258

IL CONCILIO VATICANO.

conseguenza logica lo schema quasi voglia respingerla; se ne difende di proprio moto, e si


schermisce di propria iniziativa dall' accusa di usurscio di questa

pare o anche menomare la giurisdizione vescovile; ma


quando vuol darne le prove, anzich ottenere il suo
scopo, sembra riuscire piuttosto all'effetto contrario.

Lo schema

San Gregorio Magno nella


lettera ad Eulagio vescovo Alessandrino , e sono le seguenti: Tura vero ego honoratus stira cura singulis
cita le parole di

quisque houor debitus non negatur. Ma queste parole


sono contenute in un periodo che, a proposito del titolo di Apostolo Universale preso dal Patriarca di Costantinopoli, cosi

esprime: Nani dixi nec mihi vos

si

nec cuiquara alteri

tale aliqud scribere debere

et ecce

quara ad me ipsura qui prohi-

in prcefatione epistola?
bui direxistis sup erbce appellationis verbura universaleru

me Papam dicentes imprimere

curastis.

Quodpeto

dulcissima mihi sanctitas vestra ultra non faciat, quia


vobis subtrahitur

quod alteri plus quam ratio exigit

prwbetur. Ego enim non verbis qucero prosperari sed


moribus. Nec honorem esse reputo in quo fratres

meos honorem
que honor

est

meum perdere cognosco. Meus namhonor Universalis Ecclesice. Meus honor

fratrum solidus vigor. Tum vero ego honoratus sum


cum singulis quisque honor debitus non negatur. Si

est

enim universalem me Papam vestra


gai se hoc esse quod
piute le

parole

il

resto,

dominante

sanctitas dicit ne-

fatetur universum. Cos com-

hanno una signitcazione pi


aver citato quella sola frase, omet-

citale

estesa e pi chiara. L'

tendo

me

sembra intendere

della lettera. In

a restringere

un sguito

il

senso

di lettere scritte

EPILOGO DELLA QUESTIONE DELL'INFALLIBILIT.

259

delle pretensioni del Patriarca di

opra questo soggetto

Costantinopoli, San Gregorio Magno si esprime anche


pi chiaramente e con la massima vivacit. Allo stesso

Eulagio Alessandrino in un' altra lettera

scritta

sopra

dopo aver accennato come il titolo


di Universalit fosse slato offerto alla Sede di Roma

lo stesso soggetto,

esprime: Sed nullus unquam decessorum meorum hoc tam profano vocablilo uti consensit, quia videlicet si unus Patriarca

dal Concilio di Calcedonia, cos

si

universalis dicitur Patriarcarum

nomen

cceteris

de-

rogatur. Sed absit hoc absit a christiani mente id sibi


velie quempiam ampere unde fralrum suorum hono-

rem imminuere

in quantulacumque parte videatur. Al-

trove in una lettera a Maurizio imperatore

sempre

nomen in ea
quod apud honorum

sullo stesso soggetto dice: Si igitur illud

Ecclesia sibi quisque arripuit,

omnium judicium

universa ergo Ecclesia, quod


fuit
a
statu
suo
corruit
absit,
quando is qui appellatur universalis cadit. E qui, continuando a riprovare con le
parole pi severe il pensiero di universalit in un' unica
,

Sede, torna a narrare

questa offerta, ne

come

la

Chiesa di Roma, ricusata

dum

privatim aliquid daretur uni


honore debito sacerdotes privarentur universi. In altra epistola a Maurizio imperatore parla anche con
pi
3
forza. Tutto questo complesso di dichiarazioni
amplis-

sime chiarisce che cosa s'intenda da San Gregorio per


honor debitus : ma nel concetto dello schema che le
ha cos
1

isolate e direi quasi ritagliate,

xxx.

Lib. VII, ep.


Lib. IV, ep. XXXVI.

Lib. IV, ep.

XXXII.

che significalo

2G0

CONCILIO VATICANO.

IL

hanno? Lo schema non

lo dice e se dice

qualche cosa
pi tardi nel quarto paragrafo, dove si condannano altamente tutti coloro che si oppongono all' eseregli

cizio della legittima giurisdizione del

Papa sopra i vealcun


ostacolo
fra
,
pongono
questi e quello.
Quali sieno i limiti di questa giurisdizione, lo spiega e
scovi

definisce

biamo

terzo capo. Col quarto paragrafo

il

citato, lo

schema

riaffermare chiaramente

ottiene

giurisdizione illimitata nei

la

vescovi, e di difenderla dalle immistioni

novando

antiche

le

Placet e tutti

che ab-

due scopi, quello di

laicali,

rin-

proteste contro V Exequatur,

diritti laicali

il

che complessivamente col*

pisce e condanna tutti.

Fin qui non pertanto rimane ancora,

5.

suol dirsi,

un

certo margine per l'Episcopato,

come
ev'

ancora un passo e non piccolo da fare per giugnere al


regime affatto assoluto nella Chiesa. Anche i re

hanno suprema giurisdizione


tutto

quando sono assolute

riamente

il

nelle

ma

monarchie, soprat-

riconoscono necessa-

confine naturale dell'errore. V'ha sempre

una grande differenza,

ma

particolarmente nella Chiefatti ed il maAmmesso anche il

sa, fra la giurisdizione che riguarda

che concerne

gistero

primato secondo

Roma,
tente,

il

ampio

significalo

che

gli

onnipo-

Papa pu disporre, ordinare,


mentre e finch V Episcopato non interviene

dittatura,

sume

pi

principia

il

complessivamente
della

se

somma
la

si

il

Papa esercita

vuole, finch

dell'autorit,

non

la
si

pieni poteri, la

Chiesa,

depositaria
riunisce, non as-

sua forma universale e solenne per ripren-

derla ed esercitarla. Era poi questo punto, dove sor-

261

EPILOGO DELLA. QUESTIONE DELL' INFALLIBILIT.

gevano le varie opinioni, le pretensioni dei curiali


romani e dei loro fautori e le resistenze di certe
scuole e di certe Chiese che
in

un

certo

punto indeterminato ed
Chiesa.

Ma

si

al disopra del Papa, che

tal

discussione nella

in qualche

venga
schema dichiara che non

bili,

erano tenute a vicenda

avevano mantenuto

nel quarto paragrafo di questo

capo, prima che


lo

si

ed

rispetto,

medesimo

trattare dell'infallibilit,

esiste nella Chiesa autoril

suoi giudizii sono inappella-

che niuno e in niun caso pu giudicare sopra di

lui, e infine

appellare

al

si

condanna formalmente chiunque

Concilio

Ecumenico

come potrebbe

e ci non,

osi

dai giudizii del Papa;

credersi,

per necessit di

per ragioni di prudenza, onde non si eludano con T aspettativa di un Concilio dubbio e lontano i giudizii emanati dall' autorit ordinaria , e si

fatto,

perturbi cos

la

disciplina ecclesiastica;

ma

assoluta-

mente per ragione di principio, perch non si riconosce


dallo schema nella Chiesa, bench riunita coi Papa,
alcuna autorit che sia superiore al Papa solo.
6. Dal lato pratico la dichiarazione dell'infallibilit

non pu

nulla aggiungere a quel che si detto nel

quarto paragrafo del terzo capo


giudicarlo

per

tutti

tare per la Chiesa

il

gli effetti

Papa

poich se niuno pu
che ne possono risul;

di fatto infallibile.

nella natura delle idee assolute di

Ma

non contentarsi

fa-

cilmente in fatto di affermare se stesse e ribadire in


ogni maniera

quarto capo intitolato:


litate,

principii; e quindi

proprii

De romani Pontificis

dove specificatamente,

sdizione, vien decretato

al

oltre la

Papa

il

segue

infallibi-

suprema

sommo

il

ed

giuriinfalli-

262

IL

CONCILIO VATICANO.

bile magistero. L'antico testo

quella

dell'infallibilit,

del postulato distribuito in marzo, dopo aver citato


testo,

sopra

trus, etc, ed

il

quale

il

testo,

dogma, Rogavi pr

te

si

fonda

sopra

il

il

Tu

primato,

si edifica

quale

il

es Pe-

l'odierna

ne deftciat fides tua, dichiarava


Papa, quando definisce materie

semplicemente che il
di fede e di costumi errare non possit, ed aggiungeva
che r obbietto di questa infallibilit lo stesso, a cui
si

estende V

infallibilit della

Chiesa. Si chiudeva quel

documento con un monitum, col quale


perentoriamente a dieci giorni

il

si

tempo

restringeva
utile ai ve-

scovi per presentare le loro osservazioni. Questa era


una nuova restrizione che si era proposta in via eccezionale a quelle introdotte nel

nuovo Regolamento.
Queste poche linee, con cui un piccolo numero di persone si proponeva imporre alla Chiesa riunita in su-

prema Assemblea
di

deliberante

spazio brevissima

lo

dieci giorni per decidere sopra

grave, com'

di

quello

un soggetto cos

dar un voto

di

fiducia

perpetuit alla persona del Papa e imprimere indelebilmente il carattere di un assolutismo illimitato alla

sua costituzione, potranno essere forse un giorno rimpiante da coloro stessi che le hanno tracciate; perch

rimarranno come testimonianza

della

pressione che

hanno voluta esercitare, e spargeranno qualche


dubbio sulla gravit dei loro concetti nelle menti non

essi

solo di tutti

filosofi,

ligenti e spiritosi,

ma

pubblicisti e gli

uomini

intel-

anche dei Cristiani moderati ed

intelligenti dell'avvenire.
7.

mente

Il

nuovo

testo, quello che stato terminativa-

inserito nella Costituzione

De

Ecclesia Christi

EPILOGO DELLA QUESTIONE DELL' INFALLIBILIT.

novellamente distribuito, dava


nale del Papa presso a poco

modo anche

possibile in

dell' infallibilit

263

perso-

stessa definizione, e se

la

pi esplicito o almeno pi

prolisso, asserendo che tutto quel che il Papa definisce


in materie di fede e di costume debba tenersi come

anche pi esplicitamente del primo

di fede, e ripetendo

testo che la stessa infallibilit nella Chiesa e nel

e che

Era questa appunto


motivo

amendue

estende in

si

alle

Papa

identico soggetto.

allo

dichiarazione che aveva

la

osservazioni

del

dato

Maret sopra l'analogia

che questa creava per la sua incomprensibilit fra


nuovo dogma e il mistero della Trinit,
8.

Ambedue

hanno per conchiusione che

testi

colui che (quod Detis avertat) conlradica

chiarazione

fallisce e

il

questa

di-

dall'unit e dalla

allontana

si

verit della Chiesa Cattolica. In nessuno dei due testi

peraltro proposto
ciale. I tre

ai

Ire

per

l'

primi capi, cio

il

un canone spe-

infallibilit

canoni dello schema

De

ecclesia rispondono

Primato

di

San Pietro,

perpetuit di quello nei suoi successori, e la


giurisdizione che ne scaturisce;
fallibilit

testi

ha soltanto

il

ma

dottrinale, e in

un canone proprio. Questo


gran numero

di

suprema

capitolo dell'in-

nessuno dei due

tutto ci che finora

aveva potuto ottenere dal Vaticano


cos

il

la

la

resistenza di

vescovi e di Cattolici

al

un

dogma

che cio esso non fosse compilato in


forma di canone, n sottoposto alla sanzione letterale
dell'infallibilit,

della parola

anatema. Se ci non ha significazione per


semplici ed elevati, ne ha

gl'intelletti sintetici, chiari,

per una nelle


volgimenti e

infinite distinzioni e
negli oscuri

sottigliezze dialettiche

che

le

rav-

influenze

IL CONCILIO

264

VATICANO.

presiedevano alla sua prima formazione, hanno inoculalo nella Chiesa Romana.
le quali

greche,

III.

Discussione sull' infallibilit.

1. Intanto si

formola,

il

aspettava sempre e tuttavia

disegno

di conciliazione

dursi dalla stessa maggioranza,

pra annunziato. Era gi


erano da

marsi

ambo

le

parti

della solennit di

la
le

la

che doveva pro-

come abbiamo

met

di

nuova

giugno

apprensioni

all'

pi soe gravi

approssi-

San Pietro, nel qual tempo

avevano fatto assegnamento per la promulgazione del nuovo dogma. In questo mezzo, siccome motus in fine velocior, ogni sorta di congetture
si
faceva, e particolarmente sopra la nuova forg' Infallibilisti

mola
si

tanto aspettata, e che

non veniva mai in luce;

discuteva quale opinione vi avrebbe prevalso fra

quelle che

formavano

le

varie gradazioni fra

gli stessi

La pi gran parte non facevasi grandi ilche venendo dalla maggioranza


e
sosteneva
lusioni,
non poteva essere che una formola egualmente asso-

Infallibilisti.

luta, e si

credeva generalmente che

le

pi esagerate

opinioni oltramontane vi sarebbero appena avvolte in

qualche velo getlatovi attorno al solo scopo di strapin realt


pare qualche voto all'opposizione, ma che
si

sarebbe tenuto fermo nella dichiarazione dell'infal-

libilit

pura e semplice. Anche

gli

oppositori dal canto

loro avevano discusso ipoteticamente alcuna

formola,

DISCUSSIONE sull'infallibilit.

sopra cui avessero potuto accordarsi, e

si

265
era parlato

in questo proposito di tale che era stata adoperata da

Sant'Antonino vescovo

di Firenze, secondo la quale


Papa infallibile ogni qualvolta insegna col consiglio dei vescovi e coli' assenso della Chiesa Universale.
il

Ma

tutti

questi

movimenti erano pi apparenti che


La

veri, poich nella realt tal era lo stato delle cose.

maggioranza lasciava credere, e diceva pi vero che


non si credesse allora, che passerebbe oltre senza curare

la

minoranza. La minoranza

dall'altro lato si sen-

un numero

che poteva variare

tiva sicura di
fra gli

ottanta e

di voti

centotrenta per mantenere

la resi-

dubitavano che essa potesse veramente


contare sopra un numero contenuto fra queste due cistenza. Molti

per resistere fino al non placet, il quale ad ottenere lo scopo era mestieri fosse proferito non solo
nelle congregazioni private, ma eziandio da ultimo

fre

al Papa nella Sessione pubblica. Tutti coche


avevano tai dubbii, non potevano
storo per
in verun modo avvicinarsi neanch' essi tanto a quel

anche avanti

che sarebbe poi stata la verit da non considerare


come cosa assai ardua, se non del tutto impossibile, che

tiva di

si

potesse venire alla proclamazione defini-

un dogma

tanto controverso, finche rimanesse

contrario a questo un

quanto dovesse

numero

assottigliarsi,

di Padri,

il

quale, per

rimarrebbe sempre rag-

guardevole e acquisterebbe tanta pi importanza dagli


antecedenti di questa discussione e dallo stato dell'opi-

nione pubblica. La conseguenza di questo stato reciproco delle due parti era che la minoranza si sfor-

zava di trattenere

la

maggioranza

dal

compimento dei

266

IL CONCILIO

VATICANO.

suoi disegni minacciandola del suo


numero, e

mag-

la

sua volta minacciava questa del suo ar-

alla

gioranza

dire e della fermezza dei suoi propositi. Quella delle

due

parti che

avrebbe

la

prima

il

sentimento della de-

bolezza

dell'altra, deciderebbe della vittoria: e

come
mano

mezzi d'autorit e d'influenza sono

sic-

in

tutti

della

maggioranza, tutto portava a credere che


procedendo questa con ardire verso il suo scopo perverrebbe, se non a domare affatto, almeno a scindere
la

minoranza o

far altrimenti in

modo che

fosse

meno

pericoloso l'opprimerla.
2.

questo fine niun

dal partito cattolico.

pubbliche preci
soggetto

si

Con

le

mezzo

stato

trascurato

pubbliche processioni e

le

vollero risvegliare intorno a questo

sentimenti religiosi del popolo a

Roma

altrove. Dall'episodio dei parrochi descritto nello scorso

mese

si

trasse

argomento all'uopo: l'Indirizzo dei

parrochi slato segnale

d'indirizzi d'ogni

specie ri-

chiesti a tutte le Corporazioni, Collegiate e perfino all'

Universit

ad una voce
tenere

il

Romana;
la

coi quali indirizzi si

dichiarazione

pi gran numero

dimandava

dell' infallibilit.

Per

ot-

di assensi nei varii cleri

singoli preti erano invitati a sottoscrivere per la celebrazione di una o pi Messe in favore dell'infallibilit,
rilasciandone l'elemosina in offerta all'obolo di San Pietro. Si

rinnovarono

tutte le dimostrazioni fatte dal ses-

santa in poi pel potere temporale, applicate invece

al-

infallibilit. Per ogni dove dentro e fuori si provocava


entusiasmo religioso in favore del nuovo dogma, in
tutti coloro che sono indipendenti, con ogni mezzo di

l'

l'

blandimenti e di devozioni; con mezzi pi diretti d'in-

DISCUSSIONE SULL'INFALLIBILIT.

267

fluenza in tutti coloro, ed erano gran parte di

che dipendendo per qualche

modo

Roma,

Curia sono particolarmente interessati a trovarla infallibile ad ogni


dalla

principio di mese. Si lasciavano fare a questo effetto


indirizzi nel paese, dov' erano stati
le

pene pi severe; e

polo,

si

sempre vietati sotto


chiedeva un plebiscito al po-

quantunque fosse ben lungi

dall'

devano aneddoti che sarebbero

esservi sovrano.

agitazione succe-

Sotto l'impulso di questa fervente


stati

talvolta comici,

se non avessero dato troppo a temere di potersi in

breve cambiare in qualche cosa

di

grave e

di

do-

loroso.
3. Intanto

la discussione parziale sopra i varii


procedeva rapidamente, perch, come si not,
molti vescovi affettavano di non mettervi alcuna im-

capi

portanza, e verso

la

met

di

giugno

si

erano

trattati

primi tre capi; ed il mercoled, 15, incominci la discusione sopra il quarto capo dell' infallibilit. Erano
ottanta gli oratori iscritti solamente
per questo capo.
tal numero di oratori
portava necessariamente la

Un

discussione oltre

la festa di

San Pietro; e cosi ecco un

altro desiderio o proposito della

vuoto, cio di compire

la

maggioranza andato a

dichiarazione

del

dogma

per quella solennit. Il tempo si restringeva tanto che,


se anche si fosse voluto tentare un altro
di
colpo

mag-

gioranza per chiudere la discussione, non si sarebbe


potuto materialmente raccoglierne i frutti per quel
giorno gi imminente. Una volta passato questo si entrava nel deserto arido e senza confini dell' estate ro-

mana

non si vedeva un' altra stazione che


un pretesto per arrestarsi, poich egli vero

nel quale

fornisse

268

che

IL CONCILIO

VATICANO.

ricorrenze hanno sempre una grande importanza nelle antiche istituzioni. Per quanto importasse
le

una dichiarazione,

dalla

quale dipendevano-

sorti

le

non vi fosse tempo ab-

della Cristianit, e che perci

bastanza lungo da maturarla, importava per anche

molto che

si

Pietro,

e se

gnarsi

che

un giorno come

facesse in
il

il

quello di San

pubblico devoto avesse dovuto rasse-

Papa divenisse

infallibile

un povero

lunedi d'una settimana qualunque, sembrava che non

avrebbe apprezzata mezza

la

merebbero meno pieno

loro trionfo.

4.

Il

programma

essere bene studiato

il

cosa, e

suoi fautori

sti-

dunque

dell'opposizione pareva

pareva veramente che Y indugiare conducendo per forza ad una proroga che si credeva necessaria per l'estate, dovesse salvarla dall' al,

Ma

trimenti inevitabile naufragio.

tornavano

aveva

il

agli altri,

il

questi conti

vedr pi

si

tardi.

non

Ognuno

sentimento di questa situazione, e perci nel

riscontrare questo

apriva

come

nuovo scacco

varco ad ogni specie

mandava qual sarebbe

di

passi, sopra

maggioranza

congetture, e

si

si di-

in tale congiuntura l'effetto della

stagione faticosa e malsana che


le

della

s'

sorti del Concilio,

avvicinava a gran
e se questa stan-

cherebbe l'opposizione o scoraggirebbe la maggioranza.


Ecco quel che si sarebbe veduto in breve, e se da un
lato per ogni

ragione

si

dovevano riconoscere

tutti

vantaggi che sotto ogni aspetto stavano per la seconda,


nulladimeno stava anche contro essa il fatto; poich

malgrado
che

si

di tutto ci

radunava,

dato a nulla.

il

che

si

Concilio

era operato da sei mesi

non aveva ancora appro-

269

DISCUSSIONE sull'infallibilit.
5.

Il

gioved,

Domini, non

cagione della festa del Corpus

tenne Congregazione, non che

si

il

ve-

nerd seguente, perch ricorreva l'incoronazione del


Papa. Ai rallegramenti che si sogliono fare dal Sacro
Collegio in questa occasione e che furono per
all'

espressi

un discorso ripieno
rii s

per

esso

uscire di cappella dal Cardinal Vicario in

la

di allusioni, anzi di schietti

durata del suo regno oltre

gli

augu-

anni di

San Pietro,
il

s per la prossima definizione del dogma,


Papa rispose, bench evitasse l'aperta accettazione

con straordinaria schiettezza. Facendo

di tali augurii,

allusione ai vescovi riuniti in

categorie, cio
rito

del

quelli

mondo,

verit (vedi

gli-

Roma,

che sono

e curano pi

egli

li

divise in

dominati dallo spipopolarit che la

la

Oppositori), e preg a fine che questi

fossero illuminati; quelli che rimanevano incerti, e

per essi implor dal Cielo

semplicemente

camminano

la

la

decisione. Implor invece

benedizione in favore di quelli che

nelle vie del Signore (vedi gl'Infallibilisti).

Questi giudizii potevano apparire

per

lo

meno

pre-

poich a che

avrebbe valso discutere, quando


coci;
una parte era gi condannata ?
6.

sabato, 18, si ripresero le congregazioni. Si


attendeva per quel giorno la votazione del terzo capo
che era stato ultimamente discusso, ma non si fece in
Il

quel giorno, e invece


subito

la

si

pass oltre per incominciare

discussione del quarto capo, ossia

dell' infal-

giorno memorabile, perch si apriva in esso


combattimento finale che, sebbene per tutto ci che
aveva preceduto dovesse reputarsi come beli' e giu-

libilit:
il

lo

dicato

nondimeno era per quello che dovevano essere

270

IL CONCILIO

irrevocabilmente fissate

VATICANO.

le sorti della

Chiesa Cattolica

nel suo conflitto grave, quanto altro se n'ebbe

con

pi.

ordinamenti e

gli

la societ civile dei nostri

qui, ora che siamo giunti

della questione

che

si

mai,
tem-

nodo sostanziale

al

agita nel Concilio Vaticano, que-

stione essa pur sostanziale,

critica e decisiva

per

la

costituzione della Chiesa Cattolica, ne sia lecito dare

un'occhiata rapidissima al passato e rintracciarne con


brevissimi cenni le origini ed il procedimento fino ai
nostri giorni.
7.

Una

volta

ai successori di

ammessa

San Pietro

e consentita Y applicazione

delle parole dette a

San Pievescovi

tro, stabilita questa legittima successione nei

di

Roma,

e costituitasi la sede di questi per

il

trasfe-

rimento operato da Costantino nella sede e quindi di


fatto nella successione immediata dell' Impero Romano,
il
Papato nasceva contenendo in s i semi di un' autosenza confini, che dovevano, quando che fosse,
germogliare naturalmente col favore crescente dei
rit

tempi, anche quando uomini come Gregorio VII, Innocenzo HI e Bonifazio VIII, non vi avessero aggiunto
F opera poderosa del genio, della convinzione e della
virt.

Nondimeno

namento, e
cristiano,

la

Chiesa, occupala nel proprio orga-

nella laboriosa gestazione del risorgimento

quantunque avesse

di fatto

in

molte con-

giunture sempre reso omaggio

al

Roma, pur non aveva avuto

occasione ne sentilo

bisogno

di

1'

determinarne a priori

primato della sede di

il

il

carattere e le con-

dizioni delle relazioni reciproche, che non


stanti

ne uguali secondo

casi,

sempre conon erano mai stale

poste in discussione n fatte soggetto di estimazione,

DISCUSSIONE SULL' INFALLIBILIT.

norme

confini fino

cominciarono a

al

fiorire gli

IX secolo, nel qual tempo


studii canonici. Fu allora che

raccolta da quei giuristi la

nacque

sillogismo che

il

271

maggiore sopra accennata,

coli'

aiuto susseguente della

logica e della dialettica, istromenti potentissimi del Ri-

sorgimento, avrebbero condotto secondo

lo spirito del

ultima conseguenza che


prima
oggi in discussione, se le resistenze che emergegenio latino assai

alla

vano necessariamente e naturalmente,

e operosa

vita pratica

della

Chiesa

della

della

grande
Cristia-

nit fiorente, non vi avessero sempre messo impedimento. La scuola della potest illimitata del Papa formulala e ridotta a teoria nasce con le Decretali, o meglio

con

le

collezioni delle Decretali, ossia con

zione del Diritto canonico:


la

sua

infallibilit,

ma

forma-

la

per quel che riguarda

siccome essa oltrepassava

limiti

della scienza del diritto, perch entrava nella regione


dei

abbia

fin

scuola

canonistica papale
da principio e viepi in appresso ampliato le

dogmi; per quanto

prerogative della Sede


sale, al disopra

di

di

la

Roma,

costituendola univer-

ogni autorit, e non sottoposta

al

non poterono se non


giudizio
la
renderla
una
via,
quasi
segnarle
conseguenza necessaria, ma non potevano andare pi oltre: e perci solo
di

alcuno,

canonisti

pi lardi, col fiorire degli studii teologici, apparisce

per

la

prima volta come soggetto

di discussione e

come

opinione determinata nella Chiesa.


8. E per arrestarmi a un punto luminoso in mezzo
alle infinite

gradazioni di opinioni in quel tempo cosi

fertile di discussioni
bilit

canoniche e teologiche,

come proposizione determinata entr

l'infalli-

nel

campo

272

CONCILIO VATICANO.

IL

Tommaso d'Aquino, ebuon grado dalla Curia Ronuovi monaci mendicanti che
San

della teologia ai giorni di


ln d'allora

mana

fu sopportata di

sostenuta dai

erano quasi una speciale milizia


stante

non era

trastata

vano

Roma. Ci nono-

di

tempo una opinione incon-

gi in quel

anzi neppure presso coloro che la professa-

un

aveva

carattere

ben

determinato.

Erasi

discusso pi d'una volta quel che avverrebbe quando


il

Papa cadesse

sertava se

in eresia, e

Papa per

il

sopra questo punto

eresia

perdesse

di

si dis-

fatto

la

stessi

Papi
per lunghissimo tempo
erano tenuti con cura estranei a questa opinione.
Alcuni di loro, come San Gregorio Magno, F avevano
qualit pontificia.

si

declinata, sebbene indirettamente,

tutamente.

vivamente e ripe-

Papi pi zelanti per l'incremento dell'au-

torit papale,

come Innocenzo

III,

non avevano accen-

nato a volerla rivendicare. L' Universit di Parigi che


fu prima a ordinare una facolt teologica, e che fu Universit particolarmente

dedicata agli studii teologici,

aveva combattuta arditamente e aveva fondato cos


in Francia le tradizioni Gallicane che con varia sorte

l'

si

mantennero per

costanti sino alla fine del secolo

scorso. L' opera peraltro dei giureconsulti e dei canonisti

aveva continuato indefessa e non senza

per tutto questo

tempo

effetto

a cercare di estendere ed

am-

pliare in ogni maniera l'autorit papale; secondoch


attestano tulle le opere che si diffondevano ed erano

popolari nel XIII e XIV secolo sopra


pali,

come

il

Tolomeo da Lucca ed

altri

le

prerogative pa-

Tropau, quello di
non pochi. Con tali mezzi

libro di Martino

e con l'altissima autorit che

si

di

era acquistata dopo

273

DISCUSSIONE sull'infallibilit.

regni di Gregorio VII e Innocenzo


le

III, la

Sede

prerogative di questa e perci anche

avrebbero

fatto

pi rapido cammioo, se non

sulla fine del secolo

sma

l'

XIV e

Roma,

di

infallibilit
si

sul principio del

opponeva

XV

lo sci-

sua durata, per le sue luttuose conseguenze, e per l'incertezze che seminarono
d'

Occidente, che per

nelle coscienze
i

quali

il

numero

contendevano

si

una scossa

la

la

ed

procedimenti dei Papi,

cattedra di San Pietro, die

sistema papale e diminu di mollo

al

stigio della scuola che

lo

propugnava

fino alle

time conseguenze.
9. Si ritorn invece in quei frangenti
dell'

sogno

intervento

dell'

versava

grandimento
dell'

questione

lea,

il

ma

non

dai Concilio di

la

Co-

Chiesa, fece fare una sosta all'in-

della Curia

Romana

e per conseguenza a

autorit papale e quindi indirettamente alla

dell'infallibilit.

Sotto influenze uguali a quelle


si

radun poco dopo,

Eugenio IV, il Concilio di Basidisciolto questo con la deposizione di Eugenio

pontificalo di

e l'esaltazione di Felice V, e riconvocato da

Concilio di Firenze; per esser

no, per

bi-

il

di Pisa, l'opera del quale

se

che avevano prevalso a Costanza,


sotto

a sentire

ul-

Concilio di Costanza, risultalo della grande

Il

lotta in cui

quello

pre-

Episcopato e questo senti-

mento produsse il Concilio


non fu veramente compiuta
stanza.

il

sue

gli

errori

per l'occasione che


tina porgeva,

l'

commessi
la

il

Papa

Eugenio

il

in terreno italia-

nel Concilio di Basilea, e

riunione delle Chiese greca e

autorit papale ricuper

il

la-

prestigio

perduto; e per quanto la formola concernente il Papa,


che fu prodotta nel Concilio di Firenze, fosse oggi
l'ultima speranza dell'opposizione, allora dopo il Conci48

274
lio di

IL CONCILIO VATICANO.

Gostanza e quello

di guadagnato per
la

il

di Basilea

dov apparire un tanto

prestigio dell'autorit papale e per

fortuna rinascente della Curia Romana. La forinola

Firenze suona presso a poco a

stabilita dai Concilio di

questo modo: che

il Papa
Vicario di Cristo, capo
padre e maestro di tutti i Cristiani, e
che Dio gli ha conferito pieno potere di governare la
Chiesa nella forma indicata negli atti dei Concilii Ecu-

della Chiesa,

menici e nei Canoni. Ma gi sin dalla fine del Concilio


di Costanza e particolarmente

dopo quel

di

Basilea le

scuole autoritarie ed assolute avevano ripreso dentro


e fuori della Curia l'opera loro:

anzi essendo allora

venuta pi particolarmente in questione Y autorit papale, ed essendo per opera dei due predetti Concilii
in grande pericolo l'impero della Curia, l'attivit dei

suoi fautori se ne accrebbe e


talch

pu

che

dirsi

la

divenne pi concreta,

questione

dell' infallibilit

prendesse veramente forma scolastica o meglio scientifica


in quel tempo. Allora infatti e
lea

dopo

apparvero
teologo e maestro dei Sacri Palazzi
sono

il

punto

di partenza,

il

conflitti di Basi-

opere del cardinal

le

Torquemada,
di

gi

Eugenio IV, che

manuale

della

nuova

Lo seguirono poco dopo il cardinal Caetano, il


Cano, e fino al Bellarmino fu un periodo ascendente di
dottrine infallibiliste. Vi furono bens proteste in Italia
scuola.

stessa,

come, ad esempio,

le

severe parole di Santa

Caterina da Siena a Gregorio XI per arrestare

vimento ascendente dell'assolutismo


e chiarissimi

uomini

in tanto mettervi

un

nella Chiesa

di

Roma.

il

mo-

Illustri

cercarono di tanto

limite, rialzando l'autorit e l'in-

fluenza dei vescovi. Fra

cardinali stessi

il

Sadoleto,

275

DISCUSSIONE sull'infallibilit.

Contarmi,

il

il

per condizione
nel

Caraffa,
atti

il

Polo ed

ad esercitare

famoso Memoriale

del

la

1538 ne riconobbero

cessit e per quanto era in essi vi

dopo
lica

il

per dottrina o

altri

pi grande influenza,

si

la

ne-

provarono;

ma

Concilio di Firenze le sorti della Chiesa Catto-

erano decise,

il

tentativo di rivendicazione episco-

e il trionfo del sistema


pale avea naufragalo a Basilea
e perci come
a
si
era
Firenze,
inaugurato
papale

conseguenza immediata era rinato col Torquemada e


compagni il movimento verso Y infallibilit che si accrebbe progressivamente fino a che, senza essere passata nella coscienza universale e

senza neppur man-

care di fermi ed aspri oppugnatori, la teoria dell' infallibilit era stata con pi o meno restrizioni e pi o

meno
l'

esplicitamente accettata in una gran parte delinsegnamento e certo fra le opinioni ben portate da

chiunque aveva qualche aderenza con la Curia Romana.


questa volta si scaten una tempesta assai

Ma anche

pi grave che non fu quella dello scisma d' Occidente,


e che produsse un' altra sosta , la quale fu causa che
l'

infallibilit

dovesse attendere ancora tre secoli prima


suo trionfo, la Curia Ro-

di riuscire. Fatta certa del

mana, come suole avvenire, non seppe


ed incominci nel XVI

propria fortuna

resistere alla

secolo

quella

serie di pontificati che politicamente e religiosamente

usando senza freno


si

la

smisurata autorit che

la

Curia

era pressoch assicurata, eccitarono particolarmente

germaniche, pi severe e meno coruna profonda reazione, che di- opportuno terreno

nelle popolazioni
rotte,
ai

novatori religiosi,

vano mostrando

quali gi da

fra quei popoli

un

secolo

si

anda-

che venivano novella-

276

IL CONCILIO VATICANO.

mente

a civilt. Scoppiata la

Cristianesimo

menti

d'

Riforma rimasero

lavori incominciati dopo


nella teorica e

nella

cos felicemente

segno

vano

il

il

10. Si

pi

pratica

avevan

fatto

aveva ben

toria, e

si

cardini

scotevano sotto l'im-

due

la

perdita de-

fiorenti regni della Cristia-

pens di nuovo che a profittare della

come anche

la

scisma d'Occi-

lo

causa di Roma, con

per essa di

non

nel quale

e riuscita vittoriosa a Trento

la crisi

la

prestasse,

Avvenne per per

Riforma quel che era avvenuto per


dente, che passata

tempo, per

si

altro a pensare che a discutere le

Roma nel momento,

peto della bufera riformatrice.

nit,

anche ave-

nell'opinione del

saldi dell'edificio cristiano si

finitiva

progredire

autorit papale ed arrivare al pi

I"

cammino

senza condizioni

Concilio di Firenze e che

quanto quel secolo scettico e corrotto vi


alla credenza nell' infallibilit.

prerogative di

fonda-

interrotti tutti

potere della Curia, e perci

fatto far

ed inaspet-

della Religione cristiana, col rapido

tato successo della

alto

gran crisi che scisse

Occidente, messi in questione

vit-

nella questione protestante l'auto-

papale stava in prima linea, cos la stessa reazione


manifest fra i Cattolici in favore di questa; rea-

rit
si

zione che incontr

meno

resistenza e

meno

ostacoli di

prima, stantech le popolazioni pi operose ed energiche si erano affatto distaccate, e presso quelle che
rimanevano cominciava a prevalere quello spirito leggiero e scettico che doveva preparare
taire per giugnere poi alla

nuova

La manifestazione pi solenne

mento

dell'

autorit papale fu

la

tempi del Vol-

crisi del secolo


di

questo

XIX.

rinvigori-

famosa Bolla di Ur-

277

DISCUSSIONE sull'infallibilit.

bano

In ccena Domini. Questa volta era

Vili

stesso che parlava.


la

Bolla

Come

Unam sanctam

il

Papa

trecento e pi anni prima

di Bonifazio Vili

aveva

stabilito

primazia del Papato sopra la terra, cos la Bolla In


ccena Domini riconfermando quel che in essa si conla

tiene, esercita con particolare forza la giurisdizione


ecclesiastica ed afferma

il

sovrano e

potere del Papato sopra tutta

corre di notare che

denza e

simo

dalla

di affettata

bedienza
quel

libert

la

la

il

pi illimitato

Chiesa. Quel che oc-

reazione contro V indipen-

la

d'esame introdotta

nel Cristiane-

Riforma prese un carattere, per contrario,


devozione e della pi cieca e passiva ob-

all'

autorit.

momento

Una

delle pi alte espressioni di

fu la formazione dell'Ordine dei Gesuiti,

il segno del suo cammino e


sua ragion d'essere. Per tutte queste ragioni la questione papale e l' infallibilit del Papa si trovarono sul

che fece di

siffatte qualit

la

terreno pi propizio.
concetto

Fino

dell' infallibilit

al

tempo

della

il

e suoi

teorie,
si

compagni avessero cercato di

dubitativo erasi sempre insinuato in


il

Papa

eretico era

il

aveva ancora conservato qual-

che cosa di dubitativo e di vago. Per quanto

mada

Riforma

il

Torque-

fissarlo,

mezzo

alle

pure
loro

una probabilit che, per quanto

fosse voluta circonvenire e allontanare, si presen-

tava agli occhi loro, e non vi

modo

si

sapevano sottrarre in

reciso. Appartiene al carattere di reazione pas-

siva contro ogni libert dello spirito, a quello che gener l'Ordine dei Gesuiti, il far fare un altro passo
alla

questione

dell'infallibilit

che aveva costantemente

progredito per reazioni ad ogni

denza che, in qualunque verso

movimento

si fosse, si

d'

indipen-

era mostralo

278

IL CONCILIO VATICANO.

nella Chiesa : quindi in cotal


lungo tempo di riposo e
di rilasciamento che succede al Concilio di
Trento, la
dottrina dell'infallibilit mediante il causismo e nono-

stante, o forse

cismo

mediante anch' esso,

e T adulto cinismo d' allora,

pi precisa [e s'insinua per

incipiente scetti-

l'

prende forma anche

mezzo

di

numerosi

tori e dellajpratica'incontrastata della Curia

pi avanti che mai non avesse

denze e

nelle rilassate

scrit-

Romana,

tepide cre-

fatto, nelle

abitudini delle popolazioni cat-

toliche e particolarmente dell'Italia e della Spagna. Ci

nulladimeno fra
quel tempo, e

il

Baronio, l'Orsi e

presenti

tutti gli apologisti di

Infallibilisti, esiste

ancora una

lacuna cos grande, che a leggere massimamente

Annali

del

famoso Cardinale non

idee presenti
il

come

si lasciasse

linguaggio che in molte occasioni esso

tessendo

la storia del

zione, a quesla
alle

gere
torit

sfrenate

si

fa lecito

Papato. Si apparteneva alla Rivolu-

nuova e formidabile tempesta,

pi estreme conseguenze
assoluta

pi

gli

comprende con le
tenere ad un cardinale
si

in

la

formola

opposizione

alle

di spindell'

libert

aupi

solamente col favore delle diffidenze e sotto

l'incubo generato da queste, gli antichi fautori dell'autorit

pi illimitata, rappresentati oggi dal cosi detto

partito cattolico, e condotti dall'Ordine dei Gesuiti che

coerenti alla loro fondazione se ne sono fatti caldissimi


patrocinatori,

hanno potuto riportare

pi alcuna ambage e con


pi recisa

la

la

in

campo senza

formola pi semplice e

teoria dell' infallibilit personale del Papa,

ed in queste condizioni che


ossia diciannove

secoli

circa

il

sabato 18 giugno 1870,

dopo

la

fondazione del

Cristianesimo, e dieci secoli circa da che era stata di-

279

DISCUSSIONE sull'infallibilit.

scussa

essa

presenta a un Concilio radunato per

si

un dogma per

farne

tutta la Chiesa.

quel giorno primi i cardinali


Rauscher, Di Pietro, Bonnechose, Cullen e Guidi. Il
11. Parlarono

in

primo fece leggere la sua orazione, perch la sua voce


non si poteva sentire. Questa fu molto moderata e

ma non

conciliativa,

mento
il

ebbe grande

quel giorno fu

di

il

effetto.

L'avveni-

discorso del cardinal Guidi,

quale, da premesse che sembravano

molto soddi-

sfacenti per la maggioranza, venne, con maraviglia


di tutti, a conseguenze, se non assolutamente nel senso
della minoranza, almeno in quello di una conciliazione
a

questa accettevole.

La sua conclusione era che

Papa non poteva definire senza

il

Concilio o

il

il

consi-

dappoich qui nacque incertezza neuditori, se cio avesse detto sine Consilio, o sine

glio della Chiesa,


gli

concilio

Ecclesice.

Sembra che

nella perorazione tra-

scinato dalla propria eloquenza trapassasse perfino

segno che

si

il

era prefisso, aggiungendo la proposta di

un canone, che conteneva 1' anatema per chi asserisse


che il Papa lo poteva. Per questo canone il Papa stesso
per le molteplici manifestazioni cos chiaramente fatte
si sarebbe trovato in grave pericolo di essere colpito
da

siffatta

cardinale

condanna.

romano,

consentiva con
scoppiata in

mezzo

meno rumore.
rono,

si

vescovi

la

Fu un fulmine

Un

il primo, l'unico che palesemente


minoranza! Una bomba che fosse

alla

Padri

maggioranza, vi avrebbe
infallibilisti

opposizione

gli

fatto

susurrarono, gridaviolenti, ed i

modi pi

rivolsero a lui nei


dell'

a ciel sereno.

fecero le pi calde dimo-

strazioni di affetto e insieme di gioia.

Il

giorno ap-

IL CONCILIO VATICANO.

280

presso rEminentissimo Guidi era

conversazioni e

il

soggetto di tutte

pi odiosi discorsi e le pi crudeli

maldicenze correvano sul suo conto fra alcuni


che insegnano pure altrui

la dottrina, la

di coloro

con-

si

quale

tiene nella semplice esortazione di San Giovanni: Fratres, diligite alterutrum. In quello stesso giorno

dinal Guidi era chiamato al Vaticano, e

si

sembra che non

di questo dialogo, nel quale

sero risparmiati rimproveri, e che

il

car-

il

narr molto

Guidi vi

gli fos-

si

com-

portasse con fermezza e dignit. Hanno attribuito in


queir occasione al Papa la famosa frase di Luigi XIV,

come

s'

Y avesse voltata a se stesso riguardo

egli

tradizione ecclesiastica;

ma

di tutti questi racconti cos

particolareggiati che corsero

non

il

giorno dopo per

poteva far sicurt; e del resto

si

vano alcuna importanza


n toglievano
proporzioni di

al fatto

reale, e

la

la

terrompere

essi

la citt,

non ave-

non l'aggiungevano

che prese in quel

momento

le

un vero avvenimento.

12. In quel giorno gli oratori


erano gi divenuti cent' otto; e

questa volta

alla

iscritti
si

da ottanta

diceva che per

Presidenza era determinata a non


discussione per non incorrere di

in-

nuovo

nella taccia di voler esercitare


pressione o di far vio-

lenza,

ma

a lasciarla andare liberamente sino alla fine.

tale

indulgenza essa era forse anche confortata dalla


speranza che i calori estivi sforzerebbero alla chiusura.

Tornarono

Padri a riunirsi

tuttavia dai Legati


la

il

luned, 20, e vi

si

fece

un monitum per raccomandar loro

brevit nei discorsi. In quel giorno fu richiamato


ordine il patriarca Valerga, che si era ingolfato in

all'

un suo

discorso a parlare sopra le

cose orientali in

281

DISCUSSIONE sull'infallibilit.

modo

tanto violento, quanto era stato quello, col quale

i vescovi
pochi d prima aveva cos vivamente offeso
francesi. Questa volta per, a causa della cattiva piega

che prendevano
quali

Oriente, nella condotta dei

gli affari d'

Patriarca aveva la pi diretta ingerenza,

il

coso discorso del Valerga

si

Giova credere che veramente

glienza.

ne ricevesse

assai

il

fo-

ebbe poco buona accola

maggioranza

profonda impressione, poich

lerga fu invitato a lasciare l'ambone,

il

quantunque

Yafos-

sero riposte in lui tutte le speranze per combattere


l'effetto

prodotto nella Congregazione precedente dal di-

scorso del cardinal Guidi. Nel marted non v' ebbe riu-

nione, perch ricorreva

la

Pio IX entrava, non senza

coronazione del Papa, e

tristi

presagi in verit, nel

venticinquesimo anno del suo regno. Ventiquattro anni


di dimostrazioni e di feste hanno condotto progressiva-

mente e naturalmente Pio IX


liti

lo

all'

apoteosi. Tutti

par-

hanno a vicenda esaltato ed hanno accumulato

tutti gli

onori intorno

al

suo altissimo ed unico trono:

pena di non dir pi nulla di nuovo, non gli restava che essere divinizzato, ed una delle prero-

sotto

gative della divinit che stava per essergli concessa.


Il

venticinquesimo anno sembra veramente

Papi un anno

fatale.

sia per i
Per obbedire anch' esso a questa

legge Pio IX, e per cessare in qualche

uomo, doveva

modo

Queste considerazioni venivano offerte


tracaltolici, acciocch se ne

lonne per
13.

Il

gazioni, e

la

dall'essere

umano.

uscirne qualche cosa pi che


ai

giornali ul-

valessero nelle loro co-

fausta occasione.

mercoled
si

si

ripresero di

cominci a porre ad

nuovo
effetto

le
il

congre-

monitiim

282

IL CONCILIO VATICANO.

fatto nel
I

luned per invitare

alla

brevit nei discorsi.

Legati praticarono a questo scopo l'espediente di

suonare

campanello ed interrompere ogni discorso


il limite brevissimo di circa venti mi-

il

che sorpassasse
nuti; e questo

modo

stava con vantaggio in luogo della

chiusura della discussione,

quale per adesso

alla

si

era

rinunziato. In quel giorno poterono cos parlare sette


oratori soltanto. Fra questi aveva parlato un vescovo
infallibilista

e per quanto

il

suo discorso avesse ab-

bondato in favore dell' infallibilit , pure anch' esso


dopo il tempo prefsso era stato obbligato a lasciare
l'ambone. Dopo di lui parl l'arcivescovo di Osimo
in

un senso

revolmente

e per predisporre favoPresidenza incominci con dichiarare ai

di conciliazione,
la

Legati che non avrebbe dato loro agio


tanto sarebbe stato breve. Per tenere

pot sfuggire
chiaro,

ma

la taccia di

d'

interromperlo,

la

sua parola non

non essere

stato abbastanza

ci nonostante, a traverso le difficolt di

un

cos breve
tempo per svolgere materie per
loro natura tanto complicate ed ardue , si prov ad

spazio di

una conciliazione

escludendo

la

formola assoluta e ra-

dicale dei Gesuiti e riproducendo in sostanza

1'

antica

formola romana, quella che dai Concilio di Trento in


poi era rimasta tacitamente la formola preponderante
nelle abitudini della Teologia

quella stessa che

dopo

il

primo

romana: presso

poco

apparve nel secondo Indirizzo subito

degl' Infallibilisti

e del quale

abbiamo

altrove dato cenno. Questa formola, secondo quel che

narrammo,

stabilisce di diritto e di fatto

Chiesa nel Papa e nei vescovi insieme

l'

unit della

e perci nelle

stesse condizioni sanziona anche la sua infallibilit.

Il

DISCUSSIONE sull'infallibilit.

vescovo

Osimo rigettando

di

dai vescovi

come per

come

il

determinato

fatto

tsi e
,

ipotesi, s per

diritto

il

lasciava pi che fosse possibile in-

modo

il

separazione del Papa

la

come

283

del reciproco influsso e le rela-

zioni fra loro per evitar di cadere da

un

lato nel si-

stema Gallicano, dall'altro nell'infallibilit personale.


In una radunanza ormai riconosciuta aliena da larghe
riforme e dove Y opposizione

si

poi definitamente

dimostrata impari a serie resistenze e a forti propo-

questo era forse tutto quel che

si poteva speuna
cotal
corda
ed
era
rare,
gettata a tutti
proposta
far
n
volendo precoloro che non potendo
meglio
siti,

delle

cose potessero

giudicare per

sempre

lo

stato

appigliatisi

affinch

si

rimanesse

come prima

del Concilio, lasciando a tempi migliori

presso

l'incarico di decidere la gravissima questione:

poco

ma

ci

no* era quel che si voleva ,


a perdersi con le altre nobili e generose voci eia-

e questa orazione and

mantium

in deserto. Altri oratori continuarono a par-

Fu

notata in quel giorno nell'Aula la presenza

lare.

del cardinal Guidi.

oratori,

tutti

Il

contro

gioved, 23, parlarono


l'

infallibilit.

altri sette

Si continu

bato, 25, e torn in quel giorno ad iscriversi di

per parlare l'illustre campione


Strossmayer. Era cos grande
sto, che si tenne

bench fosse

la

il

il

sa-

nuovo

dell'opposizione, lo
desiderio di far pre-

Congregazione anche il marted, 28,


San Pietro, e parl in quel

vigilia di

il
primate delle Gallie moned
ebbe
signor Genuilhac,
gran pena per le mormorazioni della maggioranza a terminare il suo discorso.

giorno contro

l'infallibilit

Questi gi vescovo di Grenoble era stato solamente da

284

IL CONCILIO VATICANO.

pochi giorni elevato


volere del Governo

per questo

quella

cattedra

Santa Sede, conoscendo

la

avrebbe preferito

tutt' altri

per

non

francese, poich se

tenace

il

fosse stato

sue opinioni,

le

per candidalo.

merco-

II

led, 29, non si tenne Congregazione a cagione della festa di San Pietro , e il gioved, 30, il Papa tralasci la

solita

cerimonia per

la festa di

si

cos affrettare

desiderato

zione

il

nonch
nito o
il

alla Basilica

momento

della dichiara-

dell' infallibilit.

14. Intanto

Se

San Paolo

potesse tenere Congregazione, e

Ostiense, affinch

la

festa di

lo stato delle cose

almeno

San Pietro era passata

per se stesso si fosse defi-

rischiarato, si oscurava ogni giorno pi.

cardinal Guidi, che era riconosciuto per

abbastanza destro e circospetto, da ultimo

si

uomo

era in-

maggioranza per andare a


neir
posto
prender
opposizione^ non poteva credersi
facilmente che questa nave stsse a momenti per affondotto

ad abbandonare

dare. Ecco

il

la

ragionamento che molti facevano dopo


avvenimento. Per questo, per l'epi-

cotale imprevisto

sodio dei parrochi e molti

altri

si

segni,

credeva che

T opposizione acquistasse ogni giorno terreno neh'


nione e
di
i

si

notava come segno che

la

opi-

procella, invece

diminuire, cominciava a romoreggiare perfino sotto

gradini del trono. In Germania infatti

profonda, generale e determinata

vano viepi, ed

in Francia,

segni di una

resistenza,

secondo Y indole

cresce-

di quelle

mostrava per molti arguti e in forma


pi superficiale e leggiera, ma pure accennava piuttosto
ad accrescimento che a diminuzione. 1/ opposizione
popolazioni,

si

non era pi individuale, vaga,

divisa,

come

quella,

285

DISCUSSIONE sull'infallibilit.
della quale

tenevamo discorso nei ragguagli

mesi, e come

si

era risvegliata, nel

dei

primi

momento

della

sorpresa, confusamente in Europa ; ma bens era oggi, se non universale, universalmente sparsa, e, se

non

affatto

fondamente

disciplinata, per meglio ordinata e prosentita in

una notabile parte

della Chiesa,

secondo che appariva dai suoi rappresentanti, dai Cattolici della lontana America fino ai cardinali di Santa
Chiesa. Tale stato veniva dipinto da

un uomo

di

grande

spirito e insieme giudice sagace con queste parole che


lo dipingevano in quel momento, che cio oramai

se passasse l'infallibilit, non passerebbe

il

Concilio

Vaticano. Infatti nel presente stato delle opinioni qua-

che avesse una apparente


a questo dilemma.
riconduceva
ragionevolezza,
delle cose romane
l'andamento
15. A chi conosce
ipotesi' potesse farsi

lunque

sembrava inammissibile che


a

mezzo

grave

del

cammino,

quanto pi quello

zioni di

tanto pi

era compromesso. Dall'alsi

potesse passare oltre

un dogma contro

il

volere

gli

ottanta e

pi timidi e

della quale,

non

arrestasse

e le convin-

una cos autorevole minoranza che pure va-

riava fra
i

si

si

uno scacco

come

tro lato niuno intendeva


e dichiarare

Vaticano

il

e subisse

contotrenta, e forse, compresi

pi rimessi,

quando pure per

centocinquanta vescovi;
la

resistenza definitiva

dovesse tener conto se non

della cifra

minore,
non ostante questo rimaneva cos notabile, che non si
poteva impunemente trascurare. La maggioranza, per
si

quanto fosse risoluta, non cessava di pensare a ci, e


dal cercare formole sopra formole e se

non desisteva

n' era tentato in

quei giorni un

numero

infinito

per

286

IL CONCILIO VATICANO.

trovarne alcuna che valesse a scindere e


raggranellare
ma siccome essa non vo-

una parte dell'opposizione;

leva sacrificare nulla della sostanza,

si aggirava sempre in un cerchio senza riuscita. Questo stato di cose


aveva finito con mettere insieme nel Concilio una spe-

cie di terzo partito, pianta che nel terreno


religioso

con grande slento,

attecchisce

del

quale

la

pi alta

momento il cardinal Guidi,


primo momento di stupore, si

espressione era in quel

dappoich, passato

il

dov riconoscere che il movimento del Guidi era stalo


un pensiero di conciliazione piuttosto che un vero passaggio

all'

opposizione.

Fu

riconosciuto

benaugurato del vigore e

nuovo

partito di conciliazione Tessere giunto

un

stare da bel principio per capo

scovo

come un segno

opportunit di questo

dell*

ad acqui-

cardinale, arcive-

Bologna, e personalmente affetto e beneficato


dal Papa. Conviene confessare che questo tentativo del
di

Guidi fu fall con larghezza e non senza ardire parti-

colarmente per la forma ma tutti questi tentativi riescivano sempre ugualmente infruttuosi per la stessa
ragione che da un lato la maggioranza non voleva a
:

niun patto fare veruna

volle illusa

concessione

sulP infallibilit

opposizione che tante


e delusa, fortemente irritata, non voleva

personale del

Papa, e dall' altro

1'

accomodarsi a nuovi equivoci, era divenuta pi diffidente e meno pieghevole. V'aveva inoltre anche un'altra difficolt, per cos esprimersi, tecnica, in ci

essendo

che

Papi giunti pian piano per una costante ed

insensibile espansione fino al

godimento

soluta autorit, ed essendo gi

primato con

la

della pi as-

in pieno possesso del

piena giurisdizione sopra tutta

la

Chie-

287

DISCUSSIONE sull'infallibilit.

godendo gi i benefcii dell' infallibilit,


ne viene che in questo lungo e non incontrastato

sa, e perci

processo tutte le sottigliezze, i sofismi e tutte le pi


acute sofistichere di combinazioni di frasi e di significazioni di parole sieno state esaurite durante

lungo

il

cammino, e che in quel campo non resti pi nulla a fare.


Non rimane pi che a dire la parola, e perci il Concilio

versa in questo inevitabile dilemma, o proclamare


personale pura e semplice, o lasciare le

l'infallibilit

come stanno; ma questo partito veniva reputato


dalla maggioranza come una sconfitta, e di qui un* alcose

tra ragione dell'impossibilit della conciliazione, e del

circolo vizioso, nel quale

s'aggiravano da sei

partiti

mesi.
16. L'opposizione

gno medit un

altro

nel finire di giu-

infrattanto

tentativo, e offr al Papa

scappatoia che metterebbe in salvo

la

assai diffcile in tal questione, nella quale

essere

la

prima

parte e

il

una

sua condizione

veniva ad

giudice principale, in modo


tutti. Molti vescovi oppo-

conveniente per esso e per


nenti sottoscrissero una

dimanda

collettiva

per chie-

dere una proroga al Concilio per cagione degli ardori


estivi che cominciavano a farsi sentire fortemente in
e per

Roma,

quali

una gran parte dei vescovi negli


La dimanda si ebbe la

ultimi giorni erasi ammalata.

stessa accoglienza di tutte le passate proteste, e

di quelle,

le

si seppe mai altra


Papa voleva inesorabilmente che

anche di questa non

fuorch

il

congregazioni

si

notizia,

fino

quale

a che fosse
il

come

continuassero senza interruzione

tutta

discussa la materia

Concilio era convocato.

Con questi e

per

la

simili

288

IL CONCILIO VATICANO.

d'ambe

tentativi
di

le

cilio,

senza che

parti

venne

la

termine

al

mese da che

giugno, settimo

mese

il

era riunito

Con-

il

questione dominante avesse an-

un passo dal primo giorno,


tranne quella maggiore consistenza ed estensione presa
dall' opposizione d'allora in poi dentro e fuori dell'Ascora moralmente fatto

semblea

per

ia

quale aveva potuto prodursi

nell' opi-

nione pubblica il giudizio, di cui abbiamo dato pi


sopra la formola spiritosa, e che era il solo stato finora
proferito con qualche continuit ed universalit sopra
il

finale

successo della gravissima questione, e che

maneva ancora runico

possibile nella condizione

che di presente essa

trovava.

nella

mente

si

che

di quelli

care che quando


dichiarazione del
sai probabile

il

lo

partito

dogma

N questo

facevano

signifi-

numeroso contrario

alla

fosse vinto, sarebbe cosa as-

che verrebbe da esso apertamente con-

trastata la validit del Concilio per


si

in

giudizio

voleva

ri-

trov costretto per

la

sue decisioni e per tutte

mancanza
le altre

di

vincoli,

tato dal Concilio la soluzione

per

le

cui

ragioni che Y opposi-

zione ha spesso e vivamente lamentate

per esso intendere che dappoich

in

unanimit nelle

il

ma

si

voleva

mondo aveva

aspet-

popolazioni cattoliche

dei grandi problemi politico-religiosi e sociale-religiosi

che

le

travagliano, vedendolo

consumare unicamente

sue forze a conquistare una laboriosa e contrastata


apoteosi, perdendo in esso ogni speranza ne distrar-

le

rebbe pure ogni sua attenzione, e che

la

sua influenza

sarebbe giustamente infirmala nella societ di tanto,


di quanto si era creduto renderla pi definitiva ed assoluta.

289

LUGLIO.

i.

Chiusura della discussione.

1.

Intanto la veneranda Assemblea era entrata gi

in piena estate.

Quei torrenti

piombano sopra

la deserta

di

fuoco che

campagna

di

lo stato

incolto

sole

Roma, men-

tre per la loro azione diretta affievoliscono

menti, per

dal

tempera-

sovente paludoso della

campagna danno origine a condizioni climatologiche


che riescono, se non sempre dannose, almeno noiose
agi'

indigeni stessi.

Chiunque

effetto esse

le

abbia subite pu im-

dovessero produrre sopra

maginarsi quale
tutti quei vescovi del Nord abituati a temperature pi
vigorose, alle arie sane, alle chiare

sche

ombre

della

acque e alle freGermania! Nell'et avanzata queste

mutazioni, che altrimenti non hanno grandi conseguenze, ne cagionano di gravi ed immediate. Una gran
parte di quei vescovi e dei loro addetti si ammal.
difficile descrivere la stanchezza e lo scoraggiamento

che nelle lunghe adunanze e negli ardui ed ingrati lavori conciliari s' impossess di quelle nature pi raffinate e gentili a

lo

Spagnuolo,

il

quei gradi di temperatura, nei quali


Calabrese, il Messicano, per abitudine
19

290

IL

connaturale

si

babilmente

gli

CONCILIO VATICANO.

sentivano in pieno stato normale. Proultimi vi avevano contato su ed ave-

vano aspettato

loro

Nord

oppositori del

confratelli

stregua di trentotto o trentanove gradi

alla

all'

ombra.

Questa considerazione non era neppure sfuggita


scovi opponenti, quando avevano fatta

la

ai

ve-

richiesta che

procedere alla nota


prorogasse
il Mezzogiorno teneva il seggio, ed il
ma
definizione;
Nord non riusciva a far prevalere n questa n altra
si

il

Concilio

prima

di

sue pretensioni.

delle

mese i segni di questa stanchezza avevano incominciato a manifestarsi. Il vescovo


2. Gi fin dallo scorso

di

Ferentino che aveva voluto farsene argomento in


delle ultime congregazioni per combattere l' oppo-

una

sizione, rigettando sopra di essa


di tali sofferenze,

ne fu una

la

delle

colpa della durata

prime vittime

egli

Mentre con bello sdegno il vescovo, rivolgendosi verso gli oppositori, esalava sovr'essi l'ultima
stesso.

memoria
minava
nostra?

di studii classici

col
il

che

gli

era rimasta e

li

ful-

famoso qitousque tandem abntere patientia

Legato

gli fece

osservare che

le

sue parole

erano cos giuste, che lo invitava a dare egli stesso


l'esempio di ci che fosse da farsi, ed a tacere. L'Assemblea stanca di lui quanto d' altri salut cordial-

mente l'intervento
che

il

del Legato, e

suono del campanello

giorno

il

focoso oratore, fu

mai risuonalo

nell'

il
il

narrarono i presenti
quale arrest in quel
pi grato che avesse

aula per tutta

la

durata del Con-

cilio.

3.

Quando venne

a notizia dei vescovi che

rifiutava di arrendersi alle intimazioni

il

Papa

pi che legali

291

CHIUSURA DELLA DISCUSSIONE.


di

una temperatura

si

mut

tropicale

vero disgusto, ed

in

questo scoraggiamento
i vescovi di fatto pro-

e
prio, in parte perch indignati della poca generosit
in
in
siffatti
benevolenza che si rivelava
procedimenti
,

parte per necessit di salute, in parte perch comin-

ciavano a prevedere quel che sarebbe per avvenire ,


incominciarono a partire alla spicciolata da Roma per
tornare
il

alle

loro sedi.

quelli che ne fecero richiesta,

Vaticano fu allora largo di congedi, sperando forse

di diminuire cos

opposizione con offrirle un

1'

modo
ebbe

plausibile d'astensione e di ritirata. Pi tardi si

rammarico

non avere

di

richiesto

prima

di lasciarli partire, qualche

zia di

sommissione

liberato per

il

a quel che

il

dagli

promessa o garan-

Concilio avrebbe de-

caso oramai probabile e prossimo che

fosse avvenuta la desiderata definizione.

scovi

muto

oppositori,

Almeno

ve-

opposizione lo hanno creduto, ed hanno tea varie riprese che si volesse esigere da loro

dell'

senso, e questo timore stato negli

alcun atto in

tal

ultimi giorni

uno dei

principali agenti nelle loro deli-

berazioni.
4.

Il

zione del

venerd,

mese

1, si

era tenuta la prima Congrega-

di luglio.

Avevano

parlalo

vescovi di Savannah e di Paderbona, ed

il

in

quella

secondo

si

era anch' esso provato a proporre una conciliazione,

concedendo

al

Papa V

porre questa credenza


tica.

Un

infallibile

grido sdegnoso accolse

scovo che lo
estendere

l'

segu

all'

infallibilit del

mi, a tutto ci che

magistero senza im-

ai fedeli sotto la
la

ambone

Papa, oltre

compreso

sanzione dogma-

proposta, ed il vepropose invece di

nella

la

fede e

morale

costu-

cattolica,

292

IL CONCILIO

come

scienze, politica, ec.

VATICANO.

Non

si

narra che a

tal

posta l'Assemblea facesse cosi cattiva accoglienza


all'altra.

modo
gno

Il

pro-

come

sabato, 2, cominciarono a manifestarsi in

pi sensibile nell'aula la stanchezza ed

il

biso-

qualche modo. Alcuni degli oratori


dichiararono che non avrebbero pi parlato:

di finirla in

iscritti

onde ne avvenne che in quel giorno solo fra quelli


che parlarono e quelli che dichiararono di non voler
manifestamente

numero di trentadue, dei quali


pi gran numero apparteneva alla
Come mezzo per abbreviare e gua-

al

parlare, giunsero
il

seconda categoria.
dagnare tempo, era stato
posto che

si

il

2 da alcuni vescovi proal giorno:

tenessero due congregazioni

immaginarsi nelle disposizioni, nelle quali era


Assemblea , in qual modo la proposta vi fosse ac-

facile
1'

colta; essa fu

giorno
dello

unanimemente

si fece la

respinta. In quello stesso

votazione del primo e secondo capo

schema, dopo

la

quale

si

riprese

la

discussione,,

che termin, come


disse, con la renunzia della pi
gran parte degli oratori che erano chiamati all'ambone.
si

5. Non era ormai pi permesso dubitare degl' intendimenti del Vaticano. Ormai si sapeva da tutti che

esso non intendeva pi ad altro

che a conseguire

contro e malgrado di tutto, senza tregua e


sto, quello

scopo che

gli

dal favore e dagl'intenti della


le

lungaggini avevano messo


il

spargendo fra
ed

il

maggioranza. Se
alla

pi preindicata
il

clima e

la

pazienza epiprova
Papa a concedere una proroga
solennit di San Pietro, l'aveva consumata,

scopale; se
passata la

al

era evidentemente

rifiuto del

Padri del Concilio lo scoraggiamento

disgusto; questa convinzione, divenuta oggimai

29d

CHIUSURA DELLA DISCUSSIONE.

una certezza, cambi d' un tratto cotali sentimenti in


un vero timor panico. Nella domenica, 3, 1* opposizione
tenne una riunione internazionale, nella quale decise

un combattimento divenuto

di cessare

inutile e forse

e con questa risoluzione

anche dannoso:

movimento spontaneo

presa per
unanimit s'avvia-

all'

quasi

rono tutti i vescovi dell' opposizione alla Congregazione dei luned. In varii modi stata raccontata la
chiusura della discussione;

ma

quasi tutti convengono

nel narrare che, avendo incominciato a parlare

vescovi opponenti,

si

uno

dei

facessero sentire dalla parte della

grida d'impazienza abstineas, renimela, ec, e che allora uno dei vescovi dell'opposizione, dissero lo Slrossmayer, si levasse dichiarando

maggioranza

le solite

di rinunziare a parlare,

da

tutti

gioranza

esempio che fu tosto seguito

suoi colleghi. Allora un vescovo della


si

lev e disse che per

la

positori a parlare pi oltre la discussione

riguardare

come

oratori della
tenerla

come

mag-

renunzia degli opsi

poteva

chiusa, invitando perci anche

maggioranza ad uniformarsi

gli

agli altri e a

tale. Tutti gli oratori iscritti, di

qualun-

que opinione e colore, a questo invito unanimemente , eccetto due o tre che insistevano per valersi
dei

loro diritti, rinunziarono

sione.

Il

cardinale

a continuare la discus-

De Luca, uno

dei presidenti, colse

con evidente soddisfazione l'occasione, ne

li

lod mol-

to, segnal alla gratitudine

dell'Assemblea quelli che

avevano preso

di

chiuse insieme

mente pu

l'iniziativa
la

idea,

discussione e l'adunanza:

dirsi che la

combattenti.

questa felice

guerra

fin

vera-

per mancanza di

29

IL

6.
i

CONCILIO VATICANO.

Nel prestarsi cos alla chiusura dei dibattimenti

vescovi

dell'

opposizione avevano fatto sentire, e

sembra che uno


per s e per

di loro lo dichiarasse

suoi, che essi

anche altamente

erano indotti a ci non

si

per altra ragione che perch avevano riconosciuto essere inutile lo sprecar tempo ed argomenti contro chi

aveva deliberato

di

non tenerne conto, e neppure delle


non per-

tradizioni n dell' avvenire della Chiesa. Ci

tanto questa astensione


dalla

maggioranza

anche senza che


fosse
nitiva

la

intervenuta,

voleva da principio colorire

si

secondo

Ma

desiderii.

proprii

dichiarazione dei vescovi opponenti


risultato

il

votazione

della

venne ben presto a ridonare

il

giusto

defi-

valore a

queste interpretazioni.
7. Molti
la

hanno voluto

in tale

occasione criticare

ma

per giudicarla con

condotta dell'opposizione,

giustizia

conviene mettere in chiaro

questo scoraggiamento, del quale


zione,

si

era manifestato fra

fatti.

abbiamo

Da che

fatto

men-

Padri, e da che molti

dei vescovi tedeschi, ungheresi e francesi dell'oppo-

sizione erano partiti, gl'Infallibilisti avevano rincarato


d'

ardire, ed

discorsi dell' opposizione

pi che a stento fra

le

non

si

finivano

disapprovazioni e le interru-

zioni ironiche della maggioranza. Si sarebbe detto che

quei meridionali, come i Russi del 1812, attendevano


che il clima combattesse per loro,- e che appena ne sentirono i benefici influssi si sentirono egualmente padroni dello stato delle cose e cominciarono a degustare
le

dolcezze della vittoria.

La natura

del soggetto

lunghezza delle discussioni per mantenersi fedeli

la

alla

loro tattica obbligava gli oppositori naturalmente a ri-

295

CHIUSURA DELLA DISCUSSIONE.


petere sempre
rare cos.

le stesse

Una volta ben

accertati che

ad ogni patto una proroga, e che


la

non potevano du-

cose. Essi

si

Papa rifiutava

il

stava per proporre

forinola dell' infallibilit personale pura e semplice,

al temporeggiare, non rimaneva


nella
votazione. La discussione soche
speranza
vieto
ormai non poteva pi avere
un
cos
soggetto
pra

non v'era pi scopo

altra

influenza sopra le varie opinioni: inoltre

il

prolungarla

una temperatura canicocondurre ad alcun buon


lare, non solo non poteva pi
risultato, ma poteva anzi piuttosto nuocere alla loro
pi

oltre, fra le sofferenze di

causa.

andando pi in lungo le riunioni del


vescovi avrebbero, nonostante la continua-

Infatti,

Concilio,

zione di esse, seguitato a partire, togliendo cos ogni

giorno qualche volo

all'

opposizione

la

quale

si

com-

poneva particolarmente di uomini del Nord, e perci


pi esposti alle sofferenze provenienti dal clima. Ci
era da evitarsi in ogni modo dalla minoranza, perch,
siccome

alla fine dei conti il

risultato concludente ed

ultimo stava nella votazione, per essa ogni perdita


era assai pi sensibile che non fosse per la parte
avversa. Egli perci che, non potendosi ora, di buono

o mal grado, pi pensare ad altro che alla votazione


finale, ogni giorno che si perdeva doveva giudicarsi
a danno della minoranza ed in vantaggio della maggioranza;

la

quale

si

era forse avveduta di questo, quando

una volta certa che l'Assemblea non

si

sarebbe

di-

prima di aver compiuta Y opera sua, non aveva


insistito
n fatto nulla direttamente per provocare
pi
la chiusura, ma ne aveva lasciato la cura alla stansciolta

chezza e agli avvenimenti che

la

cagionarono forse

296

IL CONCILIO

anche pi presto che

dalla

VATICANO.

maggioranza non

rato. Queste considerazioni fecero


si

che

gli

si

era spe-

oppositori

accordassero anch' essi ad affrettare cotal risultato e

ad accelerare, bench involontariamente,

il

compimento

dei desiderii della maggioranza, la quale, naturalmente,

non dimandava

in sostanza altro sin da principio

una discussione, che per essa era

di finire

che

gi decisa

prima di cominciare. L'avvenire, fin d'allora grosso di


burrasche politiche e di gravi avvenimenti in Europa,
doveva svelarci se l'opposizione aveva avuto torto o
d' affrettarsi, e se

ragione

dovuto riconoscere

in

nonostante tutto ci che

si

sua difesa, per un caso che avreb-

be sorpassato ogni previsione, non si dovesse poi sentenziare che la sua pazienza aveva naufragato dinanzi
al porto. Se gli avvenimenti non avessero avvalorato
con

tutto il loro peso questa ipotesi, difficilmente avrebbe


potuto farsi rimprovero all' opposizione di una condotta, che era stata fatalmente governata dallo stato

dello spirito pubblico e dal corso


Il

naturale delle cose.

giorno che questa adunanza si chiuse , appena incomodo che abbiam descritto, al vedere ad

minciata, nel

un' ora cos insolita ritornare dal Vaticano tutti

scovi

ve-

com'erano venuti, la pi gran


loro carrozze che avevano rimandate,

alla chetichella,

parte senza

le

molti a piedi, altri stipati insieme nelle vetture pubbliche,

anche

si
i

pu immaginare
pi strani

che

si

commenti

di ogni

fecero perla citt:

sorta,

ma

di

ebbero Y agio di vederla, nessuno forse


pens all'influenza che quell'umile processione avrebbe
sopra l'avvenire religioso e politico del suo paese, e
tutti quelli eh'

di

buona parte

dell'

Europa e

del

mondo

CHIUSURA DELLA DISCUSSIONE.


8.

Da questo momento

mente:
damenti

il

marted,

5, si

297

and spedita-

in poi tutto

terzo capo, ossia dei Primato, che una volta

al

cessata la resistenza sopra tutta la linea,


la

emen-

fece la discussione degli

quantunque

Congregazione fosse numerosissima, non incontr

quasi pi ostacolo. Alcuni vescovi

forse ancora per

guadagnar tempo, dimandarono che quel capo con gli


emendamenti accettati fosse ristampato e distribuito
di

nuovo

ai

Padri,

acciocch potessero ancora esa-

questo richiedeva qualche


alla votazione che il

minarlo a loro bell'agio;


giorno, ed

infatti

lunedi 11.

Fu

pu chiamarsi

non fu portato

questa 1' ultima concessione, se pure


fece la Presidenza. Si narr a
, che

tale

proposito di questo capo che, presentato

riceverne

1'

al

Papa per

approvazione, egli vi aggiugnesse alcuna

cosa di proprio moto, dopo che era gi stato emendato


ed accettato dal Concilio, sebbene non ancora materialmente votato, e che quando la modificazione venne a
notizia dell'Assemblea, vi eccitasse da parte dell'oppo-

uno sdegno ormai


affatto impotente. Ma

sizione le ultime manifestazioni di

tardivo e riconosciuto del resto

ognuno comprende che,

ridotte a

tal

punto

le

cose,

questi aneddoti perdono gi ogni importanza, ed inoltre assai difficile per noi

Certo soltanto che

il

terzo

il

riscontrarne

capo

la

verit.

pass nell'Assenti,

blea senza resistenza seria.


9. Il risultato di s poco valida opposizione al terzo
capo fu di far bene sperare alla maggioranza non solo
per quello della votazione di esso, ma eziandio per

T altra prossima e tanto agitata sul


quarto capo. Queste speranze erano tanto
pi fondate, che si conosceva

298

VATICANO.

IL CONCILIO

come

fossero nati dissensi fra


questi convennero

Quando

di parlare, e nel lasciar

pensarono anche

alla

capi dell' opposizione.

fra di loro

che

si

rinunzia

nella

chiudesse

la

discussione,

condotta da tenersi subito dopo,

allorch gli avvenimenti, cessata ogni resistenza, avreb-

bero precipitato alla fine gi presentita e preveduta ormai da tutti. Sembra che il vescovo d' Orlans e con
esso

la

pi gran parte degli oppositori francesi voles-

sero che

si

facesse

una protesta solenne contro

mezzi

usati contro di loro, profittando della malefica stagione

per istancarli ed opprimerli, contro

la

poca equit mo-

strata da Presidenti verso di loro durante tutta la di-

scussione, ed in ultimo contro

gli eccessi,

ai quali la

maggioranza era trascorsa contro di essi. Fatta

la

pro-

opinavano di lasciar Roma immediatamente. L' Haynald e i Tedeschi erano di contrario paessi

testa,

rere;

si

restare a

opponevano

Roma

vano torto:

protesta ed

alla

opinavano

sino alla fine. Forse costoro

delle proteste se

n'erano

di

non ave-

fatte gi tante,

senza verun risultato, che non era pi dignit il farne:


oltrech i soggetti, sopra i quali si voleva far lagnanza,

erano forse giusti,


facili
all'

a provarsi.

abbastanza determinati n
infatti

ci.

non

si fece.

Quanto

tempo ha dimoTedeschi avevano ragione:

andarsene o al rimanere, forse

strato che anche in


i

ma non

La protesta

il

schietti son quasi


partiti pi risoluti e soprattutto pi

sempre

migliori.

10. Queste divisioni dettero anch' esse

bene

al

a sperar

Vaticano, e quindi, sia che da quelle ivi fossero


che l'andamento naturale e la logica

confortati, sia

irresistibile dell' indirizzo

preso lo portasse inevitabil-

299

CHIUSURA DELLA DISCUSSIONE.

mente, certo che con tali auspicii si produsse finalmente sul termine della discussione degli emendamenti
al

quarto capo e proprio nella stessa Congregazione


4, nella quale tutti avevano fatto la renun-

del giorno

zia di parlare, la forinola dell'infallibilit, quella che si

attendeva gi dal

mese

scorso, che erasi cercata dalla

maggioranza con tanto studio e

di cui

si

era tanto

parlato, senza che fosse mai apparsa in una forma


definitiva e concreta; quella che sembrava dovesse

essere veramente

somma

la

della volont

definitiva,

unanime

aveva convocato e condotto

il

l'ultimo portato,

della

la

maggioranza che

Concilio Vaticano. Que-

formola presentata a parte ed. in fine della discussione, prima della chiusura di essa, dovea intendersi

sta

che fosse una specie di emendazione di quella gi


contenuta nel quarto capo, un emendamento al nuovo

schema De

ecclesia, introdotto durante la discussione,

senza che questo fosse stato rinviato

alla

Commis-

con quella forma pi spedita e scevra


sione,
di cerimonie che era invalsa nel motus in fine ve*
cosi,

procedevano negli ultimi tempi le


trattazioni conciliari. La formola era cos concepita,
locior, col quale

cio

il

Papa,

doctoris

cum omnium

Christiane-rum pastoris et

munere fungens pr suprema sua apostolica

auctoritate doctrinam de fide vel moribus ab universa

Ecclesia tenendam definii per assistentiam divinam ipsis


in Beato Pelro

promissam ea infallibilitate pollere qua


Redemptor Ecclesiam suam institutam esse voluit. Que-

sto era l'ultimatum, che

dopo tante proteste, e come

conchiusione dell'ardua e tempestosa discussione, il


Vaticano proponeva ai vescovi stanchi e affaticati

300

IL CONCILIO VATICANO.

peso simultaneo di una tenace volont, del prestigio gerarchico e del torrido clima di Roma. Questa
formola era tanto precisa, tanto chiara, che sfidava tutti

sotto

il

commenti. Alcuni volevano persuadersi che era mi-

gliore, altri che era peggiore della precedente;

ben

verit
tinte,

che

la

difficile

un concetto

farsi

quando non sono


neve bianca,

dire se

difficile

in

mezze

si

detto

quando

percettibili:

ma

delle

poteva dir

si

meglio o peggio; dicendo che bianca, si detto tutto


quel che si aveva da dire. V'era bens in questa for-

mola, volendo aguzzare

lo

sguardo, qualche segno,

quale sembrava indicare che

cipalmente nella Chiesa, e che

ex derivalo, quando

il

l'infallibilit risiede prinil

definisce

Papa ne fruisce quasi


ex cathedra, ec. Ma

hanno queste sotticon


un
questa formola,
Papa che volesse
fino
a
le
tutte
sue
usarla logicamente
conseguenze, c'

nella pratica soprattutto che valore

gliezze? In

tanta potest da mettere

il

mondo

soqquadro, almeno

hanno un reale

tutto quello, pel quale quelle parole


significato,

l'ingegno e
a

ogni
la

volta che quegli che

la

tiene abbia

volont di farlo. Qual limite indicato

questa possibilit, onde

la

non avara

storia

fra quei Pontefici, a cui cotal privilegio

esempi

di

non

era ancora stato decretato da un Concilio Ecumenico?


11.

nitivo,

il

Sembra che, dopo portato

cos

il

colpo defi-

Vaticano slesso rimanesse per un

attonito ed incerto dell'effetto che

Certo che

si

fecero pratiche presso

posizione per mezzo

momento

avrebbe prodotto.
i

vescovi dell'op-

di altri dei loro colleghi a fine di

conoscere che cosa intenderebbero

di fare,

quando

il

Papa, non tenendo conto della loro resistenza e mal-

CHIUSURA DELLA DISCUSSIONE.

301

grado del loro non placet, promulgasse il dogma delStato fosse anl' infallibilit. Pare che il Segretario di
ch'egli particolarmente inquieto intorno all'accoglienza

che dopo questa dichiarazione sarebbe

Governi

bero a rappresentare nei loro


rit

fatta dai diversi

vescovi, nuovi vicarii papali, che andreb-

ai

Stati

non pi un' auto-

propria e per conseguenza nazionale

ma Y

autorit

di Roma e per conseguenza di un principe estraneo,


sopra e fuori di ogni interesse nazionale e locale, con
interessi e politica propria e con una disciplina che li

bio

si

disopra di qualunque altro dovere e sen-

al

costringe

timento di

sul serio

parl

tutti

tivamente, per
cettassero
Il

il

il

si

o rinunziassero

essere

la

fir-

loro vescovati.

prendesse questo partito, o a torto o

a ragione, die da pensare assai


si

primo dub-

presentare insieme con

vescovi che avessero votato negaquale o si sottomettessero ed ac-

dogma

timore che

di

al

dogma un documento per

definizione del

mato da

o di nazione. Quanto

citt

sentiva abbastanza

unanime

all'

opposizione che non

nei suoi divisamenti, n

abbastanza compatta da uscire felicemente da questa

prova. Posti da una pressione cos violenta nella nescegliere, i vescovi dell'opposizione per

cessit di

uscirne logicamente avrebbero dovuto impugnare non


solo l'infallibilit del Papa,

mala

validit del Concilio,

traendo argomento da questo fatto stesso per dimostrare

la

mancanza

di libert nelle loro decisioni: poi-

ch, se riconoscevano

veramente

la

veniva invece
delle cose.

il

Concilio

rinunzia di tutti

Per

la
il

come

valido, allora

vescovi opponenti diconseguenza logica della condizione

primo

partito

non era n quello

il

IL CONCILIO VATICANO.

302

tempo, n Roma

derlo; e perci per evitare le


i

uomini da prenconseguenze del secondo

luogo, n essi

il

gli

vescovi rimanevano in molte cose incerti e perplessi

per tema di

siffatta

minaccia, e

la

medesima non ebbe

poca influenza sulla condotta che scelsero per la Ses-

secondo dubbio, quello che


riguardava i Governi, sebbene i pi perspicaci non si
sentissero punto rassicurati, gli altri si consolavano fra

sione pubblica. Quanto

al

s, pensando che peccato di autorit trova

sempre

in-

dulgenza presso coloro che ne esercitano una, e che


perci con qualche Nota simile a quella diretta dal Segretario di Stato si sarebbe fatto ingoiare

anche

ai

Governi.

Il

partito cattolico

la pillola

propriamente detto,

per ci che toccava l'opinione pubblica,

si

confidava

in quella stessa tolleranza e libert del pensiero che ha

dappertutto trionfato nei tempi moderni, e che esso

combatte ardentemente, valendosene nel tempo stesso,

quando

se ne presenti

il

come

destro,

e meglio dei

li:

berali stessi.

capo terzo. Trenta o


irremissibilmente
quaranta non placet certi erano gi
vescovi
causa
dei
a
ungheresi e frantedeschi,
perduti
42.

Il

lunedi, 11, fu votato

il

cesi,

che erano definitivamente ritornati

cesi.

Nel giorno stesso s'intraprese

gli

emendamenti che erano

del capo quarto,

il

la

alle loro dio-

discussione de-

risultato della discussione

quali giungevano quasi a cento.

chiaro che, secondo ci che abbiamo narrato, non vi


fu pi discussione sugli emendamenti, dacch si era
rinunziato alla discussione del testo. Fuvvi non pertanto un'ultima riscossa per

quale, come ognun

ricorda,

la

parola anatema,

da principio non

si

la
ri-

CHIUSURA DELLA DISCUSSIONE.


scontrava nella forinola

guenza non

si

dal relatore;

proposta in
scovi

303

dell' infallibilit e

per conse-

riscontrava neppure nel testo riportato

ma

con una specie

di

sorpresa

veniva

un nuovo emendamento sostenuto da

infallibilisti in

ve-

questa Congregazione. Costoro, dive-

nuti affatto padroni del campo, riuscirono in quel giorno

a farla aggiungere

alla

formola che

doveva promul-

si

gare. Questa condanna

infatti si

del

nella Sessione pubblica, e vi

dogma promulgato

legge nella definizione

ha

preso il luogo della circonlocuzione pi rimessa che


chiudeva tutte le altre formole presentate all'Assemblea.
13. Tutto negli ultimi tempi e col progredire dei

Concilio prendeva

il

carattere di

una precipitazione
non pi re-

febbrile: formole succedevano a formole,

visione delle Commissioni,

discussione

ma

sostituivano e

si

emendamenti. Si aveva cos


sione-,

che

il

capo quarto

nel corso stesso di

si

votavano aggiunte ed

fretta di

venire a conclu-

del quale si era intrapresa

emendamenti che, come

la discussione degli

giungevano quasi a cento,

una

il

luned 11,

il

si

disse,

mercoled 13,

gi si sottoponeva alla votazione con quelle modifica-

zioni

che abbiamo accennate e che aveva ricevute

nella discussione del luned.

sempre memoranda nei

Questa giornata sar mai

della Chiesa per le conseguenze che avr sul suo avvenire. In quel giorno
si vot il
capo quarto dello schema De ecclesia sulla
infallibilit del Papa con
questo risultato: vescovi
iscritti,

cet,

fasti

seicento novantadue

votanti, seicentuno

pia

quattrocento cinquantuno; non placet, ottantotto

juxta

modum,

assenti,

sessantadue, fra

novantuno

fra

quali

il

quali tre

cardinali

Segretario di Stato

304

VATICANO.

IL CONCILIO

Dacch

quelli che

erano lontani dal Concilio per giuste

cause, superavano di poco


assenti

si

numero

il

di trenta

possono tenere, senza timore

di

gli altri

andare molto

la pi gran parte come altrettante


essendo
astensioni,
parecchi di loro in quel giorno
stesso presenti in Roma e non intervenuti a bello stu-

lontani dal vero, per

dio, ed altri partiti manifestamente

per non interve-

nirvi. L' assenza in quella votazione del Segretario di

Stato fa credere che

fino

momento

quel

non

egli

fosse ancora certo ne della riuscita finale, n degli ul-

timi propositi del Papa.


14. Questa stata la votazione, l'espressione dell'

opinione

Assemblea

dell'

sull' infallibilit

personale

malgrado di
quali abbiamo

del Papa. Malgrado di tutta la propaganda,


tutti gli

eccitamenti e

le pressioni, delle

sempre preso nota nel corso di questa cronaca, usate


in

favore

dell'infallibilit, fra

non

placet,

placet juxta

ossia gli assensi condizionali, che in materia


assoluta sono per loro natura negativi , e fra le asten-

modum,
sioni,

si

pu tenere che giudichi senza passione

equit chi stabilisca

cencinquanta e

numero

il

dei dissenzienti

dugento, includendo in esso

Padri che in quella Congregazione pi o


tamente, pi o

meno

con parole o con

fatti

meno

con

fra

lutti

esplici-

assolutamente, in tutto o in parte,


,

respinsero

la

formola

tale

era proposta sull'infallibilit personale del Papa.


si

ritorna ai calcoli che

abbiam

fatti nella

quale

Ora se

cronaca dei

primi mesi, e perci se si tien conto dei vescovi in


e quindi senza tipartibus, ossia senza cura d'anime
tolo reale, dei cardinali che

dei generali d'

sono in pari condizione,

Ordine che vi sono in parte e che ap-

305

CHIUSURA DELLA DISCUSSIONE.

par tenendo ad una milizia speciale son pure allevati in


una scuola ed in una disciplina affatto eccezionale; e si
pensi che questi

come

son tutte personalit diCorte di Roma, il nucleo

gli altri

pendenti particolarmente dalla


dei

dissenzienti

anche ridotto

alla

sua minor

di quella che
acquista un' importanza maggiore

mero

gli

Se poi

si

numero

di diocesi stanno a quelli

come cinque

di diocesani e vastit

Francia e

di

Germania

di

o sei a uno, e che l'opposizione


gli

numero come rappresentanza

un pensiero

forza cresce di valore


1*

ristabilisce,

ultimi,

rac-

o di

una

dovr finalmente ricono-

e si

di

si

lo stesso

coglie quasi esclusivamente fra

apprezzamento morale di questa votazione


con differenze assai meno sensibili di quel

che non apparisca


fra la

nu-

darebbe nelle proporzioni dell' Assemblea.


pon mente che i vescovati dell' Italia e delle

Provincie pontificie per

scere che

cifra
il

dalle cifre

maggioranza e

tutto ci, si

la

pon mente

enunciate, la relazione

minoranza. Se poi,
alla

oltre

influenza esercitata, e a

quella naturalmente prodotta dalla Maest presente del

Vaticano sopra

timo anche

alla

tutti

Padri

dell'

in ul-

debolezza umana, della quale conviene

in ogni cosa tener conto in

pure

Assemblea ed

presenza del dispen-

satore d' ogni bene e d" ogni male nell' ordine ecclesiastico; se si

pon mente a tuttoci, ne saranno

zate le considerazioni

sopra proposte, e

il

raffor-

concetto

maggioranza e la minoranza seintendimenti ordinarli ed umani ne rimarr

del rapporto fra la

condo

g'

sempre pi modificato

nell'

animo

gace e imparziale. Rimane ancora

ma

dell'

un

osservatore sa-

criterio indiretto,

pure da non potersi omettere nel giudicare


20

il

306

IL CONCILIO

VATICANO.

voto del 13 luglio, ed l'estimazione del valore morale e intellettuale delle popolazioni e dei vescovi che
in qualche
si

modo ne sono

avranno veramente

rimasti fuori

tutti gli

con questo

estremi per apprezzarlo

modo non

dal lato civile ed istorico; lo che in ogni


, n pu essere senza importanza per

l'avvenire

della Religione

della

onore e per

l'

grande maggioranza

delle popolazioni latine.

II.

Quarta
1

Il

risultato di questa votazione

n contrastata secondo
sapienza

Sessione.

le

n contrastabile

norme , nonch

romana, ma

dell'

antica

una ordinaria

semplicemente
prudenza, sembrava che avrebbe dovuto arrestare
qualsiasi Assemblea dal prendere alcuna decisione,

massimamente

in

materia di

tal

gravit. Infatti per

essa tornava a porsi anche pi formidabile e pi chiaro

uno

dei

lati

del

dilemma posto

gionando secondo quel che


dalla Chiesa e da
si

crei

Roma

si

dall'

opposizione. Ra-

tiene

universalmente

particolarmente, che cio non

mai per essa un dogma nuovo, ma che

nel farne

la

definizione se ne

attesti

la

sempre ed universalmente professata da

solo

credenza gi

tutta la Chiesa,

arguiva da essa che questa^ dichiarazione contrastata da un terzo circa dei rappresentanti legittimi del-

si

l'

opinione cattolica con tutte

nicoli sopra descritti,

volont del

mondo

le

condizioni e

non potrebbe con

gli

la

ammin-

pi forte

condursi ad atto, poich trovandosi

307

QUARTA SESSIONE.
l'universalit
stata

non solo

della

ma

nel presente pi

diato, sarebbe stato voler dimostrare a

sere e

il

non-essere.

s'

imme-

un tempo

l'es-

fronte di queste considerazioni

non possono ad ogni modo accusarsi


dire che

contra-

credenza cos altamente

nel passato,

presunzione, n
ingannassero volontariamente tutti coloro
di

che fino all'ultimo giorno credettero che l'opera intrapresa dalla Civilt Cattolica fallirebbe. Questa votazione

aveva generalmente giustificato


costoro avevano fatti intorno allo

gli

apprezzamenti che

stato dell'opinione della

Chiesa, e quindi lasciava pur credere loro, e non senza

non perci
certo sarebbe almeno sospesa. Ma ben

ragione, che

la

definizione, se

certezza del contrario.

mente commosso

Il

affatto

mancata,

tosto si

ebbe

la

Vaticano fu, vero, profonda-

a questa grave resistenza,

ma

nella

sua commozione n mosse collo, n pieg sua costa.


Per quel giorno i Legati si contentarono di annunziare
ai Padri che si

modum,
nella

sarebbero considerati

e se ne sarebbe fatta

placet juxta

una speciale relazione

prossima Congregazione.
La minoranza, che gi ne dubitava, venne

2.

consapevole che malgrado del voto dato da essa


voleva tirare innanzi e tenere al pi presto la Ses-

fatta
si

sione pubblica per procedere alla promulgazione definitiva del dogma. Si raccolse quindi in una riunione
internazionale
bilire di

il

gioved 14, e

il

venerd 15, per

ista-

comune accordo come dovesse condursi

in

questi gravissimi frangenti: ivi si deliber di nomi-

nare una Commissione che

si

presentasse in loro

nome

Papa per implorare una sospensione alla definizione


del dogma, facendo conoscere a Sua Santit il loro nu-

al

IL CONCILIO VATICANO.

308

mero

e la

decisione,

quando

la

dimanda non fosse

esaudita, di ripetere, abbench con gran rammarico,


il non placet che avevano
proferito nella Congregazione privata, anche in faccia al mondo e nella Sessione
pubblica. La Commissione fu composta del cardinale

Schwarzemberg, dell'arcivescovo

di Parigi, dell'arci-

vescovo di Lione, di quel di Milano e dell'arcivescovo


di Halifax. Costoro fecero al Papa le pi vive rimostranze sopra

pericoli della

Chiesa, e

le

pi calde

modificasse: e gli fepreghiere, affinch lo schema si


cero intendere , secondo che ne avevano istruzione, il

proposito fatto e che ancora non avevano abbandonato , di proferire il non placet fin nella Sessione publica,

quando

conoscere

vi fossero stati costretti. Gli fecero anche

come

a questo scopo essi

potevano con cer-

tezza contare sopra centoventi Padri circa che parteci-

pavano schiettamente
Il

e senza

ambagi

Papa diede risposte ambigue

si

alle loro opinioni.

mostr non bene

informato; disse che conferirebbe coi Legali, promise


di provvedere e ricev la petizione che la Commissione
consegn. Da questa accoglienza del Papa si pu comomento egli dubitava ancora del

gli

noscere che in quel

contegno che
e perci
il

le

non

opposizione nel fatto avrebbe tenuto,

volle per

quel giorno manifestarsi.

Ma

dubbio, se pure ve ne fu, non dur a lungo.


3. Ci avveniva il venerd, e nella Congregazione

che
1'

l'

si

tenne

il

giorno seguente,

il

sabato 16, di tutta

opposizione incontrata nell'ultima votazione, di tutte

rimostranze

conobbe

altro

fatte dalla

effetto

che

emendamento prodotto

Commissione
la

al

Papa, non

presentazione

di

un

si

altro

dagl' Infallibilisti pi estremi

309

QUARTA SESSIONE.
per

il

forraola gi nota e gi

la

quale

nedi era portata

alla

emendala

il

lu-

pi recisa espressione, escludendo

a bello studio e specificatamente che sia necessario per

infallibilit dei decreti papali

vi; e la sua

esclusiva.

il

consenso dei vesco-

approvazione, sebbene in una forma


di ci fu definitivamente

Dopo

meno

intimata la

Sessione pubblica, quarta del Concilio Vaticano, per

giorno di luned, 18 luglio. L'ultimo emendamento


fu di prima intenzione cos proposto, che cio i decreti
il

pontificii

ex cathedra fossero irreformabiles ex sese

absqae consensu Ecclesia?. Questa formola, come venne


proposta, non riusc a farsi accettare neh" Assemblea ,

malgrado
T

delle

infallibilit.

sue pi favorevoli disposizioni verso

E perch

questo emendamento, questa

al voto della maggioranza,


ex sese non autem ex consensu

aggiunta potesse aspirare

dov modificarsi

cos:

Ecclesa? irreformabiles esse.


sta

Per

nuova clausola che alludeva

l'

aggiunta di que-

all'esclusione dei ve-

scovi nei decreti universali della Chiesa, deve essere

avvenuto qualche cosa di simile a quel che avvenne


per la parola anatema introdotta nel testo nella Congregazione del lunedi il: cio che anche questa deve
essere stata senza veruna preparazione proposta e accettata

sione.

dall'Assemblea nel corso della stessa discus-

ci

deve arguirsi da questo, che, mentre la


Roma ed in ogni altro

formola data dal Giornale di

modo

ufficialmente,

come

quella che fu promulgata

nella Sessione pubblica, contiene infatti la frase


si

esclude espressamente

vescovi, qual

si

la

con cui

necessit del consenso dei

era votata nella Congregazione del sa-

bato; quella invece data solo poco prima

dall'

Unit Cat-

310

IL CONCILIO

tolica che riceveva le sue

da
si

Roma,

anch'essa

VATICANO.

comunicazioni direttamente

come

la

formola definitiva che

sarebbe promulgata, non conteneva nulla che allu-

desse all'esclusione esplicita dei vescovi.

T Unit Cattolica

aveva ricevuta da

l'

chiaro che

Roma

subito

votazione del mercoled 13, prima dell'ultima


dopo
aggiunta fatta al testo nell'adunanza del 16 da noi gi
la

non era

descritta. Ora, se fino al giorno della votazione

venuto in mente n

alla

Commissione n

Presi-

alla

denza di esprimere questo pensiero, e se avevano


anche lasciato pubblicare la formola che era il risultato

come formola

di quella votazione,

definitiva, tuttoci

prova che questa clausola non era neppure conseguenza


di una escussa elucubrazione della maggioranza, ma
semplicemente un'espressione parziale presentala sotto
forma di un emendamento dopo la votazione fina-

la

le, e

allorch la

battimento

minoranza

fatta

votare

si

in

era ritirata dal

com-

compendio neh' adu-

nanza del 16. Ma chi ne ha avuta l'idea? ad istigazione


di chi stata proposta? Il Giornale di Roma del 26
luglio pochi giorni

dopo respingeva

l'

data da

accusa

altri giornali, che le parole esclusive del consenso dei


vescovi fossero state apposte dal Papa, asserendo invece

che erano state inserite nella Congregazione del sabato;

ma

il

Giornale di

Roma non

diceva neppur esso

a richiesta o ad istigazione di chi era stata proposta in

queir ultima Congregazione

Commissione

fino

allora

la

postilla

che

la stessa

non aveva messa innanzi;

Ideoque ejusmodi Romani Pontificis defnitiones esse ex

sese irreformabiles. Unit Cattolica, marted 49 luglio.

311

QUARTA SESSIONE.

non diceva qual'era


conosciuto,
il

perci

pra

stata

la

mano

autorevole

il

Giornale Ufficiale non isparse verun lume so-

questione che resta tuttavia esposta

tal

che

voto del giorno 13, dopo emanato e gi


per modificarlo cos profondamente, e

aveva ripreso

al

libero

giudizio dei commentatori. Questa la risposta che si

ebbero

le

rimostranze della Commissione dai vescovi

dopo l'ultima votazione. Per aggiunta


fu pure anticipata di 24 ore la Sessione pubblica che
era stata da prima fissata, come abbiam visto, per il
inviata al Papa

marted e che, dopo

la visita della

Commissione,

nella

Congregazione stessa del sabato, nella quale si vot il


nuovo emendamento, venne invece stabilita pel luned 18. Sia che

il

Papa

si

fosse accertato che

la

mi-

noranza non protrarrebbe la sua resistenza fino alla


Sessione pubblica ; sia che essendo tratto il dado, se

ne volesse pure cogliere


nel

tempo

il

maggior frutto possibile, e


nuove difficolt, correre

stesso, a scanso di

pi rapidamente che si potesse al conseguimento dello


scopo divenuto ormai per la maggioranza necessario e
fatale; sia quel che si voglia delle ragioni

minarono

mento

la

che deter-

condotta dei principali attori in quel

certo che fra

il

venerd e

il

sabato

si

mo-

mani-

cambiamento nei loro modi, e si


abbandon perfino ogni forma esteriore d' esitazione e

fest

uu

notabile

di temperanza. Si narrato che, nella votazione dell'

ultimo emendamento aggiunto, in alcuno dei ve-

scovi pi scevri di passione

si

vedevano

palesi segni

profonda commozione, probabilmente provocati dal


considerare con che sicurezza e rapidit si compiva

di

si

portava

alle

sue ultime conseguenze un atto che

312

IL CONCILIO vatica.no.

stendeva un velo, dietro il quale niuno poteva indovinare quel che sarebbe per avvenire nella Chiesa.
4. Alla fine di questa stessa
si lesse

blea

una protesta che

Ufficiale di

non

Roma,

fu poscia

nella quale

nel

Giornale

stile assai

vibralo e

inserita

con

una

gli atti della

la

Romana, si oppone
una generale smentita a
prolesta senza veruna distinzione chiama

calunnie putridissime e

non

ultimi tempi

Cancelleria

diffidazione generale

quel che

sa-

a tutta l'Assem-

esente da quella violenza che negli

assunsero

le

Congregazione del

per parte dei Presidenti

bato

solo degli eterodossi,

le

turpissime menzogne, ec,


dei sedicenti cattolici, e

ma

perfino dei sacri ministri, ec, contro Y andamento,

la

direzione eia libert del Concilio, e nomina partico-

due opuscoli Ce qui se passe au Concile ,


di cui abbiamo pi sopra tenuto discorso, ed un altro
che si era pubblicato in quei giorni ed aveva per tilarmente

tolo

La

dernire heure du Concile, e nel quale

conizzava un futuro Concilio che

si

si

pre-

dovrebbe tenere

nelle condizioni di libert e di giustizia che

si

richiedono

per provvedere seriamente ai mali della Chiesa. Una


protesta cos solenne firmata dai Presidenti e dal Segretario del Concilio contro opuscoli
coli di giornali, ossia

stampa,
fa

delle quali

verun conto,

un semplice

dette

fine

che

si

che

si

arti-

privato per Io pi non

a vedere

fossero riusciti sensibili a


il

anonimi e

contro quelle produzioni della

Roma,

come

questi assalti

e invece di ottenere

proponeva, sembrarono invece dimostrare

sentisse

il

circa la sostanza e

bisogno di difendersi. Checch ne


1'

opportunit della protesta,

venne giudicata poco favorevolmente. Ed

la

sia

forma

infatti

chi

313

QUARTA SESSIONE.

vuoi provare troppo riesce a non provare niente. Si pu


definite , ma il
protestare contro una o pi menzogne
protestare contro le

gratuito e senza effetto sopra

una volta sorte non


tica; ora

si

non potendosi

genere un atto

in

menzogne
le

convinzioni,

le

quali

scuotono che con una savia

cri-

adoperare che sopra

la critica

determinati, ne avviene che per essa cotale specie


di eloquenza generica non ha verun uso e perci non
esercita sopra le convinzioni e le opinioni della sto-

fatti

ria

veruna sensibile azione. Di quella protesta firmata


Presidenza furono dispensate ad ogni Padre del

dalla

due esemplari, invitandoli

Concilio

conservarne uno

e firmare V altro rilasciandolo negli Archivii del Concia perpetua memoria del fatto. Quest' atto ebbe le
firme solite che costituivano la maggioranza, la quale

lio

aveva

tutto disposto e tutto fatto,

sar pur essa consegnata

ai

del Concilio, poich ogni atto

riprende

il

si

chiudesse

annunziarono
rogato,

ma

tale protesta,

ai

il

il

suo vero giu-

vaglio delle generazioni.

Prima

Congregazione del sabato, i Legati


il Concilio non sarebbe pro-

la

Padri che

che solamente

loro le vacanze per

autunno erano

che

ed ogni avvenimento non

suo giusto valore e non trova

dizio che a traverso

che

anche

posteri insieme con la storia

di

Sommo Pontefice concedeva

il

mesi

nuovo

estivi

e che al principio di

invitati a riunirsi in Vaticano

per continuare Y opera loro, la quale del resto aveva


perduto assai della sua importanza e utilit dopo V ultima dichiarazione.
5.

Ogni cosa

nelle ore che

bato fino

alla

si

tent

rimanevano

da parte della minoranza

dalla

Congregazione del sa-

Sessione ordinata per

il

lunedi: preghiere,

314

IL CONCILIO VATICANO.

suppliche in iscritto

non ottener

di

che

si

almeno

cosi la proposizione

pio;

e per ogni via.

nulla, alcuni dei Padri

togliesse

ma

a voce

la

si

Vedendo

contentavano

parola anatema, ritornando

com' era

slata

proposta

in princi-

tutto fu inutile. Nella giornata della

domenica

i vescovi
dell'opposizione, vedendo che tutto era perduto, tornarono a discutere, se si dovesse per essi

Sessione pubblica e ripetere pubblica-

assistere alla

mente

non placet, come

il

avevano voluto, o se

si

Tedeschi

fin dal

principio

dovesse meglio seguire Y opi-

nione gi altre volte espressa dai Francesi, protestare

come pi benigna e ansecondo


prevalse,
quel che nella stessa

e partire. 1/ ultima opinione,

che pi

facile

protesta loro detto, per piet filiale. Ma prima di


metterla in pratica sembra che nella giornata mede-

sima

domenica uno

della

l'arcivescovo di Vienna,
dal

Papa a rivolgergli in

dei
si

capi

dell'opposizione,

recasse anche

nome

una

volta

dei suoi colleghi le ul-

time preghiere, e nel tempo stesso a dargli parte, in


caso di rifiuto, della condotta che avevano deliberato
di tenere, cio di

non

Sembra che questa

volta senza dissimulazione n circon-

assistere alla Sessione pubblica.

messaggio fosse ricevuto con un diniego assoluto per ci che riguardava le preghiere rivoltegli,
e nel tutto insieme con tuono poco benevolo, perloch

locuzione

al
i

il

ritorno di questo ultimo messaggero di conciliazione

vescovi

protesta

opposizione firmarono prontamente la


e la maggior parte di essi con la pi grande
dell'

rapidit che poterono lasciarono


i

vincitori

di fatto

si

Roma

per timore che

spingessero verso di loro a qualche via

ovvero che una volta promulgato

il

dogma

315

QUARTA SESSIONE.
si
l'

potessero trovare nella dura alternativa, alla quale

anatema aggiunto

dichiarazione dava facile pre-

alla

testo, cio di doversi sottomettere o

loro sedi, e forse chi sa? anche


sa.

Questo timore fu, oltre

il

abbandonare

grembo

la piet filiale,

pi valido, pel quale prevalse

l'

e per di pi bandito

aderivano

l'

essi

argomento

Una

opinione francese.

volta dichiarato nella Sessione pubblica

grado del non placet che

l'

il

le

della Chie-

dogma, mal-

avrebbero potuto dire,

anatema contro coloro che non


contenute nello schema, che

alle dottrine

avrebbero eglino fatto, quando, com'era inevitabile,


si

fosse offerta loro la scelta fra

il

sottomettersi e

il

di-

mettersi dalle loro sedi? Essi non vollero farsi cogliere


in questo frangente a

Roma

preferirono di aspettar fra

Fu

diocesi.

stesso

sotto gli occhi del Papa, e


i

loro fedeli nelle proprie

quindi sottoscritta da loro in quel

domenica

della

protesta in

la

numero

vescovi residenti e delle sedi pi

tutti

di

63,

illustri e

pi

cospicue della Cristianit: e in quella sera


parte di loro aveva abbandonato Roma ed

Ormai

T orizzonte
piersi

1'

tutto era

consumato e

un

violento uragano

durante

la

pioggia

incessante

si

come

aveva

come

la
s'

si

limiti as-

dovevano com-

sole del 18

luglio si

quello del 6 dicembre,

scaten sopra

tere freddo e severo che

dove

Il

la citt

Sessione quarta del Concilio,

L' aula del Concilio

pi gran

gi appariva sul-

alba del giorno, nel quale

destini del Vaticano.

lev offuscato dalle nubi


e

la

dominazione terrena.

sai circoscritti della sua


6.

giorno

eterna

come una

accompagnato la prima.
citt avevano quel caratimprime naturalmente l

compiono grandi avvenimenti sotto

l'

influenza

IL CONCILIO VATICANO.

316

Niun rappresentante

de' gravi pensieri.

delle potenze

cristiane assisteva alla Sessione, tranne quelli del Brasile, dell'Olanda, del Portogallo, del principato di

Mo-

altro piccolo Slato fra quelli che

naco, e di qualche

sfuggono ad ogni apprezzamento politico. Mancavano


anche alla Sessione i vescovi delle sedi pi eminenti

come

del Cattolicesimo,

rino, Milano e
l'

opposizione.

essendo

il

tutti
I

gli

Parigi, Vienna, Monaco, Toaltri

che facevano parte del-

vescovi presenti

nell'

aula erano 535

Concilio composto di 692 iscritti,

come ve-

demmo

qui sopra, gli assenti sommavano 157, dei


tranne
38 che erano tali per titoli giustificati e
quali,
di cui per

conseguenza non pu riconoscersi Y opinio-

ne,
potevano tenersi come contrarii al dogma
costantemente e sino alla fine; e corrispondono infatti
gli altri

numero che

al

quando
che

la

Commissione aveva dato

nel venerd implorava a

si facesse

una tregua

non placet,

il

il

alla

al

Papa,

opposizione
Dei cinque-

Sessione cinquecento-

voto favorevole:

vescovo

dell'

alla definizione.

centotrentacinque presenti
trentalr dettero

nome

di Caiazzo e

il

soli

due dissero

vescovo

di Little

Rok
gli

nell'Arkansas, un Napoletano ed un Americano:


estremi si toccano. Nell'eccitamento degli spiriti

che negli ultimi sei mesi si fece in quella classe di


persone, la quale prese viva parte a questa lotta,
tutto comprensibile. Si son fatti commenti anche sopra questi due
l'

si

soli

non placet

distaccati dal resto del-

opposizione, e che erano rimasti indietro quasi

come

fossero dimenticati ad arte dalla maggioranza

fare testimonianza della

libert del

dubbio nacque da che

vescovo

il

per

Concilio. Questo

di Caiazzo era no-

QUARTA SESSIONE.

317

vellaraenle nominato dal


Papa alla sua sede, e l'Ameri-

cano, credendo da prima di essere solo, aveva chiesto

non esser chiamato; ma tosto gli fu detto che ce


stato un altro, il quale avrebbe pubblicamente sostenuto il suo parere contrario, ed allora

di

ne sarebbe

volle essere interrogato e dtte l'ultimo

ultimo suono che

tima protesta

nell'

il

aula rispose quasi

alla definizione del

non placet,

come un

ul-

dogma. Tutto pu

supporsi e dirsi in tali momenti di crisi, e in una


storia come quella che abbiamo narrata; ma perch
cercare concerti astrusi e complicati, invece di ren-

dere semplicemente giustizia a quei due unici rappresentanti della loro opinione che prescelsero la forma
pi autentica per manifestarla e che dettero prova indubitata di coraggio morale nell' aula conciliare ? Ap-

pena proferita

dal

si

alla

stringevano

simile gente,
a

si

il

dicendo che

abbandonarono

plauso,

la

formola,

pochi devoti che

porta dell'aula, frati,

segno di dimenticare

no. Cessato

la

Papa

alla

monache e

pi espansiva gioia

luogo, nel quale si trovavaPapa tenne un breve discorso,

il

il

sua era una gran dignit, e che

fatta

pi forte dalla presente dichiarazione, si sarebbe riverberata anche sopra

vescovi,

quali pure se

ne

sarebbero avvantaggiati. In conseguenza di questo ra-

gionamento conchiuse, dicendo, di confidare che tutti


gli assenti avrebbero consentito. Quel plauso e due o
tre case nella citt parate a festa

che accolsero
gli ediiizii

la

furono

le

definizione dell' infallibilit.

governativi

le

privata erano illuminate;

ovazioni

La sera

case religiose e qualche casa


il

resto della citt rimase

nella pi profonda oscurit e nel pi perfetto silenzio.

318
Il

IL CONCILIO VATICANO.

aveva dal canto suo cercato

cielo

di

compensare

questa calma terrena, ed aveva fatto scoppiare un uragano sopra Roma durante la cerimonia, durante il quale

caddero fulmini nel


le

undici e

mezzo

momento
il

stesso della funzione fra

mezzod, nel massimo imperver-

sare della tempesta, in due o tre luoghi della

ramente

in quel

giorno

il

cielo e la citt di

citt.

Ve-

Roma sem-

bravano portare V impronta esteriore degli avvenimenti


che succedevano nel seno di quella, e che concernevano
cosi direttamente ai vincoli,
li

tengono

quali da cos lungo

tempo

uniti.

7. Il risultato del voto d luogo a considerazioni


che non sono senza importanza per la storia degli

uomini come per quella


votazione

del

dell'infallibilit,

Concilio.

quella

Nella

prima

del mercoled 13,

il dogma si ebbe
quattrocentocinquantun voto, nella
Sessione pubblica ne ebbe cinquecentotrentatr, ossia

ottantadue pi che nella prima. Questi certamente


mestieri prenderli sopra

santadue juxta

mercoled

novantuno assenti e

modum, ma come

nella

ses-

votazione del

votanti erano seicenluno, e nella Sessione

pubblica solo cinquecentotrentacinque,gli assenti


solo

fa

non diminuirono

di

numero, ma crebbero

non

del dop-

pio circa: egli quindi piuttosto frai sessantadue voti


condizionali che convien cercare principalmente, e per

quanto

la cifra lo

concede, coloro che hanno assentito

alla definizione dal mercoled in poi.

Che cosa era av-

venuto d' allora in qua per cambiare il loro pensiero?


La formola era rimasta intatta nella sostanza, quale in
quel giorno era slata votata, tranne l'emendamento
che

la

esagera senza alterarla

essenzialmente, e

la

319

QUARTA SESSIONE.

massima parte

xtamodum,

alla

non

avversa, almeno per 1' opdichiarazione del dogma. Quale era per

assai fredda, se

portunit,

avevano votato ju-

dei sessantadue che

era conosciuta personalmente per essere


affatto

di

essi la ragione plausibile

cambiare giudizio sullo

stesso soggetto a cos poca distanza di

tempo;

quando

fosse, quale sarebbe il valore calcolabile


storicamente di una testimonianza duplice e contraria

non ve ne

soggetto stesso? Fra co-

nello stesso

tempo e sopra

loro che

astennero dalla Congregazione del 13,

si

annoveravano l'Antonelli,

il

il

Berardi,

il

si

Grassellini,

questa non assisterono neppure il


De Merode, bellicoso ministro di Castelfidardo, il conte
Ludovico De Besi vescovo di Canopo, gi vicario
l'Hohenlohe.

apostolico in Cina, ne

Padre Luigi da Trento, gi

il

momento

predicatore apostolico, ed in questo


del Capitolo di

San Pietro.

vicario

avendo notato

la
Papa ,
sua assenza nella Sessione pubblica, come persona che
Il

godeva fama di scienza e di opinioni non favorevoli


al dogma, ne fece a lui stesso rimostranza. Il Guidi

aveva gi rinunziato
essere passato

al

suo breve trionfo, e dopo

nell'adunanza del mercoled, 13, per

juxta modum, col quale aveva votato in quel giorno,


vedendo che era vano il resistere , era ritornato nel

l'

grembo con un placet puro


quando

tore, perch desse


fiso,

il

suo voto,

che sentendolo

buon uomo;

Due

e semplice.

nella Sessione pubblica fu

altri

frasi del resto

il

proferire

Dicono che

chiamato dal bandi-

Papa
il

credettero udire

lo

guardasse

placet dicesse:

p ver uomo.

che nella lingua' volgare

sono facilmente scambiare. Alcuni vescovi

si

della

pos-

mi-

320

IL CONCILIO

VATICANO.

noranza e particolarmente francesi avevano negli ultimi


momenti cambiato parere, come, se non erro, quelli di

Reims, Avignone ed anche Salisburgo. L'arcivescovo


voto del quale si dava gran peso, perch
cardinale e insieme uomo di molta piet, fu fra quedi

Pisa,

sti.

al

Egli era stato fin qui tenuto fra quelli che


all'

ponevano

Come

sent.
si

calarono

il

infallibilit

questi

si

op-

personale; anch' egli ora con-

tutti gli altri cardinali dissenzienti

cappello rosso sugli occhi e non fecero pi

motto, e cos fu ottenuto il numero che vot favorevolmente nella Sessione pubblica e si spiega la differenza fra questo e quello dei voti favorevoli nella

Congregazione del mercoled. Rimasero per dei tutto


estranei a tal fatto forse meno che un cencinquanta

ma

pastori del gregge cattolico;

vano
le

vero pure che

sta-

fra questi le pi eminenti, le pi importanti e


illustri sedi della

pi

Cristianit.

Abbiamo

gi no-

talo l'arcivescovo di Parigi,

quel di Vienna, quelli di


Monaco, di Torino e di Milano. Stava ad accrescere il

numero

di

d'Orlans,

costoro

il

primate delle Gallie,

vescovo

il

l'arcivescovo di

primate d'Ungheria,
Praga, l'arcivescovo di San Luigi, quel di Colocsza,
Bosnia e Siri vescovi di Magonza, di Tre veri, di

mio,

il

di Nizza, di Marsiglia,

e cos via discorrendo,

ossia, oltre le pi cospicue sedi, gli


stri, lo

gliori

che vale a dire, per

speranze

.8.

uomini pi

tempi che corrono,

le

illu-

mi-

della Chiesa.

La protesta firmata prima di

lasciare

Roma

nel giorno stesso dai sessantatr vescovi opponenti


scritta nel pi sobrio e pi rispettoso stile, e fa in ci sin-

golare contrasto con quella dei Legati. Per

la

memoria

QUARTA SESSIONE.

321

del fatto e per Y

importanza del documento noi


esteso
:
per
portiamo

lo ri-

Beatissime Pater,

In Congregatione generali die XIII hujus mensis


habita dedimus saffragia nostra super schemata pri-

ma; constitutionis dogmatica; de Ecclesia Christi.

Notum

est Sanctitati vestrce octoginta

fuisse qui conscientia urgente et

amore

odo Patres

sanctce Ecclesia}

per moti suffragium suum per verba nonplacet emiserunt: sexaginta duo alios qui suffragati sunt per verba
juxta

modum,

denique septuaginta circiter qui a Con-

gregatione abfuerunt atque a suffragio emttendo abstinuerunt. His accedunt et olii qui infirmitatibus aut
aliis gravioribus rationibus ducti ad suas diceceses
reversi sunt.

Hac

ralione Sanctitati vestrce et

toti

mundo

suf-

fragia nostra nota atque manifestata fuere, patuitque


quam multis episcopis sententia nostra probetur, atque

hoc modo munus officiumque quod nobis incumbit persolvimus.

Ab

eo inde tempore nihil prorsus evenil quod

sententiam nostram mutar et , quin imo multa eaque


gravissima acciderunt quce nos in proposito confirmaverunt.

Atque ideo nostra jam edita suffragia nos renovare ac confirmare declaramus. Confirmantes itaque
per hanc scripturam suffragia nostra a Sessione pubblica die decimoctava hujus

mensis habenda ut abesse

liceat costituimus.

Pietas enim filialis ac reverentia quce missos novi

322

IL CONCILIO VATICANO.

stros super rime

ad pedes Sanctitatis

non sinnnt nos in causa

vestrce advexit,

Sanctitatis vestrce

personam

adeo proxime concernente palam et in facie patris


cere

non

di-

placet.

Et aliunde suffragia in solemni Sessione edenda


repeterent dumtaxat suffragia in generali Congrega-

tone deprompta. Redimus

itaque sine

mora ad greges

nostros, quibus post tam longam absentiam ob

mores atque pressantissimas eorum


gentias

belli ti-

spirituales indi-

necessarii sumus, dolentes quod ob

summopere

versamur rerum adjunclam, etiam


conscientiarum pacem et tranquillitatem turbatam Intrstitiam in quibus

ter fideles nostros reperturi

sumus.

lnterea Ecclesiam Dei et Sanctitalem vestram cui

intemer atam fidem et obedientiam profilemur Domini


nostri Jesu Christi gratice et pr Cesidio toto corde com-

mendantes sumus Sanctitatis

vestrce

Devotissimi et Obedientissimi

Seguono
giorno dopo che

Il

gran numero

la

le

firme.

il

Roma

Giornale di

conto della Sessione pubblica annunziava che


era passato
i

all'

unanimit,

meno due non

vescovi assenti avevano inviato in

senso in scritto. Questo

da

tutti

Ora

membri

per quanto

della

sia

si

esatta

di

il

cos

dando

dogma

placet, e che

folla

il

loro as-

andava egualmente ripetendo

maggioranza rimasti

diffcile

ai

profani

misteri delle ritrattazioni segrete, e


un' idea

un

protesta era firmata da

di vescovi

il

il

in

Roma.

conoscere
farsi

anche

quel lavorio delle coscienze in-

323

QUARTA SESSIONE.

ferme che

si

compie

negli arcani recessi "delle congre-

gazioni e degli ufficii di

Roma

nale di
l'

Roma,

e che perci

il

Gior-

abbia avuto bel giuoco nelT annunziare

universale assenso, tuttavia colali parole non bastano

a cancellare

d'

un

tratto di

penna

le proteste

senze volontarie e, insomma, tutta

E in

ultimi mesi.

dilemma

ogni

modo rimane

as-

le

inevitabile

l'

ultimo

o tutti costoro che hanno cos pubblicamente

e formalmente protestato

non hanno

ritrattato le loro

proteste, ed allora impossibile con


lont del

storia di questi

la

mondo convenire

ch qualunque

si

la

miglior vo-

nell'assenso universale, per-

accetti dei

numeri

indicati, anche

semplicemente quello dei firmatarii dell'ultima protesta, sempre tale che non pu eliminarsi come una
quantit inapprezzabile nell'universalit della Chiesa;

o quando fosse vero che costoro appena o contempo-

raneamente che avevano protestato

si

fossero

ritrat-

quel caso come testimonianza gli assensi nocerebbero pi alla causa, cui dovrebbero propugnare,
tati, in

che

la

9.

pi ardita opposizione.

la

di assistere alla

mente

il

si conobbe come per


proposta recisa e chiara dei Tedeschi,
Sessione pubblica e di ripetervi alta-

questo primo saggio

T opposizione

non

dente, era

placet, detto nella Congregazione prece-

assai pi semplice

L' asserzione del Giornale di

e pi sicuro partito.

Roma

dava

la

misura

di

quel che produrrebbe di equivoci e di falsi giudizii


Tessersi appigliati a pi mite consiglio. Se quegli che
lo

fece prevalere fu di

marico per
cia

buona fede, ne avr ram-

suo partito ; altrimenti ne porter in


a questo tutta la responsabilit. Un' altra fase s'
il

fac-

ini-

324

IL CONCILIO VATICANO.

zava con questo articolo, ed era quella delle approvazioni. Ora che il fatto compiuto , chiaro che tutta

T intensione adoperata a produrlo si adoperer


accettare, e non v'ha dubbio che si otterr

La

costituzione della Chiesa nel secolo

a farlo
il

fine.

XIX rende im-

una macchina con un solo

possibile ogni resistenza:

motore, che tutto quel che non assorbisce dentro di

Avendo

s, lo rigetta fuori.

tutte le ruote secondarie

perduto ogni azione determinante, e non avendosi


a gettar fuori pi che

pugnanza
non vi

tro,

pi nessun

resistenza legale ed

non

si

ri-

accoglie den-

argomento possibile di

ordinata a

qualsiasi impulso

dall'alto, e coloro

che vi

si

le

provarono,

venga impresso
ne sono sempre rimasti schiacciati. Le approvazioni
quindi dovevano venire e sono venute alla fine tutte
o almeno quasi tutte;

ma

quale che siasi

lore teologico o canonico, avanti


dei

il

il

loro va-

giudizio semplice

non potr non rimaarduo a comprendere come, trat-

contemporanei e dei posteri

nere sempre assai

tandosi di una questione di fatto, cio se la credenza


dell' infallibilit

T universalit

era ab initio e sia presentemente nel-

Chiesa , si possa ritrattare l' opinione emessa e dire nel tempo stesso s e no. Si
comprende come per devozione possa cambiarsi volont,

ma

della

veder bianco invece di veder nero non

in facolt dell'

uomo,

e passa

segni di ogni conces-

sione razionale. Per isfuggire a questa contradizione

conviene togliere valore al giudizio proferito da prima,


ma con ci si toglie anche alla loro testimonianza, alla
seconda almeno quanto alla prima e con quella degli
oppositori indirettamente a quella della maggioranza.

325

QUARTA SESSIONE.
Se non

ma

si tratta di

di suscitare

quante mai

altre difficili questioni

mulano

nella

respinta

fin

mente

fatto

sorgono e

osservatore

dell'

di essere, allora

Ma

il

lato

teologico e

canonico;

solo

ab-

queste considerazioni, perch son quelle

che influiranno necessariamente sopra


l'

accu-

si

noi abbiamo

da principio questa parte interna della

questione per

biamo

prestare una testimonianza di fatto,

ex novo una maniera

opinione pubblica, non

il

giudizio deldai giornali

di quella citata

o sfruttata quotidianamente dalla politica,


sostrato della coscienza

umana,

ma

di quel

nella quale ogni

im-

con trovare, malgrado e contro


suo giusto peso, il suo giusto carattere,

pressione finisce
tutto,

il

di
la

sua figura e il suo valore: ed perci necessario conoscerle da prima per calcolarne gli effetti sopra le
condizioni religiose e politiche dei Cattolicesimo.
40. Ognuno pu procurarsi lo schema De ecclesia
ora che divenuto non solo di pubblico diritto, ma

comune; quindi sarebbe troppo lungo ed inuT


tile
aggiungerlo qui per intero. I lettori che volessero andarne in cerca, lo riscontreranno tutto nel-

legge

l'Appendice.

Ma qui

immediatamente

occorre

ci

sotto

gli

canoni che ne contengono tutta


time decisioni. Le poche parole
di

getto

tutto

dramma

questo

finora e con le quali

si

riportare

occhi dei
la

cattolica

Vedi f Appendice.

il

che
che

furono
ci

ha

porre

lettori

sostanza e

le ulil

sog-

occupati

compie Y opera seguita con

mirabile costanza per tanti secoli, e


costituzione

nostri

pi assoluto

si

suggella nella

impero che

si

326

IL CONCILIO

conosca sulla terra


in

sono contenute in tre canoni ed

un paragrafo che

e sono

VATICANO.

tien

luogo di un quarto canone,

seguenti:

Canone

I.

Si quis dixerit
esse a Christo

Beatum Petrum Apostohim non


Domino constitutum Apostolorum om-

nium Principem et totius Ecclesia militaniis visibile


caput, vel eumdem honoris tantum, non autem verce
propriceque jurisdictionis

Primatum ab eodem Do-

mino nostro Jesu Christo


pisse, anathema

directe et immediate acce-

sit.

Canone
Si quis dixerit

IL

non esse ex ipsius Christi Domini

institutione seu jure divino ut Beatus Petrus in Pri-

matu super universam Ecclesiam habeat perpetuo s successores, aut Bomanum Pontificem non esse Beati Petri
in eodem Primatu successorem, anathema sit.

Canone
Si quis dixerit

tummodo

III.

Bomanum

Pontificem habere tannon au,

officium ispectionis vel directionis

tem plenam et supremam potestatem jurisdictionis in


universam Ecclesiam, non solum in rebus quo? ad fidem
et

moreSy sed etiam in

Ecclesia? per tolum

iis

quce

orbem

ad disciplinam

et

regimen

diffuso? pertinent aut

eum

habere tantum potiores partes, non vero totam plenitudinem hujus supremo? potestatis : aut hanc ejus potestatem non esse or dinar iam et immediatam, sive in

327

QUARTA SESSIONE.

omnes

et singulas Ecclesias, sire in

pastores et fideles, anathema

Paragrafo che tiene

il

omnes

et singulos

sit.

luogo del Canone

IV.

Itaque nos traditioni a fidei Christian exordio


perceptce fideliter infierendo ad Dei Salmtoris nostri

gloriam, religionis catholicod exaltationem et christianoram populornm salutem, sacro approdante Concilio

docemus

et divinitus

Romanum

Pontificem

revelatnm dogma esse definimus


cum ex cathedra loquitur, id est

cum omnium christianorum

Pastoris et Doctoris

mu-

nere fungens pr suprema sua apostolica auctoritate


doctrinam de fide vel moribus ab universa Ecclesia te-

nendam

definii

per assistentiam divinam ipsi in Beato

Petro promissam ea

infallibilitate pollere, qua divinus


Redemptor Ecclesiam suam in definienda doctrina de
fide vel moribus instructam esse voluit ideoque ejus-

modi Romani Pontificis definitiones ex

sese,

nonautem

ex consensu Ecclesia? irr eformabile s esse.


Si quis autem huic nostro? definitioni contradicere,
quod Deus avertat, presumpserit, anathema
11.

Ecco Tatto, pel quale durante

sit.

sette

mesi

si

combattuto con sorte appena varia e con successo conforme a quello che hanno in tutti i costumi e in tutti i
tempi

cotali

combattimenti, cio col trionfo dell'autorit,

ogni qualvolta essa bene organata ed ha costanza di


proposito e mezzi per recarlo ad effetto: ecco l'atto
formale e solenne, onde la Chiesa, secondo che abbiamo

pi volte notato,

si

costituisce definitivamente in

una

328

IL CONCILIO

VATICANO.

monarchia assoluta, nel

significato intelligibile per tutti


che ha quel concetto, cio in una forma di reggimento,

per

la

uomo

quale un

dinati sottomessi

solo per

mezzo

dei suoi

verun sindacato dispone

della coscienza di pi di cento

milioni di persone, suoi diocesani e sudditi;


coscienza, sotto pena di

che

la

diriga e la

un immenso

subor-

pi stretta obbedienza e senza

alla

rompere ogni legame


conforti, non deve essere

la

qual

religioso
altro che

riflesso del pensiero e della volont di lui.

Cos organizzata,

la

Religione Cattolica

Romana

certo

pi facile ad essere retta e pi idonea ad operare e a


gettarsi con tutto il peso che ha nelle lotte politiche e
sociali; essa si presta

anche per questa via a divenire

uno strumento ed in condizioni assai


pi vantaggiose per operare come un partito; ma che
pi facilmente

ci

guadagna essa con questo per conseguire quell'uni-

versalit che

il genio
proprio del Cristianesimo, e
che sta particolarmente scritto nella significazione del

suo proprio nome?


dato

ai lettori,

Come abbiamo

nostri giudizii schivano

quanto possibile in

tal

teologici, pei quali ci

incompetenti;
civili

ma

questione,

gli

sempre, per

apprezzamenti

riconosciamo volentieri

sol

che per necessit

stione, e

gi pi volte ricor-

curano
si

risultati pratici

le

attinenze

affatto

sociali

collegano con

s grande queche possono derivare per

la societ dall' influenza dei Concilio

Vaticano. Secondo

queste considerazioni tutte pratiche ed

umane, pu

argomentarsi con ragionevolezza da quel che avvenuto per lo passato, che per una organizzazione cosi
fatta ci che v' ha d' intelligente , di razionale , di liberale nel Cattolicesimo,

trovandosi sempre pi co-

329

QUARTA SESSIONE.
stretto in questa cerchia

tenda sempre pi ad uscirne

e se ne trover di fatto e senza grande sforzo fuori,


in

un

circolo pi largo, pi razionale, pi capace a con-

tenerlo

nel quale lo slancio irresistibile della vita


tutto lo spazio che gli necessario a

moderna abbia

la sua orbita: e non sar poco se coloro fra


che
vorranno pure conservare una religione,
questi

compire

non sentendosi
Vaticano

si

a tener dietro

validi

alle

novelle del

contenteranno ancora dell'antica novella,

della buona novella per eccellenza; se troveranno ancora alcuna guida, alcun conforto nel Vangelo. Quel
che nel Cattolicesimo si racchiude di pi disciplinato

e di pi devoto, correr, vero, col Papa innanzi a

esperimenlare
dei tempi.

la

sua forza contro

Ma quando

la preponderanza
dove andr ad arrestarsi que-

corsa? Niuno pu dirlo, e dipender in gran parte


dai varii umori dei Papi che si troveranno a farne
sta

resperimento. Secondo

necessit e gli avvenimenti,

le

non

potr anche darsi che qualche Papa


accostarsi a idee larghe e liberali;

ma

si

periti

di

che perci? La

sua azione liberale in quelle condizioni smisurate di


potere non conterr anch' essa gli stessi pericoli che la

Un

sua politica di reazione?

principio, per sua

pu esso produrre veri


La denominazione stessa di partito

illiberale

paesi,

e significare
ziato

sembra

di

un

libert?

da se

Cattolici devoti

gi preludere all'avvenire

coscienza di costoro che hanno rinun-

all'universalit per

tino ad

Roma

la

di

cattolico che

sono data

stessi e cos volentieri si

di tutti

frutti

natura

-certo

segno

le

il

loro regno, e dipingere

condizioni della Chiesa di

durante questa corsa faticosa a traverso

la so-

330

IL CONCILIO

moderna. Fra

ciet

le

VATICANO.

due correnti,

nelle quali si di-

vider inevitabilmente tutto quel mondo che fino a


questa ultima fase si chiamava indistintamente Catto-

una non

lico,

picciola parte inetta a seguir la prima,

intollerante della seconda, andr a perdersi nelle sabbie

ardenti formate dai detritus di tutte le credenze e di


tutte le moralit distrutte che

che

si

derna

compongono

distende interminabile lungo

il

deserto

contini della

mo-

civilt.

12.

D'ogni opera si conviene che chi n'ebbe


ed il pensiero, ne abbia avanti la storia la

l'iniziativa

lode o

il

biasimo. Ognuno ricorda

dri della Civilt Cattolica e

la

parte che

monsignor Manning

Pa-

arcive-

scovo di Westminster recitarono nella definizione del

dogma dell'infallibilit personale del Papa; ed ognun


come questi sono stati l'intelligenza e la volont
quella idea.

dogma

sa
di

giorno stesso della promulgazione del


monsignor Manning ricev in dono dalla ComIl

pagnia di Ges

il

ritratto del

Bellarmino con questa

epigrafe:

HENRICO EDWARD

MANNING

ARCHIEP. WESTMONAST.

SODALES SOC. JESU


COLLEGII CIVILTATIS CATHOLICE
SESSIONIS IV CONCILII VATICANI

MNEMOSYNON.

331

CONCLUSIONE,

1.

di

Questi avvenimenti sono gi lontani da noi pi

due anni

tempo che meno

spazio di

di ciglia innanzi alla storia del pensiero;

ne presta gi un certo margine

di

ma

sufficiente

un batter
che pure
a deporvi

sopra i resultati fin d' ora


opera del Concilio Vaticano e par-

qualche considerazione
apprezzabili

dell'

ticolarmente sopra

vano

le

le

condizioni, nelle quali

si tro-

popolazioni cattoliche e la societ in genere di-

nanzi ad esso.

ci sar tanto pi

che, essendo stato

il

opportuno

quanto

Concilio prorogato, sia per noi

un'importanza pratica ed immediata il conoscerle


ed estimarle al loro giusto valore durante questo tempo
di

d'

interruzione e di riposo. Esse possono considerarsi

sotto tre aspetti corrispondenti

ai tre

che determinano l'esistenza di tutte


religioso

grandi interessi
le

societ,

cio

sociale e politico.

2. Dal lato religioso l'effetto

dal Concilio Vaticano

immediato dell'opera

nei Cattolici pi devoti, anche

nuove

dot-

trine, stato quel sentimento di lassezza, quella

im-

in quella parte che

si

pi adoperata per le

pressione negativa di sproporzione fra


il

il

desiderato e

conseguito, quella specie di sospensione che nello

332

IL CONCILIO

spirito

umano segue
il

presso

per

non plus ultra

di

VATICANO.

pi immediatamente dap-

lo

una

il

realt,

conseguimento

un desiderio, di uno scopo che abbia ardentemente


appassionato un uomo, un popolo, una istituzione.
A dare maggior forza a questo sentimento non han
di

poco valso

rovesci, ai quali riuscita

del Vaticano,

temporale, e

per quel che riguarda

per quel che concerne

si

le

la politica

suo stato

il

sue relazioni

internazionali.
3.

La parte

Chiesa che costituiva l'opposi-

della

come

zione invece rimasta,

ed a

gettura sopra

pra

pu

vinti, scissa

ed incerta,

a fare alcuna con-

pu cominciarsi oggi

fatica

natura dei sentimenti e soprattutto soche vi si produrranno. I vescovi

la

gli effetti pratici

dirsi

che

si

sieno universalmente sottomessi, e

quelle individualit che

si

sono sottratte

alla

sottomis-

sione, conservano

bens una spiccata personalit che


potr forse un giorno acquistare- un' importanza di ge-

nere pi universale, ma per ora non cambiano punto


il fatto dominante dell'accettazione
pi o meno spontanea,

ma

quasi universale, per parte dell'Episcopato

dell'opera del Concilio Vaticano.

Non

inferiori della gerarchia ecclesiastica.

guardevole

particolarmente in Germania, e un

una
il

di laici

hanno

scissione, della quale

predire l'importanza e
4. In

fondo per

egualmente che

alla

alla

numero anche pi

gittato le

prematuro

la

rag-

nelle varie nazioni e pi

di cherici sparsi

ragguardevole

cos nei gradi-

Un numero

fondamenta

di

e sarebbe ardito

durata.

sottomissione dei vescovi,

resistenza

viva ed operosa dei

vecchi Cattolici, impossibile ad un osservatore co-

333

CONCLUSIONE.

scienzioso ed imparziale non discernere un' assenza, di

entusiasmo, una

linta

generale di rassegnazione. Essa

prende perfino il carattere di una certa resistenza


passiva, secondo le opinioni e i temperamenti, in un

numero,

largo

se

non nel pi gran numero, de' Catun giudizio proprio a ri-

tolici intelligenti e capaci di

guardo delle dottrine e per la politica che, sempre pi


prevalendo in questi ultimi anni nella direzione generale della Chiesa, hanno condotto finalmente a quelle
conclusioni che ne sono state
gello, o per meglio dire,

con

la

quale dallo stato

parte del diritto


5.

di

il

la

conseguenza e

compendio

la

il

sug-

forinola,

opinioni sono passate a far

comune per

tutto

mondo

il

cattolico.

Incominciando dai vescovi che hanno aderito

dopo aver sostenuto

il
contrario, presso i quali imche
questo primo e spontaneo attestato della
possibile
loro coscienza non modifichi essenzialmente, di fronte

che hanno accettato,

alle dottrine

terno
fino

la

loro

tutti

tazioni o

si

il

loro carattere in-

influenza esteriore;

e proseguendo

che dopo molte ed evidenti esiastennero o accettarono senza resistenza,


quelli

per disciplina d'ordine e di gerarchia, quel che con la


resistenza non avrebbero potuto respingere, una gran
parte dell'Episcopato viene ad avere manifestamente
accettato le dottrine e la politica che

questa prima
di

hanno prevalso

in

fase del Concilio Vaticano, per sentimento

dovere, per cura del minor male, e per altre simili

ragioni meglio che per propria vera convinzione e per


sincera e spontanea testimonianza della loro coscienza.

Nel clericato inferiore

il

numero

sentimento e spesso

la

penosa esperienza

il

di coloro

che hanno
delle diffi-

334

IL CONCILIO VATICANO.

coU e dei pericoli che incontra l'applicazione di quelle


dottrine e Y indirizzo di quella politica nelle societ
assai pi grande che

moderne,

un

neh" Episcopato

eguale sentimento d' ordine e di disciplina

ma

ed an-

che una minore indipendenza personale mantiene anche questi neir obbedienza ed in una specie di rassegnazione passiva che paralizza
istromenti imperfetti anzich

azione e ne

la loro

membra

Chiesa. Nel laicato tutto quel che si contiene fra

estremi, cio fra

razionalisti,

tori, e quelli che

mente

detto

il

nella quale si

due

veri liberi pensa-

compongono quel che

partito

fa

viventi della

propria-

cattolico, questa moltitudine,


tutta la grossa parte vivente

comprende

ed operante delle popolazioni cattoliche, sente pi o


meno, se ne rende pi o meno conto, secondo il grado
d' intelligenza e di moralit onde ciascuno fornito,

ma

tutti

in

qualche

difficolt pratiche,

nel
laici

nei

modo provano

pericoli e

e riconoscono le

danni che

si

producono

costante perseguimento di cotale indirizzo. Fra


la

peraltro

Non

cherici.

speciali, la

resistenza

si

trattenuti

massima parte

manifesta altrimenti che

da legami o condizioni

di costoro tormentati dall'an-

gusta cerchia saltano fuori e cessano temporaneamente,

almeno per
pria

le

Chiesa,

forme
senza

profonde e che

la

esteriori, di appartenere alla pro-

per

loro coscienza serenamente e con

esatta cognizione di causa

ne. Siffatte diserzioni


tate

da coloro

che convinzioni sicure e

stessi,

li

seguano in questa evoluzioe con zelo no-

vengono volentieri

per opera dei quali

si

moltiplicano,

e che preferiscono vedere costantemente diminuirsi

numero

dei fedeli a riconoscere

come

tali

il

quelli che

333

CONCLUSIONE.
in tutto e ciecamente

non sono loro

si

piccolissima parte
di resistere

sommessi. Una

prende l'ingrata ed enorme briga

contemporaneamente

alla

forza oppressiva

ed espulsiva cheli urge, ed ha la pi gran pena del


mondo a farsi tollerare da Dio e da' nemici suoi.
6.

fronte di queste varie e molteplici forme di

resistenza e

al

disopra di questa moltitudine neutraliz-

zata e resa inerte dal conflitto fra l'autorit costituita

preponderante, e

la

riluttanza dei sentimenti, degl'inte-

ressi e talvolta della ragione e della coscienza propria,


sta

una scuola o meglio un

partito.

Ardente, tenace,

spesso convinto, sempre appassionato e fanatico, esso

per carattere e per educazione poco addimesticato con


interessi quotidiani della vita. Il suo programma

g'

fondato sopra

pi larga interpretazione dell'antica

la

scuola autoritaria, e sopra


della

le pi assolute tradizioni
Curia Romana: esso tenuto insieme e cementato

da tutte le rovine,

condalo da

tutti

terrori,

disinganni sofferti, e se-

rammarichi e

aprono largo varco

tempi

le

speranze,

di rapidi e

alle quali

bruschi rivol-

gimenti come quelli, nei quali n' toccato in sorte di


vivere. Questo partito, forte del progressivo e logico

svolgimento, col quale ha conseguito la sua mta, ha


per se molte tradizioni e infiniti volumi che ciascuno
per
volta

sua parte ha contribuito, e ciascuno alla sua


pu essere citato in suo favore. Ma quel che

la

pi, esso forte dell'incomparabile organamento che

quindici secoli di esperienza e di lotta hanno dato

alla

Chiesa e nel quale per lunghi e preparati metodi d'in-

segnamento, di pratiche e di combinazioni ha finito


con ottenere una influenza preponderante. Munito di

336

IL CONCILIO VATICANO.

tutti questi formidabili

elementi, esso esercita un domi-

nio oramai incontrastato sopra


sa pi n obbedirgli
partito, di

moltitudine che non

resistergli. Al disopra di questo


nucleo
questo
che, secondo un dato ordine

imprime

d'idee,

la

il

chia cattolica, sta

carattere e
il

Papa,

torit che si viepi

e che ha toccato per

il

il

moto a

quale per

la

ed esserne

la

somma

d'au-

sempre accumulata sul suo capo,


le

ultime conclusioni

segno, deve portarne necessariamente


sabilit

tutta la gerar-

la

il

pi alto

tutta la respon-

pi alta espressione, direi quasi,

personificazione stessa.

Su questo proposito ne

sia concessa, per il caindeterminato e libero di questo lavoro, una


brevissima digressione. Le grandi autorit morali per
7.

rattere

resistere alle correnti molteplici, varie, spesso pode-

rose, talvolta

violentissime d'interessi e di

passioni

che esse incontrano nel loro lento e maestoso cammino,


e con le quali devono inevitabilmente lottare, hanno

mestieri di essere impersonali.

necessario che que-

non possano mai isolare n personificare Y ostacolo, nel quale vanno ad infrangersi: poich vi sono
ste

combinazioni di forze, sopra e contro le quali non


v' ha potere e resistenza isolata che valga ; come vi

sono responsabilit che niuna individualit umana,


per grande che sia, potr mai sopportare. La volont
di

un

sali

solo

un imbuto,

nel quale gl'interessi univer-

trovano difficilmente accesso: essa diviene natu-

ralmente l'espressione dei pi prossimi, ossia


che

gli

sono necessarii per convertirsi in

di

coloro

effetto, e

che

stesso prevalendo sopra gli altri valgono

per questo
ad imprimergli un carattere meno universale, e pi

fa-

337

CONCLUSIONE.

cilmente tirannico. Pi questi caratteri d'isolamento


e di accentramento di potere si fanno spiccali, pi le

aumentano

conseguenze

di

Papa

La volont del

gravit.

acquistando nella Chiesa

un valore

infinito, la

responsabilit e le difficolt da superare per

con universalit

liber ed esercitarla

anch'esse in proporzioni infinite. Se


dei grandi Papi che
nelle

epoche

sioni,

di

quando

la

si

si

sua

mantenerla

aumentano

maestose ombre

le

trovarono a governare

la

Chiesa

grandi colluttazioni e di violente pasloro

suprema

autorit, sebbene

come

non

nei nostri tempi

affermata cos esplicitamente


,
era di gran lunga pi effettiva ed universalmente rispettata; ovvero, se semplicemente gli Archivii Vaticani
ne lasciassero leggere nei loro preziosi documenti e

conoscere quali furono di quelle grandi personalit le


vere attinenze con quei grandi fatti, quale la parte
che vi ebbero, e l'influenza che esercitarono su quelli,
noi

saremmo probabilmente

in

sopra questo soggetto, e

strati

modo

ammae-

curioso

potremmo

forse apprez-

zare con esatta cognizione di causa qual sia

la

condi-

zione di cos stragrandi autorit a fronte delle passioni violente che vi

mira.

convergono e che

le

prendono di

lavori critici sopra la storia ecclesiastica e le

monografie dei grandi Pontefici che

si

moltiplicano ai

nostri tempi, particolarmente per tutto quel che riguarda


le

straordinarie vicissitudini della Pforma, della Lega,

della

Rivoluzione d'Inghilterra, e per tutto quel che da

quattro secoli ha mutato

la

gi incominciato a sollevare
gi a sapere che cosa

faccia dell'Europa,
il

velo: e noi

dobbiamo pensare

hanno

cominciamo

circa

il

valore

reale delle volont assolute nelle gravi vicende, delle


22

338

IL CONCILIO

quali

VATICANO.

spesso l'opinione volgare attribuisce loro tutta

la responsabilit, e circa la

vera azione individuale che

Ma

vi hanno esercitato quei personaggi.


di

intanto la notte

San Bartolo mmeo, l'assassinio di Enrico

III

e quante

mai colpe e delitti sono risalite per questo meccanismo nell'opinione di molti e molti tutte intiere
altre

fino
del

al

Vaticano

libro

La prima accettazione

della dedica

III non
Copernico per parte
valsa a cancellare dalla storia a carico del Papato la

di

di Paolo

prigiona di Galileo; mentre che le resistenze luterane


al

nuovo sistema

del

mondo

si

sono smarrite nell'onda

E in quei tempi
la
non
era
ancora
responsabilit del
l'opera
compiuta;
non
era
stata
ancora
solennemente
della
Chiesa
governo

incessante dell'opinione universale.

declinata da tutto

il

resto della gerarchia ecclesiastica

per rivestirne soltanto il suo unico capo.


8. Ma facendo rapidamente ritorno

da

questa

breve digressione al nostro soggetto, ben si comprende


come Fazione continua ed universale della Chiesa nelle
societ cattoliche sia trattenuta ed intralciata nel suo
,

libero svolgimento dallo stato presente delle relazioni

reciproche di tutti i suoi elementi interni. Per quel che


riguarda le sue relazioni esteriori, dal lato esclusi-

vamente

religioso,

ossia con le

societ

informate

confessioni diverse, le condizioni della Chiesa Cattolica

non sono n pi

facili

n pi larghe

di liete speranze.

Il
primo sentimento che dopo o quanto quello della
autorit assoluta ed illimitata prevale nello spirito che

dirige

il

sentimento

cattolico, quello

dell'esclusivit

assoluta. Pi felice in questa seconda ten-

egualmente
denza che nella prima, esso riuscito ad isolare nel

CONCLUSIONE.

339

un isolamento

fatto, praticamente, nella vita reale, di

quasi

ostile,

suoi fedeli fra tutte le altre confessioni e

particolarmente
cesso

le

cristiane. In ci

intero.

stalo

Sovente

il

suo buon sucai

Cattolici

nostri

giorni non hanno, o almeno non professano pi alcuna

ma

rado come individui

non mai

societ essi accennano a fraternizzare

menoma-

religione,

come

mente o

di

a volersi modificare al contatto delle confes-

Che anzi si manifeun curioso fenomeno, che cio si ravvicinano

sioni anche pi simili ed affini.


sta in essi

'

pi fra loro

le

pi lontane

confessioni

razionalismo, di quel che mai non

time dal

lato della religione.

sentimento
il

di

sentimento

si

dal

del

lato

accostino

le fini-

avvenuto

esclusivismo e di
di autorit; essi

ostilit

per questo
quello che per

sono aumentati

in

pro-

ambedue seporzione ed hanno toccato


condo che la loro applicazione pratica era pi in conil

tradizione con l'indole e

epoca, come

la presente, di

loro apogeo

costumi dei tempi.

In

una

universale tolleranza, sca-

turiscono per le istituzioni cattoliche non poche difficolt


dalla tenacit e dall'esagerazione di questo
nelle loro infinite attenenze
le quali

con

le

sentimento

confessioni affini, con

sono costrette ad incontrarsi sopra ogni terreno

e subire per forza in ogni occasione con esse

una

pa-

che non accettano mai francamente. Per l'esagerazione delle applicazioni di questo sentimento nella

rit

vita pratica, le istituzioni cattoliche, invece di ricambiarsi con le altre, dare e ricevere nel
tempo stesso
una cooperazione attiva sul terreno morale che tutto
pratico, ed in un piano al disotto delle questioni teolo-

giche, in

un tempo che

a tutla la

societ tanto

im-

340

IL CONCILIO VATICANO.

porta di rafforzarsi su quel terreno, mantengono e

creano diffidenze e rancori

dove dovrebbero cer-

care amici o almeno ausiliarii: diffidenze e rancori

che per non essere consentanei n


gelo, n a quello
al

allo spirito del

Van-

della civilt, riescono tanto nocevoli

sentimento religioso, quanto all'ordinamento civile

delle nazioni.
9.

Questa situazione che abbiamo descritta

autorit nel

seguire
tutto

il

inerte
fra

di

una

stesso inflessibile ed impari a con-

tempo

suo proposito, gravitando nell' interno di


suo peso sopra una moltitudine riluttante o
il

abbastanza forte da impedire ogni resistenza

ma

suoi soggetti,

comunicare loro

incapace di assimilarseli e di

suo spirito, lottando fuori contro


il resto del mondo, ed in ci fare alla
sua volta potente ed atta a creare ostacoli alle societ civili, con le
quali convive,

il

ma

incapace di vincere

ha intrapresa con esse


conseguimento

di

un

la

lotta

agitandosi di continuo

ideale

che

per

il

tanto pi ardentemente,

al pi
, ma
lontano orizzonte dell'umanit, e lottando per questo
contro i tempi, gl'interessi, la scienza, i costumi, le

quanto pi esso sfugge non solo ad essa

leggi,

bisogni, e tutto quel che costituisce le societ

moderne; questa situazione


che paralizzano

forma

lo

una

delle principali cause

svolgimento naturale

della presente

di civilt fra le nazioni cattoliche,

ed ragione
noi
non
si riesce a ottenerla
fra
perch
principale,
che a mezzo, per salti, con orribili sofferenze e tremende
scosse. Questa

pure la ragione, perch le istituzioni


religiose che, secondo quel che la storia di lutti i grandi
popoli ne insegna, dovrebbero essere, e sono infatti

341

CONCLUSIONE.
l

dove s'immedesimano ed informano

uomini in genere una speterreno neutro per i molteplici conflitti, una

nazioni, e per

le

per

la vila civile,

di unit e di forza

l'elemento pi efficace d'ordine,

cie di

gli

i
disinganni, un punto di partenza e
nell'avventuroso pellegrinaggio della vita,
riescono invece fra noi una delle sorgenti inesauribili

consolazione per
di ritrovo

di divisioni, di conflagrazioni

di

difficolt,

un

terreno sempre aperto alla lotta e dove non s'incontrano che amici o nemici, ambedue ugualmente peri-

Ma quel che offre un segno


manifesto
si
dei
come pel rapido loro mapi
tempi
turarsi nei continui e perigliosi conflitti, nei quali si
colosi per V ordine sociale.

trova avvolta

la

il

ormai

Chiesa,

non incontrano pi che

loro ultimo fato. Questo

stione,

il

10.

come

reggono

il

ed

secondi
i

primi
secondo lato della que-

lato sociale.

Non

fa

mestieri illudersi; l'equilibrio, direi

quasi, meccanico
essa

in generale

ostacoli passeggeri

il

delle forze

morali una legge anche

quella che governa le forze materiali che

mondo, ed

perci

il

risultato di

una legge

superiore a tutte le leggi che possano essere fatte dagli

uomini, e non

si

turba senza che

si

producano

pi gravi disordini e le pi violente reazioni.


tificii

abilissimi,

dell'ingegno

anche

l'

che sovente attestano

umano,

si

pu creare e

la

Con

r-

potenza

prolungare

esistenza di situazioni artificiali fuori di quel-

l'equilibrio,

ma

g'

inconvenienti di quelle e le rea-

zioni presto o tardi si manifestano

tanto pi

pro-

fonde, quanto pi tarde, ed inabili talvolta, quando


troppo tarde, a ristabilire Y ordine primitivo e non di
:

342

IL CONCILIO

VATICANO.

raro in questo caso valgono solo a trascinare nella rovina tutta r opera cos faticosamente e talora cos

mirabilmente composta e tenuta insieme. Secondo che


le istituzioni non solo nella loro fondazione, ma anche nel loro successivo svolgimento

accomodano

si

morale,

dove

societ,

radici.
tesi

mantengono nei

si

nel

emana

si

si

uniformano,

questa grande
voluti

limiti

equilibrio, prosperano

giusto
delle

norme

alle

di

formano

sviluppano

la

mettono

legge

per questo
felicit
le loro

pochi precetti sparsi nel Vangelo e quella sinstesso indeterminata e compiuta che
insieme di quel codice meraviglioso , con-

tempo

dall'

tengono in s la pi alla espressione scritta' di una


legge che risponda a tutte le condizioni, a tutti i bi-

Ed

sogni dell'umanit.

fece la

a
si

infatti sotto

semplice impulso

il

Cristianesimo in quattro o cinque secoli


conquista di tutto il mondo conosciuto. A mano

di questo

mano

il

che

le

sue istituzioni

si

sono andate svolgendo,


si sono compli-

son pure andate particolarizzando,

cale, talvolta

con mirabili

risultati,

ma

perdendo pur

tuttavia costantemente di quella semplicit e di quella

generalit, e per conseguenza

di

quella convenienza

facilmente ed evidentemente universale che


il

gite alterutrum, era


di tutti

il

precetto predicato

come

sintesi

da uno dei suoi primi e pi chiari luminari.

Secondo che

vano

le

della

Sede di

te.

formano

carattere primitivo del Cristianesimo. Fratres, dili-

si

parlicolarizzava e

dissensioni

Roma

Si continu

si

definiva, nasce-

e la definitiva elevazione giuridica


fu segnalata dallo scisma d'Orien-

a ordinare, a

nacque tutto un sistema, un

stabilire, a definire, e

diritto,

una politica, e

343

CONCLUSIONE.

con questo naturalmente si risvegliarono anche differenze di giudizii, d'interessi e di passioni, sorsero discussioni, amici e nemici. Questa fase fu di gran vita-

Cristianesimo e nella Chiesa; e questa vitalit,

lit nel

questo movimento

questi attriti stessi produssero

pi grandi uomini e le pi meravigliose istituzioni.


Pur tuttavia durante tutta questa fase si procede sempre a traverso ostacoli e

difficolt

resistenze

d'

ogni

sorta, d'opinioni e d'interessi, morali e materiali;


ma pure si procede e continuando sempre a far leggi,

a ordinare, a governare e a centralizzare, finch dopo

molte agitazioni e resistenze che erano


passeggiere,

non

cristiana

e se ne

poi

si

finch

solamente

dell'

Europa

volle pi accomodarsi al diritto di

form un

Roma

altro a sua convenienza. D'allora in

continuato a specificare e a particolareggiare,


si

giunse

casuismo, ed a fare

al

e canoni fino al 18 luglio 1870.

numero
una

state

finalmente una gran parte

infinito di circostanze

leggi, decreti

La conseguenza

di

un

che sono intervenute in

cos lunga esplicazione di un'autorit cos illimi-

come

conteneva potestativamente
ed effettivamente nella Chiesa Romana, stata di aver

tata,

quella che

prodotto e condotto

si

alla

sua ultima perfezione un

si-

stema che, avendo per punto di partenza la legge pi


quella contepura, ma anche pi semplice, quale
nuta nel Vangelo,

si

progressivamente e

definitiva-

mente incarnato in una legislazione cosi compiuta, cos


come nelle appliminuta, cos uniforme nei principii
cazioni, nella teoria

pi vasti

come per

come
i

nella pratica,

per

soggetti

con una

pi minuti particolari ;
tutti coloro che vi erano sog-

eguale pressione sopra

344

IL CONCILIO

getti,

VATICANO.

senza o con distinzione appena sensibile di


paese
al fine di condurli a tale
effetto, con

o di schiatta,

mezzi, per tale via determinata, cos e non altrimenti; che l'infinita variet della natura umana trotali

vandosi per essa costretta in una forma unica, limitata,


invariabile, non solo nella sua sostanza, ma in tutte le

sue pi particolari applicazioni, ha incominciato a reagire da prima istintivamente e rimessamente, quindi

coscientemente
11.

apertamente e disordinatamente.

Ma questa

ticolarizzarsi

legislazione nel!' esplicarsi, nel par-

e nel compiersi,

conservava

il

carat-

tempi e delle condizioni, nelle quali aveva


trovato le sue fondazioni e ricevuto il maggior incretere dei

mento.
si

Inflessibile

per sua propria natura, quanto pi

allargava e diveniva precisa, tanto

numero

maggiore era

il

delle applicazioni, alle quali

s'imprimeva quel
carattere e si estendeva queir inflessibilit. Quindi addivenne che, perch ne fosse possibile 1' applicazione,
era necessario aprire o meglio allargare una valvola
che fosse di ristoro alla grave pressione, e perci si
dov neh" economia della Chiesa abbondare dal Iato
del

perdono. Senza

crescenti da

un

lato

di questo,
,

per

le

difficolt

ognora

per l'aflevolimento delle credenze

breve tempo non vi sarebbe stato pi un fedele che, secondo quelle norme, potesse considerarsi veramente come tale. Ma intanto i
e dei caratteri

dall' altro,

in

tempi progredivano e si cangiavano i costumi, ed ambedue si trovavano sempre pi in contradizione con


le forme che li reggevano. Quel mezzo,
quella valvola
gi per s pericolosa per

pra

caratteri,

l'

influenza

che

esercita so-

non era pi all'uopo e neppure valeva

345

CONCLUSIONE.

longanimit e

con la'quale

la

sperimenprudenza della Curia Romana moderava la politica


ecclesiastica. Era venuto il tempo, nel quale questa isti-

la

la

tolleranza,

tata

tuzione, che rivendicava a s

la

somma

del sapere e del

modificarsi secondo
potere, doveva necessariamente o
dei tempi, o
il nuovo carattere e le nuove esigenze
trovarsi in conflitto con
al

sommo

autoritativa

progressivamente

con

pedito o almeno ha

scienza e
le

il

le

La sua costituzione

questi.

ha impedito

essi.

reso

Questa

progresso, e perci

sue relazioni con

le

difficili

di

modificarsi

con

affinit

la

difficili

egualmente

sentimenti e

im-

ha

stessa

le abitudini

che

si

andavano svolgendo nel resto deli' umanit : e quindi


pian piano cominci a disegnarsi il distacco fra il

mondo

e la Chiesa, che per

un tempo

si

erano confusi

insieme. Questo distacco crebbe ogni giorno, e pi


esso diveniva sensibile, pi la pressione delle istituzioni religiose nelle societ cattoliche
ciale da

un

lato

e grave

dall' altro.

diveniva

Per parte

artifi-

della

Chiesa aumentavano

leggi, pene, censure, inquisinuove


e nuovi Ordini religiosi miliistituzioni
zioni,

tanti.

questo o queir effetto

si

moltiplicavano nuove

devozioni, nuove associazioni, nuovi segni di ricono-

scimento e

lutto quel che suole chiamarsi in soccorso delle istituzioni appena che debbono vivere in

condizioni speciali,
delle societ

umane.

fuori

dell'equilibrio

Dalla parte del

mondo

normale
Cattolici

e, come suol dirsi, praticanti, tendevano a


divenire sempre pi una classe a parte, vivendo di un

obbedienti

regime eccezionale, talvolta pi perfetto, ma in ogni


speciale ed uniforme e perci tanto meno adatto

modo

346

IL CONCILIO VATICANO.

mantenersi universale.

a divenire o

gersi nel

mente

numero,

tali

Cattolici

forza di restrin-

considerati

come

vera-

tendevano a divenire quel che sono in ulinfatti, un partito. I tempi non erano

timo divenuti
pi propizii

alle

passioni e alle discussioni religiose, e

tutti quelli

quindi

che non

si

adattavano a questo re-

gime non pensavano punto a trattare la questione


formalmente e dalle fondamenta, n a fare una riforma o uno scisma ; ma bens per quel che riguarda
pensiero ne facevano a

meno, e per quel che ricostumi


non praticavano di qui pian piano
guarda
T indifferentismo e la corruzione abituale. Per coil

storo la

speranza di un pentimento e di un perdono


la facolt alla Chiesa di ritenerli in un

dava

tardivo

secondo cerchio assai pi lato, facoltativo, direi quasi


di membri onorarli durante tutta la vita, a patto di

non porre

in discussione

principii e

pratiche ed una resipiscenza


12.

Il

risvegliarsi

mente a

tutte le

dei pensiero in

improvviso

ropa sul finire dello scorso

mediante alcune

finale.

secolo

menti elevate, ed

fece
ai

tutta la falsit di questa situazione

Eu-

sentire viva-

cuori ancor vivi,

morale

delle

popo-

lazioni cattoliche, e nacque quindi lo sdegno e Y irri-

verenza contro un regime, che per

non produceva

la

sua applicazione

fra quelle alternativamente e talvolta

anche contemporaneamente che bigotti e corrotti: ed


ha principio con quel momento quella terribile fase
di reazione feroce che

1793
del

incomincia con

non ha ancora trovato

la

gli

orrori del

sua fine con quelli

1871. Stabilito cos questo antagonismo, quella

pressione determinata, uniforme, compiuta in tutte

le

347

CONCLUSIONE.

sue parti, obbligatoria, inalterabile in una certa forma


ed inesorabile, che aveva fallito nella sua intenzione
universale, ader

tenacemente

pi

bene non formale, minacciava


proporzioni

e le

difficile,

prendere

le
,

pi gravi

perch ne

condizionato, non

tutte le nature,

ma

rac-

distacco che, seb-

nocque anzich giovarle

rendeva sempre pi

mente adatto a

di

Chiesa

alla

dopo questo nuovo

colta in se slessa

bene

alla

facil-

minor

Le condizioni quindi

della

Chiesa nelle popolazioni cattoliche di fronte alla

que-

parte di

l'accesso.

esse,

stione sociale, dopo la lunga Successione di tutti questi

avvenimenti, sono quelle di un


talmente scabroso e
rita

difficile,

anzich calmarle.

rit e

ci

che

asilo,

cui accesso

il

sua presenza

la

non per quelle

maschie contradizioni che

s'

le ir-

forti aspe-

incontrano nel sen-

ma perch
,
per essere un buon cattolico, secondo certe dottrine
che prevalgono con carattere di generalit nella direzione che lo conduce, fuori ed oltre tutto quel che
tiero del

bene

del giusto

secondo esse costituisce


v' ha

un codice

relativo,

che

il

vi

sono

tempo ha

sludii che

il

cos

il

e dell' onesto

bene ed

voluminoso

tante

il

di

costumanze

male assoluto,
di male

bene e
da

rispettare

prescritte, tanta parte di scienze e di

nostro tempo richiede ed a cui esso

gli

ha abituati, da gettar via, tante cose da rinnegare,


opinioni scientifiche, principii politici, e non di raro
fa

patria stessa, tante difficolt da superare con le

isti-

tuzioni che ci governano, che sarebbe mestieri avere

due coscienze, l'una ad uso della propria religione,


l' altra ad uso dello Stato.
A questa prova le intelliche
da
sentono
tutto il peso, si ribelgenze
prima ne

348

IL CONCILIO

VATICANO.

lano e dopo esse l'istinto delle moltitudini, e quindi le

une

rimangono prive anche

e soprattutto le altre

della

parte sostanziale e benefica della religione, ossia riman-

gono moralmente monche, inasprite, senza direzione


e senza conforto. La Chiesa sempre tuttavia dinanzi
a loro, quella Chiesa che educa
le

ma

loro mogli,

quando tutti i suoi sentimenti e


vano la loro giusta sodisfazione, e

Un

ne, per un'idea, per


quelli che,

ottiene che

si

ci per un' opinioentusiasmo, e talvolta di


in ogni loro

umana;

quella pace, del resto, che

riescono a trovare nella sua misericordia

macchiate dai pi
risce

la

rappresentano

e se

Da

delitti.

gravi

le

anime

tutto ci scatu-

Chiesa e l'odio

alla

guerra

ma-

sempre ed

pecca, pur nobilitano

innalzano l'anima

consiglia

sue facolt tro-

le

quando anche non sieno

nifestazione senza

figli,

pace, rifiuta loro

la

animo che non

dell'

queir equilibrio

loro

che rifiuta loro

ai

preti che la

suoi nemici dichiarati ne pro-

fittano cos largamente, egli perch trovano il terreno


mirabilmente disposto. Di qui pure le aberrazioni e le

poich
ne,

la

terribili

la ribellione

bile la pressione,

essere

il

delle

popolazioni cattoliche,
reazione in esse tanto forte quanto l' azio-

prevaricazioni

sommo

tanto feroce quanto stata inesorae perch in esse


dei rimedii, sta

manenti del male. Quindi che


stri

giorni

si

il

dimostrato impari

quali versa, e impotente contro

petrolio,

sommarie

brigantaggio,
si

cause per-

delle

Cattolicesimo ai noalle

difficolt,

nelle

mali sociali contem-

poranei. Le rivoluzioni pi spietate,


il

dove dovrebbe

una

le

mannaie,

il

colpi di Stato, le esecuzioni

moltiplicano fra

quelle senza

effetto:

349

CONCLUSIONE.

Chiesa non ha altro ad opporvi che declamazioni


vane e postume lamentazioni, e, quando scende nel
terreno dei fatti, rimedii come l'obolo di San Pietro,

la

le associazioni

pellegrinaggi di Francia,

le

dimostrazioni

periodiche.

Militando

mistiche e

anch' esso,

gi troppo grande dei comuh


elemento
di pi nella guerra so
divenuto
battenti,

non fortunato nel numero

ciale, e perci inabile a pacificarla come a vincerla.


Di qui pure 1' altro fenomeno sconsolante e che non
pu per il carattere di generalit che ha acquistato

non prendersi
quale

come

avanzati

in

considerazione, cio quello, per

o quasi

tutti

tutti

Governi

di

Europa,

conservatori, che nel compiere

cio assai scabroso ai nostri tempi di

l'

mantenere

il

gli

uffi-

l'or-

dine debbono sovente combattere contemporaneamente


le

della

aggressioni

rivoluzione e le

esigenze della

Chiesa. Ben lungi dal voler giudicare questi

uno ad uno,
dizioni

la

un fenomeno organico degno

rivela

fatti

ad

loro ripetizione in cos differenti condella

pi

profonda considerazione.
13. E qui mestieri una seconda digressione
per fare alcun appunto su quel che obbiettano i propugnatori di quelle dottrine, che cio non si ap-

partenga

alla

Chiesa di accomodarsi

alla

scienza, al

progresso ed ai costumi, ma
comodarsi a quella. Questo aspetto tutto unilaterale
per i Cattolici, perch non tiene nessun conto di
sibbene a questi di ac-

tutti quelli

questo

che

criterio

tali

non sono, non

neppure secondo

giustamente giudicato; poich senza

involgere in queste denominazioni tutti i traviamenti,


cercato rifugio e
gli errori e le folle che vi hanno

350

IL CONCILIO

che, del resto, in ogni

VATICANO.

tempo

e sotto ogni

forma

si ri-

producono nell'umanit, fa pur d'uopo riconoscere


che il cambiar dei costumi, lo svolgimento della scienza, le grandi evoluzioni sociali e politiche, lutto quel

che

chiama con una parola sola il progresso dei


tempi, son fatti che si compiono fuori dell'orbita
si

della

potenza umana,

la responsabilit del

provvidenziali, e quindi

fatti

bene o

male generale che si


o
non
produce per essi,
ricade, o almeno non si pu

modo

in alcun

mente.

Gli

grandi

fasi

del

cosciente attribuire ad alcuno distinta-

uomini pi eminenti figurano

come

in

istromenti e galleggiano o

queste
si

som-

mergono secondo che le loro forze infinitesime si adoperano con discernimento e con equanimit in quelle
poderose correnti. L' amministrazione invece della
Chiesa organata e disciplinata, sebbene per

principii

e per le grandi questioni sia anch' essa fondata nella

fede e nell'opinione dei fedeli,

sta

per in

mano

di

pochi e ci sta effettivamente per tutte quelle materie


che non costituiscono la sua essenza, ma che altri

tempi ed altri bisogni vi hanno introdotte; per tutte le


materie contenute in quella parte del suo organamento
che

si

chiama disciplinare,

e che perci

integrali, ne per loro natura invariabili,

non sono n
e

che sono

poi esclusivamente quelle che, intervenendo efficace-

mente

nella vita giornaliera sociale e politica delle na-

contengono i soggetti principali della lotta e del


pericolo. Per tutte queste materie sta in essa il potere
zioni,

e ne porta tutta

proprio aspetto
illimitata

la

responsabilit, responsabilit dal suo

indeclinabile, s perch quella stessa

autorit

che

essa

esige gliela impone,

si

351

CONCLUSIONE.

perch la nobile ed alta missione che porta scritta


sulla sua fronte, la buona novella, la pace, eia
sua origine sta immobile sul pi grande sacrifizio che
si sia fatto

per

14. Noi ci

la

salvezza

siamo

umanit.

dell'

abbiamo ripreso

allargati e

le

cose dall'alto nel dipingere questo stato di cose, quale

ne apparisce presentemente

anche dopo

e perci

del Concilio Vaticano, perch esso

proroga
n il resultato
vece

la

di quel

conseguenza

di

che vi

un

non

operato.

si

indirizzo

la

nuovo,
in-

inaugurato da

lunga data, proseguito costantemente, sebbene con varia sorte, e viepi manifesto in questi ultimi anni
nella direzione cattolica, e dello spirito

quasi senza sindacato: quindi


dal lato religioso

menti

del

dal

che vi domina

qui nulla

lato

sociale

nuovo, e
avveni-

gli

avuto altro

effetto

quello di portare in s, parte in

modo

1870 non hanno

che

pratico

come

fin

in realt

per presunzione, a favore di questo stato


sanzione ed il sigillo di un Concilio Ecumenico.

esplicito, parte

di

cose

la

Questo ci che d importanza grandissima


del

periodo
il

Concilio

nuovo che ha

Vaticano;

introdotto,

il

ai

primo

quasi tanto, quanto

passato che ha sanzio-

nato. Tutto quel che si operato nella Chiesa dal Concilio di

Trento in poi, cio per pi di trecento anni,


il
lungo spazio di tempo contiene necessa-

e che per

riamente una parte grandissima delle cause, delle quali

abbiamo finora rapidamente discorso

gli effetti

tutta

quella parte di leggi, di interpretazioni, di costumi ec-

che hanno prevalso in questi tre secoli, non


era mai stata messa in discussione e non aveva mai

clesiastici

ricevuto dalla

Chiesa sanzione solenne.

Un

Concilio

352

IL CONCILIO

VATICANO.

si radunava dopo un cos lungo spazio di


un bel campo innanzi a s, Ire secoli di
aveva
tempo
vincolo precedente durante questo
e
nessun
esperienza

quindi che

lungo periodo. Il non aver fatto nulla che finora accennasse ad apprezzare i grandi vantaggi di questa situazione, e a volerne trar profitto, e l'avere invece

rapidamente percorso nelle sue prime sessioni quel


cammino che rimaneva ancora a fare nella

tratto di

dommatismo e dell'assolutismo; questo ci


che ha dato un carattere cos grave al primo periodo
via del

di

tal

riunione, e che determina nel tempo

per conseguenza,

la

lato religioso e dal lato sociale a .fronte

moderna
cattoliche.

stesso,

vera situazione della Chiesa dal

e particolarmente in relazione

societ

della

con

nazioni

le

Essa pu compendiarsi in una sola parola,

l'immobilit, l'immobilit assoluta opposta

al

progre-

dire e al muoversi pi affrettato. Questa parola in queste condizioni significa lotta; e di questa lotta

noi

co-

nosciamo da quasi ormai un secolo tutte le vicende


e tutte le probabilit. Da tutto l'insieme di
questa situazione sembrerebbe dovesse pur dedursi la sospensione di ogni speranza nella cessazione di questa lotta
e nella modificazione di questo stato di cose, se fosse

dato ad alcuno segnare

vere

limiti alla
speranza e circoscriindeterminato
ed
infinito
dell'avvenire.
campo
15. Per quel che riguarda la questione politica, le

il

cose sono andate invece molto diversamente, e

la situa-

zione della Chiesa sotto questo aspetto, dalla proroga


del Concilio in poi,

estranee ad esso,

presenta sotto

quantunque per circostanze


si

affatto

profondamente modificata e

un aspetto

affatto

nuovo.

Il

si

giorno 18 lu-

CONCLUSIONE.

353

1870 era proclamata a Roma l'infallibilit e


19 luglio dello stesso anno era presentata a Berlino

glio

il

la

dichiarazione di quella guerra che doveva trascinare


nella sua

mina

il

dominio temporale: e cos per una

singolare disposizione della Provvidenza


di

un

dell' edilzio

lato

a traverso ai secoli coincideva con

Nel

momento

corona,

di cingere

il

capo

in polvere. Nel

tuzione papale toccava

perdeva appunto

mento per

il

compimento

la

caduta dell'altro.

della

sua ultima aurea

piedi di creta del colosso

sono andati

il

perseguilo con tanta costanza

si

momento,

sono

stritolati e

nel quale l'isti-

pi alto grado di potere,


pi pratico ed il pi polente istru-

esercitarlo

il

quel

modo

e in

quella

tenzione, per cui era stata levata cos in alto.

in-

Nel

nel quale essa cred poter alla fine annun-

momento,

mondo la possanza, a cui essa


come
non
aveva
mai sino allora osato fare
pretendeva,
in
momento
stesso il mondo la
esplicitamente,
quel
ziare solennemente al

vedeva rimaner priva di quella modesta e limitata


onde aveva sino allora goduto senza contrasto, con una
indifferenza che sino a quel giorno

mai addimostrare. Strano

risultato,

non avrebbe potuto


ma prevedibile, non

preveduto da coloro che hanno cooperalo a produrlo,


forse previamente colla speranza che si avverasse il
contrario

una grande, una vera innovazione


nell'economia della Chiesa: e per essa il lato politico
della questione che concerne le attinenze delle nazioni
16. Questa

cattoliche colla Chiesa, entrato in

tanto nuova, che niuno


le

una

fase

nuovissima,

pu adeguatamente valutarne

conseguenze, e perci possono meglio

farsi conget-

23

334

IL CONCILIO VATICANO.

ture che considerazioni; congetture per che, quando


sieno dedotte da una giusta conoscenza degli uomini e

possono argomentarsi con qualche fondamento. Ma quei che v' ha di anche pi importante in
questa novit si che come le diverse facce di una
delle cose,

piuttosto

sono distinte piuttosto subbietlivamente,


riguardo all' osservatore che non sieno

in

nella

questione

realt

sostanza

stessa

della

questione, es-

sendoch ognuna di esse influisce sempre in qualche modo e rimane ugualmente influenzata e finisce a
confondersi con

le altre;

cos

non pu essere a meno

che questa nuova e singolarissima fase politica della


Chiesa non reagisca in qualche modo anche sopra le
sue condizioni e

le

sue attenente religiose e

e forse pi che alcuno

sociali,

non pensa.

17. Ogni tentativo slato fatto

nel passato al di

fuori ed al di dentro della Chiesa per ottenere la sua

convivenza pacifica con le scienze, la politica, i costumi moderni, vale a dire con tutti questi elementi,
secondo che si sono modificati e costituiscono 1' insieme
della

civilt

moderna; acciocch essa non fosse pi


come un nemico o una

lungamente a fronte di essa


vittima,

uno

ma

sibbene

al

suo fianco o

in

mezzo

a lei

come

dei suoi fattori, dei suoi elementi di moralit e di

forza:

ma

tentativi

sempre
stato

stato invano.

Ognuno

segnalato nella storia

di

questi

con scissioni,

con profonde perturbazioni sociali: ma le societ non hanno fatto un passo verso la soluzione
lotte, o

del

problema, e

la politica della

tranquillamente ed

Quantunque

Chiesa ha proceduto

inalterabilmente per

molti, e fra loro

la

sua via.

non ultimo l'Alighieri,

CONCLUSIONE.

ne avessero dubitalo, pure

la

355

societ considerala coni

plessivamente, politicamente, non sembrava aver mai


dato gran peso a tutta la parte che potesse avere sul
carattere e quindi nei fenomeni caratteristici di questa
istituzione,

perci anche in questa sua tenacissima

resistenza, questo centro di autorit fornito di mezzi


materiali e morali infiniti, distaccato nel

tempo

stesso

per educazione, per sue condizioni speciali, dagl'interessi ordinarli della vita e isolato dalle sue tradizioni
e dalle sue forme, munito di un potere illimitato

dotato di un meraviglioso organamento gerarchico, ossia la

non

Curia Romana. La disparizione

questo elemento,

gi per la parte che tocca le regioni speculative e

tutte spirituali, alle quali si eleva

Roma, ma per

la

tica e materiale,

di

di

il

primato

parte che concerne

della

Sede

la

potenza prache pi particolarmente intende


quel che propriamente si chiama la Curia Romana,
un fatto nuovo del nostro tempo, per cui assottigliandosi l'elemento
ecclesiastico

l'

la

come

effetto

i]

disopra, e ve-

centralizzazione meccanica di uno

necessariamente ne prende

Stato,

elemento meramente

riprende naturalmente

nendo a cessare

rale

politico,

spontaneo

il

della

luogo l'unit mo-

omogeneit dei
rimane la

principii e dei sentimenti: sospesa la forza

coscienza. In questa seconda ipotesi le


opinioni,

timenti,

bisogni del

sen-

tempo, non possono a meno

non esercitare una potenza modificatrice


ed il clero che vivono della vita ordinaria
:

dini

e che perci
appunto non possono
fino ad un certo segno
partecipi,

di

vescovi

dei citta-

non esserne

prendono, com' na-

turale,

il

posto occupato

finora esclusivamente dalla

356

IL CONCILIO VATICANO.

prelatura e

pone

dall'

elemento misto tutto speciale che com-

Congregazioni ecclesiastiche: e la gravitazione


Curia sopra l'Episcopato diminuisce di tutto il

le

della

peso del prestigio e del potere. Queste modificazioni


non sono effetto di un disegno o di una volont preconcetta,

ma

il

portato notevole della situazione, e

perci sono pi reali e saranno per conseguenza pi


profonde. Ora questa trasformazione cos essenziale
nella vita pratica della Chiesa coincide e controbilancia

in essa

il

coronamento

dell'edificio autoritativo

soluto nella sua vita speculativa. Quale sar


di

il

ed as-

risultato

questa duplice e [contraria combinazione nell'eco-

nomia

della

Chiesa?

Come

si

acconceranno insieme

questi due ordini di fatti? Qual di essi prevarr?


Vero che, perch questa trasformazione produca tutti

suoi effetti, necessario che si operi nell'atmosfera


serena della libert. Le pressioni contrarie dello Stato
o delle correnti assolute e violenti, che le passioni po-

litiche stabiliscono in

tempi di rivoluzione

nell'

opinione

pubblica, possono renderla vana e tornare a legare quel

che

la

libert

ha disciolto, e riprodurre sotto

la

forma

un organamento oscuro e compatto li stessi fenomeni che si producevano sotto la forma evidente e
solenne della Curia munila di potere temporale. Ma in
di

questo sta precisamente l'incognita del problema che

non

facile risolvere, ed in ogni

modo

impossibile

a priori. L' esperienza troppo breve, e


non pu ancora servirci di lume sopra questo sog-

risolvere

modo per pesando i due ordini di fatti


che stanno di contro nelle condizioni poste alla Chiesa

getto. In ogni

dagli

avvenimenti degli ultimi

tre

anni, n pu re-

357

CONCLUSIONE.
carsi da

un

dubbio

lato in

forza

la

grandissima che

hanno sopra le istituzioni i principii che le governano,


n pu dall'altro tenersi in non cale la potenza meccanica dei fatti e degl' interessi che ne determinano la maniera di esistenza. Conviene in ultimo tener conto della
forza vitale che

anima una grande

istituzione

come

la

sentimento religioso e
morale di numerose e polenti schiatte, sentimento che
trova i mezzi necessarii al suo alimento e alla sua
Chiesa,

la

quale epiloga in s

operosit dove e

che

gli

vengono

come

gli si

il

offrono nelle condizioni

imposte dai tempi e dalle circo-

stanze.

48.

La situazione, che abbiamo sopra brevemente

descritta, della Chiesa nella societ

moderna

e le condi-

zioni religiose delle popolazioni cattoliche appariscono

poco confortevoli anche agli occhi meno veggenti,


ed al giudizio dei pi prevenuti e dei pi interessati

anzi a questi

Questo quanto
religione

apparisce sotto un aspetto

esclusivo, deplorabile ed

speciale ed

uno

alla

Chiesa.

Quanto

degli elementi

loro

insopportabile.
alla

societ, la

integrali che la

com-

pongono, uno dei legami pi solidi che la mantengono, una delle basi che sostengono un edifizio
sociale.

Le teorie

namenti

ed

esperimenti

molteplici e varii ragio-

astratte,

dei

filosofi,

dei

pensatori
e degli uomini di Stato, non hanno potuto finora cambiar nulla in questa condizione dell'umanit, anzi, se

valsero a qualche cosa,

valsero a metterla in

giore evidenza. Fin dalla pi remota antichit

polo era religioso


e forte, e

con

il

come era

disordine e

magun po-

onesto, laborioso, morale


la

decadenza

sta la

corru-

IL CONCILIO VATICANO.

358

zione e l'empiet:

la storia

contemporanea non ha an-

cora aggiunto n mutalo nulla all' insieme di questo


semplice concetto, e i tentativi e gli sforzi di menti
elevate, di tenaci volont e di poderosi sistemi per

confutarlo hanno naufragato innanzi alla potente logica


dei

fatti

e sono rimasti impotenti innanzi alla sua mi-

steriosa semplicit.

19. Questo sentimento religioso peraltro


tutti

gli altri

umana;

sentimenti che costituiscono

circoscritto nei suoi giusti

limiti,

la

come

vitalit

esercitato

rettamente, applicato razionalmente, mantenuto nel suo


giusto equilibrio con tutte le altre forze vitali anch'esse

necessarie

alla

conservazione dell'umanit, forma

grandi societ e

forti

popoli;

le

frastornato, sviato o

nel suo obbiettivo o nella sua forma, prepara o segue


la

loro decadenza, e

Tutte

non di rado perisce con

tutte le societ costituite

le civilt,

loro.

sono state

animate da una religione che rappresenta il loro misterioso legame con l' infinito, con Dio. Ve ne ha una
che informa
l'

le

piccole e disgraziate popolazioni del-

Affrica centrale,

come ve ne aveva una che informava

greche e la gigantesca societ romana;


finalmente ve ne ha una che informa, che

le gentili societ

come

stata,

ed , bench inconsciamente per molti, l'anima

della meravigliosa nostra civilt. L'arte che traduce in

caratteri indelebili lo spirito dei tempi, ha scritto nella

Divina Commedia, nella Disputa del Sacramento, e


sulla fronte dei

mondo,
a buon

il

templi sparsi sopra tutta

la faccia del

carattere di questa civilt, della quale

siamo

Questo sentimento relis


il vincolo morale che
gioso che per contenere in
dritto cos superbi.

359

CONCLUSIONE.
lega insieme
effetto

una
ed

il

una

societ, nel

parte della yita,

civilt,

con essa cresce e

forte sentire

la

segnano

incremento. Con essa

si

il

tempo stesso causa ed


germe,

si fortifica,

fase

di

lo spirito di

e la fede viva

fondazione e di

forbisce, sente l'influsso dello

svolgersi della ragione e

tende a divenire razionale.

Con

anima

essa s'ingentilisce ed

Due

tere ed alle arti.

fasi

e si disposa alle let-

sono queste che segnano

l'apogeo di una civilt. Con questa finalmente degenera e si corrompe, e la sovrabbondanza nelle forme
e l'abbandono della sostanza,

renza, ne segnano

il

una grande orbita per


duce in

tanti

il

bigottismo e l'indiffe-

decadimento. Quel che avviene in

epicicli

la storia di

minori per

un' epoca,
la storia

popoli e nella vita delle singole nazioni.

Il

si

ripro-

dei singoli

principio

invariabile, e le applicazioni e le partecipazioni sono


variabili

all'infinito.

Le prevaricazioni

degli

uomini

primo enei secondo caso non lo turbano, ma bens


solamente corrompono le loro societ. Le societ cor-

nel

si distruggono, ma altre se lo appropriano, lo


informano pi degnamente. Le societ e gli uomini

rotte

passano,

ma

il

mondo

destinato. Cos

il

sta e

compie

Paganesimo

gli alti fini, ai

caduto

ventevole corruzione per non rialzarsi

quali

con una spamai pi: non

un pagano sulla faccia della terra. Ed intanto il


Monoteismo giudaico, relativamente oscuro, e nascosto

esiste pi

un angolo dell' Impero Romano, si invece nella sua


decadenza trasformato nel Cristianesimo ed ha invaso

in

tutto

il

mondo.

Il

Cristianesimo ha gi

subito anche

esso una riforma, e con questa ha gi animato nuove


societ ed una nuova forma della moderna civilt. Di

IL CONCILIO VATICANO.

360
fasi

queste

la

specialmente, per

una parte sfugge

al

loro grande orbita,

e soprattutto

giudizio

uomini considerati indivi-

diretta della volont degli

dualmente: esse sono come

grandi vicissitudini della

le

materia; noi possiamo riscontrarle,

ma non

noi l'avanzarle o ritardarle d'un secondo.


parte e specialmente per
nella vita delle

quanto hanno
e

modo,

il

nazioni,

fuori e

al

uomini non isfuggono a

di responsabilit

complessiva per

nel quale si compiono.

pure cambiarla a sua

lecito a

Ma per una

loro svolgimento parziale

il

gli

non pu vivere senza una

azione

all'

Una

tempo

come

societ,

religione, cos non

posta.

il

Questo ordine

pu nepdi

fatti

disopra della sua azione ordinaria, della sua

mezzi

volont

effettibile, dei suoi

Ma una

societ pu, modificando se stessa, modificarla;

pu educare
care

il

il

calcolabili e concreti.

suo sentimento religioso, come pu educivile. Essa pu, educando si-

suo sentimento

multaneamente e progressivamente

sentimenti

suoi

ed operando egualmente, assiduamente e costantemente sopra le sue istituzioni civili e


e la sua ragione,

le

sue istituzioni religiose, acquistare lentamente quelil suo modo di sentire, la sua ragione e

l'armonia tra
la

sua volont, quell'unit d'azione coordinata in tutte


sue facolt, che sole costituiscono

.le

la

forza

la

grandezza di un popolo e di una nazione.


20. L' indagare e ridurre a cognizione certa e precisa
il

il

mistero dell'ordine morale e sociale;

punto dove

cessa

la

responsabilit

umana

il

definire

individuale

suoi grandi rivolgimenti, e dove nel tempo slesso


comincia la responsabilit degli uomini considerati indei

dividualmente, bench facenti parte di un tutto com-

361

CONCLUSIONE.
plessivo, di

una

societ,

il

quia,

al

quale

deve

Ma questo mistero
stare conlenta la umana gente.
non toglie nulla del suo valore alla responsabilit che

resta tutta intiera ad ogni popolo

per i suoi destini.


Pi esso vuole e sa esser forte e grande, pi ne allarga
i

confini; pi diviene forte e grande, e pi si fa esso

stesso l'arbitro della sua sorte: e l'incognita delle cause

e delle influenze generali perde tanto del suo valore,

quanto ne acquistano
che formano

la

le

somma

quantit cognite e determinate

sua sapienza e delle sue

della

virt.

21. Epilogando tutto quanto abbiamo discorso in

questa rapidissima disamina del


popolazioni cattoliche sotto
sociale e politico

vi

nelle

il

presente

stato

delle

triplice aspetto religioso,

ultime considerazioni che

abbiamo aggiunte, appariscono del pari evidenti

tre conclusioni.

Prima, che l'odierne relazioni

Chiesa e lo Stato e

fra la

condizioni religiose e civili delle

le

al nostro tempo sono,


sebbene con varie interpreta-

popolazioni nei paesi cattolici


a giudizio

universale

zioni, sconfortanti, pericolose all'ordine pubblico, e

insieme nocevoli

incremento

allo

della

civilt e della

religione. Seconda, che alla Chiesa stessa, per ragioni


di vitalit propria e per corrispondere pienamente alla
sua missione, importa modificare questo stato di cose.
Terza, che alla societ, non potendo essa vivere in

forma

civile senza religione,

a sua voglia,

darsi alla propria,


1

non potendola cambiare


se non pi, accomo-

preme ugualmente,

promovendone

State contenti,

umana

la

modificazione

gente, al quia.

Dante, Purg.,

Ili,

37.

362

IL CONCILIO VATICANO.

nella parte e nei limiti che la fondazione, l'indole e

principi! di

questa consentono. Conviene insistere so-

pra quest'ultima condizione, acciocch

due

interessi

possano incontrarsi e produrre un risultalo: ed inoltre


conviene anche insistervi, acciocch l'intera proposizione abbia per se stessa un senso pratico e non sia

una frase priva d'effetto. La riforma, in materia religiosa, non pu essere razionale nel senso assoluto, ma
solamente nel relativo, perch
e della fede si

compone

il

regno del sentimento


ed ha uno

di facolt speciali,

svolgimento tutto proprio: quindi proviene


di certi riformatori razionalisti che,

non

l'inefficacia

religiosi essi

provano a fabbricare una religione che possa


soddisfarli, e degli uomini di Stato che non sentendone
stessi, si

il

bisogno per se

sentimento con
ai nostri

riconoscono per

lo

vogliono fabbricare

la

gli altri.

fede con la ragione

lo scetticismo.

primi

secondi

il

Questo errore comune

giorni dimostra in coloro che vi partecipano

pi grande ignoranza dell' origine delle cose. l sentimento religioso non si promuove di animo deliberato con un disegno stabilito, simmetrico, razionale

la

a priori;

ma

come ogni

sentimento

si

svolge principalmente con l'educazione, ossia con

le

bens

forte

abitudini, le tradizioni, gli esempli, e particolarmente


si

nutre di

e per gli

affetti.

uomini

La sua giustificazione per


di Slato sta nei

suoi

effetti,

filosofi

meglio

che nelle sue cause,

le quali rimangono per loro il


che
non si conosce se non dalla
mistero, l'incognito
soluzione del problema, che del resto risoluto quoti-

dianamente

dalle

moltitudini

istituite

societ

quella educazione, con quelle tradizioni e

con

-quelli af-

363

CONCLUSIONE.

Ma queste

fetli.

subiscono

stesse moltitudini che

loro natura,

gliosa disposizione della

tal-

per meravi-

volta rapidamente, talvolta lentamente,


le

forti e

fonde convinzioni, ed hanno in complesso

1'

pro-

intuito

dell'onest e della giustizia, per


acutissimo che in loro tiene sovente luogo di

naturale, sintetico
istinto

ragione, non

sempre condurre

lasciano

si

mente, come

si

cos

facil-

crede, dai paradossi e dalle soper-

chiere.

Le

22.
cate,

tre affermazioni o conclusioni

quantunque

diversi, sono evidenti ed accettevole

da

che credono ad una societ di


intraprendere con

la storia

anzi

accettate

fare obbiezione

All'ultima possono

tutti.

sopra indi-

vi si possa giungere da punti affatto

filosofi.

coloro

Anzi che voler

vecchia e nuova

alla

mano

una discussione sopra questo soggetto, noi siamo convinti che coloro che seriamente , e non per moda o
professano questa fortunosa opinione, non
dubbiosa responsabilit in

pretesto,

in presenza della

possano
materia cos vitale per

la societ,

coscienziosi, non limitare

il

se

uomini gravi e

loro esperimento al

speculativo, prima di portarlo nel pratico:

il

campo

tempo

tutti. E con queanche costoro sul terreno pratico non cambiano nulla a quel che , a quel che costituisce, quale
la libert

fanno giustizia a tutto e a

sto riserbo

noi

la

conosciamo,

importa per

la

reali quotidiani

ipotesi

ma

la

vita

delle

conoscenza e
che non

sibbene con

si

le

la

dell'

umanit.

direzione degl'interessi

trattano per tentativi e per

norme che stanno

nella storia, nelle tradizioni,

scienza

nazioni, a quel che

nei

scritjte

costumi e nella co-

364

IL CONCILIO VATICANO.

23. Riesce dunque

da ogni lato che

si

consideri

del pari evidente che le nazioni cattoli-

la

questione,
che per uscire da questo stato anormale e morboso,
nel quale

si

quillamente
sare

agitano sterilmente, e per riprendere tranloro

il

cammino, hanno
fra

d'

uopo

di far ces-

principali elementi che

antagonismo
vernano e di coordinare sotto l'egida
l'

loro sentimento religioso e

il

civile per

le

go-

della libert

il

procedere senza

impacci e senza scossa al conseguimento dei loro destini, ed avviarsi senza grave preoccupazione nelle
oscure e cupe probabilit dell' avvenire.
24. Fin qui ne ha potuto condurre la via che

siamo

rebbe nel rischio


labirinto

delle

ci

Ogni ulteriore deduzione ne mette-

tracciata.

di uscire dai limiti

applicazioni

che costituiscono

tutti

e delle

per condurci nel

questioni parziali

conflitti fra la

Chiesa e

lo Stato

siamo imposti come limile da non doversi mai oltrepassare in questo breve saggio ogni

civile.

Noi

ci

argomento che riguardi direttamente questioni

teolo-

giche o anche semplicemente canoniche," perch sono


dalle quali giova ai profani tenersi lontano,
contentandoci di ragionare soltanto delle attinenze che

materie,

la

materia,

grali

con

di

cui trattiamo, ha strettissime ed

le quistioni sociali e politiche,

inte-

perch in que-

ste la cura

prende
volta

naturale della propria conservazione ridiritti suoi in ciascuno di noi. Se alcuna

abbiamo per poco sconfinato da questa

stato

senza volerlo e

tratti

traccia,

appunto dall'aderenza

intima che queste materie hanno fra loro. Conseguen-

temente

queste promesse, noi abbiamo riscontrato

fenomeni che

si

manifestano nelle societ cattoliche,

i
il

365

CONCLUSIONE.
distacco che si va operando in esse
fra la religione e la civilt

una

scienze,

zione
tutti

suprema

nel

civile,

una

in opposi-

ad una coscienza unica d'accordo con

loro sentimenti e

ogni giorno pi

sostituzione di due co-

ed una

religiosa

coli' altra,

la

loro facolt,

le

come guida

gi per se stesso difficile, del


indebolimento e i disordini che

cammino,

giusto e dell'onesto:

l'

da questa separazione e contraddizione conseguono per

unaformola

Chiesa in libero Slato, che

la libera

esse: avvegnach

un espediente

politica meravigliosa,

timamente trovato per

ot-

la vita ufficiale nelle

condizioni

presenti delle popolazioni cattoliche, una

forma so-

ciale impraticabile e particolarmente

sono

istituite

dominante

con una religione unica, e perci affatto


nei loro costumi e nella

Il

quello del

religioso

solo caso, nel quale essa

massimo aftievolimento

e dell'intero assorbimento

umana per

nazioni che

nella loro indole,

loro civilt.
si,

le

per

ma

pu avverar-

del
della

sentimento
coscienza

sua applicazione
un fatto e non una convinzione, e quindi la coscienza

lo Stato:

umana non pu esserne

pu essere

divisa in due.

fisicamente debole che

genza

e coscienza

pi alte cognizioni

la lor

civilt

soddisfatta,

La forza

l'uomo,

di

si sia

questo essere

sta nella

sua

intelli-

per

prima diviene capace delle

per

la

seconda di ogni grandezza.

altro che

una riunione

forza sta nella loro coscienza.

che

come non

la

Le nazioni non sono


e

lo Slato nella

Non

di

uomini,

vi gran

fondata sopra lo scetticismo; e non

societ che abbia perdurato in

grandezza nel conflitto


ed
irreconciliabile
permanente
degli elementi che la

costituiscono. Tutto ci noi

abbiamo discorso, perch

366
si

IL CONCILIO

VATICANO.

conteneva nella sfera delle considerazioni

politiche che ci

eravamo proposta

sociali e

ma non

con-

n'

cesso di andare pi oltre senza entrare pi avanti

che

nelle questioni

ci

siamo

tuttavia, senza mancare

al

Noi possiamo

vietate.

nostro proposito, sotto-

porre ancora alcuna considerazione generale che valga


a ridurre a maggior semplicit

la

questione cos spi-

nosa ed intricata, da apparire quasi insolubile, della


pacifica convivenza della Chiesa con lo Stato e le societ

moderne,

e particolarmente nelle nazioni catto-

liche che pi ci stanno a cuore.

25.

semplici:

damenti

fondamenti
i

la

della Chiesa Cattolica

Misteri rappresentano

morale.

sono assai

dogma,

il

Coman-

primi in ogni religione sfuggono


secondi

egualmente

al

giudizio della ragione

contengono

la

morale unica, eterna, universale, per

umana;

la quale riescono e si riprodurranno tutte le nazioni


che avranno vita. La sintesi dei primi come dei se-

condi sta scritta in queste laconiche e semplici parole:

In his duobus mandatis universa lex pendet. Biliges

dominum Deum tuum

et

proximum tuum

sicut

te

ipsum.
egli possibile che sia cos diffcile di accomodarsi con questo concetto? Ovvero, ve ne ha egli un
altro in alcuna legge passata o

avvenire pi idoneo e

pi conveniente per fondarvi una civilt?


sibile, in

che

si

del

tempo fuori

di

in

pos-

per opera degli

tempo, non possano, non debbano pi

egli

questi due mandati

elementi che lo han fatto, ossia

dificare nulla?

Chiesa, che in tulio ci

ordinato e stabilito in essa

uomini e
slessi

quanto riguarda

la

quanto riguarda

la

gli

uomini

disfare n

gli

il

mo-

societ, questi

367

CONCLUSIONE.

e questo stesso tempo potranno mai couna altrimenti ed altrove che dentro i limiti

uomini

stessi

stituirne

di quelli?

26.

Il

tempo e

gli

uomini

Questi due grandi fat-

tori

d'ogni ordine, d'ogni istituzione, d'ogni civilt,


compiono con diversa legge e diversa misura l'opera

loro.

tempo

Il

la

compie sempre,

pur troppo

-,

neces-

sariamente, irresistibilmente, e perci dell'opera del

tempo noi non possiamo occuparci


studiarla, riscontrarla e rispettarla.
degli uomini, che si

altrimenti che per

Non

cos dell'opera

compie eventualmente, volonta-

riamente e con libera scelta,

la

cui responsabilit

perci tutta nostra; ed in questo soggetto,


trattiamo, veramente

di

doci ad una certa altezza di concetti


le

passioni,

dono

il

le

onde noi

ciascuno di noi. Infatti levan-

distinzioni, le caste,

dove spariscono
i

popoli ripren-

loro carattere complessivo che determinato

dall'azione successiva o simultanea

menti che

li

compongono:

di

tutti

ele-

gli

e perci stato detto che

ogni popolo ha

la sorte che merita. Questo


assioma,
che per cause preponderanti pu incontrare eccezioni
speciali o temporanee, mostra in sostanza all'esperi-

mento

di

lungo tempo

tutti

caratteri di verit.

Le

co-

forma civile, la forma


stumanze,
d'un popolo sono opera sua, l'applicazione,
l'emanazione di se stesso: e se non potesse con V edule leggi, le virt, la

religiosa

cazione, lo studio,

la

volont modificarle,

il

libero

una parola vuota di senso e il mondo


preda di un fatalismo rivoltante ed ini-

arbitrio sarebbe

cadrebbe in

quo. Ora, quando una societ


diviene ammalata,

il

si

disordina,

primo fenomeno, che

decade,

vi si

mo-

368

IL CONCILIO VATICANO.

stra,

che ne

accagiona sempre qualche cosa

si

qualcuno dei mali che


gli

uni negli

tormentano e

Governi,

si

rigettano da-

le stte, la

Chiesa,

li-

tiranni,
preti, sono a volta a volta causa di
Tulli costoro hanno in verit, chi pi ristretta-

berali,
tutto.

altri:

la

mente, chi pi largamente, la loro responsabilit parper eccezione ed anche per regola sempre gra-

ziale e

vissima.
i

Ma

tutti

costoro son sempre noi: noi facciamo

loro contingenti, noi determiniamo la loro opportu-

nit e la loro

noi siamo

la

forma, noi costituiamo


loro forza.

Lo

la

loro potenza,

slato

morale, l'opinione
universale di un popolo quella che determina la moralit e il valore di tutte le autorit e le forze che lo

governano materialmente, moralmente, come queste


alla loro volta dirigono , preparano e dominano
quelle.
Cos ristabilito
bilit

il

criterio dell' azione e della responsa-

complessiva

classi di

di tutti gli elementi

un popolo

nella costituzione

del

tutte

di

le

suo ordine

sociale e nello svolgimento della sua prosperit, noi

cause dei pericoli

potremo pi facilmente rintracciare

le

e delle difficolt, in cui versano

nostre popolazioni,

le

e quindi anche rendere pi facile e pi giusta la

di-

stribuzione della responsabilit che ne tocca, e conoscere pi esaltamente quel che sia da farsi per ogni

mettervi riparo. Le condila dinamica in-

ordine, classe o ceto, a

zioni dell' opinione e dell' educazione e


tellettuale e

morale

delle nostre popolazioni le

nano ad agitarsi sempre

pi pericolosi. In quelle che

mare

le schiatte Ialine,

condan-

fra gli estremi pi opposti e

le

si

convenuto

quali formano

parte delle nazioni cattoliche, imprimete

il

la

di

chia-

massima

movimento

369

CONCLUSIONE.

dell'autorit e della fede; e le si vedranno procedere


con una logica spietata fino alla teocrazia e alla superstizione: risvegliate il sentimento di libert e 1' eserci-

zio della ragione; e con la stessa logica V anarchia di-

viene

il

solo limite, acu si arrestano

e l'empiet e

sociali e politici,

loro

movimenti

la

negazione d'ogni
cosa sono l'effetto di questa seconda orbita. La legge
dei contrasti e dei compensi riproduce ed alterna que-

dando

ste oscillazioni,
le

seconde

alle

prime

in

durala quel che

attribuiscono in intensit e in violenza.

si

schiatte, ogni volta che si concretano, si

Le nostre

nifestano in alcuna

ma-

forma o istituzione, sembrano

di-

menticare che solo nel giusto temperamento di quei


sentimenti e delle facolt concesse per ridurli in atto

pu consistere

la

loro vitalit

mantiene l'economia

della vita

come per esso


umana, sociale

viduale, di tutti e di ciascuno.

una

Il

passare

la

solo si
e indi-

vita

con

fase di superstizione e di tiranna, ed un'altra di

empiet e di anarchia,

gli

sarebbe per un individuo,

un popolo quel che


quale consumasse la met

per
il

crapula per restare digiuno neh" altra


met. Neil' uno e nell' altro caso il risultato la morte.

della vita nella

27.

abbastanza

poich abbiamo parlato di logica, non mai


l' insistere
sopra Y uso che si fa da noi di

quello istromento, che per la forma scolastica, per la

quale

si

immedesimato

risorgimento

nelle tradizioni

del

nostro

sovente per noi diventa fatale ed ha


le conclusioni pi formidabili che per

condotto a tutte

nessun' altra via


seguire.

La

si

sarebbero potute attendere o con-

logica nella

sata nel nostro

modo

forma,

nella quale essa pas-

di ragionare e di sentire,

un

370

IL CONCILIO VATICANO.

istromento imperfetto, con cui l'uomo


ferrare
v'

il

vero;

ha dubbio che

una macchina per

<T infanzia

queir

scintilla, si ottiene

la

Ma per

fare la verit.

mente umana

due proposizioni come con


la

prova ad

molte occasioni

sia stata in

aiuto all'infermit delia

sue epoche

si

artificio

le

due

di

af-

Non

grande

e soprattutto nelle

per

quale con

il

elettricit si

verit sopra ogni

produce
soggetto.

quanti servigi abbia potuto rendere, non con-

viene dimenticare che

che un

che

artificio e

finito, e che

non

l'infinito

si

questo non
racchiude nel

se dato a tutti di aspirare e di avvici-

non

narsi al vero,

di possederlo. Vi

che sfugge

alla fin dei conti

alla

egualmente dato a tutti e

sempre

sempre

in ogni verit qualche cosa

nostra conoscenza

e alla quale

me-

supplire con altre facolt che non sono quelle

stieri

facolt che conviene svolgere ed educare


usare
efficacemente. Questa ragione, perper poterle
ch niente nasconde il pericolo di condurre all'assurdo
della

mente,

come quel che per


natura chiamiamo

abitudine divenuta in noi seconda

la logica, e vi ci

conduce senza rime-

dio, perch vi ci conduce logicamente.

Ognuno

dei no-

un

sillogismo, perci durano s lungamente


e producono tante sventure. Per essa il sentimento restri

errori

condotto

ligioso

carattere, quello cio di essere


l'

anima

d'

una

civilt,

diviene

sue ultime deduzioni

alle

astratto, mistico, intollerante, perde


il

il

suo principale

compagno,

se ne dislacca,

s'isola e

il

fattore,

diviene in-

vece un ostacolo, una

difficolt talvolta insuperabile.

quella slessa logica

le

affatto

Con

nostre nature se ne spogliano

e incapaci di gradazioni

e di

mezze

tinte

per

deduzioni egualmente assolute l'abbandonano, e la so-

CONCLUSIONE.
ciet

sciolta cos da ogni

perde

la

374
di

legame

unit e di virt

sua forza, decade dal suo carattere e dalla sua

prosperit e finalmente
disordine. In

casi si seguito

ed in ambedue

gica inflessibile,

nell'anarchia e nel

disf

si

ognuno dei due

casi

una

lo-

siamo arrivati

all'assurdo.
28. Tutte queste considerazioni
in

un terreno comune

la

Chiesa e

la

hanno

gi posto

societ civile e ne

additano gi un punto comune, dove s'incontrano tutti


gl'interessi e
cessarii

donde pure possono

pratiche che possono condurre

blema sociale

le

alla

criterii ne-

soluzione del pro-

nelle popolazioni cattoliche.

veramente l'ultimo limite che


cos

trarsi

all'una e all'altra per venire alle applicazioni

compendioso e d'indole

Ma

cos generale.

egli

qui

un lavoro

concesso ad

Il

dedurre

conseguenze e le varie e molteplici applicazioni

appartiene per la sua parte ad ognuno, secondo che lo

consentano, anzi

determinino. le condizioni, nelle

lo

Non

quali circoscritta la sua azione.

terminare

punto ed

in ci che riguarda

in

qual

modo

le

la

ist a

Chiesa

noi

il

de-

fino a qual

modificazioni volute dall'esi-

stenza stessa delle societ cattoliche possono e debbono


avverarsi nelle sfere della legge; come non ist a noi
il

segnare

fatale

la

delle

via e
societ

limiti al

hanno un terreno fecondo


zio ad ogni benefica

gere utilmente

la

progresso irresistibile e

umane. L'una
d'

e le altre peraltro

ogni buon

effetto, propi-

combinazione, dove possono svol-

loro azione,

il

Vangelo e

la

libert.

Dei primo pu accomodarsi ogni legge civile. Nella seconda pu trovare luogo ogni istituzione religiosa. E
la

semplice e leale osservanza dell'una e dell'altra

372

IL CONCILIO VATICANO.

quel segreto che appunto per

mai scoperto

ancora

le arruffate passioni

pimenti

dell'

umanit

la

sua semplicit non

e chi sa se

gli

si

si

scoprir mai fra

speciosi e complicali conce-

29. Egli sarebbe pure assai desiderabile che esso


si

trovasse, poich noi non entreremo qui nell'ardua

questione^ dell' avvenire religioso del nostro tempo.

fuor di dubbio che

le

pertutto profondamente scosse, e niuno


gli

arcani

effetti

di

convinzioni religiose sono dap-

pu prevedere

queste grandi evoluzioni sociali

esse possonolrascinare con se istituzioni e societ intiere,

cambiare l'equilibrio

mondo; ma

sorti del

delle nazioni e

mutare

le

queste ipotesi sono tutte specula-

prenderle in considerazione non pu


riuscire ad alcuna conclusione certa ne ad alcun uso
tive e perci

il

pratico.

Quel che a noi importa

lunque

sieno

mondo,

alle

pericolo ed

le

condizioni

di

provvedere

nostre, a quelle che costituiscono


il

religiose universali
il

quadel

nostro

nostro danno e l'essenziale differenza del

nostro stato sociale da quello delle altre popolazioni


cristiane.

pi o

Fra queste finora la religione e la civilt con


costante armonia corrono tuttavia insieme

meno

confuse,

si

sopportano,

si

modificano scambievolmente,

convivono, se non senza divergenze, per senza odii


n rancori. Si invece definitivamente stabilita una
lotta

mortale nelle nostre popolazioni fra

il

principio

religioso rappresentato da un'Autorit esclusiva ed inflessibile,

con una forma assoluta ed immutabile in

tutte e singole le

sue parti, e

la

rivoluzione morale

che necessariamente e inevitabilmente esse subiscono,

compendiata anch'essa e concretala in un'altra forma

CONCLUSIONE.

373

egualmente organata e munita di grande autorit e


che tende sempre pi a divenir pure esclusiva, inflessibile ed assoluta. Le une come le altre obbediscono
alla

legge universale, seguono

destini che loro

une come

le

ma

le altre

con sorte ineguale

sono prefissi,
le seconde senza catastrofi e

e profondamente diversa:

neppure grandi sventure e sofferenze;


la

le

prime per
da

resistenza che cagiona l'impeto delle correnti,

cui son trascinate, seminando

la

loro via di danni e di

rovine. Questo quel che importa e non pu

non im-

portare a coloro che appartengono a queste nazioni,


le quali

hanno pur segnata

la

via percorsa di

cia di luce splendidissima, s che

rare

morale

una

trac-

ne avanza a rischia-

foschi e codardi dubbii sopra la loro inferiorit


e politica.

30. Perci,

prima

di

chiudere queste brevissime

considerazioni, noi non possiamo a


volgerci a quelle e

meno

di

non

ri-

rammentar loro che per quanto

vogliano ricercare nelle istituzioni le cause del

si

loro

anormale, tuttavia sono sempre i costumi che


fanno le leggi, quanto e pi che queste non facciano
stato

quelli e che

il

sentimento universale di una societ

l'elemento che costituisce l'atmosfra, della quale si


nutrono tutte le istituzioni viventi in essa , e che quindi
dall'

indole e dalla natura di questa atmosfera dipende

loro stessa vita o

la

loro morte.

Ora

necessario che le

nazioni cattoliche non solo vivano esse,

casione di rovina

alle altre:

di trovare finalmente

il

la

ma non

sieno oc-

ed pure necessario per esse

loro equilibrio morale. Questo

equilibrio morale, questa condizione essenziale di vita,

mestieri che esse lo sappiano, non

la

troveranno mai

374

IL CONCILIO VATICANO.

n sotto

gli

auspicii del misticismo inesorabile del par-

tito cattolico

nella piena dissoluzione d' ogni prin-

cipio.

Non

nulla

non nasce che

pure

in

la

troveranno nello scetticismo, perch dal


il nulla; non la troveranno
nep-

nuove

scissure, perch queste generano divi-

sioni, ire, discordie, e separando

la

parte operosa ed

ardita la indeboliscono, lasciando l'altra alla reazione

e ai rancori. Esse la troveranno solo in

una modifica-

zione profonda della loro maniera di sentire, opera


del pensiero e del tempo, per la quale le loro istituzioni religiose e le civili,

movendosi intorno

ai principii

eterni della morale e della verit, sapranno convivere

insieme ed immedesimarsi con


infinite accidentalit

delia

che

si

le

varie forme e

le

producono nello svolgimento

natura umana.

31. Se dall'altro lato noi potessimo farci ascoltare


con animo scevro da giudizii preconcetti, e da sospetti
di parte, da coloro, ai quali affidata ed incombe la
responsabilit dell' indirizzo dato alle istituzioni cattoliche, e dell'azione

che queste esercitano sopra

polazioni che vi sono informate, noi

potremmo

mente dimostrare loro che, quantunque


tempi

sia

religiose,
i

le

po-

facil-

lo spirito dei

generalmente poco propizio alle credenze


pur tuttavia sta in fatto chele vere resistenze,

conflitti pericolosi, le ire e le catastrofi

non

si

pro-

ducono mai sopra soggetti che sieno esclusivamente


religiosi e d'indole meramente speculativa, e ne anche sopra soggetti che direttamente riguardino la fede
o la morale: ma bens esse si avverano sopra materie
e

forme che sono sempre pi

politiche che religiose,

pi disciplinari che assolutamente dommatiche e nep-

CONCLUSIONE.

pur morali; pi materiali che

375

ed eterna, e

le leggi

quindi non solo evidente,

queste

si

ci addi-

morale unica

la

che rappresentano

forme sono

plici applicazioni e

spirituali.

viene senza ragione naturale, perch

sue molte-

le

variabili e passeggere.

ma

anche logico che

cambino e che intorno a queste

si

agiti

il

movimento

sociale, ed eserciti pressione

dei tempi,

mentre intorno a quella non pu esservi


n serio antagonismo fuori di

valevole
quello

il

progresso

contrasto

eterno del bene e del male

le

cui vicende

sono d'ogni tempo e d'ogni

istituzione,

scritte nei destini dell' universo.

Non

e stanno

vi sono due veri

come non vi sono due beni che si contradiNon vi un vero per la Chiesa ed un altro per
lo Stato. Non vi un vero per la religione ed un altro
per la scienza. E non vi un bene per una nazione
opposti,

cano.

che

sia

un male per

artificiali e

un'altra. Tutte queste antitesi

Quindi che una religione vera e

sono

un errore.
grande, una reli-

contengono sempre dentro

di s

gione che abbia veramente solida e larga base nella


terra ed alto

vertice al cielo,

il

non pu trovarsi

in

vera e reale opposizione con nessun Vero e con nessun bene. Essa pu invece e deve trovarla solo e sempre nel male. Ora
condizioni che

il

dove

bene e

la

la lotta

si

e che tutte le forze vive ed ordinate


si

presenta in

un

verit son tutti da

tali

lato

dell'umanit vi

raggruppano intorno, allora il male si rimpiccolisce


torna al suo posto di soggezione e d' inferiorit ,

quello che

ch

la

gli

destinato dall'ordine universale, per-

sua esistenza sia possibile. Allora pure

pi quanto pi

si

ravvicina a questo ideale,

e tanto
si

pr-

IL CONCILIO VATICANO.

376

ducono quelle
scono

felici

combinazioni, dalle quali scaturi-

grandi nazioni, e tanti problemi sociali e

le

che a priori sembrano insolubili,


nebbia ai raggi del sole.

si

politici

come

32. Questo ci,

mente

le

ad avere

di

disciolgono

che abbisognano principal-

nazioni cattoliche: abbisognano di tornare


rettificato

reso pi chiaro e semplice

il

bene e del male: abbisognano di essere


sollevate da tutto il male artificiale, onde sono state
criterio del

sopraccaricate, perch tornino ad

mento chiaro
loro forze

gnano

e semplice del

avere

male reale e perch

le

sieno valide a combatterlo. Esse abbiso-

inoltre di essere condotte in

mento con

discerni-

il

lo spirito e

informa

non con

questo combatti-

la lettera,

perch

lo spi-

neppur giunge a
correggerli. Quid leges sine moribus ? Per conseguire
rito

un

costumi,

e la lettera

tanto effetto molti elementi necessario che inter-

vengano: e dapprima che le Autorit che


ed i principii che le informano non sieno
di

un concetto

dal resto del

dirigono

il

prodotto

parziale, esclusivo, assoluto ed isolato

mondo, ma bens trovino

le loro radici,

le

sieno

il

portato della

l'

une e

gli altri

opinione universa-

le, dello spirito universale della Chiesa;

perch solamente cosi vi troveranno accesso e vi saranno rappresentale tutte

le

comportabili con

pi varie forme del bene che sieno


suo carattere e con la sua unit.

il

sua gerarchia, invece di

Quindi necessario che

la

essere l'espressione della

somma

di tutti

diritti, sia

della
quel che gi fu nella sua origine, V espressione

somma

di tutti

primo desiderato

la

sacrificii e di tutte le virt.

religione sfugge

al

Per

il

pericolo di dive-

377

CONCLUSIONE.
nire l'arma,

il

segnale d'un partito, per rimanere quel

che essa deve essere in veril,


l'

ordine sociale,

il

il

benefattore,

legame,
l'amico

lo spirito deldell'

umanit.

secondo essa diviene operosa, scende dalle speculazioni astratte per entrare nel terreno dei fatti,

Per

il

ove non
zione e

si

la

fa

cammino che con Y esempio,

ha compiuto

la

sua missione:

stro potere e perci

la

l'abnega-

virt. Ridotte le cose a questo punto, essa

anche

alla

il

resto sfugge al no-

nostra responsabilit:

sorte delle nazioni torna nelle

Ma

mani

di chi ha di-

punto nostra la
responsabilit, nostro ogni male che scaturisce da uno
stalo di cose che con le nostre mani noi abbiamo creato,
sposto l'universo.

fino a quel

e che a dispetto dell'evidenza e della ragione mante-

niamo gelosamente

una costanza degna

e con

di

una

molto miglior causa.


33.

Quando non

pi volte addotte,
nella quale si

la

fossero le ragioni altrove

vi

forma specialissima

compiono

le

tutta propria,

evoluzioni interne e

le

ma-

nifestazioni esterne della Chiesa, ne tratterrebbe per se


sola dall'entrare in discussioni particolareggiate,

det-

tar leggi o far proposte speciali su questa materia alle

Autorit che

mia.

la

guidano e presiedono

fondamenti, sopra

legami,

loro movimenti,

proprie ed inaccessibili
estranee

alle

alla

sua econo-

quali esse riposano,

loro

reggono con leggi tutte


considerazioni che le sono

si

e quindi sul terreno pratico e delle applica-

zioni ogni ricambio d' idee

sente delle cose

con esse nello stato pre-

mancherebbe, per lo meno, per noi di


un linguaggio comune, nel quale potesse operarsi. Egli
perci che come avviene oggi allo Stato per la sua

378

IL CONCILIO VATICANO.

parte, cos anche la Chiesa non


se stessa

modi, le forme, i
nuove condizioni create

nelle

e dalla storia.

pu trovare che da

limiti, in cui adagiarsi


fra gli

uomini dai tempi

questo il solo senso, nel quale la parola conciliazione pu avere un significato , cio come

punto di arrivo e non come segnale di partenza. Sia


quindi ad essa il trovare il modo di comporre la sua
sostanza, ossia

la

sua fede e

sua morale, nelle

la

nuove forme, con lo svolgimento maggiore della ragione e con le nuove condizioni sociali e civili delle
nazioni, cio

il

comporre

tutto quel che

ha

bene

di

con quel che v'ha di bene nella scienza, nel dicostumi costantemente moventisi e progre-

in s

ritto, nei

dienti

deir umanit. Sta ad essa nei burrascosi

menti

di

tempi

transizione, per

le societ

quali passano

l'essere

umane,

un

mo-

nostri

ai

benefcio anzich

un ostacolo, l'essere un'ancora anzich uno scoglio,


dove vanno a rompersi gli sforzi di coloro che posti,
pel loro stato o

semplicemente per

lere, nelle condizioni di

reggere

il

il

loro

timone

buon vodi

queste

navi sbattute dal fiotto dell'onda sociale, devono neces-

sariamente o tenersene

al

largo o cadervi infranti, lai

frantumi sparsi delle so-

momento

stesso, nel quale mani-

sciando in bala delle acque


ciet naufragale e distrutte.

34. In questo

festamente scossa dalle


che la

commovono

gravi e molteplici questioni


turbano forte, essa si era

la

condotta a convocare ed aveva riposta


nei suoi Stati Generali

nella sua

la

sua fiducia

Assemblea Ecumeni-

ca, proprio per trovarvi le desiderate soluzioni; stava

pi particolarmente ad essa di riuscire al fine,

al

quale

CONCLUSIONE.

379

tempo stesso i suoi propositi e i suoi


preliminari non hanno risposto all' altissima

r indirizzavano nel
destini.

eppur ancora stimma lex per essa, perch

richiesta,

salvezza pubblica lo richiede, di trovare nelle in-

la

finite forze della

sua costituzione interna, forse anche

sua stessa autorit, nella sua esperimentata abitudine alle pi ardue e difficili interpretazioni, che vi
nella

si

contengono, ovvero, quel che sarebbe anche pi sa-

una larga e profonda discussione, un mezzo,


un elemento, un sentiero per avviarsi almeno ad

lutare, in

una possibile soluzione del gran problema che importa


alla vita della

egualmente
le

Chiesa e all'esistenza di tutte

nazioni cattoliche.
35. Infatti, per quanto sia vero che la modifica-

zione del sentimento religioso di un popolo in faccia


al

sia

razionalismo pi indipendente e pi intemperante


opera talmente ardua, talmente piena di mezze

tinte impossibili a rendersi

scriversi n compiersi

con

dalla Chiesa

sue leggi;
pi sopra,

ma
l'

a priori, che non pu deStatuto politico, n

come uno

suoi canoni, ne dallo Stato con le

che debba essere, come abbiam detto

opera complessiva del tempo,* di tutto e di

tutti; pur, se ad alcuno pi direttamente lecito

volgersi con alcun

titolo

e senza

stizia, egli a coloro, cui fu

dovessero uscire nel


1

specialmente detto che


cercare e riportar

mondo per

e ai quali fu anche aggiunto,

frutto;
a questa

come commento

missione, che un albero buono non pu re-

Ego

ri-

commettere ingiu-

elegi

vos et posui vos ut eatis et fruclum afferaiis

cius vester maneat. Joan,

XV,

46.

et fru-

380

IL CONCILIO VATICANO.

care frutti cattivi.


fu fatto richiesta

coloro infine, dei quali, quando

a qual segno

si

sarebbero potuti

ri-

conoscere questi profeti, questi apostoli della buona


novella e della verit, questi, a cui era confidata una
cos delicata missione,

non

fu risposto che

si

dovesse

riguardare per tale effetto alla sapienza delle loro


leggi, all'armonia simmetrica delle loro costituzioni,

somma

alla

di

dei beni da loro posseduti,

potenza, a che fossero

giunti, e molto

loro privilegi o alle loro vesti

mente che
bero

si

Non

ma

riconoscerebbero

Igitur ex

friictibiis

potest arbor

eorum

al

al

grado

meno

frutto

che fareb-

cognoscetis eos.

Iona malos fructus facere. S. Matteo, VII,

San Matteo, VII, 20.

ai

fu detto semplice-

'18.

381

DOCUMENTI

Documento

I.

SANCTISSIMI DOMINI NOSTRI

PII
DIVINA PROVIDENTIA

TAPAE

IX.

LITTERAE APOSTOLICAE
QVIBVS
INDICITVR OECVMENICVM GONCILIVM

ROMAE HABENDVM
ET DIE IMMACVLATAE CONCEPTIONI

DEIPARAE VIRGINIS SACRO AN. MDCCCLXIX


INCIPIENDVJI.

PIVS EPISCOPVS
SERVVS

SERVORVM DEI

Ad futuram

rei

niemoriam.

Aeterni Patris Unigenitus Filius propter nimiam, qua nos


universum humanum genus a peccati iugo,
ac daemonis captivitate, et erre-rum tenebris, quibus primi parentis culpa iamdiu misere premebatur, in plenitudine temporum vindicaret, de cadesti sede descendens, et a paterna gloria
non recedens, mortalibus ex Immaculata Sanctissimaque Virgine Maria indutus exuviis, doctrinam, ac vivendi disciplinam
e caelo delatam manifestava, eamdemque tot admirandis operibus testatam fecit, ac semetipsum tradidit pr nobis, oblationem et hostiam Deo in odorem suavitatis. Antequam vero, devicta morte, triumphans in caelum consessurus ad dexteram
Patris conscenderet, misit Apostolos in mundum universum, ut
praedicarent evangelium omni creaturae, eisque potestatem dedit regendi Ecclesam suo sanguine acquisitam, et constitutara,
quae est columna et firmamentum ventatisi, ac caelestibus ditata
thesauris tutum salutis iter, ac verae doctrinae lucem omnibus
populis ostendit, et instar navis in alium saeculi huius ita natat,
dilexit, caritatem, ut

382

IL CONCILIO

VATICANO.

ut, pereunte mundo, omnes quos suscipit, servet illaesos.* Ut autera eiusdem Ecclesiae regimen recte semper, atque ex ordine
procederet, et omnis christianus popalus in una semper fide,
doctrina, cantate, et communione persisteret, tum semetipsum

perpetuo affuturum usque ad consummationem saecnli promisit,


tum etiam ex omnibus unumselegit Petrum, quem Apostolorum

Principem, suumque hic in terris Vicarium,, Ecclesiaeque caput,


fundamentum ac centrum constituit, ut cum ordinis et honoris
gradu, tum praecipuae, plenissimaeque auctoritatis, potestatis,
ac iurisdictionis amplitudine pasceret agnos, et oves, confirmaret fratres, universamque regeret Ecclesiam, et esset carli ianitor, ac ligandorum, solvendorumque arbiter, mansura etiam in

2
Et quoniam Ecclesiae
ab
eodem Christo institueiusqne regimen
permanere debet, iccirco in Romanis Pontificibus Petri successoribus
qui in hac eadem Romana Petri
Cathedra sunt collocati, ipsissima suprema Petri in omnem Ecclesiam potestas, iurisdictio, Primatus pienissime perseverat,

caelis

iudiciorum suorum

definitione.

unitas, et integritas,
tum perpetuo stabile

ac viget.
Itaque Romani Pontifices omnem Dominicum gregem pascendi potestate et cura ab ipso Christo Domino in persona
Beati Petri divinitus sibi commissa utentes, nunquam intermiserunt omnes perferre labores, omnia suscipere Consilia, ut a
solis ortu usque ad occasum omnes populi, gentes; nationes
evangelicam doctrinam agnoscerent, et in veritatis, ac iustitiae
viis ambulantes vitam assequerentur aeteroam. Omnes autem
norunt quibus indefessis curis iidem Romani Pontifices fidei deinstitupositimi, Cleri disciplinam, eiusquesanctam, doctamque
tionem, ac matrimonii sanctitatem dignitatemque tutari , et
christianam utriusque sexus iuventutis educationem quotidie
magis promovere, et populorum religionem, pietatem, morumque honestatem fovere, ac iustitiam defendere, et ipsius civilis
societatis
ordini, prosperitati , rationibus consu-

tranquillitati,
lere studuerint.

Neque omiserunt ipsi Pontifices, ubi opportunum existimarunt, in gravissimis praesertim temporum perturbationibus, ac
sanctissimae nostrae religionis , civilisque societatis calamitatibus generalia convocare Concilia, ut cum totius catholici orbis
Ecclesiam Dei,
EpiscOpis, quos Spiritus Sanctus posuit regere
collatis consiliis, coniunctisque viribus ea omnia provide, sa1

depienterque constituerent, quae ad fidei potissimum dogmata


ad catholicam
fnienda, ad grassantes errores profligandos,
ad ecpropugnandam, illustrandam et evolvendam doctrinam,
clesiasticam tuendam ac reparandam disciplinam, ad corruptos
populorum mores corrigendos possent conducere.
Iam vero omnibus compertum, exploratumque est qua hor1

San Max., Serm. 89.


San Leo Serm. II.
,

DOCUMENTI.

383

tempestate nunc iactetur Ecclesia, et quibus quantisque


malis civilis ipsa affligatur societas. Etenim ab acerrimis Dei
hominumque hostibus catholica Ecclesia, eiusque salutaris doctrina, et veneranda potestas, ac suprema huius Apostolicae
Sedis auctoritas oppugnata, proculcata, et sacra omnia despecta,
et ecclesiastica bona direpta, ac Sacrorum Antistites, et
spectatissimi viri divino ministerio addicti, hominesque catholicis
sensibus praestantes modis omnibus divexati, et Religiosae Familiae extinctae, et impii omnis generis libri, ac pestiferae
ephemerides, et muitiformes perniciosissimae sectae undique
diffusae, et miserae iuventutis institutio ubique fere a Clero
ribili

quod peius est, non paucis in locis iniquitatis, et ercommissa.Hinc cum summo Nostro, et honorum
omnium moerore, et nunquam satis deplorando animarum
amota,

et

roris magistris

damno ubique adeo propagata


ptio, et effrenata licentia, ac

est impietas,

morumque

corru-

pravarum cuiusque generis opinio-

num, omniumque vitiorum, et scelerum contagio, divinarum,


humanarumque legum violatio, ut non solum sanctissima nostra
religio, verum etiam humana societas miserandum in modum
perturbetur, ac divexetur.
In tanta igitur calamitatum, quibus cor Nostrum obruitur,
mole supremum Pastorale ministerium Nobis divinitus commissum exigit, ut omnes Nostras magis magisque exeramus vires
ad Ecclesiae reparandas ruinas, ad universi Dominici gregis

salutem curandam, ad exitiales eorum impetus conatusque reprimendos, qui ipsam Ecclesiam, si fieri unquam posset, et civilem societatem funditus evertere connituntur. Nos quidem,
Deo auxiliante, vel ab ipso supremi Nostri Pontificatus exordio

nunquam pr gravissimi Nostri officii debito destitimus pluribus


Nostris Consistorialibus Allocutionibus, et Apostolicis Litteris
Nostrani attollere vocem, ac Dei, eiusque sanctae Ecclesiae causanti Nobis a Christo Domino concreditam omni studio constanter defendere,
atque huius Apostolicae Sedis, et iustitiae, veritatisque iura propugnare, et inimicorum hominum insidias
detegere, errores, falsasque doctrinas damnare, et impietatis
sectas proscrivere, ac universi Dominici
gregis saluti advigilare
et consulere.

Verum

illustribus

Praedecessorum Nostrorum

vestigiis in-

haerentes, opportunum propterea esse existimavimus, in Generale Concilium, quod iamdiu Nostris erat in
votis, cogere omnes
Venerabiles Fratres totius catholici orbis Sacrorum Antistites,
qui in sollicitudinis Nostrae partem vocati sunt. Qui quidem
Venerabiles Fratres singulari in calholicam Ecclesiam amore
incensi, eximiaque erga Nos, et Apostolicam
tate et observantia
spedati, ac

hanc Sedem

pie-

de animarum salute anxii,

et

sapientia, doctrina, eruditione praestantes, et una Nobiscum


tristissimam rei cum sacrae tura
publicae conditionem maxime
dolentes, nihil antiquiushabent, quam sua Nobiscum communicare, et conferre Consilia, ac salutaria tot calamitatibus adhi-

384

IL CONCILIO

VATICANO.

bere remedia. In Oecumenico enim hoc Concilio ea omnia accuratissime examine sunt perpendenda, ac statuenda, quae
bisce praesertim asperrimis temporibus maiorem Dei gloriam,
et fidei integritatem, divinique cultus decorem,
sempiternamque

hominum

saluterei, et utriusque Cleri disciplinam,

eiusque salu-

tarem, solidamque culturam, atque ecclesiasticarum legum


observantiam, morumque emendationem, et christianam iuventutis institutionem, et communem omnium pacem et concordiam
in primis respiciunt. Atque etiam intentissimo studio curandum
est, ut, Deo bene iuvante, omnia ab Ecclesia, et civili societate
amoveantur mala, ut miseri errantes ad rectum veritatis, iustitiae, salutisque tramitem reducantur, ut vitiis, erroribusque
eliminatis, augusta nostra religio eiusque salutifera doctrina ubique terrarum reviviscat, et quotidie magis propagetur, et dominetur, atque ita pietas, honestas, probitas, iustitia, caritas

omnesque cbristianae

virtutes

cum maxima bumanae societatis


Nemo enim inficiari unquam

utilitate vigeant, et efflorescant.

poterit, catholicae Ecclesiae, eiusque doctrinae vim non solum


aeternam hominum salutem spedare, verum etiam prodesse
temporali populorum bono, eorumque verae prosperitati, ordini,

ac tranquillitati, et humanarum quoque scientiarum progressui


ac soliditati, veluti sacrae ac profanae historiae annales splendidissimis factis dare aperteque ostendunt, et constanter, evidenterque demonstrant. Et quoniam Christus Dominus illis verbis Nos minfice recreat, refcit, et consolatur: Ubi sunt duo vel
tres congregati in nomine meo ibi sum in medio corum;
iccirco
dubitare non possumus, quin Ipse in hoc Concilio Nobis in
abundantia divinae suae gratiae praesto esse velit, quo ea omnia
statuere possimus , quae ad maiorem Ecclesiae suae sanctae utilitatem quovis modo pertinent. Ferventissimis igitur ad Deum
luminum Patrem in humilitate cordis Nostri dies noctesque
fusis precibus hoc Concilium omnino cogendum esse censuimus.
Quamobrem Dei ipsius omnipotentis Patris, et Filii, et
Spiritus Sancti, ac beatorum eius Apostolorum Petri et Pauli
1

auctoritate, qua Nos quoque in terris fungimur, freti et innixi,


de Venerabilium Fratrum Nostrorum S. R. E. Cardinalium Consilio et assensu, sacrum Oecumenicum et Generale Concilium
in hac alma Urbe Nostra Roma futuro anno millesimo octingentesimo sexagesimo nono, in Basilica Vaticana habendum, ac die
octava mensis Decembris Immaculatae Deiparae Virginis Mariae
Conceptioni sacra incipiendum, prosequendum, ac Domino
adiuvante, ad ipsius gloriam, ad universi Christiani populi salutem absolvendum, et perficiendum hisce Litteris indicimus,
annuntiamus, convocamus et statuimus. Ac proinde volumus,
iubemus, omnes ex omnibus locis tam Venerabiles Fratres Pa-

triarchas, Archiepiscopos, Episcopos, quam Dilectos Filios Abbates, omnesque alios, quibus iure, aut privilegio Conciliis
1

Matth., cap.

XVIII

v. 20.

DOCUMENTI.

385

Generalibus residendi et sententias in eis dicendi facta est potestas, ad hoc Oecumenicum Concilium a Nobis indictum venire
debere, requirentes, hortantes, admonentes, ac nihilominus eis
vi iurisiurandi, quod Nobis, et huic Sanctae Sedi praestiterunt,
ac sanctae obedientiae virtute, et sub poenis iure, aut consuetudine in celebrationibus Conciliorum adversus non accedentes
,

proponi solitis, mandantes, arcteque praecipientes, ut


ipsimet, nisi forte iusto detineantur impedimento, quod tamen
per legitimos procuratores Synodo probare debebunt, Sacro
huic Concilio omnino adesse, et interesse teneantur.
In eam autem spem erigimus fore, ut Deus, in cuius manu
ferri, et

sunt hominum corda, Nostns votis propitius annuens ineffabili


sua misericordia et gratia efficiat, ut omnes supremi omnium
populorum Principes, et Moderatores praesertim catbolici quotidie magis noscentes maxima bona in humanam societatem ex
catholica Ecclesia redundare, ipsamque firmissimum esse Imperiorum, Regnorumque fundamentum, non solum minime impediant, quominus Venerabiles Fratres Sacrorum Antistites, aliique omnes supra commemorati ad hoc Concilium veniant,
verum etiam ipsis libenter faveant, opemque ferant, et studiosissime, uti decet Catholicos Principes, iis cooperentur, quae in
maiorem Dei gloriam, eiusdemque Concilii bonum cedere
queant.
Ut vero Nostrae hae Litterae, et quae in eis continentur ad
notitiam omnium, quorum oportet, perveniant, neve quis iliorum ignorantiae excusationem praetendat, cum praesertim etiam
non ad omnes eos, quibus nominatim illae essent intimandae ,
tutus forsitan pateat accessus, volumus, et mandamus, ut in
Patriarchalibus Basilicis Lateranensi, Vaticana, et Liberiana,
cum ibi multitudo populi ad audiendam rem divinam congregari solita est, palam clara voce per Curiae Nostrae cursores,
aut aliquos publicos notarios legantur, lectaeque in valvis dietarum Ecclesiarum, itemque Cancelleriae Apostolicae portis, et
Campi Florae solito loco, et in aliis consuetis locis affigantur,
ubi ad lectionem et notitiam cunctorum aliquandiu expositae
pendeant, cumque inde amovebuntur, earum nihilominus exempla in eiusdem locis remaneant affixa.

Nos enim per huiusmodi


lectionem, publicationem, affixionemque, omnes, et quoscumque, quos praedictae Nostrae Litterae comprehendunt, post
spatium duorum mensium a die Litterarum publicationis et
affixionis ita volumus obligatos esse et adstrictos, ac si ipsismet
illae coram lectae et intimatae essent,
transumptis quidem earum, quae manu pubblici notari scripta, aut subscripta, et sigillo personae alicuius Ecclesiasticae in dignitate constitutae
munita fuerint, ut fides certa, et indubitata habeatur, mandamus ac decernimus.
Nulli ergo omnino hominum liceat hanc
paginam Nostrae
indiclionis, annuntiationis, convocationis, statuti, decreti, mandati, praecepti,etobsecrationis infringere, vel ei ausu temerario

25

386

IL CONCILIO VATICANO.

autem hoc attentare praesumpserit, indignationem Omnipotentis Dei, ac Beatorum Petri et Pauli Apostolorum eius se noverit incursurum.

contraire. Si quis

Datum Romae apud Sanctum Petrum Anno Incarnationis


Dominicae millesimo octingentesimo sexagesimo octavo, tertio
kalendas

Iulias.

Pontificatus Nostri

EGO PIVS
>

Anno

Yicesimotertio

CATHOLICAE ECCLESIAE EPISCOPVS

Ego Marius Episc.

Loco >$< Signi


Ostiensis et Veliternus

Card. Decanus

Mattei Pro-Datari us.


>$<

Ego Constantinus Episc. Portuen.

et

S.

Rufinae

Card.

Patrizi.

Aloisius Episc. Praenestinus Card.


Cancellarius.

ggt

Ego

Ego Nicolaus

>

Ego Fabius Maria

Amat

S.

R. E. Vice-

Episc. Tusculanus Card. Paracciani Clarelli


a Secretis Brevium.
%< Ego Camillus Episc. Albanus Card. Di Pietro.
j& Ego Carolus Augustus Episc. Sabinensis Card. De Reisach.
> Ego Philippus Tit. S. Laurentii in Lucina Proto-Presb.
Card. De Angelis Archiep. Firmanus, et S. R. E. Camerari us.
Tit. S.

Stephani in Monte Coelio Presb.

Card. Asquini.

Alexander

Tit. S. Susannae Presb. Card. Barnab.


Ioseph Tit. S. Mariae in Ara Caeli Presb. Card. Milesi.
Petrus Tit. S. Marci Presb. Card. De Silvestri.
Carolus Tit.. S. Mariae de Populo Presb. Card. Sacconi.
>$(
Angelus Tit. SS. Andreae et Gregorii in Monte Coelio
Presb. Card. Quaglia.
Ego Fr. Antonius Maria Tit. SS. XII Apost. Presb. Card.
Panebianco Poenitentiarius Maior.
> Ego Antoninus Tit. SS. Quatuor Coronator. Presb. Card.
De Luca.
Ego Ioseph Andreas Tit. S. Hieronymi Illyricorum Presb.
Card. Bizzarri.
Ego Ioannes Bapt. Tit. S. Callixti Presb. Card. Pitra.
>& Ego Fr. Philippus Maria Tit. S. Xysti Presb. Card. Guidi
Archiep. Bononiensis.
>5< Ego Gustavus Tit. S. Mariae in Transpontina Presb. Card.
d'Hohenlohe.
>%> Ego Aloisius Tit. S. Laurentii in Pane Perna Presb. Card.

%<
gg
>&
i%

Ego
Ego
Ego
Ego
Ego

Bilio.

>$<

Ego Lucianus Tit. S. Pudentianae Presb. Card. Bonaparte.


Ego Ioseph Tit. SS. Marcellini et Petri Presb. Card. Be-

>

Ego Raphael

>

rardi.

Monaco.

Tit. SS.

Crucis in Hierusalem Presb. Card.

DOCUMENTI.

Ego Iacobus

S.

Mariae

in

38/

Via Lata Proto-Diac. Card. An-

tonella
>$<
>$t

%*

Ego Prosper S. Mariae Scalaris Diac. Card. Caterini.


Ego Theodulphus S. Eustachii Diac. Card. Mertel.
Ego Dominicus S. Mariae in Domnica Diac. Card. Consolini.

Ego Eduardus SS.


Ergo Hannibal

S.

Viti et Modesti Diac. Card. Borromeo.


Mariae in Aquiro Diac. Card. Capalti.

M. Card. Mattei Pro-JDatarius

N. Card. Paracciani Glarei.li.


Visa de Curia D. Bruti

Loco-\-Vlumbi
Rcg. in Secretarla

Brevium

I.

Cugnionius.

(Dalla Civilt Cattolica, 48 luglio 4868.)

Documento

II.

Corrispondenza di Francia.

Per ci che riguarda la parte dommatica, gi dissi che i


cattolici desidererebbero che il futuro Concilio Ecumenico promulgasse le dottrine del Syllabus. Potrebbe darsi che il Concilio, enunciando con forinole affermative e col necessario svolgimento le proposizioni stanziate nel Syllabus, sotto forma
negativa, facesse compiutamente sparire il malinteso che sussiste non solo nelle sfere del potere, ma ben anco in un gran
numero d'intelligenze per altro colte, ma non intendenti di stile
teologico. Checch ne sia, coli' andar del tempo i pregiudizi! si
dilegueranno, gli occhi si avvezzeranno alla luce, e la verit,
essendo immortale, trionfer colle sole sue forze.
I cattolici riceveranno con
gioia la proclamazione del futuro
Concilio sull'infallibilit dommatica del Sommo Pontefice. Essa
riuscirebbe indirettamente ad annullare la famigerata Dichiarazione del 1682, senza che fosse necessaria una speciale discussione di quei malaugurati quattro articoli, che furono per si
gran tempo l'anima del Gallicanismo. Nessuno per si dissimula
che il Sommo Pontefice, per un sentimento di augusta riserbatezza, non voglia da per s prendere l' iniziativa di' una proposizione, che sembra riferirsi a lui direttamente. Ma si spera che
la manifestazione unanime dello
Spirito Santo per la bocca dei
Padri del futuro Concilio Ecumenico la definir per acclama5.

zione.

Finalmente un gran numero di cattolici emettono il voto


futuro Concilio chiuda il ciclo degli omaggi resi dalla
Chiesa alla Vergine Immacolata, promulgando il dogma della
gloriosa Assunzione di lei.
Siffatti sono i voti in ci che
riguarda il dogma. I bisogni
della Chiesa di Francia, in ci che
spetta alla disciplina, sono

che

il

388

IL

CONCILIO VATICANO.

molteplici ed esigono spiegazioni pi estese, che io prendo la


liberta di rimettere ad una prossima corrispondenza.
E altrove:
Il presentimento delle traversie politiche, che forse potrebbero nascere, nell'animo di molti si combina con una non sa
quale confidenza di un esito fortunato. Bisogna altres avvertire,

come una nota

caratteristica, la persuasione quasi direi universale, che trovasi nella pi parte dei cattolici. Essi credono cheli futuro Concilio sar molto breve, e che rassomiglier
sotto
questo rispetto a quello di Calcedonia. Questa idea non procede
soltanto dalle difficolt sentite di tenere ora lunga assemblea; ma
rampolla anzi tutto dal sentimento che i Vescovi di tutto il
mondo si troveranno d'accordo nelle quistioni principali, in
guisa che la minorit, per quanto eloquente esser possa, non
potr durarla in una lunga opposizione. Finalmente non potrebbero non vedersi senza un certo stupore delle lotte prolungate
di opinioni e di discorsi nel seno del futuro Concilio.
(Dalla Civilt Cattolica, 6 febbraio 4869.)

Documento

III.

Pastorale collettiva dei Vescovi tedeschi riuniti a Fulda.

Anche quest'anno noi Vescovi tedeschi, nello spirito di


Ges Cristo e della sua santa Chiesa, che anzitutto spirito
di unit e di comunione, ci siamo uniti a Fulda presso al sepolcro di San Bonifacio, in fraterna conferenza. Scopo di queste
adunanze non gi quello di emanare decisioni obbligatorie in
materie ecclesiastiche, il che secondo le leggi della Chiesa pu
farsi soltanto nelle

assemblee ecclesiastiche propriamente

tali

tenute nella dovuta forma (nei Sinodi o Concilii); ma esse hanno


unicamente per iscopo di renderci, mediante vicendevoli colloqui, pi atti ad adempiere nel modo migliore il nostro sacro
ministero, e di coltivare fra noi quell'unione e carit, che la
madre e nutrice di ogni bene.

Naturalmente

quest'anno un oggetto principale della noEcumenico, al quale


nostro Santo Padre Pio IX ha convocato tutti i Vescovi della
in

stra conferenza fu di prepararci al Concilio


il

terra.

questo riguardo noi abbiamo giudicato cosa buona e salutare, prima di separarci, di rivolgere in comune ai nostri
amati diocesani, ecclesiastici e secolari, alcune brevi parole.
Allorch erasi fatta certa la convocazione di un Concilio
Ecumenico, per una parte gli animi dei fedeli furono riempili da
pia aspettazione e lieta speranza, e migliaia di essi tengono rivolti con figliale fiducia i loro sguardi a Roma. Non quasi fosse
il Concilio un mezzo
magico per togliere da noi ogni male e pe-

DOCUMENTI.
ricolo, e per

mutare d'un

389

ma

tratto la faccia della terra,


perla costituzione data da Cristo nella sua divina sa-

ch, secondo
pienza alla Chiesa, l'unione dei successori degli Apostoli intorno
al successore di San Pietro in un Concilio Ecumenico il mezzo
principale per mettere in pi chiara luce la verit salutare del
Cristianesimo e per introdurre nella vita pi efficacemente la sua
santa legge. Ci che il santo pontefice Gregorio Magno dice s
bellamente, che nel corso dei tempi le porte della divina verit
e sapienza si aprono sempre di pi alla cristianit, questo si
effettua nel modo pi grandioso mediante i Concilii Ecumenici.
Dall'essere poi la dottrina di Cristo esattamente conosciuta e la
sua legge pi universalmente osservata dipende senza dubbio,
come l'eterno, cos pure il vero benessere temporale dell'umanit. Perci i figli fedeli della Chiesa hanno salutato in ogni
tempo i Concilii Ecumenici con gioia e con santa fiducia. Egli
nostro sacro dovere di nutrire in noi stessi e di diffondere negli
altri cotali sentimenti anche riguardo all'imminente Concilio.
Tuttavia non possiamo dissimularci, che d'altra parte persino da membri fervorosi e fedeli della Chiesa si nutrono timori,
atti a scemare la fiducia. Si aggiunge che dagli avversari della
Chiesa vengono mosse accuse," le quali non hanno altro scopo,
che di suscitare vastamente la diffidenza e l'avversione contro
il Concilio, e di
risvegliare persino il sospetto dei Governi. Cosi
si sentono delle voci che il Concilio possa e voglia promulgare
nuovi dogmi di fede, i quali non si contengono nella rivelazione
di Dio e nella tradizione della Chiesa, e che esso possa e intenda
stabilire dei principii che, pregiudicievoli agli interessi del Cristianesimo e della Chiesa, sieno incompatibili colle giuste pretese
dello Stato, colla civilt e colla scienza, come pure colla legittima
libert e colla prosperit temporale dei popoli. Si va ancor pi
innanzi; si accusa il Santo Padre che egli, sotto l'influsso di un

puramente usare del Concilio come di un mezzo


per accrescere smodatamente il potere della Sede Apostolica,
cambiare l'antica e vera costituzione della Chiesa, per istaEer
ilire una signoria
spirituale incompatibile colla cristiana libert.
Non si ha rossore di designare il Capo supremo della Chiesa e
F Episcopato con nomi di fazione, che noi finqui eravamo usi di
sentire solamente dalla bocca dei pi dichiarati nemici della
Chiesa Quindi non si ha alcun riguardo di far sentire il sospetto,
che non sar conassa ai Vescovi la piena libert di discussione,
e che mancher anche agli stessi Vescovi la necessaria cognizione e il necessario coraggio per adempiere il loro dovere nel
partito, voglia

Concilio, e in conseguenza" di ci si pone persino in questione


la validit stessa del Concilio e delle sue decisioni.
Da qualunque parte provengano questi e simili discorsi,
essi non sono certamente dettati da fede viva, da fedele amore

da un' incrollabile fiducia in quell'aiuto, che non


alla sua Chiesa sottrae. Cos non hanno mai pennostri padri nella fede, non mai i santi di Dio; ci, amati

alla Chiesa,

mai

il

sato

Signore

390

IL

CONCILIO VATICANO.

diocesani, contrario senza dubbio anche al vostro intimo convincimento cristiano. Non pertanto noi vogliamo anche esplicitamente esortarvi a non vi lasciar sedurre da tali discorsi, a non
vacillare per cagione di essi nella vostra fede e nella vostra spe-

Giammai un 'Concilio Ecumenico pronuncier n pu


pronunciare una nuova dottrina, che non sia contenuta nella Sacra Scrittura o nella Tradizione Apostolica; come in generale la
Chiesa, quando pronuncia in cose di fede, non promulga nuove
dottrine, ma mette l'antica e originaria verit in chiara luce e
la difende contro nuovi errori.
ranza.

Ecumenico pu promulgare e promulquali sono in contraddizione coi principii della


giustizia, col diritto dello Stato e delle sue autorit, colla moralit e coi veri interessi della scienza, o colla legittima libert e
col benessere dei popoli. In generale il Concilio non istabilir
nuovi principii, n altri da quelli, che sono scritti dalla fede e
dalla coscienza nel cuore di tutti voi , che furono sacri ai popoli
cristiani di tutti i secoli, e sui quali ora e sempre riposa la prosperit degli Stati, l'autorit dei superiori, la libert dei popoli,
E
e che costituiscono la base di ogni vera scienza e moralit.
perch possiamo noi fare questa dichiarazione con tale precisione
e fidanza? Perch noi siamo accertati dalla fede, che Ges Cristo colla sua Chiesa tutti i d sino alla fine del mondo, che lo
Spirito Santo non la abbandona mai, e le ricorda ogni cosa e la
introduce in ogni verit, per modo che essa e rimane la colonna e il sostegno della verit, cui le stesse porte dell'inferno
non possono espugnare; finalmente perch noi crediamo e sappiamo che, quando i successori di Pietro e degli Apostoli, il
Papa e i Vescovi, adunati legittimamente in un Concilio Ecumenico fanno delle decisioni in cose della fede e della legge morale, sono assicurati contro ogni errore della provvidenza e assistenza divina.
quella maniera, che Cristo il medesimo ieri e oggi e in
eterno, e la sua parola dura sempre, quand'anche passino cielo
e terra; cos anche la sua Chiesa rimane la stessa in ogni tempo,
e la verit di Cristo rimane in lei perpetua e immutabile. Anche
il solo temere che un Concilio Ecumenico nelle sue decisioni dottrinali possa errare contro la verit della Tradizione, che esso
possa in alcun modo alterare nella sua essenza la costituzione
della Chiesa stabilita da Dio, un disconoscere la virt delle
divine promesse fatte alla santa Chiesa, e l'efficacia dell'aiuto
della divina grazia. Egualmente nessuno ha ragione di temere, che

Giammai un

gher dottrine,

Concilio

le

Concilio Ecumenico prenda inconsideratamente e con precipitazione delle risoluzioni, le quali senza necessit si oppongano ai
vigenti rapporti e ai bisogni della presente et, oppure che esso,
seguendo il fanatismo di umani pensamenti, voglia trapiantare
nell'et presente costumi e istituzioni di tempi trascorsi. E come si
pu anche solo ragionevolmente temere una tal cosa da un'aduil

nanza dei Vescovfdi

tutto

il

mondo

cattolico,

quali forniti delle

DOCUMENTI.

391

pi ricche esperienze della vita , famigliari alle condizioni dei


pi svariati paesi, aggravati dalla responsabilit della pi santa
missione, dal Capo supremo della Chiesa vengono adunati principalmente allo scopo, per deliberare con lui, in quale modo migliore le eterne verit della religione debbansi attuare nella presente et, e come il beneficio del Cristianesimo si possa meglio
conservare e trasmettere alle presenti e future generazioni?
Egli con s poco fondamento e con s poca giustizia che
temerebbe di veder attentare alla libert delle deliberazioni
del Concilio. Quanto poco coloro che ci pensano, conoscono i
sentimenti del Papa, i sentimenti dei Vescovi e il modo di procedere della Chiesa! Noi sappiamo nel modo pi certo che
volere formale e dichiarato del Santo Padre di non mettere alcun ostacolo alla libert e alla durata delle deliberazioni, e ci
nella natura stessa delle cose. Infatti in un Concilio della Chiesa
i varii
partiti non combattono con tutte le arti dell'eloquenza
per ottenere la vittoria; i diversi membri dell'Assemblea non
cercano di vincerla sui loro avversarii coli' acquisto di una magsi

gioranza favorevole alle loro opinioni. A malgrado delle differenze di sentire, tutti sono anticipatamente d'accordo sui principii della fede, e non tendono che ad uno scopo, che la salute
delle anime e il bene del Cristianesimo. Le discussioni non hanno
dunque per oggetto di vincere un avversario o di far trionfare
un interesse particolare; non si discute se non per fare risplendere la verit sotto ogni suo aspetto e per non decider nulla
prima di aver risolto tutte le difficolt e chiarito tutto ci che
oscuro. In ci che riguarda soprattutto le eterne verit della fede
il Concilio non decider nulla
prima di aver esauriti tutti i mezzi
della scienza e delle pi mature deliberazioni.
E che direm noi a proposito degl'indegni sospetti che suppongono che i Vescovi potrebbero per considerazioni umane rinunciare nel Concilio alla libert della parola, che uno dei
loro obblighi? Noi ricordandoci del comando del nostro Maestro non risponderemo con ingiurie a coloro che e' insultano, e
ci contenteremo di dire
semplicemente e lealmente: Quando i
Vescovi della Chiesa Cattolica saranno riuniti in Concilio Ecumenico, non dimenticheranno mai il pi santo dei loro doveri, il
dovere di rendere testimonianza alla verit: si rammenteranno
di quelle parole
dell'Apostolo: Chi vuol piacere agli nomini,
non servo di Cristo; ricordandosi del conto che dovranno rendere quanto prima dinanzi al tribunale di Dio, penseranno
eh' essi

non hanno

altra regola

da seguire che quella

della loro

coscienza.

Non abbiam creduto che fosse indegno di noi il difendere


F Episcopato Cattolico e il Concilio Ecumenico contro questi tristi
sospetti; noi sappiamo che lo stesso Apostolo dei Gentili non
ha disdegnato nell'interesse dell'Apostolico suo ministero e del
suo amore per le anime e
per la Chiesa, di respingerne in tal

modo

le

accuse pi insussistenti.

392

IL CONCILIO VATICANO.

Ma quando

giunge persino ad incriminare ed oltraggiare


Padre e la Santa Sede Apostolica stessa,
dimenticando completamente il rispetto e l' affetto che dobbiamo
alla Chiesa ed al suo capo, quando lo si rappresenta lui, che
si

le intenzioni del Sa'nto

Cristo ha costituito pastore di tutti e di cui fece

quale riposa tutta

mento

d'

un

la

partito;

Chiesa,

quando

come un
gli

si

partito e

la

pietra sulla
lo stru-

come

attribuiscono progetti di do-

minazione ed ambiziosi, assolutamente come coloro che davanti


Ponzio Pilato accusarono altre volte Cristo, il fondatore della
Chiesa, di essere un ribelle e di ammutinare il popolo, le parole
ci mancano per esprimere il nostro dolore nell' udire simili discorsi, e per dichiararci contro lo spirito, da cui sono inspirati.
Nulla tanto contrario ed estraneo all'essenza della Chiesa
Cattolica quanto lo spirito di partito. Il divin Salvatore ed i suoi
Apostoli non hanno condannato nulla pi energicamente della
scissione e della divisione in partiti, ed precisamente per im-

pedire ogni fatto di questo genere e conservare V unit degli


animi mediante il legame della pace, che Cristo ha scelto fra
tutti gli Apostoli uno solo per fare di lui il centro dell' unit ed
pastore supremo, sottoporre tutti all'autorit paterna di quel
pastore ed unire a lui tutti i vescovi, preti e fedeli del mondo
intero col legame indissolubile dell'obbedienza, fondata sulla
fede e su 11' amore.
vero che la Chiesa si compone di una immensa quantit
di caratteri nazionali ed individuali. Essa abbraccia le associazioni, corporazioni e manifestazioni pi diverse della vita religiosa; essa tollera e protegge persino la variet delle dottrine
teoriche e pratiche; ma non tollera ed approva mai i partiti, ed
essa stessa non mai un partito. Per un cuore cattolico, finch
la sua fede ed il suo amore non sono oscurati dalle passioni,
impossibile che sotto il rapporto religioso ed ecclesiastico sia
mai penetrato dallo spirito di parte, poich la sua fede lo induce
a subordinare con umilt, amore e fiducia illimitata, il suo proprio giudizio e pi ancora i suoi interessi e le sue passioni alla
Sede suprema, di cui Cristo e' impose di ascoltare g' insegnail

quale si applica eternamente la sua parola: Chi


mi ascolta.
Al prossimo Concilio Ecumenico, questa Sede suprema ed infallibile della Chiesa parler a tutti, o piuttosto sar Cristo ed il
suo Spirito Santo, che parleranno mediante l'organo di quella
Sede, e tutti gli uomini di buona volont, tutti coloro che amano
Iddio, udiranno la voce di Cristo: La voce della verit, delia

menti ed

alia

vi ascolta

giustizia, della pace di Cristo.


Como Pietro e i suoi Apostoli

non avevano che una

sola e

stessa opinione al primo Concilio di Gerusalemme, e non parlavano


che una sola lingua, cos pure non vi sar oggid che una sola opinione ed una sola lingua, sar rivelato a tutto il mondo che, come
nella prima comunit cristiana, anche oggid tutti gli aderenti
della Chiesa Cattolica non hanno che un cuore ed un' anima sola.

393

DOCUMENTI.

da

questa fonte dell' unit che deriva nella Chiesa tutto


ci che v'ha di grande, di buono e di salutare; vi si riferiscono
tutti i vantaggi del Cristianesimo e soltanto mediante questa
unit noi partecipiamo alla luce ed alla vita di Cristo. Perci
Cristo nella sua preghiera dopo la Cena implor dal suo Padre
Celeste i benefizi di questa unit, poich benefizi di questa
unit comprendono tutti
pace e tutte

la forza, la

gli altri beni di


le benedizioni.

salute, la fede, l'amore,

AH' opposto, dalla scissione e dalla secessione sono srti i


mali peggiori, da cui siano mai stati afflitti il Cristianesimo ed il
mondo, mentre che al contrario la salvezza dipende dalla conciliazione e dal ristabilimento dell' unit.

Se, all'epoca nostra,

come dobbiamo

riconoscerlo, grazie

al Cielo, molti mali di passati tempi nefasti furono guariti; se la


vita ecclesiastica e religiosa ha guadagnato forza, malgrado tutte

circostanze sfavorevoli, e se stato fatto molto bene per la


salute delle anime e la consolazione dei poveri e di coloro che
soffrono; se il coraggio della fede e l'amore per la Chiesa sono
divenuti pi forti in tutti gli ecclesiastici ed i laici; se in tutto
l'universo il regno di Dio cresce con novello vigore e porta
frutti
se anche tutti gli attacchi contro la Chiesa e tutt' i suoi
patimenti non si rivoigono che a suo vantaggio, noi non dubitiamo che ci non sia soprattutto il risultato di queir armonia
ntima e di quella unit di sentimento che, se si eccettuano alle

cune

tristi

ed insignificanti perturbazioni, regna in tutto

il

mondo

cattolico.

ma rendere omaggio ad una verit


Vescovi del mondo cattolico sono uniti
fra loro e colla Sede Apostolica nella pi perfetta unit, e che il
clero ed il popolo sono pure d' accordo coi loro Vescovi; cos
che l'unione pi cordiale esiste generalmente fra i varii servi
della Chiesa e che i cattolici di tutte le nazioni si sentono pure
d'accordo ed uniti nella fede e nell'amore per la Chiesa; le calamit e le burrasche dei tempi non fecero che consolidare questa
unit e specialmente l'affettuosa cooperazione di tutte le nazioni
a proteggere il Santo Padre, gravemente minacciato, ha stretto
Non

vana iattanza,

evidente dire che

tutti

legami di questa unit.


Nello spirito di questa unit, come inviati da Cristo, in
nome di Cristo e per il Suo Cuore, noi consigliamo, preghiamo
e scongiuriamo tutti e particolarmente i nostri fratelli nel sacerdozio e nel santo ministero dell'insegnamento, di mantenere e
sviluppare questa perfetta concordia, secondo la loro posizione,
colle parole, gli scritti e
l'esempio, facendo sparire completamente tutti conflitti che potrebbero essere avvenuti precedentemente da una parte o dall'altra, ed astenendosi da tutto ci
che potrebbe servire di alimento alla discordia e risvegliare le
passioni umane.
Fra breve noi lasceremo per lungo tempo le nostre diocesi,
ed i nostri cuori sono grandemente commossi, allorch
pensiamo

sempre pi

394

IL CONCILIO

VATICANO.

gravi pericoli dell' et presente. In conseguenza abbiamo deed ordinato che siano indirizzate preghiere durante tre
giorni al Sacro Cuore di Ges, incominciando dall' 8 dicembre
di quest'anno in tutte le parrocchie delle nostre diocesi. Noi ci
riserbiamo di prendere ulteriori disposizioni intorno a queste
ai

ciso

preghiere.
La grazia e la pace di Ges Cristo, l'intercessione della
Santissima Vergine e di tutti i Santi, sia e rimanga con voi
tutti.

Fatto a Fulda,
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><

il

6 settembre

869.

Paolo, Arcivescovo di Colonia.


Gregorio, Arciv. di Monaco e di Frisinga.
Enrico, Principe Vescovo di Breslavia.
G. Antonio, Vescovo di Wurzborgo.
Cristoforo Fiorenzo, Vescovo di Fulda.
Guglielmo Em., Vescovo di Magonza.
EdoardoGiacomo, Vescovo cT Hild'escheim.
Luigi, Vescovo di Leontopoli in p. i. Vicario Apostolico
di Sassonia,
,
Corrado, Vescovo di Paderbona.
Pancrazio, Vescovo di Augsborgo.
Mattia, Vescovo di Tr everi.
Nicol, Vescovo d' Alicarnasso in p. Vicario Apostolico
di Lussemburgo.

Gio. Enrico, Vescovo d' Osnabruck e Provicario


Missioni settentrionali tedesche e danesi.
Francesco Leopoldo, Vescovo di Eichstaedt.
Lotario, Vescovo di Leuca in p. i. e Vie. cap.

delle

dell'

Ar-

cidiocesi di

fa
>$<
>$<

Friburgo,
Filippo, Vescovo di Ermeland.
Gio. Nepomuceno, Vescovo di Culm.
Nicol, Vescovo di Spira.
Carlo Giuseppe, Vescovo eletto di Rottenbourg.
(Dalla Rivista Universale, ottobre 4869, fase. 84, voi. X.)

Documento IV.
Lettera di Padre Giacinto.

Au

R. P. General des Carmes dchausss.

Mon. trs-rv. Pre,


Depuis cinq annes que dure mon ministre Notre-Dame
de Paris, et malgr les attaques ouvertes et les dlations caches
dont j'ai t l'objet, votre estime et votre confiance ne m'ont
pas fait un seul instant dfaut. J'en conserve de nombreux t-

DOCUMEMTI.

395

de votre main, et qui s'adressent mes prmoignages


dications autantqu' ma personne. Quoi qu'il arrive, j'en gardecrits

rai

un souvenir reconnaissant.

Aujourd'hui cependant, par un brusque changement dont je


ne cherche pas la cause dans votre coeur, mais dans les menes
d'un parti tout-puissant Rome, vous accusez ce que vous encouragiez, vous blmez ce que vousapprouviez, et vous exigez
que je parie un langage, ou que je garde un silence qui ne seraient plus l'entire et loyale expression de ma conscience.
Je n'hsite pas un instant. Avec une parole fausse par un
mot d'ordre ou mutile par des rticences je ne saurais remonter
sur la chaire de Notre-Dame. J'en exprime mes regrets l'intelligent et courageux archevque qui me l'a ouverte, et m'y a
maintenu contre le mauvais vouloir des hommes dont je parlais

exprime mes regrets l'imposant auditore qui m'y envronnait de son attention, de ses sympathies,
j'allais presque dire de son amiti. Je ne serais digne de l'auditoire ni de l'vque, ni de ma conscience, ni de Dieu, si je
pouvais consentir jouer devant eux un pareil rle.
Je m'loigne en mme temps du couvent que j'habite, et
qui dans les circonstances nouvelles qui me sont faites, se change
pour moi en une prison de l'me. En agissant ainsi je ne suis
point infidle mes vceux: j'ai promis l'obissance monastique, mais dans les limites de l'honntet de ma conscience, de
la dignit de ma personne et de mon ministre. Je l'ai promise
tout--1'heure. J'en

sous le bnfice decette loi super ieure de justice et deroyale liberto


qui est, selon l'aptre saint Jacques, la loi propre du chrtien.
C'est la pratique la plus parfaite de cette libert sainte que
je suis venu demander au cloiire, voici plus de dix annes,
dans l'lan d'un enthousiasme pur de tout calcul humain, je
n'ose pas ajouter degag de toute illusion de jeunesse. Si en
change de mes sacrifices on m'offre aujourd'hui des chaines, je
n'ai pas seulement le droit, j'ai le devoir de les rejeter.
L'heure prsente est solennelle. L'glise traverse une des
crises les plus violentes, les plus obscures et les plus dcisives
de son existence ici-bas. Pour la premire fois depuis trois
cents ans, un Concile QEcumnique est non seulement convoqu,
mais dclar ncessaire: ce sont les expressions du Saint-Pre.
Ce n'estpas dans un pareil moment qu'un prdicateur de l'Evangile, ft-il le dernier de tous, peut consentir se taire, comme
ces chiens muets d'Israel, gardiens infldles, qui le prophte

reproche de ne pouvoir point aboyer: Canes muti non vaknles


latrare.

Les saints ne se sont jamais tus. Je ne suis pas l'un d'eux,


toutefois je me sens de leur race, filii sanctorum sumus, et
j'ai toujours ambitionn de meltre mes pas, mes larmes, et s'il
le fallait, mon sang dans les traces o ils ont laiss les leurs.
J'lve donc devant le Saint-Pre et devant le Concile ma
protestation de chrtien et de prtre contre ces doctrines et ces

mais

396

IL CONCILIO VA.TICA.NO.

nomment romaines, mais ne

sont pas chrprati ques , qui


tiennes, et qui dans leurs envahissements toujours plus audacieux
et plus funestes, tendent changer la constitution de l'Eglise, le
se

comme

la forme de son enseignement, et jusqu' l'esprit


pit. Je proteste contre le divorce impie autant qu'insens qu'on s'efforce d'accomplir entre l'Eglise, qui est notre
mre selon l'ternit, et la socit du dix-neuvime sicle, dont
nous sommes les fils selon le temps, et envers qui nousavons

fond

de sa

aussi des devoirs et des tendresses.


Je proteste contre cette opposition plus radicale et plus
effrayante encore avec la nature humaine atteinte et rvolte
par ces faux docteurs dans ses aspirations les plus indestructibleset les plus sai ntes. Je proteste par-dessus tout contre la perver-

sion sacrilge de l'Evangile du Fils de Dieu lui-mme, dont


l'esprit et la lettre sont galement fouls aux pieds par le pharisa'sme de la loi nouvelle.
Ma conviction la plus profonde est que si la France en particulier et les races latines en general, sont livres l'anarchie
sociale, morale et religieuse, la cause principale en est non pas
sans doute dans le catholicisme lui-mme, mais dans la manire
dont le catholicisme est depuis longtemps compris et pratiqu.
J'en appelle au Concile qui va se runir pour chercher des
remdes l'excs de nos maux, et pour les appliquer avec autant de force que de douceur. Mais si des craintes que je ne
veux point partager venaient se raliser, si l'auguste assemble
n'avait pas plus de libert dans ses dlibrations, qu'elle en
a dj dans sa prparation si en un mot elle tait prive des
caractres essentiels un Concile CEcumnique, je crierais vers
Dieu et vers les hommes pour en rclamer un autre vritablement runi dans le Saint- Esprit, non dans l'esprit des partis,
reprsentant rellement l'Eglise universelle, non le silence des
Je souffre cruellement cause de
uns, l'oppression des autres.
la souffrance de la Glie de mon peuple; je pousse des cris de
douleur, et l'pouvante m'a saisi. N'est il plus de baume Galaad? et n'y a-t-il plus l de mdecin? Pourquoi donc n'est-elle
pas ferme la blessure de la fille de mon peuple?
[Jrmie, Vili.)
Et enfin j'en appelle votre tribunal , Seigneur Jesus, Ad
tuum Domine Jesu tribunal appello. C'est en votre prsence que
j'cris ces lignes: c'est vos pieds, aprs avoir beaucoup prie,
beaucoup rflchi, beaucoup souffert, beaucoup attendu; c'est
vos pieds que je les signe. J'en ai la confiance: si les hommes
les condamnent sur la terre, vous les approuverez dans le ciel.
Cela me suftt pour vivre et pour mourir.
;

Paris-Passy,

le

20 settembre 4869.

Fr. Hyahinthe
Suprieur des Carmes dchausss de Paris,
deuxfme dflniteur de l'Ordre dans la province d'Avignon.

(Dai Giornali contemporanei,

come

dall'/mite, n 23, sett. 4d69.)

DOCUMENTI.

397

Documento V.
Lettre Pastorale de Monseigneur l'rcheveque de Paris
sur le prochain Concile.

Georges Darboy, par la grce de Dieu et l'autorit dir


Saint-Sige apostolique, archevque de Paris, grand aumnier
de l'Empereur.
Au clerg et aux fidles de notre diocse, salut et bndiction en Notre-Seigneur Jsus-Christ.

Nos

trs-chers Frres,

y a deux ans, le Souverain Pontife a manifeste aux vques runis Rome autour de lui le vif dsir de convoquer,
aussitt qu'il le pourrait, un Concile general pour rechercher
avec eux les remdes ncessaires aux maux prsents de l'glise.
Quelques mois aprs, il a publi la bulle d'indiction qui" fixe
l'ouverture du Concile au 8 dcembre prochain, et un peu plus
tard il a demand tous les fidles, en leur accordant une inIl

dulgence pionire en forme de jubil, d'appeler par leurssupplications les lumires et lesgrces de Dieu sur les travaux decette
grande assemble. Ainsi le moment approche o les vques du
monde calholique vont rpondre l'appel du Saint-Pre, et o
vous-mmes, nos trs-chers frres, devrez vous mler leur oeuvre
par vos prires et vos actes de pit. Il importe donc de vou&
exposer, au moins brivement, ce qui va s'accomplir et les motifs
que vous avez d'y prendre un religieux inlrt.
Ce qui rend plausibte et moralement ncessaire aujourd'hui
la tenue d'un Concile, c'est l'tat general du monde; ce qui l'autorise, c'est la constilution mme,le droitet le devoir de l'glise,
divinement tablie pour veiller au salut des mes; ce qui permet
d'y rattacher de solides et consolantes esprances, c'est avec les
dispositions de l'piscopat la bndiction d'en haut et l'assistance
promise du Saint-Esprit.
L'tat general du monde est tei qu'il proccupe les moralistes et les politiques autant que les hommes de religion. Est-ce
dire que notre sicle, considr dans l'ensemble de ses actes,
soit plus mauvais
que les sicles antrieurs, qu'il souffre de choses que le pas^ n'aurait
pas connues et qu'il se prsente avec
une plus grande somme d'ignorances et de perversits? Nous ne
pouyons pas l'admettre les erreurs et les crimes sont de toutes
les poques; le libre arbitre de la crature a ses dfaillances et
ses emportements invitables, et
l'imparfaite humanit marche
vers son but et accomplit sa destine, en traversant des vicissitudes pleines de grandeurs et de misres qui recommencent
toujours et ne se ressemblent jamais. Ellecherche,sans parvenir
le raliser parfaitement ni pour longtemps, l'quilibre des l:

398

IL CONCILIO

ments dont se compose

le

VATICANO.

monde:

autorit et libert, droit et

devoir, intrt et conscience, tat et Eglise. Ce qu'elle rgie se


pratiqne mal ou ne dure pas. Dans les milieux complexes et si
varia bles o elle se meut avec des forces et des faiblesses
qui
restent les mmes, le bien et le mal prennent des
aspects qui se
modifient sans cesse; et chaque generation semble avoir ses vertus
et ses vices prfrs. Dresser le tableau
comparatif de ces volutions morales et faire la part de responsabilit
qui revient aux
divers ges et aux diverses rgions, est une oeuvre o l'on
peut
difficilement tre et paraitre impaniai, une oeuvre
qui d' ailleurs
ici ne serait
pas sa place. Tout ce que nous voulons dire,
c'est que notre temps ne nous fait
pas peur, et que nous l'aimons,
malgr ses dfauts; car il a des dfauts, et nous n'avons point
envie de les dissimuler.
Personne en effet ne refuser de reconnaitre que bien des
choses se passent qui gnent l'action de l'gliseetcompromettent
les salut des mes, et qui du reste sont une cause de souffrance

une menace pour

la socit civile. Les vrits de la foi, l'audes saintes Ecritures, la divinit du christianisme, l'existence mme de Dieu ne sont-elles pas incessamment attaques
par une critique intemperante, ou par un scepticisme froid et
Tailleur, qui prennent la ngation pour de la force et le rire
pour de la hardiesse et de la raison? Les journaux les livres
et les discours publics ne sont-ils
pas toute heure dirigs contre ce qu'il y a de plus ncessaire et de plus sacre, la religion,
la morale, la famille et la socit? La libert de
parler et d'crire
ne ya-t-elle pas jusqu' l'extrme licence, ouvrant le chemin
la libert de tout faire et de tout dfaire? Car la
logique n'est
pas, autant qu'on le croit, absente des choses humaines. Si en
effet les droits de Dieu sont contestset mconnus, comment
ceux de l'homme ne seraient-ils pas prcaires et plus que discutables? Et comment y aurait-il des autorits sur la terre, si l'autorit n'est pas dans le ciel? Mais s'il n'existe de droits nulle
part, il n'existe point de devoirs non plus; ds lors le respect
n'a rien faire dans le monde, la force seule y rgne, et tout
est en proie tous. Ce n'est donc pas seulement la religion qui
est en cause, c'est aussi l'ordre public et la tranquillile des Etats:
les sophistes sment le vent, et les nations moissonnent la tempte.
Telle est la situation morale de notre epoque. Du reste, le
Saint-Pre, en y cherchant un remde, l'a dcrite dans les termes suivants: Depuis longtemps, dit-il, tout le monde sait et
constate quelle horrible tempte subit aujourd'hui l'Eglise, et de

et

toril

quels maux immenses souffre elle-mme la socit civile. L'Eglise


catholique et sa doctrine salutaire, sa puissance vnrable et la
suprme autorit de ce Sige apostolique, sont attaques et foules aux pieds par des ennemis acharns de Dieu et des hommes; toutes les choses sacres sont voues au mpris, et les
biens ecclsiastiques dilapids; les pontifes, les hommes les plus
vnrables consacrs au divin ministre, les personnages mi-

DOCUMENTI.

399

nents par leurs sentiments catholiques sont tourments de toutes


manires; on anantit les communauts religieuses; des livres
impies de toute espce et des journaux pestilentiels sont rpan-

dus de toutes parts;

les sectes les plus pernicieuses se multiplient


partout et sous toutes les formes: l'enseignement de la malheureuse jeunesse est presque partout retir au clerg, et ce qui
est encore pire, confi en beaucoup de lieux des matres d'erreur et d'iniquit. Par suite de tous ces faits, pour notre dsolation et la dsolation de tous les gens de bien, pour la perle
des mes, qu'on ne pourra jamais assez pleurer, l'impit, la
corruption des mceurs, la licence sans frein, la contagion des
opinions perverses de tot genre, de tous les vices et de tous
les crimes, la violation deslois divines et humaines, se sont
partout propages, ce point que, non-seulement notre trssainte religion, mais encore la socit humaine sont misrablement dans le trouble et la confusion.
Cette peinture est triste, et de tels maux ont besoin d'tre

combattus avec zle et vigueur. Non pas qu'il faille se flatter


d'en avoir entirement raison, quelque effort qu'on fasse; mais
est possible d'en arrter le dveloppement et d'en limiter les
funestes consquences; d'ailleurs le rle des justes dans cette vie
de luttes et d'preuves, c'est de venir en aide la vertu. Or, tei
est prcisment le droit et le devoir de l'Eglise. Elle est institue
de Dieu pour clairer, diriger et soutenir les mes par la prdication de la vril, par ses rgles de discipline et par l'efficacit
des sacrements. Cette mission de salut, Jsus-Christ l'a confie
aux aptres et aux vques leurs successeurs; ils la remplissent
depuis dix-huit sicles, veillant sur tout le troupeau o le SaintEsprit les a placs pour gouverner l'Eglise de Dieu, sous la commune houlette dn Souverain Pontife , successeur de Pierre , charg
de paitre les agneaux et les brebis. En consquence, l'objet de
leur travail est de se maintenir et de maintenir les fidles dans
il

l'unite,

avec

le

qui a pour signe public et permanent la communion


Pape, divinement investi d'une primaut d'honneur et de

juridiction s'tendant toute l'Eglise.


L'oeuvre s'accomplit dans ces conditions; que les vques
soient disperss ou runis, ils instruisent et gouvernent avec
autoril et succs. Les dlibrations gnrales, les rsolutions
concertes ne sont donc pas absolument ncessaires dans l'Eglise;
mais elles y ont toujours paru d'une force considrable et d'une
grande efficacit. On n'a rien trouv de meilleur que cette union
des conseils et des sollicitudes pour faciliter la dfinition des
dogmes de foi, pour rfuter et dissiper les erreurs les plus rpandues, pour mettre en lumire et dvelopper la doctrine reli-

gieuse, pour maintenir et relever la discipline ecclsiastique,


pour corriger et perfectionner les mceurs. On n'a rien trouv de
meilleur non plus pour engager les chrtiens recevoir avec
promptitude et respect les dcisions doctrinales et disciplinaires
de l'Eglise, formules et dcrtes par les vques du monde

400

IL CONCILIO

VATICANO.

entierqui ne prononcent qu'en tenant compte tout--la fois de la


rvlation dont ils sont les gardiens, et des sentiments, des habitudes et des besoins de leurs diocses, dont ils sont les pasteurs et les guides.

Aussi le Saint-Pre dclare-t-il opportune la runion d'un


Concile, o tous les vques du monde catholique seront appels
s'entendre sur le caractre et la porte des maux actuels, et
sur les remdes qu'il est expdient de leur appliquer. Le Concile oecumnique, dit la Bulle d'indiction, devra donc examiner
avec le plus grand soin et dterminer ce qu'il convieni de faire,
en ces temps si calamiteux, pour la plus grande gioire de Dieu,
l'intgrit de la foi, pour la splendeur du eulte, pour le
salut eterne! des hommes, pour la discipline et la solide instruction du clerg rgulier et eculier, pour l'observation des lois
ecclsiastiques, pour la rforme des moeurs, pour leducation

pour

chrtienne de lajeunesse, pour la paix generale et la concorde


universelle. Il nous faudra travailler aussi de toutes les forces
de notre esprit, et avec Faide de Dieu, dlivrer de tout mal
l'Eglise et la socit civile, ramener dans la voie de la vrit,
de la justice et du salut les malheureux qui s'garent. Enfin

nous devons reprimer tout vice et repousser toute erreur, afin


que notre auguste religion et sa doctrine salutaire reprennent
partout une vigueur nouvelle, qu'elles se propagent de jour en
jour, qu'elles reconquirent hur lgitime empire, et qu'ainsi la
pit, l'honntet, la probit, la justice, la charit et toutes les
vertus refleurissent pour le salut du monde. Non-seulement, en
effet, la puissante influence de l'Eglise et de sa doctrine a pour
objet direct le salut ternel des hommes, mais aussi, et personne
ne le niera, le bonheur temporel des peuples, leur vritable
prosprit, le maintien de la paix et de l'ordre, le progrs mme
et la solidit des sciences humaines: les faits les plus clatants
de l'histoire ne le prouvent-ils pas constamment, et de la manire la plus evidente?
Tel est donc, ainsi qu'on le voit par les paroles du SaintPre, tei est l'objet general dont s'occuper l'assemble des
vques. Naturellement il se decompose en divers points qui
deviendront leur tour l'objet de dcisions speciales, et donneront lieu sans doute des mesures particulires. Mais cela ne
peut se faire sans qu'on agisse par l mme sur vos opinions
et vos doctrines pour les fixer et peut-tre les corriger, et sur
certains dtails de votre conduite prive ou sociale pour y apporter quelque heureuse modification. Cette perspective ne vous
a pas toujours t prsenle d'une manire satisfaisante, et plusieurs semblent avoir pris tche de vous inquiter ce sujet.
Ils vous ont dit, par exemple, qu'on imposerait votre foi
catholique des articles que jusqu'ici vous n'tiez pas tenus de
croire; que des questions iniressant la socit civile et les relations de l'Eglise et de l'Etat seraient traites et dcides dans un
esprit d'opposition

aux

lois et

aux mceurs politiques du temps

DOCUMENTI.

401

prsent; qu'on enlverait certain vote par acclamation, qu'ainsi


les vques ne seraient pas libres, et que la minorit, ft-elle

eloquente, serait traite corame un parti d'opposition qu'toufferait bientt la majorit.


Mais rassurez-vous, nos trs-chers frres. Ces plaintes, au
moins prmatures, ne peuvent prendre leur source que dans
une connaissance imparfaite des choses, et ces menaces offensantes viennent assurment d'hommes plus hardis qu'autoriss.
L'glise n'est pas une cole de dsordre et de violence; les vques, ses reprsentants et ses interprtes au concile, ne voudront
pas se dpartir du plus religieux respect pour la vrit et des
plus grands gards pour les personnes, et ils traiteront leurs
droits comme ceux des autres avec une conscience rflchie et

avec un profond sentiment de justice.


D'abord, en ce qui touche les dfinitions nouvelles, si le
Concile oecumnique ordonne de croire explicitement des choses
qu'on pouvait nier jusqu'ici sans tre hertique, c'est que ces
choses seraient dj certaines et gnralement admises; car en
ces matires les vques sont des tmoins qui constatent, et non
pas des auteurs qui inventent. Pour qu'une vrit devienne aril faut
ticle de foi
qu'elle ait t rvle de Dieu et qu'elle soit
contenue dans le dpt que les sicles chrtiens gardent fidlement et se transmettent l'u l'autre sans altration. Or, on
n'en saurait douter, cinq ou six cents vques n'altesteront pas,
la face de l'univers, avoir trouv dans les croyances de leur
Eglise respective ce qui n'y est pas. Si donc ils proposent, en
concile, des vrits croire, c'est qu'elles existent dj dans
les monuments de la tradition et dans le commun enseignement
de la thoiogie, et qu'ainsi elles ne sont pas une nouveaut.
Il
y a plus: les vques auraient regu des sicles antrieurs,
par voie de tradition, certaines vrits considrables, qu'ils ne
s'empresseraient pas pour cela de les dclarer articles de foi. Le
pouvoir de l'enseignement ne leur a pas t donne pour la destruction, mais pour l'dificatiotf. Avant donc d'ajouter aux
,

obligations du peuple chrtien et d'accroitre peut-jxe les obstacles qui s'opposent au retour de nos frres dissidents, ils voudraient examiner srieusement les dispositions gnrales du
monde et rechercher si ces nouvelles dfinitions de foi sont op
portunes et vraiment rclames par l'tat des esprits. C'est de
la sorte que nos ains ont procde, comme le tmoigne l'histoire
desConciles, et c'est de la sorte aussi que procder la prochaine
assemble des vques. Si donc elle ordonne, sous peine d'anathme, de croire dsormais quelque vrit qui jusqu' prsent
n'tait pas de foi catholique, c'est
que cette vrit se trouverait
dj dans la tradition lgue par vos anctres, et qu'elle serait

au progrs du sentiment religieux. et au


triomphe de l'Eglise. Dans ces conditions, dlibrs en concile
par le Pape et les vques, des dcrets comme ceux que redoutent plusieurs personnes, n'auraient rien d'abusif ni de p-

d'ailleurs juge utile

26

402

IL CONCILIO

VATICANO.

rilleux; ils seraient au contraire l'exercice rgulier d'un droit


et ne pourraient qu'avoir en definitive de salutaires effets. 11
n'est pas loisible de penser autrement qui veut rester catho-

lique.

Ensuite, quant aux questions qui intressent plus directela socit civile et les rapprts de l'glise et de l'tat,
quelques-uns d'entre vous craignent qu'on ne les dcide dans
un sens oppose aux lois et aux moeurs politiques de l'Europe, et
qu'on ne cre ainsi entre les devoirs du fidle et du citoyen un
antagonismo violent et douloureux. Il faut le reconnatre, bon
nombre d'crivains, quoique placs des points de vue contraires, se sont accords pour veiller ces alarmes et ont tout
fait pour les nourrir et les rpandre. Mais
peut-tre n'y a-t-il
l que des malentendus
en ce cas, des explications plus compltes comme le concile peut en fournir russiront les faire

ment

cesser.

Au fond, que
Rome de toutes les

peuvent vouloir les vques rassembls


du monde, sinon servir la cause de

parties

l'glise et de la socit? Quelle est leur doctrine sur les matires dont il s'agit? En ce qui vous concerne, par exemple, ils
diraient sans doute que vous tes une nation baptise et qu'ainsi

vous appartenez Jsus-Christ, que par consquent vos lois et


vos mceurs doivent tre chrtiennes, et, comme elles ne le sont
pas assez, qu'il y a donc lieu de les corriger, en les rendant
plus conformes l'Evangile et par l mme plus en rapport
avec vos vritables intrts du temps et de l'ternit. Partant
de ces principes et de ces faits, ils ajouteraient probablement
que la libert de la presse, telle que vous l'avez faite, est un
lment de dissolution universelle et qu'il importe de la condans de plus justes bornes que la libert des cultes,
venir
tant souvent prise pour le droit legai d'outrager tous les cultes et de n'en professer aucun, doit tre autrement entendue
et pratique; que la morale n'est pas un vain mot,
qu'il n'y
en a pas deux, l'une prive et l'autre publique, mais une
seule, laqueUe nous oblige tous, individus et nations; qu'enfm
le nombre et la force ne suffisent
pas tout justifier, et qu'ainsi
tous encore, princes et peuples, ont besoin d'avoir raison pour
valider leurs actes. Ce sont l certainement des vrits que vous
n'ignorez pas, et que dj nous vous avons dites et rptes,sans
vous blesser ni vous nuire. Mais cette fois, elles vous seront
expliques par le concile avec plus d'autorit et de vigueur et
sans doute aussi avec plus de prcision. Qu'avez-vous donc
y perdre, puisque vous saurez mieux des choses dont la connaissance est pour vous un devoir et un intrt de premier ordre?
Mais, dites-vous, eri appliquant ces principes aux dtails
de nolre vie prive et sociale, on nous piacer sous l'inspiration
et la tutelle du clerg, et la thocratie est au bout d'une telle
entreprise. Soyez sans peur, nos trs-chers frres: vous ne
mourrez pas de cette maladie; vous n'en tes pas atteints, et
;

DOCUMENTI.

403

vous avez tout ce qu'il faut pour la prevenir. Bien des annes
s'couleront, avant que les soixante journaux que Paris voit
clore chaque matin et les douze mille volumes qu'il publie par
an, acceptent la censure ecclsiastique, et qu'ainsi la liberto de
la presse vous soit ravie par vos archevques
peut-tre penserez-vous qu'il ne faut pas se donner le tort de craindre un perii
aussi lointain. Il en est de mme pour la liberto des cultes:
vous n'attendez pas de nous sans doute que nous les mettions
tous sur un rang d'galit, puisque nous tenons l'un d'eux pour
le meilleur et le seul vrai. Or, telle tant notre conviction et
notre foi au sujet du catholicisme, vous ne pouvez que nous
trouver logiques, si nous vous pressons avec instance d'y
adhrer et de vous y maintenir fidlement. Est-ce donc dire
que nous allons combattre matriellement les autres cultes, en
provoquant contre eux des mesures svres et des dcrets
d'expulsion? En vrit, vous ne le croyez pas: nous sorames
assez de ce sicle pour ne pas rclamer de telles choses, et vous
en tes trop pour les faire. Aprs comme avant le Concile,
cot des catholiques il y aura des dissidents, on peut le prvoir.
Ainsitoutce que vous nommez vos conqutes vous rester. Loia
donc d'apprhender que le concile ne tranche violemment toutes ces questions dlicates et ne rgie tous ces dtails pineux,
plusieurs craignent au contraire qu'il ne trouve pas le moyen
de vous aider efficacement rendre sage la liberte de la presse
et rtablir en Europe l'unite si dsirable des croyances reli;

gieuses.
Est-il besoin d'ajouter qu'en rappelant la rgie et l'idal,
les vques ne fermeront pas les
yeux sur le cl positif et les
exigences de la vie relle, et qu'en traitant des sujets qui toucheraient la politique, ils n'oublieront pas ce qu'ils doivent
leur pays? Nous n'avons donne personne le droit de suspecter
la voix du sang, l'intrt mme,
sympathie et le dvouement pour nos
concitoyens, et tout nous engag servir, dans la mesure de nos
forces, leurs destines terrestres. C'est un commun drapeau qui
nous couvre, une commune loi qui nousprotge; nous vivons
de la mme vie et voulons tre avec vous dans toutes les vicissitudes, la peine encore plus qu' la fortune. L'indpendance
et la grandeur de la nation nous sont aussi chres
qu' vous la
France, c'est le sol que nos a'i'eux ont habit et qui garde leurs
ossements avec leur souvenir et leur histoire; c'est le coin de
terre que vous honorez de vos travaux et de vos vertus, et o
coulent, chaque jour, vos sueurs et vos larmes. Notre cceur
y tient par toutes ses fibres. Le senti ment religieux nous y
attach aussi, soit parce que Dieu mme inspire aux hommes
l'amour du sol natal et met le patriotisme au nombre de nos
obligations, en nous prescrivant d'aimer nos semblables et
surtout ceux qui nous sont
plus proches, soit parce que nous
trouvons dans notre pays une grande facilit pour pratiquer

notre patriotisme; la religion,


tout nous

commande

la

404

IL CONCILIO

VATICANO.

lareligion et remplir les devoirs que la conscience nous impose.


S'il est certains points o nous voudrions
exprimer des regretset des voeux, ce peut tre l'objet de demandes et d'explications
que vous ne refuserez pas d'entendre.

Du
lieu

reste,

complexe

nous ne l'ignorons pas plus que vous, dans le miet tourment o nous vivons, tout est matire o

prtexte des rclamations contradictoires et des prtentions


rivales, et nulle solution n'est entirement satisfaisante ou durable. Aussi croyons-nous que, dans les affaires religieuses, il faut

maintenir, malgr les imperfections qu'on y peut voir, les rapports de l'Eglise et de l'Etat tels que le concordat les a dtermins. Sans doute une mutuelle condescendance ne tranche pas
les difficults; elle les assoupit, mais les laisse vivre, et l'on peut
dire ainsi que la modration mme a ses dsavanlages: mais il
n'est pas expdient non plus de tout surmener avec l'impuissant
dessein de tout refaire, car l'pret du zle aigrit les esprits et
la violence ne finit rien. Ce qui est donc possible et plausible,
c'est de s'en tenir de sages transactions qui garantissent suffisamment tous les intrts et tous les droits essentiels, et c'est
l que tend le patriotisme des vques. Ils sont disposs, autant
que les hommes politiques peuvent l'tre d'autre part, ne point
obir des ardeurs intemprantes, mais mesurer leur action
sur les circonstances et faire prvaloir, dans le rglement des
questions mixtes, ces tempraments qui sont la condition de la
marche correcte et prospre des choses humaines.
Enfin, nos trs-chers frres, ce qu'on a dit de l'entranement avec lequel certain dogme serait vote d'acclamation par
la majorit des vques touffant ainsi la libert de leurs collgues dont la conscience ne se trouverait pas tout de suite pntre des mmes lumires irrsistibles, mrite peine qu'on
s'y arrte pour le rfuter. Le bori sens et l'histoire protestent
contre ces insinuations mal venues et vaines. Si, pour les plus
graves motifs, l'Eglise juge qu'il faut vous imposer, sous peine
de damnation ternelle, l'obligation de croire l'avenir ce
qu'elle ne vous avait pas demand de croire jusqu' prsent,
elle ne le fera point de manire dconsidrer son acte, en le
dpouillant des conditions qui peuvent le recommander vos
yeux. Elle n'dictera pas d'enthousiasme une peine aussi terrible que celle de l'anathme, et cinq ou six cents vques, runis pour dlibrer sur des intrts si eraves, ne semporteront
pas les dcider de haute lutte, en ddaignant d'couter et de
calmer, s'il y en a, des scrupules respectables et prsents avec
modestie. Est-ce que l'Eglise a jamais manie les mes avec ce

sans-facon, et commencera-t-elle demain ?


Dans le concile de Jrusalem, qui fut le premier des Conciles et leur servit de modle, on a dlibr, quoique tous les
membres de cette auguste assemble fussent personnellement
infaillibles, et tous ont pu dire leur avis, mme aprs l'avis du
plus autoris. Un Concile cecumnique s'est tenu trois sicles

405

DOCUMENTI.

s'agissait de definir et de formuler la foi de


la consubstantialit du Verbe, eri d'autres termes d'affirmer la divinit de Jsus-Christ, le dogme fondamental du christianisme, un dogme pour lequel taient morts plusieurs millions de martyrs, un dogme qui avait renvers les
religions anciennes et laitla conqute du monde, malgr les lgions romaines et les lois de l'empire. Certes, si jamais dogme
devait chapper toute dlibration, c'tait celui-l; s'il y avait
une erreur eclatante et absurde, au point de vue du cnristianisme, c'tait celle d'Arius, et pourtant on delibera dans le Concile
de Nice; on entendit les raisons des contradicleurs, si infrmes
qu'elles fussent; on ne vota point par acclamation. Ce prcdent,
pour ne parler que de celui-l, nos trs-chers frres, doit
vous rassurer on ne sera pas moins libre Rome aujourd'hui
qu'on ne l'tait Nice il y a quinze sicles, et le prochain concile ne fltrira pas son oeuvre en supprimant la discussion.
Vous le voyez donc, il n'y a rien de srieux ni de fonde
dans les alarmes que vous auraient fait concevoir, an sujet du
concile, les paroles de quelques personnes prvenues ou simplement irrflchies et maladroites. Le but de ceVe assemble est
lev et d'une suprme importance; ses travaux seront conduits
avec une sagesse dont la prsidence du Saint-Pre est la garante; les vques y porteront un gal souci de leur dignit, de
vos intrts et de vos droils. Pour vous, aidez-les par la prire
et les bonnes ceuvres; et, afin qu'elles soient plus mritoires et
plus efficaces, profilez de la grce que le Souverain Pontife accorde sous la forme d'une indulgence plnire. Selon l'invitation
qu'il adresse au monde entier, prparez-vous par de pieux exercices au jubil qui va s'ouvrir; et, en ce qui vous concerne, ramenez dans l'Eglise et failes-y rgner la puret des moeurs antiques, la sincrit et l'energie de la foi, la pratique gnreuse
de la charit.
Permettez qu'en nous loignant de vous pour quelque temps,
nous sollicitions le secours de vos prires fralernelles, afin
que Dieu soit avec nous dans nos travaux et qu'il bnisse le retour comme le dpart. De notre cot, nous ne manquerons pas
de porter votre souvenir devant lui, dans les sanctuaires privilgis de Rome, et d'assurer de nouveau le Saint-Pre de votre
religieux et filial devouement.

plus tard, o il
l'Eglise touchant

(Seguono

gli articoli

riguardanti

il

Giubileo che omettiamo.)

Donne

Paris, sous notre seing, le sceau de nos armes et


le
contre-seing du secrtaire general de notre Archevch, le 28
octobre 4869.
jfc

GEORGES,

Arehevcque de Paris,

Grand Aumnier de l'Empereur.


Par Mandement de Monseigneur
l'Archevcque:

E. Petit, Ch. hon. Secr. gn.

406

IL CONCILIO

VATICANO.

Documento VI.
Lettre de Monseigneur l'veque d'Orlans

au Clerg de son diocse.

Messieurs,

En m'adressant vos adieux et vos voeux, avant


pour Rome, vous m'avez dit les inquitudes et le

raon dpart
trouble que
rpandent autour de vous, parrni les fidles, les violentes polmiques souleves dans les journaux relativement au futur Conet

cile,

en particulier touchant

la

dfinition de l'infaillibilit

du Pape.
Ces inquitudes, je

les ai coraprises.

du Saint-Pre et de ses privilges, c'est--dire


de ce qui parie le plus au coeur catholique. Il est naturel la
pit filiale de vouloir orner un pre de tous les dons, de toutes
le prrogatives; et combien il est pnible des fils d'entendre
discuter, l o il leur serait doux, au contraire, de voir acclaIl

mer

s'agit ici

ce qu'ils considrent

comme

l'honneur et

la glorie

de leur

pre.

Des polmiques sur l'infaillibilit du Souverain-Pontife devaient donc invitablement susciter dans les mes ces deux sentiments, tous deux respectables.
Mais, si douces et si chres que soient les suggestions de
filial, il y a, Messieurs, vous le sentez, dans une question
delicate que la proclamation d'un dogme, autre chose
considrer et couter que les lans du sentiment. Il y a les
raisons pour et contre, qui ont pu, dans une question non rfinie, partager de grands esprits il y a de plus les intrts mme
du Pre vnere et chriqu'on voudrait exalter, etqu'on pourrait
compromettre il y a surtout les intrts de l'Eglise, qui sont
avant tout les siens il y a enfn l'intrt sacre des mes, l'tat
des esprits contemporains, dont il faut bien aussi tenir compte
il
y a, en un mot, cot des avantages qu'on croirait voir, les

l'amour
aussi

inconvnients, qu'il convient de peser mrement et gravement.


Voil, Messieurs, ce qui ne doit pas s'oublier, si on ne veut
s'exposer, malgr les meilleures intentions, mler, sans
f)0int
e vouloir, la querelle l'amour, et faire d'une question de teleologie une question d'enthousiasme ou de colere.
Dieu ne plaise, Messieurs, que je veuille contrister un
seul de mes vnrables Frres dans l'Episcopati S'il n'y avait

que des Evques qui eussent exprim

ici leurs penses d'aprs


de leur conscience, j'aurais gard le silence, et
cout avec respect des discussions respectueuses, sans contredire, ni leurs doctrines pour ou contre la question, ni leurs vues
pour ou contre l'opportunit. Sans vouloir juger ici aucune con-

les inspirations

407

DOCUMENTI.

duite, telle eut t la mienne. Et si, plus tard, au Concile,


j'avais t appel me prononcer entre eux,jel'aurais fait pour
ma part, dans la simplicit de ma conscience, dans la vrit et
la charit

Mais

de

mon me.

n'en a pas t ainsi, il s'en faut; et la question, jete d'une tout autre manire dans le public, a produit dans les
mes les inquitudes que vous m'avez exposes , et sur lesquelles, ainsi que je vous l'ai promis, je me fais un devoir de vous
dire maintenant ma pense.
Mais, auparavant, je dois rappeler ce qui s'est dit, ce qui
s'est fait jusqu'ici, et o la question en est ce moment.
I.

il

Ce que je commencerai par vous

faire

remarquer, Mes-

question regardait le Concile, et aurait d n'tre traite que par lui.


Malheureusement, des journalistes intemprants n'ont pas
rserv ce soin la future Assemble de l'glise. Forcant les
portes du Concile, avant mme et longtemps avant qu'il pt
tre runi, ils se sont hts d'ouvrir le dbat sur un des sujets
tbologiques les plus dlicats, et d'annoncer l'avance en quel
sens le Concile dcideraitet devait dcider. C'taitun effortpour
crer dans l'opinion un courant favorable leursdsirs,et pour
peser, de tout le poids de cette opinion prjudicielle, sur les
Evques assembls.
Dois-je aller jusqu' mentionner ici les pieuses industries
qui ont t imagines dans le mme but? On a t jusqu' distribuer dans les rues, je l'ai vu, il y a deux ans, et on n'a pas
cesse de le faire depuis, des milliers de petites feuilles imprimes, contenant le voeu de croire l'infaillibilit personnelle et
spare du Pape. On les faisait signer de bons fidles, dont
et n'entenbeaucoup, assurment, n'taient gure thologiens,
'
daient certes pas le premier mot de la question.
sieurs,

c'est

qu'une

telle

Deux journaux surtout, la Civilt Cattolica et YUnivers,


ont pris ici la plus tonnante des initiatives. Tandis que le
Saint-Pre imposait un prudent et rigoureux silence aux Consulteurs des Congrgations romaines chargs des travaux prpails n'ont pas craint de livrer au public les
questions qui, selon eux, doivent tre agites et rsolues par la
future Assemble. Ils ont annonc, en particulier, que la question de l'infaillibilit personnelle du Pape y serait dfinie bien
plus, qu'elle serait dfinie par acclamation.
Cette delicate question ayant t ainsi souleve, et jete
dans la rue et dans la presse, un prlat belge, mon saint ami,
Mgr Dechamps, rcemment nomm Archevque de Malines, a

ratoires au Concile,

publi un crit special sous ce


1

titre: Est-il

opportun de definir,

II
y a cerlaines villes, o des larcs ont pris l'initiative vis--vis de leurs cusont alles leur demander de
soit
signer, soit le voeu de croire l'infaillibilit,
des petitions sur ce sujet pour le Concile.
Te's, et

408
dans

IL CONCILIO
le

prochain Concile,

VATICANO.

Vinfaillibilit

du Pape?

affirmativement. Dj, dans un premier cnt,

le

et

il

a rpondu

nouvel arche-

vque de Westminster,

le pieux et loquent Mgr Manning, avait


question, au mme point de vue, et en a trait
depuis, plus expressment encore, dans une seconde lettre ses
diocsains. Les journaux anglais catholiques et protestants, ont
pris une part active la controverse.
D'un autre cot les vques allemands runis Fulda, le
Mmorial dtplomatiqve l'annongait il y a quelques jours, outre
cette Lettre si pleine de mesure, d'levation et de gravite, que
toute l'Europe a admire, ont adress au Souverain-Pontife,
mais sans le livrer l'avide publicitdes journaux, unMmoire,
pour lui demander de ne permettre pas que la question de son
infaillibilii personnelle ft pose au prochain Concile.
Les choses en taient l, quand la controverse s'est rveille en France entre plusieurs de nos vnrs Collgues. Malheureusement les journaux s'en sont immdiatement mpars avec
une ardeur extrme: la prompte et vive simultanit des attaques a mu le public; une certaine presse, sous les yeux de
laquelle s'agitait ce dbat, s'en est tristement gaye, et des publicistes connus se sont moqus de ce qu'ils appelaient la guerre

trait la

mme

sainte.

Enfin, d'autres crivains, la'ques ou ecclsiastiques, en


France, en Angleterre et en Allemagne, suivant l'exemple qui
leur avait l donne, ont rompu le silence et exprim leur tour
leurs opinions et leurs craintes.
Il tait difficile, devant ce
spectacle, de ne pas se dire: si la
question se trait dj de la sorte devant le public, que sera-ce,
si elle vient tre introduite au Concile? Et il tait impossible

de ne pas sentir, une

fois de plus, le tort grave des journalistes


qui, les premiers, ont soulev, avec une suprme indiscrtion,
une question de cette nature.
La question, en effet, est trs-grave. Car il s'agirait de proclamer un dogme nouveau, le dogme de l'infaillibilit personnelle et spare du Pape.
Nous disons dogme nouveau, non pas en ce sens, vous le
comprenez, Messieurs, qu'un dogme serait cre par le Concile:
l'Eglise ne cre pas les dogmes, elle les dclare; et il ne faut
pas ici d'quivoque. Je dis dogme nouveau en ce sens que jamais, depuis dix-huit sicles, les fidles ne furent tenus, sous

peine de cesser d'tre catholiques, croire ainsi.


Il s'agirait donc d'obliger dsormais tous les catholiques
croire, sous peine d'anathme, que le Pape est infaillible, mme,
je me sers des propres expressions de Mgr l'Archevque de

Westminster, quand il prononce seul, en dehors du corps


piscopal, runi ou disperse; et qu'il peut definir les dogmes Seul, SPARMENT, INDEPENDAMMENT DE l'ePISCOPAT; *

lbilil

Lettre pastorale de Monseigncur,

du Ponti/e romain

sur le Concile oecumnique et l'infail-

Postscriptum.

DOCUMENTI.

409

sans aucun concours exprs ou tacite antcdent ou subsquent,


des vques.

Or ce n'est pas l, on le voit, un dogme spculatif: c'est


une prerogative qui aurait, dans la ralit pratique, les plus
srieuses consquences.
Telleestla question, que nous voyons chaque matin traite
et tranche, par un journalisme tmraire, avec la plus trange
liberto.

Plusieurs du reste la traitent de telle sorte, qu' leurs yeux


n'y a l aucune difficult. Il suffit pour cela, dit l'uri d'eux, de
savoir son Catchisme. Bossuet, apparemment, ne le savait pas;
ni Fnelon , qui entendait l'infaillibilit autrement que Bellarmin qui ne s'accorde pas de tout point ici avec d'autres tholoentendre ces journalistes, la proclamation du
giens romains.
il

du Pape est si ncessaire, si facile, et si


certaine, que le Concile n'aura mme pas examiner; et douter
un instant de sa dcision, ce serait lui faire injure: ce serait
aussi se montrer suspect, tout le moins, d'un bien tide d-

dogme de

l'infaillibilit

vouement pour Pglise

et pour le Pape.
C'estce qu'ils disent, et avec de tels outrages pour ceux qui
ne pensent pas comme eux , qu'en vrit il n'y a plus de limites , et le dJDat s'envenime trangement.
Cependant tout le monde ignore absolument ce que jugera
bon de faire ou de ne pas faire sur ce point le Concile, qui n'existe
pas encore.
Mais en attendant, Messieurs, ces excs de la controverse
troublent les fidles, el les jettent dans la situation videmment
dangereuse que vous m'avez dite. Car, si le Concile vient juger convenable de ne pas suivre la ligne qu'on lui trace si imprativement, ne paraitra-t-il pas plusieurs avoir manqu
son devoir? On aflirme, et avec raison, que les Evques auront
au Concile une pleine et entire libert. Mais vraiment quelle
liberto leur laissent, ds prsent, de telles discussions, menes de cette fagon par le journalisme? A la manire dont ils
poursuivent ce dbat, ne semblent-ils pas dnoncer l'avance
comme des schismatiques ou des he tiques, ceux qui se permettront d'tre d'un sentiment contraire?
Ce sont l, Messieurs, des rflexions de sens commun, qui
m'ont t exposes, de vive voix et par crit, non-seulement par
vous-mmes, mais bien des fois dj par une foule d'esprits, et
des meilleurs, et des plus chrtiens, queces polmiques, autour

de moi ou

loin de moi, proccupent et agitent.


attendu beaucoup avant de me rsoudre prendre la
parole sur un tei sujet. Vous m'y avez dcide, Messieurs. Je
m'iuquitais en effet, non pas de savoir si certains hommes suspecteront plus ou moins et calomnieront mon zle pour le
Pape et pour l'glise, mais ce que j'avais faire pour servir
comme je le dois ces causes si chres. J'ai examin, longuement,
sous toutes ses faces, et surtout au
point de vue pratique, la
J'ai

410

IL CONCILIO VATICANO.

question discute dans les journaux. J'y ai vu, pour ma part,


des difficults de plus d'une sorte, et qui doivent, ce me semble,
frapper ceux mme qui sont le plus convaincus, thologique-

ment, de

l'infaillibilit pontificale.

Je n'ai certes aucun got me jeter dans une mle si violente. Je gmis de la controverse qui s'agite devant le public, et

ce n'est pas pour l'irriter, mais plutt pour la calmer,


s'il sepouvait, la supprimer; car, pour moi, je la crois
trs-inopportune, trs-regrettable pour le Saint-Sige lui-mme,
et les querelles qui viennent d'avoir lieu n'ont fait qu'ajouter
ma conviction, dj ancienne, sur cette inopportunil.
sans toucher au fond mme
Ce sont ces difficults que,
si j'cris,

et

mme,

de la question thologique,
je voudrais exposer simplement
dans cet crit.
Je ne discute pas l'infaillibilit mais l'opportunit. Et du
reste, les vues que je presenterai ici ne me sont pas personnelles.
Je m'en suis entretenu souvent avec un grand riombre de mes
vnrs Collgues, de France et d'ailleurs, et ces raisons nous
ont paru si graves, eux comme moi, qu' tout le moins sontelles de nature faire rflchir la presse religieuse, et lui persuader enfin de rserver aux Evques de si dlicates discussions.
,

II. Ces dbats, je vous l'ai dit, Messieurs, ne m'ont pas moins
tonn, qu'attrist. Car enfin, avant cette ingrence et ces clats
d'une certaine presse, la question n'tait pas pose. Le silence
s'tait fait, grce Dieu, sur des querelles qu'il vaut mieux, je
l'ai toujours
pens, oublier que raviver. Jamais l'autorit du
Saint-Pre n'avait t plus respecte dans l'glise, ni sa parole
mieux coute. Jamais les vques n'avaient t plus empresss
se serrer autour de la chaire pontificale, accourant, non pas
mme sur un ordre, mais sur un simple dsir du Pape, des
extrmits du monde, au centre de la catholicit.
En quoi donc le Concile pouvait-il tre une occasion de
provoquer des controverses sur les prrogatives pontificales?
Est-ce dans ce but, est-ce pour se faire dclarer infaillible, que
le Saint-Pre a voulu assembler les Evques du monde entier?
La dfinition de l'infaillibilit personnelle est-elle entre pour
quelque chose dans les motifs et les causes de la convocation du
Concile? Pas le moins du monde.
Quand le Pape Pie IX annonga, dans deux allocutions cl-

bres, aux vques rassembls Rome en 4867, son projet de


convoquer un Concilie oecumnique, il ne dit pas un mot de la
ncessit ou de l'utilit de faire eriger en dogme de foi par la
future Assemble son infaillibilit personnelle.
Et les cinq cents vques runis alors Rome, dans leur

adresse au Saint-Pre, en rponse cette communication, ne


dirent pas non plus un seul mot de cette question.
si
Enfin, dans la Bulle d'indiction, o le Saint-Pre a trace

largement, et avec un

si

grand langage,

le

programme du

futur

DOCUMENTI.
Concile

il

ne fut de

mme

411

nullement parl de son

infaillibilit

personnelle.

Non, nulle part, dans aucun des actes du Saint-Pre, cette


proccupation de grandir son autorit au moyen du Concile et
la faveur de ce respect dont le monde entoure ses vertus et
ses malheurs, n'apparait un seul instant.
Vous le savez, Messieurs, ce sont d'autres et bien grands
buts que le Vicaire de Jsus-Christ assigne l'Assemble des
reprsentants de l'glise catholique.
Porter remde aux maux du sicle prsent dans l'glise
et la socit, voil
pourquoi le Pape a convoqu le Concile; et de l certes, que de questions poses par les temps nouveaux, et par la crise actuellel On se demande de toutes parts
o d'un moavec anxit si, une epoque aussi incertaine
ment l'autre peuvent surgir des vnements capables de dissoudre le Concile avant qu'il ait achev son oeuvre
les vques auront mme le temps de les traiter.
Et c'est au milieu de tant d'urgentes et ncessaires questions qu'on voudrait tout coup en jeter une, nouvelle, imprvue, inattendue, d'une solution difficile assurment, et pleine
d'orages! Et que l'on s'exposerait, en suivant la voie trace par
les journalistes, au lieu de ce magnifique spectacle d'union que
le monde attend de nous, en donner un tout contraire
Hlas! on peut prvoir dj, l'pret de ces dbats prliminaires, ce que cette question, si on l'y porlait, pourrait soulever de discussions au sein du Concile 1
Mais pourquoi l'y porter? Est-ce que la ncessit y force?
Est-ce que les prils du temps l'imposent?
Non. Mais j'entends dire qu'il s'agit ici d'un principe.

D'un principe? Eh quoil rpondrai-je mon tour, ce prinsi c'en est un, est-il donc ncessaire la vie de l'glise,
qu'il devienne dogme de foi? Comment alors expliquez-vous que
l'glise ait vcu dix-huit sicles, sans que ce principe essentiel

cipe,

ait t dfini? Comment expliquez-vous qu'elle ait fortoute sa doctrine, produit tous ses docteurs, condamn
toutes les hrsies, sans cette dfinition? De ncessit il n'y en
a videmment aucune ici, et la solution de cette question n'est

sa vie

mule

pas plus indispensable qu'elle n'tait rclame.


La raison, d'ailleurs, en est simple. L'glise est infaillible,
et l'infaillibilit de l'glise suffit tout jusqu' cette heure.
Craignez-vous qu' l'avenir elle devienne insuffisante, et vous
flatteriez-vous que ceux, qui ne voudront pas croire l'infaillibilit de l'glise unie au
Pape, croiront plus facilement l'inpersonnelle et spare du Pape?
Est-ce qu'il y a dans l'glise catholique un doute sur l'infaillibilit de l'glise? Est-ce
qu'ici tous ne sont pas d'accord?
Est-ce que le moindre fidle ne se sait
pas en communion avec
son pasteur, qui est en communion avec son Evque, qui est en

faillibilit

communion avec

le

Pape? Est-ce que cela ne

suffit

pas pleine-

412

IL CONCILIO

ment

la scurit

de tmoignages,

VATICANO.

de notre foi? et dans cet accord merveilleux


pas tous une sre garantie

les fidles n'ont-ils

contre l'erreur?

Craignez-vous que l'gise ne puisse plus vivre l'avenir


sur les mmes bases qui l'ont soutenue dans un passe de dix-neuf
sicles?

Que parlez-vous donc de la necessit de faire dans un Conune dfinition nouvelle sur la rgie de la foi et de constituer dogmatiquement une nouvelle rgie de foi? Quoi! c'est en
cile

notre sicle qu'il devient ncessaire de venir mettrecelaen question, de toucher ce principe constitutif, ce ressort principal
de la vie de l'gise! Nous aurions t constitus durant tanl de
sicles d'une facon dfectueuse ou incomplte!

Aprs dix-huit cent soixante-dix annes d'enseignement,

il

faut qu'on en Vienne se demander dans un Concile, qui a le


droit d'enseigner inf^illiblement! Et cela la face du monde
incredule et protestant qui nous regarde! Non, laissons-l ces
questions que rien n'appelle. Que des publicistes tmraires
n'aillent pas, avant l'heure, tonner et dsorienter le bon sens
des fidles par des controverses violentes, qui semblent vouloir

imposer d'avance ces questions aux Evques. Pour moi, Messieurs, ma pense, en la soumettant mes vnrs Collgues,
est formelle sur ce point. Quand le chne est vingt fois sculaire,
creuser., pour chercher le gland originaire sous ses racines, c'est
vouloir branler l'arbre entier!
III. Mais n'y-a-t-il pasdj, Messieurs, des prcdents dcipour cette question d'opportunit qui nous occupe? Je rappellerai d'abord la sage conduite du Concile de Trente et du

sifs

Pape Pie

IV.

Au

fond, du temps du Concile de Trente, la question qui


passionila si vivement les esprits, et fut mme sur le point d'amener la dissolution du Concile, c'tait, sous une autre forme, car
les questions ne reviennent jamais absolument sous les mmes

formes, celle-l mme dont nous traitons ici.


Comment oublier avec quelle sagesse le Saint-Sige sut
carter le perii de ces controverses en cartant le dbat?
Pie IV, la fin, voyant combien les esprits taient mus,
crivit ses lgats pour leur ordonner de retirer le sujet du litige, et dclara qu'il ne fallait rien traiter qui pt provoquer des

discussions orageuses et jeter de la division parmi les Evques.


Il posa cette rgie si sage qu'il ne fallait rien dcider que de
leur ronsentement unanime: Ne defnirentur, nisi ea, de qaibus
l
Inter Patres unanimi consennone constaret.
Le Concile comprit qu'il avait autre chose faire, devant
les erreurs du temps, que d'eriger en dogmes des opinions, si
respectables quelles fussent, mais contro verses parmi les doc1

Voir ce recit dans Pallavicini, Hv. XIX, eh.

XV;

et ailleurs

encore.

DOCUMENTI.

413

teurs, et de fltrir des thologiens catholiques. Et la discussion


fut mise de cot, sans doramage aucun pour Pglise.
Je me souviens trs-bien, et plus d'un vque prsent
Rome en 1867 peut se le rappeler, qu'une des plus srieuses
de Pie IX, avant de se dcider convoquer le

proccupations
Concile du Vatican, c'tait qu'il n'y surgit quelque question de
nature provoquer des discussions orageuses et des divisions
dans l'piscopat. Mais le Pape se souvint de la conduite si sage
du Concile de Trente et de Pie IV, et, sur Pespoir qu'on ne
Poublierait pas au futur Concile, il passa outre.
Est-ce qu'on penserait que, pour soulever et trancher une
question aussi delicate que celle de la dfinition dogmatique annonce, nous sommes aujourd'hui en des temps plus favorables
que ceux du Concile de Trente; et que nous vivions une epoque de foi plus vive, et de plus generale soumission Pglise!
Un autre prcdent de sagesse et de modration qu'il faut
rappeler ici, c'est la conduite du Pape InnocentXI l'gard de
Bossuet. Quand Bossuet crivit son Exposition de la doctrine cadu Saint-Sige,
tholique, aprs avoir, l'article de Pautorit
tabli fortement la primaut de droit divin, la primaut d'honneur et de juridiction de saint Pierre, et des Papes ses successeurs, il passa sous silence, expressment et dessein, la question de l'infaillibilit pontificale.
Quant aux choses dont on sait qu'on dispute dans les
coles, quoique les Ministres ne cessent pas de les allguer
pour rendre cette puissance odieuse, il n'est pas ncessaire d'en
parler ici , puisqu'elles ne sont pas de la foi catholique.
Ce silence rflchi et calcul l'endroit de l'infaillibilit du
Pape empcha-t-il Innocent XI d'approuver l'ouvrage? Bien
loin de l; car ce saint Papeadressa Bossuet deux brefs, dans
lesquels il le flicitait d'avoir crit ce lime aveo une mthode et
une sagesse bien propres ramener les hrtiques dans la voie
salut, et procurer glUe hs plus grands biens pour la
propagation de la foi orthodoxe.
Bossuet, d'ailleurs, en cartant avec soin, dans la pense
si sagement exprime par Innocent XI, le point controverse,
n'avait fait qu'imiter le Catchisme du Concile de Trente. J'ai lu
et relu ce grand Catchisme, compose sur l'ordre du saint Concile et des Souverains Pontifes, par les plus clbres thologiens romains: je l'ai lu, avec la pense expresse de chercher
s'il
parlait, oui ou non, de l'infaillibilit du Pape, et j'ai constate qu'il n'en dit pas un seul mot.
Et il n'en est pas question
non plus dans la solennelle profession de foi , dresse par l'ordre
de Pie IV et insre au pontificai romain.
Enfin, pourquoi ne citerions-nous pas ici l'exemple du vnere
Pie IX lui-mme? On sait qu'il y a deux ans environ, en 1867,
cent quatre-vingt-huit ministres anglicans lui crivirent pour
lui tmoigner de leur bonne volont, et lui demander les bases
possibles de l'union. Que fit le Trs-Saint Pre? Dans une r-

du

414

IL CONCILIO VATICANO.

ponse pleine de charit et de sagesse, il parla de l'autorit de


l'glise, il parla de la suprmatie du Pape; mais il ne parla pas
de son infaillibilit.
Et c'est quand le Saint-Pre, dans l'inspiration de son noble et pacifique cceur, donne de tels exemples de modration et
de sagesse, que des journalistes, en s'abntant derrire le noni
vnere qu'ils profanent dans de semblables luttes, ont entrepris,
force d'affirmations tranchantes, de peser sur l'opinion publique,

mme

coup, comme s'ils voulaient intimider les


fermer la bouche, ils tiennent suspendues audessus de leurs ttes des insultes et des attaques pleines de violence et de fiel
Je puis leur dire: Vous ne connaissez ni Pie IX, ni l'pis-

tandis que, du

Evques

et leur

copat.
IV. Nous parlions de nos frres des communions spares.
C'est en effet quand on se place leur point de vue, que la question d'une dfinition de l'infaillibilit personnelle du Pape
parait surtout grave et prilleuse.
Qu'on y songe: il y a 75 millions de chrtiens orientaux
spars; il y a prs de 90 millions de protestants de loutes

nuances.
Certes, s'il est un intrt suprme pour l'glise, un vceu
ardent de tous les cceurs vraiment catholiques, c'est bien le retour l'unite de tant de frres sortis du giron de la mme mre,
et aujourd'hui loigns de nous. Voil la grande cause pour laquelle il faudrait tre prts, tous, donner son sang, et trembler la seule pense de ce qui pourrait la mettre en perii.
Aussi quelles invitations pressantes du Saint-Pre aux glises

aux communions protestantes


bien, qu'est-ce qui spar de nous les Orientaux? La
suprmatie du Pape. Ils ne veulent pas la reconnaitre comme
de droit divin. C'est le point sur lequel on n'a jamais pu, ni
aprs Lyon, ni aprs Florence, les dcider srieusement, efficacement, et amener un retour durable.
Et voil qu' cette difficult, insurmontable jusqu' ce jour ,
orientales! Quel appel

Eh

qui

les tient

depuis neuf sicles spars de l'glise et de nous,

on voudrait ajouter une difficult nouvelle et beaucoup plus


grande, lever entre eux et nous une barrire qui n'a jamais
exist, en un mot leur imposer un dogme dont on ne leur parla
jamais, les menagant,

thme

s'ils

ne l'acceptent pas, d'un nouvel ana-

Car, ce n'est plus seulement la primaut de juridiction


devront reconnaitre, c'est l'infaillibilit personnelle du
1
Pape, EN DEHORS ET SEPAREMENT DU CORPS EPISCOPAL.
et ici je rpte simpleSe pourrait-il, je le demande,
ment ce que le boti sens a dj inspir ceux qui ont voulu y

qu'ils

Monseigneur Manning.

DOCUMENTI.

415

se pourrait-il, vis--vis des glises Orientales spares, rien de plus contradictoire qu'une telle conduite, et de
moins persuasif qu'un tei langage: Nous vous invitons profiter de la grande occasion du Concile oecumnique, pour vous
expliquer et vous entendre avec nous. Mais voici auparavant ce
que nous allons faire: lever un nouveau raur de sparaton,
une nouvelle et plus haute barrire entre vous et nous. Un fosse
nous spar; nous allons en faire un abime. Vous vous tes refuss jusqu' prsent reconnaitre la simple Primaut de juridiction du Pontife Romain; nous allons vous obliger pralablement croire bien autre chose, et admettre ce que jusqu'ici
des docteurs catholiques eux-mmes n'ont pas admis nous allons
eriger en dogme une doctrine bien plus obscure, pour vous, dans
rflchir,

l'criture et dans la Tradition,


Seul,

que

le

dogme mme non encore

personnelle du Pape,
INDPENDAMMENT ET SEPAREMENT DES vQUES. Voil danS

accept par vous, savoir,

l'infaillibilit

quelles conditions nous venons vous proposer l'entente.


Parler ainsi, ne serait-ce pas vraiment une drision? Et ne
serait-ce pas aussi un malheur? appeler et loigner en mme

temps ?
Ces considrations devront frapper encore plus, si l'on rflchit l'tat d'esprit des chrtiens schismatiques de l'Orient.
Lorsqu'on traite avec les hommes, il faut bien savoir o ils en
sont. Or, sur ce point, o en sont nos frres spars?
Ils en sont rests prcisment aux temps du schisme, au
IX sicle. Ils n'ont pas marche depuis. Ils ne connaissent pas les
controverses qui se sont agites sur ces matires dans l'glise
Occidentale. Ils n'ont lu ni Bossuet, ni Bellarmin, ni Melchior
Cano. Et, quelque conviction personnelle qu'on puisse avoir sur
l'infaillibilit du Pontife Romain, il faut bien reconnaitre que
le ix sicle tait loin d'tre dispose la dfinition d'un tei dogme.
En fait, jusque-l, les Conciles taient la grande forme de la
vie de l'glise; il s'en assemblait sans cesse; toutes les plus grandes dfinitions dogmatiques avaient t rendues en Concile. Les
Grecs ne sont donc en rien prpars la dfinition qu'on voudrait leur faire imposer par le Concile du Vatican. Ma conviction profonde est qu'un des effets certains, invitables, d'une
telle dfinition, serait de faire reculer bien loin la runion des
glises Orientales. Une telle considration ne paraitra lgre
aucun de ceux qui savent le prix des mes.
Un fait rcent montre si la crainte que nous exprimons ici
est sans fondement: c'est la
rponse faite l'envoy du Souverain-Pontife par le vicaire general du Patriarche schismatique
de Constanti nople. Parmi les raisons allgues par lui pour dcliner l'invitation venue de Rome, se trouvait celle-ci: que

l'glise grecque ne peut reconnaitre l'infaillibilit du Pape,


*
et sa
superiorit sur les Conciles cecumniques.
1

Civilt Cattolica,
cLronique

que de Grenoble.

du

Concile.

Cite

par Monselgneur l'v-

416

IL CONCILIO VATICANO.

Les schismatiques armniens parlent le mme langage, et


eu sous les yeux un journal arranien qui prtend que si
Rome les invite au Concile, c'est pour leur imposer l'infailli-

j'ai

bilit

du Pape.

On

dira peut-tre: Mais de quoi vous proccupez-vous? Les


Schismatiques ne veulent pas de l'union. Qu'importe entre eux
et nous une barrire de plus!
Je suis loin, pour ma part, de
perdre ainsi l'esprance, et sans connaitre les desseins de Dieu
sur les peuples, je ne me crois pas permis de sceller ainsi la
tombe de ces antiques nations chrtiennes, - surtout quand je
viens penser que dans cette tombe, dans ce sol de l'Orient,

reposent des cendres comme celles des Athanase, des Cyrille,


des Basile, des Grgoire, des Chrysostme, mles celles des
Paul, des Antoine, des Hilarion, des Pacme, et de tant d'autres
saints jamais illustres.
Mais quand cela serait,

quand aucun souffl de Dieu ni


aucun effort des hommes ne devrait rappeler de l'erreur qui les
a perdus ces vieux peuples de l'Orient, non, alors mme je ne
croirais pas qu'il ft de la charit de Jsus-Christ, et de la mission d'un grand Concile, de les loigner davantage, et de leur
rendre

le

retour plus

difficile.

eu souvent l'heureuse occasion de m'entretenir longuement des intrts de ces antiques glises, avec les Evques
orientaux qu'il m'a t donne de rencontrer Rome dans nos
grandes runions; et en outre, une correspondance particulire,
active, avec plusieurs d'entre eux, m'a permis de connaitre un
J'ai

peu

l'tat

des choses.

Ce que j'ai appris d'eux, c'est ceri: un grand dsir du rapOui, dans cet immobile Orient, beaucoup d'mes
prochement.
sont travailles par ces aspirations.
Et, en mme temps,
de vives susceptibilits, pour les moindres dtails de leurs
vieilles coutumes: combien plus forte raison, pour ce qui est

des grandes questions dogmatiques.


Certes, le Concile de Trento eut une tout autre conduite, et
des mnagements bien autrement dignes de Tglise de JsusChrist vis--vis des glises orientales, et cela, dans une question
d'une capitale importance. Tout thologien sait comment, la
demande des ambassadeurs vnitiens, le fameux canon: Si quis
dixerit Ecclesiam errare, chef-d'ceuvre de prudence thologique
et de charit, fut tempere de manire, tout--la fois, maintenir
la vrit et mnager les Orientaux.

V. La question est plus delicate encore en ce qui touche le


Protestantisme. Car le schisme orientai, du moins, admet l'aude ceux qu'il regarde comme
toril des Conciles cecumniques

et

de l'glise, dont il se persuade faire toujours


partie. Tandis que le Protestantisme n'admet pas cette autorit.
L, sur ce point prcis et dcisif, l'autorit de l'glise, est la
grande controverse entre lui et nous. Le Protestantisme est
tels

l'autorit

DOCUMENTI.

417

avant tout la ngation de l'autoril de l'glise. Dans ce principe de division est son essence, sa plaie fatale. Et c'est ce que
beaucoup de nos frres spars commencent entrevoir. Ils
sentent qu'un principe qui permet la division l'infini, qui permet mme de n'tre plus chrtien tout en demeurant toujours
protestant, ne peut pas tre le vrai principe chrtien. De l ce
travail qui se fait au sein du Protesta ntisme, ces grands et consolants retours, dont surtout l'Angleterre et l'Amrique nous
donnent le spectacle, et ces aspirations vers l'union, qui sont, je
le sais, au coeur de tant de Protestants.
Qui, parmi nous, ne compatit ce travail et ces souffrances de tant d'mes? Qui ne les appelle avec amour? Qui ne
prie avec elles? car elles prient, je le sais encore, pour ce grand
et suprme intrt, l'union des glises chrtiennes. Nous
sommes, me disait Orlans mme le docteur Pusey, il y a
deux ans, huit mille en Angleterre, qui prions, chaque jour,

pour l'union.
Ah si les rapprochements tant dsirs parvenaient enfin se
faire! Si l'Angleterre surtout, la grande Angleterre, se retournait
un jour vers nous De toutes les rconciliations que le monde
a vues, ce serait assurment la plus heureuse et la plus feconde.
Je le disais, dans ce livre de la Souverainet pontificale, crit
en quelque sorte sous le feu des luttes pour le Saint-Sige, je le
disais avec confiance aux Anglais maitres d'eux-mmes et de
!

Vous avez t, il y a trois sicles, les plus


redoutables ennemis de l'unite: quel honneur il y aurait pour
vous ramener en Europe l'unite Cet tendard de la Catholicit
chrtienne, comme il sirait vos mains de le relever, et vos
vaisseaux de le porter par-del les mers sur toutes les terres
que vous visitez Heureux ceux qui il sera donne de voir ces
temps meilleurs, qui peut-tre ne sont pas loigns!
Eh bien! le Concile a ranim chez un grand nombre de nos
frres spars, et chez nous, ces esprances. Ahi sans doute,
on doit le craindre, elles ne seront pas toutes ralises. Mais
au moins, des retours partiels peuvent se voir, et en grand
nombre; surtout une puissante impulsion peut tre donne. Le
temps, avec la grce de Dieu, ferait le reste.
Que du moins le Concile, pour ceux qui le Saint-Pre
adressait nagure ce pressant appel, ne devienne
pas la plus
dure des pierres d'achoppement!
Ne parlez donc plus de leur imposer pralablement, pour
condition de retour, l'infaillibilit personnelleetspare du Pape!
Car ce serait l'oubli de toute prudence comme de toute charit.
leurs prjugs:

Les nouveaux catholiques, ai-je ouT dire, sont pleins de


pour ce dogme. Oui, certains nouveaux catholiques
peut-tre. Maisje connais, moi, d'autres convertis, que Pannonce
d'une dfinition a troubls. Je connais certains protestants, dsireux de venir nous, que cela seul fait reculer. J'en connais
que cette dfinition repousserait absolument.
ferveur

27

418

IL CONCILIO

faut tre, ce

VATICANO.

me semble,bien peu ou

bien mal renseign


sur les dispositionsactuelles de nos frres spars, pour ne pas
voir qu'on lverait l, infailliblement, une nouvelle barrire,
peut-tre jamais infranchissable, entre eux et nous.
Mais attendez donc! dirai-je aux impatients: les schismes
et les hrsies ne sont pas ternels. L'glise a bien altendu,
sans cette dfnition, dix-huit sicles, et la vrit, garde par
elle, a t bien garde.
Il

VI. Il est d'autres prils, d'un autre ordre, et trsgraves encore. 11 faut calculer les consquences que pourrait avoir un tei
acte au point de vue des Gouvernements modernes: c'est l une

politique, ou pour mieux dire, une sagesse dont Pglise ne


peut se dpartir. Je sais que beaucoup d'vques, et des plus

courageux, en sont proccups.


Et certes, non sans cause; car il y a de srieuses raisons
de craindre, ce point de vue encore, que les inconvnients
possibles de la dfinition ne soient trs-considrables.
Voyons les faits; examinons l'lat de l'Europe.
Sur les cinq grandes puissances europennes, trois ne sont
pas catholiques: la Russie, la Prusseet PAngleterre. Je ne parie
pas ici de l'Amrique et des tats-Unis. Et parmi les tats secondaires de l'Europe, un grand nombre aussi appartiennent au
schisme et l'hrsie, la Saxe, la Sude, le Danemark, la Suisse, la Hollande, la Grece. Qui ne sait quels ombrages tous ces
Gouvernements nourrissent encore contre Pglise? r, je pose
simplement la trs-grave question que voici: Croil-on qu'une
dfinition de l'infaillibilil personnelle du Pape soit de nature
ces ombrages? Quand, par un prjug inveler qu'on
dissipar
ne dtruira pas en l'aggravant, ces gouvernements regardent le
Pape comme un souverain tranger,"croit-on, de bonnefoi,que
dclarer le Pape infaillible, ce sera rendre meilleure la position
des catholiques dans tous ces pays? Croit-on que la Russie, que
la Sude,
que le Danemark en deviendront plusdoux pourleurs
sujets catholiques? Leurs haines conlre Rome en seront-elles
apaises, et le rapprochement rendu plus facile?
Si quelqu'un tait tent de traiter la lgre, comme chimriques, ces craintes sur les dispositions des Gouvernements
non catholiques, je rappellerais ici simplement les faits rontemporains. Pourquoi donc, en 1826, les Archevques et vques
catholiques d'Irlande, et ceux d'Angleterre et d'cosse, ontils t
obligs de signer les deux dclarations que j'ai sous les
,

yeux?
Dans

l'une, les Archevques et vques catholiques d'Angleterre et d'cosse, placs en face de ce grief: On accuse les

catholiques de partager leur fidelit entre leur souverain tem-

y rpondent longuement; et dans l'autre,


vques catholiques d'Irlande sont forcs
d'en venir a protester qu'ils ne croient pas qu'il soit licite de

porel et

les

le

Pape,

Archevques

et

419

DOCUMENTI.
tner une

personne quelconqne, sons prtexte qu'elle serait


souvenir exagr, mais vident et permanent
hrtique:
des bulles lances contre Henri Vili
et de plus
ceci est
qu'il n'est pas exig d'eux decroire que le Pape
remarquer

est infaillible.

Qu'on se rcrie tant qu'on voudra sur l'injustice de ces ombrages et de res prventions, de telle3 dclarations solennelles
imposes l'piscopat d'un gran pays, dmontrent assez quelle
est la puissance de ces prventions. J'ai lu cette dclaration des
vques d'irlandeje dois le dire, la rougeur au front. Combien
ils ont d souffrir d'avoir
repousser, et de trouver vivantes
dans leur pays, de pareilles dfances, qui s'attaquaient tout
ce qu'il y a de plus sacre dans la conscicnce, de plus dlicat
dans l'honneur!
En veut-on d'autres preuves encore? On sait les lois atroces qui restrent si longtemps suspendues sur la lte des catholiques d'Angleterre et d'Irlande, et qu'ils ont eu tant de peine
faire abolir. Eh bien? quand le clbre Pitt, la fin du sicle
dernier, dans une pense politiquequeje veux croire gnreuse,
songea, pour la premire fois, dlivrer de ce joug les catholiques, qu'est-ce qui obsdait et arrtait tout court l'homme
d'tat anglais? La Puissance pontificale, les vieux souvenirsdes
dmls des Papes avec les couronnes. C'est pourquoi, avant
tout, il voulut savoir quelles taient sur ce point les doctrines
cafholiques, et il s'adressa dans ce but toutes les plus savantes Universils de France, de Belgique, d'Espagne et d'Alle-

magne.
J'ai sous les yeux les rponses des Universits de Paris, de
Douai, de Louvain, d'Alcala, de Salamanque, de Valladolid:
toutes, se plagant au point de vue du droit divin, et laissant de
cot, par consquent, ce qui a pu tre le droit public d'un autre ge, rpondent
expressment que, ni le Pape, ni les Cardinaux, ni aucun corps ou individu de l'Eglise Romaine, n'ont,
de par Jsus-Christ, aucune autorit civile sur l'Angleterre,
aucnn pouvoir de dlier les sujets de S. M. Britannique de leur
serment de fidlil.
Cette doL-trine, professe alors par les plus grandes Universits de l' glise catholique pouvait rassurer Pitt sur la doctrine
contraire, professe, dans des bulles clbres, il le faut dire,
plus d'un Pape. Mais supposez la Papaut dclare infailliEar
le: ctte dfinition
dogmatique de l'infaillibilit du Pape ne serait-elle pas de nature raviver les vieilles dfances? Certes,
on peut le craindre, et voici pourquoi:
Les Gouvernements non-catholiques, en effet, ne croiront pas
cette infaillibilit; et ce pouvoir immense, reconnu dogmatiquement au Pape, le Pape, selon eux, en pourra abuser, en
,

les limites. Mais, ce


qui sera grave leurs yeux,
leurs sujets catholiques
y croiront, et seront obligs de se soumettre toutes ses dcisions, mme les plus abusives au point

outrepasser

IL CONCILIO VATICANO.

420

de vue de ces Gouvernements non-catholiques corament ne pas


voir que ds lors le pouvoir pontificai leur semblera bien plus
redoutable et plus odieux? Ils ont dj, ils conserver contre
:

les dfiances ombrageuses que chacun sait: combien


plus suspecteront-ils le Pape infaillible, c'est--dire un seul
homme, qui, leur point de vue, leur offrir bien moins de garanties que l'glise, c'est--dire que les vques de leur pays
et de tous les pays ?

l'glise

Gouvernements des nations catboliques ellesverront-ils proclamer le dogme nouveau?


faut se demander aussi. Car enfin, les Gouverne-

VII. Et les

mmes, de quel

oeil

C'est ce qu'il
ments ne se regarderont jamais comme dsintresss dans la
question. Qui leur persuader qu'elle ne les regarde pas?
lei encore, pour apprcier sans illusionetselon lavorile les

consquences de la dnition dogmatique annonce,et sollicite


avec tant de bruit par des journalistes
qui, certes, devraient
cesser, l'heure en est venue, de se mler dans les affaires les
plus intimes, les plus graves, et les plus rserves de l'glise,
placons-nous dans la ralit des choses, dans les faits voyons

ce qui est, et ce qui sera.

Le grand fait, malheureux, mais incontestable, et plus que


jamais subsistant, le voici: c'est que les pouvoirs publics,mme
chez les nations catholiques, sont pleins d'ombrages contre l'glice que toute l'histoireproclame; car l'hisloire estpleine
des conflits entre les deux puissances.
Mais que parl-je du passe? A l'heure mme o j'cris ces
lignes, est-ce que trois des quatre grandes puissances catholiques de l'Europe, l'Autriche, l'Italie et l'Espagne ne sont pas
engages plus ou moins dans de tristes luttes avec l'glise? Et
chez nous-mmes, d'un moment l'autre, ne peut-il pas surgir
un litige? Et ce mot ne serait-il pas encore trop doux, dans la
terrible ventualit de telle revolution possible?
Voil la situation: les Gouvernements catholiques ont t,
sont, ou peuvent se trouver de plus en plus en conflit avec

se. C'est

l'glise.

Certes, nul plus que moi ne deploro ces redoutables conflits,


ils se produisent; et si peu de got que j'aie pour ces luttes, peut-tre ai-je montr, on me pardonnera de le rappeler,
que je ne suis pas de ceux qui reculent alors et faiblissent? Mais

quand

question, et, que les Gouvernement soient, ou


n'est pas non plus de cela qu'il s'agit. Il
vers'agit de savoir de quel ceil, aujourd'hui, les Gouvernements
raient dclarer le Pape infaillible.
Est-ce l une timide proccupation? Et l'glise doit-elle,
dans ses Conciles, ne consultant que les principes de sa pleine
indpendance l'gard des Gouvernements humains, agir, dedlicrter, definir, mme sur les questions pratiques les plus
cates, comme si les Gouvernements n'existaient pas, et sans s'in-

l n'est pas

la

non, coupables, ce

DOCUMENTI.
quiter, en

aucune sorte, de savoir

ou non, au

vif?

si

421
ses actes

les blessernt,

Telle n'est pas, telle ne fut jamai, dans les choses qui ne
sont point de necessit, la coutume de la sainte glise.
Ahi si d'un coup, et par une simple proclamation dogmatique, on pouvait couper court aux conflits, supprimer les vieux
ombrages, et rendre, par dcret, lesGouvernements des nations
catholiques dociles Pglise et au Pape, corame des brebis!
Cela en vaudrait la peine!

Mais s'en

flatter,

aujourd'hui surtout, serait la plus chim-

rique des illusions.

Quelqu'un peut-il douter qu'une dfinition dogmatique de


personnelle du Pape, loin de supprimer les dfiannes anciennes, ne ferait qu'en raviver les causes, ou, si l'on
veut, les ternels prtextes, en leur donnant une apparence de
l'infaillibilit

plus?
Quels sont, en

effet, ces prtextes? Certes, je ne prtends en


rien justifier ici les Gouvernements: presque toujours, presque
partout, ils ont voulu opprimer l'glise; mais il faut voir les
hommes et les choses comme ils sont.
11
y a d'abord ici les souvenirs du passe.
En dclarant le Pape infaillible, pourront se demander les
Souverains, le dclarera-t-on impeccable? Non. La dclaration
qu'on provoque ne devant rien ajouter ni retrancher ce qui
est, ce qui fut, ce qui s'est dj vu se pourra voir encore. Or
on a vu , il faut le dire avec respectet avec tristesse, mais il faut

le dire,
car l'histoire y condamne, et Baronius lui-mme, le
grand historiographe de l'glise romaine, nous enseignequ'il ne
faut pas, en histoire, dissimuler la vrit;
or, on a vu dans
cette longue et incomparable srie des Pontifes romains, quelques Papes, en petit nombre, mais enfin, il y en a eu, des Papes qui se sont montrs faibles, des Papes ambitieux, des Papes
entreprenants, confondant le spirituel et le tempore! affectant
*

des prtentions dominatrices sur les couronnes. On n'est pas assur d'avoir, dans toute la suite des sicles un Pie IX sur le
trne pontificai.
N'est-il pas naturel

de penser que,

si le

Pape

est

proclam

infaillible, ces rflexions se prsenteront d'elles-mmes aux Gouvernements d'aujourd'hui? Et dj, n'est-il pas inutile, et, je

l'ajouterai, trs-dangereux de rveiller de tels souvenirs? Certes,


ce n'est pas moi qui les rveillel mais pourquoi d'imprudents

ayocats de

la Papaut se donnent-ils tous lesjoursla triste mission de les rveiller, et de les envenimer.
Mais, en outre, on se demander sur quels objets s'exercera
cette infaillibilil personnelle. Quand il
n'y aurait que les matires mixtes, o les conflits furent
toujours si frquents, quelles
1
Et il suffit de lire dans ses Annales
que lui-mme ne la dissimule pas.

l'histoire

du dixime

sicle

pour \o\x

422

IL CONCILIO

VATICANO.

limites? Qui lesdterminera? Le spirituel ne touchet-il pas au temporel de tous cls?Qui persuader aux Gouvernements que le Pape ne passera plus, jamais, dans aucun en-

sont

ici les

trainement, du spirituel au lemporel? Ds lors, la proelamation


du nouveau dogme ne paraitra-t-elle pas, non aux thologiens
habiles, mais aux Gouvernements, qui ne sont pas thologiens,
consacrer, dans

le Pape, sur des matires peu dfinies et parfois


dfinissables, une puissance illimite, souveraine, sur tous
leurs sujets calholiques, et, pour eux Gouvernements, d'autant

non

plus sujette aux ombrages, que l'abus leur paraitra toujours possible?
Alors on se souviendra des doctrines formules, si non dfinies, dans des Bulles clbres.
Certes, ce n'est pas moi qui ai la moindre envie de dfendre
ici Philippe le-Bel et ses imitateurs. Mais enfin, dans la Bulle
Unam sanctam, parexemple, Boniface Vili ne dclare-t-il pas
qu'il y a deux glaives, le spirituel et le temporel, que ce dernier aussi appartient Pierre, et que le successeur de Pierre a
le droit d'instituer et dejuger les souverains: Potestas spiritualis
terrenam potestatem instituere habet et judicare.
Et dans la Bulle Ausculta fili, il demandait au Boi d'envoyer
Bome les Archevques et les vques de France, avec les
Abbs, etc, pour y traiter de tout ce qui paraitrait utile au bon
gouvernement du royaume de France.

Et aprs mme que le protestantisme fut venu changer si


profondment l'tat de l'Europe, Paul III, dans la fameuse Bulle
qui excommuniait Henri Vili, ne dliait-il pas de leur serment
de fidlil les sujets du roi d'Angleterre, et n'offrait-il pas l'Angleterre qui la voudrait conqurir, donnant, ceux qui en
feraient la conqute, tous les biens, meubles et immeubles, des
Anglais devenus dissidents?
Croit-on que cette Bulle soit oublie en Angleterre? Et les
dclarations, dontjecitais tout l'heure quelques mots, penset-on qu'elles n'ont pas t demandes aux vques calholiques
d'Irlande par le souvenir, tout vivant encore, de cette Bulle? Me
sera-t-il permis de dire ici toute ma pense , et n'est-il pas permisde le demander aprs l'histoi re: cette Bulle effrayante, l'epoque o elle fut publie, n'tait-elle pas de nature prcipiter,
plult qu' ramener, la nation anglaise? Est-il bien certain
qu'elle n'a pas l pour la Chrtienl un grand malheur? Du
moins, en pensant ainsi , on ne contredirait aucun dogme calholique, pas mme celui de l' infaillibilil du Pape, si elle venait
jamais tre rige en dogme.
Je suis triste, et qui ne le serait? en rappelant ces grands

douloureux faits de l'histoire; mais ils nous y forcent, ceux


dont la lgret et la tmril remuent ces questions brlanles.
Ils nous y forcent, et ma conviction profonde est que tout cela
si
jette dans les meilleurs esprils un trouble dplorable, et que
on avait entrepris de rendre la puissance pontificale odieuse, on
et

DOCUMENTI.

423

ne pourrait rien faire de mieux que de perpluer de telles controverses.

Car,enfin, pourront encore se demander les Souverains,


catholiques, la proclamation dogmatiqu de l'infaillibilit
du Pape rendra-l-elle, oui ou non, l'avenir de telles Bulles
impossibles? Qui donc alors empchera un nouveau Pape de definir ce que plusieurs de ses prdcesseurs ont enseign: que le
Vicaire de Jsus-Christ a un pouvoir direct sur le temporel des
princes; qu'il est dans ses attribulions d'instituer et de dposer
les souverains; que les droits civils des rois et des
peuples lui
sont subordonns? l
Mais alors, et aprs la proclamation du dogme nouveau, nul
clerg, nul vque, nul calholique ne pourra rcuser cette

mme

doclrine si odieuse aux Gouvernements: c'est--dire qu' leurs


yeux tous les droils civils, politiques, comme toutes les croyances religieuses, seraient entre les mains d'un seul hommel
Et vous penseriezque les Gouvernements verraient avecindiffrence l'glise s'assembler de tous les points du monde, pour
proclamer un dogme qui, suivant eux, peutavoir de telles con-

squencesl
Et ils pourront tre d'autant plus induits considrer la dfinition de l'infaillibilil du Pape comme une conscration implicite de ces doctrines si redoules, que ces doctrines sont
loin d'tre abandonnes. Sans cesse les journaux, qui se donnent parmi nous comme les purs reprsentants des principesromains, talent ces thories dans leurs colonnes, les tablissent
grand reufort d'ar.numents, et vont mme jusqu' signaler,
comme entache d'alhisme, la doctrine, laquelle tiennent si
fort les souverains, catholiques comme non
catholiques, de l'indpendance des deux puissances chacune dans sa sphre.
11
y a trs-peu de temps que nouslisions, citesavec loge
par un journal frangas, les paroles suivantes, o l'on compare
aux manichens ceux qui soutiennent que les deux glaives ne
sont pas dans la mme main:
Y aurait-il donc deux sources d'autorit et de
pouvoir,
deux fins
snprmes pour les membres d'une mme socit,
deux buts divers dans l'ide de Ttre ordonnateur, et deux
deslines distinctes chez un mme homme
qui est la fois
membre de
l'glise et sujet de l'tat? Mais qui ne voit de
suite l'absurdit d'un semblable
systme? C'e*t le dualismo
des
manichens, sinon l'athisme.
C'tait l aussi ce que prtendait l'abb de Lamennais, dans
les emportements de sa
logique; et, contre le premier des qu atre
articles, il posait ce dilemne: ultramontain ou athe. Ces excs
lui ont
peu rtissi. Et, au fond, sous ce rapport, les crivains
dont il s'agit ici sont de l'cole de Lamennais. Mais plus ils re1

souteou

Ignore-t-on que Bellarmin lui-mcme fut mis l'index pour n'avoir pa&
le

pouvoir direct da Pape sur

les

couronnes?

424

IL CONCILIO

VATICANO.

procheront aux Gouvernements de ne pas admettre la doccine


de la Bulle Unam sanctam, et de tenir cette indpendance
des deus puissanees, plus ils dmontreront eux-mmes la force
des rpugnances et l'universalit des rpulsions que je redoute.
Et quand je parie de l'indpendance des deux puissances,
loin de moi la pense de mettre en doute un seul instant la divine et certaine aulorit de l'glise, pour definir, proclamer, et

rappeler, aux Gouvernements comme aux sujets, les saintes et


ternelles rgles du juste et de l'injuste! Mais l n'est pas la
question, on le sait bien, et c'est trop evidenti
Non, les vieilles susceptibilits ne sont pas prs de dispa-

un journalisme passionn a tout fait pour les ranimer;


et nulle part, on le peut affirmer avec certitude, ni en France,
ni dans la catholique Autriche, ni dans la Bavire et sur les

raitre:

bords du Rhin, ni dans l'apostolique Espagne, ni dans ce Portugal, qui nagure chassait les Soeursdecharit, les dispositions
des Gouvernements europens ne sont favorables la proclamation du dogme annonc.
L'heure vous parait-elle donc venue de rveiller d'un bout
de l'Europe l'autre les haines contre le Saint-Sige?

Ou

plult, l'heure prsente n'est-elle pas dj pleine d'assez


et d'assez grands prils?

nombreux

Veut-on mettre l'ordre du jour, dans l'Europe entire,


de l'glise et de l'lat?
Veut-on mme faire courir au Concile d'autres chances?
Que faudrait-il, dans l'tat actuel de l'Italie et de l'Europe,
pour amener les plus grands malheurs?
Il est impossible de se le dissimuler: il
y a des esprits qui
tiennent pousser l'glise aux dernires extrmits
la sparation

Dans quel

intrt?

Vili. J'arrive maintenant aux difficults thologiques, non


cette question, encore
prcisment de l'infaillibilit pontificale,
une fois, je ne la traite, ni dans un sens, ni dans un autre,
mais aux difficults thologiques de la dfinition: car ces diffcults-l, si elles sont vraiment srieuses, sont aussi une forte

raison contre l'opportunit.


Les journalistes qui semblent vouloir enjoindre au Concile

de definir l'infaillibilit du Pape, et de la definir par acclamation, se doutent-ils des conditions dans lesquelles le Concile
aurait faire cette dfinition? Certes, on ne le dirait pas, la
manire dont ils en parlent;
comme ils ne se doutent gures

d'trange, de prodigieusement anormal, et de


tout fait impossible, dans le rle qu'ils se donnent depuis six
mois surtout, en s'ingrant au point o ils le font, dans les
afFaires les plus intimes du gouvernement de l'glise.
Je ne suis pas surpris d'ailleurs de leur extraordinaire imprudence. Ils ne sont pas thologiens. Vous, Messieurs, vous connaissez toutes les questions que je vais rappeler: elles vous sont

de ce

qu'il

y a

425

DOCUMENTI.

enseignes dans non coles. Mais en mme temps qu'on vous les
enseigne, on vous apprend ne pas en entretenir inutilement
les fdles. Prtres, nous avons un doubl devoir, c'est d'tudier
les choses obscures et de ne prcher que les choses claires.
Quant aux lai'ques, encore une fois, je ne leur reproche pas
d'ignorer, mais je leur reproche d'agiter et de trancher les questions qu'ils ignorent. Il ne savent pas quelles difficults ils
toucbent tourdiment, et je suis malheureusement oblig de les
en avertir, en vous rappelant, vous, Messieurs, ce que vous
savez dj.
En matire si grave, si dHcate et si complexe, dit avec
une raison suprieure Mgr l'vque de Poitiers, on ne doit
se laisser guider ni
par l'enthousiasme, ni par le sentiment

personnel; tous les mots doivent tre pess et expliqus, tou tes les faces de la
question examines, tous les cas prvus,
toutes les fansses
application cartes, tous les inconvnients
>
balancs avec les avantages.
Au reste, Mgr l'vque de Poitiers n'est pas le seul parler ainsi. Parmi les thologiens,les plus grands partisans de l'infaillibilit avouent eux-mmes les prodigieuses difficults pratiques qui peuvent se rencontrer ici. Ce sont, disent-ils, des
difficults inextricables, intricatissima difficultates; et les plus
habiles, ajoutent-ils, ont toute la peine du monde s'en tirer; in
quibus dissolvendis multum theologi peritiores laborant.
1 Difficults tires de la ncessit de definir les conditions
de l'acte ex cathedra, tous les actes pontificaux n'ayant pas ce

caractre;

du doubl caractre du Pape, consider


docteur prive, soit comme Pape;
3 Difficults tires des multiples questions de fait qui se
peuvent poser propos de tout acte ex cathedra;
4 Difficults tires du passe et des faits historiques;
5 Difficults tires du fond mme de la question;
6 Difficults, enfin, tires de l'tat des
esprits contempo2 Difficults tires

comme

soit

rains.

La premire chose

faire par le Concile, avant de porter


dogmatique, ce serait donc de dterminer les
conditions de l'infaillibilil; car definir l'infaillibilit du Pape,
sans prciser et definir les conditions de cette infaillibilit, ce
serait ne rien definir, parce que ce serait definir trop, ou pas
ici

une

dfinition

assez.

Mais comment dterminer ces conditions? Les thologiens


en disputent, soit en thorie, in abstracto, soit in concreto, et
en fait. En un mot,
quand et comment le Pape est-il infaillible?
Voil ce qu'il faudra dterminer. Mais c'est ici que les difficults
ne sont pas mdiocres.

Le Pape, toutes
1

les fois qu'il parie,

Homelie prononce dans

la

est-il

infaillible?

chapellc de son Grand-Se'minaire.

Des

426

IL CONCILIO VATICANO.

Ou bien ne l'est il que quand il parie ,


thologiens l'ont pens.
corame on dit, ex cathedra?
Mais, c'est prcisment pour definir les conditions de la
parole ex cathedra, que le Concile, s'il jugeait propos d'entrer
dans cette question, aurait fort tudier et fort faire.
Qu'est-ce, en effet, que la parole ex cathedra? quelles en
sont les conditions, ? On discute l-dessus dans toutes les coles: les uns exigent plus et les autres moins. Le Cardinal Orsi
ne parie pas prcisment comme le Cardinal Bellarmin, ni Bellarmin comme le Cardinal Capellari, qui fut depuis le Pape

Grgoire XVI.
Mansi parie, soit de Conciles assembls pralablement,
soit de docteurs appels, soit de Gongrgations institues
et de supplications publiques. Sans cela, dit-il,
que Bos suet le sache
bien, nous ne reconnaissons plus le Pape vomme
infaillible.

Bellarmin essaie de concilier ceux qui disent: Ponfifex consilium audiat pasiorum , avec ceux qui disent qu'il peut definir
tout seul, etiam solus. *

Eh
n'en cite

bien! devant toutes ces divergences d'opinions, et je


ici que quelques-unes,
car on en compte un bien

nombre, mme parmi

les thologiens ultramontains,


faudra donc qu'il enlreprenne,
approuvant les unes, rprouvant les autres, la rude tche de
faire, d'une facon dogmatique etabsolue, un choix parrni toutes
cesopinions thologiques: mais sur queiles bases, certaines,claires et indiscutables, s'appuiera-t-il pour cela?

plus grand

comment

agira

le

Concile?

Il

Encore une fois, qu'est-ce donc exactement qu'un acte ex


cathedra?
Est-ce un simple bref? Oui, disent les uns; non, disent les
autres. Est-ce un rescrit? Meme partage d'opinions. Est-ce une

une allocution consistoriale, une encyclique?


Faut-il, dans l'acte ex cathedra, que le Pape s'adresse toute
l'glise?
Non, dit un Anglais, proOui, disent la plupart.
fesseur la'que de thologie 3 et journaliste contemporain: quand
bulle,

ne parlerait qu' un seul vque, ou mme un simple


il
peut avoir voulu enseigner ex cathedra. Et c'est assez.
Eh bien, alors, faut-il au moins, comme plusieurs le rclament, pour qu'il n'y ait aucun doute sur son intention, que le
Pape dfinisse la doctrine sous la sanction d'un anathme contre
il

la'fque,

l'erreur?

Ou suffit-il, comme d'autres le prlendent, qu'il exprime >


d'une manire quelconque, son intention de faire un dogme?
1

De

Disputai ioiies BeUarmini.

Maistre, die

Pape,

liv. I,

eh.

X, V.

M. Waid, De iiifallibilitalii extensione, l/iesis duodecima, p. 35.


M. Ward est un ancien ministre an^lican converti, zc'le' catholique aujourd'hui,
3

et qui a et,

quoique

la'que,

Parcbeveche' de Weslminster.

professeur

de thologie au Grand-Sminaire

de

427

DOCUMENTI.

Ou bien

enfin,

comme

lesoutientencorele thologien

que que jecitais tout l'heure, peut-il parler cathedra,

la-

mme

quan<l il n'exprimerait pas clairement son intention d'imposer la


x
foi? Etiamsiobliyatio assensum pramlandi non diserte eocprimafur.
Ou bien, faut-il, comme certains aulres le veulent, que
le Pape ait consulte? Et s'il le faut, qui doit-il consulter? Quelques vques? ou, dfaut d'vques, les cardinaux? ou, dfaut des cardinaux , les congr^ations romaines? ou, dfaut des
congrgations romaines, des thologiens, des docteurs, et combien? Suffirait-il d'un dcret qu'il aurait dress seul dans son
cabinet? Pourquoi distinguer, disent quelques-uns, l o les
paroles des promesses ne distinguent pas?
Voici du reste un aulre thologien contemporain, l'allemand

Phillips, que cette difficult n'arrte pas. Pour lui, la dfinition


ex cathedra ne demande que le Pape consulte qui que ce soit: ni
le Concile, ni l'glise romaine, ni le Collge des cardinaux. Le

docteur allemand va plus loin encore:


selon lui, que

le

Pape

rcflchisse

il

n'est

pas ncessaire,

murement;

Ni qtiil et udie soigneuscment la queation la lumire de la


parole de Dieu crite et traditionnelle;
Nt quii lve sa prire vers Dieu avant de prononcer.
Sans tonti s ces condilions, sa ddsion ren serait pas moins
aussi valide, aussi volable, aussi obligatoire pour tonte VEylise,
que s'il avait observ toutes les prcautions que diete la foi, la
pit,

le

bon

sens.

donc, selon ce docteur, pour qu'une dfinition


soit eoe cathedra? Le voici: Il reste dire d'aprs cela, pour
dfendre la valeur d'une dcision ex cathedra,
qu'elle existe,

Que

faul-il

lorsque le Pape, dans un Concile ou hors d'un Concile, verbalkmeint ou par ccit, donne tous les fidles chrtiens,
comme Vicaire de Jsus-Christ, au noni des
aptres Pierre
et Paul, ou en vertu de Tautorit du
Saint-Sige, ou en d'au tres termes
semblablcs, avec ou sans la menace de l'anathme,
une dcision relative au
dogme ou la morale. (Phillips,
dict. Goschlez, article
Pape.)
D'aprs ce thologien, l'glise n'a pas le droit de mettre
une restriclion ni une condition quelconque, quant la validi

t, l'exercice

de

l'infaillibilit.

Un

crivain frangais, auteur d'un rcent traile De Papa,


ne dit gure autre chose, et ne demando, pour que le Pape,

parlant l'glise universale, soit infaillible, qu'une condition,


non pas qu'il ait pr, non pas qu'il ait deliber, tudi, consulte, mais simplemenl qu'il ait eu l'intention de faire un dogme,
et qu'il n'ait
pas t violente.

M. Ward, nous l'avons vu, ne demande mme pas que le


Pape s'adresse l'glise: qu'il s'adresse un seul vque ou

un

seul la'que, cela suffit.


1

Ibid.

Thesis duodecima.

428

IL CONCILIO

VATICANO.

Voil donc de quelle sorte quelques-uns ne craignent pas,


aujourd'hui, de trailer ces immenses questionsl
Je dis quelques-uns, et je prie qu'on veuille remarquer ce
mot; car, je ne voudrais pas que toutes les plus extrmes thories parussent tre, contre mon intention, mises au compte de
toute la thologie catholique.
Eh bien! en prsence de toutes ces opinions, le Concile dclarera-t-il qu'il y a une forme ncessaire, sous laquelle le Pape
sera tenu d'exercer son infaillibilit? ou bien la forme n'y feraitelle rien? et le Pape sera-t-il infaiilible, quand et de la manire
qu'il jugera bon de Ttre, sans avoir ni prie, ni etudi, ni consulte, et s'adressant au premier fdle venu?
Et, puisque dterminer en quelles circonstances le Pape est
infaiilible, c'est dterminer aussi dans quelles conditions il ne
Test pas, il y aura donc definir ici deux dogmes , au lieu d'un
:

le

dogme de

dclarera,

comme

de foi,
telles et telles

dans

lible

l'infaillibilit,

conditions,

il

et

le

dogme de

la

faillibilit?

On

non-seulement que le Pape est infaiiconditions, mais qu'en dehors de ces

est faillible.

Et comment, encore une

fois, s'y

prendra-t-on pour fixer

sont-elles clairement dans l'Ecriture? O sontelles dans l'enseignement, si varie et si contradictoire ici, des

ces limites?

thologiens? Quelles opinions va-t-on eriger en


hrsies?

Et

si

on ne

le

fait

dogmes? ou en

dans quel inconnu va-t-on jeter

pas,

l'glise?

IX. Mais ce n'est pas tout: outre la question de droit, il y


aura encore la question de fait. Qui decider, en fait, que telle
dcision du Pape remplit toutes les conditions d'un dcret ex
cathedra? Ce discernement sera-t-il toujours facile? Non.
C'est ce que reeonnaissent de bonne foi les partisans les plus
avancs de l'infaillibilit pontificale. Lethologien anglaisWard,
par exemple, dit expressment: Puisque toutes les alloc.utions
apostoliques, mme toutes les
contiennent pas des dfinitions ex cathedra,
de prs pour dUcerner d'une facon suffsante
de ces actes o le Souverain-Pontife doitlre
cathedra; et il faut y regarder de prs dans les
actes mmes ex cathedra, c'est--dire dans les actes infailli bles,
pour bien discerner ce qu'il enseigne ex cathedra, c'est pontificales, toutes les lettres

encycliques, ne
il
faul regarder

quels sont ceux


cens
parler ex
d

-dire infailliblement. l
Et ce discernement est

si difficile parfois aux thologiens


eux-mmes, que M. Ward reconnait, avec une modestie qui
l'honore, avoir commis, et opinitrement soutenu une grave m-

Circa has igitur allocutiones et litteras

dignoscatur in quibusnam earum


ex cathedra docere, jure censeatur.
satis

Pontifex

apostolicas

adlaborandum

ex cathedra

loqui, et

est,

ut

quidnam

429

DOCUMENTI.

prise, touchant la nature des actes pontificaux de diverses sortesati avaient t fltries les propositions signales plus tard
dans une pice recente mane de Rome. Il avait cru, et il affirmait, que chacun des antes qui a fourni des propositions au
recueil appel Si///a&tis,devait treregard par cela seul corame
ayant le caractre d'un acte ex cathedra. Cequ'il confesse maintenant avec franchise avoir t une grosse erreur.
L'histoire ecclsiastique, du reste, est pleine de faits semblables. Qu'on se rappelle certains actes considrables des Papes, dans les tempspasss, sur lesquels les thologiens ont tant
dispute, et disputent encore, pour savoir s'ils sont, oui ou non,

ex cathedra.
Quand le Pape Etienne condamna saint Cyprien dans la
question du baptme des hrtiques, a-t-il parie ex cathedra?
Les uns affirment, les autres nient.
Quand le Pape Honorius, consulte sur la question du monothlisme par Sergius, Patriarche de Constantinople, et d'autres vques orientaux, crivitcesfameuses lettres qui donnrent
lieu tant de dbats, a-t-il parla ex cathedra? Les thologiens
ont encore l-dessus vivement discut.
Qui decider donc? L'glise. Il faudra donc souvent en revenir, de fait, une decision de l'glise.
Et en effet, outre les deux questions de fait dont parie
M. Ward , et qui se doivent poser propos de tout acte ex cathedra:
Et s'il l'est, sur quoi
l'acte est il ex cathedra?
il
porte prcisment la dfinition?
y en a un autre, pas si
simple dans la pratique qu'on pourrait le croire d'abord, et que

voici

Ne
sicles,

se peut-il jamais rencontrer, en effet, dans la suite des


tei Pape de la liberto duquel on puisse lgitiraement

douter?
Les plus zls sont bien forcs de le reconnaitre, et d'admettre, en prsence de l'histoire, qu'un Pape, sous l'influence
de la crainte, peut definir l'erreur.
Voi l donc, dans certaines circonstances, une troisime question de fait, constater: la
pleine et entire libert du Pape.
N'y eri a-t-il pas une quatrime? car, si un Pape, mmedclar infaillible, pourrait encore, mme dans un acte ex cathedra, errer sous le coup de l'intimidation et de la crainte, ne le
pourra-t-il jamais par entrainement, par passion,

par imprudenLes thologiens, partisans de l'infaillibilit, expliquent


que non: Dieu, disent-ils, ne fera pas de miracle dans le premier cas, pour empcher un Pape faible de cder la crainte;
mais il en fera toujours un dans le second, pour empcher un
et cela,
Pape passionn ou tmraire d'errer par imprudence;
ajoutent quelques-uns, mme quand le Pape n'aurait pris aucune
des prcautions qu'on apporte d'ordinaire dans une affaire srieuse: ils savent
qu'un Pape peut definir l'erreur par faiblesse, pas
autrement.
ce?

430

IL CONCILIO

VATICANO.

Voil l'explication de ces thologiens. Mais jf pose ici cette


question Sera-t-il toujours faciled'apprcier la contrainte qu'aura
pu subir un Pape? Non. Il peut se rencontrer des cas o une
telle constatation soit chose fort delicate; et tous les cas doivent tre prvus.
Comme aussi, toutes les faces de la question examines.
Croit-on que la solution de toutes ces diffi'culls serait une
mince besogne pour le Concile? Et ces crivains quotidiens, qui
en parlent si fort leur aise, parce que les difficults ne les inils ne les voient seulement pas
sont-ils
quitent gure,
autoriss, comme ils le font, prescrire aux vques de s'en
:

charger?

X. C'est bientt fait de dire que la question, aujourd'hui,


mais les vrais thologiens, les thologiens srieux,

est juge;

savent bien qu'au fond il n'en est rien; et que, si le Concile ici
veut procder avec la maturit et la gravite dont ces saintes
assembles de l'glise ne se sont jamaisdparties, lorsqu'il s'est
agi de proclamer les dogmes, de bien longs iabeurs peuvent tre
rservs ses dlibrations.

La tradition, quels que puissent tre ses tmoignages, estdonc ici unanime, et l'histoire sans embarras? C'est sur ce
terrain surtout que la dfinition de l'infaillibilii pontificale, si le

elle

Concile croyait devoir s'en occuper, l'entraineraitforcmentdans


longues et les plus dlicates recherches.
Par la dfinition, en effet, de Pinfaillibilit personnelle du
Pape, ce ne serait pas l'avenir seulement qu'on engagerait, ce

les plus

serait aussi

loul le passe. Car,

si

le

Pape

est infaillible,

il

l'a

toujours l. La proclamation dece dogme donnerait, d'un coup,


le caractre de dcisions infaillibles tout ce que les Papes,
depuis dix-huit sicles, ont jamais dcide, s'Ms l'avaient fait dans
les conditions et les formes que l'on anrait dtermines pour
Pexercice de l'infaillibilit. Je dis que le Concile ne pourrait rien
avoir examiner de plus grave et de plus pineux.
Je rappelais, tout--1'heure, deux souvenirs historiques, la
dispute du Pape saint Etienne avec saint Cyprien, et la rponse
du Pape Honorius Sergius, au sujet du monothlisme. Eh bien,
s'il tait
prouv que saint Etienne avait prononc ex cathedra,
infailliblement, obligatoirement, saint Cyprien et les vques
qui ont resist ne croyaient donc pas l'infaillibilit du Pape?
Et saint Augustin , qui les excuse, parce que, dit-il l'glise
1
n'avait pas encore prononc,
n'y croyait donc pas non plus?
Et quand il crivait, au sujet des Donatistes; qu'aprs le juge,

ment de Rome, il restait encore celui de l'glise universelle,


adhuc plenarium universa? Ecclesia? cnncilium,* il croyait
donc qu'aprs le jugement de Rome, le jugement de l'glise

restabat

De

Saint- Augustin

Epist ad Geor. Eleus. xlviii.

Baplismo.

431

DOCUMENTI.

devait entrer pour quelque chose dans la dfinition de la foi?


Voil un nouvel exemple des difficults que l'examen des faits
historiques peut soulever.
De mme pour Honorius. On a crit des volumes, pour
prouver que les actes du 6 Concile, qui l'a condamn, avaient
l allrs; des volumes, pour prouver que ce Pape n'a pas rellement enseign l'hrsie: des volumes encore, pour prouver

qu'Honorius n'a crit qu'une lettre prive.


Quoi qu'il en soit de ces discussions, si fcheuses soulever,
qu'Honorius ait l hrtique et condamn justement
comme tei par un Concile oecumnique, qui a prononc, Honorio hcerctico anathema; ou qu'il ait t simplement.un fauteur de
l'hrsie, et rprouv comme tei par les Papes ses successeurs,
dans la formule de serment qu'ils prononcaient leur sacre:
c'est ainsi
Qui pravi* eorum asvrttonibus fomenlum impendii;
que s'exprime le Liber diurnus ponfifcalis recueil des actes auen dehors de ces points
thentiques de la chancellerie romaine,

d.'histoire incontests,

ment, se prsente

une autre question,

fort srieuse assur-

ici:

Dans ce temps-l, le Concile oecumnique, l'glise parconsquent, considrait donc le Souverain-Pontife lui-mme, adressant sur une question de foi de grandes glises, des lettres
dogmatiques, Li'teras dogmaticas ,' comme sujet l'erreur; et
les vques runis, comme comptents pour le condamner et
lui dire

anathme?
pape Leon

TI a confirm la sentence du Concile; les


Eglises d'Orient et d'Occident l'ont accepte. Le pape Leon II
et les glises croyaient donc galement qu'un pape, s'expliquant
sur des questions de foi porles son tribunal, peut mriter

Et

le

rana th me?
Voil un point sur lequel

le

Concile aurait encore se pro-

noncer.
Je n'ai ni la pense ni le temps de faire ici, ce qu'il serait
ncessaire que le Concile fit pour procder avec la circonspection accoutume des Conciles, une revue complte de l'histoire.
Je laisse les difficults que peuvent soulever les Papes Vigile et
Libere; maisje demande permission de rappeler encore un seul
fait. Au
moyen-ge, un Pape, Pascal II, fait un empereur
d'Allemagne, Henri V, une concession tellement exorbitante sur
l'investiture des vques, qu'un Concile s'assemble Vienne, et
qu'un Archevque, qui devait plus tard monter lui-mme sur la
chaire de Saint-Pierre, sous le nom de Calixte II, dclare que
la concession faite
par le Pape implique une vritable hrsie,
hceredm esse j udcicimus et condamn sa lettre l'Empereur.
Et dj le Pape lui-mme, en plein Concile de Latran, en
prsence de plus de cent vques, tait humili de son propre
mouvement, et le Concile avait casse et annul sa concession.
,

Cono.

t.

Ili, p.

1331.

432

IL CONCILIO

VATICANO.

Quoi qu'il en soit de la faute de Pascal II, tout le moins,


ses contemporains et lui-mme croyaient donc qu'un Pape peut
tomber dans l'hrsie?
Dira-t-on qu'une hrsie implicite, et cependant digne d'anathme, dans un grane! acte pontificai, ne prouve rien contre l'infaillibilit, quand cet acte n'est pas une dfinition ex cathedra?
Mais comment faire comprendre la foule ces distinctions?
Car voici un autre cot de la question, dont le Concile aurait
encore se proccuper sriusement: les consquences de la dfinition

hommes de

au point de vue des

ce temps.

XI. Il ne faut pas se faire d'illusion, non-seulement sur les


esprits incrdules , mais encore sur la masse enorme des esprits
chez qui la foi est faible. Pour ma part, je ne puis penser sans
effroi

au nombre de ceux que

peut-tre de nous jamais

Mais pour

les fidles

la dfinition

demande

loignerait

dfinition

serait-elle

eux-mmes,

la

sans inconvnients?
Je me vois encore

ici contraint de poser des questions qui


rpugnent profondment. Mais je parie du passe et pour
l'avenir. On nous contraint de rveiller le passe endormi, et
nous avons travailler pour les sicles futurs.
Voil donc le Pape dclar infaillible, qui, nanmoins, peut
comme envain, comme docteur prive, faire un livre hrtique,
et s'opinitrer dans l'hrsie. C'est l'opinion generale.
Bien plus, voil le Pape qui, mme comme Pape, quand il
ne parie pas ex cathedra,
et mme dans un acte o il parie
ex cathedra, en ce qui n'est pas l'objet prcis de la dfinition ,
peut, de l'avis universel, errer, enseigner l'erreur; et puis

me

tre jug,

condamn, depose.
bien! supposons un Pape errant, ou accuse d'erreur: il
faudra prouver que son enseignement, ou n'est pas ex cathedra,
ou n'est pas erron: quelle difficult nouvelle si le Pape at dclar infaillible! En ne contestant qu'un fait, ne semblera-t-on
pas contester un droit? Et si le Pape s'obstine, quel dsarroi
dans les mes! Il faudra donc faire le procs pour cause d'h-

Eh

rsie celui dont l'infaillibilit sera un dogme?


Qu'un nouvel Honorius dans l'avenir se rencontre, qui , je
ne dis pas dfinisse, mais, par des lettres dogmatiques, adresla dclaration
ses de grandes glises, fornente l'hrsie,
d'infaillibilit ne l'empcuera pas, mais se reprsente-t-on quei

en paril cas le trouble des Eglises et des consciences!


Sans doute, les thologiens distingueront ici les nuances et
les dlicatesses, et montreront qu'il n'y a pas prcisment dfinition; mais la foule des esprits qui ne sont pas thologiens,
comment pourra-t-elle discerner que le Pape faillible, dans tei
ou lei acte, mme comme Pape, ne l'est plus dans tei ou tei
serait

autre? Comment comprendra-t-elle qu'il puisse ire infaillible,


et fomenter, par de grands actes pontificaux , l'hrsie?

433

DOCUMENTI.

Aux yeux du public, ce sera toujours l'infaillibilit. De l,


trouble pour les consciences, qui se croiront toujours obliges de faire des actes de foi; et, pour les ennemis de l'Eglise,
roccasion de dcrier la doctrine catholique, en lui imputanti
comme dogme ce qui ne le serait pas.
Sans vouloir, encore une fois,toucher la question de fond,
la question mme de l'infaillibilit, nous ne pouvonscependant
nous dfendre ici, au point de vue des gens du monde, d'une
rflexion. L'infaillibilit personnelle du Pape, non pas l'absurde
infaillibilit, inconditionnelle et universelle, dont nous parlions
tout l'heure, en citant certains thologiens, mais l'infaillibilit,
telle que Bellarmin, par exemple, l'entend; constitue une institution, non pas sans doute au-dessusdu pouvoir du Tout-Puissant, mais assurment bien prodigieuse, et plus tonnante que
l'infaillibilit de l'Eglise tout entire.
Comment se fait-il, c'est l ce qui tonnera les fidles, que
ce privilge immense se trouve tre la fois celui dont la dfinition
est, ce qu'il parait par l'histoire, la moins ncessaire , puisque
l'Eglise a pu s'en passer pendant dix-huit sicles; et sa certile

tude, moins tablie que ne l'est l'infaillibilit de l'Eglise ellemme , puisque celle-ci est et a toujours t article de foi , tandis que l'autre n'a jamais t professe dans l'Eglise comme un

dogme ?

Au

reste, les plus

grands partisans de

l'infaillibilit

dtail-

eux-mmes les prodigieuses difficults praliques que ces


deux manires d'tre du Pape, faillible ou infaillible, suivant la
lent

diffrence descas,peuvent entrainer. Intricatissimo? diffcullates ;


disent-ils, in quibus dissolvendis multum peritiores theologi laborant.
Et voici en effet, toujours selon eux, quelques-unes des questions si pnibles
Un Pape, par le
qui alors se posent:
fait de l'hrsie, cesse-t-il d'tre
Par qui et comment
Pape?
peut-il tre depose?
Quand le Pape est-il cens agir comme

Pape ou comme personne prive? etc, etc. An Papa per hceresim a dignitate excidat?
A quo et quomodo veniat deponend U s?
Quandonam ut Pontfex, aut ut privata persona, agere

censeatur ?
La dclaration d'infaillibilil rendra-t-elle toutes ces difficults moins inextricables? Tout au contraire, elle y ajouterait,
dans la pratique, d'normes embarras.
Aussi certains thologiens ultramontains i ne voient-ils

qu'un moyen de se tirer de l: c'est, disent-ils, de proclamer l'inabsolue, inconditionnelle et universelle du Pape. Sans
cela, et si on ne proclame qu'une infaillibilit conditionnelle,

faillibilit

l'infaillibilit

vident:

ex cathedra,

Ecclesia

evidenti

on expose
periculo

l'Eglise

exponeretur.

un
Et

perii
ils

prouvent.
1

Albert Pighius, et quelques autres, cites par Banns, quaest.I. dubit. 2^

28

le

434

IL CONCILIO VATICANO.

Le systme, disent-ils, de l'infaillibilit du Pape dans certains cas,et de sa faillibilit dans les autres, implique unevraie
contradiction. Ne pourra-t il, en effet, arriver que le Pape enseigne comme Pape, ex cathedra, l'erreur que, comme docteur
prive; il aura cru la vrit c'est--dire dfinisse dans un acte
infaillible

l'erreur et veuille l'imposer l'Eglise? Posset

nam-

que ipse suum errorum definire et Ecclesiae obtrudere.


On rpond que cette hypolhse, preisment parce qu'elle
implique contradiction, ne se ralisera jamais.
Mais alors, rpliquent-ils, vous tes forcs d'avoir recours
un miracle: un Pape qui erre avec opinitret, et qui natnrellement fait tous ses efforts pour proposer son erreur la foi
de l'Eglise: Potest Pontifex personaliler in fide deficere, erro-

rem suum

pertinaciter tueri , et, quod ampi tu s est, velie et


Ecclesia? obtrudere et proponere;
et qui, cependant, s'abstiendra toujours de la definir; et ne peut pas
arriver faire une Bulle que nulle puissance humaine ne peut

conari

eum

d'crire; ou bien, un
et qui dfinit de l'autre: Aut certe

l'empcher

Pape qui pense d'une facon,


grande miraculum esset, quod

ipse definiendo contra mentem suam definirei.


Et de plus, ajoutent-ils, n'y a-t-il pas, dans cette faillibilit
et cette infaillibilit tout ensemble chez le mme homme, une
anomalie lrange, et profondment injurieuse la divine Pro-

vidence, qui pourrait si facilementrendre le Pape infaillible dans


tous les cas aussi bien que dans quelques-uns: Contra divinam
Providentiam, quce omnia suaviter dsponit, pugnat Pontificem
posse personaliter errare?
Etenfin, poursuivent-ils, pourquoi distinguer l o JsusChrist n'a pas distingue du tout: Oravi pr te, Petre, ut non deficiat fides tua, cela, disent-ils, s'entend de la foi de Pierre dans
tous les sens; de fide Petri tom personali et privata, tumpublica et pastorali

intelligitur ?

Voil donc des thologiens qui constatent, qui dmontrent


les prils de l'infaillibilit ex cathedra, et qui, logiques et rsolus, vont jusqu'au bout,jusqu' l'infaillibilit absolue, inconditionnelle et universale du Pape: de telle sorte qu'un Pape, disent-ils, ne pourrait pas, mme quandil le voudrait, tomber dans
aucune erreur, soitpublique, soit prive: Ut non possit, etiamm
velit, in errorem privatim aut publice cadere!
Un thologien frangais 1 expose au long tous ces raisonnements, et lui, qui accable d'injures les plus grands hommes de
son pays, se contente de prsenter ce romanisme, vritablement
insense, comme une opinion parfaitement libre: De libere controversa opinione quce tenet romanum Pontificem, etiam quate-

nos doctokem privatum, esse infallibilem.


Eh! mon Dieu on est libre aussi de controverser, si cela
plait, la question de savoir si les hommes des antipodes mar1

De Papdj

t.

I,

p. 257.

435

DOCUMENTI.
la lte ou sur les
Il
n'y a, que je sache,
pieds.
dfinitiou qui dise le contraire, eton n'est justiciable ici
sens.
bon

aucune
que du

chent sur

videmment, il y a dans l'glise, en ce moment, bien des


gens passionns, et qui poussent d'tranges excs! Mais le
Concile, nous en sommes srs, ne se laissera pas entrainer sur
une telle pente.
XII. Il y a plus d'un point encore o il est craindre que
proclamation du nouveau dogme , si elle avait lieu, ne trouble et n'embarrasse, dans l'esprit des fidles, ce qu'iis ont cru
la

jusqu'ici.

Comment, par exemple, leur persuader que cette dflnition


n'entranera pas, sinon en droit, du moins en fait et danslapratique, un amoindrissement de l'piscopat?
Et d'abord, ce point de vue, penseront-ils, que deviendront

les

Conciles?

t jusqu'ici une des grandes formes de la


ses plus puissants moyens d'action. Ilsont
commenc ds l'origine de l'Eglise, ds les temps apostoliques;
tous les sicles chrtiens, sauf les deux derniers, les ontconnus.

vie

Les Conciles ont


de l'glise, un de

Il
y a mme de saints personnages, de grands esprits, des Conciles, qui ont reclame ou dcrl le retour priodique de ces
saintes assembles. 11 est vrai , la politique ombrageuse d'un regime qui n'est plus, les avait rendues dans les sicles derniers

plus difficiles; mais les liberts modernes ont abaiss eesjalouses barrires; les conqutes de la science contemporaine, en
abrgeant les distances, ont fray partout des voies rapides aux
Evques du monde entier vers la Ville ternelle; et ces assembles dlibrantes, en mme temps qu'elles sont devenues plus
ladies, se trouvent plus en harmonie aujourd'hui avec lesvceux
des peuples chrtiens. Nepeut-on pas voirentout cela des con-

cidences vraiment providentielles?


Mais, si le prochain Concile dfinissait l'infaillibiit du
Pape, les fidles ne pourraient-ils pas penser et se dire quoi
bon dsormais les Conciles cecumniques? Puisque un seul, le
Pape, en dehors des evques, pourra tout dcider infailliblement, mme les questions de foi quoi bon runir les Evques? A quoi bon les longueurs, les recherches, les discussions
des Conciles?
11 est vident en effet
que si le dogme nouveau, une fois
proclam, ne supprime pas en droit ces grandes assembles,
tout le moins, en fait, il en diminuera singulirement l'impor:

tane.

Ainsi donc, on voudrait que le futur Concile fit un dcret


qui dsormais supprimt ou amoindrit les Conciles!
Et que les vques dcrtassent eux-mmes pour ainsi dire
leur abdicationl
Mais ce n'est pas l le seul amoindrissement que l'piscopat

436

IL CONCILIO

VATICANO.

semberait subir aux yeux des fides. Ses plus essentielles prrogatives, sur lesquelles aucun catholique ne dispute, ne vontelles pas, dansla pratique du moins, perdre singulirement aussi

de leur ralit?
Et d'abord les vques sont juges de la foi: juges avec le
Pape, bien entendu; mais vrais juges. Et toujours, jusqu' ici, ils
ont eu une part effective dans les jngements et les dfinitions du
dogme: toujours ils ont dcide dans les Conciles comme des juges
definiens, subscripsi. Toujours ils ont t,
Benoit XIV, co-judices, juges de la foi avec le Pape.
Mais avec la nouvelle rgie de foi, ne semblerait-il pas aux
fdles qu'il n'y a plus qu'un juge rel, et que les vques ne
le sont plus srieusement? Leur coopration
antecdente ou
subsquente, en effet, ne sera plus en rien ncessaire. Le ju-

rels:

Ego judicans, ego

comme

le dit

du Pape, comme dit Monsignor Manning, sera


en lui-mme, en dehors et indpendammeint
jje l piscopat. Ils pourront ne plus entrer pour rien si le Pape
le veut ainsi, dans les jugemenls sur la foi. Alors il n'y aura
plus, en fait, qu'un seul juge, le Pape.
Comment en effet, lorsque le Pape aura proclam, seul, en
dehors de l'piscopat et sans les vques, un dogme de foi r
gement

infaillible

complet

et parfait

comment

fire

comprendre aux

fdles ces

deux choses: que

la

sentence du Pape a immdiatement par elle-mme, indpendamment de toute adhsion episcopale, la force de chose juge,
et que les vques cependant restent vrais juges!
Une senQuelle sentence peuvent-ils donc alors porter?
tence de simple adhsion, dit-on.
Mais cette sentence du
moins sera-t-elle libre? Non; elle n'est pas libre, car ils sont

Est-elle mme requise? Non, elle n'est reobligs d'adhrer.


quise d'aueune facon, car la sentence du Pape est obligatoire
par elle-mme, indpendamment de toute adhsion de l'pis-

copat.
Je

me demande

dans ces conditions, les fdles considcomme de vrais juges?


Que serait en effet, leurs yeux, un tribunal dont le prsident aurait le privilge de dcider et de juger tout, tout seul r
de Ielle sorte que tous les autres juges seraient obligs de juger
comme lui? Le vote seul du prsident suffirait la sentence des
autres serait faite par la sienne, dicte par la sienne; nul ne
pourrait juger aprs lui autrement que lui; et l'adhsion de ses
si,

reront toujours les vques

collgues ne serait

mme

pas requise pour la dcision.


tribunal paraitrait drisoire, et de juges,
en ralit, on n'en verrait qu'un.
Les thologiens peuvent argumenter et distinguer ici. Mais
les fdles, ce grand public qui n'entend pas les distinctions

Evidemmentun

tei

thologiques, o en sera-t-il?
Sans douie le Pape est le juge principal, et son jugement
est toujours indispensable. Non-seulement il prside le tribunal r
mais il confirme le jugement des autres juges. Dans les tribunaux

437

DOCUMENTI.

ordinaires, la voix du prsident est ordinairement prpondrante; mais dans l'glise, la voix du Pape est de plus ncessaire,
et le jugement des vques, mme dans un Concile ceeumni-

que quand celui du Pape s'y ajoute. En un


dfinition de la foi, les vques et le Pape ont
respectivement leur part ncessaire. Cela serait-il encore vrai

que, n'est
mot, dans

dfinitif
la

pourles vques, aux yeux des fidles, quand

Pape, dclar

le

infaillible, jugerait seul?

XIII. Continuons, Messieurs, en nous placant toujours au


point de vue des fidles, rechercher et examiner quels peuvent tre les inconvnients probables de la dfinition dogmatique

en question.

En mme temps que juges,

les vques sont docteurs.


calchismes disent cela. Les paroles de Notre-Seigneur
Jsus-Christ sont formelles. C'est aux Aptres, et par consquent aux vques, successeurs des Aptres, qu'il a t dit:
Euntes docete omnes gentes... Ecce ego vobiscum sum omnibus
diebus. C'est aux Aptres, et par consquent aux vques successeurs des Aptres, que Jsus-Christ a dit encore: Accipite Spiritum Sanclurn, etc. Et enfn: Qui vos audit, me audii. Ce sont
l autant de paroles
que tous les fidles savent par cceur.
C'est pourquoi saint Paul dit: Fundati estis super fundamentum Apostolorum.
Posuit Episcopos regere ecclesiam.

Tous

les

Toute

la tradition

aux Aptres,

constamment assimil ici les vques


de Trente, rsumant toute la tradi-

et le Concile

tion, dit expressment: In locum Apostolorum successerunt , en

parlant des vques.


Ainsi donc, les vques ne sont pas seulement des chos,
ilsenseignent: ilsconstituent, avec le Pape, l'glise enseignante.

Mais avec l'infaillibilit personnelle du Pape, sans le concours des vques, en dehors, et indpendamment du Corps
piscopal, c'est, aux yeux des fidles, un seul qui dfinit, un
seul qui enseigne,
seul juge.

un seul qui

est

docteur,

comme

il

est

Et les vques ne semblent plus des voix dans l'glise,


mais de simples chos.
L'adhsion du corps enseignant pouvant n'entrer pour rien
dans ce qui est l'essence du jugement doctrinal comment les
,

fidles

comprendront-ils que ce corps enseignant enseigne?

De plus, Messieurs, qu'est-ce que l'euseignement de l'glise?


tmoignage. Ni le Pape, ni l'glise ne font le dogme: ils le
constatene La rvlation est un fait; les vrits rvles sont des
faits. Et un
jugement doctrinal n'est au fond que l'attestation
oVun fait rvl. Or, quand c'est l'glise, assemble ou disperse, qui prononce le jugement, c'est l quelque chose que les
fidles
concoivent sans peine, quelque chose o l'assistance
divine est requise, sans clou te, mais tout fait conforme la

Un

438

IL CONCILIO

VATICANO.

mme de Pglise, telle quo


un tmoignage, attest par tous

nature des choses, l'harmonie


.Jsus-Christ Pa constitue. C'est

ceux qui sont

les tmoins; ce sont les Eglises particulires, attestare, par le fait mme qu'elles tmoignent, la foi de Pglise
universelle. Quand toutes les glises, quand le corps des pasteurs unis leur chef, a parie, par l-mme, la foi de Pglise
est constate: ce qui n'tait qu'implicite est devenu explicite, et
le dogme est dfini. Et la grande maxime catholique se ralise:

Quod ubique, quod semper. quod ab omnibus. Les

fidles

com-

prennent facilement cela.


Tandis qu'un jugement doctrinal du Pape seul, sans que
Padhsion de PEpiscopat n'y ft aucun point de vue requise,
se presenter eux sous un autre aspect. Ce sera, dans une
question de tmoignage, un tmoin, qui pourra, quand il le voucira, remplacer tous les autres: un seul tmoin, au lieu de tous:
un tmoin qui n'a aucun besoin, s'il le trouve bon, des autres
tmoins, ni de leur tmoignage, pour savoir ce qui est la tradition et la foi de leurs glises.
C'est--dire qu' quelque chose de trs-simple et de trseomprhensible, dans Pordre spirituel, on substituerait, aux
yeux des fidles, quelque chose d'extraordinaire, d'anormal, un
miracle perptuel, et bien autre que celui de Pinfaillibilit de
Pglise.
lei du moins, s'il y a encore miracle, les fidles concoivent
que ce miracle est absolument ncessaire, et impliqu dans la
notion mme de Pglise: sans Pinfaillibilit dans Pglise, pas
d'glise. Mais ils concoivent moins la necessit de ce miracle

le Pape seul, parce que sans Pinfaillibilit personnelle et


spare du Pape, Pglise se comprend encore parfaitement: Pinfaillibilit de Pglise pourra toujours suffire tout, comme elle
y a toujours suffL
Les fidles savent trs-bien que, dans ce grand et universel
tmoignage de Pglise, le Pape est tmoin, principal tmoin,
tmoin de la principale et souveraine glise, de celle qui, place
au centre, communique avec toutes les autres, comme toutes les
autres doivent communiquer avec elle.
Mais jusqu'ici les fidles n'ont pas cru que le Pape ft dans
Pglise le seul tmoin.

pour

Dsormais, prononcant seul,

il

le serait

quand

il

voudrait.

XIV. On dit bien, et il faut le dire: Ubi Petrus, ibi Eccleun grand mot de saint Ambroise. Mais on abuse
quelquefois de ce mot trangement. A entendre certains crisia. C'est l

vains, dont les exagrations assurment ne plaisent ni au Pape,


ni gnre personne, on dirait que le Pape est lui seul tonte
Pglise. Non, le Pape est le Chef de Pglise; il n'est pas toute
Pglise. Le mot Eglise est un mot collectif, qui ne peut s'entendre d'aucune individualit spare, quelle qu'elle soit. L'glise
de Jsus-Christ a pour chef ncessaire le Pape, et il n'y a pas

439

DOCUMENTI.

ce serait un corps sans


(Tglise de Jsus-Christ sans le Pape:
Mais le Pape n'est pas et n'a jamais pretendi! tre toute
de ce mot clbre,
Tglise. Le vrai et lgitime usage pratique
c'est que, dans les divisions produites par les schismes et les
hrsies, pour reconnaitre o est l'glise, il faut regarder o
est le Pape. C'est ainsi que nous sommes certains que l'glise
russe, l'glise anglicane ne sont pas l'glise de Jsus-Christ,
parce qu'elles n'ont pas le Pape avec,elles; et au contraire
vraie glise, parce qu'elle rel'glise catholique romaine est la
tte.

corinait le successeur de Pierre

pour Chef: Ubi Petrus,

ibi

Ec-

clesia.

aux yeux des


paraissons donc pas, Messieurs, sparer*
par une dfinition qui les troublerait, ce qui ne doit
pas tre spar: le Pape et l'piscopat.
Certaines coles thologiques ont eu longtemps ici le mme
tort, en sens contraire: les uns voulant sparer le Pape de
l'piscopat, et les autres l'piscopat du Pape.
L'glise est un corps vivant: Corpus. C'est l le mot sans
cesse rpt par saint Paul, qui s'applique montrer dans ce
corps mystique les rapports de la tte et des membres, et l'harmonie de l'organisme tout entier.
Le Pape est la tte, le Chef visible de l'glise.
Mais si l'on met la tte d'un cot et le corps de l'autre, o
sera la vie?
L'glise est un difice: cedificabo Ecclesiam meam; pourquoi vouloir isoler le fondement de l'difice, et l'difice du fon-

Ne

fidles,

dement?
L'glise est btie sur la pierre: oui, mais au-dessus de la
pierre il y a l'difice, et la pierre n'est le fondement que par sa
liaison

avec

l'difice:

Super hanc petram

cedificabo

Ecclesiam

meam.
Certains disent: Pierre est tout.
n'est pas tout le corps.
Il est le fondement,

il

Evidemment non:

Chef

n'est pas tout l'difice.

L'difice sans le fondement croulerait;


l'difice ne serait le fondement de rien.

Point donc de

le

le

fondement sans

Messieurs, ni germaniste, ni
ultramontaine, ni dans les dfinitions
dogmatiques, ni autrement. Jsus-Christ a voulu autre chose:

romaniste,

Unum

sint

sparation,

ni gallicane, ni

Laissons-l les vieilles et vaines querellesl


Les fidles ne comprennent que l'glise avec son Chef suprme, et le chef avec l'glise.
Cette conception de l'glise ne nuit du reste en rien la
divine autorit et l'initiative souveraine du Pontife romain.
Successeur de Pierre, Vicaire de Jsus-Christ, en qui rside
la plnitude de la
puissance apostolique, Chef de tous les Evques, Pontife de la chaire principale, en laquelle toutes les
autres gardent l'unite, Pasteur universel non-seulement des bre-

440
bis,

de

IL

CONCILIO VATICANO.

mais aussi des Pasteurs, bouche de

l'Eglise, clef

de vote

la catholicit:

Voil le Pape, voil la tte de l'Eglise enseignante.


Et voici les Evques: Successeurs des aptres, Juges et
Docteurs, avec lesquels Jsus-Christ est chaque jour et jusqu'

consommation des

sicles; Pasteurs des peuples, sous l'autosuprieure et principale du Pontife souverain: pose* par
V Esprit-Saint pour rgir l'Eglise de Deu, et enseigner toutes les
nalions:
Tel le est l'economie toute puissante de cette mystrieuse et
vivante unite de l'Eglise, o tout est divin, parce que tout est
un, et o l'assemblage et la correspondance sont tels que chaque
partie, quand elle est sa place, participe la force du tout.
Non, n'tonnons pas les fidles en portant la critique sur
cette divine constitution: ne creusons pas autour et au-dessus de
ces fondements sacrs: que personne ne spar ce que JsusChrist a fait pour demeurer ternellement uni.
Ah! que plutt, nous serrant tous plus que jamais avec
vnration, obissance et amour, autour du Souverain-Pontife,
nous loignions de nous jusqu' l'ombre mme de la division!
Que tous, nous oubliant gnreusement nous-mmes, et sacri fiant l'Eglise nos proccupations personnelles, nous travaillions
unanimement la conservation de cette paix et de cette unite
o Dieu habite! C'est alors, mais alors seulement, que nous
prsenterons au monde le spectacle de cette grande arme range
en botatile, dont parie l'Ecriture; invincible, parce qu'elle est

la

rit

range. Et c'est alors ausssi que, par l'exemple non moins que
par la doctrine, nous offrirons la socit en perii le secours de
Dieu qu'elle attend, et cette dernire ressource de vie qu'elle

appelle grands cris.

XV.

Voil, Messieurs, bien des dtails

de thologie que

j'aurais voulu viter: je les destine au clerg, mais ils tomberont aussi sur le grand chemin, sur la pierre et parmi les ronces, au milieu des oiseaux moqueurs, des ennemis et des ignorants. Du reste, que nul ne s'tonne des opinions agites dans

nos coles. Cette diversit, ces discussions entre thologiens,


prouvent la liberto in dubiis libertas, et aussi la charit, in
omnibus caritas. Mais quand il faut arriver aux dcisions nces,

saires sur lesquelles l'accord doit se faire, in necessariis unitas,


nous ne sommes pas alors des philosophes qui disputent, nous

sommes

des docteurs qui enseignent, et des tmoins qui d-

posent.

Or nous devons nous consumer en rflexions, en distinctions,


en scrupules, avant de donner quelque chose porter vos
esprits ou vos consciences, hommes lgers qui vous moquez
d'un labeur entrepris pour vous! Vous ne vous plaignez pas des
calculs minutieux des astronomes et des marins, avant de vous
embarquer, ni des investigations du juge qui tient votre sort

DOCUMENTI.

441

Les tbologiens mritent aussi vos respects dans


des recherches qui regardent vos mes et la vril. Ne vous moquez pas, et ne vous troublez pas. Au lieu d'couter aux portes
de nos coles, entrez dans cet admirable tempie de la vrit
chrtienne, dont dix-neuf sicles iront pas arrach une pierre,
l o l'on rencontre cette alliance unique de l'assistance de Dieu
et de 1 unanimit des tmoignages, qui s'appelle l'Eglise: semblable en quelque sorte au systme luminenx du monde, qui se
compose d'un principal foyer, d'astres sans nombre et d'une
seule et mme lumire en tous lieux rpandue. Dans l'clat d'un
midi tranquille, un Seul foyer semble rpandre la lumire; mais
si la nuit s'obscurcit, on voit au firmarnent des astres innom-

-entre les mains.

afin que l'homme puisse toujours se conduire, mille


rayons se fondant sur sa tle dans une seule clart.

brables,

Je voudrais rsumer toute cette longue srie de quesexprimer clairement l'tat de mon me.
Nous avons bien des combats, et c'est la viel mais sur c^tte
grande question de l'Eglise, nous avons la paix. Nul catholique
ne doute de l'infaillibilit de l'Eglise; cornine nul ne doute de
la Primaut du Pape, qui institue les Evques, convoque les
Conciles, propose les dcrets, confirme les dcisions; nul ne
doute de la perpetuit, de l'unanimit de la tradition sur tout
cela, depuis dix-neuf sicles. Tous les fidles, aprs avoir lu

XVI.

tions, et

'Evangile, consulte l'histoire, coul leurs pasteurs, rcitent du


fond du cceur: Credo Ecclesiam, unam y sanctam, catholicam,

apostolicam. Et de fait, entre les tmoignages des Evques, des


Papes, des Aptres, et du Christ, depuis le commencement, il y

a un accord infaillible, et Dieu mme est dans cet accord.


Tout coup, quelques-uns se sont mis demander en qui
rside originairement dans cette Eglise l'infaillibilit? Et les yeux
fixs sur un fait merveilleux, on se met agiter des questions.
Devant un fait, on se plait remuer des hypothses. Devant une
solution, les lments du problme sont remis en doute, et un
procs jug, termine par un accord admirable, est repris, ranim, remis au feu! Aussitt, et l'nonc du problme,
l'homme ennemi se rveille, et les fidles sont dconcerts,
l'Orient arrt, les protestants refouls, les gouvernements inquiets, les plus tristes pages de l'histoire du passe remises en
lumire, les Evques attrists, la paix des mes compromise, et
la voie du salut rendue plus difficile. Pourquoi? dans quel intrt? avec quel profit?

Demain, quelle que ft la conduite adopte, qu'arriveCe qu'on ne discutait pas serait discut, ce qu'on
oubliait serait reproduit, et une fois l'habitude des discussions
reprise, plus de paix!
Eh bien, noni nous ne nous runirons pas pour substituer
rait-il?

la division l'unanimit, la
dispute l'amour.

Par

la

grce de Dieu, l'Eglise de France a, depuis

deux

442

IL CONCILIO

VATICANO.

largement mrit d'tre affranchie de tons les ombrages


suranns. Cette glise, j'ose le dire, a t, et elle le serait toujours, hro'fne et martyre de l'Unite. Depuis cent annes surtout,
il n'est
pas de branche de l'arbre divin qui ait t mieux unie
au tronc et la racine, en s'tendant plus loin, avec plus de
zle, par-del toutes les frontires; pas de branche plus cathosicles,

lique, pas de branche plus apostolique, pas de branche plus


romaine. Nos prdcesseurs sont morts sur l'chafaud, pour ne
pas rompre l'unite. IIs ont accept l'exil et la confiscation sans
cder, ni Poppression du peuple, ni la tyrannie du maitre
absolu. IIs se sont rnconlrs sur toutes les routes de l'exil avec
Pie VI et Pie VII, dans la communion du martyre. C'est dans
le Glerg francais que Pie VII a trouv ses
plus vives consolations. Les glises des Etats-Unis ont commenc par des Evques frangais. Ce sont les Evques frangais qui ont dfendu,
sans faiblir, la Pologne opprime, l'Irlande affame, l'Orient
cras. Nous avons tous ensemble reclame et obtenu la libert
des pres de famille dans l'ducation de leurs enfants, tous ensemble dfendu la libert des associations religieuses, la libert
de la charit, le dveloppement des missions civilisatrices.
L'Eglise entire doit la Franco les Soeurs de charit, les Frres des coles chrtiennes, l'QEuvre de la propagation de la foi
dans les deux mondes, les Confrences de Saint-Vincent de
Paul, les collges des Jsuites et des Dominicains, les PetitesSceurs des pauvres, et toute cette incomparable arme pacifique
qui est, comme notre arme guerrire, la premire du monde.

Depuis vingt ans, le Sige pontificai a t altaqu, frapp, trahi r


opprime, livr des adversaires implacables. Les Evques frangais l'ont dfendu, servi, assist, aim, exalt, console dans un
magnifique mouvement que le temps n'a pas affaibli. Et ne
sont-ce pas eux encore, dans les mauvais jours que nous traversons, qui ont donne la premire impulsion cette oeuvre si
touchante et aujourd'hui universelle du Denier de saint Pierre?
Ah! j'ose dire que tant de dvoment Rome et au monde catholique, donne l'Eglise de France le drot d'tre crue, le
droit d'tre entendue, quand elle parie de son attachement au
Saint-Sige, et au Vicaire de Notre-Seigneur Jsus-Christ.
Que dis-jel Tel est l'entrainement de la France vers le
centre de l'unite, que les doctrines exagres passent les monts
en venant de France, et c'est de Rome que part la modration,
le temprament, la sagesse; c'est Rome qui arrte la furia
francese, et se refuse mettre les excs dans les dogmes. Aussi
mes frres, ne soyez pas inquiets! Hommes de foi, ne vous
troublez pasl
Si je me suis dcide entrer avec vous, Messieurs, et en
public dans ces dtails, c'est par un secret instinct que j'avais
plutt calmer des motions dans mon pays qu' devancer des
objections Rome. J'en suis convaincu: peine aurai-je tocche
la terre sacre, peine aurai-je bais le tombeau des Aptres,

443

DOCUMENTI.

me sentirai dans la paix, hors de la bataille, au sein


d'une assemble prside par un Pere et compose de Frres.
L, tous les bruits expireront, toutes les ingrences tmraires
cesseront, toutes les imprudences disparaitront, les flots et les vents
seront apaiss. Nous penserons aux mes dont nous rpondons
devant Dieu, nous penserons au Dieu qui nous voit et nous jugera, nous penserons aux Aptres, nous croirons les voir encore
en face du monde conqurir et du Maitre couter; et lorsqu'
la place de ce Maitre souverain des esprits, son Vicaire sur la
que je

chacun de nous: Mon Frre, m'aimez-vous?


ah! croyez que votre vieil Evque ne sera pas le dernier rpondre Pere, vous savez si je vous aimel comme disait le
doux Evque de Genve Dans la confention d'amour povr le
Vicaire de Jsus-C tirisi, je ne me suis laiss vaincre par per sonne. Depuis vingt ans, mes cheveux ont bianchi, ma main
s'est puise votre service.
Saint-Pre, Dieu sait que la
dernire parole de mes lvres et le dernier soupir de mon
cceur appartiendront a l'Eglise et vous.
Veuillez agrer, Messieurs et chers Cooprateurs, la nouvelle assurance de mon profond et religieux dvouement.
terre redira

Orleans, ce 11 novembre, en

FELIX, Evque

la fte

d'Orlans.

de saint Martin.

Documento

VII.

Promulgazione del Giubbileo.

Omnibus ChristiQdelibus, praesentes litteras inspecturis,


PIUS PP. IX salutem et apostolicam benedictionem.
Nemo certe ignorat, Oecumenicum Goncilium a Nobis
fuisse indictum in Basilica Nostra Vaticana, die 8 futuri

men-

Decembris, Immaculatae Sanctissimaeque Deiparae Virgins


Mariae Conceptioni sacro, inchoandum. Itaqne hoc potissimum
tempore nunquam desistimus in humilitate cordis Nostri ferventissimis precibus orare et obsecrare clementissimum luminum et misericordiarum Patrem, a quo omne datum optimum,
et omne donum perfectum descendit 1 , ut mittat de caelis sedium suarum assistricem sapientiam, quae Nobiscum sit, et
Nobiscum laboret, et sciamus quid acceptum sit apud eum 2 Et
quo facilius Deus Nostris annuat votis, et inclinet aures suas ad
sis

preces Nostras, omnium Ghristifidelium religionem, ac pietatem


excitare decrevimus, ut coniunctis Nobiscum precibus, Omnipotentis dexterae auxilium, et cadeste lumen imploremus, quo
hoc Concilio ea omnia statuere valeamus, quae ad commu-

in

nem

totius populi christiani salutem, utilitatemque,


1

Sant Jac, cap. I, v. i,

Sapient., cap

IX,

M.

v. 4, 10.

ac maio-

444

IL CONCILIO

VATICANO.

rem catholicae Ecclesiae gloriam et felicitatem, ac pacem maxime pertinent. Et quoniam compertum est, gratiores Deo esse
hominum preces si mundo corde, hoc est animis ab omni scelere integris ad

ipsum accedant, iccirco hac occasione caelestes


Indulgentiarum thesauros dispensationi Nostrae commissos Apostolica liberalitate Christifidelibus reserare contituimus, ut inde
ad veram poenitentiam incensi, et per Poenitentiae Sacramentum a peccatorum maculis expiati, ad Thronum Dei fidentius
accedant, eiusque misericordiam consequantur, et gratiam in

auxilio opportuno.
Hoc nos Consilio Indulgentiam ad instar Iubilaei Catholico
Orbi denunciamus. Quamobrem de Omnipotentis Dei misericordia, ac Beatorum Petri et Pauli Apostolorum eius auctoritate
confisi, ex illa ligandi ac solvendi potestate, quam Nobis Dominus, licet indignis, contulit, universis ac singulis ntriusque
sexus Christifidelidus in alma Urbe Nostra degentibus, vel ad
eam advenientibus, qui a die primo futuri mensis lunii usque
ad diem, quo Oecumenicus Synodus a Nobis indicta fuerit
absoluta, S. Ioannis in Laterano, Principis Apostolorum, et
Sanctae Mariae Maioris Basilicas, vel earum aliquam bis visitaverint, ibique per aliquod temporis spatium pr omnium misere errantium conversione, pr sanctissimae fidei propagatione,
et pr catholicae Ecclesiae pace, tranquillilate, ac triumpho devote oraverint, et praeter consueta quatuor anni tempora tribus
diebus, etiam non continuis, nempe quarta et sexta feria, et

Sabbato ieiunaverint, et intra commemoratum temporis spatium


peccata sua confessi Sanctissimum Eucharistiae Sacramentum
reverenter susceperint, et pauperibus aliquam eleemosynam,
prout unicuique devotio suggeret, erogaverint; ceteris vero
extra Urbem predictam ubicumque degentibus, qui Ecclesias,
ab Ordinariis locorum, vel eorum Vicariis, seu Officialibus, aut
de illorum mandato, et, ipsis deficientibus, per eos, qui ibi curam animarum exercent, postquam ad illorum notitiam hae NoLitterae pervenerint, designandas, vel earum aliquam
temporis spatio bis visitaverint, aliaque recensita
opera devote peregerint, plenissimam omnium peccatorum suorum remissionem et Indulgentiam, sicut in anno Iubilaei visitantibus certas Ecclesias intra, et extra Urbem praedictam concedi consuevit, tenore praesentium misericorditer in Domino

strae

praefiniti

concedimus atque indulgemus: quae Indulgentia animabus etiam


quae Deo in cantate coniunclae ex hac vita migraverint, per

modum

suffragii applicari poterit.

Concedimus etiam

ut navigantes atqu iter agentes, quam


,
se domicilia receperint, operibus suprascriptis,
et bis visitata Ecclesia Cathedrali, vel Maiori, vel propria Parochiali loci ipsorum domicili, eamdem ludulgentiam consequi

primum ad sua

possint, et valeant. Regularibus vero personis utriusque sexus


etiam in claustris perpetuo degentibus, nec non aliis quibuscumque tam laicis, quam saecularibus , itemque in carcere, aut

DOCUMENTI.

445

captivitate existentibus, vel aliqua corporis infirmitate, seu alio


quocumque impedimento detentis, qui memorata opera, vel
eorum aliqua praestare nequiverint, ut illa Confessarius ex actu

approbatis a locorum Ordinariis in alia pietatis opera commutare,


vel in aliud proximum tempus prorogare possit, eaque iniungere, quae ipsi poenitentes efficere possint cum facultate etiam

dispensandi super Communione cum pueris, qui nondum ad


primam Communionem admissi fuerint, panter concedimus

atque indulgemus.
Insuper omnibus et singulis Christifidelibus Saecularibus et
Regularibus cuiusvis Ordinis et Instituti, etiam specialiter nominando licentiam concedimus, et facultatem, ut sibi ad hunc
effectum eligere possint quemcumque Praesbyterum Confessarium, tam Saecularem, quam Regularem ex actu approbatis a
locorum Ordinariis (qua facultate uti possint etiam Moniales, Novitiae, aliaeque mulieres intra claustra degentes, dummodo
Confessarius appobatus sit pr Coniali bus), qui eos ab excommunicationis, suspensionis, aliisque ecclesiasticis sententiis, et
censuris a iure vel ab homine quavis de causa latis vel inflictis
praeter infra exceptas, necnon ab omnibus peccatis, excessibus,
criminibus et delictis quatumvis gravibus et enormibus, etiam
locorum Ordinariis, sive Nobis, et Sedi Apostalicae speciali licei

forma reservatis,

et

quorum

absclutio alias quantumvis

ampia

non

intelligeretur concessa, in foro conscientiae, et hac vice


tantum absolvere valeant; et insuper vota quaecumque etiam
iurata, et Sedi Apostolicae reservata (castitatis, religionis, et

obligationis, quae a tertio acceptata fuerit, seu in quibus agatur de praeiudicio tertii semper exceptis, quatenus ea vota sint
perfecta et absoluta, nec non poenalibus, quae praeservativa a

peccatis nuncupantur, nisi commutatio futura indicetur eiusmodi


ut non minus a peccato committendo refraenet, quam prior voti

materia), in alia pia et salutarla opera dispensando commutare r


iniuncta tamen eis, et eorum cuilibet in supradictis omnibus
poenitentia salutari, aliisque eiusdem Gonfessarii arbitrio iniungendis.

Concedimus insuper facultatem dispensandi super irregulaex violatione Censurarum contracta, quatenus ad forum
externum non sit deducta, vel de facili deducenda. Non intendimus autem per praesentes super alia quavis irregularitate sive
ritate

ex defectu,

vel publica, vel occulta, aut nota, aliaque incapaciquoquomodo contracta dispensare, vel ali-

tate, aut inhabilitate

facultatem tribuere super praemissis dispensandi, seu haet in pristinum statum restituendi, etiam in foro
coscientiae neque etiam derogare Costitutioni cum appositis declarationibus editae a fel. ree. Benedicto XIV, Praedecessore
Nostro Sacramentum Poenitentiae , quoad inhabilitatem absol-

quam

bilitandi,

vendi complicem, et quoad obiigationem denunciationis; nequ&


easdem praesentes iis, qui a Nobis, et ab Apostolica Sede, vel
aliquo Praelato, seu Iudice Ecclesiastico nominatim exeommu-

446

IL CONCILIO

VATICANO.

,
suspensi, interdicti , seu alias in sententias, et censuras
incidisse deelarati, vel publice denunciati fuerint, nisi intra

nicati

iempus praefinitum satisfecerint, aut cum partibus concordaverint, nullomodo suffragari posse aut debere. Ouod si intra
praefinitum terminum iudicio Confessari satisfacere non potuerint, absolvi posse concedimus in foro conscientiae ad effectum
dumtaxat assequendi Indulgentias lubilaei, iniuncta obligatione
satisfaciendi statim ac poterunt.
Quapropter in virtute sanctae obedientiae tenore praesentium districte praecipimus, atque mandamus omnibus, et qui-

buscumque Ordinariis locorum ubicumque existentibus, eorumque Vicariis et Officialibus, vel ipsis deficientibus, illis, qui
curam animarum exercent, ut cum praesentium Litterarum transumpta, aut exempla etiam impressa acceperint, illa, ubi primum pr temporum ac locorum ratione satius in Domino censuerint, per suas Ecclesias ac Dioeceses, Provincias, Civitates,
et loca publicent, vel publicari faciant, populisque etiam Verbi Dei predicanone, quoad firi possit, rite
praeparatis, Ecclesiam, seu Ecclesias visitandas pr presenti
Iubilaeo designent.
Non obstantibus Constitutionibus, et Ordinationibus Apostolicis, praesertim quibus facultas absolvendi in certis tunc

Oppida, Terras,

expressis casibus ita romano Pontificis pr tempore existenti reservatur, ut nec etiam similes, vel dissimiles Indulgentiarum,
et facultatum huiusmodi concessiones, nisi de illis expressa
mentio, aut specialis derogatio fiat, cuiquam suffragari possint;
nec non regula de non concedendis Indulgentiis ad instar; ac

quorumcumque Ordinum, et Congregationum sive Institutorum etiam iuramento, confirmatione Apostolica, vel quavis firmiate alia roboratis, statutis et consuetudinibus, privilegiis
,

quoque, indultis, et Litteris Apostolicis eisdem Ordinibus, Congregationibus, et Institutis, illorumque personis quomodolibet
concessis, approbatis, et innovatisi quibus omnibus et singulis
etiamsi de illis, eorumque totis tenoribus, specialis, specifica,
expressa et individua, non autem per clausulas generales idem
importantes, mentio, seu alia quaevis expressio habenda, aut
alia aliqua exquisita forma ad hoc servanda foret, illorum tenores praesentibus pr sufficienter expressis, ac formam in iis
traditam pr servata habentes, hac vice specialiter, nominatim
et expresse ad effectum proemissorum, derogamus, ceterisque
contrariis

quibuscumque.
Praecipimus autem, a commemorato die primo Iunii usque
ad diem, quo Oecumenica Synodus finem habuerit, ab omnibus universis catholici Orbis utriusque Cleri Sacerdotibus quotidie addi in Missam Conventualem, Sacrificium fieri in omnibus
buius Urbis Patriarchalibus, aliisque Basilicis, et Collegialibus
et Collegiatis Ecclesiis ab earum Canonicis, atque etiam in singulis cuiusque Religiosae Familiae Ecclesiis ttegularium, qui

Conventualem Missam celebrare tenentur,

feria

quaque quinta,

447

DOCUMENTI.

qua festum duplex primae et secundae classis non agatur, quin


tamen haec de Spintu Sancto Missa ullam habeat applicationis
obligationem.
Ut autem praesentes Nostrae, quae ad singula loca deferri
non possunt, ad omnium notitiam facilius deveniant, volumus
ut praesentium transumptis, vel exemplis etiam impressis, manu
alicuius Notarii publici subscriptis, et sigillo personae in dignitate ecclesiastica constituae munitis, ubicumque locorum et geutium, eadem prorsus fides habeatur, quae haberetur ipsis praesentibus,

si

forent exhibitae vel ostensae.

Datum Romae apud Sanctum Petrum sub Annulo


die li Aprilis anno 1869.
Pontificatus Nostri

Anno

Piscatoris,

Vicesimotertio.

N. Card. Paracciani Clarelli.


(Dalla Civilt Cattolica, 4

maggio 4869.)

Documento

Vili.

Allocuzione tenuta nella Congregazione generale innanzi la prima


sessione del Concilio Vaticano dal Santissimo nostro Signore
per la divina Provvidenza PAPA PIO IX, il d 2 dicembre
dell' anno 1869 ai vescovi del mondo cattolico per lo stesso
Concilio in Roma convenuti.

Venerabiles fratres
Sacri oecumenici Vaticani Concilii Conventus post paucos
opportunius Nobisque iucundius existimavimus, VV. FF., quam ut Vos universos hodierno die iuxta
Nostra hic desideria congregatos alloqui, ac praecipuam caritatem, quam intimo corde alimus, Vobis aperire possemus. Cum

faine dies auspicaturi, nini!

enim de re maxima agatur, qualis est illa in qua de remediis


comparandis agitur tot malis, que Christianam et civilem societatem hoc tempore perturbant, putavimus Apostolica Nostra sollicitudine dignum esse, et tanlae rei magnitudini consentaneum,
ut antequam Conciliarium rerum actio in iti una habeat, in omnis
gratiae auspicium Vobis caelestis benedictionis opem a Deo clementissimo precaremur; ac necessarium censuimus, Vobis eas
tradere normas, Apostolicis Nostris litteris consignatas atquo
editas, quas ad omnia in Gonciliaribus actionibus rite et ordine
agenda, constituendas esse iudicavimus. Hoc autem illud est,
VV. FF., quod Deo et Immaculata Deipara votis Nostris annuente
hodierno die in amplissimo hoc Vestro conventu peragimus; nec
satis verbis explicare possumus ingentem eam consolationem,
quam Vestra haec exoptata, et debita Apostolicae vocis obsequio
frequentia Nobis ingerit, cum Vos tandem ex omnibus Catholici
Orbis partibus in hanc almam Urbem, indicti a Nobis Concilii
causa convenisse, et summa animorum consensione Nobiscum

448

IL CONCILIO VATICANO.

coniunctos aspiciamus: qnos eximia erga Nos et Apostolicam


Sederti devotio, mirificus ad navandam Christi Regno operam
ardor, et in pluribus etiam tribulationum pr Christo perpessio
iure efficit cordi Nostro carissimos. Haec autem, VV. FF., haec
Vestra Nobiscum coniunctio eo gratior Nobis accidit, quod in
ea haerentes Apostolorum vestigiis insistimus, qui suae unaniinae et constantis cum divino Magistro coniunctionis luculenta
Nobis exempla reliquerunt. Nostis enim ex sacris litteris, cum
Christus Oominus Falaestinae regiones paragrans iter faceret per
civitates et castella, praedicanset evangelizans regnum Dei, Eius
Apostolos pari omnes studio adhaesisse, et duodecim cum
Sanctus Lucas loquitur, fideliter quacunque iter haberet, esse versatos. Atque haec Apostolorum coniunctio splendidius etiam enituit eo tempore, cum caelestis Magister docens in
Capharnaum, de divinae Eucharistiae mysterio coram Hebraeis
fusiori sermone pertractavit: tunc enim cum gens illa carnalis
et obtusioris sensus sibi de tantae caritatis opere persuadere non
posset, atque ita Magistri pertaesam se ostendisset, ut multi discipulorum, loanne testante, abirent retro et* non cum Ilio
ambularent, Apostolorum tamen amor in Magistri veneratione
lateri

Ilio, uti

et obsequio immotus perstitit, et Iesu Apostolos percunctante


num et ipsi vellent abire, graviter id ferens Petrus in eas voces

Domine ad quem ibimus?

, ac rationem adiecit quare


constanti fide sequi velie statueret: Verba vitae
aeternae habes. Haec nos animo recolentes, quid dulcius aut
iucundius hac nostra coniunctione reputare, quid porro etiam
firmius ac stabilius tueri debeamus? Non deerunt certe Nobis,
una licet in Christi nomine coniunctis, non deerunt contradictiones ac dimicationes subeundae, nec inimicus homo segnis

erupit:

Dominum

erit, nil

magis cupiens quarn superseminare zizania; at Nos meet constantiae, quae Domini
estis qui permansistis mecim*

mores Apostolicae firmitudinis


Vos
praeconio laudari meruit:
cr

in tentationibus meis,

denunciantis:

Qui

memores Redemptoris

mecum non

est contra

me

Nostri diserte

est , officii pa-

memores esse debebimus, omnique studio curare,


ut inconcussa fide ac firmitate Christum sequamur, Illique omni
tempore concordibus animis adhaeraemus. In ea enim, VV. FF.,
conditione constituti sumus, ut in acie adversus multiplices
eosdemque acerrimos hostes, diuturna iam contentione verse-

riter Nostri

mur. Utamur oportet spiritualibus militiae Nostrae armis, totamquae certaminis vim, tum divina innixi auctoritate, tum caritati, patientiae, precationis et constantiae clypeo sustineamus..
Nihil autem metus est ne vires nobis in hac dimicatione deficiant, si in Auctorem et Consumatorem Fidei nostrae, oculos
animosque coniicere voluerimus. Si enim Apostoli oculis et cogitatione in Christo Iesu defixi satis ex hoc animi viriumquo
1

*
8

8, i.
Ioann., 6, 67.

Lue,

Lue, 22,

28.

DOCUMENTI.

449

sumpserunt, ut adversa quaeque strenue perferrent, Nos pariter


Ipsum adspicientes in salutari pignore Redemptionis nostrae, ex
hoc aspectu, unde divina manat virtus, Nos eam vini roburque
inveniemus, quo caumnias, iniurias, inimicorum artes superemus, ac salutem Nobis, totque etiam miseris a via veritatis
errantibus ex Christi Cruce haurire laetabimur. Neque vero Redemptorem Nostrum respicere contenti, eam quoque mentis
docilitatem induamus necesse est, ut Eidem libenter toto cordis
affectu audientes simus. Hoc est enim quod ipse Pater caelestis
Maiestatis suae auctoritate praecepit, cum revelante Christo Do-

mino gloriam suam

in

monte praecelso coram

electis

testibus:

Hicest, inquit, Filius meus dilectus in quo mihi bene complacui, Ipsum audite. Iesum igitur prono mentis obsequio
audiamus utique in omni re, at in ea praecipue quam Ipse ita
o

cordi habuit, ut praenoscens difficultates quibus ipsa obnoxia


futura esset in mundo, de Illa, ipsa Patrem suum obsecrare in
novissima Caena effusis iteratisque votis non omiserit: Pater
Sancte, serva eos in nomine tuo quos dedisti mihi, ut sint unum
sicut et nos. * Una itaque anima cum uno corde in Christo
Iesu sit cunctis. Non aliud sane Nobis maiori consolationi futurum est quam si obsequentem Christi monitis aurem cordis
iugiter praebuerimus, quo pacto et Nos esse cum Christo agnoscemus, et per.^picuum aeternae salutis pignus inesse reperiemus
2
in Nobis: Qui enim ex Deo est, verba Dei audit.
Has Pontificiae Nostrae cohortationis voces ex intimo corde
depromptas, Omnipotens et Misericors Deus, Deipara Immaculata deprecante, potenti sua ope confrmet, efBcialque propitius,
ut uberibus fructibus augeantur. Convertat deinde faciem suam
ad Vos. VV. FF., ac tum corpora tum animos Vestros benedictionis suae gratia prosequatur: corpora nempe, ut labores omnes,
qui a Vestro sacro ministerio abesse non possunt, strenue alacriterque ferre valeatis; animos vero, ut caelestibusauxiliis abunde
repleti, sacerdotalis vitae exemplis et virtutum omnium splendore in Christiani Gregis salutem praeluceatis. Huius autem benedictionis gratia Vobis continenter adsit, atque omnibus vitae
Vestrae diebus clementer adspiret, ut dies pieni inveniantur in
Vobis, pieni sanctitatis et iustitiae, pieni sanctorum operum
fructibus, in quibus verae nobis divitiae et gloria continetur.
Atque ita Nobis continget feliciter ut expleto roortalis peregrinationis cursu, in novissimo ilio vitae die dicere cum Propheta
Rege non vereamur: Laetatus sum in his quae dieta sunt mihi,

domum Domini ibimus; atque aditum Nobis patere piane


confidamus in Montem sanctum Sion, caelestem Hierusalem.

in

(Dalla Civilt Cattolica, 48


1

Ioann.,

17,

decembre 4869.)

H.

loann., 8, 47.

29

450

IL CONCILIO

VATICANO.

Documento IX.
Lettere Apostoliche della Santit di nostro Signore per divina
Provvidenza PAPA PIO IX, colle quali si stabilisce l'ordine
generale da osservarsi nella celebrazione del sacrosanto ecumenico Concilio Vaticano.

Pivs Papa IX
AD FVTVRAM REI MEMORIAM.
Multiplices inter, quibus divexamur angustias, ad Divinae
l
Clementiae, quae consolatur Nos in omni tribulatione Nostra,
illud
maxime
gratias persolvendas
excitamur, qua propitiante,
celeriter Nobis continget, ut sacrosanctum generale et oecumenicum Concilium Vaticanum iam a Nobis ea adspirante indictum, feliciter auspicemur. Gaudium autem in Domino iure
praecipimus, quod salutares Concilii eiusdem conventus solemni die Immaculatae Dei Matris Mariae semper Virginis Conceptioni sacro, atque adeo sub potentibus maternisque auspiciis eius aggressuri sumus, eosque in Vaticana Nostra Basilica
inituri ante Beatissimi Petri cineres, qui in accepta fortitudine
Petrae perseverans suscepta Ecclesia e gubernacula non reliquit,

quo omnium Paslorum sollicitudo, cum commendatarum


ovium custodia perseverat. 2 Iam vero memores hoc oecumenicum Concilium a Nobis convocatum fuisse, ut extirpandis erroribus, quos praesertim huius saeculi conflavit impietas, removendis malis, quibus Ecclesia affligitur, emendandis
moribus et utriusque Cleri disciplinae instaurandae, coniuncta
Nobiscum sacrorum Ecclesiae Antistitum adhibeatur opera, ac
probe noscentes, quo studio intentaque sollicitudine curare debeamus, ut ea omnia, quae ad rectam rationem tam salutaris

et

in

sibi

gerendi, tractandi ac perficiendi pertinent, ex sancta


disciplina institutisque statuantur, idcirco Apostolica
Nostra auctoritate ea quae sequuntur decernimus, atque ab omnibus in hoc Vaticano Concilio servanda esse praecipimus.
negotii

maiorum

I.

De modo

vivendi in Concilio.

Reputantes animo quod omne dalum optimum, et omne do8


perfectum desursum est, descendens a Patre luminum,
quodque nihil Caelestis Patris benignitati pronius est, quam ut
det spiritum bonum petentibus se, * iam Nos, dum Apostolicis

num

IL Corinth.,

San Leo P. Serm. 2, in Anniver. Assumplionis

Iacob.,

I,

Lue, XI,

17.

13.

I, 4.
sitate.

DOCUMENTI.

451

Nostris Litteris, f die undecimo Aprilis hoc anno datis, Ecclesiae thesauros sacrosancti huius Concilii occasione Christifideli-

bus reseravimus, non solum eosdem Christifideles vebementer


sumus, ut emundantes conscentiam ab operibus mortuis
ad serviendum Deo viventi* orationibus, obsecrationibus, ieiuniis
hortati

aliisque pietatis actibus insistere velint: sed etiam Divini Spiritus lumen et opem in sacrosancto Missae sacrificio celebrando,

quolidie in universo Orbe Cattolico implorari mandavimus, ad


prosperum a Domino huic Concilio exitum, et salutares ex eo
Ecclesiae sanctae fructus impetrandos.
Quas quidem adhortationes et praescriptiones modo renovantes et confirmantes, id praeterea iubemus, ut in huius almae
Urbis Noslrae Ecclesiis, sacrosancta Synodo perdurante singulis diebus Dominicis hora, quae pr fideli
populo magis congrua
videatur, Litaniae aliaeque orationes ad hunc finenti constitutae
recitentur.

At longe his maius aliquid et excellentius ab Episcopis,


aliisque qui in Sacerdotali Ordine censentur hoc Goncilium concelebrantibus, praestandum est, quos, uti ministros Christi et
dispensatores mysteriorum Dei oportet in omnibus seipsos praebere exemplum honorum operum in doclrina, in integritate, in
gravitate, verbum sanum, irreprehensibile , ut, his qui ex adverso
est vereatur nihil habens malum dicere de nobis. 3 Quare veterani
Conciliorum ac Tridentini nominatim vestigiis inhaereiites hortamur illos omnes in Domino, ut orationi, sacrae lectioni, caelestium rerum meditationibus pr sua cuiusque pietate studiose
intendant: ut pure casteque sancto Missae sacrificio, quanti fieri
possit, frequenler operentur; animum mentemque ab humanarum rerum curis immunem servent; modestiam in moribus, in
victu temperantiam, et in omni actione religionem retineant.

Absint animorum dissidia, absit prava aemulatio et contentio,


sed omnibus imperet, quae inter ceteras virtutes eminet charitas,
ut Ila dominante et incolumi, de hoc sacro
Episcoporum Ecclesiae conventu dici possit: Ecce quam bonum et quam iucundum
4
habitare fratres in unum.
Evigilent demum Patres in domesticorum suorum cura, et christianae ab eis sanctaeque vitae disciplina exigenda, memores quam gravibus verbis Paulus Apo5
stolus praecipiat Episcopis, ut sint suae domui bene
praepositi.
i

II.

De
Licet ius et

iure et

oecumenica Synodo
1

2
3
*

tractari

Litt. Nost. li
aprilis 1869.
Ep. ad Hebrae., IX, 14.
Ep. ad Tit., II, 7.

Ps.

CXXXII,

modo proponendi.

munus proponendi

1.

* I.Timoth.
,111, 4.

negotia, quae in sancta


debebunt, de iisque Patrum senten-

452

IL CONCILIO VATICANO.

rogandi nonnisi ad Nos, et ad hanc Aposfolicam Sederti pertineat, nihilominus non modo optamus, sed etiam horlamur, ut
si qui inter Concilii Patres
aliquid proponendum habuerint,
quod ad publicam utilitatem conferre posse existiment, id libere

tias

Cum vero probe perspiciamus hanc ipsam rem,


congruo tempore et modo perficiatur, non parum necessario
Conciliarium actionum ordini offieere posse, idcirco statuimus
eiusmodi propositiones ita fieri debere, ut earum quaelibet
4
scripto mandetur, ac peculiari Congregationi nonnullorum,
tum VV. FF. NN. S. R. E. CardinaliurcT, tum Synodi Patrum a
Nobis deputandae privatim exhibeatur: 2. publicum rei christianae bonum vere respiciat, non singularem dumtaxat unius
vel alterius Dioecesis utilitatem: 3. rationes contineat, ob quas
utilis et opportuna censetur: 4. nihil praeseferat,
quod a conexequi velint.
nisi

stanti Ecclesiae sensu, eiusque inviolabilibus traditionibus alie-

num

sit.

Peculiaris praedicta Congregatio propositiones sibi exhibitas


diligenter expendet, suumque circa earum admissionem vel exclusionem consilium Nostro iudicio submittet, ut Nos deinde
matura consideratione de iis statuamus, utrum ad Synodalem
deliberationem deferri debeant.
III.

De

secreto servando in Concilio.

Prudentiae hic ratio Nos admonet, ut secreti fidern, quaein superioribus Conciliis non semel, adiunctorum gravitate exigente, indicenda fuit, in universa huius Concilii actione ser-

vandam iubeamus.

Si enim unquam alias, hoc maxime tempore


haec cautio necessaria visa est, quo in omnem occasionem excubat invidiae conflandae contra Catholicam Ecclesiam eiusque
doctrinam, pluribus nocendi opibus pollens impietas. Quapropter praecipimus omnibus et smgulis Patribns, Offcialibus Con-

Theologis, Sacrorum Canonum


operam suam Patribus vel Offcialibus
cilii,

Peritis, ceterisque, qui


praedictis quovis modo in

rebus huius Concilii praebent, ut decreta et alia quaecumque,


quae iis examinanda proponentur, nec non discussiones et singulorum sententias non evulgent, nec alicui extra gremium Conpandant, praecipimus pariter ut Oftciales Concilii, qui episcopali dignitate praediti non sunt, aliique omnes, qui ratione
cuiusvis demandati a Nobis ministerii Conciliaribus disceptalio-

cilii

nibus inservire debent, iuramentum emittere teneantur de munere fidetiter obeundo, et de secreti fide servanda circa ea omnia quae supra praescripta sunt, nec non super iis rebus, quae
specialiter ipsis committentur.

DOCUMENTI.

453

IV.

De ordine

sederteli,

et

de non inferendo

alieni praeiudicio.

Cum ad tranquillitatem concordiamqne animorum tuendam


non parum momenti habeat, si in quibuslibet Conciliaribus
actibus, unusquisque suae dignitatis ordinem fideliter ac modeste custodiat: hinc ad offensionum occasiones, quoad eius fieri
possit, praecidendas, infrascriptum ordinem inter diversas dignitates servari praescribimus.

Primum locum obtinebunt VV. FF. NN. S. R. E. CardinaPresbyteri, Diaconi; secundum Patriarchae; ter-

les Episcopi,

tium, ex speciali Nostra indulgentia, Primates, inxta ordinem


suae promotionis ad Primatialem gradum. Id autem pr hac
vice tantum indulgemus, atque ita, ut ex hac Nostra concessione
nullum ius vel ipsis Primatibus datum, vel aliis imminutum censeri debeat. Quartum locum tenebunt Archiepiscopi, iuxta suae

ad Archiepiscopatum promotionis ordinem; quintum Episcopi,


pariter iuxta ordinem promotionis suae; sextum Abbates Nullius
Dioecesis; septimum Abbates Generale*, aliique Generales Moderatores Ordinum Religiosorum, in quibus solemnia vota nuncupantur, etiamsi Vicarii Generali* lilulo appellentur, dum tamen
cum omnibus supremi moderatoris iuribus et pnvilegiis,
universe suo Ordini legitime praesunt.
Ceterum ex superiorum Conciliorum disciplina institutoque
decernimus, quod, si forte contigerit, aliquos debito in loco
non sedere, et sententiae etiam sub verbo placet proferre, Con-

re ipsa

gregationibus interesse, et alios quoscnmque actus facere, Condurante, nulli propterea praeiudicium generetur, nullique
novum ius acquiratur. *

cilio

De

Iudicibus excusationum et querelarum.

Quo graviorum rerum

quae in hac sacrosanta


minus quam fieri possit, impedialur,
aut relardetur ob cognitionem causarum, quae singulos respiciunt: statuimus ut ipsa Synodus per schedulas secretas quinque
ex Concilii Patribus eligat in lwlices eremationum, quorum erit
procurationes et excusationes Praelalorum absentium, necnon

Synodo

pertractatio,

agi gerive debent,

eorum

postulata, qui, Concilio nondum dimisso, iustam discedendi causam se habere putaverint, excipere, atque ad normam
conciliaris disciplinae et SS. Canonum expendere: quod cum
fecerint, non quidquam de bisce rebus decernent, sed de omni1

Conc. Trid.

Sess. 2. Decret.

De modo

vv. Insuper.

454

IL

CONCILIO VATICANO.

bus ad Congregationem generalem ordine

referent. Praeterea sta-

tuimus, ut eadem Synodus pariter per schedulas secretas, alios


quinque ex Patribus eligat, in ludices querelarum et controversia rum.
Hi porro controversias omnes circa ordinem sedendi, vel
ius praecedendi, aliasque, si quae forte inter congregatos oriantur, iudicio sommario atque occonomice, ut aiunt, ita componere studebunt, ut nulli praeiudicium inferatur: et quatenus

componere nequeant, eas Congregationis generalis

auctoritali su-

biicient.

VI.

De
Quo vero

et illud

Offcialibus Concila.

magni

refert, ut necessarii ac idonei

mi-

nistri et officiales, iuxta conciliarem consuetudinem et disciplinam, omnibus in hac Synodo actibus rite et legitime perficien-

dis designentur, Noshuiusmodi ministeriorumrationem habentes,


infrascriptos viros ad ea deligemus et nominamus, scilicet:
1. Generales Concilii custodes, dilectos filios Ioannem Columna et Dominicum Orsini romanos Principes Pontificio Nostro
solio Adsistentes.
2.

Concilii

Episcopum

Secretarium,

Venerabilem Fratrem Iosephum

S. Hippolyti, eique adiicimus

cum

officio

et

titulo

Subsecretarii, dilectum filium Ludovicum Iacobini e Nostris et


huius Apostolicae Sedis Protonotariis, nec non adiutores, dilectos filios Canonicos Camillum Santori et Angelum Iacobini.
3. Concilii Notarios, dilectos filios Lucam Pacifici, Aloisium

Colombo, Ioannem Simeoni, Aloisium Pericoli, et Dominicum


Bartolini Nostros et huius Apostolicae Sedis Protonotarios, eisque
adiungimus dilectos filios Salvalorem Pallottini et Franciscum
Santi "dvocatos; qui Notariis eisdem adiutricem operam navent.
4. Scrutatores Suffragiorum, dilectos filios Aloisium Serafini et Franciscum Nardi causarum Palatii Nostri Apostolici
Auditores; Aloisium Pellegrini et Leonardum Dialti Nostrae Camerae Apostolicae Clericos; Carolum Cristofori et Alexandrum
Montani Signaturae Iustitiae votantes; Fridericum de Falloux du
Coudray Nostrae Cancellariae Apostolicae Regentem, et Laurentium Nina Abbreviatorem ex maiori Parco. Hi autem octo scrutatores in quatuor distincta paria distributi, ita ad
suffragia procedent, ut bina paria unum Conciliaris

excipienda
Aulae latus

totidemque alterum obeant; ac praeterea singula paria singulos


ex Notariis secum habere debebunt, dum in munere fungendo
versantur.
5. Promotores Concilii, dilectos filios Ioannem Baptistam de
Dominicis-Tosti, et Philippum Ralli S. Consistorii Advocatos.
6. Magistros Caeremoniarum Concilii, dilectos filios Aloisium Ferrari Antistitem Nostrum domesticum Praefectum, et

455

DOCUMENTI.

Pium Martinucci, Camillura

Balestra, Remigium Ricci, Iosephum


Romagnoli, Petrum Iosephum Rinaldi-Bucci, Antonium Cataldi ,
Alexandrum Tortoli, Auiiustinum Accoramboni, Aloisium Sinistri, Franciscum Riggi, Antonium Gattoni, Balthasarem Baccinetti, Caesarem Togni, Rochum Massi Nostros, et huius Aposto,

licae Sedis

Caeremoniarios.

7. Assignatores locorum, dilectos filios Henricum Folchi


Praefectum, ac Aloisium Naselli, Edmundum Stonor, Paulum
Bastide, Aloisium Pallotti intimos Nostros Cubicularios, et dile-

ctos filios

Scipionem

Perilli,

Gustavum

Gallot, Franciscum

Re-

gnani, Nicolaum Vorsak, et Philippum Silvestri Cubicularios


Nostros honorarios.
VII.

De Congregationibus generalibus Patrum.

Ad ea modo curam convertentes, quae Congregationum generalium ordinem respiciunt, statuimus ac decernimus, ut iisdem
Patrum Congregationibus, quae publicis sessionibus praemittuntur quinque ex VV. FF. NN. S. R. E. Cardi nalibus Nostro
Nomine et Auctoritate praesint, et ad hoc munus eligimus et
nominamus, Venerabilem Fratrem Nostrum Carolum S. R. E. Cardinalem Episcopum Sabinensem De Reisach nuncupatum, dilectos filios Nostros S. R. E. Presbyteros Cardinales Antoninum
titulo SS. Quatuor Coronatorum De Luca nuncupatum, Iosephum
Andream

titulo S. Hieronymi Illyricorum Bizzarri nuncupatum,


Aloisium titulo S. Laurentii in Panisperna Bilio nuncupatum, et
dilectum filium Nostrum Hannibalem S. R. E. Cardinalem Diaconum S. Mariae in Aquiro Capalti nuncupatum.
Hi autem Praesides, praeter alia, quae ad aptam horum
Conventuum moderationem spectant, curabunt ut in rebus pertractandis initium fiat a disceptatione eorum, quae ad fidem
pertinent; deinde integrum ipsis erit consultationes in fidei vel

disciplinae capite conferre, prout opportunum iudicaverint.


Cum vero Nos, iam inde a tempore, quo Apostolicas Litteras ad hoc Concilium indicendum dedimus, Viros Theologos et
ecclesiastici iuris Consultos, ex variis Catholici orbis regionibus
in hanc almam Urbem Nostram evocandos curaverimus, ut una

cum

aliis huius Urbis, et earumdem disciplinarum peritis viris,


rebus apparandis darent operam, quae ad huius generalis Synodi scopum pertinente atque itaexpeditior via in rerum traclatione Patribus patere posset; hinc volumus et mandamus, ut
schemata decretorum et canonum ab iisdem viris expressa et
redacta, quae Nos, nulla Nostra approbatione munita, integra
integre Patrum cognitioni reservavimus, iisdem Patribus in
Congregationem generalem collectis ad examen et iudicium subiicianlur. Itaque, curantibus memoratis Praesidibus, aliquot ante
dies quam Congregata generalis habeatur, decretorum et cano-

456

IL CONCILIO

VATICANO.

nura schemata, de quibus in Congregatione indicta agendum


erit, typis impressa singulis Patribus distribuentur, quointerim
illa diligenti consideratone in omnem
partem expendant, et
quid sibi sententiae esse debeat accurate pervideant. Si quis
Patrum de schemate proposito sermonem in Congregatione ipsa
habere voluerit, ad debitum inter oratores ordinem pr nuiusque
dignitatis gradu servandum, opus erit, ut saltem pridie diei
Congregationis ipsius, Praesidibus suum disserendi propositum
significandum curet. Auditis autem islorum Patrum sermonibus,
si alii etiam post eos in conventu
ipso disserere voluerint, hoc
iisdem fas erit, obtenta prius a Praesidibus dicendi venia, et eo
ordine, quem dicentium dignitas postulaverit.
Iamvero si in ea quae habetur Congregatione exhibitum
schema vel nullas, vel nonnisi leves difficullates in ipso congressu facile expediendas obtulerit, tunc nihil morae erit, quominus, disceptationibus compositis, decreti vel canouis Conciliaris, de quo agitur, formula, rogatis Patrum suffragiis, statualur.
Sin autem circa schema praedictum huiusmodi oriantur difficultates, ut, sententiis in contraria conversis, via non suppetat, qua
in ipso conventu componi possint, tum ea ratio ineunda erit,
quam heic infra statuimus, ut stabili et opportuno modo huic
rei provideatur. Volumus itaque, ut ab ipso Concilii exordio
quatuor speciales ac distinctae Patrum Congregationes seu Depufationes instituantur, quarum prima de rebus ad fidem pertinentibus, altera de rebus disciplinae ecclesiasticae, tertia de
rebus Ordinum Regularium quarta demum de rebus ritus Orien,

perdurante, cognoscere et tractare debebit. Quaevis ex praedictis Congregationibus seu Deputationibus numero
Patrum quatuor et viginti constabit, qui a Concilii Patribus per
schedulassecretaseligentur. Unicuique ex iisdem Congregationibus seu Deputationibus praeerit unus ex VV. FF. NN. S. R. E.
Cardinalibus a Nobis designandus, qui ex Conciliaribus Teologis vel Iuris Canonici pentis, unum aut plures in commodum
suae Congregationis seu Deputalionis adsciscet, atque ex iis
talis, Concilio

unum

constituet, qui Secrelarii munere eidem Congregationi


seu Deputationi operam navet. Igitur si illud contigerit, quod
supra innuimus, ut nimirum in generali Congregatione quaestio
de proposito schemate exorta dirimi non potuerit, tum Cardinales eiusdem generalis Congregationis Praesides curabunt ut
schema, de quo agitur, una cum obiectis difficultalibus examini
subiiciatur illius ex specialibus Deputationibus, ad quam, iuxta

assignata cuique rerum trartandarum genera pertinere intelligiQuae in hac peculiari Deputatione deliberata fuerint, eorum
relatio typis edita Patribus diribenda erit, iuxta melhodum a Nobis superius praescriptam, ut deinde in proxima Congregatione
tur.

generali, si nihil amplius obstiterit, rogatis Patrum suffragiis,


decreti vel canonis Conciliaris formula condatur. SufTragia autem
a Patribus oretenus edentur, ita tamen, ut ipsis integrum sit

etiam de scripto

illa

pronuntiare.

457

DOCUMENTI.
Vili.

De

Sessionibus publicis.

Publicarum nunc Sessionum celebratio exigit, ut rebus et


actionibus in ea rite dirigendis, congrua ratione consuiamus. Itaque in unaquaque publica Sessione, considenlibus suo loco et
ordine Patribus, servatisque adamussim caeremoniis
quae in
rituali instructione iisdem Patribus de mandato Nostro tradenda
continentur,de suggestu decretorum et canonum formulae in superioribus Congregationibns generalibus condilae, voce sublata
et dar iussu Nostro recitabunlur, eo ordine, ut primum canones de dogmatibus Fidei, deinde decreta de disciplina pronuncientur, et ea adhibita solemni titilli praefatione, qua Praedecessores Nostri in eiusmodi Conciliari actione uti consueverunt,
nempe: Pius Episcopus Servwt Surrorum Dei, sacro approbante
Concilio, ad perpetuam rei mcmoriam. Tunc vero rogabuntur
Patres, ari placeant canones et decreta perlecta; ac statini procedent scrutatores suffragiorum, iuxta methodum superius constitutam, ad suffragia singillatim et ordine exeipienda, eaque
accurate describent. Hac autem in re declaramus suffragia pronunciari debere in haec verba, phcet. aut non placet: ac simul
edicimus, minime fasessea Sessione absentibus quavis de causa,
suffragium suum scripto con>ignalum ad Concdium mittere. lamvero suffragiis collectis, Concilii Seeretarius una cum supradictis
scrutatoribus penes Pontifiealem Nostram Cathedram, iis accurate dirimendis ac numerandis operanti dabunl, ac de ip<is ad
Nos referenti Nos deinde supremam Nosiram sententiam edicemus, eamque enunciari et promulgari mandabimus, hac adhibita
solemni formula: Deere'a modo l'C'a placuerunt omnibus Patribus, nemine dissenlieme ; vel (si qui forte dissenserint) tot numero exceptis; No*que, sacro approbante Concilio, i'a ita decernimus statuimus atque sanrimus, ut leda snt. Hisce autem
omnibus expletis, erit Promotorum Concilii rogare Prolonotarios
praesentes, ut de omnibus et singulis in Sessione peractis, unum
vel plura, instrumentum vel instrumenta conficiantur. Denique
die proximae Sessionis de mandato Nostro indicta, Sessionis
,

conventus dimittetur.
IX.

De non discedendo a

Concilio*

Universis porro Concilii Patribus, aliisque qui eidem interesse debenl praecipimus sub poenis per SS. Canones indictis,
ut ne quis eorum, antequam Sacrosawimn hoc generale et Oecu-

menicum Coneilium Vaticanum nle aUsoluium

sum

et a

Nobis.dimissnpe-

discedat, nisi discessionis causa iuxta nonnam


rius definilam cognita et
probata fuerit, ac impetrata a
sii,

abeundi

i'acultas.

Nobis

458

IL CONCILIO VATICANO.

Indultum Apostolicum de non residentia pr

iis

qui Concilio intersunt

Cum

ii

omnes qui Conciliaribus actionibus

Inr, ea in re universali

interesse tenen-

Praedecessorum
Nostrorum etiam exemplum sequuti * Apostolica benigniate indulgemus, ut tum Praesules aliique suffragii ius in hoc Concilio
habentes, tum ceteri omnes eidem Concilio operanti quovis titulo
impendentes, suorum beneficiorum fructus, reditus, proventus
ac distributiones quotidianas percipere possint, iis tantum diEcclesiae

deserviant;

stributionibus

exceptis, quae inter praesentes fieri dicuntur;


idque concedimus Synodo perdurante, et donec quisque eidem

adsit aut inserviat.

Haec volumus atque mandamus, decernentes has Nostras


quaecumque, in proximo sacrosancto
generali et Oecumenico Concilio Vaticano, ab omnibus et singulis ad quos spectat, respective et inviolabiliter observari debere. Non obstantibus, quamvis speciali atque individua mentione
ac derogatione dignis, in contrarium facientibus quibuscumque.
Datum Romae apud S. Petrum sub Annulo Piscatoris, die
XXVII Novembris anno MDCCCLXIX. Pontificatus Nostri anno
Vigesimo quarto.
N. Card. Paracciani-Clarelli.
Lilteras et in eis contenta

(Dalla Civilt Cattolica, 48

decembre 4869.)

Documento X.
Allocuzione che

Santissimo nostro Signore per divina Provvidenza PAPA PIO IX, per dare principio al sacro Concilio
ecumenico il d 8 decembre dell' anno 1869 tenne nella Basilica vaticana ai vescovi del mondo cattolico convenuti allo
il

stesso Concilio.

Venerabiles Fratres

omnibus ac precibus ab Deo petebamus, ut


Quod
Oecumenicum Concilium a Nobis indictum concelebrare possemus, id insigni ac singulari Dei ipsius beneficio, datum Nobis
esse summopere laetamur. Itaque exultat cor Nostrum in Domino
et incredibili consolatione perfunditur, quod auspicatissimo hoc
die Immaculatae Dei Genitricis Virginis Mariae Conceptioni sacro, Vos qui in partem sollicitudinis Nostrae vocati estis, iterum
votis

Paulus

III,

Brev.

I,

Ianuarii

1546; Pius IV, Brev. 25, Nov. 1561.

DOCUMENTI.

Abd

quam alias frequenta, in hac catholicae "Religionis arce


praesentes intuemur, aspectuque Vestro perfruimur iucundissimo.
Vos autem nunc, Venerabile^ Fratres, in nomine Christi
congregati adestis, ut Nobiscum2 testimoniun perhibeatis Verbo
Dei et testimonium Iesu Christi, viamque Dei in veritate omnes
maiori

homines Nobiscum doceatis,

et

de oppositionibus

falsi

nominis

Nobiscum Spiritu Sancto duce iudicetis.


scientiae,
Si enim unquam alias hoc maxime tempore, quo vere luxit
6
divinae gloriae
et defluxit terra infecta ab habitatoribus suis,
a
salus
Nobis
et
Dominici
zelus,
gregis
postulat, ut circumdemus
Sion et complectamur eam, narremus in turribus eius, et ponaNostra in virtute eius. 7
Videtis enim, Venerabiles Fratres, quanto impetu antiquus
humani generis hostis Domum Dei, quam decet sanctitudo, aggressus sit et usque aggrediatur. Eo auctore funesta illa impiorum coniuratio late grassatur, quae coniunctione forlis, opibus
potens, munita institutis, et velamen habens malitiae liberta
8
tem, acerrimum adversus Sanctam Christi Ecclesiam bellum,
omni scelere imbutum urgere non desinit. Huius belli genus,
vim, arma, progressus, Consilia non ignoratis. Versatur Vobis
continenter ante oculos sanarum doctrinarum, quibus humanae
res in suis quaeque ordinibus innituntur, perturbatio et confusio, luctuosa iuris cuiusque perversio, multiplices mentiendi
audacter et corrumpendi artes, quibus iustitiae, honestatis et
auctoritatis salutaria vincula solvuntur, pessimae quaeque cupiditates inflammantur, Christiana Fides ab animis funditus convellitur, ita ut certum hoc tempore Ecclesiae Dei metuendum
esset exitium, si ullis hominum machinationibus et conatibus
excindi posset. At nihil Ecclesia potentius, inquiebat sanctus
Ioannes Chrysostomus: Ecclesia est ipso caelo fortior. Caeium et
terra transibunt; verba autem mea non transibunt. Quae verba?
Tu es Petrus, et super hanc Petram aedificabo Ecclesiam meam,
9
et portae inferi non prevalebunt adversus eam.
Quamquam vero Civitas Domini virtutum, Civitas Dei Nostri inexpugnabili fundamento nitatur, tamen agnoscentes ac intimo corde dolentes tantam malorum congeriem animarumque
ruinam, ad quam avertendam vel vitam ponere parati essemus,
Nos qui aeterni Pastoris Vicaria in Terris procuratione fungentes, zelo domus Dei prae caeteris incendamur necesse est, eam
viam et rationem ineundam Nobis esse duximus, quae ad tot

mus corda

8
8

*
8

Matth.,

Apoc

18, 20.
1, 2.

Maith., 22, 16.


I. Tira.,
6, 20.
Act. Apost., 15, 19.
Isai.,

24, 4, 5.

Psalm., XLVII, 13,14.


I. Petr
, 2, 16.

Homil. ante

exil.

n. 1.

460

IL CONCILIO VATICANO.

Ecclesiae delrimenta sarcienda utilior et opportunior videretur.


illud Isaiae saepe animo revolventes: Ini consilium,
coge
concilium, et reputantes huiusmodi remedium in gravissimis
rei christianae temporibus a Praedecessoribus Nostris salutariter
esse usurpatum, post diuturnas preces, post collata cum Venerabilibus Fratribus Nostris Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalibus
Consilia, post expetita etiam plurium Sacrorum Antistitum suffragia,Vos, Venerabiles Fratres, qui estis sai terrae, Custodes Dominici Gregis et Pastores, apud hanc Petri Cathedram censuimus evocandos; atque hodie, divina benignitate favente, quae tantae rei
impedimenta sustulit, sanctae Congregationis initia, solemni
maiorum ritu celebramus. Tot autem sunt, tamque uberes caritatis sensus, quibus hoc tempore afficimur, Venerabiles Fratres,
ut eos in sinu continere non valeamus. Viclemus enim in Vestro
Conspectu universam Catholicae gentis familiari) , carissimos Nobis

Ac

Filios praesenes intueri: cogitamus tot amoris pignora, tot ferventis animi opera, quibus Vestro impulsu, ductu et exemplo
suam pietatem et observantiam Nobis et huic Apostolicae Sedi
mirifice probarunt, ac porro probant; atque hac cogitatione Nobis temperare non possumus, quin in vestro amplissimo coetu,

Nostrani erga eos omnes gratissimam voluntatem, solemni et publica significatione profitentes, Deum enixe adprecemur, ut probatio eorum fidei multo pretiosior auro, inveniatur in laudem et
1
gloriam et honorem, in revelatione Iesu Christi. Miseranti deinde
eliam tot hominum conditionem cogitamus, qui a via veritatis
et iustitiae, ideoque verae felicitatis decepti aberrant, eorumqn saluti opem afferre desiderio desideramus, memores Di-

vini Redemptoris et Magistri Nostri Iesu, qui venit quaerere


et salvum facere quod perierat. Intendimus praeterea oculos in
hoc Principis Aposlolorum Trophaeum apud quod consistimus, in
hanc almam Urbem, quae Dei munere tradita non fuit in dire-

ptionem gentium,

in

Romanum hunc Populum

Nobis

dileclissi-

mum,

cuius constanti amore, fide, obsequio circumdamur, atque


ad Dei benignitatem extollendam vocamur, qui divini sui praesidii

spem

in

Nobis hoc tempore, magis magisque

folcire et

con-

firmare voluerit. t praecipue Vos cogitatione complectimur,


Venerabiles Fratres, in quorum sollicitudine, zelo et concordia,
magnum momentum ad Dei gloriam operandam positum nunc
esse intelligimus; agnoscimus flagrans studium, quod ad Vestrum munus impiendum attulistis, ac praesertim praeclaram et

arctissimam illam Vestrum omnium cum Nobis, et hac Apostolica Sede coniunctionem, qua, ut semper alias in maximis Nostris acerbitatibus, ita potissimum hoc tempore nihil Nobis
iucundius, nihil Ecclesiae utilius esse potest; ac vehementer
gaudemus in Domino Vos ita esse animo comparatos, ut ad certam solidamque spem uberrimorum fructuum et maxime optabilium, ex Synodali hac Vestra coitione concipiendam impella1
I.

Petr.,

7.

461

DOCUMENTI.

mur. Ut nullum fortasse aliud infestius et callidius belum in


Christi Regnum exarsit,sic nullum fuit tempus in quo magis Sacerdotum Domini cum Supremo Gregis Eius Pastore unio, a qua
in Ecclesiam mira vis manat, postnlaretur; quae quidem unio,
singulari divinae providentiae munere et spedata virtute Vestra,
ita iugiler reipsa constitit, ut spectaculum facta sit, et futuram
magis confidamus in dies, mundo et angelis et hominibus.
Agite igitur, Venerabiles Fratres, confortamini in Domino:
1
ac in nomine ipsius Trinitatis Augustae, sanctificati in veritate,
induti arma lucis, docete Nobiscum viam, ventatem et vitam,
tot agitata aerumnis gens humana iam non adspirare
potest, date Nobiscum operam, ut pax regnis, lex barbaris,
monasteriis quies, Ecclesiis ordo, clericis disciplina, Deo popu2
Stat Deus in loco sancto suo,
lus acceplabilis restitui possit.
Nostris interest consiliis et actibus, suos Ipse ministros et adiu-

ad

quam

non

tores in tam eximio misericordiae suae opere Nos adlegit, atque


huic ministerio ita Nos inservire oportet, ut Ili unice hoc tempore mentes, corda, vires consecremus.
i

Sed nostrae

infirmitatis conscii, Nostris

diffis.i

viribus,

ad

Te levamus cum fiducia oculos, precesque convertimus, o Divine Spiritus, Tu fons verae lucis et sapientiae, divinae Tuae
gratiae lumen praefer mentibus Nostris, ut ea quae recta, quae
salutaria, quae optima sunt videamus; Corda rege, fove, dirige,
ut huius Concilii actiones rite inchoentur, prospere promoveantur, salubriter perficiantur.

Tu

vero Mater pulchrae dilectionis, agnitionis et sanctae


Regina et propugnatrix, Tu Nos, consultationes,
labores Nostros in Tuam maternam fdem tutelamque ricepias,
ac Tuis age apud Deum precibus, ut in uno semper spiritu maneamus et corde.
Vos quoque Nostris adeste votis, Angeli et Archangeli,
Tuque Apostolorum Princeps, Beatissime Petre, Tuque Coapostole Eius, Paulle, doctor gentium, et predicator veritatis in universo mundo, Vosque omnes, Sancti caelites, et praecipue,

spei, Ecclesiae

quorum cineres hic veneramur, potenti Vos deprecatione efficite,


ut omnes, ministerium Nostrum fideliter implentes, suscipiamus
misericordiam Dei in medio Templi Eius, Cui honor et gloria
in saecula saeculorum.
(Dalla Civill Cattolica, 4$
*

Ioann., 47, 19.

San Bern.,

De

Con.,

1.

4, e. 4.

decembre

4869.)

462

IL CONCILIO VATICANO.

Documento XI.
SANCTISSIMI DOMINI NOSTRI

PII

DIVINA PROVIDENTIA PAPAE

IX.

CONST1TUTIO DE ELECTIONE ROMANI PONTIFICIS


SI CONTINGAT SEDEM APOSTOLICA!
VACARE DORANTE CONCILIO OECUMENICO.

PIUS EPISCOPUS
SERVUS SERVORUM DEI
Ad perpetuavi rei rnemoriam.

Cum Romanis Pontificibus in B. Petro Apostolorum Principe pascendi, regendi et gubernandi universalem Ecclesiam a
Domino Nostro Iesu Christo piena potestas tradita fuerit; pax et
unitas ipsiusEcclesiae in grave discrimen facile adducerentur si,
Apostolica Sede vacante, in electione novi Pontificis quidquatn
fieri contingeret, quod eam incertam , ac dnbiam reddere posset.
Ad tam funestum periculum avertendum plures a Romanis
Pontificibus Decessoribus Nostris, ac praesertim a fel. record.
Alexandro III in generali Concilio Lateranensi III, 1 a B. Gre2
in generali Concilio Lugdunensi II,
a Clemente V, s a
gorio
4
5
XII 6 editae sunt
Clemente
ab
Urbano
Vili
et
Gregorio XV,
Constitutiones, quibus dum multa alia praescribuntur, ut nego-

tium
sque

tanti

momenti

rite

recteque expediatur, generatim et ab-

ulla exceptione declaratur ac decernitur electionem Summi


Pontificis ad S. R. E. Cardinalium Collegium unice et exclusive

spedare.

Haec Nos animo recolentes, cum Oecumenicum et Generale


Concilium Vaticanum per Apostolicas Litteras quae incipiunt
Aeternis Patris III kal. Iulias anno 1868, a Nobis indictum, in
eo iam sit ut solemniter initietur, Apostolici Nostri muneris esse
ducimus, quamcumque occasionem discordiarumetdissensionum
circa electionem Summi Pontificis praevenire ac praecidere, si
Divinae voluntati placuerit Nos, eodem Concilio perdurante, ex
hac mortali vita migrare.
Quapropter exemplo permoti fel. record. Iulii II, Decessoris
7
Nostri, de quo, compertum ex historia est tempore generalis
Concilli Lateranensis V lethali morbo correptum Cardinales co1

a
8

Cap. Licet de Electione.


Cap. Ubi de Electione in 6.
Clement. 2 de Electione.

* Constit.

Decet

Ad

Romanum

Romani

Pontificem.

Pontificis, V kal. fel>ruarii 1625.


Apostolatus, IV nonas octobris 1732.
Raynald, Annoi. Eccles. ad annum 1513, n. VII.

Constit.

6 Constit.

DOCUMENTI.

ram

463

se convocasse, ac de legftima Successoria Sui electione solillis adstantibusedixisse hanc non a praedicto Concilio,

licitum,

sed ab eorum tantum Collegio esse perfiqiendam, prout reapse,


memorati Iulii sequuta morte, factum fuisse constat, atque
exemplo insuper excitati aliorum Decessorum Nostrorum item
fel. ree. Pauli III et Pii IV, quorum primus Apostolicis Litteris
datis III kal. Decembris an. 1544, alter vero similibus Litteris
kal. Octobris 1561 , casum mortis suae praevidentes cum
datis
Tridentina Synodus celebraretur, decreverunt, eiusmodi casu
occurrente, electionem novi Pontificis nonnisi a S. R. E. Cardinalibus esse faciendam, exclusa prorsus quacumque memoratae
Synodi participatione: atque insuper de his habita cum nonnullis Venerabilibus Fratribus Nostris eiusdem S. R. E. Cardinalibus matura deliberatione et diligenti examine, ex certa scientia
Nostra, Motu proprio ac de Apostolicae potestatis plenitudine
declaramus, decernimus atque statuimus quod, si placuerit Deo
mortali Nostrae peregrinationi, praedicto generali Concilio Vaticano perdurante, finem imponere, electio novi Summi Pontificis, in quibuscumque statu et terminis Concilium ipsum subsistat, nonnisi per S. R. E. Cardinales fieri debeat, minime vero
per ipsum Concilium, atque etiam omnino exclusis ab eadem

electione peragenda quibuscumque aliis personis cuiusvis, licet


ipsius Concilii auctoritate forte deputandis, praeter Cardinales

praedictos.

Quin imo ut in eiusmodi electione memorati Cardinales,


omni^prorsus impedimento submoto, et quavis perturbationum
et dissidiorum occasione sublata, liberius et expeditius procedere queant,de eadem scientia et Apostolicae potestatis plenitudine, illud praeterea decernimus atque statuimus ut si, praedicto Vaticano Concilio perdurante, Nos decedere contigerit, idem
Concilium in quibuscumque statu et terminis existat, illieo et
immediate suspensum ac dilatum intelligatur, quaemadmodum
per Nostras has litteras illud nunc pr tunc suspendere atque
in tempus infra notandum differre intendimus, adeo ut nulla
prorsus interiecta mora, cessare statim debeat a quibuscumque
conventibus, congregationibus et sessionibus, et a quibusvis
decretis seu canonibus conficiendis, nec ob qualemcumque
causam, etiamsi gravissima et speciali mentione digna videatur, ulterius progred, donec novus Pontifex a Sacro Cardinalium Collegio canonice electus suprema sua auctoritate Concilii
ipsius reassumptionem et prosequutionem duxerit intimandam.
Opportunum autem censentes, ut quae occasione praedicti
Concilii Vaticani hactenus ordinavimus tum quoad Summi Pontificis electionem, tum quoad eiusdem Concilii suspensionem,
certam stabilemque normam in simili rerum eventu perpetuo
servandam suppeditent, pari scientia et potestate decernimus
atque statuimus, ut futuris quibuscumque temporibus, quandocumque contigerit Romanum Pontificem decedere, perdurante
celebratione alicuius Concilii Oecumenici sive Romae illud ha-

464

IL CONCILIO

VATICANO.

beatur, sive in alio quovis orbis loco, electio novi Pontificis ab


uno S. R. E. Cardinalium Collegio semper et exclusive iuxta
modum superius detinitum fieri debeat, atque ipsum Concilium,
pariter iuxta regulam superius sancitam, statim ab accepto
certo nunlio de mortui Pontificis suspensum ipso iure intelligatur, et tamdiu dilatum, donec novus Pontifex canonico electus
illud reassumi et continuar! iusserit.
Praesentesautem litteras semper validas, frmas et efficaces
existere et fore, suosque plenarios et integros effectus sortiri et
obtinere , acnullo unquam tempore ex quocumque capite, aut
qualibet causa de subreplionis, vel obreptionis seu nullitatis
vitio, vel intentionis Nosirae, vel alio quopiam, quantumvis
substanliali inexcogitato et inexrogitabili ac specificane et individuam mentionem aut expressionem requirente, defectu, aut
ex quocumque alio capite a iure statuto, vel quocumque praetextu, ratione, aut causa quantumvis tali, quae ad effectum validitalis praemissorum necessario exprimenda
foret, notari,
impugnari, redargu, invalidari, retraclari, in ius vel controversiam revocari pose; neque easdem praesentes sub quibusvis
similium vel dissimilium dispositionum revocationibus, limita-

modificalionibus, derogationibus, sub quibuscumque


et formis, ac cum quibusvis clausulis et
decretis, etiamsi in eis de hisce praesentibus, earumque loto
tenore ac data specialis mentio fieret, pr tempore factis et concessis ac faciendis et concedendis comprehendi; sed semper et
omnino ab illis excipi debere atque ex nunc quidquid contra
tionibus,

verborum tenoribus

Apostolica Sede vacante, quavis auctoritate etiam


memorati Concilii Vaticani, vel alterius cuiuscumque futuris
temporibus Concilii Oecumenici, licet de unanimi consensu hodiernorum, seu pr tempore exsistentium S. R. E. Cardinalium

praemissa,

scienler vel ignoranter fuerit


nullius roboris decernimus.

attentatum, irritum et inane ac

Non obstantibus quatenus opus sit, felicis recordationis


Alexandri Papae III Decessoris Nostri in Concilio Laleranensi
edita, quae incipit Licet de vitanda et quibuscumque aliis
etiam in universalibus Conciliis latis specialibus vel generalibus
Constitutionibus

Aposlolicis, quamvis in corpore iuris clausis,


sub quibuscumque tenoribus et formis ac quibusvis etiam
derogaloriarum derogatoriis, aliisque eficacioribus, et insolitis
clausulis, irritantibusque et aliis decretis in genere vel in
specie, etiam Motu pari ac consistorialiter statutis, quibus omnibus et sin;ulis quatenus pariter opus sit eorumque omnium
tenoribus perinde ac si praesentibus de verbo ad verbumexprimantur, pr insertis et expressis habentes, in ea tantum parte,
quae presentibus adversatur, illis alias in suo robore permansuris, ad praemissorum omnium et singulorum validissimum effectum hac vice dumtaxat latissime et pienissime ac sufficienter
nec non specialiter et expresse harum quoque serie derogamus,
ceterisque contrariis quibuscumque.
et

DOCUMENTI.
Nulli ergo

omnino hominum

465

hanc paginam Nostrae dedecreti, derogationis et volun-

liceat

clarationis, ordinationis, statuti,


tatis infringere, vel illis ausu temerario contraire. Si quis autem
hoc attentare praesumpserit, indignationem Omnipotentis Dei ac
Bealorum Pelri et Pauli Apostolorum eius se noverit incursurum.

Datum Romae apud S. Petrum Anno Incarnationis Dominicae millesimo octingentesimo sexages mo nono. Pridie Nonas
Decembris. Pontifieatus Nostri anno vigesimoquarto.
M.Card. Mattei Pro-Datarius.

Loco

>$*

N. Card. Paracciani

Clarelli.

Visa de Curia
Domiivicus Brvti

plumbi.

I.

COGNOM.

(Dalla Civilt Cattolica, 4 gennaio -1870.)

Documento

XII.

SS. D. N. PII
DIVINA PROVIDENTIA

PAPAE IX
covstitutio

qua censurae latae sententiae limitantur.

P1US EPISCOPUS
SERVUS SERVORUM DEI

Ad

perpetuavi rei memoriam.

Apostolicae Sedis moderationi convenit, quae salubriter


veterum canonum auctontate constituta sunt, sic retinere, ut si
temporum rerumque mutatio quidpiam esse tempera ndum prudenti dispensatione suadeat, eadem Apostolica Sedes congruum
supremae suae potestatis remedium ac providentiam impendat.
Quamobrem cum animo Nostro iampridem revolveremus, ecclesiasticas censuras, quae per modum latae sententiae, ipsoque
facto incurrendae ad incolumitatem ac disciplinam ipsius Kcclesiae tutandam, effrenemque improborum licentiam coercen-

dam

et emendandam sancte per singulas aetates indictae ac


promulgatae sunt, magnum ad numerum sensim excrevisse;
quasdam etiarn, temporibus moribusque mutatis, a fine atque
causis, ob quas impositae fuerant, vel a pristina utilitate, atque
opportunitale excidisse; eamque ob rem non infrequentes oriri
sive in iis, quibus animarurn cura commissa est, sive in ipsis

fidelibus dubietates, anxietates, angoresque conscientiae;

Nos

eiusmodi incommodisoccurrere volenles, plenam earumdem recensionem fieri Nobisque proponi iussimus, ut diligenti adhi,

30

466

IL CONCILIO VATICANO.

bita consideratone, staturemus, quasnam ex illis servare ac


retinere oporteret, quas vero moderari aut abrogare congrueret.
Ea igitur recensione peracta, ac Venerar/i libus Fratibus Nostris
S. R. E. Cardinalibus in negotiis Fidei Generalibus Inquisitoribus per universamChristianam Rempublicam deputatis in consilium adscitis, reque diu ac mature perpensa , motu proprio,
certa scientia, matura deliberatione nostra, deque Apostolicae

Nostrae potestatis plenitudine hac perpetuo valitura Constitutione decernimus, ut ex quibuscumque censuris sive excommunicationis, sive suspensionis, sive interdicti, quae per modum
latae sententiae, ipsoque facto incurrendae hactenus impositae
sunt, nonnisi illae, quas in hacipsa Constitutione inserimus, eoque modo, quo inserimus, robur exinde habeant; simul declarantes easdem non modo ex veterum canonum auctoritale, quatenus cum hac Nostra Constitutione conveniunt, verum etiam ex
hac ipsa Constitutione Nostra, non secus ac si primum editae
ab ea fuerint, vim suam prorsus accipere debere.

Excommunicationes

Romano

latae sententiae speciali


Pontifici reservatae.

modo

Itaqne excommunicationi latae sententiae speciali modo RoPontifici reservatae subiacere declaramus
i. Omnes a Christiana fide apostatas, et omnes ac singulos

mano

haereticos, quocumque nomine censeantur, et cuiuscumque


sectae existant, eisque credentes, eorumque receptores, fautores, ac generaliter quoslibet illorum defensores.
% Omnes et singulos scienter legentes sine auctoritate Sedis

Apostolicae libros eorumdem apostatarum et haereticorum haeresim propugnantes, nec non libros cuiusvis auctoris per Apostolicas litteras nominatimi prohibitos, eosdemque libros retinentes, imprimenles et quomodolibet defendentes.
3. Schismaticos et eos qui a Romani Fontificispro tempore
existentis obedientia pertinaciter se subtrahunt, vel recedunt.

Omnes

cuiuscumque status, gradus seu conab ordinationibus seu mandatis Romanorum


Pontificum pr tempore existentium ad universale futurum Concilium appellantes, nec non eos, quorum auxilio, Consilio vel
i.

ditionis

et singulos,

fuerint,

favore appellatum fuerit.


5. Omnes interficientes, mutilantes, percutientes, capientes,
carcerantes, detinentes, vel hostiliter insequentes S. R. E. Cardinales, Patriarchas, Archiepiscopos, Episcopos, Sedisque Apostolicae Legatos, vel Nuncios, aut eos a suis Dioecesibus, Territoriis, Terris, seu Dominiis ejicientes, nec non ea mandantes,
vel rata habentes, seu praestantes in eis auxilium, consilium

vel favorem.
6. Impedientes directe vel indirecte exercitium iurisdictionis
ecclesiasticae sive interni sive externi fori, et ad hoc recurren-

DOCUMENTI.

467

tes ad forum saeculare eiusque mandata procurantes, edentes,


aut auxilium, consilium vel favorem praestantes.
7. Cogentes sive directe, sive indirecte iudices laicos ad
trahendum ad suum tribunal personas ecclesiasticas prp^ter
canonicas dispositiones: item edentes leges vel decreta contra

libertatem aut iura Ecclesiae.


8. Recurrentes ad laicam potestatem ad impediendas litteras
vel acta quaelibet a Sede Apostolica, vel ab eiusdem Legatis
aut Delegatis quibuscumque profecta,eorumque promulgationem
vel executionem directe vel indirecte prohibentes, aut eorum

causa sive ipsas partes, sive alios laedentes,

vel perterrefa-

cientes.
9. Omnes falsarios litterarum Apostolicarum, etiam in forma
Brevis ac supplicationum gratiam vel iustitiam concernentium,
per Romanum Pontificem, vel S. R. E. Vice-Cancellarios seu
Gerentes vices eorum aut de mandato eiusdem Romani Pontificis signatarum: nec non falso publicantes Litleras Apostolicas,
etiam in forma Brevis, et etiam falso signantes supplicationes
huiusmodi sub nomine Romani Pontificis, seu Vice-Cancellarii
aut Gerentis vices praedictorum.
40. Absolventes complicem in peccato turpi etiam in mortis
articulo, si alius Sacerdos licet non adprobatus ad confessiones,
sine gravi aliqua exoritura infamia et scandalo, possit excipere
morientis confessionem.
4 1.
Usurpantes aut sequestrantes iurisdictionem, bona, reditus ad personas ecclesiasticas ratione suarum Ecclesiarum aut
beneficiorum pertinentes.
4 2. Invadentes, destruentes, detinentes
per se vel per alios
Civitates, Terras, loca aut iura ad Ecclesiam Romanam pertinentia; vel usurpantes, perturbantes, retinentes supremam

iurisdictionem in eis; nec non ad singula praedicta auxilium,


consilium, favorem praebentes.
A quibus omnibus excommunicationibus bue usque recen-

absolutionem Romano Pontifici pr tempore speciali modo


reservatam esse et reservari; et pr ea generalem concessionem
absolvendi a casibus et censuris, sive excommunicationibus Romano Pontifici reservatis nullo pacto sufficere declaramus, revocatis insuper earumdem respectu quibuscumque indultis concessis sub quavis forma et quibusvis personis etiam Regularibus

sitis

cuiuscumque Ordinis, Congregationis,

Societatis et

Insti tu ti,

etiam speciali mentione dignis et in quavis dignitate constitutis.


Absolvere autem praesumentes sine debita facultate, etiam quovis praetextu, exeommunicationis vinculo Romano Pontifici reservatae innodatos se sciant, dummodo non agatur de mortis

quo tamen firma sitquoad absolutos obligatio standi


mandatis Ecclesiae, si convaluerint.
articulo, in

468

IL CONCILIO -VATICANO.

Excommunicationes

latae sententiae

Romano

Pontifici

reservatae.

Excommunicationi

latae sententiae

Romano

Pontifici reser-

vatae subiacere declaramus:


1. Docentes vel defendentes sive publice,sive privatim proposiliones ab Apostolica Sede damnatas sub excommunicationis
poena latae sententiae: item docentes vel defendentes tamquam
licitam praxim inquirendi a poenitente nomen complicis , pronti
damnata est a Benedico XIV in Const. Suprema 7 Iulii 7 45 ;
Ubi prirnum 2 lunii 1746; Ad eradirandum 28 Septembris 1746.
2. Violentas manus, suadente diabolo, injicientes in Cle1

ricos, vel ulriusque sexus Monachos, exceptis quoad reservaet personis, de quibus iure vel privilegio permittitur, ut Episcopus aut alius absolvat.

tionem casibus
3.

Duellum perpetrantes, autsimpliciter ad

illud

provocantes,

vel

ipsum acceptantes; et quoslibet complices, vel qualemcumque operam aut favorem praebentes, nec non de industria spectantes, iliudque permittentes, vel quantum in illis est, non
prohibentes, cuiuscumque dignitatis sint, etiam regalis vel imperialis.

Nomen dantes sectae Massonicae, aut Carbonariae, aut


eiusdem generis sectis quae contra cclesiam vel legitimas
polestates seu palam, seu clandestine machinantur, nec non
iisdem sectis favorem qualemcumque praestantes; earumve occullos coriphaeos ac duces non denunciantes, donec non denun4.

aliis

ciaverint.
5. Immunitatemasyli ecclesiastici violare iubentes, autausu
temerario violantes.
6. Violantes clausuram Monialum, cuiuscumque generis aut
conditionis, sexus vel aetatis fuerint, in earum monasteria absque legitima licentia ingrediendo; pariterque eos introducentes vel admittentes; itemque Rloniales ab illa exeuntes extra
casus ac formam a S. Pio V in Constit. Decori praeseriptam.
7. Mulieres violantes Regularium virorum clausuram, et
Superiores aliosve eas admittentes.
8. Reossimoniae realis in beneficiis quibuscumque, eorumque complices.
9. Reos simoniae confidentialis in beneficiis quibuslibet,
cuiuscumque sint dignitatis.
10. Reos simoniae realis ob ingressum in Religionem.
11. Omnes qui quaestum facientes ex indulgentis aliisque
gratiis spirilualibus excommunicationis censura plectuntur Con-

stitutione S. Pii V.
12. Colligentes
iis

Quam plenum

1 Ianuarii 1569.

eleemosynas maioris

pretii

lucrum captantes, faciendo eas celebrari

rum

pr missis, et ex

in locis ubi missa-

stipendia rninoris pretii esse solent.


Omnes qui excommunicatione mulctantur in Constitu-

13.

DOCUMENTI.

469

tionibus S. Pii V. Admonet nos quarto Kalendas Aprilis 1567,


Innocentii IX Quae ab hnc Sede pridie nonas Novembris 4591,
Clementis Vili Ad Romani Pontificii curam 26 Iunii 4592, et
Alexandre VII Inter ceteras nono Kalendas Novembris 4660,

alienationem et infeudalionem Civitatum et locorum S. R. E. respicientibus.


4 4.
Religiosos praesumentes clericis aut laicis extra casum
necessitalis Sacramentum extremae unctionis aut Eucharistiae

per vialicum ministrare absque Parochi licentia.


45. Extrahentes absque legitima venia reliquias ex Sacris
Coemeteriis sive Catacumbis Urbis Romae eiusque terrilorii,
eisque auxilium vel favorem praebentes.

Communicantes cum excommunicato nominatim a Papa in


ei scilicet impendendo auxilium vel favorem.
47. Ciericos scienter et sponte communicantes in divinis
cum personis a Romano Pontifice nominatim excommunicatis
6.

crimine criminoso,

et ipsos in officiis recipientes.

Excommunicationes

latae sententiae Episcopis sive

Ordinariis reservalae.
Excommunicationi latae sententiae Episcopis sive Ordinariis
reservalae subiacere declaramus:
4. Ciericos in Sacris constitutos vel Regulares aut Moniales post votum solenne castitatis matrimoniunj contrahere praesumentes; nec non omnes cum aliqua ex praedictis personis
raatrimonium contrahere praesumentes.
2.

Procurantes abortum, effeotu sequuto.

apostolicis falsis scienter utentes, vel crimini ea


in re cooperantes.
3. Litleris

Excommunicationes
Excommunicationi

latae sententiae
latae sententiae

nemini reservatae.

nemini reservatae subia-

cere declaramus:
1. Mandantes seu cogentes trad Ecclesiasticae Sepulturae
haereticos notorios aut nominatim excommunicatos vel inter-

dictos.

Laedentes aut perterrefacientes Tnquisitores, denuntianTribunalis


scripturas diripientes, aut comburentes, vel praedictis quibuslibet auxilium, consilium, favorem praestantes.
2.

tes, testes, aliosve ministros S. Olficii, eiusve Sacri

3. Alienanles et
recipere praesumentes bona ecclesiastica
absque Beneplacito Apostolico, ad formam Extravagantis Ambitiosae De Reb. Ecc. non alienandosi
4. Negligentes sive
culpabililer omittentes denunciare infra

mensem Confessarios sive Sacerdotes a quibus sollicitati fuerint


ad turpia in quibuslibet casibus expressis a Praedecess. Nostris
Gregorio XV Constit. Utwe>s> 2u Augusti 1622, etBenedicto XIV
Constit. Sacramentum pomitentiae 1 Iunii 1741.

470

IL CONCILIO VATICANO.

Praeter hoshactenus recensitos, eos quoque quos Sacrosanctum Concilium Tridentinum, sive reservata Summo Pontifici
aut Ordinariis absolutione,sive absque ullareservatione excommunicavit, Nos pariter ita excommunicatos esse declaramus;
excepta anathematis poena in Decreto Sess. IV De editione et
usu Sacrorum Librorum constituta, cui illos tantum subiacere
volumus: qui libros de rebus sacris tractantes sine Ordinarli

approbatione iraprimunt, aut imprimi faciunt.

Stispensiones latae sententiae

Summo

Pontifici reservatae*

suorum BeneficioSuspensionem
perceptione ad beneplacitum S. Sedis Capitula et Conventus Ecclesiarum et Monasteriorum aliique omnes, qui ad illarum
seu illorum regimen et administrationem recipiunt Episcopos
aliosve Praelatos de praedictis Ecclesiis seu Monasteriis apud
eamdem S. Sedem quovis modo provisos, antequam ipsi exhibuerint Litteras Apostolicas de sua promotione.
2. Suspensionem per triennium a collatione Ordinum ipso
iure incurrunt aliquem Ordinantes absque titulo beneficii, vel
patrimonii cum pact ut ordinatus non petat ab ipsis alimenta.
3. Suspensionem per annum ab Ordinum administratione
ipso iure incurrunt Ordinantes alienum subditum eliam sub
praetextu beneficii statim conferendi, aut iam collati, sed miipso facto incurrunt a

1.

rum

nime

absque eius Episcopi litteris dimissorialibus,


subditum proprium, qui alibi tanto tempore moratus
ut canonicum impedimentumconlrahere ibi potuerit, absque
sufficientis,

vel etiam
sit,

Ordinarli eius loci

litteris

testimonialibus.

Suspensionem per annum a collatione Ordinum ipso iure


incurrit, qui excepto casu legitimi privilegii, ordinem sacrum
contulerit absque titulo beneficii vel patrimonii clerico in aliqua Congregatane viventi, in qua solemnis professio non emitA.

titur, vel

etiam religioso

nondum

professo.

Suspensionem perpetuam ab exercitio ordinum ipso iure


incurrunt Religiosi eiecti, extra Religionem degentes.
6. Suspensionem ab Ordine suscepto ipso iure incurrunt,
qui eumdem ordinem recipere praesumpserunt ab excommunicato vel suspenso, vel interdicto nominatim denunciatis, aut ab
haeretico vel schismatico notorio: eum vero qui bona fide a
quopiam eorum est ordinatus, exercitium non habere ordinis
sic suscepti, donec dispenselur, declaramus.
7. Clerici saeculares exteri ultra quatuor menses in Urbe
commorantes ordinati ab alio quam ab ipso suo Ordinario absque licentia Card. Urbis Vicarii, vel absque praevio examine
5.

coram eodem peracto, vel etiam


quam in praedicto examine reiecti

a proprio Ordinario posteafuerint; nec non clerici per-

tinentes ad aliquem e sex Episcopatibus suburbicariis, si ordinentur extra suam dioecesim, dimissorialibus sui Ordinarli ad
alium directis quam ad Card. Urbis Vicarium; vel non praemissis

471

DOCUMENTI.

Ordinem Sacrum suscipiendum exerciliis spiritualibus per


decem dies in domo urbana Sacerdotum a Missione nuncupatoante

suspensionem ab ordinibus sic susceptis ad beneplacitum


Sedis ipso iure incurrunt: Episcopi vero ordinantes ab usu
Pontiicalium per annum.
rurn,
S.

Interdicta latae sententiae reserrata.


1.

Interdictum

Romano

Pontifici speciali

modo reservatum

ipso iure incurrunt Universitates Collegia et Capitula quocumque nomine nuncupentur, ab ordinationibus seu mandatis eiusdem Romani Pontificis pr tempore existentis ad universale fu,

turum Concilium

appellantia.

Scientercelebrantes vel celebrari facientes divina in locis


ab Ordinario, vel delegato Iudice, vel a iure interdictis, aut
nominatim excommunicatos ad divina officia, seu ecclesiastica
Sacramenta, vel ecclesiasticam sepulturam admittentes, interdictum ab ingressi! Ecclesiae ipso iure incurrunt, donec ad arbitrium eius, cuius sententiam contempserunt, competenter
2.

satisfecerint.

Denique quoscumque aios Sacrosanctum Concilium Tridentinum suspensos aut interdictos ipso iure esse decrevit, Nos
pari modo suspensioni vel interdicto eosdem obnoxios esse volumus et declaramus.

Quae vero censurae

sive excommunicationis, sive suspen-

Nostris, aut Predecessorum Nostrorum


Constitutionibus aut sacris canonibus praeter eas, quas recensuimus, latae sunt, atque hactenus in suo vigore perstiterunt
sive pr R. Pontificis electione, sive pr interno regimine quorumcumque Ordinimi et Institutorum Regularium, necnon quo-

sionis, sive

interdicti

rumcumque Collegiorum Congregationum coetuum locorumque


piorum cuiuscumque nominis aut generis sint, eas omnes firmas
,

permanere volumus et declaramus.


Ceterum decernimus, in novis quibuscumque concessionibus ac privilegiis, quae ab Apostolica Sede concedi cuivis conesse, et in suo robore

tigerit, nullo modo ac ratione intelligi unquam debere, aut


posse comprehendi facultatem absolvendi a casibus, et censuris
quibuslibet Romano Pontifici reservatis, nisi de iis formalis,
explicita, ac individua mentio facta fuerit: quae vero privilegia
aut facultates sive a Praedecessoribus Nostris, sive etiam a Nobiscuilibet Goetui, Ordini, Congregalioni, Societati et Instituto,
etiam regulari cuiusvis speciei, etsi titulo peculiari praedito,
atque etiam speciali mentione digno a quovis unquam tempore
huc usque concessae fuerint, ea omnia, easque omnes Nostra
hac Constitutione revocatas, suppressas et abolitasesse volumus,
prout reapse revocamus, supprimimus, et abolemus, minime
refragantibus aut obstanlibus privilegiis quibuscumque, etiam

specialibus comprehensis, vel non in corpore iuris, aut Apostolicis Constitutionibus, et


quavis confirmatione Apostolica, vel

472

IL

CONCILIO VATICANO.

immemorabili etiam consuetudine, aut alia quacumque firmitate


roboratis, quibuslibet etiam formis ac tenonbus, et cum quibusvis derogatoriarum derogatoriis, aliisque efficacioribus et
insolitis clausulis, quibus omnibus,
quatenus opus sit, derogare
intendimus, et derogamus.

Firmam tamen esse volumus absolvendi farultatem a Tridentina Synodo Episcopis concessam $**. XXIV, cap. VI de
Reform. in quibuseumque censuris Apostolicae Sedi hac Nostra
Constitutione reservalis, iis tantum exreptis, quas eidem Apostolicae Sedi speciali modo reservatas declaravimus.
Decernentes has Litteras atque omnia et singula, quae in
eis constitula ac decreta sunt, omnesque et singulas, quae in
eisdem factae sunt ex anterioribus Gonstitutionibus Praedecessorum Nostrorum atque etiam Nostris, aut ex aliis sacris Canonibus quibuseumque, etiam Conciliorum Generalium, et ipsius
Tridentini, mutationes, derogationes, suppressiones atque abrogationes ratas et firmas ac respeetive rata atque firma esse et
fore, suosque plenarios et integros effectus obtinere debere, ac
reapse obtinere; sicque et non aliter in praemissis per quoscumet Delegatos, etiam Causarum Palatii
Apostolici Auditores, ac S. R. E. Cardinales, etiam de Latere
Legatos, ac Apostolicae Sedis Nuntios, ac quosvis alios quacumque praeminentia, ac potestate lungentes, et functuros, sublata eis, et eorum cuilibet quavis aliter iudicandi et interpretandi facultate, et auctoritale, iudicari, ac definiri debere; et
irritum atque inane esse ac fore quidquid super his a quoquam
quavis auctoritate, etiam praetextu cuiuslibet privilegi! , aut
consuetudinis inductae vel inducendae, quam abusum esse declaramus, scienter vel ignoranter contigerit attentari.
Non obstantibus praemissis, aliisque quibuslibet ordinationibus, constitutionibus, privilegiis, etiam speciali et individua
mentione dignis, nec non consuetudinibus quibusvis etiam im-

que Iudices Ordinarios,

memorabilibus, ceterisque contrariis quibuseumque.


Nulli ergo omnino hominum liceat hanc paginam Nostrae
Constitutionis, Ordinationis, limitalionis, suppressionis, derogationis, voluntat.is infringere, vel ei ausu temerario contraire.
Si quis autem hoc attentare praesumpserit, indignationem Omnipotentis Dei et Beatorum Petri et Pauli Apostolorum eius, se
noverit incursurum.
Datum Romae apud S. Petrum, anno Incarnationis Dominicae Millesimo Octingentesimo Sexagesimo Nono, Quarto Idus
octobris, Pontificatus Nostri anno vigesimo quarto.
N. Card. Pakacciani Clarelli.
M. Card. Mattei Pro-Datarius.

Loco

Jj<

plumbi.

Visa de Curia

Domimcus Bkoti
I.

GUGNONI.

(Dalla Civilt Cattolica, 45 gennaio 4870.)

473

DOCUMENTI.

Documento

XIII.

I.

De

Ecclesia Christi.

religionem in nulla pecuab ipso Chrislo fundata extantem et expressam


esse, sed a singulis seorsum, non habita ratione ad ullam societatem, qnae vera ipsius Ecclesia sit, rite observari et excoli
posse; anathema sit.
Can. II. Si quis dixerit, Ecclesiam a Christo Domino nullara certam ac immutabilem constitutionis formanti accepisse,

Canon

liari

I.

Si quis dixerit, Christi

societate

sed aeque acreliquas

hominum

societates, pr

sitate vicissitudinibuset transformationibus

subjici posse;

anathema

lemporum diver-

subiectam fuisse, aut

sit.

divinarum promissionum Eccleconspicuam, sed totam


ac invisibilem; anathema sit.
IV. Si quis dixerit, veram Ecclesiam non esse unum
in se corpus, sed ex vanis dissitisque Christiani nominis societatibus constare, per easque diffusam esse; aut varias societates
ab invicern fidei professione dissidentes atqne communione
seiunctas tanquam membra vel partes unam et universalem constituere Christi Ecclesiam; anathema sit.
Can. V. Si quis dixerit, Ecclesiam Christi non esse societatem ad aeternam salutem consequendam omnino necessariam;
aut homines per cuiusvis religione cullum salvari posse; anathema sit.
Can. VI. Si quis dixerit, intolerantiam illam, qua Ecclesia

Can.
siam non
internam
Can.

IH.

Si quis dixerit,

esse societatem externam ac

omnes religiosas sectas a sua communione separatas


proscribit et damnat, divino iure non praecipi; aut de veritate
religionis opiniones tantum, non autem certitudinem haberi posse,
ideoque omnes sectas religiosas ab Ecclesia tolerandas esse;
catholica

anathema

sit.

Can. VII. Si quis dixerit, eandem Christi Ecclesiam posse


offundi tenebris, aut infici malis, quibusa salutari (idei morumque veritate aberret, ab originali sua institutione deviet, aut

depravata et corrupta tandem desinat esse; anathema sit.


Can. Vili. Si quis dixerit, praesentem Christi Ecclesiam
non esse ultimami ac supremam consequendae salutis oecono-

miam, sed exspectandam esse aliam, per novam vel pleniorem


divini Spiritus effusionem; anathema sit.'
Can. IX. Si quis dixerit, Ecclesiae infallibilitatem ad ea
tantum restringi, quae divina revelatione continentur, nec ad
alias etiam veritates exlendi,
quae necessario requiruntur, ut
revelationis depositum integrum custodiatur; anathema sit.
Can. X. Si quis dixerit, Ecclesiam non esse societatem

474

IL CONCILIO

VATICANO.

ser collegium, aut ita in civili societate seu in statu


esse, ut saeculari dominationi subjiciatur; anathema sit.
Can. XI. Si quis dixerit, Ecclesiam institutam divinitus
esse tanquam societatem aequalium; ab episcopis vero haberi
quidem olficium et ministerium, non autem propriam regiminis

perfectam,

potestatem, quae ipsis divina ordinatione competat, quaeque ab


iisdem sit libere exercenda; anathema sit.
Can. XII. Si quis dixerit, a Christo Domino et Salvatore
nostro Ecclesiae suae collatam tantum fuisse potestatem dirigendi per Consilia et suasiones, non vero etiam iubendi per leges, ac devios contumacesque exteriori iudicio ac salubribus
poenis corcendi atque cogendi; anathema sit.
Can. XIII. Si quis dixerit, veram Christi Ecclesiam, extra
quam nemosalvusesse potest, aliam esse praeterunam, sanctam,
catholicam et apostolicam Romanam anathema sit.
Can. XIV. Si quis dixerit, Beatum Petrum Apostolum a
Christo Domino constitutum non esse Apostolorum omnium
principem et totius Ecclesiae militantis visibile caput; vel eum
tantum honoris, non autem verae propriaeque iurisdictionis
;

primatum accepisse; anathema

sit.

XV.

Si quis dixerit, non esse ex ipsius Christi Domini institutione, ut Beatus Petrus in primatu super universam
Ecclesiam habeat perpetuos successores; aut
Pontifi-

Can.

Romanum

cem non
anathema

esse iure divino Petri in

eodem primato successorem;

sit.

Can. XVI. Si quis dixerit,

Romanum

Pontificem habere

tantummodo officium inspectionis vel directionis, non autem


plenam et supremam potestatem iurisdictionis in universam Ecclesiam; aut hanc eius potestatem non esse ordinariam et immediatam in omnes ac singulas Ecclesias; anathema sit.
Can. XVII. Si quis dixerit, potestatem ecclesiasticam independentem , quam Ecclesia Catholica sibi a Christo tributam
esse docet, supremamque potestatem civilem non posse simul
ut iura utriusque salva sint; anathema sit.
Si quis dixerit, potestatem, quae ad regendam
civilem societatem necessaria est, non esse a Deo, aut eidem
ex ipsa Dei lege subieclionem non deberi; aut eam naturali ho-

consistere,

ita

Can. XVIII.

minis libertati repugnare; anathema sit.


Can. XIX. Si quis dixerit, omnia inter homines iura derivari a statu politico, aut nullam nisi ab ipso communicalam dari
auctoritatem anathema sit.
Can. XX. Si quis dixerit, in lege status politici, vel in
publica hominum opinione constitutam esse pr publicis ac socialibus actionibus supremam conscientiae normam; aut ad easdem non extendi Ecclesiae iudicia quibus ea de licito et illicito
pronuntiat; aut vi iuris civilis fieri licitum, quod iure divino
;

vel ecclesiastico est illicitum; anathema

sit.

Can. XXI. Si quis dixerit, leges Ecclesiae vim obligandi


non habere, nisi quatenus civilis potestatis sanctione firmentur:

DOCUMENTI.

475

aut eidem civili potestati' vi suae supremae auctoritatis competere, in causis religionis iudicare et decernere; anathema sit.
(Allgemeine Zeitung, 4 febbraio 4870.)

II.

Schema

della costituzione dogmatica

della Chiesa di Cristo.

PIO VESCOVO,

ec.

CON l'approvazione del sacro concilio

AD ETERNA MEMORIA.
L' apostolico ministero di Sommo Pastore , al quale Dio per
sua ineffabile provvidenza e misericordia ci ha chiamati, ci
impone urgentemente e continuamente l'obbligo di nulla trascurare onde a tutti gli uomini chiaramente sia palese la via che
conduce alla vita eterna ed alla salvezza.... Perci noi crediamo
nostro dovere di esporre gli articoli pi importanti della vera e
cattolica dottrina che si riferiscono alla natura, agli attributi e
alla potest della Chiesa, e di condannare, nei seguenti articoli
canonici, gli errori esistenti e sparsi contro la medesima.
Cap. 1. La Chiesa il Corpo misterioso di Cristo.
Cap. 2. La religione Cristiana pu essere insegnata unicamente nella Chiesa fondata da Cristo, e da essa soltanto.
Cap. 3. La Chiesa la vera, perfetta, spirituale e sopranla

naturale societ.

Noi insegniamo pertanto, e dichiariamo che nella Chiesa


sono tutte le propriet di una vera societ, e che questa societ non stata lasciata da Cristo n indeterminata n informe.
La medesima invece in se stessa tanto perfetta, che, mentre
differisce da tutte le altre societ umane, essa sommamente si
vi

eleva

al di

sopra di tutte.

(Con V annotazione 5, pag. 55, si esclude che la Chiesa sia


come una parie o un membro subordinato alla societ civile.)
Cap. 4. La Chiesa una societ visibile.
Cap. 5. Sulla unit visibile della Chiesa.
Cap. 6. La Chiesa una societ assolutamente necessaria
per conseguire la salvezza.
Cap. 7. Fuori della Chiesa, nessuno pu essere salvo.
1

Noi puLLlichiamo

articolo quale esso apparve nel giornale citato pi


Questo documento stato poscia pubblicato per esteso
in originale latino nel Friedrich, Documenta , etc, parte li, pag. 85.

sotto, tradotto dal tedesco.

l'

47G

IL CONCILIO

VATICANO.

Inoltre dogma di fede che fuori della Chiesa nessuno pu


esser salvo. Coloro per che intorno a Cristo e alla sua Chiesa
sono ravvolti in una ignoranza invincibile, non sono per questa
ignoranza da condannarsi alle pene eterne, perch di ci non
hanno colpa innanzi agli occhi di Dio, il quale vuole che tutti gli
uomini si salvino e pervengano alla cognizione della verit, e non

sua grazia a colui il quale fa quanto da lui dipende per


poter conseguire la giustificazione e la vita eterna. A questa per
nessuno perverr che lasci questa vita colpevolmente disgiunto
dall'unit della fede o dalla comunione colla Chiesa. Chi non
si trover in quest' arca, perir nel diluvio.
Perci riproviamo
e malediciamo la tanto empia quanto irragionevole dottrina
della nessuna differenza tra le religioni sostenuta dai figli
di questo secolo col togliere ogni distinzione tra verit ed
affererrore.... Parimente riproviamo l'empiet di coloro che..
mano non esser decoroso ed in modo alcuno necessario alla
rifiuta la

salvezza, di abbandonare, ancorch falsa, quella religione, nella


quale uno nato od stato educato ed ammaestralo; imperciocch
costoro vituperano la Chiesa stessa, che sostiene di essere essa
la sola vera religione e che condanna e maledice tutte le altre
religioni e stte staccatesi dalla di lei comunit, come se potesse
mai esservi alcun che di comune fra la giustizia e V ingiustizia, societ alcuna fra la luce e le tenebre o qualsivoglia attenenza tra Cristo e Belial.
Cap. 8. Dell'immutabilit della Chiesa.
Chiesa.
Perci insegniamo che l'infallibilit si rende per se
stessa intelligibile, quando si consideri come il deposito della fede
e come l'uffizio di conservazione che la stessa richiede; e che
perci la prerogativa dell'infallibilit, posseduta dalla Chiesa di
Criso, abbraccia tanto l' intiera parola rivelata di Dio, quanto
tutto ci che di sua natura non pu essere oggetto di rivelazione.... senza di che essa non pu essere serbala inviolata,
e proposta e spiegata in modo certo e definitivo per esser
creduta, n validamente protetta e difesa contro gli errori degli
uomini e le obbiezioni della falsa scienza. La infallibilit
per.... propria alla cattedra che Cristo ha instituita nella
sua Chiesa per tutti i tempi, allorquando disse agli Apostoli:
Andate dunque ed insegnate ec. e, Vedete, io sono con voi ec.
e con coloro, a cui Cristo
promise lo spinto della sua verit

Cap.

9. Dell'infallibilit della

che resta presso di loro ec.


Cap. 10. Della potesi della Chiesa.

Di questa altra potest giurisdizionale insegniamo che


essa non soltanto del fro interno e sacramentale, ma ben
anche del fro esterno e pubblico, illimitata e in tulio completa,
e particolarmente legislativa, giudiziaria e penale.
Di questa potest sono per investiti i pastori e maestri dati da Cristo, i
quali la esercitano liberamente ed indipendentemente da qualunque dominazione secolare: ed cosi

DOCUMENTI.

477

che essi governano con pienezza di poteri la Chiesa di Dio, sia


mediante leggi necessarie che obbligano anche la coscienza, sia
mediante editti giudiziarii e pene salutari, quantunque non volontariamente accettate, non solo le cose che riguardano la fede
ed
costumi, il culto e la santificazione, ma benanche quelle
che si riferiscono alla esterna disciplina e alla amministrazione
ecclesiastica. E perci la Chiesa di Cristo deve essere considerata
come una societ perfetta. Questa vera Chiesa di Cristo beatificante; non ve n' altra all' infuori dell'Unica Santa Cattolica
i

Apostolica Romana.
Cap. 11. Del Primato del Vescovo di Roma.
L'Eterno Pastore e Vescovo dell'anime nostre, il quale
prima d'essere glorificato preg il Padre che tutti coloro che
credessero in lui fossero tutti come il Padre ed il Figliuolo sono,
per la perpetua conservazione dell'unit tanto della fede catto-

quanto della cattolica comunione, stabil nell'apostolo San


Pietro il continuo reggimento ed il fondamento visibile della
unit di entrambe col promettere e conferire, secondo la testimonianza del Vangelo, immediatamente e direttamente all'apostolo Pietro il primato della giurisdizione su tutta la Chiesa.
Imperocch al solo Pietro disse Cristo figlio di Dio vivente: Tu
sei Pietro ec. e a te ec. Ed al solo Simon Pietro affid Ges
dopo la sua risurrezione il supremo ufficio di Pastore e di Giudice, vale a dire l'intiero suo gregge, quando gli disse: Palica,

sci ec.

Perci noi condanniamo e rigettiamo le opinioni di coquali contrariamente a questa manifesta dottrina delle Sacre Scritture, che dalla Chiesa Cattolica venne costantemente cosi
interpretata, respingendo la forma del regime istituito da Cristo
nella sua Chiesa, negano che il solo Pietro sia stato rivestito
del vero e proprio primato di giurisdizione a preferenza degli
altri Apostoli, sia di alcuni di essi come di tutti insieme; o di
coloro che sostengono che il detto Primato non sia stato immediatamente e direttamente conferito a San Pietro, ma alla
Chiesa, e da questa trasferito a lui come a suo Ministro.
Ma ci che il primo dei Pastori ed il sommo Pastore delle
pecorelle Ges Cristo stabil in San Pietro per l'eterna salute ed
loro,

il bene
perenne della Chiesa, deve per virt dello stesso Autore
continuamente durare nella Chiesa che edificata sulla pietra durer sino alla consumazione dei secoli.

Ci resta dunque stabilito come verit inconcussa (ovvero:


dunque (sottinteso alla Chiesa) il diritto di disporre
sulla verit) (Manet ergo dispositio vcritutis), e San Pietro non
abbandon l'assunta direzione della Chiesa. Imperocch nei
noi successori vive il Vescovo della Santa Sede Romana, che
egli stesso da prima avea fondata e consacrata col suo sangue,
il
quale presiede ed esercita V ufficio di giudice, cosicch
colui che in quella cattedra succede a Pietro, per instituzione di Cristo ottiene il primato di Pietro sull'intera Chiesa.
Spetta

478

IL CONCILIO VATICANO.

Rinnovando dunque ed osservando in tutto tanto i decreti dei


Nostri predecessori, Vescovi Romani, quanto le dotte e non
ambigue definizioni dei precedenti Concilii, insegniamo e dichiariamo che tutti i fedeli Cristiani sono obbligati a credere
che questa Santa Sede Apostolica e il Romano Pontefice hanno
il
primato su tutto l'orbe terrestre; che lo slesso Romano Pontefice il successore di San Pietro principe degli Apostoli, e
il vero Vicario
di Cristo, il Capo dell'intera Chiesa, il Padre,
il

Maestro e

lui

il
Giudice supremo di tutti i Cristiani; che inoltre
nella persona di San Pietro stata da Nostro Signore
Ges Cristo trasmessa la potest di pascere, di guidare e di
governare l'intera Chiesa; e che questa sua potest giurisdizionale regolare ed immediata, alla quale i pastori ed i fedeli delle singole Chiese devono assoggettarsi
tanto indivi-

dualmente quanto insieme, con la subordinazione gerarchica


e con la vera ubbidienza, affinch la Chiesa di Cristo custodita
dal

Romano

Pontefice nella sua unit tanto di comunit,


professione di fede.... sia un gregge solo, sotto di
un solo pastore. Questa la dottrina della verit cattolica,
dalla quale nessuno pu scostarsi senza porre in pericolo la sua
fede e la sua salvezza. Perci condanniamo e riproviamo gli
insegnamenti di coloro, i quali, distaccandosi dalla fede e dando
ascolto agli spiriti dell'errore, negano che il primato della potest sia siato da Cristo istituito nella persona di San Pietro in
modo tale, che questo primato della potest debba senza interruzione durare nei suoi successori; o di coloro che affermano

quanto

che

la

di

Romani Pontefici non sia regolare ed


sulle Chiese affidate a speciali pastori, prese nel loro
o prese separatamente; o anche di coloro che sostengono

giurisdizione dei

immediata

insieme
che sia lecito di appellarsi contro le decisioni dei Romani Pontefici ad un
prossimo Concilio, come ad una autorit superiore ai

Romani

Pontefici.

Ma da

questo supremo potere giurisdizionale, tanto sulla


Chiesa unita, quanto su tutti e su ciascun pastore e credente della
Chiesa, ne segue che il Romano Pontefice ha nell'esercizio di
questo ministero il necessario diritto di comunicare liberamente
coi pastori e greggi dell'intiera Chiesa, affinch questi
possano
essere da lui istruiti e guidati sulla via della salute. Perci Noi
condanniamo e riproviamo i perniciosi insegnamenti di coloro, i
quali affermano che questa comunione del supremo Capo coi
pastori ed i greggi debba essere impedita, o dichiarata nociva
al potere secolare, cosicch essi sostengono che ci che viene
ordinato dalla Sede Apostolica o in norne suo pel governo della
Chiesa, non abbia forza n validit se non vien confermato dal
beneplacito del potere secolare.

Cap. 12. Del temporale dominio dell'attuale Papato (Sancfae


Sedi*).

Ma

affinch

niente esercitare

il

il

Romano Pontefice potesse in modo convePrimato trasmessogli da Dio, aveva bisogno

479

DOCUMENTI.

di quelle guarentigie che corrispondessero alle condizioni e alle


esigenze dei tempi.
Accadde perci che per speciale consiglio della divina
Provvidenza fra la grande moltitudine e diversit di Principi secolari

anche

affinch

la

Chiesa

Romana

Papa Romano,

il

il

possedesse un temporale dominio,


supremo Pastore dell'intera Chiesa,

non sottoposto a Principe alcuno, potesse con piena

libert per
orbe terrestre pascere e governare l' intero gregge del Signore, ed esercitare pi facilmente il supremo potere e l'autorit ricevuta dallo stesso Nostro Signore Ges Cristo, e cos di
giorno in giorno maggiormente accrescere la divina religione e
con pi efficacia eseguire quello che, secondo le circostanze ed

tutto

il

1'

egli giudicasse di maggiore


Siccome per persone empie,

tempo,

utilit allo Stato cristiano.


le

quali

mirano

a rove-

tembene

diritto sulla terra, tentano di abbattere questo


porale dominio della Santa Romana Chiesa, istituito pel
e l'utilit del Cristianesimo, e dalla Chiesa legittimamente

sciare ogni

posdurante tanti secoli; cos noi


rigettiamo e condanniamo, coll'approvazione del Sacro Concilio e
rinnovando le condanne e decreti di questa Sede Apostolica e dei
precedenti Concilii, tanto l'eretica dottrina di coloro che affermano
repugnare al diritto divino l'unione del potere spirituale col temseduto con

porale nei

tutti

Romani

titoli

di

Pontefici,

diritto

quanto

la

perversa dottrina di coloro,

quali pretendono che non spetti alla Chiesa di stabilire pel bene
dell'intiera Cristianit alcunch di obbligatorio in ordine al
detto poter temporale, e che perci sia in facolt dei Cattolici
di dissentire dalle decisioni da lei prese in proposito e di avere
intorno ad esse differente opinione.
Cap. 13. Sulla concordia tra la Chiesa e lo Slato civile.
Dovendosi dunque ammettere che delle due societ
Iddio sia l'Autore, secondo il modo diverso che il loro diverso
ordinamento e fine richiede; cos ne viene per naturai consei

guenza che

tra la Chiesa e la societ civile

(lo

Stato), ovvero

poteri, da' quali ambedue sono governate, non pu veramente esservi lotta alcuna o ostilit.
La Chiesa anzi conferisce allo Stato la maggiore solidit,
e lo difende e veglia alla sua sicurezza. Imperocch quella giustizia che santifica gli uomini, forma ancora, mediante la virt

tra

cristiana e la piet,

come

buoni cittadini; e se

medesimi sono

tali

prescrive la Dottrina Cristiana, non v'ha dubbio


che il benessere dello Stato pienamente assicurato. Inoltre,
mentre il potere terrestre per fare osservare le sue leggi si
fonda siili' interesse mondano e sul timore delle pene, la vera
religione, di cui maestra e custode la Chiesa Cattolica, rafforza
1* autorit
dei Regnanti con una dottrina efficace e con le leggi
divine. Poich la Chiesa Cattolica insegna, fondandosi sull'autoglielo

che gli uomini devono assoggettarsi


autorit, non unicamente spinti dal timore, ma
dovere di coscienza.

rit divina,

alle

legittime

benanche per

480

IL

Ma

CONCILIO VATICANO.

la Chiesa ammonisce i sudditi, e loro


Sovrani, secondo comandamenti dati da
Dio, d'altra parte non spetta meno ai Sovrani il dovere di far
capire e comprendere ai popoli che l'Altissimo non ha dato a
coloro che governano la terra, la forza e il potere per soddisfare alla cupidigia di dominio, ma ad ufficio di tutela, affinch
essi, come ministri del suo Regno, rettamente giudicassero ed
adempissero la legge della divina giustizia; imperocch Egli ha
creato il piccolo ed il grande, e ad entrambi consacra eguali

impone

se da

di

una parte

ubbidire

ai

cure.

La Chiesa

Cattolica pertanto, insegnando e prescrivendo


divina religione i doveri, difende tanto i diritti
dei Re e dei popoli, quanto quelli di tutti gli individui in particolare, e cos d alle leggi umane una base pi santa, promuovendo l'ubbidienza dei fedeli. Se dunque questo Stato di Dio
tanto contribuisce alla sicurezza ed alla felicit dello Stato terrestre, da ci ognuno comprender facilmente che con tanta sapienza e bont Iddio, Creatore della natura, Distributore della
grazia, ed Autore di ambo gli Stati, non ha in condizioni ostili
costituito il potere del Principato e del Sacerdozio, ma li ha invece uniti con vincoli di pace. Questa unione dei due Stati per,
dalla quale risulta tanto bene allo Stato civile, non abbandonata al libero piacimento degli uomini, ma prescrilta da legge
divina. Imperocch, non essendo soltanto gli individui come
privati, ma tutti anche nella vita pubblica e lo Stato slesso tenuti
alla vera religione verso Iddio, e dalle leggi della religione obcui cittadini sono al tempo
bligati; cos lo Stato medesimo,
stesso credenti, legato da grandi doveri ed obblighi alla Chiesa
di Dio, la quale custodisce e protegge, in forza di mandato didiritti.
vino, la dottrina della vera religione e le leggi ed
Laonde nessuno deve arrogarsi di dire che l'autorit ed
i
diritti della Chiesa non possono accordarsi con l'autorit ed i
e che pel bene della societ sia nediritti del potere laico
cessaria la separazione dello Slato dalla Chiesa, cosicch il Governo secolare non abbia il diritto e il dovere di punire, pi di
quello che la pubblica tranquillit lo consenta con pene sancite,
coloro
quali offendono la religione cattolica; ovvero che la societ umana si debba regolare e governare senza avere alcun
riguardo alla religione; o finalmente che non si debba fare differenza alcuna tra la vera e le false religioni.
Ogni qualvolta sono sorti, o fossero per sorgere, dei dissidii tra il Sacerdozio e la Potest civile, a nessuno lecito di
asserire che essi derivano dall'indole e dalla natura della Potedue poteri, e la concordia
st ecclesiastica. La vera pace tra
che la Chiesa desidera sempre, e con umili preghiere implora da
Dio, non possono essere in alcun modo mantenute qualora siano
tolte o premeditatamente manomesse le libert di Ges Cristo,
all'esercizio ed integrit delle quali la Chiesa non soltanto pu,
ma deve provvedere, imperocch ad esse si collegano i doveri

mediante

la

481

DOCUMENTI.
che

alla

medesima sono imposti dal suo divino Fondatore per

la

salute delle anime.


Simili iniquissime guerre contro la propria Chiesa non verrebbero mai intraprese da coloro che vogliono essere veri figli
della stessa, se negli animi tanto dei Regnanti quanto dei popoli

sempre tenuta nel debito onore la verit, con energiche parole inculcata dal Signor Nostro; che l'acquisto fosse anche di
tutto il mondo non giova agli uomini, e che al di sopra di
fosse

quella felicit umana che il potere mondano pu procurare sia


l'acquisto dell'eterna beatitudine, bene pi elevato e unicamente necessario, ed al quale gli uomini devono essere dalla
Chiesa guidati; e che perci la semplice ragione insegna che
negli scopi finali dei due poteri la Chiesa di Ges Cristo di
tanto sovrasta lo Stato civile, di quanto i comodi ed i beni di
questa vila sono inferiori alla salute delle anime, riscattate non
gi coli' oro e coli' argento, ma col prezioso sangue di Ges, ed
alla felicit della vita eterna.
Ora, quantunque la civile societ per se stessa e pi direttamente miri a procurare il benessere temporale della sua

comunit che non la soprannaturale felicit, pur non di meno


Cristiani non devono unicamente industriarsi di ottener quello;
ma da essi si deve pretendere che preferiscano alla loro felicit

temporale quella eterna, e che tanto negli affari pubblici quanto


in quelli privati non guardino al fine secondario in modo da
perdere di vista l'ultimo ed inevitabile, affinch essi, quando
al dominio temporale paresse utile ci che contrario ai beni
supremi della Chiesa e dell'eterna salvezza, non considerino
ci per un vero bene, e cerchino invece di sinceramente uniformarsi al detto di Gregorio Magno, che si deve subordinare il

regno terrestre a quello celeste.


Cap. 14. Del diritto e dell'uso della potest civile, secondo
la dottrina della Chiesa Cattolica.
Controia dottrina e l'autorit della Chiesa Cattolica ed i
di lei ben fondati diritti sulla societ umana, ai giorni nostri si
fecero innanzi dei falsi maestri,
quali, nemici non solamente
i

ma di
supremazia in modo

l'umano consorzio, sprezzano ogni


che sostengono di non essere soggetti a nessun' altra legge, eecetto quella che essi hanno spontaneamente
accettata; che dichiarano ogni potere superiore, che non dipenda
da loro, una ingiusta violenza die essi possono respingere e di-

della Chiesa,

tutto

struggere a loro volont; che affermano altres, contro l'aperto


comando di D:o, che tutti gli uomini per legge di natura
abbiano diritti talmente eguali che si debba dichiarare ingiusto,
ed abolire tanto il diritto di propriet privata, quanto qualsiasi
altro privilegio dell'uno sopra gli altri.
Altri poi si sono figurati nell'animo loro una falsa specie
e forma di societ umana, un ordinamento politico ch'essi chiamano costituzionale e che dichiarano essere la sorgente di ogni
autorit e diritto fra gli uomini, cosicch da questo ordinamento
31

482

IL CONCILIO VATICANO.

politico e dalle sue leggi unicamente e solamente deriva tanto il


diritto di propriet privata, quanto per la domestica societ o
famiglia, ogni base d'esistenza, e che dal medesimo emanino e

dipendano tutti i diritti dei genitori sui loro figli, e che questa sorgente scaturisca dalla legge dello Stato o dalla maggioranza di voti dei cittadini e dalla cosiddetta opinione pubblica,
la quale costituisce la norma suprema della coscienza e dei doveri in tutte le azioni pubbliche e sociali, tanto dei Sovrani quanto
dei loro sudditi.
Molti ancora vanno tanto oltre, che attribuiscono forza di
diritto agli eventi fortunati e si arbitrano a dire che, se qualche

cosa stando alle leggi morali fosse ingiusto, ma venisse coronato


da un esito felice, per questa circostanza acquista in affari di
Stato e negozii politici il carattere e valore di giustizia, come
se fosse realmente una legge morale per tutti gli atti sociali e
politici, senza che per lo fosse in ugual modo per le azioni
private.

Ma queste finzioni dell' umana superbia non portano ad alche a strappare dal cuore dei .figli degli uomini l'immutabile santit e giustizia dell'eterno Dio, ad estinguere nelle loro
menti il senso del giusto e dell'ingiusto, e a far appestare la
terra dai suoi abitanti che sotto le apparenze della legge scontro

volgono il diritto e distruggono l'eterna alleanza.


Contro simili errori, che hanno incominciato a serpeggiare
anche fra
popoli cattolici, abbiamo deciso di richiamare alla
i

memoria

di tutti la dottrina cattolica, affinch essa venga custodita pura ed inviolata. Noi insegniamo quindi ci che la Chiesa

per tradizione dell'Apostolo ha sempre insegnato, che ogni legittima podest, per conseguenza anche quella civile, ha per
suo autore Iddio. Ogni essere vivente, scrive l'Apostolo, e
secondo l'Apostolo un precetto, il quale tiene in tal modo
nelle sue mani il potere, servo di Dio che rimunera le buone
opere col bene e le azioni cattive colla pena, e cosi, in forza
del suo diritto, esige ubbidienza dai suoi dipendenti.
Nessuno dunque ardisca insegnare che sia lecito l' opporsi
colla forza a quel legittimo potere, ovvero con abominevole
audacia l'abbatterlo mediante ribellioni e congiure: chi si oppone
a qualunque potest, si oppone agli ordini di Dio; e coloro

che cos
zione.

si

oppongono,

si

preparano da se

stessi la loro perdi-

Quindi in senso di pace insegniamo che i Governanti nel


uso del loro potere devono seguire la norma medesima della
legge divina. Poich la legge morale manifestata sia dal lume

far

della ragione, sia da soprannaturale rivelazione {reve.lationem,


non gi rebellaiionem, come per errore di scrittura si legge nel
testo latino), stata data cos per le persone private e le loro
azioni, come non meno per coloro che reggono il governo e amministrano i pubblici ulficii, sia per i loro alti sociali, sia por
quelli politici.

DOCUMENTI.

483

La norma per operare non sta quindi nell'utile, o nell'opinione e nella volont della moltitudine, quando essa spinge
a ci che proibito o contrario alla legge divina; ma invece
la regola morale, necessaria nell'adempimento dei doveri del
loro ufficio s per i sudditi, come per i Regnanti, si trova nella
legge di Dio che comanda e proibisce, e secondo la quale tutti
nel giudizio finale reggeranno o cadranno dinanzi al comune
Signore.
norma d'operare, per quanto
11 giudicare per di questa
riguarda l'onest dei costumi, per ci che lecito, e per ci
che illecito, spetta, e per la societ civile e per i pubblici
affari, alla cattedra della Chiesa.
E in verit la Chiesa fondata da Dio , tanto per sudditi,
quanto per i Regnanti, la guida e maestra sulla via dell'eterna
salute. E non men vero anche per i Regnanti, che coloro che
non hanno la Chiesa per madre, non hanno neppure Iddio per
padre. Affinch dunque essi possano avere il Re dei Re per
loro padre propizio, devono con le azioni e le opere poter dimostrare di aver la Chiesa per madre; e non darsi a credere
che a loro sia permesso in affari privati o pubblici per ragioni
politiche di poter violare le leggi ed i diritti di Dio e della
Santa Madre Chiesa.
Cap. 45. Di alcuni speciali diritti della Chiesa in relazione
allo Stato civile.
i

Fra

diritti, merc le quali si


popoli in errore ed alla corruzione dei cristiani costumi, la pi perniciosa certamente
quell'asserzione posta innanzi da uomini ingannatori, che le
scuole cio debbano sottostare unicamente alla direzione e all'arbitrio della potest laica, in modo tale che siano completamente impedite alla Chiesa l'istruzione religiosa e l' educazione
della giovent cristiana. Anzi si va tanto oltre, che si vuole assolutamente esclusa dal pubblico insegnamento la Religione Cattolica, e che si chiedono dappertutto scuole che non professino
religione alcuna e siano unicamente destinate alle scienze. Tutti
devono riconoscere che, contro questa corruzione delle sane
dottrine e dei costumi, la Chiesa, per il fine stesso, per cui
venne fondata da Cristo Nostro Salvatore, che stato quello di
guidare gli uomini colla fede salutare e colla disciplina, insegnando e governando, alla vita eterna, ha il diritto e l'obbligo
di invigilare essa stessa, affinch la giovent cattolica sia prima
d'ogni altra cosa rettamente istruita nella vera fede e nei buoni
costumi. A questa iniquit si aggiunge un'altra usurpazione. Si
vuole sottrarre persino l'educazione ed istruzione del Clero nelle
scienze ecclesiastiche, tanto nei pubblici Istituti, quanto anche
nei Seminarli, alla efficace direzione e vigilanza della Chiesa

mira

all'

le

et

violazioni dei pi
nostra di trarre

santi

assoggentandolo al potere laico, contro il diritto della Chiesa


che deve aver cura, affinch suoi servi sieno educati nelle sane
i

dottrine cattoliche e

menino santa

vita ecclesiastica.

Che anzi

4S4

IL CONCILIO VATICANO.

non

neppure avuto ritegno di strappare colla forza alla


loro santa vocazione coloro che si dedicano al servizio del Signore e di sottoporli alla sommamente ingiusta legge dell'obbligo
si

mondano

della milizia. Perci dichiariamo ed

insegniamo che

predelti diritti ed ufficii spettano alla Chiesa e furono col suo magistero d' istruzione istituiti da Dio e sono strettamente congiunti colla costituzione e fine della stessa, e che perci non
possono esser aboliti con leggi, umane.

Un'altra grave ingiuria viene recata alla Chiesa da coi


quali con iniquo rancore perseguitano l'esercizio della
perfezione evangelica negli Ordini e Stabilimenti religiosi dalla
Chiesa approvati, ed osano affermare che la vocazione monastica ripugni ai diritti naturali ed alla libert umana, e sia da
bandire dagli Stati e domimi moderni, essendo essa contraria
al progresso ed alla felicit dei
popoli; questa soppressione dovrebbe farsi tanto pi che perfino fra i legislatori vi sono uomini
che si dichiarano cattolici, e che non si vergognano di conculcare sotto questo riguardo il diritto della Chiesa, opponendosi
ad esso quanto possono con leggi ingiuste.
(Srguz una difesa deyli Ordini religiosi.)
Ora essendo questi diritti della Chiesa e dei fedeli, come
loro,

gli obblighi provenienti dai voti fatti, fondati sulle soprannaturali leggi di Dio e sui suoi precetti, stantech Cristo, l'Eterna
Sapienza, indic e tracci nella Sua Santa Chiesa la via del-

pure

l'evangelica perfezione, essi non possono con leggi politiche essere u cambiati n soppressi.
E perci condanniamo tanto la dottrina che dichiara la
vocazione monastica illecita e nociva al vero benessere dei popoli e chiede perci che sia limitata, quanto gli empi sforzi degli
uomini che invadono i suaccennati diritti della Chiesa e dei
credenti, e recano con ci a Dio stesso ed alla Santa Religione
Cattolica grave danno.

Dobbiamo quindi nuovamente condannare una


ingiustizia,

che crudelmente e ogni giorno pi

sacrilega

infierisce contro

Madre Chiesa, e proscrivere le perniciose illusioni, con le quali


uomini ingannatori cercano di ricoprirla.
Si dice che il diritto di acquistare e possedere beni temporali dipenda in tulli
tempi dall'arbitrio dello Stato politico
e dalla di lui libera concessione, in modo che la Potest politica
la

io forza della sua

suprema autorit possa abolire questo diritto


aggiudirare i beni,i quali per titolo di propriet
legale sono in possesso della Chiesa, quasich fossero senza padroni. Si afferma inoltre che il diritto di disporre e distribuire
i beni ecclesiastici
beni che appartengono all' insia, come per
tera nazione, un diritto naturale del supremo potere politico delle
e con leggi

farsi

nazioni.
In questo

modo s'impugnano con

riprovevoli dottrine

pi certi diritti della Chiesa, che derivano dalla costituzione


datale da Dio.

DOCUMENTI.

485

Ora, mentre la Chiesa una comunit perfetta, per diritto divino costituita, e soprannaturale, es-a anche una societ visibile di uomini che per la loro salute esiste sulla terra,
e perci ad essa occorrono pure cose visibili ed esterne, fra le

beni temporali.
quali anche
Ed per questa sua missione che la Chiesa visibile ha per
sua natura, e conforme alla divina sua istituzione, i suoi proprii ministri, che essa sceglie fra gli uomini e che a loro destina,
quali non dipendono dal potere secolare, ma invece,
indipendenti dal medesimo, esercitano i loro santi ministeri; e
i

perci la Chiesa per proprio diritto provvede a loro, ed dovere e diritto di questa slessa Chiesa di aver cura tanto del decoro del sprvizio divino, quanto delle molteplici necessit dei
poveri Cristiani e delle altre opere di carit cristiana e di piet
che essa giulica opportune.
E veramente il diritto di acquistare e possedere che spetta
-alle societ del tutto umane,
non manca alla Chiesa, anzi le
proprio come a societ da Dio stabilita per pi alti fini, non
soggetta a dominio mondano, e lo anche in grado pi santo e

pi elevato, perch i beni in questo modo vengono destinati al


misterioso Corpo di Cristo e perci a Cristo stesso in particolare.
Ecco perch noi insegniamo che la Chiesa una societ
visibile,

istituita

da Dio

fra gli

uomini, che ha

il

diritto

di

acquistare e possedere beni temporali, e che non pu essere


spogliata di questo diritto da nessuna potenza mondana; ed
perci che condanniamo gli anzidetti errori e dichiariamo che le
leggi, in forza delle quali lo Stato politico, come per un supremo
diritto a lui inerente, s*
impossessa dei beni ecclesiastici, sono ingiuste spogliazioni.
(Estratto dalla Stdeultehe Presse
del \% febbraio 1870.)

Documento XIV.
Apparisce da questo prospetto, e consta dalle relazioni unadi quanti hanno
Protestanti vi
percorsa la Svizzera, che
Cattolici. Se cercassimo di
godono di maggior prosperit che
ascrivere un tal fatto alla differenza del territorio, mostreremmo
ignorare che pi Cantoni cattolici (per esempio, Lucerna, Friburgo, Soler, Ticino) hanno snolo pi fertile di quello dei Protestanti di Ginevra, Neuchatel, ec, che dove
Cattolici si trovano
misti ai Informali su terreno di egual indole, ivi sono questi non
poco superiori a quelli in benessere, e ci si tocca con mano
nei Cantoni di Glarona, Friburgo, Appenzello, Grigioni, San Gallo, ec. Adunque molti dei Protestanti vanno dicendo esser la renimi

4S6

IL CONCILIO

VATICANO.

ligione riformata migliore della cattolica, ma essi la discorrono


alla peggio, perch in ci l'essenza della religione non ha
parte;
ma dicesi dunque, perch sonosi Cattolici lasciali sorpassare
in prosperit dai Riformati? Chi adduce una causa, e chi un'ali

tra.

prudenti sono d'avviso concorrere insieme parecchie ra-

gionile.
(Statistica della Svizzera di Stefano Franscini, ticinese.

Lugano, 1827.)

Documento XV.
I Cattolici di

Coblenza a Monsignor Vescovo di Treveri.

Venerandissimo Signore,
Noi sottoscritti, fedeli della diocesi di Treveri, ci indirizziamo a Vostra Eccellenza come nostro pastore spirituale e nostro
Vescovo, in un affare importantissimo, serio, concernente da
vicino la nostra Santa Chiesa, e perci gli intere.>si
pi consii

derevoli della nostra esistenza, e la nostra coscienza ci obbliga


di fare una dichiarazione rispettosa, pubblica e sincera dinanzi
a voi e dinanzi tutta la Chiesa.

Venerandissimo Signore,
Nella vostra lettera Pastorale di quest' anno, lettera che concerne il digiuno, nella quale voi indicavate ai fedeli la significazione del prossimo Concilio generale, dicevate che certamente
in un Concilio generale ai soli Vescovi spettava un suffragio decisivo , essendo essi i successori degli Apostoli, ma che ciononostante si sarebbero ascoltate e prese in considerazione, l'esperienza e la prudenza non solo dei Vescovi, ma eziandio di tutti
i membri della Chiesa e che non
solamente i preti, ma
laici
pure potrebbero essere chiamati ad esercitare un'influenza sulle
decisioni del Concilio, anche in quistioni importanti. Infatti vei

diamo, come voi

dite, sin

d'ora un certo numero

di

fedeli, gli

organi dei quali pi importanti non sono Vescovi, ma religiosi


regolari o laici, che si sforza col maggior zelo di dare all'azione
del futuro Concilio, per cos dire, una direzione determinata.
Noi li vediamo confondere i loro voti e le loro opinioni di predilezione colle credenze ed i bisogni della Chiesa, e chiamare Cattolici * liberali in opposizione ai Cattolici veri tutti coloro
che si sentono incapaci di riconoscere loro insegnamenti come
dogmi, o di considerare i loro tentativi come beneficii.
Questi fedeli hanno al centro della Chiesa, nel!' istessa Roi

ma, un organo, la Civilt Cattolica, nel quale recentemente


pubblicarono, sotto forma d'una corrispondenza venuta di
Francia, le proposizioni seguenti, le quali sono state riprodotte

DOCUMENTI.

487

un giornale

del pari in

essenzialmente
riormente.

di religiosi tedeschi, senza essere state


modificate da altre dichiarazioni fatte poste-

Cattolici liberali temono che il prossimo Concilio prodottrina del Sillabo e l' infallibilit dogmatica del Papa;
inoltre sperano che il Concilio modificher alcune proposizioni
del Sillabo o che le commenti in un senso a loro favorevole.
Nello stesso modo si lusingano colla speranza che il Concilio

clami

la

non
non

si

occuper punto

dell'infallibilit del

Papa od almeno che

la

proclamer....
Ria
veri Cattolici, cio a dire la gran maggioranza dei
fedeli, nutrono una ben diversa speranza.
Quasi in
ogni luogo si trova sparsa la convinzione che il
futuro Concilio sar breve, come, per esempio, quello di Calcedonia: perch nelle circostanze presenti si sente la difficolt di
mantenerlo riunito per lungo tempo; e, prima di tutto, si attendono Vescovi che si mostrino uniti nelle questioni principali,
affinch la minoranza non possa fare una lunga opposizione,
i

malgrado

la

sua eloquenza.

come abbiamo gi detto, che il ConEcumenico proclamer le dottrine del Sillabo.


I Cattolici accoglieranno con giubilo il Proclama dell'infallibilit dogmatica del Papa.... Naturalmente il Papa non prender l'iniziativa in tale questione, che sembrerebbe riguardarlo

Cattolici sperano,

cilio

personalmente; sar silenzioso e riserbato.

Ma

si

spera che l'una-

nime manifestazione dello Spirito Santo per la bocca de' Padri


del Concilio Ecumenico stabilir il dogma dell'infallibilit del
Papa per acdamazinne.
Infine, vi in Francia un
gran numero di Cattolici, che
esprimono il voto che il futuro Concilio coroni i numerosi
omaggi che la Chiesa rende alla Vergine Immacolata col dogma
del glorioso ricevimento di Maria al cielo.

Venerabilissimo Signore,

Se queste espressioni fossero quelle d'un giornale cattolico


qualunque, isolato, non incoraggiato dal favore d' un'Autorit
ecclesiastica, noi non ci saremmo creduti obbligati di uscire dal
nostro riserbo. Ma noto che questi fedeli si promettono di
veder inclinare dalla loro parte le Autorit ecclesiastiche, e la
Santa Sede sessa.
E sembra che un Ordine considerabile, con tutta la potenza
d'una organizzazione centralizzata, si spinga verso lo stesso
scopo. Perci si intende facilmente come un movimento tanfo
coordinato, tanto energico, e che pretende godere in tal modo
dell'approvazione universale, avrebbe potuto essere una sorgente d'errori considerevoli sulle disposizioni reali de' Cattolici,
se non incontrava su alcun punto un' opposizione pubblica: anzi
quegli errori sarebbero due volte deplorevoli nelle circostanze
attuali. In tale sialo di cose noi non dobbiamo e non possiamo

488

IL CONCILIO

VATICANO.

conservare pi a lungo il silenzio, noi che ci studiamo d'essere


non meno che quelli, figli della Chiesa, fedeli, credenti e zelanti pel benedetta nostra madre comune. Noi dobbiamo
dunque
alzare la voce, e fare altameute, innanzi a voi, nostro Vescovo,
la dichiarazione seguente:
I progetti, le speranze ed i desiderii de' sedicenti Cattolici
veraci non sono
nostri; noi invece ce ne teniamo in guardia
nella maniera la pi risoluta. Il significato del prossimo Concilio, spiegato dal Sanlo Padre nella Bolla di convocazione, ci
ispir altri pensieri, che noi domandiamo il permesso di esporre
i

brevemente a Vostra Eccellenza.


Se esaminiamo le circostanze, nelle quali il Concilio generale sta per riunirsi, noi non vediamo manifestarsi, in nessun
luogo in questi ultimi tempi, una eretica scissione, riguardante
articoli di fede, come quelle che sono state la causa degli antichi Concilii,
quali hanno formulato gli insegnamenti della
Chiesa. L'incredulit che ci circonda, si appoggia su opinioni
filosofiche, la cui falsit slata da molto tempo messa in luce
dalle grandi verit cristiane. Ed in quanto a' nostri fratelli cristiani e divisi, V unione fra essi e noi, non sarebbe abbastanza
agevolala coli' aumentare con alcuni articoli di fede nuovamente
formolati , la somma di quelli che servono gi a separarci.
i

Venerabilissimo Signore,
nostra epoca ha veramente bisogni particolari, ma non
nel senso che abbiam detto; bisogni che noi altresi sentiamo vivamente, ed a' quali la Chiesa, che destinata ad essere tutto

La

tutti, pu soddisfare, trovandone i mezzi, nella sorgente


inesauribile della sua forza divina. La sua liberazione dal potere
dello Stato, la restituzione della sua libert d'azione, e lo ri-

per

stabilimento simultaneo dell'armonia fra queste due organizzazioni differenti, nelle quali, secondo la volont di Dio, la vita
dell'umanit deve svilupparsi, il regolare organamento della

partecipazione de' fedeli agli interessi della Chiesa, il mezzo di


ricondurre alla Chiesa
nostri fratelli divisi, di vincere il male
sociale, di stabilire la vera attitudine del Clero e di ogni cristiano
riguardo alla diffusione dell'istruzione e della scienza; tali sono
i
problemi che comprendono la vita della Chieda nel suo pi
largo senso, ed ai quali il nostro tempo consacra tutti gli sforzi
della sua opera spirituale. Ed per la soluzione di tali problemi
che desidera ardentemente l'appoggio ed il soccorso del futuro
Concilio, diretto dallo Spirito Santo ed illuminato dai Padri di
tutta la Chiesa.
Non ci dissimuliamo che l'esame particolareggiato^ la soluzione delle minime difficolt, provenienti da que' bisogni numerosi, e che prendono radice nella vita si molteplice della
Chiesa, sarebbero impossibili per un Concilio generale. L'organismo slesso della Chiesa dovr creare nelle sue diverse parti
leforme le pi capaci a vincere il male, ed a lasciare il loro lii

DOCUMENTI.

489

sviluppo all'azione delle forze salatati; E perci prima ed


innanzi tulio una cosa noi accetteremmo con sicura guarentigia
assicurata da uno sviluppo ricolmo di benedizioni* cio che il
Concilio donasse nuova vita al grande organismo della Chiesa,
Sinodi nazionali, provinciali
ristabilendo in un modo generale
e diocesani , di cui si son potuti provare gli effetti durante alcuni

bere-

secoli.
Siffatti Sinodi, tutte volte che le loro decisioni erano prese
in Consigli veracemente liberi e dotti e si riferivano alle esigenze della vita reale , sono stati una sorgente di bene per la

Chiesa.

Al contrario, la loro mancanza stala quasi ovunque un


principio od un sinlomo d'inaridimento e deperimento. Per tal

motivo,

la

loro istituzione

non solo nella forma, ma ancora nello

spirito e nella reall, ci permetterebbe disperare il compimento


de' nostri voti concernenti gli interessi della Chiesa nella nostra
fenomeni tristi e gravi della nopatria. Questi voti, malgrado
stra epoca, noi oseremmo raccomandarli istantemente e con fidui

cia a Vostra Eccellenza. Ed


volge sui rapporti generali
societ moderna, ci sembra
bert e l'indipendenza della

la nostra attenzione si riChiesa e dello Slato, e della

ora, se
della

un urgente interesse per la liChiesa che il Concilio futuro non


lasci avvalorarsi alcun dubbio su questo punto:
Che la Chiesa rinunziasse interamente al desiderio di ristabilire le forme teocratiche del Medio Evo. Infatti ci che oggid contribuisce maggiormente ad alienare gli spiriti dalla
Chiesa; si teme che non ritornino que' tempi, in cui il potere secolare interveniva con mezzi di forza materiale in favore del
dogma e delle leggi di tale o tal' altra confessione religiosa, apdi

poggiandosi sulla rivelazione soprannaturale. In que' tempi la


coscienza non era libera, e la dignit della religione stessa si
trovava offesa; perch essa non saprebbe mantenersi senza la
libera credenza de' fedeli in nessun modo violentati dal potere
dello Stato. Noi non disconosciamo che la vita dello Stato, essa
pure, ha una base religiosa per la ragione che V ordine che esinello Stato, e l'esercizio de' poteri pubblici riposano sulla
riconoscenza d'un Dio vivo e personale e d'una legge morale
da lui insita nell'anima umana. Ma noi siamo pienamente convinti che la sfera dello Stato, tanto indipendente sul suo proprio
terreno quanto la Chiesa nel suo, rinchiusa nel cerchio di nozioni intellettuali e di leggi morali, che l'uomo concepisce coll' aiuto di soli lumi naturali.
Perci, ai nostri occhi, lo Stato, il
pi veracemente cristiano, sarebbe precisamente quello che rispettasse il pi scrupolosamente questi limiti; che assicurasse
alla religione soprannaturale, alla Chiesa ed alle confessioni
(le quali, d'altra parte, riconoscerebbero la sua propria base
religiosa e morale) il movimento il pi libero ed il pi indipendente nel loro proprio domiuio, come anche la protezione dei
loro diritti; ma che avrebbe nondimeno, dal suo lato, e per
ste

490

IL

CONCILIO VATICANO.

quanto potrebbe senza violare l'uguaglianza dinanzi alla legge,


riguardi particolari per le tradizioni religiose del suo popolo, e
che si servirebbe volontieri dell' intelligenza superiore de' cittadini educati dal Cristianesimo per adempiere sempre meglio la
legge naturale, e per darle un' espressione sempre pi pura nelle
sue istituzioni. In tal via si giunger all'armonia la pi completa, all'azione la pi feconda, allo sviluppo il pi ideale della
la storia abbia veduto sin qui. E. se nondimeno,
nella vita degli uomini, fossero ancora insorti dissensi fra le

Chiesa che

due

istituzioni,

non sarebbero che

conflitti risultanti,

con mag-

giore o minore necessit, dalla differenza che passa fra la Chiesa


e lo Stato, differenza che il Cristianesimo ha il primo chiaramente formolata, oppure risultanti dalla debolezza e dall'imperfezione umana.

Venerabilissimo Signore,
Ci che ci cagionerebbe un'impressione pi penosa e pi
triste ancora che quell'alterazione d'armonia fra la Chiesa e lo
Stato, sarebbe veder rallentare i legami che devono unire il
clero ed il laico, il pastore e la greggia, sarebbe il veder nascere in mezzo ad essi un profondo dissenso.
Egli dunque con dolore che noi vedemmo fare tentativi per
distruggere la base comune dell'educazione, che sinora riuniva
ancora, assai generalmente, in Germania il Clero e gli uomini
chiamati a vivere nel mondo e preparati cogli studii accademici
delle Universit.

Se gi contrario agli interessi della Chiesa, in quanto


prima autorit civilizzatrice, il non essere rappresentata nei
grandi centri d'educazione della nostra nazione, a quelle scuole
tutti i nostri vicini c'invidiano, basla un colpo d'occhio sui
laici
rapporti che esistono, in molti paesi latini, fra il clero ed
colti, per ispirarci serii timori sulle conseguenze d'un'educazione
e d'un'istruzione esclusive de'nostri pastori futuri. Ma se si limitasse l'istruzione teologica de' giovani ecclesiastici; se, come
si dice
ne'fogli pubblici, si volessero escludere gli studenti in
teologia dalle parti dell'insegnamento che guidano alle fonti immediate della fede, e dello sviluppo della Chiesa; noi non potremmo vedervi che un danno irremediabile portalo alla scienza,
nonch alla vita ecclesiastica. Esprimiamo dunque il volo che il
futuro Concilio Ecumenico, se dovesse deliberare sull'educazione
del clero, tenga conto esaltamente della silua2i'one particolare
della nostra patria , o che abbandoni a' Sinodi nazionali il rego-

che

lamento definitivo

di questo soggelto.

Venerabilissimo Signore,

minacciano a'nostri giorni la Chiesa, coli' incredulit che ci combatte da ogni parte, le grandi esigenze che
i mali sociali del nostro
tempo impongono alla carit cristiana,
mostrano quanto sia pi che mai necessario che tutti i fedeli,
I

pericoli che

DOCUMENTI.

49i

pi strettamente possibile coi loro pastori, partecipino


Chiesa e spieghino in un'azione comune ed unanime tutta la pienezza dell'azione cristiana. Quando in un'analoga situazione l'antica Chiesa vinse un tempo il mondo pagano, quell'unanimit era completa, il legame che univa la
comunit era s stretto, si fermo, che nell'elezione del Vescovo si

unendosi

il

alla vita della

la voce del popolo.


Certamente il ristabilimento, introdotto dal tempo, di questa
istituzione probabilmente rimandato per un avvenire pi lontano, e dipender da amichevole intelligenza fra Chiesa e Stato.
Ma d'ora innanzi una partecipazione pi generale e regolarmente
organizzala dei laici alla vita cristiana e sociale della parrocchia
ci sembra desiderabilissima; perch esistono appena oggid rapporti viventi e regolari, ad un tempo cristiani e sociali, fra la
totalit della parrocchia come tale ed il suo pastore, il curato.
Soltanto nel tempio di Dio od agli atti del culto il curato si
trova in presenza della comunit intera; le opere di carit cristiana sono abbandonate agli Ordini religiosi, a particolari, a
Societ libere, di cui molte persone non vogliono far parte sia
per indifferenza, sia per un timore che non assolutamente illegittimo. La parrocchia non ha quasi in nessun luogo un or-

ascoltava

gano, perch Consigli di Chiesa {Kirchenvorstaende) dei nostri


giorni sono limitati ad un terreno molto ristretto, e non sono
nemmeno l'ombra d'una vera rappresentanza. E nondimeno la
amministrazione della ricchezza ecclesiastica non il tutto; vi
anche la cura dei poveri, degli ammalati, degli infelici di ogni
i

sorta, l'educazione cristiana della giovent, l'autorizzazione di


stabilimenti per Ordini religiosi facendo capitale sui mezzi dei
fedeli, o volendo esercitare un'influenza nel seno del Comune:
vi la partecipazione alle missioni ed agli affari generali della
Chiesa. Tutto ci dovrebbe, per essere fedeli all'idea cristiana,
essere Io scopo dell'intiero Comune unito col suo pastore con
istituzioni conformi al nostro tempo e aventi riguardo a quegli
interessi.

Noi non intendiamo limitare la carit libera degli individui,


gloriosi servizi e lo spirito di sacrifizio degli Ordini religiosi,
n l'azione pastorale de' ministri di Dio; noi vi pensiamo tanto

religiosa, come noi l'abbiamo definon avrebbe alcun potere esecutivo. Ma speriamo fermamente che una simile organizzazione attirerebbe a s la grande
quantit dei laici, che renderebbe possibile un'unione soddisfacente ed una direzione ben combinata di tutte le forze, che
la Chiesa potrebbe combattere con miglior esito
mali sociali
del tempo presente, che realizzerebbe pi sicuramente l'influenza del Clero sul popolo, che riuscirebbe meglio ad informare di principii cristiani la vita privata de'particolari, che

meno, che un'organizzazione


nita,

essa reagirebbe pi efficacemente contro l'indifferenza religiosa,


che arresterebbe pi facilmente le tendenze esclusive, che getterebbe cosi pi prontamente un ponte sull'abisso che s' ingran-

492

IL CONCILIO VATICANO.

disce di giorno in
tolici comuni.

giorno fra

sedicenti buoni cattolici od

cat-

Venerabilissimo Signore,
desiderio ardente che anima il Santo Padre, tutto il venerabile Episcopato, ogni cattolico fedele, e specialmente noi
Cattolici tedeschi, il desiderio di vedere le confessioni proteIl

che sono separate da noi riconciliarsi colla Chiesa, non


ha alcuna probabilit di realizzarsi, se da parte nostra non facciamo qualche cosa di decisivo per allontanare il timore e la
stanti

diffidenza de' nostri fratelli, per vincere pregiudizii, per risvegliare la confidenza. Ora, quanti loro pregiudizii non scomparirebbero immantinente, se vedessero rivivere ed agire presso di
noi que'grandi organi della Chiesa, rifiorire in mezzo a noi una
vera vita parrocchiale, adempiendo
doveri sociali del Cristianesimo; se non potessero pi essere tentati ad avere il diffidente
i

timore di vedere fedeli utilizzati da una gerarchia ambiziosa,


e gli spiriti violentemente diretti od inclinati da essa verso false
vie. Ci che un tempo avrebbe probabilmente impedito lo scisma di nascere, sarebbe ancora oggid il mezzo il pi efficace per
farlo cessare Ora si disper della gerarchia, perch fu accusata
di aver cagionato la decadenza della vita cristiana, e questa
i

disperazione, esplicabile ne'tempi in cui si manifestata, ma


attestante poca lede, fece nascere dottrine che dovevano rendere la gerarchia superflua. La vecchia Chiesa cristiana, la vecchia vita comunale, ecco ci che si voleva ristabilire; non vi
si riusc, perch si avea rigettato l'autorit sacerdotale, sulla
si pu costruire una comunit cristiana; ma noi
che abbiamo conservato queste ferme colonne, noi potremo facilmente, su quelle fondamenta rimaste intatte, aggiungere le
pietre sovrapposte ed accumulate; noi possiamo costruire il tem-

-quale soltanto

pio sublime, di cui le grandi porte aperte lasceranno passare


lietamente, se Dio vuole nella sua misericordia, i fratelli che
ritorneranno.
Finalmente un'altra questione di qualche importanza, che
noi vorremmo sottomettere a Vostra Eccellenza ed a tutto l'Episcopato convocato al Concilio Ecumenico, riguarda l'istituzione
dell' Index librorum prohibitorum.
Noi sappiamo essere sacro dovere delle Autorit ecclesiastiche il vegliare sulla purit della dottrina, indicare gli errori e
correggerli, ricondurre i traviati nella via diritta. Ma la procedura adottata nei secoli passati per adempiere a questo dovere,

un pubblico catalogo degli scritti contenenti


idee erronee, equivoche od immorali, e la proibizione di leggere quei libri senza autorizzazione speciale de'suneriori ecclesiastici, tal maniera di procedere non ci sembra ne appropriata
allo scopo che si propone, n conforme allo spirito ed alla dila registratura in

gnit della Chiesa, n salutare allo sviluppo delle scienze.


Questo sistema non adempie al suo scopo, perch mate-

495

DOCUMENTI.

rialmente impossibile di registrare tutti gli scritti che contengono


proposizioni erronee e pericolose; dipende dunque sovente dal
caso, sovente da una denunzia, che un libro sia o no registrato.
Finalmente non sono le slesse dottrine erronee e pericolose diesi
dinota, ma
libri, di cui la lettura proibita, e gli autori di
quei libri. Ora la proibizione di leggere somiglianti scritti non,
pu, in molti casi, esser presa in considerazione dalla maggioranza de Cattolici istruiti; ed in generale, come Vostra Eccellenza lo sa molto bene, questa proibizione non punto considerata. Tal sistema non punto conforme alla dignit ed allo
spirilo della Chiesa, poich sovente autori cattolici e credenti,
che s'ingannarono colle migliori intenzioni, o la colpa de'quali
consist nel dire cose che dispiacquero, si trovano, posti colla
i

a lato ad autori di opere veramente


pericolose, e per sempre diffamate,,
mentre che la scienza e la Chiesa dovrebbero ai primi piuttosto riconoscenza per i servizii importanti. Finalmente questo
sistema non salutare, pel progresso delle scienze, perch il
timore di attirarsi quella pena diffamatoria con qualche falso
passo, o qualche sbaglio involontario, forse anche in conse-

iscrizione del loro

infami,

notificale

nome,
come

guenza dell' ossequio spontaneo d'un avversario, sta pendente


come un peso di piombo sull'investigazioni di sapienti cattolici.
Noi dunque esprimiamo il voto che piacciaci futuro Concilio di
sopprimere V Index (ilrorum proliibitorum. diritto dell'Autorit
ecclesiastica di metterci in guardia, per mezzo de' nostri pastori,
contro dottrine erronee e libri immorali quando e tutte le volte
che essa lo crede necessario; ma la persona che s'inganna involontariamente ha il diritto di attendere dalla carit cristiana
de' suoi superiori che si tenga conto del suo nome e della sua
riputazione, finch essa persona sia pronta, umilmente credente, a rinunziare all'errore, e specialmente quando un pericolo
estremo per la salute delle anime non esige la denunzia pubblica
di colui che insegna false dottrine.
Tali sono, Venerabilissimo Signore, le convinzioni ed

che

voti

nostra coscienza ci ha spinti ad esprimere innanzi a voi


Essi meritano, ci sembra, d'essere ascoltati tanto bene quanto
tutti gli altri che sono ispirati da un fedele attacco alla nostra
Santa Chiesa, con sincere apprensioni pel suo bene, e che si
sono formati colla riflessione di lunghi anni. Noi abbiam preso
la determinazione di metterci pubblicamente avanti per il sentimento del dovere, vivamente risvegliato in noi dall'antipata
generale, con cui si accolsero nei circoli cattolici le dottrine
qui sopra indicate della Civilt, e dalla timidit deplorabile che
fa esitare tante persone, le quali dovrebbero agire di\ersamente
e parlare altamente con coraggio. 11 triste scisma del sedicesimo
secolo anch'egli fu preceduto immediatamente da un Concilio
Ecumenico, che non esercit alcuna influenza favorevole sullo svila

luppo delle cose. Se oggid le popolazioni cristiane debbono realmente essere riguadagnate alla Chiesa dal Concilio, bisogna che

494

IL CONCILIO

VATICANO.

in faccia a pretensioni esclusive e decisive la Chiesa insegnante


e governante sia istruita compiutamente dello stalo degli "spiriti
con professioni chiare e nette, e che possa cos far ragione ai veri
bisogni del tempo. Per ci noi ci sentiamo obbligati a cooperare a quest'oggetto secondo le nostre forze, noi che siamo risoluti, da figli fedeli della Chieda, e di vivere e di morire coll'aiuto di Dio nell'unit colla Chiesa, e colla Santa Sede di
Roma, ed in una obbedienza figliale verso Vostra Eccellenza,
nostro Vescovo.
(Dalla Rivista Universale, ottobre 4869, fase. 84, voi. X.)

Documento XVI.
Il

Conte Carlo di Montalembert ai Cattolici di Coblenza.

Due volte, da alcune settimane, mi sono avvicinato alla tomba, senza potervi trovare quella libert, presso
la quale io sospiro, e che il buon Dio mi fa aspettare cosi lungamente. Ciononostante la fine dei miei mali non pu tardare;
e sin d'ora mi sembra ch'io possa giudicare delle cose e delle
persone di quaggi con un disinteresse ed una indipendenza, che sono solamente privilegio della morte. In mezzo a
questa rovina del corpo la mia anima mi sembra abbia conservato un certo vigore, e perci con intima e profonda gioia il
mio cuore ed

il mio
spirito si rifugiano sulle rive del Reno, dove
sono sviluppale le mie prime impressioni di studente, ed ove
io ritrovo oggi le sole consolazioni che mi sia dato di incontrare nella sfera d'un pubblicista politico e religioso. Queste con-

si

solazioni, a voi, Signore, io le debbo ed ai vostri amici, al vostro eccellente giornale Kodnische Bl alter, al dotto e coraggioso
Foglio Teologico di Bonn, ma soprattutto all'ammirabile indirizzo di alcuni laici di Coblenzaal Vescovo di Treveri, del quale
indirizzo voi avete fatto pubblico il testo ed aveste la bont di

mandarmene una copia. Io non saprer dirvi quanto sia stato


commosso e consolato da questa gloriosa azione della coscienza
e della, ragione dei Cattolici d'altri tempi. Parmi vedere risplendere un lampo in mezzo alle tenebre, e sentire finalmente
un accento virile e cristiano in mezzo alle declamazioni ed alle
adulazioni disgustanti, dalle quali siamo assordati. Tutto mi vi
parso da approvarsi tanto nella forma che nella sostanza. Io
ne avrei volentieri sottoscritto ogni parola. Permettetemi d'aggiungere che mi senio un po' umiliato all'idea che voi, Allemanni del Reno, avete avuto questa volta l'iniziativa di una
dimostrazione che spettava tanto bene agli antecedenti dei Cattolici francesi, come alle convinzioni che nella prima met del

495

DOCUMENTI.
secolo

XTX

ci

hanno valso l'onore

di

inaugurare

la difesa della

libert religiosa sul continente


(Dalla Rivista Universale, ottobre -1869, fase. 84, voi. X.)

Documento XVII.
Il

nuovo Regolamento del Concilio e la sua importanza teologica.

Il nuovo Regolamento imposto al Concilio dai cinque Legati


cardinalizi affatto diverso da quanto fu praticato nei Concilii
precedenti, e per di pi esercita una decisiva influenza sull'ulteriore
andamento di quest'Assemblea e sui molti decreti che dalla stessa
il
pi attento esame. Per
baster l'accennar brevemente che durante
il
primo millenio per i Concilii Ecumenici della Chiesa antica non
si aveva un Regolamento determinato. Solo per i Concilii pro1
vinciali romani e spagnuoli esisteva un cerimoniale liturgico.

verranno emanati. Esso merita quindi


orientarsi nella storia

Tutto veniva proposto ad Assemblea completa; ogni Vescovo


presidenti laici
poteva fare le proposizioni che voleva, e tanto
mandati dagli Imperatori, quanto quelli spirituali, mantenevano
l'ordine e dirigevano in modo semplice le discussioni. I grandi
Concilii di Costanza e di Basilea si fecero un Regolamento proprio,
poich in essi furono introdotte la divisione e votazione per nazionalit. A Trento simili disposizioni furono di bel nuovo abbandonate, ma Legati che presiedevano, si posero per ci che
riguardava il Regolamento d' accordo coi Vescovi, il cardinale De.
Monte lo fece votare e tutti l'approvarono. 2 Da nessuna parte vi fu
opposizione. Cosi dunque l'odierna Sinodo romana nella storia
ecclesiastica la prima, nella quale ai Padri radunati sia stato
prescritto, senza essere stati consultati, il modo di procedere
i

nei loro lavori.


Il primo
Rrgoamrnlo risult nella pratica di impaccio cosi
grande, che diverse frazioni dell'Episcopato diressero al Papa ripetute domande onde ottenere che venisse mutato e concessa libert
d'azione. Inutilmente; ma due mesi e mezzo dopo
cinque Legati stessi s'avvidero che, affinch il Concilio non rimanesse interrotto, era cosa necessaria ed urgente il cambiarlo e migliorarlo.
Ma in questo nuovo Regolamento non si tenne alcun conto delle

petizioni dei Vescovi.

Due

cose, sopra tutte le altre, si devono in esso notare.


In primo luogo, che tutta l'autorit e l'influenza sull'andamento del Concilio riposta nelle mani dei Legati presidenziali e delle Deputazioni, in modo tale, che il Concilio stesso, di
1

Messo in iscritto dal PseuHoisidoro


Le Plat , Monumenta, HI, 418:

cedendi

eis placeat.

>

si

stampato dal Mansi, Concil Coli,, I, fO.


Dicant Patres , utrum hic modus pro-

vot su questa formula.

496

IL CONCILIO VATICANO.

fronte a loro, risulla privo di forza e di volont. Secondariamente che le questioni di importanza maggiore tanto ti] materia
di fede, quanto di dottrina, si devono decidere a
semplice
maggioranza dei presenti votando per alzata e seduta.

Nei due anni che hanno preceduto il Concilio si prepararono, come noto, molte relazioni coi relativi decreti e canoni.
Questi devono ora essere approvati dal Concilio e quindi annundal Papa opprubante Conolio come leggi, come norme di
dotirina e di credenza, a tutto l'orbe cattolico. Questi schemi
sono in tutti 54, e fino ad ora cinque soli ne furono discussi.
Il
procedimento che d'ora innanzi si dovr seguire nella
discussione e nella votazione, il seguente:
t. Lo schema*verr distribuito alcuni giorni
(dieci) prima
della discussione ai Padri del Concilio, i quali potranno
perci
formolare in iscritto avvertenze, osservazioni e proposte di camziati

biamenti.
2. In

nuova

questo caso essi dovranno immediatamente proporre la


o la nuova redazione dell' articolo da essi

forinola

impugnato.
3. Queste nuove proposte verranno trasmesse col mezzo del
Segretario alla Deputazione, che ha incarico di occuparsene (e di
queste Deputazioni ve ne sono quattro), la quale se ne servir a
suo senno modificando, se lo crede opportuno, lo schema, e
dando in una relazione del tutto sommaria notizia al Concicelo delle proposte che le sono state presentate.
i.

schema

Presidenti

cos nel

potranno mettere in discussione qualsiasi


suo complesso come suddiviso in parti.

Durante

la discussione in facolt dei Presidenti di toparola a qualunque oratore, se a loro sembra che egli
non stia nei termini della questione.
6. Ai Vescovi delle Deputazioni lecito prendere ad ogni

5.

gliere

la

momento

parola per rispondere ai Vescovi che combattono


schema.
7. Bastano dieci Padri per proporre la chiusura della discussione, e la chiusura si delibera votando a semplice magil

la

testo dello

gioranza per alzata e seduta.


8. Nella votazione delle singole parti dello schema saranno
prima votate per alzata e seduta le mod, Reazioni proposte, poi
il testo
presentato dalla Deputazione, e in questo modo decide la

semplice maggioranza.
di ci si voter l'intero schema mediante appello
quale ogni Padre risponder: Placet o Non placet.
Non detto se anche in questa votazione decida la semplice maggioranza dei presenti. Ma per analogia pare che si
debba concludere di si, perch anche l'intero schema non
che una parte o frazione di un intero maggiore, e non vi
9.

Dopo

nominale,

al

motivo alcuno, per cui si debba procedere colla parte maggiore


in modo diverso da quello adottato per le parti minori. Se
poi venisse in questo abbandonato il principio d'una maggioranza

DOCUMENTI.

497

naufragherebbero certamente quegli schemi, che


per l'appunto sono pi importanti e decisivi.
Da tutto ci risulta chiaramente che alcune forme parlamentari sono state accolte in questo Regolamento. Ma se nelle

purch sia,

Assemblee politiche esistono certe disposizioni simili a quelle


qui sopra, esse d'ordinario sono destinate a protegmentre qui semgere la minoranza contro la maggioranza
brano introdotte col fine opposto, quello cio di rendere pi
potente e irresistibile la maggioranza, il che reso specialmente evidente dal diritto accordatole di troncare, quando le
piaccia, la discussione, togliendo la parola alla minoranza. E
ci riuscir ancor pi doloroso in quanto che, come noto,
non vi n per l'individuo, n per gli interi gruppi di Vescovi
la possibilit di comunicare cogli altri membri del Concilio, sia
con pareri, sia con dichiarazioni stampate.
Nelle Assemblee politiche si possono prendere delle deliberazioni o far delle leggi a semplice maggioranza, perch nessuno dei Parlamenti o delle Camere successive resta legato
dalle deliberazioni o leggi fatte dai Parlamenti precedenti. Ogni
Camera in qualunque epoca pu modificare o abrogare un prinriportate

dogmatiche
per

dalle Camere precedenti. Ma le deliberazioni


un Concilio, che realmente sia Ecumenico, sono,

ammesso

cipio

tutti

di

tempi, inviolabili ed irrevocabili.

pu quindi prevedere che la maggioranza di questo Concilio non sar nelle future votazioni instabile, che essa non
aumenter o diminuir, che non muter secondo le diverse deliberazioni ria prendersi, ma che essa, con piccola variazione nel
numero, si manterr nel suo insieme sempre la stessa. Poich
tutti sanno che fino dal principio quando furono elette le Deputazioni, e prima ancora che si facesse una vera e propria votaVescovi si sono suddivisi in una maggioranza e minozione
ranza spiccata e decisa. E cos doveva succedere, perch nella
questione della infallibilit del Papa si manifest immediatamente una scissione profonda e di principio, e subito si riconobbe che questa questione era per l'Assemblea la cosa principale da deliberarsi, e che tutte le altre questioni venivano
da questa dominate. Ora si pu esser certi che i fautori del
dogma dell'infallibilit voleranno senza esitare le proposte come
usciranno dalle mani delle Deputazioni, poich per essi perfettamente logico l'approvare tutto quello che procede dalla Sede
Romana, e del resto stato pi che bastantemente provveduto,
Si

affinch nelle Deputazioni, alle quali ora stato conferito

il

pi

illimitato ed inappellabile potere per ci che riguarda le proposte


che mirano a modificare gli schemi, prevalga una sof idea.

Basta dare uno sguardo alle persone che compongono la


pi importante delle Deputazioni, quella D; fi<ie. Alla testa di tutti
sta il Cardoni romano, il quale gi nella Commissione preparatoria raccomand con apposita Memoria il dogma della infallibilit papale, e lo ha fatto approvare nella sua Commissione. Con
32

498

IL CONCILIO VATICANO.
vi

lui

il

gesuita

Steins, e poi

nomi conosciuti

di

Dechamps

Spaldingdi Baltimora, Pio di Poitiers, Ledochowski,


l'armeno Hassun, de Preux di Seduno; fra tedeschi Martin,
Seneslrey, Gasser di Bressanone; due spagnuoli, tre italiani, un
irlandese e finalmente Simor Regnier e Sharpman.
Da 1800 anni a questa parte si consider sempre come prindi Malines,

cipio nella Chiesa che

in

decreti

materia di fede e di dottrina

dovevano essere approvati con una concordia

di voti per lo
morale. Questo principio strettamente collegato all'intero
sistema della Chiesa Cattolica. Non si conosce esempio di un
dogma che sia stato approvato a semplice maggioranza di voti
contro l'opposizione di una minoranza, e che sia poi stato in-

meno

trodotto.

A render ci pi chiaro devo consacrare un po' di spazio


ad una breve digressione teologica, che spero riescir a tutti intelligibile.

La Chiesa deve custodire ed amministrare un deposito di


dottrine rivelate che fin dal principio le fu affidato e trasmesso.
Essa non riceve nuove rivelazioni, e non crea nuovi articoli di
fede.

E come

cilio

Ecumenico.

anche per il ConConcilio la rappresentanza, l'insieme


dell'intiera Chiesa. In esso i Vescovi sono i legati, gli incaricati
d'affari di tutte le Chiese dell'orbe cattolico. Essi devono in
nome di tutti dichiarare ci che la universalit dei credenti pensa
e crede in una questione religiosa, quello che essa ha ricevuto
come tradizione. Essi devono quindi esser considerati come procuratori,
rilasciato.
1

ai
8

colla Chiesa stessa, cosi avviene


*

Il

quali non permesso di oltrepassare il mandato loro


lo facessero, la Chiesa, di cui essi sono i rappre-

Se

In

queste questioni la Chiesa si attenuta allo scritto di Vincenzo di


il
Commonitorinm, che aveva gi veduta la luce intorno all'anno ^^4,
che generalmente accettato come classico e perfettamente corretto. E per
che
in seguito io mi riferir a questo scritto.
anche
questo
2
Cos dice il vescovo Fisher di Rochester
che sacrific la vita sua per il
primato del Papa, nella sua controversia contro Lutero (Opera, ed. Wmeburg,
497 pag 592), riferendosi ad eguale sentenza di Duno Scotio: In eorum (del
Concilio col Papa) arbitrio non est sii um, ut quicquam tale rei non tale faciant,

Lerins,

scritto

sed spiritu potius veritatis edocti, id quod revera


pridem de substantia fidei fuerat iam declarant, esse de substantia 6dei. > E il minorit
Davenport (Systema

Secundum receptam tam veterum, quam modernorum doctorum


Jdei, pag. 140):
sententiam Ecclesia non potest agere ultra revelationes antiquas, mini polest liodie
declarari de fide, quod non habet talem identitatem cuoi
Unde
prius revelatis.
semper docet Scolus: Quod illae conclusiones solum possunt infallibiliter di ("larari et determinari
per Ecclesiam
quae sunt necessario inclusae in articn/is
creditis- Si igitur per accidens coniunguntur, vel si solum prol>3biliter sequunlur
ex articulis , (idem non altingent per quascumque delerminationes quia Concilia
non possunt identificare, quae sunt ex obiecto diversa, nec necessario inferre
.

quae solum apparenter, seu probal>iliter sunt inclusa in articulis creditis.


8 - Concilium
non est ipsamet Ecclesia, sed ipsarn tantum repraesentat ;
Episcopi itti qui Concilio adsunt
legati mittuntur ab omnibus omnium
gentium catholicarum Ecclesiis, qui, ex nomine totius uuiversitatis , declarent,
quid ipsa universit* sentiat et quid traditum acceperit Itaque eiusmodi legati
omnium Ecclesiarum sunt velut procuralores, quibus nefas esset procurationem
ea

id est

DOCUMENTI.

499

sentanti, non confermerebbe le dottrine e definizioni da essi


poste innanzi, anzi ie repudierebbe come estranee alla sua coscienza di credente.
Nel Concilio i Vescovi sono dunque anzitutto testimoni; essi
dichiarano e constatano ci che essi e le loro Comunit religiose
hanno ricevuto e fino ad ora professato come dogma; nel tempo
stesso sono per anche giudici con questo solo, che il loro potere giuridico pu esercitarsi sulla fede, ma non estendersi alle
loro deposizioni, le quali anzi continuamente lo limitano e cir-

coscrivono. Come giudici essi non devono fare la legge (i dogmi),


ma solo ed unicamente interpretarla ed applicarla. Essi sono
soggetti al diritto pubblico ecclesiastico, che essi non possono in
alcuno modificare. Essi esercitano il loro potere giuridico,

modo

primo: Coll'esaminare, confrontare e ponderare fra di loro le


conseguenze delle testimonianze da loro stessi fatte. Secondariamente: Coll'esaminare conscienziosamente se una dottrina ha le
tre condizioni necessarie, la universalit, la perpelualit ed il
consenso (ubique, semper, ab omnibus); se quindi una dottrina

a tutti, come dottrina universale di tutta


Chiesa come elemento reale del deposito divino, e perci possa
esser imposto l'obbligo di professarla ad ogni cristiano.
II loro
esame deve dunque abbracciare il passato come il presente.
Cosi dall'ufficio che i Vescovi esercitano nel Concilio tolto ogni
arbitrio, escluso ogni parere unicamente soggettivo. Altrimenti
sarebbe colpa e perdizione, perch non ricevendo la Chiesa alcuna nuova rivelazione, non creando alcun nuovo articolo di fede,
nemmeno un Concilio pu e deve mutare la sostanza della fede,
togliervi o aggiungervi qualche cosa. Un Concilio dunque fa
decreti dogmatici unicamente sopra cose, le quali nella Chiesa
sono gi attestate dalla scrittura e tradizione e furono general-

pu essere dimostrata
la

ereditarti tantillum excedere. Unde constat , quod si quiogenti Episcopi, ut


videre est in exemplis Ariminensis, et Costautinopolitanae contra imagmes coactae
Synodi, suini de fide communi declaranda procurationem tantillum excederent,

sibi

universa Ecclesia, cuius sunt tantummudo procur-itores et simplex repraesentatio,


definizioni
factam al) illis ratam non haberet, imo repudiaret. (OEuvres de
Ftnlon. Versailles, 1820, II, 361.)
1
Cos il gesuita Bagot nella sua Insti/litio Theofogiea de vera Religione j

Paris, I64, pag. o95 : TJniversilas sine duahus alus, nimirum antiquitate et
consensione, stare non potest. Quod autem triplici il la proibitone confirmatur, est
haut dubie ecclesiasticum et catholirum. Quod si universilatis nota deficit et nova
aliqua quaestio exoritur, novaque contagio Ecr.lesiam commaculare incipit, tunc
hac universilate praesentium Ecclesiarum deficiente recurrenJum est ad antiquitatem.
Notat enim Vincent, posse aliauam iiaereseos contagionem occupare mullas Ecclesia;, sicut constat de Ariana; adeo ut aliquando plures E<clesiae et Episcopi diversa rum nationum Ariani quam Catholici
reperirentur. Et quantunrnis doctrina
aliqua latissime pateat, si tamen novam esse constai, haud dubie erronea est.nec
enim est apostolica, nec per successionem et tradii lonem ad nos usque pervenit.
Deinde , ut notat idem Vincentius, anliquitas non potest iam seduci. Veruni cniuivero quia et ipse error antiquus esse
potest : ideirco cum consulitur vetustas, in ea
quaerenda eslconsensio.

IL CONCILIO VATICANO.

500
mente credute,

o tali, che sono evidenti e chiare conseguenze


contenute nei principii gi in passato creduti ed insegnati. Ma
se un'opinione stata da secoli sempre contradetta e con tutto
le armi teologiche combattuta, e quindi stata per lo meno incerta, essa non pu mai, nemmeno da un Concilio, essere innalzata alla certezza, vale a dire alla dignit di una dottrina divinamente rivelata. A ci dovuta l'esclamazione dei Padri radunati
in Concilio, dopo l'accettazione e approvazione d'un decreto

dogmatico hcec fides Patrum.


Se dunque, per esempio, alla dottrina, fino ad ora creduta e
professala, della immunit rair errore della intera Chiesa Cattolica, si volesse sostituire l'infallibilit d'un solo, ci non sarebbe uno svolgimento, una esplicazione di quello che gi implicitamente si credeva, non sarebbe una conseguenza dedotta
con rigore logico; ma sarebbe semplicemente e addirittura il
contrario della dottrina antica che si vorrebbe imporre. Similmente nella vita politica non sarebbe un progresso od uno svolgimento, ma unicamente un sovvertimento, una rivoluzione, se
una Comunit, insino ad ora libera, venisse improvvisamente
ridotta sotto il giogo d'un monarca assoluto.
11
tempo, durante il quale un Concilio Ecumenico delibera
intorno alla fede dei Cristiani, quindi sempre stato un tempo
in cui la coscienza religiosa fu vivissimamente eccitata, un tempo
:

in cui tutti

figli fedeli della Chiesa, e sacerdoti e laici, deponloro testimonianze e fanno le loro franche dichiarazioni.
generalmente ammesso, e la storia della Chiesa lo prova,
che queste manifestazioni facilitano al Concilio il suo ufficio,
e non che i Padri vengano da queste disturbati o impediti nei
loro lavori. Tutti possono, a tutti permesso, anche al laico,
deporre testimonianze, esprimere desiderii, ed indicare i bi-

gono

le

sogni della Chiesa.

Cos Vincenzo di Lerinsr Hoc semper nee quidquam aliud Conciliorum dequod a maionhus sola tra-.litiom susceperat*
hoc deinde postrns per snipturae chiiographum consigliarli. (Commonit, cap. 32.)
Il teologo
tridentino Vega, ap. Davenport, pag. 9 : Concilia generalia hoc
tantum habent, ut veritales lam alias, vel in seipsis, vel in suis primipiis a Deo,
1

creti calliolica perfecrt Ecclesia, nisi ut

Ecclesiae vel SS. l'atrihus revelatas,

vel

per scripturas, vel traditioneni Prophelarun

Apostolorum tum dedarent, lum confrment et sua autoiilate claras et aperta*


et ad
ulta ambiguitate ab omnibus Catliolicis tenendas tradant. Addii
hoc dico: praesentia Spiritus Sancii illustrantur, primo ut infallibiles d-clarent
et

et al>sque

ut ad lerminanda dubia in Ecclesia suet abusus infallibiliter etiam ex revelatis colligant


et usurpando in fide et moiilius.
Chiisliauo
credenda
populo
2 Cos dice il cardinale
Re^inaldo Polo, uno dei presidenti del Concilio Tridentino, nel suo libio De l oncilio, 162, fui. iti Patet quidem locus omnibus et singulis exponendi, si quid vel sibi, vel Ecclesiae opus esse censeant, sed
decernendi non omnibus patet, verum iis tantum, quibus re"tionem ammarimi
Il
unicus pastor et nclor dedit.
papa Niccolo I osserva che gli Im-

veritates E< desine revelatas, et secundo,

horta, exiirpandosque errores

ipse

Concilio, quando si trattava della fede: Chinano


anlecessores vesiros synodalibus couventilius interfuisse ? nisi
legistis, Imptratores
forsitan in quihus de fide tractatum est, quae universitalis est, quae omnium conv
peratori

hanno preso parte

al

DOCUMENTI.

501

quando si vuole introdurre un nuovo


quale, mentre chiesto da alcnni, forse contrario
alla coscienza dei fedeli, e si presenta a loro come una innovazione. Allora le proleste che sollevano i laici sono altrettanto
giuste quanto necessarie, esse sono una prova inevitabile dell'attaccamento alla fede che venne loro trasmessa, ed essi adempiono cosi un loro dovere verso la Chiesa.
L'opposizione poi sollevata nel Concilio stesso da un certo
numero di Vescovi contro un' opinione che si dovrebbe proclaci specialmente

dogma,

il

mare a dogma, prova che in quelle parti della Chiesa che essi
rappresentano, questa opinione non tenuta per vera, non fu
considerata come divinamente rivelata, e che nemmeno ora si
considera come tale. Ma con ci si stabilisce anche che a questa
dottrina od opinione mancano le tre condizioni essenziali: l'universalit, la perpetualit, il consenso, e che quindi essa non
pu essere imposta a tutta la Chiesa come una rivelazione
divina.

per questo che la Chiesa, quando un numero, non privo


una qualche importanza, di Vescovi impugn un decreto che
la maggioranza aveva l'intenzione di proporre o far approvare,
giudic sempre doversi mettere in disparte questo decreto, e non
darne la definizione. La vera cattolicit di una dottrina deve essere evidente ed indubitabile; essa non lo , quando anche una
minoranza offre la prova che intere parti della Chiesa non credono^ non professano questa dottrina.
di

per questo che intorno ad ogni Concilio la questione principale che si fa, fu sempre: I decreti sono stati approvati da tutti
i suoi membri? Ci si riscontra gi nel
primo Concilio Ecumenico
diNiceadove, su 318 Vescovi, da ultimo due
apporvi

la

loro firma.

deliberazioni, vi si
furono rimossi tutti

A Calcedonia

soli si rifiutarono

ad

protrassero cos in lungo le


addentr in sempre nuove discussioni finch
dubbi che i Vescovi, specialmente illirici e
si

Leone. E
Sinodo, insistette
perch fosse dichiarato, se realmente tutti i Vescovi (ed erano
pi di 600) concordavano nelle definizioni di fede, ed avendo
tutti essi spontaneamente ci affermato, Papa Leone rese grazie a
Dio che il suo scrilto era stato, malgrado di tutti i dubbi e delle
incertezze, dall' incontrastabile consenso di tutto l'Episcopato approvalo. Cosi pure nel sesto Concilio Ecumenico Vescovi alla domanda dell' Imperatore se le deliberazioni dogmatiche erano state
accettate con adesione universale, lo confermarono. Lo stesso
avvenne nel settimo Concilio nel 787. Inoltre Carlo Magno annunziava ai Vescovi spagnuoli che nel Concilio tenuto a Francoforte
nel 794 tutto era succeduto, quatenus Sancta omnium umanit*

da principio avevano contro lo


prima che l'imperatore Marciano sciogliesse
palestini,

scritto di

il

decornerei, etc.
niunis est, quae non solum ad Clericos, verum etiarn ad Laicos et ad omnes omnino
pertinet Christiane.
Questo passo venne anche inserito nel Decreto di Graziano.

502

IL

CONCILIO VATICANO.

A Trento Papa Pio IV diede ordine ai Legati di non sottoPaporre a deliberazione quello che non fosse gradito da lutti
dri. Uno dei teologhi presenti a quel Concilio,
Payva de Andrada, racconta che pi volte si lasciarono per settimane e mesi
sospesi i decreti, perch alcuni pochi Vescovi erano d'avviso
contrario o avevano dei dubbi; e solo quando dopo lunghe e
minute discussioni si era riusciti ad ottenere l'unanimit, de*
creti venivano pubblicati. Payva cita molti esempi in
proposilo.
E ricordando questa prescrizione di Pio IV, Bossuet osserva che
questo era un mezzo eccellente per discernere il vero da ci che
era dubbio.
Tulli i teologi richiedono in un Concilio come condizione
di ecumenicit che in esso abbia regnata
completa libert. Libert di parola, libert di votazione. Nessuno, dice
Tournely,
che domandi di esser ascoltato pu venir respinto. Non solo la
costrizione fisica che pu rendere invalide e nulle le decisioni
d'un Concilio. La libert, quest'aura vitale d'un vero Concilio,
i

pu esser distrutta dalle molteplici forme, con cui si presenta la


costrizione morale o colle quali l'uomo volontariamente si lascia
assoggettare (per esempio dalle molte specie di simonia), e ci
toglie al Concilio ogni legittimit. Fra le passioni che nei Sinodi
dominano, e tolgono libert ai Concilii, Tournely rammenta il
2
timore, l'ambizione, l'avarizia e la cupidigia.
Allorch ebbe contemporaneamente luogo la grande apostaRimini, allorch 600 Vescovi rinnegarono e
abbandonarono la comune credenza, fu la debolezza dell'ingegno e il timore di un lungo viaggio che li vinse (partim
sia di Seleucia e

imbecillitale ingenti,

partim

tceiio

peregrinationis

ecicti,

Sulp.

Sever., 11, 43).

d'una per quanto si voglia numerosa assemplice


semblea di Vescovi ben lungi dall'essere una prova della vera
ecumenicit d'un Concilio; ovvero, come si esprimono
teologi, per esempio Tournely, il Concilio pu essere per la sua
convocazione Ecumenico; ma se poi lo sia per il modo con cui
stato tenuto e fini, non cosa che possa decidere il Concilio
stesso, n che egli stesso possa farne testimonianza: intorno a
ci occorre la decisione e conferma di una autorit che superiore ad ogni Concilio, vale a dire la testimonianza della Chiesa
ed
intera. Ai Concilii come tali non stato promesso nulla
anche nelle parole del Signore che comunemente si citano, dei
due o tre l'importante sta nell'essere radunati in suo nome e ci
fatto

Il

Defensio Jdei Tridenfinae,

f.

17: Curri quiudecim

fere aut viginli

du-

praeter Conciliorum vetustum morcm condubitatio plurimorum impetum retardavit, alque ef-

bitare se aiebant, ne vero fjuicijnam

cluderetur, horum paucorum


ut res io aliam sessionem dilata, omnium fere calculis tandem definiretur.
Vedasi ivi per maggiori particolari. Si vede che a Trento dominava la convin-

fecit,

zione che tutto doveva esser trattato e deciso, seguendo i


o per Io meno che si dovevano conservare
tichi Concilii

De

Ecclesia,

I,

384.

modi
le

osservati negli anforme pi importanti.

503

DOCUMENTI.

come ammettono

include,

tutti

teologi

diverse

condizioni

1
enumerate, per esempio, da Tournely. Alla Chiesa sono state fatte
o avere
le promesse, ed essa deve
prima di tutto convincersi ,
la certezza, che nel Concilio non ebbero preponderanza la
costrizione fisica o morale, il timore, le passioni, arti seduttrici
cose simili a quelle che a Rimini e anche altrove ebbero inche insomma nel Concilio vi sia stata vera libert.
fluenza
In questo senso parlando di un Concilio Ecumenico Bossuet dice:
I Vescovi del medesimo devono essere tanti e di cosi diversi
paesi e il consenso degli altri cos evidente, che sia chiaramente
manifesto che nel medesimo non si fatto altro che apportarvi
il sentimento di tutto il mondo.* Se invece risultasse che non solo
nel Concilio non si riunita l'opinione di tutto l'orbe cattolico,
ma che invece sono state prese a maggioranza deliberazioni
che stavano in opposizione con quello che si crede da una ragguardevole parte della Chiesa, allora nel mondo cattolico si
nostri Vefarebbero certamente le seguenti domande: Hanno
scovi esattamente attestato quello che si crede nelle loro diocesi? e se non lo hanno fatto, erano essi veramente liberi?
Oppure, come mai le loro deposizioni non furono prese in considerazione? perch furono vinti dalla maggioranza? Dalle risposte che saranno date a queste interrogazioni dipenderanno i
futuri eventi della Chiesa. E per questo in tutta la Chiesa si consider sempre la massima pubblicit come cosa necessaria ad un
Concilio; poich sta sommamente a cuore all'intera Cristianit
non solo il sapere quello che nel Concilio fu deliberato, ma
eziandio il sapere come fu deliberato.

1
?
*
Quaeres quibus conditionibus promisit Christus se Conciiis aoTuturum
Resp. Ista generali: Si io nomine suo congregata fuerint; hoc est servata suffragio*
rum liberiate; invocato codesti auxi'io ; adlubita humana industria rt diligeotia in
:

conquirenda ventate.

Deus

scilicet

qui omnia suaviter dispomt ac mode-

non adesl Conciliis, se<i occulta Spiritus


subminislratione. (Deus) permittit, Episcopos omnibus humanae infirmitatis periculis
subiacere et aliquando succumbere: neque enim unquam promisit, se a Conciliis -eiusratur, via supernaturali aperta et manifesta

modi

pericula certo semper propulsatumm ; sed hoc unum, se iis semper adfuturum,
qui in suo nomine congregarenlur. Congregari aulem in suo nomine censentur, quoties

eas observant Leges et conditiones, quas vomii observari. (Tournely, Praelectiones


theologicae de Deo et divnis atlribulis. I, I6.i.) Tournely spiega ancor pi chia-

ramente questo pensiero nelle sue Praelectiones theo'ogicae de Ecclesia ClwiI, 384:
(Deus) Episcopos permittit omnibus lunnanae infirmitatis penculis obnoxios esse, metus scilicet, ambitionis, avantiae, cupiditalis. etc.
*
Et que les autres consentent si videmment leur assemblee, qu'il sera clair
qu'on n'y ait fait qu'apporter le senliment de tonte la terre. (Histoire des variations, I. 15, n. lOU'J.) Ed perci che Papa Gelasio vuole che le deliberazioni
di una bene gesta synodus non solo siano state prese secondo la scrittura e la
tradizione, e secondo le prescrizioni ecclesiastiche, ma che siano anche accettate da
.

sti,

:
quam enneta recepii ecclesia. [Epist. 13, in Labh, Conci/., IV, 1200
Nicole, contro i Calvinisti, osserva : lls ont une marque evidente que
se
dii Universel doit lre recu pour tei, dans l'acceptation qu'en fait
Concile qui

tutta la Chiesa

e
le

1203

La
Pglise. \Prtendiis Riforn s convaincus de schisme, II, 7, pag. 289.)
Chiesa conferma i Concilii (non da loro autorit) nello slesso modo che essa coi suoi
canoni biblici conferma i singoli libri della Ribia, mentre naturalmente I' autorit)
dei medesimi non deriva dalla Chiesa. Anche qui essa teslis, non auctor Jdei.

504

IL CONCILIO VATICANO.

Da questo come dipende da

ultimo tutto, come lo dimoanni memorabili del 359, 449, 754, ec. In quanto al
silenzio forzatamente imposto non si sarebbe mai dovuto citare
il Concilio di Trento,
perch in primo luogo il silenzio fu in
quel Concilio semplicemente raccomandato, e in secondo luogo
questa esortazione non si riferiva che alla divulgazione delle
proposte che si facevano, perch esse in quei tempi potevano
nei paesi lontani esser tenute per veri decreti; cosa che al
giorno d' oggi nelle presenti condizioni del giornalismo sarebbe
strano

gli

del tutto impossibile.


Il

9 marzo 4870.

G. DOELLINGER.
(Estratto dalla Allgemeine Zeitung, dell'-M

marzo

4870.)

Documento XVIII.

PIUS EPISCOPUS
SERVUS SERVORUM DEI

SACRO APPRODANTE CONCILIO


AD PERPETUACI REI MEMORIA!.
Dei Filius et generis humani Redemptor Dominus noster
Jesus Christus, ad Patrem coelestem rediturus, cum Ecclesia sua
in terris militante, omnibus diebus usque ad consummalionem
saeculi futurum se esse promisit. Quare dilectae sponsae praesto
esse, adsistere docenti, operanti benedicere, periclitanti opem ferre
nullo unquam tempore destitit. Haec vero salutaris eius providentia, cum ex aliis beneGciis innumeris continenter apparuit,
tum iis manifestissime comperta est fructibus, qui orbi christiano e Conciliis QEcumenicis ac nominatim e Tridentino, iniquis licet temporibus celebrato, amplissimi provenerunt. Hinc
enim sanctissima religionis dogmata pressius definita uberiusque exposita, errores damnati atque cohibiti; hinc ecclesiastica
disciplina restituta firmiusque sancita, promotum in Clero scientiae et pietatis studium, parata adolescentibus ad sacram mili-

tiam educandis collegia, christiani denique populi mores et


accuratiore fidelium eruditione et frequentiore sacramenlorum
usu instaurati. Hinc praeterea arctior membrorum cum visibili
Capite communio, universoque Corpori Christi mystico additus
vigor; hinc religiosae multiplicatae familiae, aliaque chrislianae
ad sanguinis
pietatis instiluta; hinc ille eliam assiduus et usque
effusionem constans ardor in Christi regno late per orbem pro-

pagando.

Verumtamen haec aliaque

insignia

emolumenta, quae per

DOCUMENTI.
ultimanti

maxime oecumenicam Synodum

dum

505
divina clementia Ec-

quo par est, animo recolimus;


acerbum compescere haud po-;sumus dolorem ob mala gravissima, inde potissimum orla, quod eiusdem sacrosanclae Synodi
apud permultos vel auctoritas contempla, vel sapientissima neclesiae largita est,

grato,

glecla fuere decreta.


Nemo enim ignorat, haereses, quas Tridentini Patres proscripserunt, num reiecto divino Ecclesiae magisterio, res ad religionem spectantes privati cuiusvis iudicio permitterentur, iu
sectas paullatim dissolutas esse multiplices, quibus inter se dissentientibus et concertantibus, omnis tandem in Ghristum fides.

apud non paucos labefactata est. Itaque ipsa sacra Biblia, quae
antea chistianae doctrinae unicus fons et iudex asserebantur,
iam non pr divinis haberi, imo mythicis commentis accenseri
coeperunt.
Tum nata est et late nimis per orbem vagata illa rationalismi seu naturalismi doctrina, quae religioni christianae utpote
supernalurali instituto per omnia adversans, stimino studio molitur, ut Christo, qui solus Dominus et Salvator noster, est a
mentibus humanis, a vita et moribus populorum excluso, merae
quod vocant rationis vel naturae regnum stabiliatur. Relieta
autem proiectaque Christiana religione, negato vero Deo et Christo eius, prolapsa tandem est multorum mens in pantheismi,
materialismi, atheismi barathrum, ut iam ipsam rationalem naiusti rectique normam negantes,ima humanae
fundamenta diruere connitantur.
Hac porro impietate circnmquaque grassante, infeliciter con-

turarli,

omnemque

societatis

catholicae Ecclesiae filiis a via verae pieiisque, diminutis paullatim veritatibus, sensus calholicus atlenuaretur. Variis enim ac peregrinis doctrinis
abducti, naturam et gratiam, scientiam humanam et Gdem divitigit, ut plures etiam
tatis aberrarent, in

narci

perperam commiscentes, genuinum sensum dogmatum, quem

tenet e docet Sancta .Maler Ecclesia, depravare, integritatemque


et sinceritatem fidei in periculum adducere comperiuntur.
Quibus omnibus perspectis, fieri qui potest, ut non commoveantur intima Ecclesiae viscera? Quemadmodum enim Deus
vult omnes homines salvos fieri, et ad agnitionem veritatis ve-

quemadmodum Christus venit, ut salvum faceret, quod


perierat, et tilios Dei, qii erant dispersi, congregaret in unum,
ita Ecclesia, a Deo
populorum mater et magistra constiluta :
omnibus debiiricem se novit, ac lapsos erigere, labantes sustinenire;

confirmare bonos et ad meliora provehere


parata semper et intenta est. Quapropter nullo tempore a Dei
veritate, quae sanai omnia, testanila et piaedicanda quiescere
re, reverlentes amplecti,

dictum esse non ignorans: Spiritus meus, qui est in


verba mea, quae posui in ore tuo, non recedent. de ore

potest, sibi
te, et

tuo

amodo
1

Is,

et

lix,

usque in sempilernum.
21.

506

IL CONCILIO VATICANO.

giis,

Nos itaque, inhaerentes Praedecessorum Nostrorum vestipr supremo Nostro Apostolico munere veritatem catholicam

docere ac tueri, perversasque doctrinas reprobare nunquam intermisimus. Nunc autem sedentibus Nobiscum et iudicantibos
universi orbis Episcopis, in hanc oecumenicam Synodum auctoritate Nostra in Spiritu Sancto congregatis, innixi Dei verbo
scripto et tradito, prout ab Ecclesia catholica sancte custoditum
et genuine expositum accepimus, ex hac Petri Cathedra in conspectu omnium salutarem Christi doctrinam profiteri et declarare constituimus, adversis erroribus potestate nobis a Deo tradita proscriptis atque damnatis.

Caput

I.

De Deo rerum omnium Creatore.


Sancta Catholica Apostolica

unum

Romana

Ecclesia credit et con-

Deum

veruni et vivum, Creatorem ac Dominum


esse
fitetur,
coeli et terrae, omnipotentem, aeternum, immensum, incom-

prehensibilem, intellectu ac voluntate omnique perfectione inficum sit una singularis, simplex omnino et incommutabilis substantia spiritualis, praedicandus re et essentia a mundo
distinctus, in se et ex beatissimus, et super omnia, quae praeter
ipsum sunt et concipi possunt, ineffabiliter excelsus.
Hic solus verus Deusbomtate sua et omnipotenti virtute
non ad augendam suam beatiludinem, nec ad acquirendam, sed
ad manifestandam perfectionem suam per bona, quae creaturis
imperitur, liberrimo Consilio simul ab initio temporis utramque
de nihilo condidit creaturam, spiritualem et corporalem, angelicam videlicet et mundanam, ac deinde humanam quasi communem ex spiritu et corpore constitutam. ?
Universa vero, quae condidit, Deus providentia sua tuetur
atque gubernat, attingens a 6ne usque ad fnem fortiter, et di2
sponens omnia suaviter. Omnia enim nuda et aperta sunt oculis
3
ea etiam, quae libera creaturarum actione futura sunt.
eius,

nitum; qui

Caput

De

II.

revelatione.

Eadem Sancta Mater Ecclesia tenet et docet, Deum, rerum


omnium principium et finem, naturali humanae rationis lumino
e rebus creatis certo cognosci posse; invisibilia enim ipsius, a
creatura mundi, per ea quae facta suntintellecta,conspiciuntur:*

attamen placuisse eius sapientiae et bonitati,


1

Conc. Later. IV, e.


*
Sap., Vili, 1.
*
Cf., Hfbr., VI, 13.
*

Rom., I, 10.

1.

Firmiter.

alia,

eaque super-

DOCUMENTI.

507

naturali via se ipsum ac aeterna voluntatis suae decreta hnmano


generi revelare, elicente Apostolo: Multifariam, mullisque modis
olim Deus loquens patribus in Prophetis: novissime, diebus istis
locutus est nobis in Filio.
Huic divinae revelationi tribuendum quidem est, ut ea, quae
in rebus divinis humanae rationi per se impervia non sunt, in
praesenti quoque generis humani conditione ab omnibus expedite, firma certitudine et nullo admixto errore cognosci possint.
Non hac tamen de causa revelatio absolute necessaria dicenda
est, sed quia Deus ex infinita bonitate sua ordinavit hominem

ad finem supernaturalem, ad participanda scilicet bona divina,


quae humanae mentis intelligentiam omnino superant; siquidem
oculus non vidit, nec auris audivit, nec in cor hominis ascendit,
2
quae praeparavit Deus iis, qui diligunt illum.

Haec porro supernaturalis revelatio, secundum universalis


Ecclesiae fidem, a sancta Tridentina Synodo declaratam, continetur in libris scriptis et sine scripto traditionibus, quae ipsius
Christi ore ab Apostolis arceptae, aut ab ipsis Apostolis Spiritu
Sancto dictante quasi per manus traditae, ad nos usque pervenerunt. 3 Qui quiden veteris et novi Testamenti libri integri cum
omnibus suis partibus, prout in eiusdem Concilii decreto recensentur, et in vetero vulgata latina editione habentur, pr sacris
et canonicis suscipiendi sunt. Eos vero Ecclesia pr sacris et canonicis habet, non ideo quod sola humana industria concinnati,
sua deinde auctoritate sint approbati; nec ideo dumtaxat, quod
revelationem sine errore contineant; sed propterea quod Spiritu
Sancto inspirante conscripti Deum habent auctorem, atque ut
tales ipsi Ecclesiae traditi sunt.
Quoniam vero, quae sancta Tridentina Synodus de interpretatione divinae Scripturae ad corcenda petulantia ingenia
salubriter decrevit, a quibusdam hominibus prave exponuntur,
Nos, idem decretum renovantes, hanc illius mentem esse declaramus, ut in rebus (idei et morum, ad aedificationem doctrinae
Christianae pertinentium, is pr vero sensu sacrae Scripturae
habendus sit, quem tenuit ac tenet Sancta Mater Ecclesia, cuius
est iudicare de vero sensu et interpretatione Scripturarum sanctarum; atque ideo nemini licere contra hunc sensum, aut etiam
contra unanimem consensum Patrum ipsam Scripturam sacram
interpretari.

Caput

De

Quum homo
Hehr.,

2 d
3

fide,

Deo tanquam Creatore

et

Domino suo

totus

et ratio creata increatae Ventati penitus subiectasit,

dependeat,
1

III.

Cor.,

I,

1-2.

II, 9.

Conc. Triti,

sess.

IV, Decr. de Can. Script.

508

IL CONCILIO VATICANO.

revelanti Deo intellectus et voluntatis obsequium fide


praestare tenemur. Hanc vero fider, quae humanae salutis initium est, Ecclesia catholica profitetur, virtutem esse supernaturalem, qua, Dei aspirante et adiuvante gratia, ab eo revelata
vera esse credimus, non propter inlrinsecam rerum venlatem
naturali rationis lumine perspectam, sed propter auctoritatem
ipsius Dei revelantis, qui nec falli nec fallere potest. Estenim

plenum

fides,

testante Apostolo,

sperandarum substantia rerum, argu*

mentum non apparentium.

Ut nihilominusfidei nostrae obsequium rationi consentaneum


esset, voluit Deus cum internis Spiritus Sancti auxiliis externa
iungi revelationis suae argumenta, facta scilicet divina, atque
imprimis miracula et prophetias, quae cum Dei omnipolentiam
et infinitam scientiam luculenter commonstrent, divinae revelationis signa sunt certissima et omnium intelligenliae accommodata. Quare tum Moyses et Prophetae, tum ipse maxime Christus

Dominus multa

et manifestissima miracula et prophetias ediderunt; et de Apostolis legimus: Illi autem profecti praedicaverunt

ubique, Domino cooperante, et sermonem confirmante, sequen2


Et rursum scriptum est: Habemus firmiorem propheticum sermonem, cui bene facitis attendentes quasi lucernae

tibus signis.

lucenti in caliginoso loco.

Licet autem fiJei assensus

nequaquam sit motus animi caecus: nemo tamen evangelicae praedicationi consentire potest, sicut oportet ad salutem consequendam, absque illummatione et
inspiratione Spiritus Sancti, qui dat omnibus suavitatem in consentiendo et credendo ventati.* Quare fides ipsa in se, etiamsi
per charitatem non operetur, donum Dei est, et actus eius est
opus ad salutem pertinens, quo homo liberam praestat ipsi Deo
obedientiam, gratiae eius, cui resistere posset, consentiendo et
cooperando.
Porro fide divina et catholica ea omnia credenda sunt, quae
in verbo Dei scripto vel tradito, continentur, et ab Ecclesia
sive solemni iudicio sive ordinario et universali magisterio tamquam divinitus revelata credenda proponuntur.
Quoniam vero sine fide impossibile est piacere Deo, et ad
flliorum eius consortium pervenire; ideo nemini unquam sine
illa contigit iu>tificatio, nec ullus, nisi in ea
perseveraverit usque
in finem, vitam aeternam assequetur. Ut autem officio veram
fidem amplectendiflin eaque constanter perseverandi satisfacere
possemus, Deus per Filium suum unigenitum Ecclesiam instituit,
suaeque inslitutionis manifestis notis instruxit, ut ea tamquam
custos et magistra verbi revelati ab omnibus posset agnosci.
Ad solam enim catholicam Ecclesiam ea pertinent omnia, quae
ad evidentem fidei christianae credibilitatem tam multa et tam
1

H.hr., XI, i.

Mire, XVI, 20.

Syn. Araus., II, can.

Peli-,

I,

19.
7.

50$

DOCUMENTI.

mira divinitus sunt disposila. Quin etiam Ecclesia per se ipsa r


ob suam nempe admirabilem propagationem, eximiam sancitatem et inexhaustam in omnibus bonis foecunditalem, ob catholicam unitatem, invictamque stabilitatem, magmi m quoddam et
perpetuum est moJivum credibilitatis et divinae suae legationisteslimonium irrefragabile.
1
Quo flt, ut ipsa veluti signum levatum in nationes, et ad
se invitet, qui nondum crediderunt, et filios suos certiores faciat, firmissimo niti fundamenlo fidem, quam profitentur. Cui
quidem testimonio efficax subsidium accedit ex superna virtute..
Etenim benignissimus Dominus et errants gratia sua exciiat atque
adiuvat, ut ad agnitionem veritatis venire possint; et eos, quos
de tenebris transtulit io admirabile lumen suum, in hoc eodem
lumine ut perseverent, gratia sua confrmat, non deserens, nisi
deseratur. Quocirca minime par est conditioeorum, qui per eoeleste fidei donum catholicae veritati adhaeserunt; alque eorum,
qui ducti opinionibus humanis, falsam religionem sectantur; j Ili
enim, qui fidem sub Ecclesiae magisterio susceperunt, nullam
unquam habere possunt iustam causam mutandi, aut in dubium

eamdem revocando Quae cum ita sint, gratias agente^


Deo Patri, qui dignos nos fecit in partem sortis sanctorum in

fidem

tantam

lumine,

auctorem

ne
et

fidei

negligamus salutem,

sed

aspicientes in.
spei no-

consummatorem lesum, teneamus

strae confessionem indeclinabilem.

Caput

De

IV.

fide et ratione.

Hoc quoque perpetuus Ecclesiae

catholicae consensus tenuit


duplicem esse ordinem cognitionis, non solum principio, sed obiecto etiam distinctum: principio quidem, quia
in altero naturali ratione, in altero fide divina cognoscimus:
obiecto autem, quia praeter ea, ad quae naturalis ratio pertingere potest, credenda nobis proponuntur mysleria in Deo
abscondita, quae, nisi revelata divinitus, innotescere non pos-

et tenet,

sunt. Quocirca Apostolus, qui a gentibus peum per ea, quae


facta sunt, cognitum esse testatur, disserens tamen de gratia
*
et veritate, quae per lesum Christum facta est,
pronuntiat:
in
abscondita
Dei
est,
sapientiam
mysterio, quae
Loquimur

praedestinavit Deus ante saecula in gloriam nostrani,,


nobis autem
nerno principimi huius saeculi cognovit:
revelavit Deus per Spiritum suum: Spintus enim omnia scru3
Et ipse Unigenitus confitetur Patria
tatur, etiam profunda Dei.

quam
quam

Is,

XI, i%

Ioan.,
1

I,

17.

Cor., II

7-9.

540

IL CONCILIO VATICANO.

quia abscondit haec a sapientibus, et prudentibus, et revelal


vit ea parvulis.
Ac ratio quidem, fide illustrata,

cum sedulo, pie et sobrie


quaerit, aliquam, Deo dante, mysteriorum intelligentiam eamque
fructuosissimam assequitur, tum ex eorum, quae naturaliter
cognoscit, analogia, tura e mysteriorum ipsorum nexu inter se
et cum fine hominis ultimo; nunquara tamen idonea redditur
ad ea perspicienda instar veritatum, quae propnam ipsius
obiectum constiluunt. Divina enim mysteria suapte natura intellectum creatum sic excedunt, ut etiam revelalione tradita et
fide suscepta,
ipsius tamen fidei velamine contecta et quadam
quasi caligine obvoluta maneant, quamdiu in hac mortali vita
peregrinamur a Domino: per fidem enim ambulamus, et non
per speciem.

Verum

fides sit supra rationem, nulla tamen unquam


inter fidem et rationem vera dissensio esse potest: cum idem
Deus, qui mysteria revelat et fidem infundit, animo humano
rationis lumen indiderit; Deus autem negare seipsum non posetsi

sit, nec verum vero unquam contradicere. Inanis autem huius


contradictionis species inde potissimum oritur, quod vel fidei
dogmata ad mentem Ecclesiae intellecta et exposita non fuerint,
vel opinionum commenta pr rationis effatis habeantur. Omnem
igitur asse'rtionem ventati illuminatae fidei contrariam omnino
falsam esse definimus. 3 Porro Ecclesia, quae una cum aposto-

lico munere docendi, mandatum accepit, fidei depositum custodiendi, ius et offcium divinitus habet falsi nominis scientiam
proscribendi, ne quis decipiatur per philosophiam, et inanem
fallaciam. * Quapropter omnes Christian! fideles huiusmodi opiniones, quae fidei doctrinae contrariae esse cognoscuntur
maxime si ab Ecclesia reprobatae fuerint, non solum prohibentur tanquam legitimas scientiae conclusiones defendere, sed
pr errori bus potius, qui fallacem verilatis speciem prae se
ferant habere, tenentur omnino.
,

Neque solum fides et ratio inter se dissidere nunquara possunt, sed opera quoque sibi mutuanti ferunt, cumrecta ratio fidei
fundamenta demonstret, eiusque lumine illustrata rerum divinarum scientiam excolat; fides vero rationem ab erroribus liberet
ac tuealur, eamque multiplici cognitione instruat. Quapropter
tantum abest, ut Ecclesia humanarum artium et disciplinarum
culturae obsistat, ut hanc multis modis iuvet alque promoveat.
Non enim commoda ab iis ad hominum vitam dimananlia aut
ignorat aut despicit; fatetur imo, eas, quemadmodum a Deo,
scientiarum Domino, profectae sunt, ita si rite pertractentur,
ad Deum, iuvante eius gratia, perducere. Nec sane ipsa vetat,
ne huiusmodi disciplinae in suo quaeque ambitu propriis utan1

Math., XI, 25.


2 Cor., V, 7.
Conc. Lat. V, Bulla Apostolici regiminis.
Coloss., II, 8.

DOCUMENTI.

511

tur principiis et propria methodo; sed iustam hanc libertatem


agnoscens, id sedalo cavet, ne divinae doctrinae repugnando
errores in se suscipiant, aut fines proprios transgressae, ea,

quae sunt Bdei, oceupent et perturbent.


Neque enim fidei doctrina, quam Deus revelavit, velut
philosophicum inventum pioposita est humanis ingeniis perfcienda, sed tamquarn divinum depositimi Gbristi Sponsae tradita, fideliter custodienda et infallibiliter declaranda. Hinc
sacrorum quoque dogmatum is sensus perpetuo est retinendus,
quem semel declaravit Sancla Mater Ecdesia, nec unquam ab
eo sensu, altioris intelligentiae specie et nomine, recedendum.
Crescat igitur et multum vehementerque proficiat, tam singulorum, quam omnium, tam unius hominis, quam totius Ecclesiae, aetatum ac saeculorum gradibus, intelligentia, scientia,
sapientia: sed in suo dumtaxat genere, in eodem scilicet dol
ghiate, eodem sensu, eademque senlentia.

GANONES.
I.

De Beo rerum omnium

Creatore.

i. Si qnis unum veroni Deum visibilium et invisibilium


et Dominum negaverit; anathema sit.

Creatorem

Si quis praeter

anathema

buerit;

materiam

nihil esse affirmare

non eru-

sit.

dixerit, unam eandemque esse Dei et rerum


substanliam vel essentiam; anathema sit.
4. Si quis dixerit, res finitas, tum corporeas tum spirituales, aut saltem spirituales, e divina substantia emanasse;
aut divinam essentiam sui manifestatione vel evolulione
3.

Si quis

omnium

omnia;

fieri

Deum esse ens universale seu indefinitum,


sese determinando constituat rerum universitatem in ge-

aut denique

quod

nera, species et individua distinctam; anathema sit.


5. Si quis non confileatnr, mundum, resque omnes, quae
in eo continentur, et spirituales et materiales, secundum totam
suam substantiam a Deo ex nihilo esse productas;
aut Deum dixerit non voluntate ab omni necessitate libera,
sed tam necessario creasse, qnam necessario amat seipsum;
aut mundum ad Dei gloriam conditura esse negaverit;

anathema
1

sit.

Vinc. Lir.

Common.,

n.

28.

512

IL CONCILIO VATICANO.

II.

De
t.

Si quis dixerit,

revelatione.

Deum unum

et

verum, Creatorem

et

Dominum nostrum,

per ea, quae facta sunt, naturali rationis


humanae lumine certo cognosci non posse; anathema sit.
2. Si quis dixerit, fieri non posse, aut non expedire, ut,
per revelationem divinam homo de Deo, cultuque ei exhibendo
edocealur; anathema sit.
3. Si quis dixerit, hominem ad cognitionem et perfectionem, quae naturalem superet, divinilus evehi non posse, sed
ex seipso ad omnis tandem veri et boni possessionem iugi
profectu perliugere posse et debere; anathema sit.
4. Si quis sacrae
Scripturae libros integros cum omnibus
suis partibus, prout illos sancta Tridentina Synodus recensuit,
pr sacris et canonicis non susceperit, aut eos divinitus inspiratos esse negaverit; anathema sit.
III.

De

fide.

4. Si quis dixerit, rationem hnmanam ita independentem


esse, ut fides ei a Deo imperari non possit; anathema sit.
2. Si quis dixerit, fidem divinam a naturali de
Deo et
rebus moralibus scientia non distingui, ac propterea ad fidem
divinam non requiri, ut revelata veritas propter audtoritatem
Dei revelantis cr^datur; anathema sit.
3. Si quis dixerit, revelationem divinam externis signis
credibilem fieri non posse, ideoque sola interna cuiusque experientia aut inspiraiione privata homines ad fidem moveri de-

bere; anathema

sit.

quis dixerit, mirarula nulla fieri posse, proindeque


omnes de iis narrationes, ettam in saera Scriptura contentas,
inter fabulas vel mythos ablegandas esse, aut mirarula certe
cognosci nunquam posse, nec iis divinam religionis christianae
4.

Si

originem

rite probari;

anathema

sit.

quis dixerit, assensum fidei christianae non esse liberum, sed argumentis humanae rationis necessario produci;
aut ad solam fidem vivam, quae per charitatem operatur gratiam Dei necessariam esse; anathema sit.
6. Si quis dixerit, parem esse conditionem fdelium atque
eorum, qui ad fidem unice veram nondum pervenerunt, ita ut
catholici iustam causam habere possint, fiJem, quam sub Ec5. Si

iam suseeperunt, assensi! suspenso in dubium


vocandi, donec demonstrationem scientificam credibilitatis et
veritatis fidei suae absolverint; anathema sit.
clesiae magisterio

513

DOCUMENTI.
IV.

De

fide et ratione.

\. Si quis dixerit, in revelatione divina nulla vera et


proprie dieta mysteria contineri, sed universa fidei dogmata
posse per rationem rite excultam e naturalibus principiis intelligi et demonstrari; anathema sit.
2. Si quis dixerit, disciplinas humanas ea cuna libertate
tractandas esse, ut earum assertiones, etsi doctrinae revelatae
adversentur, tanquam verae retineri, neque ab Ecclesia pro-

scribi possint;
3. Si quis

anathema

sit.

dogmatibus ab Ecclesia
aliquando secundum progressum scientiae sensus
tribuendus sit alius ab eo, quem intellexit et inlelligit Eccledixerit, fieri posse, ut

propositis,
sia;

anathema

sit.

Itaque supremi pastoralis Nostri officii debitum exequentes, omnes Christi fideles, maxime vero eos, qui praesunt vel
docendi munere funguntur, per viscera lesu Christi obtestamur, nec non eiusdem Dei et Salvatoris nostri auctoritate
iubemus, ut ad hos errores a Sancta Ecclesia arcendos et eli-

minandos, atque purissimae fidei lucem pandendam studium


et operam conferant.
Quoniam vero satis non est, haereticam pravitatem devitare, nisi ii quoque errores diligenter fugiantur, qui ad illam
plus minusve accedunt; omnes olficii monemus, servandi etiam
Conslitutiones et Decreta, quibus pravae
isthic diserte

quae

eiusmodi opiniones,

non enumeranlur, ab hac Sancta Sede pro-

scriptae et prohibitae sunt.


Dalum Romae in publica Sessione in Vaticana Basilica
solemniter celebrata, anno Incarnationis Dominicae millesimo
octingentesimo septuagesimo, die vigesima quarta Aprilis.
Pontificatus Nostri anno vigesimo quarto.
Ita est.

Iosephus Episcopus S. Hippolyti,


Secreta rius Concila Vaticani.
(Dalla Civilt Cattolica, 7

maggio 4870.)

Documento XIX.
Formule. 1

Les soussigns prlres et clercs du diocse de Florence,


rpondant l'invitation faite au Clerg italien, offreut au
1

Le pre'sent modle de souscription devra tre remis, en tnme


temps
les ofTraodes recueillies, l'ili, et Rv.. chanoine N. au Se'minaire
florentia,
tard
plus
que le 24 juin.

33

que
pas

544

IL CONCILIO VATICANO.

Concile OEcumnique leur modeste obole pour le soulagement


de l'auguste pauvret du Vicaire de Jsus-Christ et saisissent
avec empressement cette occasion nouvelle d'affirraer leur d,

vouement

sa Personne sacre, leur zle pour ses droits sacrosaints et leur foi inbranlable son infaillible autorit.

(Suivent
(De

L'Italie,

les

signatures

du

Clerg.)

juillet 4870.)

Documento XX.

CONSTITUTIO DOGMATICA
PRIMA

DE ECCLESIA CHRISTI
EDITA

IN

SESSIONE

QUARTA.

SACROSANTI OECUMENICI CONCILII VATICANI.


PIUS EPISCOPUS
SERVUS SERVORUM DEI

SACRO APPROBANTE CONCILIO


Ad perpetuarli rei memoriam.
Pastor aeternus et episcopus animarum nostrarura, ut salutiferum redemptionis opus perenne redderet, sanctam aedificare Ecclesiam decrevit, in qua veluti in domo Dei viventis
fideles omnes unius fidei et charitatis vinculo continerentur.

Quapropter, priusquam clarificaretur, rogavit Patrem non pr


Apostolis tantum, sed et pr eis, qui credituri erant per verbum
eorum in ipsum, ut omnes unum essent, sicut ipse Filius et
Pater unum suct. Ouemadmodum igitur Apostolos, quos sibi de

mundo elegerat, misit, sicut ipse missus erat a Patre; ita in Ecclesia sua Pastores et Doctores usque ad censummationem saeculi esse voluit. Ut vero Episcopatus ipse unus et indivisus esset, et per cohaerentes sibi invicem sacerdotes credenti um
multitudo universa in fidei et communionis unitate conservaretur,

beatum Petrum caeteris Apostolis praeponens in ipso instituit


perpetuum utriusque unitatis principium ac visibile fundamentum, super cuius fortitudinem aeternum exstrueretur templum,
et Ecclesiae coelo inferenda sublimitas in huius fidei

firmitate

consurgeret. Et quoniam portae inferi ad evertendam si fieri


posset, Ecclesiam contra eius fundamentum divinitus positum
,

S.

Leo M., serm. IV

(al.

Ili), cap.

2, in

diem Natalis

sui.

515

DOCUMENTI.

maiori in dies odio undique insurgunt; Nos ad catholici gregis


custodiam, incolumitatem, augmentum, necessarium esse iudicamus , sacro approbante Concilio, doctrinam de institutione,
in quo totius
perpetuitale, ac natura sacri Apostolici primatus,
Ecclesiae vis ac soliditas consistit, cunctis fidelibus credendam
et tenendam, secundum antiquam atque constantem universalis
Ecclesiae fidem, proponere, atque contrarios, dominico gregi

adeo perniciosos, errores proscribere

Caput

De

apostolici

et

condemnare.

I.

primatus in Beato Vetro

institutione.

Docemus itaque et declaramus, iuxta Evangelii testimonia


primatum iurisdictionis in universam Dei Ecclesiam immediate
et directe beato Petro Apostolo promissum atque collatum a Christo Domino fuisse. Unum enim Simonem, cui iam pridem dixe1
rat: Tu vocaberis Cephas,
postquam ille suam edidit confessionem inquiens: Tu es Christus, Filius Dei vivi, solemnibus
his verbis allocutus est Dominus: Beatus es Simon Bariona,
quia caro, et sanguis non revelavit Ubi, sed Pater meus, qui in
coelis est: et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super nane
petram aedificabo Ecclesiam meam, et portae inferi non praevalebunt adversus eam: et libi dabo claves regni coelorum: et
ligaveris super terram, erit ligatum et in coelis: et
3
solveris super terram, erit solutum et in coelis.
Atque uni Simoni Petro contulit lesus post suam resurrectionem
summi pastoris et rectoris iurisdictionem in totum suum ovile

quodeumque
quodeumque

dicens: Pasce agnos meos: Pasce oves meas.

Huic tam manife-

stae sacrarum Scripturarum doctrinae, ut ab Ecclesia catholica


semper intellecta est, aperte opponuntur pravae eorum sententiae, qui constitutam a Christo Domino in sua Ecclesia regiminis
formanti pervertentes, negant solum Petrum prae ceteris Apo-

seorsum singulis sive omnibus simul , vero proprioiurisdictionis primatu fuisse a Christo instructum: aut qui

stolis, sive

que

affirmant eundem primatum non immediate, directeque ipsi


beato Petro, sed Ecclesiae, et per hanc illi, ut ipsius Ecclesiae
ministro, delatum fuisse.
Si quis igitur dixerit, beatum Petrum Apostolum non esse
a Christo Domino constitutum Apostolorum omnium principerei
et totius Ecclesiae militantis visibile caput; vel eundem honoris
tantum; non autem verae propriaeque iurisdictionis primatum
ab eodem Domino Nostro lesu Christo directe et immediate accepisse;
1

anathema

sit.

Ioan, I, 42.

XVI, 46-19.
XXI, 45-17.

Matth.,
Ioan.,

IL CONCILIO VATICANO.

516

Caput

De

II.

perpetuitate primatus Beali Vetri


in Romanis Pontificibus.

Quod autem in beato Apostolo Petro, princeps pastorum et


magnus ovium Dominus Christus Iesus in perpetuarli salutem ac perenne bonum Ecclesiae instituit, id eodem auclore
pastor

Ecclesia, quae fundata super petram ad finem saeculorum


stabit, iugiter durare necesseest. Nulli sane dubium,
imo saeculis omnibus notum est, quod sanctus beatissimusque
in

usque firma

Petrus, Apostolorum princeps et caput, fdeique columna, et


Ecclesiae catholicae fundamentum, a Domino Nostro Iesu Christo, Salvatore humani generis ac Redemptore, claves regni ac-

hoc usque tempus et semper in suis successoribus,


episcopis Sanctae Romanae Sedis, ab ipso fundatae, eiusque
consecratae sanguine, vivit et praesidet et iudicium exercet. 1
Unde quicumque in hac Cathedra Petro succedit, is secundum
Christi ipsius instilutionem primatum Petri in universam Ecclesiam obtinet. ftranet ergo dispositio veritatis, et bealus Petrus
in accepta fortitudine petrae perseverans suscepta Ecclesiae gucepit: qui ad

bernacula non reliquit. 2 Hac de causa ad Romanam Ecclesiam


propter potentiorem principalitatem necesse semper fuit omnem
convenire Ecclesiam, hoc est, eos, qui sunt undique fideles, ut
in ea Sede, e qua venerandae communionis" iura in omnes dima-

tamquam membra 3in


compagem coalescerent.
nant,

unam

capite consociata, in

corporis

Si quis ergo dixerit, non esse ex ipsius Christi Domini iniure divino, ut beatus Petrus in primatu super

stitutione, seu

universam Ecclesiam habeat perpetuos successores; aut Romanum Pontificem non esse beati Petri in eodem primatu successorem; analhema sit.

Caput

Le

vi et ratione

III.

primatus Romani Pontificis.

Quapropter apertis innixi sacrarum litterarum testimoniis,


inhaerentes tum Praedecessorum Nostrorum, Romanorum Pontificum, tum Conciliorum generalium disertis, perspicuisqtie decrelis, innovamus OEcumenici Concilii Fiorentini defnitionem,
et

qua credendum ab omnibus Christi

Sanclam Apo-

fidelibus est,

stolicam Sedem, et Romanum Pontificem in universum orbem


tenere primatum, et ipsum Ponticem Romanum successorem esse
1

Cf.

2 S.
8 S.

Ephwini Concilii, Act. III.


Leo M, Senn. Ili (al. IIj, cap. 3.
Adv. haer., 1. Ili, e. 3 et Conc. Aquile!,

Iren

S. Ambros., ep. XI.

381

inter.

epp.,

DOCUMENTI.

517

beati Petri principis Apostolorum, et verum Christi Vicarium,


totiusque Ecclesiae caput, et omnium Christianorum patrem ac
doctorem existere; et ipsi in beato Petro pascendi, regendi et
gubernandi universalem Ecclesiam a Domino Nostro lesu Ghristo
plenam potestatem traditam esse; quemadmodum etiam in gestis
OEcumenicorum Conciliorum et sacris canonibus continetur.

Docemus proinde et declaramus, Ecclesiam Romanam, disponenle Domino, super omnes alias ordinariae potestatis obtinere principatum, et hanc Romani Pontificis iunsdictionis potestatem, quae vere episcopalisest, immediatam esse: erga quam
cuiuscumque ritus et dignitatis pastores atque fideles, tam seorsum singuli quam simul omnes, officio hierarchicae subordinationis, veraeque obedientiaeobstringuntur, non solum in rebus,
quae ad fidem et mores, sed etiam in iis, quae ad disciplinam
et regimen Ecclesiae per totum orbem diffusae pertinent; ita ut
custodita cum Romano Pontifice tam communionis, quam eiusdem fidei professionis unitate, Ecclesiae Christi sit unus grex
sub uno summo paslore. Haec est catholicae verilatis doctrina,
a qua deviare salva fide atque salute nemo potest.
Tantum autem abest, ut haec Summi Pontificis potestas officiat ordinariae ac immediatae illi episcopali iurisdictionis potestati, qua Episcopi, qui positi a Spiritu Sancto in Apostolorum
locum successerunt, tamquam veri pastores assignatos sibi greges, singuli singulos, pascunt et regunt, ut eadem a supremo et
universali Pastore asseratur, roboretur ac vindicetur,secundum
illud sancti Gregorii Magni: Meus honor est honor universalis
Ecclesiae. Meus honor est fratrum meorum solidus vigor. Tum
ego vere honoratus sum, cum singulis quibusque honor debitus
non negatur. 1

Porro ex suprema illa Romani Pontificis potestate gubernandi universam Ecclesiam ius eidem esse consequitur, in huius
sui muneris exercitio libere comunicandi cum pastoribus et
gregibus tolius Ecclesiae, ut iidem ab ipso in via salutis doceri
ac regi possint. Quare damnamus ac reprobamus illorum sententias, qui hanc supremi capitis cum pastoribus et gregibus

communicationem licite impediri posse dicunt, aut eandem reddunt saeculari potestati obnoxiam, ita ut contendant, quae ab
Apostolica Sede vel eius aucloritale ad regimen Ecclesiae constituuntur, vim ac valoremnon habere, nisi potestatis saecularis
placito confirmentur.
Et quoniam divino Apostolici primatus iure Romanus Pontifex universae Ecclesiae praeest, docemus etiam et declaramus,
eum esse iudicem supremum fidelium, 8 et in omnibus causis ad
examen ecclesiasticum spectantibus ad ipsius posse iudicium
3
recurri.
Sedis vero Apostoliche, cuius aucloritate maior non
est, iudicium a nemine fore retractandum, neque cuiquam de
1

Ep. ad Eulog. Alexandria., 1. Vili, ep. XXX.


VI, Breve Super soliditate, . 28, dot. 1736.

a Pii P.
8 Concil.

Oecum. Lugdun.

II.

518

IL CONCILIO

VATICANO.

iudicare iudicio. Quare a recto veritatis tramite


aberrant, qui affirmant, licere ab iudiciis Romanorum Pontificum ad QEcumenicum Concilium tamquam ad auctoritatem Roeius licere

mano

Pontifice superiorem appellare.


dixerit, Romanum Pontificera habere tantummodo offcium inspectionis vel directionis, non autem plenam et supremam potestatem iurisdictionis in universam EcSi quis itaque

clesiam, non solum in rebus, quae ad fidem et mores, sed etiam


in iis, quae ad disciplinam et regimen Ecclesiae
per totum orbem diffusae pertinent; aut eum habere tantum potiores partes,

non vero totam plenitudinem huius supremae potestatis; aut


hanc eius potestatem non esse ordinariam et immediatam sive

omncs ac singulas Ecclesias, sive in


stores et fideles; anathema sit.

in

Caput

De Romani

omnes

et singulos

pa-

IV.

Pontificis infallibili magisterio.

Ipso autem Apostolico primatu,

quem Romanus

Pontifex,

principis Apostolorum successor, in universam


Ecclesiam obtinet, supremam quoque magislerii potestatem comprehendi, haec Sancta Sedes semper tenuit, perpetuus Ecclesiae
usus comprobat, ipsaque (Ecumenica Concilia, ea imprimis, in

tamquam

Petri

quibus Oriens cum Occidente in fidei charitatisqueunionem conveniebat, declaraverunt. Patres enim Concilii Constantinopolitani quarti maiorum vestigiis inhaerentes, hanc solemnem ediderunt professionem: Prima salus est, rectae fidei regulam
custodire. Et quia non potest Domini Nostri lesu Christi pratermitti sententia dicentis: Tu es Petrus, et super hanc petram
aedificabo Ecclesiam meam, haec, quae dieta sunt, rerum prbantur effectibus, quia in Sede Apostolica immaculata est semper catholica reservata religio, et sancta celebrata doctrina. Ab
huius ergo fide et doctrina separari minime cupientes, speramus,
ut in una communione, quam Sedes Apostolica praedicat, esse
mereamur, in qua est integra et vera Christianae religionis so2
liditas.
Approbante vero Lugdunensi Concilio secundo, Graeci
professi sunt: Sanctam Romanam Ecclesiam summum et plenum
primatum et principatum super universam Ecclesiam calholicam
obtinere, quem se ab ipso Domino in beato Petro Apostolorum
principe sive vertice, cuius Romanus Pontifex est successor, cum
potestatis plenitudine recepisse veraciter et humiliter recognoscit, et sicut prae caeteris tenetur fidei veritatem Refendere, sic
et, si quae de fide subortae fuerint quaestiones, suo debent iudicio definiri. Florentinum denique Concilium definivit: PontifiEp. Nicolai I, ad Michaelem Imperatorem.
Ex formula S. Hoimisdae Papae, proul ab Hadriano II. Patribus ConOEcumeaiei Vili, Constautiaopolitani IV, proposita et ab iisdem sub1

cilii

scripta est.

DOCUMENTI.

519

cem Romanum, verum Christi Vicarium, totiusqne Ecclesiae


omnium Christianorum patrem ac doctorem existere; et

caput et

ipsi in beato Retro pascendi, regendi acgubernandi universalem


Ecclesiam a Domino Nostro lesu Christo plenam potestatem tra-

ditane esse.

Huic pastorali muneri ut satisfacerent, Praedecessores Noindefessam semper operam dederunt, ut salutaris Christi
doctrina apud omnes terrae populos propagaretur, parique cura
vigilarunt, ut, ubi reeepta esset, sincera et pura conservaretur.
Quocirca totius orbis Antistites, nunc singuli nunc in Synodis
congregati, longam Ecclesiarum consuetudinem, et antiquae regulae formam sequentes, ea praesertim pericula, quae in negotiis fidei emergebant, ad hanc Sedem Apostolicam retulerunt,
ut ibi potissimum resarcirentur damna fidei, ubi fides non potest sentire defectum.
Romani autem Pontifices_, prout temporum et rerum conditio suadebat, nunc convocatis OEcumenicis
stri

Conciliis, aut explorata Ecclesiae per orbem dispersae sentennunc per Synodos particulares, nunc ahis, quae divina suppeditabat providentia, adhibitis auxiliis, ea tenenda definiverunt,
quae sacris Scripturis et a^ostolicis Traditionibus consentanea,
Deo adiutore, cognoverant. Neque enim Petri successoribus Spiritus Sanctus promissus est, ut eo revelante novanti doctrinam
tia,

patefacerent, sed ut eo assistente traditam per Apostolos revefidei depositum sancte custodirent et fideliter exponerent. Quorum quidem apostolicam doctrinam omnes venerabiles Patres amplexi etsancti Doctores orthodoxi venerati atque
secuti sunt; pienissime scientes, hanc sancti Petri Sedem ab
omni semper errore llibatam permanere, secundum Domini Salvaloris Nostri divinam pollicitationem discipulorum suorum
principi factam: Ego rogavi pr te, ut non denciat fides tua, et
tu aliquando conversus confirma fratres tuos.

lationem seu

Hoc

igitur veritatis et fidei

numquam

deficientis

charisma

Petro eiusque in hac Cathedra successoribus divinitus collatura


est, ut excelso suo munere in omnium salutem fungerentur, ut
universus Christi grex per eos ab erroris venenosa esca aversus,
coelestis doctrinae pabulo nutriretur, ut sublata schismatis occasione Ecclesia tota una conservaretur, atque suo fundamento
innixa firma adversus inferi portas consisteret.
At vero cura hac ipsa aetate, qua salutifera Apostolici Amneris efficacia vel maxime requiritur, non pauci inveniantur,
qui illius auctoritati obtrectant; necessarium omnino esse cen-

semus, praerogativam, quam unigenitus Dei Filius cum summo


pastorali officio coniungere dignatus est, solemniter asserere.
Itaque Nos traditioni a fidei Chrislianae exordio perceptae
inhaerendo, ad Dei Salvatoris Nostri gloriam, religionis
Catholicae exaltationem, et Christianorum populorum salutem,
sacro approbante Concilio, docemus, et divinitus revelatum
fideliter

Cf. S. Beni.,
Epist.

CXC

IL CONCILIO VATICANO.

520

dogma esse definimus: Romanum Pontificem, cum ex Cathedra


loquitur, id est, cum omnium Christianorum Pastoris et Doctoris munere fungens, pr suprema sua Apostolica auctoritate
doctrinam de Ade vel moribus ab universa Ecclesia tenendam
definit, per assistentiam divinam, ipsi in beato Petro promissam,
ea infallibilitate pollere, qua divinus Redemptor Ecclesiam suam
in definienda doctrina de fide vel moribus instructam esse voluit; ideoque eiusmodi Romani Pontificis definitiones ex sese,
non autem ex consensu Ecclesiae irreformabiles esse.
Si quis autem buie Nostrae definitioni contradicere quod
Deus avertat, praesumpserit; anathema sit.
Datum Romae, in publica Sessione in Vaticana Basilica
solemniter celebrata, anno Incarnationis Dominicae millesimo
octingentesimo septuagesimo, die decima octava Iulii.
,

Pontificatus Nostri anno vigesimo quinto.


Ita est.

Josephus Episcopus

S. Hippolyti
Secretarius Concilii Vaticani.

De mandato SS.m
videntia Ptl PP.

Domini Nostri Domini divina ProDomini MDCCCLXX, Indict. XIII, die


eiusdem SS. mi Domini Nostri anno XXV, praesens

in Christo Patris et

IX, anno

a Nativitate

vero XVIII Julii, Pontificatus

Constitulio Apostolica affixa rt puLlicata lit ad valvas Basilicarum S. Ioannis in


Laterano, Principis Apostolorum, et S. Mariae Maioris, Cancellaiiae Apostolicae,
ac Magnae Curiae Innocentianae, atque in Acie Campi Florae per me Aloisium
Serafini Apost. Curs.
Philippus Ossani, Magst. Curs.

(Dal Giornale di

Roma, 49

luglio 4870.)

FINE.

insriDiCE-

Avvertimento

Pag.

Introduzione

DICEMBRE.
I.

Apertura del Concilio


2. Sua prima
riunione.
3. Processione.
4. Ingresso in San Pietro.
5. Descrizione dell'Aula.
6. Prima Sessione.
7. Obbedienza dei Padri.
9. Il Concilio
8. Benedizione del Papa.
aperto.

Annunzio dell'apertura del Concilio

1.

II.

Importanza

di quest'

Assemblea

43

2. Condizioni del
quest'Assemblea.
Cristianesimo.
4. Caso pre3, Cause delle sue scissioni.
sente.
5. Il pi lungo intervallo senza Concilio Ecumenico.
6. Carattere di questa convocazione.
7. Cause che pre1.

Importanza

di

9. Ragioni
8. Il partito cattolico.
pararono il Concilio.
della convocazione dei Concilio.
10. Bolla di convocazione.
III.

Convocazione del Concilio

22

2. Impressioni cbe questo produce. 3. Invito


Scismatici e
Protestanti. 4. Tratta 5. Oggetto del Concilio.
Ambasciadori
per
6. Ancora sullo stesso argomento. 7. Ospitalit accordata
Vescovi. 8. Formazione delle Commissioni. 9. La Civilt
1.

Primo

atto ufficiale.
ai

tive

ai

esteri.

gli

ai

10. Suo articolo del 6 febbraio. 11. Proclama


12. Pastorale dell'ArPadre Giacinto.
civescovo di Parigi e pubblicazioni antinfallibiliste.
13. Si
14. L'Arcivescovo di
svolge il programma del Concilio.
Cattolica.

di

Fulda e

lettera del

Westminster.

IV. Regolamento e condizioni di quest' Assemblea

\. Giubileo e preliminari.
2. Prima allocuzione papale.
3. Regolamento.
4. Continua.
5. Fine.
6. Nomina
dei Presidenti e degli altri uffiziali.
7. Malcontenti per il

Regolamento.

zioni dei partiti.


per nazionalit.

zione francese.
pato tedesco.
italiano.

8. Malcontenti per le

9. Propornomine.
10. Loro descrizione.
11. Si considerano
12. L'Episcopato francese.
13. Opposi15. Episco14. Dichiarazione opportuna.

16.

Altri Episcopati cattolici.

17. Episcopato

36

522
V.

INDICE.
Sessione prima
1. Allocuzione papale nella
minciano le congregazioni.
3.

prima Sessione.

Pag.

49

2. Inco-

Giudici delle escusazioni e


5. Bolla
per 1' elezione del Papa.
6. Elezione delle Commisperla limitazione delle censure.
sioni per gli emendamenti.
7. Le grandi questioni che si

4. Bolla

delle querele.

8. La prima questione.
9. La seagitano nel Concilio.
conda questione.
10. Terza questione.
11. Il Papato
essenzialmente italiano.
12. Della Curia Romana rispetto alla
Chiesa.
13. Interessi del Papato e dell' Italia.
14. Come
una questione non debba nuocere all'altra.
15. Prognostici.
16. Importanza di questi avvenimenti.

gennaio.
I.

Sessione seconda.

fetti

zione della cerimonia.


II.

La Chiesa di San Pietro in un giorno di festa.


2. Con3. Seconda Sessione.
4. Effetto dell'Aula.
5. Di6. Professione di fede.
della medesima.
7. Descri-

1.

tinua.

Ordinamento

8. Ragioni

delle materie.

per

quali ebbe luogo.

le

Primo schema
2. Si elimina

1. ClassiQcazione delle materie.

68
la

poli-

3. Della distribuzione degli schemi.


tica ecclesiastica.
5. Nominazioni delle medesi4. Ufficio delle Commissioni.
7. Sanzione degli schemi
6. Metodo delle discussioni.
me.
8. Differenze fra un Concilio ed
per parte dell' Assemblea.
9. Dell'approvazione papale.
10. Delle
un'Assemblea laica.
11. Composizione del personale del
proposte dei Vescovi.
13. L'op12. Indirizzi contro il Regolamento.
Concilio.
14. Lo schema De Fide.
posizione comincia a manifestarsi.

16. Discussione.
15. Osservazioni sopra il medesimo.
19. Gl'Ita18. Come si compone.
17. Dell' opposizione.
20. Ammonizioni dei Presidenti.
liani.
21. Altre provvisioni.
22. Rinvio dello schema De Fide.

IH. Primi moti per

l'

infallibilit.

Altri schemi

85

2. La questione domi1. Indirizzo per l'infallibilit.


4. Quel che connante.
3. I promotori dell'indirizzo.

6. Come stato pubblicato.


5. Suoi argomenti.
8. Supposizioni disdicevoli.
9. An7. Numero delle firme,
dei
cora
40. Indirizzi contro l'inpromotori dell' indirizzo.

tiene.

11. Situazione singolare. 12. Come divide


14. Ril'Assemblea. 13. Propaganda per
15. Distribuzione nuovi
Unit
velazioni
schemi. 16. La
forma dispiace. 17. Lo schema De
Colonia. 19.
Episcopi. 18. Discorso dell'Arcivescovo
Parla
Vescovo d'Orlans. 20. Carattere dominante
richiede dai Vescovi una conoscenza generale
schemi. 21.
materie. 22. Lo schema De Catechismo.

fallibilit.

si

l'

infallibilit.

di

Cattolica.

dell'

loro

di

degli

il

Si

delle

523

INDICE.
IV.

Lo schema De

Ecclesia

Pag.

9&

2. Ancora
1. Distribuzione dello schema De Ecclesia.
4. Pro3. Argomenti a prognosticare.
dell' infallibilit.
sieguono le congregazioni senza produrre grande risultato.
6. Opinioni sulla du5. Diminuisce il numero dei Vescovi.

rata del Concilio.

FEBBRAIO.
I.

Quel che avvenne prima dello schema De Ecclesia

105

2. Dei canoni conteDe Ecclesia.


Epilogo delle materie

4. Quel che avviene degl'indirizzi


che contengono.
oppoLettere del Vescovo d'Orlans. 6. Tattica della
sizione.

del
lentezza
Serve
prospiegazione
opposizione.
Indivuol porvi riparo.
cedimento del Concilio. 8.
10. Progetti per ovviare
lunghezza delle
conciliazione. 12. Non riesce.
discussioni. 11. Progetto
13. Altre voci accomodamento. 14. Nuovo intervento
15.
schemi emendati. 16.
oriendiplomatico.
17. discuteDegli schema De Catechismo.
1.

Epilogo dei tre mesi scorsi.

nuti nello schema

3.

dell'

5.

alla

di

7.

9.

Si

alla

rizzi italiani.

di

di

Affari

Si

tali.

II.

lo

Lo schema De Ecclesia

42*

1. I ventuno canoni di questo schema.

2. Loro

somma-

ria descrizione.
3. Effetto che produrrebbero nel mondo.
4. Alcune scappatoie.
5. Del dominio temporale avanti l'in7. Della sua applifallibilit.
6. Il resto dello schema.

8.

cazione.
III.

Conclusione.

133

Condizioni delle popolazioni cattoliche

2.
I. Inquietudini per la rivelazione dei canoni.
siti da proporsi al Concilio.
3. Particolarmente della
cia.

4. Il Cattolicesimo e la societ

luzione.

6.

Dilemma. 7.

moderna.

Eccezioni.

8.

5.

In

QueFran-

La rivomisura

qual
debbono incolparsene
istituzioni. 9. Eccessiva autorit.

Intolleranza
10.
ed indulgenza.
11. Ascetismo. 12. Accentramento. 13. Ribellione. 14. Conclusione.
le

IV.

152

Nuovo Regolamento

2.

1. Obbiezioni al

Indirizzo dei

capitolo precedente.
Coblentz.
Non
pensa che

nuovo Rechiude
prima
Vacanze.

golamento.
maggioranza.
10. Varie pubblica Aneddoti.

11. Disborso per l'apertura dell'Esposizione.


14. Con12.
Diplomazia. 13. Prognostici.
3.

Cattolici di

4. Si

la

si

fase del Concilio.

6. Il criterio della

8.

zioni.

Si risveglia la

clusione.

9. Varii

postulati.

all'infallibilit.
5. Il

7.

524

INDICE.

MARZO.
I.

schema De Ecclesia

allo

Appendice

2.
cilio.

II.

Pag. 171

schema De Ecclesia.
3. Progetti di abbandonare il ConInfluenze straniere.
4. Grande scoraggiamento.
5. Ancora della politica.

I. Si distribuisce

6. L'

allo

un'appendice

Ambasciatore di Francia richiamato.

478

Tregua

Morte del Conte di Montalembert.


2. Funerali del
4. Articolo di
medesimo.
5. Nuovi postulati dei Vescovi.
1.

Dllinger.
III.

Ritornano

5.

Lo schema De Ecclesia rimane sospeso.

primi schemi

i. Ritornano

84

2. Seduta tumultuosa.
primi schemi.
3. Protesta del Vescovo di Bosnia e Sirmio.
4. Discorso del
i

5. Cpisodii dei Vescovi orientali.


6. Tma di un
Papa.
concorso nell'Universit Romana.
7. Si ritirano alcuni emendamenti.
8. Ragione di ci.
9. Note del Daru e dell'Antonelli.
10. Ancora degli Ambasciatori.
11. Rapporti della
Francia col Vaticano.
12. Votazione parziale dello schema
De Fide.
13. Esposizione cattolica.
14. Lo stesso.

APRILE.
I.

Lo schema De

Fide per la seconda volta

200

2. Votazione defini1. Cessa ogni azione diplomatica.


4. Le
3. Risultato della votazione.
tiva dello schema.

Feste di Pasqua.
6. Terza Sessione.
II.

Il

5. Si stabilisce

la

Sessione pubblica.

7. Giudizio di essa.

primo schema De Fida

206

2. Lo stesso.

3. Comincia descrizione del primo. 4. Continua.


5. Ancora. 6. Considerazioni. 7. Prosiegue. 8. Finisce
della Fede. 9. Ora delle attenenze
scienza.
e
10. Teologia gmatica. 11. Finisce Fede
schema De Fide.
12. Annotazioni.
4. Confronto del

primo

col

secondo schema.

la

fra la

III. Il

la

lo

d<

secondo schema De Fide

218

secondo
Terzo capo. Quarto capo.2.PrimoOsservazionicapo.
Vescovi.
Influenza che ebbero.
Continuano
servazioni.
che incontr questo schema.
Perch
nairalo
conquesto schema. 10. Nota
1. Dell'insieme dello

schema.

4.

3.

6.

si

dei

5.

7.

8.

9.

le os-

Difficolt
di

ferenza della Germania del Nord.

della

525

INDICE.

MAGGIO.
I.

Lo schema De

Ecclesia per la seconda volta

Pag. 228

Lo schema De parvo Catechismo per la seconda volta.


3. Ritorna modifica2. Ritorna lo schema De Ecclesia.
4. Votazione dello schema De parvo Catechismo.
to.
5. Si annunziano
suoi emendamenti e quindi si tralascia.
6. Si apre la discussione sopra lo schema De Ecclesia.
1.

7. Continua la discussione.

miazione dell'Esposizione

8. Discordo del Papa alla pre9. Orazioni contro fin-

cattolica.

fallibilit.
II.

Politica esteriore

236

2.

Timori nel Vaticano.

9.

La

3.

Ce qui se passe au Concile.


4. Discorso di Monsignor Ketller.

1. Nota dell' Ollivier.

Mene ed incoraggiamenti pubblici.


6. Indirizzo dei
7. Circolo vizioso.
8. Il Duca di Saldanha.
parrochi.
5.

San Pietro.

festa di

CIUGftO.
I.

Chiusura della discussione generale

246

Chiusura della discussione generale sopra lo schema


De Ecclesia.
2. Discorso di Monsignor Maret.
3. Nuove
4. Proposta del voto segreto.
5. La resistenza
proteste.
ander sino in fine.
6. Festa di Pentecoste.
7. Disseni.

sioni sulla proposta dell'Arcivescovo di


II.

Epilogo della questione

3.

tazione di

2.
Primo e secondo capo.
San Gregorio Magno.

De Primatu.

III.

vi

Mahnes.

255

Come

ridotto lo sche-

4. Terzo capo e sua ci5. Dottrine dello schema


Limitazione de'dieci giorni a presentare osinfallibilit personale.
7. Testo inserito

6.

servazioni sulla
nella Costituzione prima

non

dell' infallibilit

i. Epilogo della questione.

ma.

De

Ecclesia.

8. Per

1'

infallibilit

ha canone speciale.

Discussione sopra l'infallibilit

264

1. Stato dei partiti e prognostici.


2. Processioni, preci
3. Incomincia la discussione sopra 1* infallibie indirizzi.
lit.

4. Si avvicina

Papa per

battimento.
8. Continua.
11. Discorso del
13. Discorso
15. Un terzo

la

stagione estiva.

5.

Discorso del

del Corpus Domini.


6. Comincia il com7. Storia della questione dell' infallibilit.

la festa

Continuazione
cardinal Guidi. 12. Discorso
9. Continua.

10.

e fine.

del Valerga.

dell'Arcivescovo di Osimo.
partito.

roga del Concilio.

14. Prognostici.

16. L'opposizione propone la pro-

526

INDICE.

LUCILIO.
I.

Chiusura della discussione


i. Effetti del clima.

Pag. 289

2. Stanchezza dell'Assemblea.
3.1 Vescovi cominciano a partire.
4. Votazioni dei primi
5. Chiusura della discussione.
capi dello schema.
6. Perch T accett F opposizione.
7. Continua.
8. Si discutono

- 9.
gli emendamenti.
L'opposizione discute a qual partito ap10. Formola dell'infallibilit.
il. Dopo la
prendersi.
proposta.
capo IV.
II.

12. Votazione

14.

del capo III.

13. Votazione del

Votazione del Mercoled, 13.

Quarta Sessione.

Dichiarazione

dell' infallibilit e

pro-

roga del Concilio


al

ma

306

2. Commissione inviata
sbagliati.
3. Aggiunta alla formola dell'indall'opposizione.

i. Calcoli esatti,

Papa

4. Protesta dell' Assemblea.

5. Ultimi tenta6. Quarta Sessione.


7. Consideradell'opposizione.
zioni sul voto.
8. Protesta dell'opposizione.
9. Dopo il
fatto.
10. Testo dei canoni promulgati.
li. L'avvenire.

fallibilit.
tivi

12.

Mnemosynon.

Conclusione

331

APPENDICE.
Documento

I.

II.

Bolla di convocazione del Concilio

Corrispondenza
tolica

Pag. 384

di Francia della Civilt Cat-

Proclama dei Vescovi di Fulda


IV. Lettera del Padre Giacinto
V. Pastorale dell' Arcivescovo di Parigi
VI. Pastorale del Vescovo d' Orlans
ITI.

VII. Promulgazione del Giubbileo


Vili. Allocuzione della Sistina

IX. Bolla Mulliplices inter

387

388

394
397

406
443
447

450

527

INDICE.

Documento

X. Allocuzione
XI. Bolla per

della

prima Sessione

la elezione del

Pag. 458
462

Papa

XII. Bolla per la limitazione delle censure

465

XIII. I Canoni riportati dall' Allgemeine Zeitung e


dalla Suddeutsche Presse
473

XIV. Parole

XV.

485

del Franscini

Indirizzo dei Cattolici di Coblenza al

Ve-

scovo di Treveri

XVI. Lettera ultima del Montalembert


XVII. Il nuovo Regolamento del Concilio,

486

494
ec.

Ar-

ticolo di Dollinger

XVIII. Trattato dello schema De Fide

XIX. Formula

495

504

di adesione nell'Italie, ultimi di giu-

543
gno 4870
XX. Schema De Ecclesia promulgato dal Giornale di

Roma

^s^cay^h-^

544

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