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BIRDWATCHING IN CITT:

RILEVABILIT DELLE SPECIE COMUNI


IN ALCUNI CENTRI STORICI DELLITALIA CENTRALE
Marco DINETTI 1 & Marco LEBBORONI 2
1

Ecologia Urbana - Viale Petrarca, 103 - 57124 Livorno (Italy) - robin.marco@tiscalinet.it


2
Via Argingrosso 55 - 50142 Firenze (Italy) - marcolebboroni@libero.it

Abstract - Birdwatching in urban habitats: detectability of common species in


some historical centers of central Italy.
A total of 35 species of birds were detected in four historical centers of central Italy (Florence, Leghorn. Lucca,
Rome) by standard transects, with random starting time, all around the year. Species richness was higher
in breeding period, anyway species richness was never related to starting time of transects. Regarding birdwatching, commonest species are easy to identify by non specialized observers.
Key words: urban birds - historical centers - detectability.

Riassunto
Nei centri storici di quattro citt dellItalia centrale (Firenze, Livorno, Lucca, Roma) sono state rilevate 35 specie di uccelli tramite transetti con ora di inizio casuale, nel corso dellanno. La ricchezza di specie risultata
maggiore in periodo riproduttivo, tuttavia questa non correlata in nessun periodo dellanno con lora di inizio del transetto. Ai fini del birdwatching, le specie pi comuni risultano anche quelle pi facili da identificare
per un osservatore non specialista.

INTRODUZIONE
Negli ultimi anni il crescente interesse verso la qualit ambientale negli habitat urbani ha tra laltro
portato ad una rapido aumento delle conoscenze
sulle comunit animali e vegetali ivi presenti. Tra i
diversi taxa studiati, una grande quantit di dati
disponibile per gli uccelli, grazie alla pubblicazione
di Atlanti ornitologici per molte aree urbane. Soltanto per lItalia sono stati portati a termine 50 studi di questo tipo, numero che rende il nostro Paese
allavanguardia nel settore (Fraissinet, 2010).
Le comunit ornitiche degli habitat urbani europei presentano come caratteristiche comuni: 1)
una diminuzione nel numero di specie lungo il
gradiente dalla periferia verso il centro storico; 2)
una elevata similarit tra le comunit ornitiche dei
centri urbani (Clergeau et al., 2006). Tuttavia, anche fattori come la latitudine e la tipologia degli
habitat extraurbani possono contribuire a spiegare
unalta percentuale della variabilit osservabile,

cologia

urbana

come dimostrato per le citt italiane (Fraissinet &


Fulgione, 2008). I centri urbani ospitano comunque un basso numero di specie, le quali di solito
sono comuni in tutto il loro areale, e si possono
trovare in quasi tutti i tipi di insediamenti antropici. Per la maggior parte, queste specie possono
essere considerate generaliste e sinantropiche, con
scarso valore in termini di conservazione.
Di conseguenza, il birdwatching nei centri urbani
in genere poco esercitato, sebbene un certo interesse potrebbe essere indotto dalla ricerca dei siti
di nidificazione di specie pi significative, come
ad esempio il Falco pellegrino Falco peregrinus
(Dinetti, 2009).
Gli studi specifici sulle comunit ornitiche urbane
ristrette ai soli centri storici sono pochi, e in genere
relativi al monitoraggio di singole specie potenzialmente problematiche, tipicamente Piccione
di citt Columba livia forma domestica e Storno
Sturnus vulgaris.

Ecologia Urbana 24 (1) 2012:25-29

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La maggior parte dei centri storici dellItalia centrale, oltre alla presenza regolare nelle vie e nelle
piazze dei cittadini residenti, viene visitata per
buona parte dallanno da consistenti flussi turistici, spesso organizzati in percorsi di interesse
artistico prevalente. In questi contesti, la consapevolezza della presenza dellavifauna viene generalmente trascurata, a parte le situazioni con elevati numeri di Piccione di citt, che in alcuni casi
risultano attrattivi e addirittura caratteristici.
Nel presente lavoro descriviamo le comunit ornitiche di alcuni centri storici dellItalia centrale
nel corso dellanno, con lobiettivo di valutare la
possibilit di osservazione dellavifauna da parte
di rilevatori non particolarmente esperti.

MATERIALI E METODI
I dati sono stati raccolti in quattro centri storici dellItalia centrale (Firenze, Livorno, Lucca,
Roma), intendendo con ci anche le aree residenziali antecedenti al 1950, ma escludendo quelle suburbane edificate negli ultimi 60 anni. Con questi
criteri sono stati individuati dei contesti di ampiezza variabile dai 2 ai 4 km2, in tutti i casi comprendenti un corso fluviale (a parte Livorno dove
larea include dei canali con sbocco a mare). Per
ogni centro storico i dati sono stati raccolti tramite
transetti senza limite di distanza: ciascuno consisteva in un percorso lungo strade e piazze, evitando di attraversare parchi pubblici, eseguito in 30
minuti camminando lentamente. In ogni citt sono
stati effettuati quattro diversi transetti in ciascuno
dei tre seguenti periodi: nidificazione (1 Marzo-30
Giugno), svernamento (1 Novembre-28 Febbraio)
e mesi intermedi (1 Luglio-30 Ottobre) per un totale di 12 percorsi. Questi periodi non ricalcano
quelli classici usati per gli Atlanti ornitologici, ma
rappresentano piuttosto periodi con una diversa
frequentazione diurna dei centri storici da parte di
potenziali osservatori, quali residenti, gruppi scolastici e turisti.
Tutti i dati sono stati raccolti dallo stesso rilevatore
(M. Dinetti): in ogni transetto sono stati annotati
tutti gli uccelli osservati o sentiti, in modo da ottenere dati quantitativi per ogni specie.
Lora di inizio dei transetti stata stabilita in modo
casuale allinterno delle ore di luce di ogni periodo, e
non limitata alle prime ore dopo lalba come nel metodo classico: in tal modo stata valutata lesistenza
di eventuali relazioni con la rilevabilit di ogni specie. Non sono stati osservati roosts che avrebbero potuto influire sulla probabilit di osservazione.

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Questa metodologia rappresenta quindi una sorta


di passeggiata casuale di un osservatore in un centro storico (con lesclusione delle aree a verde pubblico), in diversi periodi dellanno. Per permettere
il confronto tra periodi, nelle analisi lora di inizio
dei transetti stata standardizzata come tempo
trascorso dallalba locale.
La frequenza relativa di ogni specie stata calcolata per ogni periodo come la percentuale di transetti
con presenza della specie rispetto al numero totale
di transetti, mentre i dati di abbondanza sono stati
trasformati nella forma log (x+1) prima di eseguire
i confronti frequenza/abbondanza. I test statistici
sono stati eseguiti con il software SPSS 14.0.
Per la nomenclatura si fatto riferimento alla
check-list italiana (Fracasso et al., 2009) ad eccezione della Passera dItalia che stata ritenuta una
specie a se stante (Dinetti, 2008).

RISULTATI
Nel totale dei 48 transetti sono state rilevate 35
specie, che sono elencate per periodo e per citt
in Tabella I.
Il numero medio di specie per transetto (deviazione standard in parentesi) risultato di 9,7 (3,6) nel
periodo di nidificazione, di 9,3 (1,9) nel periodo di
svernamento e di 7,2 (2,1) nei mesi intermedi.
La ricchezza di specie risultata significativamente pi alta nel periodo di nidificazione rispetto ai
mesi intermedi (z = 1.99, P = 0.04), e nel periodo di
svernamento sempre rispetto ai mesi intermedi (z
= 2.6, P = 0.01); la differenza non risultata significativa tra nidificazione e svernamento (z = 0.64, P
> 0.1, Wilcoxon test).
In ogni periodo, la ricchezza di specie per transetto non risultata significativamente correlata
allora di inizio del rilievo (nidificazione: r = 0,35,
P = 0.18; svernamento: r = 0.39, P = 0.12; mesi intermedi: r = 0.32, P = 0.22, Spearman test). Risultati
analoghi sono stati ottenuti dalla correlazione tra
numero di individui per transetto e ora di inizio.
Nel totale dei transetti sono stati rilevati 7502 individui. In ogni periodo, il Piccione di citt risultata la specie pi abbondante: 62% in periodo
di nidificazione e 75% negli altri periodi. La minore percentuale osservata durante la nidificazione
non in realt dovuta a numeri assoluti pi bassi,
ma piuttosto alla presenza -in questo periodo- del
Rondone comune Apus apus, seconda specie relativamente pi frequente (11 %).
Per ogni periodo, la correlazione tra frequenza
relativa e abbondanza stata testata per le specie

cologia

urbana


Anas platyrhynchos
Falco tinnunculus
Falco peregrinus
Gallinula chloropus
Larus michahellis
Columba livia
Streptopelia decaocto
Apus apus
Apus pallidus
Hirundo rustica
Delichon urbicum
Motacilla alba
Troglodytes troglodytes
Erithacus rubecula
Phoenicurus ochruros
Turdus merula
Sylvia atricapilla
Phylloscopus collybita
Regulus regulus
Regulus ignicapilla
Muscicapa striata
Aegithalos caudatus
Cyanistes caeruleus
Parus major
Sitta europaea
Certhia brachydactyla
Pica pica
Corvus monedula
Corvus cornix
Sturnus vulgaris
Passer italiae
Fringilla coelebs
Serinus serinus
Carduelis chloris
Carduelis carduelis

Nidificazione
LI
FI
LU
1
1
5
1
5
5
5
3
2
5
5
5
1
1
1
2
1
1
1
3
1
3
4
2
1
1
1
1
1
1
1
1
2
1
2
1
1
3
1
5
5
5
5
1
3
1
1
2
2

RM
1
4
5
5
1
1
2
1
1
1
3
2
5
1
2
1

Mesi intermedi
LI
FI
LU
1
2
5
5
5
5
3
4
2
2
2
1
2
1
1
2
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
2
2
2
1
5
3
3
2
5
1
1
1
-

RM
4
3
5
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
4
3
2
-

Svernamento
LI
FI
LU
1
1
5
5
5
5
5
5
2
2
3
1
1
1
2
2
3
1
3
2
2
1
2
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
2
1
4
2
2
4
5
3
3
4
1
-

RM
5
5
1
1
2
1
1
1
1
1
4
1
4
1
-

Tabella I. Check-list delle specie rilevate nei centri storici per classi di abbondanza (numero medio individui per transetto). 1 = da 0.1 a 1; 2 = da 1.1 a 3; 3 = da 3.1 a 6; 4 = da
6.1 a 10; 5 = > 10. LI = Livorno, FI = Firenze, LU = Lucca, RM = Roma.
Check list of species detected in historical centers with abundance class (mean number of birds/transect). 1 = from 0.1 to 1; 2 = from 1.1
to 3; 3 = from 3.1 to 6; 4 = from 6.1 to 10; 5 = > 10. LI = Leghorn, FI = Florence, LU = Lucca, RM = Rome.

pi comuni, intese in questo caso come le specie


con frequenza relativa > 40%. Nel periodo di nidificazione la correlazione risultata significativa (r
= 0.87, P = 0.0003 Spearman test), con Piccione di
citt e Passera dItalia Passer italiae quali specie pi
diffuse e numerose. Rondone comune, Capinera

cologia

urbana

Sylvia atricapilla, Verzellino Serinus serinus e Verdone Carduelis chloris sono state contattate solo in
questo periodo. Nei mesi intermedi la correlazione risultata significativa, seppure in misura minore (r = 0.69, P = 0.08), senza la presenza di specie
rilevate solo in questo periodo. Anche in periodo

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di svernamento si sono ottenuti valori significativi (r = 0.86, P = 0.002) con il Piccione di citt, che
rimane la specie pi abbondante e frequente, seguito dal Gabbiano reale Larus michahellis (in realt
per questultima specie il risultato totale dovuto
praticamente alle alte abbondanze registrate a Livorno). Il Pettirosso Erithacus rubecula e la Cinciallegra Parus major sono stati rilevati solo in questo
periodo.

DISCUSSIONE
Le specie rilevate nei centri storici in esame sono
un sottoinsieme delle check-list note per le stesse
citt, considerate come intera area urbana, e quindi con inclusione delle aree periferiche (tra laltro,
nel presente lavoro il sottoinsieme sicuramente
pi ridotto rispetto ai dati di un Atlante, in quanto il rilievo tramite transetti non efficace per le
specie rare e/o a distribuzione puntiforme). Tale
risultato appare atteso, dato che numerosi studi
hanno gi evidenziato questo trend generale (es.
Clergeau et al., 2006).
La diminuzione della ricchezza di specie e delle abbondanze specifiche in relazione al tempo
trascorso dallalba, evidenza ben nota almeno in
periodo riproduttivo per tutti gli habitat (semi)
naturali, non sembra applicarsi ai centri storici in
esame. Il risultato si pu probabilmente spiegare con le scarse frequenze/abbondanze in queste
aree di Passeriformi canori, la maggior parte dei
quali vengono contattati quasi esclusivamente tramite canti o richiami. Inoltre le specie pi comuni
nei centri storici presentano caratteristiche tali da
aumentare la probabilit di contatto visivo, quali
dimensioni (Piccione di citt, Taccola Corvus monedula), alta mobilit (Rondone comune, Storno,
Balestruccio Delichon urbicum), breve distanza di
fuga (Passera dItalia, Merlo Turdus merula). Per
alcune specie, tipicamente Piccione di citt e Passera dItalia, la disponibilit di risorse alimentari
sostanzialmente costante nel corso dellanno, potrebbe anche influire sui ritmi giornalieri di attivit, ampliandone il tempo di presenza al suolo.
Le specie pi frequenti nei centri storici in esame
sono risultate anche le pi abbondanti, relazione gi verificata per numerosi taxa e spiegabile
in funzione del diverso modello di distribuzione
delle specie generaliste rispetto a quelle specialiste (Brown, 1984), anche se sono da considerare sia
linfluenza di quelle rare che la soggettivit nella
definizione del grado di specializzazione (Gaston
et al., 1998).

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possibile descrivere una comunit ornitica


standard per i centri storici in esame? In senso
stretto, questa dovrebbe includere solo quelle specie legate ad edifici di una certa vetust e dimensione, con presenza molto limitata di spazi verdi
aperti. In tali contesti, Falco pellegrino, Piccione
di citt, Rondone comune, Balestruccio, Codirosso spazzacamino Phoenicurus ochruros, Passero
solitario Monticola solitarius e Taccola trovano una
situazione simile agli habitat naturali originari,
quali pareti rocciose con cavit per la nidificazione. Specie come Passera dItalia e Rondine Hirundo rustica sono presenti storicamente in molte
altre tipologie di insediamenti antropici, mentre
alcune specie abitano attualmente nei centri storici
in seguito ad un processo di colonizzazione degli
habitat urbani. Ad esempio, a Firenze, lo Storno e
la Cornacchia grigia Corvus cornix negli anni dal
1990 in poi si sono diffuse dalle aree suburbane
fino ad arrivare ad occupare il centro storico (Dinetti, 2009). Tuttavia, per questi nuovi coloni tali
aree centrali non sono necessariamente habitat ottimali, in quanto, a parit di densit, il successo
riproduttivo pu essere minore rispetto alle zone
periferiche, come verificato in Francia per lo Storno (Mennechez & Clergeau, 2006).
Inoltre i fattori locali possono svolgere un ruolo
importante nel determinare differenze nella similarit delle comunit ornitiche nidificanti nei
centri storici: per un campione numeroso di citt
italiane Sorace & Gustin (2008) hanno constatato
uninfluenza significativa delle aree esterne adiacenti nella struttura dellavifauna dei settori urbani interni. La presenza di giardini anche molto
piccoli pu favorire la colonizzazione da parte di
specie che altrimenti eviterebbero il centro. Questo pu valere anche per quelle specie sedentarie
che compiono movimenti a scala locale nel corso
dellanno, in particolare alcune specie di Fringillidi che sono presenti durante tutto lanno negli habitat urbani pi esterni, occupando i centri storici
solo nel periodo di nidificazione.
Nei centri storici le specie pi comuni sono anche
di solito abbastanza facili da riconoscere da parte di un osservatore non particolarmente esperto,
che dovrebbe essere in grado di padroneggiarne
lidentificazione in poco tempo. Questa condizione, unitamente alla comodit di accesso a questo
habitat antropico, pu quindi coinvolgere frequentatori abituali od occasionali dei centri storici,
ampliando la possibilit di progetti di monitoraggio (Mc Caffrey, 2005).

cologia

urbana


BIBLIOGRAFIA
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Cornacchia grigia Corvus cornix. Foto di Maurizio Frassinet.

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