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INTERVISTA (QUASI) IMMAGINARIA

1. Ha ancora senso, oggi, studiare la letteratura?


INTERVISTATORE. So che tu con alcuni altri colleghi dellUniversit Cattolica hai
prodotto un nuovo manuale di letteratura ad uso dei trienni delle superiori. Ma pensi
che verr accolto con interesse? Non hai anche tu limpressione che ormai a nessuno
importi pi nulla della letteratura, e men che meno agli studenti?
LANGELLA. Non posso darti torto, e non pochi insegnanti, con cui sono in contatto, mi
raccontano, ogni tanto, le difficolt che incontrano a sgretolare questo muro di
indifferenza. Ma converrai con me che un peccato
INTERV. Certo che lo , ma la letteratura nellopinione generale conta meno di niente:
perch mai a uno studente dovrebbe venire luzzolo di mettersi a leggere, che so io, il
Canzoniere piuttosto che il Principe o la Gerusalemme liberata o anche soltanto i
Promessi sposi?
LANG. Per tre motivi almeno: prima di tutto perch la lettura riserva momenti di
autentico rapimento, in cui ci immergiamo a tal punto in una storia, da dimenticarci
perfino chi siamo e dove ci troviamo, perdendoci completamente nel mondo
immaginario creato dallautore.
INTERV. In effetti, unesperienza che anche molti ragazzi hanno fatto leggendo, ad
esempio, Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia o La solitudine dei numeri primi
di Paolo Giordano
LANG. e i classici provare per credere! non danno di sicuro emozioni meno
intense In secondo luogo, la letteratura un alimento prezioso per la crescita,
nutriente come pochi. Lo studente impara da essa, per riprendere le memorabili
parole dellUlisse dantesco, a divenir del mondo esperto, a cogliere e focalizzare i
problemi, a formarsi unidea della realt che lo circonda, a raffinare la propria
sensibilit, a maturare un atteggiamento critico, a comunicare in maniera appropriata
ed efficace.
INTERV. La letteratura, insomma, forma dei cittadini pi consapevoli
LANG. Esatto. Io credo fermamente nella funzione civile, oltre che civilizzatrice, della
letteratura. E c dellaltro (terzo motivo): la conservazione della memoria decisiva
per le sorti di una nazione. Tagliate a una pianta le radici: la vedrete presto seccare.
Cos la civilt: se dimentica il proprio passato, muore, o si lascia facilmente
assoggettare e colonizzare. Il mondo non nato con noi, n noi siamo nati ieri: siamo
invece il frutto di un lungo processo storico-culturale. Nelle opere letterarie scritto
il nostro codice genetico, la nostra identit. Se vogliamo sapere chi siamo, dobbiamo
cercare, perci, nelle opere letterarie.

2. Analisi testuali
INTERV. Io so che in genere gli insegnanti, quando devono scegliere quale manuale di
letteratura adottare, danno giustamente molta importanza alle analisi testuali.
LANG. E noi li invitiamo a esaminare quelle che abbiamo scritto, ben sapendo che
sono un punto di forza della nostra proposta didattica.
INTERV. Non avrete mica rispolverato qualcuna di quelle vecchie gabbie critiche
preconfezionate che andavano per la maggiore un po di anni fa
LANG. Certo che no! Oltre tutto, anche le recenti Indicazioni nazionali per i nuovi
Licei, definendo le linee generali dellinsegnamento letterario, sottolineano con forza,
proprio in apertura, che il gusto della lettura, obiettivo primario dellintero
percorso di istruzione, non deve essere compromesso attraverso una indebita e
astratta insistenza sulle griglie interpretative e sugli aspetti metodologici, la cui
acquisizione avverr progressivamente [] a contatto con i testi e con i problemi
concretamente sollevati dalla loro esegesi.
INTERV. Non posso che gioirne. Finalmente non si vedranno pi i poveri testi tirati di
qua e di l come nel mitico letto di Procuste, obbligati a dire sempre le stesse cose, o
quello che fa comodo al critico.
LANG. Era ora, in effetti. Ma noi apparteniamo a una scuola filologica da sempre
rispettosa dei testi e per questo siamo stati educati alla massima flessibilit
metodologica. Lasciamo perci che sia il testo, a seconda delle sue caratteristiche, a
suggerire, di volta in volta, lapproccio pi efficace.
INTERV. Mi stai dicendo che siete tutti un po spitzeriani?
LANG. S, se essere spitzeriani vuol dire andare a cercare, in un testo, ci che ha di pi
peculiare. Del resto, chi si intende di letteratura sa bene che proprio in queste
peculiarit consiste tutto il potere di fascinazione delle opere letterarie, e
specialmente dei capolavori.
INTERV. In questo modo, voi non strumentalizzate i testi, ma vi ponete al loro
servizio
LANG. S, anche perch solo cos si pu sperare di suscitare quel gusto della lettura
che le Indicazioni nazionali pongono quale obiettivo prioritario. Le nostre analisi
testuali sono tagliate ogni volta addosso ai testi come tanti abiti su misura
INTERV. con un guadagno incalcolabile sul piano della messa a fuoco
LANG. e della scoperta della bellezza delle singole opere, che non mai seriale.
3. Canone storico e canone paradigmatico
INTERV. Toglimi una curiosit: con Carducci come ve la siete cavata? Lavete trattato
da autore canonico o no?

LANG. Bella domanda. Il suo il tipico caso di un autore che si trovato, in un


determinato periodo, al centro del canone e poi ne uscito. Stessa sorte era toccata,
prima che a lui, anche a Metastasio e a Monti
INTERV. Gi: grandi dominatori, in vita, della scena letteraria, ma caduti rapidamente
in disgrazia dopo la morte, se non addirittura nellestremo declino, per il radicale
mutamento dellorizzonte letterario prodottosi nel frattempo.
LANG. E anche nel Novecento il caso si ripetuto. Pensa a Quasimodo: due volte
sugli scudi, prima, negli anni trenta, come maestro della lirica pura, quindi, dopo la
guerra, come poeta di vena epica e civile; ma neppure il conferimento del premio
Nobel, nel 1959, lo ha preservato dalla perdita di una posizione dominante.
INTERV. E allora?
LANG. Occorre distinguere, con Segre, tra due diverse accezioni di canone: in
quanto si riferisce ad opere assunte lungamente a modello nellambito di un
determinato genere letterario, esso indica la funzione paradigmatica esercitata da
quelle opere su tutta una serie di opere successive, che ne hanno imitato le
caratteristiche, dando luogo, cos, ad una tradizione; in quanto, invece, riguarda
autori tenuti in gran conto esclusivamente nella loro epoca, il canone va inteso
piuttosto come riconoscimento della loro eminenza storica.
INTERV. Se capisco bene, quindi, ad autori come Carducci o Quasimodo avete
assegnato uno spazio inferiore a quello che viene normalmente riservato ai classici,
ma pur sempre significativo.
LANG. Precisamente: lo spazio che meritavano in quanto protagonisti di una stagione,
di un particolare momento storico.

4. Letteratura italiana e letterature straniere


INTERV. Mi dicevi della centralit che avete riservato, nel vostro manuale, alle
vicende e agli autori della letteratura italiana, nel pi vasto panorama delle letterature
straniere. Lavete fatto per difendere lidentit nazionale?
LANG. S, anche, ma non solo; labbiamo fatto soprattutto in considerazione
delloggettiva importanza avuta dalla nostra letteratura nello sviluppo del canone
occidentale. Credo sia tempo di riconoscerlo, senza arroganza ma anche senza
complessi dinferiorit.
INTERV. Ma Shakespeare, Cervantes, Goethe, Tolstoj, Proust dove li mettiamo?
LANG. I classici della letteratura universale non sono, ovviamente, in discussione, ma
lasciami dire che la smodata esterofilia di cui pecca tanta manualistica odierna una
forma di provincialismo non meno aberrante della vecchia prospettiva risorgimentaleautarchica.

INTERV. Certo, sarebbe curioso, da parte nostra, gettare alle ortiche un patrimonio
letterario dinestimabile valore, che ci ha meritato la fama di terza letteratura classica,
dopo la greca e la latina
LANG. E questo vale, oltre tutto, anche per i lasciti degli ultimi secoli. Fa specie
vedere quanto a torto la letteratura italiana, dal Seicento in avanti, venga di solito
penalizzata. Come si spiega, allora, che oltre ai comici dellarte anche il cavalier
Marino trionfi a Parigi e, un secolo dopo, Metastasio a Vienna? Proviamo, poi, a fare
senza pregiudizi qualche confronto tra i grandi della modernit letteraria: il nostro
Leopardi forse inferiore a Hlderlin, a Coleridge o a Lamartine?
INTERV. Eh gi, come Manzoni non ha nulla da invidiare, non diciamo a Walter Scott,
ma a Stendhal, a Tolstoj o a Balzac
LANG. Proprio cos! E Verga, secondo te, non tiene testa a Flaubert e a Zola? E poi,
scusa, non stato Svevo a inaugurare la letteratura mitteleuropea e Pirandello a
fondare il teatro del Novecento?
INTERV. Limpressione del ruolo del tutto marginale giocato dalla letteratura italiana,
specialmente nellet contemporanea, sulla scena occidentale dipende anche
dellimpaginazione degli argomenti.
LANG. Appunto! Quando infatti, come succede di norma, gli esiti di casa nostra
vengono relegati in coda alla presentazione delle letterature straniere, fatale che si
generi lequivoco di una letteratura italiana arretrata e periferica, a rimorchio delle
altre, priva di valore intrinseco e di originalit. Ma la nostra letteratura moderna
tuttaltro che un fenomeno minore di epigonismo.
INTERV. E allora come avete fatto, concretamente, per eliminare una simile
distorsione?
LANG. Semplice, abbiamo adottato il criterio opposto, inserendo vicende e autori
stranieri allinterno del quadro italiano e trattandoli in correlazione ad esso.

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