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La dura realt del femminicidio

di Fabio Marcelli
E innegabile che viviamo in una societ tuttora dominata da forti valori di tipo patriarcale,
allinsegna della preminenza dei maschi, che non a caso contano la maggior parte dei posti di
comando in campo politico, economico, sociale e culturale. Per non parlare di fenomeni come il
machismo berlusconiano, che hanno relegato le donne nel ruolo di oggetti sessuali a pagamento, o
del fatto che le principali vittime della crisi in corso siano loro. Tutto ci daltronde non casuale
ma lesito di un lungo percorso storico nel cui ambito, come affermano Alberto Burgio e
Gianluca Gabrielli, linferiorizzazione della donna ha costituito un tratto caratterizzante della
modernit.
Sembrano banalit, ma a quanto pare vanno ripetute e riaffermate. Come pure occorre ricordare
che il fenomeno della violenza contro le donne, che si inserisce in questo contesto di perdurante
diseguaglianza, costituisce tuttora uninfame realt, sia a livello mondiale che nel nostro Paese. A
tale fenomeno, come pure a quello connesso della discriminazione contro le donne, sono dedicate
varie convenzioni sia internazionali che europee.
I giuristi democratici, assieme ad altre realt sociali, si sono fatti recentemente promotori di una
convenzione contro la violenza maschile sulle donne, che sar presentata alle istituzioni a partire
dal 25 novembre di questanno.
Tale Convenzione sostiene quanto segue:
- La violenza maschile sulle donne non una questione privata ma politica ed un fenomeno
di pericolosit sociale per donne e uomini, bambine e bambini.
- Tale violenza non un fenomeno occasionale ma unespressione del potere diseguale tra donne e
uomini, di cui il femminicidio lestrema conseguenza.
La chiave del contrasto alla violenza sulle donne in ogni sua forma consiste:
- nel cambiamento radicale di cultura e mentalit;
- nella rappresentanza appropriata delle donne e degli uomini in ogni ambito della societ;
- nelluso non sessista del linguaggio, anche nei media, al
rapporto rispettoso e un livello di potere equo tra donne e uomini;

fine

di

promuovere

un

- nellintervento delle Istituzioni che non possono lasciare le cittadine e i cittadini sole/i davanti
a un tale fenomeno, siano italiane o italiani, straniere o stranieri. Le Istituzioni sono tenute

a prevenire, contrastare e proteggere con politiche attive, coerenti e


lintera popolazione, con il sostegno delle reti locali a partire dai centri antiviolenza.

coordinate

Si tratta del resto di una triste realt di cui ogni giorno la cronaca ci porta nuovi episodi. Secondo i
dati raccolti dalla Relatrice delle Nazioni Unite in materia, Rashida Manjuri:
Ogni giorno, in Europa, sette donne vengono uccise dai loro partner e in Italia, nel 2011 sono
morte 127 donne, il 6,7% in pi rispetto al 2010. Di questi omicidi, 7 su 10 sono avvenuti dopo
maltrattamenti o forme di violenza fisica o psicologica. E per il 2012 i dati non sono confortanti:
fino a giugno sono 63 le donne uccise.
La famiglia si conferma al riguardo il luogo pi pericoloso: Stando ai dati raccolti nei centri di
assistenza, la violenza domestica la forma pi pervasiva di violenza, con un taso del 78,21% e
colpisce donne in tutto il Paese. Il 34,5% delle donne ha segnalato di essere vittima di incidenti
violenti. Eppure, solo il 18,2% delle vittime considera la violenza domestica un crimine, mentre per
il 36% un evento normale. Allo stesso modo, stando al rapporto, solo il 26,5% delle donne
considera lo stupro o il tentato stupro un crimine.
Di fronte al perdurare della posizione deteriore delle donne in seno alla societ, italiana come di
molti altri Paesi, non mi sembra accettabile porre il femminismo sullo stesso piano del
maschilismo, come fa lavvocato Mazzola nel suo blog. Il maschilismo rappresenta un fenomeno
deteriore, unideologia squallida che, frenando levoluzione della societ, intossica i rapporti fra i
sessi, danneggiando le donne, ma anche gli uomini. Il femminismo costituisce un movimento
importante per il rinnovamento della societ, che negli ultimi quarantanni ha contribuito ad
innovare e migliorare ciascuno di noi. Metterli sullo stesso piano come mettere sullo stesso piano
fascismo ed antifascismo, la lotta di liberazione dei popoli e la guerra imperialista, la lotta degli
operai FIAT e le scelte di Marchionne, ecc. Una scelta ipocrita e intellettualmente nulla che non ci
fa avanzare di un millimetro nella comprensione della realt e nella sua positiva trasformazione.
Il femminicidio, come pure la violenza sulle donne di cui costituisce laspetto estremo, una dura
realt che va combattuta aspramente dalle istituzioni e da tutti i cittadini e le cittadine, maschi e
femmine che siano. In Italia come nel resto del mondo.

da Donne di fatto

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