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radica la sua poesia nella tradizione e dona un significato ulteriore ai suoi versi.
Cos con la citazione montaliana: andando in unaria di vetro, Montale ha
scoperto il vuoto e il nulla; con una cagnetta che va nellaria di vetro ci
viene mostrato il vuoto di senso che impera quando per la sua proprietaria
essa diventa il centro di un mondo che le ruota attorno (Giostre).
Altre citazioni. Nella sua drammatica rinuncia allassoluto, Mallarm ha
affermato che un colpo di dadi non abolir mai il caso. Ma non il caso a
guidare il viaggio di Langella, che riprende il lancio mallarmeano per dire: Ma
non serve gettare alcun dado: / sul biglietto che ho in tasca sta scritto, / dove
vado(Anapesti su un eurostar). Lio ha una meta certa; attraversa Stazioni
ferroviarie che sono anche stazioni in cui meditare sul senso della vita e della
morte. Unoccasione data da un viaggiatore che sta andando a comperare il
proprio loculo; unaltra data dalla piet per il dolore cieco che affiora sul
volto di un altro passeggero. Da questi incontri sorge il noi corale della
preghiera con la quale lautore chiede: donaci e sia per sempre - / un vivace
risveglio. Il che vale sia per il risveglio allarrivo del treno, sia per quello alla
luce della speranza nel risveglio ultimo, nelleterno per sempre chiesto da un
io poetico che non si annovera tra unlite di giusti, perch si viaggia tutti su
un binario, il medesimo per ognuno.
Anche lautore confessa di avere giornate che vanno via convulse, di
perdere occasioni, come quando racconta di un Mancato incontro. In una
epifania, il Risorto appare come stato tramandato dalla fede, dallarte e dalla
contemplazione di chi sa riconoscere la faccia mite del pi mite agnello/ e una
traccia di cicatrici in fronte, segno della passione dolorosa ancora pienamente
visibile nella gloriosa risurrezione. Il poeta ci dice, per, che nella fretta di una
breve sosta in una stazione lincontro mancato; ma la poesia ci avverte:
chi cerca gi stato misteriosamente trovato e trova a sua volta. Colui che
cerca in unarsura del cuore, espressa in poesie del desiderio, dove il termine
brama declinato in molti modi.
Ma cos difficile allessere umano saziare il proprio incontenibile desiderio,
che nella poesia Nemo in patria linterlocutore chiede ad Ulisse: Non ti
colma la vita? La moglie fedele, la cura del regno, la fama imperitura,
non bastano alla brama di esperienze delleterno navigante. Attraverso mille
avventure, leroe che ha solcato molti mari non ha incontrato loccasione
speciale che lo saziasse. Come si legge nei 5 settenari di un duetto, alla
domanda Allora mai vedremo / convertito il tuo remo / in pala per il grano?,
Ulisse risponde: Sarebbe vano, temo. / Inseguo il colpo dala. Ulisse attende
ancora il colpo dala che potrebbe cambiare in modo imprevisto il suo
destino.
Altra la brama di chi guidato non da una sete di esperienze, ma
dallamore. Anche nella poesia che si intitola Rose per un compleanno, vige il
principio qoeletico per cui si afferma che tutto passa, ma proprio per questo
non conviene alimentare una pena infinita ricordando le offese che ci
separano dallaltro, perch lamore che brama ha il potere di sanare le ferite
e perch, come ricorda unaltra poesia, sotto ogni movente troppo umano /
urge una brama pi grande, / un seme arcano di felicit (Il piccolo rifugio). E
questo seme arcano stato posto nel cuore delluomo da Dio stesso
attraverso una mozione dello Spirito Santo.
Quella cantata da Langella , allora, una storia damore umano che si fa
specchio dellamore divino: lessere umano ama il suo Creatore per
corrispondere a quella sovrabbondante arsura che ha indotto Dio ad
nulla impossibile a Dio (Lc 18, 27). Sgorga da qui la fiducia nella
misericordia divina che gli permette di alimentare una speranza /
paradossale: che Dio, nel Giorno del Giudizio, lo richiami indietro / e cancelli
ogni impronta di male in lui.
Il poeta sa che il male impera, negli individui e nei popoli. Sa che nella storia
universale la pace promessa tarda ad arrivare e nella poesia intitolata
Mysterium salutis invoca il Padre eterno (fa che sia presto) affinch mandi
ancora il Figlio a liberare la terra dalliniquit che la fa gemere in questa
nostra storia della salvezza ancora incompiuta, ma concreta e vitale.
Cosciente della rivelazione, Langella testimonia lopera dello Spirito
perennemente in atto nel mondo e nellinteriorit dei singoli; lo ribadisce nella
sezione intitolata Misteri di una historia salutis in allestimento, dove legge
fiduciosamente la nostra storia, perch la vede nel suo compimento futuro, gi
tutta raccolta in grembo a Dio. Ed egli canta, questi Misteri, con la voce
mossa dallo Spirito il dantesco Amore che ditta dentro (Purg. XXIV, 54)
ossia ogni volta che avverte stupefatto un trasalimento del suo spirito e lo
percepisce come un riso / che sale improvviso / da gole lontane / e dilaga e mi
canta / non so che canzone. Questa esperienza ineffabile, tracimata in
unopera poetica, una esperienza del sacro che vuole essere condivisa.
F. Grisoni, in F.D. Tosto (a cura di), La letteratura e il sacro, III, 2011, pp. 301305