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Referendum del 17 aprile 2016:

un vademecum per unigiene del dibattito


sul futuro energetico dellItalia

di Emiliano Morgia
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Nota iniziale:
Le opinioni espresse qui di seguito sono prettamente personali: non sono, quindi, in alcun modo
da ritenersi rappresentative di quelle daltri. Spero sinceramente che queste poche considerazioni
possano essere utili per stimolare un dibattito aperto e civile sui contenuti del referendum, troppo
spesso dimenticati in favore dei facili slogan.
Queste righe sono dedicate alle persone che volendomi bene mi hanno educato alla curiosit,
allamore per la scienza e al pensiero critico.
EM
Marghera, 30/03/2016

1. Introduzione, ovvero: perch?


E pi facile ingannare le persone che convincerle dessere state ingannate.
Mark Twain

Gi, perch mai scrivere qualcosa sul referendum del prossimo 17 aprile? Giornali e riviste traboccano di
articoli sullargomento, mentre sui social network pullulano gli hashtag #NoTriv e #StopTrivelle. Quindi:
cera davvero bisogno dellennesimo pippone sulle trivelle?, vi starete chiedendo. La risposta, visto che
lo sto scrivendo, ovviamente s:

Figura 1 - L'armadillo di Zerocalcare spiega i presupposti di questo vademecum

Ma andiamo con ordine e facciamo un passo indietro.


Inizio cospargendomi il capo di cenere e facendo unammissione di colpevolezza: sono un ingegnere
meccanico e lavoro da un paio danni nel vituperato settore oil & gas. A dirla tutta, non ho particolari
competenze in fatto di trivellazioni: finora mi sono occupato per lo pi di sicurezza di processo per le
macchine e gli impianti di varo tubi.
In soldoni: non estrazione di petrolio o gas, bens posa di pipelines.

Figura 2 - Nave per il varo tubi ad S (S-lay)

OK. Adesso che mi sono tolto questo peso (e che i miei lettori ambientalisti hanno finito di scandalizzarsi
stracciando le proprie vesti come Caifa nel Sinedrio), possiamo andare avanti.
Nonostante il mio attuale lavoro, non penso di poter essere accusato di sostenere i combustibili fossili
per partito preso: anzi, occupandomi di sicurezza di processo, sono semmai molto sensibile ai problemi
di impatto ambientale. N ho timore e lo dico a chi ritiene il settore delloil & gas ormai moribondo
di rimanere disoccupato: tutti gli studi autorevoli suggeriscono che, con lattuale ritmo di sfruttamento,
le riserve di greggio dureranno ancora a lungo. In ogni caso, il settore delle costruzioni offshore (e ancor
di pi quello della sicurezza) ha davanti a s un futuro promettente anche con le fonti rinnovabili:

Figura 3 Installazione del jacket di una piattaforma petrolifera (a sinistra) e di una turbina eolica (a destra)

Ma al di l di un mio possibile conflitto dinteressi, come mai cos difficile parlare di argomenti come
questo in Italia? E una domanda che, negli anni, mi sono fatto a pi riprese.
Purtroppo quello dellenergia un argomento difficile: quasi impossibile semplificare senza che vada
perso qualcosa di essenziale. C la termodinamica, ci sono gli aspetti ingegneristici, c la questione dei
rischi legati alla sicurezza e allimpatto ambientale, ci sono le considerazioni economiche e molto altro!
Cosa dire, quindi, di quello che leggiamo sui giornali e sui social o vediamo nei talk shows? Come dicono
dalle mie parti (Catania, prov. di Tripoli), scura u cori 1: come gi per il nucleare nel 2011, tutti schierati a
priori e violentemente pro o contro. E non certo in ragione di conoscenze tecniche, ma in base alla
ideologia politica e al tornaconto elettorale: infatti, se c qualcosa che in Italia pu far perdere voti
dichiararsi a favore di una piattaforma petrolifera o di una centrale nucleare. E persino pi impopolare
di adescare delle minorenni nipoti di premier egiziani

Figura 4 - Il maggiore statista italiano degli ultimi 150 anni


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Il cuore si rabbuia, in preda allo sconforto.

Anche le celebrit non perdono loccasione per schierarsi (e farsi pubblicit?) sul referendum: cantanti,
attori ed attrici, comici e comiche, modelle, soubrette e chi pi ne ha pi ne metta: the more the merrier.
E naturalmente tutti lamentano una scarsa informazione sul referendum, pur essendo loro stessi i primi
a pubblicizzarne unicamente la data (ed eventualmente la loro presa di posizione) ma non i contenuti.
Ci si unisce ad una tendenza (mi duole ammetterlo, tipica degli italiani) di ritenersi esperti di qualsiasi
campo: donne, calcio, politica (interna ed estera), ancora donne e naturalmente anche energia. Chi ne
volesse la prova non deve far altro che osservare anche in modo distratto i social network: sono
appena trascorsi pochi giorni dallattentato di Bruxelles e, a giudicare dai post su Facebook, sono tutti ex
operativi del Mossad.
Ma andiamo al sodo.
Queste mie poche righe vogliono esporre (in maniera pietosamente incompleta ma cercando di non
tralasciare aspetti davvero importanti) alcune informazioni a mio avviso utili per esprimere un parere
informato il prossimo 17 aprile. Chi vuole capire davvero come stanno le cose e non ripetere come un
pappagallo cose sentite da altri deve informarsi sul serio: spero che questo piccolo vademecum (ma, se
volessi prendermi sul serio, lavrei chiamato divertissement) possa essere un primo e divertente passo.
2. Lenergia: una brevissima (ma necessaria) premessa
Guardate, giuro che sar breve e indolore. OK, il pi indolore possibile.
Che cos lenergia? Vi siete mai soffermati su questa domanda? A me capitato di rifletterci ed ecco
cosa sono arrivato a concludere. Lenergia come la stupidit altrui o la pornografia: non siamo in grado
di darne una definizione precisa, ma siamo senzaltro capaci di pensare a qualche esempio

Figura 5 Esempi: il Trota e Moana Pozzi

Per le matricole dei corsi di laurea di fisica ed ingegneria, lenergia viene definita come la capacit di
compiere un lavoro. Ma ora giunto il momento di fare coming out: nessuna matricola ha mai davvero
capito questa definizione. Cosa sar mai la capacit di compiere lavoro? E poi su, siamo realistici: oggi
come oggi, gi un miracolo trovare un lavoro! Figuriamoci compierlo
La miglior definizione operativa di energia nella quale mi sia capitato di imbattermi senzaltro quella
del fisico Richard Feynman:
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C un fatto, o se volete una legge, che governa i fenomeni naturali sinora noti. Non ci sono eccezioni a questa
legge, per quanto ne sappiamo esatta. La legge si chiama conservazione dellenergia ed veramente una idea
molto astratta, perch un principio matematico: afferma che c una grandezza numerica che non cambia
qualsiasi cosa accada. Non descrive un meccanismo o un qualcosa di concreto: solo un fatto un po strano:
possiamo calcolare un certo numero e, quando finiamo di osservare la natura che esegue i suoi giochi, e
2
ricalcoliamo il numero, troviamo che non cambiato .

Da ci spero vi sia chiaro che, a dispetto della familiarit che tutti noi ostentiamo con essa, lenergia un
concetto molto sfuggente. In pi abbiamo intuito un affascinante legame filosofico: lenergia (qualunque
cosa essa sia) in qualche modo figlia dellinvarianza temporale delle leggi fisiche 3.
Come un artista dei travestimenti, lenergia assume molte forme: i fisici e gli ingegneri parlano di energia
meccanica, gravitazionale, chimica, elettromagnetica, termica, nucleare etc. Agli scopi di quello che di
seguito diremo, tuttavia, un fatto senzaltro da tenere a mente: attraverso il suo sfruttamento a livello
industriale, lenergia ci consente di trasformare le materie prime in prodotti e di erogare una quantit di
servizi utili a noi tutti.
Lo sfruttamento delle fonti fossili, in particolare, ha permesso linarrestabile sviluppo economico durato
dalla prima rivoluzione industriale (1760-1830 ca.) ai giorni nostri.
3. Golfo del Messico, ovvero: il peccato originale
Tutto cominciato nelle acque del golfo del Messico il 20 aprile 2010, sulla piattaforma petrolifera
Deepwater Horizon: unesplosione devastante ha ucciso 11 lavoratori e ne ha feriti 17.

Figura 5 - La piattaforma Deepwater Horizon dopo l'esplosione

Il nome della piattaforma era appropriato. Si trovava in alto mare: invisibile dalle coste della Louisiana
nonostante i suoi quasi cento metri di altezza. Data la profondit del fondale, la piattaforma non vi era
appoggiata, ma galleggiava sopra 1500 metri dacqua: un lungo tubo flessibile la collegava al giacimento,
a sua volta collocato altri 5500 metri sotto il fondale marino.
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Richard P. Feynman, Sei pezzi facili, Adelphi


A chi voglia approfondire largomento e non tema derivate, integrali ed altre diavolerie-che-mannaggia-a-Leibniznon-poteva-farsi-un-po-di-cazzi-suoi?, suggerisco: Lev D. Landau, Corso di fisica teorica: Meccanica, Editori Riuniti
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Ma cos andato storto?


Per via del peso della roccia sovrastante, il petrolio dentro il giacimento era sottoposto ad una pressione
enorme. Quando limpianto esploso, il tubo si squarciato e il petrolio ha iniziato a fuoriuscirne con il
ritmo impressionante di circa cento litri al secondo.
Ripensate ai vostri vecchi numeri di Topolino, in particolare alle storie su Zio Paperone. Quando una delle
sue trivelle raggiungeva una sacca di petrolio ad alta pressione, il greggio schizzava fuori controllo verso
lalto, innaffiando (orrore!) il terreno circostante e il felicissimo papero imprenditore.

Figura 6 - Blow-out di un pozzo secondo Zio Paperone

Tra gli addetti ai lavori, gli impianti siffatti sulla terraferma si chiamano pozzi ad eruzione spontanea.
Arrestare una fuoriuscita del genere gi una faccenda complicata sulla terraferma 4: figuratevi, invece,
che incubo devessere stato gestire una testa pozzo situata sotto circa un chilometro e mezzo di acqua
salata. Solo alcuni veicoli automatici, controllati in remoto, potevano scendere e scattare fotografie:

Figura 7 - Blow-out di un pozzo deep-water nella realt

Per questo motivo, gli impianti di perforazione moderni sono dotati di sofisticati sistemi di sicurezza e di barriere
aventi lobbiettivo di monitorare lo stato del pozzo e di prevenirne il blow-out.

La fuoriuscita di petrolio stata infine arrestata il 15 luglio 2010, dopo quasi tre mesi di tentativi. In quel
giorno David Axelrod, consulente del presidente Obama, ha dichiarato che quella del golfo del Messico
era stata la maggiore catastrofe ambientale di tutti i tempi 5.
Qual stato il danno reale? Si stima che la quantit di petrolio riversata in mare sia stata di circa 950
milioni di litri: quasi 1 milione di metri cubi. Ma quali sono stati gli impatti sullecosistema?
Ora, dal momento che largomento molto sensibile, permettetemi di dirvi in modo chiaro che cosa non
intendo sostenere: non ritengo affatto che laccaduto vada derubricato come un qualsiasi incidente nel
settore petrolifero e non voglio sminuirne la gravit. La fuga stata enorme e ha senza dubbio causato
danni alla flora e alla fauna del golfo del Messico.
E, a va sans dire, non voglio assolutamente che una cosa simile possa accadere ancora in futuro.

Figura 8 - A scanso di equivoci

Ma siamo proprio certi che sia stata la maggiore catastrofe ambientale di tutti i tempi? Voglio dire, a
naso sembra unespressione molto drastica: siamo sicuri che non sia dettata da un approccio emotivo (o
magari elettorale) bens suffragata dai dati?
Cominciamo dalla domanda con la D maiuscola: dov finito tutto il greggio fuoriuscito? La risposta,
come sempre in questi casi, non una sola: un po evaporato, un po si disperso in mare, un po
affondato ed un altro po stato rimosso grazie agli sforzi per ripulire il mare.
Come molti di voi sapranno, il greggio formato da una miscela di composti chimici detti idrocarburi:
sono molecole costituite da una catena di atomi di carbonio circondata da un rivestimento di atomi di
idrogeno. Nella specie, il petrolio un liquido pi leggero dellacqua e dunque galleggia: ecco perch la
macchia nera del riversamento era visibile nelle immagini satellitari. E proprio come la comune benzina,
dopo un po di tempo tende ad evaporare.

Dal sito web Sound politics: Sound Commentary on Current Events in Seattle, Puget Sound and Washington State,
15 luglio 2010.

Quando abbastanza spesso, lo strato di greggio sulla superficie dellacqua pu essere bruciato:

Figura 9 - Chiazza di greggio bruciata

Le molecole pi pesanti (a spanne, quelle contenenti 20 o pi atomi di carbonio) coagulano formando


blocchi di catrame e i blocchi con densit maggiore di quella dellacqua affondano. Una volta sottacqua
il catrame viene attaccato da batteri che lo digeriscono. Tutto qui? Ma allora perch usare i tensioattivi?,
mi chiederete. Lo scopo di questi tanto vituperati prodotti chimici era dimpedire che il greggio formasse
coaguli troppo grandi: i batteri che digeriscono il petrolio, infatti, possono aderirvi solo attraverso la
superficie esterna. Quindi i coaguli pi grandi vengono degradati pi lentamente.

Figura 10 - Aereo che deposita sostanze tensioattive su una chiazza di greggio

La domanda successiva, naturalmente, : quanto impiegano questi batteri a degradare completamente


questi pezzi di catrame? Al momento questa domanda non ha una risposta certa, anche perch molto
difficile monitorare le profondit oceaniche.
Tuttavia, labilit di questi batteri nel digerire il petrolio ha sorpreso molti: teniamo conto del fatto che il
golfo del Messico si ristabilito in poco tempo dopo altre fughe di greggio, come il disastro della Ixtoc 1
nel 1979 6.
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Pi informazioni al riguardo qui: https://en.wikipedia.org/wiki/Ixtoc_I_oil_spill

E gli strati pi sottili?, direte. Questi si disperdono o dissolvono nellacqua, rendendola potenzialmente
tossica. Ahah! Lo sapevamo brutto petroliere schifoso! Presto, tagliategli la testa!

Figura 11 - La Regina di Cuori sposa il vostro fervore ambientalistico

Piano. Prima che mi decapitiate, suggerisco di fare una stima adottando un atteggiamento prudenziale:
supponiamo per un momento che lintera quantit di greggio fuoriuscita (950 milioni di litri), piuttosto
che evaporare, essere bruciata o affondare, sia distribuita in maniera uniforme sullarea di estensione
massima della marea nera rilevata sulle immagini satellitari (circa 26'000 km2).
OK, OK: lho gi capito che siete pigri. Il calcolo presto fatto:
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950 milioni di lt 1 milione di m


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26'000'000 km = 26'000'000'000 m
3

2
2

s = 1'000'000 m di greggio/ 26'000'000'000 m = 0,038 mm

Ebbene lo strato di petrolio corrispondente avrebbe uno spessore dellordine del centesimo di millimetro,
lo spessore tipico di un foglio di carta. Abbastanza sottile che, se si fosse dissolto anche solo nel volume
di acqua sottostante (ricordate che l il mare profondo un chilometro e mezzo), la concentrazione di
idrocarburi sarebbe stata diluita fino a meno di una parte per milione: un livello comunque dannoso ma
inferiore ai limiti di tossicit.
OK, mi direte: ma la distribuzione del greggio non era uniforme come dici e ha senzaltro avuto un grave
impatto sulla flora e sulla fauna:

Figura 12 - Pellicano coperto di greggio nel golfo del Messico

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Vero. Ma quanto grave? Perdonatemi questa deformazione professionale, ma sono abituato a valutare
le cose in base a qualcosa di oggettivo e misurabile. Nel complesso pare che siano stati raccolti i cadaveri
di oltre seimila animali, per lo pi uccelli. Limmagine straziante del pellicano zuppo di petrolio qui sopra
stata pubblicata un po ovunque. Ma come possiamo capire questo dato? Voglio dire: poco o tanto?
Tenetevi forte: secondo i dati della US Fish and Wildlife Service, lagenzia statunitense per la pesca e la
fauna selvatica, le finestre a vetri degli edifici negli States uccidono ogni anno (!) tra i cento milioni e il
miliardo di uccelli. Esatto: avete letto bene.
E un altro centinaio di migliaia di uccelli muore intrappolato nelle reti per la pesca curioso, vero?
Fast forward, 2011: appena un anno dopo il disastro di Deepwater Horizon, il governatore della Louisiana
Bobby Jindal ha dichiarato con solennit la rinascita della regione. I media locali ne hanno celebrato la
guarigione mangiando a quattro palmenti gamberetti pescati nel golfo. Edward Overton, ecologista e
professore alla Louisiana State University, ha affermato che gli effetti sullambiente si erano dimostrati
di gran lunga inferiori a quelli causati dal disastro della Exxon Valdez in Alaska, nel 1989 7 8.
Ribadisco ancora una volta che non voglio in alcun modo sminuire la portata del disastro del golfo del
Messico: la fuga di petrolio stata senzaltro dannosa per lambiente. Ma la sua esagerazione mediatica
non ha forse esacerbato il problema? I danni al settore turistico sono stati causati solo dal greggio o, in
parte, anche dalle dichiarazioni esagerate del governo?
Per i leader politici, sempre a caccia di voti, di certo allettante essere estremamente prudenti e agire
assumendo che si realizzer lo scenario peggiore fra quelli ipotizzabili. Ma in questo approccio insito il
pericolo che, attraverso i media, venga veicolato al pubblico il messaggio secondo cui il peggior scenario
possibile diventa anche il pi probabile.
4. Il panorama energetico, ovvero: perch ancora idrocarburi
Il guaio di molti non ci che non sanno, ma la quantit di cose che credono erroneamente di sapere.
Josh Billings

Partiamo da qualche numero. Lasciamo per un momento da parte i trasporti e chiediamoci: come viene
prodotta tutta lelettricit che consumiamo a livello mondiale?
Secondo i dati della IEA (2010), la torta suddivisa grossomodo cos: per il 40,6% con il carbone, per il
20,8% con il gas naturale e per il 4,7% con il petrolio. Il resto con rinnovabili e nucleare. Questultimo
una fonte importante per molti Paesi (ad es. Francia, Giappone e Stati Uniti) ma al momento espunto
dallequazione energetica dellItalia. Ma guardiamo ancora meglio
Il peso totale dei combustibili fossili sul kWh elettrico del 66,1%. A met degli anni 90 era del 63,1%:
ci significa che, in soli quindici anni, questo sporco trio ha aumentato la propria quota di ben 3 punti

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Kathy Finn, Gulf Gets Taste of Recovery One Year after Spill, Reuters 20 aprile 2011
Per approfondire: https://en.wikipedia.org/wiki/Exxon_Valdez_oil_spill

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percentuali e su una torta che si ingrandita del 50% 9! In soldoni: pi della met della nuova potenza
installata nel mondo in questo lasso di tempo alimentata a combustibili fossili.
Ma non finita: nei trasporti, i combustibili liquidi (benzina, diesel, combustibile per laviazione) giocano
senzaltro la parte del leone! Ed ecco un fatto curioso. Adesso viviamo uno storico minimo nel prezzo del
greggio; tuttavia, fino al 2014, il prezzo di un barile di petrolio si aggirava sui 100 dollari. E, a parit di
energia ottenuta, la benzina finiva per costare tra le cinque e le sette volte pi del gas naturale e
addirittura venti volte pi del carbone!
Come mai, ciononostante, abbiamo continuato ad usare la benzina?
La risposta a questa domanda semplice: tutte le nostre infrastrutture per i trasporti costruite negli
ultimi cento anni (oleodotti, raffinerie, stazioni di servizio, distribuzione dei carburanti) sono pensate per
ruotare esclusivamente attorno alla benzina: riconvertire questo gigantesco sistema da capo a piedi non
unimpresa facile siamo bloccati in quello che gli economisti definiscono un mercato energetico non
efficiente. Il tutto dopo anni durante i quali non abbiamo fatto altro che parlare del trattato di Kyoto e di
effetto serra. Bel risultato ma come mai le rinnovabili stentano a decollare?
Alcuni pensano che lenergia proveniente dal Sole, dal vento o quella geotermica (che sfrutta il calore
proveniente dalle viscere calde della Terra) siano gratuite. Ma, com ovvio, non sono pi gratuite del
petrolio. Il costo del greggio include la sua estrazione, i processi di raffinazione e la sua distribuzione sul
territorio. Lenergia solare ha anchessa costi simili: viene estratta da celle fotovoltaiche, processata da
dispositivi elettronici come invertitori e trasformatori e infine distribuita attraverso la rete elettrica 10. Al
momento la somma di questi fattori , a parit di energia prodotta, superiore rispetto a quella per il gas
naturale o per il petrolio.
A questo si aggiunge il fatto che, diversamente da quelli economici, i costi ambientali di queste fonti di
energia pi sporche ricadono non solo sullutilizzatore finale ma su tutti noi

Figura 13 - Un utilizzatore finale


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Lenergia totale consumata nel 2010 circa doppia rispetto a quella consumata nel 1995, a causa dellaumentata
popolazione mondiale e dellaumentato fabbisogno di elettricit.
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Per non parlare dei materiali pericolosi impiegati per costruire pannelli fotovoltaici: gallio, arsenico, germanio e
palladio sono metalli pesanti il cui smaltimento richiede accurate misure di protezione ambientale (seconde, forse,
solo al ciclo di smaltimento dei rifiuti radioattivi).

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E arridaje!! Ma no, non quellutilizzatore finale! Una volta tanto che si stava facendo un discorso serio,
su Volevo dire che per il consumatore lincentivo a preferire fonti energetiche pi costose (anche se
pi pulite) davvero ridotto.
Inoltre, per esaltare le performances delle energie rinnovabili, le associazioni ambientaliste citano spesso
i numeri della potenza installata. Ma la potenza non energia: bens il prodotto della potenza e le ore
di effettivo funzionamento
Questa differenza pu essere spiegata con un esempio divertente: qual la differenza tra un candelotto
di TNT ed un pacco di Gocciole? Entrambi forniscono energia, daccordo. Ma quanta, esattamente?

Figura 14 - Un paragone che mette in dubbio la mia seriet come ingegnere

Vabb, ho gi capito. Devo fare i calcoli io unaltra volta


Densit energetica TNT = 0,755 kWh/kg
Densit energetica Gocciole = 5,27 kWh/kg
EGocciole / ETNT = 5,27 kWh/kg / 0,755 kWh/kg = 6,98.

Sorpresa!! I biscotti con gocce di cioccolato forniscono quasi 7 volte pi energia del peso equivalente di
TNT! Non ve laspettavate, vero? Eppure qualcosa non quadra perch non usiamo i biscotti al cioccolato
per scavare gallerie dentro le montagne? La risposta risiede nel concetto di potenza: il tritolo in grado
di liberare la sua energia molto pi velocemente! Una potenza pi alta corrisponde ad una forza molto
intensa, che proprio ci che fa al caso nostro per frantumare la roccia.
Ma torniamo alle rinnovabili. La Sicilia sicuramente pi soleggiata del Veneto e le isole Eolie sono certo
pi ventose di Milano ma possiamo provare a fare una media. E un po come il pollo di Trilussa, ma sti
cazzi (cit.). Nel corso di un anno italiano medio, quanti sono i giorni con condizioni meteo in grado di far
funzionare questi impianti al massimo delle loro potenzialit? Risposta: 1200 giorni di sole e 2000 giorni
di vento. Significa che i pannelli fotovoltaici o le turbine eoliche hanno un coefficiente di utilizzazione
compreso tra il 14% e il 23%.

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I problemi di intermittenza ed accumulo che affliggono le rinnovabili, infatti, sono ben noti. Per una data
rete elettrica, la quantit di fonti intermittenti direttamente allacciabili ha un limite tecnico. Sul valore
preciso di tale limite c discussione tra gli esperti, poich dipende da com fatta la rete (ad es.
tipologia dei generatori, topologia delle linee elettriche, collocazione sul territorio, capacit del sistema
di controllo e dispacciamento etc.): in ogni caso, per, il superamento di questo limite mette la rete a
serio rischio di black out.

Figura 15 - New York durante il black out del 2003

Nei paesi industriali, dotati di reti elettriche ben strutturate, stato possibile finora accogliere senza dei
particolari problemi tecnici (anche in ragione di incentivazioni governative). Sta avvenendo, per, che in
alcuni Paesi (come lItalia) la quantit di energia elettrica prodotta da fonti intermittenti diventa sempre
pi pericolosamente prossima al limite di cui abbiamo parlato.
Ci sta producendo una situazione economica sfavorevole per laggiunta di nuovi impianti poich ora
divenuto necessario tenere accesi in stand-by, cio senza erogare energia, alcuni generatori tradizionali
(tipicamente di tipo termoelettrico) remunerandoli con una tariffa chiamata capacity payment. Oppure
se ne aggiungono altri (ad es. centrali turbogas a avviamento rapido) aventi la sola funzione dintervento
per compensare lintermittenza della produzione rinnovabile.
Visti da vicino, i problemi sono sempre meno banali vero?
OK, OK, direte voi: ma comunque i combustibili fossili contribuiscono al cambiamento climatico non
sarebbe meglio ridurne il pi possibile luso in favore delle fonti rinnovabili? Ecco, questo un pensiero
che condivido: purch, naturalmente, non sia animato da pregiudizi.
Il che ci porta al capitolo successivo

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5. Pregiudizi, ovvero: la natura non esiste


Marlon Brando: Voglio brindare alla nostra vita in campagna!
Maria Schneider: Ah, sei amante della natura.
Ultimo tango a Parigi

Newsflash, gente: la natura non quella della Disney. Mi dispiace

Figura 16 - Aspettativa non realistica di natura

E unidea che troviamo difficile scrollarci di dosso, sembra scritta nel nostro DNA: naturale = buono. E
perch non dovrebbe essere cos? Quando diciamo che una cosa naturale, come se noi affermassimo
che appartiene ad un , ad un ordine che esiste da sempre e non mai mutato.
A volte facciamo il passo pi lungo della gamba e usiamo il concetto di natura per rafforzare concetti e
idee che appartengono solo a noi. Per i segregazionisti americani, ad esempio, era naturale che i negri
fossero sottoposti ai bianchi. Oggi per alcuni conservatori (ironicamente provenienti dai medesimi Stati
nei quali imperversavano i segregazionisti) non naturale che due uomini o due donne si sposino.
Altre persone (come i promotori del s al referendum del 17 aprile) trovano innaturale che si estragga
petrolio dal sottosuolo. Ma davvero cos? Eppure il petrolio stato anchesso, a suo tempo, una fonte
alternativa: fino alla met del diciannovesimo secolo, il miglior combustibile utilizzato per lilluminazione
delle case e dei luoghi di lavoro era lolio di balena.
Col passare degli decenni, per, i migliori esemplari di cetacei erano sempre pi scarsi: il problema
allepoca fu vissuto coma una vera e propria crisi dei combustibili. Le scorte di olio di balena raggiunsero
un picco intorno al 1845, per poi decrescere inesorabilmente. Di conseguenza il suo prezzo conobbe
unimpennata, fino a raddoppiare nel 1852. Ma nel '59 la scoperta di abbondante petrolio in Pennsylvania
rappresent uneccellente soluzione al problema: infatti, gi alla fine di quellanno, la sua produzione
aveva gi scavalcato il picco di quella dolio di balena.
Come sarebbe a dire?, vi domanderete. Vuoi forse sostenere che, se mi piacciono le mele biologiche
e sono contrario alle trivelle, allora sono anche per la caccia alle balene o per tenere mia moglie in casa a
lavare i piatti?. Ovviamente no. Dico solo che spesso la natura diventa uno schermo su cui proiettiamo
le nostre aspettative: chiamiamo naturale tutto ci che troviamo bello, buono e giusto.
Ma davvero cos? Davvero la natura buona e bella?
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Cambiamo per un momento scenario: state facendo un bel safari nel deserto del Sahara. Si avvicina lora
del tramonto e decidete di invertire la rotta per rientrare nella citt pi vicina.

Figura 17 - Safari nel deserto

Quando ad un tratto il motore della vostra jeep inizia a tossire come un fumatore incallito e poi si
ferma. Niente da fare, non si riavvia: avete fatto male i calcoli e il gasolio finito. Non avete pi acqua o
cibo e, naturalmente, in giro non c unanima a cui possiate chiedere aiuto. Provate a riflettere: per
ripercorrere a piedi la strada che avete fatto allandata ci vorrebbero ore e non avete con voi abiti per
passare la notte nel deserto.
Istintivamente portate la mano al telefono cellulare meno male! Siete stati previdenti: la sua batteria
ancora carica. Ma chiaramente non c campo. I campi elettromagnetici, contro i quali tanti strali avete
scagliato quando lamministratore voleva far installare quel ripetitore sul tetto del vostro palazzo, ora vi
hanno del tutto abbandonato. Siete persi nel deserto: un ambiente estremamente arido e ostile, anche
se privo di qualsiasi emissione nociva (comprese, purtroppo, quelle del motore della vostra jeep e del
vostro cellulare). Forse, prima che moriate di sete, qualcuno dei vostri compagni di viaggio rimasti in
citt noter la vostra assenza e si precipiter a cercarvi.
Nel frattempo, spero che avrete iniziato ad apprezzare la bellezza degli idrocarburi e dei campi
elettromagnetici: solo grazie ad essi, infatti, anche lontanamente possibile che voi possiate godere
del vostro safari. Altrimenti, il deserto per voi solo un luogo di morte.
6. Il quesito referendario del 17 aprile 2016
Ed ecco che, con un salto in avanti che a confronto i film di Tarantino me spicciano casa, ci riproiettiamo
sulloggi e diamo improvvisamente un senso ai capitoli precedenti. Per cosa si voter il 17 aprile?

Figura 18 - Pulp Fiction: rapina nella tavola calda

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Prima del quesito, un po di storia. Nel 2010, subito a valle del disastro nel golfo del Messico, il decreto
Prestigiacomo stabiliva la distanza minima di 12 miglia dalla costa per le attivit estrattive. In seguito,
per, il decreto Sblocca Italia ha definito la ricerca e la coltivazione di idrocarburi come un fattore di
pubblica utilit e strategico: cos facendo, ha di fatto by-passato il decreto Prestigiacomo e reso possibile
lestrazione di petrolio e gas anche entro le 12 miglia.
Nel settembre del 2015, dieci Consigli Regionali italiani (Abruzzo, Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna,
Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) hanno presentato ricorso contro il decreto Sblocca Italia:
tuttavia quasi tutti i quesiti del pacchetto originale non sono passati al vaglio della magistratura, anche
perch nel frattempo il Governo ha introdotto aggiustamenti e/o modifiche alle leggi che si chiedeva di
abrogare nella direzione richiesta dal referendum (legge di Stabilit 2016).
E rimasto in piedi, quindi, solo il quesito no-triv. Esso chiede quanto segue:
Volete voi che sia abrogato lart. 6, comma 17 , terzo periodo del decreto legislativo del 3 aprile 2006, n. 152
Norme in materia ambientale, come sostituito dal comma 239 dellart. 1 della legge 28 dicembre 2015 n. 208
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di Stabilit 2016),
limitatamente alle seguenti parole: per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di
sicurezza e di salvaguardia ambientale?

Figura 19 - Jack Sparrow condivide la vostra perplessit

OK, OK: vediamo di riformularlo in maniera pi comprensibile:


Volete che, quando scadranno le concessioni, venga fermata la produzione dei giacimenti in attivit nelle acque
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territoriali italiane , anche se c ancora gas o petrolio?

Se vincer il s, sar abrogato lart. 6 comma 17 del Codice dellAmbiente, dove si prevede che queste
trivellazioni proseguano fino a quando il giacimento lo consente. Tra gli altri, saranno interessati da tale
misura: il giacimento Guendalina (Eni) nellAdriatico, il giacimento Gospo (Edison) ancora nellAdriatico e
il giacimento Vega (Edison) davanti a Ragusa.
Allora: lo scopo di questo vademecum non quello di dare indicazioni di voto. In uno spirito di indagine
scientifica, tuttavia, vorrei sottoporvi alcune mie considerazioni (credo di buonsenso):

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Ovvero entro le famose 12 miglia (22,2 km) dalla costa.

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Il limite delle 12 miglia introdotto dal decreto Prestigiacomo un mero conforto psicologico (si
legga: misura populista), una coperta di Linus: ricordo che la piattaforma Deepwater Horizon si
trovava a ben 40 miglia dalle coste della Louisiana. Il blow-out di un pozzo come quello del golfo
del Messico un disastro a prescindere dalla distanza dalla costa alla quale si verifichi. Bisogna
(com sacrosanto) pretendere che tali impianti rispettino alla lettera le disposizioni in materia
di sicurezza ed impatto ambientale... ma non si pensi che, relegando le piattaforme petrolifere
oltre le 12 miglia, si sia risolto il problema.
Secondo la propaganda del s, le piattaforme entro le 12 miglia soggette a referendum coprono
una frazione infinitesimale della produzione nazionale. Ora, mentre vero che per il petrolio i
numeri in ballo sono abbastanza marginali, per il gas le cose stanno diversamente: qui sotto la
tabella con i dati della Direzione Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche (DGRME):

Guardiamo meglio laspetto energetico. Se impiegassimo i 1'210 milioni di metri cubi lanno (che
verrebbero bloccati dal s) interamente per generare energia elettrica, otterremmo circa 5,2
TWh lanno 12. Per mettere il dato in prospettiva, consideriamo che nel 2015 il fotovoltaico nel
nostro Paese ha prodotto 25 TWh: quindi per compensare il mancato volume di gas naturale con
il Sole, occorrerebbe un aumento del 20% circa della potenza nazionale in pannelli installata.
Peccato che il fotovoltaico in Italia cresca al ritmo dell1-2% lanno e nel frattempo, che famo?
Aumentiamo le importazioni di gas naturale dalla Russia di Putin? Non abbiamo gi sovvenzionato
a sufficienza tiranni come lui o la buonanima di Gheddafi?
La chiusura degli impianti in oggetto avverr nei prossimi anni (tra i 5 ed i 10): ci condurr per
lo Stato alla fine dei proventi e delle entrate tributarie legate alle concessioni di cui sopra. Dal
canto loro, le aziende concessionarie semplicemente porteranno allestero i loro investimenti
legati alle attivit estrattive. In altre parole, stiamo parlando di un semplice spostamento della
produzione di gas naturale dal Mediterraneo verso altri Paesi, mantenendo il consumo sempre
in casa nostra: un NIMBY (Not In My Back Yard) in piena regola

Sorge spontaneo il dubbio, quindi, che le reali spinte dietro questo referendum siano altre. LItalia si
impegnata a cominciare una transizione verso le energie rinnovabili e ad uscire dai combustibili fossili
per contenere il riscaldamento globale. Ma non sta facendo proprio nulla in questa direzione, dichiara

12

1 TWh = 1'000 MWh = 1'000'000 kWh

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Stefano Lenzi del Wwf nazionale. In molti articoli a favore del s vengono menzionati anche altri punti,
come luso delle air guns 13 e il loro (controverso) effetto sulla fauna marina.
OK. Ma cosa centra questo con il referendum? Se la preoccupazione un eccessivo impatto ambientale
degli impianti petroliferi in mare o un insufficiente incoraggiamento delle fonti rinnovabili la domanda
posta dal referendum NON quella giusta! Non sarebbe pi efficace, per esempio, valutare se le leggi e
le regolamentazioni sulla sicurezza di questi impianti possono essere migliorate? O magari investire sulla
ricerca in quei campi (ad es. le smart grids) che possono rendere le rinnovabili pi competitive?
Vi prego di notare come nessuna delle obiezioni sopra sia diretta alle fonti rinnovabili in s (il cui sviluppo
condivisibile, anzi necessario): tuttavia affrontare problemi tecnici con approcci ideologici pu avere
effetti disastrosi e, paradossalmente, inficiare proprio le nuove tecnologie che si vogliono caldeggiare.
Negli Stati Uniti dicono: overstating an argument is the best way to lose it 14.
7. Conclusioni, ovvero: Il buonsenso, questo sconosciuto
S, va bene ma tu al referendum come voterai?
Chiunque alla fine di questo vademecum

Eccola, la vera domanda con la D maiuscola: dobbiamo votare s o no?


La risposta a questa domanda, naturalmente, non si trova nelle righe qui sotto. E non potrebbe essere
altrimenti: un vademecum, non un pamphlet di propaganda! Il suo scopo di stimolare il (moribondo)
dibattito sui contenuti, non di dire a chicchessia come votare.
A titolo personale, posso dire che condivido la necessit di fare progressi sul settore delle rinnovabili. Da
tempo, per, non credo pi a Babbo Natale e sono quindi consapevole di due cose:
a. ogni attivit umana ha un suo impatto sullambiente (e tuttavia mi sembra giusto cercare di
limitare, nellambito del ragionevole, questo impatto);
b. nel settore energetico non esiste una pallottola dargento, una panacea in grado di eliminare
tutti i problemi: la soluzione passa per un mix che contempera al meglio esigenze diverse.
Quello che non condivido lapproccio isterico ed intransigente che in Italia ormai da anni si associa al
dibattito sullenergia: noi sappiamo molto meglio di voi, marmaglia male informata, che cos bene per
lItalia, in virt di [doti tecnico-scientifiche non precisate], sembra che dicano alcuni. Tuttavia (che sia
per il nostro fare paternalistico e presuntuoso? Jamais!) non riusciamo a convincervene: se ci riuscissimo,
infatti, potremmo prendere i vostri voti e formulare in parlamento delle proposte legislative davvero
efficaci ma dal momento che non ci riusciamo, combatteremo la nostra battaglia di retroguardia a
suon di referendum, per i quali organizzeremo campagne di disinformazione uguale e contraria a quella
di cui siete vittime con lobiettivo di indurvi a votare spinti dalla paura.

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Si tratta di attrezzature che sparano bolle daria ad alta frequenza sui fondali, per le operazioni di prospezione
geosismica: si fa, cio, una sorta di ecografia del fondale, per trovare possibili giacimenti.
14
Esagerare di proposito il modo migliore per aver torto in una discussione.

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Come gi nel 2011 per il nucleare, si cerca adesso di spingere gli elettori italiani ad esprimere il proprio
parere sulla base di una miscela indistinta di qualche buona idea e paure prive di senso, dati scientifici
usati come slogan ed informazione sensazionalista.
Vogliamo che lambiente e lenergia si tramutino in una nuova religione o in un campo per la politica
riformista, supportata dalla tecnologia? Da quel che ho imparato nei miei anni di universit, gli ingegneri
vagliano le possibili soluzioni ad un problema secondo un criterio di efficacia. Sono utili? Raggiungono
lobiettivo che si pongono? Hanno dei costi ragionevoli o sarebbe pi proficuo impiegare quelle risorse
in alternative pi efficaci? Invece no: le solite barricate, le solite tifoserie.
La linea di confine tra le scelte giuste e quelle sbagliate, tra buone intenzioni e risultati controproducenti
spesso molto sottile. Se non si tiene bene a mente il legame tra lo sviluppo economico e la protezione
dellambiente, se si fa della natura un totem o un valore assoluto, si possono ottenere danni di gran
lunga superiori ai benefici. Penso, per esempio, alla campagna di Greenpeace contro luso del cloro, il cui
uso per la potabilizzazione dellacqua ha prodotto una vera rivoluzione sanitaria e ha aiutato a debellare
malattie come tifo e dissenteria.
Perch certe politiche ambientali diventano articoli di fede? Direi che di integralismo, di questi tempi, ne
abbiamo gi pi che a sufficienza! La professione dellingegnere non fatta di granitiche certezze, ma di
(sofferti) compromessi: la coperta sempre troppo corta da qualche lato
Sarebbe un buon momento, invece, per rispolverare il buon vecchio metodo scientifico, che tanti utili
risultati ci ha dato. Il motto della Royal Society recita: nullius in verba. Non prendere nessuno in parola,
usa la ragione e verifica tu stesso.

Figura 20 - Scetticismo

Teniamoci cara la Terra, lunico pianeta che al momento abbiamo. Ma, almeno una volta ogni tanto,
cerchiamo di usare un po di buonsenso e di sano scetticismo nel risolvere i problemi che affrontiamo:
dobbiamo tenerci cari anche gli uomini che la popolano.

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Alcuni riferimenti utili


[1] Giuseppe Recchi Nuove energie (Marsilio, 2014)
[2] Piero Angela, Lorenzo Pinna La sfida del secolo (Mondadori, 2011)
[3] Vincenzo Balzani, Nicola Armaroli Energia per lastronave Terra (Zanichelli, 2008)
[4] Richard P. Feynman Sei pezzi facili (Adelphi, 2000)

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