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AQ 001
Rev. 4/2009
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REGIONE LAZIO
REV.
DATA
REDATTO
VERIFICATO e APPROVATO
DIREZIONE SANITARIA
Presidio Ospedaliero Centrale
Indice
Pag.
Introduzione
1. Oggetto
2. Scopo
3. Campo di applicazione
4. La cartella clinica
5. Documenti annessi alla cartella clinica
6. Responsabilit
6.1 Matrice delle responsabilit
7. Controlli interni
8. Conservazione e archiviazione
9. Modalit di conservazione
10. Alienazione
11. Compilazione
12. Diritto allanonimato
13. Considerazioni medico-legali
14. Sanzioni
15. Aventi diritto
16. Presa visione cartella clinica
17. Procedura per la richiesta della cartella clinica
- richiesta della cartella clinica
- da pubblica autorit
- da pubblica amministrazione
- trasmissione copia di cartella clinica ad altro ospedale
18. Procedura per il rilascio della cartella clinica
- del minore emancipato
- del minore adottato
- dellinterdetto o dellinabilitato
- del pari rango
- di un congiunto defunto
- allautorit giudiziaria
19. Rilascio di radiogrammi e referti
20. Consultazione
21. Lettera di dimissione
22. Altre certificazioni
23. Norme di sicurezza e protezione dei dati personali
24. Distribuzione della procedura
25. Glossario
26. Privacy
27. I - Stato di attuazione del Codice in materia di protezione
dei dati personali - Relazione 2004 - 9 febbraio 2005
28. La conservazione dei dati di traffico
29. Il trattamento di dati idonei a rivelare lo stato di salute in ambito sanitario
30. Proroga dei termini
31. Adozione delle misure minime di sicurezza
32. Alcune pronunce del Garante e della Cassazione
33. Documentazione
34. Bibliografia
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DIREZIONE SANITARIA
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Introduzione
La documentazione sanitaria linsieme di dati, informazioni, atti che definiscono ed
oggettivano regole e comportamenti di una qualsiasi struttura organizzativa e funzionale
sia semplice che complessa.
Essa si realizza attraverso la scrittura e la rappresentazione di segni grafici che dalla pi
semplice linearit alla pi complessa articolazione costituiscono la materializzazione delle
idee e del pensiero, tracce di singoli atti e prove di avvenimenti che hanno un unico filo
conduttore ed obiettivo: tramandare il passato, elaborare il presente e costruire il futuro
attraverso un legame temporale di continuit che scandisce il regolare fluire degli eventi e
la puntuale registrazione del cambiamento.
In questi ultimi decenni la cartella clinica comincia a diventare uno strumento essenziale
ed altempo stesso un problema complesso. Infatti, da semplice registrazione di dati
essenziali del paziente e della sua malattia, si passati ad una raccolta di sempre pi
numerosi documenti sanitari ed informazioni che nella loro articolazione organica e logica
devono soddisfare numerose necessit e non solo quelle strettamente clinico-diagnosticoterapeutiche del paziente. Ci dovuto, da una parte, allincalzante sviluppo tecnologico
ed ai consistenti progressi scientifici e, dallaltra, allevoluzione di una serie di sistemi, quali
quello politico, economico e sociale cui strettamente legata quella che prima era
semplicemente considerata assistenza sanitaria e che oggi diventata un vero e proprio
sistema sanitario articolato e complesso; inoltre, lintroduzione dei sistemi di gestione per
la qualit e la loro adozione da parte delle strutture sanitarie ha contribuito ad evidenziare
una serie di problematiche prima nascoste o poco evidenti .
A questo percorso evolutivo di sviluppo e di complessit non si accompagnato un
altrettanto lineare percorso di regolamentazione e di articolazione organica della
documentazione sanitaria. Infatti, ad oggi, non c un criterio univoco n linee guida
ufficiali sulle modalit di strutturazione e compilazione della cartella clinica. Questa
articolata e compilata nei modi pi diversi (omnicomprensiva o per problemi, pi o meno
carente o dettagliata) tra ospedali ed ospedali ed anche tra unit operative diverse dello
stesso ospedale e magari dello stesso dipartimento. In molti casi, esaminando la cartella
clinica di un paziente, difficile capire lapproccio ed il percorso clinico diagnostico
terapeutico, collegare ed integrare le informazioni tra di loro, capire la successione
cronologica, individuare i problemi e cosa stato fatto per risolverli, rintracciare qualsiasi
indizio che riguardi la persona in termini di realizzazione, tutela della riservatezza,
partecipazione al processo di cura.
Inoltre, ancora presente uninsufficiente attenzione sul valore della cartella clinica dal
punto di vista amministrativo e legale: non infrequente scoprire omissioni, correzioni e
scorrette compilazioni, inserimenti successivi (dimenticanze o ripensamenti),
aggiustamenti e completamenti tardivi, scritture illeggibili, ecc. Ci d la misura del fatto
che non sono pochi gli operatori medici che non hanno la percezione della cartella clinica
anche come documento legale in quanto compilata da una figura identificata come
pubblico ufficiale nel pieno esercizio delle sue funzioni, e, pertanto, regolamentata dalla
legislazione relativa agli atti pubblici.
Un altro aspetto da considerare quello che lega la cartella clinica, intesa come strumento
di ve-rifica della qualit, alle linee guida e standard di comportamento a garanzia della
uniformit degli interventi, verifica degli esiti e programmazione del miglioramento.
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La terza revisione della procedura - La gestione della Cartella Clinica ed il rispetto della
privacy - nasce dalla necessit di utilizzare un unico documento che da una parte integri
loperato di tutti gli operatori sanitari, medici, infermieri, tecnici e, dallaltro, coinvolga il
pazienti in tutti i processi decisionali di diagnosi e cura che lo riguardano restituendogli un
ruolo preminente nella cogestione con gli operatori sanitari di tutti gli atti medicoassistenziali e tecnici presenti lungo il percorso ed il periodo di ricovero.
1. Oggetto
Gestione della cartella clinica ed il rispetto della privacy.
2. Scopo
- Definizione delle responsabilit e delle modalit di gestione della cartella clinica ed il
rispetto della privacy.
- Definizione di criteri chiari per il rilascio, la consultazione e larchiviazione del documento
sanitario.
3. Campo di applicazione
- Tutte le Unit Operative che hanno rapporti diretti con lattivit di ricovero dei pazienti e
gli uffici addetti al rilascio, alla consultazione e allarchiviazione del documento sanitario.
* relativamente alla scheda infermieristica
4. La Cartella Clinica
La cartella clinica, strumento di lavoro per il medico operante in una struttura di degenza,
costituisce una verbalizzazione, ossia una registrazione delle notizie riguardanti il soggetto
ricoverato il cui fine ultimo si identifica nella tutela della salute del paziente. Dunque essa
rappresenta il mezzo pi fedele in grado di documentare il decorso clinico di ogni degente,
delle decisioni assunte, degli interventi effettuati e quindi del comportamento della
struttura dellospedale. Inoltre essa la base per la corretta valorizzazione dellattivit da
un punto di vista economico anche in considerazione dellintroduzione, nel Ssn, dei Drg.
Essa rappresenta inoltre un veicolo di comunicazione importante verso lesterno (medici di
base, assicurazioni, Asl ecc.) ed uno strumento scientifico e didattico per lo studio e
formazione professionale oltre che una preziosa fonte documentale per le ricerche di
carattere storico.
Secondo un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato, la cartella clinica costituisce
un atto pubblico di fede privilegiata ed il cui contenuto confutabile solo con la prova
contraria. Larticolo 2699 del codice civile definisce atto pubblico il documento redatto,
con le richieste formalit, da un notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato ad
attribuirgli pubblica fede nel luogo dove latto formato. In sede di Cassazione Penale
(sez.V21/1/81) viene affermato che ha natura di atto pubblico la cartella clinica redatta
dal medico dipendente di una clinica convenzionata con il Ministero della Sanit. Lo stesso
concetto viene ribadito nel caso di medici dipendenti da casa di cura convenzionata (Cass.
Pen.27/5/92 e Cass. Pen. sez. unite 11/7/92 ) anche se operante in libera professione
presso case di cure convenzionate.
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Per linsieme di questi elementi la cartella clinica riveste un notevole ruolo documentativo
e rispetto alle diverse finalit possiamo distinguere due definizioni specifiche:
a) Sanitaria: la cartella clinica rappresenta una raccolta di notizie riguardanti il
paziente nei riferimenti anamnestici, obiettivi, terapeutici e dietetici, raccolte dai
medici curanti e destinate soprattutto alla diagnosi ed alla cura; subordinatamente
allo studio, alla ricerca scientifica ed allinsegnamento.
b) Giuridica: la cartella clinica costituisce un atto pubblico di fede privilegiata in
quanto:
- Proviene da un pubblico ufficiale o da un pubblico dipendente incaricato di un
pubblico servizio nellesercizio delle sue funzioni;
- Trattasi di un documento originale che costituisce la fonte prima ed autonoma di
quanto in essa contenuta;
- I fatti e le attestazioni di scienza che in essa figurano hanno rilevanza giuridica
perch produttivi del diritto del paziente di essere assistito e dello Stato di
assisterlo.
5. Documenti annessi alla cartella clinica
Fanno parte della cartella clinica:
- Foglio di accettazione/rapporto Pronto Soccorso (RPS);
- Copia dei referti inviati allAutorit Giudiziaria;
- Copia denuncia di malattia infettiva/notifica infezioni ospedaliere;
- La scheda di dimissione ospedaliera (scheda SDO), istituita con D.M.S. del 28/12/91
successivamente integrato e disciplinato dal D.M.S. 26/7/93 e del 27/10/2000. I
decreti menzionati prevedono che la scheda SDO parte integrante della cartella
clinica, della quale assume la medesima rilevanza giuridica, la cui corretta
compilazione obbliga la responsabilit del medico.;
- Il Certificato di Assistenza al Parto (C.A.P.);
- La scheda infermieristica;
- La scheda ostetrica;
- Il modulo di consenso informato, che giuridicamente prescritto per emotrasfusioni e
terapie in sperimentazione e indispensabile per ogni intervento diagnostico-curativo
invasivo, deve risultare compilato compiutamente. In caso di minore, interdetto o
incapace, il consenso agli interventi diagnostici e terapeutici deve essere espresso dal
legale rappresentante, tutore;
- Una breve relazione sullinformazione data al paziente (o al legale rappresentante se
il paziente minore o incapace) sulle proposte diagnostiche e terapeutiche, sulle
prospettive, le eventuali alternative, i rischi e i benefici ragionevolmente attesi. La
relazione dovr essere firmata dal medico che direttamente ha impartito
linformazione; mentre il paziente o il legale rappresentante potranno verbalizzare
eventuali osservazioni. In caso di urgenza connotata da pericolo per la vita, mentre
leventuale dissenso del paziente non consente liniziativa curativa proposta, il
dissenso dei legali rappresentanti di minore o di soggetto incapace o privo di
coscienza non rilevante, prevalendo il dovere del medico di garantire la tutela della
salute e della vita;
- Copia del riscontro diagnostico in caso di decesso del paziente;
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Revisione
procedura
Predisposizione
modelli
Compilazione
cartella
Archivio
reparto
C
C
Fotocopia
e rilascio
Medici UU.OO.
Caposala UU.OO.*
Infermieri UU.OO.*
Direttori UU.OO.
Archivio
centrale
Il Direttore della Unit Operativa, in riferimento ai pazienti ricoverati nel proprio reparto,
responsabile della regolare compilazione delle cartelle cliniche, dei registri nosologici e
della loro conservazione, fino alla consegna allarchivio centrale, che deve avvenire
generalmente nel pi breve tempo possibile.
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Il Capo sala responsabile della conservazione delle cartelle cliniche fino alla loro
consegna allarchivio centrale.
La cartella clinica deve essere redatta chiaramente, con puntualit e diligenza, nel
rispetto delle regole della buona pratica clinica e contenere, oltre ad ogni dato obiettivo
relativo alle condizioni patologiche del paziente ed al suo decorso clinico, le attivit
diagnostiche-terapeutiche praticate (Art.23 Capo IV codice di Deontologia Medica).
Inoltre il medico deve, nellinteresse esclusivo della persona assistita, mettere la
documentazione clinica in suo possesso a disposizione della stessa o dei medici e
istituzioni da essa indicati per iscritto (Art. 21 capo IV codice di Deontologia Medica).
Il Direttore Sanitario responsabile della custodia della documentazione clinica dal
momento cui questa perviene allarchivio centrale.
7. Controlli interni
La chiusura della cartella deve avvenire al momento della dimissione della persona.
Il sistema di controlli interni coinvolge il Direttore di U.O. il cui compito quello di
verificare la corretta compilazione e tenuta della cartella clinica sotto ogni profilo; in
particolare al momento della chiusura deve essere fatto un controllo accurato del suo
contenuto. La Direzione Sanitaria effettua un controllo della completezza del contenuto
minimo standard della cartella e delle informazioni essenziali (diagnosi, codici nosologici,
firme dei medici) nonch dei requisiti di compilazione. Dopo tale controllo la cartella viene
controfirmata dal Direttore Sanitario. La cartella clinica priva della firma del Responsabile
U.O. costituisce un atto incompleto.
8. Conservazione e archiviazione
Il D.P.R. 128/69 (art.7) stabilisce la responsabilit del Direttore di U.O. sulla conservazione
della cartella clinica fino allinvio presso gli archivi centrali. Tale responsabilit condivisa
dal personale infermieristico ai sensi dellart. 1 lett.B del D.P.R. 14/3/74 n. 225. Il Direttore
di U.O deve provvedere alla conservazione di tutta la documentazione clinica fino al
momento della consegna agli archivi centrali (art.17). Il sopracitato D.P.R. 128/69 art. 5
stabilisce inoltre che il Direttore Sanitario responsabile della custodia della
documentazione clinica dal momento in cui questa perviene allarchivio centrale ed
tenuto a svolgere unattivit di vigilanza sullattivit di tale struttura la cui istituzione resa
obbligatoria in tutti gli ospedali nellambito dello stesso provvedimento normativo.
Il D.P.R. n 1409/63 allart. 30 prevede che le cartelle cliniche siano conservate
illimitatamente, per almeno 40 anni in un archivio corrente e successivamente in una
sezione separata di archivio istituita dalla struttura sanitaria. La successiva circolare del
M.S. n61 del 19/12/86 conferma quanto riportato nel D.P.R. 1409/63.
Qualora sia necessario trasferire le cartelle cliniche in una sezione separata di archivio,
prima del trasferimento necessario acquisire il nulla osta da parte della Soprintendenza
Archivistica, il nulla osta dei VV.FF.
I Coordinatori infermieristici istituiranno un registro sul quale annoteranno le cartelle
cliniche consegnate allarchivio centrale con data e firma del ricevente.
Qualora una cartella clinica (o qualsiasi altra documentazione sanitaria: radiografie,
elettrocardiogrammi, ecc.) sia smarrita prima della consegna alla Direzione Sanitaria
fatto obbligo al Responsabile medico dellU.O. di effettuare la denuncia di smarrimento
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presso gli Organi di Polizia e consegnare copia della denuncia alla Direzione Sanitaria. In
caso di smarrimento dopo il conferimento allarchivio centrale, compito del Direttore
Sanitario effettuare la denuncia ai competenti Organi di Polizia.
E compito del Direttore Sanitario vigilare sullarchivio centrale della documentazione
sanitaria e curare il rilascio, agli aventi diritto, in base ai criteri stabiliti
dallamministrazione, della copia delle cartelle cliniche e di ogni altra certificazione
sanitaria riguardante i pazienti assistiti in ospedale.
Per la rilevanza giuridico-sanitaria della cartella clinica, indispensabile a garantire la
certezza del diritto oltre a costituire preziosa fonte documentale per le ricerche di carattere
storico-sanitario ed epidemiologiche, gli atti documentali originali unitamente a tutti gli
allegati debbono essere conservati illimitatamente.
La conservazione regolata dalle seguenti norme:
- Costituzione Italiana art. 97
- Art. 830 Codice Civile
- Art. 2946 codice civile
- D.P.R. 30 settembre 1963, n. 1409
- D.P.R. 27 marzo 1969, n. 128, art. 2,5 e 7
- D.P.R. 14 marzo 1974, n. 225;
- Circolare Ministero della Sanit 19 dicembre 1986
- Codice Deontologia Professionale, art. 10.
Per la documentazione clinica prevista la possibilit di conservazione sotto forma di
microfilmatura, secondo i seguenti riferimenti normativi:
- Legge 4 gennaio 1968, n.15;
- D.P.C.M. 11 settembre 1974;
- Decreto Ministero Beni Culturali ed ambientali 29 marzo 1979;
- D.P.R. 28 dicembre 2000 art. 445.
9. Modalit di conservazione
- Conservata in originale unitamente a tutti gli allegati;
- Consegnata allarchivio centrale con la massima tempestivit rispetto alla data di
dimissione;
- Conservata in idonei locali alluopo predisposti, accessibili ai soli addetti, con idonei
requisiti di:
o Climatizzazione ed illuminazione
o Sicurezza antincendio ed elettrica
o Protezione allingresso di animali e polveri;
- Deve essere conservata secondo la numerazione progressiva ed in ordine
cronologico;
- Deve essere predisposto e regolarmente compilato un registro in cui annotare:
o numero progressivo della cartella clinica
o nome e cognome del paziente
o data di ammissione
o U.O. di ricovero
o Data di dimissione
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10. Alienazione
Lobbligo della conservazione illimitata comporta la necessit di osservare alcune
procedure per lalienazione del materiale documentale. Le procedure sono diverse se
lalienazione riguarda sottrazioni, smarrimenti o distruzione e per le quali si possa
configurare un reato contro il patrimonio, oppure se consegue alla cessazione dellattivit
sanitaria del presidio e pertanto si configura come la necessit di assicurare la continuit
della conservazione.
Lo scarto del materiale subordinato al D.P.R. 30 settembre 1963, n. 1409.
a. sottrazione, smarrimento, distruzione
- verificare e catalogare la documentazione resa indisponibile;
- presentare denuncia alla Autorit Giudiziaria;
- presentare segnalazione alla Sovrintendenza Archivistica competente territorialmente;
- predisporre gli interventi di recupero del materiale documentale che presenti parziale
azione di distruzione.
b. Cessazione di attivit
- Verificare e catalogare la documentazione clinica da alienare;
- Presentare segnalazione alla Sovrintendenza Archivistica competente territorialmente.
11. Compilazione
La cartella clinica deve contenere tutti gli elementi per una piena valutazione dellattivit
svolta durante il ricovero; in quanto essa costituisce un atto ufficiale a garantire la
certezza di una serie di vicende.
Alla compilazione della cartella clinica concorrono quanti, ciascuno per la parte propria
competenza e funzione, hanno contatti con il paziente. Il dettato normativo del D.P.R.
128/69, il D.P.R. 129/69 ed lart. 24 del D.M. 5/8/77 individuano rispettivamente nel
Primario, nel Direttore della clinica universitaria o medico operante presso case di cure
private i responsabili della regolare compilazione della cartella, dei registri nosologici e
della loro conservazione anche se resta implicitamente chiarito che la compilazione viene
materialmente svolta dai collaboratori medici e dagli specializzandi, equiparati nella
sostanza al personale medico di reparto ai sensi del D.L. 257/91 e dal personale
infermieristico ai sensi della Legge 42/99.
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Una cartella clinica compilata correttamente deve raccogliere in ordine cronologico tutti i
dati anagrafici, anamnestici, clinici, diagnostici e terapeutici, tutte le prescrizioni ed ogni
altra notizia ritenuta rilevante per la salute del paziente. Ogni intervento diagnostico e
terapeutico invasivo o rischioso deve essere accompagnato da apposito consenso
informato del paziente. Inoltre nella cartella clinica vanno allegate/trascritte tutte le
risposte degli accertamenti specialistici che sono stati effettuati durante la degenza, ivi
compresa la copia del referto dellAutorit giudiziaria redatto in Pronto Soccorso e
leventuale referto di riscontro autoptico in caso di decesso.
La completezza del documento deve riguardare ogni sua parte, senza arbitrarie omissioni.
Infatti nel corso di indagine in tema di responsabilit professionali, ogni annotazione od
omissione assume importanza sia come elemento costitutivo della colpa sia della
formulazione di un giudizio complessivo sulla qualit dellassistenza sanitaria prestata.
La corte di Cassazione sancisce come ogni atto, esperito sul paziente, sia esso diagnostico
o terapeutico debba essere trascritto nella cartella clinica contestualmente alla sua
esecuzione: La cartella clinica adempie alla funzione di diario del decorso della malattia e
di altri fattori clinici rilevanti per cui gli eventi devono essere annotati contestualmente al
loro verificarsi. Pertanto la cartella clinica acquista carattere di definitivo in relazione ad
ogni singola annotazione ed esce dalla disponibilit dal suo autore nel momento stesso in
cui la singola annotazione viene registrata con la conseguenza ulteriore che allinfuori di
errori materiali, le modifiche e le aggiunte integrano un falso punibile, anche se il soggetto
abbia agito per ristabilire la verit, perch violano le garanzie di certezza accordate agli
atti pubblici; dal che discendono altri due caratteri propri della cartella clinica e cio
quello della immodificabilit e della irretrattabilit. Infine i dati contenuti nelle cartelle
cliniche non possono essere cancellati, ma ammessa una loro rettifica o integrazione: ad
esempio linserimento di annotazioni sulle risultanze di accertamenti successivamente
effettuati presso altri organismi sanitari accreditati. I principali requisiti sostanziali della
cartella clinica sono rappresentati dalla veridicit, completezza, precisione e chiarezza.
Veridicit significa effettiva corrispondenza tra quanto eseguito ed osservato e quanto
scritto.
Per completezza e precisione si intende la effettiva e completa trascrizione di ci che si
obbiettivato, in modo tale da riprodurre la fotografia dellevolversi della malattia. Tale
completezza richiede che ogni singola annotazione riportata della cartella sia firmata
rendendo cosi possibile lattribuzione a singoli operatori intervenuti nellattivit eseguita.
Ultimo requisito sostanziale della cartella clinica la chiarezza di tutti i dati diagnostici e
terapeutici riportati in essa. Le cartelle cliniche, firmate dal medico curante, dovranno
essere numerate con numero progressivo.
In caso di rientri successivi, ogni ricovero d luogo alla apertura di una nuova cartella
clinica, relativa al ricovero in atto, compilata in tutte le sue parti e chiusa al momento della
dimissione.
In caso di trasferimento interno, la cartella clinica dovr essere integrata con la
documentazione relativa al periodo di ricovero nel reparto di trasferimento, il quale
provveder alla chiusura della cartella in caso di dimissione o allinoltro al reparto di
competenza in caso di successivo trasferimento.
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Inoltre sia dal punto di vista civile che penale, la cartella clinica dotata di una speciale
efficacia probatoria, ex art 2700 c.c.; dunque il giudice deve ritenere vere in ambito
processuale, le circostanze attestate nellatto pubblico (cartella clinica) dal pubblico
ufficiale (medico) e non pu basare la propria decisione su una versione dei fatti in
contrasto con quella documentata dellatto predetto. In sede civile, perch tale forma
probatoria possa essere contrastata, occorre che la parte privata intenti la querela di
falso, ossia un particolare procedimento penale al fine di accertare la falsit del
documento.
Secondo una delle poche pronunce in materia, quanto riportato nelle certificazioni di
ordine sanitario fa fede fino a querela di falso solo per quello che il sanitario, pubblico
ufficiale, attesta di aver compiuto o di essere avvenuto in sua presenza, mentre ci che
non attiene ai fatti, per esempio la formulazione di giudizi diagnostici, non rientra nella
tutela dellefficacia probatoria dellatto pubblico.
La legge attribuisce al primario la responsabilit della regolare compilazione della cartella
clinica, ma questa pi propriamente una corresponsabilit in quanto lobbligo giuridico
del primario quello di vigilare che la compilazione delle cartelle sia sostanzialmente e
formalmente regolare. Per questo a carico del primario si pu ipotizzare una responsabilit
indiretta per culpa in vigilando, con lobbligo al risarcimento del danno nel caso in cui
dallirregolare compilazione della cartella ne siano derivate delle conseguenze nocive al
paziente.
14. Sanzioni
- Art. 326 c.p. violazione del segreto dufficio
- Art. 622 c.p. violazione del segreto professionale
- Art. 476 c.p. falsit materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici
- Art. 480 c.p. falsit ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati o in
autorizzazioni amministrative
15. Aventi Diritto
In quanto titolare della custodia della cartella clinica la responsabilit di regolamentare
laccesso resta al Direttore Sanitario (art.5 D.P.R.128/69) che rilascia agli aventi diritto in
base ai criteri stabiliti dalle singole amministrazioni, copia della cartella clinica e ogni altra
certificazione sanitaria riguardante i malati assistiti in ospedale.
Gli aventi diritto cui riservato il rilascio del materiale sanitario sono individuabili, oltre che
nel paziente, nella persona fornita di delega, conformemente alla disposizione di legge; nel
tutore o nellesercente la patria potest in caso di soggetti interdetti ; in tutti gli organismi
sanitari pubblici per attivit di rilevante interesse pubblico, art .85 D.L. 196 / 2003 ; negli
enti previdenziali (INAIL, INPS) ; da parte di soggetti diversi dall interessato di cui
allart.92 D.L. 196 / 2003 comma 2, lettere A e B (relativa al Pari Rango) e nellAutorit
Giudiziaria. In caso di soggetti deceduti il diritto allaccesso alla cartella clinica garantito
previa lidentificazione nei modi di legge dellavente diritto .
Inoltre il personale medico dellospedale per fini statistici, epidemiologici e scientifici pu
chiedere copia della cartella clinica nel rispetto della riservatezza e dellanonimato
dellinteressato. Infine per tutelare la salute e lincolumit psicofisica di una persona si
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Il richiedente dovr compilare lapposito modulo disponibile presso lufficio rilascio Cartelle
Cliniche e dovr provvedere nel momento della richiesta, al pagamento relativo alle spese
di fotocopiatura della cartella clinica che fissato ad un importo pari ad 12,39.
E possibile inoltre richiedere copia autentica della cartella clinica anche a mezzo posta o
via fax.
Se la stessa richiesta dallinteressato va completata con linvio di copia del documento di
riconoscimento purch firmato dallintestatario della cartella clinica, al fine di verificare la
veridicit della richiesta. Va dimostrato lavvenuto pagamento dellimporto previsto che
pu essere effettuato per tramite C/C postale n 10625010 intestato a ASL-Viterbo
Servizio Tesoreria Sezione di appartenenza, oppure versamento tramite Banca intestato a
Tesoreria ASL- Viterbo C/C n 175 Banca di Roma Via I.Garbini - Viterbo.
In caso di richiesta di cartella per posta il tutto va inviato allindirizzo della sede della
Direzione sanitaria del P.O. interessato.
In caso di spedizione l importo richiesto per il rilascio andr integrato con un ulteriore
importo di 5,16 per le spese di raccomandata A.R.
Si precisa che presso lUfficio rilascio cartelle cliniche possibile richiedere certificati di
degenza e di Pronto Soccorso il cui importo ammonta ad 0.62 da corrispondere al
momento della richiesta al funzionario incaricato.
Per quanto concerne i tempi di attesa per il rilascio viene stabilito quanto segue:
- per cartelle giacenti in archivio i tempi massimo di rilascio in 15 giorni dalla
richiesta;
- per le copie di cartelle che al momento della richiesta sono ancora in
reparto e quindi sotto la responsabilit del Direttore dellU.O. di ricovero, i
tempi di rilascio sono fissati in dieci giorni a partire dal momento in cui la
stessa viene consegnata alla Direzione sanitaria;
- per le copie di cartelle richieste quando il ricovero del paziente ancora in
corso, parimenti i tempi di rilascio sono fissati in 15 giorni a decorrere dal
giorno di arrivo della cartella alla Direzione sanitaria;
Le richieste urgenti sono ammesse solo per motivi sanitari documentati (attestazione del
medico curante, A.S.L. per ricovero allestero, etc.)
Le copie autentiche di cartelle richieste e non ritirate entro 90 giorni dalla data di
consegna prevista saranno mandate al macero senza nulla a pretendere da parte
dellutente stesso.
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maternit originaria questa, a garanzia del segreto dufficio, non potr essere portata a
conoscenza di nessuno salvo autorizzazione espressa dallautorit giudiziaria.
- Rilascio della cartella clinica dellinterdetto o dellinabilitato
Linterdetto per grave infermit (art. 414 c.c.) rappresentato dal tutore il quale,
producendo la certificazione idonea ad attestare il proprio stato, legittimamente
autorizzato a ricevere copia di cartella clinica. Analogamente linabilitato per infermit di
mente (art. 415 c.c.) alcoolismo, tossicodipendenze, sordomutismo o cecit assistito dal
curatore il quale, producendo la certificazione idonea ad attestare il proprio stato,
legittimamente autorizzato a ricevere copia di cartella clinica.
Il funzionario nel momento del rilascio potr riconoscere lo stato di interdizione o di
inabilitazione dalla copia integrale dellatto di nascita, o dalla copia della sentenza, da cui
risulteranno i motivi e lindicazione del tutore o del curatore.
- Rilascio della cartella clinica al Pari Rango
Le richieste di presa visione o rilascio della cartella clinica e della acclusa scheda di
dimissione ospedaliera da parte di soggetti diversi dallinteressato, possono essere assolte
in tutto o in parte solo se giustificata da documentata necessit: i documenti che
contengono informazioni sullo stato di salute in possesso di amministrazione pubblica,
possono essere accessibili da parte di persone diverse dal malato solo se << il diritto
che si intende far valere in giudizio di pari rango, ossia dello stesso livello, di quello della
persona cui si riferiscono i dati >>.
- Rilascio della cartella clinica di un congiunto defunto
Copia della cartella clinica di un defunto pu essere richiesta dai legittimari dello stesso
(ex. art. 536 c.c.) e precisamente: il coniuge, i figli legittimi, i figli naturali, in mancanza
dei predetti gli ascendenti legittimi, nonch, dagli eredi testamentari.
Al momento del rilascio il richiedente dovr presentare unautocertificazione attestante la
qualit di legittimo erede, la relazione di parentela esistente con il defunto nonch
lindicazione dei dati anagrafici del paziente, della data di entrata, dimissione o decesso e
lindicazione precisa della clinica/reparto in cui il paziente stato ricoverato. Quando le
persone indicate nel comma precedente siano pi e vi dissenso, decide lautorit
giudiziaria.
- Rilascio della cartella clinica allautorit giudiziaria
A seguito di esplicito ordine scritto su carta intestata da parte dellautorit giudiziaria dovr
essere rilasciata copia autenticata della cartella clinica od altra documentazione clinica ai
sensi dellart. 256 del nuovo codice di procedura penale; i funzionari e gli addetti
dellamministrazione sono tenuti a consegnare anche la documentazione in originale se
cos ordinato, salvo che dichiarino per iscritto che si tratti di segreto inerenti al loro
ufficio o professione. In questultimo caso lautorit giudiziaria, se ritiene di non potere
procedere senza lacquisizione della documentazione clinica, potr ai sensi dellart. 256, 2
co. del nuovo codice di pp., ordinare il sequestro.
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integrante della cartella clinica e ne assume il medesimo valore medico legale. La copia del
verbale di ogni intervento chirurgico, qualunque siano le modalit di tenuta del registro
operatorio, costituisce parte integrante e rilevante della cartella clinica (21, 22).
Consenso informato
E laccettazione che il paziente esprime a un trattamento sanitario, in maniera libera, e
non mediata dai familiari, dopo essere stato informato sulle modalit di esecuzione, i
benefici, gli effetti collaterali e i rischi ragionevolmente prevedibili, lesistenza di valide
alternative terapeutiche. Linformazione costituisce una parte essenziale del progetto
terapeutico, dovendo esistere anche a prescindere dalla finalit di ottenere il consenso.
Nel caso in cui il paziente sia incapace di intendere e volere, lespressione del consenso
non necessaria purch si tratti di trattamenti dai quali dipenda la salvaguardia della vita
o che, se rinviati o non eseguiti, cagionerebbero un danno irreversibile. Lobbligo del
consenso informato sancito dallart. 32 della Costituzione, dalle legge 833/1978, dal
codice deontologico medico e della Carta dei diritti fondamentali dellUnione Europea.
Consenso (requisiti del valido)
Innanzitutto deve esser chiaro che il consenso debba esser dato prima dell'inizio del
trattamento terapeutico. Esso naturalmente revocabile in ogni momento (sempre che il
soggetto sia capace di intendere e di volere, e salvo - in tale ipotesi - i casi di stato di
necessit, quando ad esempio l'interruzione repentina del trattamento possa provocare
gravissimi rischi per il paziente).
Destinatario del consenso evidentemente il medico che effettua la particolare
prestazione che di volta in volta viene in considerazione.
Si ritiene, tuttavia, che il consenso dato ad un medico senza particolari limitazioni valga a
rendere lecito l'intervento anche di un altro medico, dotato tuttavia dello stesso grado di
capacit o di specializzazione (non sarebbe cio "fungibile" un consenso dato ad uno
specialista rispetto all'opera prestata da un medico generico).
Tuttavia, se il paziente specifica che il possesso viene prestato a condizione che il
trattamento sia posto in essere da un medico determinato, il consenso varr
esclusivamente per quest'ultimo.
Secondo la recente dottrina, "il medico dovr illustrare in termini comprensibili:
a) la condizione patologica in atto;
b) le scelte programmate tanto ai fini diagnostici che terapeutici;
c) i rischi connessi all'attuazione dei mezzi diagnostici-terapeutici prescelti,
prospettando, ove possibile, le possibili alternative;
d) i risultati prevedibili di ciascuna scelta;
e) gli effetti collaterali, le menomazioni e le mutilazioni inevitabili;
f) le percentuali di rischio connesse, in particolare in relazione alla sopravvivenza".
Particolarmente delicata poi la questione relativa alla possibilit che il medico limiti
l'informazione al paziente che debba affrontare un intervento chirurgico particolarmente
rischioso ed, al tempo stesso, imprescindibile.
Affinch il consenso sia legittimamente prestato deve essere reso personalmente,
contenendo precisi riferimenti al caso di specie, cos da non far incorrere chi lo presta in
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rappresentante legale. Sempre che, naturalmente, non sussistano ragioni tanto gravi di
urgenza, da non consentire alcun ritardo. evidente, in tale ultima ipotesi, che il sanitario
debba attivarsi immediatamente.
In ordine al rifiuto da parte del paziente stesso, viceversa, i problemi sono ancor pi
accentuati, anche a fronte del totale vuoto normativo, ci che lascia il medico
completamente solo di fronte a scelte di cos evidente rilevanza.
Si scontrano in proposito due orientamenti dottrinali, una dicotomia che, come si detto
all'inizio, discende direttamente dalla effettiva ambiguit della norma costituzionale.
Da un lato, si sostiene che l'ordinamento non possa consentire comportamenti suicidari
inoltre della posizione di garanzia rivestita dal medico nei confronti del paziente anche
dissenziente.
Dall'altro lato, in riferimento al combinato disposto di cui agli artt. 32 e 13 Cost., si
evidenzia come il bene salute abbia una rilevanza eminentemente personale, tollerando
limitazioni nei soli casi previsti dalla legge (in materia ad es. di trattamenti sanitari
obbligatori per la tutela della salute pubblica).
Pertanto, a fronte del valido dissenso di un paziente in normale stato di capacit, il medico
dovrebbe astenersi da alcun intervento.
evidente che una tale problematica sta alla base dell'attuale dibattito anche in tema di
eutanasia. Pare pi che mai opportuno, in presenza degli accennati divergenti approdi
dottrinali i quali pongono a proprio fondamento le medesime disposizioni costituzionali,
che il legislatore intervenga a disciplinare compiutamente la materia, anche per limitare
l'attuale disorientamento degli esercenti la professione medica.
Se il medico interviene senza il preventivo consenso, egli in ogni caso responsabile di
lesioni personali ovvero, in caso di esito mortale, di omicidio preterintenzionale.
Falso
1.Falsit materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici (art. 476 c.p.): "Il
pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni, forma in tutto o in parte, un atto
falso o altera un atto vero punito ... Se la falsit concerne un atto o parte di un atto, che
faccia fede fino a querela di falso la reclusione da tre a dieci anni";
2.falsit materiale commessa da pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni
amministrative (art. 477 c.p.): il pubblico ufficiale, che, nellesercizio delle sue funzioni,
contraff o altera certificati o autorizzazioni amministrative, ovvero, mediante
contraffazione o alterazione fa apparire adempiute le condizioni richieste per la loro
validit, punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.
3.Falsit ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici (art. 479 c.p.): "Il
pubblico ufficiale che, ricevendo o formando un atto nell'esercizio delle sue funzioni,
attesta falsamente che un atto stato da lui compiuto o avvenuto alla sua presenza o
attesta come da lui ricevute dichiarazioni a lui non rese, ovvero omette o altera
dichiarazioni da lui ricevute o comunque attesta falsamente fatti dei quali l'atto destinato
a provare la verit, soggiace alle pene stabilite dall'art. 476".
La falsit ideologica si distuingue da quella matyeriale, perch in essa latto, pur
provenendo da chi ne risulta lautore e non presentando alterazioni, contiene
unattestazione non veridica effettuata al momento della compilazione; invece ogni
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aggiunta successiva allatto, anche se operata dal suo autore, costituisce falsit materiale.
La falsit ideologica ricorre ogniqualvolta limmutazione del vero cade non sulla materialit
ma sul contenuto ideale dellatto, nel senso che questo, pur provenendo dallautore
apparente, non veridico rispetto al suo contenuto.
4. falsit ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni
amministrative (art. 479).
5.falsit ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art. 480): il pubblico
ufficiale, che, nellesercizio delle sue funzioni, attesti falsamente in certificati o
autorizzazioni amministrative, fatti dei quali latto destinato a provare la verit, punito
con la reclusione da tre mesi a due anni.
6. Falsit ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica
necessit (art. 481 c.p.): chiunque nellesercizio di una professione sanitaria o forense, o
di un altro esercizio di pubblica necessit, attesta falsamente, in un certificato, fatti dei
quali latto destinato a provare la verit, punito con la reclusione fino ad un anno o con
la multa da lire centomila a un milione
7. falsit commesse da pubblici impiegati incaricati di un servizio pubblico (art. 493): le
disposizioni degli articoli precedenti sulle falsit commesse da pubblici ufficiali si applicano
altres agli impiegati dello Stato, o di un determinato Ente pubblico, incaricati di un
pubblico servizio, relativamente agli atti che essi redigono nellesercizio delle loro
attribuzioni.
8. False dichiarazioni o attestazioni in atti destinati allautorit giudiziaria (art. 374 bis):
.chiunque dichiara o attesta falsamente in certificati o atti destinati ad essere prodotti
allautorit giudiziaria condizioni, qualit personali, trattamenti terapeutici relativi
allimputato, al condannato o alla persona sottoposta a procedimento di prevenzione
26. Privacy
E' un termine inglese che entrato nell'uso comune; traducibile efficacemente con il
termine "riservatezza" e non va confuso con il diritto al segreto. Il diritto alla privacy nasce
alla fine del 1800 nei paesi anglosassoni e si configura come il diritto di essere lasciato in
pace, di non subire intrusioni indesiderate nella sfera della propria vita privata (32). In
Italia il diritto alla riservatezza regolato dalla legge 31 dicembre 1996 n. 675 "Tutela
delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali" e da successive
modificazioni e integrazioni, che garantiscono che il trattamento dei dati personali si svolga
nel rispetto dei diritti, delle libert fondamentali e della dignit, con particolare riferimento
alla riservatezza e all'identit personale.
27. I - Stato di attuazione del Codice in materia di protezione dei dati personali
Relazione 2004 - 9 febbraio 2005
27.1 Il quadro normativo
27.1.1.1. L'entrata in vigore del Codice
L'entrata in vigore del "Codice in materia di protezione dei dati personali" (decreto
legislativo 30 giugno 2003, n. 196, di seguito, semplicemente, "Codice"), avvenuta il 1
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gennaio 2004, ha rappresentato una tappa fondamentale per la tutela dei diritti della
persona e ha concluso il processo di recepimento delle direttive europee in materia
(95/46/CE e 2002/58/CE). stato cos completato il complesso percorso di
razionalizzazione della disciplina inizialmente introdotta con la legge 31 dicembre 1996, n.
675, riunendo in un unico testo una regolamentazione che si era, nel tempo, stratificata a
seguito di numerosi interventi modificativi e integrativi.
In un quadro complessivo di rafforzate garanzie il riconoscimento del diritto alla protezione
dei dati personali (art. 1 del Codice), in armonia con quanto ora previsto nel Trattato che
ha adottato la Costituzione europea-la nuova disciplina ha provveduto a semplificare alcuni
adempimenti e ad attribuire un ruolo significativo, anche in una prospettiva di deflazione
legislativa, ai codici di deontologia e di buona condotta, soggetti alla preventiva verifica da
parte del Garante.
27.1.2. Le modifiche (gi) apportate
Devono comunque rilevarsi alcuni segnali che sembrano muoversi in controtendenza
rispetto al progetto di "stabilizzare" le regole di protezione dei dati personali.
Gi nel primo anno di vigenza del Codice, infatti, sono stati introdotti alcuni,
seppur circoscritti, interventi modificativi in settori di rilievo, e segnatamente in
relazione al regime dei dati relativi al traffico telefonico, nel contesto sanitario e con
riferimento alle ripetute proroghe dei termini per adottare le misure minime di sicurezza e i
regolamenti sul trattamento dei dati sensibili da parte dei soggetti pubblici.
28. La conservazione dei dati di traffico
Importanza particolare assumono le modifiche legislative apportate all'art. 132 del Codice
(prima della sua entrata in vigore) con riguardo alla materia, di rilevanza costituzionale,
della conservazione dei dati relativi al traffico telefonico per finalit di accertamento e di
repressione dei reati (decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 354, come modificato dalla
legge di conversione 26 febbraio 2004, n. 45). Questa tematica si riproposta anche nel
contesto delle misure adottate per contrastare la diffusione telematica abusiva di materiale
audiovisivo, nell'ambito del dibattito parlamentare relativo alla materia regolata nel
decreto-legge 22 marzo 2004, n. 72 (convertito con legge 21 maggio 2004, n. 128).
Il profilo della conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico nuovamente
riemerso, con tutte le criticit che lo caratterizzano, nel corso delle audizioni effettuate in
sede d'esame del disegno di legge del Governo recante disposizioni in materia di lotta
contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet
(AC 4599)
29. Il trattamento di dati idonei a rivelare lo stato di salute in ambito sanitario
Alcune modifiche al Codice -a brevissima distanza di tempo dalla sua entrata in vigorehanno riguardato altres i trattamenti di dati personali effettuati in ambito sanitario. In
merito a tali interventi il Garante aveva peraltro manifestato i propri dubbi al Senato,
trattandosi di modifiche in alcuni casi non necessarie (ad esempio, in quanto volte ad
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esonerare i medici di base dall'adozione di misure alle quali essi non erano comunque
tenuti) e in altri non opportune (in quanto suscettibili di incrinare gravemente l'armonia del
quadro normativo).
Con tali innovazioni stata esclusa l'applicabilit ai medici di base dell'obbligo di notificare
al Garante alcuni trattamenti effettuati a fini sanitari (art. 37, comma1-bis, del Codice) e di
alcune disposizioni del Codice (v. ora l'art. 83, comma 2-bis ) a garanzia dell'"anonimato"
del paziente in sala d'attesa (gi, peraltro, limitato sin dall'origine alle sole "strutture"
sanitarie). Inoltre, si subordinata l'omissione delle generalit del paziente in alcune
ricette mediche ad un'esplicita richiesta dell'interessato (art. 89, comma 2-bis).
stato poi soppresso l'art. 181, comma 1, lett. e), del Codice, che prevedeva il termine del
30 settembre 2004 per adottare modalit semplificate per l'acquisizione del consenso e il
rilascio dell'informativa previste dall'art. 76, comma 2; con il risultato, quindi, di cancellare
inopportunamente il termine transitorio che era stato previsto a favore dei soggetti
contemplati nella disposizione (decreto-legge 29 marzo 2004, n. 81, convertito con
modificazioni con legge 26 maggio 2004, n. 138; pochi mesi prima, un analogo
provvedimento d'urgenza non era stato approvato alla Camera: decreto-legge 21 gennaio
2004, n. 10).
Nel corso dei lavori di conversione del decreto-legge stato anche presentato, e poi
ritirato, un emendamento parlamentare che prevedeva una sorta di "consenso presunto"
del paziente al trattamento dei propri dati personali. L'Autorit ha evidenziato al Governo e
al Parlamento il contrasto di tale disposizione con i principi normativi, anche comunitari, in
materia di consenso -che deve essere comunque "esplicito", oltre che inequivoco-,
soprattutto in relazione ai dati sensibili. Tuttavia, a conclusione dei lavori, il Governo ha
accettato come raccomandazione una proposta di ordine del giorno in base alla quale
dovrebbero essere adottate, in via transitoria, misure che consentano ai pazienti gi in
carico ai medici di base di esprimere il consenso mediante una procedura di silenzioassenso.
30. Proroga dei termini
Nel pur breve lasso di tempo dall'entrata in vigore del Codice, ricorrendo alla decretazione
d'urgenza, si sono differiti i termini per l'adempimento di taluni obblighi posti a garanzia
dell'interessato, relativamente all'applicazione delle "nuove" misure minime di sicurezza
(per l'introduzione delle quali il Codice aveva fissato il termine del 30 giugno 2004 all'art.
180, comma 1) e all'adozione dei regolamenti in materia di dati sensibili da parte dei
soggetti pubblici (su entrambi gli argomenti si vedano pure, rispettivamente, i par. 16.1 e
2.2 ).
31. Adozione delle misure minime di sicurezza
Con specifico riguardo alle misure minime di sicurezza, malgrado la scadenza
originariamente fissata potesse ritenersi congrua rispetto alle esigenze prospettate (tanto
pi che era previsto il pi ampio termine del 1 gennaio 2005 per i soggetti che alla data
di entrata in vigore del Codice non disponessero di strumenti elettronici tali da consentire
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Nel corso dell'anno sono stati approvati altri provvedimenti normativi che riguardano la
materia del trattamento dei dati personali e l'attivit del Garante.
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Si fa riferimento, in particolare, alla legge finanziaria per il 2005 (legge 30 dicembre 2004,
n. 312, alla G.U. 31 dicembre 2004, n. 306, S.O. n. 193), che prevede la trasmissione per
via telematica del certificato di diagnosi sull'inizio e sulla durata presunta della malattia da
parte del medico curante all'Inps (art. 1, comma 149) ovvero dei cedolini per il pagamento
delle competenze stipendiali del personale della pubblica amministrazione (art. 1, comma
197); presenta poi profili di sovrapposizione con alcune norme del Codice la disciplina,
dettata a fini di contrasto di fenomeni di elusione fiscale, che mira a circoscrivere la
riutilizzazione commerciale dei documenti e dei dati acquisiti dagli archivi catastali o da
pubblici registri immobiliari (art. 1, commi 367-373). La predetta legge, infine, modificando
l'articolo 50 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito dalla legge 24
novembre 2003, n. 326, prevede che la tessera sanitaria sia consegnata a tutti gli assistiti
entro il 31 dicembre 2005.
La medesima legge finanziaria ha poi ridotto considerevolmente le risorse finanziarie a
disposizione del Garante, comportando gravi difficolt per il funzionamento dell'Ufficio,
come ampiamente segnalato dal Garante al Governo e al Parlamento durante i lavori di
approvazione del disegno di legge.
Di particolare interesse, inoltre, una recente ordinanza del Presidente del Consiglio dei
ministri, approvata previo parere del Garante, finalizzata alla localizzazione dei cittadini
italiani presenti nelle aree colpite dai recenti eventi calamitosi che hanno investito il sudest asiatico (ordinanza n. 3390 del 29 dicembre 2004, in G.U. 4 gennaio 2005, n. 2). Con
tale provvedimento, i gestori di sistemi di telefonia sono stati autorizzati a fornire al
Ministero degli affari esteri dati e informazioni utili per rintracciare i titolari di utenze di
telefonia mobile presenti nei luoghi del disastro.
In materia di Carta nazionale dei servizi si registra, infine, l'adozione del d.m. 6 dicembre
2004 (adottato dal Ministro dell'interno, di concerto con i Ministri dell'innovazione e le
tecnologie, nonch dell'economia e delle finanze), recante regole tecniche e di sicurezza
relative alle tecnologie e ai materiali utilizzati per la produzione della "Carta" medesima. Il
decreto individua altres i dati personali registrati nella memoria riscrivibile del
microcircuito, le misure di sicurezza, i servizi e le infrastrutture delle pubbliche
amministrazioni coinvolte nel circuito di emissione.
32. ALCUNE PRONUNCE DEL GARANTE E DELLA CASSAZIONE
23/11/2006 - Garante Privacy: accesso del paziente alle riprese di intervento
chirurgico.
Non n arbitraria n illegittima la richiesta di una paziente ad una casa di cura
di ottenere copia del video riproducente l'intervento chirurgico svolto in
"videolaparoscopia".
A norma dell'articolo 7 del Codice Privacy (Decreto Legislativo 196/2003) in materia di
diritto di accesso, l'interessato al trattamento, in questo caso il paziente, ha il diritto di
accedere a tutti i dati che lo riguardano, in qualunque documento, supporto (anche visivo)
o archivio essi siano contenuti o registrati.
Di conseguenza il Garante ha ordinato alla casa di cura di mettere a disposizione della
ricorrente i dati personali che la riguardano registrati sulla videocassetta, previo
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Nel valutare se "le scelte legislative non siano affette da palese arbitrariet o irrazionalit
ovvero non comportino una lesione del nucleo minimo della garanzia", la Consulta ha
rilevato che tali vizi non colpiscono la norma in esame.: "Infatti, il termine di tre anni
fissato dallart. 1, comma 9, della legge n. 238 del 1997, decorrente dal momento
dellacquisita conoscenza dellesito dannoso dellintervento terapeutico, non appare
talmente breve da frustrare la possibilit di esercizio del diritto alla prestazione e vanificare
la previsione dellindennizzo. Inoltre, in mancanza di sicuri dati scientifici non prospettati
dal rimettente che dimostrino la manifesta arbitrariet della distinzione dei tempi di
presentazione delle domande in relazione alle patologie cui si riferiscono, non esiste alcun
vincolo costituzionale che imponga unequiparazione di disciplina". Con specifico
riferimento alle epatiti, la Corte Costituzionale ha notato che "Nel sistema della legge n.
210 del 1992, daltra parte, quella delle epatiti era lunica ipotesi di danno per cui la
domanda di indennizzo poteva essere presentata in qualsiasi momento.... In relazione alla
denunciata disparit rispetto alla situazione dei soggetti affetti da epatiti che si siano
avvalsi della disciplina di cui al previgente art. 3, comma 1, della legge n. 210 del 1992,
v da aggiungere che, secondo la costante giurisprudenza di questa Corte, non
contrasta di per s con il principio di eguaglianza un differenziato trattamento
applicato alla stessa categoria di soggetti, ma in momenti diversi nel tempo,
poich proprio il fluire del tempo costituisce un elemento diversificatore delle
situazioni giuridiche".
(Corte Costituzionale, Sentenza 27 ottobre 2006, n.342)
23/03/2006-Cassazione: responsabilit medica per violazione dell'obbligo del consenso
informato
La sentenza della Cassazione 5444/2006 presenta due spunti di interesse, in materia di
violazione dell'obbligo di consenso informato e di contenuto del ricorso per cassazione
affinch sia rispettato il principio di autosufficienza del motivo di ricorso.
"La responsabilit del sanitario (e di riflesso della struttura per cui egli agisce) per
violazione dell'obbligo del consenso informato discende dalla tenuta della condotta
omissiva di adempimento dell'obbligo di informazione circa le prevedibili conseguenze del
trattamento cui il paziente venga sottoposto e dalla successiva verificazione, in
conseguenza dell'esecuzione del trattamento stesso, e, quindi, in forza di un nesso di
causalit con essa, di un aggravamento delle condizioni di salute del paziente, mentre, ai
fini della configurazione di siffatta responsabilit del tutto indifferente se il trattamento
sia stato eseguito correttamente o meno, svolgendo rilievo la correttezza dell'esecuzione
agli effetti della configurazione di una responsabilit sotto un profilo diverso, cio
riconducibile, ancorch nel quadro dell'unitario "rapporto" in forza del quale il trattamento
avvenuto, direttamente alla parte della prestazione del sanitario (e di riflesso della
struttura ospedaliera per cui egli agisce) concretatesi nello svolgimento dell'attivit di
esecuzione del trattamento.
La correttezza o meno del trattamento, infatti, non assume alcun rilievo ai fini della
sussistenza dell'illecito per violazione del consenso informato, in quanto del tutto
indifferente ai fini della configurazione della condotta omissiva dannosa e dell'ingiustizia
del fatto, la quale sussiste per la semplice ragione che il paziente, a causa del deficit di
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- Magliona B., Iorio M.: La regolare compilazione della cartella clinica ospedaliera, Minerva
Medico Legale, Volume 114-1994.
- Nonis M. Quale informazione per la valutazione dellattivit ospedaliera. Ricerca sui
servizi sanitari 1997; 1: 99113.
- Ordine Provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri: Vademecum pratico
e certificazioni mediche. Roma 4 aprile 2002.
- Palmieri L, Mucci AM. La cartella clinica: aspetti medico legali e responsabilit
professionali. Padova: Liviana, 1990.
- Parodi C. Nizza V., La responsabilit penale del personale medico e paramedico, in
Giurisprudenza sistematica di diritto penale, diretta da F. Bricola e V. Zagrebelsky, Torino,
1996, p. 398 ss.
- Pazzini A. Storia dellarte sanitaria, dalle origini ad oggi. Edizioni Minerva Medica, Roma
1973 Vol. I
- Petrie JC, Mc Intyre N. La cartella clinica orientata per problemi. Verduci Ed, Roma,
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- Puccini C. Istituzioni di medicina legale. Milano: Ed. Ambrosiana 1993
- Rodriguez D., Rivista di diritto delle professioni sanitarie, n. 1, 1999.
- Spinsanti S., Bioetica nella professione infermieristica, EDISES, 1995.