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1 Storia
2 Note
3 Bibliografia
4 Voci correlate
5 Altri progetti
6 Collegamenti esterni
Italiano (PLI), Partito Socialista Italiano di Unit Proletaria (PSIUP) e Democrazia del
Lavoro (DL).
Rimasero fuori dal CLN il Partito Repubblicano Italiano, pur partecipando alla
Resistenza, per la sua posizione istituzionale che comportava una pregiudiziale
antimonarchica-istituzionale, ed anche alcuni gruppi di sinistra che non accettavano il
compromesso dell'unit nazionale su cui si basava il CLN che prevedeva la
"precedenza alla lotta contro il nemico esterno, spostando a dopo la vittoria il
problema dell'assetto Istituzionale dello Stato".
Non aderirono inoltre al CLN formazioni politico militari antifasciste di rilevante
importanza come Bandiera rossa di Roma e formazioni anarchiche[3] di pesante
valenza militare come le Brigate Bruzzi-Malatesta [4] di Milano, pur agendo di concerto
con le Brigate Matteotti, nonch diverse formazioni anarchiche che agivano
nella Lunigiana e sui monti di Carrara come il Battaglione Lucetti, mentre di converso
molti anarchici per motivi contingenti di mancanza di organizzazione autonoma locale
confluirono nelle Brigate Partigiane che facevano riferimento al CLN come, ad
esempio, Emilio Canzi comandante unico della XIII Zona operativa, zona relativa
all'Appennino Tosco-Emiliano. La stessa adesione al CLN di Stella Rossa fu complessa e
problematica, con una grandissima discrezionalit di azione permessa alla Brigata
Partigiana stessa da parte del CLN.
Alla seduta di fondazione parteciparono: Ivanoe Bonomi (DL, Presidente), Mauro
Scoccimarro e Giorgio Amendola (PCI), Alcide De Gasperi (DC), Ugo La Malfa e Sergio
Fenoaltea (PdA), Pietro Nenni e Giuseppe Romita (PSI), Meuccio Ruini (DL), Alessandro
Casati(PLI).
Il mese successivo si erano gi costituiti i Comitati Regionali, successivamente
vennero costituiti anche Comitati Provinciali.
Il primo a presiedere il CLN fu Ivanoe Bonomi a cui spett, dopo la liberazione di Roma
(4 giugno 1944), di assumere responsabilit di governo con la Presidenza del
Consiglio (11 giugno).
A lui successero alla Presidenza del Consiglio il 21 giugno 1945 Ferruccio Parri e il 10
dicembre 1945 Alcide De Gasperi. Dopo la nascita del il C.L.N.A.I., quest'ultimo venne
presieduto, dal 1943 al 1945, da Alfredo Pizzoni.[5]
Il 16 ottobre 1943 viene votata la mozione che si pu riassumere in tre punti base:
convocare il popolo al cessare delle ostilit per decidere sulla forma istituzionale
dello Stato.
Ogni partito rappresentato nel CLN ebbe le sue formazioni militari partigiane, che in
genere erano coordinate dal rispettivo rappresentante nel CLN (cos come vi furono
formazioni Repubblicane ed anche di altri gruppi di sinistra).
I Comitati Regionali e Provinciali ebbero un compito prevalentemente politico e di
Prima delle elezioni del 1946 i CLN vennero spogliati di ogni funzione e quindi sciolti
nel 1947.[7]