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March 8, 2016
Contents
1 Introduzione
1.1 I sistemi che studieremo . .
1.2 Le branche della meccanica
1.3 Macchine . . . . . . . . . .
1.3.1 Macchina MTU . . .
1.4 Modelli . . . . . . . . . . .
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3
3
4
4
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5
5
6
6
6
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List of Figures
2.1
2.2
5
6
Chapter 1
Introduzione
La meccanica `e quella branca dellingegneria che definisce le regole matematiche di un sistema
meccanico.
1.1
1.2
Associata allo studio della meccanica c`e ovviamente la nozione di movimento, il quale descrive
come il sistema in esame si sposti. Dallo studio del movimento derivano gli studi delle sue propriet`
a
come lo spostamento, la velocit`
a e laccelerazione.
La meccanica pu`
o essere suddivisa nelle seguenti parti:
1. Cinematica: studia il movimento di un corpo o di un sistema di corpi soggetto ai suoi vincoli
(in sostanza alle connessioni tra gli elementi che compongono il sistema), indipendentemente
dalle forze applicate su di esso
2. Dinamica: studia il movimento di un corpo o di un sistema di corpi in relazione alle forze
agenti su di esso. Possiamo ulteriormente suddividere questa branca in:
Dinamica diretta: nella quale, date delle forze applicate al sistema, vogliamo capire come
il sistema si muove
Dinamica inversa: nella quale, dato un moto del sistema, vogliamo capire come calcolare
quali forze ci permettano di mantenere (o alterare) quella condizione di moto
3
3. Statica: studia lequilibrio del sistema meccanico nella condizione di quiete, per effetto delle
forze agenti
1.3
Macchine
Noi ci concentreremo su particolari sistemi chiamati macchine i quali possono essere intesi come
sistemi di corpi rigidi che svolgono un particolare compito. Distinguiamo quindi fra:
Macchine operatrici: sistemi in grado di usare energia diversa da quella meccanica (ad
esempio, elettrica, ecc...) per eseguire un qualche lavoro meccanico (vedi, ad esempio, gli
autoveicoli, ecc...)
Macchine energetiche: sistemi che utilizzano lenergia meccanica a loro fornita per trasformarla in un altro tipo di energia (vedi, ad esempio, le pale eoliche, ecc...)
1.3.1
Macchina MTU
1.4
Modelli
Noi applichiamo la cinematica, la statica e la dinamica alle macchine. Ma per poterlo fare dobbiamo crearne un modello matematico. Questo significa attuare delle semplificazioni della realt`a che
permettano di considerare solamente le caratteristiche utili del sistema da modellare.
Difficilmente il modello pi`
u complicato e dettagliato sar`a quello migliore. Bisogna che i modelli
siano semplici ma non semplicistici
Chapter 2
2.1
Posizione
Il moto di un punto materiale `e levoluzione temporale della sua posizione. Tuttavia per poter
definire la posizione di qualsiasi cosa abbiamo bisogno prima di definire un opportuno sistema di
riferimento.
Abbiamo essenzialmente tre sistemi di riferimento possibili.
2.1.1
Coordinate cartesiane
1
0
e
0
1
possiamo definire la
posizione come
P~ = (P O) = x~i + y~j
2.1.2
Coordinate complesse
Semplicemente utilizziamo il piano complesso e gli assi sono dati da R, I e possiamo esprimere la
posizione come
P~ = (P O) = x + iy
in cui i `e lunit`
a immaginaria.
Esiste una corrispondenza biunivoca fra le coordinate complesse e gli altri sistemi di coordinate.
2.1.3
Coordinate polari
In questo caso utilizziamo sempre il piano complesso come il caso precedente ma esprimiamo la
posizione in maniera differente e cio`e come
P~ = (P O) = r ei
Abbiamo infatti che P~ = r cos + i sin = r(cos + i sin ) = rei per la formula di Eulero
(ei = cos + i sin ).
2.1.4
Lo spostamento
Lo spostamento del punto indica di come varia la posizione in funzione del tempo.
Chiamiamo traiettoria la curva continua che descrive levoluzione temporale della posizione nel
tempo. Abbiamo due possibilit`
a per definire lo spostamento.
Traiettoria parametrica
Possiamo definire le leggi temporali delle due coordinate cartesiane
(
x = x(t)
y = y(t)
o delle due variabili polari
(
r = r(t)
= (t)
Traiettoria in funzione di x + legge di moto
Possiamo in alternativa esprimere y in funzione di x definendo la traiettoria come y = f (x) (oppure
r = g()) e poi utilizzare la legge di moto
y = f (x) + legge di moto
Definiamo allora lascissa curvilinea, che rappresenta la distanza, misurata lungo la traiettoria,
dallorigine, del punto P~ e la denominiamo s(t). Abbiamo quindi
(
(
y = f (x)
r = g()
,
s = s(t)
s = s(t)