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Legge regionale n. 44 del 3 dicembre 1991. Nuove norme per il controllo sugli atti dei comuni, delle
province e degli altri enti locali della Regione Siciliana. Norme in materia di ineleggibilità a deputato
regionale.
Nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 57 del 7 dicembre 1991 è stata pubblicata la legge
regionale 3 dicembre 1991, n. 44, che reca nuove norme in materia di controlli sugli atti degli enti locali.
Le norme di detta legge che innovano notevolmente la materia sono entrate in vigore, giusta la previsione
dell'articolo 35 della legge medesima, nel giorno stesso della sua pubblicazione, e cioè il 7 dicembre 1991.
In base all'art. 32 delle disposizioni transitorie le sezioni provinciali del CO.RE.CO., insediatesi il 2 aprile
1993, svolgono il controllo sugli atti adottati agli enti locali fino al momento dell'insediamento delle sezioni
stesse con applicazione delle disposizioni dell'O.EE.LL. approvato con legge regionale n. 16 del 15 marzo
1963. Agli atti adottati dopo il predetto insediamento si applica il nuovo sistema dei controlli previsto dalla
legge.
A seguito dell'insediamento, le deliberazioni concernenti le materie, di cui all'art. 17 l° comma - della legge 3
dicembre 1991, n. 44, sono inviate per il controllo alla sezione centrale del CO.RE.CO., presso la sede di via
Trinacria, n. 34, in Palermo.
Tutte le altre deliberazioni che sono di competenza delle sezioni provinciali continuano ad essere inviate
presso le sedi delle ex CC.PP.C.
1) l'istituzione del Comitato regionale di controllo sugli atti dei comuni e delle province articolato in sezioni.
Una sezione centrale con sede in Palermo, e sezioni provinciali con sede nel capoluogo delle province
regionali;
2) l'abolizione dei membri funzionari titolari e supplenti, con voto consultivo, che partecipavano alle sedute
degli organi di controllo, ai sensi dell'abrogato art. 30 dell'O.EE.LL.;
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3) l'elezione del vice - presidente del CO.RE.CO. demandata alla competenza della sezione centrale e delle
sezioni provinciali che eleggono tale organo nel proprio seno (art. 3 - comma 1°);
4) l'attribuzione delle funzioni di segretario della sezione centrale e delle sezioni provinciali del CO.RE.CO.
ad un funzionario regionale con qualifica non inferiore ad assistente (art. 3 - comma 2°);
5) la previsione dell'integrale rinnovo delle sezioni del CO.RE.CO. al venir meno della maggioranza dei
rispettivi componenti che non sono immediatamente confermabili (art. 3 - comma 3° e 4°);
6) l'aggiornamento delle cause di ineleggibilità previste per poter ricoprire la carica di componente della
sezione centrale e delle sezioni provinciali del Comitato regionale di controllo (art. 5);
7) la disciplina della decadenza dei membri del CO.RE.CO. per cause di incompatibilità sopravvenute,
successivamente alla nomina, e la previsione che la decadenza è pronunziata su proposta dell'Assessore
regionale per gli enti locali (art. 7);
8) l'attribuzione della competenza al pagamento delle spese di funzionamento degli organi ed uffici della
sezione centrale e delle sezioni provinciali del CO.RE.CO., nonchè delle indennità di carica e di missione,
agli uffici di segreteria degli stessi CO.RE.CO. che provvedono a mezzo di aperture di credito a favore del
funzionario preposto a tali uffici (art. 10);
9) l'obbligo di inserire negli avvisi di convocazione del CO.RE.CO. l'indicazione degli affari da trattare e
l'obbligo della comunicazione degli avvisi presso il domicilio eletto dei singoli componenti dell'organo di
controllo. Per domicilio eletto non può che intendersi il domicilio nel capoluogo delle province regionali, sede
della sezione provinciale del CO.RE.CO., o nella città di Palermo, sede della sezione centrale. L'obbligo di
tale domicilio appare conforme allo spirito della legge volto a garantire la piena partecipazione dei
componenti alle adunanze del CO.RE.CO. Ove il legislatore non avesse voluto porre tale obbligo avrebbe
indicato per la comunicazione dell'avviso l'abiuale dimora dei componenti. La mancata elezione del domicilio
nel capoluogo comporta che il domicilio stesso debba intendersi eletto presso la segreteria della sezione di
controllo. La legge richiede che negli avvisi di convocazione venga inserita l'indicazione degli affari da
trattare e non l'elenco degli stessi. L'avviso, pertanto, dovrà contenere l'indicazione sommaria, sintetica e
non equivoca degli argomenti;
10) l'attribuzione alla sola competenza della sezione centrale del CO.RE.CO. dell'esercizio del controllo di
legittimità sugli atti dei consigli provinciali e comunali concernenti determinate materie di fondamentale
importanza per la vita degli enti locali.
Esse sono:
b) regolamenti;
Si configura, di contro, la competenza delle sezioni provinciali del CO.RE.CO. nelle ipotesi di atti aventi
contenuto regolamentare per i quali disposizioni di legge espressamente prevedono controlli di mera
regolarità formale (Es.: art. 26 legge regionale n. 71/78; art. 3 legge regionale n. 28/91, etc.);
11) l'attribuzione alla sezione centrale del CO.RE.CO. dell'esercizio del controllo su materie di competenza
delle sezioni provinciali quando occorre risolvere questioni di massima di particolare importanza o questioni
che hanno comportato o potrebbero comportare, nell'ambito della stessa sezione o di sezioni diverse,
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decisioni contrastanti. L'affare è devoluto alla sezione centrale del CO.RE.CO. dalla sezione provinciale
interessata d'ufficio, o su richiesta dell'ente locale controllato, inserita nell'atto deliberativo;
12) l'attribuzione alla sezione centrale del CO.RE.CO., dell'attività di indirizzo e coordinamento delle sezioni
provinciali;
13) 1a prescrizione della sanzione dello scioglimento, ex art. 5, della legge regionale 23 dicembre 1962, n.
25, per le sezioni del CO.RE.C.O. che non osservano le direttive di natura vincolante per l'esercizio del
potere tutorio, scaturenti dalla conferenza dei presidenti delle sezioni centrali e provinciali su questioni che
investono interessi generali della Regione (art. 17). La conferenza è convocata dal Presidente della Regione
o dall'Assessore regionale per gli enti locali, su delega del Presidente, ed è integrata dai direttori regionali
dell'Assessorato degli enti locali e dell'Ufficio legislativo e legale della Presidenza della Regione.
1) l'abolizione dell'esercizio del controllo di merito, di cui all'art. 82 dell'O.EE.LL. approvato con legge
regionale 15 marzo 1963, n. 16, espressamente abrogato ai sensi dell'art. 31, lett. a) della legge. L'art. 14
della legge, al comma 2°, dice che nell'esercizio del controllo di legittimità resta esclusa "ogni diversa
valutazione dell'interesse pubblico perseguito". Al 3° comma dello stesso articolo la legge esplicita inoltre il
principio che il controllo di legittimità non può essere soggetto a condizione, con ciò escludendo la possibilità
della approvazione condizionata degli atti;
2) l'esercizio del controllo preventivo di legittimità sulle deliberazioni di competenza delle giunte comunali e
provinciali, circoscritto alle sole materie relative a:
b) contributi;
La materia dei contributi che può formare oggetto degli atti di competenza delle giunte provinciali e comunali
da sottoporre al controllo preventivo di legittimità ricomprende molteplici tipi aventi varia configurazione
funzionale in base agli scopi raggiungibili dalla P.A. Si tratta di tutto quel complesso di interventi variamente
denominati, quali concorsi, sussidi, indennizzi, etc. etc. riconducibili alla categoria delle sovvenzioni in senso
stretto intese come provvedimenti attributivi di somme di denaro a titolo definitivo in favore di determinati
soggetti od enti. Occorre richiamare in proposito le disposizioni dell'art. 13, della legge n. 10 del 30 aprile
1991, che fanno obbligo alle amministrazioni della predeterminazione e pubblicazione di criteri e modalità cui
le amministrazioni stesse devono attenersi per la concessione di contributi, sovvenzioni, sussidi ed ausili
finanziari ed economici di qualunque genere in favore di persone od enti pubblici e privati non
specificatamente individuati.
Le amministrazioni concedenti debbono inoltre far constare in ogni singolo provvedimento dell'osservanza
dei criteri e delle modalità preventivamente stabiliti per l'adozione degli atti concessivi di che trattasi.
Per quanto concerne gli atti ascrivibili all'esecutivo dei comuni, l'art. 26 della legge regionale n. 7/92
assoggetta al controllo necessario, secondo l'art. 15 della legge regionale n. 44/91, gli atti del sindaco di cui
alla lettera n) dell'art. 32 della legge n. 142/90 (vedi circolare dell'Assessorato - n. 4 dell'1 febbraio 1993);
3) l'esclusione del controllo preventivo di legittimità sulle restanti materie di competenza delle giunte
comunali e provinciali, se non espressamente attivato nei modi e forme previsti dall'art. 15 della legge,
commi 3° e 5°.
Spetta attivare tale tipo di controllo ai consiglieri comunali e provinciali che raggiungano il quorum richiesto
dalla legge ovvero ai gruppi consiliari costituiti in base al regolamento interno degli enti.
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Tale attività di controllo consiliare incide esclusivamente sugli atti posti in essere dalle giunte, in quanto il
controllo del consiglio sull'organo giunta è disciplinato dall'art. 37 della legge regionale n. 142/1990, recepito
con legge regionale dell'11 dicembre 1991, n. 48. Al comma 3°, dell'art. 15, è prevista la facoltà di attivazione
del controllo per materia, senza alcun riferimento ai vizi presunti contenuti nell'atto. Le materie che debbono
formare oggetto degli atti deliberativi sono:
Il quorum richiesto è di un decimo dei consiglieri in carica. La richiesta può inoltre provenire da un gruppo
consiliare regolarmente costituito. A tal proposito il comma 4° dell'articolo fa obbligo della trasmissione ai
capigruppo consiliari delle deliberazioni delle giunte comunali e provinciali adottate nelle materie di cui al
precedente comma 3°.
Detta trasmissione deve avvenire contestualmente all'affissione all'albo degli atti deliberativi. La richiesta
scritta di attivazione del controllo deve essere prodotta all'ente locale competente entro il termine di 10 giorni
dall'affissione delle deliberazioni all'albo. Le deliberazioni saranno poi inviate, a norma dell'art. 18 della legge
n. 142/90 - comma 2°, entro il termine di giorni 15 dalla ricezione della richiesta di sottoposizione al controllo,
alla sezione provinciale del CO.RE.C0. competente. Al comma 5°, dell'articolo 15, la facoltà di attivazione del
controllo è invece prevista con esclusivo riferimento ai vizi presunti dell'atto. Possono solo essere indicate le
illegittimità dell'atto dovute a vizio di incompetenza o comportanti contradditorietà di provvedimenti derivante
dal contrasto dell'atto con atti fondamentali del consiglio. Gli atti fondamentali di competenza del consiglio
sono tutti gli atti programmatici, di indirizzo, regolamentari, di pianificazione, etc. contemplati dall'art. 32,
della legge n. 142/1990, recepito con modificazioni con legge regionale n. 48 dell'11 dicembre 1991. In
questo caso il quorum richiesto per l'attivazione del controllo è di un quinto dei consiglieri in carica. La
richiesta di attivazione del controllo in forma scritta deve essere opportunamente motivata e deve indicare i
vizi per i quali viene richiesto il controllo, in quanto tale controllo sarà limitato ai soli vizi denunziati al
CO.RE.CO. che, in caso di positivo riscontro dell'atto, si limiterà ad annotare che i vizi addotti non
sussistono. Anche qui la richiesta di controllo deve essere avanzata all'ente locale competente entro il
termine di 10 giorni dall'affissione della deliberazione all'albo. L'invio alla sezione provinciale del CO.RE.CO.
competente avviene sempre entro il termine di 15 giorni dalla richiesta di sottoposizione al controllo, ai sensi
dell'art. 18 - comma 2° - della legge. Al comma 2°, dell'articolo 15, è poi prevista la possibilità di inviare al
controllo su iniziativa dei consigli e delle giunte le deliberazioni adottate su materie per le quali non è previsto
l'obbligo di sottoposizione al controllo preventivo di legittimità. Secondo quanto recita detto 2° comma, la
sottoposizione al controllo è decisa dai consigli e dalle giunte, ma attese le prescrizioni del 1° comma
dell'articolo che contempla le materie "attribuite alla competenza dei consigli provinciali e comunali" il
riferimento normativo ai consigli appare invero frustraneo. L'iniziativa compete all'organo deliberante nel suo
complesso e le relative decisioni sono da adottarsi nel contesto degli atti deliberativi con i quorum ordinari.
Le deliberazioni vanno inviate a norma dell'art. 18 della legge - comma 1°- entro il termine di giorni 15 dalla
loro adozione, alla competente sezione del CO.RE. CO. per il controllo;
4) l'abolizione dell'immediata esecutività ope legis degli atti deliberativi di Giunta, di cui all'art. 81 bis
dell'O.EE.LL., espressamente abrogato ai sensi dell'art. 31, lett. a) della legge;
Della vasta casistica concernente tali ultime deliberazioni questo Assessorato aveva in passato accennato
elencando in via esemplificativa alcune categorie di atti da considerarsi di mera esecuzione. Oltre alle
deliberazioni traenti origine direttamente da disposizioni normative a carattere generale, si era accennato a
tutti i provvedimenti deliberativi che utilizzano un imperativo di legge che escluda sempre autonome
valutazioni o discrezionalità da parte dell'ente deliberante; alle liquidazioni di spese entro i limiti contrattuali
ed autorizzativi; alle anticipazioni di economato entro i limiti consentiti; alle liquidazioni di lavoro straordinario
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nei limiti dell'autorizzazione; agli atti di concessione di contributi obbligatori con importo e destinatari
prefissati per legge, etc. etc.;
Per l'entrata in vigore dei regolamenti restano ferme le disposizioni dell'art. 10 delle preleggi;
7) la facoltà dell'organo di controllo, per quel che riguarda il conto consuntivo degli enti locali, di fare
apportare, entro il termine di 30 giorni, specifiche modificazioni alle risultanze del conto dagli stessi enti
interessati, a pena di attivazione del controllo sostitutivo da parte dell'Assessore regionale per gli enti locali
(art. 20);
8) l'obbligo per l'organo di controllo di fissare l'audizione richiesta dagli organi deliberanti degli enti locali in
relazione a determinati atti, nonchè dai rappresentanti della minoranza all'interno degli organi deliberanti che
avanzino domanda in tal senso. Le richieste di audizione degli organi deliberanti devono intendersi inserite
negli atti adottati. Le richieste di audizione devono essere soddisfatte da parte dell'organo di controllo non
oltre il termine del decimo giorno successivo a quello di ricezione dell'atto da sottoporre a controllo (art. 21,
comma 1°). Il controllo sull'atto non può essere definito prima del decimo giorno successivo a quello di
ricezione (art. 21 - comma 2°);
9) la facoltà dell'organo di controllo di invitare alle sue adunanze i rappresentanti dell'ente e della minoranza
consiliare per acquisire chiarimenti relativi agli atti sottoposti a controllo (art. 21 - comma 3°) (forma di
contraddittorio attivata dall'organo di controllo);
10) l'obbligo della pubblicazione all'albo dell'ufficio delle decisioni dell'organo di controllo, di cui ogni
interessato può richiedere copia dietro pagamento delle relative spese (art. 22 - commi 1° e 2° - legge
regionale n. 10/91, art. 28);
11) l'istituzione, a cura dell'Assessore regionale per gli enti locali, della raccolta informatizzata dei
provvedimenti di annullamento degli organi del CO.RE.CO. A tale raccolta avranno accesso tutti gli enti
interessati. A tal proposito le copie dei provvedimenti di annullamento adottati dai nuovi Comitati regionali di
controllo (sezioni centrali e provinciali) sugli atti degli enti controllati saranno trasmessi a cura delle
segreterie del CO.RE.CO., distinte per ente, a questo Assessorato, che provvederà ad effettuare la raccolta
informatizzata;
12) la previsione della esecutività dopo il decimo giorno dalla pubblicazione per le deliberazioni non soggette
al controllo preventivo di legittimità (art. 12, comma 1°). E' da ritenere che il legislatore abbia usato il termine
pubblicazione, come sinonimo di affissione per la decorrenza dei 10 giorni previsti, in quanto, se avesse
voluto considerare lo spirare del periodo di pubblicazione, avrebbe dovuto specificarlo espressamente. Il
termine di 10 giorni coincide con quello accordato per chiedere la sottomissione al controllo dell'atto, ai sensi
dei commi 3° e 5° dell'articolo 15 della legge. Poichè tale sottomissione non può essere richiesta oltre il
decimo giorno dell'ammmissione all'albo, è chiaro che a tal punto l'atto diventa esecutivo. Pari avviso ha
espresso il Ministero dell'interno in ordine all'art. 47 della legge n. 142/1990 di identica formulazione. E
appena il caso di accennare che si tratta delle deliberazioni non soggette e non assoggettate al controllo
preventivo di legittimità in base alle disposizioni dell'art. 15 della legge (commi 2°, 3° e 5°). In caso di
sottoposizione volontaria al controllo o di controllo attivato ai sensi dei citati commi 3° e 5° dell'art. 15, gli atti
deliberativi relativi diventano esecutivi se l'organo di controllo non ne pronuncia l'annullamento nel termine di
20 giorni dalla ricezione, o anche prima se dà comunicazione di non avere riscontrato vizi di legittimità, e ciò
al pari di tutte le altre deliberazioni normalmente soggette al controllo preventivo di legittimità. Eccezione
viene fatta per i bilanci ed i conti consuntivi, per i quali il termine di esame è di 40 giorni (articolo 18 - commi
6° e 9°). Il controllo su tali atti contabili comporta anche la verifica della coerenza interna degli atti, nonchè
della corrispondenza dei dati contabili con quelli delle deliberazioni e dei relativi atti allegati (articolo 14,
comma 4°). Per l'esame degli statuti si richiama l'integrazione del 6° comma dell'art. 18 della legge, attuata
con l'art. 38 della legge regionale n. 7/92;
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13) la possibilità, anche per le deliberazioni non soggette al controllo preventivo di legittimità di essere
munite della clausola di immediata esecutività con il voto espresso della maggioranza dei componenti il
collegio (art. 12 - comma 2°). L'immediata esecutività di cui all'art. 16 della legge si riferisce invece agli atti
soggetti al controllo necessario in base al comma 1° dell'art. 15, nonchè al comma 2°, essendo qui
contestuale all'atto deliberativo l'iniziativa di sottoposizione al controllo;
14) la previsione di un termine breve per la trasmissione al CO.RE.CO. competente (giorni 5 dall'adozione) a
pena di decadenza, delle deliberazioni urgenti dichiarate immediatamente esecutive e da sottoporre al
controllo successivo di legittimità. Trattasi delle deliberazioni soggette al controllo ex art. 15 della legge (con
esclusione di quelle meramente esecutive di altre deliberazioni). Tali deliberazioni, per poter essere
dichiarate immediatamente esecutive, abbisognano del voto espresso dei due terzi dei votanti, mentre, per le
deliberazioni non soggette al preventivo controllo, è sufficiente, come illustrato al precedente punto 13), la
sola maggioranza dei componenti il collegio (artt. 16 e 18 comma 3°). Occorre qui notare che non è stata più
riprodotta la disposizione dell'ultimo comma dell'art. 81 dell'O.EE.LL., ora abrogato, secondo la quale gli enti
non potevano avvalersi della facoltà di munire gli atti della clausola di immediata esecutività durante i periodi
di amministrazione straordinaria e dalla data dell'indizione dei comizi per le elezioni amministrative fino alla
nomina della nuova amministrazione. Il CO.RE.CO. può pronunciare l'annullamento delle deliberazioni
dichiarate immediatamente esecutive entro 15 giorni dalla loro ricezione. Gli effetti prodotti prima della
decadenza o dell'annullamento sono fatti salvi (art. 18 - comma 7°). Tali deliberazioni decadono anche
qualora l'ente che le ha dottate non riscontri entro il termine di 20 giorni la richiesta di chiarimenti od elementi
integrativi di giudizio avanzata dall'organo di controllo a norma dell'art. 19 della legge;
15) l'espressa statuizione di legge che i provvedimenti di annullamento del CO.RE.CO debbono indicare le
norme violate, anche con riferimento ai principi dell'ordinamento giuridico (art. 18, comma 8°);
16) la previsione dell'ipotesi di rimessione, entro il termine di 10 giorni dalla ricezione degli atti degli enti
locali, da parte del presidente della sezione del CO.RE.CO adito ad altro organo del CO.RE.CO, nel caso di
ritenuta incompetenza, nonchè la previsione nel caso di devoluzione del controllo alla sezione centrale del
CO.RE.CO. ex art. 17 - comma 3° della legge, della decorrenza del termine, per l'esercizio del controllo di
quest'ultimo organo, dalla data di ricezione dell'ordinanza di rimessione presso gli uffici competenti (art. 18 -
commi 5° e 10°). Nell'ipotesi di rimessione degli atti per ritenuta incompetenza è previsto dalla legge che
debba darsene comunicazione all'ente interessato. E' ovvio che la comunicazione all'ente dovrà essere
contemporanea alla trasmissione della deliberazione all'organo ritenuto competente per il controllo;
17) la previsione che la trasmissione delle deliberazioni deve avvenire a mezzo di raccomandata postale con
avviso di ricevimento o di raccomandata a mano con apposito elenco firmato dal segretario, contenente la
sommaria indicazione degli atti trascritti. L'avviso postale di ricezione o l'attestato di ricevimento devono
essere firmati dal segretario o da altro dipendente addetto all'ufficio dell'organo di controllo. L'articolo 27
della legge regionale 21 febbraio 1976, n. 1, che prevedeva la decorrenza dei termini per il controllo anche
dalla data di registrazione degli atti nel protocollo della commissione è stato espressamente abrogato dalla
legge. E' da ritenere, pertanto, abrogato perchè incompatibile anche l'art. 36 del regolamento di esecuzione
dell'O.EE.LL. di cui al D.P.reg. 29 ottobre 1957, n. 3. Gli articoli da 35 a 39 di detto regolamento, non sono
stati espressamente abrogati dalla legge e quindi sono applicabili solo se compatibili con le disposizioni della
legge stessa. Restano sostanzialmente immutate le norme relative alla richiesta di chiarimenti prevista
dall'articolo 19 della legge. La richiesta di chiarimenti o elementi integrativi di giudizio interrompe il termine
per l'esercizio del controllo. La richiesta dell'organo di controllo deve essere effettuata entro il termine di 10
giorni dal ricevimento delle deliberazioni. Dalla data di ricezione dei chiarimenti riprende a decorrere il
termine per l'esercizio del controllo. Per le deliberazioni dichiarate immediatamente esecutive è, come già
detto, comminata la sanzione della decadenza in caso di mancato riscontro dei chiarimenti nel termine di 20
giorni. Per quel che riguarda gli atti non dichiarati immediatamente esecutivi sono da ritenere vigenti le
disposizioni dell'art. 37 del regolamento di esecuzione dell'O.EE.LL. di cui al su citato D.P.reg. 29 ottobre
1957, n. 3, non espressamente abrogato, che prevedono che la richiesta di chiarimenti deve indicare i
termini stabiliti dalla commissione per la risposta. E' da notare che l'art. 37 dell'O.EE.LL. è stato
espressamente abrogato dalla legge. Tale articolo, com'è noto, facultava l'organo di controllo a chiedere
documenti e chiarimenti e disporre indagini ritenute necessarie prima di emettere i provvedimenti di
competenza. Trattavasi di una potestà di carattere generale attribuita all'organo di controllo al di fuori dei
poteri specifici relativi all'esercizio del controllo sugli atti, che oggi è venuta meno.
Tale potestà potrebbe ritenersi assorbita, dalla facoltà attribuita all'organo di controllo di invitare alle
adunanze i rappresentanti dell'ente o della minoranza consiliare per l'acquisizione diretta di chiarimenti
riguardanti l'atto sottoposto al controllo, illustrata al precedente punto 9).
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Si richiama particolarmente l'attenzione sulla norma dell'art. 3 della nuova legge. In base a tale chiara
disposizione, che riproduce il 5° comma dell'art. 55 della legge n. 142/1990, recepito con la legge regionale
dell'11 dicembre 1991, n. 48, tutti gli atti contenenti impegni di spesa, devono contenere una apposita
attestazione sottoscritta dal responsabile del servizio finanziario dell'ente, relativa alla copertura finanziaria
della spesa stessa.
Senza tale attestazione l'atto è nullo di diritto. Si richiama in proposito quanto affermato dalla sezione enti
locali della Corte dei conti (15 febbraio - 2 marzo 1991) circa la nullità di diritto del provvedimento di impegno
di spesa di cui al comma 5° dell'art. 55 della legge n. 142/1990, e cioè che tale nullità non dipende dalla
mancanza materiale dell'atto attestativo inteso come mero documento cartaceo, cioè dell'atto considerato
nella sua veste estrinseca, sibbene dal contenuto negativo racchiuso in esso: vale a dire dalla mancanza di
copertura finanziaria per via dell'inesistente od insufficiente disponibilità di fondi sul competente capitolo di
bilancio.
La nullità di diritto comporta che il provvedimento posto in essere è improduttivo di effetti. Verificandosi
l'ipotesi di assenza dell'attestazione della copertura finanziaria, gli organi di governo dell'ente locale difettano
del relativo potere d'impegno.
In tema di responsabilità dei componenti dei C0.RE.CO regionali si richiama quanto disposto in particolare ai
commi 3° e 4° dell'art. 58 della ridetta legge n. 142/1990, recepito con la legge regionale dell'11 dicembre
1991, che si riportano:
- comma 3° - i componenti dei comitati regionali di controllo sono personalmente e solidalmente responsabili
nei confronti degli enti locali per i danni a questi arrecati con dolo o colpa grave nell'esercizio delle loro
funzioni;
- comma 4° - l'azione di responsabilità si prescrive in cinque anni dalla commissione del fatto. La
responsabilità nei confronti degli amministratori e dei dipendenti dei comuni e delle province è personale e
non si estende agli eredi.
1) l'introduzione della figura del commissario - provveditore che l'Assessore regionale per gli enti locali può
nominare, una volta accertate disfunzioni gravi interessanti determinati servizi comunali e provinciali, per
provvedere alla riorganizzazione, regolamentazione od anche istituzione dei servizi stessi. Il commissario
provvederà entro il termine massimo di 6 mesi, prorogabili a 9, proponendo ai consigli deliberanti degli enti
interessati i provvedimenti finali da adottare per la normalizzazione dei servizi (articolo 27). I compiti del
commissario - provveditore sono quindi compiti di verifica e di proposta operativa. Possono essere nominati
commissari - provveditori, funzionari della Regione nonchè funzionari dello Stato o di altri enti pubblici in
possesso di qualifica dirigenziale in servizio od a riposo. Detti funzionari dovranno possedere una particolare
qualificazione in rapporto alla natura dell'incarico da svolgere;
2) l'introduzione, accanto al principio della omissione dell'atto da parte degli organi di province e comuni, del
principio del ritardo dell'atto da compiere (art. 24);
Per il compimento dell'atto non può normalmente essere assegnato un termine inferiore a 30 giorni. Nei casi
urgenti possono essere assegnati termini più brevi con specifica motivazione delle ragioni (art. 24). Immutato
resta il regime della spesa per il commissario. Sostanzialmente immutate le norme sul controllo ispettivo
previsto agli articoli 25 e 26 della legge e non espressamente abrogato l'articolo 40 del D.P.Reg. 29 ottobre
1957, n. 3, che regola l'esercizio del servizio ispettivo. Sempre vigente la legge regionale 23 dicembre 1962,
n. 25, relativa alla disciplina dei controlli sugli enti locali, sia per quanto riguarda l'esercizio dei controlli
ispettivi e sostitutivi a mezzo dell'ufficio ispettivo dell'Assessorato regionale degli enti locali (art. 26 della
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legge), sia per quanto riguarda le norme relative alle segnalazioni di irregolarità e disfunzioni alla rimozione
dei presidenti delle sezioni del CO.RE.CO. ed allo scioglimento delle sezioni stesse (articolo 28).
Le norme sul controllo e la vigilanza trovano applicazione anche nei confronti dei consorzi di comuni e
province e delle unioni di comuni, previsti rispettivamente dagli articoli 25 e 26 della legge n. 142/1990,
recepiti dalla legge regionale dell'11 dicembre 1991, n. 48. Sezione del CO.RE.CO. competente per il
controllo è quella nella cui circoscrizione ha sede il consorzio o l'unione dei comuni.
1) gli atti adottati dai consigli di quartiere secondo gli artt. 10 e 15 della legge regionale 11 dicembre 1976 n.
84 (confronta circolare Assessorato EE.LL. n. 5 del 21 febbraio 1989);
Invero gli articoli 13 e 23, della legge regionale n. 142/'90, introdotti con l'art. 1 della legge regionale n.
48/'91, hanno delegificato l'organizzazione di tali strutture demandandone la disciplina al potere statutario dei
comuni e delle province regionali.
Ne consegue che, esplicatasi tale potesta statutaria, i controlli avranno una caratterizzazione interna con
esclusione di legittimazione del CO.RE.CO.
Rimangono infine confermate in assenza di contraria disposizione legislativa, a livello di sezioni provinciali
del CO.RE.CO., specifiche attribuzioni non di controllo (consultive, sostitutive e di contenzioso) già attribuite
da vigenti disposizioni di legge.
L'art. 30 della legge, aggiunto con legge regionale n. 46 del 5 dicembre 1991, disciplina l'esercizio del
controllo sugli atti delle UU.SS.LL. attribuendolo al CO.RE.CO., sezione centrale, nonchè alle sezioni
provinciali nella cui circoscrizione è compreso il comune sede dell'U.SL. Il CO.RE.CO. è integrato da un
rappresentante designato dal Ministero del tesoro e nominato dal Presidente della Regione e da un esperto
in materia sanitaria eletto dall'Assemblea regionale siciliana. Il CO.RE.CO. esercita il controllo di legittimità
sugli atti delle UU.SS.LL., mentre il controllo di merito previsto dalla legge 4 aprile 1991, n. 111, è esercitato
dalla Giunta regionale in via preventiva. Il legislatore regionale ha riservato alla sezione centrale del
CO.RE.CO. il controllo sugli atti di alta amministrazione dell'amministratore straordinario delle UU.SS.LL.
previsti dall'articolo 1 - 2° comma - del D.L. 6 febbraio 1991, n. 35, con esclusione del 5° comma dell'articolo
stesso che in tema di adozione del bilancio, sue variazioni, e di adozione del conto consuntivo prevede un
modello procedimentale di carattere straordinario che porta ad escludere l'assoggettabilità di tali atti al
controllo di legittimità del CO.RE.CO.
I restanti atti, non fondamentali dell'amministratore straordinario, già di competenza del comitato di gestione,
sono riservati alle sezioni provinciali del CO.RE.CO.
Successivamente all'entrata in vigore della citata legge n. 46/1991, sono intervenute in materia le nuove
norme dettate dalla legge finanziaria n. 412 del 30 dicembre 1991, le quali al comma 8°, dell'art. 4, hanno
statuito l'abolizione del controllo dei Comitati regionali di controllo sugli atti delle UU.SS.LL. attribuendo
l'esercizio del controllo preventivo direttamente alla Regione limitatamente agli atti concernenti il bilancio e
sue variazioni ed il conto consuntivo, agli atti di determinazione della consistenza del personale, di
programmazione delle spese pluriennali e di attuazione di contratti e convenzioni. La Regione effettua il
controllo entro 40 giorni dal ricevimento dell'atto anche sotto la forma del silenzio - assenso.
La legge inoltre prevede la definitività dei provvedimenti delle UU.SS.LL. approvati dalla Regione.
La Presidenza della Regione con direttiva di coordinamento n. 1153 del 5 febbraio 1992, ha disposto di
attenersi rigorosamente al rispetto delle leggi regionali n. 44/91 e 46/91, nelle more del recepimento dei
principi della legge n. 412/91.
Norme abrogate
8
Tra le norme abrogate espressamente dalla legge, si richiama in particolare quella dell'art. 88 dell'O.EE.LL.
che prevedeva la definitività dei provvedimenti di rinvio ed annullamento dell'organo di controllo per la
conseguente immediata impugnabilità degli stessi in via giurisdizionale. E' comunque da ritenere implicita la
definitività dei provvedimenti degli organi collegiali, nonchè degli organi amministrativi che non si trovino in
rapporto di subordinazione gerarchica con gli altri organi di un determinato ramo di amministrazione, di guisa
che non sia possibile esperire i ricorsi in via amministrativa alla competente autorità superiore. Viene
abrogato espressamente in toto il regolamento interno per il funzionamento delle Commissioni privinciali di
controllo e dei loro uffici di cui al D.P.Reg. 22 maggio 1985, n. 38, in quanto in massima parte incompatibile
con le nuove disposizioni di legge.
A tal proposito l'art. 23 della legge prevede che il nuovo regolamento per la disciplina del funzionamento
delle sezioni del CO.RE.CO. e dei relativi uffici di segreteria sarà emanato dall'Assessore regionale per gli
enti locali.
Le norme dell'O.EE.LL., approvato con legge regionale n. 16 del 15 marzo 1963, e successive modifiche,
espressamente abrogate dalla legge, sono: gli artt. 30 e 31 - comma 2° -, da 32 a 40 e da 78 a 91, 160, 197
e 208.
- abrogate le norme del titolo III - artt. da 9 a 17 del regolamento di esecuzione dell'O.EE.LL., di cui al
D.P.Reg. 29 ottobre 1957, n. 3;
- abrogate la legge regionale 18 luglio 1961, n. 14 e le norme della legge regionale 21 febbraio 1976, n. 1,
relative alla composizione delle CC.PP.C. ed al regime dei controlli, divenute incompatibili con le nuove
disposizioni;
- abrogati, l'art. 4 della legge regionale 23 dicembre 1985, n. 52, che prevedeva l'istituzione del CO.RE.CO.
sugli atti delle UU.SS.LL., e l'art. 6 della legge regionale 24 giugno 1986, n. 31, relativo alle spese per il
funzionamento delle CC.PP.CC.;
- abrogato l'art. 6, della legge regionale 23 dicembre 1962, n. 25, in quanto le previsioni relative,
opportunamente modificate, sono ora riportate nei commi 5° - 6° e 7° dell'art. 17 della nuova legge sopra
illustrato;
- abrogate, infine tutte le altre disposizioni di legge o di regolamento, comunque incompatibili con le nuove
disposizioni della legge.
L'articolo 33 della legge, per come sostituito dall'art. 2 della legge regionale del 5 dicembre 1991, n. 46
riproduce modificandolo il primo comma dell'art. 31 dell'O.EE.LL., abrogato.
Tale norma prevede che il presidente ed i componenti della sezione centrale e delle sezioni provinciali del
CO.RE.CO. non possono essere eletti deputati regionali se non abbiano cessato di esercitare le loro funzioni
almeno 6 mesi prima del compimento di un quinquennio dalla data della precedente elezione regionale.
La norma è più favorevole di quella contenuta nell'art. 31 dell'O.EE.LL., che invece prevedeva il termine di 1
anno per cessare l'esercizio delle funzioni presso l'organo di controllo.
Il 2° comma dell'articolo aggiunge che la disposizione in esame si applica anche agli amministratori
straordinari ed ai componenti dei comitati di garanti delle UU.SS.LL., nonchè ai componenti di comitati,
commissioni ed organismi, che esprimano pareri obbligatori su atti amministrativi dell'Amministrazione
regionale.
L'Assessore: GRILLO
9
http://www.regione.sicilia.it/famiglia/Content/Autonomie%20_locali/norme%20enti
%20localinew/ricerca%20per%20anno/circolari%202000%20e%20precedenti/circolare
%209_1993%20lr%2044_1991.doc
Legge 15 maggio 1997, n. 127. Misure urgenti per lo snellimento dell'attività amministrativa e dei
procedimenti di decisione e di controllo. Applicazione in Sicilia. Prime misure di adeguamento
dell'art. 4 della legge regionale 5 luglio 1997, n. 23.
e, p.c.
Al CO.RE.CO.
- Sezione centrale
- Sezioni provinciali
Al Ministero dell'Interno
All'ANCI - Sicilia
Premessa
Dopo la legge 15 marzo 1997 n. 59, con le deleghe effettuate al Governo di decentramento di compiti e
funzioni alle regioni ed agli enti locali, nell'ottica del federalismo amministrativo o del compiuto
riconoscimento dell'autonomia e della soggettività politica di detti enti, in attuazione dei precetti degli artt. 5,
118 e 128 della Costituzione, la successiva 15 maggio 1997, n. 127, contiene disposizioni intese
direttamente ad attuare il richiamato art. 5 della Costituzione ed a modificare ed integrare la normativa
emanata in tema di riforma delle autonomie locali, riguardando anche l'attività certificatoria che coinvolge
direttamente i servizi essenziali delle comunità e gli interessi dei singoli cittadini.
La presente circolare riguarda le disposizioni di detta legge n. 127/97 (1), evidenziandone l'applicabilità in
questa Regione nell'osservanza e nei limiti del suo statuto speciale (cfr. anche art. 17, comma 137, della
medesima legge).
10
Vanno richiamati nella materia i principi generali in tema di potestà legislativa primaria e, in particolare, il
principio noto come principio della "prevenzione". Secondo tale principio, le leggi statali emanate in materia
di competenza legislativa primaria trovano applicazione nel territorio della regione solo qualora intervengano
prima che la materia sia stata regolata da una legge regionale. Quando invece la Regione abbia esercitato la
sua potestà legislativa esclusiva, la legge successiva statale potrà trovare applicazione solo se ed in quanto
non sia con essa incompatibile.
Va richiamato altresì il recepimento non già "formale", sebbene "ricettizio", della legge 8 giugno 1990, n. 142,
operato con la legge regionale 11 dicembre 1991, n. 48.
Va rilevato infine che l'adeguamento alla legislazione nazionale, oltre a non trovare ovviamente canoni di
conformità, anche per le materie per le quali si configurano limiti all'esercizio della competenza legislativa
esclusiva, può trovare possibili e giustificati o motivati spazi di diversificazione secondo l'insegnamento della
Corte costituzionale.
La precedente circolare dell'Assessorato n. 3 del 20 febbraio 1997, concernente l'adeguamento degli statuti
nell'evoluzione ordinamentale locale, ha riassunto i percorsi di riforma dell'ordinamento regionale degli enti
locali, le caratterizzazioni e le diversificazioni dalla normativa nazionale.
Articoli 1, 2 e 3
Le disposizioni che riguardano materie disciplinate dalla legislazione nazionale e che si applicano in Sicilia,
concernono:
a) la semplificazione delle norme sulla documentazione amministrativa da attuare con uno o più regolamenti
da adottarsi secondo l'art. 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400 (art. 1);
c) per i dati relativi al cognome, nome, luogo e data di nascita, cittadinanza, stato civile e residenza, il
riconoscimento probatorio dei dati attestati in documenti di riconoscimento in corso di validità ed altre misure
di semplificazione nella richiesta di certificazioni amministrative. Modifiche della legge 4 gennaio 1968, n. 15,
e del D.P.R. 25 gennaio 1994, n. 130. Il divieto di richiesta di autenticazione della sottoscrizione per le
domande di assunzione ai pubblici impieghi (comma 5 dell'art. 3).
Non trovano applicazione, di contro, l'abolizione dei limiti di età per la partecipazione ai concorsi indetti dalle
pubbliche amministrazioni e quella (collegata) dei titoli preferenziali relativi all'età (commi 6 e 7 dell'art. 3). Si
richiama, in merito, la legislazione regionale emanata ed esattamente l'art. 216 dell'O.R.E.L., come sostituito
dall'art. 1 della legge regionale 18 aprile 1989, n. 7 (età non inferiore a 18 e non superiore a 40 anni).
In tema di concorsi degli enti locali, vanno altresì richiamate le disposizioni regionali della legge base 30
aprile 1991, n. 12, e la circolare dell'Assessorato afferente del 16 novembre 1991, n. 12, nonché le
disposizioni transitorie, relative al ricorso a concorsi pubblici per soli titoli, dell'art. 19 della legge regionale 1
settembre 1993, n. 25, e del successivo art. 14 della legge regionale 21 dicembre 1995, n. 85 (proroga al 31
dicembre 1998).
Articolo 4
Non trovano applicazione le disposizioni del comma 1 relative al giuramento del sindaco e del presidente
della provincia (davanti al consiglio), rimanendo la materia regolamentata dagli artt. 15 della legge regionale
26 agosto 1992, n. 7 (giuramento del sindaco dinanzi al prefetto della provincia) e dell'art. 7, comma 4, della
legge regionale 1 settembre 1993, n. 26 (giuramento del presidente della provincia regionale dinanzi al
presidente della Regione).
11
Trova invece applicazione il comma 2, per quanto concerne il distintivo del sindaco, materia questa che era
e resta disciplinata da una norma statale (e non rimessa al potere statutario).
Articolo 5
Le dimissioni dei consiglieri e la decadenza dei consigli rimangono infatti disciplinate dagli artt. 174, 53 e 143
dell'O.R.E.L. e successive modifiche ed integrazioni.
Le competenze dei consigli e delle giunte sono disciplinate dalla legge regionale n. 48/91 e successive
modifiche ed integrazioni e, in particolare, dalle leggi regionali nn. 7/92 e 26/93.
In merito, si richiamano le circolari dell'Assessorato n. 2 dell'11 aprile 1992 (che evidenzia la permanenza
della disciplina o riserva legislativa in tema di funzionamento dei consigli), nonché le successive nn. 6 dell'8
agosto 1996 e 3 del 20 febbraio 1997 (che evidenziano un assetto di competenze degli organi degli enti
locali, in sintonia, ma non ancora in modo compiuto, con il sistema dei poteri separati configurato con le leggi
regionali nn. 7/92 e 26/93).
Articolo 6
L'articolo è finalizzato, in modo precipuo, con il necessario richiamo dell'introdotta competenza della giunta di
cui al precedente articolo, alla formale subordinazione del potere regolamentare, in tema di ordinamento
generale degli uffici e dei servizi, alle prescrizioni o regole della legge 23 ottobre 1992, n. 421, del decreto
legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 e successive modifiche ed integrazioni, e della contrattazione, all'attuazione
della riconduzione degli atti di amministrazione o di indirizzo agli organi e degli atti di gestione all'apparato
burocratico degli enti locali, superando il riconoscimento o l'attribuzione statutaria, ed all'introduzione nel
modello organizzativo degli uffici e dei servizi di soggetti di diretta estrazione dell'esecutivo locale.
a) il richiamo esplicito in tema ordinamento generale degli uffici e dei servizi della normativa base della legge
n. 421/92 (cfr. art. 1, comma 1, lett. c) e del decreto legislativo n. 29/93 e successive modifiche (cfr. art. 2,
comma 2 bis) e, quindi della contrattazione (comma 1, che sostituisce analogo comma dell'art. 51 della
legge n. 142/90);
b) l'integrazione degli atti di gestione riconosciuti alla dirigenza con attribuzione di atti di autorizzazione, di
concessione o analoghi il cui rilascio comporti accertamenti e valutazioni anche di natura discrezionale,
nonché attestazioni, certificazioni, comunicazioni, diffide, verbali, autenticazioni e legalizzazioni ed ogni altro
atto costituente manifestazione di giudizio e di conoscenza (comma 2, che modifica ed integra il comma 3
dell'art. 51 della legge n. 142/90).
Si attua, pertanto, un trasferimento di atti riservati dalla legge ad organi degli enti locali con effetti
conseguenti sugli statuti, sui regolamenti, sull'organizzazione degli uffici, sulla disciplina dei procedimenti e
quindi dei rapporti e delle garanzie per gli utenti. Il trapasso delle competenze comporta fase di
assestamento disciplinare;
c) nei comuni privi di personale di qualifica dirigenziale, l'attribuzione legislativa diretta degli atti di cui alla
precedente lettera b) ai responsabili degli uffici e dei servizi (comma 3, che introduce il comma 3 bis dell'art.
51 della legge n. 142/90);
d) previsione differenziata, con eccezione dei comuni in situazione di dissesto, di possibilità di ricorso a
contratti a tempo determinato per i dirigenti e le alte specializzazioni, in misure percentuali (non superiori al 5
12
per cento) ed extra dotazioni organiche (commi 4 e 5. Viene introdotto il comma 5 bis all'art. 51 della legge n.
142/90);
e) misure di riammissione in servizio di dipendenti dimessisi per accedere a cariche elettive, con richiamo
della sentenza della Corte costituzionale 9-17 ottobre 1991, n. 388 (comma 6);
f) nuova disciplina degli incarichi dirigenziali a tempo determinato, con richiamo del regolamento
sull'ordinamento degli uffici e dei servizi (rimesso alle giunte), delle linee di governo degli organi monocratici
elettivi e delle disposizioni dei decreti legislativi nn. 29/93 e 77/95 e con disciplina delle revoche. Viene
prevista anche una attribuzione di incarichi che può travalicare precedenti assegnazioni di funzioni a seguito
di concorsi (comma 7, che sostituisce il comma 6 dell'art. 51 della legge n. 142/90);
g) creazione di uffici di supporto diretto agli esecutivi locali, con ricorso anche esterno per gli enti non in
situazione di dissesto (comma 8, che integra il comma 7 dell'art. 51 della legge n. 142/90);
h) in tema di requisiti di accesso e modalità concorsuali, l'estensione agli enti locali dell'art. 41 del decreto
legislativo n. 29/93 (che viene integrato con l'introduzione del comma 3 bis), con il richiamo dei criteri
generali stabiliti nel precedente art. 36. Viene altresì previsto per i comuni il potere di ricorso ad assunzioni di
personale a tempo determinato per esigenze temporanee e stagionali, con divieto, a pena di nullità, di
trasformare dette assunzioni a tempo indeterminato (comma 9);
i) previsione della facoltà dei sindaci e dei presidenti delle province, prescindendo da disposizioni statutarie e
da dotazioni organiche (i criteri sono stabiliti nel regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi), di
ricorrere, previa delibera della giunta, a contratti a tempo determinato di nomina di un direttore generale, con
compiti di attuazione degli indirizzi e degli obiettivi stabiliti dagli organi di governo degli enti e in particolare
degli adempimenti disciplinati dagli artt. 11 e 40, comma 2, lett. a), del decreto legislativo n. 77/95.
Previsione della facoltà per i comuni inferiori a 15.000 abitanti (e per i quali non si sono stipulate le
convenzioni previste), nonché nelle ipotesi di mancata nomina del direttore generale, dell'attribuzione delle
funzioni di direttore generale al segretario (comma 10, che introduce l'art. 51 bis della legge n. 142/90);
j) sostituzione dell'attestazione della copertura finanziaria degli impegni di spesa, disciplinata dall'art. 55,
comma 5, della legge n. 142/90, con il visto di regolarità contabile sui medesimi impegni di spesa, attestante
la copertura finanziaria, da parte del responsabile del servizio finanziario degli enti locali (comma 11);
k) legittimazione (regolamentare in base a disposizione di legge) degli enti locali a ricorrere a concorsi
riservati a personale interno per utilizzare peculiari professionalità acquisibili esclusivamente all'interno degli
enti medesimi (comma 12). Ciò nelle more della riforma del decreto legislativo n. 29/93, prevista dalla
menzionata legge n. 59/97, in tema di riserva di legge per l'accesso agli impegni;
l) modifiche dell'art. 18 della legge 11 aprile 1994, n. 109, in tema di incentivazioni al personale interno
incaricato di progettazioni e di piani (comma 13);
m) sostituzione del comma 11 della legge 24 dicembre 1993, n. 537, con esenzione dell'obbligo della
rilevazione dei carichi di lavoro per i comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti, non in situazione di
dissesto. Per gli altri comuni, sempre non in situazione di dissesto, permane l'obbligo di tale adempimento
(la metodologia è rimessa alle giunte), pregiudiziale per la rideterminazione della pianta organica (comma
14).
Modifiche della normativa in tema di mobilità del personale eccedente gli organici rideterminati (comma 15).
Non applicabilità dei commi da 47 a 52 dell'art. 3 della legge n. 537/93, in tema di collocamento in
disponibilità del personale per gli enti non in situazioni strutturalmente deficitarie (comma 16).
Misure straordinarie, con richiamo implicito della sentenza della Corte Costituzionale 9 gennaio 1996, n. 1,
per l'annullamento d'ufficio da parte degli enti locali di provvedimenti di inquadramento di personale adottati
in difformità delle prescrizioni del D. P. R. 25 giugno 1983, n. 347, e di copertura dei posti conseguente
(comma 17);
13
n) modifiche dell'art. 1 (commi 14,15 e 18) della legge 28 dicembre 1995, n. 549, in tema di trasformazione e
di sistemazione di rapporti a tempo determinato costituiti da enti locali non dissestati o strutturalmente non
deficitari (comma 18);
o) legittimazione degli enti locali non in situazione di dissesto a procedere ad assunzioni a tempo
determinato per sostituire dipendenti sospesi in via cautelare in quanto sottoposti a procedimento penale
(comma 19).
Per quanto concerne la legittimazione (nei comuni) del personale privo della qualifica dirigenziale di cui al
comma 3, l'attribuzione delle competenze resta demandata al potere statutario. Per quanto riguarda poi
l'integrazione degli atti di gestione di cui al comma 2, ricorre egualmente la disciplina statutaria e
regolamentare; è inoltre presupposto necessario, nel riconoscimento delle competenze, il non contrasto con
la vigente legislazione regionale (cfr. l'art. 13 della legge regionale n. 7/92 e l'art. 34 della legge regionale 6
marzo 1986, n. 9, come sostituito con l'art. 24 della legge regionale 1 settembre 1993, n. 26).
Per le assunzioni a tempo determinato dei commi 9 e 19, si richiamano le osservazioni espresse in sede di
esame dell'art. 3 della legge, nonché le disposizioni ostative della legge regionale 21 giugno 1979, n. 175, e
quelle pregresse della legge regionale 7 maggio 1958, n. 14, non abrogate.
Per i concorsi interni del comma 12 si rileva che non sono disciplinati dagli artt. 3, 4 e 5 della legge regionale
base n. 12/91. In ordine alla valenza nella materia dell'art. 8 della successiva legge regionale 10 ottobre
1994, n. 38, come interpretato dall'art. 17, comma 3, della legge regionale 25 maggio 1995, n. 46, questo
Assessorato, in altra sede, si riserva di emanare direttive.
Risultano già disciplinate dal legislatore regionale e non si applicano le incentivazioni al personale tecnico
interno del comma 13 (cfr. art. 5 della legge regionale 29 aprile 1985, n. 21 e successive modifiche ed
integrazioni e art. 11 della legge regionale 31 maggio 1994, n. 17, nonché il D.P.Reg. 16 gennaio 1997, n.
15) e la disciplina in tema di validità delle graduatorie dei pubblici concorsi del comma 21 (cfr. art. 8 della
legge regionale n. 12/91 - validità ordinaria 36 mesi - e la disposizione transitoria - validità 48 mesi - dell'art.
15 della legge regionale 12 novembre 1996, n. 41).
La sostituzione del comma 5 dell'art. 55 della legge n. 142/90 (cfr. comma 11) è collegata con la modifica
dell'art. 27, comma 9, del decreto legislativo n. 77/95 effettuata con il successivo art. 9, comma 6, della legge
in esame. Le disposizioni comportano per i provvedimenti di impegno di spesa dei responsabili dei servizi
l'eliminazione dei pareri dell'art. 53 della legge n. 142/90 e l'esecutività dei medesimi provvedimenti
subordinata al visto di regolarità contabile, attestante la copertura finanziaria, apposto dal responsabile del
servizio finanziario dell'ente locale.
Per quanto concerne, invece, gli atti adottati da organi che comportano impegni di spesa, la norma non trova
applicazione (riferendosi la sostituita disposizione dell'art. 55 della legge n. 142/90 ai responsabili dei
servizi): conseguentemente, rimane la certificazione della copertura finanziaria.
Le altre disposizioni dell'articolo riguardano in modo prevalente materie disciplinate dalla normativa
nazionale. Esse si applicano, comprese le misure straordinarie indicate nel comma 17.
Articolo 9
14
Assumono particolare rilievo sotto il profilo del riconoscimento delle autonomie locali le disposizioni del
sostituito art. 108 del decreto legislativo n. 77/95 (cfr. comma 4).
Articoli 10 e 12
Le disposizioni in materia di giudizio di conto erano e rimangono riservate al legislatore nazionale. Esse,
integrando l'art. 58 della legge n. 142/90, riguardano gli agenti contabili degli enti locali, escludendo l'obbligo
della trasmissione della documentazione di rendiconto alla Corte dei conti (art. 10).
Egualmente trovano applicazione le disposizioni in materia di alienazione degli immobili di proprietà pubblica
che richiamano la peculiare normativa della legge 1 giugno 1939, n. 1089, posta a tutela degli immobili di
interesse storico ed artistico, nonché le deroghe, per l'alienazione del patrimonio immobiliare, alle norme
della legge 24 dicembre 1908, n. 783 e successive disposizioni emanate (art. 12).
In tema di alienazioni ed uso di immobili da parte degli enti locali, si richiama il regolamento, sempre attuale,
previsto dall'art. 3 dell'O.R.E.L., nonché, per quanto attiene la cessione dei beni patrimoniali e demaniali
della Regione, l'articolo 11 della legge regionale 7 marzo 1997, n. 6.
Articolo 13
Riguarda materia di competenza statale e rende superati la delega operata per gli enti assistenziali con l'art.
1, lett. c, del D.P.R. 30 agosto 1975, n. 636 (Norme di attuazione dello statuto della Regione Siciliana in
materia di beneficenza e di opere pie) ed il riconoscimento di competenza del recente art. 2 del decreto
legislativo 29 gennaio 1997, n. 26 (Norme di attuazione dello Statuto della Regione Siciliana in materia di
persone giuridiche private).
Vengono meno, con carattere di generalità, precedenti autorizzazioni governative relative ad acquisti di
immobili, accettazioni di donazioni, legati ed eredità da parte di enti locali, enti di diritto pubblico, persone
giuridiche associazioni e fondazioni.
Articolo 17
E' una norma "zibaldone" che contiene disposizioni concernenti (il richiamo è limitato ai commi che
interessano il profilo di esame della legge):
a) modifiche ed integrazioni della normativa della legge 7 agosto 1990, n. 241, in tema dell'istituto della
conferenza dei servizi (capo IV, artt. 14 - 14 ter), per rendere tale forma di semplificazione dell'attività
amministrativa più incidente, e della legge n. 142/90 in tema di accordi di programma (commi da 1 a 11);
b) modifiche, in tema di espressione di pareri obbligatori, dell'art. 16 della legge n. 241/90 e della normativa
riguardante il Consiglio di Stato, nonché previsioni di modalità tecniche di chiara lettura delle leggi
promulgate (commi da 24 a 30).
In tema di scioglimento dei consigli dei comuni e delle province regionali, si richiamano gli artt.. 54, 144, e
109 bis dell'O.R.E.L. (norme queste diverse dal non introdotto art. 39 della legge n. 142/90 e successive
modifiche ed integrazioni), che richiedono il parere obbligatorio del Consiglio di giustizia amministrativa e che
sono espressione della competenza legislativa riconosciuta alla Regione in tema di regime degli enti locali;
c) innovazioni ai controlli sugli atti e sugli organi degli enti locali disciplinati dalla legge n. 142/90.
15
d) modifiche degli artt. 1 e 3 della legge 27 dicembre 1995, n. 549, in tema di conferimento di funzioni
dirigenziali ed apicali extra dotazioni organiche e di costituzione e di trasformazione dei consorzi disciplinati
dall'art. 25 della legge n. 142/90 e successive modifiche (commi da 47 a 49);
e) modifiche della legge n. 142/90 e della legislazione connessa in tema di costituzione da parte degli enti
locali di società per azioni e di trasformazione in società per azioni di aziende speciali costituite secondo l'art.
22, comma 3, lett. c. della legge n. 142/90 (commi da 51 a 58);
f) modifiche dei decreti legislativi 30 dicembre 1992, n. 504 e 15 novembre 1993, n. 507, in tema di
occupazione di spazi e di aree pubbliche (commi da 62 a 64);
g) nuova disciplina della posizione giuridica ed economica dei segretari comunali e provinciali e delle
funzioni dei medesimi, con abrogazione dell'art. 52, modifica dell'art. 53, comma 1 (soppressione del parere
di legittimità dei segretari sulle delibere di giunta e di consiglio) ed abrogazione del comma 4 dell'art. 53 della
legge n. 142/90 (commi da 67 a 86). In particolare viene legiferato quanto segue:
1) il segretario è dipendente di apposita Agenzia, avente personalità giuridica di diritto pubblico, ed iscritto in
un albo nazionale, articolato in sezioni regionali (commi 67 e 75);
2) rimane figura necessaria dei comuni e delle province, viene nominato con mandato coevo e revocato
(previa delibera della giunta) dal sindaco e dal presidente della provincia (commi 67, 70 e 71);
3) conserva funzioni consultive, referenti, di assistenza e di verbalizzazione degli atti dei consigli e delle
giunte, ha ampliata la facoltà di rogito di atti ed esercita ogni altra funzione in dipendenza delle novità
conseguenti all'introduzione della figura del direttore generale (comma 68);
4) per la previsione del vice segretario assume rilievo, non lo statuto, ma il regolamento sull'ordinamento
degli uffici e dei servizi, rimesso alla competenza delle giunte dall'esaminato art. 5 (comma 69);
5) misure transitorie per l'iscrizione dei segretari in albo provvisorio e per la comma da parte dei sindaci e dei
presidenti delle province (comma 81);
6) disposizioni, da inserire nel regolamento dell'Agenzia, per l'iscrizione all'albo (limiti di dotazione organica),
la mobilità, la disponibilità ed il trasferimento dei segretari presso altre pubbliche amministrazioni (con
iscrizione in apposita sezione speciale dell'albo), nonché per il reclutamento dei medesimi (commi 77, 78,
79, 82 e 83);
h) norme peculiari in tema di versamenti (commi 88 e 89), di parcheggi (comma 90), di termine per
l'adozione dei regolamenti locali relativi ai tempi dei procedimenti amministrativi ed all'accesso alla
documentazione amministrativa (comma 91), di conferimento (legittimazione particolare a soggetti esterni) di
funzioni di prevenzione, accertamento e riscossione delle violazioni di sosta (commi 132 e 133).
Va rilevato, al riguardo, che trovano applicazione le disposizioni relative alle modifiche degli artt. da 22 a 27
della legge n. 142/90, in tema di forme gestionali dei servizi, per il rinvio formale operato alla legislazione
nazionale nel settore con l'art. 47 della legge regionale n. 26/93 (cfr., al riguardo, la parte VII della circolare
dell'Assessorato n. 6/96 ed il successivo D.P.R. 16 settembre 1996, n. 533), nonché quelle di carattere
tributario.
Il legislatore siciliano con l'art. 4 della legge regionale 5 luglio 1997, n. 23, ha introdotto modifiche alla propria
legge sui controlli n. 44 del 3 dicembre 1991, modifiche queste oggetto di commento nell'ultima parte della
presente circolare.
Va evidenziata nel settore, di contro, l'applicazione diretta in Sicilia soltanto del comma 37 dell'articolo, che
pone il divieto per il CO.RE.CO. di "riesaminare il provvedimento sottoposto a controllo nel caso di
annullamento in sede giurisdizionale di una decisione negativa di controllo", in quanto trattasi di disposizione
inerente alla funzione giurisdizionale.
16
Per quanto concerne le funzioni regionali in tema di gestione dei segretari comunali e provinciali, va
evidenziato, con richiamo del parere del Consiglio di Stato - Sez. I - del 26 febbraio 1992, n. 1079/91,
richiesto con riferimento all'art. 52 della legge n. 142/90, che le competenze risultano attribuite alla Regione
con legge ordinaria, in vigore pertanto sino a quando non sia sostituita, e che le medesime competenze sono
esercitate da organi regionali quali organi di decentramento dello Stato sulla base di una disciplina della
posizione giuridica ed economica dei segretari esclusivamente statale.
Con il riconoscimento innovativo, invece, di piena competenza nel settore alla Regione, contenuto nel
comma 84 dell'articolo e, sino a quando non saranno emanate disposizioni da parte del legislatore siciliano,
ne consegue l'applicazione delle nuove disposizioni introdotte dall'articolo in esame, nonché, in una fase
successiva, quelle del regolamento previsto dal comma 78 con le incidenze indicate nei successivi commi 78
e 82.
Si aggiunge, per i limiti della competenza legislativa regionale nella materia, che trovano applicazione altresì
le innovazioni introdotte in tema di rogito degli atti dei segretari. Invero, con riguardo alla competenza
notarile, gli articoli 97 e 163 dell'O.R.E.L. osservano la pregressa disciplina nazionale nella materia.
Non sono innovate, in quanto aventi carattere ordinamentale le pregresse norme regionali in ordine ai pareri
ed alle funzioni dei segretari, come disciplinate dalla legge regionale n. 48/91, in sede di recepimento della
legge n. 142/90.
Si aggiunge, infine, attesa la specifica disciplina emanata con la legge regionale 15 novembre 1982, n. 128,
e l'art. 54 della legge regionale n. 26/93, che non trova applicazione di estensione ai funzionari l'obbligo delle
dichiarazioni sulla situazione patrimoniale (cfr. comma 22).
L'art. 4 della legge regionale 5 luglio 1997, n. 23, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana
n. 34 del 7 luglio 1997, ed entrata in vigore lo stesso giorno della sua pubblicazione, modifica l'ambito di
esercizio del controllo di legittimità del CO.RE.CO. come delineato dalla legge regionale 3 dicembre 1991, n.
44.
Detta disposizione, che sostituisce l'art. 15 della citata legge regionale n. 44/91, comporta le seguenti
innovazioni:
1) La previsione del controllo di legittimità limitato alle delibere dei consigli comunali e provinciali relative alle
materie elencate nell'art. 17, comma 1, della legge regionale n. 44/91 (statuti degli enti e delle relative
aziende speciali, regolamenti, ordinamenti degli uffici e dei servizi, disciplina generale dello stato giuridico e
dell'assunzione del personale, recepimento dei provvedimenti concernenti il trattamento economico del
personale, bilanci preventivi e consuntivi, programmi e relazioni previsionali e programmatiche).
Sono escluse dal controllo, in modo esplicito, le delibere relative alle variazioni di bilancio, agli storni ed alla
creazione di nuovi capitoli.
2) Le altre delibere di competenza dei consigli comunali e provinciali sono soggette al controllo eventuale di
legittimità delle Sezioni provinciali del CO.RE.CO. competenti, con eccezione degli atti di variazione del
bilancio che rientrano nella competenza della Sezione centrale del medesimo Comitato;
La competenza dell'attivazione del controllo è rimessa al quarto dei consiglieri in carica ed alla giunta
dell'ente locale.
Per il termine di inoltro delle richieste e l'esecutività delle delibere trovano estensione di applicazione, nel
sistema della legge regionale n. 44/91 e successive modifiche, rispettivamente gli artt. 15 comma 3, e 12
della medesima legge (richiesta del controllo entro 10 giorni dalla pubblicazione o affissione delle delibere,
17
esecutività dopo il decorso del decimo giorno da detta pubblicazione e possibile esecutività anticipata con il
voto espresso della maggioranza dei componenti).
Sono soggetti a controllo eventuale di legittimità gli atti che detti organi intendano sottoporre a controllo.
Sono soggette a controllo eventuale di legittimità, ma soltanto nei limiti delle irregolarità denunciate, le
delibere di competenza delle giunte riguardanti:
c) assunzioni di personale.
L'attivazione del controllo è rimessa al quarto dei consiglieri in carica. La richiesta, in base al regolamento
interno (la cui mancata adozione non condiziona la richiesta del controllo), deve essere scritta e motivata,
deve essere inoltrata entro dieci giorni dall'affissione della delibera ed infine deve contenere l'indicazione
delle norme violate;
L'esecutività e l'anticipata esecutività degli atti sono disciplinate dall'art. 12, commi 1 e 2, della legge
regionale n. 44/91, tranne che non ricorra la sottoposizione diretta o interna da parte delle giunte al controllo
degli atti. In tale ipotesi l'esecutività trova le normali regole del controllo e l'anticipata esecutività viene
disciplinata dall'art. 16 della legge regionale n. 44/91 (voto espresso da due terzi dei votanti) e trova
applicazione conseguente il successivo art. 18, comma 3, della medesima legge.
Viene confermata in merito la medesima disciplina, per atti soggetti ed assoggettati direttamente al controllo,
puntualizzata nella precedente circolare dell'Assessorato n. 9 del 3 maggio 1993, delucidativa della legge
regionale n. 44/91 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 30 del 19 giugno 1993.
4. Essendo soppresso il controllo di legittimità sulle delibere delle giunte relative ad acquisti, alienazioni,
appalti ed in generale a tutti i contratti si configura il problema dell'applicazione dell'art. 16, comma 1 bis,
della legge 19 marzo 1990, n. 55 e successive modifiche ed integrazioni, che prevede la richiesta di controllo
eventuale di legittimità sugli atti menzionati da parte del competente prefetto. Quanto precede nella
considerazione che l'art. 17, comma 31, della legge n. 127/97, abroga l'art. 45 della legge n. 142/90, cui si
riferisce la richiamata norma della legge n. 55/90. In merito si rinvia alle direttive che saranno emanate dal
Ministero dell'interno.
L'art. 4 della legge regionale n. 23/97 e la medesima legge non contengono disposizioni transitorie relative
all'esame delle delibere adottate prima dell'entrata in vigore della legge, le quali, pertanto, vanno esaminate
secondo la nuova normativa introdotta ed entrata in vigore.
Le competenze degli organi e dell'apparato burocratico degli enti locali permangono nell'assetto
ordinamentale previgente alla legge. Quanto precede, prescindendo dalla nuova formulazione dell'art. 15
della legge regionale n. 44/91, nella considerazione sia del tipo di rinvio (ricettizio) operato, per le
competenze delle giunte, dagli articoli 23 e 41 della legge regionale n. 26/93 che della finalità dell'art. 4 della
legge in esame che riguarda modifiche del controllo di legittimità del CO.RE.CO. sugli atti degli enti locali
(cfr. in particolare comma 3 dell'articolo).
Si aggiunge, secondo l'art. 1 della medesima legge regionale n. 23/97, che il termine di decadenza dei
componenti delle attuali Sezioni del CO.RE.CO. (stabilito per il 30 aprile 1997 dall'art. 1 della legge regionale
30 gennaio 1997, n. 3) è prorogato al 31 agosto 1997 e che sono fatti salvi gli effetti degli atti di controllo
adottati dalle medesime Sezioni sino alla data di entrata in vigore della legge.
La presente circolare sarà oggetto di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana.
18
http://www.regione.sicilia.it/famiglia/autonomie%20locali/Content/Autonomie%20_locali/norme%20enti
%20localinew/ricerca%20per%20anno/circolari%202000%20e%20precedenti/circolare%208_1997%20l_127_97%20lr
%2023_97.doc
REGIONE: Sicilia
LEGGE 3 DICEMBRE 1991, n. 44 (GU n. 006 SERIE SPECIALE N. 3 del 08/02/1992 - BU Sicilia n. 057 del
07/12/1991)
NUOVE NORME PER IL CONTROLLO SUGLI ATTI DEI COMUNI, DELLE PROVINCE E DEGLI ALTRI
ENTI LOCALI DELLA REGIONE SICILIANA. NORME IN MATERIA DI INELEGGIBILITÀ A
DEPUTATO REGIONALE.
URN: urn:nir:regione.sicilia:legge:1991-12-03;44
Preambolo
L'ASSEMBLEA REGIONALE
HA APPROVATO
IL PRESIDENTE REGIONALE
PROMULGA
LA SEGUENTE LEGGE:
ART. 1.
ART. 2.
b) NOVE MEMBRI ELETTI DALLA ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA CON VOTO LIMITATO AD UNO
E SCELTI TRA:
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2) DIPENDENTI STATALI O REGIONALI ANCHE IN QUIESCENZA E/O DEGLI ENTI LOCALI IN
QUIESCENZA, CON QUALIFICHE DIRIGENZIALI;
ART. 3.
ART. 4.
ART. 5.
1 . NON POSSONO ESSERE DESIGNATI O ELETTI, E NON POSSONO COMUNQUE FAR PARTE DELLA
SEZIONE CENTRALE E DELLE SEZIONI PROVINCIALI:
c) GLI AMMINISTRATORI IN CARICA DI PROVINCE, COMUNI O DI ALTRI ENTI I CUI ATTI SONO
SOGGETTI AL CONTROLLO DEL COMITATO REGIONALE DI CONTROLLO, NONCHÉ COLORO CHE
20
ABBIANO RICOPERTO TALI CARICHE NELL'ANNO PRECEDENTE ALLA COSTITUZIONE DEL
MEDESIMO COMITATO;
d) COLORO CHE VERSINO IN SITUAZIONI DI INELEGGIBILITÀ ALLE CARICHE DI CUI ALLE LETTERE B
E C, CON ESCLUSIONE DEI MAGISTRATI E DEI FUNZIONARI DELLO STATO;
e) I DIPENDENTI ED I CONTABILI DEGLI ENTI LOCALI I CUI ATTI SONO SOTTOPOSTI AL CONTROLLO
DEL COMITATO REGIONALE DI CONTROLLO ED I DIPENDENTI DEI PARTITI PRESENTI NEI CONSIGLI
DEGLI ENTI LOCALI DELLA REGIONE;
ART. 6.
2 . ENTRO LO STESSO TERMINE DEVONO ESSERE RESI DISPONIBILI PRESSO GLI UFFICI DELLA
SEZIONE CENTRALE O DELLE SEZIONI PROVINCIALI I DOCUMENTI RELATIVI AGLI AFFARI DA
ESAMINARE.
3 . PER LA VALIDITÀ DELLE ADUNANZE DELLA SEZIONE CENTRALE E DELLE SEZIONI PROVINCIALI
È NECESSARIO L'INTERVENTO DELLA MAGGIORANZA DEI COMPONENTI DELLO ORGANO.
ART. 7.
ART. 8.
21
1 . IN CASO DI MORTE, DIMISSIONI, DECADENZA O DI QUALSIASI ALTRA CAUSA DI CESSIONE DALLA
CARICA DEI COMPONENTI DELLA SEZIONE CENTRALE E DELLE SEZIONI PROVINCIALI, DEVE ESSERE
IMMEDIATAMENTE DESIGNATO O ELETTO, CON LE STESSE MODALITÀ DI CUI ALL'ARTICOLO 2, IL
SOSTITUTO, IL QUALE RIMANE IN CARICA FINO ALLA SCADENZA DEL MANDATO DEL SOSTITUITO.
ART. 9.
2 . ALL'ASSEGNAZIONE DEL PERSONALE PRESSO GLI UFFICI DI CUI AL COMMA PRIMO SI PROVVEDE
CON DECRETO DELL'ASSESSORE REGIONALE PER GLI ENTI LOCALI, SENTITO IL CONSIGLIO DI
DIREZIONE.
ART. 10.
1 . ALLE SPESE DELLA SEZIONE CENTRALE E DELLE SEZIONI PROVINCIALI, IVI COMPRESE LE SPESE
DI FUNZIONAMENTO DEGLI ORGANI E DEI RELATIVI UFFICI, NONCHÉ DI CORRESPONSIONE DELLE
UNITÀ DI CARICA E DI MISSIONE, SI PROVVEDE, NEI LIMITI DEGLI STANZIAMENTI DI BILANCIO, A
MEZZO DI APERTURE DI CREDITO A FAVORE DEL FUNZIONARIO PREPOSTO ALL'UFFICIO DI
SEGRETERIA.
ART. 11.
2 . CON LE STESSE MODALITÀ SONO ALTRESÌ PUBBLICATI GLI ATTI DI CONCESSIONE, IVI
COMPRESE LE CONCESSIONI EDILIZIE COMUNALI.
ART. 12.
ART. 13.
1 . GLI IMPEGNI DI SPESA NON POSSONO ESSERE ASSUNTI SENZA ATTESTAZIONE DELLA RELATIVA
COPERTURA FINANZIARIA DA PARTE DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO FINANZIARIO. SENZA TALE
ATTESTAZIONE L'ATTO È NULLO DI DIRITTO.
22
ART. 14.
ART. 15.
b) CONTRIBUTI;
5 . SONO ANCORA SOGGETTE A CONTROLLO PREVENTIVO DI LEGITTIMITÀ, NEI LIMITI DEI VIZI
DENUNCIATI, LE DELIBERAZIONI DI COMPETENZA DELLE GIUNTE PROVINCIALI E COMUNALI
QUANDO UN QUINTO DEI CONSIGLIERI PROVINCIALI O UN QUINTO DEI CONSIGLIERI COMUNALI LE
RITENGANO VIZIATE DI INCOMPETENZA O ASSUNTE IN CONTRASTO CON ATTI FONDAMENTALI DEL
CONSIGLIO, CON RICHIESTA SCRITTA E MOTIVATA, CON L'INDICAZIONE DEI RELATIVI VIZI, DA
PRESENTARE ENTRO DIECI GIORNI DALL'AFFISSIONE DELLA DELIBERAZIONE ALL'ALBO.
ART. 16.
23
ART. 17.
b) REGOLAMENTI;
ART. 18.
24
3 . LE DELIBERAZIONI INDICATE ALL'ARTICOLO 16 DEBBONO ESSERE TRASMESSE ALL'ORGANO DI
CONTROLLO, A PENA DI DECADENZA, ENTRO CINQUE GIORNI DALLA RELATIVA ADOZIONE.
10 . NELL'IPOTESI PREVISTA DALL'ARTICOLO 17, COMMA TERZO, I TERMINI PER L'ESERCIZIO DEL
CONTROLLO DA PARTE DELLA SEZIONE CENTRALE DECORRONO DALLA DATA IN CUI L'ORDINANZA
DI RIMESSIONE PERVIENE AGLI UFFICI DELLA SEZIONE CENTRALE STESSA.
ART. 19.
1 . IL TERMINE PER L'ESERCIZIO DEL CONTROLLO DI LEGITTIMITÀ È INTERROTTO, PER UNA SOLA
VOLTA, SE ENTRO DIECI GIORNI DAL RICEVIMENTO DELLA DELIBERAZIONE L'ORGANO DI
CONTROLLO CHIEDE ALL'ENTE DELIBERANTE CHIARIMENTI O ELEMENTI INTEGRATIVI DI GIUDIZIO.
2 . IN TAL CASO IL TERMINE PER L'ESERCIZIO DEL CONTROLLO RIPRENDE A DECORRERE DALLA
DATA DI RICEZIONE DEGLI ATTI E DELLE NOTIZIE RICHIESTE.
ART. 20.
2 . NEL CASO DI MANCATA ADOZIONE DEL CONTO CONSUNTIVO ENTRO IL TERMINE PREVISTO, O DI
MANCATA ADOZIONE DELLE MODIFICAZIONI ENTRO IL TERMINE PREVISTO AL COMMA PRIMO O DI
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ANNULLAMENTO DELLA DELIBERAZIONE DI ADOZIONE DEL CONTO CONSUNTIVO DA PARTE
DELL'ORGANO DI CONTROLLO, QUESTO SEGNALA L'OMISSIONE ALL'ASSESSORE REGIONALE PER
GLI ENTI LOCALI.
ART. 21.
2 . L'ORGANO DI CONTROLLO NON PUÒ ESAMINARE L'ATTO PRIMA DEL DECIMO GIORNO
SUCCESSIVO A QUELLO NEL QUALE L'ATTO SIA PERVENUTO ALLO STESSO.
ART. 22.
3 . L'ASSESSORE REGIONALE PER GLI ENTI LOCALI CURERÀ LA RACCOLTA INFORMATIZZATA DEI
PROVVEDIMENTI DI ANNULLAMENTO DEGLI ORGANI DEL COMITATO REGIONALE DI CONTROLLO,
CON FACOLTÀ DI ACCESSO ALLA MEDESIMA DI TUTTI GLI ENTI INTERESSATI.
ART. 23.
1 . UNO SPECIALE REGOLAMENTO, EMANATO DALLO ASSESSORE REGIONALE PER GLI ENTI LOCALI,
DISCIPLINERÀ IL FUNZIONAMENTO DELLA SEZIONE CENTRALE E DELLE SEZIONI PROVINCIALI DI
CONTROLLO, NONCHÉ DEI RELATIVI UFFICI DI SEGRETERIA.
ART. 24.
1 . QUALORA GLI ORGANI DELLE PROVINCE E DEI COMUNI OMETTANO O RITARDINO, SEBBENE
PREVIAMENTE DIFFIDATI A PROVVEDERE ENTRO CONGRUO TERMINE, O NON SIANO COMUNQUE IN
GRADO DI COMPIERE ATTI OBBLIGATORI PER LEGGE, AL COMPIMENTO DELL'ATTO PROVVEDE
L'ASSESSORE REGIONALE PER GLI ENTI LOCALI A MEZZO DI UN COMMISSARIO, LA CUI DURATA IN
CARICA NON PUÒ SUPERARE IL TERMINE DI UN MESE, SALVO PROROGA FINO A TRE MESI, PER
GRAVI E GIUSTIFICATI MOTIVI DI CARATTERE AMMINISTRATIVO.
3 . ALLE SPESE PER IL COMMISSARIO PROVVEDE L'ENTE INTERESSATO, SALVO RIVALSA A CARICO
DEGLI AMMINISTRATORI EVENTUALMENTE RESPONSABILI.
26
ART. 25.
ART. 26.
ART. 27.
ART. 28.
ART. 29.
ART. 30.
27
ART. 31.
1 . SONO ABROGATI:
a) GLI ARTICOLI 30, 31, SECONDO COMMA, DA 32 A 40, DA 78 A 91, 160, 197, 208 DELL'ORDINAMENTO
REGIONALE DEGLI ENTI LOCALI APPROVATO CON LEGGE REGIONALE 15 MARZO 1963, N. 16, E
SUCCESSIVE MODIFICHE;
b) GLI ARTICOLI DA 9 A 17 DEL REGOLAMENTO APPROVATO CON DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA
REGIONE 29 OTTOBRE 1957, N. 3, E SUCCESSIVE MODIFICHE;
f) IL REGOLAMENTO APPROVATO CON DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 22 MAGGIO 1985,
N. 38 ;
ART. 32.
2 . PER GLI ATTI ADOTTATI FINO ALL'INSEDIAMENTO DI CUI AL COMMA PRIMO CONTINUANO AD
APPLICARSI LE DISPOSIZIONI DELL'ORDINAMENTO REGIONALE DEGLI ENTI LOCALI APPROVATO
CON LA LEGGE REGIONALE 15 MARZO 1963, N. 16 , E SUCCESSIVE MODIFICHE ED INTEGRAZIONI. IL
CONTROLLO È SVOLTO DALLE SEZIONI PROVINCIALI COMPETENTI.
ART. 33.
ART. 34.
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1 . AGLI ONERI DERIVANTI DALL'ARTICOLO 4 PER LO ESERCIZIO FINANZIARIO 1991, VALUTATI IN
LIRE 2.000 MILIONI, SI PROVVEDE CON LA RIDUZIONE DI PARI IMPORTO DELLO STANZIAMENTO DEL
CAPITOLO 18210 DEL BILANCIO DELLA REGIONE PER L'ANNO FINANZIARIO MEDESIMO.
ART. 35.
http://www.italgiure.giustizia.it/nir/lexr/1991/lexr_27680.html
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