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498 ha inizio loffensiva dei rivoltosi il cui obiettivo la capitale del regno di Lidia, Sardi.
Dopo che sono riusciti ad impadronirsi con facilit della parte bassa, i Greci devono fronteggiare la resistenza di Persiani e
Lidi asserragliati sullAcropoli e optano per un rapido ritiro che per non evita loro una grave sconfitta ad opera dei rinforzi
persiani da cui sono sorpresi presso Efeso. Gli Ateniesi richiamano il contingente e con lelezione allarcontato di Ipparco si
disimpegnano dalle vicende micrasiatiche inviando un segnale distensivo ai Persiani.
498/497 la rivolta si allarga quando vi aderirono poleis della Caria e di Cipro. La resistenza dei ribelli, guidati da Onesilo
di Salamina, viene piegata, e la conquista di Soli segna la fine dellinsurrezione cipriota.
497/496 Aristagora si reca con un gruppo di seguaci a Mircino, nella Tracia occidentale, dove muore. La sfortunata mossa
del leader milesio va interpretata come un tentativo di alleggerire la pressione persiana in Asia Minore con lapertura di un
nuovo fronte in una zona dimportanza per lapprovvigionamento di oro e legname.
494 contro Mileto si dirigono ingenti forze terrestri e navali.
In una riunione nel santuario federale del Panionio si stabilisce di lasciare ai soli Milesi il compito di difendere la citt
dallassalto di terra e di concentrare i propri sforzi sul mare, schierando presso lisoletta di Lade, di fronte a Mileto, una
grossa flotta costituita da contingenti navali di nove poleis ioniche, oltre che da quelli di Lesbo. Ma lo schieramento greco si
sfalda, gran parte dei contingenti alleati abbandona il campo senza combattere e lo scontro si risolve con la disfatta. Mileto fu
completamente distrutta, si massacrarono e deportarono i cittadini adulti e il resto della popolazione fu ridotto in schiavit.
493 il milesio Istio, dopo aver praticato unattivit piratesca nellarea degli stretti, cerca di proseguire la lotta della sua
base di Lesbo ma viene catturato e giustiziato dai Persiani.
I vincitori adottano delle misure che sembrano ispirate dallintento di lenire il malcontento che era stato alla base
dellinsurrezione: ad opera del satrapo di Sardi, Artaferne, sono istituite delle procedure arbitrali per la soluzione delle
contese cittadine e si definiscono i loro obblighi tributarie (il che conferma il ruolo di rilievo avuto dalloppressione fiscale
nello scatenare la rivolta).
492 il generale Mardonio depone i tiranni che erano stati cacciati dalle citt ioniche del 499.
La trireme: lunga allincirca 40 metri e dotata di una o due vele per la navigazione e di un equipaggio di 200 unit, una
nave particolarmente efficace in battaglia, per la presenza di un rostro di bronzo sulla prua per lo speronamento delle
imbarcazioni avversarie e per la velocit e la capacit di manovra.
Il V secolo
Le guerre greco-persiane
Il primo conflitto greco-persiano
Dario mira a estendere il suo dominio anche allEgeo per isolare le citt micrasiatiche della Grecia continentale e per
vendicarsi di Atene ed Eretria, il cui intervento nella rivolta ionica era visto come uningerenza in un affare interno persiano.
492 Mardonio conduce una spedizione nella satrapia di Tracia con lobiettivo di attaccare Atene ed Eretria ma anche con
la sola finalit di restituire lautorit del Gran Re ma perde met della flotta.
491 Dario invia ambasciatori alle poleis greche cui fa chiedere terra e acqua, il riconoscimento formale della sua autorit
Atene Milziade riesce a far prevalere le posizioni antipersiane su quelle di chi come gli Alcmeonidi favorevole a
unintesa con Dario: vengono uccisi gli araldi inviati dal Gran Re.
Si riaccende cos la conflittualit tra le polis e una sua tradizionale rivale, lisola di Egina che aveva risposto positivamente
allinvito di Dario. Gli Ateniesi ottengono dagli Spartani la consegna di ostaggi Egineti ma le ostilit si concludono con una
sconfitta della flotta ateniese ad opera di quella di Egina.
490 Al comando del generale medo Dati, una flotta persiana salpa dalla Cilicia verso le Cicladi. I Persiani non ricorrono
alla forza verso gli isolani di cui cercano di accattivarsi il consenso con il sacrificio ad Apollo. Con larrivo della flotta in
Eubea, dopo aver conquistato la citt di Caristo, Dati si concentra sullisola di Eretria che viene punita per il suo intervento in
Asia con lincendio dei templi e la deportazione di una parte degli abitanti.
I persiani, su consiglio di Ippia, sbarcano nella piana di Maratona e gli ateniesi su proposta di Milziade che uno dei dieci
strateghi, decidono di andargli incontro e viene inviata una richiesta di aiuto agli spartani. 9000 opliti, rinforzati da un certo
numero di schiavi e da un contingente di 1000 uomini fornito dallalleata Platea, raggiungono Maratona mentre gli Spartani
sono impegnati nella celebrazione delle Carnee e sono obbligati ad attendere una decina di giorni.
Milziade persuade infine gli altri comandante ad attaccare. Grazie alla conoscenza della tattica militare persiana e alla
superiorit degli opliti greci per armamento e tecnica di combattimento, le milizie di Dati sono accerchiate dalle ali dello
schieramento greco e si ritirano (gli ateniesi perdono 192 soldati, sepolti tutti nella piana di Maratona).
Dati si affretta con la flotta a doppiare il capo Sunio e a dirigersi verso il porto del Falero perch conta di attaccare a sorpresa
la citt prima dellarrivo dellesercito. La tempestiva mossa di Milziade, che si preoccupa di riportare indietro le truppe in
breve tempo e di schierarle in difesa di Atene riesce a sventare il piano di Dati, cui non rimane che far rotta verso lAsia.
I cosiddetti Maratonomachi saranno visti per lungo tempo come un modello di soldato ideale, simboleggiando anche i
cittadini di censo oplitico come elemento di forza della polis. Per i persiani non si tratta invece di una vicenda con molto
significato ma rafforza i propositi di vendetta nei confronti di Atene.
Dopo Maratona
Il problema del rapporto coi persiani si inserisce nel contesto dei contrasti per il potere tra le fazioni nobili che si contendono
il favore del demos.
489 Milziade conduce una spedizione contro lisola di Paro per sottrarre le Cicladi al controllo persiano e non essendo
riuscito ad espugnare la polis, il condottiero paga il fallimento con una multa di 50 talenti in un processo per tradimento.
Scomparso Milziade, gli Alcmeonidi trovano un nuovo avversario in Temistocle, della famiglia dei Licomidi (realizza un
porto militare nella baia del Pireo) e riesce a conquistarsi il consenso del demos anche grazie il ricorso allostracismo:
488/487 ostracismo del pisistratide Ipparco
487/486 ostracismo dellalcmeonide Megacle e
486/485 ostracismo forse di Callisseno
485/484 ostracismo di Santippe, accusatore di Milziade.
Temistocle ha avuto un ruolo di rilievo ad Atene e gli avversari devono aver tentato vanamente cercato di farlo ostracizzare e
i problemi principali erano ancora il rapporto coi persiani (alcuni vengono accusati di tradimento e connivenza con loro).
Temistocle tra i promotori di una riforma con cui nel 487/486 viene modificato il sistema di designazione dei supremi
magistrati ateniesi, gli arconti: si decide per il sorteggio tra 100 candidati indicati dalle 10 trib invece che per elezione.
Ne risulta intaccato il prestigio dellarcontato (e di conseguenza quello dellAreopago) a vantaggio della carica elettiva della
strategia che diventa la pi importante magistratura ateniese (tutti i principali leader saranno anche strateghi).
483/482 la scoperta di nuovi filoni argentiferi nel Laurio, unarea mineraria dellAttica sud-orientale il cui sfruttamento
rappresenta una delle principali fonti di risorse per Atene, introduce un ulteriore motivo di scontro tra le fazioni politiche.
Diversamente da quanti vorrebbero ripartire tra i membri della comunit, Temistocle propone di destinarli a uno scopo pi
proficuo per la polis nel suo complesso, la realizzazione di una grossa flotta da guerra di 200 triremi, con lobiettivo
dichiarato di proseguire la guerra contro Egina.
Aristide, per il suo legame con laristocrazia eginetica, contrario alla prosecuzione del conflitto e perci al programma di
rafforzamento navale, ma il contrasto si risolve con la vittoria di Temistocle. Atene diventa cos una grande potenza navale e
si accresce il ruolo dei cittadini meno abbienti: era necessario il reclutamento tra i membri della quarta classe censitaria, i teti,
e il coinvolgimento di questa componente nellattivit militare importante per levoluzione in senso radicale della
democrazia ateniese.
La lega ellenica
486 rivolte in Babilonia e in Egitto e morte del sovrano achemenide. A lui era succeduto il figlio Serse.
484 il re era riuscito a reprimere la rivolta in Egitto che fu trasformato in satrapia.
483 Serse comincia a interessarsi alla Grecia, avviando i preparativi per una spedizione terrestre e navale: allo scavo di un
canale alla base del promontorio Athos nella penisola Calcidica fa seguito la costruzione di strade e di ponti in Tracia.
481 duplice ponte di imbarcazioni e di funi sullEllesponto, tra Abido e Sesto.
Larmata aveva dimensioni eccezionali ed era reclutata in tutte le regioni dellimpero e nelle citt greche a lui soggette. Serse
voleva imporre la propria sovranit sullintera Grecia o ridurne gli Stati in una condizione di vassallaggio analoga a quella
della Macedonia. Il re invi presso le comunit greche con la tradizionale richiesta di acqua e terra.
Nel 481 per iniziativa di Atene e Sparta i rappresentanti di un gruppo di Stati greci si riuniscono presso lIstmo di Corinto
con lobiettivo di organizzare una difesa comune: si istituisce una symmachia antipersiana, detta lega ellenica i cui membri
si impegnano a porre fine alle ostilit reciproche, a richiamare gli esuli politici e a punire con severit quei Greci che si
fossero schierati dalla parte dei Persiani. A Sparta il comando supremo delle operazioni militari terrestri e navali.
La lega era formata da un numero limitato di Stati greci, citt insulari e dellEubea e comunit della Grecia centrale. A vari
Greci la sottomissione ai Persiani non doveva apparire come una prospettiva minacciosa, il che confermato dal fallimento
dei tentativi intrapresi dagli alleati per coinvolgere altre forze nella coalizione. Nessun esito hanno gli appelli rivolti ad
Argivi, Cretesi e Corciresi: gli Argivi affermano di voler entrare nella lega solo alla condizione di poter condividere il
comando supremo con gli Spartanoi, i Cretesi si trincerano dietro un responso delloracolo delfico che avrebbe raccomandato
la loro neutralit, i Corciresi sono convinti dellinevitabilit della vittoria persiana.
Filopersiana la posizione assunta dai Tessali, i cui dinasti, gli Alevadi, avrebbero concorso alla decisione di Serse di
attaccare la Grecia e nel santuario delfico i Tessali detengono la maggioranza.
Il conflitto conferma il ruolo predominante dei particolarismi e delle rivalit reciproche nella storia delle comunit greche.
Il secondo conflitto greco-persiano
480 al comando dello stesso sovrano, lesercito varca lEllesponto e, dopo aver attraversato la Tracia, arriva a Terme, in
Macedonia, dove si riunisce alla flotta.
Gli alleati optano per una postazione pi arretrata ma meglio controllabile, lo stretto delle Termopili, a difendere il quale
viene inviato un contingente di 7000 uomini (tra cui 300 Spartiati) al comando del re spartano Leonida mentre la flotta si
ferma presso il capo Artemisio. Essenziale il coordinamento tra le operazioni terrestri e quelle navali.
La flotta della lega tiene testa con successo a quella persiana. Il tentativo di arginare larmata nemica alle Termopili con un
modesto contingente si rivela disperato: i Persiani riescono ad aggirare la postazione tenuta dagli alleati, e solo leroico
sacrificio di Leonida, rimasto a combattere sul posto con i 300 Spartiati e un piccolo gruppo di Beoti fa s che la loro
avanzata possa essere ritardata. La flotta decide quindi di ripiegare nel golfo di Saronico.
La Grecia centrale era invasa: mentre i Locresi, i Dori e le poleis della Beozia, tranne Platea e Tespie, si schierano dalla parte
dei persiani, brutale il trattamento riservato alle due citt beotiche e ai Focesi, i cui territori e templi sono distrutti.
Il tempio di Apollo non viene saccheggiato per la posizione filopersiana assunta gi in precedenza del santuario.
Temistocle persuade i suoi concittadini a fare una scelta difficile ma necessaria, levacuazione dellintera regione. Nel 480 fa
approvare un decreto contenente disposizioni in tal senso, con il risultato che, mentre donne, bambini e anziani sono trasferiti
al sicuro altrove, gli uomini in grado di combattere si imbarcano sulle navi da guerra. Gli Ateniesi si sottraggono cos alle
massicce devastazioni che si verificano allarrivo dei persiani, per i quali il ricordo dellincendio di Sardi di 18 anni prima
motivo per infierire in modo brutale sulla citt e i suoi santuari.
Contro il parere del comandate spartano Euribiade e degli altri capi peloponnesiaci che vorrebbero concentrare la flotta greca
presso lIstmo di Corinto, Temistocle arriva a minacciare il disimpegno degli Ateniesi per far accettare lidea di cercare lo
scontro nello stretto di mare tra la costa dellAttica e la piccola isola di Salamina.
Nel 480 Temistocle infligge una pesante sconfitta alla flotta dei persiani. la sapiente scelta del campo di battaglia, un
angusto spazio di mare che non consente adeguate possibilit e penalizza la flotta pi numerosa a portarlo alla vittoria: ne
risulta perci uno scontro navale atipico, nel quale le navi sono a stretto contatto tra loro e un ruolo di primo piano svolto
dalla superiore efficienza militare degli opliti greci imbarcati a bordo.
Serse, per lapprossimarsi della stagione invernale, ma forse anche per il timore di possibili ribellioni delle poleis
micrasiatiche, decide di tornare in Asia. Un esito diverso avrebbe compromesso la possibilit di difendere il Peloponneso da
un attacco congiunto di esercito e flotta.
Non era stato ancora intaccato il principale punto di forza dei Persiani, lesercito, e immutato rimaneva il proposito di Serse
di sottomettere la Grecia.
La vittoria dei Greci
Persistono i contrasti sulla strategia da adottare tra Ateniesi e Peloponnesiaci, che privilegiano la difesa dellIstmo. Mardonio
Nei confronti degli Ateniesi Mardonio lancia unoffensiva diplomatica: attraverso il sovrano macedone Alessandro I alleato
dei Persiani ma nello stesso tempo in buoni rapporti con Atene, perviene alla polis una proposta di alleanza con il nemico ma
lofferta respinta senza esitazione.
479 lesercito persiano ritorna nella Grecia centrale e si ripete lo stesso copione dellanno precedente. La citt e lintera
regione vengono infatti evacuate e poi vengono ancora invase e devastate.
Il timore che gli ateniesi possano finire per accettare le offerte di Mardonio che induce gli Spartani a intervenire nella
Grecia centrale. Al comando del reggente spartano Pausania, lesercito peloponnesiaco supera finalmente lIstmo di Corinto
e si congiunge a Eleusi alle milizie ateniesi, con a capo Aristide, mentre i Persiani si trasferiscono dallAttica nella vicina
Beozia. A Platea, scelta da Mardonio perch adatta alle manovre della sua cavalleria, sono inviati 40.000 opliti della lega
ellenica che si contrappone a uno schieramento ancora pi numeroso, comprensivo delle milizie fornite dagli Stati greci che
hanno scelto lalleanza con i Persiani.
La superiorit degli opliti greci per capacit militare e armamento si rivela per la loro carta vincente, e gli Spartani, attaccati
dai Persiani, riescono a respingerli e a innescare un contrattacco che, dopo la morte di Mardonio, travolge le truppe nemiche.
I vincitori innalzano un altare a Zeus Eleutherios, proclamano sacro il territorio di Platea e realizzano grandiosi donari per
santuari panellenici, le forze superstiti dellesercito di Serse si affrettano a ritirarsi verso lEllesponto al comando di
Arnabazo. Gli alleati infine regolano i conti con Tebe, costretta a consegnare i capi della fazione filopersiana e a subire lo
scioglimento della lega beotica.
Al comando dello spartano Leotichida, la flotta salpa da Delo verso lAsia e, raggiunta Samo, prosegue fino alla costa
antistante, dove i Persiani si sono attestati presso il promontorio di Micale, dopo aver tirato a secco le navi.
Lesito vittorioso della battaglia, nella quale si distingue il contingente ateniese comandato da Santippo, di rilievo perch il
duro colpo assestato alla potenza navale persiana con la distruzione della flotta assicura ai Greci il controllo dellEgeo.
Inoltre le poleis micrasiatiche approfittano delloccasione per ribellarsi per la seconda volta al dominio achemenide. Ma in un
consiglio dei Greci a Samo gli ateniesi si oppongono alla proposta spartana di trasferire in Grecia i connazionali dAsia per
proteggerli e ottengono che almeno Samo, Chio e Lesbo e altre poleis insulari siano accolte nella lega ellenica.
Nello stretto dellEllesponto nel 479 viene presa Abido e poi tutti gli Spartani e i Peloponnesiaci tornano in patria mentre gli
Ateniesi guidati da Santippo assediano la piazzaforte persiana a Sesto si determina un rapporto privilegiato tra Atene e le
poleis insulari e micrasiatiche.
Nel 478 viene conquistata Bisanzio.
Conclusioni: le due guerre sono celebrate dalla propaganda dei vincitori come il trionfo della civilt sulla barbarie e della
libert sul dispotismo e favoriscono la nascita di una nuova ideologia dellidentit nazionale greca nella quale la
contrapposizione con i barbari ha un ruolo fondamentale.
LOccidente
Sono ancora i regimi tirannici ad avere una parte di rilievo nelle vicende storiche dellinizio del V secolo.
Reggio. Nel 494 la citt viene controllata da Anassilao che prende Zancle e si assicura cos il controllo dellaltra sponda dello
stretto.
Gela. Nel 491 il tiranno Gelone riesce ad ampliare il dominio geloo aggiungendo anche Siracusa alle conquiste del suo
predecessore. I grandi proprietari terrieri siracusani, i gamoroi, si rivolgono a Gelone dopo che una rivolta del demos e dei
Cilliri, gli indigeni asserviti della chora, li ha costretti ad abbandonare la citt ma il tiranno si fa nominare stratego con pieni
poteri e, affidata Gela al comando del fratello Ierone, stabilisce a Siracusa la base della sua signoria.
Siracusa. Gelone costituisce un grosso apparato militare, sia terrestre che navale e la popolazione cittadina da lui ampliata
con limmissione di nuovi abitanti provenienti da Gela e anche da Camarina, Eubea di Sicilia e Megara Iblea.
480 guerra contro i Cartaginesi. Terone, tiranno di Agrigento dal 488/487 nel 483 si impadronisce di Imera costringendo
alla fuga il tiranno Terillo. Preoccupati per le conseguenze che lespansionismo agrigentino pu avere per i territori della
Sicilia occidentale, i Cartaginesi si affrettano a inviare nellisola un grosso esercito, che, al comando di Amilcare, sbarca a
Panormo e pone lassedio a Imera. Qui avviene lo scontro con la coalizione agrigentino-siracusana capeggiata da Gelone e i
Cartaginesi subiscono una durissima disfatta. Gli sconfitti devono versare unindennit di guerra e la costruzione di due
templi in Sicilia.
Conclusione: la battaglia viene glorificata dalla propaganda dinomenide come una vittoria della grecit sui barbari e
accostata a quelle conseguite nello stesso periodo dalla Lega ellenica su persiani.
Legemonia ateniese
La nascita della lega delio-attica
Lavvento dellegemonia ateniese il cambiamento maggiore durante la pentecotia, i 50 che vanno dal 478 allo scoppio della
guerra del Peloponneso. Il disimpegno di Sparta alla testa della lega ellenica il cui teatro dazione si spostato allEgeo e il
malcontento per il comportamento autoritario del comandante spartano Pausania fanno s che Atene diventi il principale
interlocutore degli alleati, che le chiedono di assumere la guida della symmachia.
Nel 478/477 se ne viene a formare una nuova con un numero di poleis molto pi ampio e un centro federale, sede della
assemblee e della cassa comune costituito dal santuario di Apollo a Delo (lega Delio-Attica). Ad essa aderiscono gran parte
delle citt greche dellAsia minore e dellEllesponto, le poleis insulari e della Tracia e, nella Grecia, quelle della Calcidica e
dellEubea. Sia Atene che i suoi partner si impegnano ad avere gli stessi amici e gli stessi nemici.
La sua finalit era difendere le poleis alleate della ancora incombente minaccia persiana attraverso un forte apparato militare
costituito da una flotta da guerra in attivit permanente. Per questo per le poleis che non erano in grado di fornire navi da
guerra, cera lobbligo di versare annualmente un tributo monetario (phoros) destinato ad una cassa comune gestita da un
collegio di magistrati ateniesi, gli ellenotami per far fronte alle spese militari.
Il numero delle citt tributarie forse accrebbe progressivamente per la riluttanza degli alleati a impegnarsi in campagne
militari, con la conseguenza che Atene utilizz i phoroi per ampliare la propria flotta rafforzando cos la sua posizione
egemonica nellambito della symmachia.
Da Temistocle a Cimone
Temistocle vuole raggiungere unintesa coi persiani che, una volta sconfitti, non sono pi una minaccia e concentra tutti gli
sforzi per contendere a Sparta legemonia sui Greci.
Egli per si trova isolato in un gruppo dirigente che preferisce lintesa con Sparta e considera ancora pericolosi i Persiani e
deve lasciare la citt dopo lostracismo da cui colpito nel 474.
In esilio ad Argo egli permette lavvento di un regime democratico nella polis e deve aver anche fomentato un diffuso
movimento antispartano e favorito il processo di unificazione politica di cui nel 471 interessata lElide.
Per questo Temistocle viene costretto a fuggire da Argo e dopo una sosta a Corcira e in Epiro egli salpa dalla Macedonia per
lAsia Minore dove viene accolto cos benevolmente dal re Persiano da essere elevato a rango di suo consigliere.
Lo Spartano Pausania invece fautore di un progetto di radicale trasformazione istituzionale da attuare con lapporto degli
iloti ma viene murato vivo.
Cimone, figlio di Milziade, la figura dominante sulla scena politica ateniese. Leader di uno schieramento nobiliare egli
vuole smantellare le residue postazioni persiane in Europa: lo dimostra la conquista nel 476/475 dellemporio tracico di
Eione, con la quale Cimone, alla testa della flotta della lega, strappa ai Persiani un sito di importanza strategica per laccesso
alla regione mineraria della Tracia occidentale.
Nel 476/475 viene condotta la spedizione contro i pirati Dolopi che abitavano lisola di Sciro funzionale al controllo della
rotta commerciale per gli stretti, cos cpme la campagna contro la polis euboica di Caristo.
Successivamente avviene la defezione di una citt alleata: Nasso si dissocia dalla lega ma presto costretta a capitolare in
seguito al deciso intervento militare della potenza egemonica.
I Persiani intanto sembrano voler riprendere loffensiva nellEgeo. Nel 470 Cimone li affronta in una duolice battaglia,
terrestre e navale, svoltasi presso la foce del fiume Eurimedonte, in Panfilia, ottenendo una vittoria su un gran numero di navi
nemiche catturate e questo episodio rappresenta un duro colpo per i progetti persiani di riscossa e rafforza il prestigio militare
di Atene e della sua symmachia. Intanto si verifica un nuovo episodio di crisi allinterno della lega e ci a causa delle mire
ateniesi sullimportante area mineraria del Pangeo, in Tracia; ma lisola di Taso che ricava ingenti introiti dallo sfruttamento
di quellarea decide per questo di defezionare dalla symmachia nel 465. Sconfitti in battaglia nel 463/462 i Tasi si vedono
distrutte le mura cittadine, devono consegnare la flotta, versare una gravosa indennit di guerra e rinunciare ai possedimenti
sulla terraferma che sono cos acquisiti da Atene. Gli Ateniesi fondano anche un imponente insediamento coloniale a Ennea
Hodoi ma liniziativa fallisce in seguito alla disfatta subita dai coloni a Drebesco ad opera della trib indigena degli Edoni.
Emerge per unopposizione interna alla leadership cimoniana. Nel 463/462 egli viene accusato di essersi fatto corrompere
dal re di Macedonia Alessandro I, che avrebbe cos evitato che le mire ateniesi si estendessero dalla vicina regione tracica
anche al suo paese. A sostenere laccusa Pericle esponente di uno schieramento nobiliare democratico-radicale,
antispartano e desideroso di una democrazia pi avanzata in politica interna. Cimone viene assolto.
La riforma di Efialte
464/463 gli Spartani dopo aver sconfitto gli Arcadi nella battaglia di Dipea devono fronteggiare una grave crisi in seguito
a un rovinoso terremoto da cui colpita la Laconia.
Gli iloti della Laconia e della Messenia approfittano delloccasione per cercare di scuotere il dominio spartano. Ne scaturisce
la Terza guerra messenica, e un gruppo di Messeni si asserraglia nella fortezza naturale del monte Itome, nella Messenia
centrale. Il contrasto si chiude con un accordo per cui i ribelli messeni possono lasciare il Peloponneso.
Atene accoglie la richiesta di aiuto avanzata da Sparta con linvio tra 463 e 462 di un contingente di 4000 opliti al comando
dello stesso Cimone.
Gli opliti ateniesi devono subire laffronto di essere ben presto congedati dagli spartani. A mettere in crisi il potere di
Cimone il fatto che dellassenza sua e di un numero consistente di cittadini della classe media approfitta ad Atene la
fazione democratico-radicale per passare alloffensiva: Pericle ed Efialte nel 462/461 fanno approvare una riforma che
indebolisce il potere dei notabili aristocratici. La riforma:
LAreopago vede ridimensionata la sua autorit: lantico consiglio conserva solo la giurisdizione sui reati di sangue e
su alcune questioni sacrali, mentre gli sono sottratte la sorveglianza sulle leggi, il controllo sui magistrati e sul loro
operato e la giurisdizione sui reati contro lo Stato.
Accanto allassemblea e alla boul dei Cinquecento una particolare importanza viene ad avere il tribunale popolare,
Eliea, le cui competenze sono non solo giudiziarie ma anche politiche.
Si amplia il coinvolgimento dei cittadini meno abbienti nella vita politica.
462/461 svolta in politica estera.
Laffronto arrecato dagli Spartani con il congedo del contingente inviato nel Peloponneso fornisce ai nuovi leader ateniesi
loccasione di rompere la symmachia che univa le due poleis e per passare ad altre alleanza, quelle con i Tessali e con Argo.
Efialte e Pericle mettevano in cattiva luce presso il demos Cimone, oggetto di una campagna di discredito fondata su
calunnie relative alla sua vita privata. Cimone viene ostracizzato e costretto a lasciare Atene 461.
Efialte viene ucciso nello stesso anno. Efialte doveva risultare un alleato piuttosto scomodo per il ben pi spregiudicato e
ambizioso suo collaboratore Pericle, la cui strategia politica non escludeva invece la possibilit di intese con gli avversari.
Il tribunale popolare: lEliea un organismo di 600 membri scelti annualmente con il sorteggio fra tutti i cittadini ateniesi di
et superiore ai 30 anni e attraverso ulteriori sorteggi, assegnati di volta in volta alle varie corti (dicasteri) a cui spetta
lesame delle singole cause. LEliea ha poteri di controllo illimitati sui magistrati, sul consiglio e sullassemblea. Pu
parteciparvi qualunque cittadino e quindi rappresenta un canale di partecipazione alla vita della polis per i ceti non abbienti.
LOccidente
Siracusa. La citt aveva un ruolo dominante. Ierone ha una corte frequentata da celebri poeti. Gli abitanti di Catania e Nasso
sono costretti da lui a trasferirsi a Leontini, e al posto di Catania, nel 475/475 viene fondata una nuova citt, Etna in cui
accanto a 5000 siracusani sono insediati anche mercenari peloponnesiaci.
In Italia meridionale Ierone dissuade il tiranno reggino Anassilao dallattaccare Locri e sostiene i profughi sibariti minacciati
da Crotone.
Lintervento contro gli Etruschi si inserisce nella situazione di conflittualit che oppone i Greci e le citt marittime
dellEtruria per il controllo del basso Tirreno: dopo aver conquistato Lipari, gli etruschi minacciano ora anche Cuma che
invoca in suo aiuto il tiranno siracusano. Nel 474/473 fu dato il colpo alla potenza navale delle citt etrusche, il cui
predominio sul Tirreno da questo momento in poi compromesso.
Il golfo di Napoli viene ora assorbito nellorbita egemonica di Siracusa e nel 470 viene fondato il nuovo centro di Neapolis.
Agrigento. Ierone, venuto a contrasto con il figlio di Terone, Trasideo, gli infligge una sconfitta che determina la fine
dellesperienza tirannica agrigentina.
Dopo che nel 476 Ierone muore ad Etna, il fratello Trasibulo riesce solo per poco a conservare il potere: una sollevazione
popolare lo costringe a lasciare la citt e a rifugiarsi a Locri, mentre per Siracusa si apre una nuova fare in cui la polis retta
da istituzioni democratiche.
Taranto. La citt persegue una politica ai danni delle vicine popolazioni indigene della Puglia meridionale. Dopo alcuni
successi riportati su Messapi e Peucezi, celebrati con ricchi donari dedicati a Delfi, i tarantini insieme ai loro alleati reggini
sono sconfitti dagli Iapigi in uno scontro che si svolge intorno al 470. Gli assetti interni di Taranto creano per la prima volta
le condizioni per una trasformazione in senso democratico della costituzione contadina.
Let di Pericle
La prima fase della politica periclea
La rottura con Sparta e la lega peloponnesiaca si accentua. Gli Ateniesi si alleano con la vicina Megara, che in quel momento
in guerra con Corinto e, avendo occupato i due porti di Nisea e Page, si assicurano il controllo di un territorio che di
fondamentale importanza per le comunicazioni tra il Peloponneso e la Grecia centrale. Per questo nel 459 i Corinzi invadono
la Megaride.
Nel 460 alla richiesta di aiuto di un principe libico, Inaro, ribellatosi al dominio persiano, una grossa squadra di 200 navi
viene inviata in Egitto per dare sostegno ai rivoltosi. Le forze della lega si impadroniscono della regione del delta del Nilo.
Ma nel 456 una nuova spedizione inviata dal Gran Re al comando di Megabizo costringe i Greci ad asserragliarsi nellisola
di Prosopitide, nel delta occidentale e la resistenza degli assediati viene infine piegata.
Atene subisce molte perdite umane e danni subiti dal suo potenziale navale e decide di trasferire in un luogo pi sicuro il
tesoro della lega che fin dalla sua istituzione custodito a Delo: nel 454 la cassa federale ha una nuova sede, il santuario di
Atena sullAcropoli, a cui viene destinata la sessantesima parte di ciascun tributo che gli ellenotami provvedono ogni anno a
prelevare e a registrare su apposite liste.
Il conflitto con i Peloponnesiaci si estende alla Grecia centrale: nel 457 un esercito spartano interviene in aiuto dei Dori della
Doride che sono stati attaccati dai vicini Focidesi e infligge loro una pesante sconfitta. Ma gli ateniesi al comando di
Mironide, riescono a prevalere sui Beoti a Enofita, riportando una vittoria che permette loro di controllare gran parte della
Beozia e di assorbire nella loro orbita egemonica le altre regioni della Grecia centrale.
Lisola di Egina infine costretta ad arrendersi e deve accettare labbattimento delle mura, la consegna della flotta e
ladesione alla lega delio-attica con un pesante tributo.
456/455 gli ateniesi riescono ad effettuare un vittorioso periplo nel Peloponneso e operano con successo nel golfo di
Corinto ma la disastrosa conclusione dellavventura egiziana li costringe a ridimensionare i loro piani espansionistici e a
concentrare gli sforzi nella guerra contro i Persiani.
Grazie alla mediazione di Cimone che viene richiamato in Patria si arriva nel 452/451 alla stipula di una pace quinquennale
con gli Spartani grazie a cui Atene pu mantenere le posizioni acquisite.
La democrazia assistenziale
457 la magistratura dellarcontato diventa accessibile agli esponenti della terza classe soloniana, gli zeugiti.
Viene portata a termine la costruzione delle Lunghe Mura, un grande circuito murario che, unendo la citt ai due porti del
Pireo e del Falero, rafforza la proiezione di Atene sul mare e il legame tra la polis e la sua flotta da guerra, in cui sono i ceti
meno abbienti a svolgere un ruolo di rilievo.
Viene introdotto il misthos, la retribuzione corrisposta dalla polis a coloro che svolgono funzioni pubbliche, civili e militari.
Sui membri dei tribunali popolari, Pericle istituisce per costoro una paga giornaliera di 2 oboli, e il sistema viene esteso
anche ai buleuti e ai titolari delle varie magistrature, cos come agli opliti e ai rematori della flotta impegnati nelle campagne
militari. Grazie alle paghe pubbliche anche i cittadini non abbienti hanno la possibilit di partecipare attivamente alla
gestione della polis e assicurava loro la sussistenza e a compensarli del tempo sottratto alle attivit lavorative.
Nel 451/450 Pericle fa approvare una legge che modifica in senso pi restrittivo i requisiti per laccesso alla cittadinanza
ateniese, prevedendo che dora in poi si ammessi tra i politai se entrambi i genitori sono di condizione cittadina e
precludendo cos linserimento nel corpo civico ai nati da matrimoni misti.
Edilizia pubblica. LAcropoli sotto la direzione dello scultore Fidia subisce ora una completa ristrutturazione ed arricchita
da un ingresso monumentale, i Propilei, e soprattutto dal grandioso Partenone tra il 447 e il 432. Il programma edilizio
utilizza alimenta una forte richiesta di manodopera e assicura cos a un buon numero di Ateniesi lopportunit di un reddito
lavorativo. I costi di questa politica sono sostenuti grazie al tributo delle poleis alleate.
La pace di Callia
Nel 451 gli Ateniesi sferrano contro i persiani un attacco inviando a Cirpo una flotta di 200 navi. Malgrado il fallimento
dellassedio della citt di Cizio gli ateniesi riescono a infliggere una pesante sconfitta alla flotta persiana.
I persiani decidono quindi di firmare una pace che lateniese Callia provvede a negoziare per la citt: in cambio della
garanzia che i suoi territori (anche Cipro) non saranno pi attaccati, il Gran Re accetta di riconoscere lautonomia delle poleis
greche dAsia e si impegna a mantenere i suoi eserciti a una distanza di almeno tre giorni di marcia dalle coste micrasiatiche,
cos come a non far navigare la sua flotta al di l dello stretto di Bisanzio a nord e delle citt della licia di Faselide a sud.
La pace fa venir meno lo scopo primario per cui era stata istituita la symmachia, la difesa dal pericolo persiano e si
provvedeva a mantenere in piedi un groppo apparato militare finanziato dai tributi delle citt alleate. Ci furono irregolarit
nei pagamenti evidenziate dalle liste dei tributi e Atene tenne in piedi la symmachia con la forza, trasformandola in un
dominio imperialistico che riduce gli alleati alla condizione di sudditi.
449/448 con loccupazione di Delfi da parte degli Spartani ha inizio la Seconda guerra sacra, nella quale Atene interviene
a sostegno dei suoi alleati Focidesi
447/446 in Beozia un gruppo di esuli di parte oligarchica, dopo essersi impadronito delle due citt di Orcomeno e
Cheronea, nella battaglia di Cheronea riesce a infliggere a Tolmide una pesante sconfitta che segna la fine del breve dominio
ateniese sulla regione.
Alla rivolta allEubea si aggiunge la defezione di Megara, in aiuto della quale giungono gli Spartani che guidati da
Plestionatte si apprestano ad invadere lAttica. Ma Plestionatte decide di ritirarsi senza affrontare battaglia e gli ateniesi
possono quindi dedicarsi a ristabilire il loro dominio sullEubea costringendo le citt dellisola a rientrare nellalleanza e ad
accogliere coloni nel loro territorio, imponendo loro condizioni che ne limitano lautonomia.
446/445 trattato di pace trentennale stipulato tra Sparta e Atene per evitare che conflitti del genere possano ripetersi
delimitando le rispettive sfere di egemonia, stabilendo che solo le citt non allineate siano libere di aderire alluna o allaltra
delle due leghe e prevedendo il ricorso a soluzioni arbitrali per risolvere le future controversie: Atene deve rinunciare a tutte
le posizioni acquisite a partire dal 461 ma per la prima volta Atene ottiene da Sparta un riconoscimento ufficiale della sua
egemonia sulle citt alleate, su cui ora libera di esercitare il suo dominio imperialistico.
Limpero ateniese
Atene detiene il controllo sulla sua lega tenendo in condizione di sudditanza i suoi membri poich tutte le decisioni su
questioni di interesse comune sono ora di competenza dellassemblea ateniese.
Gli alleati non hanno alcuna possibilit di staccarsi dalla symmachia: le defezioni sono represse, le poleis turbolente tenute
sotto stretta sorveglianza con linvio di magistrati e di presidi armati e spesso penalizzate con la confisca di porzioni di
territorio, su cui sono insediate le cleruchie, ovvero colonie di cittadini ateniesi.
Atene si inserisce anche negli affari di politica interna delle poleis alleate: esercita quello che stato definito imperialismo
giudiziario, cio sottrae alle corti locali la giurisdizione su una serie di reati di particolare gravit e la trasferiscono allEliea.
Bench non manchino certo casi di citt a cui venga imposto un regime democratico ma se una polis si mantiene fedele e
allineata alle sue direttive e fa fronte agli obblighi tributari, non ha nessun interesse ad apportare cambiamenti al suo assetto
istituzionale. La potenza dominante inoltre fa divieto alle citt della lega di utilizzare le valute locali e impone luso esclusivo
della propria moneta, oltre che dei propri pesi e delle proprie misure, in tutto il territorio dellimpero.
Grazie ai tributi la polis pu sostenere i forti costi richiesti dal sistema dei misthoi e dai lavori di edilizia pubblica, con la
fondazione di cleruchie anche i cittadini non abbienti vengono a disporre di un lotto di terra che garantisce loro
lautosufficienza economica e il possesso del censo oplitico, e il dominio sullEgeo assicura al Pireo una posizione di
centralit nei commerci marittimi. A ci si oppone la fazione conservatrice guidata da Tucidide figlio di Melesia, che
contesta a Pericle luso illegittimo del tributo a esclusivo vantaggio di Atene.
444/443 gli Ateniesi sono chiamati a votare in una procedura di ostracismo e indicano Tucidide il personaggio da esiliare
e Pericle ne esce rafforzato.
Samo, una delle poche poleis della lega che gode ancora di una relativa autonomia ed esente dagli obblighi tributari, rompe
con Atene nel 441 in seguito a un conflitto per questioni territoriali con la vicina Mileto: Atene esautora loligarchia al potere
e instaura un regime democratico ma gli oligarchi samii si rivolgono a Pissutne, satrapo di Sardi. Pericle nel 440 guida un
flotta per far guerra alla citt ribelle che dopo nove mesi di assedio deve capitolare e deve abbattere le mura, consegnare la
propria flotta e accettare di pagare a rate annuali una pesante indennit di guerra.
Gli ateniesi si sono astenuti dallimporre una Costituzione democratica e addossano al ceto oligarchico al potere la
responsabilit di far fronte allimpegno finanziario del rimborso. Gli spartani decidono di non intervenire.
Le liste dei tributi: redatte dagli ellenotami dal 454/453 riportano le quote di 1/60 che venivano prelevate ogni anno da ogni
tributo per essere destinare al tesoro di Atena e consentono di accertare quali poleis facessero parte della symmachia e la
posizione tributaria di ciascuna di esse. Il tributo varia a seconda delle potenzialit contributive delle poleis e lassenza di una
citt nella lista di un anno o un aumento del tributo possono segnalare una fase di defezione dellalleanza, cos come un sua
riduzione spesso da connettere allinsediamento di una cleruchia che Atene si preoccupa di compensare con
lalleggerimento del carico tributario.
Gli anni Trenta
Atene pu dedicare la sua attenzione a nuove aree a cui estendere la propria egemonia.
Nel Mar Nero lo stesso Pericle vi giunge al comando di una grossa spedizione navale e oltre a insediare una presenza militare
il alcune localit, riesce a convincere numerose citt pontiche ad aderire alla Lega.
Nella regione mineraria della Tracia occidentale, nel 437/436 viene condotta una spedizione guidata da un personaggio della
cerchia periclea, Agnone che d vita nel sito dellaopikia di Anfipoli sulla riva orientale del fiume Strimone.
Linsediamento importante per la posizione strategica poich permette lo sfruttamento delle risorse minerarie e del
patrimonio forestale ed importante per lapprovvigionamento del legame. Ma il re di macedonia, Perdicca II, sentendosi
minacciato dallespansionismo di Atene, romper lalleanza che lo lega alla polis.
Pericle viene colpito da varie accuse e viene processato varie volte: viene portata in giudizio anche la sua compagna Aspasia
e anche Fidia e il filosofo Anassagora, tutti con limputazione di empiet (per Fidia anche la malversazione). Pericle deve
dimostrare alla giuria la correttezza della sua gestione dei fondi stanziati per la statua della Dea (438/437 o 433/432).
Fidia e Anassagora devono lasciare Atene per evitare la condanna ma Pericle riesce a mantenere la sua posizione di leader.
Loccidente
Le poleis siciliane conoscono una fase densa di contrasti e di rivendicazioni, come evidenziato dalla tradizione, che fa risalire
ai numerosi processi svoltisi nel contesto lo sviluppo delloratoria forense.
Siracusa. Durante la giovane democrazia siracusana si diffonde il malcontento alimentato dalle forti sperequazioni ancora
esistenti nella distribuzione della terra. inoltre viene introdotto il cosiddetto petalismo, una procedura di voto influenzata dal
modello dellostracismo ateniese, da cui differisce solo per il tipo di materiale usato per le votazioni e per la minore durata
dellesilio che viene comminato a chi ne colpito. Esso viene usato dal demos per colpire gli esponenti del ceto aristocratico
e induce i cittadini pi influenti ad allontanarsi dalla vita politica.
Avviene anche la riscossa delle vicine genti sicule. Il siculo Ducezio riunisce sotto la sua guida varie trib e, dopo aver
avviato unazione espansionistica nella Sicilia centro-orientale, nel 453 crea una lega delle comunit sicule che ha come
centro la nuova citt di Palik (dallantico culto ctonio dei Palici che ha qui la sua sede) e muove nel 451 verso Moyton ad
Argigento: i Siracusani intervengono quindi accanto agli agrigentini. Nel 440 Ducezio fonda sulla costa settentrionale
dellisola la colonia greco-sicula di Kal Akte.
Magna Grecia. Le ristrette oligarchie di ispirazione pitagorica da cui le poleis sono dominate si trovano ora a fronteggiare le
istanze di una pi ampia partecipazione al governo e la loro chiusura alla base di violenti disordini e tumulti che scoppiano
poco prima della met del secolo e che si risolvono con lespulsione dei Pitagorici, dalle citt, e nel caso di Crotone, anche
con lavvento di un regime democratico. Della crisi crotonese approfittano nel 453 i Sibariti per dar vita a un nuovo
insediamento nel sito della loro antica citt, che poi devono abbandonare a causa della reazione dei Crotoniani.
Intervengono Sparta e Atene. Nel 446/445 gli ateniesi guidati da Lampone e Senocrito, arrivano in Magna Grecia per
partecipare a una nuova rifondazione di Sibari. Latteggiamento prevaricatorio dei Sibariti, che pretendono di godere di una
posizione di privilegio rispetto agli altri coloni, conduce allo scoppio di una guerra civile che si conclude con la loro sconfitta
ed espulsione, e gli ateniesi rimasti padroni della situazione, sollecitano dalla madrepatria linvio di altri coloni.
Pericle indice un bando panellenico e nel 444/443, con larrivo di volontati provenienti da varie parti della Grecia, a poca
distanza dal sito del precedente insediamento, ha luogo la fondazione di una nuova citt, chiamata Turi.
Con la fondazione di Turi Atene insedia una sua presenza in unarea che di particolare interesse per la sua ricchezza
agricola e per la posizione strategica che occupa sulla rotta marittima che conduce allo Stretto e pu sperare di svolgere un
ruolo di rilievo nelle relazioni internazionali della Grecit occidentale.
Stipula due trattati di alleanza uno con Reggio e laltro con Leontini, rinnovati nel 433/432.
Nel 434/433 la nuova colonia vive un contrasto interno, e con la prevalenza della componente di origine peloponnesiaca su
quella attica e il mutamento in senso oligarchico dei suo assetti istituzionali, riesce a sottrarsi allinfluenza di Atene.
La strategia periclea
Nel 431 Platea vittima di unaggressione da parte di Tebe che mira da tempo ad assorbirla nel koinon beotico.
I Plateesi sono in grado di sventare senza difficolt il colpo di mano e non esitano a giustiziare i nemici che hanno fatto
prigionieri. Per Atene e Sparta lepisodio la scintilla finale: ha inizio la prima fase della guerra del Peoloponneso che durer
10 anni, la fase della guerra archidamica, da nome del re spartano Archidamo.
Se con Sparta schierato il grosso della Grecia meridionale e centrale tranne Argivi ed Achei, con Atene pu contare su un
ampio schieramento che include Platea, i Messeni di Naupatto, gli Acarnani, i Tessali e le isole di Corcira e Zacinto.
La strategia di guerra elaborata da Pericle era quella di evitare gli scontri terrestri, destinando alla flotta il compito di
logorare il nemico con una serie di incursioni sulle coste del Peloponneso e con il blocco dei collegamenti commerciali.
Gli Ateniesi abbandonano il territorio attico alle devastazioni e concentrarsi tutti, anche gli abitanti della chora, allinterno
del grande circuito murario che racchiude la citt e la congiunge (le Lunghe Mura) al porto del Pireo.
Nel 431 Archidamo penetra in Attica e insediandosi ad Acarne, comincia a devastare la regione, ma la sua azione si rivela
poco efficace e ai peloponnesiaci non rimane che tornare indietro.
Pericle risponde con unincursione nella megaride e riesce cos a garantirsi il controllo sul golfo Sardonico espellendo dallo
loro terra gli Egineti e prendendo possesso dellisola con linsediamento di una colonia ateniese.
Lanno successivo Archidamo, penetra ancora in Attica e ne devasta il territorio senza alcuna resistenza, mentre gli Ateniesi
effettuano una sterile incursione contro Epidauro e intensificano lassedio di Potidea.
Intanto inizia anche nel Pireo a diffondersi una epidemia. La pestilenza dilaga con facilit e virulenza, tanto che il bilancio
finale sar per la polis ben pi catastrofico di quello di una campagna militare. Lo statista riesce s a distogliere i suoi
concittadini dallidea di arrivare a un accordo con Sparta ma rimane vittima del risentimento maturato nei suoi confronti.
Nel 430/429 il lungo assedio di Potidea ha termine con la resa e levacuazione della citt, che viene occupata subito dopo da
coloni inviati da Atene, mentre alcuni mesi pi tardi lo stratego Formione, al largo di Naupatto, consegue due vittorie contro
una ben pi numerosa flotta peloponnesiaca.
Pericle colpito anchegli dallepidemia a causa della quale muore nellautunno del 429.
Dopo Pericle
Nel 428 Atene deve fare i conti, oltre che con la consueta invasione dellAttica, anche con una grave defezione allinterno
della sua lega. Mitilene si stacca dalla symmachia e trascina con s le altre poleis di Lesbo, tranne Metimna.
Facendo ricorso per la prima volta al prelievo di unimposta straordinaria di guerra (eisphor) gli Ateniesi inviano un grosso
contingente ad assediare i mitilenesi che sono infine costretti ad arrendersi nellestate del 427.
Atene commina a Mitilene anche una condanna esemplare: luccisione di tutti i maschi adulti e la riduzione in schiavit del
resto della popolazione e decide poi di giustiziare solo i mitilenesi che hanno avuto maggiori responsabilit nella rivolta.
In questa fase emerge la figura del demagogo Cleone e una nuova categoria di politici che non appartengono a tradizionali e
prestigiose famigli aristocratiche e si impongono per la capacit che hanno di convincere il popolo in assemblea.
Nel 427 gli Spartani ottengono la resa di Platea: i maschi adulti sono giustiziati e le donne sono ridotte in schiavit, mentre la
citt consegnata ai tebani che non esitano a raderla al suolo. Gli ateniesi accolgono e inseriscono nella cittadinanza un
gruppo consistente di plateesi.
Nel 427 Atene estende il conflitto alla Sicilia, a cui da tempo assegna grande importanza per lapprovvigionamento di
cereali. Unambasceria di Leontinoi viene a invocare lintervento degli ateniesi a sostegno delle citt calcidesi impegnate in
un difficile scontro con una coalizione capeggiata da Siracusa. Oltre ad avere interesse a contrastare lespansionismo di
Siracusa, gli ateniesi mirano anche a bloccare i rifornimenti cerealicoli che dalla Sicilia arrivano al Peloponneso.
Nel 425 su sollecitazione degli alleati siciliani Atene invia un nuovo contingente di 40 triremi sotto la guida di Sofocle ed
Eurimedonte; ne fa parte il generale Demostene.
Durante la navigazione lungo la costa occidentale della Messenia, Demostene convince i due strateghi a occupare e
fortificare il promontorio di Pilo, ove si fa lasciare con poche truppe, con lobiettivo di prendere contatto coi Messeni e di
fomentarne la rivolta. Abbandonata lAttica gli spartani si affrettano ad attaccare il contingente a Pilo ma occupano la
prospiciente isola di Sfacteria con il risultato che quando la flotta ateniese torna richiamata da Demostene, la situazione si
capovolge a loro sfavore: il presidio di 420 opliti a Sfacteria si trova assediato e tagliato fuori dalla terraferma.
Sparta decide allora non esita a intavolare trattative di Pace con Atene alla quale perviene la proposta di porre termine al
conflitto e di stipulare unalleanza. Ma gli Ateniesi, che si fanno influenzare dallintransigenza bellicista di Cleone, non si
mostrano cos disponibili. Nel 425 gli opliti spartani rimasti si arrendono e sono catturati.
Si accentua la politica imperialistica nei confronti degli alleati, sui quali Atene decide di far ricadere le ingenti spese richieste
dallo sforzo bellico. Viene approvato un decreto che prevede un drastico aumento dei tributi delle citt della lega ma ci
provoca un forte malcontento tra gli alleati.
La pace di Nicia
Nel 424 un contingente ateniese occupa lisola di Citera, a sud-est della Laconia, privando Sparta di una base di interesse
strategico per i commerci con lAfrica settentrionale, e ci grazie a Nicia, esponente della fazione moderata.
Gli ateniesi devono porre termine allimpresa siciliana poich in un congresso di delegati le citt in conflitto riunitesi a Gela
decidono di risolvere i propri contrasti senza lingerenza di potenze straniere. Si arriva cos a un trattato di pace sottoscritto
da tutte le parti in causa e accettato anche dagli strateghi ateniesi che saranno poi condannati con laccusa di corruzione.
Gli spartano decidono di adottare unaltra strategia: puntare si unarea di vitale importanza per lapprovvigionamento di
legame e argento come la Tracia occidentale dove, contando sullappoggio del re Perdicca di Macedonia e sul malcontento
delle poleis della lega delio-attica, pensano di poter infliggere un colpo decisivo agli avversari.
Sotto la guida di Brasida, Sparta ottiene ladesione di varie citt della lega a cui garantisce il rispetto dellautonomia e nel
424 riesce anche a conquistare la colonia ateniese di Anfipoli, sottraendo cos alla polis nemica il controllo della ricca area
mineraria del Pangeo. Lintervento di una squadra ateniese di stanza a Taso impedisce a Brasida di impadronirsi anche del
vicino emporio di Eione, ma al suo comandante, lo storico Tucidide, viene addebitata la responsabilit della perdita di
Anfipoli e sar esiliato per 20 anni.
Nel 424 in Beozia gli ateniesi vengono sconfitti presso Delio dallesercito federale delle milizie dello stratego Ippocrate. La
decisione di avviare trattative con gli spartani, facendo leva sul loro desiderio di recuperare opliti fatti prigionieri a Sfacteria,
appare la scelta pi ragionevole e nel 423 viene stipulata una tregua di un anno.
Ma dopo che nellarea tracica due poleis della calcidica, Scione e Mende, abbandonano la lega, e alla fine della tregua, le
ostilit riprendono con rinnovato vigore sul fronte nordorientale, ove gli ateniesi pensano di poter recuperare le posizioni
perdute con una grossa controffensiva di cui prende il comando Cleone.
Nel 422 ad Anfipoli, attaccato da Brasida, il contingente ateniese subisce una pesante sconfitta e Cleone muore sul campo.
Tra i pochi caduti peloponnesiaci c anche Brasida.
Gli ateniesi, in difficolt per le perdite, e gli spartani timorosi di possibili rivolte degli iloti e allarmati dallimminente
scadenza della tregua trentennale con Argo, non vedono lora di porre termine al conflitto. Plestionatte e Nicia nel 421
firmano una pace di cinquantanni, detta Pace di Nicia: il trattato prevede la restituzione di territori acquisiti nel corso delle
operazioni militari e il ritorno nellorbita ateniese delle citt calcidiche ribelli che vengono per tutelate con la garanzia
dellautonomia e lalleggerimento del carico tributario.
Atene ottiene un significativo risultato come il riconoscimento del suo impero da parte della polis rivale. Per Sparta invece
laccordo siglato non rappresenta alcun progresso rispetto alla situazione di partenza ed fonte di discordia coi suoi
principali alleati, che vorrebbero continuare la guerra contro gli ateniesi.
Dalla pace di Nicia alla spedizione in Sicilia
Vari alleati di Sparta tra cui corinzi e beoti non sottoscrivono lalleanza, creando uno stato di tensione con gli altri
symmachoi che si accentua quando gli spartani sottoscrivono con Atene unalleanza difensiva della durata di 50 anni.
Ad Atene emerge la figura del radicale e antispartano Alcibiade. Eletto stratego per il 420/419 imprime una svolta alla
politica estera ateniese: facendo leva sul malcontento per la mancata applicazione di alcune clausole del trattato di pace,
convince i suoi concittadini a operare una scelta di significato antispartano, quella di stipulare un'alleanza difensiva con
Argo, Mantinea e l'Elide, tutti in contrasto con Sparta.
Nel 418 gli ateniesi inducono gli alleati a riprendere le ostilit e a penetrare in Arcadia. Presso Mantinea avviene una
memorabile battaglia dove le forze di Argivi, Mantineesi e Ateniese subiscono un pesante sconfitta mentre Sparta riafferma il
suo ruolo egemonico nel Peloponneso. Sia Mantinea che Argo firmano un trattato di pace.
Alcibiade e Nicia (eletti strateghi per il 417/416) avevano il primo l'obiettivo di indebolire Sparta in vista di una ripresa del
conflitto, il secondo quello di rafforzare il dominio imperiale di Atene senza mettere a rischio il trattato di pace.
Quando gli ateniesi nel 416 decidono su proposta de demagogo Iperbolo di rispolverare la procedura dell'ostracismo per
risolvere il contrasto tra i due leader rivali, per lo stesso Iperbolo ad essere ostracizzato poich Nicia e Alcibiade hanno
fatto confluire su di lui tutti i voti dei loro seguaci.
Nel 416 viene attaccata Melo, una piccola isola dorica delle Cicladi, che ha il torto di voler rimanere neutrale bench inclusa
dal 425 tra le citt tributarie nella lega delio-attica, per ottenerne la sottomissione ed evitare che la sua scelta di neutralit
possa costituire un esempio per gli altri isolani.
Nel 415 Scione vede il massacro di tutti i maschi adulti e la riduzione in schiavit del resto della popolazione, mentre l'isola
viene presa dagli stessi ateniesi che inviano un insediamento di 500 cleruchi.
Si rinnova la tensione con Sparta e Argo, che si affrettata a ripristinare l'alleanza con Atene.
La grande spedizione in Sicilia
Segesta, entrata in conflitto con Selinunte a causa di problemi di confine, si rivolge nel 418 ad Atene con cui stipula un
trattato di alleanza. I Segestani promettono un cospicuo contributo finanziario e anche Leontini richiede l'aiuto di Atene per
rientrare in possesso dello loro poleis di cui sono stati privati dai siracusani.
L'isola viene posta sotto il controllo ateniese e Alcibiade propone anche di usare la Sicilia come base per la conquista di
Cartagine. Per questo gli ateniesi inviano una flotta al comando di tre strateghi con pieni poteri, Alcibiade, Lamaco e Nicia.
La spedizione si rivela per uno dei principali errori degli ateniese nella guerra. Vengono trovate danneggiate le erme, le
effigi di Ermes poste lungo le vie della citt. Fu una macchinazione politica per sabotare l'impresa siciliana ordita dagli
avversari di Alcibiade, e il leader radicale, accusato da uno schiavo di aver preso parte a una sacrilega parodia dei misteri di
Eleusi viene sospettato di essere implicato anche nella mutilazione delle erme. Una flotta di 100 navi parte al comando dei
La sconfitta di Atene
Lo spartano Lisandro inviato in Asia Minore come navarconavarco agli inizi del 407. Tra lui e Ciro, comandante supremo
delle satrapie d'Asia Minore si stabilisce un'intesa: gli Spartani vengono a disporre di cospicui finanziamenti per
riorganizzare la loro flotta e possono corrispondere agli equipaggi una paga pi alta di quella dei marinai delle navi ateniesi.
Presso Nozio, a nord di Samo, Lisandro sconfigge Alcibiade nel 407 e il comando ateniese viene quindi conferito a Conone
mentre Alcibiade si ritira in volontario esilio nel Chersoneso tracico dove rimarr fino al 404.
Nel 406 Lisandro sostituto da un nuovo navarconavarco, Callicratida dal momento che le rigide leggi spartane non
consentono l'iterazione della carica. Callicratida, arrivato a Lesbo, conquista Metimna e blocca la flotta di Conone nel porto
di Mitilene.
Facendo ricorso, a causa della crisi demografica, a una misura eccezionale come il reclutamento di schiavi per formare gli
equipaggi delle navi, Atene allestisce una flotta di 110 triremi che, con i contingenti alleati, affronta le forze di Callicratida in
uno scontro presso le Arginuse dove la vittoria degli Ateniesi.
Ma gli strateghi protagonisti sono messi sotto accusa per il mancato recupero dei naufraghi: l'assemblea li sottopone a un
giudizio sommario, sei sono condannati a morte e giustiziati. Con una decisione sconsiderata e illegale gli ateniesi
compromettono il risultato dal momento che si privano dei loro pi esperti generali.
Il demosdemos respinge ancora la proposta spartana di pace e rientra nel 405 in scena Lisandro, anche se solo come il
luogotenente del navarconavarco Araco. Egli punta sulla regione degli stretti che di vitale importanza per Atene ai fini
dell'approvvigionamento cerealicolo coglie alla sprovvista la flotta ateniese che viene annientata presso Egospotami.
Gli alleati passano al nemico, la citt viene a trovarsi in una morsa, con l'esercito spartano alle porte e la flotta di Lisandro
attestata davanti al Pireo che impedisce l'arrivo di rifornimenti. I negoziati falliscono e l'imposizione spartana di abbattere le
lunghe mura rid fiato alla fazione favorevole alla guerra a oltranza. Inoltre si aggrava la scarsit dei viveri e agli Ateniesi
non rimane che rassegnarsi alla resa che Teramene viene incaricato di negoziare.
La proposta della distruzione di Atene avanzata da tetani e corinzi viene respinta dagli Spartani che hanno interesse a
mantenere in vita la citt in modo da evitare un eccessivo rafforzamento dei loro potenti alleati ma gli ateniesi devono
rinunciare alla loro lega, ai possedimenti esterni all'Attica, aderire alla symmachia egemonizzata da Spara e sono anche tenuti
a consegnare la loro residua flotta da guerra tranne 20 triremi e a subire lo smantellamento delle lunghe mura e delle
fortificazioni del Pireo. Nel 404 Lisandro fa il suo ingresso trionfale al Pireo e inizia la demolizione delle fortificazioni.
Atene ha perso per gli errori (avventura siciliana), i costi sostenuti, il malcontento degli alleati per la politica imperialistica.
Il IV secolo
L'egemonia spartana
Sparta, il nuovo imperialismo e gli alleati
La situazione venutasi a creare a causa del vuoto politico lasciato dal crollo dell'impero ateniese rendeva pi facile
l'affermazione della rinnovata potenza spartana.
L'azione della citt dopo il 404 sembra conoscere una fase attivistica tesa a fare della citt sia il punto di riferimento di un
mondo greco in cerca di nuovi assetti, sia l'interlocutore privilegiato dell'impero persiano che cercava di recuperare un
proprio ruolo nella lega.
L'Asia Minore e l'Egeo, dove vennero insediati da Lisandro governi oligarchici e funzionari militari spartani (armasti) che
controllavano direttamente la citt, fu la prima area nella quale ebbero modo di manifestarsi queste nuove ambizioni
egemoniche di Lisandro.
Lisandro sostenne nel 401 la rivolta condotta contro Artaserse II dal fratello Ciro il giovane (spedizione dei Diecimila).
In Grecia centrale e nell'Egeo settentrionale sotto la spinta di Lisandro, gli spartani attaccarono l'isola di Taso e la citt di
Afiti nella penisola calcidica, e si intromisero nei contrasti che in quel momento opponevano la citt tessala di Larissa alla
monarchia occidentale.
Lisandro entra in buoni rapporti con il tiranno Dionisio e in Egitto egli si reca a far visita al santuario di Ammone.
Sparta doveva diventare il nuovo punto di riferimento del mondo greco, in grado di influenzare l'Oriente e l'Occidente, ma
molte citt si sentivano deluse dalla politica egemonica spartana.
Lo scoppio della guerra di Corinto era impedire che i progetti imperialistici spartani potessero in qualche modo realizzarsi.
Oltre all'appoggio dato dagli Spartani alla ribellione di Ciro il Giovane, ci furono anche interventi diretti dall'esercito
spartano in terra d'Asia per tutelare la libert e l'autonomia delle citt greche.
Tivrone aveva protetto le citt ioniche dal satrapo persiano Tissaferne ma ormai gli spartani avevano scarse risorse
finanziarie e si era reso necessario depredare anche le citt alleate.
Quando a Tibrone succede Dercillida, egli stipula un armistizio con Tissaferne e conduce una guerra contro il satrapo della
Frigia ellespontica, Farnabazo. Le citt ioniche per volevano che gli Spartani attaccassero Tissaferne in Caria. Quando
Dericillida viene sostituito da Agesilao (396), il re spartano attacca direttamente Tissaferne e lo sconfigge a Sardi.
Titrauste, inviato da Artaserse al posto di Tissaferne che era stato giustiziato, propose al re spartano un accordo in base al
quale i Greci d'Asia avrebbero vista riconosciuta la loro autonomia a patto di versare un tributo al re persiano.
Ma Agesilao si trasfer nella Troade per preparare un attacco contro la Cappadocia allo scopo di interrompere i collegamenti
che univano le satrapie d'Asia Minore al Gran Re mettendo in crisi il potere persiano in Asia Minore.
La guerra corinzia
Il Gran Re vuole far scoppiare una guerra contro Sparta che costringa Agesilao ad abbandonare i suoi progetti di conquista in
terra d'Asia.
Quando nel 395 si verificano in Grecia centrale dei contrasti tra Focesi e Locresi, i Tebani intervengono a fianco dei Locresi
mentre gli Spartani attaccano Tebe e la Beozia. I Beoti per riescono a raccogliere un'alleanza vasta che comprende Atene,
Tebe, Argo e Corinto e approfittano del malcontento verso Sparta che avevano disatteso la promessa di difendere la libert e
l'autonomia delle citt greche e avevano imposto agli altri decalchi e guarnigioni.
La guerra corinzia aveva il suo centro nella zona dell'Istmo dove gli Spartani sconfissero gli avversari a Nemea mentre un
mese dopo Agesilao inflisse agli alleati un'ulteriore sconfitta presso la citt beotica di Cheronea.
Sul versante navale Artaserse, mise a capo della flotta persiana un ex comandante ateniese, Conone. La flotta persiana
guidata da Farnabazo e Conone si scontr nel 394 nelle acque di Cnido con quella spartana riportando su di essa una vittoria:
ci provoc la caduta della talassocrazia spartana e la cacciata delle truppe di occupazione spartane coi loro armosti.
In questo momento Conone fungeva da punto di raccordo e di convergenza tra gli interessi di quelle citt greche che
volevano affrancarsi dal dominio spartano, e quelli della potenza persiana che aveva interesse a stabilizzare il mondo greco
su un piano che non le fosse sfavorevole. Nel 393 fu possibile, grazie all'oro persiano dato in dotazione a Conone, ricostruire
le Lunghe Mura e la Cinta del Pireo.
Nel Peloponneso si decise nel 392 a fondere Corinto con la vicina Argo per costituire un'entit sovracittadina capace di
resistere alle pressioni spartane che nel Peloponneso erano ancora forti e in questo sinecismo di vede anche la tendenza a
superare i limiti della polis tradizionale, perch il sistema delle relazioni intestati greche era incapace di reggere il confronto
con l'impero persiano e con i nuovi organismi statali della periferia del mondo greco.
Nel 392 gli spartani vennero sconfitti dagli ateniesi armati alla leggera: le difficolt di movimento causate agli opliti dal loro
armamento pesante avevano favorito la vittoria dei peltasti ateniesi di Ificrate che negli scudi leggeri, nelle lance corte e nei
giavellotti avevano avuto il maggior vantaggio nella battaglia.
Peltasti: milizia di armati alla leggera, da pelte, un piccolo scudo tracio a forma di mezzaluna, reclutati tra coloro che non
hanno il censo necessario per equipaggiarsi con le armi politiche. Diventano importanti quando si diffonde un modo di
combattere basato si manovre agili e veloci.
La pace del re
Nel 392/391 gli Spartani convocano un congresso in citt per aprire delle trattative di pace basate sul principio
dell'autonomia delle citt greche del continente.
Il Gran Re persiano, intanto aveva riaffermato la sua vicinanza agli ateniesi nominando come satrapo della Ionia Struta al
posto di Tribazo, poich egli aveva accolto le proposte di pace fatte a Sardi dall'ambasciatore spartano Antalcida e aveva
cercato di far arrestare Conone.
Un accordo che tendesse a preservare lo status quo nel mondo greco, oltre che gli interessi persiani in Asia Minore, avrebbe
trovato pi accoglienza a Sparta che continuava ad essere la custode del tradizionale principio greco dell'autonomia.
Nel 388 Tribazo era ancora inviato a Sardi dal Gran Re col compito di trovare un accordo con Sparta per mettere fine al
conflitto che si trascinava da troppo tempo. Nel 388 gli Spartani avevano inviato a Susa, un'ambasciata guidata da Antalcida
che aveva riproposto l'accordo respinto in precedenza.
Dal punto di vista militare le cose cominciavano a mettersi male per gli Ateniesi: Antalcida nel 387, con l'aiuto dei persiani e
di Dionisio di Siracusa era riuscito a ricostruire una flotta spartana che aveva bloccato il transito del grano diretto ad Atene.
Nel 387 Tribazo convoc a Sardi tutte le parti in guerra per far conoscere quali erano i termini in base ai quali il Gran Re
riteneva che fosse possibile ristabilire la pace: da una parte tutta l'Asia continentale, con Clazomene e Cipro, apparteneva ad
Artaserse, dall'altra tutti gli altri stati greci dovevano essere autonomi tranne Lemno, Imbro e Sciro che rimanevano ateniesi.
La "Pace del re" fu un compromesso tra l'aspirazione dei persiani ad essere gli unici signori dell'Asia e quella degli Spartani a
non creare nel mondo greco organizzazioni statuali che andassero al di l della polis: la difesa della polis appariva quindi agli
spartani l'unico mezzo capace di preservare la loro egemonia.
La pace alla fine fu accolta da tutte le citt greche. I tebani accettarono il trattato a nome della sola Tebe, Argo e Corinto
dovettero metter fine alla loro unione perch le fusioni di citt erano vietate dal principio dell'autonomia, e solo gli spartani
sembravano soddisfatti della nuova situazione.
Dionisio e l'Occidente
In Sicilia si svilupp una tirannide che avendo assunto caratteri espansionistici, mise in crisi l'equilibrio tra le poleis ma
l'isola conobbe anche forme di governo autocratico di carattere quasi monarchico quanto organizzazioni territoriali che
andavano al di l della polis.
L'isola era comunque dominata dal contrasto tra la parte occidentale in mano ai Cartaginesi e quella orientale delle citt
greche.
La spedizione ateniese del 451 aveva lasciato un vuoto di potere di cui i cartaginesi cercarono di approfittare: nel 409
l'esercito punico trova un pretesto per intervenire in Sicilia nel riaprirsi del conflitto tra Selinunte e Segesta. Le truppe
cartaginesi attaccano e distruggono Selinunte e poi Imera e nel 406 Agrigento, Gela e Camarina sono annesse all'eparchia
punica.
Dionisio, sferrando un attacco contro il modo in cui le autorit cittadine avevano condotto la guerra, riesce prima a far
dimettere i precedenti strateghi e a farsi eleggere tra i nuovi, e poi a farsi nominare dall'assemblea unico stratego con pieni
poteri (strategos autokrator), accentrando su di s una sorta di potere assoluto con l'appoggio dell'eteria aristocratica ma
tenendo anche conto delle esigenze dei ceti popolari.
Nel 405 si giunse alla stipulazione di una pace tra Siracusa e Cartagine:
Dionisio si trov a controllare il territorio siracusano
Selinunte, Imera ed Agrigento erano passate sotto il dominio cartaginese
Gela e Camarina erano obbligate a versare ai cartaginesi un tributo
Sicani ed Elimi ricadevano sotto l'autorit di Cartagine
I Siculi con Messina e Leontini godevano di un'autonomia di cui Cartagine era garante
Dopo il trattato Dionisio rafforz la sua posizione in citt:
l'isola di Ortigia fu separata dal resto della citt con la costruzione di un muro e di torri
terre e abitazioni furono concesse nell'isola ad amici, mercenari e schiavi liberati, cui fu donato anche il diritto di
cittadinanza
Dionisio attacc la citt sicula di Erbesso e si impadron di Nasso, il cui territorio fu ceduto ai Siculi e di Catania che fu
ceduta a mercenari di origine campana, mentre la popolazione di Leontini fu trasferita Siracusa.
Dioniso ampli il Porto Grande, rafforz le Epipole con la costruzione della fortezza di Eurialo, allest una flotta e organizz
la fabbricazione di armi e macchine belliche per muovere contro Cartagine.
Nel 397 i cartaginesi furono costretti ad indietreggiare fino all'estremit occidentale della Sicilia ma quando errori del
comandante Imilcone portarono l'esercito punico alle porte della citt, Dionisio si salv grazie a un'epidemia che si diffuse
tra gli assedianti sia dall'aiuto del naVarco spartano Faracide che lo aiut a sconfiggere l'opposizione interna.
La pace del 392 assicur a Dionisio il dominio su quasi tutta l'isola, ad eccezione della sua parte nord-occidentale.
Dionisio poi inizi un'espansione imperialistica verso la penisola italica. Suoi nemici erano i Reggini che coi Messinesi
avevano portato aiuto agli esuli scacciati da Nasso e da Catania mentre amici erano i Locresi che gli concessero in moglie
Doride, la figlia del loro cittadino pi illustre. Dionisio lo stesso giorno spos anche una nobile siracusana, Aristomache,
figlia di Ipparino: cre cos un legame territoriale e strategico fra la Sicilia e l'Italia meridionale. Nell'area dello Stretto
Dionisio concluse anche accordi con Messina che aveva abbandonato Reggio.
Avversa alle tendenze egemoniche di Dionisio era la lega italiota, che oltre al compito di opporsi ai popoli "barbari" d'Italia,
Bruzi e Lucani, aveva assunto anche quello di frenare l'espansione siracusana verso la Magna Grecia.
Nel 388 Dionisio sconfisse la lega italiota al fiume Elleporo e nel 386 anche Reggio fu conquistata e distrutta: il tiranno
riusc creare uno Stato territoriale che andava dalla Sicilia fino all'istmo scilletico-ipponiate che aveva il suo punto di forza
nelle strette relazioni politiche e personali di Dionisio con Messina e Locri ( il primo esempio di Stato territoriale).
Dionisio cerc di spingersi anche nell'Adriatico e nel Tirreno, anche se fu ben lungi dal praticare in queste aree una politica
di annessioni definitive. Nell'Adriatico, si attribuisce a Dionisio la fondazione di alcune coolie sulla costa illirica (Lisso, issa
e Faro), e forse di Ancona e Adria. oltre che l'instaurazione di buoni rapporti con gli Illiri, mentre nel Tirreno egli si limit a
creare una base in Corsica e a stringere, in funzione antietrusca, accordi con popolazioni celtiche che utilizz anche come
truppe mercenarie.
Nel 379 inizi una nuova fase dello scontro con Cartagine, che port alla sconfitta di Dionisio a Kronion nel 375 e alla
conseguente annessione di Selinunte e Terme, con il confine posto presso il fiume Alico.
Nel 367 il dinastia trov la morte durante l'assedio di Lilibero: morendo lasciava una citt amica di Sparta e in buoni rapporti
anche con Atene (fu chiamato archon sikelias).
Dionisio II e la fine della dynasteia
Dionisio fu sostituito da Dionisio il Giovane, figlio della moglie locrese, anche se la cosa non fu gradita al versante
siracusano della sua famiglia che aveva in Dione il personaggio di spicco.
Dionisio II cerc un accordo con Cartagine, si impegn nell'Adriatico, aiut Taranto contro i Lucani, continu l'alleanza coi
Celti, prest aiuto agli spartani contro i tebani.
Lo storico Filisto, sostenitore della tirannie e Platone, favorevole ad un governo aristocratico "illuminato" furono richiamati a
Siracusa: si innesc uno scontro tra i due e infine Platone fu cacciato dalla citt assieme a Dione, poich sostenitore del
filosofo.
Dione, nel suo esilio ad Atene preparava con mercenari un'azione militare che potesse mettere fine alla tirannide nella sua
citt. Inutile fu il tentativo di Platone di far trovare un accordo ai due, col suo terzo viaggio a Siracusa nel 361. Dione riusc a
far partire dalla Grecia verso la Sicilia una spedizione militare che dopo esser sbarcata ad Eraclea Minoa, penetr a Siracusa
nel 357. Ad Ortigia si rifugi Dionisio II ma l'isola fu assediata e il tiranno fugga a Locri.
Dione non riusc a realizzare il governo illuminato e assunse atteggiamenti tirannici che lo portarono al rifiuto delle
discussioni e alla eliminazione fisica degli avversari.
Nel 354 una congiura ordita da Callippo, si concluse con l'assassinio di Dione e si concludeva cos l'esperienza intellettuale
ispirata da Platone.
Il potere pass da Callippo ai figli della moglie siracusana di Dionisio I, Ipparino e Nisseo, e poi ancora a Dionisio II
rientrato a Siracusa. Ma nel 345/344 uno dei tiranni che si erano affermati in quegli anni, Iceta di Lontini, occup Siracusa
costringendo Dionisio a rifugiarsi ancora ad Ortigia.
Egli fu liberato da un corpo di spedizione corinzio al comando di Timoleonte, spedizione voluta da Iceta e Dionisio II firm
un accordo con il comandante di Corinto, salvandosi la vita.
frammentate e quindi fall nel 366 un congresso a Tebe per rinnovare la pace comune, mentre attraverso il controllo di Delfi,
Tebe cerc di sferrare a Sparta un altro attacco (fu obbligata a pagare una multa per l'occupazione della Cadmea).
In Tessaglia, d'importanza strategica, fu inviato nel 364 ancora Pelopida per regolare i conti col tiranno di Fere che fu
sconfitto a Cinocefale. Ma Pelopida mor in battaglia e ci indebol la posizione di Tebe nell'agone politico greco.
Nel Peloponneso nacque un conflitto all'interno della lega arcadica, tra la citt di Mantinea che voleva rientrare nell'orbita
spartana e quelle di Tegea e Megalopoli, che volevano rimanere fedeli a Tebe: nel 362 Epaminonda scese ancora nel
Peloponneso.
La guerra divise ancora il mondo greco: con Mantinea c'erano Sparta, Atene ed Elea, con Tegea e Megalopoli c'erano
Tebani, Achei, Argivi.
Epaminonda us ancora la tattica della falange obliqua e port il suo esercito alla vittoria ma anch'egli mor in battaglia, il
che indebol ancora di pi Tebe.
Sparta era ormai sulla via del declino, avendo perduto le basi economico-sociali del suo potere nel Peloponneso e il suo
prestigio internazionale ma n Tebe n Atene apparivano ormai in gradi di prenderne il posto.
Alessandro Magno
Lascesa al trono
Nato nel 356 da Olimpiade e Filippo II, educato da Aristotele, Alessandro entra in conflitto col padre quando questultimo si
risposa con la nobile macedone Cleopatra, mettendo in forse la sua successione al trono.
Quando nel 336 Filippo II viene ucciso a Ege, Alessandro, con lappoggio di Antipatro riesce a sbarazzarsi degli altri
pretendenti al trono e a farsi proclamare re dallassemblea dellesercito.
Dopo essersi fatto riconoscere come tale da tessali e corinzi, egli deve per scontrarsi coi popoli barbari che premono alle
frontiere macedoni (Triballi e Illiri).
Intanto i tebani si ribellano alla fazione filomacedone che li governa e pongono sotto assedio la guarnigione sulla Cadmea.
Ma la reazione di Alessandro marcia verso la citt e la sconfigge nel 335: la lega decreta la sua distruzione, la spartizione del
suo territorio e la vendita in schiavit dei superstiti.
Nei confronti di Atene, che si era alleata con Tebe, invece Alessandro si dimostra meno duro: chiede lostaggio di alcuni
politici a lui ostili e poi volge le sue attenzioni allo scontro con la Persia.
La spedizione in Asia
Dal 336 un grosso contingente macedone viene inviato in Asia Minore (il pretesto sempre quello delle guerre persiane).
Nel 334 Alessandro affida la Macedonia ad Antipatro e parte verso limpero persiano. Il suo esercito si distingue per la
presenza di una corte formata da membri della cancelleria greca che devono redigere un diario della spedizione e da indovini,
artisti e storici: Alessandro d molta importanza agli aspetti propagandistici.
Dario III lascia che siano i satrapi dellAsia Minore settentrionale a contrastare gli invasori ma questi sottovalutano
lavversario e schierano le loro truppe nella Troade orientale. Nel 334 larmata di Alessandro affronta lesercito persiano e
con una manovra di sfondamento scompagina lo schieramento avversario.
Assicuratosi lAsia Minore settentrionale, Alessandro si dirige a sud per sconfiggere la flotta persiana e le citt micrasiatiche
si schierano con lui, che favorisce listituzione di regimi democratici per esautorare le locali oligarchie filopersiane. Queste
citt per sono costrette a subire una guarnigione macedone o a versare contributi di guerra e vengono perci a trovarsi in
una condizione di sudditanza.
Dopo Caria e Licia, anche Pisidia e Frigia sono conquistate. A ostacolarlo prova Memnone di Rodi che nel 333 avvia
unoffensiva nellEgeo, ma la sua azione termina a causa della sua morte.
Dario III decide di muoversi verso la Siria settentrionale mentre Alessandro continua la marcia verso sud.
Lo scontro avviene nella pianura di Isso, in Siria, nel 333: Alessandro vince grazie alla sua cavalleria con cui travolge il
centro dello schieramento nemico dove si trova Dario III che si d alla fuga.
Alessandro pu cos impadronirsi della cassa militare persiana e catturare la famiglia del Gran Re.
DallEgitto a Gaugamela
Dopo Isso, Alessandro si dirige verso lEgitto per assicurasi il controllo delle ultime basi costiere su cui pu ancora contare
la flotta persiana.
Tiro riesce a tenere testa allesercito ma costretta ad arrendersi nel 332: vengono trucidati i suoi abitanti e il resto della
popolazione viene venduto in schiavit.
Anche Gaza viene espugnata e punita allo stesso modo.
Alessandro arriva in Egitto nel 332, accolto a Menfi dal satrapo persiano, e qui il re macedone si dimostra rispettoso nei
confronti delle credenze locali, tanto che gli Egiziani non hanno difficolt ad accettarlo come legittimo sovrano. t
Nel 331 sosta nella regione del delta del Nilo dove decide di dare vita a un insediamento che possa sfruttare la favorevole
posizione del sito per diventare un centro commerciale e portuale, Alessandria, la cui costruzione comunque lasciata a
Cleomene di Naucrati.
Prima di partire Alessandro compie un viaggio verso il santuario di Ammone nelloasi si Siwah, attratto dal prestigio
delloracolo da cui spera un ulteriore avallo alla sua impresa. Il viaggio viene raccontato in termini favolistica cos come il
responso: Alessandro sarebbe destinato a dominare il mondo e sarebbe anche figlio di Zeus (probabilmente la propaganda del
sovrano sfrutta il fatto che il sacerdote si rivolse al re con la titolatura di figlio di Ammone, in quanto successore dei faraoni).
Alessandro pu ora tornare a scontrarsi con la Persia. Dario III, fa sapere che pronto a cedergli tutto il territorio a occidente
dellEufrate e gli offre unalleanza e un riscatto per la liberazione della sua famiglia.
Ma il sovrano non accetta e nel 331 nella pianura di Gaugamela, a est del Tigri ha luogo lo scontro decisivo. Malgrado
linferiorit numerica, Alessandro riesce a vincere evitando il rischio di accerchiamento e sfruttando un varco che si apre tra
le fila nemiche con cui attacca il centro dello schieramento.
Alessandro ne approfitta per mostrarsi ancora vendicatore dei Greci ma il vero significato della vittoria la conquista
assoluta dellimpero persiano, tanto che egli si fa proclamare re dAsia.
Nel 324 poi il sovrano fa emanare durante i giochi olimpici il cosiddetto decreto sugli esuli, un editto con cui impone alle
citt di riammettere chi stato bandito, tranne chi si macchiato di crimini di sangue e di sacrilegio, restituendo loro i beni
confiscati. Il decreto costituisce una violazione della lega di Corinto che non prevede intromissione negli affari interni degli
alleati e segna un cambiamento verso le poleis greche.
Alessandro poi impone la propria divinizzazione: dopo la morte del suo amico Efestione, non si limita ad organizzare
cerimonie funebri ma istituisce un culto eroico dedicato al defunto e pretende dai greci che a lui siano tributati onori divini.
Nel 323 a Babilonia riceve delegazioni che gli recano omaggio da Grecia, Africa e Europa ma continua a volersi espandere.
Egli decide di conquistare lArabia, per consolidare il confine merdionale dellimpero e collegarsi allEgitto e forse anche il
Mediterraneo occidentale.
Morir per nel 323 a causa di una malattia. Le cause della sia morte sono destinate a rimanere ipotetiche.
LAtene di Licurgo e la guerra lamiaca
Licurgo e il suo gruppo dirigente adotta una politica cauta e realista: riesce a mantenere un rapporto di convivenza con la
Macedonia e a tenere a freno i fautori di un nuovo scontro militare.
Per questo nel 331 non accetta la proposta dello spartano Agide III a partecipare ad una ribellione contro i macedoni e decide
per la neutralit.
Licurgo si occupa principalmente di problemi interni alla polis. Grazie a lui migliorano le finanze ateniesi e comincia
unattivit edilizia intensa. Egli riorganizza il servizio militare dei giovani ateniesi, lefebia: al compimento del 18 anni
diventa obbligatorio un biennio remunerato di addestramento, durante il quale le reclute ricevono uneducazione che
promuova i valori della polis. In questo modo si vuole ottenere un esercito pi efficiente e creare coesione civica e
patriottica.
Dopo la sua morte nel 324 inizia una fase turbolenta per la citt. Arpalo, in fuga dallAsia chiede asilo agli ateniesi che lo
imprigionano gli confiscano il denaro quando i Macedoni ne chiedono lestradizione. Nel 323 poi, alla morte di Alessandro,
influenzati da Iperide e da Lesotene, gli ateniesi decidono di ribellarsi ai macedoni e sono appoggiati da popoli della Grecia
centro-settentrionale e da alcuni Stati del Peloponneso, con cui nasce una nuova coalizione.
Antipatro, colto di sorpresa, viene sconfitto da Platea e alle Termopili e si chiude nella fortezza tessalica di Lamia (guerra
lamiaca) e il condottiero ateniese Antifilo vince i macedoni. Ma nel 322 la flotta ateniese viene sconfitta presso Amorfo
mentre Antipatro vince a Crannone. Perci ad Atene i filomacedoni riescono a far approvare la decisione di avviare trattative
con Antipatro, con cui negoziano la resa.
Le condizioni sono dure:
insediamento di una guarnigione macedone al Pireo
mutamento costituzionale: la democrazia viene sostituita da un regime oligarchico che riserva a pochi il godimento
dei pieni diritti politici
Il potere viene preso dalla fazione filomacedone.
Atene si deve rassegnare a svolgere un ruolo secondario.