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Disribuito con licenza CC Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 3.

UN A NNO. ES P ERA NTO.


un progetto di informazione e di speranza

di Ettore Trozzi

Un anno. Esperanto. ! 1
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A tutte le mie lettrici

e con tanto affetto a

Livia Vignozzi.

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martedì, 12 maggio 2009


Lettera a un partigiano morto per me.
Caro Partigiano,
ho paura di poter perdere la mia Libertà e la mia dignita di uomo. Sì, proprio
quella Libertà per la quale hai lottato e per la quale sei morto. Proprio quella che
è costata la vita a tanti padri, a tanti ragazzi e ragazze, a tanti piccoli (ma per me
grandi) eroi. Quella che senza il 25 Aprile non esisterebbe. Come può succedere
tutto questo? Succede perché di nuovo, come fu un tempo, stanno morendo i no-
stri fratelli e le nostre sorelle per l'odio che scorre nelle vene dei padroni, dei fa-
scisti e dei mafiosi. Ho paura perché sento che ci vogliono controllare, inquadra-
re, insegnarci la loro verità come si faceva un tempo con la Gioventù Fascista. Lo
stanno facendo con la scuola nella quale, anche se tutti lo stanno dimenticando, si
introdurrano delle classi per stranieri e si “riscriveranno i libri di storia, troppo
condizionati dalla Resistenza partigiana”. Lo stanno facendo nella Giustizia dove
vogliono controllare i Magistrati e il servizio che essi danno al Paese.
Ho paura, caro fratello, perché oggi i fascisti uccidono ancora. Infatti, da quanto
sei morto per me, sono successe tante cose orribili: Peppino Impastato è stato
ucciso l'8 Maggio del 1978 e con lui tanti altri. Persone che ora si dimenticano, si
buttano nel cestino facile dell'oblio...ma che io non dimenticherò mai! Francesco
Lorusso, Giorgina Masi, Davide Dax, Claudio Varalli, Giannino Zibecchi e ancora
Ustica, Piazza della Loggia...Carlo Giuliani! Di loro posso immaginare e ricordare
i loro volti, nei minimi dettagli, la loro tenacia, grinta, la loro testardaggine. La
loro voglia di cambiare, di resistere, di liberarsi dal marcio per un'Italia più bella.
Ho paura perché mi hanno detto e mi dicono ogni giorno che i miei amici sono
diversi perché palestinesi, magrebini, insomma non italiani. Io penso che non sia
vero, non sia giusto. E intanto li ammazzano, proprio come un tempo. L'altro
giorno un barcone pieno di migranti è stato raccolto alla deriva da un mercantile
turco. Bè, nessuno li voleva...li volevano far morire in mare. C'è stato un litigio tra
Governi. Poi l'Italia li ha presi (usando proprio questa parola, come se fossero
merce, schiavi non degni di nulla) per metterli in un Centro di prima accoglienza.
Un nuovo nome per indicare i campi di concentramento. Un nuovo sinonimo di
morte.
Poi, amico Partigiano, volevo confidarti un'altra delle mie paure. Io sono innamo-
rato con far folle e profondo. Però ho paura di crescere e di realizzare i miei so-
gni. Quando sarò abbastanza grande da avere una famiglia, infatti, dovrò lavorare
molto. Però non vorrei fare la fine di mio padre che è morto lavorando. Sai come

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le chiamano? Morti bianche. Non voglio alzarmi una mattina e dare un bacio e
non sapere che quello sarà l'ultimo della mia vita. Sono giovane: voglio sorridere,
essere pieno di me, spensierato, fiducioso nel mondo, nel domani. Ma loro non
vogliono.
E pensa che queste cose che ti ho raccontato sono ancor nulla: c'è l'Acqua, che
vogliono privatizzare, la Povertà e la debolezza dei più deboli, che vogliono lega-
lizzare. L'altro giorno qualcuno ha detto che tu sei di poco conto, sei un assassino
e basta. Quel qualcuno ci sta governando. Capisci perché ho paura di perdere la
Libertà?
Però, sappi, che non ti deluderò. Fino a che avrò un filo di voce, ogni giorno della
mia vita ti renderò omaggio e, come facevi un tempo, combattero le ingiustizie
sociali, la povertà, la disequalianza, la sofferenza, le morti ingiuste. Sognerò, so-
gneremo io e la mia generazione, lotteremo, conquisteremo e conserveremo ogni
giorno la nostra Libertà di poter gridare: “ORA E SEMPRE RESISTENZA”. Ti
voglio bene,
un ragazzo, come ce ne sono molti.

mercoledì, 13 maggio 2009


La felicità.
Oggi pensavo a quanto è facile essere felici. La felicità non è un utopia, come
molte persone tristi credono. Bensì è l'allenamento della mente e del corpo che
c'è la fa vedere con nitidezza e chiarezza. Bisogna lasciarsi coccolare dalla bellez-
za armonica delle piccole vittorie, e trascurare quelle sconfitte che rischiano di
avvilire il nostro animo. Questo non significa chiudere gli occhi alla realtà, piutto-
sto direi vederla in un modo diverso.
Ernest Hemingway faceva dire al suo vecchio perso nel mare: <<È stupido non
sperare. E credo anche che sia peccato>>. Già, è stupido chiudere la nostra mente
e il nostro mondo olo alle vicessitudini non belle della nostra vita. Altrettanto
stupido è lasciare che la tristezza mangi il nostro cuore che invece vuole, per na-
tura, amare e scoprire ogni giorno il profumo dei fiori e la poesia del sognare a
occhi aperti!
Uno dei sentimenti che mi rende felici e l'Amore. Verso la ragazza che amo, verso
le amiche, verso quel mondo che non mi è indifferente e che scopro ogni giorno.
Il suo sorriso, quelle labbra che formano una mezza luna che splende di luce pro-
pria, la parola dolce di una amica o la piccola vittoria...beh, tutte queste cose, che

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posson sembrar insignificanti, hanno lo splendore dell'eternità, la gioia di un


momento.

giovedì, 14 maggio 2009


Le migliori amicizie.
Le migliori amicizie hanno bisogno di dipendenza, d'attaccamento, d'Amore.
Hanno bisogno del desiderio di conoscersi, della voglia di aiutare, di compassio-
ne. Le vere amicizie sono come una droga che può essere soltanto pagata con un
sorriso o con un abbraccio. Le vere amicizie non si possono merceficare, non co-
noscono fine se hanno conosciuto un inizio. Sono eterne, più di un Dio e più di
una religione, più del tempo e più dell'eternità. Le migliori amicizie non hanno
singolari ma soltanto plurali, non ci lasciano soli dinnanzi all'ignoto, conoscono la
tristezza e la felicità, la gioia e la malinconia.

Quando pensi a una vera amicizia vorresti che il tuo pensare non finisse mai, non
cambiasse oggetto e identità.Ti fai coccolare dalla reciprocità di questo senti-
mento, sentendo il tuo cuore battere, e la tua mente sognare, perché qualcuno ti
penserà, ti vorrà nel suo cuore. Giochi con le immagini di quello che farai con i
tuoi amici, e lo fai fino a quando quelle immagini non diventano realtà. Perché,
alla fine, questo è il bello delle migliori amicizie: la loro realtà.

Buongiorno e ottimismo
L'ottimisimo è tutta altra cosa di quella che crede Berlusconi. L'ottimismo signifi-
ca scoprire ogni giorno le meraviglie che ci circondano: un fiore particolarmente
bello, un pezzo musicale, il sorriso dei nostri figlio o genitori, l'abbraccio e
l'Amore di una persona amata. Non vuol dire chiudere gli occhi e credere che sia
tutto senza problemi, ma avere il tatto per vedere la bellezza nel piccolo partico-
lare. Ottimismo vuol dire anche positivismo: credere nelle potenzialità dell'uomo,
credere di poter cambiare il marcio della società, credere nell'Amore come l'in-
grediente di una ricetta universale.

Quindi oggi il mio invito è di essere ottimisti, di sorridere e spendere più tempo
con le persone a voi care piuttosto che in solitudine. Vedrete che la felicità sboc-
cierà nelle vostre anime.
Buongiorno!

lunedì, 18 maggio 2009

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Tutti stranieri, tutti migliori.


Vivendo da straniero in Austria ho potuto riflettere e vivere in prima persona la
parola straniero. Non è semplicemente qualcosa per dire che non sei del posto,
ma è un concetto molto fino per farti capire che sei diverso, che non sei il benve-
nuto. Qui in Austria ci sono molte pubblicità dell' FPOE versione leghista un po
più spinta; del tipo "Stranieri fuori dai coglioni", "La nostra gente nelle nostre cit-
tà" e "Lavoro solo per gli austriaci". Deliri, deliri e nient'altro che deliri. Infatti
l'Austria è una nazione che senza stranieri non potrebbe vivere, chiuderebbero da
un giorno all'altro tutti i fast-food, le strade sarebbero sporche, il pil scendere di-
sastrosamente e, senza essere apocalittici, la fame dilagherebbe.E lo stesso, ne più
ne meno, avviene in Italia. Bisogna guardare tutto negli occhi di uno straniero.

Riflettendo, comunque, ho capito di essere orgoglioso di ciò. Sono orgoglioso di


essere uno straniero, uno diverso, una persona tollerante, aperta e che aiuta il
prossimo, aiuta una nazione che non è la sua.Essendo stranieri si è, volenti o no,
più soldiali, più gioviali e più sociali. Così invito tutti a sentirsi stranieri anche
nella propria patria, perché soltanto così potremmo essere più comunisti (nel
senso lato della parola) e capire le problematiche delle classi operaie, dei migran-
ti, dei disoccupati.

domenica, 24 maggio 2009


La ricetta dei sofficini, tutto fai da te.

I sofficini della Findus saranno anche buoni, ma sono costosi e non sappiamo
nemmeno cosa ci mettono dentro. Quindi posto oggi la ricetta dei Sofficini che
ho fatto fai da me l'altro giorno e che, come dimostra la foto sono venuti assai de-
liziosi (modestamente, ihih). Allora, per prima cosa dobbiamo avere gli ingredien-
ti fondamentali ovvero: farina, burro, sale, uova, pane grattuggiato e latte. Questi
ingredienti ci serviranno per preparare il sofficino vuoto, poi ovviamente avremo
bisogno degli ingredienti opzionali come prosciutto crudo e mozzarella (ma qui
possiamo scegliere quello che ci gusta di più...).

Seguire il procedimento nei minimi dettagli (dosi per 4 sofficini):


1. Facciamo bollire in un tegame l'equivalente di una tazza di latte con una
noce di burro.
2. Quando il latte bolle togliere il tegame dal fuoco, e mischiare il tutto ag-
giungendo una tazza di farina. Ci fermiamo solo quando abbiamo un com-
posto.

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3. Mettiamo fuori dal tegame il composto e lo modelliamo a forma di panot-


to, e aspettiamo che si raffreddi (magari lavorandolo un po nel mentre, ma
non troppo). 
4. Una volta che il panotto è freddo lo stendiamo (come si fa con la pizza, aiu-
tandoci con della farina) e ne ricaviamo cinque forme (disegnandole e poi
tagliandole) di ovaloidi (ovvero il sofficino aperto, una specie di cerchio)
5. Condiamo il sofficino a piacere. Dopo di ciò, chiudiamo ermeticamente il
sofficino facendo attenzione che non ci siano buchi. 
6. Impaniamo il sofficino passandolo prima nell'albume d'uovo e poi nel pane
grattuggiato. 
7. Il sofficino è pronto per la cottura.

lunedì, 25 maggio 2009


Monologo di una giornata felice.
In fondo è bastato poco. Mi sono alzato ed ero molto stanco, come al solito. Poi
ho iniziato il volontariato: e lì è bello vedere come alcune persone ti aspettano, e
quando arrivi alla mattina ti corrono, letteralmente, incontro. Soprattutto una si-
gnora, si chiama Jutta, e lì ogni mattina, di fronte al laboratorio dove lavoro e mi
saluta sempre felice. Oggi sono andato con lei a cercare il mangime per un picco-
lo cerbiatto di nome Schnuppi. Qui mi sono reso conto che sono utile, che pro-
voco un po' di felicità al prossimo, non è ciò forse bellissimo?
Poi, aiuto un po tutti gli ospiti del manicomio dove lavoro a passare la giornata e
ad allenarsi la mente.
Alle 14.15 finisco, aspetto un po in camera mia e mezz'ora dopo eccomi sul treno
che mi porta a Linz. Vado prima in biblioteca: prendo tre libri in tedesco (Il pic-
colo principe e altre due storie semplici semplici...) e mi sento...tanto bambino
dentro! Leggo le favole dei bimbi, perché gli altri libri sono troppo difficili. Ma è
uno spasso! Il mondo è più colorito, semplice, genuino e felice con queste storie a
lieto fine, dove ci sono si draghi e mostri ma alla fine diventano tutti buoni.
Vado quindi al corso di tedesco con un sorriso a duecentottanta denti. Lì parlo,
imparo, come i bambini nelle scuole elementari. Mi diverto, scambio battute e
alla fine credo di poter fare amicizia con un ragazzo argentino, una mamma cilena
e con la figlia. Assieme a loro percorro parte del tragitto che mi porta alla stazio-
ne.
Sul treno mangio dell'insalata, chiamo la mia fidanzata e le dico che l'amo.
Arrivato di nuovo a casa sono euforico e vorrei ascoltare "Sì, viaggiare" di Lucio
Battisti, ma quella canzone non la ho. Rimedio con la Banda Bassotti ascoltando

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il rifacimento di "Una giornata uggiosa" e "Manifesto".


Adesso ragiono, ma cosa ha di speciale questa giornata? Nulla eppure nella sua
semplicità tutto!!

* P.S. Vi lascio con questa citazione che ho trovato nel libro "La voce delle onde"
(Yukio Mishima, Universale Economica Feltrinelli):
Io non so perché
La mia anima dolente
Voli sul mare capricciosamente, capricciosamente
Su ali agitate e inquiete
( attribuita a Verlaine)
All'inizio sembra un po con il retrogusto triste, ma penso che questa poesia guar-
di al futuro, allo sperare e al sognare.

venerdì, 29 maggio 2009


Intervista a Patrizia Colosio, Presidente Lista Lesbica e candida all'Europee.
Patrizia Colosio, quarant'otto anni, è stata tra le fondatrici della Associazione le-
sbica Pianeta viola ed è tutt'ora Presidente della Lista Lesbica. Ha speso una vita
nella lotta per i diritti alle lesbiche, ma anche ai gay e ai transgender. E' candidata
per la lista comunista e anticapitalista, nella circoscrizione Nord-Est. Ma è una
donna attiva; così a questo ha voluto aggiungere l'insegnamento, la sua professio-
ne, e la rappresentanza sindacale a favore della scuola pubblica. Per lei tutto si
può cambiare, ma come dice spesso, "bisogna crederci". Per questi motivi ha
combattuto a fianco anche degli studenti (contro la riforma reazionaria della Mi-
nistra Gelmini), ma anche delle insegnanti che stanno perdendo il posto di lavo-
ro. Patrizia, o patti come si fa chiamare, crede che bisogna parlare con le persone,
farsi conoscere come persone e discutere anche di politica.
Così, con questo spirito di vita, una settimana fa a parlato a un signore gay ,che
votava a destra, delle sue idee. Dopo una breve discussione lui ha detto << Quasi
quasi mi converti...>>. L'ho intervistata per voi, perché solo con la conoscenza si
può combattere l'indifferenza.

ESPERANTO Il movimento gay e lesbico, a rigor di logica, esiste per tutelare i


suoi membri. Ora questo dovrebbe venire a prescindere dalla posizione politica
dei singoli, o no? Che cosa l'ha spinta quindi a candidarsi per una Lista comunista
(anche se come indipendente). Come crede possa contribuire all'esperienza di
questa Lista?

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P.C. Ho accettato questa candidatura dopo aver letto CorpoLibero, il  docu-
mento espressione del coordimanento lgbt nato all'interno di Rifondazione Co-
munista Negli ultimi anni  il movimento ha fatto rivendicazioni di carattere
sempre più settoriale, dalla questione dei Dico alle coppie di  fatto. Mentre c’è
una parte ben consapevole del fatto che le nostre rivendicazioni non hanno senso,
né efficacia, se non si collocano in un contesto più ampio di progresso sociale, in
uno spazio più vasto in cui trovare cittadinanza. Una politica dei corpi, insomma:
dai migranti alle donne, dai lavoratori alla procreazione assistita al testamento
biologico. Si tratta di una serie di questioni che si intrecciano ben più di quanto
non venga rappresentato, e attraverso le quali si possono creare forme di solida-
rietà incrociate.
L'ultimo esempio è stato il Pride di Torino del 16 maggio: la mattina una delega-
zione ha partecipato alla manifestazione della FIOM e nel pomeriggio una dele-
gazione operaia ha partecipato alla sfilata.

Io sono una donna di movimento non ho mai fatto politica partitica, ma ho senti-
to troppe persone sfiduciate, intenzionate a non votare e cosi' ho deciso di accet-
tare una candidatura *di servizio* cercando di di dare voce e rappresentanza alla
comunita' cui appartengo.
Tanti anni fa ho fondato un'associazione a Brescia Pianeta Viola e avevamo scrit-
to uno statuto molto ambizioso, di sinistra e l'avevamo appeso sulla porta.
Poi hanno cominciato a venire da noi ragazze con l'adesivo della lega sulla moto e
cosi' abbiamo  deciso: lo statuto poteva stare nel cassetto e abbiamo cominciato
a a parlare con queste ragazze partendo dalla loro esperienza e facendo emergere
pian piano la contraddizione tra l'  essere un soggetto socialmente penalizzato e
votare la destra, tra l'essere un'operaia e votare per un governo che ti affama e
pian piano il cambiamento e' avvenuto.

Penso che sia questa la vera politica, la capacita' di creare relazioni e senso di co-
munità: con gli anni sono diventata presidente di Lista Lesbica Italiana che rag-
gruppa donne di diverse provenienza, eta' ,esperienze ; domenica scorsa abbiamo
avuto il meeting a Firenze e abbiamo scoperto che molte di noi erano candidate
nella sinistra.
C'era anche una giovane di Nola che aveva fondato un comitato per la difesa del-
l'acqua coinvolgendo la gente della su citta' e da li' e' poi nata una lista civica. In-
somma noi che da sempre siamo sulle barricate anche solo per rivendicare il dirit-
to di esistere credo che possiamo in questo momento aiutare chi e' piu' sfiduciato
ad alzare la testa. E  sono convinta che ,  rispetto ai nostri diritti, solo in un
contesto di progresso sociale collettivo possano crearsi le condizioni perche' sia

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possibile ottenerli come dimostrano il Sudafrica e le disposizioni degli stati pro-


gressisti dell'America Latina

ESPERANTO: Quali sono stati gli attacchi da parte del governo che crede ab-
biano minacciato in modo maggiore i diritti delle coppie (o dei singoli) gay, lesbo
e transgender? Come crede possa contrastarle (e quindi contrastare l'azione del
governo) nel parlamento europeo? Cosa sarebbe la prima cosa che proporrebbe?

P.C. Pochi giorni sul sito delle pari opportunita' del ministro Carfagna e' stato
cancellato il riferimento dlle discriminazioni per l'orientamento sessuale; piu'
eloquente di cosi': io mi chiedo come una lesbica o un gay possano anche solo
pensare di votare per la destra. L'Europa invece dalla dichiarazione di Strasburgo
del ' 94 fino all’ultima relazione dell’ agenzia per i diritti fondamentali dell’UE del
marzo 2009 che  stigmatizza alcuni paesi membri, tra cui l’Italia, per la persi-
stente omofobia, ha da sempre costituito un valido baluardo verso le derive del
nostro paese .
Per quanto mi riguarda ho sottoscritto i 10 punti proposti ai candidati da Ilga   
Europe  che prevedono tra l’altro l’adozione di una legislazione ambiziosa in ma-
teria di parità di  trattamento, la lotta all’omofobia  e alla transfobia, la promo-
zione di un concetto inclusivo di famiglia, un impegno esplicito e continuativo
dell’UE  sui diritti fondamentali .

ESPERANTO: Non pensa che ci sia anche molta indifferenza da parte della po-
polazione nei confronti dei vostri diritti? Mi spiego: quante volte sentiamo che
singoli hanno attaccato un coppia gay, o magari una ragazza lesbica? Come pensa
che possa essere combattuta questa ignoranza e violenza che si sta andando a ge-
neralizzare? Come crede possano convivere pacificamente tutte le diversità?

P.C. Penso che sia importante renderci visibili a chi ci sta vicino, presentarci co-
me persone per fare cadere i pregiudizi; dobbiamo assumerci la responsabilità
della nostra scelta; e devo dire che la risposta che ho avuto finora dalle tante per-
sone che ho conosciuto e incontrato in campagna eletorale e' molto positiva. Ho
sentito tanta voglia di tornare a combattere insieme pur  valorizzando la ric-
chezza delle proprie esperienza. Penso anche che il  campo dell’educazione sia
davvero fondamentale; nel ’98 e nel ’99 ho collaborato come formatrice con
Azione gay e lesbica al progetto Daphne promosso per combattere la violenza
contro i giovani gay e lesbiche e mi sono occupata in particolare del lavoro con gli
insegnanti. Ed e’ anche per questo che curo sul portale www.listalesbica.it una ru-

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brica,  la biblioteca segreta, dedicata ai libri per bambini e giovani adulti relativi
all’identità di  genere; ormai anche in Italia ne abbiamo di bellissimi. 

ESPERANTO: Qual'è il messaggio che vuole dare agli elettori? Perché qualcuno
dovrebbe votare lei?

P.C.Il mio obiettivo e quello di tante persone di buona volonta' con cui sto viven-
do quest'avventura e' quello di portare la lista  Rifondazione e comunisti italiani
oltre il 4%; rifondazione ha scelto di lasciare il 50% delle candidature a persone
di movimento  esterne come me; e' un atto coraggioso e aperto al futuro.  Ecco
perche' chiedo a tutte e a tutti di votare per una lista che, tra l'altro, non si vergo-
gna di definirsi anticapitalista.

ESPERANTO: Domanda provocatoria: se viene eletta, poi, va all'Isola dei famosi


come Luxuria? Che cosa ne pensa di questa esperienza dell'ex parlamentare di Ri-
fondazione?

P.C. Non mi sembra proprio di essere adatta all'Isola dei Famosi! Luxuria si', in-
vece, perche' e' una persona che ha vissuto sempre in modo congiunto spettacolo
e politica. Si racconta che anche quando era la star della Mucca Assassina, la di-
scoteca gay piu' trendy d'Italia, fermasse la musica per fare dei piccoli interventi
politici. Insomma sa parlare a un pubblico eterogeneo, sa comunicare con perso-
ne di diversa classe sociale, di diversa cultura... e su temi come questi non e' di si-
curo facile.E' facile sparare su Wladimir che partecipa all'Isola dei Famosi. Penso
pero' che abbia portato nelle case di milioni di italiani , che hanno figli gay e le-
sbiche e felicemente continuano ad ignorare questo , un ospite inatteso. La gente
ha discusso, si e' stupita, si e' schierata, a modo suo come succede oggi. Ci vuole
pero' una grande capacita' mediatica per stare in situazioni come queste senza
farsi divorare. E bisogna conoscere i propri interessi ma anche i propri limiti.
Quella esperienza era perfetta per Luxuria che in effetti ha vinto, ma non penso
che potrebbe funzionare con altri.

ESPERANTO Cosa ne pensa del Berlusconi corruttore e  del caso Noemi Leti-
zia?

P.C.Penso che il viagra e' una gran cosa. Peccato che fra i suoi effetti collaterali,
oltre all'infarto del miocardio abbiano dimenticato di aggiungere l'infarto... degli
affetti famigliari. Gli studi degli psicoteraupeti si stanno riempiendo di coppie
ormai anziane in cui l'uso del viagra ha alterato rapporti affettivi consolidati dal

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tempo.Trovo che questa vicenda , come quelle delle nomine delle ministre e delle
candidate sia molto interessante. Su un graffito in metropolitana c'era scritto "il
sesso e' una questione di testa". Le case farmaceutiche pero' non se ne siano ac-
corte e insistono a pensare che sia solo una questione idraulica! Magari se si im-
pegnassero di piu' su questo fronte, avremmo la possibilita' di veder funzionare
qualche ganglio neuronale in piu'.Tutta questa vicenda parla della sessualita' ma-
schile, come parlano della sessualita' maschile gli stupri etnici e la violenza nelle
famiglie. Ma la sessualita' maschile e' un grande tabu', per cui se ne puo' parlare
solo in modo puritano oppure con le chiacchiere da bar.Mi sembra del resto che
le donne si prestino volentieri ad essere un po' il farmaco per gli uomini. Perche'
chiaramente il viagra non basta e c'e' complicita' fra la richiesta degli uomini di
trovare sostegno e quella delle donne di farsi zerbino perche' certi uomini possa-
no continuare a ignorare il grande vuoto che c'e' al di la' dello specchio. Questi
sono gli argomenti da indagare piuttosto che i rapporti piu' o meno leciti con le
minorenni. In fondo un uomo , che un tempo si sarebbe onorato di essere defini-
to anziano, adesso si trova a vampirizzare sangue giovane per rimanere ancorato
all'immagine di se' che si e' costruito. Ma mi chiedo quanta complicita' possa tro-
vare in tutti quegli uomini di mezza eta' che cercano in relazioni o matrimoni con
donne piu' giovani le medesime cose. Che cosa e' il sesso? Terra di conquista? E le
donne dove stanno? Secondo me, un po' paradossalmente il sesso puo' essere ter-
ra di conquista per gli uomini e le medesime donne sono contente di essere sem-
plicemente delle trasfusioni di vita. Del resto ci hanno sempre  dipinto come
grandi dispensatrici di vita. Invece di procrere bambini ormai procreiamo vecchi,
che cosa cambia?
L'omologazione della politica e degli italiani.
Pasolini lo aveva detto, questa omologazione dei consumi, della cultura e degli
italiani ci porterà allo sfracello. Non tanto perché la Lega Nord, partito xenofobo
che picchiava noi meridionali (e io me lo ricordo) è arrivato al 10%, e non tanto
perché l'IdV è considerata opposizione, anche se non lo è.
4949Siamo arrivato allo sfracello, al devasto perché non c'è interesse, non c'è lot-
ta, non c'è cultura. Siamo in un paese con la democrazia venduta, nel quale l'uo-
mo comune si identifica in Lui. Mi ricordo, a proposito, le parole di Barbetta
(psicoterapeuta e scrittore):

 Le affermazioni di Berlusconi – sostiene Barbetta-somigliano molto a quelle


dell' "uomo qualunque", per questo hanno tanto successo. Rispecchiano i pregiu-
dizi inconsci e radicati di tanti italiani. L'Italia, non possiamo negarlo, è sempre
stato un paese culturalmente povero, il boom economico degli anni Sessanta ha

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migliorato molto la sua condizione economica, poco quella culturale. In politica,


dopo una dittatura, abbiamo avuto un monocolore che stava in piedi più per la
paura di un'altra dittatura che per un autentico senso di democrazia. La democra-
zia presuppone un sentimento di rispetto e un senso del limite individuale che
permette a ognuno di esercitare la libertà. [...] Se manca questa cultura del rispet-
to, l'"uomo qualunque" può sputare le sue sentenze, che vanno sempre nella dire-
zione della vendetta piuttosto che in quella della giustizia e gli altri uomini qua-
lunque vi si riconoscono. Questo mi pare il senso delle parole del signor Berlu-
sconi.

Dove sono gli operai con il loro movimento e le loro lotte? E gli studenti, perché
è terminata l'onda? E' tutto finito? Tutto dimenticato in nome dell' Idv? del giu-
stizialismo? Fa male, perché come un tempo ci sarà discriminazione, ci sarà dise-
gualianza, ci sarà odio. E noi ci chiederemo ancora il perché.

giovedì, 11 giugno 2009


Vi ricordate i fascisti della Guardia Nazionale Italiana? Ora dicono "Bene Maroni
sui migranti"

Fascisti sono sembre merda vecchia con nomi nuovi, cosi come quelli della Guar-
dia Nazionale Italiana che hanno rilasciato un comunicato stampa, pubblicato sul
loro sito internet, nel quale affermano (senza nessuna richiesta a proposito):
"Condividiamo la linea tecnica adottata dal Ministro Maroni nel contrasto  al-
l'immigrazione. Condividiamo la sua perseveranza nell'appoggio alla promulga-
zione della legge sulla sicurezza, in particolare al concorso delle associazioni dei
cittadini al presidio del territorio (che ostinatamente tutti continuano a chiamare
ronde)".
Ma questi miseri e codardi fascisti non avevan mica detto che erano "protettori
della costituzione"? E come farebberò ciò se vanno contro a diversi articoli costi-
tuzionali? Forse dovrebbero leggerla quella costituzione per capire molte cose.

Il viaggiatore e il turista

Il viaggiatore è colui che sa guardare al di là dello specchio, dove il turista, invece,


si ferma. Viaggiare, infatti, deve essere osservare e parlare con le persone di altri
luoghi, ma anche con il vicino di casa, piuttosto che guardare cose, monumenti,
chiese, case, come se ciò fosse una lista della spesa.

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Il turista cerca comfort: cerca la propria cultura all'estero,cerca il proprio orticel-


lo nei campi dell'infinito. Ed è un atteggiamento sbagliato, perché, cosi facendo,
cosa scopre? Oggigiorno ci sono anche le agenzie di viaggio e cioé posti dove,
chissà con quale arte, i tour operator ti organizzano tutta la vacanza: per filo e per
segno, senza che tu possa decidere qualcosa, senza che tu possa essere affascinato
da un attimo che non potrai mai vivere.
In fondo il viaggiatore dovrebbe essere un mestiere, perché non è facile scoprire
le culture, scoprire un momento o parlare con uno sconosciuto. Ci vuole tenacia,
voglia (di vivere) e apertura mentale. Non bisogna cercare quello che già si cono-
sce, e anzi, bisogna credere di non conoscere nulla. Il viaggiatore è come il sogna-
tore, entrambi cercano e a volta non si sa bene cosa. Amore, cultura, amicizia,
spettacolo, cosa?

Simone Piazzesi intervistato su Topo Oreste.

Ripubblico un'intervista che avevo già postato in un altro blog. Simone Piazzesi è
un autore emergente, un ragazzo sulla trentina, che man mano si sta affermando
nella rete e nelle librerie. Ha scritto diversi esperimenti come il libro "Topo Ore-
ste e la grande città" e "Il giorno che vidi il tuo volto", tutti acquistabili sul sito
dell'autore. Penso sia molto bello leggere le sue parole che, passando dai grandi
del passato come Sbarbaro, guardano al futuro con gli occhi dei sognatori. 

ESPERANTO: Simone Piazzesi. Scrittore per passione, per bisogno o per voca-
zione?

SIMONE PIAZZESI: Sicuramente per passione e forse un po' anche per


vocazione visto che mi è sempre piaciuto scrivere, fin da piccolo. Se per
bisogno intendi bisogno economico, è ovvio che quello c'è sempre, ma vi-
vere di scrittura è un privilegio che si possono permettere in pochi.

ESPERANTO: Che cosa fa' poi uno scrittore?

SIMONE PIAZZESI: Diciamo che non basta scrivere per essere uno scrittore.
Bisogna avere qualcosa da dire, qualcosa di profondo, magari di innovativo o che
incida sulla realtà in qualche modo. E poi bisogna saperlo scrivere. Sembra un'ov-
vietà, ma oggi persino giornalisti affermati sbagliano i congiuntivi o scrivono con
errori ortografici. La forma, nella scrittura, vale almeno quanto il contenuto. Di

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Fenoglio ne nasce uno ogni secolo, mentre invece oggi tutti credono di poter ma-
nipolare la lingua come vogliono in nome dell' "originalità".

ESPERANTO In un altra tua intervista hai detto "Penso che in definitiva si scri-
va perchè ci dà piacere". A quale piacere ti riferivi?

SIMONE PIAZZESI Al piacere quasi fisico della creazione, proprio nel momen-
to in cui butti giù qualcosa e dai forma a idee che hai in testa. E' un piacere, una
soddisfazione che dura durante e dopo aver finito l'opera. Ma forse più durante.

ESPERANTO Scrivi per te stesso o metti in conto anche il tuo lettore?


SIMONE PIAZZESI Sartre diceva che l'opera dello scrittore finisce nel momen-
to in cui viene letta da qualcuno. Direi che il riscontro dell'altro è fondamentale,
dà un piacere particolare e aiuta a crescere se il lettore fa appunti o critiche. Però
non è indispensabile. Si scrive anche per se stessi, senza porsi il problema del po-
tenziale lettore. Personalmente detesto quegli scrittori che scrivono esclusiva-
mente per il pubblico, per compiacerlo e riceverne riscontri positivi. E purtroppo
alcuni hanno molto successo e si vantano persino di questo "metodo" di scrittura,
quasi una forma di marketing. Penso a Ken Follet o altri grandi best seller...

ESPERANTO Sei laureato in lettere. Che influenza hanno i grandi artisti del
passato nella tua scrittura?
SIMONE PIAZZESI Gli scrittori di un passato recente, diciamo il '900 soprat-
tutto italiano, mi influenzano parecchio, perchè poi sono la mia lettura principa-
le. I grandi del passato lasciano sempre qualche sedimento dentro, magari non
esplicito ma che fermenta.

ESPERANTO Il nome del tuo libro pubblicato da Nicola Pesce Editore è "Topo
Oreste e la grande città". Nella tua prefazione lo descrivi come un libro di Amore,
amicizia e solidarietà. Non si è ormai detto abbastanza di amore? In che modo
Topo Oreste Ama? Pensi che amore e amicizia possano andare in conflitto tra di
loro?
SIMONE PIAZZESI Dopo due millenni di letteratura in teoria si è già detto ab-
bastanza di tutto. L'importante è come si parla delle cose, cercando possibilmente
vie nuove. Topo Oreste ama in modo molto particolare, perchè il suo è un amore
inusuale, diciamo "diverso". Ma non posso svelarti troppo. Amore e amicizia sono
due sentimenti che possono assomigliarsi, e che proprio per questo possono en-

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trare in conflitto. Mi riferisco al classico caso in cui le due parti si trovino uno sul
versante dell'amore e l'altro su quello dell'amicizia.

ESPERANTO E' uscita anche una versione ad immagini del tuo libro. Come mai
questa scelta?
SIMONE PIAZZESI Perchè un libro indirizzato ai ragazzi trova nelle illustra-
zioni un suo compimento, visto che l'aspetto visivo e immaginifico è molto più
forte nei piccoli lettori. Anche se ho scoperto, presentando la prima edizione non
illustrata a classi delle elementari, che alcuni apprezzano la mancanza di illustra-
zioni. La vedono come un limite in meno rispetto alla loro capacità di immagina-
re la storia "a briglie sciolte".

ESPERANTO Ora vorrei entrare in un ambito un po' dedicato: gli scrittori esor-
dienti. Dimenticati dalle grosse case editrici? Come mai? E' vero che, come si di-
ce, c'é tanta "scrittura spazzatura"?.
SIMONE PIAZZESI Che ci sia tanta scrittura spazzatura è indiscutibile, ma
questo prescinde dall'essere giovani scrittori. Purtroppo "scrivono coi piedi" an-
che tanti autori iper-sponsorizzati dalle grandi case editrici e che solo per questo
vendono migliaia di copie. Non sono però d'accordo sul fatto che le case editrici,
di tutte le dimensioni, ignorino gli esordienti: i manoscritti vengono letti, magari
con tempi lunghi, ma non sono ignorati. Ovviamente c'è sempre un po' di "paura
di rischiare" nel pubblicare un esordiente, ma se uno scrittore vale, sono convinto
che prima o poi viene notato.

ESPERANTO Ci sono tantissimi libri editi in Italia. Come mai avremmo biso-
gno di "Topo Oreste e la grande città"?

SIMONE PIAZZESI Posso dire solo che tutti quelli che finora l'hanno letto so-
no rimasti molto soddisfatti. Quindi un motivo potrebbe essere che non si rischia
di buttare via soldi, qualche oretta di piacevole lettura è assicurata.

ESPERANTO Ultima domanda: sono più importanti i sogni e le aspettative del-


lo scrittore o del lettore?

SIMONE PIAZZESI Sono due cose distinte. Come dicevo uno scrittore non
può basare la sua opera su quello che si aspetta il lettore, sarebbe un falsare il
processo creativo. Ciò non toglie che le aspettative del lettore sono importanti e
sono quelle che poi alla fine giudicano il libro, nel bene o nel male.

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sabato, 13 giugno 2009


Simone Piazzesi, vincitore dell' ArciReport. Leggi l'intervista.

Pubblico un'altra intervista che ho fatto a Simone, ragazzo che è sempre molto
disponibile e che meriterebbe più spazio negli organi di informazione. Vi ricordo
che i libri di Simone Piazzesi sono acquistabili direttamente sul suo sito internet,
nel quale potete trovare anche diverse informazioni sull'autore. Qui, invece, il suo
profilo su facebook.
Breve bibliografia dell'autore. Ha pubblicato tre libri: "Topo oreste e la grande
città", "Il giorno che vidi il tuo volto" e per l'appunto quello che verrà pubblicato,
e per il quale l'ho intervistato, "Scrivi la città".
Prima di leggere l'intervista vi ricordo che è ancora online la petizione contro la
Guardia Nazionale Italiana e le ronde nere, fenomeno neofascista che intaccherà
la sicurezza di molti cittadini. Firmatelo e diffondetelo. Qui, qui e qui quello che
ho scritto su di loro. Ma ora torniamo a Simone!
ESPERANTO Hai vinto un concorso: di che cosa si tratta?
SIMONE PIAZZESI E' un concorso letterario indetto da ArciReport la
rivista telematica dell'Arci. Il tema del concorso era la città, in tutte le sue
varie sfumature. Hanno partecipato una sessantina di racconti, e i migliori
dieci (più cinque selezionati) sono stati inseriti in un raccolta dal titolo
"Scrivi la città". Il libretto sarà edito a brevissimo da Stampa Alternativa e
farà parte della storica collana dei Millelire (oggi un euro). Sono molto
soddisfatto di questa cosa, anche perchè il mio racconto ("L'edicola", che
potete leggere sul blog di Arci Report) è molto diverso dal mio canone
usuale, molto più noir.  
E Pensi che cambierà qualcosa questa pubblicazione nel tuo futuro?
SP Stampa Alternativa è una casa editrice ben distribuita e con un curricu-
lum di tutto rispetto, ma dopotutto è solo una partecipazione a un'antolo-
gia , non è un libro monografico. Comunque sperare non costa niente, non
si sa mai.  
E Parlaci un po' del racconto.
SP Come dicevo si intitola "L'edicola", ed è la storia di un emarginato so-
ciale che grazie ad un momentaneo lavoro come edicolante trova per la
prima volta il suo posto nel mondo. Purtroppo la cosa non dura in eterno e
il contraccolpo non sarà da poco. Ho tratto ispirazione da quelle edicole-

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gabbia, minuscole, in cui il povero edicolante sta rinchiuso quasi senza po-
tersi muovere, quei chioschi che a volte si trovano ancora agli angoli delle
strade delle città. Niente a che vedere con certe edicole-superstore che ci
sono adesso...  
E Recentemente hai pubblicato anche un libro di poesie e aforismi.
SP Sì, si intitola "Il giorno che vidi il tuo volto" e raccoglie una quarantina
di poesie che ho scritto negli ultimi dieci anni. E' un libro a cui tengo mol-
to, al di là delle aspettative di "mercato" (si sa che se la narrativa vende po-
co la poesia vende quasi nulla). E poi ho avuto il grande onore di vedermi
scrivere la prefazione da Roberto Carifi, un mio illustre concittadino, non-
chè una delle più grandi voci poetiche contemporanee. Sul mio sito potete
leggere alcune poesie e vedere i poem-trailer che mi sono divertito a rea-
lizzare.  
E Nuove tecnologie stanno nascendo. Il futuro dei libri sono gli e-book ?
SP Sicuramente gli e-book rappresentano una nuova forma di fruizione
della letteratura che offre possibilità notevoli. Ma non saprei sbilanciarmi a
dire se sfonderanno o se saranno un flop. Le case editrici sono molto tra-
dizionaliste, e in specialmente in Italia non sono tanto "aperte" a certe no-
vità. Personalmente, tuttavia, ritengo che il fascino di un "vecchio" libro
sia inarrivabile. Un e-book può darmi un milione di pagine in formato ta-
scabile (come un i-pod per la musica) ma non potrà mai darmi l'odore della
carta, il suo fruscio, la sensazione al tatto.  
E Che ruolo avranno i giovani? Quali sono gli autori emergenti più validi?
SP Certamente un giovane ha più dimestichezza con le nuove tecnologie,
ma ripeto, è il sistema editoria che è piuttosto tecnofobo. Per quanto ri-
guarda autori emergenti non me la sento di dare giudizi, posso citare solo
alcuni nomi che mi hanno colpito: Francesca Matteoni e Carlo Carabba
per la poesia e Emiliano Gucci per la narrativa.

venerdì, 19 giugno 2009


Ascoltando De Andre'

Ascoltando lui, il grande Faber, ho sempre delle emozioni che, sì sfuggono, ma,
sono anche forti. La mia mente fibirlla, escogita, le mie idee volano lontano, sen-

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to le ingiustizie. Mi sembra proprio di saltare sulle noti di Fabirizio, sulle sue pa-
role. Mi sembra di essere in una favola e nel mondo reale.
Bisognerebbe fare ascoltare di più Faber e non solo nelle radio, ma anche nelle
scuole, nei centri sociali, negli oratori. Sono dell'idea che la musica serve anche
per descrivere un determinato periodo storico, quindi canzoni come "La canzone
del Maggio" dovrebbero essere diffuse fino alla nausea.

Venerdì, 19 giugno 2009


Due finanzieri violentano una prostituta.

Hanno confessato dicendo «abbiamo fatto una cazzata» i due agenti della guardia
di finanza che lunedì notte in via De Gasperi a Milano, durante une dei tanti con-
trolli di routine di contrasto alla prostituzione, hanno violentato una lucciola ro-
mena ventenne. La loro posizione è molto grave: oltre alla violenza sessuale i reati
contestati ai due militari, di 25 e 30 anni, sono vari, fra cui il peculato, l'omissione
di atti d'ufficio, l'abuso di potere e l'abbandono di posto. I due, intorno alle 2 di
notte, avrebbero accostato l'auto di pattuglia a un veicolo sulla quale si trovava la
prostituta con un cliente, e mentre quest'ultimo si allontanava la ragazza è stata
invitata a salire, in compagnia del capopattuglia, sull'auto d'ordinanza. Qui la
donna è stata prima costretta a un rapporto orale e poi a uno completo, mentre
l'autista faceva finta di niente. A denunciare tutto alla polizia sono state alcune
prostitute amiche della giovane romena, che dopo lo stupro l'hanno trovata in la-
crime sul bordo della strada. (Il Manifesto, 18.06.2009)

domenica, 21 giugno 2009


Riflettendo sull'amicizia.
A volte bisogna essere vicini a qualcuno: una amica, la persona amata, un familia-
re. Non importa chi, ma a qualcuno. Lì nel mondo che non vediamo c'è sempre
qualcuno che si sta domandando dove siamo, che sta cercando la nostra vicinan-
za. Noi purtroppo non ci vediamo ogni tanto, siamo menefreghisti e quella per-
sona soffre aspetta, magari, un nostro messaggio o una nostra chiamata.
L'importante è togliersi i panni dell'uomo comune, del dolce oblio e aprire gli oc-
chi, respirare profondamente, ascoltare...! Quindi bisogna agire, essere in prima
linea!Lo so, io non sono nessuno per dire queste cose. A volte, però, mi sento tri-
ste perché vedo queste storie di solitudine negli occhi di tante persone, in tante
buone anime, dolci e belle, e mi domando: perché? Perché dobbiamo accettare un
mondo veloce, velocissimo, in cui tutte le nostre emozioni, sensazioni sono la-
sciate un po da parte? 

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lunedì, 22 giugno 2009


Il doppio lato del referendum.

Il referendum è fallito. Sono molto felice e un po con l'amaro in bocca. Felice


perché questo era un referendum davvero sovversivo, un golpe sotto gli occhi di
tutti.  Proporre, senza se e senza ma, leggi che mi facevano tornare indietro di
sessant'anni (ancora una volta, ahimè) non è un bel vedere. Proporre un premio
del 51% a qualsiasi partito che prenda più voti...faceva rabbrividire!
Però mi dispiace anche che questo referendum, per forza di cose, si sia dovuto
boicottare e non votare (no). Mi dispiace perché si sono spesi tanti milioni di eu-
ro, che va si benissimo spenderli per la democrazia diretta ma che sia tale- e non
solo quelle del 25% dei cittadini. Mi dispiace perché adesso, con questa affluenza,
tutti iniziano a dire: "Ah, referendum inutili...aboliamoli!" o "più firme per pro-
porre un referendum!". Alla fine Berlusconiu e i suoi fascistelli hanno preso la pal-
la al balzo: ora cercheranno di delegittimare la democrazia diretta, quella parteci-
pata, quella nella quale il cittadino diventa Cittadino. Mi dispiace perché il capo
anche questa volta porterà grano a casa, anche questa volta farà il dittatore.

giovedì, 25 giugno 2009


Conversazione con un iracheno: "I soldati italiani: sesso,cibo e svastiche".

Ieri, durante il mio corso di tedesco alla Volksochschule di Linz, ho parlato con
un iracheno fuggito dalla guerra. Mi ha detto alcune piccole cose, alcune perle
sconosciute, che vorrei condividere con voi.
La guerra, ma questo forse i più informati lo sanno, c'è da più di quindici anni;
prima ancora che Bush volle rubare un po di petrolio e spargere morti in giro.
Lui, questo ragazzo iracheno, è fuggito dalla sua terra perché "con le bombe, le
esplosioni...non c'è più vita!". Già, ora è qui in Austria ma vuole andare in Norve-
gia dove gli stranieri non sono discriminati come lo sono qui. La terra dei sogni,
insomma.
Io gli chiedo, poi: "E gli americani? Ci sono tanti soldati?" "No, da noi ci sono i
soldati italiani non gli americani" "Ah, i soldati italiani...e cosa fanno?" "Scopano

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e mangiano...e ogni tanto disegnano delle svastiche". Questo me lo ha detto una


persona qualunque, non politicizzata e sicuramente non comunista (da quelle par-
ti comunismo è una parola abbastanza vietata). Allora come la mettiamo? Non è
bello sentire questa verità, non è bello sentire come i nostri governanti spendano
i soldi per una guerra che non fa bene a nessuno.
Da quello che mi ha detto, infatti, le azioni dei nostri italiani si limitano al con-
trollo (molto vago) del territorio. Ma, appunto con questi passatempi.
Poi il fatto delle svastiche...

lunedì, 21 settembre 2009


La folgore fascista non mi manchera'- gli aspetti meno eroici dei caduti.

Eh sì, tutto lo spunto di riflessione per questo post, giunto a tarda serata quando
nessuno se lo aspettava, arriva ancora una volta da Indymedia. Un articolo sul loro
sito piemontese, postato da 'unoqualunque' infatti pone l'accento sul fatto che
uno dei caduti fosse iscritto al fantomatico (ma quantomai triste) Partito Nazio-
nal Fascista che niente è che un gruppo su facebook. Ma che bravo soldato! Tutto
fede, famiglia e duce? Beh, si sa, i rapporti tra la folgore e le forze di estrema de-
stra va a braccetto; come così quello con l'esercito. Basti pensare come le destre
abbiano accolto con favore il nuovo decreto sicurezza, pronte a salvare la Patria
con le ronde (non importa, poi, di quale colore siano...l'importante è quello di
avere una mitraglietta). 

Per farmi un'idea precisa dei nostri eroi nazionali ho voluto anche indagare sul-
l'opinione dei forzanovisti sulla Folgore. Ed è sul forum dei simpatizzanti di FN
che ho trovato le affermazioni più significative e ricorrenti: 
<<Si ma la Folgore lo fa per la Patria che purtroppo gli ha traditi vendendogli agli
USA. Per me sono eroi morti per una causa persa. Combattendo una religione in-
fame, uomini senza orgoglio e vigliacchi>> dice Marcus da Pescara
Ma, a rigore di cronaca, ci sono anche tanti commenti del tipo "onore e rispetto
ma combattono una guerra sbagliata"-nulla però da discutere sull'aggettivo guer-
ra.
Ovviammente, come pareva giusto, è nato anche un progetto di un Partito politi-
co (lo so è una parolona, ma gli ho scovati) che, ricordando le 6 vittime, si chiama
"Forza Folgore". Su Facebook, ma hanno anche un blog, sono già in 557 membri.
E i membri di questi gruppi disprezzano qualsiasi militare che, talora, aiuti qual-
che bambino o vada a messa da un prete scomodo.

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Si sa che poi la Folgore, come dice anche Wikipedia, è un reparto nato sotto il re-
gime nazifascisista e si sono caratterizzati per aver combattutto la resistenza e le
forze alleate. Comunque, condoglianze.

lunedì, 05 ottobre 2009


Perdere le sensazioni.

Ogni tanto si hanno quelle sensazioni che vanno a profumi, a odori, e che ti scuo-
tono nel vivo del tuo io. Ogni tanto un profumo particolare ti fa ricordare una si-
tuazione, un momento di vita passata che vorresti catturare, mentre vibra nel-
l'aria per i fatti suoi, e tenere sempre con te. Vorresti quasi che quella sensazione
potesse creare un libro e metterlo nello scaffale; così in futuro e sempre lì e lo po-
trai leggere. Quel momento magico vorresti non dimenticarlo, perché è facile che
succeda. Le belle emozioni sono come i sogni, tendono sempre a dissolversi, a fi-
nire, e poi, da svegli, è difficile poter ricordare i particolari, i sorrisi spensierati,
quella felicità sincera dell'anima.
Ed è proprio così che mi sento, vittima di me stesso, attaccato alla ricerca della
bellezza, dell'Idea, del perché nascano gli arcobaleni. Ho paura di perdere il la-
sciarsi andare in un bacio intenso, il calore stringendo una mano amica, le giorna-
te passate a ridere senza un perché, il profumo dell'Amore. Ho paura di perdere
quelle corse nella prateria a chi si stancava di più, le giornate conquistate dai so-
gni o dalle false promesse, o semplicemente le serate guardando film in un cinema
deserto.
Ho sentito chi dice che le esperienze passate non si dimenticano. Questa affer-
mazione è vera ma nella sua superficialità. Certo non si potrà dimenticare la cro-
nistoria dei fatti, i nomi ma non è questo che conta. In realtà è tutto quello che
va aldilà dello specchio, e non solo metaforicamente- ma proprio così, come se si
potesse fluttuare nei cristalli e vivere senza peso quelle essenze di felicità delle
quali il senso stesso della vita si nutre. E sorridere, ridere, ballare, amare, giocare.
martedì, 06 ottobre 2009
Piccoli episodi di vita.

Eh sì, sarebbero forse tanti i piccoli episodi di vita quotidiana che si dovrebbero
raccontare. Piccoli episodi ma ricchi di significato e di sorrisi, di sogni e insegna-
menti. Due giorni fa ero in biblioteca a studiare, dopo tanto tempo passato nella
culla delle illusioni, quando una ragazzina, poteva avere 11 anni, africana entra

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nello stabile. Aveva due occhioni grandi, e osservava ogni libro che le capitava
sotto mano, lo sfogliava e ogni tanto sorrideva, poi, passava ad un altro volume.
Appassionata come poche resta in biblioteca per due ore. Ricordava un po quella
storia di Dahl Roald, Matilde, nella quale l'ononima protagonista scopre la sua in-
tera vita e i suoi sogni nei libri. Morale della favola: io spero che quella ragazzina
un giorno possa diventare qualcuno di importante, e perché no la nostra prima
presidentessa di colore.Nuovi italiani crescono!
Un altro episodio degno di un breve racconto è il seguente. Oggi ho rivisto, in-
contrandola per caso, una mia compagna di classe delle scuole medie. Lei era una
ragazza molto timida, non parlava molto, un po grassottella e con un intero mon-
do nella sua testa. Per trasportarla nel mondo delle storie americane assomigliava
alla classica Ugly Betty che ci provava con tutti ma rimaneva sempre delusa. Eb-
bene, sì. Questa ragazza oggi era totalmente diversa: spigliata nel parlare, brava
nel vestirsi alla moda con un tocco di savoire-faire, carina e avviata verso la strada
che sognava: architettura. Quasi quasi, mi son pentito di non essermi preso una
cotta nel fatidico tempo delle mele.
Insomma, per tirare le somme: a volte bisogna aprire gli occhi e osservare il mon-
do che ci sta attorno, sentirne i suoni, le melodie, odorare i profumi, toccare le
diversità. Alzarsi senza pregiudizi, senza aspettative ma con il sogno di scoprire
tutto, senza organizzarsi tutta la giornata ma ricordandosi che la vita è un miste-
ro, un libro che non si può leggere tutto in una volta, una commedia della quale
non si può immaginare la fine.
venerdì, 16 ottobre 2009
Carpe diem

Se potessi vivere quei momenti un'altra volta,


non mi preoccuperei del loro significato
e non cercherei nemmeno di scoprire le regole del tempo,
non penserei già al domani, non farei tanti sogni
ma semplicemente li vivrei nella loro essenza.

Amerei l'essere lì e non capire


e forse penserei che è meglio non pensare,
giocherei tanto a fare il bambino ignorante:
che vuole scoprire, e per il quale i sentimenti
sono spasmi dell'anima, di felicità, di dolcezza.

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Avrei capito che i sogni sono momenti di realtà,


e non vivono mai nel futuro ma nel presente;
non cercherei di essere bravo o malvagio
ma cercherei di essere, null'altro.

Ho capito che la vita è fatta di momenti, di carpe


diem. Bisogna viverne i profumi,
le melodie, la bellezza, la dolcezza, la fugacità.
Non farseli scappare, pensando ad altro,
perché quella è la vita, questa è la vita.

sabato, 17 ottobre 2009


Nucleare, internet, Beppe Grillo e scuola. Intervista a Monia Benini, PBC.

Ogni tanto capita anche a me di fare una bella intervista, con una persona sincera
e semplice. Oggigiorno ciò è molto difficile, come d'altronde è difficile cercare di
fare Informazione.
Ieri ho avuto una chiacchierata con Monia Benini, presidente della lista civica na-
zionale Per il bene comune che si è presentata ai cittadini per la prima volta nelle
elezioni politiche del 2008, ricordate quelle vinte da Berlusconi?
Monia mi ha parlato di molte argomenti interessanti, con la voce semplice ma
combattiva di chi centra poco con il politichese e con i salotti televisivi.
La sua posizione sul nucleare è decisa, e ci tiene a ricordare di una campagna svol-
ta dalla sua lista civica a favore della raccolta di firme contro il nucleare.

<< Noi stiamo lavorando per cercare di portare a compimento il lavoro fatto sulla
petizione fatta a livello nazionale sul No al nucleare e al si alle energie rinnovabili.
Chiudiamo non in una data qualsiasi ma in una data abbastanza simbolica, ovvero
l'otto di novembre. E' l'anniversario del referendum del 1987 e a differenza di
quello che illustri personalità del Governo vanno sostenendo non è possibile at-

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tribuire una data di scadenza ad un referendum>> mi dice all'inizio dell'intervi-


sta.

Poi continua, spiegando che << Abbiamo già preso dei contatti per essere ricevuti
dal Presidente della Repubblica Napolitano e faremo copia di tutto il materiale
raccolto, sia online che cartaceo, da distribuire al Presidente del consiglio, senato,
camera e a tutti i parlamentari>>. 
A proposito della loro petizione c'è un contenzioso assai importante e illuminan-
te con il comico (o politico, fate voi) Beppe Grillo. Monia accusa tra le righe lo
stesso di non aver risposto a due lettere del PBC, e quindi di non impegnarsi atti-
vamente alla campagna contro il nucleare.
In particolare <<[a Beppe Grillo] Abbiamo rivolto due appelli. Il primo appello,
prima dell'estate, quando abbiamo saputo che lavorava per il 3-4 Ottobre a pro-
posito del nucleare, perché abbiamo pensato fosse un ottima idea, avevamo letto
il post e le indicazioni per quanto riguarda la voglia di raccogliere firme per un re-
ferendum. Abbiamo chiesto una sorta di sinergia, un lavoro comune per la peti-
zione. Il referendum [il nuovo] sul nucleare non si è fatto, noi non abbiamo rice-
vuto risposta all'appello e nemmeno al secondo che gli abbiamo rivolto dopo il
mese di Agosto. Siamo stati del tutto ignorati. Spero ci possano essere un paio di
settimane in cui si lavori assieme alla raccolta firme>>.
La nostra intervista cambia quindi argomento, e verte sull'Informazione libera (o
meno) che circola sulla rete e su alcune testate giornalistiche cartacee.
<<Mi piacerebbe dire che la vera informazione viaggia sulla rete. Tra le mine va-
ganti che ogni tanto si sentono dire sulla proposta di legge in parlamento da parte
di parlamentari piuttosto che progetti di iniziativa del Governo, non so quanto si
possa dire che la rete sia libera e quanto lo possa restare ancora. Fatta questa
premessa nella rete vediamo ancora un pollulare di testate che obbediscono ai po-
teri forti e risulta sempre più difficile districarsi per andare a trovare l'informa-
zione con la I maiuscola. Questo lavoro [informazione libera] viene fatto da di-
versi blogger e giornalisti freelance che si impegnano proprio su questo fronte. In
ogni caso serve molta, ma molta intelligenza da parte di chi naviga>>.
E sui finanziamenti all'editoria? <<Nel momento che ci sono sponsor, che siano
essi pubblici o privati, la stampa non può ritenersi libera. C'è qualcosa nel mecca-
nismo che non funziona. Mi dispiace per quelle testate piccole che cercano anco-
ra di tenere alto il baluardo dell'Informazione ma restano vittime di un sistema
che è marcio>>.
La presidente del Per il bene comune ha anche parole forti per Emilio Fede, che
negli ultimi giorni ha proposto la censura dei "siti tipo Facebbok". << Un bel-

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l'esempio di informazione spazzatura, o se vogliamo un ottimo casodi manipola-


zione dell'informazione veicolata da Emilio Fede e da Rete4.Una domanda terri-
bilmente ambigua "Facebook: si o no" e l'accostamento del termine "pericolo" al
social network. E' così che si utilizzano la paura e il terrore per smantellare la li-
bertà della rete (peraltro già minata dai poteri forti che si insinuano nei CdA o
nelle strutture gestionali di motori di ricerca e di varie piattaforme): in una con-
dizione di emergenza tutto è lecito, e quindi figuriamoci se non è possile far nau-
fragare gli spazi ancora 'semiliberi' di navigazione. Curioso che ciò avvenga pro-
prio in quella rete televisiva che da anni dovrebbe aver traslocato su satellite, per
lasciare le proprie frequenze alla legittima assegnataria Europa 7, e che a causa di
questa violazione ('invisibile' a governi di centro destra e centro sinistra) costrin-
ge noi Italiani a versare un sacco di quattrini per via delle multe inflitte al nostro
paese dall'autorità europea. Perchè non chiedere quindi ai cittadini se sacrifiche-
rebbero volentieri il TG4 e Fede in cambio di qualche tassa in meno?>>.
E su internet: <<Non mi accontento di una fonte sola ma ne cerco anche delle al-
tre. Ed ho bisogno di uno strumento come quello della rete perché ad oggi è
l'unica possibilità di confrontare le informazioni e ricercare le verità. Non biso-
gna imbrigliare internet in un sistema tipo editoria, deve esserci la massima
Libertà>>. 
L'intervista finisce sorridendo <<Sì, sono andata a votare e non ho problemi a di-
chiare che cosa ho votato. Ho fatto una voce grande quanto tutta la scheda e ho
scritto viva la costituzione>>. E' possibile ascoltare la versione originale dell'in-
tervista (vedi sopra). 

giovedì, 22 ottobre 2009


Intervista a Yassir Goretz (Prc) sull'Abruzzo e sulla federazione della sinistra.

Ho avuto la grossa possibilità di intervistare per il blog una persona seria, capace,
pratica e comunista. Assieme a Yassir Goretz, importante membro del Partito
della Rifondazione Comunista, ho parlato di Abruzzo: com'è andata la ricostru-
zione? Cosa voleva dire essere in Abruzzo? Che ruolo hanno le organizzazione
criminali? Inoltre Jassir mi ha proposto la sua idea della nuova Federazione della
sinistra e il ruolo dell'area Sinistra comunista. Un interessante intervista per co-
noscere e deliberare e non rimanere nel facile cestino dell'oblio, come mi piace
chiamare l'ignoranza. Un intervista utile ad andare oltre alle solite chiacchiere
mediatiche delle trasmissoni quali Porta a porta, per passare da Matrix fino a Ita-
lia sul 2, e addentrarsi nei meccanismi di un paese allo sbando. Per ascoltare l'in-

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tervista completa vi rimando all'audio.Oppure potete continuare a leggere la tra-


scrizione.
ESPERANTO Cosa voleva dire essere nelle Brigate di Solidarietà e quindi essere
presenti in Abruzzo anche come un partito politico?

GORETZ Noi siamo partiti, praticamente, il giorno del terremoto, la mattina,


quasi casualmente. Un gruppo di giovani e meno giovani del Partito della Rifon-
dazione Comunista si è domandato che cosa fare, come rendersi utile, e ha deciso
in poche ore di nollegiare un furgone e portare un primo soccorso, con del tè e
dei biscotti insomma, abbiamo anche pensato di fare una missione per pochi
giorni. Invece, man mano che passavano le ore, ci siamo accorti della gravità della
situazione e da un furgone siamo passati a quattro, poi una cucina e poi, alla fine,
siamo rimasti lì sei mesi. Questo è l'inizio della nostra esperienza.

ESPERANTO Come siete stati visti dalla popolazione?

GORETZ I primi giorni siamo stati sicuramente visti con diffidenza da parte dei
cittadini, dei terremotati, perchè noi eravamo legati alle Brigate di solidarietà at-
tiva, con tanto di scritta di “Partito della rifondazione comunista” e la cosa è stata
vista molto strumentale siamo visti come se volessimo fare propaganda politica.
Considera che eravamo nel periodo antecedente alle elezioni. Diffidenza che, pe-
rò, man mano quando si è visto che noi gestivamo un campo a Tempera e non ab-
biamo fatto attività politica ma soltanto volontariato e solidarietà, appunto atti-
va, e non abbiamo guardato le bandiere. Tant'è vero che dopo le elezioni i voti
sono duplicati perché la gente a capito che siamo andati per fare qualcosa di con-
creto.

ESPERANTO Stavo appunto leggendo che nella provincia dell'Aquila le elezioni


si sono volte a favore del PDL che ha preso una maggioranza più del 50%.

GORETZ Sì, li a L'Aquila le posizioni sono sempre state vicine a una realta di
centro-destra. Posso comunque dire che il fatto di essere nel capolouogo abruz-
zes, non abbiamo fatto politica ma tutti sapevano che eravamo di Rifondazione
Comunista, compagni, comunque vicini alla Sinistra e devo dire che nelle realta
che abbiamo creato i risultati, sia alla lista di Rifondazione comunista che alle al-
tre liste di sinistra, sono stati discreti. Penso che conoscere direttamente tanti
compagni e compagne abbia avuto anche un risvolto elettorale. Anche se questa
non era nella nostra volontà e priorità.

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ESPERANTO A proposito di elezioni, come era visto Berlusconi tra la popola-


zione?

GORETZ Guarda, siccome sono una persona onesta, non mi piace fare retorica o
propaganda, non ho avuto una sensazione in sei mesi da parte degli aquilani di un
grande dissenzo nei confronti di Berlusconi. Anche perché nei primi mesi la po-
polazione era sotto uno stato di shock, dopo quello che è successo; la gente si è
trovata dall'oggi al domani sotto una tenda, senza lavoro, con i figli. Si poteva par-
lare di tutto tranne che di politica. Quando si parlava con le persone si parlava
della notte, di come riuscire a metter al salvo i figli e di come tirare avanti. Ora
comincia a essere qualche, anzi la maggior parte, cittadino Aquilano, sopratutto
chi vive tutt'ora nelle tendopoli cominci a sentire, anche da parte loro, un forte
dissenso nei confronti del governo e di Berlusconi che non ha mantenuto la pro-
messa: aveva detto che tuttu avrebbero avuto una casa. Invece, a parte lo show di
Onna, tutt'ora c'è gente che sta nelle tende e deve essere una esperienza terribile,
vivere in queste condizioni.

ESPERANTO Parlando proprio di questo. Che cosa ha fatto, e che cosa non ha
fatto, il Governo? Dove sono ora i cittadini e le cittadine aquilani?

GORETZ Gran parte dei cittadini aquilani, anche coloro che hanno dovuto la-
sciare la tendopoli in questo ultimo mese, sono stati mandati in strutture alber-
ghiere. Solo una minoranza ha ricevuto le nuove case e quindi il governo, a mio
avviso, non ha trovato soluzioni e non ha seguito i consigli partiti anche da Ri-
fondazione Comunista per cominciare, da subito, la costruzione di case economi-
che

ESPERANTO Quali sono state le proposte di Rifondazione?

GORETZ Intanto di cominciare subito dalla costruzione delle case di legno, an-
che con materiale alternativo: c'è stato un bel progetto, italo-tedesco, di case di
paglia, che non sono fatte solo di paglia ma anche con strutture forti, con matto-
ni, ma con la struttura di paglia, e che potevano dare da subito un tetto a tutti gli
aquilani. [...] Tutto ciò non è stato fatto per favorire un elite immobiliari che è
molto forte anche all'Aquila.

ESPERANTO Parlando proprio di elite di immobiliari, secondo te ci sono state


delle colpe civili e penali che hanno favorito il crollo degli edifici? Proprio oggi

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dovrebbero arrivare i primi avvisi di garanzia per il crollo della casa dello studen-
te.

GORETZ Certo, senza ombra di dubbio. Consiglio a tutti quanti di andarsi a ve-
dere il filmato documentario che è stato fatto da un gruppo di ragazzi/studenti
romani che fa vedere bene cosa è successo, e alle tante concause alla tragedia. […]
Concause che mi augurono avranno riscontro penale e che qualcuno paghi per
quelle morti.

[…] La criminalità organizzata è stata già individuata nei primi appalti. Sicura-
mente c'è il rischio di ricostruzioni con la mafia.

Il mio intervento al presidio in solidarieta' agli Aquilani a Bergamo.

Non è bello essere terremotati, si perdono tante persone, teante cose e tanti ri-
cordi. Ho perso un caro amico di infanzia, morto trai pilastri della casa dello stu-
dente, sognando di diventare un interprete un giorno. Un giorno che non ci sarà
mai.
Quando ci fu la pima scossa a lui, come ad altri, come a me, dissero di rimanere
negli edifici, magari sotto i pilastri perché dovevano essere più sicuri. Il problema
è che sono stati i primi a casere.
E' triste sapere che l'ostetrica che ti ha aiutatoo a nascere è morta appena tornata
a casa da un lungo turno notturno.
Ed è molto più triste, e allo stesso tempo mi fa anche arrabbiare, sapere che quel
Dittatore che ci governa dice che la ricostruzione sia stata un successo.
Come fa a dire questa persona che il terremoto è stato un successo? Con quale
coraggio dice che il terremoto è successo? Con quale coragio a fronte di morti su
morti, di decine di migliaia di sfollati, dice ciò? Forse il narcisismo del Dittatore
si contempla quando una telecamere lo riprende?
Con quale coraggio si possono fare certe affermazioni: <<Stare nelle tende e co-
me fare una vacanza in campeggio>>. Perché Berlusconi non lo viene a dire ai
6000 cittadini che vivono sotto le tende per poter lavorare? Perché Berlusconi
non va a fare una “vacanza” di un giorno in queste tende? Infatti bisogna anche
provare il freddo sotto zero di chi sta da sei mesi cercando di sognare un futuro
che non esiste.
Vi chiedo di non credere alle bugie che vi dicono sull'Abruzzo: non credete ai
giornali e alle televisioni controllate dal Regime, non credete alle parole di quel
Ministro razzista, xenofobo e antimeridionalista chiamato Maroni, che fino a un
po di tempo fa urlava “Roma ladrona” o “Terroni di merda”. Non credete a chi vi

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dice che dovreste rimanere chiusi nel vostro quartiere, perché quelle sono cose
che non vi riguardano. Non credete alle promesse mancate, alle chiacchiere da
Porta a Porta, dallo show della consegna di poche case fatte dalla Croce Rossa e
dalla Regione dell'Alto adige. Vi chiedo di combattere, fare pressione, informare,
diffondere un'iniziativa per una ricostruzione pulita, senza infiltrazioni
mafiose...che purtroppo ci saranno. Vi chiedo di ringraziare i ragazzi e le ragazze
delle Brigate di Solidarietà Attiva che hanno aiutato noi abruzzesi. Loro si che
sono costruttori di un futuro che ha l'ombra dei sogni.

martedì, 27 ottobre 2009


Aldila' di un incidente stradale.

Capita di dover scrivere un articolo su una persona morta. I più frequenti di que-
sti casi sono gli incidenti, che accadono ad un ritmo davvero pauroso. Oggi alle
14.30 ad Azzano San Paolo, un paesino nell'hinterland bergamasco, una ragazza di
24 anni ha perso la vita. Era su una punto grigia quando, forse per un sopparso
spericolato, o forse per una precedenza non rispettata, è stata schiacciata nella
sua macchina da un corriere espresso Bartolini. Un testimone della ditta Lazzari-
ni sostiene che <<la ragazza subito dopo l'incidente era ancora viva, muoveva
convulsamente le labbra e le sopracciglia. Poi, quando sono arrivati i soccorsi, i
volontari della CRI hanno fatto segno che ormai non c'era nulla da fare. Quindi
le hanno messo un lenzuolo per coprirla>>. La ragazza sichiamava Leidy Sirley
Vasquez Hernandez, era boliviana ma viveva a Mesate (Mi) e aveva soltanto 24
anni. La storia di questa notizia potrebbe finire qui, magari la si potrebbe farcire
con quale altra testimonianza o così via. Eppure vorrei farvi addentrare nel
dramma di questa morte, una morte come tante. Leidy era sicuramente una ra-
gazza come tante; aveva il suo account Facebook, il cellulare, usciva con gli amici
il Sabato sera, aveva il ragazzo. Non so, è strano e sarà strano per tutti quelli che
la conoscevano sapere della sua morte, sapere che quella persona non esisterà più
nella vita di tutti i giorni. Oggi, forse, se ne parlerà un po sui giornali locali ma da
domani sarà tutto dimenticato. Domani ci saranno altre notizie di cronaca nera,
altri incidenti. E nessuno si inizierà a domandare il perché, nessuno inizierà un po
in silenzio a riflettere.

lunedì, 02 novembre 2009


I fascisti di casa pound, regole per l'uso.
Venerdì scorso, 30 Ottobre 2009, si è svolta a Bergamo una lunga serata antifasci-
sta contro la decisione del sindaco bergamasco colpevole di aver autorizzato e

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sponsorizzato una assemblea fascista di Casa Pound. Si sono svolti due presidi:
uno istituzionale, al quale erano presenti diverse realtà bergamasche (Prc, Cgil,
Cisl, Anpi) e uno della "Bergamo Antagonista" al quale erano presenti centri so-
ciali e i Giovani Comunisti. La serata è andata bene e numerose sono state le par-
tecipazioni (anche se, effettivamente, potevano essere di più). Il video che ho po-
stato contiene l'intervento di Ezio Locatelli (Segretario Prc Bergamo) e alcuni
spezzoni della serata.
Ma quello che è importante sapere è: chi sono i fascisti di Casa Pound? Ecco le
regole per l'uso:
1. Casa Pound, dichiaratamente fascista, promuove convegni, assemblee e ra-
duni tutti con unico tema: il fascismo è una bella cosa, è antagonismo e
blabla. Nei loro manifesti e volantini hanno spazio, senza problemi, teste
rasate, saluti romani, croci celtiche e perché no anche qualche svastica. Ma
anche camicie nere, messaggi intimidatori e così via. La loro produzione
scritta ha insomma tutta la faccia di nostalgicismo, di falsità storiche e di
storie di normale razzismo e xenofobia. Insomma, Casa Pound non è sol-
tanto anticostituzionale, come è facile capire, ma anche sovversiva e dalle
sfumature terroristiche.
2. Casa Pound picchia, distrugge, minaccia, intimidisce. Casa Pound, insieme
a Forza Nuova, ha picchiato gli studenti in Piazza Navona che manifestava-
no pacificamente. Giovanissimi e giovanissime, minorenni, presi a cinghiate
e manganellate. Come facevano i fascisti storici. Numerosi sono stati atti di
intimidazione: nei confronti di Chi la Visto, di Radio Popolare, ma anche
ad altri giornali indipendenti e a tutti coloro che non li lodavano. Sempre
pronti con la spranga in tasca, un po' esaltati ma anche violenti.
3. Il loro programma è stupido in molti punti: scuola selettiva, no all'aborto,
assicurare la giustizia in base al diritto romano, riscrivere la costituzione.
Magari scrivendoci che i fascisti sono legalizzati e liberi?
4. Quindi non avvicinatevi a questo gruppo di squilibrati, diffidate delle loro
intenzioni anticonformiste di facciata: in realtà sono e rimarranno confor-
mati alle multinazionali, come tutti i fascisti che hanno avuto spazio.

martedì, 03 novembre 2009


La democrazia delle puttane e dei trans che dimentica l'Italia reale.

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Gli orizzonti della politica parlamentare non esistono. In questi mesi gli unici ar-
gomenti plauditi e discussi da tutti i Partiti parlamentari, nessuno escluso, verto-
no su un punto soltanto: gossip allo stato puro. Non metto in dubbio che Berlu-
sconi vada (anche se il dubbio è con quali energie) a puttane o se Marrazzo prefe-
risca stare con i Trans piuttosto che con la sua famiglia. Tutto plausibile, ma?
Ma discutere di questi argomenti rende felice i nostri dittatori con la pancia pie-
na, e con tanti soldi che rendono felici le loro famiglie. Lo sapete, ed è allo stesso
tempo basilare: se parlano solo di gossip non parlano dell'Italia reale. Quella dei
cassaintegrati, dei licenziamenti nelle scuole pubbliche, delle ronde e del razzi-
smo, della xenofobia, della povertà come Legge, del ritorno al fascismo.E' facile
per loro non parlare di verità, della condizione da terzo mondo delle carceri, delle
infiltrazioni mafiose, della criminalità organizzata. E qui è anche colpa nostra.
Non dobbiamo a sinistra perderci nelle critiche alle puttane di Berlusconi, e così
via, ma attaccare la destra reazionaria per la sua politica distruttiva e mafiosa!
Diffidate quindi di chi dice di fare opposizione semplicemente criticando Berlu-
sconi per le sue notti di sesso, perché porprio questi soggetti politici sono i prima
a essere uguali al loro accusato.

sabato, 07 novembre 2009


Riflessioni sullo scrivere
Scrivere è anche osservare, ascoltare, restare in silenzio. Scrivere per me è anche
capire, dubitare, immaginare. Non è solo prendere una penna, o un computer, e
buttare giù delle parole. Inizio a scrivere da un'emozione forte, mia o altrui, che
inizia a confabulare parole e musiche, armonia o disarmonia nei sensi, gioia, per-
fezione. Poi, come un flusso d'acqua scorre naturalmente, voglio che quella inco-
gnita svelata rimanga su carta, ho paura di perderla, e vorrei saltarci su, scivolare
sulle onde disegnate dalle circostanze, farmi avvolgere dai profumi e rimanere per
sempre in questo nirvana umano.
Ed è questa la mia esigenza, trasformare per sempre ciò che è mortale, scrivere un
testo e rileggerlo magar tra un anno, o forse dieci o venti, e avvertire quel carpe
diem passato, dondolarmi nel volo dell'altalena. Certo, non ne sono capace. Que-
sto compito che vorrei svolgere è difficile, è quasi impossibile, ma in fondo nella
vita non bisognerebbe anche cercare l'impossibile?

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giovedì, 26 novembre 2009


La polizia picchia e stupra: menti, saperi, donne, persone, ragazzi.

In questi giorni abbiamo assistito a tanti, troppi casi di violenza da parte della po-
lizia. Una vergogna legalizzata. Stupri e violenze che avvengono dapperttutto: nel-
le carceri, per le strade, nei Centri di prima accoglienza, nelle manifestazione
femministe.
Una vergogna che viene nascosta in modo assolutamente mafioso da parte dello
Stato. 
Ieri, nella Manifestazione a Milano per la giornata internazionale contro la vio-
lenza sulle donne, decine di donne e ragazze sono state brutalmente, e il caso di
dirlo, dalla Polizia. Picchiate nella giornata contro la violenza sulle donne, un po
come a dire: non manifestate siete inferiori. Una vergogna, e il caso di ripeterlo. 

Scrive Cristina Morini:


I nostri "custodi della sicurezza" hanno manganellato senza incertezze le ragazze
che - durante il presidio indetto da varie realtà femministe cittadine - esponevano
uno striscione con sopra scritto “Nei Cie la polizia stupra”.
Con ciò si voleva ricordare che (tra le altre) sono proprio le immigrate imprigio-
nate nei centri di identificazione e di espulsione le figure che più scontano la falsa
logica della “sicurezza per le donne” che passa di questi tempi. Chiuse in tali for-
tezze - costruite per rendere più tranquilli gli italiani - senza difese, ree di essere
“clandestine”, anonime, sconosciute, le straniere pagano, come si può immagina-
re, un prezzo altissimo con i loro stessi corpi.
Ai poliziotti il concetto non è piaciuto e hanno caricato, lasciando più di una te-
sta rotta sul campo. E poi hanno caricato una seconda volta per strappare il me-
gafono che le donne usavano, a quel punto, anche per spiegare a chi passava da lì
e domandava (in piazza Cadorna c’è una stazione, è sempre piena di gente) che
cosa mai fosse successo. Le ragazze, le donne - inizialmente una cinquantina -
hanno provato a resistere, spingendo contro gli scudi dei "tutori dell’ordine" con
le mani e poi con le parole (tante parole).
Le cosiddette libertà civili, libertà di parola, di pensiero, di espressione, di asso-
ciazione, in questo Paese sono vuoti termini insulsi, come lo è, evidentemente, il
concetto di democrazia.

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Oggi sempre la Polizia ha sgomberato con delle ruspe (sigh) un campo di nomadi
schiavi di questa società a Milano, in via Forlanini. C'erano bambini, bambine,
donne, ragazze...se anche questa non è violenza sulle donne, se anche questo non
è uno stupro da parte della Polizia allora che cos'è?
Scrive l'AGI:
Sedici baracche e sei tende occupate da 30 rom romeni: un insediamento abusivo
sorto nell'ex caserma di viale Forlanini che gli agenti del Nucleo Problemi del
Territorio della Polizia Locale, con l'ausilio di Amsa, hanno provveduto a smantel-
lare questa mattina. Alle donne con minori e' stata offerto il ricovero nelle strut-
ture comunali, che al momento e' stato rifiutato. "Dopo lo smantellamento in via
Rubattino dell'ultima grande favela di Milano - ha commentato il vicesindaco di
Milano, Ricacrdo De Corato -, il piano degli sgomberi entra in una nuova fase
che prevede ormai interventi in piccoli insediamenti con l'obiettivo di arrivare al
totale azzeramento. Nei campi regolari, invece, proseguira' l'opera di alleggeri-
mento. Le nostre prime sentinelle sul territorio - ha proseguito De Corato - sono
i cittadini. E' grazie anche alle loro preziose informazioni che possiamo contra-
stare sul nascere, quando dunque e' piu' semplice agire, gli insediamenti abusivi.
Il piano prevede prossimi interventi in via Gonin, dove c'e' anche attivita' di
spaccio nei giardini e degrado; in via Valsesia, dove da una settimana 4 camper so-
stano nel piazzale trasformandolo in un letamaio, e al Cavalcavia Giordani. Quin-
di in via Sant'Arialdo, via del Ricordo, via Medici del Vascello, via Vaiano Valle e
via Ardissone. E interverremo anche in via De Lemene, al civico 51 della Cascina
Boldinasco, dopo che abbiamo sgomberato il civico 55 della stessa via occupato da
120 abusivi, nordafricani, romeni e sudamericani. In via Novara, intanto, sono
iniziati i lavori di abbattimento di 8 container lasciati liberi da sei nuclei familiari
che se ne sono andati spontaneamente e che avevano perso i requisiti per dimora-
re nel campo. Le strutture in particolare erano state allargate con interventi abu-
sivi che le avevano trasformate in casette in legno e mattone. Il Nuir ha anche
abbattuto alcuni box. I lavori proseguiranno anche la prossima settimana.  
Oggi (fonte Radio Popolare), i manifestanti della ALCOA che manifestavano a
Roma sono stati caricati e manganellati dalla Polizia.

sabato, 28 novembre 2009


Il pendolare incazzato 1 - aumenti del 20%, i misfatti di Trenitalia.

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Ed eccoci alle rubriche promesse. La prima si intitola, come potete ben leggere,
Il pendolare incazzato. Chi di noi non lo è mai stato? Credo siamo stati un po
tutti e tutte pendolari incazzati. Così, perché non uscire dall nostra solitudine
cronica (e un po voluta) e denunciare i misfatti e i (non) fatti di Trenitalia? Bene
io ci provo, pubblicando settimanalmente ogni Sabato i pareri dei e delle pendo-
lari.
Ovviamente questa rubrica è molto aperta a lettere, che possono essere inviate a
ettoregiosue @ gmail.com (senza spazi!). Le pubblicherò molto volentieri. Aprite
la vostra mente e prendete in mano la tastiera.
Oggi partirò dal nuovo orario dei treni, che entrerà completamente in vigore dai
primi giorni di Dicembre. Orario che non risolverà i mille problemi dei pendolari:
infatti, se in parte vengono aggiounti nuovi orari, dall'altra vengono cancellati
man mano i treni a lunga percorrenza non Alta Velocità o vengono deviati gli
stessi allungando il tempo di percorrenza (e il costo) del 20%. Per i treni regiona-
li, invece, non verranno stanziati molti soldi e così non verranno prese in conside-
razione le richieste dei pendolari che chiedevano un aumento delle norme igeni-
co-sanitarie e maggiore puntualità. I ritardi, a volte assurdi, continueranno a es-
serci - state tranquilli.

Ho illustrato questi punti ad alcuni pendolari sui treni, ed ecco le risposte che ho
ricevuto.
Sara, una pendolare dell'hinterland milanese, 24 anni, mi ha raccontato le sue de-
lusioni sul nuovo corso di Trenitalia.
Quando Moretti è diventato nuovo AD di Trenitalia credevo che le cose sarebbe-
ro cambiate. In realtà possiamo vedere tutti come i problemi strutturali delle Fer-
rovie non siano cambiati. L'aggravante è che, nonostante i prezzi italiani fino a
ora sono stati quelli più bassi in Europa, adesso con l'aumento delle tariffe del
20% ci sarà un dislivello tra il prezzo del biglietto e la qualità del servizio. Qualità
che, sicuramente, non si allinerà agli Standart europei. Vorrei fare un esempio: in
Giappone i treni sono sì costosi, ma il servizio è impeccabile: i treni arrivano
massimo con due minuti di ritardo, sono puliti e veloci. In Italia perché ciò non
accade? 
E come non dar torto a Sara. Ma prima di andare avanti ho provato a fare una ri-
cerca sul costo e tempo in una fascia chilometrica Roma-Milano in tanti stati eu-
ropei. Ecco i miei risultati (seconda classe).

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1. Roma - Milano con Trenitalia costa 75,10€ con l'Av ed arriva in 3:59 ore
(sembra in offerta l'orario...) mentre con L'IC si spende 44 euro ma si arriva
in 6:19 ore. Sono 585 km. 
2. Innsbruck - Vienna con OEBB costa 58,30€ con ES ed arriva in 4:54 ore,
non esistono treni più lenti (salvo cambi) e per i possessori della Carta
clienti (75% dei pendolari austriaci) costa 24,15€, la metà. Sono 572 km.
3. Monaco - Berlino con DB costa con l'ICE 113€ e arriva in 5,49 ore. Non
esistono (salvo cambi) treni più lenti o veloci. Sono 550 km.
4. Facendo due volte (per avere 520 km) la tratta Zurigo - Lugano con SBB il
costo è di 78,43 euro e si arriva in 5,14 ore (2,37 x 2).
5. Parigi - Lione con SNCF costa 44,90 e arriva in 1,57 ore. Sono 475 km.
Ecco qua. Dalla ricerca possiamo vedere che il treno più economico è L'IC italia-
no, MA è anche il più lungo. Rispetto all'AV italiano, invece, è più caro del-
l'OEBB austriaco e del SNCF francese (e dire che i treni francesi erano i più co-
stosi...) mentre è più economico del DB tedesco e del SBB francese.
Bene, ora quello che non sapete. Questi prezzi sono riferiti a un ipotetico viaggio
con partenza domani, 29 Novembre alle 8. Ma se solo spostiamo la ricerca al 20
Dicembre (dopo i famosi rincari Trenitalia) scopriamo che l'AV costerà ben 90
euro (+ 21%). Quindi i nostri treni saranno più cari anche di quelli Svizzeri, e un
po più economici di quelli tedeschi.
Ma continuiamo con l'inchiesta trai passeggeri.
Una studentessa di origini siciliane, ma residente a Roma mi dice:
Davvero? E' un aumento non auspicabile per nessuno. E' tutto un magna magna,
ci saranno delle bizzarre motivazioni a questo aumento. In realtà il servizio è pes-
simo. Vorrei ricordare come, ad esempio, Il treno Roma-Palermo ci mette 13 ore,
con condizioni igeniche pessime e prezzi più alti dell'aereo. 
Nello stesso momento in cui il sottoscritto stava intervistando dei turisti spagno-
li, gli stessi hanno ricevuto 5 euro a persona di multa per non aver vidimato il bi-
glietto regolarmente acquistato. La multa è stata fatta per diritto di annullamento
del biglietto. Inutili le proteste (avanzate dal sottoscritto) facendo notare come le
indicazioni sul biglietto non dicevano nemmeno di vidimare il biglietto e non
erano tradotte in inglese (ma solo in tedesco, sigh).
Avanzando dubbi sulla costituzionalità di tale multa, credo che Trenitalia vada
avanti un po troppo grazie a queste multe, basandosi sulla impossibilità di comu-
nicare della clientela turista e in generale straniera. Inoltre dove vanno a finire
questi soldi? Nel grande calderone Trenitalia. Perché non vengono utilizzati per

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ristrutturare i treni? Mi verrebbe da pensare perché vanno nelle tasche degli AD.
Grazie e alla prossima settimana con Il pendolare incazzato.

martedì, 01 dicembre 2009


Al di la' dell'anima - riflettendo sulla vita.
Also: Read english translation of the post: "Beyond the soul - thinking on life"
Esperanto! Blog ha festeggiato, se così si può dire, il suo centesimo post. Lo ha
fatto con una risposta di Charlin Chaplin, che lui diede alla domanda "Per che co-
sa vale la pena combattere?".
Ci sono tante riposte che una persona può dare a questa domanda che, va ricor-
dato, è una delle domande esistenziali alla quale l'uomo cerca da millenni di storia
di rispondere. Il sottoscritto, curatore di questo blog, non sa bene per cosa vale la
pena combattere o vivere.
Li verrebbe da dire che vale la pena combattere contro l'AIDS che, oggi qualcuno
lo ricorda, provoca centinaia di miliaia di morti in tutto il mondo, in particolare
nei paesi poveri dell'africa subsariana. 
Oppure per tutte quelle donne che hanno e continuano a subire violenze fisiche
da parte di uomini maschilisti, ipocriti e senza cervello. Uomini che spesso sono
proprio dentro le istituzioni e le organizzazioni che dovrebbero proteggere questi
gruppi sociali. Uomini di chiesa, di governo, di oppressione.
Li verrebbe da dire che vale la pena combattere a favore dell'ambiente, che ormai
da anni e anni viene distrutto. In poco meno di cento anni l'uomo è riuscito a fare
quello che in migliaia di anni non era riuscito, distruggere la Natura. Anche se
non sa che la natura si è sempre ribellata, e anche questa volta lo farà.
Li verrebbe da dire che vale la pena vivere per l'Amore, per l'universale, per l'infi-
nito
Lettera aperta agli italiani.
Lettera aperta agli italiani di Ettore Trozzi, studente e blogger.
Carissima e carissimo,
ti scrivo dal mio piccolo, piccolissimo, perché credo che non sia soltanto il mo-
mento di pensare ma, anche, di scrivere e capire se in Italia sia possibile gridare il
nostro malcontento assieme. In questi ultimi anni siamo sempre stati lasciati e
relegati da soli, senza possibilità di interagire tra di noi e ribellarci a un sistema

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marcio in ogni sua componente. Lo hanno fatto perché da soli è più difficile capi-
re la portata degli eventi ed è quasi impossibile credere di poterli cambiare. Lo
hanno fatto perché possono disporre di (quasi) tutti i mezzi di comunicazione:
televisione, giornali, ecc, e con essi possono decidere cosa sia importante per te e
cosa no.

Quando ti scrivo da alcuni giorni stanno parlando dell'attacco ricevuto da Berlu-


sconi ad opera di Tartaglia. Il dibattito (sigh) politico è incentrato ora sui man-
danti morali di questo gesto. I media non parlano d'altro: solidarietà al premier e
duro attacco ai mandanti morali che hanno permesso questo gesto. Una corsa
frenetica piena di insulti e ipocrisia. Infatti, mi chiedo, da quando i politici italia-
ni sono scandalizzati dagli atti di violenza? Me lo chiedo perché erano in pochi a
esprimere solidarietà e giustizia alla famiglia Giuliani il 20 Luglio 2001 quando
Carlo fu ucciso (e qui è il caso di dire senza se e senza ma) dalla Polizia. Lo Stato
non si scandalizzò, non ci fu la gara al messaggio più solidale, non ci furono file al
cimitero da parte di esponenti del Governo. Avvenne l'incontrario: si cercò di
cancellare l'accaduto e, attraverso i media, di far desistere quella parte di popola-
zione che gridava giustizia. E come lui ci sono tanti: i morti sul lavoro, i morti in
Piazza Fontana, le aggressioni subite dai migranti, dalle donne, dai più deboli. Ed
ogni volta la stessa storia e lo stesso imperativo: cancellare la memoria. Nessuno
che era pronto a rilasciare interviste, a lanciare accuse. Nessuno che cercava i
mandanti morali e non di queste morti. E sai perché? Semplice e triste: i mandan-
ti erano loro. A Genova in regia di comando per la “sicurezza” c'erano il Presiden-
te della camera Fini, lo stesso che viene creduto baluardo della democrazia, Berlu-
sconi, Claudio Scajola, insomma tutte quelle persone perbene che ora sono “soli-
darietà senza se e senza ma”. Inutile ricordarvi di come Carlo per i media era un
pazzo che provocava, e di come la morte, in fondo, se la sia cercata. In Piazza
Fontana sono morti 17 innocenti. E ad oggi, dopo 40 anni, i mandanti della stra-
ge, fascisti e politici corrotti, non sono ancora stati assicurati alla giustizia.
Pochi giorni fa a Roma delle donne manifestavano nella giornata contro la violen-
za sulle donne, quando sono state picchiate dalla Polizia. Alcune manifestanti
hanno riportato gravi ferite al volto, molto più gravi della carezza data a Berlu-
sconi. Avete sentito voi i Maroni, i Bossi, i finti oppositori, parlare di atti terrori-
stici, di mandanti, di odio e così via? Io no. Nel loro linguaggio ho sentito soltan-
to i cazzo, le palle, i padroni a casa nostra, fuori i clandestini, i padania libera.
Perché nessuno si scandalizza quando Bossi dice che i “padani devono prendere le
armi” e così via?
Forse sono ingenuo ma rimango scandalizzato da tutte queste cose, rimango
scandalizzato quando Emilio Fede accusa e offende Paolo Ferrero, segretario Prc,

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dicendo che lui è la vergogna dell'Italia. Offendendo, un po, tutti quelli che vo-
gliono lottare per un Italia migliore.
Ho un po paura e disgusto a vivere in questa Italia triste. Non vedo un futuro per
noi giovani, e non è soltanto un modo di dire. Ci dicono che dobbiamo avere fi-
ducia e ottimismo e poi non fanno nulla per prendere provvedimenti a favore del-
l'ambiente, del lavoro, della ricerca. Sono consapevoli che quando noi saremo
grandi avremo un Italia, un mondo, ormai rovinato. E loro, sulle nostre spalle, po-
tranno aver rovinato tutto senza doverne pagare le conseguenze.
Grazie di avermi letto.
Un abbraccio.

Il pendolare incazzato 2 - reclami e rimborsi.

Oggi scrivo una guida pratica per tutti i  pendolari che vogliamo presentare un
reclamo o chiedere un rimborso a Trenitalia. Anzitutto dobbiamo capire la loro
funzione.

Solitamente si presenta una richiesta di rimborso per tre principali motivi:


1. Non intendiamo più utilizzare il biglietto acquistato per nostre ragioni per-
sonali. In questo caso Trenitalia è tenuta al rimborso dell' 80% sui treni Eu-
rostar/AV (o del 50% se si rinuncia al viaggio dopo la partenza del treno).
Per gli Intercity, invece, il rimborso è dell' 80% se il prezzo del biglietto su-
pera gli 8 € (viceversa il rimborso non viene corrisposto).
2. Il treno ha fatto ritardo. In questo caso Trenitalia rimborsa: gli Eurostar/
AV interamente del 100% se il treno parte dalla stazione di partenza con
60 minuti di ritardo, è stato soppresso (per qualsiasi motivo), il treno arriva
in ritardo per una coincidenza Eurostar o se l'autorità pubblica impedisce
la prosecuzione del viaggio. Per gli intercity (e altri treni) interamente del
100% per i motivi sopracitati e se non c'è posto nella classe per la quale si è
pagato il biglietto.
3. Abbiamo perso una coincidenza per aereo/nave. In questo caso chiedere il
rimborso può apparire difficile, in quanto Trenitalia cerca di far desistere il
cliente. Per prima cosa dobbiamo presentare un reclamo scritto attraverso
un centro di assistenza alla clientela o attraverso una biglietteria con tutta
la documentazione (importante: fare delle fotocopie!!) . Se entro 60 giorni
non riceviamo risposta (molto possibile) o riceviamo risposta negativa, allo-
ra possiamo procedere con il servizio di conciliazione Trenitalia-associazio-

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ne consumatori o con una denuncia di natura giudiziale o stragiudiziale.


Nel caso di incertezze conviene chiedere a una delle tante associazioni di
consumatori (io suggerisco CittadinanzAttiva).  
Il reclamo invece ha altri scopi e può contenere a sua volta sia una richiesta di
rimborzo o semplicemente una delucidazione da parte di Trenitalia. Esemplifi-
cando:
1. Potete presentare un reclamo, e quindi una richiesta di rimborso, per danni
arrecatevi da Trenitalia per diversi svariati motivi: aria condizionata non
funzionante, danni fisici dovuti a guasti, malattie da contagio dovute a
sporcizia e così via. Importante è fornire tutta la documentazione e ove
possibile anche certificazione mediche. In questi casi è importante sapere
che Trenitalia cercherà in tutti i modi di negarvi qualsiasi rimborso. Cer-
cheranno di non rispondervi, di negare l'accaduto e così via...se si ha ragio-
ne conviene sempre andare fino in fondo.
2. Per reclami di altra natura conviene lasciar perdere, o informare i giornali
(così si fa un danno maggiore a Trenitalia...=) ). Il problema infatti è sempre
quello: Trenitalia ha una scarsissima considerazione dei suoi clienti.

mercoledì, 06 gennaio 2010


La nostalgia

(english version of this post)


Sei una parola non detta, che nasconde silenzi, immagini, pensieri, luoghi, perso-
ne. Sei un ospite che entra dalla finestra, e ti nascondi ove io non ti possa vedere.
E magari un giorno, mentre io sto facendo altro, entri dirompente nel mio
animo...con un profumo particolare, una canzone, l'aroma di una sigaretta,
un'immagine, una frase intrappolata in una nota d'aria fluttuante su di me. E io
rimango colpito, violentato. Non capisco cosa stia succedendo. Provo una forte
emozione, lacerante, di quelle che non si riescono a vivere perché io non sono
come la natura...sono un piccolo essere. Poi le immagini di quegli attimi felici,
spensierati, fanciulleschi, in una parola unici. Io e te soli su quel letto rubato, co-
me il nostro amore e la nostra passione dai silenzi affettuosi dell'amicizia, ci ab-
bracciamo, ci baciamo profondamente, con trasporto, impulso, impeto. Sappia-
mo che saranno solo voluttuosi momenti, carpe diem, che scompariranno perché
l'esaltazione dell'intenso è immortale solo sulla carta. Poi ti spogli, anzi sono io a
cercare la tua camicetta bianca, che sempre immoralmente osservavo, e sbotto-
narla con frenesia. Il tuo seno è soffice e ben delineato, mi piace accarezzarlo e

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sentire che i nostri corpi non sono più nostri ma vittima di qualche magia che
non conosciamo.
Poi vivo altri flashback, io e te passeggiamo assieme come amici speciali, ogni
tanto ci diamo giocosamente la mano, ognuno di noi parla, si confronta, senza li-
tigare, senza preoccuparsi. Il nostro è un rapporto paritetico, svincolato dagli in-
ganni delle relazioni amorose. Il nostro era un amore diverso. Ti ricordo su quel
treno, un po' arrabbiata perché le cose non sono andate come volevi e un po' tri-
ste perché devi andare via da me. Mi dai dei baci, come due innamorati che non
siamo. Io ti amo, sì, ma questa è un'altra storia. Ho pianto, non sai quanto e non
sai il motivo.
E poi c'è lei, l'altra, quella per la quale avevo dato la mia vita. Il suo corpo, le sue
parole, la sua voce mi fanno tremare. I lunghi viaggi per andarla a trovare, i nostri
litigi, i nostri sogni, le notti passate facendo l'amore, scoprendo il mondo
assieme...quell'anello che ognuno di noi due teneva al dito. Mi mancano. Mi sen-
tivo come il colore di un arcobaleno.
E infine c'è l'inizio di questa storia, la nostalgia.

mercoledì, 10 febbraio 2010


Eccoti.

 Eccoti. Il tuo sorriso.


Mi da una strana sensazione, quella alla quale non so trovare un nome. La cerco, e
se fossi un poeta mancato, un bambino come lo sono in tanti, ti direi che è amo-
re.
Così, come te l'ho detto la prima volta, quando tu non mi risposi, o forse quei ba-
ci, quella frenesia, erano parole di un linguaggio a me sconosciuto.
Ma non può essere, sai ho cercato sui dizionari ed è tutto così falso, sbagliato.
Tutte quelle voci sono incatenate al bigottismo della scienza e della semplicità.
Eccoti. I tuoi occhi.
Li ho visti vicino a me, quando ero nella dolce disperazione di quel sentimento. E
quando ero a un passo dalla morte e mi ero dimenticato del giorno, e me li raffi-
guro anche ora. Non mi serve guardare una tua foto, anche le foto sono false.
Chiudo gli occhi, e anche i tuoi si chiudono, e siamo io e te, protagonisti di un
grande concerto dove la musica è senza note.
Sono belli, ma non sono nemmeno il riflesso di quello che nascondono.

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Sai, spesso vorrei essere il tuo fidanzato; come il mondo vuole, mandarti dei mes-
saggi romantici prima di andare a dormire, pensare di essere nei tuoi pensieri,
ascoltare la tua voce ripetere “Ti amo”. Ma ora mi accorgo di quanto sarebbe in-
giusto e stupido. Non è forse distruggere questo sentimento? Credere che la bel-
lezza di sognarti, la gioia di stare assieme a te, l'entusiasmo di vederti felice, e
l'infinita amicizia siano soltanto vittime di qualche status quo da raggiungere in-
vece di essere carpe diem da vivere, non è forse sbagliato? Credo di sì.

sabato, 27 febbraio 2010


Ecco come l'Italia e' diventata una dittatura liberista.
Trovare analogie tra Mussolini e Berlusconi è facile. Ancora di più lo è tra il Pre-
sidente del Consiglio e Hitler. Disprezzo per il parlamento, per la giustizia (il
processo breve mi ricorda tanto il processo agli oppositori politici nella Germania
nazista), per ogni forma di democrazia pluripartitica e costituzionale. E queste
sono cose che si dicono, così, per alzare la voce e forze credere di prendere qual-
che voto in più. Ma così non è: questa non è soltanto propaganda contro Berlu-
sconi, ma bensì la dura e difficile verità sull'Italia. Ovvero di come, dopo anni e
anni di lavoro per cambiare culture, sogni, leggi e quant'altro, Berlusconi sia di-
ventato il Capo supremo, il Dittatore di una nazione che è diventata cosa sua, e
soltanto sua. Sia chiaro, tutto questo non è successo con le armi. Quando il Berlu-
sconi è "sceso in campo" lo ha fatto con tante bugie e tanto controllo mediatico.
Grazie a i suoi soldi è entrato pian piano nelle teste degli italiani, proclamandosi
salvatore di un'Italia dove la corruzione era insita nei parlamentari. 
Lobomotizzando le menti e i sogni degli italiani è riuscito a costruirsi una reputa-
zione di persona democratica che vuole soltanto il bene del (suo) Paese. Ogni tan-
to cambiava qualche legge a suo favore, poi ha aperto, con savoir-fair, le porte del-
la sua coalizione a frange razziste, antimeridionali, neofasciste, mafiose, corrotte
del panorama politico italiano. Sempre con il sorriso (o forse il gigno) sul volto ha
deciso che alcuni partiti politici andavano eliminati (inserendo lo sbarramento
che ha così permesso di annullare il voto di più del 10% degli italiani. Poi ha ini-
ziato una campagna politica, ha cercato di dare significati al suo progetto. E così,
non potendo dire che del prossimo non gli importa nulla, ha deciso che il prossi-
mo più povero era cattivo. Proletari, migranti, studenti del terzo stato e così via
erano un costo per la società. L'Italia agli italiani, ha detto. Soprattutto a quelli
figli di papà, raccomandati, di parlata lombarda e che fossero delle pecore asservi-
te al suo progetto dittatoriale. Ora è arrivato al passaggio finale, quello di elimina-
re le elezioni. Sono convinto che presto lo farà, entro un anno o due. Sempre con
quel suo controllo e modo di fare. E dubito che i miei concittadini capiranno.

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Dubito che capiranno che se qualcuno non si presenta con mitragliatrice e ber-
retto alla romana può essere un dittatore lo stesso. Un dittatore liberista che la-
vora per il suo tornaconto.

domenica, 28 febbraio 2010


La bellezza è forse il motivo per cui scrivo.

La bellezza è forse il motivo per cui scrivo. Ricercarla, acchiapparla per poi cerca-
re di intrappolarla per sempre attraverso delle parole. Ma lei è indifferente, altresì
odia questo connubio, lo considera un crimine – come credere di intrappolare la
magia e il profumo dei fiori nei vasi. Forse la bellezza diffida del tempo, muore
nel passato e non è ancora nata nel futuro. Ho sentito persone dire che sia im-
mortale, ma loro l'hanno forse conosciuta, l'immortalità? La immagino piuttosto
come l'epitaffio della felicità, che può esser letto soltanto da coloro che amano,
che sorridono, nascosta in un abbraccio, in un bacio, in una ragazza. 

A volte camminando i miei pensieri vogliono ricordare la tua bellezza, la bellezza


del nostro amore, quando volavamo precari sui colori dell'arcobaleno. E la città,
la strada, le persone, le macchine...rimangono in silenzio, come i pescatori quan-
do ascoltano la voce del mare. Ma nella mia mente galleggiano soltanto le foto dei
tuoi sorrisi. 
Sai, amore, non ti incontrerò più sulla strada della mia vita...perché così è la vita,
e così dobbiamo prenderla. Sono sicuro, incontrerò ancora la bellezza, l'amore
che scompariranno di nuovo e, in un eterno nascondino, dovrò ricercarli.

lunedì, 15 marzo 2010


I numeri della violenza sulle donne e della loro emancipazione.
Qualche giorno fa è ricorsa la giornata internazionale della donna, l'otto Marzo.
Si è parlato soltanto di mimose, di cene in ristoranti di lusso, spumante e chi più
ne ha ne metta. Non si è parlato dei dati sulla violenza nei confronti delle donne e
di quanto a quest'ultime vengano negati i maggiori diritti elementari. 
La violenza negli Stati Uniti

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Secondo il NOW, National Organization for Women, soltanto negli Stati Uniti
ogni giorno vengono uccise tre donne da partner intimi alla vittima, quali mariti,
ragazzi e amanti. In un anno sono 1,181 vittime. 
Le violenze domestiche non regalano dati migliori, infatti il Centro americano
per il controllo delle violenze mostra che ogni anno negli USA si registrano 4,8
milioni di abusi fisici e stupri a danno di donne da parte di famigliari (o partner).
Meno del 20% di queste violenze riceve una adeguata cura medica in ospedale. 
Sempre negli Stati Uniti, 232,960 donne vengono stuprate ogni anno e cioè 600
casi ogni giorno. 
La ricerca del NOW dimostra che queste violenze non hanno soltanto un impat-
to sulla vittima, ma anche sui suoi amici e figli, ripercuotendosi anche sulla socie-
tà nel suo insieme. Infatti queste violenze costano 8,1 billioni di dollari sul servi-
zio sanitario, psichiatrico e lavorativo. 

La violenza in coppie LGBT


Nonostante sia difficile parlarne, sia per pregiudizi che per falsi miti nella popola-
zione, secondo il National Organization of Anti-Violence Programs le violenze
tra coppie lesbiche o omosessuali sono quantificabili nello stesso numero delle
coppie eterosessuali. 
La violenza sulle donne in Italia
In Italia il maggior studio statistico svolto sulla violenza sulle donne è una ricerca
svolta dall'ISTAT del 2006 dal titolo "La violenza contro le donne" . Dallo stu-
dio emerge che "il fenomeno della violenza fisica e sessuale degli uomini contro le
donne ha riguardato un terzo delle donne che vivono in Italia: sono, infatti, 6 mi-
lioni e 734 mila (il 31,9%) le donne vittime di tali violenze nel corso della propria
vita". Sono circa 5 milioni le donne che hanno subito una violenza sessuale, se-
condo il prospetto 1.1 di questo studio. 
Analizzando con attenzione le diverse tipologie di violenza fisica emerge che nel-
la maggior parte dei casi le donne hanno subito strattonamenti o spinte (56,7%
delle violenze fisiche), minacce di violenza che le hanno particolarmente spaven-
tate (52%), sono state prese a calci, schiaffi e pugni (47,8% rispetto al 15,4% per
uomini non partner), tentativi di strangolamento o ustione (6,6% contro il 2,2%).
Sempre secondo lo studio Istat, in Italia il partner mette in atto violenze gene-
ralmente più gravi e che minacciano seriamente la salute della donna rispetto al

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non partner. La violenza fisica viene perpetuata senza distinzioni geografiche,


unica eccezione sono le minacce di violenza fisica subite dalla donna nel corso
della vita che sono più frequenti al nord. 
Nelle violenze sessuali i rapporti indesiderati sono perpetuati nella maggior parte
dei casi (93,6%) dai partner della coppia che sottopongono la vittima anche a atti
sessuali degradanti/umilianti. Il partner è anche l'autore della maggioranza degli
stupri (69,7%). 
In linea generale, considerando tutte le tipologie di violenza sessuale, i non part-
ner sono colpevoli nel 20,4% dei casi, mentre i partner nel 79,6% dei casi. Va co-
munque precisato che i non partner sono anche amici e parenti (nel 3% dei casi).
Nei non partner la fascia di età dei violentatori è nella maggioranza di 30-35 anni,
e la loro professione è nella categoria  quadri/dirigenti/impiegati. 
La violenza sulle donne nel mondo
In tutto il mondo ecco una panoramica dei dati sulla violenza sulle donne:

1. 60 milioni di bambine non hanno mai superato l'anno di età a causa di


aborti decisi da uomini a causa del sesso della futura nascitura e infanticidi
(sempre ad opera di uomini). [Studio dell'ONU, del 2000]
2. Una donna su tre è stata vittima di violenza fisica e sessuale [Studio già ci-
tato]
3. Oltre quattro milioni di donne sono vittime del traffico internazionale ogni
anno [Stud.cit.]
4. Gli omicidi di "onore" nei confronti delle donne tolgono la vita a migliaia
di donne ogni anno (soprattutto in nord africa). [UNFPA]
5. Uno studio in alcuni paesi africani come la Nigeria ha dimostrato che il
16% di pazienti che avevano contratto malattie sessualmente trasmittibili
aveva meno di cinque anni [UNFPA]
Le donne nei parlamenti
Appare ovvio che per contrastare la violenza sulle donne la politica dovrebbe es-
sere piena di donne. Eppure no, solo uno stato nel mondo ha un parlamento
composto da maggioranza di donne (il Rwanda). Seguono la Svezia (46,4% di
donne parlamentari), Cuba (43,2%), l'Islanda (42,9%), Olanda e Finlandia. Per
trovare l'Italia nella classifica dell'IPU, dobbiamo scendere, dopo stati come
l'Etiopia, la Cina e Senegal, al 56 posto. 

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L'Unione Europea. Nel Parlamento Europeo le donne sono soltanto il 31,1% men-
tre nella Commissione Europea il 20%.
Questi dati mostrano come le donne non abbiano potere politico ed economico,
e che siano relegate, nella vita di tutti i giorni, a decisioni prese da uomini potenti
e guerrafondai. 
Le donne e il diritto di voto
Nonostante che in quasi tutte le democrazie del mondo le donne hanno il diritto
di voti, è utile ricordare come in molti stati (specialmente africani) le donne siano
costrette con le armi a non votare o a scegliere un candidato (ovviamente ma-
schio!) rispetto ad un altro. Il diritto di voto in Italia tecnicamente non è univer-
sale, in quanto per il senato bisogna avere più di 25 anni. 

domenica, 28 marzo 2010


L'illusione del voto libero, ecco il sistema dell'appalto del voto.
 Oggi e domani siamo chiamati a scegliere i nostri governanti. In teoria, e forse
anche in pratica, il voto è una delle massime espressioni di democrazia. Attraver-
so il voto, come ben saprete, si sceglie liberamente e con coscienza il partito poli-
tico, la lista civica che dovrà amministrare il nostro territorio, la nostra cultura, le
nostre tasse e così via. Come diceva Platone i governanti sono lo specchio della
società, e non possono far altro che rappresentarla: se la società è marcia i gover-
nanti saranno marci, altresì una società sana e intelligente avrà governanti
diligenti. 
Ma non è proprio così. Se è infatti vero che molti italiani si accontentano ormai
di slogan facili, del leader forte e di soggetti politici populisti (e sia ben chiaro,
non mi riferisco soltanto a Berlusconi), è anche vero che il sistema di informazio-
ne e di spartizione partitica dei poteri crea un meccanismo tale che decide a prio-
ri l'esito del voto. Questo sistema, che potremmo chiamare di "appalto del voto",
è strutturato e si avvale di diversi mezzi per raggiungere il proprio compito: 

1. I soldi. Come potrete ben immaginare è decisivo per la riuscita di una


buona campagna elettorale l'uso massiccio di denaro, che in questa fase
viene visto come una sorta di investimento, dove l'affidabilità dello stesso

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viene garantita proporzionalmente alla mole di soldi spesi. Tanto per capir-
ci meglio fonti vicine allo staff di Formigoni, candidato PdL per la Lombar-
dia, riferiscono una spesa di 1,5 milioni di euro. Sempre nella stessa regione
il PD spenderebbe per Penati Presidente sui 200.000 euro. Queste cifre
però, riguardano soltanto la figura del candidato presidente. Quindi dob-
biamo aggiungere le spese di tutte le liste a lui collegate, e di tutti i vari
aspiranti consiglieri che arrivano a spendere fino a 300.000 euro a testa
(per le liste Pdl, PD - fonte Il sole 24 ore). Il perché si spendano tutti questi
soldi è ovvio: più si spende più voti si ricevono. E' una equazione semplice.
E già qui la democrazia è andata a puttane. Il secondo perché è il ritorno
economico. Non vorrete infatti credere che si spendano così tanti soldi per
il bene del paese, vero? Possiamo affermare, quindi, che la politica dei mag-
giori partiti politici (Pdl, Pd, Idv, Lega...) funziona come una azienda: ad un
investimento deve tornare un rendiconto- altrimenti si va in fallimento.
Ovviamente con questo non voglio dire che i partiti non debbano spendere
soldi per la loro campagna, è giusto però soltanto nel minimo indispensabi-
le, in forma equa e paritaria. Quando invece i soldi sono troppi il sistema
diventa marcio e il bene di tutti i cittadini non viene più contemplato. 
2. L'informazione.  Il controllo dell'informazione è un altro fattore che
contribuisce fondamentalmente a questo sistema di appalto del voto. In un
paese democratico e giusto ogni soggetto che si candida a governare il pae-
se dovrebbe godere dello stesso spazio mediatico e informativo. Uguale per
tutti. Non è una Utopia e non vale il discorso "ma perché dovremmo parla-
re dei più piccoli?". Se non si ha la possibilità di decidere in coscienza il vo-
to è già di per se truccato, deciso a tavolino. Ora suddividiamo tra informa-
zione televisiva e quella della carta stampata. In televisione, lo dicono i
dati dell'AGCOM, nei telegiornali, il PdL ha goduto del 67% dello spazio
complessivo, il PD del 20,19%, la Lega Nord del 3,5%, l'Italia dei Valori il
4,9%, l'UDC del 5,50%, i Verdi dello 0,25%, la Federazione della Sinistra lo
0,11% e seguono gli altri. Anche il mio gatto che si chiama Hemingway e
vuole soltanto mangiare capirebbe che vince chi controlla il 67% della in-
formazione, e perde chi ha lo 0,11%. Ma ciò non vuol dire che chi controlla
l'informazione televisiva faccia il bene del paese. Anzi. Per la carta stampa-
ta, secondo una ricerca personale, sono comparsi in articoli politici negli
scorsi 2 giorni il PDL in 147 articoli, il Pd in 108, la Lega Nord 98,  IdV 90
e Federazione della Sinistra in 20. Queste stime vanno calcolate per i big
in difetto, in quanto non tengono conto di alcuni giornali che non ho potu-
to analizzare (Il giornale, Libero, Secolo XIX...). 

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3. La mafia. E vorremmo forse credere che in tutto questo la mafia stia a


guardare? Eh no, se in partiti politici come PdL, Lega, Idv e Udc sono pre-
s e n t i   q u a d r i d i r i g e n t i c o m e C u f f a r o , D e l l ' Ut r i , C a l d e r o l i ,
Damonte...credete forse che quest'ultimi rinunceranno a contattare e farsi
aiutare dai loro compagni di merende? No. E le mafie quindi contribuiran-
no alla vittoria dell'uno o dell'altro. Ovviamente non per il bene del paese. 
E concludiamo qui, per non andare oltre. Ma si potrebbe parlare dei voti di
scambio, della compravendita dei voti, della propaganda culturale (ben diversa da
quella mediatica), e così via. 
Analizzando i dati sopra presentati potremmo arrivare a calcolare (forse) le per-
centuali che usciranno dallo spoglio elettorale. Quello che è sicuro è che Pdl e Pd
saranno i maggiori partiti. Punto. E questo badate bene, non per i programmi. I
programmi sono una parte marginale di questo discorso, una parte destinata solo
a cittadini di nicchia e non schiavi del sistema, cittadini liberi. 
In questo scenario purtroppo reale, dobbiamo prendere atto che progetti politici
validi e strutturati, con programmi, persone oneste, senza collusioni di alcun ge-
nere sono oscurati. Sono fuori dal sistema, fuori da logiche aziendali e mafiose, e
quindi fuori dai seggi, fuori dall'amministrazione. Soggetti che potrebbero porta-
re una Rivoluzione in tutti i sensi nel paese, buona politica, un futuro. Questi
soggetti, nella mia analisi sono: La Federazione della Sinistra, che ho votato, Sini-
stra e Libertà, Lista Bonino-Pannella e quelle liste di democrazia attiva come
Per il Bene Comune. 
La presidente di "Per il Bene Comune", Monia Benini, che ha contribuito alla
candidatura nel Lazio di Marzia Marzoli (terza candidata sconosciuta della "Rete
dei Cittadini") ha lasciato al blog questa dichiarazione: <<Lo avevamo già visto
in occasione delle elezioni politiche del 2008 quando la lista civica nazionale "Per
il bene comune" fu oscurata dai media. In queste settimane lo abbiamo vissuto,
sempre più sconcertati e preoccupati per il regime che di fatto vige nel nostro
Paese, con la Rete dei Cittadini, la lista civica laziale.Giornali, radio e tv si sono
rincorse alla caccia delle due candidate Polverini/Bonino - parti complementari di
un sistema dannato - omettendo volutamente di attuare la par condicio nei con-
fronti della Rete dei Cittadini e della candidata a Governatore del Lazio, Marzia
Marzoli.Ancora prima di questo, siamo stati costretti a trangugiare il "decretino"
con il quale gli esclusi, secondo le disposizioni vigenti, dalla competizione eletto-
rale si sono interpretati a proprio comodo la normativa, in modo fosse chiaro a
tutti... chi detta legge>>. 

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Sempre sul tema di quest'articolo, Cosimo Rossi (Federazione della Sinistra)


dice: <<A ciascuno il suo. Che la Federazione della Sinistra sia sbattuta fuori dal
duopolio RAI-MEDIASET, te lo puoi aspettare, e si spiega con il programma bi-
partisan che trova sostanzialmente concordi PDL e PD>>

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