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Aldini- Valeriani
A.S. 2008/2009
IL VOLANO
Studio, progettazione di un auto modello scala 1:10
Disegno 3d completo e successiva analisi di un
componente e del suo processo costruttivo
MECCANICA
VOLANO
DISEGNO
TECNOLOGIA
INGLESE
FUSIONE AUTO
FORNI
ALLUMINIO MODELLO FUSIONE
1:10
Indice
1.0 Disegno 5
2.0 Meccanica
2.1 Introduzione volano ..... 14
2.2 Lavoro eccedente ..... 17
2.3 Dimensionamento del volano ... 19
2.4 Dimensionamento con lutilizzo del coefficiente
di fluttuazione .... 22
2.5 Verifica alla sollecitazione centrifuga .... 23
2.6 Verifica alla sollecitazione centrifuga mediante
calcolo integrale .... 25
2.7 Verifica applicata al modello studiato ..... 27
2.8 Nuove tipologie dimpiego ..... 28
3.0 Tecnologia
3.1 Introduzione processi per la realizzazione
di getti in lega dalluminio . 29
3.2 Materiale . 30
3.3 Fusione ... 32
3.4 Trattamento del bagno ... 34
3.5 Colata .. 36
3.6 Trattamenti termici .. 48
3.7 Controlli .. 49
4.0 Inglese
4.1 Aluminum casting process ..... 51
4.2 Rotary burner with direct flame .... 51
Argomenti approfonditi
Matematica ..... 54
Integrali definiti
Storia ...... 68
Dichiarazioni di guerra e situazione italiana
Italiano ..... 74
Italo Svevo
Bibliografia ..... 79
1.0 DISEGNO
Con immensa soddisfazione presento il progetto su cui hanno lavorato Lazzari Matteo, Cataldi
Alessandro, Arcano Fabio, Fabbri Lorenzo. La comune passione sui motori e su tutto ci a cui
sono applicati ci ha spinto allo studio di un modellino in scala 1:10. Il lavoro si basato sulla
rivelazione di pezzi gi esistenti e il successivo disegno 3d utilizzando il software cad Solid edge
sfruttando le nostre capacit apprese in questo anno scolastico e nellimpegno durante lo studio
individuale. Allinterno del gruppo il lavoro si suddiviso equamente, procedendo alla disegno dei
vari gruppi di componenti. Durante lassemblaggio dei pezzi pi complessi abbiamo avuto il
supporto tecnico e la grande motivazione dei nostri professori.
Dopo aver disegnato tutti i componenti ognuno di noi si focalizzato sullo studio di un componente
in particolare, il mio esempio lo studio del volano.
10
11
12
13
2.0 MECCANICA
2.1 INTRODUZIONE VOLANO
Il volano ha il compito di assorbire leccesso di lavoro motore rispetto a quello resistente, sotto
forma di energia cinetica, minimizzando le oscillazioni di velocit angolare.
Tra le molteplicit di impieghi ci possiamo focalizzare su esempio molto diffuso: lapplicazione sui
motori endotermici. Per individuare il campo dintervento del volano ci possiamo riferire al
funzionamento di un motore ciclo Otto, limitandoci a due sole fasi:
Fase di espansione: il pistone sotto l'azione
della pressione esercitata dai gas combusti ad
alta temperatura e tende a muoversi ad alta
velocit e grande accelerazione, ma deve
trascinare il volano, cio una grande massa, che
si oppone per inerzia al cambiamento della
velocit. La conseguenza che il pistone
rallenta e il volano accelera, il primo perde una
parte della sua energia cinetica, il secondo la
acquista.
Fase di compressione: il pistone deve ridurre il
volume del gas chiuso nel cilindro e tende a
rallentare il suo moto essendo contrastato dalla
pressione crescente dello stesso gas (il quale
per di pi si anche riscaldato). Ma il pistone,
attraverso il sistema albero - manovella - biella
collegato al volano, il quale, per inerzia, si oppone alla riduzione di velocit,
tentando di mantenerla costante. La conseguenza che il pistone pu
proseguire nel suo moto mentre il volano rallenta, rendendo al pistone
l'energia che gli aveva sottratto nella fase di espansione.
Il volano pu avere forma circolare a disco pieno, a corona con mozzo oppure a razze e corona.
La forma circolare ovviamente condizionata dal moto dell'albero motore che appunto rotatorio.
La conformazione a disco o a corona condizionata dallo spazio disponibile sulla macchina, dalla
potenza, dalla velocit e dalle funzioni secondarie eventualmente affidate al volano.
Nelle automobili ad esempio il volano a disco pieno, e quindi relativamente molto pesante, e
sulla periferia riporta la dentatura che ingrana con il motorino di avviamento per la messa in moto.
Nei treni a vapore il volano era una vera grande ruota piena poich il regime di rotazione del
motore, derivante dal moto alternativo di grossi pistoni, era caratterizzato da una grande
variabilit. In altre macchine il volano a corona di grande raggio e spesso presenta una gola
dove si avvolge la puleggia che trascina le macchine operatrici.
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2
2
volano si pu essere progettato in due modi distinti: 1) grande massa e piccolo raggio; 2) piccola
massa e grande raggio. Il secondo modo appare pi conveniente in quanto il raggio compare con
esponente due e quindi sue piccole variazioni comportano grandi variazioni di momento dinerzia.
Da quanto detto possiamo capire lo scopo di questo
organo meccanico ma doveroso approfondire
diversi aspetti.
Il momento motore non costante, ma varia
periodicamente in un giro completo dellalbero. Vi
quindi uno squilibrio fra il momento motore e il
momento resistente (Mm e Mr); la macchina perci
ruota ad un regime apparentemente uniforme,
specialmente se riferito al numero di giri compiuti
nell'unita di tempo, ma nel compiere un giro, la
velocit angolare subisce piccole variazioni che si
ripetono nel tempo con regolarit.
Nel brevissimo intervallo di tempo durante il quale il
momento motore supera quello resistente, valida la
relazione:
=
nella quale " " rappresenta I'accelerazione angolare subita dalle masse mobili ed I" il momento
d'inerzia di tali masse rispetto all'asse di rotazione.
L'accelerazione subita dalla macchina tanto pi sensibile quanto minore I'entit del momento
d'inerzia del suoi organi mobili; d'altra parte, negli intervalli di tempo corrispondenti a corse
passive dello stantuffo, il momento resistente supera quello motore, la macchina decelera ed il
valore della decelerazione (') ancora deducibile dalla relazione espressa precedentemente che
diviene:
Legge di d'Alembert
Ragionando come pocanzi, si pu dire che la decelerazione (') sar notevole per macchine dotate
di un piccolo momento d'inerzia e modesta nel caso opposto.
Ne segue che il momento d'inerzia di massa (I) la grandezza che condiziona gli effetti
prodotti dagli squilibri periodici fra momento motore e momento resistente; poich un
grande momento d'inerzia comporta accelerazioni e decelerazioni di modesta entit, risulta
chiara la convenienza di calettare sull'albero della macchina un organo meccanico, il
volano, costituito da una pesante corona circolare collegata al mozzo con quattro o pi
razze, in modo da aumentare convenientemente il momento d'inerzia dell'insieme
macchina-volano.
Tuttavia, un aumento indiscriminato della massa volanica, pur consentendo di realizzare la quasi
perfetta uniformit del moto rotatorio, pu essere nocivo sotto altri aspetti; un motore per auto
veicoli, ad esempio, dotato di un grande volano, perde buona parte della sua elasticit e non in
condizione di fornire rapide accelerazioni quando queste siano richieste dalle condizioni di
funzionamento; si preferisce perci frazionare la cilindrata totale su un numero maggiore di cilindri,
ottenendo una spinta motrice ad ogni mezzo giro dell'albero motore e riducendo, di conseguenza,
I'irregolarit del moto rotatorio senza dover ricorrere ad un volano di notevole diametro.
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Per ovviare questo problema ci si deve porre dei limiti entri i quali la massa non deve eccedere,
necessario fissare un limite al di la del quale I'irregolarit del moto non tollerabile
compatibilmente con le finalit della macchina stessa; a tale scopo, se indichiamo rispettivamente
con:
- "" la velocita angolare media della macchina;
- "1" valore minimo che la velocit angolare assume nell'intervallo di tempo corrispondente ad
un periodo completo;
- "2" il valore massimo assunto nello stesso intervallo di tempo,
Potendosi mediamente ritenere:
2 + 1
2
2 1
II grado di irregolarit una grandezza caratteristica della macchina alternativa, delle sue
particolarit costruttive, delle finalit cui essa destinata e di altri fattori secondari che si
manifestano volta per volta nei vari problemi; non essendo possibile tener conto di tutte queste
componenti, ci si limita a rilevare questo dato nella relativa tabella.
Nella stessa tabella figura anche il valore del grado di regolarit )
( (espresso in numeri interi pi
facili da gestire) definito come I'inverso del grado di irregolarit ( ); ricordando la I'espressione di
:
=
2 1
TIPO DI MACCHINA
GRADO IRREGOLARITA'
motori autotrazione
comando pompe e punzonatrici
trasmissioni di officina
telai e macchine per carta
mulini
filatoi titoli bassi
filatoi titoli alti
comando dinamo per illuminazione
comando alternatori trifasi
1 / 10 - 1 / 25
1 / 30
1 / 35 - 1 / 45
1 / 40 - 1 / 45
1 / 50
1 / 60
1 / 100
1 / 150
1 / 300
16
GRADO
REGOLARITA
10 25
30
35 45
40 45
50
60
100
150
300
Il moto rotatorio delle macchine alternative caratterizzato dal "momento motore medio", dato di
difficile estrapolazione.
La legge di variazione del momento motore sviluppato all'albero della macchina pu essere
rappresentata graficamente in un piano cartesiano, riportando sulle ascisse i valori degli angoli ()
descritti dalla manovella e in ordinate i valori del momento:
ottenuto moltiplicando I'intensit della componente tangenziale (Nt) per il raggio di manovella (r)
che ne costituisce il braccio.
Il diagramma sopra riportato del momento motore limitato ad un solo giro di manovella, in
quanto il motore considerato era del tipo a due tempi.
Esaminando il diagramma e ritenendo che il motore in questione sia monocilindrico, si ha
I'immediata conferma che il momento presenta variazioni notevoli, si annulla due volte in un giro di
manovella ed assume anche valori negativi nel tratto corrispondente alla fase di compressione.
Poich nello studio della dinamica dei moti rotatori avevamo stabilito che:
lavoro utile non e costante nell'intervallo di tempo corrispondente alle due corse, come non e
costante il momento motore prodotto dalla macchina.
Per il dimensionamento dell'eventuale volano da installare sull'albero della motrice occorre
valutare perci I'eccesso (o il difetto) del momento motore istantaneo rispetto al momento motore
medio, cio a quel momento fittizio che fornirebbe lo stesso lavoro utile mantenendo inalterata la
propria intensit per la durata delle due corse della stantuffo.
Poich il valore di Mm (momento motore medio) si suppone costante, il diagramma fittizio del lavora
assume la forma di un rettangolo avente la stessa base del diagramma reale e I'altezza pari
all'entit di Mm.
La massima area non ricoperta dar diagramma rettangolare rappresenta il lavoro eccedente; un
volano, ben dimensionato, dovr essere in condizione di immagazzinare I'energia cinetica
corrispondente al lavoro eccedente, per restituirla agli organi mobili nelle corse passive che
completano il ciclo.
Per analizzare il lavoro eccedente ed individuare lirregolarit di un motore quattro tempi quattro
cilindrico occorre effettuare la somma algebrica di quattro diagrammi (diagramma 1), uno per
cilindro, ma sfasati di fra loro; il grafico che ne risulta (diagramma 2) mette in evidenza
I'incremento del momento motore medio rispetto all'ipotesi del motore monocilindrico.
Diagramma 1
motore 4 cilindri
4 tempi
Diagramma 2
Motore 4 cilindri
4 tempi
Si nota che allaumentare del numero dei cilindri, I'irregolarit del moto rotatorio decresce
sensibilmente.
18
1
(22 12 )
2
la variazione della velocit angolare sar tanto pi esigua quanto maggiore il momento d'inerzia
di massa e, viceversa, ad un piccolo momento d'inerzia corrisponderanno notevoli sbalzi di regime.
Se sull'albero della motrice viene calettato un disco abbastanza pesante, indicando con I II suo
momento d'inerzia rispetto all'asse di rotazione
Poich noto dalla dinamica che il momento d'inerzia di un corpo di sezione circolare
aumenta all'aumentare del diametro, opportuno concentrare la maggior parte del peso alla
periferia del disco, limitandone lo spessore nelle parti prossime all'asse di rotazione; molto
spesso, anzi, il volano si riduce ad una pesante corona circolare collegata al mozzo tramite
quattro o sei razze, il cui apporto agli effetti del calcolo del momento d'inerzia del tutto
trascurabile.
Cos facendo affidiamo laccumulo del lavoro eccedente (L) esclusivamente al momento
dinerzia (I) del volano.
Attuando una scomposizione del binomio entro parentesi e agendo tramite una adeguata
sostituzione dei termini arriviamo alla forma semplificata:
= 2
-Il lavoro eccedente (L), misurato in Nm, la cui entit si ricava dal diagramma illustrato in
precedenza;
-la velocit angolare media () dell'albero principale, espressa in rad/s; si tratta evidentemente di
un dato caratteristico del problema;
-II grado dl irregolarit nel periodo )
( che un numero puro in funzione del tipo di macchina in
esame e del suo impiego;
- II momento d'inerzia (I) del volano che I'unica incognita presente nella relazione
facile perci calcolarne il valore:
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a)
2
2
consentendo il calcolo del peso (P) del volano, una volta fissato il valore della velocit periferica (v)
che, ovviamente, non pu superare limiti ben precisi per non creare eccessive sollecitazioni nel
materiale. Nella maggior parte dei casi, si tende a mantenere la velocit periferica intorno ai 30
35 m/s; per i volani a razze, tuttavia, si esegue un calcolo di verifica valutando esattamente I'entit
delle sollecitazioni generate dalla forza centrifuga.
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a) Volano a razze
Facendo le sostituzioni come nel caso del volano a disco si arriva alla formula:
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che esprime il rapporto tra II lavoro eccedente ed II lavoro compiuto dalla macchina in un periodo;
se indichiamo perci con N la potenza utile della macchina, misurata in kW, il lavoro compiuto
nell'unita di tempo (s) :
0 =
Lu = 1000 N
e dividendo per il numero di giri compiuti nello stesso tempo:
60
Quindi:
1000 60
= 0
1000 60
Sostituendo il valore del lavoro cos calcolato nella formula per il calcolo del peso del volano a
razze e attuando le dovute sostituzioni si ottiene:
= ,
[]
Si procedere ricavando dalla tabella il valore del coefficiente 0 e si risale direttamente al peso (P)
del volano, dopo aver stabilito il diametro medio (D) della corona circolare
(Vmax-mat= r r = V/ D = 2r).
Calcolato il peso (P) della corona, si esegue il proporzionamento determinando le dimensioni della
sezione della corona stessa
Le razze che collegano la corona al mozzo sono sollecitate a trazione dalla forza centrifuga che si
sviluppa in seguito al moto di rotazione.
opportuno perci verificare la resistenza opposta a questo tipo di sollecitazione secondaria, sia
da parte della corona, sia da parte delle razze. A tale scopo consideriamo un volano a razze, e
pensiamo di isolare un piccolissimo settore della corona, limitato dall'angolo al
centro
anch'esso di modestissima ampiezza; detta "A" I'area della sezione retta, il volume (V)
dell'elemento di corona cos isolato vale:
V = A rm
e la massa dell'elemento:
P = V = A rm
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sostituendo
Le facce laterali dell'elemento di corona considerato hanno area A e sono inclinate rispetto
all'asse x dell'angolo 2 ciascuna di esse soggetta ad uno sforzo (S) normale alla faccia
stessa e di intensit crescente al crescere di Fc. La condizione di equilibrio riportata nello schema,
nella direzione individuata dall'asse y si esprime pertanto con la relazione:
In cui:
0 = sin
ovvero
= 2 0
0 =
semplificando:
piccolissimo. Sostituendo le
2
= 2
2
possibile calcolare lo sforzo (S) trasmesso da ciascuna faccia del settore alla rimanente porzione
di corona; poich lo sforzo normale alla faccia considerata la tensione interna unitaria () che ne
deriva :
=
2 cos
+
2
2 =
2 cos
2 =
+
2
2 cos
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Si ottiene:
Ed essendo: sin = 1
Si arriva alla relazione:
2 =
sin = 1
+
2 [sin
] 2
2 = 2
Semplificando:
si ricava:
La forma della sezione varia notevolmente a seconda delle dimensioni, del materiale impiegato e
del tipo di macchina sulla quale il volano deve essere installato; sono comuni le sezioni circolari ed
ellittiche, mentre, pi raramente, si ricorre a sezioni cruciformi o profilate in modo alquanto
complesso.
26
()
(,)
= ,
? ? < ? ??? ? ?
Esaminando le relazioni soprascritte possiamo dire che il volano preso in considerazione
verificato.
27
Studio di nuove leghe metalliche pi resistenti, impiegate per evitare che il volano
letteralmente esploda a causa della enorme forza centrifuga.
Inclusione del volano in camere a vuoto, per ridurre l'attrito dell'aria, che ad alte velocit
molto intenso.
Utilizzo di cuscinetti a sospensione magnetica per eliminare l'attrito. Sono comunque
presenti cuscinetti tradizionali pronti ad intervenire in caso di guasto alla sospensione
magnetica.
Inserimento e prelievo dell'energia senza contatto meccanico, per esempio grazie
all'induzione magnetica. In alcune applicazioni i volani sono usati come accumulatori
elettrici in sostituzione di batterie e condensatori per la loro capacit di rilasciare molta
energia elettrica in brevissimo tempo (alta potenza specifica). In questi casi il volano
funziona come un generatore/motore elettrico reversibile.
28
3.0 TECNOLOGIA
Dopo un adeguato dimensionamento eseguito grazie alla scelta ponderata del materiale ci
focalizziamo sullo studio del processo produttivo di questo organo meccanico. Solitamente i
materiali utilizzati sono lacciaio o la ghisa e conseguentemente in processo produttivo pi adatto
la fonderia. A differenza dei normali impieghi il volano utilizzato sulla nostra vettura in miniatura
stato realizzato in lega dalluminio anchesso prodotto mediante un processo di fusione. Per questo
ora ci soffermiamo su questo argomento.
Materiale
Fusione
trattamenti del bagno
colata secondo diverse tecnologie in forme diverse
trattamenti termici
controlli
29
3.2 MATERIALE
All inizio della solidificazione dellalluminio, la ridotta agitazione termica fa si che alcuni gruppi di
atomi si aggreghino secondo geometrie ben definite, costituendo cristalli elementari dispersi
casualmente nella massa liquida.
Con il procedere della solidificazione altri cristalli si formano a fianco di ciascuno dei primi
ripetendone l orientamento spaziale e costituendo cos strutture policristalline dalla forma
ramificata denominata dendriti (dal greco dendron=albero).
Crescono gradualmente e in competizione tra di loro interconnettendosi a formare una rete in cui
piano piano rimane il liquido pi basso fondente (problemi quindi di omogeneit nella
composizione).
Le dendriti sono cos importanti perch la loro forma, dimensione e velocit di crescita influiscono
profondamente sulle caratteristiche meccaniche, elettriche e chimiche finali del prodotto colato e
saldato.
Invece che le dimensioni dei grani, nei prodotti colati molto importante un parametro chiamato
DAS (distanza tra i rami dei dendriti). Come per le dimensioni dei grani, anche nel caso del DAS,
importante che questo parametro sia il pi piccolo possibile.
La spaziatura interdendritica secondaria (SDAS) rappresentata in figura un elemento molto
importante poich strettamente legata con il tempo di solidificazione.
Pi il tempo di solidificazione breve minore lo SDAS e viceversa.
30
Solitamente vengono utilizzate le leghe di alluminio ed i pi diffusi elementi di lega sono il silicio
(fino a 17%), il magnesio (fino al 10%), rame (fino al 7%).
Influenza degli elementi in lega:
Per superare queste difficolt e armonizzare al meglio linsieme delle caratteristiche dei getti,
nonch per ottimizzare le capacit produttive e di redditivit delle fonderie, sono state sviluppate e
portate ad un elevato livello di perfezionamento numerose tecnologie di fonderia.
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3.3 FUSIONE
un processo fisico nel quale le sostanze passano dallo stato solido a quello liquido; nel nostro
caso, per poter effettuare la colata dei metalli o delle loro leghe , sar necessario portarli a fusione
, fornendo loro una certa quantit di calore.
Lalluminio quindi adatto per tale processo di fusione per la sua bassa temperatura di fusione che
va dai 510 650 C e dalla fluidit che ha grazie ad alcuni elementi presenti nella lega. Ma queste
caratteristiche non sono le sole da ricercare per ottenere un getto.
I processi di fusione sono eseguiti mediante diverse tipologie di forni.
1) Forni a combustione: quando il calore fornito da un combustibile solido, liquido o gassoso:
b) Forni ad arco: il calore prodotto dalla corrente elettrica che passa attraverso laria
ionizzata compresa fra due elettrodi e la carica metallica. Possono essere ad arco indiretto
quando gli elettrodi sono disposti orizzontalmente rispetto al materiale da fondere, o ad
arco diretto quando gli elettrodi sono disposti verticalmente
33
Modifica: con questo termine si indica la trasformazione indotta da alcuni elementi, come le leghe
pretrattate allo stronzio, sulla morfologia dei cristalli del composto eutettico Al-Si (Si 11.7%) che,
solidificando per ultimo (577 C), si dispone ai bordi dei grani delle leghe Al-Si. Grazie alla modifica
questi cristalli abbandonano la geometria grossolana e spigolosa (aciculare) divenendo fini e
arrotondati (globulari).
34
Fig. b
Fig. a
Lega G-Al Si9 Mn0,5 Mg0,35 (colata in sabbia): (a) non modificata; (b) modificata con 0,08% Sr.
Questo trattamento si hanno delle importanti ripercussioni sulla resistenza e soprattutto
sullallungamento a trazione dei getti. Dalla tabella possiamo proprio notare questo fenomeno.
35
3.5 COLATA
La colata il processo durante il quale viene versata il materiale fuso nelle apposite cavit
progettate con una forma adeguata a realizzare il pezzo desiderato. La colata pu essere
effettuata in vari modi.
I principali metodi sono :
-
colata diretta ( a )
colata a pioggia ( b )
colata a pettine ( c )
colata in sorgente ( d )
La colata diretta ha sempre linconveniente del pericolo che qualche impurit e scorie galleggianti
penetrino col metallo fuso e rimangano incluse nel getto.
La colata a pettine e in sorgente offrono pi garanzie riguardo al mantenimento dellintegrit della
forma, ma sono economicamente meno favorevoli.
In figura sono rappresentati due tipi di colatoi per limitare il pericolo di inclusioni di ossidi e scorie;
pu essere inserito nel colatoio un filtro ceramico come si nota nella seconda figura.
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Formatura Shell
Formatura no-bake
Formatura ceramica
Modello
permanente
V-process
Plaster moulding
Formatura ceramica
Forma o stampo a
perdere
Processo Cosworth
Processo Disamatic
Cera persa
Modello a
perdere
Full mold
Lost foam
Colata in conchiglia
Colata in bassa pressione
Forma o
stampo
permanente
Pressocolata
Nessun
modello
Sqeeze casting
Colata in semi-solido
Pressocolata sotto vuoto
37
Prima di analizzare ogni singolo processo possiamo affermare che le leghe dalluminio hanno
unelevata flessibilit tecnologica poich i getti posso essere effettuati mediante molteplici
strategie. Per questo utilizzando questo materiale possibile ricondursi alle caratteristiche ottimali
ricercate nel prodotto finale.
Successivamente sono state approfondite le caratteristiche di alcuni processi formazione del getto
dalluminio.
38
il ramolaggio, cio il posizionamento accurato delle anime nella forma utilizzando opportuni
riferimenti;
la chiusura o accoppiamento delle due o pi parti della forma;
la colata fatta a mano o automaticamente dal forno e seguita dal raffreddamento e
solidificazione;
la disfatura, cio lestrazione del getto con il sistema di colata dalla staffa o dalla motta;
la sterratura, cio lo svuotamento dellinterno del getto dalla sabbia proveniente dalle
anime;
la smaterozzatura; cio la separazione delle materozze e del sistema di colata;
la sbavatura, cio lasportazione delle bave dovute ai piani di divisione della forma;
la finitura, cio leliminazione delle eventuali asperit superficiali;
il trattamento termico, sempre richiesto per getti di qualit;
controlli geometrici e collaudi di funzionalit.
La complessit delle operazioni rende la colata in terra pi adatta per la produzione in
piccola serie dove gioca a favore il minor costo delle attrezzature.
39
Lestensione alle leghe dalluminio comporta alcuni problemi per la pi difficile evaporazione del
modello rispetto alla colata in ghisa. Il processo rimane perci confinato in una nicchia in quanto gli
svantaggi non possono essere compensati con lunico vantaggio reale, cio la rapidit di
costruzione del modello e del sistema di colata.
modifiche al disegno del getto allo scopo di realizzare una pi razionale suddivisione del
modello in elementi o fette sformabili;
costruzione degli stampi, uno per ogni fetta del modello;
stampaggio del modello e del sistema di colata iniettando polistirene preespanso;
incollaggio delle varie fette per formare il grappolo;
verniciatura del grappolo con un agente di distacco di finezza appropriata e dotato di
sufficiente permeabilit per sfogare i gas che levaporazione del modello genera durante la
colata;
ricopertura del grappolo con sabbia entro un contenitore metallico e compattazione per
vibrazione;
colata per gravit;
distaffatura e sterratura per semplice ribaltamento e svuotamento del contenitore; il
recupero e riutilizzo della sabbia non richiede altre operazioni salvo il raffreddamento.
Sbavatura e finitura secondo le tecniche tradizionali.
Sono evidenti linteresse e le aspettative suscitate dalla colata in sabbia sciolta, pur
con le limitazioni della complessit tecnologica e della difficolt di realizzazione di
getti complessi. Questa tecnologia ben si presta a sostituire la colata in conchiglia
con anime in sabbia.
Il
42
Il metallo riempie la forma per azione della gravit e quindi lingresso nella conchiglia deve essere
situato ad un livello superiore per ottenere la giusta pressione metallostatica. La pressione
atmosferica, agendo sulle materozze ancora liquide, riesce a compensare il ritiro dovuto alla
solidificazione. Lentrata lenta del metallo consente luso di anime in sabbia sia per ricavare profili
43
interni che per ottenere sottosquadri. La conchiglia costituita da un minimo di due parti (una
mobile e una fissa). La sequenza delle operazioni la seguente:
1.
2.
3.
4.
Si pu influenzare il raffreddamento verniciando con isolanti parti della conchiglia (la verniciatura
migliora anche lo scorrimento) o prevedendo
tagli termici. Il sistema di colata deve prevedere un passaggio preferenziale per le sezioni sottili.
La precisione e la qualit superficiale sono intermedie fra la colata in sabbia e la pressocolata.
44
Una variante costituita dal processo in contropressione: la macchina e il forno (in pressione)
sono inseriti in una stanza a circa 10 bar, quindi la solidificazione avviene sotto una pressione pari
a 35-40 m di alluminio con conseguente ottenimento di una struttura molto pi compatta e costosa.
Pressocolata
Conosciuta con il nome inesatto di pressofusione questa tecnologia la pi diffusa per le grandi
serie, a causa del basso costo di trasformazione abbinato al minor costo delle leghe secondarie
utilizzabili, alla buona precisione dimensionale e allottimo grado di finitura superficiale. Le
caratteristiche meno positive sono limpossibilit di usare le anime in sabbia e quindi di ottenere
cavit interne non sformabili direttamente, limpossibilit di eseguire sui getti il trattamento termico
e la saldatura (a causa delle minuscole particelle di aria che restano intrappolate durante la
colata).
Il processo di colata sotto pressione si svolge iniettando il metallo ad alta velocit in uno stampo di
acciaio tenuto chiuso e bloccato in una pressa idraulica che contrasta lapertura dello stampo (ne
esistono da 1.000 a 40.000 kN). La forza di iniezione pari al 15% circa della forza di chiusura per
le macchine piccole e al 7% per le grandi. Lo stampo diviso in due semistampi, uno fisso e laltro
mobile. Il gruppo di iniezione costituito da un contenitore orizzontale entro cui si versa il metallo e
in cui scorre il pistone di iniezione.
Liniezione viene effettuata in tre fasi con accelerazioni crescenti allo scopo di ottenere un
riempimento ottimale dello stampo. Sul semistampo mobile sono disposti gli elementi mobili dello
stampo, la cui funzione quella di ricavare nel getto profili sottosquadro. La disposizione del getto
(o dei getti) studiata in modo da realizzare il riempimento dellimpronta dal basso verso lalto,
passando attraverso la materozza, i canali di colata, i getti e i pozzetti di lavaggio (destinati ad
accogliere ed eliminare il primo metallo, pi freddo ed inquinato dal lubrificante).
45
Di grande importanza per questa tecnica il raffreddamento interno dello stampo, ottenuto con
canalizzazioni o linee dacqua disposte opportunamente nelle zone pi sollecitate.
46
Squeeze Casting
Il termine si potrebbe tradurre come "colata con compressione mantenuta". E stato usato per
indicare processi tecnologici dove si ha una elevata contropressione al getto durante la fase di
solidificazione allo scopo di renderne pi compatta la struttura e di innalzare le propriet
meccaniche. Il processo VSC prevede liniezione lenta e a velocit variabile, per permettere
levacuazione dellaria (per lo stesso motivo lo stampo viene chiuso solo quando pieno). La pressa
verticale resiste a sollecitazioni
doppie rispetto a quelle per
pressocolata. Con questo processo
le caratteristiche meccaniche di
resistenza aumentano del 10-15%
rispetto ai prodotti in conchiglia (5070% per lallungamento e la
resistenza a fatica), la precisione e
la qualit superficiale sono migliori
del processo di pressocolata, il costo
di produzione simile al processo in
conchiglia. Lo spessore deve per
essere di almeno 5 mm.
Le caratteristiche meccaniche di un getto sono in funzione: del tipo di lega, del tipo di processo,
dello stato del getto (as cast oppure bonificato oppure con altro trattamento termico). A parit di
lega le caratteristiche meccaniche variano in funzione della velocit di sottrazione del calore nella
fase di solidificazione del getto e risultano quindi maggiori per le tecnologie con colata in forma
metallica non rivestita specie se viene esercitata una compattazione del metallo. Segue la colata in
forma metallica rivestita (bassa pressione e conchiglia) poi in forme non metalliche sottili e infine in
forme massicce e poco conduttrici del calore come quelle di sabbia. Un caso particolare
rappresentato dalla nuova tecnologia Lost Foam in cui entra in gioco un nuovo fattore favorevole:
la rapida sottrazione di calore effettuata dalla evaporazione del modello in polistirene espanso.
Altro caso da considerare a parte la pressocolata in cui leffetto favorevole del raffreddamento
rapido contrastato dalla presenza di tracce di aria e di umidit occluse. A parit di tecnologia, e
sempre nellipotesi che la lega sia compatibile con la tecnologia, si ottengono caratteristiche pi
elevate con le leghe al Cu, al Si, e al Si+Cu e inferiori con le leghe al Mg e al Mn.
47
Solubilizzazione
La lega scaldata ad una temperatura al di sopra della curva di solubilit allo scopo di ottenere
una soluzione omogenea, poich la seconda fase, presente generalmente in minor quantit,
dissolve nella pi abbondante fase. La lega viene quindi lasciata a questa temperatura sino a
quando si ottiene una soluzione solida omogenea, quindi viene temprata ad una temperatura pi
bassa per creare una condizione di supersaturazione.
Invecchiamento
Un metodo usato per sviluppare le propriet delle leghe quello di condurre una precipitazione
controllata di particelle molto fini sia a temperatura ambiente (natural aging) sia elevata (artificial
aging). In genere, la precipitazione non comincia immediatamente ma richiede un cosiddetto
incubation time per formare dei nuclei sufficientemente grandi e stabili; dopo di che pu avere
inizio il processo di crescita.
La velocit alla quale avviene la precipitazione varia con la temperatura. A temperature molto
basse la velocit di reazione controllata dalla velocit alla quale gli atomi possono migrare. A
temperature appena al di sotto la solvus line la velocit di precipitazione molto bassa, poich la
velocit di nucleazione bassa essendo la soluzione solo leggermente sovrasatura quindi in
questo caso la precipitazione controllata dalla velocit con cui i nuclei possono formarsi.
A temperature intermedie tra i due appena menzionati estremi, la velocit di precipitazione
aumenta sino a raggiungere un massimo e quindi il tempo per completare la precipitazione molto
corto. Sperimentalmente possibile ottenere la tipica hardening curve, mostrando leffetto del
tempo sulla durezza.
Overheating
Si deve prestare attenzione per evitare di superare la temperatura iniziale eutettica. Se come
risultato di un surriscaldamento avviene unapprezzabile fusione del costituente eutettico, propriet
come resistenza a trazione, duttilit e resistenza a frattura possono degradare. I materiali che
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Tempra
La tempra consiste nel raffreddamento molto rapido del metallo scaldato immergendolo in un
liquido refrigerante come pu essere lacqua. Questoperazione impedisce unapprezzabile
diffusione degli elementi, cos si pu assumere che la soluzione solida viene portata a temperatura
ambiente essenzialmente senza variazioni. Cos la lega che era leggermente insatura alle
temperature pi alte, diviene a temperatura ambiente estremamente insatura.
La lega quindi in una condizione molto instabile e, compatibilmente con le condizioni ambientali,
evolver spontaneamente verso una condizione di maggior equilibrio.
3.7 CONTROLLI
Dopo aver ottenuto il pezzo necessario eseguire accurati controlli. Limportanza di queste
operazioni data da diversi fattori:
identificare i diversi tipi di difetti (designazione);
definire la gravit del difetto;
definire la soglia di gravit;
ipotesi sulle cause dei difetti;
proposta di soluzioni al problema;
I metodi di controllo sono molteplici, vengono chiamati controlli non distruttivi poich vengono
effettuati sui prodotti finiti.
49
50
4.0 ENGLISH
4.1 ALUMINIUM CASTING PROCESS
There are three primary operations in the casting process which utilize natural gas fired equipment.
In the first process, aluminum ingots and/or clean aluminum scrap are heated to around 650C
where the aluminum melts. In the second step, the molten aluminum is then transferred to a
holding furnace where the molten aluminum is alloyed and degassed if needed, then heated to the
casting temperature of approximately 750C. In the final step, the molten aluminum is then
transferred via a ladle or tundish to the preheated die or mold.
Direct flame increases the heat transfer efficiency, but also increases the metal oxidation loss.
These burners are typically non-premixed diffusion burners without air or furl staging or
regeneration.
51
52
ARGOMENTI
APPROFONDITI
MATEMATICA
INTRODUZIONE INTEGRALI DEFINITI
= 1 + 2 + 3 + 4 + 5
Teorema 1
= 2 + 3 + 4 + 5 + 6
Le successioni delle somme integrali inferiori e superiori relative a una funzione f(x),
continua in un intervallo chiuso e limitato [a; b],sono convergenti e ammettono, per
n +, lo stesso limite finito lim sn = limSn .
n+
n+
Il valore comune di tali limiti si chiama integrale definito della funzione f(x)
nellintervallo [a; b] e viene indicato con il simbolo
b
f(x)dx
a
54
Tale formula vale anche se il punto c non interno allintervallo [a; b].
55
Propriet 2
Lintegrale definito del prodotto di una funzione per una costante eguale al
prodotto della costante per lintegrale definito della funzione.
Teorema 2
TEOREMA DELLA MEDIA
Se la funzione f continua nellintervallo chiuso e limitato [a; b], allora esiste un
punto c di tale intervallo per cui si ha
o in forma equivalente,
f(x)dx = (b a)f(c)
a
b
1
f(c) =
f(x)dx
ba a
56
LA FUNZIONE INTEGRALE
F(x) = f(t)dt
a
Nel caso in cui sia f(x) 0, x [a; b], la funzione integrale rappresenta larea del
trapezoide AAPP . Tale area F(x) varia al variare di x in [a; b] e, concordemente a
quanto gi noto, si ha:
a
F(a) = a f(x)dx = 0
57
F(b) = a f(x)dx
Teorema 14
TEOREMA FONDAMENTALE DEL CALCOLO INTEGRALE
(IPOTESI)
(TESI)
In pratica il teorema dice che la derivata della funzione integrale coincide con la
funzione che si vuole integrare.
Dimostrazione:
58
F = F(x + x) F(x) =
x+x
f(t)dt a f(t)dt =
x+x
f(t)dt + x f(t)dt =
x+x
f(t)dt
= a
= a
= x
Applico il teorema della media,il quale dice che esiste un punto c compreso tra x e
x+x tale che:
x+x
F = x
f(t)dt = f(c) x
59
pertanto:
F
x
x f(c)
x
= f(c)
F (x) = limx0
F
x
= limx0 f (c) =
60
DEFINIZIONE
F(x) = a f(t)d
, f continua
, primitiva generale
(x) = f(t)dt + C
a
(a) = a f(t)dt + C = C
C = (a)
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La Nota integrativa, che ha il compito di spiegare e approfondire alcuni dati contenuti nei
prospetti precedenti; mostra anche i criteri di valutazione adottati, le variazioni intervenute nelle
principali voci del bilancio; offre notizie sugli impegni non risultanti dallo Stato patrimoniale, sul
numero di dipendenti ripartito per categoria ecc.
Per il bilancio d'esercizio delle societ di capitale prescritto l'obbligo di pubblicazione (presso la
sede della societ e presso l'Ufficio del registro delle imprese). Le societ di minori dimensioni
possono redigere il bilancio in forma abbreviata, che consiste in una semplificazione dello Stato
patrimoniale, Conto economico e della Nota integrativa.
62
I POSTULATI DI BILANCIO
Il bilancio deve essere elaborato nel rispetto di alcuni principi (o postulati di bilancio). Questi
principi sono stabiliti dalla legge e dall'Oic (Organismo italiano di contabilit), che per non
sostituiscono la legge, ma la integrano e ne aiutano l'interpretazione. I postulati pi importanti
sono:
il principio della chiarezza (le poste di bilancio devono essere facili da capire);
i principi di verit e correttezza (il bilancio non deve favorire particolari interessi);
il principio della prudenza (si deve tenere conto delle perdite presunte ma non degli utili
sperati);
il principio di competenza economica (costi e ricavi devono essere realmente dell'
esercizio considerato);
il principio della costanza dei criteri di valutazione nel tempo.
Lo Stato patrimoniale
Lo Stato patrimoniale la parte del bilancio che evidenzia com composto il patrimonio
aziendale al termine dellesercizio.
Lo Stato patrimoniale (art. 2424 c.c.) ha una forma a sezioni divise: la sezione di sinistra
denominata Attivo e accoglie tutti gli investimenti aziendali; la sezione di destra denominata
Passivo e comprende tutti i finanziamenti a cui si fatto ricorso per effettuare gli investimenti.
Ricordiamo che il totale degli investimenti sempre uguale al totale dei finanziamenti.
Ogni sezione suddivisa in:
Classi
Sottoclassi
Voci
Sottovoci
Nella sezione dell'Attivo le varie poste sono iscritte tra le immobilizzazioni o tra l'Attivo circolante in
base alla loro destinazione nell'ambito del processo produttivo. Questa distinzione riprende quella
tra immobilizzazioni e disponibilit attuata secondo il criterio della destinazione (o dell'attitudine
produttiva). Le Immobilizzazioni (ad esempio, macchinari, automezzi, fabbricati) rimangono in
azienda per pi di un anno; l'Attivo circolante comprende quei valori che rimangono in azienda per
meno di un anno (ad esempio, materie prime, crediti che saranno incassati dopo pochi mesi).
Nella sezione del Passivo le voci sono classificate in base alla loro provenienza. Si distingue tra i
valori di Patrimonio netto (finanziamenti da parte del proprietario o dei soci) e gli altri valori del
passivo (finanziamenti da banche, debiti verso i dipendenti per le retribuzioni da pagare, debiti
verso lo Stato per le tasse da versare ecc.)
63
SITUAZIONE PATRIMONIALE
ATTIVITA
PASSIVITA
A) Patrimonio netto:
I - Capitale
II - Riserva a soprapprezzo delle azioni
III - Riserve di rivalutazione
IV - Riserva legale
V - Riserve statutarie
VI - Riserva per azioni proprie in portafoglio
VII - Altre riserve, distintamente indicate
VIII - Utili (perdite) portati a nuovo
IX - Utile (perdita) dell'esercizio
TOTALE ...........................
II Conto economico
Il Conto economico la seconda parte del bilancio ed evidenzia il processo di formazione
del risultato economico dellesercizio.
.
RISULTATI INTERMEDI
I risultati intermedi che si ottengono dalla struttura scalare del Conto economico sono: risultato
della gestione della produzione (A-B); risultato della gestione finanziaria (CD); risultato della
gestione ordinaria (A-BCD); risultato della gestione straordinaria (E).
non riuscita a vendere tutto. Lo stesso discorso va fatto per i costi della produzione, che
devono considerare le rimanenze di materie prime, sussidiarie e di consumo.
La somma algebrica dei risultati delle varie aree di gestione consente infine di determinare l'utile
(o la perdita) dell'esercizio.
66
CONTO ECONOMICO
A) Valore della produzione:
1) ricavi delle vendite e delle prestazioni;
2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti;
3) variazione dei lavori in corso su ordinazione;
4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni;
5) altri ricavi e proventi con separata indicazione dei contributi in conto esercizio.
TOTALE ..
B) Costi della produzione:
6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci;
7) per servizi;
8) per godimento di beni di terzi;
9) per il personale:
a) salari e stipendi;
b) oneri sociali;
c) trattamento di fine rapporto;
d) trattamento di quiescenza e simili;
e) altri costi;
10) ammortamenti e svalutazioni:
a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali;
b) ammortamento delle immobilizzazioni materia li;
c) altre svalutazioni delle immobilizzazioni;
d) svalutazioni dei crediti compresi nell'attivo circolante e delle disponibilit liquide;
11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci;
12) accantonamenti per rischi;
13) altri accantonamenti;
14) oneri diversi di gestione.
TOTALE
Differenza tra valore e costi della produzione (A - B)
C) Proventi e oneri finanziari:
15) proventi da partecipazioni, con separata indicazione di quelli relativi a imprese controllate e collegate;
16) altri proventi finanziari:
a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate e
di quelli da controllanti;
b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni;
c) da titoli iscritti nell'attivo circostante che non costituiscono partecipazioni;
d) proventi diversi dai precedenti, con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate e
verso controllanti;
17) interessi e altri oneri finanziari, con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate e verso
controllanti.
17bis) utili e perdite su cambi
TOTALE (15+ 16-17 17bis)
D) Rettifiche di valore di attivit finanziarie:
18) rivalutazioni:
a) di partecipazioni;
b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni;
c) di titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni;
19) svalutazioni:
a) di partecipazioni;
b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni;
c) di titoli iscritti all'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni.
TOTALE (18-19) ................. ..... .
E) Proventi e oneri straordinari:
20) proventi, con separata indicazione delle plusvalenze da alienazioni i cui ricavi non sono iscrivibili al n. 5;
21) oneri, con separata indicazione delle minusvalenze da alienazioni i cui effetti contabili non sono iscrivibili al n. 14 e
delle imposte relative a esercizi precedenti.
TOTALE DELLE PARTITE STRAORDINARIE (20-21)
Risultato prima delle imposte (A - B C D E)
22) imposte sui reddito dell'esercizio, correnti, differite e anticipate;
23) utile (perdita) dell'esercizio.
67
STORIA
DICHIARAZIONI DI GUERRA E
SITUAZIONE ITALIANA
Il governo di Vienna, comp la prima mossa inviando, il 23 luglio, un durissimo ultimatum alla
Serbia ritenuta responsabile di un piano antiaustriaco. Il secondo passo fu fatto dalla Russia
assicurando il proprio sostegno alla Serbia, sua principale alleata nei Balcani. Forte dellappoggio
russo, il governo serbo accett solo in parte lultimatum, respingendo in particolare la clausola che
prevedeva la partecipazione di funzionari austriaci alle indagini sui mandanti dellattentato.
LAustria giudic la risposta insufficiente e, il 28 luglio, dichiar guerra alla Serbia. Immediata fu la
reazione del governo russo che, il giorno successivo, ordin la mobilitazione delle forze armate. La
mobilitazione, che i generali russi vollero estesa fino al confine con la Germania, fu interpretata dal
governo tedesco come un atto di ostilit. Il 31 luglio la Germania invi un ultimatum alla Russia
intimandole limmediata sospensione dei preparativi bellici. Lultimatum non ottenne risposta e fu
seguito, a ventiquattrore di distanza, dalla dichiarazione di guerra. Il giorno stesso (il primo agosto)
la Francia, legata alla Russia da un trattato di alleanza militare, mobilit le proprie forze armate. La
Germania rispose con un nuovo ultimatum e con la successiva dichiarazione di guerra alla Francia
(3 agosto).
Fu dunque liniziativa del governo tedesco a far precipitare definitivamente la situazione.
Bisogna ricordare che la Germania soffriva da tempo di un complesso di accerchiamento,
ritenendosi ingiustamente soffocata nelle sue ambizioni internazionali. La strategia dei generali
tedeschi si basava inoltre sulla rapidit e sulla sorpresa, non ammetteva la possibilit di lasciare
liniziativa in mano agli avversari e costituiva dunque di per se un fattore di accelerazione della
crisi e di ostacolo al negoziato. Il piano di guerra tedesco, dando per scontata leventualit di una
guerra su due fronti (lalleanza franco-russa era operante dal 1894), prevedeva in primo luogo un
attacco contro la Francia, che avrebbe dovuto esser messa fuori combattimento in poche
settimane. Dopodich il grosso delle forze sarebbe stato impiegato contro la Russia, la cui
macchina militare era lenta a mettersi in azione. Ci fu in seguito linvasione del Belgio (3 agosto)
e lentrata in guerra della Gran Bretagna a sostegno dei belgi (5 agosto) che venne provocata
appunto dallinvasione tedesca ai danni del Belgio. Mentre lItalia si dichiarava neutrale, anche il
Giappone (alleatosi con gli inglesi nel 1902) dichiar guerra al Reich il 23 agosto, attaccandone
subito dopo i possedimenti asiatici. Nel settembre 1914 la firma del patto di Londra sanciva
lunit tra Francia, Gran Bretagna e Russia.
68
Sul piano tecnico, la trincea fu la vera protagonista del conflitto: la vita monotona che vi si svolgeva
era interrotta solo da grandi e sanguinose offensive, prive di risultati decisivi. Da ci, soprattutto nei
soldati semplici, uno stato danimo di rassegnazione e apatia che a volte sfociava in forme di
insubordinazione. La visione eroica e avventurosa della guerra, infatti, rest prerogativa di alcune
esigue minoranze di combattenti, come le truppe dassalto (Sturmtruppen) tedesche o gli arditi
italiani; per tutti gli altri la guerra era una dura necessit. I soldati la combattevano per solidariet
con i propri compagni, ma anche perch vi erano costretti dalla presenza di un apparato repressivo
spietato nel punire ogni forma di insubordinazione. Si diffusero tuttavia, nonostante le minacce del
plotone di esecuzione, la diserzione o addirittura lautolesionismo, consistente nellinfliggersi
volontariamente ferite e mutilazioni per essere dispensati dal servizio al fronte. In altre occasioni ci
furono casi di ribellione collettiva, scioperi militari o ammutinamenti, che avvennero un po
dappertutto.
Il fronte occidentale
Il piano strategico tedesco, che prevedeva una rapida guerra di movimento contro la Francia per
poi volgersi contro la Russia, fu bloccato dallesercito francese nella prima battaglia della Marna (69 settembre). I tedeschi, costretti alla ritirata sino al fiume Aisne, estesero il fronte fino alla Mosa, a
nord di Verdun. Ne segu una sorta di gara in velocit verso il mare del Nord, con lobiettivo di
acquisire il controllo dei porti sulla Manica. Questa segn la fine della guerra di movimento sul
69
fronte occidentale e port alla guerra di logoramento, di cui furono protagonisti la trincea, lassalto
con la baionetta, lartiglieria, la conquista e la perdita di pochi lembi di terreno con perdite umane
elevatissime.
Il fronte italiano
Allo scoppio della guerra lItalia si dichiar neutrale. Successivamente, per, le forze politiche e
lopinione pubblica si divisero sul problema dellintervento in guerra contro gli imperi centrali.
Erano interventisti: i gruppi di sinistra democratica e alcune frange eretiche del movimento
operaio, i nazionalisti, alcuni ambienti liberal-conservatori. Erano neutralisti: la maggioranza
dello schieramento liberale, che faceva capo a Giolitti, il mondo cattolico, i socialisti. Contrarie
alla guerra erano le masse operaie e contadine, mentre i ceti borghesi e gli intellettuali erano per
lo pi a favore dellintervento. Ci determin lentrata in guerra (maggio 1915) fu la convergenza
tra la pressione della piazza e la volont del sovrano, del capo del governo, Antonio Calandra, e
del ministro degli Esteri, Sidney Sonnino. LItalia dichiar guerra allAustria-Ungheria il 23 maggio
1915.
Nel corso del suo primo anno di guerra, i pi importanti eventi militari che la videro impegnata
furono quattro battaglie dell'Isonzo dallesito incerto (29 giugno-7 luglio; 18 luglio-10 agosto; 18
ottobre-3 novembre; 10 novembre-10 dicembre), che fecero fallire lobiettivo di spezzare le linee
austriache e conquistare Trieste.
APPROFONDIMENTO
IL NOSTRO ESERCITO
L'equipaggiamento dei nostri soldati rispettava i canoni del tempo.
Un solo particolare mancava
quasi completamente fra le voci
dei materiali distribuiti: l'elmetto.
Diciamo quasi completamente
poich erano presenti per la
Cavalleria di Linea ed i Dragoni
dei bellissimi elmi con cimiero
che avevano pi funzione
decorativa che altro. Con tale
elmo, la Cavalleria Italiana
affront la 1^ Guerra Mondiale, avendo cura di coprire il rutilante
copricapo con un apposito telino verde.
70
Ma la terribile guerra di trincea contro le posizioni asburgiche aggrappate ad alpi e Prealpi obblig
la scelta di un copricapo che proteggesse la testa cosicch per questioni economiche e di
necessit dovute al poco tempo a disposizione, lesercito francese ci prest il suo.
UNIFORMI
L'Uniforme Grigio Verde entr ufficialmente in uso con la circolare n.458 del 4 dicembre 1908 per
tutte le Armi ad eccezione della Cavalleria che inizier ad indossarla soltanto dall'anno successivo
(Circolare n. 97 del Giornale Militare del 3 febbraio 1909).
Lungo fu il periodo di accavallamento fra le vecchie uniformi blu e la nuova tenuta che equipaggi
al completo l'Esercito a partire dal 1913.
Composta da una giubba ed un pantalone di panno pesante, con piccole differenze se destinata
ad Armi a Piedi (Fanteria, alcune specialit di Artiglieria e Genio) o Armi a Cavallo (Cavalleria,
Artiglieria e Carabinieri), subir costanti modifiche per meglio adattarla alla vita di trincea.
La giubba, ampia e comoda ma in modo che si acconci con garbo alla persona era ad un petto con
colletto in piedi, chiusa da una bottoniera nascosta di cinque bottoni.
Spallini a salsicciotto erano fissati all'attaccatura delle maniche che terminavano con dei paramano
a punta. Un gilet di taglio classico veniva indossato sotto la giacca.
I pantaloni erano per le Armi a Piedi di due tipi, da montagna e non, differenziati sostanzialmente
dalla lunghezza ed ampiezza dello stesso.
Alpino
Bersagliere
71
Ufficiale
Aviatori in
tenuta di volo
Cavalleggero
delle "Guide"
(19)
Cavalleggero del
Dragone di Piemonte Reale (2)
Reggimento l'Aquila (27)
ARMI IN DOTAZIONE AL FANTE
Lequipaggiamento dei fanti era pressoch simile a quello degli altri eserciti dellepoca ma si
distinsero per efficienza ed efficacia il fucile e la mitragliatrice, questultima comparsa in guerra
proprio in questepoca.
72
Il soldato era munito di Carcano Mod. 91: un fucile ad otturatore girevole - scorrevole adottato
dal Regio Esercito nel 1891 con calibro di 6,5 x 52 mm e a rigatura progressiva. Il fucile fu
sviluppato da Salvatore Carcano della fabbrica darmi di Torino. Il Mod. 91 venne prodotto sia nella
versione lunga che carabina e serv sia nella Prima che nella seconda guerra mondiale ed anche
in vari conflitti coloniali; era unottima arma, precisa e affidabile che segn la storia del nostro
esercito tanto da uscire di produzione solamente negli anni 80. Il modello accorciato adottato nella
seconda guerra mondiale fu utilizzato da Lee Harvey Oswald che nel 1966 a Dallas assassin il
presidente degli Stati Uniti J.F. Kennedy.
Lartiglieria aveva in dotazione la Mitragliatrice Fiat-Revelli mod. 1914
diventata larma fondamentale per i mitraglieri italiani. Lo scatto dellotturatore permetteva sia lo
scatto a raffica continuo sia quello intermittente. Il caricatore da 50 colpi (calibro 6,5 mm come
quello del fucile 91) era diviso in 10 comparti da 5 colpi ciascuno. In guerra furono adottati anche
caricatori da 100 colpi. Il raffreddamento della canna era ad acqua e 2 manicotti collegavano un
piccolo serbatoio con uno scambiatore di calore attorno ad esse.
Oltre al fucile il soldato era munito di una maschera polivalente anti gas semplicemente formata da
stracci sovrapposti imbevuti di un liquido neutralizzante e da bombe a mano, anchesse di nuova
introduzione in campo bellico, costituite da un innesco, attivato al distacco della spoletta, simile ad
una miccia che bruciando per pochi secondi prima di incendiare lesplosivo che, detonando,
proietta le schegge mortali dellinvolucro attorno a se. Inoltre il fante aveva con se un coltello di
circa 20 cm utilizzato anche come baionetta.
73
ITALIANO
ITALO SVEVO
I primi anni
Italo Svevo, pseudonimo di Ettore Schmitz, nasce a Trieste il 19 dicembre 1861. Faceva
parte di un famiglia di commercianti di origine ebraica. Dopo aver frequentato le scuole di
base nella citt natale, nel 1873 viene mandato in Germania, a Segnitz, in Baviera, per
imparare il tedesco e studiare per prepararsi a seguire le orme del padre come
commerciante. In questo periodo si accosta ai classici e legge soprattutto Richter e
Shakespeare.
Gli studi e il lavoro
Nel 1878 ritorna a Trieste dove frequenta l'Istituto commerciale, ma dopo soli due anni, nel
1880, il fallimento della vetreria del padre lo costringe a lasciare gli studi e a trovare lavoro
presso la filiale a Trieste della Banca Union di Vienna. Nel 1892 muore il padre e pubblica
a sue spese, il suo primo romanzo dal titolo Una vita. Nel 1896 sposa la cugina Lidia
Veneziani, e inizia la collaborazione con il giornale triestino "Il Piccolo".
Gli interessi letterari
Non smette comunque di ampliare le sue conoscenze letterarie e frequenta con assiduit
la biblioteca civica leggendo classici italiani e francesi accostandosi inoltre alla filosofia e
alla psicoanalisi.
Ha inizio intanto la sua collaborazione al quotidiano triestino "L'Indipendente" che segue la
linea liberal-nazionale, sul quale scrive con uno pseudonimo, scrive articoli e recensioni
sui pi svariati argomenti. Risale a questo periodo il suo lavoro teatrale lAriosto
governatore.
Nel 1890 pubblica sull'Indipendente il racconto L'assassino di via del poggio.
Il ritorno al lavoro
Deluso dall'insuccesso letterario decide di dedicarsi esclusivamente al commercio e
diventa curatore di affari nel colorificio Veneziani che appartiene al suocero Gioacchino.
Per motivi d'affari legati al colorificio dove lavora, negli anni tra il 1899 e il 1912, Svevo
deve intraprendere diversi viaggi all'estero e sembra aver completamente dimenticato la
sua passione letteraria. Mentre nel frattempo la su produttivit nel campo letterario non si
arresta.
74
smuove, e sulla rivista milanese "L'esame" nel 1925, esce un intervento di Eugenio
Montale, intitolato Omaggio a Italo Svevo.
Svevo abbandona lo schema ottocentesco del romanzo raccontato da un narratore
estraneo alla vicenda e fa s che la sola voce che il lettore immagini di ascoltare sia quella
del nuovo inetto.
Il romanzo non ha una collocazione ben precisa, i fatti non si susseguono
cronologicamente e secondo uno schema lineare. Spesso il passato ripercorre le strade
del pensiero di Zeno e si confonde con il presente. Il risultato, oltre a rappresentare
unaltra delle novit apportate alluniverso letterario da La coscienza di Zeno, anche ci
che Svevo definisce tempo misto.
Zeno Cosini, invitato a farlo dal proprio psicanalista, si cimenta nella stesura di un
memoriale, una sorta di confessione autobiografica a scopo terapeutico. Quando decide di
interrompere la cura, scatena lindignazione del dottor S., il quale, in una lettera (che
costituisce la prefazione al romanzo), dichiara la volont di pubblicare lo scritto di Zeno per
vendicarsi della truffa subita dallo stesso. Lintero racconto scaturisce dalle parole del
protagonista. A dirla tutta, di Zeno, nevrotico e malato immaginario, non ci si pu sempre
fidare: ci che egli racconta delle proprie esperienze lascia spesso il gusto dellambiguo.
lo stesso dottor S. a farlo presente quando, nella propria lettera, allude alle tante verit e
bugie che Zeno pare aver accumulato nel racconto di s.
Uno dei brani guida della raccolta La coscienza di Zeno :
Il fumo: Zeno pensa che la causa della sua malattia sia il vizio del fumo. Decide di liberarsene,
prima con propositi precisi fatti a se stesso, e vincolate da un solenne U. S. (ultima sigaretta), poi
facendosi ricoverare in una casa di cura, dove per non passa nemmeno una notte, perch, preso
dalla sua solita gelosia infondata per la moglie, corrompe l'infermiera e se ne torna a casa, dove la
moglie, lo accoglie con un benevolo sorriso.
76
77
Bibliografia:
Manuale di meccanica Hoepli
Manuale di meccanica Zanichelli
Manuale dellIngegnere
Pasquale Miraglino Corso di meccanica vol. 1. 2. 3.
Pietro Pierotti Meccanica
Corso di meccanica, Meccanica applicata di Pidatella C. Poggi M
Mechanical Topics ( Bernardini G. Vidori M.A. De Benedittis G.)
Tecnologia e produzione metalmeccanica (Secciani A. - Villani G. - Salmi R.)
Enciclopedia Wikipedia
Enciclopedia Omnia
Dodero N. Baroncini P. Manfredi R. Lineamenti di Matematica
Luca Baldissara Stefano Battilossi La costruzione del presente
I classici del sistema letterario italiano S. Guglielmino H. Grosser
Appunti
Risorse varie internet
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