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Per tre giorni dal 25 al 27 febbraio, 250 tra Cardinali, Vescovi e teologi
si sono ritrovati nell'Aula del Sinodo in Vaticano per discutere
sull'attuazione del Concilio Vaticano II. Un vero e proprio Piccolo Sinodo
sull'attuazione del Concilio.
Le ragioni e le finalit di tale Convegno sono state indicate chiaramente
dal Santo Padre nella Tertio Millennio Adveniente al punto 36, dove ha
scritto L'esame di coscienza non pu non riguardare anche la ricezione del
Concilio, questo grande dono dello Spirito alla Chiesa sul finire del
secondo millennio. In che misura la Parola di Dio divenuta pi pienamente
anima della teologia e ispiratrice di tutta l'esistenza cristiana, come
chiedeva la Dei Verbum? vissuta la liturgia come fonte e culmine della
vita ecclesiale, secondo l'insegnamento della Sacrosanctum Concilium? Si
consolida, nella Chiesa universale e in quelle particolari, l'ecclesiologia
di comunione della Lumen gentium, dando spazio ai carismi, ai ministeri,
alle varie forme di partecipazione del Popolo di Dio, pur senza indulgere a
un democraticismo e a un sociologismo che non rispecchiano la visione
cattolica della Chiesa e l'autentico spirito del Vaticano II? Una domanda
vitale deve riguardare anche lo stile dei rapporti tra Chiesa e mondo. Le
direttive conciliari - offerte nella Gaudium et spes e in altri documenti di un dialogo aperto, rispettoso e cordiale, accompagnato tuttavia da un
attento discernimento e dalla coraggiosa testimonianza della verit,
restano valide e ci chiamano a un impegno ulteriore" (TMA, 36)
a partire da questi interrogativi che si giunti a progettare e
concretizzare il Convegno internazionale che si tenuto all'interno della
Citt del Vaticano, nell'Aula Nuova del Sinodo.
Nel presentare il Convegno MONS. RINO FISICHELLA, Vescovo ausiliare di
Roma, gi docente alla gregoriana e vice presidente della Commissione
teologico storica del Giubileo ha spiegato che: Gli anni successivi al
Concilio sono stati definiti in diversi modi. C' chi li ha chiamati gli
"anni della speranza", chi la "primavera della Chiesa", chi ha visto una
"rivoluzione" in atto e chi un "tradimento".
Fisichella ha ricordato che per celebrare i 20 anni del Vaticano II
Giovanni Paolo II aveva indetto un Sinodo straordinario dei Vescovi nel
1985. In quella sede, i vescovi convenuti dalle diverse parti del mondo
avevano analizzato gli anni postconciliari rilevando sia i passi positivi
che erano stati compiuti come pure le difficolt che ancora persistevano
nell'attuazione degli insegnamenti conciliari.
Questo Convegno intende porsi, anche se con un valore differente, sulla
stessa linea del Sinodo. Il Convegno focalizza la sua attenzione sulla
"attuazione" del Concilio, prendendo particolarmente come suo oggetto di
analisi non le quattro costituzioni, ma alcuni punti specifici: il primato
della Parola di Dio nella vita dei fedeli (Dei Verbum, affidata al prof. A.
Vanhoye), l'ecclesiologia di comunione (Lumen gentium, affidata a S. Em.
Card. J. Ratzinger), la liturgia come fonte e culmine della vita cristiana
(Sacrosanctum concilium, affidata a S. Ecc. Mons. P. Tena Garriga), il
dialogo con il mondo e discernimento della verit (Gaudium et spes,
affidata a S. Ecc. Mons. A. Scola).
Per cercare di fornire risposte esaurienti ai problemi complessi che il
Conclio ha cercato di risolvere, Fisichella ha aggiunto che i lavori del
Convegno procederanno con la presentazione di quaranta "Comunicazioni" in
cui le diverse problematiche conciliari riguardo i tanti aspetti concreti
della vita della Chiesa saranno esposte prendendo in considerazioni le
diverse aree ecclesiali, linguistiche e culturali.
L'augurio che possiamo farci - ha detto Fisichella nel presentare i lavori che il presente Convegno possa suscitare, soprattutto nelle nuove
generazioni che non conoscono l'evento conciliare, un interesse per il
Vaticano II che non sia solo curiosit dinanzi a un documentario di tempi
passati, ma tappa ineliminabile della vita della Chiesa in un trapasso
generazionale e culturale tra i pi complessi della sua storia.
Interventi
RELAZIONE DEL BIBLISTA PADRE VANHOYE
In che misura la Parola di Dio divenuta pi pienamente anima della
teologia? Quanto ispira tutta l'esistenza cristiana, come chiedeva la Dei
Verbum? E' questo uno degli interrogativi posti dal Papa nella Tertio
Millennio Adveniente, per un esame di coscienza sulla recezione del
Concilio in questo anno giubilare. Positiva la risposta di P. Vanoye: la
Dei Verbum ha prodotto frutti saporosi e abbondanti. Ed ha citato, ad
esempio, la Lectio divina che unisce lettura, preghiera e contemplazione
della Parola praticata ora da molti laici. La recezione della Dei Verbum
nella Chiesa non stata perfetta - ha detto - ma i lati mancanti non
compromettono il successo d'insieme. In risposta a chi aveva interpretato
la Dei Verbum come ristretta alla sola Parola di Dio scritta, ha mostrato
lo stretto legame con la Tradizione.
La Parola di Dio - ha detto citando la costituzione conciliare - non deve
essere concepita come un deposito di verit inerte. Ha in s una
potenzialit dinamica: sotto l'assistenza dello Spirito Santo, progredisce.
Il contenuto della Tradizione cresce grazie alla contemplazione, allo
studio, grazie all'esperienza personale della vita spirituale e alla
predicazione dei vescovi. Il relatore ha poi messo a fuoco la Rivelazione
secondo il Concilio. E' presentata - ha detto - in una prospettiva non
semplicemente intellettuale, come era avvenuto nel passato. E' un fatto
esistenziale: il Dio invisibile, in una effusione d'amore, viene incontro
ai suoi figli ed entra in conversazione con loro. La Rivelazione introduce
nella vita di comunione con la Trinit. P. Vanhoye si poi soffermato
sugli studi esegetici: per divenire come l'anima della teologia, l'esegesi
deve essere attenta a questa profondit spirituale dei testi biblici,
suppone la docilit allo Spirito Santo. Ed ha osservato che si sta
superando quella separazione, avvenuta in alcuni esegeti, tra fede e
ricerca scientifica. Questi orientamenti esigenti e arricchenti - ha
concluso - hanno gi mostrato la loro fecondit. Ma il Vaticano II non ha
preteso di dire tutto. Largo spazio resta aperto all'iniziativa della
ricerca.
Relazione del cardinale Joseph RATZINGER
prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede sull'"Ecclesiologia
della Costituzione "Lumen Gentium".
Il cardinale Ratzinger ha approfondito l'ecclesiologia di comunione,
definita dal Papa "il fondamento su cui poggia la realt della Chiesa".
Cercare una visione globale della Chiesa appariva il compito urgente del
Vaticano II - ha ricordato Ratzinger - richiamando il tempo della
preparazione del Concilio quando si parlava di "risveglio", di "nuova
sensibilit per la Chiesa". C'era anche chi chiedeva di parlare
innanzitutto di Dio e affermava che la crisi che ha colpito il
cristianesimo europeo "crisi d i Dio". E cos stato. La parola
"communio" - ha osservato il cardinale - unisce il discorso della Chiesa al
discorso di Dio. Richiama la vocazione universale alla santit. Santit che
conformit a Dio. E qui ha rimesso a fuoco lo scopo essenziale
dell'esistenza della Chiesa: far s che nel mondo vi sia spazio per Dio,
che vi possa abitare e cos il mondo divenga il suo regno. La Chiesa esiste
perch divenga dimora di Dio nel mondo. Nella sua densa relazione il
cardinale Ratzinger ha richiamato continuamente questa dimensione
essenziale di fronte ad una certa recezione del Concilio che ha trascurato
questa caratteristica qualificante, in favore di singole affermazioni
ecclesiologiche. Si gettata su singole parole di facile richiamo,
restando cos indietro rispetto alle grandi prospettive dei Padri
conciliari. Molti i punti cruciali toccati. Tra questi: il travisamento del